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Anno I 12/2012 n.

Winterblatt
auf den ein Winterschatten fllt

A L TEX Literature Project

email: antoniodiavoli@gmail.com web: http://federicofederici.net blog: http://leserpent.wordpress.com cover: The dark side of the room, F. Federici Shalom chaverin, tradizionale

Praga, 7 dicembre 2012

Federico Federici

cara *, i versi di Rilke che hai spedito sono giunti in riva alla Moldava in una sera di vento, che scuoteva i fanali sul Karlv most facendo impazzire le ombre e lanima con loro. Li ho letti con la voce pi bassa che avevo, per non sentirmi ridicolo e solo. Passavano accanto turisti e abitanti confusi in un unico popolo, in un mormorio sconosciuto, un ume di voci umane sul ume dellacqua. Ognuno porgeva alla bocca dellaltro dei suoni, le schegge e i frantumi del petto la mano portata alla bocca nasconde le labbra, non lanima e si avvicinava di pi scavalcando quel vento, quasi a non farsi sfuggire la voce prima che fosse colta, quasi a poter nalmente svelare qualcosa di certo sul nostro dolore, non dico di porvi una ne. A un tratto, mi parso di veder scintillare laggi, sulla corrente del ume, le mie parole e quelle di tutti, giunte a volo sulle rive, sui anchi scuri e corrosi delle barche ormeggiate, parole forse cadute sul fondo e riemerse, echeggiate dovunque sul petto del mondo, che non sa trattenerle. Ho provato un sollievo improvviso dal freddo che divora la carne, vedendo quella barriera muta, scalta, riconoscere ora ogni lingua delluomo. Il nido di neve raccolto sul dorso della mano calcicava il morso del freddo e nel freddo posava felice la vita. Son giorni, son ore che vago da solo in un posto di cui non conosco che poco, ma i suoni, i tratti scolpiti al silenzio dei volti riportano a pagine russe tradotte: malinconia che non tristezza nellEst! Le bocche trattengono sino allo stremo ogni parola, quasi a preferirne lascolto. A volte il dialogo si esaurisce nello scambio di uno sguardo, o esplodono forti risate che coprono tutto, nascoste dal fumo del ato. La notte qui non ha specchi, risucchia la luce nel ume: lombra ha i contorni dellombra. Le radici macinano resti di muri in casermoni abbandonati e i sassi ricrescono neri sui rami, nelle punte dure delle gemme chiuse. Il fumo di fabbriche lontane segna in silenzio la verticale del cielo. Ogni tanto una vampa divora dei rovi in un campo. Un rapido battito scuote i binari e continua lontano, un lampo di luce li illumina come una lama: un tram che si ferma un istante e riparte. Spesso chi sale rimpiazza chi scende, ogni posto occupato. Di notte una larva di luce che scava pi a fondo nei solchi tracciati, si inla nei buchi e riemerge tessendo una tela dacciaio tra la vecchia citt e la nuova. A gruppi, a grumi malfermi sui corrimani, si reggono in piedi decine di uomini e donne, neppure si guardano in volto, ma sentono il caldo rovente dei corpi sorarli attraverso i vestiti. Quale lingua pi forte, pi alta, pi pura di tutte avrebbe una parola buona per la solitudine? La stanza in cui dormo le ore di luce le passo guardandomi attorno so-

Primo appunto praghese

miglia ad alberghi in cui sono stato (Parigi, Francoforte, Berlino...). Ogni sera, sagome scure si aacciano ai vetri di fronte, contro una luce da neon se ne stanno incantate a vedere la neve che cade in cortile, che vortica dentro limbuto tra i tetti, come fosse lunica cosa del mondo e non dovesse nire mai. Pensare che si scioglier al primo contatto, o rester a fare da strato per laltra che cade, la rende pi umana, ammucchiata per dare sostanza alla Storia. questa turbinante caduta la vita? il sollevarsi dal fondo di polvere e ghiaccio verso unaltezza che non sa mantenere? Contemplare i fenomeni del cosmo sino allo spegnersi di tutto, come da qui dietro i vetri un cortile, essere bra nissima da cui sgorga un schio inaudito, un canto risucchiato nel buio, come da un lo derba nel bosco! Dare voce alla roccia, perch la conservi nel mondo; dare slancio alla pietra e un respiro nellacqua; far di s unaltra forza in Natura e aver parte nel caso, per quel valore universale che sembrano allora acquistare le occasioni, sino a che nulla pi ci distingua per qualit da ci che esiste; animare il vuoto, perdere il senso di ci che proprio e ci che semplicemente nel mondo (de rerum natura); avere negli occhi, aprendo la nestra, unaria luminosa, di una pura luce e chiara ogni mattina! A Praga ho capito che, della citt delluomo, amo principalmente la forma disabitata, o quella animata da chi labita per come pu e per come la vita. Mia cara *, tu riconosci in altre morti altrettante mie vite, per questo la mia lontananza, le assenze, la mia non-presenza perpetua ti son sempre state da amiche. Oggi impari anche tu dal corpo, che la morte non estingue nulla, luce su luce, ombra in ombra e ci che la distingue dalla vita forse soltanto la parola. Tralasciare i ricordi, qui in fondo, mi rallegra. la riconsegna di altre cose perse al mondo, perch siano di altri. Neppure lalbero serba le foglie per lanno a venire, ne libera il peso dai rami. Un abbraccio shalom F.

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