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E
INTRODUZIONE
DESCRIZIONE PERCORSO
Ogni pianta durante il proprio ciclo vitale attraversa una serie di stadi di sviluppo. La
fenologia è lo studio descrittivo di tali stadi, al fine di produrre quella che viene
chiamata la scala fenologica. Ogni scala fenologica è costituita da una successione
di stadi, chiamati fenofasi, ognuno dei quali descrive un preciso momento di
sviluppo di una pianta o di un suo organo, codificati secondo la scala deci male
BBCH adottata come standard internazionale per poter confrontare dati di differenti
nazioni.
Lo sviluppo e le fasi fenologiche di una specie sono strettamente correlate alle
condizioni meteorologiche tanto che queste possono influenzare in modo
determinante lo sviluppo stagionale della pianta. Questo spiega facilmente il motivo
per cui tali studi hanno trovato frequente applicazione nelle scienze agrarie per
prevedere tempi ed entità di raccolti ma anche quando intervenire con trattamenti
colturali. In questi ultimi anni la fenologia ha trovato un nuovo campo di interesse: lo
studio dell’influenza dei cambiamenti climatici sulle specie botaniche spontanee. In
realtà la fenologia delle specie spontanee veniva studiata anche prima, ma solo
recentemente è stata correlata alle variabili climatiche per derivare le conseguenze
dei cambiamenti climatici. A questo proposito va segnalata l’esistenza di una rete
europea di giardini fenologici, ancora pochi quelli situati in territorio italiano, nei quali
vengono monitorate specie arboree ad ampia diffusione allo scopo di individuare
piante potenzialmente interessanti come indicatori biologici, non solo come sensori
delle variazioni climatiche, ma anche come sensori della qualità dell'ambiente
soprattutto dell'aria, nei riguardi di sostanze inquinanti
Perché un percorso sullo studio fenologico delle piante?
Ci sono almeno 4 motivi per proporre un percorso di questo tipo nella prima classe della scuola
secondaria di 1° grado:
saper osservare e saper descrivere sono obiettivi importante per i ragazzi di 11-12 anni. Il loro
modo di osservare è troppo superficiale o, al contrario si concentra in piccoli particolari
perdendo la visione di insieme. Il più delle volte dopo una rapida osservazione gli alunni si
creano un’idea mentale di quello che hanno osservato, che non sempre corrisponde alla
realtà e che non confrontano con la realtà. Un percorso sull’osservazione deve quindi
costringere i ragazzi a un continuo “dialogo” fra l’osservato e il descritto, il rappresentato.
L’osservazione a cadenza settimanale di uno stesso soggetto che cambia nel tempo con
relativa lentezza, come per esempio le gemme di una specie arborea o arbustiva, si
dimostra perfetta per tale scopo.
nella prima classe è ormai anni che propongo ai miei alunni un percorso didattico
sull’osservazione diretta e descrizione del ciclo vitale delle piante, dalla germinazione del
seme alla produzione di nuovi semi (percorso CIDI). Lo studio fenologico bene si abbina e
completa egregiamente un percorso didattico di questo tipo.
per la prima volta forse gli alunni si trovano a correlare dati sperimentali, da loro stessi rilevati,
di natura diversa (temperature e scale fenologiche), per giungere a una migliore
comprensione di alcuni fenomeni naturali.
le problematiche inerenti i cambiamenti climatici stanno diventando sempre più attuali, ma
parlare in modo scientifico a dei ragazzi di 11-12 anni, di effetto serra, gas serra e
innalzamento della temperatura globale del pianeta mi sembra precoce, gli argomenti sono
distanti dalla loro realtà e presuppongono conoscenze scientifiche che ancora non
possiedono. Con questo tipo di approccio al contrario i ragazzi fanno esperienza diretta che
lo sviluppo delle gemme non avviene contemporaneamente in tutte le specie (il modo
corretto a mio avviso per una prima introduzione al concetto di biodiversità), in secondo
luogo che lo sviluppo di ogni singola fenofase è correlato con l’andamento termico della
stagione, presupposto importante per poi capire successivamente quali potrebbero essere
La metodologia
I metodi sono quelli propri del costruttivismo applicati in molti percorsi didattici di scienze e
matematica: gli alunni tramite osservazione e descrizione dei fenomeni naturali costruiscono in
piena autonomia le loro conoscenze, l’insegnante deve solo essere una guida al loro operare e
successivamente, dopo discussione in classe, alla sistemazione delle conoscenze acquisite, a
questo punto può essere introdotto il linguaggio appropriato. Tale metodologia si dovrà
combinare con quella dell’Educazione Ambientale: i ragazzi dovranno lavorare in gruppo o
individualmente all’aperto, in un ambiente non strutturato al contrario di quello di classe e, sotto
la guida di generali indicazioni, si confronteranno e prenderanno le loro decisioni,
organizzandosi il lavoro in piena autonomia.
Alcune informazioni sul percorso didattico
Classi coinvolte: 2 classi prime della scuola secondaria di 1° grado dell’IC di Barberino di
Mugello
Insegnanti coinvolti: Casamassima Cristina (matematica e scienze), Masi Enrico (matematica e
scienze).
Collaborazioni esterne: Il percorso è stato progettato in collaborazione con il dott. Luciano
Massetti (Ibimet di Firenze) che ha poi incontrato i ragazzi in una lezione introduttiva e in una
conclusiva..
Durata: 2-3 mesi
Materiale occorrente: quaderno, lapis e matite colorate, macchina fotografica (meglio se
digitale), termometro a massima e minima, carta millimetrata per i grafici, schede di
osservazione, 3-4 piante arboree o arbustive, che sviluppano le proprie gemme nel periodo
scolastico, situate nel giardino di scuola o molto vicine dato che devono essere osservate a
cadenza settimanale.
Indice
DESCRIZIONE PERCORSO 1
• Lezione introduttiva del dott. Luciano Masetti dell’Ibimet di Firenze su alcuni
aspetti del clima e su come questo influenza lo sviluppo e la crescita delle
piante.
• Dai primi di febbraio gli alunni hanno raccolto i dati delle temperature
massime e minime. Il termometro a massima e minima era posto sul tronco di
un albero nel giardino della scuola in modo che non ricevesse sole diretto. A
turno, 2 alunni giornalmente leggevano il termometro e riportavano i dati su
una tabella esposta in classe, nei giorni festivi o di vacanza i dati relativi alle
temperature non venivano rilevati. Tale operazione, che richiedeva non più di
5-10 minuti, poteva essere svolta in qualsiasi momento della giornata ed era
gestita in piena autonomia dalla classe. Ovviamente prima di cominciare la
raccolta dei dati termici abbiamo analizzato insieme lo strumento e il metodo
corretto di lettura. Le prime raccolte di dati sono state compiute a classe
intera insieme all’insegnante per fare in modo che gli alunni prendessero
confidenza con lo strumento.
• Contemporaneamente una volta a settimana tutta la classe scendeva nell’aula
verde per l’osservazione delle piante. La classe è stata suddivisa in 3 gruppi
ed ogni gruppo ha seguito una sola pianta nel corso del tempo. Ogni volta gli
alunni hanno descritto, sia con il disegno sia con il linguaggio scritto, le
gemme e il loro sviluppo, evidenziando anche i più piccoli cambiamenti
rispetto all’osservazione precedente. Le descrizioni sono state fatte su
apposite schede progettate dagli stessi insegnanti e dal dott. Massetti. Le
piante osservate sono: nocciolo (Corylus avellana), sanguinello (Cornus
sanguinea) e melo (Malus domestica), ma può andare bene qualsiasi pianta le
cui gemme sviluppano completamente nel periodo scolastico.
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DESCRIZIONE PERCORSO 2
Indice
COLLEGAMENTI CON LE DISCIPLINE
Dal punto di vista delle discipline, lo studio fenologico delle gemme può
considerarsi un ponte fra l’educazione scientifica e quella ambientale.
Come detto nell’introduzione un percorso di questo tipo si integra molto
bene con lo studio delle piante e il loro ciclo vitale, consiglierei quindi di
svolgere questo percorso quando a scienze vengono trattati tali
argomenti.
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Tabella temperature 1
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