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Ld Decenmio francese Nonostante Gioia si qualificasse sin da epoca remota come un piccolo abitato arroc- cato attorno al Piano delle Fosse, per le genti della piana esso doveva rappresentare un marcato punto di riferimento, soprattutto per limbarco di uomini e merci che ordinaria- mente si esercitava nella prospiciente rada. Nel periodo a cavalo dei secoli XVII ¢ XIX una serie di eventi di natura militare lo fard conoscere a pitt ampio raggio. Se nel 1799 vi si era concentrato il grosso delle bande del cardinale Fabrizio Ruffo, che speravano di ricevere aiuti in armi proprio tramite l'ap- prodo marino, un similare frangente si venne a verificare nel 1806 col nuovo savrano di ‘Napoli, Giuseppe Bonaparte. Allora, a riverire il regnamte, si porté una moleitudine di per- sone, magari molte di quelle che appena sette anni prima avevano osannato a tutt'altro re- ime, Una tale contingenza fu causa di un'operazione che mise a dura prova la vicina po- polazione della diocesi di Oppido, che, se pur non comprendeva Gioia, ruttavia ne dove: va essere in qualche modo interessata per l'estrema vicinanza. Tl vescovo Alessandro Tom. masini, che il 15 aprile scese alla marina di Gioia col segretario ed altri dignitari a saluta re il re, che poi accompagnera fino a Reggio, fu a tal motivo fatto prigioniero dalla cosid. detta “banda dei Pedacesi” al comando dell’ex-sarto Michelangelo Gerace ¢ condotto in Sicilia, dove fu costretto a restare, tra Messina ¢ Palermo, fino al 1815'. Tfrancesi, dopo la rapida conquista del regno meridionale, non ebbero il tempo di .¢ subito inizid da parte dei calabresi una guerriglia che mi. naccié a pitt riprese la stabilita dei territori occupati. Gia erano pervenuti in zona in oc- casione dell arrive del re ed avevano sciamato per i paesi della piana allo scopo di far pro seliti parecchi fuorusciti, tra i quali il brigadiere Filippo Cancellieri e il colonnello Fran- cesco Carbone, un tempo comandanti di schiere sanfediste. Di contro, nel giugno il ge nerale in capo delle forze d’oltralpe, Jean Louis Ebenezer Reynier, si muoveva lungo la co sta al fine di controllare di persona la situazione dei porti. A riferirne altra generale, Lu bin Griois, che bolla Gioia, da cui si trové a passare, quale «misero villaggio considerato V'angolo pia malsano della Calabrian, In effetti, si trattava di un paesino di appena 400 abitanti®, che resistevano impavidi ai morsi della malaria, Non era certo un momento fa- 1d sinuazioni che dava al Popalo col Catechismo contro i rivoluzionari». Chiedeva che gli si impedisse il rientro, dato che il popolo lo odiava e che facilmente «sarebbe cosa faci: Je succedere qualche trista conseguenzar*!, Due anni dopo, al nome tradizionale del pae- se veniva aggiunta con delibera consiliare del 30 ottabre 1862, ratificata con decreto go- vernativo del 26 marzo 1863, la denominazione di “Tauro”, a ricordo delle passate ve- stigia nel monda classico®. Come spesso suecede, al rinnovamento dello stato, soprattutte quando si usa la for- za delle armi, si oppone una controriveluzione, i cui fautori tentane di capovelgere simil- mente la situazione a loro favore. quanto avvenne all'indomani dell’unificazione della nazione sotto l'egida sabauda, Allora pscudo briganti, sediziosi prezzolati o meno, tutti avendo di mira il ristabilimento della dinastia estromessa, si diedero da fare per la vitto- ria della loro causa, che al momento ondeggiavano tra I'uno ¢ l'altro dei contendenti, si evidenzia un negoziante di Gioia originario di Tropea, Francesco Giffone, che ha fama di stare a capo del comitato borbonico ¢ di essersi recato a Napoli, Roma ¢ Firenze per spingere alla sovversione, Vario il suo curriculum politico. E amico del con- sole austriaco e nel 1848 venne nominate capitano della milizia di Givia, per cui spedi mi- liti a lui sottoposti nel raduno che si tenne sui Piani della Corona, del che dovette discol- parsi nel proceso intentato contro chi vi aveva preso parte, sostenendo di aver agite sif- fattamente al fine di scoprire ogni movimento con Vintento di segnalare poi tutto al go- verno. Caduti i Borbone, tent® di rifarsi una verginita con i nuovi arrivati sostenendo il suo amare per il liberalism, ma non fu preso sul serio da alcune*. Camunque, nel 1863 il prefetta lo additava al ministro dell'Interno come «uno dei pitt influent, pericolosi ed operosi del Circondario di Palmi», in affari commerciali con I'estero e molto ascoltato nel ceto dei marinai e dei braccianti. L'anno dopo, invece, il sottaprefetto negava tali doti af- fermando che non era riuscito nemmeno ad essere eletto consigliere comunale, Era «solo un abile commercianter. Allepoca era tenuta in sospetto di avere rapporti col governo austriaco anche la moglie, Maria Gall Esauritesi le spinte controrivoluzionarie a favore del ritorno dei Borbone od anche di principi murattiani, non é che le acque nel regno ritrovassero la calma, Un‘altra for- za politica si cra affacciata all’orizzonte, il socialismo, ed anche in zona di Gioia non mancarono di bel nuove gli slanci a pro di un cambiamento della societi e, quindi, dei governanti, Da non dimenticare che nella vicina Palmi era attive uno dei piit solerti so- stenitori del nuovo credo, Mariano Répaci, ¢ che la pattuglia degli aderenti risultava piuttosto folta, Come di solito, le iniziative sortivano da fuori. Infarti, nel 1878 nel loca- le ufficio postale si operd il sequestro di manifesti ed opuscoli di fede socialista spediti a tale Alberico Altieri di Foggia, in atto agli arresti in carcere perché accusato proprio di un complotto, mentre a Giovanni Bonfa |, internazionalista, s‘imputd di essersi portato in Gioia a borde di un brigantino al fine di prendere contatto con un membro della famiglia Terragnaé*. In ogni caso, tra 1896 ¢ 1897 & presente in paese un circala so- cialista ~ i cui soci oscillano al pit alto tra il numero di 31 ¢ 32 - che, assieme a quello di Palmi, ¢ tra i primi ad aderire al Congreso di Firenze del 1896. Ritenuti socialisti so- no nel 1900 i fratelli Francesco Violi (di 45 anni), insegnante elementare, ¢ Pietro, com- messo di magazzino. Quest’ ultimo - dichiarava il prefetto — scrive articoli su periodici socialisti®, Non mancava, peraltro, ispirata forse dai palmesi, una loggia massonica inti- 122 Mulino in locatita Vallamena (1841) sinistea,e Pilastro dt cancello dingresso all oleifcio fendale (initia XIX seca fo}, a extra. Le numerose attiviti commercial € i nuovi investimenti agrari avviati nel corso dell tiocento, come testimoniane ad esempia il malino « Voleifici Fatt costraire dal duca di Terranova, contribuirone, all initio del XX secolo, a far diventare la cst il principale porticcialo (caricatoin”) della Calabria, soprattutia per Folio. E da notare corse sul pilastro destro qui raffigurato si possa ancora intravedere la parola «Terranova, mentre quello di sinistra, armai di- strutto, presentava la seritta Duca dis nel 1913, il marchese Ferdinando Nunziante, liberale moderato, deputato da due legi slacure nel collegio e quindi interessaro in sommo grado alle comunita detla piana, nel dare a Palmi conto della sua attivita parlamentare, confortato peraltro dalla presenza di autorevoli giciesi®, affermava: «ll rimedio radicale sara la ferrovia che congiungera il ver sante ionico con quello del Tirreno. Per la fine del 1914 il primo tratto Gioia Tauro-Se minara dovra essere compiuta, ¢ nel 1915 tra gli ubertosi oliveti della piana dovri lieta mente affrettarsi la locomotiva»"®, In quel 1913 il candidato nel colegio di Cittanova, l’Area, a sua volta, accusava Giovanni Alessio, deputato radicale succeduto al defunto Mantica, di non aver curato per tempo la causa della ferravia!0'. Ma di li a poco fu la guer rac la Societa mediterranea-calabro lucane, nonostante|'Italia vi fosse direttamente coin- volta, il 18 gennaio 1917 inaugurd la prima tratta di 13 km*? “Gioia Tauro-Palmi-Semi- nara, a seartamento ridotto di metri 0,95, tuttavia il piano ferrovie nel territorio venne di parecchio ridimensionato. Solo il 1° giugno 1924 verra inaugurata la tratta Gioia Tauro- Cittanova, I] 21 aprile 1928 si avea la realizzazione della tratta da Seminara a Sinopoli, mentre l'ultimo tronco di linea da Cittanova a Cinquefrondi vedra il suo completamen. toil 28 marzo 19280, Era il tempo in cui furoreggiavano le famose “littorine”™, Pur- troppo, a remare contro la costruzione della ferrovia, ci si mettevano anche i comuni vi cini. Tipico il caso di Rosarno, che nel 1912 avversé il progetto della ferrovia con termi nale Gioia invitando addirittura il governo a ritirarlo!%. All inizio del secolo XX Gioia é sempre «l'empotio del commercio oleario della labria». Lo afferma a chiare lettere la relazione Chimirri del 1906 (la popolazione nel 1911 si attestera in ben 6.928 abitanti), ma manca di un'importante infrastruttura, il «ponte @imbarco»'\, Eppure, la sua costruzione, approvata gia dal Consiglio superiore dei La 129

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