Un articolo di Carlo Meo (Marketing & Trade) del giugno 2006 in cui l'autore parla della ristorazione d'hotel come servizio autonomo, di tendenza e strumento di richiamo per clienti esterni rispetto all'albergo.
Un articolo di Carlo Meo (Marketing & Trade) del giugno 2006 in cui l'autore parla della ristorazione d'hotel come servizio autonomo, di tendenza e strumento di richiamo per clienti esterni rispetto all'albergo.
Un articolo di Carlo Meo (Marketing & Trade) del giugno 2006 in cui l'autore parla della ristorazione d'hotel come servizio autonomo, di tendenza e strumento di richiamo per clienti esterni rispetto all'albergo.
VIA (di Carlo Meo, Marketing & Trade) – giugno 2006
Nella versione attuale vive autonomamente rispetto all’albergo,
puntando ad attrarre clienti esterni
Dei ristoratori d’albergo già si parla come di
una nuova moda. Ma non è la scoperta dell’acqua calda? Si e SEPARATI IN CASA no, perché oggi il ristorante d’albergo dovrebbe attirare clienti esterni, proporre una Oggi però, gli esempi di successo nelle cucina innovativa, trasformarsi in un locale metropoli europee ci insegnano un’altra cosa: con vita e stile propri, anche attraverso la si può avere successo su ambedue i fronti a ristrutturazione degli interni. Il business, però, patto di tenere separati i due business. Cioè il è difficile e complicato e parte da un ristorante funziona se ha un concept specifico, atteggiamento consolidato dei consumatori se dialoga con il mondo esterno (e non con verso questo format. Il ristorante d’albergo è quello dell’albergo), se riesce a sfruttare le sempre stato come un servizio per le persone sinergie d’immagine con l’hotel, se propone che alloggiano nella struttura, molto spesso una cucina “non internazionale” (vecchio anche come la scelta più comoda. lessico dell’hÔtellerie), se utilizza accessori e prodotti della cucina moderna. Così può avere LA TRADIZIONE senso per un milanese, un romano, un londinese entrare da una porta defilata di un Su questo filone ha progressivamente preso ristorante collegato ad un hotel di design dove piede il servizio in camera, ripetizione del forse non potrebbe permettersi di dormire o teorema casalingo divano-vassoio-televisione. sedersi in una storica sala ristrutturata di un Alcuni hotel hanno addirittura chiuso il hotel un po’ retrò. Non basta illudersi che sia ristorante. possibile subito trasformarsi in ristoratori di Così le grandi salle-à-manger restano chiuse o tendenza, impresa complessa ed economi- si riciclano, ahimè, in sale convegni. Oppure camente rischiosa. nascono design hotel senza il ristorante, che preferiscono puntare al massimo sulla privacy e sui servizi legati al benessere della persona (spa e altro). In provincia il ristorante d’albergo era, invece, il punto di riferimento del paese e anche dei cittadini per la vita fuori porta: nelle Langhe, in Valtellina, nel Chianti, i migliori ristoranti erano e sono ancora negli hotel. In questo caso la peculiarità di un albergo scompare e si sfuma rispetto alla qualità della ristorazione: camere vuote e tavoli pieni! La storia ci dice dunque due cose: che il ristorante fa parte delle commodities messe a disposizione del cliente interno dall’albergo oppure che è importante (e l’albergo secondario) per attrarre clientela dall’esterno. Il celebre chef Alain Ducasse ne ha fatto un business. Spoon è il brand dei suoi ristoranti d’hotel in metropoli e resort di vacanza: al Sanderson di Londra, design hotel di Philippe Starck, all’Intercontinental di Hong Kong, al Saint-Gérain nelle Isole Mauritius, al St. Tropez, al Gstaad-spoon.
La formula
Propone cucina d’autore, cantina a
vista, servizio impeccabile, prezzi convenienti e room service.