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Walter Scott

Aveva uno strepitoso talento nel descrivere sentimenti e persone della vita quotidiana, era la migliore
Diario, 1826

Le citazioni

ELENA STANCANELLI
y own darling Child, lo chiama Jane Austen in una lettera alla sorella Cassandra. Sono passati duecento anni da quando, il 29 gennaio 1813, Thomas Egerton pubblica Orgoglio e pregiudizio. Andr bene, esaurir la tiratura, verr tradotto in francese. Il pi prestigioso editore londinese, Thomas Cadell, al quale la scrittrice si era rivolta per primo, lo aveva rifiutato. Ma lunico insuccesso con cui la scrittrice dovr fare i conti. Morir nel 1817 amata dai lettori e dalla critica. I suoi sei romanzi verranno accolti tutti con entusiasmo, Walter Scott ne riconoscer limmenso talento, e dopo di lui molti altri scrittori guarderanno al suo lavoro con rispetto e devozione. Far in tempo a godersi la soddisfazione di essere stimata dai colleghi, privilegio che in pochi possono vantare, ma non potr immaginare che anno dopo anno, secolo dopo secolo, i suoi libri diventeranno un punto di riferimento imprescindibile. Quanto saranno considerati un miracolo di esattezza, per stile e contenuti, quanto saccheggiati, copiati, idolatrati. Non potr immaginare, perch inimmaginabile, il fanatismo, che in questi giorni prende Da lei impariamo la forma delle celebrazioni che in il gusto tutto il mondo impazzano per il bicentenario. Quale artista che dellintelligenza dal silenzio della sua stanza met- e la capacit te al mondo creaturine arbitrarie di non arretrare e parziali pu prevedere che il suo lavoro sapr parlare a persone tanto diverse, in tempi che non si somigliano, dentro culture con riferimenti incomparabi- za sana e vigorosa. Impariamo da li? Da duecento anni Austen pa- lei il gusto dellintelligenza, la cadrona dei nostri cuori, maestra di pacit di non arretrare, il divertiseduzione, imbattibile palleg- mento di costruire unidentit, il giatrice di parole e sentimenti. piacere dellamicizia. Persino a Feroce e affilata, ha inventato considerare il denaro non solo donne la cui intelligenza ci sem- come parte integrante e non volbra di non riuscire a doppiare, la gare della vita, ma come uno decui coscienza ben al di l da es- gli elementi del discorso amorosere raggiunta. Le nostre storie so. Le donne sole, scrive Austen damore sono quasi sempre la- alla nipote Fanny, hanno una gne di ragazzine, esperimenti di spaventosa tendenza a essere pornografia emotiva se confron- povere fortissimo argomento tate a quel laboratorio di antro- in favore del matrimonio. pologia sociale che Austen elaboUna visione economica dellera romanzo dopo romanzo. sistenza, labilit di svelare il dopIo lavoro con un pennello sot- pio movimento dellascesa/ditilissimo su un pezzettino davorio, producendo poco effetto dopo molta fatica, scrive al nipote Edward. Questa sua abilit di decifrare il mondo a partire dal minuscolo frammento di un io qualsiasi, da un pezzettino davorio, il suo segreto. Uno dei tanti, che fanno di lei uno degli scrittori pi letti, e riletti. Quasi un oggetto di culto, pi che un classico. Nei nostri zoppicanti programmi scolastici non prevista, n i suoi romanzi scalano facilmente le classifiche degli imprescindibili. Se ne pu fare una questione di genere gli uomini non la leggerebbero con lo stesso nostro entusiasmo provare a immaginare che quello che le manca per entrare nellempireo sono gli sfondi, la grande Storia che preme alle spalle dei personaggi, lepica. Poco male, Austen se ne pu fregare e cedere il podio, dal momento che pu vantare un credito inestimabile: i suoi libri fanno bene. Intendo che, dati per inoppugnabili stile brillantezza trame scintillio dei dialoghi..., se continuiamo a tornare alle sue pagine perch li consideriamo, anche, dei libri di selfhelp ante-litteram. Luoghi dove razzolare alla ricerca di sentenze definitive sul senso e il dissenso, lamore e il disamore. Tra quei due sostantivi perfettissimi, falsi ossimori che titolano i suoi capolavori, Austen infila tutto ci che serve a unesisten-

scesa sociale, un dono di pochi scrittori: Dickens, Balzac, Austen. Anche questo li rende eterni. uscito da poco un saggio di un economista, Branko Milanovic, che analizza Orgoglio e pregiudizio come fosse un trattato sulla ricchezza. In Chi ha e chi non ha, storie di diseguaglianze (il Mulino), spiega che il reddito della famiglia di Elizabeth Bennet, protagonista del romanzo, di circa tremila sterline

Truman Capote

Martin Amis

Ali Smith

Ho passato gli ultimi tre mesi a rileggere Jane Austen, mio entusiasmo costante, per lennesima volta
Conversations, 1987

Anche ora, se apro quel romanzo, provo lo stesso panico, lo stesso senso di aspettativa
The New Yorker, 1996

Sedicenne, a letto con la dermatite, lessi il romanzo come catturata. Alla fine la pelle era guarita
Intelligent Life, 2013

Il capolavoro della Austen compie due secoli e rimane uno dei libri pi letti e citati di sempre. Anche e soprattutto dagli scrittori

Ilsegreto di
lanno, quello di Darcy di diecimila. Inoltre, se il padre di Elizabeth fosse morto senza un erede maschio, i suoi beni sarebbero finiti nelle mani del viscido cugino, il reverendo William Collins. Ora, cosa fa Elizabeth? Primo rifiuta, abbastanza ragionevolmente, lorrendo cugino. Ma subito dopo rifiuta anche il fighissimo Darcy, solo perch la sua prima impressione su di lui era stata pessima (First Impressionera il titolo della prima versione di Orgoglio e pregiudizio). Sempre secondo leconomista Milanovic, il rapporto tra i due scenari, Elizabeth nubile o sposa di Darcy, di cento a uno. Il romanzo, quindi, potrebbe essere letto come la storia di una donna che impiega tutta la sua intelligenza a far rientrare luomo che, per motivi economici deve proprio sposare, dentro i parametri complicatissimi ma ineludibili delle sue convinzioni. Ma, e lo dico con tutto il laicismo necessario, non forse questo un insegnamento fondamentale? Che lo sforzo per ridurre alla perfezione un uomo dovrebbe essere commisurato alla sua possibilit di far passare la nostra vita da

PERCH CONTINUIAMO AD AMARE ORGOGLIO E PREGIUDIZIO


uno a cento, di qualunque valore questa misura sia indice? I libri di Austen sono stati tradotti, manipolati, trasformati. Soltanto di Orgoglio e pregiudizio sono state fatte decine di riduzioni televisive e cinematografiche, oltre a quella della Bbc con Colin Firth divenuta oggetto di culto. La scena nella quale Colin Firth/Darcy usciva dal lago con la camicia bianca bagnata i capelli spettinati, pantaloni e stivali e landatura decisa portata deliziosamente sul sorriso timido e lo sguardo assassino, fu un caso nazionale. Tutte le donne inglesi

JANE
davanti al televisore persero completamente la testa. Compresa Helen Fielding, lautrice de Il diario di Bridget Jones, che dopo aver battezzato Darcy il suo protagonista, un avvocato serio e scontroso, impacciato ma bellissimo, volle a tutti i costi che nella versione cinematografica fosse interpretato da Colin Firth. Greer Garson Keira Knightley, persino Virna Lisi in uno sceneggiato italiano degli anni cinquanta sono state Elizabeth Bennet. E poi ci sono i fumetti, i sequel e i prequel letterari di ogni tipo. Orgoglio e pregiudizio e zombie, di Seth

Grahame-Smith, Death Comes to Pemberleydi P. D. James, la giallista inglese, Jane Austen Book Club di Karen Joy Fowler... e vai e vai. Eppure nei romanzi di Austen non c niente di apparentemente archetipico, niente che possa essere declinato verticalmente. I suoi personaggi, le sue storie non hanno la potenza mitopoietica di tanta letteratura. Non si stagliano, non giganteggiano, non sono eroi. Sono geroglifici, minuziose calligrafie. Ancora pi di Shakespeare, suo evidentissimo maestro, Austen elude lo strepito e il furore. Ma forse proprio per questo che la amiamo, e che le

I suoi personaggi non sono eroi non giganteggiano ma per questo ci piacciono
sue parole sono cos feconde. Forse, se da duecento anni leggiamo e rileggiamo i suoi libri, anche perch in quel presepe sgangherato e affettuoso, sembra esserci sempre un posto per noi. Quei salotti, quelle feste, quelle campagne ci accolgono come ospiti. E nel dialogo con loro ci acquietiamo perch, specie nei momenti di crisi, molto piacevole condividere lillusione che un comportamento ragionevole, se sufficientemente ostinato, conduce al riparo dal disastro.
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IL RITRATTO
Jane Austen mor nel 1817 a 42 anni

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