You are on page 1of 5

Consiglio Comunale 29.01.

2009
Intervento del Sindaco – relazione proposta

PREMESSA- LA NORMATIVA
Il processo di privatizzazione dei servizi pubblici locali avviato, nel rispetto dei principi
comunitari di esternalizzazione, concorrenza e sussidiarietà orizzontale, per aprire il
settore al mercato concorrenziale ha trovato purtroppo un assetto stabile e definitivo
nell’ordinamento nazionale con l’art. 23 bis della l. 133/2008 .
Si è passati attraverso l’adesione incondizionata al regime concorrenziale (art. 35 L. n.
448/2001) per approdare alla regola generale dell’evidenza pubblica per la scelta del
gestore, con alcune eccezioni che richiamano la nozione, di derivazione comunitaria, di
affidamento c.d. in house (art. 14 D.L. n. 269/2003).
Nello specifico del servizio idrico integrato, la legge regionale10/99 (di recepimento
della legge Galli), ha previsto la riorganizzazione territoriale del servizio idrico integrato,
demandando alle singole regioni la delimitazione degli ambiti territoriali. Delimitazione che,
in Sicilia, è avvenuta tenendo conto dei confini provinciali e non dei bacini idrografici di
utenza. E, in particolare nella nostra provincia, questo è ancor più gravoso considerato
che Agrigento è la provincia tra le più carenti di risorse idropotabili ed è eterogenea per i
caratteri del territorio, i bacini idrografici, i livelli e le caratteristiche attuali del servizio.

L’ATO IDRICO IN PROVINCIA


Nella Provincia di Agrigento è stato istituito un ATO per la gestione del servizio
idrico integrato costituito da approvvigionamenti, reti acquedottistiche e fognarie comunali,
impianti di depurazione, che, come detto, è stato ritagliato sui confini amministrativi della
provincia senza tenere in considerazione l’effettiva conformità del territorio al bacino
idrografico.
La normativa di riferimento (l.r. 10/99), nel prevedere tre opportunità di Gestione del
servizio idrico, indicava:
- una gestione totalmente privata
- una gestione totalmente pubblica
- una gestione mista
La prima, quella totalmente privata, in provincia di Agrigento è stata imposta da un
Commissario ad Acta nominato dall’Agenzia Regionale per i Rifiuti e per le Acque, che noi
riteniamo illegittimo.
Ricordo, infatti, che nel corso delle tre gare d’appalto per l’affidamento del servizio sono
state via via diminuite le garanzie per il Consorzio, con la diminuzione dell’importo della
cauzione. Inoltre, all’ultima gara, l’unica offerta pervenuta era quella di un’Associazione

1
Consiglio Comunale 29.01.2009
Intervento del Sindaco – relazione proposta

Temporanea d’Imprese, A.T.I., che vedeva la partecipazione della ditta Acoset di Catania,
alla quale è associata la Voltano S.p.A., i cui sindaci azionisti sono anche azionisti
dell’A.T.O idrico, determinando così un evidente conflitto di interessi che l’Ufficio
legislativo e legale della Regione Siciliana ha ufficialmente riconosciuto proprio in capo ai
sindaci dei comuni soci della Voltano S.p.A. con conseguente stato di incompatibilità che
ne deriva.
Il rischio concreto che subito si paventò fu quello di affidare per trent’anni la gestione del
servizio idrico ai privati con aumenti inevitabili del costo delle tariffe. (Basti pensare al fatto
che già lo scorso anno gli agrigentini hanno ricevuto le bollette dell’acqua con
maggiorazioni del 50% e costi assolutamente sproporzionati rispetto al servizio e alle
forniture idriche).
Nonostante il conflitto d’interessi riconosciuto a livello regionale e i noti rischi della
privatizzazione in Sicilia, il 21 Dicembre 2006 l’Agenzia regionale per i rifiuti e le acque,
senza tenere conto della valutazione espressa dallo stesso Ufficio Regionale e di altri
autorevoli pareri legali, diffidò l’Assemblea dell’A.T.O. idrico a deliberare sull’affidamento
entro il 24 Dicembre 2006. Il Presidente del consorzio A.T.O., omettendo di notificare
regolarmente la diffida di cui sopra, disponeva di convocare l’assemblea dei Sindaci, in
violazione del termine stabilito dallo statuto per la convocazione dell’assemblea.
Si trattò chiaramente di un pretesto per far procedere alla nomina illegittima da parte del
dottor Crosta dell’Agenzia Regionale di un commissario ad acta, il dottor Ignazio Puccio, il
quale il 18 Gennaio 2007 decide di privatizzare il servizio idrico integrato.
Eppure, il 9 Gennaio, nell’Assemblea del Consorzio, 29 sindaci su 43, con un
risultato pari al 61% del capitale azionario, avevano rigettato l’affidamento. Purtroppo, per
un errore di interpretazione dello statuto, veniva ritenuta inefficace quella votazione. Il
Commissario ad acta, piuttosto che ritornare sui propri passi per valutare l’effettiva validità
della deliberazione del 9 Gennaio, procedette illegittimamente all’aggiudicazione e
all’affidamento del servizio.

GIRGENTI ACQUE E LA CONSEGNA DELLE RETI


In questo modo in provincia di Agrigento si è privatizzato il servizio idrico integrato,
affidandone la gestione ad una Società, la Girgenti Acque s.p.a., che ha dimostrato
incapacità a gestire in modo efficiente il servizio idrico integrato in quei Comuni già
raggiunti dal servizio: aumento delle bollette, aumento dei disservizi, aumento del costo
degli allacci (che potrebbe arrivare sino a1200€ per soli 4 metri di scavo). E già diversi

2
Consiglio Comunale 29.01.2009
Intervento del Sindaco – relazione proposta

comuni che avevano consegnato le reti alla Girgenti Acque, oggi si trovano a nostro fianco
in questa battaglia a difesa dell’acqua pubblica; altri annunciano esposti alla Procura della
Repubblica per i disservizi dei cittadini-utenti.
L’Agenzia Regionale per i Rifiuti e le Acque, con nota 644 – 8.1.09 , ha fissato per il
31 gennaio il termine ultimo per la consegna delle reti e degli impianti per il servizio idrico
integrato a tutti i Comuni che ancora non lo hanno fatto, e tra questi c’è anche il Comune
di Menfi.
Noi crediamo che non si possa affidare per 30 anni la gestione degli impianti e delle nostre
reti alla Girgenti Acque, che è una costellazione di imprese senza nessuna competenza
specifica in materia di acqua. Una società che rischia il fallimento; una società che, viste le
sue condizioni economiche, dovrà sicuramente aumentare il costo del servizio per
ripianare i propri debiti e, poi, sperare in qualche utile.
L’affidamento trentennale del servizio idrico integrato comporterebbe esiti imprevedibili per
un comprensorio come quello della provincia di Agrigento che è tra i più sensibili riguardo
una diffusa ristrettezza delle risorse idriche. La privatizzazione rischia di causare soltanto
caro bollette e clientelismo creando, inoltre, disparità nell’occupazione.

L’AZIONE POLITICA E AMMINISTRATIVA


Cosa fare, allora. Per tutelare l’interesse della popolazione menfitana e agrigentina,
possiamo e dobbiamo agire su più fronti:
• proporre alle amministrazioni dei Comuni che hanno già trasferito la gestione a Girgenti
acque
o di contestare, o continuare a contestare, ogni inadempienza contrattuale della
società e segnalarle al Consorzio d’ambito per consentire una eventuale
rescissione del contratto con la Girgenti Acque;
o di unirsi al movimento trasversale di Comuni che si batte per la
ripubblicizzazione dell’acqua;
• chi non ha consegnato le reti deve proseguire su questa strada di “disobbedienza
civile” ed insieme alle altre amministrazioni, studiare un ricorso al T.A.R. per annullare
il provvedimento di commissariamento realizzato dall’ARRA, poiché l’Agenzia regionale
delle Acqua non è legittimata a nominare alcun commissario.
Quest’amministrazione, intanto, è stata sempre presente durante i più importanti incontri in
cui abbiamo ribadito la nostra contrarietà alla privatizzazione ed insieme alle altre
comunità abbiamo richiesto la convocazione dell’assemblea dei Sindaci del Consorzio e

3
Consiglio Comunale 29.01.2009
Intervento del Sindaco – relazione proposta

promosso ricorso in appello per l’annullamento degli atti relativi all’affidamento a favore
dell’A.T.I. Girgenti Acque Capogruppo ACOSET S.p.a. della gestione del servizio idrico
integrato e lavori connessi nell’Ambito Territoriale Ottimale di Agrigento.
Oggi il Consiglio Comunale è chiamato a pronunciarsi sulla consegna delle reti alla
Girgenti Acque. Ma la materia più generale delle privatizzazione del servizio idrico
integrato è una materia che deve vedere uniti i rappresentanti dei cittadini. Da sempre
l’Acqua è stata un tema sensibile nella nostra Città. E da sempre Menfi si è battuta contro
ogni tipo di privatizzazione del servizio idrico. Non è opportuno questa sera tornare a
parlare di come e da quali posizioni negli anni passati ci siamo posti di fronte alla materia.
Né tantomeno serve ad ognuno di noi, e soprattutto alla città, capire di chi siano le
responsabilità politiche che ci hanno portato a questo momento. Oggi occorre, invece, fare
fronte comune in questa battaglia che non è di destra o di sinistra, ma è una battaglia dei
territori! Menfi, insieme ad altri 24 comuni del territorio agrigentino, indipendentemente
dalle proprie appartenenze partitiche, sta lottando per difendere un diritto universale: il
diritto all'acqua. Un diritto che risulta quale estensione del diritto alla vita affermato dalla
Dichiarazione Universale dei Diritti Umani che riflette l'imprescindibilità di questa risorsa
relativamente alla vita umana. E come istituzione politica lottiamo per riprenderci il diritto
all’autodeterminazione dei Comuni che leggi non condivise, prima, e funzionari regionali,
poi, ci hanno sottratto proprio in tema di servizi pubblici locali.

LOMARDIA
Una notizia confortante in tal senso, però, ci viene dalla Lombardia. Lo scorso 22 Gennaio,
il Consiglio Regionale della Lombardia ha cambiato la legge sulla gestione delle acque
pubbliche.
Con il voto unanime del Consiglio regionale, è stato infatti approvato un nuovo testo sul
servizio idrico integrato, che fa venir meno alcuni obblighi fortemente contestati da 144
Comuni lombardi che avevano chiesto un referendum, e che sono poi anche la base della
nostra contestazione, ovvero:
- l’obbligo di mantenere separate la gestione delle reti e degli impianti dall’attività di
erogazione del servizio idrico
- il vincolo di affidamento della gestione dei servizi esclusivamente tramite gara
- il divieto per soggetti diversi dagli enti locali di entrare nelle società patrimoniali
costituite dai Comuni

4
Consiglio Comunale 29.01.2009
Intervento del Sindaco – relazione proposta

E’ importante richiamare questa legge della Regione Lombardia in tema di acqua pubblica
perché pone un principio fondamentale: rimettere al centro delle decisioni sull’acqua
l’autonomia di scelta dei Comuni, attraverso l’Ambito Territoriale Ottimale, e tracciare un
nuovo percorso anche rispetto ai modelli che nel frattempo sono stati definiti da una legge
nazionale che è fortemente orientato a condizionare a sottrarre la gestione ed il controllo
dei beni comuni e dei servizi più direttamente rivolti ai cittadini dalle competenze dei
Comuni.
E’ opportuno ricordare che la legge 133 del 6 agosto con l’articolo 23 bis ha classificato
l’acqua come un bene di rilevanza economica espropiandola ai Comuni ed obbligandoli
alla messa a gara di tutti i servizi pubblici locali, acqua compresa.
Il segnale positivo che viene dalla Lombardia va colto: tutti insieme possiamo incidere su
scelte sbagliate se c’è la volontà e la determinazione di difendere un bene della collettività.
Un altro segnale positivo viene dal Parlamento Italiano. Il 22 gennaio scorso , in
Commissione Ambiente della Camera dei Depurati, è iniziata la discussione sulla proposta
di legge d’iniziativa popolare promossa dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua per la
ripubblicizzazione del servizio idrico integrato in Italia.

CONCLUSIONI
Avviandomi alle conclusioni, occorre considerare che il nostro Comune ha sempre gestito
il sevizio idrico in piena autonomia e secondo criteri di economicità ed efficienza
garantendo all’utenza standard qualitativi più che soddisfacenti a fronte di un sistema
tariffario giusto e sostenibile.
Nelle more delle diverse vicende giudiziarie che vedono coinvolta Girgenti Acque, ritengo
che vi sia l’esigenza di ridiscutere sull’assetto generale dell’ A.T.O. e valutare seriamente,
per quanto ci riguarda, l’individuazione di un sub-ambito coincidente con il territorio della
Unione dei Comuni Terre Sicane , a garanzia del rispetto delle specificità territoriali ed
economiche. Per questo invito l’amministrazione e il consiglio dell’Unione dei Comuni a
valutare con forza questa opportunità di gestione pubblica dell’acqua a tutela dei cittadini,
ma anche come opportunità di rilancio dell’ente sovra comunale.

Sulla base della presente riflessione questa Amministrazione esprime con decisione
la contrarietà alla privatizzazione del servizio idrico in quanto, pur costituendo lo stesso un
importante settore economico, non si presta, per la specificità della risorsa acqua, che è
un bene pubblico comune, ad essere gestito secondo le regole della attività di impresa.

You might also like