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2010
SANTACITTARAMA
MO NASTERO
B UDDHISTA
R iprendia m o questo articolo dal num ero di fe bbra io 1995 de lta rivista Buddhism No w, po i in traduzione ita liana in Pa ram ita, num e ro 58.
QUANDO AVEVO 18 ANNI E ANDAVO ALL'UNIVERSIT, mi innamorai. Feci quest'esperienza potente. Per la prima volta nella mia vita ero pronto a fare qualsiasi cosa per un'altra persona. Questo aspetto era molto puro. Ma, all'epoca, essendo diciottenne, non sapevo come rapportarmi all'esperienza; le mie emozioni erano ancora molto immature e ho finito per essere possessivo, esigente e geloso. Non c'era saggezza. Pensavo: "Se ho questa donna, se la posseggo, allora avr questo sentimento tutto il tempo". C'era stato un mistico momento di non-egoit, ma non ero pronto. Sono caduto nella vecchia abitudine di affermarmi, di possedere, di essere geloso, rendendomi antipatico e tutt'altro che amabile. Questo accadeva net 1952. E' facile classificare tale evento al livello pi basso possibile: solo come desiderio sessuale, attaccamento, istinto e cos via, liquidandolo in un modo che potrebbe sembrare giustificato. Ma se adesso rifletto su tali esperienze, non posso affermare che si trattasse solamente di desiderio sessuale, anche se questo poi venne. Capisco perch l'amore romantico, che viene sempre raffigurato come unione tra un uomo e una donna, pu essere considerato come un simbolo religioso. E capisco anche che sorge quando non c' pi l'interesse egoistico. Questa forse la pi bella e completa esperienza che gli esseri umani possano avere. Ed un'esperienza mistica. Ma poi dobbiamo vedercela con la nostra natura emotiva che normalmente non sviluppata. Gotama il Buddha, il saggio, era un essere umano. Non ha mai preteso di essere una sorta di divinit. Egli perfezion la sua natura umana. Non divenne superumano, anche se le leggende e le storie tendono a farlo apparire come tale. Preferisco pensarlo come l'esempio di un essere umano che ha realizzato la verit ultima, che nutriva un amore incondizionato per tutti gli esseri. Conoscendo le difficolt della nostra condizione umana, conoscendo quanto possiamo essere ostinati e stolti, il Buddha ha facto in modo di creare un qualcosa che vive da 2500 anni. Il nostro maestro in Thailandia, Ajahn Chah, fu per me un'altra figura ispiratrice. Il Buddha come una leggenda, ma Luang Por Chah [grande padre, in lingua thai] era un essere umano, che respirava come me. Ora morto, ma per dieci anni ho vissuto in un monastero, con lui. Ho osservato e contemplate la mia vita e il modo in cui reagivo nei confronti di questo altro essere umano, Luang Por Chah. E gli sono molto grato per tutto ci. Nutro una profonda gratitudine nei confronti del Buddha, il Buddha leggendario, dei discepoli che lo hanno seguito, e in speciale modo del Maestro, persona che nella mia vita mi stata di grande aiuto.
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17.12.2010
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