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Aidda, donne in politica, Bonfrisco, la quota utile la meritocrazia

Al salone della sede di Confindustria dall'Associazione imprenditrici e donne dirigenti d'azienda (Aidda), confronto tra candidate e proposte trasversali ai partiti. In politica, la quota utile la meritocrazia, serve parit anche nei salari. La Senatrice Bonfrisco mondo ancora di soli uomini.

Testo integrale dellarticolo apparso su Il Giornale di Vicenza del 16 febbraio 2013.

Ma se anzich Lehman Brothers si fosse chiamato Lehman Sisters pensate che sarebbe successa la stessa cosa?. Una battuta facile facile, ma quella della senatrice pidiellina Cinzia Bonfrisco la sintesi del pensiero trasversale femminile che mette nel mirino, con decisione sempre pi crescente, i totem del potere maschile. Banche, in primis, mondo ancora di soli uomini. Fedeli alla vocazione e alla fama di praticit, determinate a cercare di cambiare le regole create dalla met maschile del cielo, Francesca Businarolo (Movimento 5 Stelle), Ilaria Capua (Civica con Monti), Manuela Lanzarin (Lega Nord), Susanna Magnabosco (Fare per fermare il declino), Anna Bonfrisco (Pdl) e Alessandra Moretti (Pd) non perdono tempo in recriminazioni. Invitate nel salone della sede di Confindustria dall'Associazione imprenditrici e donne dirigenti d'azienda (Aidda) guidata da Marisa Bano Roncato, si raccontano con semplicit, fanno squadra a prescindere dagli schieramenti e dai ruoli, si chiamano ragazze, condividono l'emozione delle neofite, invocano la meritocrazia anche

salariale, si ascoltano senza parlarsi sopra e soprattutto indicano le cose da fare. Sapendo fin da ora che dovranno farle loro. Un p massaie un p imprenditrici - buon senso e senso di responsabilit - invocano una rivoluzione culturale e di pensiero che, a 100 anni dalla prima legge sulla gravidanza, sembra gi in alcuni numeri lasciati cadere sapientemente sull'uditorio dalla moderatrice Cristina Greggio: dall'ultimo rilevamento Istat, che ricorda come in Veneto ci siano 95 uomini ogni 100 donne, fino alle proiezioni che parlano di 285 donne elette passando per il 55% di candidature femminili nel liste grilline. Il tutto maschi permettendo. Il monolite maschilista, del resto, qualche crepa la evidenzia. Come la legge Golfo-Mosca sulle quote rosa" nei CdA delle aziende quotate e pubbliche, sebbene alla norma si accompagni una data di scadenza, 2022, che ha il sapore dell'inganno. O come l'aumento di rappresentanza femminile (ora siamo in tre sorride ottimista la gianniniana e imprenditrice Magnabosco) nel consiglio della Popolare Vicentina. E se il vicesindaco Moretti invita a mantenere, una volta elette, lo sguardo critico su ci che verr fatto, Lanzarin ribadisce l'importanza della conciliazione dei tempi fra lavoro e famiglia. Alla fine - sottolinea Capua - siamo noi che abbiamo il dono meraviglioso di poter dare la vita. FONTE: Il Giornale di Vicenza

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