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Editoriale
Sono molti i temi di attualit di questo numero.

N 63 Novembre 2012

Trifir & Partners Avvocati

Un primo tema riguarda listituzione del Fondo per il nanziamento di interventi a favore dell'incremento in termini quantitativi e qualitativi dell'occupazione giovanile e delle donne, che prevede lo stanziamento di incentivi corrisposti dallInps per i datori di lavoro che promuovono loccupazione dei giovani di et no a 29 anni e delle donne indipendentemente dallet. Un secondo tema concerne il D.Lgs. n. 123/2012, che, recependo la normativa comunitaria, ha introdotto importanti novit in materia di obblighi informativi e documentali connessi alle fusioni e scissioni societarie. Un terzo tema la procedura di convalida per le dimissioni e le risoluzioni consensuali dei rapporti di lavoro: la disciplina introdotta dallart. 4 della L. n. 92/2012, che si applica ai rapporti di lavoro subordinato a tempo indeterminato, si applica anche alle altre tipologie di rapporto di lavoro, subordinato e non?. Altro tema quello circa gli ultimi chiarimenti del Ministero del Lavoro in materia di sicurezza (nella specie formazione e-learning dei lavoratori addetti al primo soccorso e obblighi di sicurezza per i lavoratori autonomi). Facciamo poi il punto sulla giurisprudenza innovativa in tema di azione revocatoria fallimentare: la pi recente Cassazione ai ni della prova della conoscenza dello stato di insolvenza indica tra le circostanze utili anche le condizioni economiche, sociali, organizzative, topograche, culturali in cui il creditore del fallito si sia trovato ad operare. Seguono le nostre sentenze. Tra le tante, che toccano molteplici aspetti sostanziali, abbiamo scelto come sentenza del mese una pronuncia della Corte dAppello di Brescia del 6 ottobre 2012 relativa alla responsabilit del datore di lavoro per patologie tumorali dei dipendenti. La sentenza di particolare interesse, considerato che, solo pochi giorni dopo, la Cassazione, con sentenza n. 17438 del 12 ottobre 2012, ha riconosciuto la natura professionale, con relativa rendita, della patologia tumorale contratta per il prolungato uso del cellulare in ambito lavorativo.
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Diritto del Lavoro Attualit 4 Le Nostre Sentenze 8 Cassazione 12 Diritto Civile, Commerciale, Assicurativo Attualit 13 Assicurazioni 15 Il Punto su 16 Eventi 18 Rassegna Stampa 19 Contatti 20

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Un ringraziamento a tutti coloro che ci seguono, sia tramite la newsletter sia su twitter @TriroPartners e sul nostro sito www.triro.it. Cercheremo di ripagare la ducia offrendo costanti aggiornamenti: nella speranza di creare una grande community del diritto, aperta a chiunque voglia partecipare. Arrivederci al prossimo mese di dicembre, con il consueto appuntamento degli Highlights 2012. Salvatore Trir

Comitato di Redazione: Francesco Autelitano, Stefano Beretta, Antonio Cazzella, Teresa Cofano, Luca DArco, Diego Meucci, Jacopo Moretti, Damiana Lesce, Luca Peron, Claudio Ponari, Vittorio Provera, Tommaso Targa, Marina Tona, Stefano Trir e Giovanna Vaglio Bianco

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2011 m. vasario 28 d.,pirmadienis

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Codice di Diritto del Lavoro Tribuna Major 2012 A cura di Giacinto Favalli - Studio Trifir & Partners Avvocati
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Diritto del Lavoro


A cura di Marina Olgiati

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NELLA RIFORMA FORNERO RIVIVE IL VECCHIO ART. 18?


In data 15 ottobre 2012, il Tribunale di Bologna ha emesso - a quanto consta - il primo provvedimento in materia di licenziamento disciplinare irrogato dopo la Riforma Fornero. Nel caso giudicato, il dipendente era stato licenziato per aver tenuto un comportamento offensivo e denigratorio attraverso una corrispondenza via mail nei confronti del superiore gerarchico e della societ datrice. Dato atto della pacica sussistenza del fatto addebitato, il Tribunale ha affermato che lespressione insussistenza del fatto contestato contenuta nellart. 18 Stat. Lav., cos come riformato dalla Legge Fornero, non pu essere intesa nel signicato di insussistenza del fatto materiale, precisando che la norma in questione fa necessariamente riferimento al c.d. fatto giuridico, inteso come fatto globalmente accertato, nellunicum della sua componente oggettiva e nella sua componente inerente lelemento soggettivo. Secondo il Tribunale, il fatto oggetto di contestazione deve essere contestualizzato nel tempo e nello spazio e valutato con riferimento alla situazione psicologica dei soggetti agenti. Quindi, rilevato che il dipendente licenziato aveva pronunciato le espressioni offensive in un momento particolare di stress lavorativo, ha escluso lintenzionalit della condotta, concludendo che, nella fattispecie, non poteva ravvisarsi la giusta causa. Quanto alle conseguenze, il Giudice bolognese, evidenziato che il nuovo art. 18, nel comma 4, disciplina le fattispecie di licenziamento con reintegra, distinguendole da quelle di licenziamento senza reintegra, regolate dal successivo comma 5, considerato che la reintegrazione prevista per i casi in cui non ricorrono gli estremi della giusta causa e del giusticato motivo oggettivo di licenziamento per insussistenza del fatto contestato ovvero perch il fatto non rientra tra le condotte punibili con una sanzione conservativa in base alle previsioni dei contratti collettivi e dei codici disciplinari applicabili, ha disposto la reintegrazione nel posto di lavoro. La peculiarit della decisione sta nel fatto che il Tribunale ha ritenuto linsussistenza del fatto, pur essendo indiscutibile che si fosse realizzato il fatto materiale. Resta, dunque, da chiedersi se il vecchio art. 18 dello Statuto dei Lavoratori sia stato veramente riformato.
LINK: TESTO INTEGRALE SENTENZA 15 Ottobre 2012 Tribunale di Bologna Sezione Lavoro

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Nuovi chiarimenti del Ministero del Lavoro in materia di sicurezza
A cura di Jacopo Moretti

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Il Ministero del Lavoro di recente tornato a fornire chiarimenti in materia di sicurezza, pubblicando sul proprio sito internet le risposte ad alcuni quesiti sottopostigli in tema di formazione dei lavoratori addetti al primo soccorso, stage e tirocini formativi, lavoratori autonomi, lavoratori occasionali. Ecco cosa ha risposto il Ministero in materia di corsi formativi con e-learning e valutazione dei rischi a carico dei lavoratori autonomi.
Si

possono effettuare corsi di formazione per i lavoratori addetti al primo soccorso in modalit elearning (quindi a distanza)?

In materia di primo soccorso, il comma 2 dellart. 45 del D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 e s.m.i., anche noto come Testo Unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, prevede che la disciplina relativa ai requisiti del personale addetto e la sua formazione sia individuata nelle previsioni del decreto ministeriale 15 luglio 2003, n. 388. Tale provvedimento, in particolare, dispone, allart. 3, commi 2, 3 e 4, quanto segue: 2. La formazione dei lavoratori designati svolta da personale medico, in collaborazione, ove possibile, con il sistema di emergenza del Servizio Sanitario Nazionale. Nello svolgimento della parte pratica della formazione il medico pu avvalersi della collaborazione di personale infermieristico o di altro personale specializzato. 3. Per le aziende o unit produttive di gruppo A i contenuti e i tempi minimi del corso di formazione sono riportati nell'allegato 3, che fa parte del presente decreto e devono prevedere anche la trattazione dei rischi specici dell'attivit svolta. 4. Per le aziende o unit produttive di gruppo B e di gruppo C i contenuti ed i tempi minimi del corso di formazione sono riportati nell'allegato 4, che fa parte del presente decreto. Alla luce di quanto sopra, il Ministero del Lavoro ha, quindi, concluso che la formazione degli addetti al primo soccorso possa essere effettuata solo in parte in modalit e-learning, atteso che, constando la stessa di una parte pratica, non potr prescindersi da lezioni in aula effettuate mediante un approccio di carattere operativo con esercitazioni pratiche, al ne di garantire maggior efcacia nellacquisizione delle nozioni trasmesse e nellapprendimento di comportamenti volti a realizzare una concreta tutela della salute dei lavoratori.
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lavoratori autonomi sono obbligati a redigere il Documento di valutazione dei rischi ai sensi dellarticolo 28 del D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81?

Lart. 21 del D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 e s.m.i. stabilisce che i componenti dellimpresa familiare di cui allarticolo 230-bis del codice civile, i lavoratori autonomi che compiono opere o servizi ai sensi dellart. 2222 del codice civile, i coltivatori diretti del fondo, i soci delle societ semplici operanti nel settore agricolo, gli artigiani e i piccoli commercianti, soggiacciono allobbligo di utilizzare attrezzature di lavoro in conformit alle disposizioni di cui al Titolo III, munirsi di dispositivi di protezione individuale ed utilizzarli conformemente alle disposizioni del medesimo Titolo III e munirsi di apposita tessera di riconoscimento
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corredata di fotograa, contenente le proprie generalit (ma questultimo obbligo previsto solo nellipotesi in cui effettuino la loro prestazione in un luogo di lavoro nel quale si svolgano attivit in regime di appalto o subappalto). Lart. 21, al comma 2, poi, prevede la facoltdegli stessi soggetti, in relazione ai rischi propri delle attivit svolte e con oneri a proprio carico, di beneciare della sorveglianza sanitaria secondo le previsioni dellart. 41 del T.U. (fermi restando gli obblighi previsti da norme speciali) e partecipare a corsi di formazione specici in materia di salute e sicurezza sul lavoro, incentrati sui rischi propri delle attivit svolte, secondo quanto previsto dallarticolo 37 del T.U. (anche in tal caso fermi restando gli obblighi previsti da norme speciali). Alla luce di quanto sopra il Ministero del Lavoro, in risposta al quesito formulato, ha affermato che i lavoratori autonomi non sono obbligati a redigere il documento di valutazione dei rischi, atteso che tale obbligo incombe unicamente in capo a chi riveste la qualica di datore di lavoro.

La convalida delle dimissioni e delle risoluzioni consensuali opera solo per il lavoratore subordinato?
A cura di Damiana Lesce
Lart. 4 della legge n. 92/2012 (c.d. Riforma del mercato del lavoro) prevede lobbligo per il lavoratore di confermare le dimissioni attraverso varie procedure che diano certezza sia della data effettiva e della volont del lavoratore di voler risolvere il rapporto di lavoro. Dal 18 luglio stata, dunque, reintrodotta la convalida per tutte le dimissioni e le risoluzioni consensuali effettuate tra il datore di lavoro ed il lavoratore. Anche dopo la circolare n. 18 del 18 luglio 2012 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che ha fornito alcune precisazioni sullargomento, permangono dubbi sulla portata della legge. Le dimissioni e la risoluzione consensuale del rapporto sono entrambi istituti tipici del rapporto di lavoro subordinato: la disciplina si applica, quindi, certamente ai rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. Ma essa trova applicazione anche nelle altre tipologie contrattuali: si pensi, ad esempio, al caso di una risoluzione consensuale del rapporto di lavoro a termine prima della scadenza contrattualmente pattuita oppure alla risoluzione di un contratto di apprendistato. Quanto al contratto di stage o ai c.d. tirocini formativi, di recente il Ministero del Lavoro, ai ni dellapplicazione della normativa in materia di sicurezza (D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81) ha chiarito che dallart. 2 comma 1 della legge si evince che al lavoratore equiparato, ai ni dellapplicazione della normativa in materia, anche chi svolge attivit lavorativa nellambito dellorganizzazione di un datore di lavoro pubblico o privato, con o senza retribuzione, anche al solo ne di apprendere un mestiere nonch il soggetto beneciario delle iniziative di tirocini formativi e di orientamento di cui allarticolo 18 della legge 24 giugno 1997, n. 196, e di cui a speciche disposizioni delle leggi regionali promosse al ne di realizzare momenti di alternanza tra studio e lavoro o di agevolare le scelte professionali mediante la

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conoscenza diretta del mondo del lavoro.

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Anche tali indicazioni, seppur espresse in un ambito normativo differente da quello qui in esame, inducono a ritenere applicabile la convalida ai predetti rapporti. Resta il tema delle dimissioni e delle risoluzioni consensuali nellambito dei rapporti di natura autonoma, rispetto ai qual la legge nulla dice ma neppure nulla esclude. Infatti, sul punto non pu che osservarsi innanzitutto che, da un punto di vista letterale, la legge fa genericamente riferimento alla lavoratrice, al lavoratore, al prestatore nonch al rapporto di lavoro e al contratto di lavoro. Se poi si ha riguardo al comma 2 dellart. 67 del D.Lgs. 276/2003, cos come modicato dallart, 1, comma 23, esso prevede la possibilit per il collaboratore a progetto di recedere prima della scadenza del termine, dandone preavviso, nel caso in cui tale facolt sia prevista nel contratto individuale di lavoro. Inoltre, anche nellambito di un contratto di collaborazione a progetto, il Committente ed il Collaboratore possono legittimamente concordare una risoluzione del contratto prima del termine inizialmente pattuito. In assenza di chiare indicazioni legislative in un senso o nellaltro, resta preferibile un approccio prudenziale alla normativa. Quanto sopra, anche in ragione delle seguenti considerazioni. Si pensi allipotesi del Collaboratore a progetto che, dopo aver esercitato la facolt di recesso ai sensi del comma 2 dellart. 67 del D.Lgs. 276/2003, successivamente, impugni il contratto chiedendo laccertamento della natura subordinata del rapporto intercorso: in caso di conversione da parte del giudice del contratto a progetto in rapporto di lavoro subordinato, si porrebbe il tema della efcacia dellatto risolutivo del rapporto che, pur proveniente dal lavoratore, in ragione di quanto previsto dal comma 22 dellart. 4 della L. 92/2012 (Qualora, in mancanza della convalida di cui al comma 17 ovvero della sottoscrizione di cui al comma 18, il datore di lavoro non provveda a trasmettere alla lavoratrice o al lavoratore la comunicazione contenente l'invito entro il termine di trenta giorni dalla data delle dimissioni e della risoluzione consensuale, le dimissioni si considerano denitivamente prive di effetto) dovrebbe essere ritenuto inefcace. Prima dellentrata in vigore dellart. 4 della legge n. 92/2012 il Collaboratore che avesse contestato la legittimit di un contratto a progetto dal quale lui stesso aveva receduto, poteva al pi chiedere ed ottenere il pagamento delle eventuali differenze retributive e la regolarizzazione contributiva. Oggi il rischio per le aziende rappresentato dalla ricostituzione del rapporto.

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LE NOSTRE SENTENZE

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PATOLOGIA TUMORALE E ATTIVIT LAVORATIVA: IL NESSO CAUSALE DEVE ESSERE ACCERTATO IN CONCRETO, SULLA BASE DELLA NOCIVIT DELLAMBIENTE DI LAVORO E DELLO STATO DELLE CONOSCENZE SCIENTIFICHE DELLEPOCA (Corte dAppello di Brescia, 6 ottobre 2012) La Corte dAppello di Brescia ha confermato la sentenza di primo grado - impugnata dal lavoratore affetto da mesotelioma pleurico - con la quale era stata rigettata la domanda da questultimo proposta solo nei confronti dellultimo datore di lavoro, volta ad ottenere il risarcimento dei danni conseguenti allaver contratto detta patologia, asseritamente causata dallesposizione ad amianto subita svolgendo mansioni presso la centrale elettrica della societ convenuta. I Giudici di secondo grado hanno evidenziato la correttezza della pronuncia impugnata, la quale anzich aderire ad una o allaltra delle due tesi scientiche prevalenti in letteratura medica (ovvero, la c.d. teoria dose indipendente secondo cui una volta che la trigger dose stata inalata, linsorgenza della malattia prevedibile/certa e non viene quindi inuenzata dalle esposizioni successive o la c.d. teoria multistadio in base alla quale il rischio di mesotelioma aumenta con laumentare sia dellintensit che della durata dellesposizione) - ha fatto proprie le conclusioni della consulenza tecnica dufcio espletata, che ha svolto unanalisi in concreto dellentit dellesposizione subita dal ricorrente nelle diverse fasi lavorative. In tale contesto, il consulente tecnico dufcio giunto alla conclusione di escludere un effetto accelerante al periodo di attivit svolto presso la societ convenuta nei primi anni 60, in quanto la relativa esposizione ad amianto stata accertata come non rilevante, tenuto conto, tra laltro, delle speciche mansioni assegnate al lavoratore, prevalentemente di piccola manutenzione, con operazioni saltuarie. Per contro, la Corte dAppello ha ritenuto, con elevato grado di probabilit, che lesposizione ad amianto subita dal lavoratore quale macchinista navale nel periodo tra il 1949 e il 1956, fosse lunica causa efciente del vericarsi della malattia. Ci anche in quanto costituisce un fatto noto nella letteratura scientica la circostanza che nei cantieri navali stato fatto massiccio e diffuso uso di amianto e che le mansioni di macchinista navale venivano svolte in ambienti in cui era diffusamente presente tale materiale (ambienti, peraltro, connati e privi di aerazione naturale e soggetti a vibrazioni, con conseguente incremento dellesposizione nociva). Da ultimo, si evidenzia che la perizia in atti ha sottolineato che, quantomeno sino alla ne degli anni 80, la legislazione della maggior parte dei Paesi industrializzati ha considerato lamianto non gi una sostanza il cui utilizzo industriale era proibito tout court a causa degli effetti nocivi per la salute delluomo, bens una sostanza il cui utilizzo era pienamente lecito, purch ricondotto entro limiti di polverosit (concentrazione di bre) negli ambienti di lavoro, ritenuti accettabili (cio non nocivi per la salute delluomo); premesso ci, nel caso specico, non era emerso un problema di polverosit degli ambienti di lavoro e, pertanto, non stata ritenuta necessaria ladozione di misure preventive atte a contenere la polverosit dellambiente di lavoro. (Causa curata da Vittorio Provera e Marta Filadoro)

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CONTRATTO DI SOMMINISTRAZIONE - LE CONSEGUENZE DELLE VIOLAZIONI DI CARATTERE FORMALE CONTENUTE NEL CONTRATTO TRA SOMMINISTRATORE E LAVORATORE NON RICADONO SULLUTILIZZATORE (Tribunale di Lanciano, n. 494/2012) Con la sentenza in epigrafe, il Giudice del Lavoro di Lanciano ha ritenuto che le eventuali violazioni di carattere formale, quale la mancata specicazione delle ragioni del ricorso alla somministrazione, relative non al contratto commerciale tra Agenzia e impresa utilizzatrice, bens al contratto di lavoro stipulato fra lavoratore e Agenzia, non incidono sulla validit e sulla legittimit del contratto di somministrazione (quello tra Agenzia e impresa utilizzatrice), ma impongono lapplicazione dei principi di cui al D.Lgs. n. 368/2001 al contratto individuale di lavoro a tempo determinato stipulato tra il lavoratore e lAgenzia di somministrazione. Ed, infatti, secondo il Giudice, le prescrizioni di cui agli artt. 20 e 21 commi 1, lett. a), b), c), d), e) D.Lgs. 276/03, la cui inosservanza sanzionata dal successivo art. 27 con la costituzione di un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato alle dipendenze dellutilizzatore, riguardano unicamente il contratto stipulato fra utilizzatore e Agenzia di somministrazione. Di contro, il Tribunale rileva che lart. 22 D.Lgs. 276/03, nel richiamare la disciplina prevista per il contratto a tempo determinato, fa espresso ed esclusivo riferimento al rapporto di lavoro tra Agenzia di somministrazione e prestatore di lavoro. I due contratti, pertanto, sono regolati da regimi di invalidit e apparati sanzionatori distinti e autonomi. (Causa curata da Giacinto Favalli e Mario Cammarata) PU UN DIPENDENTE, PARALLELAMENTE AL RAPPORTO DI LAVORO SUBORDINATO, SVOLGERE PER LO STESSO DATORE DI LAVORO ANCHE UNATTIVIT DI CARATTERE AUTONOMO E CHIEDERNE IL RELATIVO COMPENSO? (Tribunale di Milano, 26 settembre 2012) Alla domanda risponde il Tribunale di Milano con una recentissima sentenza depositata in data 26 settembre 2012. La causa concerneva la pretesa di un dipendente di ottenere un compenso per lavoro autonomo in aggiunta a quello di lavoro subordinato, in relazione a prestazioni che lo stesso asseriva essere state fatte autonomamente rispetto al rapporto di lavoro subordinato. Il Tribunale di Milano, accogliendo le difese del nostro Studio per conto della Societ datrice di lavoro, respingeva le pretese, osservando che: 1. in linea di principio il dipendente pu svolgere anche prestazioni professionali di carattere autonomo per il proprio datore di lavoro; 2. tuttavia necessario che le prestazioni professionali non rientrino nelloggetto del rapporto di lavoro subordinato ed occorre che il dipendente abbia ricevuto uno specico incarico di natura professionale; 3. oltre lo specico incarico necessario che lattivit sia svolta al di fuori da direttive, orari, sovraordinazioni gerarchiche, potere disciplinare del datore di lavoro e che il dipendente abbia assunto, nellespletamento dellincarico, piena e diretta responsabilit nei confronti di eventuali terzi e del committente e lo abbia svolto con mezzi propri. Quanto sopra non era emerso nel caso giudicato. (Causa curata da Stefano Beretta e Orazio Marano)
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INDISPENSABILE ATTENDERE LA SENTENZA PENALE PER LICENZIARE IL DIPENDENTE CHE SOTTRAGGA BENI DEL DATORE DI LAVORO ? (Corte di Cassazione, 20 luglio 2012, n. 12702) No, non affatto necessario attendere il processo penale; lo chiarisce la Suprema Corte secondo la quale il dipendente che utilizzi una procedura aziendale impropriamente per fare uscire materiale avente valore commerciale senza che la societ ne abbia alcuna utilit ed in cambio di un tornaconto personale, pu legittimamente essere licenziato per giusta causa, senza dover aspettare laccertamento del Giudice penale. Secondo la Suprema Corte un siffatto comportamento integra una sottrazione di beni personali ed un contegno che permette al dipendente di conseguire unillecita percezione di unutilit personale in relazione ad affari trattati per conto della Societ, atta a giusticare limmediata reazione espulsiva del datore di lavoro. Con la pronuncia citata la Cassazione ha quindi respinto il ricorso presentato dal lavoratore per il quale il licenziamento sarebbe stato illegittimo perch contrastante con la specica previsione contenuta nel contratto collettivo applicato che subordinava la comminazione del licenziamento senza preavviso alla presenza di una condanna passata in giudicato per peculato; la Suprema Corte, infatti, in adesione alle eccezioni sollevate dalla societ, assistita dal nostro Studio, ha ritenuto che la sentenza di appello avesse correttamente ricondotto la fattispecie sostanziale ad altra previsione contrattuale e cio a quella che consentiva di sanzionare con il licenziamento senza preavviso e senza necessit di attendere laccertamento penale i gravi comportamenti di illecita sottrazione di cose appartenenti alla societ e laccettazione di compensi per affari trattati in ragione dellufcio, dunque lipotesi ricorrente nel caso concreto. (Causa curata da Giorgio Molteni e Claudio Ponari) IL DIPENDENTE SI RIFIUTA DI LAVORARE DI SABATO, COME PREVISTO DAL TURNO DI LAVORO: ASSENTE INGIUSTIFICATO E PU ESSERE LICENZIATO (Tribunale di Monza, 2 ottobre 2012) Il Tribunale di Monza ha giudicato proporzionato e, quindi, legittimo il licenziamento per giusta causa comminato ad un lavoratore che - gi sanzionato con due provvedimenti conservativi a seguito delle precedenti due assenze dal servizio effettuate in concomitanza con il turno coincidente con la giornata di sabato - per la terza volta si era riutato di rendere la prestazione di sabato, rimanendo assente dal servizio. In particolare, il Giudice ha rigettato leccezione sollevata dalla difesa dal lavoratore di sproporzionalit della sanzione espulsiva perch comminata dopo tre assenze (effettuate in coincidenza con il turno lavorativo ssato nella giornata di sabato) nonostante il CCNL di settore prevedesse il licenziamento in tronco a fronte di assenze ingiusticate prolungate oltre cinque giorni consecutivi, rilevando che la condotta posta in essere dal ricorrente non costituiva una semplice inadempienza contrattuale, bens un atto reiterato di vera e propria insubordinazione, traducendosi in una voluta ed ostinata negazione del potere direttivo e di controllo del datore di lavoro, in spregio dellarticolo 2104 c.c. che impone, tra laltro, di osservare le indicazioni aziendali in materia di orario e turno di lavoro, e tale quindi da porre in dubbio la futura correttezza delladempimento da parte del lavoratore agli obblighi lavorativi. (Causa curata da Paola Lonigro)

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IL COLLEGAMENTO SOCIETARIO SUFFICIENTE A COSTITUIRE UN UNICO CENTRO DI IMPUTAZIONE DEL RAPPORTO DI LAVORO? (Tribunale di Milano, 15 ottobre 2012) Il Tribunale di Milano, con sentenza 15 ottobre 2012, lo ha escluso. Un quadro, licenziato da una nanziaria con meno di 15 dipendenti, ha lamentato lillegittimit del licenziamento e chiesto la reintegrazione, asserendo che la datrice di lavoro costituirebbe un unico centro di imputazione del rapporto con altra societ industriale, di grosse dimensioni, di cui la prima detiene una partecipazione azionaria. Il Giudice ha respinto la tesi del dipendente, affermando che questultimo aveva lonere (che non ha assolto) di dimostrare di essere stato utilizzato in modo promiscuo da entrambe le societ, e che tra le stesse esiste una sostanziale unicit organizzativa e amministrativa. Il Giudice ha anche escluso la domanda di condanna al risarcimento del danno esistenziale da mobbing, richiamando la giurisprudenza secondo cui tale fattispecie integrata da comportamenti ostili, reiterati e sistematici, per cui non pu riconoscersi in pochi episodi, privi di valenza persecutoria. (Causa curata da Tommaso Targa)

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A cura di Stefano Beretta e Antonio Cazzella
LICENZIAMENTO DEL DIPENDENTE INFORTUNATO

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OSSERVATORIO SULLA CASSAZIONE


Con sentenza n. 15476 del 14 settembre 2012, la Corte di Cassazione ha ritenuto illegittimo il licenziamento del dipendente che, durante lassenza per malattia, aveva lavorato nel bar della moglie. onere del datore di lavoro dimostrare che lattivit svolta dal lavoratore durante lassenza per infortunio o malattia possa ritardare la guarigione; linfortunio alla caviglia, rileva la Corte, ha effettivamente impedito al lavoratore lo svolgimento della prestazione lavorativa, ma non comporta limpossibilit di dare una mano nellattivit di famiglia, in considerazione del modesto impegno richiesto e della mancanza di continuit di tale collaborazione. LICENZIAMENTO DISCIPLINARE E VIOLAZIONE DELLART. 7 STAT. LAV. Con sentenza n. 16453 del 27 settembre 2012, la Corte di Cassazione ha ritenuto legittimo il licenziamento di un lavoratore, che - assentatosi per malattia - non era stato reperito nella propria abitazione al momento della visita scale ed aveva omesso, altres, di indicare nella lettera di giusticazioni il nominativo del sindacalista che avrebbe dovuto assisterlo nella richiesta audizione orale. La Corte ha ritenuto che tale omissione fosse il frutto di una strategia dilatoria del lavoratore, intenzionato a guadagnare tempo nel procedimento disciplinare a suo carico, tenuto conto che il lavoratore si era allontanato dallItalia per assistere ad una manifestazione sportiva senza comunicare il cambio di indirizzo e, per tale ragione, non era stato reperito al momento della visita scale. LICENZIAMENTO PER SVOLGIMENTO DI ATTIVIT DURANTE LA MALATTIA Con sentenza n. 17094 del 8 ottobre 2012, la Corte di Cassazione ha ritenuto legittimo il licenziamento di un dipendente che, durante il periodo di assenza per malattia, aveva lavorato presso il ristorante di un amico. La Corte ha rilevato che lo svolgimento delloccupazione di cameriere presso il ristorante, per numerosi giorni nel periodo di assenza dal posto di lavoro per inabilit temporanea, e lo spostamento effettuato con una motocicletta per coprire il percorso di circa venti chilometri, fosse incompatibile con la lombosciatalgia da lui denunciata. Il lavoratore, infatti, avrebbe dovuto astenersi da qualsiasi comportamento che potesse pregiudicare le sue prospettive di guarigione.

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Civile, Commerciale, Assicurativo


REVOCATORIA FALLIMENTARE: NEL 2012 IL CREDITORE FA LA DIFFERENZA?
A cura di Giovanna Vaglio Bianco
Per agire in revocatoria fallimentare occorre provare, ex art. 67 L.F., la conoscenza dello stato di insolvenza del debitore da parte del creditore che ha ricevuto il pagamento. In particolare, lart. 67, 2 comma L.F. prevede la revoca dei pagamenti di debiti liquidi ed esigibili compiuti entro sei mesi anteriori alla dichiarazione di fallimento a patto che il curatore provi che laltra parte conosceva lo stato di insolvenza del debitore dichiarato fallito. In tale contesto laspetto pi interessante, soprattutto in questo momento di crisi ove molte imprese anche di piccole e medie dimensioni sono alle prese con aziende clienti poi fallite, fondamentale delineare i limiti della conoscenza e consapevolezza dello stato di insolvenza da parte dellimpresa che ha ricevuto un pagamento da unazienda poi fallita. La giurisprudenza e la dottrina si sono occupate di definire il concetto di conoscenza elaborando due orientamenti principali: il primo ritiene sufficiente la prova di una conoscenza astratta e potenziale in capo al terzo creditore mentre il secondo, pi rigoroso, richiede la prova della conoscenza effettiva e non meramente potenziale dello stato di dissesto. Attualmente, lorientamento prevalente accoglie il secondo indirizzo che evidenzia un atteggiamento pi sensibile alle ragioni del convenuto in revocatoria fallimentare. Pertanto, in unottica garantista pi favorevole al creditore, si statuito che la sussistenza del requisito della scientia decoctionis non pu essere desunto dalla mera conoscibilit dello stato di insolvenza, ma deve basarsi sulla concreta situazione anche psicologica del creditore. Recentemente la Cassazione ha, inoltre, sancito che lesistenza dello stato di dissesto in cui versa il debitore pu dirsi acquisito qualora la probabilit della scientia decoctionis trovi il suo fondamento nei presupposti e nelle condizioni (economiche, sociali, organizzative, topografiche, culturali) nelle quali si sia concretamente trovato ad operare, nella specie, il creditore del fallito (Cass. 3 maggio 2012, n. 6686). A tale proposito, noto che, per giurisprudenza costante, si ritiene che la revoca dei fidi bancari e la segnalazione della societ fallenda alla Centrale rischi siano indizi idonei a provare la conoscenza effettiva dello stato di dissesto del debitore nel caso in cui il creditore sia un istituto di credito, in quanto operatore economico qualificato con accesso ad informazioni riservate sulla situazione finanziaria del debitore.

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Al contrario, tali indizi non sono ritenuti idonei quando il creditore che ha ricevuto i pagamenti un comune operatore commerciale che, pertanto, non ha accesso alle suddette informazioni privilegiate e pu avere, inoltre, sede in un'altra regione rispetto a quella del fallito. Del resto, anche una dilazione e/o modifica dei termini di pagamento non ritenuta una prova decisiva della scientia decoctionis, trattandosi di normali vicende afferenti ogni rapporto commerciale specie se fra due soggetti territorialmente distanti e di lunga conoscenza commerciale. In conclusione, limpiego dello strumento della revocatoria fallimentare va rapportato a criteri di accortezza e alle effettive condizioni delle aziende coinvolte, attraverso il ricorso non a generiche presunzioni, bens a indizi concreti e concordanti rivelatori della cognizione del terzo convenuto in revocatoria fallimentare.

FUSIONI E SCISSIONI SOCIETARIE - RIDUZIONE DEGLI OBBLIGHI INFORMATIVI E DOCUMENTALI


A cura di Andrea Beretta
Il D.Lgs. 123/2012 - entrato in vigore lo scorso 18 agosto 2012 - che recepisce ed attua norme comunitarie (direttiva 2009/109/CE, che modifica le direttive 77/91/CEE, 78/855/CEE, 82/891/CEE e 2005/56/CE), ha introdotto importanti novit in materia di obblighi informativi, nei casi di fusioni e scissioni societarie. Giova segnalare, innanzitutto, la previsione della pubblicazione del progetto di fusione sul sito Internet delle societ partecipanti alla fusione stessa - come attivit alternativa al deposito presso il Registro delle Imprese -; pubblicazione da effettuarsi con modalit atte a garantire la sicurezza dello stesso sito, lautenticit dei documenti e la certezza della data della pubblicazione medesima. stata, inoltre, introdotta, analogamente a quanto gi previsto in tema di scissione, la facolt di omettere la redazione della situazione patrimoniale, qualora vi rinuncino, allunanimit, i soci e i possessori di altri strumenti finanziari che attribuiscono il diritto di voto di ciascuna delle societ partecipanti alla fusione. Tra le altre novit di maggior rilievo, preme ancora ricordare che, nella scissione con costituzione di una o pi nuove societ, in base alla nuova normativa, non dovranno esser predisposte n la relazione degli esperti (come gi era previsto), n la relazione dellorgano amministrativo, n la situazione patrimoniale. In questo contesto, , quindi, evidente la ratio del D.Lgs. 123/2012 di riduzione degli obblighi informativi e documentali connessi alle fusioni e scissioni societarie.

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Assicurazioni
A cura di Bonaventura Minutolo e Teresa Cofano

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Secondo il Tribunale di Roma - Sezione Distaccata di Ostia, la mancata partecipazione dellassicurazione, senza giusticato motivo, al procedimento di mediazione pu essere utilizzata come argomento di prova nel successivo giudizio, COMPARIZIONE ai sensi dellart. 116 c.p.c.,e costituire un elemento integrativo non decisivo a DELLASSICURAZIONE AL favore della parte chiamante per laccertamento e la prova di fatti a carico della parte PROCEDIMENTO DI chiamata non comparsa. MEDIAZIONE? (Tribunale di Roma - Sezione Distaccata di Ostia, 5 luglio 2012)
HA LA MANCATA

QUALI CONSEGUENZE

QUALE RISARCIMENTO COMPETE ALLASSICURATO, NEL CASO DI VIOLAZIONE DELLE NORME A TUTELA DELLA CONCORRENZA IN MATERIA DI R.C. AUTO?

L'azione risarcitoria proposta dall'assicurato nei confronti dell'assicuratore che sia stato sottoposto a sanzione dell'Autorit Garante per aver partecipato ad un'intesa anticoncorrenziale tende alla tutela dell'interesse giuridicamente protetto a godere dei beneci della libera competizione commerciale, nonch alla riparazione del danno ingiusto. Quest'ultimo consiste nell'aver pagato un premio di polizza superiore a quello che l'assicurato stesso avrebbe pagato in condizioni di libero mercato. (Cassazione, 2 ottobre 2012, n. 16789)

La risposta al quesito, secondo la Suprema Corte di Cassazione, positiva. Nel caso specico, la Corte era chiamata a pronunciarsi sulla questione se, nellambito della gestione di un rapporto di agenzia assicurativa, le indennit di ne rapporto dovute allagente potessero essere regolate contabilmente con laddebito TRA LE NOSTRE allagente, da parte della compagnia, di un indennizzo relativo ad una polizza indebitamente emessa dallagente. SENTENZE: In particolare, la Corte ha affermato che quando si discute in giudizio della sussistenza di crediti derivanti da un unico rapporto, la controversia tra le parti sulla IL GIUDICE PU misura di tali crediti comporta laccertamento del dare e dellavere nellambito di quel PROCEDERE DUFFICIO rapporto,senza che sia necessaria la proposizione di unapposita domanda ALLA REGOLAZIONE riconvenzionale o di uneccezione di compensazione, che postulano, invece, CONTABILE TRA I lautonomia dei rapporti ai quali i crediti si riferiscono. CONTRAPPOSTI CREDITI In applicazione di tale principio, il Giudice - pur in presenza di una domanda di DERIVANTI DAL RAPPORTO regolazione contabile proposta dalla parte convenuta tardivamente costituitasi in giudizio - anche dufcio pu regolare contabilmente le contrapposte partite DI AGENZIA? creditorie, giungendo a denire il saldo nale relativo alla gestione del rapporto di agenzia. (Cassazione, 29 agosto 2012, n. 14688 - Causa curata da Bonaventura Minutolo)

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IL PUNTO SU
A cura di Vittorio Provera

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I PRIMI INCENTIVI CONCRETI PER FAVORIRE LOCCUPAZIONE GIOVANILE E DELLE DONNE


Dal Governo arrivano aiuti concreti in favore delloccupazione. Con decreto interministeriale del 5 ottobre 2012, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 243 del 17 ottobre 2012, il Ministro del Lavoro di concerto con quello dellEconomia ha istituito, presso il Ministero del Lavoro, un Fondo per il finanziamento di interventi volti a promuovere la creazione di rapporti di lavoro stabili, ovvero di maggior durata, per i giovani di et fino ai 29 anni e per le donne indipendentemente dallet anagrafica. Gli incentivi stanziati ammontano a poco pi di euro 230.000.000 (euro 196.108.953 per lanno 2012 ed euro 36.000.000 per lanno 2013) e premieranno le stabilizzazioni e/o le assunzioni che prevedono una durata minima lavorativa di almeno 12 mesi, che verranno effettuate dalla data di entrata in vigore del menzionato decreto fino alla fine del mese di marzo 2013. Lerogazione degli incentivi sar modulata in ragione del diverso intervento realizzato in favore delloccupazione e nel rispetto della normativa comunitaria sugli aiuti di Stato. In particolare, sar riconosciuto un importo di euro 12.000 in caso di trasformazione a tempo indeterminato di un contratto a termine e per ogni stabilizzazione con contratto a tempo indeterminato di collaborazioni coordinate e continuative a progetto o di associazioni in partecipazione conapporto di lavoro. Le predette trasformazioni/stabilizzazioni dovranno realizzarsi con la stipula di contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato, anche parttime, purch di durata non inferiore alla met dellorario previsto dal CCLN per i lavoratori full time. I nuovi rapporti di lavoro dovranno riferirsi a contratti ancora in essere o cessati da non pi di sei mesi dalla entrata in vigore dellemanando decreto. Ogni datore di lavoro potr trasformare o stabilizzare al massimo 10 lavoratori, potendo quindi arrivare a beneficiare fino a euro 120.000. Va aggiunto che potranno godere di incentivi, per un massimo di 10 lavoratori, anche i datori di lavoro che assumeranno a tempo determinato giovani (sempre entro i 29 anni) e donne, purch a incremento della base occupazionale degli ultimi 12 mesi. Gli incentivi riconosciuti saranno pari a:
3.000 euro per i contratti di durata non inferiori a 12 mesi; 4.000 euro per quelli che superano i 18 mesi; 6.000 euro per i contratti che vanno oltre i 24 mesi.

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Per usufruire dei beneci economici, i datori di lavoro dovranno presentare domanda allINPS, la quale corrisponder gli incentivi nei limiti delle risorse stanziate e in base allordine cronologico di ricevimento delle richieste in ununica soluzione decorsi sei mesi dalle trasformazioni, stabilizzazioni o assunzioni a tempo determinato. Tale intervento, volto a favorire loccupazione delle fasce pi deboli, rappresenta anche unopportunit per le Aziende. Peraltro, dato che gli incentivi saranno erogati nei limiti delle risorse stanziate ed in base allordine cronologico in cui le istanze perverranno allIstituto, sar fondamentale che le imprese interessate provvedano tempestivamente ad inviare la domanda, secondo le istruzioni che lINPS formuler a seguito della recente pubblicazione del provvedimento ministeriale.

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Eventi e Pubblicazioni

PUBBLICAZIONI T&P:
Codice

di Diritto del Lavoro Tribuna Major 2012 A cura di Giacinto Favalli - Studio Trir & Partners Avvocati
eBook

Codice del Lavoro Tribuna Pocket 2012 A cura di Giacinto Favalli, Luca DArco
Codice

del Lavoro Tribuna Pocket 2012 Aggiornato con la Riforma del Lavoro modicata dalla Legge sviluppo A cura di Giacinto Favalli, Luca DArco

SEMINARI e CONVEGNI T&P PER LE AZIENDE:


Seminari

T&P per le aziende I licenziamenti individuali: novit sostanziali e processuali Presentazione (PDF)

Milano,

24 Novembre 2012,nH President Hotel AIDP Lombardia -legalcommunity.it Seminario: La gestione del personale alla luce della riforma Fornero Contrattazione collettiva e relazioni sindacali Relatore: Avv. Giacinto Favalli PROGRAMMA (PDF)

PREMI:
Milano,

17 Ottobre 2012 Legalcommunity Labour Awards 2012 Trir & Partners Avvocati vincitore Studio 2012 Contenzioso Motivazione
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Rassegna Stampa
DirittoBancario.it: 30/10/2012 La revoca dellamministratore di S.r.l.. Presupposti e rimedi di Francesco Autelitano Diritto24 - Il Sole 24 Ore: 26/10/2012 Nella riforma Fornero rivive il vecchio art. 18? di Marina Olgiati Diritto24 - Il Sole 24 Ore: 22/10/2012 LAvvocato del giorno: Salvatore Trir HR On Line AIDP: N 17 Ottobre 2012 Collaborazioni a progetto: pluralit di contratti e stabile inserimento del lavoratore A cura di Tommaso Targa Diritto24 - Il Sole 24 Ore: 18/10/2012 I primi incentivi concreti per favorire loccupazione giovanile e delle donne di Vittorio Provera JOBtalk Il Sole 24 Ore: 10/10/2012 Il nuovo processo sui licenziamenti e listruttoria leggera: le prime pronunce del Tribunale di Milano di Stefano Beretta Diritto24 - Il Sole 24 Ore: 08/10/2012 Licenziamenti e nuovo processo di Stefano Beretta Il Sole 24 Ore: 05/10/2012 Chi cede un ramo dazienda non risponde del compratore HR On Line AIDP: N 16 Ottobre 2012 Il datore di lavoro pu svolgere indagini interne A cura di Giorgio Molteni

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