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VELOCITA DI PROPAGAZIONE DEL SUONO Dobbiamo ai due grandi della Fisica, Isaac Newton e Laplace, la definizione della velocit di propagazione del suono. Questa velocit c la radice del rapporto fra lelasticit e densit Lelasticit per Newton la pressione atmosferica isotermica, p , mentre per Laplace la pressione atmosferica adiabatica, prodotto di gamma per p. Questo significa che la velocit di propagazione del suono in aria determinata unicamente dalla pressione, dalla temperatura e dalla densit. c= dove la densit dellaria la costante adiabatica, p la pressione atmosferica, Poniamo che in assenza di vento 4 onde si dipartono dal centro di radiazione A diffondendosi sfericamente nellaria. I fronti donda, distanti una lunghezza donda, saranno equidistanti dal centro A:
Fig.1 Il punto B posto, alla distanza d, verr raggiunto dallonda emessa da A in un tempo t= d/c La lunghezza donda sar data dal periodo T moltiplicato per la velocit c =cT
Fig.2 Confrontando limmagine senza vento con quella col vento vediamo che i fronti donda si spostano. Si noti che la frequenza rimane la stessa, perch si spostano solamente le fasi. Cio il periodo costante ma lo spazio percorso diverso:
Fig.3
t = d / u (1)
dove
u = c v..(2)
quindi maggiore, rispetto la situazione senza vento, di un tempo. t = t + t.................(3)
= T u =T (c v)(6)
Essendo per definizione T = /c, per cui la (6) si pu riscrivere come
= (1+v/c)(7)
La fase rispetto londa trasmessa, espressa in gradi, sar la frazione v/c di 2 radianti:
= 2 v / c)..(8)
Fig.4 Ad esempio la fase una semionda si pu rappresentare nelle tre situazioni: dapprima in quiete, poi con un vento favorevole alla propagazione, infine con vento contrario. Fotografando in cinque istanti la fase, in partenza (da sinistra), dopo 1/8 di periodo, dopo 1/4, dopo , dopo 3/8, dopo 1/2: :
senza vento
vento favorevole
vento contrario Fig.5 Si pu vedere quindi la fase nello spazio in assenza di vento e con vento contrario alla velocit di propagazione c istante per istante, e progettare un circuito che compari la fase di partenza con quella di arrivo alla distanza d.
Fig.6 In fig. (6) si vede una misura diretta del Doppler di fase in unonda sonora. Su questo principio funzionano gli anemometri acustici. APPLICAZIONE DI QUESTI CONCETTI ALLE ONDE ELETTROMAGNETICHE Ci che vale per il suono deve valere (questa la mia convinzione, come lo era di Maxwell e di Michelson e di tutti coloro che tentarono di misurare il vento delletere. La natura non fa salti, ne eccezioni. ) Maxwell, cui dobbiamo la scoperta teorica delle onde elettromagnetiche, non fece che applicare i concetti della fluidodinamica allelettromagnetismo, concepito questo come vibrazioni trasversali dun fluido, letere. Infatti applicando gli stessi concetti di Newton e Laplace per la propagazione del suono, dedusse la famosa formula della velocit c di propagazione nel vuoto, c=1/ .(9) 5
Fig.7
Dove Ey lampiezza dellonda piana in un punto dello spazio nel punto x e nel tempo t. A lampiezza alla sorgente B lampiezza dellonda riflessa e la costante di Eulero, 2,718 = +j , costante di propagazione = lattenuazione, (che nello spazio per londa piana = 0 ), = 2/, la fase = la lunghezza donda = la velocit angolare, 2f f = la frequenza. Ma in unonda piana che si propaga in direzione x non c attenuazione, quindi = 0, e la seconda parte fra parentesi londa riflessa , che nello spazio libero non esiste, quindi 0, per cui la Ey (10) si semplifica in E y = Aex e jt .(11) Se il valore di picco A del campo Eo alla sorgente , quindi per x = 0, allora si pu scrivere Ey
j x jt = E0 e e
j(t x) = E0 e .(12)
Il fasore dice che langolo sar 0 alla sorgente, quando x = 0, angolo che aumenta man mano lungo la x in cui si propaga londa, ruotando di un ciclo ad ogni lunghezza donda . Rappresentazione fasoriale del Doppler di fase Nello spazio X ci sar una sequenza di fasori nei diversi momenti con diverse fasi che si ripetono ad ogni ciclo. Nel vento delletere si possono rappresentare i fronti donda coi vettori rotanti tutti alla stessa frequenza addensati controvento, rarefatti col vento:
fig.8
Nella fig.8 sono rappresentate i fasori sui piani rotanti dei fronti donda. (il fasore un versore, quindi va moltiplicato per A; nel disegno londa sferica mentre nellonda piana A resta costante). Per cui sul piano rotante con velocit angolare , allistante 0 e multipli del periodo T, il fasore sar
j (t 1 2x ) v c
.(13)
=
in un punto x nello spazio senza vento sar
2 v 1 c
. (14)
0 = 2/,.(15)
controvento sar
1 = 2/((1-v/c)),(16)
col vento
2 = 2/((1+v/c)).(17)
Fig.9 In figura 9 sono rappresentate le fasi ad una distanza eguale dal trasmettitore posto al centro. Su questo principio, mettendo in contrapposizione il vettore controvento ( a destra), col vettore col vento (a sinistra), ho realizzato vari interferometri elettromagnetici coi quali misuro linterferenza . Quindi il famoso etere esiste! Trieste 4 novembre 2012 Fabio Mosca (tecnico pensionato Rai)