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CAPITOLO 1
GEOGRAFIA DELL’AGRO FALISCO
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G. DENNIS, Itinerari etruschi, a cura di Castagnoli M. da The Cities and Cimiteries of
Etruria. Roma, De Luca 1984.
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FREDERIKSEN M.W., WARD PERKINS J.B., The ancient road system of central and
northern Ager Faliscus, in “Papers of the British School at Rome”, XXVI, 1957.
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AA. VV., Corchiano e il Rio Fratta: civiltà e natura in un paesaggio Vicano”. Comune di
Corchiano 2002.
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Oltre che dalla potenza dei depositi di tufi litoidi, l’assetto ideologico
del territorio è dipeso dalla grande capacità di assorbimento di acqua del tufo
e dalla sua fessurazione; ciò ha portato alla formazione di numerose falde
poco profonde e di una falda principale, all’interfaccia tra depositi
sedimentari pliocenici e ignimbriti.
Il terreno vegetale generato dal tufo rosso è ricco di potassio e, a differenza
dei siccitosi altopiani vulsini, ha una eccellente ritenzione idrica. Per questo,
pastorizia ed agricoltura furono qui praticate con successo fin dalla preistoria.
Il tufo rosso ha fornito anche la materia prima per la costruzione di torri,
castelli, borghi fortificati e ponti nel medioevo.
Caratteristica del tavolato tufaceo è la profonda incisione da parte dei
fossi maggiori e minori, che spesso hanno circoscritto penisole o alture isolate
tabulari, mettendo allo scoperto i sottostanti terreni pliocenici.
Sulle ripide pareti tufacee che accompagnano le valli e le vallecole
sono state scavate in passato necropoli e poi anche dimore trogloditiche in
numero tale da costituire veramente una caratteristica del paesaggio dell’Agro
Falisco: per tale motivo questa roccia ebbe il nome di necrolite.
Le aree corrispondenti a colate di lava sono spesso coperte da magri
pascoli; sui tufi invece si hanno buone aree coltivate, con prevalenza del
grano e della vite.
I centri abitati dell’Agro Falisco sono spesso costruiti su platee alla
confluenza di due fossi incassati, così da essere accessibili solo da un lato:
questa situazione, tipica di molte vecchie città etrusche o appunto falische fu
detta ‘posizione etrusca’ ma si ritrova anche in centri di origine medievale.
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1.3 Idrografia
La valle del Tevere ha costituito fin dal Neolitico uno degli assi di
comunicazione più importanti, sia in senso trasversale che longitudinale, per
le popolazioni che gravitavano sul corso del fiume.
Attraverso una fitta rete di guadi, scali e porti, ben attestati per il
periodo medioevale, ed in parte riconoscibili per l’età più antica, la via
fluviale del Tevere era collegata con l’entroterra del territorio, grazie anche
alle vallate trasversali che segnavano il corso dei suoi numerosi affluenti, in
gran parte anch’essi navigabili, come ricordano gli storici antichi.
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