You are on page 1of 242

UNIVERSIT DEGLI STUDI DI PARMA Facolt di Lettere e Filosofia Corso di Laurea in Psicologia

DALLISTRUTTORIA ALLINDAGINE SOCIOPSICOLOGICA TRASFORMAZIONI DEL PERCORSO DELLADOZIONE DAL 1975 AL 2001 I SERVIZI SOCIALI DI CARPI

Relatore: Prof.ssa Maria Pia Arrigoni Correlatore: Prof.ssa Silvia Perini Laureanda: Lisa Agosti

Anno Accademico 2001/2002


1

INDICE

PREFAZIONE INTRODUZIONE

PARTE TEORICA
CAP. 1. STORIA DELLADOZIONE. DA UN BAMBINO PER LA FAMIGLIA A UNA FAMIGLIA PER IL BAMBINO La legge 5/6/1967 N. 431 La legge 4/5/1983 N. 184 La Convenzione dellAja del 1993 Le ultime innovazioni in campo legislativo

Sezione 1. LA STORIA DI UNA FAMIGLIA DA CREARE


CAP. 2. LA FAVOLA DEI GENITORI ASPIRANTI LADOZIONE. UN PERCORSO DI SPERANZA E DI DOLORE La sterilit biologica. La morte del desiderio 1. La fase decisionale La scelta adottiva. La rinascita del desiderio 2. Il periodo informativo 3. La domanda 4. Lindagine sociopsicologica 5. Dallindagine sociopsicologica allidoneit CAP. 3. I FIGLI CHE ASPETTANO. Lo stato di abbandono
2

Lallontanamento dalla famiglia dorigine. Il ricovero in istituto

Cap. 4. LABBINAMENTO E LANNO DI AFFIDO PREADOTTIVO. Riavere una famiglia

Cap. 5. LINFORMAZIONE AL FIGLIO ADOTTIVO.

Sezione 2. PECULIARIT DELLE SITUAZIONI ADOTTIVE


Cap. 1. LADOZIONE INTERNAZIONALE. LESTERO COME INESAURIBILE SERBATOIO DI BAMBINI A IMMAGINE E SOMIGLIANZA DEI GENITORI. Un bambino un bambino in tutto il mondo Ladozione internazionale in Italia Ladozione internazionale dal punto di vista psicologico Bambini in adozione transrazziale

Cap. 2. FALLIMENTI ADOTTIVI I fattori di rischio Ladozione dopo la morte di un figlio Rifiuto di procreare e motivazioni filantropiche Ladozione da parte di famiglie con figli I fattori di rischio legati al bambino

Cap. 3. QUANDO LADOZIONE ARRIVA INSIEME ALLADOLESCENZA. PROBLEMI INCROCIANO PROBLEMI Cap. 4. QUANDO LADOZIONE INCONTRA LHANDICAP E LA SIEROPOSITIVIT. PROBLEMI SOMMATI A PROBLEMI Handicap. Non esistono situazioni irrecuperabili Sieropositivit. Tra progressi e pregiudizi
3

LADOZIONE DAL PUNTO DI VISTA TECNICO


Cap. 1. RICHIESTA DADOZIONE: LITER DA SEGUIRE La procedura per la domanda dadozione nazionale La procedura per la domanda dadozione internazionale

Cap. 2. METODOLOGIA E CRITERI UTILIZZATI NELLINDAGINE SOCIOPSICOLOGICA, EX-ISTRUTTORIA. Loperatore sociale come esperto del tempo dellattesa Loperatore sociale come figura senza tempo I requisiti per lidoneit alladozione Setting e modalit operative

Il rapporto coppia operatori Verso il futuro: proposte operative Cap. 3. LA RELAZIONE DIDONEIT DEI GENITORI ASPIRANTI LADOZIONE. IL CULMINE DI UN PERCORSO FORMATIVO Forma e contenuto Le leggi: nemiche amiche per coppie e operatori Lidoneit alladozione internazionale

Cap. 4. GLI ENTI AUTORIZZATI - Il rapporto con i Servizi Sociali - I corsi - Il CIAI: un esempio di Ente autorizzato - I viaggi di ritorno alle origini - I costi delladozione internazionale

ANALISI DELLANDAMENTO DELLE ADOZIONI PRESSO I SERVIZI SOCIALI DI CARPI


Cap. 1. RICERCA EPIDEMIOLOGICA COMUNE Informazioni generali Aggiornamenti Ulteriori tentativi di adozione Bambini adottati Adozioni internazionali: provenienza Et dei minori in abbinamento

RICERCA ESPLORATIVA
Le cartelle Il materiale Il campione I contenuti Lo scopo I risultati

Sezione 1. ANALISI QUANTITATIVA DEI CONTENUTI DELLE CARTELLE E DELLE RELAZIONI DIDONEIT
Cap. 1. DISPONIBILIT ALLADOZIONE o o Numero di minori Correlazione tra let del genitore pi anziano al momento della prima richiesta Sesso dei minori Et dei minori Provenienza dei minori Confronto coi dati nazionali Rischio giuridico, handicap e sieropositivit

e il numero di minori per cui la coppia si dichiara disponibile alladozione

Cap. 2. TEMPI DATTESA E DOCUMENTI DIDONEIT Tempi dattesa tra la prima richiesta al Tribunale e labbinamento al minore Idoneit rilasciate dal Tribunale per i Minorenni alle coppie disponibili alladozione internazionale Cap. 3. LE CARATTERISTICHE DELLE COPPIE ASPIRANTI LADOZIONE o o Let dei coniugi Correlazione tra avvenuto/mancato abbinamento ed et dei singoli coniugi al Correlazione tra la disponibilit alladozione nazionale e/o internazionale e

momento dellabbinamento let del coniuge pi anziano al momento della prima richiesta
7

o coniugi o o o o o o o o

Il grado di scolarit e loccupazione dei coniugi Correlazione tra avvenuto/mancato abbinamento e grado di scolarit dei Correlazione tra avvenuto/mancato abbinamento e occupazione dei coniugi La storia delle coppie richiedenti adozione Accertamenti medici I figli naturali Gli aborti spontanei Correlazione tra numero di aborti spontanei subito e avvenuto/mancato abbinamento Il lutto di un figlio gi nato La procreazione medicalmente assistita

Cap. 4. LE CARATTERISTICHE DEI MINORI ABBINAMENTO Correlazione tra la provenienza e let dei minori al momento dellabbinamento

Sezione 2. ANALISI QUALITATIVA DEI CONTENUTI DELLE RELAZIONI DIDONEIT


Cap. 1. ANALISI DEI CONTENUTI DELLE RELAZIONI DIDONEIT La famiglia dorigine Giudizio sul rapporto di coppia La motivazione della coppia alladozione Gli affidi

CAP. 2 UN CONFRONTO NEL TEMPO. UNA RELAZIONE DEL 1976 E UNA DEL 2001 Notizie anagrafiche e storia personale Storia di coppia e motivazione alladozione Disponibilit alladozione Conclusioni

Cap. 3. CONCLUSIONI DELLA RICERCA

BIBLIOGRAFIA APPENDICE

PREFAZIONE

In questa avventura ho potuto contare sulla confortante presenza di professionisti degni di questo nome, che mi hanno orientato, consigliato, corretto e supportato alla scoperta di una verit che spero potr ripagarci degli sforzi fatti. Il ringraziamento pi grande rivolto alla professoressa Maria Pia Arrigoni, per la sua costante disponibilit e pazienza, ma soprattutto per la capacit di apertura mentale che poche volte ho incontrato altrove. Un altro grazie sentito e dovuto per Lina Anticati, lassistente sociale dei Servizi Sociali di Carpi, per avermi permesso di fare una ricerca basata su 27 anni del suo lavoro con le coppie adottive. In lei ho trovato saggezza e calore umano, qualit che ogni operatore Sociale dovrebbe possedere. Vorrei anche ringraziare tutti coloro che hanno collaborato al progetto che io e i miei colleghi presentiamo come realizzazione di un loro desiderio, diventato poi anche nostro. Questa speranza era di avere una finestra sullandamento del loro lavoro in tutti questi anni; ed era di avere un documento da poter restituire ai genitori adottivi con cui lavorano e hanno lavorato, che potesse consolarli delle fatiche intraprese e rassicurarli sulla buona scelta compiuta. Queste persone sono la dottoressa Valeria Confetti e la dottoressa Daria Vettori, che lavorano con gruppi di coppie in affidamento preadottivo e postadottivo, e la dottoressa Liana Balluga, che dirige lo staff e il suo lavoro. Ringrazio anche la professoressa Silvia Perini, che mi ha aiutato nella parte sperimentale statistica della ricerca, per la sua disponibilit e per linteresse dimostrato. Ovviamente, questo lavoro ha per me un valore molto grande, e sar un ricordo indelebile e stupendo sapere di averlo potuto condividere con chi sempre stato al mio fianco in questi anni, esame dopo esame, sperando, sognando e lottando con me. Lultimo enorme grazie per i miei genitori, stupendi esempi di genuina pazienza; e per i miei amici, mia forza e consolazione.

10

INTRODUZIONE
Quando mi stato proposto di partecipare a una ricerca sulladozione non avevo idea di quanto questo tema sia dibattuto e difficile da studiare. Le mie conoscenze a riguardo, mi rendo conto ora, erano praticamente nulle. Secondo il senso comune, si pensa alladozione come a un atto coraggioso e stupendo damore, in cui una famiglia a cui manca un figlio incontra un bambino senza famiglia e dopo un po di tempo, necessario per conoscersi, diventano una cosa sola. Ladozione questo, ma anche molte altre cose. Per rendere possibile questo incontro necessario un lavoro di squadra che comprende limpegno di legislatori, Tribunali e operatori che preparino i coniugi perch siano pronti ad accogliere un minore che, nella maggior parte dei casi, ha un passato, e spesso, questo passato un fardello difficile da portare che il bambino porter con s per tutta la vita. Nella parte teorica, dopo cenni sulla storia delladozione e sullevoluzione delle leggi che regolano labbinamento a scopo adozione, presento la situazione in cui si trovano le coppie che decidono di rendersi disponibili per ladozione, la situazione in cui si possono trovare i minori in stato di adottabilit, la storia del loro incontro e i temi ricorrenti da affrontare allinterno di una famiglia adottiva. Passo poi a considerare delle situazioni particolari che si possono incontrare nel percorso delladozione, come la provenienza del minore da un Paese estero, ladozione di adolescenti e di minori handicappati o sieropositivi, soffermandomi anche a considerare i fattori di rischio che minacciano la buona riuscita delladozione. Nella sezione tecnica, presento liter adottivo, a partire dalla prima richiesta, per passare allindagine sociopsicologica, che termina con la stesura, da parte degli operatori che hanno condotto lindagine, di una relazione didoneit sulla coppia. Questo iter comprende i Servizi Sociali, gli Enti Autorizzati che si occupano delle adozioni internazionali, e i Tribunali per i Minorenni. Nella parte dedicata al lavoro svolto, viene presentata una ricerca che ho condotto insieme a due colleghi, il cui scopo presentare una panoramica sullandamento delle adozioni presso i Servizi Sociali di Carpi dal 1975, anno in cui il Servizio ha cominciato a occuparsi di adozioni, fino ad oggi.
11

Infine, presento la mia ricerca personale, basata sulle cartelle presenti nell archivio dei Servizi Sociali di Carpi, riguardanti le coppie che si sono presentate al Servizio tra il 1975 e il 2001, e in particolare basata sulle relazioni didoneit alladozione che gli operatori del Servizio hanno scritto per il Tribunale dei Minori al termine dellindagine sociopsicologica condotta con queste coppie. Lo scopo della mia ricerca indagare i requisiti richiesti alle coppie per ottenere lidoneit alladozione, e i cambiamenti evolutivi riscontrabili nelle relazioni riguardo landamento del percorso adottivo.

12

PARTE TEORICA

13

Cap. 1. STORIA DELL'ADOZIONE. DA UN BAMBINO PER LA FAMIGLIA A UNA FAMIGLIA PER IL BAMBINO
Allinizio era il mare. Tutto era al buio. non cera n sole n luna N uomini n animali n piante. Il mare era ovunque. Il mare era la madre. La madre non era n gli uomini, n le cose, n il nulla. Essa era lo spirito di ci che stava per venire. Essa era pensiero e memoria.
Mitologia Koghi (civilt precolombiana) (Champenois Laroche, 1994)

Di bambini adottati si parla gi nella Bibbia e nella storia di Roma antica. Succede cos che nel linguaggio comune quando parliamo di adozione pensiamo a una cosa sempre uguale, una cosa che c' da sempre. In realt nel tempo l'adozione cambiata molto, e non sempre esistita. Ad esempio, Napoleone l'aveva proibita, perch pensava che adottare bambini fosse pericoloso per l'integrit e l'unit della famiglia legittima. L'adozione comportava infatti il rischio di diminuire la forza economica e sociale del casato, quindi solo chi non aveva ragionevoli speranze di poter avere figli naturali poteva adottare; l'adottando per doveva avere pi di diciotto anni. Questo sta ad indicare che il significato dell'adozione era prettamente economico, mentre l'aspetto affettivo passava in secondo piano. Il codice civile di Napoleone ha fortemente influenzato le nostre leggi, perci anche in Italia per molti anni fu proibito adottare bambini. Solo intorno al 1940 fu promulgato il codice civile, ancora oggi in vigore, che sanciva la possibilit di adottare bambini di et inferiore ai diciotto anni. L'adozione tuttavia rimaneva ancora un contratto tra due adulti: il genitore del bambino da adottare e l'adottante, al quale era richiesto di avere almeno cinquant'anni (essendo cos per il bambino pi un nonno che un pap!) mentre non era richiesto che fosse sposato.

14

Questa procedura non era per nulla intrusiva nelle scelte delle persone e lasciava libert di decisione, e questo il motivo per cui forse oggi qualcuno rimpiange questo sistema. Questo tipo di adozione per mirava prevalentemente a soddisfare le esigenze degli adulti; il vantaggio per il bambino era secondario e principalmente di tipo materiale. All'inizio degli anni sessanta questo sistema privatistico entr in crisi, in conseguenza dell'aumento della sensibilit per i problemi dei bambini abbandonati e del progresso delle conoscenze scientifiche sulla psicologia dell'et evolutiva. Inizi ad avvertirsi sempre pi l'esigenza di un'adozione che avesse come fine primario quello di dare una famiglia al bambino che ne fosse privo, e solo come fine secondario quello di soddisfare il desiderio di un figlio da parte degli adottanti. In quest'ottica l'adozione diventava la scelta di una coppia, non pi di un singolo. E tanto meglio se la coppia aveva gi figli.

15

LA LEGGE 5/6/1967 N. 431 Questo movimento di opinione sfoci nella legge n 431/67 sulla "adozione speciale". I principi della nuova legge risultarono innovativi rispetto al costume e per certi aspetti traumatici, specialmente l dove negavano la cultura del vincolo del sangue, ancora profondamente radicata in ampi strati di popolazione. Tali principi sono: il bambino senza famiglia ha diritto di averne una nuova; l'adozione serve per dare una famiglia al bambino abbandonato e non per dare un bambino a una coppia senza figli; gli adottanti devono essere una giovane coppia di sposi scelta dal giudice in collaborazione con i servizi sociali. Non pi rischi di improvvisa ricomparsa della famiglia di origine, ma interruzione di ogni rapporto e legame giuridico. Non pi rischio di revoca dell'adozione per tardivi ripensamenti dell'adottante, ma pieno inserimento nella famiglia adottiva in qualit di figlio legittimo. Non pi bambini abbandonati per anni negli istituti, ma interventi rapidi del giudice tutelare e del Tribunale per i Minorenni diretti ad accertare lo stato di abbandono e a trovare una nuova famiglia al bambino adottabile. Finalmente, il bambino diventa il protagonista dell'adozione, e la coppia una risorsa da utilizzare in caso di bisogno.

16

LA LEGGE 4/5/1983 N. 184 Anche se limpianto formale delle legge del 1967 non stato cambiato, dopo solo quindici anni fu necessario intervenire in materia di adozione con una nuova normativa, la legge n.184 del 1983. Questa legge dichiara che possono essere adottati solo i bambini dichiarati adottabili: labbandono e la conseguente adottabilit debbano essere accertati e dichiarati dal giudice. Sono dichiarati in stato di adottabilit i minori in situazione di abbandono perch privi di assistenza morale e materiale da parte dei genitori o dei parenti tenuti a provvedervi. Labbandono quindi non considerato solo in termini materiali ma anche sotto il profilo psicologico e affettivo. Labbandono accertato dal Tribunale dei Minori su segnalazione dei Servizi Sociali, oppure dal giudice tutelare, tenuto a controllare gli elenchi dei minori ricoverati in istituto; oppure su segnalazioni di altre fonti, quali polizia, sanitari, organi scolastici, ecc. Se il bambino orfano di entrambi i genitori oppure non stato riconosciuto ed pertanto figlio di ignoti, la dichiarazione di adottabilit immediata o comunque rapidissima. Se invece i genitori esistono, la legge prevede che questi debbano essere ascoltati dal giudice, perch possano spiegare le loro intenzioni e i loro progetti genitoriali. Questa procedura purtroppo richiede spesso almeno un anno di tempo. Se i genitori poi si oppongono al decreto di adottabilit del loro figlio naturale, come spesso succede, i tempi si allungano ancora. Da qua nasce il cosiddetto affidamento a rischio giuridico: lart. 10 della legge consente che durante la procedura il Tribunale possa disporre in ogni momento ogni opportuno provvedimento temporaneo nellinteresse del minore, e poich il bambino in situazione di deprivazione affettiva prolungata pu subire danni irreversibili, talvolta i Tribunali cercano coppie, in attesa di adottare, pronte a rischiare, cio disposte ad accogliere un bambino che non ancora stato dichiarato adottabile.

17

LA CONVENZIONE DELLAJA DEL 1993 Il passo successivo avvenne a cavallo tra gli anni ottanta e novanta, quando con lapertura delle frontiere cominciarono ad arrivare sempre pi bambini in adozione internazionale. Parler approfonditamente delle tematiche, delle peculiarit e delle problematiche delladozione internazionale nel capitolo Ladozione internazionale; per ora quindi mi limiter a sottolineare come le leggi abbiano spostato il focus attentivo sullestero, per combattere le adozioni fai da te e i bambini strappati alle famiglie povere senza aver prima accertato la situazione familiare. Mentre per il bambino italiano si cercava un abbinamento con una coppia che sembrava la pi adatta a lui, per il bambino straniero si lasciava libera iniziativa alla coppia, che, munita di unastratta idoneit, andava a procacciarsi un bambino personalmente. La Convenzione dellAja prevede che ci sia un maggior controllo a tutela dei ragazzi e dei loro diritti da parte delle autorit dei Paesi dorigine, e auspica pi collaborazione e solidariet internazionale, anche se questo comporta un minor numero di ragazzi in stato di adottabilit. La nuova disciplina sottolinea anche che ladozione internazionale non pu e non deve essere lo strumento per assicurare comunque un figlio agli aspiranti genitori adottivi, perch non sufficiente avere mezzi economici di sostentamento per essere idonei alladozione; per ladozione internazionale necessaria una significativa attivit di preparazione alle problematiche internazionali e alle dinamiche familiari e sociali che questo tipo di adozione comporta. La nuova legge inoltre organizza un adeguato supporto agli aspiranti genitori adottivi nel momento dellincontro col futuro figlio e dellinserimento nel nuovo nucleo familiare; questo sostegno continua al rientro in Italia e nel primo periodo postabbinamento, per realizzare unadeguata integrazione del bambino nel nuovo contesto sociale. Purtroppo la legge non prevede che questo sostegno vada oltre i primi tempi dellabbinamento, se non su richiesta specifica dei genitori che si trovano ad affrontare qualche difficolt. Purtroppo, quasi mai i genitori richiedono questo aiuto (vedi capitolo Metodologia dellindagine sociopsicologica e requisiti per lidoneit alladozione).

18

Comunque, per facilitare lingresso nel nuovo Paese dei bambini stranieri, la legge del 1993 prevede per i genitori: astensione obbligatoria dal lavoro durante i primi tre mesi, anche se il bambino ha gi pi di sei anni. astensione consentita dal lavoro sino al compimento del sesto anno di et. congedo consentito nel caso di necessaria permanenza allestero secondo le richieste del Paese dorigine del minore. possibilit di dedurre dalla denuncia dei redditi il cinquanta per cento delle spese per lespletamento delle procedure adozionali.

19

LE ULTIME INNOVAZIONI IN CAMPO LEGISLATIVO Il primo dicembre 1999 col decreto n. 492 stata costituita una Commissione per le Adozioni Internazionali, che raccoglie dati sui minori adottabili di cui autorizza lingresso in Italia e si occupa di monitorare landamento delle adozioni internazionali a livello regionale e nazionale. Lultima innovazione riguarda gli Enti autorizzati. Dal 2000 al 2002 si lavorato per selezionare, tra le varie Associazioni che si proponevano alle aspiranti famiglie come intermediari per ladozione internazionale, quelli che effettivamente avevano le caratteristiche indispensabili per offrire un servizio serio e conforme alle disposizioni di legge. stata scelta una minima parte tra tutti gli Enti che hanno tentato di essere riconosciuti come legali, a testimonianza del fatto che una parte significativa di coppie italiane tentava qualsiasi via per ottenere unadozione sicura. Nel capitolo Gli Enti autorizzati tratter approfonditamente delle funzioni preposte e dei programmi proposti alle coppie adottive dagli Enti, prendendo come esempio unAssociazione con vari anni di esperienza: il CIAI (Centro Italiano Adozioni Internazionali). Un ultimo accenno riguarda la rappresentazione sociale dell'adozione, che come cambiata nel tempo tende oggi a una nuova evoluzione. Si fa strada l'idea dell'adozione da parte dei single. Oggi la legge non concede labbinamento a persone singole, tranne che per casi particolari (ad esempio per minori che avrebbero come unica alternativa una vita in una casa famiglia). Unaltra evoluzione legata alla diffusione di Internet. Navigando, si possono facilmente trovare molte agenzie, soprattutto nordamericane, che propagano la loro attivit e pubblicano liste di bambini pronti da adottare. sufficiente un clic per scegliere sesso, et, razza, colore degli occhi e dei capelli, gruppo sanguigno, caratteristiche dei genitori, ecc. evidente il rischio di queste nuove tentazioni.

20

Sezione 1. LA STORIA DI UNA FAMIGLIA DA CREARE

Cap. 2. LA FAVOLADEI GENITORI ASPIRANTI LADOZIONE. UN PERCORSO DI SPERANZA E DI DOLORE


Figlio della mancanza. Figlio del desiderio. Figlio dellincontro. Figlio della realt. Figlio dellamore. (Champenois Laroche, 1994)

In unindagine conoscitiva su tutte le coppie che hanno adottato un bambino tra il 1986 e il 1992 tramite lUSL 9 di Reggio Emilia, la dottoressa Daria Vettori e la dottoressa Ivana Pinardi hanno intervistato i genitori adottivi sulla loro esperienza adottiva e sui rapporti che hanno intrattenuto con gli operatori dei Servizi in questo periodo. Dalle riflessioni che hanno seguito lanalisi delle interviste le Autrici sono rimaste colpite dalla somiglianza che accomunava questi racconti, e hanno riscritto il percorso delladozione sotto forma di fiaba. In questo racconto i protagonisti sono un re e una regina, che, privati di un erede, arrivano al figlio perduto attraverso varie peripezie, incontrando lungo il tragitto diversi personaggi magici, buoni o cattivi, che permettono lincontro fatale tanto atteso. Quando raccontiamo qualcosa che riguarda il passato, rievochiamo il presente (Stern, 1993). Ci che ogni madre e padre racconta non altro che quello che ora, nel momento presente, la loro esperienza significa. Forse per questo i genitori saltano molte tappe fondamentali nei loro racconti e trasformano la realt vissuta in una fiaba da narrare. Ogni coppia racconta la propria personale storia, magicamente segnata da incantesimi, profezie, in cui il bene e il male sono simbolicamente rappresentati da incontri con figure e coincidenze a volte misteriose. Ogni storia differenziata e specifica, ma le tappe e i momenti chiave coincidono, cos come i sentimenti e le fantasie.

21

Parlando del percorso adottivo affronter ogni fase facendo riferimento anche a ci che i genitori hanno raccontato nelle interviste narrazioni.

22

LA STERILIT BIOLOGICA. LA MORTE DEL DESIDERIO Una coppia che decide di avere un figlio si trova in quella fase critica del ciclo vitale in cui costruisce lo spazio fisico e mentale per un terzo: un impegnativo passaggio dalla diade alla triade. Un figlio rappresenta la realizzazione di una delle massime aspirazioni di una coppia: il segno visibile della loro unione attraverso un atto creativo; inoltre rappresenta una connessione tra presente, passato e futuro, diventando il punto dintersezione tra due storie familiari. Per questo richiede un cambiamento nellorganizzazione familiare. Per questi motivi non solo la coppia genitoriale, ma tutta la famiglia allargata si sente in attesa di ricoprire nuovi ruoli: di genitori, nonni, zii, fratelli e sorelle. Questo processo lungo e delicato, e comporta una ridefinizione delle relazioni familiari. Ma non sempre possibile realizzare il desiderio di genitorialit. Quando una coppia viene a sapere che non potr generare un figlio sente minacciata e irrimediabilmente compromessa la possibilit di realizzare il progetto di diventare una famiglia. La scienza offre oggi diverse tecniche, presentate nel capitolo La procreazione medicalmente assistita, per ovviare al limite biologico della sterilit. Cos la coppia, sostenuta da una cultura pragmatica ed efficientista (DAndrea, 1999), e spesso lasciata sola, si spinge sulla strada del fare, dellagire, piuttosto che su quella di fermarsi per riflettere e pensare. La mancata generativit della coppia fa sentire sterile anche le diverse ramificazioni affettive di cui fa parte, minacciando la nascita di quei ruoli che un figlio avrebbe permesso. Come la gravidanza, anche la sterilit richiede particolari riorganizzazioni degli aspetti relazionali sia allinterno della famiglia che rispetto allintero sistema della famiglia trigenerazionale, per i particolari compiti emozionali cui il sistema deve far fronte. Restringendo lattenzione sulla coppia, anche al suo interno ci sono differenze nel modo di vivere il trauma dellinfertilit. Una donna infertile si pu sentire inutile o menomata, non vedendo realizzata una parte distintiva della propria identit femminile. Paragonandosi alla propria madre, vista come potente perch in grado di generare, pu provare sentimenti di inferiorit, quindi mostrare atteggiamenti di rivalit. Un uomo, invece, pu sentire minacciata la propria potenza sessuale, da sempre associata alla capacit fecondativa (Farri Monaco, Castellani, 1994).
23

Confrontarsi con il problema della sterilit significa fronteggiare qualcosa di imprevedibile, che si ritiene estraneo. Il corpo costituisce per le persone la prima base su cui costruire la propria identit; ci si pu dunque sentire traditi da questo convivente di cui ci si presi cura quotidianamente. Le conseguenze di questo stato sono delusione, rabbia, disistima di s, insieme a vergogna e sensi di colpa. Anche per la coppia in quanto tale la diagnosi di infertilit una dura prova da affrontare, perch gli equilibri costruiti fino a quel momento subiscono modifiche a seconda di chi dei due il responsabile; si attivano o risorse di reciproco sostegno o vecchi conflitti che ne minano la coesione. La sterilit pu essere vissuta dai membri della coppia come un tradimento del patto coniugale, generando forti sensi di colpa da parte di chi si sente responsabile; oppure atteggiamenti protettivi nellaltro partner per paura di offenderlo e di farlo sentire a disagio davanti ad altri. Unarea che pu subire profonde modificazioni nella relazione di coppia quella sessuale. La sessualit perde la finalit procreativa, e la coppia dovr riscoprire la sessualit come un valore di reciproco scambio affettivo e di piacere. Allargando la prospettiva alla famiglia allargata, rendere partecipi le famiglie dorigine dellaccaduto un momento delicato, in quanto una fase che pu riattivare antichi conflitti con la coppia o tra le famiglie, specialmente da parte di chi si sente danneggiato (Binda, Greco, Colombo, 1989). A tutti questi livelli, insomma, la sterilit biologica pu rappresentare la morte del desiderio. Nel racconto dei genitori adottivi ritroviamo questi temi: 1. LA FASE DECISIONALE

La maggior parte delle coppie narra di aver sempre avuto un progetto di famiglia. Alcuni riferiscono di aver cercato a lungo e da subito figli propri, altri invece raccontano di aver sentito solo pi tardi il desiderio di avere un figlio. In entrambi i casi, comunque, lidea delladozione nasce in seguito ad una mancanza, un vuoto creatosi allinterno della coppia (Vettori, Pinardi, 1996). Il racconto di questa fase sempre estremamente ridotto. Non viene ripercorsa con lintervistatore la sofferenza, che pure deve esserci stata, della scelta di adottare. Spesso viene narrato un evento magico, una consapevolezza che arriva allimprovviso, quasi unilluminazione. Un evento esterno e non certamente
24

spontaneo diventa un evento naturale, magicamente innescato da un fatto esterno come una trasmissione televisiva sui bambini del terzo mondo o un viaggio. Vi una specie di amnesia rispetto allesperienza di elaborazione del lutto e al problema sociale della povert e dellabbandono, cos come non viene riferita la possibile disomogeneit della coppia rispetto alla decisione di adottare.

25

LA SCELTA ADOTTIVA. LA RINASCITA DEL DESIDERIO La morte del desiderio pu spingere la coppia sulla strada del bisogno del figlio. La coppia si trova di fronte a un bivio: negare, evitare il problema o accoglierlo ed elaborarlo. Ladozione non la soluzione al problema della sterilit della coppia; la sua elaborazione, concordemente considerata un passaggio indispensabile per la rinascita del desiderio (DellAntonio, 1986). La maggior parte delle coppie riflette a lungo prima di decidersi. Dal momento in cui una coppia inizia a parlare di adozione alla prima telefonata di contatto trascorre allincirca un anno per la maggior parte delle coppie (Oliverio Ferraris, 2002). Come un seme, lidea si annida nella mente di uno o entrambi i membri della coppia, si sviluppa, cresce, acquista energia. La coppia adottante vive la fase dellattesa con una tensione carica di aspettative, preoccupazioni e speranze. Il modo in cui queste verranno vissute e affrontate sar rilevante nel determinare la costruzione di atteggiamenti flessibili e accoglienti oppure difesi ed evitanti verso la scelta effettuata. Il primo passo per chi desidera adottare un figlio costituito dalla ricostruzione dello spazio mentale unimmagine. La parte difficile di questo compito immaginare un figlio di cui non si conosce niente. Non possibile immaginarne laspetto o il sesso, let, la provenienza, il tipo di storia precedente, sapere se il bambino ha conosciuto i suoi genitori naturali e i motivi che hanno portato al suo abbandono. Ridare vita alle fantasie, al desiderio e alle aspirazioni permette alla coppia di ricostruire quello spazio di intimit, incontro, progettualit, che lostacolo dellinfertilit aveva congelato (DAndrea, 1999). Spesso per il fatto che queste domande non trovino risposte soddisfacenti alimenta i timori della coppia, ponendola in una condizione di precariet; spesso limmagine del bambino che si va delineando corrisponde pi alle aspettative del futuro genitore adottivo che alla realt (DellAntonio, 1986). Ne consegue che il desiderio ricorrente, durante lattesa, quello di poter adottare un neonato con la motivazione che in questo modo il figlio si attaccher pi facilmente, non avr sperimentato particolari sofferenze; che lesperienza adottiva sar pi simile a quella naturale.
26

per il figlio che verr, nel momento in cui se ne prefigura

In realt il desiderio del bambino de-storificato, senza passato, spesso nasconde la paura della coppia a confrontarsi con la storia e la paura che la famiglia naturale del figlio possa influenzare negativamente la futura relazione. Invece, per la serenit della coppia, importante che la coppia accetti un confronto fantastico con la famiglia biologica, senza entrare in una logica di contrapposizione e di competizione (famiglia buona e accogliente / famiglia cattiva e rifiutante) o di evitamento e rifiuto (paura del ritorno, minacce di riappropriazione, percezione di aver rubato il figlio, ecc.). Cos i coniugi sapranno accettare serenamente la doppia appartenenza del figlio e vivr il proprio progetto affettivo come integrante a quello biologico, accompagnando il figlio nel campo del passato per recuperare cultura, ricordi ed emozioni che gli appartengono. 2. IL PERIODO INFORMATIVO

Le coppie raccontano tutto lo spaesamento e la solitudine in cui si sono trovate nel periodo di raccolta delle informazioni riguardanti ladozione. Dai racconti dei coniugi, pare che ladozione sia posta dalla societ a margine rispetto alla genitorialit naturale, e il riscontro sociale sembra quasi completamente assente. Mentre i mass media parlano di fecondazione artificiale e di affido, ladozione non alla moda. Contemporaneamente, per, avvengono incontri casuali importanti, con persone sagge che danno le prime indicazioni riguardo la strada da percorrere. In realt questo incontro non un incantesimo, ma piuttosto un attivarsi nei confronti di una realt fino a quel momento invisibile ai loro occhi. Questa fase segnata dallincontro con il Servizio: il Consultorio un interlocutore obbligato. Il Servizio appare nei racconti come uno straniero, perch parla una lingua poco comprensibile e offre solo la propria realt senza mettersi nei panni di chi porta con s un carico di sofferenza e insicurezza. 3. LA DOMANDA

La compilazione della domanda avviene dopo il momento informativo, e per la coppia rappresenta la concretizzazione di una decisione fino ad allora soltanto ideale. una cristallizzazione del pensiero in forma scritta e come tale una tappa di
27

maturazione significativa per la coppia, che deve fermarsi, guardarsi dentro e portare a livello consapevole ci che sta facendo. Purtroppo il rapporto col Servizio si interrompe a questo punto, fino alla convocazione per lindagine sociopsicologica, quindi da uno fino a sei mesi. Quindi mentre il Servizio appare distante e poco comunicativo, si crea una rete informativa di altri genitori adottivi che tramandano alle nuove coppie le parole chiave su cos lindagine sociopsicologica, sulle domande che verranno poste, su come fregare i Servizi. 4. LINDAGINE SOCIOPSICOLOGICA

In questo periodo il Servizio pare che continui a parlare un linguaggio sconosciuto ai genitori, freddo e informale. Gli intervistati raccontano che gli operatori danno come un messaggio a met, senza mettersi nei panni di chi vuole adottare, dando priorit allimmaginario e alle mancanze della coppia (Vettori, Pinardi, 1996). Il Servizio pu essere vissuto come indagatore e intrusivo, oppure come colui che ascolta passivamente e silenziosamente. Lo psicologo appare come il primo giudice. Quando finisce questo periodo, finiscono gli esami, ed incomincia lattesa della promozione. 5. DALLINDAGINE SOCIOPSICOLOGICA ALLIDONEIT

In questo periodo la categoria del tempo si dilata, lattesa della decisione definitiva da parte della legge interminabile. La solitudine incombe, e il Servizio di nuovo scompare. Il Tribunale poi visto come lontano e in alto, latteggiamento dei giudici appare sbrigativo e freddo. Molte coppie ricordano con angoscia le domande a raffica riguardanti al possibilit di prendere un bambino portatore di handicap fisico o psichico, sieropositivo, a rischio giuridico, ecc. Oppure il Tribunale visto come la fatina da attendere pi a lungo, pi silenziosa, ma, come tale, anche pi vicina alle coppie che hanno a che fare con lei. Si giunge cos al momento fatidico dellincontro. Prima di proseguire con la narrazione, indispensabile seguire un altro percorso, quello del bambino abbandonato, che in tutto questo tempo stato in attesa
28

dellarrivo magico di due nuovi genitori che lo salveranno da una vita troppo dura. Forse lincontro di genitori e figlio davvero magico, e, se non lo , rimane comunque una delle pi alte espressioni dellamore incondizionato.

29

Cap. 3. I FIGLI CHE ASPETTANO


La pratica del ricovero in istituto non altro, in rapporto alle pratiche primitive, che un mezzo meno radicale di sbarazzarsi nelle forme ammesse dei bambini di cui nessuno vuole occuparsi.
Margaret Mead, (1964)

Nella graduatoria mondiale, lItalia il terzo paese di accoglienza di bambini abbandonati. La precedono solamente Stati Uniti e Canada, molto pi grandi e ricchi. Nellanno 2000 abbiamo adottato 3150 bambini provenienti dallEuropa dellEst, dal Sud America, dallAsia e dallAfrica. Siamo anche ai primissimi posti nel mondo per longevit e per denatalit, e questo spiega il desiderio di infanzia che ci caratterizza. Un desiderio cos profondo che le associazioni di volontariato che si occupano di bambini ormai non si contano pi. Ogni circolo aziendale o culturale propone ai suoi partecipanti di fare unadozione a distanza, ogni programma televisivo di successo inserisce almeno un attore bambino tra i suoi protagonisti, per non parlare della pubblicit. Eppure nei nostri istituti languono ancora circa 25000 minori, prigionieri di norme inadeguate, dellincuria degli adulti, di legami famigliari non ancora risolti. Di questi bambini e ragazzi, non tutti sono adottabili: anzi, lo solo una minima parte (coloro per i quali sia stata pronunciata la dichiarazione di adottabilit). Non esistono dati definitivi sulla reale quantit di questi minori, perch non ancora stata costruita una banca dati nazionale dei minori adottabili. La legge del 2001 imponeva che entro 180 giorni dalla sua entrata in vigore, cio per il 27 ottobre 2001, la banca dati fosse costituita. Questa data passata e la banca dati non c ancora. Dando uno sguardo alla situazione mondiale possiamo notare la compresenza, da una parte del massimo di attenzione mai riscontrata nella storia per linfanzia, dallaltra parte del massimo di disattenzione. Nel pianeta infanzia ci sono da un lato ricchezza, agi, cure materiali e morali, che spesso si rivelano tali da rendere gli uomini e le donne futuri impreparati davanti allinevitabile sofferenza che la vita comporta; daltro lato c la mancanza dei pi elementari diritti, dal cibo alle cure materne. Le condizioni dellinfanzia a livello mondiale sono peggiorate, non solo per gli stessi motivi che flagellano gli adulti nel

30

mondo povero, ma anche perch in alcune aree, come lEuropa dellEst, c stato un vero e proprio cedimento del ruolo della famiglia e dello Stato. Secondo il rapporto annuale dellOnu sullo sviluppo umano, ci sono almeno quaranta milioni di bambini neonati non registrati alla nascita e cento milioni di bambini condannati allaccattonaggio. Tra di essi, moltissimi diverranno presto bambini soli, perch orfani o abbandonati. Nella sola realt africana, lAIDS ha creato dodici milioni di orfani (naturalmente si tratta di stime approssimative). Per questo le risorse umane e le ricchezze di cui il nostro paese dispone sembrano complementari ai bisogni di migliaia di bambini. Come gi detto, lItalia, nel 2000, ha accolto in affidamento preadottivo 3150 bambini stranieri, ventisette in pi dellanno precedente. Ma gli italiani che vorrebbero adottare sono molti di pi: le domande didoneit alladozione internazionale, nel 1999 erano 7352. A conti fatti, pi di 4200 offerte di disponibilit alladozione internazionale non hanno avuto labbinamento o, nella migliore delle ipotesi, sono congelate in unattesa interminabile. Ci avviene ogni anno. Parler approfonditamente del problema dellidoneit delle coppie aspiranti ladozione, correlandolo alla realt in cui vivono i minori abbandonati. Per ora, mi soffermer sui tre passaggi che un bambino affronta prima di arrivare in adozione: Labbandono da parte dei genitori naturali, che pu avvenire sia come non riconoscimento alla nascita, sia come trascuratezza allinterno di una famiglia dorigine non sufficientemente buona da svolgere i propri doveri genitoriali. Lallontanamento dalla famiglia dorigine, con riferimenti al rischio che il ricordo di quel giorno provochi per tutta la vita dolore e rimpianto alla persona, come un trauma indelebile, anche se lallontanamento avvenuto quando era in tenera et. Il ricovero in istituto, con particolare attenzione ai cambiamenti avvenuti negli ultimi trentanni a livello quantitativo e qualitativo allinterno di queste strutture.

31

LO STATO DI ABBANDONO

Il giudice e loperatore dei Servizi che si occupano di adozione si interrogano su come avviene, e perch, labbandono di un bambino. La situazione degli abbandoni dellinfanzia oggi molto diversa da come si presentava trenta anni fa. Nel 1970, infatti, labbandono avveniva prevalentemente al momento della nascita; il bambino non riconosciuto veniva definito figlio di N.N. e portato in un brefotrofio. Oppure, se labbandono avveniva pi tardi, il bambino viveva in istituto, in attesa di una nuova famiglia. Oggi invece, gli enti locali pi sensibili hanno sviluppato politiche sociali alternative allistituto, come lassistenza domiciliare alla famiglia dorigine o laffidamento familiare. Un altro cambiamento rispetto al passato che non ci sono quasi pi abbandoni alla nascita. Gli ultimi dati statistici del Tribunale per i minorenni di Roma pongono in evidenza che su 150 bambini dichiarati in stato di abbandono in un anno, solamente 41 erano figli di genitori ignoti, mentre 109 erano minori riconosciuti o legittimi, e quindi bambini con genitori conosciuti e viventi. Ne consegue che oggi la condizione di abbandono si verifica prevalentemente allinterno della famiglia, durante la convivenza del figlio con i genitori o con i parenti, sotto forma di maltrattamenti, violenza od abusi. Queste nuove forme di abbandono pongono problemi assai diversi da quelli tradizionali del bambino dimenticato in istituto. Non sono pi, come allora, problemi di carenza affettiva, essendo le figure genitoriali sconosciute o da tempo scomparse nella vita del bambino; oggi le figure genitoriali sono presenti, o lo sono state a lungo, ma in modo gravemente distorto e disturbante. Le aspettative del bambino sono quindi pi articolate e complesse, per cui richiesta ai genitori adottivi pi disponibilit e preparazione. Inoltre spesso i genitori naturali ricorrono in appello contro la dichiarazione di adottabilit del figlio, negando la situazione di abbandono del figlio e affermando di averlo assistito adeguatamente. Il ricorso in appello allunga i tempi legali delladozione costringendo il bambino a vivere in una situazione altalenante e indefinita. Il bambino pu soffrirne molto, mancandogli punti di riferimento chiari.
32

Una parentesi doverosa va dedicata alladozione internazionale: oggi molte coppie si sentono in diritto di essere considerati idonei alladozione per il solo fatto di avere la disponibilit economica che permetterebbe al bambino una vita pi dignitosa. Purtroppo questo requisito non assolutamente sufficiente a rendere bravi genitori qualunque coppia. E soprattutto, non si deve confondere concettualmente la povert con labbandono. I bambini in adozione internazionale non devono essere strappati alle famiglie dorigine solo perch queste non hanno i mezzi materiali di assicurargli vestiti nuovi e paghetta settimanale. In una casa povera pu esserci molto pi amore di quanto il bambino ne riceverebbe da genitori in carriera, e i giocattoli allultima moda, soprattutto per bambini abituati a giocare con ci che si trova per strada, non sono sicuramente una consolazione sufficiente.

33

LALLONTANAMENTO DALLA FAMIGLIA DORIGINE

Una volta che il Tribunale per i minorenni abbia accertato la condizione di abbandono di un bambino, solitamente si provvede ad allontanarlo dai genitori naturali, collocandolo in una struttura di tipo familiare, ad esempio una casafamiglia, una piccola comunit o un istituto, per il tempo necessario allulteriore espletamento della procedura di adottabilit. Per potere con una certa tranquillit ordinare lallontanamento del bambino dalla sua famiglia e dalla sua casa, il Tribunale deve aver tratto dalle carte cio da tutto il complesso delle informazioni, relazioni e consulenze la convinzione che il distacco e linterruzione del rapporto lunica via per sottrarre il bambino ad una situazione familiare cos deteriorata e irreversibilmente compromessa che il suo processo di sviluppo fisico e psichico sarebbe, in caso di ulteriore permanenza in quella famiglia, altrettanto irreversibilmente compromesso. Pertanto lallontanamento va attuato se appare come lunico strumento di tutela per annullare o ridurre i danni gi visibili, cio lunico strumento in grado di sottrarre il bambino al contesto patogeno. Nel giudizio del Tribunale si prevedono diritti sia per i genitori che per il bambino: per i genitori contemplato il diritto a fissare al proprio figlio la residenza presso di s, a richiamarlo in caso se ne allontani senza permesso, a fornirgli personalmente e direttamente il mantenimento e leducazione; per il minore contemplato il diritto a vivere nellambito della propria famiglia, a condizione che essa sia in grado di assicurargli una qualit di vita tale da garantirgli un equilibrato sviluppo. Il diritto prevalente comunque quello del soggetto debole in formazione: necessario evitare che la patologia familiare, chiudendolo nella sua morsa, gli impedisca di crescere. noto che le famiglie-problema espongono e sovraespongono i loro figli a una sorta di prigionia psicologica, perch lisolamento sociale spinto in cui quasi sempre vivono le porta a respingere interventi di sostegno istituzionali; piuttosto riescono ad accettare, di volta in volta, gli aiuti offerti dal mondo del volontariato, che viene vissuto come accogliente e non giudicante, privo cio di quella funzione di controllo e di quel potere dintervento autoritativo tipico dellautorit giudiziaria. Cos, quasi
34

sempre, nonostante gli sforzi degli operatori del Servizio Sociale di acquisire il consenso dellintervento, i genitori si oppongono, e lallontanamento viene eseguito coattivamente, cio a mezzo della forza pubblica. Quando ci avviene il distacco diventa uno strappo doloroso e lacerante: resteranno nella memoria del bambino, anche se in maniera confusa, immagini sfocate di un uomo con la divisa nera (il vigile urbano o il poliziotto), di tante altre persone (le assistenti sociali), di una donna col camice bianco (la madre in camicia da notte che cerca di nasconderlo). Gli operatori devono essere consapevoli del danno che un allontanamento mal condotto pu produrre al minore, segnandone per sempre la memoria. Per limitare al massimo i rischi dellallontanamento, sarebbe desiderabile poter disporre di unquipe con specifiche competenze professionali, costituita da figure quali lassistente sociale, uno psicologo, un agente di polizia preferibilmente di sesso femminile e un pediatra. I genitori devono essere informati su come possono evitare che il bambino sia allontanato, e sui motivi che rendono necessario lallontanamento. Anche il bambino deve sapere perch viene allontanato dalla sua casa, perch non si ritrovi a chiedersi perch vive con quelle nuove persone in un posto nuovo. Inoltre i nuovi insegnanti ed educatori devono essere informati della situazione perch possano comprendere meglio e guidare il bambino. Anche con tutto limpegno, sar comunque difficile preservare il bambino dal dolore di questa perdita, in quanto non pu rendersi conto se sua madre fosse una buona madre o meno; per lui era semplicemente sua madre.

35

IL RICOVERO IN ISTITUTO

Listituto ritenuto essere una risposta non adeguata ai bisogni dei bambini. Trentanni fa, il motivo dellallontanamento del bambino dalla famiglia dorigine era quasi sempre economico. Spesso listituto era lontano dalla casa paterna, anche in unaltra provincia, o addirittura in unaltra regione. A causa della lontananza e del costo del viaggio, le visite familiari diminuivano nel tempo; di conseguenza, il rapporto con i genitori si attenuava fino a sparire. Il figlio veniva praticamente dimenticato, e lui stesso arrivava a dimenticare di avere dei genitori, soffrendo cos di deprivazioni affettive gravissime. Oggi invece i ricoveri in istituto sono molto meno numerosi; i grandi istituti di un tempo non esistono pi o si sono trasformati in piccole strutture tipo Casa-famiglia, che favoriscono i rapporti con i genitori e che hanno assorbito la cultura delladozione e non la ostacolano, ma anzi la favoriscono. Nonostante gli istituti pi moderni abbiano dimensioni ridotte, siano forniti di specialisti, siano aperti allesterno, bambini e ragazzi non possono trovarvi una risposta qualitativamente analoga a quella che hanno nella relazione con persone che vivono e condividono con loro la stessa vita. Secondo lo psicologo Guido Cattabeni (1989), un bambino ha bisogno, quando definitivamente o temporaneamente privo di genitori validi, di essere accolto da qualcuno che lo ritiene tanto importante da fargli spazio nella sua vita, da condividere con lui il suo stare al mondo, da preoccuparsi per lui, pensare ai suoi problemi, al suo futuro. Ci che permette un sano sviluppo del bambino proprio il sentire di avere un proprio spazio nella mente di qualcuno, di avere cio qualcuno che sappia accogliere su di s i suoi sentimenti, che abbia la capacit di trovare delle risposte che siano in sintonia con i suoi bisogni. La costruzione di una personalit matura implica il sentirsi importante e necessario per qualcuno. Gli istituti non sono idonei a questo fine, non solo per una questione di personale non valido, ma proprio per limpossibilit di creare quelle esperienze significative, emotivamente calde, affettivamente non anonime, che solo in una famiglia si possono verificare.

36

Non sufficiente cercare di assegnare sempre la stessa assistente allo stesso bambino, non sufficiente che lei sia molto preparata e lo tratti con dolcezza: non potr sostituire la figura materna. Anche un bambino in buone condizioni di salute non pu subire senza danni la mancanza di un rapporto privilegiato, personalizzato, con i genitori, e di una rete interpersonale significativa: il suo ritmo di crescita pu essere pi lento, pu diventare un bambino pi irrequieto, pi teso, pu subire ritardi nello sviluppo intellettivo in generale. Oltre a questi problemi, molti ragazzi che vivono o hanno vissuto in istituto sono caratterizzati o da una passivit preoccupante, dimostrandosi cio succubi di chiunque voglia manipolarli, o da una aggressivit tanto pi pericolosa quanto pi drasticamente repressa. Spesso inoltre la permanenza in istituto si prolunga per diversi anni, a volte fino alladolescenza, acuendo notevolmente i disagi psicologici del ragazzo. Listituzione una soluzione facile perch deresponsabilizza la famiglia e lente pubblico, ma non per questo poco dispendiosa: infatti blocca gran parte delle risorse che potrebbero essere destinate a interventi alternativi. La mancanza damore, sia che si consumi in istituto che in famiglie non sufficientemente buone, pu essere disastrosa e pu portare alla disgregazione della personalit fino alla comparsa di una psicosi. Il bambino, anche se successivamente aiutato, rimane immaturo e questa immaturit lo pu rendere incapace di amare, infelice, solitario, incline alla sofferenza. Ladozione appare dunque lunica soluzione per levitamento di questo trauma.

37

Cap. 4. LABBINAMENTO E LANNO DI AFFIDO PREADOTTIVO


Il legame che unisce la tua vera famiglia non quello del sangue, ma quello del rispetto e della gioia per le reciproche vite.
Richard Bach, (1977)

Dopo aver seguito genitori e figli nel periodo che precede il loro incontro, si pu riprendere la narrazione, facendo sempre riferimento allindagine esplorativa condotta dalla dottoressa Daria Vettori e dalla dottoressa Ivana Pinardi sulle coppie adottive dellUSL 9 di Reggio Emilia. Nel racconto, i coniugi erano rimasti in attesa di sapere dal Tribunale se esisteva un bambino per cui loro sarebbero stati genitori idonei. 6. IL CONTATTO RISOLUTORE La narrazione dellincontro che sar determinante per raggiungere il bambino emozionante e vissuta ancora con grande intensit. La storia del contatto risolutore ricca e avvincente. Ogni gesto e incontro assume una valenza simbolica. La fantasia sembra prevalere sullesame di realt: il ricordo trasforma incontri cercati in coincidenze magiche. La storia assume di nuovo i connotati di fiaba. Cos, anche il momento della telefonata tanto attesa viene vissuta come un incantesimo. In quel momento il tempo sembra fermarsi e i protagonisti sono in uno stato di fascinazione. Qualunque desiderio avessero espresso riguardo let, il sesso, il colore del minore, le caratteristiche reali del bambino che viene loro abbinato sembrano assumere immediatamente i connotati del bambino scelto per loro. Egli diventa magicamente il loro figlio, pensiero del loro pensiero. 7. LA MAGIA DELLINCONTRO La dimensione atemporale e magica permane al momento della comunicazione da parte del Tribunale: C un bambino per voi. La coppia, come sotto un incantesimo, disposta a fare qualunque cosa. Lincontro con il bambino unesperienza tra lallucinante e il meraviglioso, in cui, dicono i genitori adottivi, ci si trova scaraventati senza alcuna reale preparazione. La

38

solitudine e lo spaesamento si contrappongono ad una sensazione di euforia e curiosit. Sentimenti contraddittori rendono fragili e molto forti. Questa esperienza mette le coppie davanti non solo al desiderio di avere un figlio, ma anche alla capacit di farsi cambiare individualmente e come coppia dallambiente in cui arrivano e dal bambino con cui hanno a che fare. Alcuni bambini accolgono con calci e pugni ogni tentativo di avvicinamento da parte dei genitori, perch non sono abituati alle coccole. La coppia impara quindi a conoscere le abitudini di accudimento delle famiglie, degli istituti, o pi in generale del contesto culturale in cui si trovano, per poter integrare il proprio mondo con quello del bambino. a questo punto, in queste circostanze che emergono capacit creative inaspettate: c chi narra di aver utilizzato delle mentine come unico ed importante canale di comunicazione con il piccolo, chi invece dice di avere atteso che si addormentasse per poterlo accarezzare a lungo e dolcemente. Talvolta un gioco, come una bambola o un burattino, assumono un ruolo simbolico, mantenuto a lungo: una madre ci dice che ancora oggi, quando c qualcosa di importante e difficile da affrontare, la sua bambina va a riprendere il cagnolino di peluche regalatole al primo incontro, e parla attraverso di lui. Se inizialmente le coppie hanno dovuto apprendere la lingua dei Servizi, poi quella della legge, ora devono affrontare la lingua del paese in cui si recano. In questa fase pu essere fondamentale la condivisione di esperienze e vissuti emotivi con altre coppie adottive che si trovano nella stessa condizione. Superati i problemi burocratici che spesso sembrano prolungarsi allinfinito, durante il viaggio di rientro il bambino, nella fiaba, sembra manifestare cambiamenti stupefacenti: manifesta comportamenti dattaccamento tali da rinforzare ulteriormente nella coppia la fantasia di genitorialit naturale.

39

RIAVERE UNA FAMIGLIA Sia la coppia che il bambino intraprendono il viaggio delladozione poich entrambi non hanno potuto realizzare un altro viaggio: il bambino non potuto rimanere nel contesto affettivo in cui nato; la coppia non ha potuto far nascere un figlio. Il bambino si quindi sentito privato di un legame reale e la coppia ha dovuto rinunciare a unaspirazione naturale. I genitori adottivi devono saper riconoscere e accogliere come ricchezze le tre doti di cui il bambino portatore: il suo corpo, il suo nome e la sua storia. Il figlio venuto da lontano ha con s unaltra dote con cui arricchir la nuova famiglia: la sua cultura di appartenenza. Attraverso laccettazione della corporeit del bambino, la coppia adottante pu rimandargli due messaggi: - da una parte lo aiuta a riappropriarsi della sua fisicit come fonte di nuove certezze, come ha fatto elaborando la propria sterilit; - dallaltra parte dimostra di saper elaborare le proprie idealizzazioni per rapportarsi con il bambino reale che, da sconosciuto, diventato figlio. Ogni genitore naturale spera, anzi desidera fortemente, persino sogna per il proprio figlio mete ambiziose e senza confini; quelle stesse mete che, per ragioni intrinseche alla dinamica esistenziale, si sono rivelate a lui stesso irraggiungibili. Su questo obiettivo il genitore tende ad investire ogni sua risorsa morale, affettiva e materiale, nel convincimento che una spinta adeguata sia sufficiente alla realizzazione del sogno. Ma il pi delle volte, e ben presto, lambizione della volont viene drasticamente ridimensionata dalla realt: il bambino si orienta su percorsi completamente diversi da quelli disegnati per lui dal genitore, oppure, pi semplicemente, non dispone delle capacit fisiche, intellettuali e psichiche sufficienti per aspirare a mete cos ambiziose. Cos il sogno viene infranto dalla presa di coscienza del limite. Tuttavia il genitore naturale, pur amareggiato e frustrato dalla caduta delle aspettative, finisce in genere con laccettare la realt, e non cessa per questo di aiutare il figlio nel percorso che la sua autonoma volont o le circostanze contingenti hanno per lui disegnato. Il genitore cio accetta le frontiere del sogno.

40

Pi complessa e difficile si presenta la situazione del genitore adottivo. Questi infatti, da una parte, indotto dalla sua storia di aspettative mancate e di attese frustranti a fare del figlio un oggetto di investimento ben pi totalizzante e globale rispetto al genitore naturale; e dallaltra parte molto pi difficilmente accetta il risveglio dal sogno, perch vive il limite in funzione della propria incapacit a generare. In pi, il figlio adottivo pu non voler dimenticare, rinnegare, tradire la sua storia: egli vuole parlare di sua madre; vuole andare a trovare quella suora che gli fu un po mamma; vuole rivedere il suo amico di strada che lo ha aiutato; vuole andare al cimitero dove sepolto suo nonno che gli voleva bene; vuole fare visita alla mamma affidataria che lo prendeva in casa tutti i fine-settimana. (Cavallo, 1995). Questi compromessi, carichi di emozioni, si ritrovano nella favola dei genitori. 8. LANNO DI AFFIDO PREADOTTIVO Larrivo in Italia sempre o quasi unesperienza difficile. Si racconta di una stanchezza infinita che contrasta con il desiderio delle persone a casa, parenti e amici, di vederli, di sentire il racconto dellavventura. Pare esserci una sorta di depressione post-adozione, un desiderio di non vedere nessuno, di scoprire nellintimit e nel segreto questo figlio. Gli altri sono, almeno i primi giorni, lasciati il pi fuori possibile, poco tollerati, vissuti come confusi e confusivi. Solo successivamente emerge il desiderio di rendere pubblica la scelta fatta. Questo comporta affrontare i pregiudizi e le errate convinzioni della gente. In questo delicato momento ricompare il Servizio. Gli incontri possono avvenire a domicilio o al Servizio, mensilmente o semestralmente, condotti da psicologi o assistenti sociali. importante che la coppia si senta a suo agio e non nuovamente sotto inchiesta, altrimenti non si confider con gli operatori circa le paure provate e le difficolt incontrate, nonostante sia perfettamente comprensibile come queste siano presenti. In questo senso ancora una volta pu risultare di grande aiuto il rapporto con altre coppie adottanti, che condividono le stesse esperienze ed emozioni. Il supporto degli operatori sarebbe importante anche per affrontare pi serenamente eventuali problemi fisici di assestamento che non raramente vengono manifestati dai bambini adottati. (Oliverio Ferraris, 2002). A seconda dellet, del temperamento e del tipo di vita che hanno condotto sino ad allora e del tipo di richieste che fanno i genitori adottivi, alcuni bambini si abituano rapidamente alle regole della nuova famiglia, altri invece hanno bisogno di tempo.
41

Per quanto adattabile comunque, difficile che un bambino si abitui immediatamente a cibi, orari, spazi, abiti, persone e linguaggi diversi. in atto un complesso lavoro psicologico di riassestamento, cosicch allinizio molti bambini presentano qualche problema, pi o meno accentuato, che pu riguardare: lo sviluppo (ritardi dello sviluppo); il sonno (difficolt ad addormentarsi, terrori notturni o incubi); lalimentazione (rifiuto del cibo o voracit eccessiva); o altre funzioni fisiologiche (enuresi, encopresi, disturbi intestinali). Sono problemi normali per il cambiamento che stanno vivendo. Ritornando alla favola, raccontata dai genitori adottivi dellUSL di Reggio Emilia, nonostante i punti comuni del racconto ci sono altri dettagli che variano da storia a storia. Ogni storia unica, nonostante le tappe del percorso si ripetano per tutti.

42

CAP. 5. LINFORMAZIONE AL FIGLIO ADOTTIVO


Lo sai che non sono figlio di mia madre? Stefano, 6 anni
(Oliverio Ferraris, 2002)

Arrivati al termine dellanno di affido preadottivo, la famiglia continua il suo percorso di crescita, forse un po pi in tranquillit visto che la legge finalmente la riconosce come famiglia e i Servizi terminano le loro visite di controllo. La crescita e lo sviluppo di ogni famiglia peculiare, e questo vale anche per le famiglie adottive. Non si pu quindi proseguire nel nostro racconto comune, in quanto ogni situazione andrebbe raccontata a s. Esiste per un tema da affrontare che di nuovo accomuna tutte le famiglie non biologiche: rendere il bambino consapevole di ci che accaduto quando lui non aveva ancora memoria dei fatti, o nel caso di un bambino grandicello, spiegargli perch gli successo quel che ricorda. Come e quando informare il proprio figlio della sua adozione uno dei problemi pi dibattuti e di fondamentale importanza per laccettazione stessa della famiglia da parte del bambino. Per informare un figlio della sua storia non necessario usare formule o parole precostituite; importante trovare le parole giuste, ma soprattutto necessario che il padre e la madre avvertano dentro di s serenit e tranquillit; la sicurezza di essere veramente genitori nasce da un rapporto in cui il figlio desiderato e amato realmente (Bosi, Guidi, 1992). Questa posizione pu essere assunta dai genitori adottivi solo quando hanno superato la constatazione che quel figlio non stato fatto dai loro corpi e hanno positivamente accettato che nato da altri. Questo passaggio va compiuto sia dalle coppie sterili, sia da quelle che, avendo figli biologici, scelgono unadozione. Solo questo vissuto che va oltre levidenza dei fatti e le dichiarazione a parole la premessa perch i genitori adottivi non si sentano n ladri, n benefattori, n genitori sostitutivi. Il genitore adottivo che vive se stesso come ladro del proprio figlio, come suo benefattore o come genitore sostitutivo non riuscir mai a diventare genitore vero perch vero resta laltro, il genitore biologico al quale stato
43

rubato il figlio, al quale stato fatto il favore di allevarlo, o al quale stato necessario sostituirsi, poniamo alla morte. (Bosi, Guidi, 1992). Se in letteratura ladozione un tema molto dibattuto, gli Autori sono invece generalmente daccordo, e insistono molto, sullimportanza di informare delladozione il bambino quando ancora piccolo, per evitare che lo scopra da qualcun altro quando gi grande. Uninformazione falsa e tardiva potrebbe scatenare una forte conflittualit e spingere il figlio a ricercare i genitori biologici, che egli sente come i propri veri genitori a causa del comportamento degli adottandi. Inoltre, linformazione pu essere utile anche per le coppie: se i genitori adottivi credono che il legame di sangue sia pi forte di quello affettivo, imposteranno il loro rapporto col figlio su un imbroglio e un rifiuto pi o meno inconscio del figlio adottato. Inevitabilmente il figlio crescer di conseguenza con profonde insicurezze. Il non detto rischia di agire a livello inconscio e trasmettere messaggi ambigui al figlio, mentre il genitore adottivo potrebbe percepirsi di serie B. Se i genitori non biologici invece riescono a vivere in modo naturale e sereno il proprio essere genitori potranno trasmettere informazioni al figlio e contemporaneamente rafforzare il suo sentirsi figlio. Secondo il parere della dottoressa Vettori (In La Sala, 1997), scoprire il segreto della genitorialit adottiva sembra creare un legame prezioso tra i genitori adottivi e quelli naturali, tra due storie. La storia di chi, per incapacit o impossibilita, rinuncia alla genitorialit, e la storia di chi si prende cura al suo posto. Questo legame troppe volte rotto o nascosto per la paura di rivelare che dietro vi sono fragilit, sofferenze e paure; da una parte, fa soffrire lincapacit di fare la madre, dallaltra fa soffrire la paura di non poter essere amati fino in fondo da un figlio che non stato fatto in casa. Il genitore biologico spesso nella mente del genitore adottivo, in particolare della madre, che pu relazionarsi alla madre naturale in modi diversi: pu raffigurarsela come antagonista o, in qualche caso, come modello a cui ispirarsi nei momenti critici. Se si escludono i casi in cui i bambini sono rimasti orfani, comunque, pare che i genitori adottivi tendano a pensare in modo negativo alla madre naturale. Dare giudizi negativi sui genitori biologici potrebbe servire ai genitori adottivi per sentirsi migliori, contrapponendosi a chi ha avuto il coraggio di abbandonare un bambino; questo diminuirebbe il senso di inadeguatezza che a volte li assale.
44

Questa inadeguatezza, derivata dalla non fertilit, o la sensazione di fare le differenze con i figli biologici , fa sentire la necessit di fare finta che questo bambino venga dal nulla, come se fosse nato al momento dellarrivo in famiglia. Talvolta la motivazione del silenzio collegata alla paura di fare del male con una verit troppo dura da accettare e cattiva. Dietro il silenzio rischia di nascondersi una verit che non possibile ammettere prima di tutto a se stessi. Raccontare a un bambino che chi lo ha fatto non stato capace di fare il genitore non mai facile e fa comunque stare male. Ma la sua storia, e in quanto tale ha un valore. Il male che pu provocare la verit passeggero, quello della bugia talvolta incolmabile, perch il rischio di perdere la fiducia di chi vogliamo proteggere, quindi perdere chi amiamo. Una volta superato lo scoglio del silenzio, un altro compito attende i genitori adottivi. Infatti, non sufficiente dare linformazione al figlio adottato, ed eventualmente agli altri figli presenti in famiglia, sulla situazione reale, e poi comportarsi col figlio come se nulla fosse. Il figlio in questo caso, per timore di disturbare la tranquillit dei genitori, sarebbe portato a non esprimere le sue paure, angosce, che inevitabilmente una notizia del genere provoca; da parte loro, i genitori per non turbare il figlio non parlerebbero con lui della sua condizione, pensando che il suo silenzio sia sinonimo di serenit. Apparentemente il silenzio la soluzione migliore; in realt crea fratture e allontana genitori e figli. Pu essere molto difficile per una madre spiegare al proprio figlio che non stata lei a partorirlo, ad allattarlo, a curarlo quando era neonato. La mancata esperienza della gravidanza e del parto suscita un forte imbarazzo nelle madri adottive, ma necessario non cedere alla tentazione del silenzio; ogni bambino desidera sapere come nato e conoscere le proprie origini. Alla base della costruzione dellidentit personale una delle domande fondamentali dove e come sono nato?. Melita Cavallo (1995), Presidente della Commissione per le Adozioni Internazionali, spiega limportanza del parlare al proprio figlio delle sue radici. Il problema delle radici grosso e, per alcuni, pu essere anche grave. Sono purtroppo frequentissimi i casi di figli adottivi che scoprono la verit sulle origini per caso, per avvenimenti imprevisti, per fortuite coincidenze e, spesso, senza laiuto di nessuno. []
45

Nessun genitore costituzionalmente preparato a parlare di origini con il proprio figlio adottivo. Non semplice affrontare il discorso e, certe volte, anche se si comincia abbastanza bene, ci si trova ingarbugliati in una serie di domande a raffica, oppure ancora peggio in un silenzio glaciale. Probabilmente una buona pista da seguire ricordarsi di fare attenzione non solo a quello che sta accadendo fuori, ma anche a quello che sta succedendo dentro. Ogni attacco di rabbia o di panico non ha solo un motivo esterno per esistere, ma anche uno o pi interni. Non sempre quello che si vede ci che esiste nella realt interna. A volte la rabbia contro un genitore adottivo (evento esterno) poggia su uno strato ben profondo di tristezza e confusione (evento interno) per la perdita improvvisa della propria immagine avuta sino ad allora (rappresentazione delle radici interne). Limmagine esiste nellambito di quella famiglia, non altrove. [] Probabilmente non individuabile a priori un tempo preciso in cui giusto e idoneo affrontare il tema delle radici. Ma forse esistono dei momenti in cui utile fare degli accenni al passato e alle origini dei bambini. O ancora, forse possibile fare attenzione alle esigenze dei ragazzi e cogliere alcuni segnali che indicano un certo livello di curiosit, e quindi una certa ricettivit. [] Delle tante storie che ho ascoltato dai genitori adottivi ognuna mi ha colpito per qualche motivo: qualcuna era romanzata, qualche altra era stringatamente reale, alcune erano commoventi, altre tragiche. Eppure in qualche modo tutte avevano un denominatore comune: la sensazione di inadeguatezza e di rischio cui andavano incontro man mano che la famiglia andava avanti. Tacere al bambino le sue origini, o ancor pi non essere disponibili ad affrontare insieme a lui tutti gli interrogativi che, prima o poi, inevitabilmente egli si porr, rivela la difficolt ad attribuire alla genitorialit adottiva uno statuto proprio. Per evitare questo senso di inadeguatezza pu aiutare il fatto che i genitori adottivi non si fingano diversi da quello che sono, cos che si possa stabilire un rapporto reale col figlio.

46

Sezione 2. PECULIARIT DELLE SITUAZIONI ADOTTIVE

Cap. 1. LADOZIONE INTERNAZIONALE. LESTERO COME INESAURIBILE SERBATOIO DI BAMBINI A IMMAGINE E SOMIGLIANZA DEI GENITORI
signora, ma sono tutti figli suoi? ma se ne accorta che uno nero???
(Scarpati, 2000)

UN BAMBINO UN BAMBINO IN TUTTO IL MONDO Tutti i bambini del mondo sono uguali. A sostenerlo Valeria Rossi Dragone (1997), Presidente del CIAI di Milano, spiegando le basi su cui opera il suo Ente. Un bambino non pu essere discriminato n per nascita, n per il colore della pelle, n per i tratti somatici, n per le condizioni politiche. Di conseguenza, non si pu scegliere il bambino n il paese di provenienza. Questa posizione non raccoglie certamente il consenso popolare di chi aspira a diventare genitore adottivo, e c certamente la consapevolezza che dietro a richieste specifiche ci possa essere un desiderio legittimo e umano da parte della coppia. Queste ragioni possono essere una famiglia conosciuta che ha un bambino che viene da quelle origini, un viaggio fatto o una cultura conosciuta. Queste indicazioni sono tenute in forte considerazione, ma ci che il CIAI rifiuta lidea di ordinare un bambino. Prima dellapertura ai paesi europei, il problema non esisteva, in quanto le coppie che si dichiaravano disponibili alladozione internazionale sapevano benissimo che sarebbe arrivato in famiglia un bambino diverso da loro o perch aveva gli occhi a mandorla, o perch aveva la pelle scura, o perch aveva i capelli crespi. Ma oggi i genitori possono scegliere un bambino europeo per evitare levidenza delladozione, mentre il CIAI cerca famiglie che diano la loro disponibilit completa per trovare una famiglia per il bambino, anzich un bambino per loro.
47

LEnte cerca di preparare adeguatamente i futuri genitori (vedi cap. Gli Enti Autorizzati). Questa preparazione non serve solo per il problema della differenza della razza; un problema di esperienza. Per esempio i bambini rumeni, quelli che secondo le fantasie comuni dovrebbero dare apparentemente meno problemi, in quanto sono belli, tutti biondi, e con gli occhi azzurri, in realt, proprio per le condizioni di deprivazione che vivono nei loro istituti, sono bambini altamente problematici. Infatti, anche se piccoli, possono avere ritardi psicomotori gravi e problemi di adattamento al nuovo ambiente pi di altri. noto che, mentre per ladozione nazionale le domande devono confrontarsi con la disponibilit di altre coppie e messe in relazione con labbandono di minori in un territorio ben delimitato, per ladozione internazionale la legge 184/83 aveva invece lasciato lopportunit di cercarsi, attraverso canali privati, il minore che meglio era in grado di rispondere ai desideri della futura famiglia adottiva e, quindi, con la facolt di individuarlo in uno dei tanti paesi in via di sviluppo visti, molte volte, come inesauribili serbatoi di bambini pronti da adottare. Secondo i dati dellUfficio centrale per la giustizia minorile del Ministero di Grazia e Giustizia, dal 1986 il numero di adottati stranieri superiore a quello degli adottati italiani. Da qui la convinzione, non sempre vera ma spesso suffragata dai fatti, che ladozione internazionale sia pi rapida e sicura. Rapida, perch la singola coppia ha di fronte questenorme possibilit di scelta (in realt, anche allestero, si pu incappare in liste dattesa molto lunghe). Sicura, perch la distanza che separer il bambino dalla terra natia aiuta a fantasticare su un taglio netto e definitivo del cordone ombelicale, quindi che sia impossibile per i genitori naturali rintracciare il figlio. Con la convenzione dellAja del 1993, relativa alla tutela dei minori e alla cooperazione in materia di adozione internazionale, finisce lera delle adozioni fai da te in cui i genitori facevano il giro degli istituti per scegliere il bambino; oggi lesistenza di un minore in stato di adottabilit deve essere segnalata allAutorit Centrale che, dopo aver fatto le verifiche del caso, rilascia una specie di promessa di visto; la coppia va nel Paese dorigine del minore con questo documento, da consegnare alle rappresentanze italiane in consolato o ambasciate allestero.
48

Al momento del passaggio di frontiera deve essere tutto garantito e le autorit italiane avvisate. Queste procedure sono precauzioni necessarie ad evitare che i genitori affrontino ladozione con superficialit e che non si impegnino a riparare il bambino dalle esperienze dolorose che ha vissuto. Ladozione regolare permette anche ai genitori di essere sereni nel momento in cui il figlio vorr sapere il perch si trova in un Paese che non quello in cui nato. La Convenzione Internazionale de LAja ha stabilito i principi fondamentali per la tutela dei diritti dei bambini che sono stati accolti dalle legislazioni di molti paesi, Italia compresa. Il pi importante il diritto primario del bambino a crescere nella propria famiglia, nella propria cultura e nel proprio ambiente. In questa ottica, ladozione internazionale diventa una soluzione sussidiaria, da attuare solo come ultima possibilit per un bambino riconosciuto dalle autorit come adottabile, e per cui non stato possibile trovare nel paese dorigine una famiglia che lo accogliesse. Questo significa: 1. che lo Stato deve impegnarsi ad aiutare il bambino a crescere nella sua famiglia e nel suo Paese, senza favorire la prassi adottiva come soluzione facile e deresponsabilizzante. Nei paesi in cui la dichiarazione dello stato di adottabilit rigorosa, molto pi facile fare adozioni corrette; in quelli, invece, in cui sufficiente un atto notarile per dichiarare un bambino adottabile, possibile che ci siano abusi e commerci. 2. se lo stato di adottabilit viene assegnato secondo i principi legislativi corretti, ladozione internazionale si riduce alla possibilit di adottare bambini molto particolari; oltre alla differenza di razza, i genitori si troverebbero in casa bambini ormai grandicelli, perch per anni si tentato di reinserirli nella loro famiglia o almeno in una famiglia connazionale; bambini portatori di handicap o gruppi di tre o pi fratelli che non hanno trovato una sistemazione migliore; bambini che hanno sofferto pi degli altri per una vita di rifiuti, seguiti da istituzioni o affidi, o anche per adozioni fallite alle spalle. Ne consegue che laccertamento dellidoneit dei coniugi deve essere rigorosa perch solo persone molto solide, capaci e libere da pregiudizi razziali, sono in grado di diventare i genitori adottivi di un bambino appartenente ad unaltra etnia.

49

Le adozioni fai da te erano molto attraenti per le coppie impazienti di diventare genitori. Questo spiega perch, nonostante la Convenzione dellAja risalga al 1993, solo dal 1998 sono aumentate le coppie che si affidano ai 22 Enti autorizzati a disposizione in Italia, passando dal 10-12% al 33%.

50

LADOZIONE INTERNAZIONALE IN ITALIA Per quanto riguarda i criteri di selezione delle coppie italiane che si rendono disponibili alladozione internazionale, la letteratura mostra la presenza di posizioni diametralmente opposte. Le esporr entrambe, spiegando i motivi per cui determinati autori hanno deciso di sostenere una posizione piuttosto che laltra. In entrambe si pu cogliere lattenzione al bambino e al suo bisogno di trovare una famiglia, per: una coppia italiana sempre da considerare idonea, potendo materialmente offrire di pi al minore rispetto alla famiglia dorigine? Oppure solo in pochi casi gli aspiranti genitori sono adatti a tale ruolo, essendo necessaria una particolare sensibilit per crescere bambini con un passato doloroso? Da un lato c la posizione sostenuta da De Rienzo, Saccoccio, Tonizzo e Viarengo (1999), che denunciano gli abusi presenti oggi nelladozione internazionale. La situazione delle adozioni internazionali nel nostro paese preoccupante anche per il discutibile comportamento di alcuni Tribunali e di diverse Sezioni per i Minorenni di Corti dappello, che hanno finora rilasciato il decreto di idoneit a coniugi senza una valutazione approfondita delle loro capacit genitoriali. Dello stesso parere Annamaria DellAntonio (1996): lAutrice evidenzia che, ad esempio, i Tribunali per i Minorenni di Catanzaro e Reggio Calabria in media concedono lidoneit alladozione internazionale rispettivamente al 99,7% e al 94% delle istanze presentate. Secondo la DellAntonio, questi dati dimostrano, senza ombra di dubbio, che non stato effettuato alcun accertamento di idoneit. La stragrande maggioranza dei fallimenti determinata dalla colpevole facilit con cui, prima gli operatori e poi i giudici, hanno assecondato le richieste dei coniugi in base allassurda giustificazione che tanto l morirebbero di fame, e quindi qualsiasi coppia va bene e allidea che nel mondo c un numero illimitato di bambini senza famiglia (DellAntonio, 1996). In realt, invece, secondo i dati forniti dal Ministero di Grazia e Giustizia, le domande di idoneit accolte per ladozione internazionale in tutta Italia sono state 4546 nel 1993, 4707 nel 1994, 3767 nel 1995, 3976 nel 1996 e 4356 nel 1997 e cio in totale 21352, mentre nello stesso periodo gli affidamenti preadottivi di minori
51

stranieri sono stati complessivamente 11112 (1992 nel 1993, 2434 nel 1994, 2503 nel 1995, 2088 nel 1996 e 2095 nel 1997). Questo significa che solo il 52% delle idoneit stata effettivamente seguita da abbinamento. La decisione di adottare un bambino straniero deve essere una scelta che comporta la piena accettazione di un bambino, qualunque sia la sua origine, il suo colore, il suo volto, nella convinzione profonda che tutti i bambini sono uguali e hanno lo stesso diritto ad essere amati. I bambini stranieri possono presentare maggiori problemi di inserimento e quindi, a maggior ragione, i genitori devono essere preparati e disponibili. Bisogna quindi combattere la tendenza di molte coppie che si orientano verso i paesi poveri nella speranza di trovare bambini rispondenti ai loro desideri: piccoli e di aspetto fisico il pi simile possibile a loro. Daccordo con la Presidente del CIAI, anche la DellAntonio sottolinea che chi si procura un bambino in questo modo, che cosa potr poi raccontare al proprio figlio? Se infatti il problema dellinformazione sempre importante per i figli adottivi, per quelli provenienti dallestero diventa fondamentale anche la trasparenza delle procedure che hanno portato alladozione. Una posizione antitetica a quella appena presentata mostra basi motivazionali altrettanto valide della precedente. A sostenerla c chi crede nella possibilit di rendere attuabile ladozione da parte di tutte le coppie che hanno ottenuto il decreto di idoneit; ci che nella letteratura precedente era mostrato come un abuso, per altri Autori una risorsa. Tra questi c Melita Cavallo, Presidente della Commissione per le Adozioni Internazionali dal 10 aprile 2001. Il primo compito, subito dopo larrivo del neo-Presidente in Commissione, stato di rivedere il panorama degli Enti autorizzati che secondo la nuova legge del 2002 si devono occupare di adozioni internazionali (Forcolin, 2002). Questo lavoro ha richiesto molto tempo e impegno perch molti Enti erano stati scartati e chiedevano la revisione della decisione. Secondo il Presidente era per importante attuare subito questo tipo di revisione per avere un panorama completo delle strutture dappoggio alle famiglie e al Tribunale.

52

Melita Cavallo insiste poi sulla necessit di avere un dossier preciso ed esauriente sul bambino adottabile, per avere tutte le informazioni indispensabili in caso di future richieste di informazioni da parte della famiglia adottiva o delladottato stesso. La Convenzione dellAja, nei fatti, ha provocato la chiusura delle frontiere da parte di molti paesi. Questo, secondo il Presidente, era necessario per avere delle adozioni trasparenti, per evitare che dei bambini vengano scippati alle loro famiglie. Per ovviare al blocco delle adozioni che potrebbe seguire la chiusura delle frontiere, la Commissione per le Adozioni Internazionali nel 2001 ha avviato incontri con la Federazione Russa e lUcraina, e successivamente con la Cina e il Vietnam. Attualmente sta cercando accordi con la Bielorussia, la Lituania e la Bolivia. Due delegazioni sono state in Romania e con una terza si dovrebbe giungere ad un accordo. Per quanto riguarda le spese, alquanto elevate, necessarie per unadozione internazionale (vedi cap. Gli Enti Autorizzati), Melita Cavallo spiega che per fare le cose alla luce del sole tutto va certificato, quindi pagato; la trasparenza costa pi del fare le cose in nero. Sostiene che unadozione non dovrebbe superare gli ottomila euro, viaggio compreso. (Oggi invece li supera di molto). Limpegno della Commissione rivolto anche in questo senso.

53

LADOZIONE INTERNAZIONALE DAL PUNTO DI VISTA PSICOLOGICO Per la buona riuscita di unadozione internazionale, si ritiene necessario che i genitori arrivino al fatidico momento dellincontro con il loro futuro figlio ben preparati. Oggi sono tante le famiglie interetniche, sono tanti gli incontri fortunati tra genitori e figli di diverso colore, tratti somatici, provenienza, cultura e abitudini. Anche senza una preparazione specifica come quella degli assistenti sociali e degli psicologi impegnati in questo campo, si pu comprendere come le difficolt di incontro e di relazione tra bambini e adulti che si rendono loro disponibili come genitori possono essere ancora maggiori se questi ultimi sono di etnia diversa. Tali difficolt possono essere contingenti e collegate con la particolare situazione socioambientale in cui i primi sono vissuti, soprattutto se provengono da Paesi in cui la loro educazione ed il loro progressivo adattamento sociale sono stati negativamente influenzati, oltre che dalla sostanziale mancanza di una protezione familiare, anche da condizioni socioeconomiche particolarmente scadenti e precarie o da eventi bellici che si protraggono nel tempo, che hanno vanificato o comunque reso particolarmente difficile ogni tentativo di organizzazione della funzione educativa anche al di fuori della famiglia. Pu succedere che in queste condizioni i bambini abbiano appreso ed introiettato alcune regole di sopravvivenza legate alle situazioni di emergenza piuttosto che a valori predeterminati, ma anche che siano stati indotti a sviluppare precocemente specialmente se percepiscono la trascuratezza ed il disinteresse collettivo comportamenti di autonomia ed autosufficienza. I loro modi di percepire la realt e di reagire ad essa, i loro vissuti, le loro aspettative nei confronti delladulto possono pertanto risultare anche molto diversi da quelli tipico dei coetanei che sono cresciuti nel paese in cui essi vengono adottati. Difficolt dinserimento in una famiglia di altra etnia possono comunque derivare anche da fattori culturali, che possono implicare comportamenti relazionali, percezioni del ruolo proprio ed altrui ed abitudini quotidiane a volte anche molto diversi tra il paese di provenienza del bambino e quello in cui viene adottato e che implicano quindi un maggior sforzo nelladattamento reciproco iniziale tra lui ed i nuovi genitori. Vi sono fattori che rendono indispensabile la preparazione e la totale disponibilit dei futuri genitori adottivi; questi nascono dal cambiamento improvviso e marcato di
54

alcuni elementi di riferimento per il bambino, tali da determinare in lui inevitabilmente un senso di estraneit. 1. In primo luogo la mancata comprensione del linguaggio utilizzato dai nuovi genitori e da ogni altra persona con cui egli viene a contatto. Non si tratta solo del linguaggio parlato (compreso, anche se non usato, anche dai bambini pi piccoli che utilizzano ancora poco il linguaggio simbolico), ma anche di tutte quelle altre modalit di comunicazione gestualit, mimica, tono della voce ma anche posture e uso delle distanze interpersonali che veicolano vissuti, sentimenti e informazioni sulle esigenze e le aspettative dei singoli, o che permettono una chiave di lettura pi articolata di ci che viene detto e che sono in gran parte caratteristiche delle singole culture di appartenenza. 2. In secondo luogo vi il senso di estraneit che pu provenire al bambino da diversit anche marcate che egli riscontra nellambiente, naturale ma anche urbanistico. Assai diversa pu essere per esempio nel presente, rispetto al passato, la natura che lo circonda (il paesaggio, le piante, gli animali, lo stesso clima ed i modi di affrontarlo), ma anche limpianto urbanistico che in esso stato costruito (le case, le strade, le botteghe, i mercati e cos via), soprattutto considerando che questi bambini provengono solitamente da quartieri o sobborghi fatiscenti, logisticamente vicini, ma sostanzialmente lontani da un tessuto urbano pur presente nella loro terra dorigine pi organizzato e pi simile a quello in cui vengono inseriti. Ci implica per lui sia una regressione di conoscenze e di capacit di previsione e di controllo anche su elementi emotivamente neutri del mondo che lo circonda, sia la possibile insorgenza di sensi di inferiorit o disuguaglianza prima non conosciuti, che non possono che diminuire la sua gi acquisita autonomia nel quotidiano e la sua stessa autostima. 3. In terzo luogo, infine, la presenza nel nuovo mondo di valori, norme di comportamento, abitudini di vita diversi da quelli del paese di origine; norme alle quali viene chiesto al bambino di adeguarsi ma che, non corrispondendo a quelle apprese, richiedono che egli sia in possesso per poter conservare il grado di autogestione raggiunto ed ottenere contemporaneamente quellappoggio e quellapprovazione di cui ha bisogno in un contesto sconosciuto di risorse personali che egli spesso non riuscito a sviluppare nel contesto affettivamente carente in cui cresciuto. La marcata differenza di contesti e di interlocutori fa s che al bambino di diversa etnia vengano a mancare, pi che al bambino della stessa etnia
55

dellambiente adottivo, gli strumenti per prevedere le reazioni dei nuovi genitori ai suoi comportamenti e che pertanto egli sia meno in grado di controllare gli eventi e di partecipare attivamente alla loro determinazione. Per bambini che hanno gi sperimentato un grado pi o meno elevato di autonomia tutto questo pu diventare motivo di grande frustrazione e di diminuzione dellautostima: per bambini pi piccoli o con personalit fragili e/o insicure ci pu essere invece causa di ulteriore sconcerto e confusione. Di conseguenza anche le reazioni dei bambini adottati con adozione internazionale possono essere pi intense di quelle dei bambini adottati dai genitori della stessa etnia sia nel senso della resistenza e dellopposizione, sia nel senso delladeguamento passivo alla situazione, sia nel senso di unambivalenza difficilmente comprensibile oltre che accettabile. Questo pu accadere anche in bambini relativamente piccoli, che solitamente sono preferiti da chi adotta perch considerati pi adattabili ai nuovi stili di vita e pi capaci di dimenticare. Ma, date le condizioni di vita nei paesi da dove provengono pi comunemente i bambini delladozione internazionale, possibile dedurre solo con approssimazione dalla loro et il loro grado di autonomia e/o di assimilazione dei valori della cultura di origine. Bambini anche piccoli possono infatti essere stati sollecitati ad autogestirsi e ci pu aver comportato anche lo sviluppo precoce di unidentit personale se pur collegata ad un forte senso di appartenenza a gruppi di coetanei relativamente svincolati dagli adulti -, che essi hanno imparato a vivere come unico sostegno. Ci non vuol dire ovviamente che questi bambini non abbiano assimilato le norme e valori degli adulti tra cui vivevano, sia perch essi non potevano che ispirarsi ai valori che questi esprimevano, sia perch la sopravvivenza di una persona che sta ancora sviluppandosi pur sempre assicurata dallosservanza di alcune norme sociali di base. Si deve pertanto presupporre che essi abbiano anche fatto propria una specifica identit etnica. comprensibile cos che la sollecitazione ad una autonomia precoce nel paese di origine e la conseguente acquisizione in esso di unindipendenza dalladulto anche se non funzionale ad una corretta crescita possono far s che i tentativi di conservare e proporre la propria individualit attraverso al resistenza a cambiare abitudini e stili relazionali siano marcati anche in bambini relativamente piccoli. Anche le modalit di cura ricevute possono creare abitudini e aspettative diverse a seconda della cultura; di conseguenza cambiano anche i modi del bambino di rapportarsi alla realt e di interagire con gli adulti per ottenere da loro appoggio. Anche in questo caso, a prima vista i bambini pi piccoli soffriranno di pi del
56

cambiamento, in quanto i pi grandi sono in grado di valutare pi realisticamente la nuova situazione ed avere sufficienti risorse personali per potersi adeguare alle modalit di comportamento proposte nella nuova realt, mentre i bambini molto piccoli possono non rendersi conto dei motivi del loro disagio ed evidenziare disorientamenti anche intensi di fronte ad aspettative nei loro confronti sostanzialmente non comprese. Ma daltra parte bambini pi grandi vivono pi dei piccoli come perdita di sicurezza interiore il fatto di doversi confrontare con queste. 4. Una situazione particolare coinvolge i bambini che vengono allontanati dalla famiglia per carenza di cure materiali: questi possono non sentirsi abbandonati, perch la carenza non riguarda i bisogni affettivi. Se i bambini hanno creato dei legami significativi allinterno della famiglia, al momento della rottura avranno reazioni di lutto, quindi comportamenti depressivi o oppositivi o ambivalenti e oscillanti tra rifiuto dei nuovi adulti e dipendenza da loro. Saranno pi timorosi davanti al rischio di perdere anche questi nuovi genitori, che diventano le uniche figure di riferimento, soprattutto quando un viaggio lungo e non agevole ha fatto capire al bambino, anche piccolo, che non vi possibilit di ritorno. I nuovi genitori devono quindi essere pronti e disponibili a contenere atteggiamenti a volte provocatori, a volte oppositivi, a volte ambivalenti da parte dei figli; solo cos il bambino potr sentirsi accettato, rassicurato e abbastanza amato da permettersi di cominciare la sua esplorazione del nuovo mondo che lo circonda, alla scoperta di cose e persone non pi viste come minacciose. 5. Infine, ladozione internazionale rispetto alla nazionale pu provocare nel bambino la sensazione pi intensa di essere oggetto di possesso, o di scambio, nelle mani delladulto. Egli, nel passaggio da un ambiente allaltro, non pu decidere nulla, non vengono tenuti in conto i suoi sentimenti e a volte non sa nemmeno cosa sta succedendo, perch nessuno glielo ha spiegato. necessario prestare attenzione al bambino e al suo comportamento per capire se dentro di s prova questa sensazione; potrebbe per non essere sufficiente nemmeno questo. Infatti spesso ladattamento viene vissuto dal bambino passivamente, e questo viene erroneamente interpretato dagli adulti come adeguamento. Ma se il bambino passivo in famiglia sar passivo anche in societ, e perder la curiosit per tutto ci che lo circonda. Spesso questa mancanza di curiosit si riverbera sul rendimento scolastico; si deve perci prestare attenzione a questi segnali di allarme.

57

6.

La preparazione degli aspiranti genitori adottivi ha unimportanza tutta

particolare nelladozione internazionale per un ulteriore motivo, pi legato a fattori pratici che psicologici. Nel caso unadozione internazionale fallisca, gli effetti sul bambino possono essere pi gravi del fallimento di unadozione interna, perch il suo paese dorigine lo considera ormai uno straniero. Se poi il fallimento interviene durante lanno di affido preadottivo, le conseguenze rischiano di essere ancora pi gravi, in quanto egli non ha ancora la cittadinanza italiana (che si acquista solo con la pronuncia di adozione definitiva) ma di solito ha gi perduto la cittadinanza originaria. Ovvio dunque che nella preparazione di una coppia per ladozione internazionale dovr tenersene conto. Per tutti questi motivi dunque, prima di dichiarare lidoneit, il Tribunale dice lart. 30 della legge deve disporre adeguate indagini per accertare la capacit degli aspiranti di diventare buoni genitori adottivi. I Servizi Sociali sostengono e preparano la coppia perch arrivi serenamente al momento dellincontro. Sarebbe utile che anche dopo larrivo in Italia il nuovo nucleo costituitosi potesse contare sul supporto da parte dei servizi competenti, ma si deve purtroppo constatare che attualmente tale opportunit relativamente carente. [] Si deve quindi auspicare che gli Enti Autorizzati non limitino la loro opera al reperimento del bambino e allaccompagnamento degli aspiranti genitori adottivi nel Paese in cui lo incontreranno, ma forniscano alluno e agli altri in ogni momento del percorso adottivo sia prima che dopo il loro incontro un aiuto specifico per i problemi particolari che possono presentare quella coppia, quel bambino, quel nuovo nucleo familiare che si sta formando. (DellAntonio, 2001).

58

BAMBINI IN ADOZIONE TRANSRAZZIALE I bambini adottati che si ritrovano in mezzo a persone diverse da loro in tutti i campi sopra elencati hanno, comprensibilmente, difficolt a stabilire una continuit tra la loro esperienza passata e quella presente. I genitori devono quindi aiutarli non tanto a lasciarsi dietro le spalle la loro esperienza precedente, ma piuttosto a non perdere ci che in essa hanno appreso e costruito e ad integrarlo nella vita presente e futura. La condizione primaria per permettere ai bambini di riprendere in modo funzionale il loro processo di crescita psicologica diventa il riconoscimento in positivo, da parte dei genitori adottivi, degli elementi gi presenti nel loro processo di acquisizione di unidentit personale e sociale. Ci che richiede che i genitori siano anche in grado di modificare le loro previsioni e le loro aspettative, i loro programmi per il bambino in base alla sua storia, ai suoi vissuti, alle sue capacit di adeguamento ed ai tempi sicuramente diversi nei singoli bambini che questultimo richiede; devono essere disponibili a costruire con lui una nuova storia familiare. Il bambino in adozione transrazziale pu sviluppare una personalit multietnica solo se aiutato a valorizzare la sua origine. Tale aiuto pu venire solo dai genitori adottivi o da altri adulti che diventano per lui persone significative nella nuova situazione. Queste figure devono offrire al bambino elementi e risorse per sviluppare unidentit multietnica. Ci possibile quando questi adulti sentono veramente paritaria lappartenenza ad una razza piuttosto che ad unaltra non solo dei bambini ma anche degli adulti. Vediamo in dettaglio le trappole che i genitori devono evitare. La prima in agguato quando i genitori propongono e richiedono subito al bambino lassunzione di stili di vita e di valori che appartengono alla loro cultura e che come tali sono diversi dal quelli cui lui ha fatto fino allora riferimento. Certamente gli dimostrano affetto, ma proprio perch desiderano sentirlo come figlio ed anche perch desiderano che gli altri lo accettino come tale ritengono che egli debba diventare al pi presto simile ai coetanei bianchi, perdendo quel bagaglio di abitudini e valori che lo rende diverso e che sembra rendere ancor pi evidente la sua appartenenza ad unaltra origine. Il bambino da parte sua, avendo gi sperimentato labbandono e sviluppato sensi di inadeguatezza in una esistenza sostanzialmente frustrante, pu essere portato ad accettare a qualsiasi costo la nuova situazione, di modo che ladattamento ad essa
59

pu avere prevalenti caratteristiche di passivit e di delega, anche con repressioni di bisogni ed aspirazioni gi elaborate, di modo che tale adattamento risulta in realt disfunzionale alla sua crescita. In questo contesto di problematicit pu essere collocato anche il cambiamento del nome del bambino. Fortunatamente oggi i genitori adottivi lasciano spesso il nome originario del figlio, o lo cambiano solo se avvertono che il figlio stesso a non portarlo volentieri. Per i genitori sarebbe pi facile scegliere personalmente un nuovo nome per il figlio, perch questo avrebbe per loro il senso di un distanziamento dal luogo nativo del piccolo e potrebbe facilitare il suo inserimento nella nuova realt. Ma per il bambino, che non pu che accettare il nome con cui viene definito e chiamato da tutti, la perdita del nome con cui aveva appreso ad essere designato e chiamato assumerebbe significato di perdita di identit e di riferimenti alle sue precedenti esperienze. La seconda trappola nasce nel momento in cui i genitori cercano di minimizzare agli occhi del figlio, ma anche a loro stessi, specialmente se nel contesto si possono riscontrare marcati pregiudizi o manifestazioni di intolleranza verso le persone di colore, quelle caratteristiche somatiche che denotano la sua appartenenza ad una razza diversa dalla loro. In questo caso il messaggio proveniente dai genitori adottivi pu essere ambiguo, se non contraddittorio: essi vogliono bene al figlio, ma non tanto per quello che un bambino di colore quanto piuttosto come potenziale bambino e adulto bianco. Egli cio acquista valore solo se abbandona lidentit precedente ed in grado di essere bianco, o almeno simile a un bianco. La terza trappola si ha quando, in alcuni casi, i genitori adottivi si rendono conto di ci che pu significare per un bambino la problematica connessa con la differente origine razziale e, non sapendo come affrontare la situazione, cercano di procrastinare il pi possibile la loro risposta a domande implicite o esplicite del bambino sul motivo di tali differenze, anche negando levidenza dei fatti. Altre volte invece essi sono particolarmente attenti a ci che gli altri dicono al bambino e pronti ad intervenire per negare, disconfermare, minimizzare eventuali apprezzamenti negativi o che essi ritengono tali o allusioni non piacevoli alla sua razza e al colore della sua pelle. Per evitare mistificazioni che prima o poi si pagano, necessario solo vivere ladozione nel modo giusto, regolare, sereno, nel nome dellaccettazione di ogni essere umano come persona.
60

Concludo questo capitolo come lho cominciato, con le parole di Valeria Rossi Dragone (1997): Io sono profondamente convinta che ladozione non un modo di secondo ordine, di diventare genitori. uno splendido modo di diventare genitori, diverso, ma splendido, autentico e vero.

61

Cap. 2. FALLIMENTI ADOTTIVI


Non si guarisce se stessi prendendosi cura degli altri, si pu forse tentare di evitare di prendersi cura dei propri problemi in questo modo, ma in genere una strategia che non porta lontano.
(Galli, Viero, 2001)

La letteratura riporta che le adozioni possono evolversi in modo positivo, permettendo ai bambini di modificare e riparare i traumi conseguenti linterruzione dei legami affettivi primari, grazie allamore e al supporto della nuova famiglia. Purtroppo, per, segnala anche alcuni casi di adozione nelle quali il progetto di base, di accogliere un bambino e di costituire una famiglia adottiva, fallisce. Fallimento adottivo significa, per una famiglia, non essere stata in grado di accogliere ed instaurare con un bambino una relazione significativa dal punto di vista affettivo, e non essere riuscita ad attraversare con lui le fasi evolutive, fino al raggiungimento della sua autonomia nellet adulta (Galli, Viero, 2001). Le statistiche ufficiali considerano il fallimento adottivo linterruzione della relazione che ha luogo prima che venga decretata definitivamente, da un punto di vista giuridico, ladozione del minore. Quindi nelle statistiche italiane i fallimenti adottivi segnalati sono solo quelli che avvengono prima della fine dellanno di affido preadottivo. Se la restituzione avviene in un secondo momento invece il bambino considerato figlio legittimo della coppia e quindi viene posto in affidamento o in istituto, come se fosse stato allontanato dalla famiglia naturale. Visto che lintento che mi propongo non di considerare ladozione da un punto di vista giuridico, bens psicologico e sociale, in questa ottica risultano fallimenti anche quelli che si consumano dopo il primo anno di convivenza della nuova famiglia. Affronter il discorso sia dalla parte dei genitori, sia dalla parte del bambino, soffermandomi sui fattori di rischio legati alle loro esperienze antecedenti il loro incontro, senza dimenticare il ruolo degli operatori nel prevenire abbinamenti sbagliati. A livello esemplificativo della situazione italiana, unindagine conoscitiva realizzata dai Consultori Familiari di Udine (Galli, Viero, 2001) ha trovato che tra il 1985 e il 1998 gli studi di coppia in vista dellottenimento dellidoneit sono stati 238, su una
62

popolazione di circa 169000 abitanti. Di queste coppie, 17 hanno avuto relazioni psicologiche e sociali negative che controindicavano linserimento di un minore. Delle rimanenti, soltanto 125 coppie hanno accolto uno o pi bambini nel periodo compreso tra il 1985 e il 2000. Circa 100 coppie non si sono attivate, nonostante abbiano ottenuto unidoneit. Lesperienza clinica ci segnala che i percorsi delladozione risultano essere complessi e il lavoro degli operatori e di tutti coloro che sono coinvolti, necessita di qualificazione, aggiornamento e responsabilit nonch coordinamento tra le diverse istanze chiamate ad intervenire: giuridiche, psicologiche e sociali, nonch quelle private rappresentate dagli Enti che fanno da tramite per ladozione internazionale. Questo lavoro di prevenzione oggi sembra aver raggiunto una sufficiente efficacia, ma sempre necessario evolversi e migliorarsi, in base ai cambiamenti evolutivi del percorso adottivo, che sempre pi si rivolge allestero, e in vista soprattutto di quei casi in cui i minori adottati si trovano ad accumulare un fallimento adottivo, o anche pi di uno. Nella ricerca che ho condotto ai Servizi Sociali di Carpi non ci sono dati riguardanti casi di fallimento adottivo; non ci sono informazioni a testimonianza del fatto che bambini adottati siano stati successivamente restituiti perch la famiglia formatasi non ha potuto portare a compimento il cammino intrapreso. Fortunatamente quindi, le coppie considerate idonee alladozione hanno saputo mantenere fede agli impegni presi, mentre quelle che non sarebbero state in grado di occuparsi di un minore sono state sconsigliate dagli operatori riguardo al loro progetto di diventare genitori, e non hanno portato a termine lindagine sociopsicologica. ovvia limportanza di un adeguato sostegno da parte dei Servizi alle future famiglie, che spesso iniziano un percorso senza conoscerne la portata n limpegno richiesto.

63

I FATTORI DI RISCHIO A buon senso, ladozione viene ritenuta dai pi una soluzione al problema delle coppie che desiderano un figlio e non possono averlo naturalmente. Oggi la maggior parte delle coppie che richiede ladozione ha per tentato, in precedenza o contemporaneamente, di risolvere la propria incapacit a procreare con la procreazione medicalmente assistita. Questo tema ha assunto negli ultimi decenni interesse via via crescente, e le possibilit offerte dalla medicina si sono moltiplicate e sono diventate pi specifiche a seconda dei diversi casi. Parallelamente a ci si osserva la presenza di un significativo silenzio sugli aspetti psicoaffettivi ed emozionali di questi disturbi e dei trattamenti degli stessi. La scarsa presa in considerazione di queste problematiche, appare infatti caratterizzare la letteratura sia sul versante della ricerca medico-scientifica che su quello della applicazione clinica. Mentre in generale si tenta di affiancare le nuove cure mediche con linteresse per aspetti psicologici che le accompagnano, in questa area si pu osservare invece un progressivo iato tra le istanze relative alla cura del corpo da quelle della mente. Comprensibilmente, la difficolt a procreare molto frustrante per una coppia che desidera avere dei figli; questo sentimento pu trasformarsi in sofferenza quando anche i tentativi di superare gli ostacoli si rivelano inefficaci; pu addirittura diventare dolore mentale, se alla frustrazione si aggiunge lavvio e subito dopo linterruzione di una gravidanza. Da un punto di vista psicologico, gli aborti o i figli morti rappresentano dei lutti che devono essere elaborati attraverso il lavoro psichico. Quando ci non avviene, quando cio la mente non appare in grado di affrontare la sofferenza che lelaborazione del lutto richiede, il tentativo di espellerla pu diventare un modo per risolvere il conflitto. Nellesperienza clinica si osservato che quando la richiesta di adozione ha luogo dopo trattamenti per linfertilit che si sono protratti per anni, dopo inseminazioni (omologhe o eterologhe) ripetute, che non hanno dato come risultato la nascita di un bambino vivo, alle difficolt di elaborazione del lutto per la mancata procreazione si aggiunge quello dei tanti figli morti (aborti o embrioni che non attecchiscono), e lesperienza di una sovraesposizione del corpo a intrusioni che lasciano profonde cicatrici anche nella psiche (Galli, Viero, 2001).

64

La frustrazione ed il lutto non elaborati, per il figlio non nato, rischiano di pervadere la mente del singolo e modificare la dinamica della coppia, riducendo lo spazio creativo nella mente dei futuri genitori; ma questo spazio risulta essere invece vitale per laccoglimento del terzo, il figlio adottivo; necessario evitare che al nuovo figlio venga inconsciamente affidato il compito di annullare il lutto e i sentimenti dolorosi collegati alla sterilit. Quando invece la domanda di adozione si sovrappone nel tempo ai trattamenti di procreazione assistita si rischia di creare, a livello mentale, una confusione tra le potenzialit procreative, le angosce di fallimento della cura e le fantasie riguardanti un bambino procreato da altri, rimasto solo in attesa del loro arrivo. Ladozione in tal caso, e in particolare il bambino adottivo, diventerebbero, nella mente dei futuri genitori, una sorta di talismano teso a scongiurare il rischio di vedere svanire per sempre la possibilit di procreare. Questo evitamento della sofferenza appare il pi delle volte come una difesa assai potente. opinione diffusa che ladozione costituisca un fattore di sblocco psicologico di gravidanze in coppie infertili. Quando la gravidanza inizia a poca distanza di tempo dallarrivo del figlio adottivo pu nascere unambivalenza, che soprattutto la madre vive, sul piano emozionale, tra il voler accudire il figlio adottivo che le ha permesso anche di rimanere incinta e il desiderio di proteggere il bambino che porta in grembo. Tale sentimento pu limitare la capacit materna di riconoscere i bisogni di ciascun bambino, determinando di conseguenza un sentimento di inadeguatezza come madre, nonch sentimenti di colpa. Tale condizione sarebbe rischiosa per una donna, che gi in una particolare situazione psicoaffettiva per il fatto di trovarsi in gravidanza, e sarebbe rischiosa anche per limpegnativo lavoro mentale che richiede, andando a compromettere tanto la relazione con il figlio adottivo quanto quella con il figlio biologico. Il modo di affrontare la sterilit, la decisione di adottare e lattesa dellabbinamento differente per gli uomini e per le donne. Una madre durante la gravidanza percepisce i movimenti fetali e il suo corpo si trasforma per dare spazio alla crescita nellutero del bambino; per la donna in gravidanza adottiva invece lo spazio da creare per accogliere il figlio uno spazio interno, psichico, mentale. Per luomo, tanto nella paternit biologica come in quella adottiva, i cambiamenti riguardano il mondo interno, ma anche lo spazio e le modalit di relazione con la
65

partner. Non sar il pancione che sinterporr nel contatto fisico tra loro bens le fantasie, i pensieri che entrambi avranno sul futuro bambino e su come ognuno svolger il proprio ruolo genitoriale. Questi delicati equilibri che vanno cercati per il successo dellesperienza adottiva si scontrano con venti di emozioni vissuti sia dal singolo genitore che dalla coppia in quanto tale, e con la tempesta di emozioni che porta dentro di s, e con s nel rapporto, il bambino adottivo. I fallimenti adottivi sono proprio frutto delluragano che nasce dallincontro scontro di queste dinamiche psichiche.

66

LADOZIONE DOPO LA MORTE DI UN FIGLIO Se una coppia genera un figlio proprio e successivamente deve affrontare il dolore della sua scomparsa, necessariamente si pone il problema dellelaborazione del lutto. Il figlio adottivo richiesto da tale coppia corre il rischio di trovarsi a svolgere limpossibile compito di sostituire il perduto figlio naturale. Spesso queste coppie non sono pi giovani, quindi adottano bambini grandi, gi portatori dunque di un pesante carico di esperienze passate. Sono queste le adozioni che, per la confluenza di questi fattori, possiamo definire maggiormente a rischio evolutivo o di fallimento. La difficolt degli adulti di portare a temine il lavoro di lutto determina una limitazione delle risorse; sono meno disponibili al lavoro mentale e si pu vedere in loro un ripiegamento sul fare quotidiano, un appiattimento delle capacit di fantasticare, della creativit e degli investimenti affettivi. Questi sono sintomi della depressione sottostante uno o entrambi i coniugi. La richiesta di adottare un bambino diventa, allora, una sorta di autoterapia, che la coppia cerca di attivare come modo per negare e tenere lontana la sofferenza e la depressione. Quindi lentusiasmo che si pu attivare nella coppia una volta che si impegna per ottenere un bambino in adozione pu celare una sottostante condizione di bisogno. Gli operatori devono perci stare molto attenti quando si trovano a lavorare con queste coppie, in quanto rischiano facilmente di colludere con gli aspetti difensivi della coppia. Se il dolore mentale diventa loro insopportabile, possono incolpare gli operatori di non permettere loro di risanarsi se non vengono considerati idonei. Possono arrivare ad attaccarli con denunce, ricorsi al Tribunale o alle Corti dAppello. Il problema nasce se una coppia che mette in atto barriere difensive contro il dolore incontra un bambino che, abbandonato e/o istituzionalizzato, ha in atto le stesse difese e avrebbe bisogno di un contenitore su cui sfogarsi per poterle abbattere; se il funzionamento delle due parti speculare, si crea una situazione in cui ognuno lotta intensamente per tenere lontana la depressione. Questa tecnica pu funzionare nei primi tempi dopo linserimento del minore nel nucleo familiare, ma comporta un rischio a distanza che tende ad emergere al

67

momento della fine dellaffidamento preadottivo, quando viene decretata la legittimazione del rapporto, oppure quando il figlio entra nel periodo adolescenziale.

68

RIFIUTO DI PROCREARE E MOTIVAZIONI FILANTROPICHE Le coppie che non presentano problemi di infertilit ma scelgono di adottare anzich procreare vanno esaminate con attenzione dagli operatori che ne devono giudicare lidoneit alladozione. Questa categoria potrebbe comprendere alcune coppie che, sia che abbiano gi figli naturali sia che non ne abbiano, giustificano la scelta adottiva con motivazioni filantropiche o ideologiche; ad esempio, sapendo che ci sono tanti bambini bisognosi, non capiscono perch si debba concepirne altri. Alle persone che non vogliono sovraffollare un mondo gi troppo affollato, andrebbe ricordato che questo non un motivo sufficiente per adottare: i bambini non smettono di piangere al suono di pur ottime teorie. Altre coppie, soprattutto giovani, allinizio dellindagine sociopsicologica mostrano di pensare alladozione come a una risposta solidale ai problemi del mondo, come un gesto di accoglienza del figlio di un altro, unapertura al futuro e una risposta ai bisogni del mondo. Questo progetto missionario pu celare un inconscio atto daccusa nei confronti dei genitori, naturali e sconosciuti, del futuro figlio. Gli operatori avranno il compito di ricordare a queste coppie che non obbligatoriamente vero che allopposto di due genitori bravi e solidali ci siano due genitori snaturati ed egoisti. Non spetta ai genitori adottivi giudicare il passato del bambino che verr loro affidato. Fortunatamente, lapproccio fantastico si scontra presto con la realt: i bambini da adottare, tutti, nessuno escluso, sono persone in carne e ossa e non progetti di solidariet nazionale e internazionale, i loro bisogni sono quelli di ogni bambino e non di una missione, le cose che richiedono sono affetto e amore incondizionato, e non ladesione a un ideale. A conclusioni pi reali e corrette si arriva elaborando meglio il proprio desiderio, prima non ammesso. Infatti, dietro a queste spiegazioni, si possono celare in realt tanti tipi di paure: ansie riguardanti il parto o la gravidanza per le donne, non ultima quella di deformare il proprio aspetto fisico; gli uomini invece hanno pi paure riguardanti la possibilit di trasmettere un handicap, oppure malattie genetiche ereditarie; o ancora profonde problematiche riguardanti la sessualit di coppia, che pu andare dalla scarsit di rapporti sessuali fino alla completa astinenza (i cosiddetti matrimoni bianchi).
69

Se diventassero genitori, queste persone rischierebbero di proiettare sul figlio, gi provato dalle esperienze di abbandono subite, i loro problemi psicosessuali, distorcendone di conseguenza lo sviluppo globale. Purtroppo anche in questo caso le difficolt non sono visibili nellanno di affido preadottivo; in genere, emergono quando il figlio raggiunge la pubert.

70

LADOZIONE DA PARTE DI FAMIGLIE CON FIGLI La presenza di figli nati dalla coppia o da essa adottati, rappresenta sia una risorsa che una variante di rischio tanto per i figli gi presenti, quanto per il bambino che viene adottato. Cosa pu indurre una coppia che ha uno o pi figli alladozione? Una motivazione, come gi detto, pu essere quella filantropica, del fare del bene a un bambino abbandonato. Ci di per s non un elemento che si debba intendere a priori connotato di rischio; per il clinico ci che appare indispensabile valutare quanto dal punto di vista interno, vale a dire della gestione della genitorialit, vi siano delle autentiche risorse atte a fronteggiare limpegnativo lavoro psichico a cui si sottopongono gli adulti, gli altri figli e il futuro figlio adottivo. Dal punto di vista psicologico possiamo soltanto affermare che ci rappresenta una maggiore complessit. Vi sono tuttavia condizioni particolari in cui ladozione viene intrapresa con superficialit, e questo rappresenta una condizione di rischio. Ad esempio, la coppia pu desiderare ladozione per competere con le proprie figure genitoriali interiorizzate. In altre parole, la coppia desidera andare oltre ci che i loro genitori hanno realizzato, e lo ottiene portando avanti una diversa esperienza di genitorialit. Oppure una coppia pu volere un figlio adottato a tutti i costi, come abbiamo visto succedere in alcune coppie sterili. Per altre coppie ancora, il rischio di tipo megalomane: si desidera provare tutto, senza tenere adeguatamente in conto i bisogni e le difficolt dei figli gi presenti in famiglia e dello sforzo che anche loro devono compiere al momento dellentrata di un nuovo bambino in famiglia. I figli naturali della coppia, allarrivo di un altro figlio, non neonato e portatore di problematiche specifiche, possono provare disagio mentale, possono sentirsi narcisisticamente svalutati, perch pensano che i genitori siano alla ricerca di un figlio speciale, e di conseguenza si sentono sempre non allaltezza delle aspettative dei genitori.

71

In adolescenza queste emozioni diventano ancora pi conflittuali: i figli naturali possono vivere la presenza del figlio adottivo come un rifiuto dei genitori di occuparsi di lui. Oltretutto, pu succedere veramente che il nuovo arrivato prenda il sopravvento catalizzando lattenzione dei genitori o agendo con violenza rispetto ai nuovi fratelli o sorelle. Un altro rischio ancora si trova in coppie che hanno procreato figli in giovane et, e non hanno potuto occuparsi di loro se non in maniera parziale, trovandosi costretti ad affidarli a nonni e baby-sitter. Con ladozione di un figlio gi grandicello possono cercare di bypassare la sofferenza e la frustrazione di unulteriore gravidanza e del necessario lavoro interno di riparazione. Queste variabili di rischio possono spiegare la percentuale molto ridotta di coniugi con figli naturali che richiedono ladozione, rispetto alle coppie senza figli. A riguardo ci sono tre filoni interpretativi (Farri Monaco e Peila Castellani, 1994): Il pi significativo, per frequenza e contenuto psicologico, presenta una situazione familiare in cui il desiderio di un secondo figlio nella donna appare ostacolato da problemi riconducibili a una difettosa interazione somatopsichica. Aborti spontanei a volte ripetuti, il passare degli anni associato al timore di concepire un bambino handicappato, ansie per il proprio corpo femminile percepito non pi adatto a procreare, sono infatti le caratteristiche presenti nelle storie di queste coppie. Il figlio naturale, in genere, cresciuto e rende pi concreti i problemi legati alla separazione individuazione e al graduale distacco dallambiente familiare. Quasi improvvisamente i genitori avvertono il bisogno di allargare la famiglia, di ripercorrere il cammino della crescita dilazionando una separazione ineluttabile e contrastando internamente le angosce di perdita e le fantasie di morte dovute allunicit dellinvestimento affettivo. [] Un secondo filone interpretativo unifica tutte quelle famiglie, peraltro non numerose, che fanno riferimento a un sistema di valori di solidariet, di sostegno affettivo come servizio e apertura allabbandono e al disagio infantile. [] Spesso questo tipo di famiglia impegnata in campo sociale e nel volontariato, aperta a una dimensione transculturale con motivazioni religiose o talvolta politiche.
72

Queste famiglie possono presentare, in qualche caso, un quadro psicologico di rigidit mentale, unambivalente disponibilit poco propensa al dubbio e a mettere in discussione le proprie motivazioni. Lassoluta sicurezza dei valori contrasta con la flessibilit e la possibilit di apprendere dallesperienza e pu nascondere personalit fragili, dotate di false certezze. La bont della scelta alimenta aspettative di riconoscimento e gratitudine da parte del figlio adottato e si trasforma in delusione quando, in et adolescenziale, emergono i primi contrasti che possono lacerare la convivenza familiare. Il terzo filone comprende le famiglie in cui un evento traumatico ha compromesso la fecondit procreativa. In questo caso la scelta adottiva vuole contrastare il limite imposto dalla natura e realizzare un desiderio genitoriale solitamente gi inscritto nel progetto di vita della coppia e in parte gi attuato. Emerge il problema di elaborare il lutto per la perdita dellintegrit biologica, superandolo attraverso la dimensione affettiva e mentale della scelta adottiva. [] (Esiste il rischio di) una certa onnipotenza del desiderio sostenuta dallessere gi genitore. Esiste in questi casi il rischio di una sicurezza psicologica aprioristica che pu ingannare lo stesso operatore. Durante la consultazione si deve tenere presente che lesperienza genitoriale biologica non garantisce automaticamente la possibilit di una buona adozione futura.

73

I FATTORI DI RISCHIO LEGATI AL BAMBINO La pi evidente variabile di rischio per quanto riguarda il bambino la sua et cronologica. Pi grande, pi il bambino ha avuto la possibilit di vivere situazioni difficili, di cambiare casa istituto, di provare affidamenti e abbandoni, di aumentare la sua consapevolezza sulla personale situazione e sentirsi non voluto e non amato. Oltre allet per, altri fattori sembrano incidere in maniera importante sulla prognosi finale delladozione. Tra questi sono da tenere presenti: La modalit e il momento in cui avvenuta la separazione dalla madre biologica o di chi ne ha fatto, sin dalla nascita, le veci; Ladeguatezza o meno dellambiente e delle cure che ha ricevuto nella primissima infanzia; La possibilit o meno di sviluppare unesperienza di attaccamento precoce; La discontinuit relazionale e il grado di carenza e/o deprivazione vissute nei primi periodi della sua infanzia; Gli eventuali maltrattamenti o violenze subiti. Ovviamente un bambino che ha gi vissuto lillusione di aver trovato una famiglia adottiva e che poi lha persa, per una qualche ragione, pi a rischio degli altri di andare incontro a un altro fallimento adottivo. Ogni fallimento lo segner per la vita. Spesso si sente dire dei bambini adottati che sono nati due volte; quando anche a questa seconda nascita segue un nuovo abbandono, si riattivano angosce di frammentazione, di discontinuit e di perdita presenti nella mente del bambino, gi prima dellesperienza adottiva. Per concludere, vorrei sottolineare di nuovo il rischio che nasce dallincrocio di questi fattori; se gi uno solo sufficiente per portare al fallimento, la somma di pi fattori moltiplica il rischio di rovinare tre vite. Fortunatamente, questi casi di fallimento sono attentamente prevenuti dai Servizi che si occupano dellindagine e dellabbinamento dei minori alle nuove famiglie; una bellissima immagine offerta da Antonio DAndrea (2000) attraverso gli occhi di una bambina in attesa di una nuova famiglia:

74

Martina cercava qualcuno che, amorevolmente, la ascoltasse, la capisse e si prendesse cura di lei; mettesse fine a quella giostra di pensieri e sensazioni che la facevano sentire come una foglia secca in balia del vento. Ma lo sai che in questo momento ci sono giudici, assistenti sociali, psicologi che si stanno dando un sacco da fare perch questo incontro tra voi avvenga nel migliore dei modi? Certo che lo so, e di questo ne sono contenta. Ogni tanto qualcuno di loro viene pure a trovarmi, mi chiede come sto e poi se ne va. come sentire che c una squadra che sta tifando per noi.

75

Cap. 3. QUANDO LADOZIONE ARRIVA INSIEME ALLADOLESCENZA. PROBLEMI INCROCIANO PROBLEMI


Bisogna essere in due per scoprire la verit: luno per dirla, laltro per capirla.
K. Gibran (1923)

Tutti gli adolescenti, adottivi e non, in modi e intensit diversa, sono soggetti a turbolenze. Sebbene non tutti gli adolescenti vivano delle crisi, tutti quanti hanno in comune alcune problematiche; nasce in loro il bisogno di indipendenza, che va di pari passo col timore del distacco dai familiari; devono trovare una collocazione accettabile nel mondo adulto, imparare a gestire il proprio corpo e gli impulsi sessuali emergenti. Devono approfondire la conoscenza di se stessi, darsi unidentit pi ricca e complessa rispetto a quella infantile, capire che tipo di adulto vogliono diventare, imparare a relazionarsi con gli altri ridimensionando il proprio egocentrismo e tenendo a freno la paura del rifiuto. Tutti i genitori, sia naturali che adottivi, devono affrontare questo periodo coi loro figli, e tutti chiamano questo periodo fase critica. I genitori adottivi per hanno un quesito aggiuntivo da porsi: Quanto di queste turbolenze dovuto alladolescenza e quanto alladozione? Ladozione si intreccia con gli aspetti suddetti e ne pu ampliare la portata (Oliverio Ferraris, 2002). Per esempio, un ragazzo che abbia vissuto ladozione come abbandono o rifiuto pu temere pi di un altro nuovi abbandoni e quindi porsi sulla difensiva con le ragazze, non osare prendere liniziativa, oppure entrare facilmente in crisi, offendersi, chiudersi in se stesso o diventare aggressivo alla minima contrariet. Un passato non ancora del tutto superato crea aspettative e timori che entrando in risonanza con iniziative e scelte del presente ne pregiudicano lesito seguendo lo schema della profezia che si autoavvera. Il timore dellabbandono pu avere un ruolo anche in quella normale ricerca di indipendenza (o individuazione) tipica di tutti gli adolescenti. Quando hanno avuto lesperienza di legami spezzati nellinfanzia, i figli adottivi possono sentirsi minacciati dal bisogno di indipendenza che sentono crescere dentro di loro in quanto
76

temono una nuova perdita, un nuovo salto nel buio, il che pu rendere pi intensa lopposizione ai genitori. Paradossalmente, gli adolescenti che maggiormente temono la separazione dalla loro famiglia adottiva possono essere proprio quelli che nella prima adolescenza rivendicano con maggiore insistenza o aggressivit il loro bisogno di indipendenza urlando che vorrebbero non essere mai stati adottati. Una espressione tipica : Non mi puoi dire che cosa devo fare! Non sei la mia vera madre!. Quando separarsi difficile, uno dei modi per farlo lo strappo violento. Altri ragazzi, invece, nel tentativo di posticipare quellemancipazione che li allontanerebbe dalla famiglia, possono improvvisamente sentirsi ansiosi, andare male a scuola, o peggio, sabotare la propria riuscita personale, ossia quelle scelte di vita che consentono di diventare autonomi, ma che privano anche di quella protezione di cui generalmente godono i bambini. Ai genitori adottivi di ragazzi adolescenti, dunque, richiesto di avere una marcia in pi rispetto agli altri, una grande pazienza e capacit di comprensione, per poter contenere tutti i sentimenti negativi che il figlio potr riversare su di loro. I genitori che vengono abbinati con ragazzi adolescenti in genere non sono pi giovanissimi, altrimenti richiederebbero un minore pi piccolo; possono quindi regalare al ragazzo pi saggezza e stabilit di una coppia giovane; daltra parte per possono essere pi lontani dai problemi adolescenziali e faticare maggiormente a comprenderli. Per questi motivi necessaria una formazione specifica da parte degli operatori durante lindagine sociopsicologica; inoltre la legge si assicura che il ragazzo sia informato e dia il suo consenso alladozione, essendo abbastanza grande da poter maturare un suo giudizio su questo cambiamento di vita che gli si propone. Sotto il profilo giuridico ladozione delladolescente, rispetto a quella del bambino piccolo o addirittura neonato, presenta due elementi caratterizzanti, entrambi enucleabili dallart. 22 della legge 184. Il primo attiene alla storia del minore: il Tribunale per i Minorenni ha lobbligo di informare gli aspiranti genitori adottivi dei fatti rilevanti emersi dalle indagini nel corso della procedura di adottabilit. Il secondo attiene allascolto del minore: in camera di consiglio, il ragazzo deve essere sentito se ha compiuto i dodici anni, mentre se ha compiuto i quattordici anni deve anche manifestare espressamente il proprio consenso ad essere adottato dalla coppia prescelta.
77

In questi casi infatti ladozione rappresenta lincontro di due identit ben precise, per cui deve configurarsi da entrambe le parti come una scelta di maturit. Questo percorso richiede tempo, e rifiuta ogni passo affrettato: il suo esito non quasi mai deciso da un innamoramento a prima vista, ma dipende da una scelta consapevole, meditata e ragionata, in cui ognuno riconosce allaltro la libert di esprimersi e di mantenere la propria autonomia (Cavallo, 1995). Il Tribunale allora, nella scelta della coppia, deve approfondire, meglio e pi di ogni altro elemento, la capacit degli aspiranti genitori adottivi a riconoscere le radici; a sapersi relazionare con altre figure adulte significative per il minore, dalle quali non possibile operare un distacco; a saper leggere i comportamenti adolescenziali come evoluzione normale del percorso di crescita, e non come legati alla condizione di adottivo; a saper rispettare i suoi sentimenti e i suoi stati danimo il diritto a sentirsi triste, a sentirsi pieno di rabbia, a sentire paura di qualcosa o di qualcuno -, senza intervenire sempre e comunque per rimuovere quello stato che non li appaga e gratifica, comprendendo invece che il figlio, solo se vive quelle emozioni in profondit, potr elaborarle e superare le sofferenze che vi sottendono. Per poter comprendere e sostenere ladolescente la coppia adottante, dunque, deve rendersi conto fino in fondo delle due componenti della identit del minore affidato: Lidentit di genere maschile e femminile con il conseguente riconoscimento dei comportamenti adolescenziali come legati al percorso di crescita e non alla condizione di adottivo; Lidentit familiare, come riconoscimento della storia sociale della famiglia di appartenenza. Il riconoscimento dellidentit nelle sue due componenti soggettiva e familiare la premessa necessaria per il buon esito delladozione delladolescente. In particolare, se non c il riconoscimento delle radici come base per la costruzione delledificio della personalit, il percorso dellidentit si spezza e il ragazzo potrebbe fare ingresso nellarea della devianza; non deve essere neppure sottovalutata la necessit che le coppie abbiano consapevolezza che un adolescente, per crescere e diventare un adulto compiuto, deve entrare in conflitto con i propri genitori, in quanto solo attraverso al contestazione e la crisi si forma lidentit personale. Quando non possibile reperire una coppia in grado di riconoscere al minore il diritto allidentit, intesa in questo duplice senso, e di farlo sentire accolto non per
78

bisogno ma per scelta e per desiderio, di gran lunga preferibile intervenire con laffidamento familiare e non con ladozione. Comunque, anche se laffidamento preadottivo delladolescente di pi complessa gestione, non bisogna pensare che le coppie di cinquantenni che in generale sono quelle naturalmente destinate agli adolescenti siano tutte tristemente connotate da solitudine e vuoto esistenziale. Molto spesso infatti esse hanno grandi potenzialit affettive e buone capacit educative, che affiorano e man mano si esprimono compiutamente quando acquisiscono consapevolezza del profondo bisogno affettivo del ragazzo; ed proprio questa consapevolezza a tradursi nello stimolo forte e vitale che d nuovo senso alla loro vita. Daltra parte questo rinnovato vigore esistenziale, quando profondamente sentito e sinceramente elaborato, si trasmette come un flusso salvifico al ragazzo che, avendo perso tutto, sta per perdere se stesso. Non condivido perci lopinione di coloro che, riferendosi alladozione di un adolescente, parlano di incontro di due solitudini, sottolineando cos il reciproco, consapevole lutto piuttosto che valorizzare la reciproca, consapevole scelta (Cavallo, 1995). Va da s che laffidamento preadottivo delladolescente deve essere sostenuto e seguito con particolare impegno e competenza, nel rispetto dei tempi di adattamento e delle scelte e delle inclinazioni del ragazzo, senza affrettare la definizione della procedura per la dichiarazione delladozione. Mentre ci vuole molto tempo e particolare impegno per intessere la trama di queste nuove famiglie, la situazione di abbandono in cui si trovano i ragazzi da adottare impone velocit e azioni rapide, che strappino queste vite a un destino miserevole. Nellopinione comune, cos come tra gli operatori del settore adozioni, ci sono due diverse prospettive da cui guardare alla situazione dei bambini e dei ragazzi abbandonati. Secondo molte persone, nonch molti operatori, lunico criterio valido nella tutela di un bambino quello di lasciarlo in ambito familiare. Daltra parte ogni giorno i mass media ci ricordano che i peggiori delitti contro i bambini avvengono in ambito familiare, con frequenza superiore al novanta per cento sia nei maltrattamenti sia negli abusi sessuali (DAndrea, 2000). Purtroppo nellambito delladozione non ci sono due casi identici. Le vicende umane sono complesse e difficili da capirsi, valutarsi, districarsi. Non ci sono regole valide
79

sempre, ma metodologie che si rivelano utili per commettere il minor numero possibile di errori: saper ascoltare senza pregiudizi, raccogliere il maggior numero informazioni possibile, prendere in considerazione tutti i soggetti delle situazioni da monitorare e cos via. Ogni bambino o bambina per cui stato decretato lo stato di abbandono porta con s una storia tragica: se si potesse aiutarlo a superare subito i propri drammi in un ambiente affettuoso e sereno, come spesso una famiglia adottiva, le sue probabilit di trovare nel tempo un maggior equilibrio aumenterebbero. Ma il bambino, tolto alla propria famiglia, spesso deve aspettare ancora molto tempo, qualche volta anni, prima che lo si possa adottare e non tutti i Servizi sociali cercano le coppie disposte allaffidamento a rischio giuridico. Una grossa parte dei minori negli istituti sono, come i carcerati, in attesa di giudizio. Stanno aspettando insomma che si decida se non devono pi appartenere alle famiglie dorigine. evidente per che, se nellattesa sono passati degli anni, non solo la ferita originaria fatta di maltrattamenti e di abbandono non ha trovato un terreno favorevole per guarire, ma anche che la deprivazione affettiva e culturale dellistituto ha danneggiato ulteriormente il bambino. Un minore, recuperabile nellinfanzia, lo molto meno nelladolescenza e la sua stessa et finisce per renderlo meno accetto a tante coppie che non si sentono allaltezza di relazionarsi a una persona gi grande e forse indurita dalla sorte (DAndrea, 2000). La tutela del minore richiede che i tempi siano rapidi, o nel dichiararne ladottabilit o attraverso ladozione a rischio giuridico. La prevista abolizione degli istituti, se sar attuata, va in questa direzione. Molti ospiti di questi istituti non sono pi bambini, ma hanno unet compresa tra gli 11 e i 18 anni. Sono ragazzi invecchiati in istituto. Per questi giovani in attesa di giudizio, che devono convivere con lincertezza perenne di tornare da chi li ha maltrattati, o di restare prigionieri di ritmi di vita sempre uguali, senza poter fare una passeggiata da soli o andare a giocare con una palla ai giardini pubblici, lo stato spende mediamente cinquanta euro al giorno, di pi in caso di handicap. Ne spenderebbe molto meno se i ragazzi fossero in affidamento presso famiglie disposte ad accoglierli (DAndrea, 2000). Le assistenti sociali, i Tribunali, gli Enti autorizzati denunciano la situazione di scarsa richiesta di ragazzini grandi. certo che questi non hanno la seduttivit dei
80

cuccioli; la natura ha fornito i cuccioli dei mammiferi, deboli e bisognosi di cure parentali per poter vivere, di una dolcezza pari alla loro fragilit. La specie umana non fa eccezione alla regola. Crescendo si diventa pi autonomi e meno plasmabili, si meno universalmente simpatici. Talora sufficiente luso della parola per terrorizzare gli adulti. Non c nulla di strano in tutto questo. Chi adotta vorrebbe poter trasmettere qualcosa di s al figlio adottato e questo sembra tanto pi possibile quanto pi il bambino piccolo. Il genitore adottivo vorrebbe instaurare un rapporto affettivo profondo col figlio, e anche questo pi facile con un piccolo. In realt, secondo la teoria di Bowlby (1988), non tanto let delladottato a determinare lesito delladozione, quanto il modo in cui il bambino stato trattato nelle primissime relazioni affettive. Fortunatamente, molti aspiranti genitori che cominciano il cammino delladozione con lidea di adottare un bambino piccolo riescono a slegarsi da questo iniziale desiderio e sono disposti a relazionarsi con una persona gi grande. Questa decisione maturata con la consapevolezza che la loro disponibilit deve essere messa al servizio di un bambino vero e non solo fantasticato.

81

Cap. 4. QUANDO LADOZIONE INCONTRA LHANDICAP E LA SIEROPOSITIVIT . PROBLEMI SOMMATI A PROBLEMI


Ci che abbellisce il deserto che nasconde una fonte in qualche luogo.
Saint-Exupry (1943).

HANDICAP. NON ESISTONO SITUAZIONI IRRECUPERABILI. Tra i minori dichiarati adottabili parecchi sono, purtroppo, i bambini con problemi di handicap fisico o psichico; essi vengono spesso, appunto a causa della loro condizione, abbandonati alla nascita, in ospedale, anche da famiglie normocostituite e provviste di sufficiente reddito (Cavallo, 1995). Secondo un censimento, citato in parlamento al momento della discussione della nuova legge, sui minori in comunit e in istituto, lotto per cento dei bambini sono afflitti da handicap medi e lievi (Forcolin, 2002). A parte qualche caso sporadico, in generale da escludere che si possano reperire coppie disponibili alladozione di questi bambini tra quelle che hanno inoltrato domanda al Tribunale per i Minorenni. Del resto, del tutto comprensibile, al livello di senso comune, che il desiderio di genitorialit non possa essere soddisfatto da bambini portatori di grave handicap. A seconda delle persone, si possono riscontrare diversi atteggiamenti nei confronti dei diversi tipi di handicap. Chi non accoglierebbe mai un bambino afflitto da sindrome di Down, pu sentirsi invece in grado di adottare/prendere in affidamento un cieco e viceversa. I vissuti individuali giocano un ruolo importantissimo in merito. Un certo tipo di handicap pu far ricordare allinteressato un parente o un amico che aveva lo stesso difetto, ma non per questo era meno caro di altri. allora necessario immaginare delle strategie di diffusione informativa per portare i casi gravi a conoscenza della collettivit: solo i mezzi di comunicazione di massa sono in grado di stanare le grandi, quasi incredibili disponibilit esistenti intorno a noi, in grado di fornire le risposte necessarie. Qualche tempo fa, unassociazione che si occupa di affidamento, chiedeva via Internet ospitalit per una ragazzina dodicenne, ipercinetica, con deficit mentale: si
82

erano subito offerti per accoglierla in molti. Ogni qualvolta il minore handicappato viene presentato come un bambino con delle caratteristiche personali, pur senza rivelarne il volto e il nome, trova famiglie disposte ad accoglierlo (Tonizzo, Micucci, 1994). Una coppia che si accosta alladozione difficilmente pensa spontaneamente a un bambino handicappato o sieropositivo; di fronte a tali problematiche si ritraggono, perch si sentono investiti da una responsabilit e da un impegno troppo grandi. Gli operatori stessi, convinti a priori della difficolt di trovare famiglie disponibili anche per questi bambini, rischiano di rinunciare a cercarle e di arrendersi con molta facilit. Non fanno nulla per sensibilizzare lopinione pubblica a questo problema. Il bambino diverso rischia cos di trascorrere cos la sua infanzia tra listituto e lospedale; un ulteriore rischio che coloro che lo circondano non lo considerino pi come un bambino bisognoso di affetto, di contatto, di tenerezza. Il risultato sarebbe assicurare al bambino le cure dal punto di vista sanitario, perdendo per di vista il fatto che spesso la malattia anche influenzata dalla sua condizione di solitudine e di abbandono. Senza affetto, il bambino potrebbe lasciarsi andare, progressivamente sempre pi, non reagire, quasi rifiutarsi di crescere, perch sente che non c nessuno che tiene a lui. Fortunatamente, la conclusione della storia pu essere ben diversa. Per molti dei bambini handicappati avviene lincontro con famiglie che vedono, nella stessa persona che gli altri guardano come un menomato grave, una persona in tutta la sua interezza, piena di promesse e di potenzialit. Indubbiamente laffidamento o ladozione di un bambino diverso non potr seguire la stessa procedura seguita per un bambino normale. Per una scelta di questo genere non basta una motivazione che scaturisca dal senso del dovere o dal senso di giustizia; necessario che scatti un coinvolgimento interiore che permetta di vedere al di l della diversit. Molto spesso succede che la scelta nasce da un incontro: i genitori vengono a sapere, tramite i canali pi disparati, della storia di un bambino; e lo va a cercare. Cos pu iniziare un cammino faticoso, che per pu dare la gioia di vivere a un bambino al di l delle sue oggettive menomazioni e pu dare molta ricchezza alla famiglia che lo ha accettato. ovvio che i genitori devono trovarsi bene col bambino, e non sentirlo come un peso o una condanna.

83

Sul piano del rapporto con figure stabili, questi bambini richiedono una presenza che si carichi di significato comunicativo maggiore rispetto ad altri bambini, in quanto in loro pi rilevante il bisogno di affetto e di attenzione educativa, per le problematiche invalidanti che presentano. Inoltre, richiedono continue stimolazioni, perch alla ricchezza e variet di queste legato il potenziamento delle risorse disponibili. Sul piano legislativo, per i bambini handicappati prevista la possibilit di unadozione speciale, cio possono essere adottati da persone singole o coniugi non aventi requisiti per ladozione legittimante, quindi anche persone anziane. Il motivo di questa legge che la maggior parte delle coppie con tutti i requisiti per ladozione legittimante si dichiarano non pronte ad accogliere un minore con handicap, per cui questi bambini rimarrebbero senza nucleo familiare. Si ritiene che le persone che decidono di adottare un bambino handicappato siano per lo pi coppie che dimostrano un'elevata maturit personale e sociale e che garantiscono la pi attiva disponibilit per tutelare la condizione ed i diritti alla crescita dei minori. Si tratta di persone che, perseguendo ideali elevati, sono estremamente disponibili al cambiamento, sia a livello personale sia a livello relazionale e, di conseguenza, sono quasi sempre in grado di instaurare con ladottato handicappato una relazione che lo orienti positivamente verso il recupero possibile e la maturazione delle sue risorse personali e sociali. Attraverso il contatto con genitori adottivi maturi e sensibili, si ritiene che il bambino handicappato abbia la possibilit di crescere in un ambiente realmente capace di soddisfare i suoi specifici bisogni di autonomia e di dipendenza, sia in termini psicoaffettivi sia in termini fisici. Perch avvenga bene ladozione di un minore handicappato sarebbe auspicabile che oltre alla disponibilit della famiglia fosse presente anche una rete di rapporti umani e sociali intorno alla nuova famiglia, che arricchisse la vita del nucleo e ne impedisse lisolamento. Ma questo non basta ancora: molto dipende anche dai Servizi che le istituzioni mettono a disposizione di queste famiglie. necessario un sostegno da parte degli amministratori e degli operatori, che garantisca un intervento riabilitativo, un inserimento scolastico, un collocamento lavorativo quando il soggetto ne ha le capacit e, se necessario, un confronto con uno psicologo per valutare insieme i problemi e/o un contributo economico.
84

Ma laiuto degli operatori non deve essere asettico, non deve far sentire il genitore in una situazione di inferiorit, come, purtroppo, a volte succede. Inoltre, bisogna combattere lo stereotipo del tipo A questo punto non c nulla da fare. Non esiste una situazione incurabile, irrecuperabile. Molti genitori di bambini handicappati sono oggi attivi, hanno imparato a vivere la nascita di un figlio handicappato non come una sconfitta ma come una sfida, e lottano per affermare i diritti dei pi deboli a vivere una vita degna di questo nome. Vale la pena che gli operatori del settore cerchino di investigare le disponibilit nascoste delle persone, anzich accantonare da subito la possibilit di dare una famiglia anche ai pi sfortunati. Tutte le prestazioni sanitarie, scolastiche, previdenziali devono essere tempestivamente assicurate ai genitori adottivi del bambino handicappato, a testimoniare la partecipazione della collettivit allimpegno educativo e assistenziale che queste famiglie, tanto pi disponibili di altre, hanno spesso operato come scelta di vita. Perci lo Stato deve contribuire con impegno particolare a sostenere questi bambini, per i quali sono necessari interventi sanitari e risorse cui spesso la famiglia adottiva non in grado di far fronte. Dice Melita Cavallo (1995): anche per questo che trovo assurdo e assolutamente lontano da una reale conoscenza dei bisogni di un bambino handicappato pensare di affidarlo ad una persona sola, come pure spesso ho sentito dire, anche da esperti del settore minorile. Il bambino handicappato ha un bisogno assoluto di fratelli, di bambini con cui dividere il quotidiano e da cui ricevere con continuit stimoli e sollecitazioni per un possibile recupero.

85

SIEROPOSITIVIT. TRA PROGRESSI E PREGIUDIZI Negli ultimi diciassette anni, cio da quando comparve il primo caso di bambini adottabili sieropositivi, sono stati fatti molti passi avanti, ma ancora oggi ci sono problemi nel reperire una coppia per un bambino sieropositivo. Al momento della selezione delle coppie, nella maggior parte dei Tribunali viene richiesto agli aspiranti genitori leventuale disponibilit ad adottare un bambino sieropositivo; in caso di risposta affermativa, la coppia viene indirizzata ai centri ospedalieri attrezzati a seguire questi bambini, dove la coppia pu ricevere sufficienti informazioni sotto il profilo sanitario, utili per orientarsi nella scelta. Un tempo le famiglie che adottavano un bambino sieropositivo andavano a vivere in unaltra citt, dove nessuno fosse a conoscenza della condizione del figlio, per evitare problemi con i parenti, gli amici, lasilo. Oggi invece, grazie anche allinformazione sulle condizioni di trasmissione della sieropositivit, anche famiglie con figli propri dovrebbero sentirsi tranquille nellaccettare in affidamento bambini sieropositivi; sarebbe cos possibile evitare la permanenza in ospedale o in istituto del minore. Il Tribunale per i Minorenni ha un accordo con lospedale, sulla base di un protocollo informale dintesa, che prevede, per il nato da madre sieropositiva, che non venga fatta segnalazione della sua condizione, nel caso in cui la famiglia naturale manifesti e mantenga limpegno a seguire il programma sanitario disegnato per il bambino allatto delle dimissioni. In caso di interruzione o negligenza nellesecuzione del programma, il bambino viene immediatamente segnalato agli assistenti sociali. Comincia cos una procedura di volontaria giurisdizione per accertare se i genitori gestiscono correttamente la potest, valutando il mancato rispetto del programma sanitario. Prima di tutto viene emesso un decreto di natura prescrittiva col quale si impone al genitore di osservare i tempi e le modalit del programma medesimo. Nei casi pi gravi i genitori vengono dichiarati decaduti, e un parente assumer lufficio di tutore garantendo al bambino le cure necessarie. Se invece linosservanza del programma sanitario appare, insieme ad altri, un segno della volont abbandonica, allora il Tribunale dar ingresso alla procedura di adottabilit.

86

A questo punto, sarebbe importante trovare al pi presto una coppia disponibile ad accogliere con s il minore. Agli operatori spetta il compito di sensibilizzare le coppie al problema, nel corso dellindagine sociopsicologica. Nella selezione delle coppie, anche importante valutare latteggiamento dei genitori aspiranti rispetto al problema dellereditariet. Purtroppo, esiste ancora in alcuni casi la convinzione che un bambino possa essere portatore non solo di una ereditariet genetica, ma anche morale, per cui il figlio di una prostituta o di tossicodipendenti un giorno forse potr ripetere gli errori dei genitori dorigine. Questo atteggiamento sarebbe sicuramente percepito dai figli, soprattutto una volta raggiunta ladolescenza. importante che invece i genitori scelti siano sereni e capaci di accogliere il bambino offrendogli tutto lamore e la comprensione che merita. Se ladozione di per s un gesto lodevole, ladozione di bambini con problemi un atto eroico. Non per questo una coppia che si rivolga alladozione si deve sentire in obbligo di caricarsi di questo peso aggiuntivo. Seguire il proprio cuore, consapevoli delle proprie capacit e della propria disponibilit, sempre la scelta ideale.

87

LADOZIONE DAL PUNTO DI VISTA TECNICO

88

Cap. 1. RICHIESTA DADOZIONE: LITER DA SEGUIRE

Di seguito presento, per punti successivi, la procedura da seguire se si intende chiedere un abbinamento con un minore a scopo adozione: 1.La coppia che desidera adottare presenta la domanda di idoneit al Tribunale per i Minorenni. (In appendice riportato un esempio di questo documento). 2.Il Tribunale per i Minorenni incarica un Servizio Sociale (del Comune, dellAsl, dei Consorzi Intercomunali per i Servizi Sociali, ecc.) di predisporre lindagine psicosociale, di cui si parla approfonditamente nel capitolo Metodologia alladozione. 3.Entro tre mesi da questa data, il Servizio Sociale inizia i colloqui con la coppia. 4.Al termine dei colloqui, il Servizio Sociale predispone una relazione che illustra le motivazioni e lattitudine della coppia al ruolo di genitori adottivi. Nel capitolo La relazione didoneit dei genitori aspiranti ladozione si parla approfonditamente dei contenuti della relazione di idoneit delle coppie richiedenti adozione. 5.Nel frattempo, i due richiedenti devono svolgere (gratuitamente) alcuni accertamenti sanitari per verificare e certificare il loro buono stato di salute. 6.Il fascicolo contenente la relazione dei Servizi Sociali e gli accertamenti sanitari viene depositato presso il Tribunale per i Minorenni, assieme alla domanda di idoneit. 7.Il Tribunale per i Minorenni delega un giudice che convoca e ascolta la coppia. Il giudice predispone una relazione, indirizzata ancora una volta al Tribunale, che decider se concedere lidoneit (solo per le coppie disponibili alladozione internazionale). 8.Se il Tribunale non concede lidoneit, la coppia ha la possibilit di impugnare tale diniego presso la Corte dAppello sezione minori o di proporre una nuova domanda. A questo punto del percorso, liter si differenzia a seconda che la coppia abbia fatto richiesta per unadozione nazionale o internazionale. dellindagine sociopsicologica e requisiti per lidoneit

89

La stessa coppia pu richiedere labbinamento sia con un minore italiano che con un minore straniero, rendendosi disponibile per il primo minore in stato di adottabilit che abbia caratteristiche compatibili con le proprie.

LA PROCEDURA PER LA DOMANDA DI ADOZIONE NAZIONALE 9. Se la coppia ha chiesto di poter accedere a unadozione nazionale, il fascicolo viene trattenuto dal giudice minorile, che nei tre anni successivi pu convocare la coppia per abbinare ai coniugi un bambino in stato di abbandono presente sul territorio nazionale. La relazione pu essere sia negativa che positiva, ma questo non determina n la sicura adozione che il sicuro diniego. Infatti la relazione la base che il Tribunale utilizza per le proprie valutazioni e molto spesso i giudici onorari del Tribunale chiamano una o pi volte la coppia per verificarne le capacit genitoriali. Purtroppo, non essendoci un decreto finale del Tribunale, la coppia vive nellassoluta impossibilit di sapere se la domanda di interesse del Tribunale o meno. Molte coppie che hanno vissuto ladozione nazionale raccontano di come la situazione si sblocchi allimprovviso, con colloqui presso il Tribunale in rapida successione fino allabbinamento con un minore. 10. Dopo labbinamento, e trascorso un anno di affido preadottivo del bambino alla coppia, il Tribunale per i Minorenni dichiara ladozione e il bambino viene iscritto nei registri come figlio della coppia. 11. In caso invece vengano superati i tre anni senza un abbinamento, la domanda di adozione nazionale decade automaticamente. La coppia pu, se vuole, ripresentare una nuova istanza ripetendo, almeno in parte, liter precedente. Presentare una domanda per unadozione nazionale significa, in realt, dare la propria disponibilit ad avere in adozione un minore in stato di adottabilit presente sul territorio italiano. Il Tribunale per i Minorenni presso cui si presenta domanda non emette quindi alcun parere positivo o negativo sullidoneit della coppia, ma si limita a valutare le caratteristiche della coppia disponibile per un eventuale abbinamento con un minore. Purtroppo, la scelta della Corte Istituzionale, astrattamente corretta, appare viziata da una prassi giudiziaria che di tuttaltra natura: il giudice minorile non decide le
90

idoneit avendo presente la tipologia di bambino, ma, proprio come nelladozione internazionale, fa astratto riferimento a parametri specificati dalla legge e, soprattutto, alla propria esperienza e vissuto. Fra laltro decide le idoneit man mano che gli vengono presentate e non in previsione di specifiche adozioni. [] Ogni Tribunale, in questi anni, ha fatto mostra di evidenti orientamenti interpretativi delle norme a volte assai distanti fra di loro e, in tali circostanze, la coppia si trova nellassoluta impossibilit di chiedere una verifica da parte di altro giudice delle eventuali discriminazioni di cui pu essere stata vittima. (AA. VV. da Minori e Giustizia, n.1/2001).

91

LA PROCEDURA PER LA DOMANDA DI ADOZIONE INTERNAZIONALE Rispetto alladozione nazionale, la domanda di adozione internazionale si differenzia perch tutto il procedimento deve concludersi con un decreto di idoneit o non idoneit. Ripartendo dal punto otto, la procedura richiede: 9. La coppia che ha richiesto unidoneit alladozione internazionale, entro un anno deve delegare uno degli Enti autorizzati a svolgere le pratiche inerenti la domanda. 10. LEnte autorizzato convoca la coppia e procede, di norma, a uno o pi colloqui, o a far partecipare i coniugi a un seminario di preparazione alladozione. Di questa preparazione specifica, organizzata da ogni Ente in modo diverso, a seconda delle finalit che si propone, parler nel capitolo Gli Enti Autorizzati. Successivamente lEnte comunica alla coppia se ha accettato la richiesta della presa in carico del fascicolo. In tal caso invia una comunicazione al Tribunale competente e alla Commissione Centrale per ladozione internazionale. 11. Svolte le pratiche, lEnte comunica lavvenuto abbinamento con uno o pi bambini. Chiede alla coppia di presentare alcuni documenti, da inviare nel Paese del bambino. 12. Nel paese dorigine del piccolo si svolge, seguendo la normativa locale, un procedimento per ladozione. 13. LEnte autorizzato comunica alla Commissione Centrale lo stato della pratica fino al suo compimento. A questo punto la Commissione Centrale, verificata la correttezza della pratica, invia al Consolato dItalia competente territorialmente lordine/autorizzazione di rilasciare il visto dingresso del bambino. 14. La coppia pu andare a prendere il bambino. A seconda della normativa locale, dovr rimanere alcuni giorni o alcune settimane nel territorio straniero. Chi lavora ha diritto a un permesso non retribuito per tutto il periodo di permanenza allestero. 15. Predisposti i documenti per il rientro in Italia (decreto locale e italiano, passaporto, visto, documentazione sanitaria, loro legalizzazione e traduzione, ecc) la nuova famiglia pu far rientro in Italia.

92

16. LEnte autorizzato dovr comunicare al Tribunale e alla Commissione lavvenuto rientro. Da questo momento per uno dei genitori scatta la possibilit di assentarsi dal lavoro con un congedo retribuito. 17. Entro otto giorni, la coppia deve chiedere alla Questura il permesso di soggiorno del piccolo. Si deve recare anche allAsl e al Comune per dichiararlo. Deve infine celermente recarsi al Tribunale per i Minorenni a depositare la documentazione del caso. 18. il Tribunale per i Minorenni, qualora necessiti, decreta di affidare il bambino alla coppia, al fine di adottarlo. Per un anno la coppia nuovamente sottoposta alla sorveglianza del Tribunale e del Servizio Sociale. Anche lEnte autorizzato pu chiedere alla coppia di mantenere i rapporti con i propri Servizi Sociali. 19. Se stato decretato un affido preadottivo, dopo un anno, il Tribunale, sulla scorta della documentazione giuntagli dai Servizi Sociali, dichiara avvenuta ladozione e ordina al Comune in cui risiede la famiglia di iscrivere il bambino al registro degli atti di nascita come se il bambino fosse nato dalla coppia stessa. Questi sono i passi obbligati da compiere per le coppie che desiderano diventare genitori. evidente come ladozione internazionale sia pi complicata e richieda un impegno e un controllo maggiore da parte del Tribunale, degli Enti e dei Servizi Sociali. Tale attenzione deriva dalla necessit di impedire le adozioni fai da te, e il mercato nero di bambini, grande piaga che fino a qualche anno fa regalava lillusione di poter comprare un bambino, anche a costo di strapparlo alla famiglia naturale. Per fortuna oggi le normative consentono di vivere ladozione in serenit, una volta ottenuta tramite questo procedimento controllato. Anche al momento di svelare al figlio che adottivo, i genitori si sentiranno pi tranquilli se non avranno il rimorso di aver rubato il bambino alla sua famiglia naturale.

93

Cap. 2. METODOLOGIA DELL INDAGINE SOCIOPSICOLOGICA E REQUISITI PER LIDONEIT ALLADOZIONE

Tra i passi obbligati delliter adottivo, fondamentale lindagine sociopsicologica per la valutazione e la preparazione delle coppie aspiranti ladozione. Intendo approfondire questa fase del percorso adottivo, in quanto la ricerca che presento successivamente stata svolta presso i Servizi Sociali di Carpi. Uno dei servizi offerti a Carpi appunto la preparazione e la valutazione delle coppie che fanno domanda di adozione al Tribunale per i Minorenni. Da 27 anni, lassistente sociale Lina Anticati, in coppia con una psicologa, che attualmente Cinzia Sgarbi, conduce lindagine sociopsicologica con le coppie aspiranti, stilando infine la relazione didoneit che verr inviata al Tribunale per i Minorenni. In questa sezione teorica non far riferimento alla realt specifica di Carpi; rimando perci alla sezione successiva la descrizione di un contesto reale, concentrandomi per ora sulla metodologia usata nellindagine sociopsicologica in qualsivoglia contesto italiano, e sui criteri didoneit ricercati per la valutazione di tutte le coppie italiane.

94

LOPERATORE SOCIALE COME ESPERTO DEL TEMPO DELLATTESA In ogni esperienza adottiva sono coinvolti gli operatori sociali. Durante il tempo dellattesa, dal momento della decisione di adottare un figlio al momento dellabbinamento, gli operatori sociali sono costantemente presenti. Possiamo distinguere due squadre di operatori: coloro che si interessano del bambino e quelli che accompagnano la coppia. Entrambe hanno un mandato a termine. I primi sostengono il bambino: - nella difficile fase della separazione dalla famiglia naturale; - nei diversi contesti in cui trascorrer il delicato tempo dellattesa; - durante il primo anno di inserimento nella famiglia adottiva. Spesso gli operatori impegnati nelle diverse fasi di questo processo possono non essere gli stessi. Sarebbe invece consigliabile che lo stesso operatore seguisse unadozione in tutto il suo iter, per evitare che interventi di diverse figure rimangano scollegati, in quanto appartenenti a Servizi diversi o a territori di diverse competenze, o altro. Questa pluralit di interventi rischia di provocare confusione o disorientamenti che, inevitabilmente, si ripercuotono sia nella relazione con il bambino che nelle decisioni che lo riguardano. Invece, la presenza di coordinamento dietro le strategie dei vari interventi produce continuit e stabilit, a tutto favore del bambino. Le figure professionali che seguono la coppia sono varie: assistenti sociali, psicologi, giudici, eccetera. Questo dipende dalla molteplicit delle procedure da effettuare: - selezionare e valutare le attitudini psicologiche e educative della coppia; - verificarne le condizioni socio-ambientali, lidoneit psico-fisica; - sostenere la coppia nel suo complesso percorso di maturazione. Se non ci sono particolari difficolt il mandato di questi operatori si conclude alla fine dellanno preadottivo. Dopo un anno di inserimento nel nuovo nucleo familiare, con il decreto di adozione definitiva e lassunzione del nuovo cognome della famiglia, lappartenenza giuridica del figlio alla famiglia definitivamente sancita.
95

Nei compiti degli operatori ci sono sia quelli riguardanti la valutazione dellidoneit genitoriale sia quelli di supporto alla coppia. Gli articoli 6 e 22 della legge 184\83 prevedono che gli operatori verifichino lidoneit ad educare, istruire e mantenere il minore che (la coppia) intende adottare e indaghino per verificare se la coppia possiede le attitudini per educare il minore, valutare la situazione personale ed economica, le condizioni di salute e lambiente familiare degli adottandi e i motivi per cui si desidera adottare. I colloqui di consultazione hanno subito, negli ultimi anni, profonde trasformazioni: da selettivi stanno diventando incontri di maturazione (DAndrea, 2000). I temi centrali dellistruttoria erano, come suggerisce il nome, le procedure valutative e selettive; i temi centrali dellindagine sociopsicologica invece diventano: laccoglienza della coppia; il sostegno ad affrontare la sua sofferenza; lanalisi dei bisogni degli adulti in relazione a quelli, prioritari, del bambino; la riflessione su cosa significa accogliere un bambino provato dal dolore della separazione o dellabbandono; lo stimolo a ritrovare risorse e potenzialit creative; la maturazione di motivazioni e atteggiamenti idonei per la scelta adottiva.

96

LOPERATORE SOCIALE COME FIGURA SENZA TEMPO Loperatore, nei colloqui di selezione, deve iniziare il processo conoscitivo dalle radici della coppia; il suo ruolo non solo quello di colui che ascolta e osserva, ma anche di mediatore in una situazione in cui pregnante la mancanza: da un lato c la coppia senza il bambino, dallaltro il fantasma di un bambino senza genitori (Cavallo, 1995). Questo ruolo difficile, ma non inusuale: persino nel mito e nella storia sacra, infatti, lincontro tra un bambino senza genitori e una coppia senza figli sempre reso possibile e mediato dalla presenza di un personaggio esterno. Ad esempio, nel mito di Edipo e nella storia biblica di Mos, il pastore corinto e lancella rispettivamente, trovato il bambino, lo conducono l dove sanno esserci spazio per accoglierlo. Questa attivit di mediazione richiede ovviamente che il mediatore sia a conoscenza di uno spazio idoneo disponibile. Possiamo, allora, considerare loperatore psicologico un po simile a questo personaggio: egli, prima di raccogliere il fantasma del bambino che aleggia nel luogo e nello spazio dincontro e poterlo adeguatamente inserire, deve individuare un utero allinterno della coppia che possa contenerlo ed accoglierlo. Deve cio valutare la capacit della coppia di pensare al bambino e tollerare la sofferenza che spesso tale pensiero comporta, prima di poterne parlare (Cavallo, 1995). Condizione necessaria perch il delicato ruolo delloperatore abbia successo linstaurarsi di un rapporto di fiducia con la coppia, possibile solo se questa si sente accolta, identificata e riconosciuta non come una delle tante che chiedono ladozione, ma come quella coppia di cui, da quel momento, loperatore si fa carico in termini di orientamento e di sostegno. Liter per ottenere un bambino in adozione spesso vissuto dalle coppie come un giudizio, limitativo del loro desiderio di essere genitori e dare amore ad un bambino che non ne ha. Perci lincontro con loperatore tendenzialmente ansiogeno quanto il rapporto con listituzione, e pu indurre la coppia, soprattutto nella fase iniziale, ad innalzare una barriera difensiva rispetto alla possibilit di far emergere emozioni profonde, spesso avvertite come negative e minaccianti lagognata idoneit. Soprattutto, le coppie si aspettano di dover rispondere a domande specifiche, non di ritrovarsi nel mezzo di un colloquio psicologico.
97

Loperatore, da parte sua, pu sentirsi minacciato, manipolato, smarrito, attaccato dalla coppia, per cui diventa importante per lui lanalisi delle emozioni circolanti: il riconoscimento della difficolt momentanea della coppia ed un atteggiamento di ascolto partecipe possono utilmente portare a diluire gli incontri nel tempo, favorendo cos la creazione di uno spazio di relazione dove possano trovare posto anche sentimenti di rabbia, paura, angoscia, dubbio, incertezza. Questo intervallo di tempo simbolicamente assimilabile al periodo della gravidanza, perch, partendo dallesplorazione delle motivazioni alladozione, pu essere utilizzato per rivisitare la storia personale e familiare della coppia, per elaborare e riparare insieme le eventuali situazioni traumatiche connesse e condizionanti, seppure debolmente, la scelta adottiva (Cavallo, 1995). Una volta ridotte le difese, la coppia finalmente in grado di sperimentare la dimensione emotiva e creativa del rapporto con laltro, mettendo in gioco le proprie risorse, la cui valutazione e mobilitazione alla base del percorso di crescita verso lassunzione del ruolo genitoriale adottivo. Nello scambio che si viene a creare loperatore fornisce, a sua volta, un insieme di informazioni di ritorno che possono essere utilizzate dalla coppia per eventualmente rivedere la scelta adottiva alla luce dei nuovi elementi emersi e delle riflessioni svolte in comune. Il vuoto da cui spesso si parte deve potersi trasformare in capacit di fare spazio, e solo successivamente in desiderio di accogliere il bambino; alcune coppie, una volta identificati i motivi che li spingevano realmente alladozione, rinunciano.

98

I REQUISITI PER LIDONEIT ALLADOZIONE Oltre ai requisiti di natura oggettiva stabiliti dalla legge, gli operatori devono accertare che i genitori siano in grado di educare, istruire e mantenere il bambino. Questi requisiti sono di natura soggettiva, e la legge non li specifica meglio (Cavallo, 1995). Gli operatori cercano di indagare: 1. 2. 3. 4. La stabilit della coppia, cio la solidit del rapporto, misurata sullintesa e larmonia tra i coniugi. La capacit pedagogica della coppia, cio la disponibilit e lattitudine ad aiutare il bambino ad esprimere le proprie potenzialit. La capacit affettiva della coppia, cio di accoglienza e rispetto della persona del bambino, dei suoi sentimenti e del suo vissuto. La situazione socio-culturale dei coniugi, cio il livello distruzione, il tipo di lavoro svolto, leventuale impegno civile, la qualit del rapporto con il gruppo amicale. 5. Lo stato di salute dei coniugi, che deve essere tale da non pregiudicare una normale gestione domestica e da ridurre le capacit di accudimento e di protezione. 6. Lambiente familiare che circonda la coppia, cio leventuale presenza in casa di persone conviventi, lesistenza di figli propri, la qualit del rapporto con il circuito familiare allargato. 7. La motivazione alladozione dei coniugi, sia essa personale (come la sterilit, lessere figlio adottivo, la perdita di un figlio naturale, lavere fatto un voto), o sociale (come laiuto ad una bambino abbandonato o la risposta emotiva ad avvenimenti straordinari). 8. La capacit economica della coppia, intesa come titolarit di un reddito sufficiente ad un decoroso tenore di vita. A tutto ci si aggiunge ogni altro elemento utile a poter conoscere la coppia, finalizzato a valutarne le capacit genitoriali, in quanto le caratteristiche personali possono acquistare una grande valenza in relazione alle esigenze di un determinato bambino, come , ad esempio, svolgere un certo lavoro, praticare un certo sport,

99

suonare un determinato strumento: avere insomma un interesse pu aiutare molto linserimento di un bambino che quellinteresse condivide. C ora da chiedersi, tra tanti requisiti, quali siano considerati prioritari; Uno di questi la capacit di adattamento, cio la disponibilit sostanziale a modificare i propri ritmi di vita e le proprie abitudini in funzione dellarrivo in casa del bambino. Ci sono coppie che sorprendono per il loro immobilismo, per la totale monotonia di abitudini cristallizzate in lunghi e sempre uguali anni di matrimonio, e per le quali vanno valutate pi a fondo le dinamiche familiari. Un secondo requisito prioritario la capacit di accettazione della realt, necessaria per confrontarsi con essa in maniera seria e costruttiva. Nel caso delladozione, la realt con cui la coppia non pu esimersi dal confrontarsi costituita, da un lato, dalla storia pregressa del bambino, e dallaltro dai limiti posti dalle sue potenzialit (Cavallo, 1995). Scrive Giulia de Marco (1999), Presidente del Tribunale per i Minorenni di Torino: Non dunque assolutamente sufficiente essere due brave persone, avere un lavoro, desiderare di costruire una famiglia con figlio per essere genitori idonei alladozione. Bisogna avere forza morale per affrontare le difficolt, essere aperti alle esperienze, conoscere i propri limiti ma anche le proprie potenzialit, provare entusiasmo per la vita, essere capaci di affrontare grandi cambiamenti senza lasciarsene travolgere, amarsi allinterno della coppia in modo profondo, senza dubbi, senza timori, senza insicurezze, essere capaci di comunicare i propri bisogni, i propri desideri, i propri sogni, ma essere anche capaci di cogliere quelli degli altri, aver superato il trauma della eventuale sterilit, affrontare ladozione come scelta di una genitorialit che altri non fanno o non vogliono fare, diversa ma non obbligata, n secondaria n strumentale.

100

SETTING E MODALIT OPERATIVE Lindagine sociopsicologica viene svolta nei Servizi Sociali con modalit peculiari a seconda degli operatori che se ne occupano; ci sono per delle regole generali che accomunano tutti i contesti. Il percorso avviene di norma in 6\7 colloqui della durata di 75 minuti circa. Lobiettivo che ci si pone di valutare le capacit genitoriali e le attitudini psicologiche rivolte a un bambino in stato di abbandono. I punti costitutivi del setting sono pertanto i seguenti: Chiarificazione iniziale del percorso operativo. Questa fase iniziale tesa non solo a dare informazioni sul percorso (sui vari colloqui e sui principali obiettivi conoscitivi che allinterno di questi ci si prefigge), ma anche a riposizionare ed aggiustare alcune fantasie della coppia sulliter dellistruttoria, spesso erronee o ingigantite in senso negativo. Un colloquio o due per conoscere la storia individuale di ciascun membro della coppia. Tali colloqui vengono svolti alla presenza di entrambi i membri e sono finalizzati a conoscere linfanzia del soggetto, le sue prime relazioni amicali, i vissuti relativi alla genitorialit e la socializzazione primaria. Il soggetto invitato poi a raccontare la sua adolescenza e la sua giovinezza. Lobiettivo, da un punto di vista psicologico, quello di far emergere i modelli affettivi ed educativi interiorizzati dal soggetto. Un colloquio per conoscere la storia della coppia. Si invita la coppia a raccontarsi, dal primo incontro allinnamoramento, fino alla decisione di unirsi in matrimonio. Questo colloquio ha lo scopo di evidenziare i processi di collusione di coppia, il grado di progettualit, e la consistenza della membrana diadica della coppia. Un colloquio relativo allanalisi dei processi di elaborazione del lutto e delle successive modalit riparatorie. In particolare, si analizza il percorso che, muovendo dalla procreazione biologica, approda allanalisi dei significati della procreazione affettiva.
101

Un colloquio per saggiare la capacit di immaginarsi il futuro. Lo scopo che ci si propone lanalisi dei significati relativi al tema della rivelazione dellorigine, al rischio della cancellazione della memoria, alla presentificazione dei bisogni del bambino in stato di abbandono, attraverso anche momenti di simulazione e gioco fatto fare alla coppia. Si utilizza in questa fase un compito che entrambi i coniugi, separatamente, devono preparare a casa per lincontro successivo: il Diario della famiglia futura commentata. Si tratta di raccontare una giornata di 5 anni dopo, immaginando liberamente come sar allora la propria vita. Un colloquio specifico per la richiesta di adozione internazionale. In questo caso specifico, necessario affrontare le tematiche relative al doppio trauma (abbandono della famiglia dorigine e abbandono della cultura dorigine), alla presentificazione delle problematiche connesse alle diversit somatiche, eccetera. Restituzione finale, tesa ad informare la coppia sul contenuto della relazione che verr inviata al Tribunale con i dati raccolti.

102

IL RAPPORTO COPPIA - OPERATORI Lo scopo principale che gli operatori si prefiggono nel corso dellindagine sociopsicologica la crescita della coppia; si cerca uno sviluppo della coppie che le permetta, alloccorrenza, di riuscire ad accettare e tollerare anche un esito negativo rispetto alle aspettative iniziali se, insieme, si costatata una non idoneit. Limportante che la coppia si senta seguita e sostenuta dagli operatori, che li veda dunque come compagni di viaggio, e non come nemici o come sguardi indagatori sulla loro vita privata e sul loro dolore. Il fine degli operatori diventare per i coniugi non semplici rappresentanti del Tribunale o giudici dei successi e insuccessi da loro raggiunti come coppia; si vorrebbe che le coppie li percepissero come esperti che, attraverso una relazione daiuto, sono in grado di valutare insieme a loro la validit della scelta adottiva. Purtroppo alcune coppie vivono lo studio di coppia come una superflua radiografia psicologica, e si sentono sottoposte ad un giudizio da cui dipender lesito della loro domanda. Di conseguenza mostrano un atteggiamento poco collaborativo, mascherato; pensano di dover fare bella figura, di dover dare le risposte giuste; tentano di non far trasparire nessuna divergenza o conflitto, tentano di dare alloperatore limpressione di essere una coppia perfetta. La dimostrazione dello sforzo messo in atto si riflette nella ritrosia mostrata dalle coppie una volta ottenuta lidoneit; gli operatori ne sono consapevoli, e io stessa ne ho potuto intuire la portata quando, durante i primi incontri con gli operatori di Carpi, si discuteva su come realizzare il nostro progetto. Tra le varie finalit proposte, si desiderava creare uno spaccato sulla realt delle adozioni che potesse in parte servire ai genitori adottivi. Sar soddisfacente lavorare per restituire ai genitori un resoconto del loro cammino, ma oltre alle ricerche che effettivamente poi sono state realizzate, sarebbe stato utile raccogliere testimonianze dirette dai genitori stessi, su come avevano vissuto il periodo dellattesa, o ancor pi su come si stava evolvendo la loro nuova famiglia. Gli operatori del Servizio per hanno sconsigliato questo progetto di ricerca, spiegandoci che sarebbe stato molto penoso per i genitori dover affrontare di nuovo unintrusione in quella che finalmente era la loro vita privata, con un bambino che finalmente, a tutti gli effetti, era loro figlio.
103

Tornando allindagine sociopsicologica, per fortuna non tutte le coppie pretendono di dimostrare di essere genitori perfetti; i colloqui di consultazione perdono il loro significato angosciante e persecutorio quando la coppia si accorge, dalle parole e dagli atteggiamenti degli operatori, che questi non inseguono fantasmi ideali, ma cercano due genitori idonei a prendersi cura di un bambino, che ha avuto unesperienza di dolore, per permettergli di continuare a vivere la sua condizione di figlio. La coppia, se si sente accolta e rassicurata, esce dalla convinzione di dover apparire perfetta, diventa collaborativa e spontanea, e si affida agli operatori, disponibile ad affrontare il tema difficile della sofferenza. In questo clima gli operatori possono indagare anche gli stili di attaccamento individuali dei coniugi, per predire quale potrebbe essere lo stile dattaccamento con un eventuale figlio. Nella vita di coppia linterazione tra gli stili di attaccamento individuali crea un modello dinamico che, in un processo circolare, influenza la qualit del rapporto di coppia e ne allo stesso tempo influenzato (De Amicis, Metitieri, Rossi, 2002). Per lo psicologo dunque fondamentale indagare ed osservare lo stile di attaccamento dei singoli partner e quello che si generato allinterno della coppia, con una particolare attenzione ai tipi di attaccamento ricorrenti nelle varie situazioni. Naturalmente, il fattore prognostico pi positivo per il buon fine di unadozione lo stile di attaccamento sicuro, in ragione del fatto che se una coppia ha saputo integrare i propri stili di attaccamento nel rapporto coniugale, sar presumibilmente in grado anche di integrarsi nel rapporto col bambino, proponendogli modelli di attaccamento sufficientemente sicuri. Uno stile di attaccamento sicuro desumibile dalla presenza di una comunicazione aperta e dalla capacit di negoziare in quanto tali criteri correlano. necessario che i genitori siano consapevoli che anche il figlio adottivo arriva con la sua dotazione in termini di modelli di attaccamento e probabilmente con la sperimentazione di una lunga serie di distacchi ed abbandoni precedenti. Le modalit con cui il bambino esprime i suoi comportamenti di attaccamento vengono tendenzialmente lette dai genitori adottivi in base ai propri codici affettivi, mentre la cultura nella quale il bambino stato immerso pu prevedere comportamenti differenti dal punto di vista del coinvolgimento emotivo, della regolazione della vicinanza/distanza fisica, del grado di autonomia richiesto o concesso. Anche se i genitori adottivi hanno studiato la cultura di provenienza del bambino, tale conoscenza non sostituir mai la capacit
104

empatica di leggere i segnali del figlio e di rispondervi adeguatamente al di l degli stereotipi culturali e dei propri stili personali di attaccamento. In un clima disteso gli operatori possono portare i futuri genitori alla consapevolezza dei propri stili di attaccamento e della prova che li aspetta nel momento in cui dovranno confrontarsi con lo stile di attaccamento gi interiorizzato dal figlio. In un clima di fiducia inoltre la coppia si sente libera di manifestare le proprie diversit naturali, i dubbi, le paure, le aspettative; tutto ci che inizialmente pensavano di dover nascondere. Questo il clima adatto per raggiungere gli obiettivi che questi colloqui si prefiggono. La coppia, dopo aver vissuto il dolore per la propria sterilit e la frustrazione per non essere riuscita a superare questo limite con laiuto della scienza, pu arrivare a presentare la domanda di adozione in una condizione di forte bisogno: il bisogno, appunto, di un figlio. Anche se questo espressione di unaspirazione naturale, abbiamo visto come tale bisogno pu esasperarsi sotto il vincolo di aspettative rigide e di pregiudizi sociali. Lobiettivo primario che la consultazione sociale e psicologica deve raggiungere, allora, quello di aiutare la coppia a separarsi dalla rigidit di questo bisogno e stimolarla a maturare la fecondit del desiderio di essere dei genitori. Questo cammino spesso non facile, ma porta la coppia a sentirsi completa, le permette di risentirsi di nuovo creativa e feconda, le fa trovare dentro di s risorse vitali da investire in una relazione genitoriale. Il figlio reale che i genitori incontreranno ha bisogno di questo desiderio (Cavallo, 1995).

105

VERSO IL FUTURO: PROPOSTE OPERATIVE La letteratura non sempre cos ottimista come gli autori a cui ho fatto riferimento sinora riguardo la procedura prevista per condurre lindagine sociopsicologica. Ad esempio Morral Colajanni (1997), in Adottiamo un bambino?, denuncia come insufficienti e non adeguate le procedure preadottive utilizzate solitamente. Per ovviare a questa carenza, propone agli operatori un iter pilota innovativo, che coinvolgerebbe le coppie aspiranti ladozione. Lautrice sostiene che talvolta lindagine sociopsicologica pu apparire alle coppie come intrusiva, ossessiva, fiscale. Per quanto sofisticate, le tecniche usate possono risultare poco adatte a valutare lidoneit di una coppia. Il progetto pilota proposto molto originale: si propone al marito e alla moglie che stanno effettuando lindagine sociopsicologica di intraprendere per unora alla settimana losservazione partecipante frequentando una famiglia adottiva, durante nove mesi di tempo. Lo scopo permettere ai futuri genitori di osservare il bambino nel nuovo ambiente, limpatto su di esso cos come limpatto della sua presenza nella famiglia adottiva.. Il membro della coppia presente osserverebbe senza interferire nella vita della famiglia, partecipando discretamente o dando un aiuto. Durante quellora, gli sarebbe richiesto di essere attivo e attento mentalmente allosservazione delle dinamiche e alle emozioni che si instaurano nel rapporto bambino famiglia, di essere mentalmente pronto a rivolgere una grande attenzione alle dinamiche ed emozioni che suscita losservazione, registrandole mentalmente senza mai esplicitarle nel contesto familiare Contemporaneamente, sarebbe richiesto alle coppie aspiranti di incontrarsi in gruppo con le altre coppie in osservazione una volta alla settimana, per commentare con loperatore ci che hanno pensato e provato. Secondo Morral Colajanni, questa modalit dintervento darebbe lopportunit alla coppia di confrontare il bambino ideale da loro immaginato con il bambino reale con i suoi bisogni specifici. Misurandosi con questa realt le coppie potrebbero testare la loro disponibilit di fronte alle situazioni che si producono allinserimento di un bambino in un ambiente familiare nuovo, situazione che spesso non priva di conflitti. Questa preparazione aspira ad essere vicina alla situazione di gravidanza biologica. Sarebbe come una gravidanza adottiva, che permetterebbe agli aspiranti genitori di
106

mettersi mentalmente ed emotivamente in contatto con il mondo del bambino e col proprio mondo interno. Per valutare lidoneit della coppia gli operatori avrebbero la disponibilit di seguire un percorso di questo genere e di valutare la capacit empatica mostrata verso il mondo interno del bambino. Dopo lidoneit le coppie troverebbero nellesperto che le ha seguite un punto di riferimento per il periodo postadottivo. Unaltra proposta operativa per rendere sempre pi efficiente il lavoro svolto dagli operatori che si occupano dellindagine sociopsicologica deriva dallanalisi delle interviste condotte dalla dottoressa Daria Vettori e dalla dottoressa Ivana Pinardi con le coppie aspiranti ladozione nel contesto dellAsl 9 di Reggio Emilia. Come gi ho sottolineato nel capitolo su La favola dei genitori aspiranti ladozione, lanalisi dei dati della ricerca condotta ha mostrato una netta separazione tra il percorso attuato con il Servizio e la realt vissuta dalle coppie. Dalle esigenze emerse nascono le seguenti proposte operative: MOMENTO INFORMATIVO iniziative pubbliche e attivit di sensibilizzazione sul tema delladozione nazionale e internazionale (conferenze aperte e opuscoli rivolti direttamente alle coppie interessate, coinvolgimento del settore scolastico, pediatrico, consultoriale); gruppi informativi in cui le coppie possano trovare risposta ai loro interrogativi. Momento di primo confronto con le proprie fantasie e con quelle di altri, ed anche primo dato di realt. Consegna di cartelle contenenti alcuni articoli ed indicazioni bibliografiche riguardanti il tema delladozione, i passaggi pi significativi della legge 184/83, le tappe fondamentali delliter con il Servizio, comprese le indicazioni sulla documentazione e gli esami da fare.; fornire indicazioni sui Canali possibili, in modo da essere indirettamente punto di riferimento anche nella fase dellabbinamento: creazione di un elenco degli Enti riconosciuti, per evitare il pi possibile la scelta di strade irregolari e fenomeni di compravendita di bambini.

107

MOMENTO FORMATIVO Nelle interviste si avverte la grande solitudine provata dalle coppie durante il percorso delladozione. La sensazione di essere sprovveduti induce una ricerca di qualcuno che possa aiutare ad affrontare le problematiche emergenti, con il quale condividere non solo i problemi, ma le emozioni. Unici interlocutori possibili sono le altre coppie che hanno fatto o stanno facendo tale percorso. Ci che molte coppie richiedono la possibilit di avere un momento di incontro con questi compagni di viaggio. Gli esperti sono ritenuti utili per conoscere, per saperne di pi, ma solo chi porta dentro di s questa esperienza pu condividere e comprendere. Per questo motivo si propone: formazione di Gruppi di incontro tipo self-help, ai quali potrebbero partecipare tutti quelli che hanno ricevuto lidoneit ma anche coppie genitoriali che hanno avuto labbinamento gi da diversi anni. Potrebbe partecipare uno psicologo per facilitare lavvio del gruppo, che poi assumerebbe il ruolo di supervisore esterno, disponibile solo su richiesta del gruppo. Si potrebbero prevedere temi specifici scelti e affrontati dal gruppo che dovrebbe provvedere alleventuale coinvolgimento di un esperto dallesterno; maggiore informazione e formazione degli operatori sui percorsi possibili, per affrontare la necessit di modificare le aspettative degli utenti e fare in modo di offrire reali occasioni di sostegno, non limitando lintervento alla sola valutazione e vigilanza. Offrire agli operatori la possibilit di un confronto costante allinterno della stessa realt territoriale, con una eventuale supervisione, senza escludere la possibilit di fare incontrare realt differenti, nazionali ed internazionali, che intervengono in questo stesso ambito. Il culmine del percorso intrapreso dalle coppie e dagli operatori nellindagine sociopsicologica la stesura della relazione didoneit da inviare al Tribunale per i Minorenni. Il prossimo capitolo dedicato a questo importante passo delliter adottivo.

108

Cap. 3. LA RELAZIONE DIDONEIT DEI GENITORI ASPIRANTI LADOZIONE. IL CULMINE DI UN PERCORSO FORMATIVO.

FORMA E CONTENUTO La relazione che gli operatori inviano al Tribunale per i Minorenni rappresenta sia una sintesi del lavoro svolto con le coppie, sia unulteriore riflessione ed elaborazione del lavoro svolto dagli operatori; il fine della relazione restituire al giudice, in modo sintetico ma chiaro, il materiale elaborato con e su i coniugi circa la loro consapevolezza della scelta adottiva e possibilit di realizzarla con ragionevoli probabilit di successo. Dice Grimaldi (1996), specialista in pediatria e neuropsichiatria infantile, con trentanni di esperienza nei Servizi pubblici territoriali: Nel corso degli anni pi volte ci siamo fermati a riflettere su come scrivere, soprattutto quando la decisione del Tribunale per i Minorenni sullidoneit di una coppia sembrava contrastare con la valutazione da noi effettuata; a volte, rileggendo la relazione a suo tempo inviata, ci siamo accorti che in alcuni casi essa poteva essere stata fraintesa in quanto non sufficientemente chiara nellesprimere dubbi e perplessit. La riflessione su tali fraintendimenti ci ha quindi consigliato una particolare attenzione, non solo ai contenuti ma anche allo stile e al linguaggio che vengono usati. Riteniamo infatti che la competenza specifica in campo professionale non dovrebbe indurre alluso di un gergo tecnico, che potrebbe essere malinteso in quanto lo scritto indirizzato a tecnici diversi. ovvio che la soggettivit ha un ruolo di grande rilevanza nel contesto della selezione delle coppie. In particolare, per ladozione nazionale la relazione ha il valore di una disponibilit alladozione, mentre per ladozione internazionale la relazione contiene un giudizio, positivo o negativo, sulla capacit delle coppie ad assumere un ruolo genitoriale verso un bambino di diversa nazionalit. La relazione deve essere esauriente per permettere al Tribunale di creare un abbinamento ad hoc, ma non deve essere offensiva nei confronti dei genitori, che ora
109

possono richiedere una copia della relazione che li riguarda. Questa trasparenza pu essere difficilmente conciliabile con il dovere di informare il giudice riguardo eventuali dati negativi emersi durante lindagine sociopsicologica. Nel caso di una mancata idoneit, i Servizi Sociali possono trovarsi ad affrontare una coppia gi pronta a presentare ricorso in Corte dAppello e che desidera leggere la relazione stilata per il Tribunale. La coppia conoscerebbe il contenuto della relazione in un momento in cui molto arrabbiata e, quindi, particolarmente predisposta a fraintendere ed a sentirsi attaccata. fondamentale, pertanto, che nella relazione non siano contenuti giudizi sulle persone e che non venga riportato nulla che non sia stato affrontato con la coppia durante gli incontri. Grimaldi (1996) elenca gli elementi pi sostanziali che la relazione dovrebbe contenere: 1. 2. Introduzione in cui sia specificato: chi intervenuto, in che modo e quante volte; Materiale descrittivo e dati di realt che sostanzino la valutazione, fornendo al giudice gli elementi di base ai quali essa viene espressa. Va comunque tenuto presente che, per quanto i dati siano obiettivi, linevitabile scelta di essi tra i tanti rilevati comporta gi una loro lettura, pi o meno consapevole, da parte degli operatori; 3. La lettura, in termini professionali, delle vicende dei coniugi, sia personali che di coppia. soprattutto tale interpretazione, infatti, formulata dagli operatori a fini predittivi delle loro capacit genitoriali, che il giudice chiede al Servizio; 4. Una conclusione contenente una sintesi della valutazione espressa dagli operatori.

110

LE LEGGI: NEMICHE-AMICHE PER COPPIE E OPERATORI Recita la legge 149\01: - Ladozione consentita a coniugi uniti in matrimonio da almeno tre anni. Tra i coniugi non deve sussistere e non deve aver avuto luogo negli ultimi tre anni separazione personale neppure di fatto. - I coniugi devono essere affettivamente idonei e capaci di educare, istruire e mantenere i minori che intendano adottare. - Let degli adottandi deve superare di almeno 18 anni e di non pi di 45 anni let delladottando. Il requisito della stabilit del rapporto di cui al comma 1, pu ritenersi realizzato anche quando i coniugi abbiano convissuto in modo stabile e continuativo prima del matrimonio per un periodo di tre anni, nel caso in cui il Tribunale dei Minori accerti la continuit e la stabilit della convivenza, avendo riguardo a tutte le circostanze del caso concreto. Oltre ai dati anagrafici di et e matrimonio, inserito nella nuova legge un concetto non facilmente controllabile: la qualit della coppia, sia per quanto riguarda le sue capacit affettive, sia per quanto riguarda la sua solidit interna. Non semplice chiarire, usando un gergo legislativo, argomenti che richiederebbero quaderni di parole; ritengo che questo sia il caso del termine qualit della coppia. Per quanto riguarda la solidit interna di una coppia, sicuramente lessere stati sposati senza separazioni neppure di fatto per pi di tre anni pu apparire un criterio sufficiente. Ma le ultime ricerche ISTAT (diffuse nel gennaio 2002) sulla coppia italiana rivelano un dato imprevisto: ci si separa soprattutto al dodicesimo anno di matrimonio. Di conseguenza, se ladozione avvenuta durante i primi tre anni di vita del bambino, ci sarebbe una percentuale elevata di probabilit che i genitori si separassero proprio durante il periodo difficile della sua pre-adolescenza. Il matrimonio allora pu non significare ragionevole certezza di stabilit della coppia e il legislatore lo sa, ammettendo alla possibilit di adottare anche coppie di fatto che regolarizzino il loro rapporto davanti alla societ, purch siano capaci di dimostrare la loro solidit. La legge 149\01 ha innalzato soprattutto la differenza di et tra la coppia e il bambino, che si spinge fino a quarantacinque anni dal genitore pi giovane (se laltro non supera i dieci anni di differenza dal coniuge). Probabilmente, per, le coppie pi
111

giovani saranno guardate con maggior attenzione e, dato il divario numerico tra le dichiarazioni di disponibilit e il numero di adozioni attuate, i meno giovani potrebbero essere lasciati in attesa di un figlio fino a farne scadere la domanda. Anche davanti a questo rischio per la nuova legge lascia una speranza: costituisce un criterio preferenziale ai fini delladozione lavere gi adottato un fratello delladottando o il fare richiesta di adottare pi fratelli, ovvero la disponibilit dichiarata alladozione di minori che si trovino nelle condizioni indicate allart. 3, comma 1, della legge 5\2\92, n. 104, concernente lassistenza, lintegrazione sociale e i diritti delle persone handicappate (art. 6, comma 7, legge 149). In parole pi semplici, se si disponibili a adottare pi fratelli o un bambino disabile o anche ragazzini con unet superiore ai sei anni, aumentano le probabilit di ottenere un abbinamento. La disponibilit che le coppie offrono lunico criterio oggettivo per essere valutati dagli operatori. Se la relazione riporta che la coppia si sente in grado di accogliere come figlio\a solo bimbi piccolissimi e normali a tutti gli effetti, deve essere informata che le possibilit di coronare tale sogno sono poche: solo il trenta per cento dei bambini adottabili posto in adozione dopo labbandono in ospedale, a parto concluso. Tutti gli altri sono figli di persone che prima di abbandonarli o prima di essere stati costretti a lasciarli hanno cercato di tenerli con s come potevano e quindi se i bambini arrivano alladozione in et prescolare, gi sono considerabili piccoli. In realt gli operatori, nel decidere se concedere lidoneit a una coppia, hanno sempre preso in considerazione parametri quali let dei coniugi, la loro maturit, la loro salute, la loro condizione economica e culturale, il loro equilibrio, la solidit del loro rapporto, eccetera. Davanti a persone palesemente inadeguate, il compito dei Servizi Sociali meno arduo. Ma nel caso di persone che vengono scartate solo perch, in perfetta onest, raccontano di tutto ci che le ha fatte soffrire nella vita, ci sembra che il criterio di giudizio sia spesso opinabile. Nel rapporto con i figli si presenti con la sfera emozionale, affettiva e intellettiva, ma quando ci si reca presso i Servizi Sociali per avere lidoneit, molto facile che intelligenza e cultura dellaspirante genitore finiscano per avere un ruolo preponderante (Grimaldi, 1996).

112

Le relazioni didoneit, oltre alle difficolt legate alla soggettivit cui sono soggette e ai limiti imposti dalla legge, devono superare unaltra difficile prova per trasformarsi in un reale abbinamento. Un luogo comune molto pericoloso, perch apparentemente fondato su numeri, circola nei Tribunali dei Minori: bisogna sfrondare il numero delle offerte di disponibilit, per giungere agli abbinamenti tra bambini e adulti. Le domande di adozione sono circa dieci volte superiori al numero dei bambini adottabili in Italia e quindi bisogna escludere tante coppie. Chi si ritira alla prima difficolt non davvero motivato (Forcolin, 2002). Sbagliare nel concedere o negare lidoneit umano e forse inevitabile: nemmeno il pi esperto psicologo pu prevedere levoluzione delle singole persone e delle coppie, ma bisogna chiedersi se giusto rispondere ai molti casi di abbinamenti sbagliati o di rifiuto di minori gi adottati divenendo sempre pi restrittivi nella scelta delle coppie. Lidoneit alladozione internazionale, in particolare, pu permettere un cambiamento di vita a minori che si trovano in condizioni terribili. Sottraendosi alla logica per cui le offerte di disponibilit dovrebbero essere sfrondate, anzi, ribaltandola, lattuale Presidente della Commissione per le Adozioni Internazionali, Melita Cavallo, ha recentemente dichiarato: io credo sia nostro compito riuscire a rendere attuabile ladozione da parte di tutte le coppie che hanno ottenuto il decreto di idoneit. [] Se ci saranno seimila genitori idonei, noi dovremo rendere possibile laccoglienza per seimila bambini. Considerando che le coppie ritenute idonee alladozione internazionale sono state nellanno 2000 pi di cinquemila e che il fenomeno in continua ascesa, la Presidente non si discosta molto dalle possibilit reali. Finora per le cose sono andate diversamente: nello stesso 2000 gli affidamenti preadottivi sono stati 2873.

113

LIDONEIT ALLADOZIONE INTERNAZIONALE Continuando con questo sguardo mirato sulladozione internazionale, unattenzione particolare merita la situazione delle coppie di cui si riporta nella relazione: Si dichiarano disponibili allabbinamento con un minore straniero. Per consegnare al giudice un documento utile per la decisione di affidare alla coppia un bambino di diversa nazionalit, gli operatori devono indagare nel corso dellindagine sociopsicologica, e riportare nella relazione, dati pi dettagliati riguardo certe aree e capacit di cui si discusso con la coppia. Tali aree sono rinvenibili dallart. 16 della Convenzione dellAja, in cui viene evidenziata la necessit di porre attenzione anche al contesto socioculturale in cui il bambino andr a vivere. Per poter superare linevitabile crisi di un cambiamento totale di punti di riferimento, sia affettivi che normativi, egli ha infatti bisogno di trovare intorno a s persone e non solo genitori che lo accettano per quello che e quindi anche nellidentit personale ed etnica che venuto sviluppando altrove e di constatare che alle persone adulte delletnia a cui appartiene viene riservata una accoglienza positiva che gli pu garantire di essere accettato anche in futuro, quando sar adulto (DellAntonio, 2001). Lidoneit alladozione viene pertanto vista come possibilit di garantire al bambino di vivere in ambiente adeguato per il suo sviluppo psicosociale: non quindi in rapporto ad un preciso status quo dei futuri genitori adottivi nel momento in cui chiedono di adottare, ma come garanzia che essi gli possono dare di percorrere con loro un cammino migliore di quello precedente. Come gi detto, secondo Melita Cavallo (e buona parte dellopinione pubblica), per garantire a un bambino abbandonato un cammino migliore di quello precedente sufficiente qualsiasi coppia italiana che si dichiari disponibile alladozione internazionale e che abbia i minimi requisiti richiesti, in termini economici e di capacit affettiva. Non tutti gli operatori che stilano la relazione didoneit, n i giudici che decidono degli abbinamenti, condividono per questa posizione: Si assiste oggi in Italia ad un divario metodologico nel determinare lidoneit delle coppie ma soprattutto ad una marcata disomogeneit tra i Tribunali per i Minorenni

114

delle percentuali di accoglimento delle domande di idoneit che vengono loro rivolte (DellAntonio, 2001). C dunque una diversit non lieve di percentuali di idoneit concesse nei vari Tribunali per i Minorenni rispetto alle domande di adozione internazionale ad essi rivolte. Si incontrano infatti percentuali che vanno dal 49% al 99%, con una collocazione dei Tribunali per i Minorenni pi intransigenti prevalentemente al Nord (a parte Brescia col 96% e Trieste col 90%) e di quelli pi indulgenti al Sud (tranne Potenza e Lecce). I Tribunali del Centro Italia si situano in una posizione intermedia, con una percentuale di idoneit concesse nellambito del 70-80% dei casi. Non vi sono peraltro correlazioni tra entit del lavoro di valutazione svolto e percentuali di idoneit concesse: i Tribunali per i Minorenni di Milano e Roma, per esempio, che hanno procedure simili perch si avvalgono oltre che dellopera dei Servizi degli Enti locali anche di questionari e di una quipe interna di giudici onorari, hanno percentuali di idoneit molto diverse (rispettivamente il 58,19% e il 76,74%) mentre percentuali simili a Roma ha Bologna che demanda sostanzialmente ai Servizi esterni ogni valutazione sugli aspiranti genitori adottivi. Si deve infine considerare che sulla dichiarazione di idoneit alladozione internazionale da parte dei Tribunali per i Minorenni ha non poca influenza il fatto che chi non lha ottenuta pu ricorrere alla Corte dAppello e che in quella sede, a detta dei Presidenti dei Tribunali per i Minorenni, lidoneit viene largamente concessa su tutto il territorio nazionale (DellAntonio, 2001). Oltre ai Servizi Sociali, un altro organo deputato alla preparazione delle coppie aspiranti ladozione sono gli Enti Autorizzati, il cui lavoro va a integrarsi con i bisogni delle coppie e le richieste delle leggi italiane, nonch con le richieste e le legislazioni dei Paesi di provenienza dei minori.

115

Cap. 4. GLI ENTI AUTORIZZATI

La legge prevede che, per i richiedenti ladozione internazionale, il percorso adottivo comprenda il passaggio attraverso un Ente autorizzato, scelto dalla coppia. Gli Enti svolgono il loro ruolo occupandosi dei seguenti passaggi delliter adottivo: - ricevono lincarico dagli aspiranti ladozione; - curano la pratica allestero; - informano sullesito dellabbinamento la Commissione per le Adozioni Internazionali; - collaborano con i Servizi in Italia a sostegno del nucleo adottivo.

IL RAPPORTO CON I SERVIZI SOCIALI La legge 476/98 afferma che le attivit di preparazione delle coppie aspiranti ladozione siano svolte dai Servizi anche in collaborazione con gli Enti autorizzati. Servizi ed Enti devono operare in stretta collaborazione gli uni con gli altri, il che esige un mutamento di mentalit ed il superamento di antiche gelose autonomie difese ad ogni costo, in entrambi i soggetti, e una capacit collaborativa del tutto nuova (Sacchetti, 2002). Unattivit preparatoria alladozione internazionale, cos come delineata dalla legge, implica di necessit che Servizi ed Enti autorizzati sappiano svolgere un lavoro integrato in cui si riconoscano le rispettive competenze e professionalit e si sviluppino strategie di intervento comuni. La nuova legge sulladozione internazionale chiede perci a tutti gli operatori una pi attenta riflessione su come articolare il proprio lavoro per attuare nel modo migliore il diritto dei soggetti allinformazione e ad unadeguata preparazione alladozione. Ci auguriamo che non solo ci sia possibile in questo settore ma che lapplicazione di questa nuova legge costituisca una straordinaria occasione per sviluppare anche in altri settori interessanti la condizione minorile una revisione culturale degli operatori minorili sulle modalit del proprio impegno ed una nuova capacit di lavoro comune integrato tra soggetti che troppo spesso appaiono ancora chiusi nelle proprie reciproche onnipotenze ed autarchie (Sacchetti, 2002).

116

I CORSI Gli Enti devono attivare corsi di preparazione per le coppie aspiranti ladozione. Nel Bollettino Ufficiale dellEmilia Romagna, anno 33 n. 35 del 28/02/02, si specifica che i corsi devono soddisfare i seguenti criteri di qualit: 1) Esaustivit. 2) Congruit. (Avere una durata non inferiore a 12 ore e prevedere la partecipazione di un numero di coppie non inferiori a 5 e non superiori a 10). 3) Integrazione delle competenze. (Prevedere la partecipazione di esperti di diversa matrice professionale ed istituzionale). 4) Attenzione allutente. (Prevedere orari e modalit tali da soddisfare il pi possibile le esigenze dei partecipanti). In particolare, riferendoci alla realt di Carpi, in cui stata svolta la ricerca che segue, la Regione Emilia Romagna si impegna ad incentivare le predette iniziative formative erogando un contributo per ogni corso realizzato, in grado di soddisfare anche i seguenti criteri: 5) Territorialit. 6) Gratuit. Gli obiettivi dei corsi sono cos specificati (Fadiga, 1999): aiutare la coppia a realizzare un processo di maturazione verso una competenza genitoriale ed una capacit di essere coppia, ancora pi profonde e salde di quanto normalmente richiesto ai genitori naturali; aiutare la coppia a introiettare un concetto di accoglienza ispirato ai principi di sussidiariet e di centralit dei bisogni del bambino; accrescere la conoscenza che essa ha degli aspetti peculiari legati allesperienza delladozione nazionale e internazionale e, in particolare, delle tappe del percorso adottivo; sviluppare la consapevolezza da parte delle coppie della valenza di aiuto e di sostegno degli interventi svolti dai Servizi; sollevare la fase dellindagine sociopsicologica, dalle valenze pedagogico formative, al fine sia di meglio focalizzare lintervento sulla conoscenza della coppia, la valutazione delle sue competenze e lo studio dellabbinamento possibile, che di garantire il rispetto dei tempi previsti;
117

realizzare una integrazione di competenze tra Servizi territoriali ed Enti autorizzati e tra questi e il Tribunali per i Minorenni; pervenire nellarco di un triennio a soddisfare il bisogno formativo delle coppie.

118

IL CIAI: UN ESEMPIO DI ENTE AUTORIZZATO Sulla base dei ruoli richiesti per legge agli Enti autorizzati, il CIAI (Centro Italiano Adozione Internazionale) si organizzato per preparare, attraverso percorsi informativo formativi, le famiglie che si apprestano ad accogliere un bambino straniero. Questa associazione opera da trenta anni nel campo delle adozioni ed sicuramente uno degli Enti con pi esperienza e credibilit tra quelli che la legge ha riconosciuto come legali. Ho gi parlato di questa Associazione nel capitolo Ladozione internazionale, riportando i valori su cui si basa il suo operato attraverso le parole del suo Presidente, Valeria Rossi Dragone (1997). Qui riprendo questo Ente come esempio di come pu essere organizzata la preparazione delle coppie che desiderano essere abbinate a un bambino straniero. Il CIAI negli ultimi anni ha cercato modalit di lavoro nuove, che integrassero lattivit svolta dai Servizi Territoriali incaricati dal Tribunale per i Minorenni, con unesigenza di formazione e di conoscenza delle coppie, finalizzata alla raccolta di indicazioni per una eventuale presentazione delle coppie ai Paesi di provenienza dei bambini, in vista dellabbinamento. A tale scopo, nel 1995-1996 sono stati organizzati sperimentalmente, a Padova e a Milano, percorsi di gruppo che prevedevano un lavoro intensivo, nel corso di un intero fine settimana, con coppie, provenienti da tutte le regioni dItalia, che desideravano adottare un bambino straniero. I gruppi sono stati condotti da quattro psicologi clinici, due conduttori e due osservatori, con esperienza sia nella conduzione di gruppi che nellambito delladozione (consulenti CIAI). Il gruppo, composto da quattordici coppie, era guidato dai due conduttori, mentre i due psicologi osservatori raccoglievano il materiale riguardante le comunicazioni verbali e non verbali di ogni singolo partecipante al gruppo, nonch aspetti riguardanti la dinamica relazionale delle coppie e del gruppo nel suo insieme. I quattro psicologi formavano una quipe che, nei momenti in cui il gruppo era in pausa, discuteva sul materiale raccolto, compilando una scheda riassuntiva. Questa scheda venne poi utilizzata nel colloquio conclusivo fatto singolarmente con ognuna delle coppie. In questultimo momento del percorso gli esperti si confrontavano con i coniugi su ci che era stato evidenziato, sia riguardo le risorse di cui la coppia disponeva sia riguardo le aree che necessitavano di unulteriore riflessione.
119

Sia nei confronti delle coppie che avevano gi portato a termine lindagine sociopsicologica, sia nei confronti di quelle che erano ancora in una fase informativa riguardo la possibilit di intraprendere il percorso delladozione, lo scopo era duplice: 1) fornire informazioni riguardanti la specificit delladozione internazionale, legata alla difficolt ad identificarsi con un bambino somaticamente diverso, che viene da lontano, che ha nei mesi o anni passati nel suo Paese dorigine assorbito modalit relazionali e modelli culturali particolari, e a quella di porsi come modelli identificatori diversi per un bambino che quanto meno altro da s; 2) permettere alle coppie di attivarsi sul piano emozionale e di sperimentare la possibilit, che il lavoro di gruppo offre, di confrontarsi con altre coppie che hanno vissuto percorsi simili oppure con coppie che hanno gi adottato e vogliono ripetere questa esperienza o, anche, con coppie che, pur avendo figli biologici e potendo ancora procreare, scelgono di percorrere la strada della genitorialit adottiva (Vettori, Salvo, Segatto, Galli, 1996).

120

I VIAGGI DI RITORNO ALLE ORIGINI Oltre a organizzare i corsi per coppie in attesa dadozione, gli Enti si occupano anche delle coppie che hanno gi ottenuto labbinamento, consapevoli del fatto che ladozione di un minore straniero richiede un impegno aggiuntivo da parte dei genitori. Prendendo ancora il CIAI come esempio dellazione degli Enti, laiuto offerto ai genitori consiste nellorganizzare i viaggi di ritorno alle origini, con adolescenti, giovani e adulti. In generale si organizza il viaggio per una quindicina di famiglie, che andranno a visitare le istituzioni da dove i bambini sono partiti, ossia recuperando per ognuno una visita nel luogo che lha ospitato per poco o per molto tempo prima delladozione. Questa iniziativa ha suscitato negli operatori del CIAI molte riflessioni nel momento in cui si sono accorti che in ogni ragazzo (a partire dal pi piccolo che aveva 10 anni e mezzo, fino ad arrivare al pi grande che ne aveva 29 e che viveva gi da solo) si manifestata, prima di partire, la paura di essere di nuovo abbandonati (Galli, 1997). Questo ha confermato che lesperienza dellabbandono rimane dentro le persone e pu riemergere in diversi momenti. Unaltra riflessione degli operatori del CIAI li ha portati a riconoscere una differenza tra il viaggio compiuto da una famiglia sola rispetto alla condivisione di tale esperienza con altre famiglie. Pare estremamente utile organizzare il gruppo di adolescenti e quello dei genitori facendo seguire i due gruppi da due psicologi, con i quali riflettere su quello che succede durante la visita allistituto. Gli adolescenti, ad esempio, si riunivano per mezzora dopo cena a parlare un po di quello che era successo nella visita dellistituto o nelle diverse esperienze della giornata, perch ritornare nel Paese di origine porta a riflettere su quello che avrebbero potuto diventare loro se fossero rimasti a vivere l. Vi poi una ricostruzione del proprio passato. Per esempio vi era la necessit di ognuno di questi ragazzi, nonostante sapessero assolutamente tutto quello che sapevano i genitori rispetto la loro storia adottiva, di fotografare larchivio dellistituto. Ossia il foglio dove era scritto che erano entrati, che erano usciti e che erano partiti in direzione dellItalia. Avere quella fotografia costituiva una verifica della realt, di una realt che loro potevano provare e di cui potevano riappropriarsi.

121

Molti tra i ragazzi hanno ritrovato le stesse suore e balie che li avevano curati quando erano piccoli. Tutto questo ha permesso loro di rielaborare mentalmente il proprio passato. Hanno potuto prendere coscienza che prima dellesperienza di vita con la famiglia adottiva, cera stato un altro pezzetto di storia (Galli, 1997). Per concludere la presentazione del CIAI, interessante sapere su quali basi si sceglie come abbinare un bambino a una coppia. I percorsi del CIAI sono accessibili anche senza lidoneit quindi possono essere utili per far guadagnare un po di tempo alle coppie, in quanto ci sono dei Tribunali che per dare lidoneit impiegano dai 18 mesi ai 2 anni. Il CIAI organizza giornate due giornate in cui si proiettano dei filmati e si mostrano documentazioni. Alla fine dei due giorni si invitano le coppie a riflettere ulteriormente sulla loro scelta. Poi, una volta ottenuta lidoneit, o per chi gi ce lha, dopo un periodo di digestione, che non dovrebbe essere inferiore ai 15 30 giorni, le coppie possono decidere di scegliere di continuare il percorso con il CIAI (il lavoro fatto nel weekend non infatti vincolante la scelta dellassociazione). A questo punto le coppie sono invitate a fare il punto oggettivo: verso quale Paese vogliono indirizzarsi, tenendo conto sia dei loro desideri, del loro immaginario, sia della situazione oggettiva che si propone. I consulenti esperti dellAssociazione faranno un lavoro pi approfondito con le coppie, da cui sar importante fare emergere un identikit di bambino adatto ad entrare in quella famiglia, mettendo in evidenza risorse e limiti di quel particolare nucleo. Tale disponibilit verr poi valutata dagli operatori del CIAI, che sanno quali sono i bambini reali in attesa di una famiglia (Rossi Dragone, 1997).

122

I COSTI DELLADOZIONE INTERNAZIONALE Le pratiche burocratiche, legali e tutte le certificazioni necessarie alliter adottivo, dallindagine sociopsicologica fino alle registrazioni anagrafiche, sono gratuite. Ladozione nazionale ha quindi, tecnicamente, costo zero, anche se linserimento del bambino comporta la pianificazione di un periodo di astensione dal lavoro di entrambi i genitori nella prima fase dellabbinamento, per un periodo variabile tra i 15 e i 30 giorni. Ladozione internazionale invece richiede lintervento di un Ente, la traduzione di documenti, in molti casi la nomina di un Procuratore legale nel Paese di adozione, il viaggio (o i viaggi) e il soggiorno, e quindi il costo finale di unadozione pu essere anche elevato. difficile individuare una spesa media, vista la variabilit dei fattori. possibile comunque fornire alcune indicazioni di massima (Oliverio Ferraris, 2002): Costi degli Enti autorizzati. Dipendono da quantit e qualit del servizio fornito e dalla formula organizzativa delle associazioni. Quelle basate essenzialmente sul volontariato, in particolare quelle legate a organizzazioni religiose, sono in grado di contenere i costi, anche se spesso lasciano alle coppie lonere di seguire da sole buona parte delliter adottivo allestero. Quelle che si sono dotate di una struttura professionale hanno costi pi elevati (attualmente dai 5.000 ai 15.000 euro), ma in genere si assumono il compito di seguire liter, hanno corrispondenti nei Paesi di adozione, trovano e pagano un legale, effettuano viaggi di controllo, offrono sostegno psicologico e formazione alle coppie. Costi accessori. Sono soprattutto quelli delle traduzioni: pi economici se la lingua linglese, lo spagnolo o il russo; pi costose se si tratta di lingue meno diffuse. Il costo dipende anche dalla quantit di documenti richiesti dal Paese di adozione. Preventivare da 100-200 euro a 1000 euro. Altri costi non compresi nel compenso degli Enti sono i visti dingresso e i passaporti. Viaggio. Qui la variabilit estrema. Per i Paesi in cui le coppie non possono recarsi (perch in guerra o per restrizioni dei relativi governi) gli Enti richiedono comunque il pagamento del viaggio del bambino e di un accompagnatore. Dove
123

invece possibile recarsi a incontrare il bambino, i costi sono quelli di un comune soggiorno turistico. Alcuni Enti dispongono di agenzie di fiducia e di convenzioni con compagnie aeree che praticano sconti sui viaggi per adozione. In alcuni paesi, come la Romania, sono necessari due distinti viaggi. In altri, come i Paesi dellAmerica Latina, il soggiorno pu durare alcune settimane.

124

ANALISI DELLANDAMENTO DELLE ADOZIONI PRESSO I SERVIZI SOCIALI DI CARPI

125

CAP. 1. RICERCA EPIDEMIOLOGICA COMUNE

Nel periodo ottobre 2001 aprile 2002, due colleghi ed io abbiamo frequentato i Servizi Sociali di Carpi come collaboratori ad un progetto nato da unidea degli operatori che vi lavorano. Uno dei Servizi offerti lindagine sociopsicologica con le coppie aspiranti ladozione. Lidea degli operatori era di avere una panoramica fedele sullandamento delle adozioni fino ad oggi; inoltre il loro desiderio era di poter restituire ai genitori adottivi con cui avevano lavorato un documento che potesse essere loro utile, e con cui seguire meglio le nuove coppie che si sarebbero presentate al Servizio successivamente. Partendo da questi obiettivi, io e i miei colleghi abbiamo preso visione delle 156 cartelle presenti nellarchivio del Servizio, per ricavarne dati generali sullandamento delle adozioni dal 1975, anno in cui stata presentata la prima richiesta di adozione al Servizio, fino ad oggi. Questo lavoro ha permesso di raccogliere moltissime informazioni che hanno fatto nascere in noi e negli operatori pi interrogativi che risposte, spingendoci ad andare oltre; da questi interrogativi sono nate tre ricerche: la prima, da me condotta, si interroga sui criteri richiesti ai genitori aspiranti ladozione per ottenere lidoneit ad adottare, nel corso dellindagine sociopsicologica condotta dagli operatori del Servizio; la seconda studia il rapporto tra la realt di Carpi e landamento nazionale delle adozioni, in base ai cambiamenti legislativi susseguitisi nel tempo; la terza indaga i vissuti delle coppie adottive che hanno ottenuto labbinamento, in particolare basandosi su un gruppo di genitori che volontariamente si riuniscono in gruppo per parlare dei loro figli adottivi. I dati comuni raccolti nella ricerca epidemiologica che mi accingo a presentare sono rimasti a disposizione per tutte e tre le ricerche, quindi nella sezione successiva verranno ripresi e rielaborati secondo le necessit della mia ricerca personale. Qui mi limito a esporli come fotografia di ci che accaduto ai Servizi Sociali di Carpi in questi anni di lavoro con le coppie.

126

Per i dati che seguono, ci si riferisce a ci che era contenuto in 156 cartelle dellarchivio dei Servizi Sociali di Carpi. Un esempio del materiale disponibile allinterno di ogni cartella in appendice. Per ovviare alleventuale mancanza di alcuni documenti, nelle tabelle e nei grafici si registrato il dato come mancante.

127

INFORMAZIONI GENERALI Dal 1975 al 2001 vi stato un progressivo aumento sia del numero di coppie che hanno iniziato il percorso adottivo, sia del numero di bambini adottati (TABELLA 1). In totale, 156 coppie hanno fatto una prima richiesta al Tribunale per i Minorenni per cominciare, con gli operatori del Servizio di Carpi, lindagine sociopsicologica, prima detta istruttoria.
Anno 1 richiesta n bambini adottati n bambini restituiti

1975 1976 1977 1978 1979 1980 1981 1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001
Dato mancante

1 3 6 4 3 1 1 2 5 1 6 4 6 5 11 12 13 16 7 4 10 4 11 4 6 4 6 156

1 4 5 1 1 1 1 1 4 1 5 3 7 5 9 7 12 11 2 1 3 3 5

Totale

6 99

TABELLA 1: INFORMAZIONI GENERALI SULLE ADOZIONI A CARPI DAL 1975 AL 2001

128

Dividendo il campione in periodi quinquennali di tempo, troviamo che: Il 12% delle coppie si presentata al Servizio nel periodo 1975 1980. Il 6% delle coppie si presentata al Servizio nel periodo 1981 1985. Il 21% delle coppie si presentata al Servizio nel periodo 1986 1990. Il 33% delle coppie si presentata al Servizio nel periodo 1991 1995. Il 25% delle coppie si presentata al Servizio nel periodo 1996 2001. Per il 4% non si conosce la data della prima richiesta. Questo dimostra laumento costante del lavoro di indagine condotto, con un picco tra il 1990 e il 1993, anno in cui sono state presentate il maggior numero di richieste(n. 16). Coerentemente con questo dato, anche il numero di bambini adottati cresciuto nel tempo. In particolare, il picco di abbinamenti (calcolati secondo lanno della prima richiesta) corrisponde al picco visto in precedenza per il primo contatto col Servizio. Dividendo il campione in scansioni quinquennali, vediamo infatti che: Il 13% degli abbinamenti corrisponde a un primo contatto nel periodo 1975 1980. Il 7% degli abbinamenti corrisponde a un primo contatto nel periodo 1981 1985. Il 29% degli abbinamenti corrisponde a un primo contatto nel periodo 1986 1990. Il 33% degli abbinamenti corrisponde a un primo contatto nel periodo 1991 1995. L11% degli abbinamenti corrisponde a un primo contatto nel periodo 1996 2001. Lunica percentuale che non corrisponde a quelle trovate per le prime richieste riguarda il periodo 1996 2001. Questa disparit facilmente attribuibile al fatto che le coppie con prima richiesta negli anni 2000 e 2001 sono ancora in attesa di abbinamento.

129

Delle 156 coppie che si sono presentate al Servizio, non tutte hanno portato a termine il percorso adottivo (TABELLA 2):
anno domande rigettate Sospesi con relaz. Sospesi senza relaz. Relazioni Sfavorevoli

1975 1976 1977 1978 1979 1980 1981 1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001
dato mancante

1 2 1 1 1 1 1

3 1

1 1 3 2 3 2 4 6 6 6 2 1 3 1 2 2 4 2 53

1 1 2 4 3 2 3 5 2 2 4 28 6

1 1

totale

1 12

TABELLA 2: INFORMAZIONI GENERALI SUGLI ABBINAMENTI NON AVVENUTI

Nella tabella 2 si pu notare che: 28 coppie non hanno terminato listruttoria (18%); 53 coppie hanno sospeso liter dopo aver terminato listruttoria (34%). 6 coppie avevano relazione sfavorevole, quindi non erano considerate idonee alladozione dagli operatori del Centro, per hanno insistito perch la loro domanda fosse comunque presentata al Tribunale per i Minorenni. Il motivo per cui solo il 4% degli utenti risulta non idoneo risiede nel fatto che in genere gli operatori consigliano alle coppie di prendere un periodo di riflessione sulla loro scelta, nei casi in cui notano una sofferenza non ancora elaborata o atteggiamenti inidonei ad accogliere un minore.
130

Ad esempio, una coppia pu mostrare fretta e non collaborare adeguatamente con gli operatori, perch considerano lindagine una perdita di tempo o non vogliono affrontare dei vissuti per loro dolorosi quali la sterilit, eventuali aborti o figli deceduti. Si consiglia quindi un momento di riflessione per riprendere lindagine quando saranno risolti i problemi della coppia, visto che si considera ladozione non come una soluzione alla sofferenza dei genitori. Questo consiglio in parte la spiegazione anche delle domande sospese prima di terminare lindagine; altri motivi sono una gravidanza naturale o il ritenere troppo faticoso liter adottivo e la burocrazia da affrontare. interessante notare che questo 28% di sospensioni si accumula a partire dal 1991; prima non esistono casi di domande per cui non sia stata portata a termine lindagine. Non si conosce il motivo di questo andamento temporale; si potrebbe ipotizzare una correlazione significativa tra questo dato e la presenza, tra il 1975 e il 1980, del 50% di domande rigettate dal Tribunale; lipotesi che, nonostante le coppie abbiano terminato listruttoria, la mancata selezione da parte del Servizio sia stata avviata dal Tribunale. Il motivo per cui il Servizio comincia a sospendere lindagine sociopsicologica a partire dagli anni 90 pu essere sintomatico di una maggior conoscenza dei criteri con cui il Tribunale giudica le domande che gli vengono presentate, per cui il Servizio blocca liter prima di uninevitabile e sicuramente pi dolorosa delusione, come avverrebbe se le coppie si illudessero della loro idoneit alladozione e poi venissero respinte dal Tribunale. Inoltre, il Servizio dimostra cos di farsi carico della responsabilit del rifiuto delle coppie, senza attribuire la colpa del rifiuto al Tribunale. Infine, consigliando alle coppie di sospendere liter, gli operatori possono spiegare e preparare alla rinuncia le coppie che sarebbero comunque destinate al fallimento. Una volta terminata lindagine sociopsicologica, le domande dadozione, con relativa relazione didoneit, arrivano al Tribunale per i Minorenni. Le domande rigettate dal Tribunale sono state 12 in 26 anni (8%), e su 99 abbinamenti avvenuti tra il 1975 e il 2001 non sono stati registrati casi di fallimento adottivo: non ci sono cio dati riferiti alla restituzione di bambini durante lanno di affido preadottivo o dopo il decreto dadozione.

131

Questi dati stanno a documentare laccuratezza della preparazione delle coppie ai Servizi Sociali di Carpi, rispetto allelevata percentuale di fallimenti riscontrabile nella realt nazionale (vedi capitolo Fallimenti adottivi).

132

AGGIORNAMENTI Nella TABELLA 3 mostrato quante coppie, e in che anni, si sono ripresentate al Servizio per aggiornare una domanda scaduta senza avvenuto abbinamento. Questi dati sono ugualmente distribuiti nel tempo, e la media degli aggiornamenti compiuti di uno o due al massimo. Lunico dato discordante riguarda una coppia con prima richiesta nel 1988, che ha compiuto 4 aggiornamenti, fino al 1997.
Anno prima richiesta 1976 1987 1988 1988 1991 1991 1992 1995 1996 Dato Mancante

Aggiornamenti
Aggiornamento nel 1977 1 aggiornamento nel 1989 e 2 nel 1990 Aggiornamento nel 1989 1 aggiornamento nel 1990, 2 nel 1992, 3 nel 1995 e 4 nel 1997 Aggiornamento nel 1993 1 aggiornamento nel 1992 e 2 nel 1993 Aggiornamento nel 1995 Aggiornamento nel 1997 Aggiornamento nel 1998 Aggiornamento nel 1990

TABELLA 3. AGGIORNAMENTI DELLA RICHIESTA DADOZIONE DAL 1975 AL 2001

133

ULTERIORI TENTATIVI DI ADOZIONE Nella TABELLA 4 sono riportate le 18 coppie che hanno tentato pi di una volta di ottenere un minore in adozione.

Anno prima richiesta


1986 1986 1987 1987 1990 1990 1990 1990 1992 1992 1993 1993 1993 1993 1993 1994 1996 1996 1 abbinamento 1 abbinamento 1 abbinamento Mancato abbinamento 1 abbinamento Mancato abbinamento Mancato abbinamento Mancato abbinamento 1 abbinamento 3 abbinamenti Mancato abbinamento 1 abbinamento 1 abbinamento 1 abbinamento Mancato abbinamento Mancato abbinamento 1 abbinamento Mancato abbinamento

Secondo tentativo di Adozione 1989 1989 1994 1991 1994 1994 1998 dato mancante 1996 dato mancante 1996 1996 1998 1999 1997 1998 2001 2001 1 abbinamento 1 abbinamento 1 abbinamento 2 abbinamenti 1 abbinamento 1 affido Mancato abbinamento Mancato abbinamento Mancato abbinamento 2 abbinamenti 1 abbinamento 1 abbinamento Mancato abbinamento Mancato abbinamento 1 abbinamento Mancato abbinamento In attesa di abbinamento In attesa di abbinamento

Terzo tentativo di Adozione

1999 1999

In attesa di abbinamento In attesa di abbinamento

TABELLA 4. ULTERIORI TENTATIVI DI ADOZIONE SECONDO LANNO DELLA RICHIESTA

Come si pu notare, nel 1994 una coppia ha ottenuto un affido anzich un adozione. Nella terza colonna sono segnalate due coppie che nel 1993 si sono presentate per la prima volta al Servizio, tornando nel 1996 per una seconda adozione e che ora, dal 1999, stanno tentando per la terza volta di ottenere, in un caso il secondo abbinamento, nellaltro la terza adozione.

134

BAMBINI ADOTTATI In totale i bambini adottati sono 99. Di questi, 60 sono maschi; 39 sono femmine. 34 sono le adozioni nazionali; 65 sono internazionali.
Anno abbiname nto 1975 1976 1977 1978 1979 1980 1981 1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 Dato mancante Totale

italiani maschi

Italiani femmine stranieri maschi stranieri femmine Totale 0 1 2 7 1 1 2 0 4 1 1 1 4 2 7 3 6 1 7 8 5 11 4 2 6 5 1 6 99

1 2 4 1 1 3

1 2 1 1 1 2 1 1 2 1 1 1 1

1 1 1 2 1 4 2 3 4 3 3 8 2 2 2 4 1 2 44

3 1 1 4 2 1 2 2 1

2 16

18

2 21

TABELLA 5. DISTRIBUZIONE DEI BAMBINI ADOTTATI RISPETTO ALLE VARIABILI GENERE (MASCHIO-FEMMINA) E PROVENIENZA (ITALIANO-STRANIERO)

Come si pu notare dalla TABELLA 5 (e dal GRAFICO 1 in appendice), i minori stranieri compaiono verso al fine degli anni 80, quando la Convenzione dellAja del 1983 comincia a far sentire i suoi effetti. Lapertura delle frontiere alladozione internazionale fa s che dal 1984 al 1991 quasi tutti i minori adottati siano stranieri,

135

mentre non sono presenti minori italiani maschi e le femmine si mantengono in quantit di 1 o 2 per anno. In 26 anni, la maggior parte (44%) di bambini adottati di sesso maschile e non nata in Italia. Si potrebbe ipotizzare duplice spiegazione per questo dato: da una parte, ladozione internazionale sempre stata considerata pi rapida e sicura di quella nazionale, motivo per cui molte coppie, per ridurre i tempi dattesa delliter adottivo, facevano richiesta sia per ladozione nazionale che internazionale; daltra parte, i bambini di sesso maschile in adozione internazionale sono pi del doppio di quello femminile, mentre i minori in adozione nazionale sono ugualmente ripartiti tra maschi e femmine. Il motivo potrebbe essere che nei primi anni delladozione internazionale tanti hanno tentato di arricchirsi con le adozioni fai da te, prelevando quindi dalla strada minori non dichiarati in stato di adottabilit, con la scusa di poter assicurare loro una vita pi dignitosa. Era pi semplice raccogliere bambini maschi piuttosto che femmine. Senza entrare nel merito della crudelt di un gesto simile, anche le adozioni legali e controllate, quali quelle avvenute nei Servizi Sociali di Carpi, potrebbero aver risentito di un tale andamento generale.

136

ADOZIONI INTERNAZIONALI: PROVENIENZA.

Di 65 minori in adozione internazionale, la maggior parte proviene dal Brasile. Corrispondono addirittura al 42%. Come per tutti gli arrivi dal Sud America, gli abbinamenti avvengono dal 1987 in poi, con un decremento significativo dopo il 1996. Anche lunico minore nato in Cile arriva in quellanno. Un solo minore arriva dallArgentina nel 1993. 2 minori arrivano dalla Colombia nel 1996. Dal Per provengono 3 minori, di cui uno abbinato nel 1989 e due nel 1991. Il 20% dei minori arriva dalla Federazione Russa; il secondo maggior Paese di provenienza dei minori in adozione internazionale, per gli arrivi sono tutti concentrati dal 1994 in poi. Questo dato facilmente correlato alla diminuzione dei bambini brasiliani nel 1996; con lapertura delle frontiere dellEuropa dellEst, probabilmente le coppie si sono indirizzate maggiormente su minori con tratti somatici pi simili ai loro. Infatti 2 bambini provenienti dalla Romania arrivano nel 1994 e nel 1995. Solo un minore della Polonia arriva prima, gi nel 1990. Al terzo posto per quantit di abbinamenti c lIndia, con il 14%. Tutti gli altri Paesi sono rappresentati da percentuali basse: dalle Filippine arriva un solo minore, nel 1985; dal Marocco un minore, di cui non si conosce la data dellabbinamento; dal Messico 3 bambini, uno nel 1996 e due nel 1999. Per una visione dinsieme: TABELLA 6 e GRAFICI 2 3 (in appendice).

137

ET DEI MINORI IN ABBINAMENTO


ETA' ABBINAMENTO 0 - 6 anni 6 - 12 anni 68 24

dato mancante 7

totale 99

TABELLA 7. RIASSUNTO DELLET DI ABBINAMENTO DEI MINORI

Come si pu notare dalla TABELLA 8 (in appendice): il 18% dei minori abbinati stato affidato alla famiglia in unet compresa tra 1 e 6 mesi. Il 17% in unet compresa tra i 12 e i 24 mesi. Seguono i minori tra i 6 e i 12 mesi, col 10%, e tra i 2 3 anni, col 9%. Sono quindi i bambini molto piccoli a essere adottati con maggior facilit, nonostante, come ho sottolineato in precedenza (vedi capitolo sulladozione internazionale), la maggior parte dei minori in stato di adottabilit sia di et sicuramente superiore ai 2 - 3 anni. In realt solo l11% dei bambini va in affidamento tra i 3 e i 6 anni. Un altro dato interessante riguarda i minori che vengono abbinati entro il primo mese di vita, quindi abbandonati alla nascita. Sono solo 3, quindi il 3%; i restanti minori adottati provengono quindi da situazioni transitorie come affidi o esperienze in istituti (nei primi anni di vita del Servizio) o case famiglia (soluzione preferita oggi). Un discorso a parte riguarda i bambini adottati quando hanno gi superato let prescolare (TABELLA 9 in appendice). Come chiarir nella mia ricerca personale, la maggior parte delle coppie richiede bambini piccoli o almeno in et prescolare. La legge per, per quanto si sia allargata la possibilit di adottare per le coppie di una certa et, prevede che la differenza massima det tra il genitore pi anziano e il minore non superi i 45 anni, n sia inferiore ai 18 anni col genitore pi giovane. Le coppie che si rivolgono alladozione quando non sono pi giovanissime non possono quindi sperare in un abbinamento con un bambino piccolo. Il 24% degli abbinamenti avvengono quindi con minori tra i 6 e i 12 anni. Le TABELLE 8 e 9 e i GRAFICI 4 e 5 (in appendice) mostrano in dettaglio landamento temporale delle adozioni in base allet del minore nel momento dellabbinamento.
138

Due ipotesi nascono dallosservazione di questi cambiamenti evolutivi. La prima riguarda il fatto che i bambini adottati entro il primo mese di et non compaiono dopo il 1987; come ho spiegato in precedenza (vedi capitolo I figli che aspettano) trenta anni fa erano molti pi di ora i bambini abbandonati alla nascita; oggi invece i genitori naturali tentano nella maggior parte dei casi di crescere i propri figli, aspettando il pi possibile prima di concedere ladozione, addirittura costringendo gli assistenti sociali a strappargli i figli per assicurare loro una vita pi consona ai bisogni di un bambino. Lipotesi dunque che oggi sia molto pi difficile ottenere labbinamento con un neonato. La seconda ipotesi nasce dallosservazione che su 17 bambini adottati tra i 12 e i 24 mesi, nessuno stato adottato prima del 1989; inoltre, su 5 bambini adottati tra i 3 e i 4 anni, nessuno stato adottato prima del 1994. Per spiegare questo incremento di bambini piccoli a cavallo tra gli anni 80 e 90, probabilmente si deve risalire a quanto detto prima riguardo ai minori stranieri adottati. In tabella 2 avevo sottolineato la presenza di una grande quantit di minori stranieri arrivati per adozione dal 1987 in poi. Probabilmente correlando let e la nazionalit dei minori si scoprirebbe che i pi piccoli erano stranieri, in quanto con ladozione internazionale pi facile essere abbinati con un minore in et prescolare come richiesto nella maggior parte dei casi, (vedi la ricerca successiva per la conferma di questo dato). Ora che la panoramica completa, ci si pu addentrare pi in profondit scegliendo una tra le mille prospettive possibili. La mia scelta ricaduta sul contenuto delle relazioni didoneit che gli operatori stilano alla fine dellindagine sociopsicologica per il Tribunale per i Minorenni.

139

RICERCA ESPLORATIVA

140

Questa ricerca nata come approfondimento di domande nate dalla ricerca comune presentata nella sezione precedente. Una volta ottenuti i dati generali sullandamento dei Servizi Sociali di Carpi, si proceduto ad osservarli attentamente. Ne risultata la formulazione di molte pi domande che risposte. Di conseguenza, si cercato un modo per approfondire, se non tutti, almeno buona parte degli spunti offerti dalla panoramica sul Servizio, alla ricerca di risposte che andassero al di l di semplici ipotesi riguardanti le variazioni notate. I miei colleghi ed io, in base ai nostri diversi interessi e inclinazioni, abbiamo diviso il lavoro in aree molto diverse: la parte di ricerca da me ideata e portata a termine si basa su documenti darchivio presenti al Servizio.

141

LE CARTELLE Per ogni coppia che si presentata ai Servizi Sociali di Carpi a scopo adozione dal 1975 sino ad ora, stata creata una cartella contenente tutta la documentazione riguardante quel caso. Quindi possibile ripercorrere il cammino di ogni coppia, sia che abbia ottenuto una o pi adozioni, sia che si sia presentata al Servizio solo una volta, per poi abbandonare lidea sospendendo lindagine sociopsicologica. In appendice si pu trovare un esempio di cartella contenente tutti i documenti che sono presenti nel caso in cui una coppia porti a termine liter adottivo. Ovviamente, in certe cartelle presente solo un documento, in particolare la prima richiesta che la coppia rivolge al Tribunale per i Minorenni; se la coppia ha poi sospeso liter adottivo a questo punto, non si ritrovano altri documenti o appunti riguardanti lindagine sociopsicologica. Nel caso invece una coppia decida di ripresentarsi al Servizio per un secondo tentativo di adozione, dallarchivio viene ripresa la cartella riguardante la coppia e cos si pu ricostruire la storia della prima adozione sfogliando i documenti presenti. Come gi detto (vedi paragrafo Ulteriori tentativi di adozione della ricerca epidemiologica), in 2 cartelle si possono trovare addirittura i primi documenti riguardanti un terzo tentativo di adozione, tuttora in corso. Sfogliando, nellordine, i documenti presenti in cartella (vedi appendice), se questa completa di tutti i passaggi delliter adottivo si pu trovare: 1. La prima richiesta che la coppia rivolge al Tribunale per i Minorenni, specificando le proprie generalit e richiedendo di effettuare lindagine sociopsicologica per la valutazione dellidoneit alladozione nazionale e/o internazionale. 2. 3. 4. Lattestato dello stato di famiglia. Lattestato di eseguita indagine sociopsicologica con cui il Servizio invia la La relazione di idoneit alladozione della coppia con cui si condotto il

relazione di idoneit. percorso di valutazione e preparazione nei mesi successivi alla prima richiesta. (Non presente in appendice perch ampiamente descritta nel corso della ricerca. Per averne un esempio completo vedi capitolo Un confronto nel tempo).

142

5.

Il decreto di idoneit alladozione internazionale, rilasciato dal Tribunale dopo

aver valutato la relazione inviatagli dal Servizio. In questo documento, rilasciato solamente se i coniugi si dichiarano disponibili alladozione internazionale, viene specificato se lidoneit concessa per uno solo o per pi minori stranieri. Inoltre, viene specificato che in caso di abbinamento di minore, per legge, la differenza det col coniuge pi anziano non deve superare i quarantacinque anni, mentre la differenza det col coniuge pi giovane non deve essere inferiore ai diciotto anni. Lesempio presente in appendice risale al 1994, quando invece la legge prevedeva che la differenza di et massima del minore fosse di quaranta anni col coniuge pi anziano. 6. Per quanto riguarda ladozione internazionale, necessario che la coppia trovi un tutore legale per il minore che verr loro abbinato. In molti casi, questo compito assunto dal Sindaco della citt di residenza dei genitori adottivi. Nel caso in appendice, il Sindaco Claudio Bergianti, del Comune di Carpi, attesta che la coppia in questione idonea a educare, istruire e mantenere i minori che verranno loro abbinati. Il tutore invece nel caso specifico Marzia Gualdi, Assessore alle Politiche Sociali (come documentato al punto 12). 7. La cartella scelta come esempio e riportata per intero ha un documento aggiuntivo, che riguarda la scelta fatta dalla coppia riguardo lEnte autorizzato che si occuper della preparazione della coppia e dei rapporti col Paese di provenienza del minore. In questo caso lAssociazione scelta il CIAI (Centro Italiano per lAdozione Internazionale). Il documento in questione stato spedito dal CIAI ai Servizi Sociali di Carpi, per informare che, a seguito della segnalazione di un minore abbandonato, si proposto labbinamento a scopo adozione del minore suddetto con la coppia di cui stiamo ricostruendo la storia. 8. 9. La notifica del Tribunale che il minore segnalato si trova presso la coppia a Un documento in cui il Tribunale decreta laffidamento preadottivo del minore, scopo adozione, con la data in cui avvenuto labbinamento. specificando se stato cambiato il nome del bambino, e la data in cui comincia lanno di affidamento. Deferisce inoltre la tutela del minore e la vigilanza sullaffidamento preadottivo al Servizio Sociale del Comune di Carpi. 10. I Servizi Sociali di Carpi organizzano incontri di gruppo con le famiglie nel corso dellanno di affido preadottivo, per aiutarle nei primi momenti di questa nuova esperienza. Gli incontri sono tenuti dalla dottoressa Daria Vettori. Nella cartella in
143

appendice si trova linvito a partecipare (la frequenza obbligatoria, a differenza dei gruppi per i genitori che hanno concluso laffido preadottivo, che sono liberi di scegliere se partecipare o meno agli incontri). Il gruppo si ritrova per quattro incontri, a scadenza mensile. 11. A quattro anni dalla data della prima richiesta, termina per la coppia in questione laffidamento preadottivo. Il Tribunale chiede ai Servizi Sociali di Carpi una relazione contenente un parere sullo svolgimento dellaffidamento e quindi sulladozione. Richiede anche una personale dichiarazione di assenso alla persona che ha rivestito il ruolo di tutore per il minore. 12. Segue lassenso del tutore, come gi detto in questo caso rappresentato dallAssessore alle Politiche Sociali, Marzia Gualdi, che si dichiara favorevole alladozione del minore. 13. Le cartelle in cui si compie tutto liter adottivo terminano, come nel caso in appendice, con il decreto di adozione del Tribunale per i Minorenni.

144

IL MATERIALE Dovendo compiere una scelta sul materiale da considerare per la mia ricerca, ho scelto di concentrarmi sulle relazioni didoneit alladozione che i Servizi Sociali di Carpi stilano alla fine dellindagine sociopsicologica con le coppie che si presentano al Servizio e che giungono al termine di questa prima importante fase delliter adottivo. Il materiale su cui ho lavorato consiste quindi di 131 relazioni didoneit, che coprono lintero arco di tempo in cui il Servizio stato attivo nel campo adozioni. Non vengono invece prese in considerazione le relazioni stilate per i secondi o terzi tentativi di adozione, n quelle stilate in seguito ad aggiornamenti effettuati dalle coppie che non hanno ottenuto labbinamento di un minore entro la data di scadenza della prima richiesta. Il motivo per cui la mia attenzione si focalizzata solamente sulla prima relazione stilata per ogni coppia risiede nel fatto che le relazioni successive, dei vari tipi suddetti, riprendono in gran parte i temi e i contenuti di cui gi stato trattato nelle prime relazioni; mi parso quindi superfluo considerarle. Ovviamente questa scelta comporta delle differenze rispetto alla ricerca condotta in comune con i miei colleghi, perch come gi spiegato alcune coppie non hanno ottenuto labbinamento al primo tentativo, mentre altre sono tornate. Inoltre, molte coppie non hanno terminato lindagine sociopsicologica, per cui necessario non confondere i dati comuni con quelli seguenti, riguardanti solo una parte delluniverso prima considerato. Per maggiore chiarezza, ecco un esempio dei diversi risultati cui sono giunta tramite la mia ricerca: le coppie considerate sono 131, a differenza delle 156 prime richieste risultanti dalla ricerca comune. I bambini adottati sono in complesso 99, mentre nella ricerca che segue i dati faranno riferimento a un totale di 88 bambini soltanto. I minori non considerati sono gli 11 che nella tabella 4 della ricerca comune risultano nella colonna delle seconde adozioni (escluso il caso di affido, che ho considerato a parte). Ovviamente, non considerando le relazioni di idoneit per i secondi tentativi di adozione, per i motivi suddetti, non compaiono questi 11 minori, n le 25 coppie che hanno fatto prima richiesta ma non hanno terminato lindagine sociopsicologica
145

(nella tabella 2 vengono riportate 28 coppie sospese senza relazione; di queste, 25 sono quelle ora nominate, 3 coppie hanno concluso liter per il primo tentativo di adozione, per cui risultano nel mio campione, ma al secondo tentativo non hanno concluso lindagine sociopsicologica, per cui risultano come sospese senza relazione nei dati della ricerca epidemiologica).

146

IL CAMPIONE Per la scelta del campione ho eseguito una ricerca pilota su 40 relazioni scelte con metodo randomizzato guidato. Le cartelle in archivio a Carpi sono conservate in tre raccoglitori, grosso modo divisi in ordine cronologico dagli operatori del Servizio. Non stato possibile cambiarne la disposizione, rendendo lordine cronologico pi esatto. Inoltre, una buona parte di cartelle, non in ordine cronologico, si trovano nellufficio dellassistente sociale; si tratta delle coppie con cui gli operatori stanno lavorando attualmente. Si possono quindi trovare coppie che hanno in corso una seconda o una terza adozione; le cartelle corrispondenti hanno quindi una data molto vecchia. Oppure si possono trovare coppie da poco tempo giunte al Servizio, al primo tentativo di adozione. Inoltre si possono trovare cartelle di coppie che hanno finito ora lanno di affido preadottivo e che sono in attesa del decreto di adozione. Non stato possibile spostare lordine di queste cartelle rendendole in ordine cronologico, per ovvia comodit di chi le ha disposte scegliendo quellordine. La ricerca pilota quindi stata condotta su 10 cartelle scelte dal primo raccoglitore, numerandole e pescando dei bigliettini coi numeri corrispondenti. Queste sono rappresentative dei primi anni di attivit del Servizio. Lo stesso metodo stato attuato per scegliere 10 cartelle dal secondo raccoglitore, 10 cartelle dal terzo raccoglitore e 10 cartelle dellufficio dellassistente sociale. Una volta raccolti i dati da questo mini campione, risultato evidente che il campione era troppo piccolo per poter azzardare ipotesi di qualsiasi tipo, ma la ricerca pilota risultata comunque utile per definire i dati da raccogliere nella ricerca vera e propria. Una volta deciso questo, ho creato una griglia che mi permettesse di raccogliere lo stesso materiale da tutte le relazioni lette successivamente. I contenuti sono trattati nel prossimo paragrafo. Il campione scelto per la mia ricerca dunque tutto luniverso preso in esame. Luniverso costituito, ripeto, dalle relazioni di idoneit delle coppie aspiranti ladozione stilate ai Servizi Sociali di Carpi. Il periodo considerato tutto larco temporale tra il 1975 e il 2001, cio da quando il Servizio ha iniziato a occuparsi delle adozioni e dellindagine sociopsicologica alle aspiranti coppie adottive da consegnare al Tribunale per i Minorenni.
147

I CONTENUTI La griglia di lavoro che ho creato per raccogliere i dati dalle cartelle e dalle relazioni comprende per ogni caso: 1. 2. Una numerazione con cui mi possibile risalire, in caso di bisogno, alla cartella corrispondente. Lanno in cui comincia la storia della cartella, quindi la data della prima richiesta al Tribunale per i Minorenni. Nei casi in cui mancava in cartella il documento relativo alla prima richiesta, ho considerato la coppia in base alla data della relazione, che in genere si discosta di non pi di 6 mesi dalla data della prima richiesta. Non mi era infatti possibile escludere delle relazioni dal campione per una carenza di questo tipo, quindi ho scelto di considerarle, visto che uno spostamento di 6 mesi non dovrebbe inficiare i risultati riguardanti il cambiamento evolutivo delluniverso considerato. 3. Il contenuto del documento, spedito dal Tribunale, riguardante lidoneit della coppia alladozione di uno o pi minori stranieri, oppure il rigetto o il non luogo della domanda fatta dai coniugi al Tribunale. 4. Le notizie riguardanti il sesso, la provenienza e let del minore abbinato (in caso di avvenuto abbinamento) e in tal caso la data dellabbinamento col minore o con i minori. In caso di abbinamento con pi minori, per ciascuno sono specificati i dati suddetti.
NOTIZIE ANAGRAFICHE E STORIA PERSONALE

5.

Segue una parte dedicata alle notizie contenute nelle relazioni riguardo ai due coniugi. Si comincia con la data di nascita di ciascuno (da cui mi stato possibile risalire allet in cui si sono presentati al Servizio e allet in cui hanno ottenuto, se c stato, labbinamento).

6. 7. 8.

Si prosegue con dati sulla scolarit di ciascuno dei due coniugi. Informazioni sullattuale occupazione di ciascuno dei due coniugi. Notizia di eventuale provenienza da altre citt italiane o estere, con data relativa a quando avvenuto il trasferimento.

STORIA DELLA COPPIA E MOTIVAZIONE ALLADOZIONE

148

9.

In questa parte della relazione ho raccolto: la data del matrimonio, da cui possibile risalire a quanto i coniugi hanno atteso prima di decidere di tentare ladozione.

10. La presenza o meno di figli naturali della coppia (specificando, in caso positivo, il sesso e let dei figli naturali, nonch eventuali disgrazie accadute quali la perdita di un figlio naturale). 11. Nel caso la coppia non si sia mai trovata o non riesca pi a trovarsi in gravidanza, viene specificato se sono stati fatti degli accertamenti medici per scoprirne il motivo. Ho specificato se il problema risulta a carico del marito, della moglie, di entrambi i coniugi o se gli accertamenti mostrano che non ci sono impedimenti oggettivi per una gravidanza. 12. Eventuali aborti, numero degli stessi e eventuali commenti sui vissuti derivanti. 13. Eventuali tentativi di gravidanza assistita, numero di tentativi falliti. In caso non si sia tentata la procreazione medicalmente assistita, ho riportato i motivi per cui non si tentata questa alternativa preferendo ladozione come soluzione allincapacit generativa della coppia. 14. Parere manifestato dalla famiglia dorigine alla notizia della decisione di adottare. 15. Eventuale visita a domicilio e giudizio sullabitazione espresso nella relazione.
DISPONIBILIT ALLADOZIONE E PREFERENZE MANIFESTATE DALLA COPPIA

16. Nella relazione si specifica il numero di minori con cui la coppia desidera essere abbinata. 17. Eventuali preferenze per il sesso del minore. 18. Preferenze sullet del minore con cui si vorrebbe essere abbinati. 19. Dichiarazione di disponibilit alladozione nazionale e/o internazionale. 20. Disponibilit ad accettare il rischio giuridico per ladozione di minori non ancora dichiarati adottabili. 21. Disponibilit allabbinamento con un minore sieropositivo. 22. Disponibilit allabbinamento con un minore handicappato.

Oltre a questi dati, ho raccolto informazioni qualitative, contenute in ogni relazione, riguardo al rapporto di coppia e alla motivazione alladozione.
149

Per i casi particolari, la griglia comprende uno spazio apposito in cui segnalare contenuti specifici di ogni singola coppia. Ad esempio, alcune coppie fanno richiesta dadozione mentre hanno in corso affidi di minori problematici. Un altro esempio riguarda coppie che richiedono un minore simile a loro per quanto riguarda i tratti somatici, quindi ho segnalato la presenza di questi casi e le motivazioni addotte dalle coppie per una tale richiesta. Per le coppie che hanno subito la tragica perdita di un figlio naturale, ho riportato i quattro casi specifici. Inoltre ho segnalato la presenza di relazioni sfavorevoli alladozione, che considerano quindi la coppia non idonea alladozione. Come gi detto, dalla ricerca pilota sono emersi meglio i dati da raccogliere nella ricerca successiva, ma sono emersi anche temi non particolarmente interessanti, che sono quindi stati eliminati dalla griglia per la ricerca successiva. In particolare, mi riferisco alle informazioni riguardanti le famiglie dorigine dei coniugi. Ogni relazione, infatti, riporta la presenza o meno, nella vita della coppia, dei rispettivi genitori dei coniugi e di eventuali fratelli o sorelle. Viene anche specificata la loro et, occupazione, e eventualmente let e il sesso dei loro figli, naturali o adottivi. Sicuramente importante che nella relazione siano contenute queste informazioni, ma allo scopo della mia ricerca sono parse superflue.

150

LO SCOPO Lo scopo di questa ricerca di indagare i cambiamenti evolutivi avvenuti nel percorso delladozione ai Servizi Sociali di Carpi dal 1975 al 2001. La maggior parte delle tabelle create presenta una suddivisione in quinquenni, scelta perch dividendo le informazioni per ogni singolo anno i dati risultavano troppo dispersivi. Il metodo usato per equiparare i campioni appartenenti a ogni periodo di tempo, non equipotenti, stato quello del calcolo delle percentuali. Oltre allosservazione delle variazioni significative nel tempo allinterno delluniverso considerato lo scopo della ricerca che presento si divide in unanalisi dei contenuti quantitativi reperibili dalle cartelle e dalle relazioni didoneit che costituiscono il materiale dindagine, e in unanalisi dei contenuti qualitativi delle relazioni didoneit, su temi difficilmente indagabili in senso quantitativo. In molti casi prima di presentare i dati raccolti e le tabelle riassuntive di ogni contenuto indagato, presento unipotesi iniziale contenente i risultati attesi sulla base delle conoscenze che ho potuto raccogliere dalla letteratura. Spesso i dati non confermano le ipotesi di partenza; in questi casi si tenta di proporre unipotesi di spiegazione alternativa, basandosi su confronti con dati nazionali o al contrario guardando alla pi specifica realt del Servizio di Carpi.

151

I RISULTATI I risultati della ricerca, come gli scopi suddetti, si dividono in due aree. La prima parte quantitativa, e viene presentata suddividendola in 4 capitoli: 1. Il primo riguarda la disponibilit alladozione dei coniugi, stabilita durante lindagine sociopsicologica con laiuto degli operatori, a seconda delle caratteristiche distintive e delle preferenze mostrate dai coniugi. Questo capitolo comprende le informazioni raccolte sul numero dei minori (ricercando una correlazione tra il numero dei minori e let del coniuge pi anziano al momento dellabbinamento); il sesso, let e la provenienza dei minori (confrontandola anche coi dati nazionali); inoltre raccoglie informazioni sulla disponibilit delle coppie al rischio giuridico, o ad accogliere bambini handicappati o sieropositivi. 2. Il secondo capitolo riguarda le caratteristiche strutturali delliter adottivo, con tempi di attesa e documenti legali sullidoneit alladozione internazionale, contenuti nelle cartelle. 3. Il terzo capitolo contiene le informazioni, ottenibili dalle relazioni, sulle coppie aspiranti ladozione. Per quanto riguarda let dei coniugi al momento in cui si presentano al Servizio, si tenta una correlazione tra let e lavvenuto/mancato abbinamento, e una correlazione tra let e la disponibilit della coppia per ladozione nazionale/internazionale. Seguono le informazioni sul grado di scolarit e lattuale occupazione dei coniugi, correlate allavvenuto/mancato abbinamento. Lultima parte del capitolo dedicata ai problemi incontrati dalla coppia quali sterilit, aborti, lutti di figli naturali; inoltre tratta degli accertamenti medici svolti dalla coppia per accertare la propria incapacit generativa, i tentativi di procreazione medicalmente assistita. Sono presenti anche informazioni sulle coppie che hanno, invece, figli naturali. 4. Lultimo capitolo riguarda i minori abbinati e le loro caratteristiche; presenta unultima correlazione tra let del minore al momento dellabbinamento e il suo Paese di provenienza. La seconda parte qualitativa, e viene suddivisa in 2 capitoli: 1. il primo capitolo analizza in modo quantitativo i contenuti delle relazioni didoneit; ci sono dei temi ricorrenti, e nelle descrizioni si pu ritrovare una serie di aggettivi ripetuti per molte coppie. Gli argomenti di cui si tratta in questo capitolo sono le famiglie dorigine dei coniugi, il giudizio degli operatori sul
152

rapporto di coppia, che hanno potuto saggiare nel corso dellindagine sociopsicologica; la motivazione della coppia a compiere la scelta adottiva. 2. il secondo capitolo propone un confronto tra una relazione del 1976 e una del 2001, allo scopo di sottolineare i cambiamenti evolutivi nella struttura e nei contenuti delle relazioni didoneit.

153

Sezione 1. ANALISI QUANTITATIVA DEI CONTENUTI DELLE CARTELLE E DELLE RELAZIONI DIDONEIT

CAP. 1. DISPONIBILIT ALLADOZIONE

NUMERO DI MINORI

Le coppie che richiedono ladozione possono dichiararsi disponibili al numero di minori per cui si sentono in grado di occuparsi. Su 131 coppie, 61 (47%) si dichiarano disponibili alladozione di un solo minore. 64 (49%) si dichiarano disponibili alladozione di uno o due minori (in genere fratelli). 4 coppie (il 3%) si dichiarano disponibili alladozione di 2 minori. 2 coppie (il 2%) si dichiarano disponibili alladozione di 2 o pi minori. La maggioranza delle coppie quindi, coerentemente con quanto riportato in letteratura (vedi parte teorica), non si sente pronta ad accogliere pi di due minori. Questo comprensibile, anzi, lo stupore nasce piuttosto nello scoprire che ci sono coppie che accettano di adottare 3 o 4 fratelli. A Carpi, ben 2 coppie hanno accolto come figli 4 fratelli brasiliani, e 1 coppia ha accolto 3 fratelli, anchessi provenienti dal Brasile.

154

Numero di minori che le coppie sono disponibili ad accogliere in adozione:


periodo 75 - 80 81 - 85 86 - 90 91 - 95 96 - 01 Totale 1 minore 17 1 13 14 16 61 1/2fratelli 2 7 16 26 13 64 2 fratelli 0 0 2 2 0 4 2/+fratelli 0 0 0 1 1 2

Per quanto riguarda i cambiamenti evolutivi, rimando a pag. 155.

155

CORRELAZIONE TRA LET DEL GENITORE PI ANZIANO AL MOMENTO DELLA PRIMA RICHIESTA E IL NUMERO DI MINORI PER CUI LA COPPIA SI DICHIARA DISPONIBILE ALLADOZIONE Come visto sopra, le disponibilit per 1 minore e quelle per 1 o 2 minori sono in totale praticamente uguali, ma potrebbero esserci differenze se correlate allet delle coppie in adozione, o rispetto ai cambiamenti evolutivi. Suddividendo le coppie per fasce det di 10 anni ciascuna, ho considerato le coppie in base allet che aveva il coniuge pi anziano al momento in cui la coppia si presentata al Servizio. Dividendo in periodi quinquennali il campione risulta che: il 66% delle coppie che si dichiarano disponibili alladozione di un solo minore ha unet compresa tra i 30 e i 39 anni. Il 31% ha tra i 40 e i 49 anni; solo una coppia ha tra i 24 e i 29 anni, e solo una coppia ha pi di 50 anni. Tra le coppie che si dichiarano disponibili alladozione di 1 o 2 minori, risulta che: il 64% ha unet compresa tra i 30 e i 39 anni; il 28% ha unet compresa tra i 40 e i 49 anni; 5 coppie hanno tra i 24 e i 29 anni, mentre nessuna ne ha pi di 50. Le coppie che si dichiarano disponibili per ladozione di 2 figli hanno: in un caso meno di 30 anni; in 3 casi tra i 30 e i 39 anni. Le coppie che si dichiarano disponibili alladozione di un numero di minori superiore a 2 hanno: in un caso meno di 30 anni; in un caso tra i 40 e i 49 anni. Da questi dati risulta che c molto equilibrio tra le diverse disponibilit, e sia nel caso della disponibilit per un minore che per 1 o 2 minori, la stragrande maggioranza delle coppie ha tra i 30 e i 39 anni (66% e 64%).
156

DISPONIBILIT ALLADOZIONE DI UN SOLO MINORE


periodo 75 - 80 81 - 85 86 - 90 91 - 95 96 - 01 totale % 24-29 anni 30-39anni 11 1 1 5 11 12 1 40 2% 66% 40-49 anni 50+anni 5 1 7 3 4 19 31% totale 17 1 13 14 16 61 % 28% 2% 21% 23% 26%

1 2%

DISPONIBILIT ALLADOZIONE DI UNO O DUE MINORI


periodo 75 - 80 81 - 85 86 - 90 91 - 95 96 - 01 totale % 24-29 anni 30-39anni 1 1 6 1 12 3 16 6 5 41 8% 64% 40-49 anni 50+anni 1 3 7 7 18 28% totale 2 7 16 26 13 64 % 3% 11% 25% 41% 20%

0 0%

Per quanto riguarda i cambiamenti evolutivi, nel campione di coppie che si dichiarano disponibili alladozione di un minore non risultano esserci cambiamenti significativi; per il campione di coppie che si dichiara disponibile alladozione di 1 o 2 minori invece c un trend di crescita costante nel tempo (dal 3% al 41%), con un decremento solo nellultimo quinquennio.

157

SESSO DEI MINORI Per quanto riguarda il sesso del bambino, solo 4 coppie esprimono una preferenza. In tutti i casi si tratta di una preferenza per il sesso femminile. Riporto un caso esemplificativo, tratto da una relazione stilata al Servizio: ...La preferenza per la bambina trova motivazioni differenti nella coppia: per la signora significa sentirla pi vicina, avere pi compagnia e desiderio di rappresentare per essa un modello didentificazione; per il marito invece trasmettere il proprio cognome ad una femmina sarebbe meno impegnativo a livello psicologico in quanto con il matrimonio i suoi figli assumerebbero il cognome del padre, cosa che in un figlio di sesso maschile non si verificherebbe. Pur ritenendo importante lambiente nel quale un bambino cresce pensano che alcuni tratti del carattere siano ereditari come ad esempio la cocciutaggine, lintelligenza ecc. Il credere alla trasmissione di tratti ereditari, li porta maggiormente, e in particolare il marito, a non preferire un figlio di sesso maschile poich rappresenterebbe in modo pi profondo la continuit di qualcosa di loro per un bambino non nato da loro. Questi due ultimi argomenti sono stati oggetto di discussione di pi colloqui e nonostante siano stati invitati a riflettere sui contenuti discussi hanno ribadito queste loro convinzioni. [...] Per quanto sopra esposto si manifestano delle perplessit relative alla coppia e si rimanda a Codesto Tribunale per i Minorenni la valutazione definitiva sulla loro idoneit alladozione. (Questa coppia non mai stata chiamata dal Tribunale dei Minori per un abbinamento).

158

ET DEI MINORI Le coppie possono esprimere una preferenza per let del bambino a cui verranno abbinati: 5 coppie richiedono un bambino che abbia meno di 1 anno; 4 coppie richiedono un bambino che abbia meno di 2 anni; 21 coppie richiedono un bambino che abbia meno di 3 anni; 19 coppie richiedono un bambino che abbia meno di 4 anni; 9 coppie richiedono un bambino che abbia meno di 5 anni; 47 coppie richiedono un bambino che abbia meno di 6 anni; 2 coppie richiedono un bambino che abbia meno di 7 anni; 2 coppie richiedono un bambino che abbia meno di 8 anni; 11 coppie richiedono un bambino che abbia meno di 10 anni; 1 coppia richiede un bambino che abbia meno di 11 anni; 3 coppie richiedono un bambino che abbia meno di 12 anni; 7 coppie non specificano let di preferenza; di queste 1 dichiara di accettare un bambino senza limitazioni det. Nella tabella seguente ho scelto di raggruppare in un'unica categoria le disponibilit per minori dai 6 ai 12 anni, essendo poche le coppie che preferiscono labbinamento a bambini grandicelli. Spesso questa scelta determinata dallet dei genitori, che per legge non pu discostarsi pi di 45 anni, o meno di 18 anni, dallet del minore. Questo argomento approfondito a pag. 202 e seguenti.

159

ET DI ABBINAMENTO DEI MINORI


periodo 75 - 80 81 - 85 86 - 90 91 - 95 96 - 01 totale < di < di < di 3anni 5 0 5 3 8 21 < di 4anni 3 3 0 10 3 19 < di 5anni 3 1 1 4 2 11 < di 6anni 2 2 16 17 8 45 < di 12anni 3 0 5 7 4 19 no limite 0 1 0 0 0 1 non spec. 2 0 2 1 1 6 1anno 2anni 1 0 1 0 2 0 0 1 1 3 5 4

In percentuale:
periodo 75 - 80 81 - 85 86 - 90 91 - 95 96 - 01 < di < di < di 3anni 26 0 16 7 27 < di 4anni 16 38 0 23 10 < di 5anni 16 13 3 9 7 < di < di no limite 0 13 0 0 0 non spec. 11 0 6 2 3

1anno 2anni 5 0 13 0 6 0 0 2 3 10

6anni 12anni 11 16 25 0 52 16 40 16 27 13

Per la discussione di questi dati, rimando a pag. 202 e seguenti.

160

PROVENIENZA DEI MINORI Su 131 coppie, dal 1975 al 2001 38 ( il 29%) si dichiarano disponibili alladozione nazionale; 7 (il 5%) si dichiarano disponibili alladozione internazionale; 86 (il 66%) si dichiarano disponibili sia alladozione nazionale che internazionale. La mia ipotesi iniziale che ci sia un cambiamento evolutivo significativo che veda laumento progressivo delle disponibilit alladozione internazionale, coerentemente con quanto riportato in letteratura (vedi cap. Ladozione internazionale). Grazie al cambiamento delle leggi e allapertura delle frontiere alladozione interetnica, mi aspetto di trovare traccia di questi avvenimenti nei dati raccolti nella ricerca sulle relazioni. Da una prima suddivisione del campione in singoli anni, risultata troppo dispersiva, ho raccolto una successiva suddivisione in due grossi periodi, che meglio e meno dispersivamente rappresentano la distribuzione dei dati: un primo periodo comprende gli anni dal 1975 al 1983, anno in cui usc la legge 184, che tutela i minori in adozione rendendo possibile adottare solo i minori dichiarati adottabili. Il secondo periodo comprende gli anni tra il 1984 e il 2001.
PROVENIENZA DEI MINORI
Periodo 75 83 84 01 Totale nazionale 21 17 38 internaz. 1 6 7 Naz/intern 1 85 86 totale 23 108 131

Seguono gli stessi dati in percentuale:


Periodo 75 83 84 01 nazionale 91% 16% internaz. 4% 6% Naz/intern 4% 79%

Come si pu notare dalla tabella, il 91% delle dichiarazioni di disponibilit presentate al Tribunale tra il 1975 e il 1983 a Carpi riguardano ladozione nazionale,
161

contro il 4% delle dichiarazioni per ladozione solo internazionale e il 4% delle disponibilit per entrambi i tipi di adozione. Nel periodo successivo al 1983, la situazione si ribalta, e le dichiarazioni di disponibilit per entrambe le adozioni salgono al 79%, contro la discesa netta delle dichiarazioni per ladozione nazionale al 16%. Le dichiarazioni per ladozione solo internazionale si mantengono su percentuali basse, indice che solo per motivi particolari si preferisce un abbinamento interetnico. CONFRONTO COI DATI NAZIONALI Per maggior chiarezza, si tentato un confronto coi dati nazionali presenti sul sito del Ministero della Giustizia (URL presente in bibliografia; dati del 2002). Il campione nazionale limitato agli anni 1993 1999, per cui ho raccolto le stesse informazioni dal campione di Carpi limitandolo agli anni suddetti. I risultati sono i seguenti:
DISPONIBILIT PER ADOZIONE NAZIONALE ED INTERNAZIONALE PRESENTATE NEGLI ANNI 1993 1999
ITALIA anno 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 Totale Nazionale 7631 7669 7715 8425 8530 9484 10102 59556 internaz 6329 6007 5849 5768 6217 6926 7352 44448 CARPI anno 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 totale nazionale 13 6 2 3 5 5 5 39 Internaz 13 4 2 4 3 4 5 35

162

IN PERCENTUALE (con base: totale dichiarazioni di disponibilit pervenute nel periodo 1993-1999) ITALIA anno 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 CARPI anno 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999

Nazionale 7 7 7 8 8 9 10

internaz 6 6 6 6 6 7 7

nazionale 18 8 3 4 7 7 7

Internaz 18 5 3 5 4 5 7

IN PERCENTUALE (con base: dichiarazioni di disponibilit totali per periodo)

ITALIA anno 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999

Nazionale 55 56 57 59 58 58 58

internaz 45 44 43 41 42 42 42

CARPI anno 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999

nazionale 50* 60 50 43 63 56 50

Internaz 50* 40 50 57 38 44 50

Dal confronto coi dati nazionali, non pare esserci molta differenza tra le dichiarazioni di disponibilit alladozione nazionale e internazionale; dal campione 1984-01 delle coppie di Carpi, le percentuali sono del 16% per le adozioni nazionali, del 6% per le adozioni internazionali, del 79% per quelle sia nazionali che internazionali. Questa differenza scompare nel campione che considera gli anni 1993-1999, come visibile dalle tabelle sopra riportate. Il motivo della discordanza tra i dati che, coerentemente con quanto riportato per i dati nazionali, non stata considerata la classe disponibilit per adozione sia nazionale che internazionale. Ogni caso appartenente a questa classe viene ripartito e compare sia nella classe delle adozioni nazionali che in quella delle adozioni internazionali, per cui le percentuali risultano falsate. Per maggior chiarezza, far un esempio:

163

nella tabella sopra riportata, risulta che le dichiarazioni di disponibilit alladozione nazionale sono state, per lanno 1993, il 55% nel campione nazionale, il 50% nel campione di Carpi. Nello stesso anno, le dichiarazioni di disponibilit alladozione internazionale risultano essere il 45% nel campione nazionale, il 50% nel campione di Carpi. Se cos fosse, met delle coppie che si sono presentate a Carpi avrebbero dovuto dichiararsi disponibili solamente allabbinamento con un minore straniero, mentre in realt solo 7 coppie in 26 anni hanno dimostrato esplicita preferenza per labbinamento con un minore straniero. La non rappresentativit del dato risiede nel fatto che, nellanno 1993, 13 coppie hanno dichiarato di essere disponibili allabbinamento sia con un minore italiano sia con un minore straniero. La letteratura sostiene che la maggior parte delle coppie si dichiara disponibile a entrambi i tipi di adozione perch molto difficile ottenere labbinamento con un minore italiano (vedi capitolo Ladozione internazionale). Effettivamente, confrontando i documenti di idoneit per ladozione internazionale rilasciati nel periodo 1975 2001 dal Tribunale alle coppie di Carpi con leffettivo abbinamento ottenuto, risulta che: 36 coppie che hanno ottenuto lidoneit per un minore straniero sono state abbinate con un minore straniero; solo 4 coppie che hanno ottenuto il documento di idoneit per labbinamento a un minore straniero, sono poi stati abbinati con un minore italiano. Questo esempio applicabile a tutte le percentuali della tabella sopra riportata per quanto riguarda i dati di Carpi. Per quanto riguarda le adozioni internazionali, gli operatori specificano se la coppia ha difficolt nellaccettare o meno bambini con tratti somatici diversi dai loro o colore scuro, adducendo le motivazioni della scelta. In particolare: 4 coppie accettano anche bambini con tratti somatici diversi dai loro; 8 coppie accettano anche bambini di colore scuro; 1 coppia richiede espressamente un bambino di colore scuro (in quanto gi genitori adottivi di un bambino di colore scuro);
164

2 coppie accettano anche bambini di razza diversa; 8 coppie esprimono preferenza per un bambino di colore non troppo scuro. Le motivazioni addotte per questa preferenza sono legate al timore che un bambino di colore diverso dalla maggior parte delle persone che lo circondano possa soffrire maggiormente del distacco gi difficile dal Paese dorigine; non si sentono quindi preparate per un tale abbinamento.

165

RISCHIO GIURIDICO, HANDICAP E SIEROPOSITIVIT Per quanto riguarda la richiesta di adozione italiana, il Tribunale per i Minorenni pu proporre alla coppia labbinamento con un minore in attesa dellattestato di adottabilit; gli operatori chiedono alla coppia se si sentono pronti a incontrare un bambino che potrebbe eventualmente non essere poi considerato adottabile: 28 coppie si dichiarano disponibili ad accettare il rischio giuridico; 39 coppie si dichiarano non disponibili ad accettare il rischio giuridico. Gi nel 1976 troviamo la prima coppia disponibile; per, a parte questo caso isolato e 3 casi nellanno successivo, le relazioni non riportano pi informazioni relative alla disponibilit delle coppie al rischio giuridico fino al 1989; da questa data in poi, ogni anno ci sono coppie disponibili, fino al 2001. Gli operatori chiedono alla coppia anche se si sentono in grado di chiedere labbinamento con un minore handicappato, oppure con un minore sieropositivo: 1 sola coppia si dichiara disponibile a un figlio con HIV (nel 1999); 78 coppie si dichiarano non pronte per un tale abbinamento. 3 coppie si dichiarano disponibili a un figlio con handicap (nel 1976, 1998, 1999); 87 coppie si dichiarano non pronte per un tale abbinamento. Di queste: 15 coppie accettano leventualit di un figlio con piccoli difetti fisici risolvibili nel tempo; 1 coppia accetta leventualit di un figlio con piccoli difetti fisici o psichici. Per 2 coppie la relazione specifica anche che i coniugi si dichiarano pronti ad accogliere anche un bambino istituzionalizzato.

166

Cap. 2. TEMPI DATTESA E DOCUMENTI DIDONEIT

TEMPI DATTESA TRA LA PRIMA RICHIESTA AL TRIBUNALE E LABBINAMENTO AL MINORE Dal momento in cui la coppia si rivolge al Servizio a scopo adozione al momento in cui il Tribunale decide labbinamento della coppia con uno o pi minori per lanno di affidamento preadottivo intercorre un lasso di tempo che pu variare molto da caso a caso. In media, dai dati raccolti emerge che: il 42% delle coppie aspetta 1 anno; il 22% delle coppie aspetta 3 anni; il 15% delle coppie aspetta 2 anni; il 7% delle coppie aspetta meno di 1 anno; il 6% delle coppie aspetta 5 anni; il 4% delle coppie aspetta 4 anni; il 2% delle coppie aspetta pi di 5 anni (dai 6 ai 10 anni). Quindi, nell86% dei casi lattesa non supera i 3 anni, data di scadenza della prima richiesta.
TEMPI DATTESA PER LABBINAMENTO
periodo 75-80 81-85 86-90 91-95 96-01 totale <di 1 1 anno 2 anni 3 anni 4 anni 5 anni 6 anni anno 1 1 0 3 0 5 6 3 12 3 6 30 2 0 2 5 2 11 0 1 3 10 2 16 0 0 1 2 0 3 1 2 0 1 0 4 0 0 1 0 0 1 10 anni 0 0 1 0 0 1 non spec. 1 0 0 0 0 1

Per quanto riguarda i cambiamenti evolutivi, non si notano tendenze significative; perci, pare che i tempi dattesa non abbiano subito aumenti n diminuzioni nel tempo. Il motivo che liter adottivo richiede dei tempi strutturali che non possibile accorciare, nonostante gli operatori e i giudici siano consapevoli della condizione di necessit in cui si trovano i minori in stato di adottabilit.

167

IDONEIT RILASCIATE DAL TRIBUNALE PER I MINORENNI ALLE COPPIE DISPONIBILI ALLADOZIONE INTERNAZIONALE

La sezione che segue analizza le dichiarazioni di idoneit rilasciate dal Tribunale per i Minorenni alle coppie richiedenti adozione presso i Servizi Sociali di Carpi. La letteratura sostiene che sia pi facile ottenere labbinamento per le coppie che si dichiarano disponibili ad adottare pi di un minore, essendo, soprattutto nelladozione internazionale, tante le coppie di fratelli che vanno in adozione internazionale non essendo stati scelti per quella nazionale nel loro Paese dorigine (DAndrea, 2000). Lipotesi di partenza dunque che le coppie che ottengono lidoneit per uno o pi minori siano effettivamente state poi abbinate in percentuale maggiore rispetto alle coppie che ottengono lidoneit per un solo minore. Dalla ricerca condotta risulta che: 41 coppie (il 53%) hanno ottenuto lidoneit per ladozione internazionale e sono state poi effettivamente abbinate a uno o pi minori. Di queste: 15 coppie (il 37%) hanno ricevuto lidoneit per un minore straniero. 26 coppie (il 63%) hanno ricevuto lidoneit per uno o due minori stranieri. 24 coppie (il 31%) hanno ottenuto lidoneit per ladozione internazionale ma non sono state poi abbinate a uno o pi minori. Di queste: 9 coppie (il 37%) aveva ricevuto lidoneit per un minore straniero. 15 coppie (il 63%) aveva ricevuto lidoneit per uno o due minori stranieri. Le percentuali sono identiche nelle due classi sopra considerate, quindi non pare che ottenere lidoneit per uno o pi minori faciliti labbinamento. Lipotesi di partenza, formulata sulla base di ci che viene riportato in letteratura, non quindi vera, almeno per quanto riguarda la realt di Carpi.

168

Oltre al 53% dei casi idonei e abbinati e al 31% dei casi idonei ma non abbinati, esistono 12 coppie (il16%), che sono state abbinate a uno o pi minori, ma a cui manca, in cartella, il documento didoneit del Tribunale. 2 di queste riguardano coppie con prima richiesta nel 2000, 3 di queste riguardano coppie con prima richiesta nel 2001, quindi queste coppie potrebbero essere ancora in attesa di ricevere lidoneit. 3 coppie per cui manca il documento sono state abbinate con un minore italiano, per cui non era necessario ricevere lidoneit. Le altre 4 coppie sono state abbinate con minori stranieri: la mancanza del documento potrebbe essere imputabile a casi particolari, in cui il Tribunale contatta una famiglia per accogliere un minore segnalato dal Paese dorigine, o da un Ente autorizzato, come urgente. In questo caso, la burocrazia legata al documento didoneit viene eliminata.

169

CAP. 3. LE CARATTERISTICHE DELLE COPPIE ASPIRANTI LADOZIONE

Sono molte le variabili da studiare per quanto riguarda i coniugi che si presentano al Servizio a scopo adozione. Nellindagine sociopsicologica si ripercorre la storia di ogni coniuge, poi la storia della coppia, si raccolgono informazioni su come i coniugi hanno vissuto fino a quel momento e si indaga sul motivo della loro decisione di adottare. Nelle relazioni si pu trovare il riassunto di questo lavoro con le coppie, da cui ho tratto i seguenti risultati.

LET DEI CONIUGI

CORRELAZIONE TRA AVVENUTO/MANCATO ABBINAMENTO ED ET DEI SINGOLI CONIUGI AL MOMENTO DELLABBINAMENTO Solitamente fino a questo punto ho considerato le coppie come unit. In questo caso ho ritenuto opportuno considerare i coniugi separatamente, per differenziare meglio il campione e ottenere dati pi precisi. La ricerca di correlazione riguarda let in cui la coppia viene abbinata; si cercano indici che differenzino la presenza e lassenza di abbinamento rispetto allet delle donne e allet degli uomini. Dai risultati emerge che: 72 uomini e, ovviamente, 72 donne (il 27%) ottengono labbinamento; 59 uomini e 59 donne (il 23%) non ottengono labbinamento. Si nota quindi una leggera maggioranza di abbinamenti avvenuti.

170

ET DEI CONIUGI AL MOMENTO DELLABBINAMENTO


Abbinam. Et Periodo 1975 1980 1981 1985 1986 1990 1991 1995 1996 2001 TOTALE M 0 1 1 3 0 5 SI NO 24 - 29 anni F 4 3 6 6 1 20 M 0 0 2 1 0 3 F 0 0 3 2 3 8 M 10 6 13 18 7 54 SI NO 30 - 39 anni F 7 4 10 15 7 43 M 2 1 5 11 11 30 F 4 1 8 14 14 41 M 1 0 6 3 3 13 SI NO 40 - 49 anni F 0 0 4 3 2 9 M 5 0 4 7 9 25 F 4 0 0 3 3 10 M 0 0 0 0 0 0 SI NO 50 anni in poi F 0 0 0 0 0 0 M 1 0 0 0 0 1 F 0 0 0 0 0 0

Percentuale degli uomini che ottengono labbinamento:


Periodo Et 1975 1980 1981 1985 1986 1990 1991 1995 1996 2001 24 - 29 0 13 3 7 0 30 - 39 53 75 42 42 23 40 - 49 5 0 19 7 10 50+ 0 0 0 0 0

Percentuale degli uomini che non ottengono labbinamento:


Periodo Et 24 - 29 0 0 6 2 0 30 - 39 11 13 16 26 37 40 - 49 26 0 13 16 30 50+ 5 0 0 0 0

1975 1980 1981 1985 1986 1990 1991 1995 1996 2001

171

Percentuale delle donne che ottengono labbinamento:


Periodo Et 1975 1980 1981 1985 1986 1990 1991 1995 1996 2001 24 - 29 21 38 19 14 3 30 - 39 37 50 32 35 23 40 - 49 0 0 19 7 10 50+ 0 0 0 0 0

Percentuale delle donne che non ottengono labbinamento:


Periodo Et 1975 1980 1981 1985 1986 1990 1991 1995 1996 2001 24 - 29 0 0 10 5 10 30 - 39 21 13 26 33 47 40 - 49 21 0 0 7 10 50+ 0 0 0 0 0

Questi dati sono interessanti, ma la loro lettura pu risultare faticosa. Per maggiore chiarezza, ecco le percentuali delle due maggiori categorie rappresentate nel campione (30 39 anni e 40 49 anni) rispetto allintero universo (262 persone):
PERCENTUALI DELLE CATEGORIE DET PI RAPPRESENTATE
SI M F 54 43 21% 16% NO 30 39 anni M F 30 41 11% 16% SI M 13 5% F 9 3% NO 40 - 49 anni M F 25 10 10% 4%

Come si pu notare dalla tabella, gli uomini dai 30 ai 39 anni che ottengono labbinamento corrispondono al 21%, rispetto all11% che non lo ottiene; gli uomini che ottengono labbinamento tra i 40 e i 49 anni corrispondono al 5%, rispetto al 10% che non lo ottiene. La tendenza quindi si inverte, rendendo possibile formulare lipotesi che sia pi semplice ottenere labbinamento per un uomo pi giovane.

172

Questo dato reso ancora pi interessante dal fatto che un simile trend non si riscontra nelluniverso femminile: le donne che ottengono labbinamento tra i 30 e i 39 anni corrispondono al 16%, lidentica percentuale corrisponde alle donne che non lo ottengono. Tra i 40 e i 49 anni, il 3% delle donne viene abbinata, il 4% no. Per le donne quindi sembra non esserci differenza nelle possibilit di ottenere un abbinamento al variare dellet, mentre per gli uomini pare che al crescere dellet diminuiscano le speranze di abbinamento. Il campione per troppo piccolo per poter trarre qualsiasi conclusione che vada al di l della semplice ipotesi, magari da verificare su scala nazionale.

173

CORRELAZIONE TRA LA DISPONIBILIT ALLADOZIONE NAZIONALE E/O INTERNAZIONALE E LET DEL CONIUGE PI ANZIANO AL MOMENTO DELLA PRIMA RICHIESTA Let in cui le coppie si presentano al Servizio sicuramente una variabile fondamentale per la ricerca di variazioni significative. Presento dunque unaltra correlazione, pi specifica della precedente. In questo caso ho indagato la disponibilit delle coppie alladozione nazionale, internazionale o a entrambe, rispetto sempre allet in cui i coniugi si presentano al Servizio. Come negli altri casi, let calcolata in base alla data della prima richiesta, e tra i due coniugi si considera quello pi anziano. Stavolta per non risultava influente suddividere le coppie tra marito e moglie, quindi anzich i coniugi singolarmente ho considerato le coppie come unit. Il campione stato diviso in quinquenni per evitare un accumulo di dati troppo dispersivo. Lipotesi di partenza, riguardo i cambiamenti evolutivi, che andremo a indagare in un secondo momento, che le disponibilit per le adozioni nazionali subiscano un decremento col passare del tempo, lasciando spazio alle disponibilit per le adozioni sia nazionali che internazionali.

DISPONIBILIT PER LADOZIONE NAZIONALE

Il 30% delle coppie si dichiara disponibile solo per ladozione nazionale. Per quanto riguarda le disponibilit alle adozioni nazionali, risulta che: il 72% delle coppie ha unet compresa tra i 30 e i 39 anni. Il 23% ha unet compresa tra i 40 e i 49 anni; solo il 3% ha meno di 30 anni e il restante 3% ha pi di 50 anni. Delle 28 coppie che costituiscono il campione di et compresa tra i 30 e i 39 anni, il 43% arriva al Servizio tra il 1975 e il 1980. nei quinquenni successivi la presenza di coppie di questet rimane la pi rappresentata nelluniverso, ma in quantit inferiori (da un minimo di 2 a un massimo di 6 per quinquennio).
174

DISPONIBILIT DELLE COPPIE ALLADOZIONE NAZIONALE


periodo 75 - 80 81 - 85 86 - 90 91 - 95 96 - 01 totale % 24-29anni 30-39anni 40-49anni 12 5 4 1 6 2 2 2 4 1 28 9 3% 72% 23% 50+anni 1 Totale 18 4 9 4 4 39 % 46% 10% 23% 10% 10%

1 3%

DISPONIBILIT PER LADOZIONE INTERNAZIONALE

Solo 6 coppie (5%) nelluniverso considerato si dichiarano disponibili solamente per ladozione internazionale. Questa insolita decisione pu essere determinata dalla presenza, in famiglia, di precedenti casi di figli adottivi nati fuori dallItalia, per cui si desidera ripetere lesperienza. Oppure una motivazione potrebbe essere lavvenuta sensibilizzazione per i problemi presenti in certi Paesi esteri, per cui la solidariet provata sfocia in un desiderio di adozione internazionale. Lipotesi specifica per i dati che trattiamo, quindi, che non risulti una differenza significativa tra le varie et in cui le coppie si presentano al Servizio, essendo altre le variabili a determinare una scelta di questo tipo. Effettivamente, nonostante il campione sia troppo piccolo per giungere a qualsiasi conclusione, i dati non mostrano trend evolutivi n variazioni causate dalla differenza det dei coniugi.

175

DISPONIBILIT DELLE COPPIE ALLADOZIONE INTERNAZIONALE


periodo 75 - 80 81 - 85 86 - 90 91 - 95 96 - 01 totale % 24-29anni 30-39anni 40-49anni 50+anni Totale 0 0 3 1 2 6

2 2 4

1 1 2 0

DISPONIBILIT PER LADOZIONE NAZIONALE E INTERNAZIONALE

Il 66% delle coppie che fanno richiesta dadozione si rendono disponibili sia allabbinamento con un minore italiano che con un minore straniero. Nel campione che comprende queste 86 coppie, risulta che: il 61% delle coppie, quindi la stragrande maggioranza, ha unet compresa tra i 30 e i 39 anni. Il 31% delle coppie ha unet compresa tra i 40 e i 49 anni; solo l8% delle coppie arriva al Servizio prima dei 30 anni, e nessuna coppia dopo i 50 anni. Delle 52 persone che arrivano tra i 30 e i 39 anni, ben 27 arrivano nel periodo compreso tra il 1991 e il 1995. Nel capoverso successivo, dedicato ai cambiamenti evolutivi, si chiarir limportanza di questo dato.

176

DISPONIBILIT
periodo 75 - 80 81 - 85 86 - 90 91 - 95 96 - 01 totale %

DELLE

COPPIE

ALLADOZIONE
50+anni

NAZIONALE
Totale 1 44 19 38 24 86 % 1% 5% 22% 44% 30%

INTERNAZIONALE
24-29anni 1 2 4 7 8% 30-39anni 3 10 27 12 52 61% 40-49anni 1 7 7 12 27 31%

Per ora, vorrei soffermarmi sulla presenza, in tutti i campioni considerati, del dato et 30 39 anni come il pi rappresentato. Considerando lintero universo, si pu notare che il 64% delle coppie che si presentano al Servizio ha unet compresa tra i 30 e i 39 anni, quindi diventa comprensibile che in ogni caso, sia che la coppia si dichiari disponibile alladozione nazionale, internazionale o entrambe, la maggior percentuale di presenze riguarda questa fascia di et. ET IN CUI LE COPPIE SI PRESENTANO AL SERVIZIO
periodo 75 - 80 81 - 85 86 - 90 91 - 95 96 - 01 totale % 8 6% 1 3 4 24-29anni 30-39anni 12 7 18 29 18 84 64% 10 10 12 38 29% 1 1% 40-49anni 6 50+anni 1

Per quanto riguarda i cambiamenti evolutivi, si possono invece notare trend interessanti. Per quanto riguarda in generale let in cui le coppie si presentano al Servizio, ho ipotizzato che si potesse notare un aumento di coppie che richiedono ladozione dopo i 40 anni. Questo per due motivi: il primo la tendenza generale delle nuove generazioni a sposarsi e diventare genitori a unet pi avanzata rispetto alle generazioni precedenti; il secondo la tendenza delle coppie che non riescono a procreare in modo naturale a tentare, una o pi volte, di diventare genitori tramite le tecniche di fecondazione
177

artificiale prima di pensare allalternativa delladozione (vedi paragrafo sulla procreazione medicalmente assistita). Questa ipotesi concorda coi dati raccolti nel campione di Carpi: le coppie che vanno in adozione tra i 40 e i 49 anni salgono infatti dal 16% nel periodo 1975-1980 al 32% nel quinquennio 1996-2001. Un secondo cambiamento evolutivo stato indagato basandosi sullipotesi di partenza che ladozione nazionale col passare del tempo subisca un decremento, coerentemente con un atteso aumento delle dichiarazioni di disponibilit per labbinamento sia con minori italiani sia stranieri. I dati confermano questipotesi: nel quinquennio 1975 1980 si trova: il 46% di dichiarazioni di disponibilit alladozione nazionale; l1% di dichiarazioni di disponibilit a entrambi i tipi di adozione. Nei quinquennio successivi: solo il 10% delle coppie chiede labbinamento specificatamente a un minore italiano (calo del 36%) per poi mantenersi su percentuali molto basse; le dichiarazioni di disponibilit a entrambi i tipi di adozione invece salgono dall1% iniziale al 5%, poi al 22% fino ad arrivare al picco, negli anni 1991 1995, del 44%, registrando in totale un aumento quindi del 43%. Nellultimo quinquennio questa escalation si leggermente attenuata, fermandosi sul 30%.

178

IL GRADO DI SCOLARIT E LCCUPAZIONE DEI CONIUGI

CORRELAZIONE TRA AVVENUTO/MANCATO ABBINAMENTO E GRADO DI SCOLARIT DEI CONIUGI Dalle relazioni didoneit si pu ricavare la carriera scolastica di ciascuno dei coniugi delle coppie richiedenti adozione. Si cercata una correlazione tra il grado di scolarit, considerando marito e moglie come unit separate, e lottenimento o meno dellabbinamento sperato. Lipotesi iniziale che mi ha spinto a una correlazione di questo tipo sostiene che le persone con una scolarit maggiore siano facilitate nellottenimento delladozione; in particolare, mi aspetto una differenziazione ancora pi marcata negli ultimi anni, considerando che il livello di istruzione italiano aumentato parecchio rispetto agli anni 70. Su 131 uomini, 55 (42%) hanno conseguito il diploma; 31 (24%) hanno una scolarit media inferiore; 16 (12%) hanno conseguito la laurea; 15 (11%) hanno una scolarit elementare; 12 (9%) hanno concluso la scuola di avviamento professionale. Su 131 donne, 53 (40%) hanno conseguito il diploma; (2% in meno dei mariti). 34 (26%) hanno una scolarit media inferiore; (2%in pi dei mariti). 18 (14%) hanno conseguito la laurea o sono laureande; (2% in pi dei mariti). 15 (11%) hanno una scolarit elementare; (Stessa percentuale maschile). 11 (8%) hanno concluso la scuola di avviamento professionale; (1% in meno dei mariti): Da questi dati appare evidente una grande omogeneit tra luniverso maschile e quello femminile, con percentuali che non si discostano pi del 2% per ogni classe considerata.
179

Guardando pi in dettaglio le differenze di scolarit tra mariti e mogli, e tra mancati e avvenuti abbinamenti, non si riscontrano differenze nel grado di scolarit dei mariti e delle mogli. Il totale di uomini e di donne con un certo grado di scolarit simile per tutte le classi. Si riscontrano invece notevoli differenze negli abbinamenti: tra coloro che hanno una scolarit elementare, 11 persone (il 40%) ottengono labbinamento, mentre il restante 60% non lo ottiene. Tra coloro che hanno una scolarit media inferiore, 42 persone (il 64%) ottengono labbinamento, mentre il 36% non lo ottiene. Tra coloro che hanno conseguito il diploma di avviamento professionale, 13 persone (il 57%) ottiene labbinamento, mentre il 43% non lo ottiene. Tra coloro che hanno conseguito il diploma, 61 persone (il 56%) ottiene labbinamento, mentre il 44% non lo ottiene. Tra coloro che sono in possesso di una laurea, 16 persone (il 47%) ottiene labbinamento, mentre il 53% non lo ottiene. sicuramente curioso che tutte le percentuali sopra riportate si discostino poco dal 50%; c un equilibrio tra abbinamenti avvenuti e mancati e tra i diversi gradi di scolarit. Ci che stupisce ancora di pi che, mentre per la scolarit media, professionale e per il diploma, sono comunque in vantaggio gli abbinamenti avvenuti, per la scolarit elementare e tra i laureati sono pi le persone che non hanno ottenuto abbinamenti. Per quanto riguarda i cambiamenti evolutivi, dal 1975 ad oggi cresciuto il livello di istruzione. Questa tendenza era prevedibile, in rapporto a una crescita del livello distruzione che ha interessato tutta la popolazione italiana. Nei dati riferiti alla realt di Carpi, passando da un quinquennio al successivo diminuiscono visibilmente le persone con scolarit elementare, aumentano quelle con scolarit media inferiore, rimangono pressoch nello stesso numero quelle con scolarit di avviamento professionale; i diplomati invece aumentano visibilmente (sia tra gli uomini che tra le donne), e aumentano anche i laureati (soprattutto le donne). Queste variazioni sono imputabili a cambiamenti evolutivi che riguardano tutta la popolazione italiana, quindi non sono causate da variabili legate alladozione.

180

I cambiamenti osservabili nel campione senza abbinamento seguono le stesse caratteristiche dellintero universo; non pare dunque esserci un cambiamento nel modo in cui gli operatori e il Tribunale valutano lidoneit alladozione rispetto al grado di scolarit posseduto dalle coppie.

181

SCOLARIT DEI CONIUGI CHE RICHIEDONO LADOZIONE


periodo elementari marito 75-80 9 81-85 2 86-90 2 91-95 2 96-01 totale 15 moglie 8 2 2 2 14 medie marito 2 2 9 12 7 32 moglie 4 3 11 10 6 34 profess. marito moglie 3 1 2 5 3 3 2 12 11 3 1

periodo diploma laurea non spec. marito moglie marito moglie 75-80 1 2 3 1 1 81-85 3 2 86-90 16 12 4 4 91-95 21 22 4 6 96-01 14 15 5 7 1 totale 55 53 16 18 2

totale 37 16 62 87 60 262

SCOLARIT DELLE COPPIE IN PERCENTUALE


periodo 75 - 80 81 - 85 86 - 90 91 - 95 96 - 01 elementari 32 25 3 2 0 medie profess. diploma laurea 11 26 11 21 13 13 50 0 19 0 58 19 16 9 53 19 10 3 60 27

182

SCOLARIT DELLE COPPIE CON ABBINAMENTO


periodo element ari marito 75-80 81-85 86-90 91-95 96-01 totale periodo 75-80 81-85 86-90 91-95 96-01 totale 4 1 1 moglie 3 1 1 medie marito 1 2 5 8 3 19 laurea marito 2 2 9 13 4 28 1 2 3 8 moglie 4 3 7 6 3 23 profess. marito 2 1 2 1 6 non spec. moglie 1 1 4 2 8 1 21 14 40 49 20 144 moglie 2 1 2 1 1 7 totale

6 diploma marito 1 3 13 13 3 33

moglie

SCOLARIT DELLE COPPIE SENZA ABBINAMENTO


periodo 75-80 81-85 86-90 91-95 96-01 totale periodo 75-80 81-85 86-90 91-95 96-01 totale elementari medie profess. marito moglie marito moglie marito moglie 5 5 1 1 1 1 1 1 1 4 4 2 2 4 4 3 2 4 3 2 1 9 9 13 11 6 4 diploma laurea marito moglie marito 2 1 3 8 11 22 3 9 11 25 3 2 2 8 non spec. moglie 16 2 22 38 40 118 totale

3 2 5 10

1 1

183

CORRELAZIONE TRA AVVENUTO/MANCATO ABBINAMENTO E OCCUPAZIONE DELLE COPPIE Dalle relazioni possibile conoscere la storia lavorativa dei coniugi che desiderano adottare. Si ricercata una correlazione tra loccupazione dei coniugi al momento della prima richiesta e lavvenuto o mancato abbinamento. Lo scopo scoprire se ci sono alcuni lavori che facilitano lottenimento dellabbinamento a un minore a scopo adozione, o se al contrario alcune mansioni penalizzano le coppie aspiranti. Ovviamente nel caso si trovassero variazioni significative, queste sarebbero da imputare non al lavoro in s svolto dai coniugi, bens ad altre condizioni collegate alloccupazione, prima di tutto il reddito familiare, nonch labitazione posseduta e, forse, anche la classe sociale di appartenenza. Nel decidere come dividere il campione, ho seguito le indicazioni fornite dalla ricerca pilota, trovando cos 6 categorie che comprendono tutti i soggetti: la prima comprende i dipendenti, gli impiegati e gli operai, che ho unito per ragioni di reddito percepito, cos come per questo motivo ho unito in una seconda categoria i liberi professionisti e gli artigiani, e in una terza i dirigenti. La quarta categoria nasce dallosservazione dei casi raccolti: mi parso di raccogliere molti esempi di occupazioni che avessero a che fare con listruzione e leducazione. Per questo ho creato una categoria che comprende gli insegnanti, gli educatori e gli assistenti sociali, formulando lipotesi che molte persone impegnate nel sociale siano sensibili al tema adozione e disponibili ad accogliere un bambino adottivo nella loro famiglia. Le altre due categorie non sono quasi per niente rappresentate, ed proprio per questo che ho deciso di lasciarle: una comprende i lavoratori a domicilio; laltra i pensionati e i casalinghi. Queste persone avrebbero pi tempo di dedicarsi a un bambino rispetto a chi lavora, eppure sono solo 9 (3%) i soggetti che non lavorano fuori casa. A parte questa piccola percentuale, su 131 coppie (quindi 262 persone), si trovato che: 66 persone (25%) sono dipendenti, impiegati o operai. la categoria pi rappresentata. 48 persone (18%) sono liberi professionisti o artigiani. 14 persone (5%) sono dirigenti.
184

14 persone (5%) sono insegnanti, educatori o assistenti sociali.


OCCUPAZIONE DELLE COPPIE CON ABBINAMENTO
Periodo Dipendente Impiegato Operaio marito 75-80 81-85 86-90 91-95 96-01 Totale Periodo 7 4 8 12 6 37 Lavoro a Domicilio marito 75-80 81-85 86-90 91-95 96-01 Totale 0 0 0 0 0 0 moglie 1 0 0 0 0 1 moglie 6 2 5 12 4 29 Marito 2 0 7 8 5 22 Casalinga Pensionato Marito 0 0 0 0 0 0 moglie 1 0 0 0 0 1 0 0 2 0 0 2 moglie 2 4 8 7 5 26 Non Spec. Marito 1 3 4 3 0 11 moglie 0 0 2 1 0 3 Libero prof. Artigiano Dirigente Insegnanti Educatori Ass. sociale marito 1 0 0 1 0 2 moglie 1 1 4 4 2 12

Seguono le percentuali di presenza delle occupazioni maggiormente rappresentate:


Periodo Dipendente Impiegato Operaio 75-80 81-85 86-90 91-95 96-01 marito 32 29 20 25 27 moglie Marito moglie 27 9 14 0 13 18 25 17 18 23 Marito 9 29 20 15 23 5 21 10 6 0 moglie 0 0 5 2 0 Libero prof. Artigiano Dirigente Insegnanti Educatori Ass. sociale marito 5 0 0 2 0 moglie 5 7 10 8 9

OCCUPAZIONE COPPIE SENZA ABBINAMENTO


Periodo Dipendente Impiegato Operaio marito 75-80 81-85 6 1 moglie 5 1 Marito 2 0 moglie 1 0 185 Marito 0 0 moglie 0 0 Libero prof. Artigiano Marito 0 0 Dirigente Insegnanti Educatori Ass. sociale moglie 0 0

86-90 91-95 96-01 Totale Periodo

4 11 11 33 Lavoro a Domicilio marito moglie 0 0 0 0 0 0

3 9 5 23

6 7 5 20 Casalinga Pensionato Marito moglie 0 0 0 0 0 0

3 2 5 11

1 1 3 5 Non spec.

0 0 1 1

0 0 0 0

2 3 4 9

75-80 81-85 86-90 91-95 96-01 Totale

1 0 0 2 1 4

0 0 1 2 0 3

1 0 2 1 3 7

Seguono le percentuali di presenza delle occupazioni maggiormente rappresentate:


Periodo Dipendente Impiegato Operaio Marito 75-80 81-85 86-90 91-95 96-01 38 50 18 29 29 moglie 31 50 14 24 13 Marito 13 0 27 18 13 moglie 6 0 14 5 13 Marito 0 0 5 3 8 moglie 0 0 0 0 3 Libero prof. Artigiano marito 0 0 0 0 0 Dirigente Insegnanti Educatori Ass. sociale moglie 0 0 9 8 11

Procedendo alla discussione dei dati, confrontiamo loccupazione delle coppie che hanno ottenuto labbinamento con quelle senza abbinamento: mentre tra i dipendenti, impiegati e operai c equilibrio tra uomini e donne e tra abbinati e non, per quanto riguarda invece i liberi professionisti e artigiani c equilibrio tra gli uomini, mentre tra le donne sono molte di pi quelle che hanno ottenuto labbinamento (n.26) rispetto a quelle senza abbinamento (n. 11). La spiegazione potrebbe risiedere nel fatto che queste future madri hanno pi possibilit di gestirsi lorario di lavoro rispetto a un dipendente. Infatti, se calcoliamo la percentuale totale delle donne con occupazione indipendente sullintero universo troviamo che sono il 14%, quindi sono meno delle donne con occupazione dipendente, corrispondenti al 20% dellintero universo. Nonostante ci, le donne che ottengono labbinamento e appartengono alla categoria liberi professionisti/artigiani sono 26, solo 3 meno delle lavoratrici dipendenti. La tabella sui mancati abbinamenti riporta invece 11 donne libere professioniste contro le 23,
186

quindi molte di pi, lavoratrici dipendenti che non hanno potuto portare a termine liter adottivo. Un altro dato da segnalare la grande presenza di insegnanti, educatori, assistenti sociali che vanno in adozione, specialmente donne. Infine, pare che la categoria dirigenti, quasi per nulla rappresentata dalle mogli, vari molto per quanto riguarda i mariti. 11 mariti con mansioni direttive ottengono infatti labbinamento (69%), mentre solo 5 (31%) non lo ottengono. Probabilmente il tenore di vita assicurato da un lavoro redditizio e stabile quale il dirigente incentiva le possibilit di ottenere un abbinamento. Per quanto riguarda i cambiamenti evolutivi, vediamo che: la categoria liberi professionisti/artigiani, per entrambi i sessi, rappresentata fino al 1985, poi presente in percentuali pi consistenti. Per trovare unipotesi esplicativa a questo trend, ho raccolto informazioni statistiche (ISTAT, 2001) sulla quantit di liberi professionisti/artigiani in Emilia Romagna nel 1981 (55.101) e nel 1991 (114.864). Trasformati in percentuali rispetto ai totali degli occupati negli anni di riferimento in Emilia Romagna, risulta che nel 1981 la categoria rappresentata da una percentuale pari al 3%. Nel 1991 la stessa categoria salita al 7%. Lanno 1985, in cui si registra linizio dellaumento di liberi professionisti/artigiani che richiedono ladozione a Carpi, si situa esattamente a met tra gli anni di riferimento suddetti. Ritengo pertanto che laumento visibile nella categoria del campione di Carpi sia assimilabile a un trend regionale di sviluppo anzich a variabili legate alladozione. Per le categorie dipendenti/impiegati/operai, dirigenti e insegnanti / educatori / assistenti sociali credo valga la stessa spiegazione per laumento di richieste, sia nel caso di avvenuto abbinamento che nel caso di mancato abbinamento. La crescita percentuale di richieste dovuta alla presenza di maggiori richieste totali al Servizio (da 19 nel primo quinquennio a un picco di 43 nella prima met degli anni 90) e a variazioni che accomunano questo campione a quello pi esteso dellEmilia Romagna. poco

187

Per quanto riguarda i cambiamenti evolutivi delle quantit di abbinamento avvenute, in relazione alle richieste fatte, risulta che gli abbinamenti avvenuti sono il 15% nel 1975-1980, crescono fino al 33% nel 1991-1995, per poi ritornare al 15% nellultimo quinquennio. Questo equilibrio non visibile nel campione del mancato abbinamento: da un 14% (simile dunque alla quantit di abbinamenti avvenuti) del 1975-1980, si arriva al 33% nel 1991-1995, e la percentuale si stabilizza cos alta anche per lultimo quinquennio. Pare dunque che ci sia, da una decina danni, una maggiore difficolt per chi desidera diventare genitore adottivo. Per sostenere questipotesi, non si pu fare riferimento allultimo quinquennio, perch ovviamente molte coppie che sono giunte al Servizio dal 1999 in poi sono ancora in attesa di abbinamento, essendo la loro domanda non ancora scaduta. Pi interessanti invece sono le 19 coppie che non hanno potuto realizzare il loro desiderio di adottare tra il 1991 e il 1995. Per trarre conclusioni, necessario aspettare qualche anno, in quanto questo trend potrebbe mantenersi o cambiare direzione. Dovrebbe essere cos, visto che il nuovo Presidente della Commissione per le Adozioni Internazionali, Melita Cavallo, sembra intenzionata a far s che tutte le coppie che ottengono lidoneit alladozione vengano abbinate a un minore (vedi capitolo sulladozione internazionale). Se il Presidente manterr la sua parola, al prossimo quinquennio la tendenza osservata dovrebbe risultare capovolta.
COPPIE ABBINATE
periodo totale Totale Coppie

75-80 81-85 86-90 91-95 96-01 totale

22 14 40 48 22 146

11 7 20 24 11 73

COPPIE NON ABBINATE


periodo totale tot. coppie

75-80 81-85 86-90 188

16 2 22

8 1 11

91-95 96-01 totale

38 38 116

19 19 58

189

LA STORIA DELLE COPPIE RICHIEDENTI ADOZIONE

ACCERTAMENTI MEDICI Nella storia delle coppie che si rendono disponibile alladozione, spesso si incontrano esperienze passate dolorose come la scoperta di unincapacit generativa o ripetuti aborti, o ancora storie di lutti di figli naturali. La scoperta dellinfertilit, della sterilit, o problemi fisici che rendono impossibile una gravidanza, o future nuove gravidanze, spingono quasi tutte le coppie a cercare di scoprirne il motivo. Da qui nasce la presenza, nelle relazioni didoneit, di informazioni sulla storia di una famiglia che non pu crescere di numero, o almeno non naturalmente. importantissimo, per decidere dellabbinamento di un minore, conoscere questa storia. Grazie a queste informazioni, ho raccolto i seguenti dati. Sulle 131 coppie, 101 (77%) hanno fatto accertamenti medici dopo aver tentato una genitorialit naturale, non riuscita. Considerando che 22 coppie hanno figli naturali, per cui non ritengono necessari accertamenti, e 4 coppie hanno avuto figli naturali ora non pi vivi, per sanno di poter procreare, il 20% delle coppie non interessata da unindagine di questo tipo. Di conseguenza, quasi la totalit delle coppie che non sono in grado di procreare tenta di scoprire il motivo della sua incapacit. Dagli accertamenti, risulta che limpedimento a carico del marito, della moglie o di entrambi; oppure si scopre che non ci sono impedimenti oggettivi alla procreazione. In 25 relazioni non specificato se la coppia ha fatto accertamenti medici; in 5 casi la coppia non ha fatto accertamenti medici. Di queste: 1 coppia motiva questa scelta dichiarandosi contraria allaccanimento terapeutico; 2 coppie non specificano il motivo di questa scelta; 2 coppie imputano la loro incapacit di procreare alla loro anzianit. Una coppia sta facendo gli aggiornamenti contemporaneamente alla richiesta dadozione. Per le restanti coppie: - nella maggior parte dei casi (45), il problema fisico per cui improbabile per la coppia la speranza di una genitorialit naturale a carico della moglie (pu trattarsi
190

di cisti, di chiusura delle tube o di tantissime altre condizioni fisiche, che la relazione spesso riporta). - in 21 casi il problema fisico per cui improbabile una gravidanza a carico del marito. (Spesso la relazione specifica se si tratta di una ipospermia o di una oligospermia, ecc.) - Solamente per 12 coppie entrambi i coniugi presentano problemi fisici per cui non possono avere figli naturali. - Per 22 coppie invece gli accertamenti medici assicurano che non ci sono impedimenti oggettivi alla gravidanza, ma queste si dirigono comunque verso la scelta adottiva. ACCERTAMENTI MEDICI
anno marito moglie entrambi no imped assenti in corso oggettivi 75 - 80 81 - 85 86 - 90 91 - 95 96 - 01 totale 3 2 1 6 9 21 11 4 8 15 7 45 0 1 3 3 5 12 2 1 10 6 3 22 0 0 2 3 0 5 0 0 0 1 0 1 non spec. 3 0 7 9 6 25

Calcolo delle percentuali del totale di ogni categoria su tutto il campione, in ordine decrescente:
moglie non spec. no imped. marito entrambi non fatti In corso 34 19 17 16 9 4 1

Calcolo delle percentuali per le categorie maggiormente rappresentate:


Periodo Marito moglie entrambi no imped. oggettivi 75 - 80 81 - 85 86 - 90 91 - 95 96 - 01 14 10 5 29 43 24 9 18 33 16 0 8 25 25 42 9 5 45 27 14 12 0 28 36 24 non spec.

Per quanto riguarda i cambiamenti evolutivi nel periodo di tempo cui si riferisce il campione considerato, si pu notare che mentre i problemi fisici a carico della moglie rimangono piuttosto stabili al passare del tempo, al contrario i problemi a
191

carico del marito crescono tantissimo negli anni 90, risultando triplicati rispetto al periodo 75 80. Dal 1996 superano per la prima volta la percentuale di casi in cui il problema a carico della moglie. Anche i problemi a carico di entrambi i coniugi crescono col passare del tempo, anche se meno marcatamente. Per quanto riguarda le coppie che vanno in adozione nonostante non ci siano impedimenti oggettivi a una speranza di genitorialit naturale, c un picco (45%) di richieste negli anni 86 90.

192

I FIGLI NATURALI

Per quanto riguarda la ricerca di figli naturali, sulle 131 relazioni risultato che: 19 coppie (il 15%) hanno figli naturali, ma nonostante questo desiderano rendersi disponibili per ladozione. Di queste: 13 coppie hanno 1 figlio naturale; 4 coppie hanno 2 figli naturali; 2 coppie hanno 3 figli naturali. In pi, una coppia in attesa del primo figlio naturale. A volte, nelle cartelle delle coppie che hanno sospeso liter adottivo, stato possibile ritrovare appunti in cui si specifica il motivo per cui la coppia ha deciso di rinunciare alladozione. In molti casi, questo motivo era che la moglie si trovata in gravidanza. Spesso si dice anche che la coppia ha intenzione di riprendere lindagine sociopsicologica una volta nato il figlio naturale. Una sola coppia, invece, desidera portare a termine contemporaneamente il concepimento del figlio naturale e ladozione. Nelle relazioni delle coppie con figli naturali, in 16 casi su 19 viene specificato che i figli naturali sono favorevoli alladozione e che sono stati preparati adeguatamente al nuovo arrivo in famiglia. Per alcuni, si afferma che in un primo momento non erano entusiasti allidea di dover dividere i loro genitori con altri bambini, ma che in un secondo tempo hanno cambiato idea. Per altri, si afferma che lo stesso figlio ha convinto i genitori a cercare un fratellino/sorellina per s. Tutte le coppie che hanno gi figli richiedono un bambino adottivo di et inferiore al figlio naturale, per rispettare lordine di arrivo e mantenere il figlio naturale come primogenito. Il 27% delle coppie con figli naturali ottiene labbinamento. Il 73% delle coppie con figli naturali non ottiene labbinamento. Mi parso molto strano che genitori che gi hanno dimostrato di essere in grado di svolgere le funzioni genitoriali non siano state scelte in cos alta percentuale dal Tribunale per labbinamento a un minore.
193

Andando alla ricerca di maggiori informazioni, ho tentato una correlazione tra la presenza in famiglia di figli naturali, dividendoli a seconda del numero e del sesso, e lavvenuto o il mancato abbinamento. Non sono per risultate differenze significative: labbinamento sempre presente e assente in quantit equilibrate di 1 o 2 per classe. 83 coppie (il 63%) sono formate da coniugi che non hanno mai provato lesperienza di essere genitori. Rimangono 29 coppie (il 22%), che raccolgono i casi in cui nella storia della coppia si sono verificati eventi dolorosi quali degli aborti spontanei o il lutto di un figlio naturale. Ora mi occuper di queste coppie, ma anche le coppie con figli naturali possono essere rappresentate nei prossimi paragrafi, se hanno dovuto affrontare il lutto per un figlio perso.

194

GLI ABORTI SPONTANEI Sulle 131 coppie, risulta che 30 coppie (il 23%) hanno subito degli aborti spontanei. Di queste: 14 coppie per 1 volta; 7 coppie per 2 volte; 6 coppie per 3 volte; 1 coppia per 4 volte; 2 coppie per 5 volte. 1 coppia ha praticato un aborto volontario, una volta venuta a conoscenza che il feto manifestava la sindrome di Down. Riporto in dettaglio la parte di relazione didoneit, stilata a Carpi, riguardante questo caso particolare: ...la Sig. infatti si trovata in gravidanza durante il mese di settembre 1998, ma ha successivamente interrotto volontariamente la gravidanza attraverso una difficile decisione presa da entrambi i coniugi dopo che, dagli accertamenti effettuati, hanno saputo di essere in attesa di un figlio con sindrome di Down. In seguito la Sig. si trovata di nuovo in gravidanza che si poi interrotta spontaneamente dopo due mesi. Queste esperienze hanno portato molta sofferenza allinterno della coppia che sembra stata elaborata adeguatamente attraverso un costante dialogo, confronto e sostegno reciproco dei coniugi. [] Attualmente la coppia non investe pi nella ricerca di un figlio naturale poich pare pi concentrata sulla scelta adottiva, maturata e proposta inizialmente dalla moglie e successivamente accettata anche dal marito. I coniugi hanno iniziato listruttoria per ladozione circa un anno fa. Inizialmente essi manifestavano una notevole resistenza nella comprensione e nellelaborazione dei propri vissuti genitoriali, sia a livello individuale che di coppia, mescolando confusivamente il desiderio di genitorialit biologica con quello di genitorialit adottiva. Questo era dovuto principalmente al dolore, ancora molto vivo, legato al sentimento di lutto di quel figlio biologico non nato.
195

Ovviamente questa fase dellistruttoria ha richiesto un particolare approfondimento, data la specificit tipica di un percorso adottivo, e ha consentito il riconoscimento delle diversit allinterno della coppia stessa: la Signora appare pi introspettiva e riflessiva, il marito appare pi impulsivo ed emotivo, ma capace di sostenere e contenere la moglie soprattutto nel pi recente periodo doloroso, tanto da accettare la sua richiesta di valutare la scelta delladozione. Il marito ha infatti maturato la motivazione per ladozione durante il percorso dellistruttoria, esprimendo fin da subito, i suoi dubbi e le sue paure legate sostanzialmente alla diversit del figlio adottivo. [...] Ogni volta che i coniugi descrivono la loro famiglia, attuale e futura, traspare il desiderio di armonia e di una serenit quasi irreali e spesso la rievocazione, da parte degli operatori, di una realt futura che potrebbe presentare anche delle difficolt e degli ostacoli per la loro famiglia, stato vissuto inizialmente dalla coppia con diffidenza e ostilit. Successivamente entrambi hanno maturato il riconoscimento e laccettazione dellidentit reale e originale del futuro figlio adottivo, superando soprattutto i timori legati alle origini e allereditariet. Questa coppia stata presentata al Tribunale per i Minorenni senza specificare la sua idoneit per ladozione italiana o internazionale. Il Tribunale ha espresso sentenza di NON LUOGO alladozione. Ora la coppia ha rinnovato la richiesta ed in attesa di chiamata da parte del Tribunale.

CORRELAZIONE

TRA

NUMERO

DI

ABORTI

SPONTANEI

SUBITIE

AVVENUTO/MANCATO ABBINAMENTO La letteratura parla di una sofferenza, legata alla perdita di un figlio, che rende necessaria lelaborazione del lutto. Questo dolore accomuna le coppie che hanno perso un figlio gi nato con quelle che hanno subito un aborto spontaneo (Farri Monaco, Peila Castellani, 1994). Si potrebbe perci ipotizzare che al crescere del numero degli aborti subiti cresca il numero degli abbinamenti mancati, dato che la maggiore sofferenza provata potrebbe rendere pi difficile lelaborazione del lutto e il superamento della perdita, variabile

196

che gli operatori non possono trascurare nel momento in cui decidono lidoneit della coppia.
CORRELAZIONE N. ABORTI / ABBINAMENTO
n. aborti 1 2 3 4 5 totale Abb.avvenuto 7 3 5 0 2 17 Abb.Non avvenuto 7 4 1 1 0 13 totale 14 7 6 1 2 30

Le coppie che hanno subito un aborto spontaneo ottengono o non ottengono labbinamento con un minore nello stesso numero di casi. Le coppie che hanno perso il figlio prima della nascita per 3 volte ottengono labbinamento in 5 casi, mentre solo in 1 caso non lo ottengono. I risultati ottenuti sono contrari a quelli attesi secondo quanto dedotto dalla letteratura. La spiegazione potrebbe risiedere nel fatto che gli operatori stilano una relazione didoneit favorevole alladozione solo nel caso in cui si rendano conto che lelaborazione del lutto compiuta dalla coppia abbia veramente avuto luogo, rendendo i coniugi dei possibili validi genitori.

197

IL LUTTO DI UN FIGLIO GI NATO

Una situazione particolarmente delicata riguarda 4 coppie sulle 131 (il 3%), che hanno perso un figlio gi nato. La prima coppia si presenta per ladozione nel 1986, quando il marito ha 48 anni e al moglie 46. Questa coppia ha perso una figlia quando era nata da un solo giorno. Nonostante non ci siano impedimenti oggettivi per una nuova gravidanza, la coppia preferisce rivolgersi alla scelta adottiva. La loro disponibilit riguarda sia ladozione nazionale che internazionale, per labbinamento con un minore o due fratelli, al massimo dodicenni (nel 1986 la legge prevedeva che la differenza massima det tra il minore e il coniuge pi anziano fosse di quarantanni, quindi la disponibilit di questa coppia non poteva essere per bambini che avessero meno di 8 anni). Per quanto riguarda ladozione internazionale, la coppia esprime la preferenza per un minore non troppo scuro. Questa coppia stata abbinata con un maschio brasiliano di 10 anni. La seconda coppia arriva ai Servizi Sociali di Carpi nel 1987, quando entrambi i coniugi hanno 38 anni. Nel 1972 era nata loro una figlia, ma morta; purtroppo nella relazione non viene specificata la data di morte. La moglie non pu pi avere figli, quindi la coppia si rivolge alladozione, chiedendo uno o due fratelli, in et prescolare; la loro richiesta sia per ladozione nazionale che internazionale. Il Tribunale li considera idonei per un solo minore straniero, la cui differenza det col pi anziano dei coniugi non superi i quarantanni, cos come previsto dalla legge. Alla coppia lanno successivo viene abbinato un maschietto, nato in Brasile il 20/6/1987, quindi di un anno di et. La terza coppia si presenta per ladozione nel 1992, quando il marito ha 41 anni e la moglie ha 37 anni. Il figlio della coppia morto di leucemia, ma la relazione non specifica la data di nascita e di morte del bambino. I coniugi hanno fondato un movimento per familiari di malati di leucemia. Non ci sono impedimenti oggettivi per la coppia ad avere altri figli, ma la coppia si rivolge alladozione richiedendo uno o due bambini, entro gli 8 anni det. Si rivolgono sia alladozione nazionale che internazionale e si dichiarano disponibili al rischio giuridico. Non si sentono invece pronti ad accettare figli sieropositivi o con handicap. In particolare, si sentono pi disponibili ad accogliere una bambina
198

piuttosto che un maschietto, per evitare proiezioni su di lui del figlio morto. Il Tribunale riconosce lidoneit della coppia per uno o due minori stranieri la cui differenza det col pi anziano dei coniugi non superi i quarantanni. Non c per nessun abbinamento; successivamente la coppia rinnova la richiesta per due volte, ma non ottiene mai labbinamento. La quarta coppia arriva ai Servizi Sociali di Carpi nel 1993, quando i coniugi hanno 30 anni lui, 34 anni lei. Hanno un figlio naturale di 5 anni; la moglie rimasta incinta altre due volte, ma ha subito un aborto spontaneo in un caso, mentre nel secondo caso il figlio nato prematuro, e non sopravvissuto. Non specificato se la coppia ha fatto accertamenti medici riguardanti la loro capacit procreativa, ma la coppia comunque si rivolge alladozione richiedendo un solo bambino, in et prescolare, anche con un piccolo handicap, purch questo sia risolvibile nel tempo con specifiche terapie. Si rivolgono sia alladozione nazionale che internazionale; si dichiarano disponibili al rischio giuridico per quella italiana. Il figlio naturale favorevole alladozione ed stato preparato al cambiamento. In pi, questa coppia ha gi in corso un affido, di un ragazzo italiano di 16 anni. Il Tribunale considera la coppia idonea per un solo minore straniero la cui differenza det col pi anziano dei coniugi non superi i quarantanni, ma labbinamento poi non avviene.

199

LA PROCREAZIONE MEDICALMENTE ASSISTITA

Un altro tema affrontato nella parte della relazione dedicata alla storia della coppia quello delle tentate gravidanze assistite. La prima relazione in cui compare un tentativo di PMA (Procreazione Medicalmente Assistita) del 1986. Sulle 131 relazioni, risulta che 24 coppie hanno tentato questa strada. Per tutte e 24, lesperienza stata fallimentare. Tra queste: 7 coppie hanno fatto 1 tentativo; 9 coppie hanno fatto 2 tentativi; 5 coppie hanno fatto 3 tentativi; 3 coppie hanno fatto 4 tentativi. Ho tentato una correlazione tra il numero di tentativi gravidanze assistite e lavvenuto/mancato abbinamento. La letteratura non giudica favorevolmente il tentare molte volte una fecondazione artificiale, anzi lo considera un volere un figlio a tutti i costi (Champenois Laroche, 1994). Si potrebbe quindi ipotizzare che al crescere del numero di tentativi di PMA corrisponda un calo degli abbinamenti avvenuti, in quanto la scelta adottiva comporta unaccettazione del fatto che il figlio non sia naturale. I risultati mostrano, effettivamente, un decremento da 6 a 2 casi di abbinamento riuscito al crescere del numero di tentate PMA, non corrisposto per da un incremento del numero di abbinamenti non riusciti. TENTATIVI DI PROCREAZIONE MEDICALMENTE ASSISTITA FALLITI
n. PMA tentate 1 2 3 4 totale Abb. avvenuto 6 6 4 2 18 abb. non avvenuto 1 3 1 1 6 totale 7 9 5 3 24

200

Tra le coppie che non hanno fatto tentativi di procreazione medicalmente assistita, in 20 casi viene specificato il motivo per cui non hanno intrapreso questa strada. Di questi: 7 coppie si dichiarano contrarie per valori etici e/o religiosi; 3 coppie si dichiarano contrarie per il carico fisico e/o psicologico- morale che questa esperienza comporta; 6 coppie si dichiarano contrarie alla manipolazione biologica e/o allaccanimento terapeutico, preferendo rispettare gli eventi naturali. 3 coppie hanno desistito in quanto sconsigliate dai medici. Riporto un caso particolare, tratto da una relazione riguardante una coppia che spiega la sua decisione di non tentare una gravidanza assistita con motivazioni che non rientrano nei canoni suddetti: ... la coppia in un primo momento aveva anche pensato di ricorrere allinseminazione artificiale. Lidea stata poi accantonata per diversi motivi: in primo luogo per un disagio morale radicato anche se indefinibile razionalmente; inoltre, per timore di interferenze delle famiglie allargate che, essendo a conoscenza dellaspermia [rilevata da accertamenti medici a carico del marito] avrebbero potuto disapprovare o non comprendere; infine, e forse il motivo principale, perch linseminazione artificiale avrebbe potuto determinare una disparit nella coppia nei confronti del bambino. Un ultimo sguardo dedicato alle coppie che hanno tentato la procreazione assistita e che hanno anche subito degli aborti spontanei. Solo in 2 casi (il 4%) si ritrova tale condizione, al contrario di 49 casi (il 96%), in cui si registra una sola delle due situazioni.

201

CAP. 4. LE CARATTERISTICHE DEI MINORI IN ABBINAMENTO

La maggior parte delle caratteristiche dei minori che sono andati in abbinamento con le coppie di Carpi gi stata studiata nelle correlazioni precedenti. Informazioni sulla quantit degli abbinamenti, sul numero di minori adottati da ogni coppia, sul sesso, let, la provenienza dei minori sono contenute nei capitoli precedenti; ognuna di queste caratteristiche stata correlata con altri dati per evidenziare variazioni significative provocate su queste da variabili quali le caratteristiche delle coppie a cui sono stati abbinati o il trascorrere del tempo. Unulteriore correlazione, risultata particolarmente significativa, riportata nel successivo paragrafo. Si tratta di una ricerca di variazioni tra il Paese di provenienza dei minori, Italia compresa, e let dei minori nel momento in cui avvenuto labbinamento ai futuri genitori. I risultati sono molto interessanti, sia per quanto riguarda ladozione nazionale, sia per quella internazionale, trattata nei paragrafi su Sud America, Europa dellEst e Altre zone di provenienza.

202

CORRELAZIONE TRA LA PROVENIENZA E LET DEI MINORI AL MOMENTO DELLABBINAMENTO

ITALIA Sulle 131 coppie che hanno terminato lindagine sociopsicologica ai Servizi Sociali di Carpi tra il 1975 e il 2001, il numero di minori adottati 88. Di questi, 26 sono di nazionalit italiana. Si cercata una possibile correlazione tra la provenienza dei minori e let dei minori al momento dellabbinamento. Per quanto riguarda i 26 minori italiani, risultato che il 54% di questi stato adottato in unet compresa entro il primo anno di vita. Il 12% tra i 12 e i 24 mesi. Successivamente le percentuali si mantengono sulla media del 4%. Questo dato molto significativo, perch nonostante ci che sostenuto da tutta la letteratura (vedi capitolo Ladozione internazionale), nella realt non sembra cos difficile ottenere in adozione un bambino italiano e piccolo.
ADOZIONI ITALIANE IN BASE ALLET DEL MINORE
periodo <1 anno 1 anno 75 - 80 4 1 81 - 85 3 86 - 90 2 2 91 - 95 3 96 - 01 2 totale 14 3 periodo 75 - 80 81 - 85 86 - 90 91 - 95 96 - 01 totale periodo 75 - 80 81 - 85 86 - 90 91 - 95 96 - 01 7 anni 1 1 1 1 2 anni 3 anni 4 anni 5 anni 1 1 6 anni 1

1 8 anni 2 9 anni 10 anni 1 11 anni

1 12 anni

2 totale 11 3 6 3 3

TOTALE ADOZIONI ITALIANE

203

totale

26

In percentuale (totale per et sul totale dei bambini italiani):


<1 anno 14 54% 7 anni 2 8% 1 anno 3 12% 8 anni 2 8% 2 anni 1 4% 9 anni 0 0 3 anni 0 0 10 anni 1 4% 4 anni 0 0 11 anni 1 4% 5 anni 1 4% 6 anni 1 4% 12 anni 0 0

Per quanto riguarda i cambiamenti nel tempo, la maggior parte delle adozioni italiane avvenuta nel periodo 1975 80 (42%), per poi ridursi drasticamente nei periodi successivi (12 23%).

SUD AMERICA Per quanto riguarda le adozioni internazionali, la maggior parte dei minori proviene dal Brasile (vedi dati della sezione 3). Per evitare dispersioni, tratter unitamente i minori nati in Brasile, Per, Cile, Argentina e Colombia. Su 88 bambini adottati, 34 provengono dal Sud America (39%). Per quanto riguarda questo campione, risulta omogeneamente distribuito tra le varie et, passando da un minimo di 1 minore (3%) a un massimo di 5 minori (15%). Non ci sono et non rappresentate, tranne i 9 anni, che per non sono presenti nellintero universo.

204

ADOZIONI DAL SUD AMERICA IN BASE ALLET DEL MINORE


periodo <1 anno 1 anno 75 - 80 81 - 85 1 1 86 - 90 2 91 - 95 96 - 01 totale 1 3 periodo 75 - 80 81 - 85 86 - 90 91 - 95 96 - 01 totale 7 anni 1 3 1 5 2 anni 1 2 2 5 8 anni 9 anni 3 anni 4 anni 5 anni 1 2 1 4 11 anni 12 anni 6 anni 1 1 1 3

1 1 10 anni

1 2 3

1 1 2 0

1 3 4

1 1

Pi interessante risulta il dato sul cambiamento evolutivo delle adozioni di minori sudamericani:
periodo 75 - 80 81 - 85 86 - 90 91 - 95 96 - 01 totale totale 0 6 15 13 0 34 % 0 18 44 38 0

Fino al 1984 non arrivano in adozione minori sudamericani. Nel 1984 ne arrivano 6 (18% di tutte le adozioni sudamericane). Da quellanno in poi continua il trend di crescita e gli abbinamenti arrivano a 15 (44%) nel quinquennio successivo. Nel periodo 91 95 si mantengono con 13 minori (38%), per poi di colpo azzerarsi dal 1996 in poi. Nessun minore arriva in Italia per adozione internazionale da quella data; cos come di colpo erano iniziate, cos di colpo finiscono le adozioni dal Sud America. Come spiegher successivamente, e come era emerso dai dati della ricerca comune, probabile che questo trend sia correlabile con quello dellEuropa dellEst, che comincia a crescere negli anni in cui cala quello sudamericano. Pare dunque che lattenzione italiana si sposti su altre mete, magari attratta da tratti somatici pi simili ai propri.

205

EUROPA DELLEST Su 88 bambini adottati in totale, 17 provengono dallEuropa dellEst (19%). Dai dati della ricerca comune, risulta che la maggior parte di questi proviene dalla Federazione Russa, ma per evitare dispersioni qui sono riuniti sotto la denominazione Europa dellEst i minori provenienti da Federazione Russa, Polonia e Romania. Per quanto riguarda let in cui i minori vengono abbinati, interessante notare che non arrivano bambini di et superiore ai 5 anni. 2 minori arrivano entro il primo anno di vita; 6 minori entro i 24 mesi; 7 minori prima del compimento del terzo anno di et. Correlando questo dato con i cambiamenti evolutivi, possibile produrre unipotesi esplicativa. Infatti, fino al 1986 non arrivano minori dallEuropa dellEst. Dopo questa data, 17 minori arrivano in adozione internazionale, e questo trend sembra non essersi esaurito al momento attuale. Lipotesi cui accennavo fa riferimento a quanto detto prima sul fatto che le adozioni dal Sud America finiscono a partire dal 1996. Se, come pare da questi dati, lEuropa dellEst apre le frontiere ad adozioni di minori piccoli e con tratti somatici simili agli Occidentali, comprensibile la diminuzione di arrivi da oltre Oceano, da cui provenivano minori anche grandicelli, come visto sopra, e sapendo che le coppie che richiedono ladozione preferiscono abbinamenti con minori piccoli e non troppo scuri.

206

ADOZIONI DALLEUROPA DELLEST IN BASE ALLET DEI MINORI


periodo 75 - 80 81 - 85 86 - 90 91 - 95 96 - 01 totale <1 anno 1 anno 2 anni 3 anni 4 anni 5 anni 6-12anni totale 0 0 0 0 1 0 1 0 % 0 0 3 9 5 17 0 0 18 53 29

1 1 2

2 2 2 6

1 6 7 1 1

ALTRE ZONE DI PROVENIENZA I restanti minori in adozione internazionale provengono da varie zone. 7 minori sono nati in Asia (India e Filippine); di questi, 3 vengono abbinati entro il primo anno di et, mentre gli altri sono abbinati a 1, 3, 10 anni. Per lultimo minore non si conosce la data dellabbinamento quindi non si pu risalire a che et avesse quando stato abbinato. 1 solo minore proviene dallAfrica (Marocco). 2 minori arrivano dal Centro America (Messico); il loro arrivo datato 1997.

207

Seconda SEZIONE: ANALISI QUALITATIVA DEI CONTENUTI DELLE RELAZIONI DIDONEIT

Cap. 1. ANALISI DEI CONTENUTI DELLE RELAZIONI DIDONEIT

LA FAMIGLIA DORIGINE

La letteratura tratta spesso dellimportanza del consenso alladozione da parte delle famiglie dei coniugi. Se la coppia riesce a costruire e mantenere con le famiglie dorigine buoni rapporti e pu parlare con loro delle proprie difficolt in modo aperto, sar avvantaggiato per laffetto, la comprensione e il sostegno ricevuti. In questo caso un figlio che non arriva, nonostante la coppia lo desideri, pu sviluppare un clima di solidariet tra le famiglie dorigine e determinare un comune atteggiamento di incoraggiamento. In caso contrario, se il rapporto con le famiglie dorigine manca o non solidale, la mancanza di un figlio, quindi di un nipote per quelli che sarebbero zii e nonni pu esasperare tensioni e dissapori familiari, diventando loccasione per rinfacciarsi vecchi rancori o, specialmente se linfertilit riguarda uno solo dei coniugi, per incolparsi e accusarsi (Champenois Laroche, 1994). Quando la coppia manifesta lintenzione di adottare un figlio, mette in attesa tutta la famiglia. Allinizio i nonni possono incoraggiare ladozione oppure avanzare dubbi e perplessit, qualcuno pu sconsigliare di intraprendere questo cammino e suggerire di percorrere, invece, la via della fecondazione artificiale; quando per il bambino arriva, generalmente le perplessit vengono superate e la maggior parte dei parenti, in particolare i nonni, d il proprio sostegno: qualcuno per solidariet con la coppia, altri invece perch conquistati dal piccolo. Il confronto con la realt pu modificare le opinioni di nonni o zii che allinizio erano dubbiosi. Fin quando il bambino non presente in carne e ossa, molti ragionano in termini generali e analizzano i pro e i
208

contro in astratto; il bambino concreto invece, con le sue alterazioni, le sue timidezze, con i suoi problemi di adattamento, i suoi tentativi di approccio o piccole scontrosit, coinvolge tutti quanti in modo diretto, cosicch anche le opinioni su di lui si modificano (Oliverio Ferraris, 2002). Anche nelle relazioni didoneit stilate a Carpi, nel 42% dei casi viene specificato se le famiglie dorigine esprimono il loro consenso alladozione e si dichiarano pronte a sostenere e aiutare il nuovo nucleo familiare. In 55 casi i nonni si dichiarano favorevoli alladozione e pronti a supportare il nuovo nucleo familiare; in 2 casi soltanto i nonni si dichiarano contrari alladozione. Inoltre, nella sezione della relazione didoneit dedicata alla storia dei coniugi, gli operatori riportano informazioni sullet, loccupazione e, a volte, il grado di scolarit sia dei genitori sia di eventuali fratelli o sorelle del marito e della moglie. Delle famiglie dorigine si dice anche se vivono nelle vicinanze dellabitazione della futura coppia adottiva, potendo quindi risultare una risorsa per il nascente nucleo familiare; inoltre si specifica se i fratelli e le sorelle hanno figli, naturali o adottivi, maschi o femmine, grandi o piccoli. Nella ricerca pilota ho raccolto le informazioni suddette sulle famiglie dorigine; questi dati non sono poi stati raccolti nella ricerca vera e propria perch correlando in vario modo i dati pilota mi parso superfluo andare oltre in questa ricerca; non ho potuto osservare nulla di significativo che giustificasse la prosecuzione in questo senso. Questo non toglie che per valutare le coppie aspiranti ladozione sia fondamentale che gli operatori indaghino se i coniugi hanno attuato un efficace svincolo dalle rispettive famiglie dorigine con un movimento non di controdipendenza, ma di effettiva autonomia. A questo scopo, unanalisi trigenerazionale approfondita pu esplicare inadeguati meccanismi familiari riproducibili o gi riprodotti. Un rapporto irrisolto con la famiglia di origine pu compromettere la possibilit di accettare il figlio per quello che , senza cercare di conformarlo alle proprie aspettative che sono a loro volta riflesso delle aspettative della famiglia di origine (De Amicis, Metitieri, Rossi, 2002).

209

GIUDIZIO SUL RAPPORTO DI COPPIA Leggendo le relazioni didoneit si pu ricostruire la storia della coppia: dove i coniugi si sono conosciuti, quando e dove si sono sposati, e dopo quanti anni di fidanzamento. Spesso viene riportato ci che del compagno ha attratto laltro e le qualit per cui scoccato lamore tra i coniugi. Segue un giudizio sul rapporto di coppia, che gli operatori esprimono in ogni relazione; leggendo e rileggendo le storie di coppia, ho potuto osservare la presenza ripetitiva di certe frasi usate dagli operatori di Carpi per esprimere il loro giudizio positivo sul rapporto di coppia. Prima di tutto, quando si spiega cosa alla moglie piaciuto del marito, nelle relazioni si trovano quasi sempre gli stessi aggettivi e le seguenti qualit: la calma, o la tranquillit, o la serenit; la forza, o il senso di sicurezza provato nellessergli vicino; la spontaneit; gli stessi valori condivisi; lintelligenza. Quando invece si parla di ci che ha colpito il marito della moglie, i temi ricorrenti e gli aggettivi pi usati sono: lallegria, o la socievolezza; la seriet e la concretezza; la disponibilit allascolto e la comunicativit; laspetto fisico; il modo di fare delicato, gradevole e semplice.

Parlando del rapporto di coppia quasi tutte le relazioni didoneit (favorevoli) si esprimono cos: In questi anni di matrimonio i coniugi hanno consolidato una modalit relazionale che li porta ad esprimere un equilibrato ed armonioso rapporto di coppia. Oppure: I coniugi hanno manifestato una forte intesa nel darsi un progetto familiare e autonomia nel raggiungere i loro obiettivi. Il loro rapporto appare solido,
210

equilibrato ed entrambi si manifestano disponibili ad ascoltarsi e rispettarsi anche quando esprimono idee diverse. O ancora: I coniugi hanno labitudine al dialogo e al confronto e manifestano di avere una buona capacit dascolto e fiducia reciproca. Inoltre, spessissimo si dice dei coniugi che manifestano aspetti complementari del carattere. Gli aggettivi pi usati per descrivere la moglie sono: estroversa; emotiva ed ansiosa; propositiva, creativa, stimolante. Gli aggettivi descrittivi del marito invece sono quasi sempre: razionale e calmo; responsabile; rassicurante; riservato. Oltre al giudizio sul rapporto di coppia, la relazione contiene informazioni sullabitazione in cui i coniugi intendono accogliere il minore. Per 84 coppie viene specificato che labitazione in cui vivono idonea a ospitare un nuovo membro della famiglia. per 9 coppie, inoltre, viene specificato che gli operatori hanno fatto una visita a domicilio; in tali casi si specifica qualcosa sullo spazio a disposizione, sullarredamento, sulla luminosit dellambiente familiare.

211

LA MOTIVAZIONE DELLA COPPIA ALLADOZIONE Le relazioni mostrano temi ricorrenti anche nel trattare le motivazioni che hanno spinto la coppia alladozione. Dopo aver parlato delleventuale incapacit procreativa della coppia, e prima di chiarire le caratteristiche della disponibilit dichiarata dalla coppia, ogni relazione comprende qualche frase su come stato vissuto dai coniugi lelaborazione del lutto per il figlio naturale che non pu nascere e su come intendono affrontare la genitorialit adottiva. La frase ricorrente : La coppia ha maturato in questi ultimi anni la scelta delladozione riuscendo a sentirsi genitori anche di un bambino non nato da loro. O anche: I coniugi hanno fatto i conti con la sofferenza derivata dallimpossibilit di avere un figlio in modo naturale ed attualmente questo aspetto appare adeguatamente elaborato. Per molte coppie viene sottolineato il fatto che il bisogno di genitorialit sembra costituire una risposta ad un bisogno evolutivo della coppia. Se lidea di adottare nata prima in uno dei due coniugi, per poi diventare propria anche dellaltro, viene specificato quale dei due coniugi ha espresso per primo questo desiderio (nella maggior parte dei casi si tratta della moglie). Se la coppia ha figli naturali si specifica che questi sono stati informati dellintenzione di adottare un bambino e che sono stati preparati adeguatamente al nuovo arrivo. Nel caso in cui la coppia non abbia avuto figli naturali, ma gli accertamenti medici hanno evidenziato che non esistono impedimenti oggettivi per una gravidanza, le relazioni specificano che la coppia intende portare avanti ladozione anche nelleventualit di riuscire ad avere un figlio nato da loro. Entrambi i coniugi infatti vivono il modello familiare di riferimento con la presenza di pi figli intendendolo come arricchimento e completamento del loro rapporto di coppia.

212

Rispetto al lavoro di preparazione che gli operatori hanno portato a termine nel corso dellindagine sociopsicologica delle coppie, spesso si ritrova la seguente frase nelle relazioni: Verso un bambino adottivo i coniugi dimostrano di saper cogliere il suo bisogno di essere protetto e di essere sostenuto nel suo processo di individualizzazione affinch possa trovare conferme e valore come persona. Se la disponibilit estesa alladozione internazionale, spesso la relazione specifica che di fronte al bambino straniero i coniugi manifestano la consapevolezza del grosso cambiamento e dello sradicamento a cui egli viene sottoposto, della sua appartenenza ad una razza diversa e delle possibili difficolt di inserimento. Pensano di riuscire a superare tutto ci attraverso la loro piena accettazione di questi aspetti e attraverso le sicurezze e i valori che come famiglia riusciranno a dare al bambino. Alcune relazioni, infine, parlano dellintenzione della coppia di informare il figlio adottivo delle sue origini, riconoscendo i coniugi, in aderenza a quanto riportato in letteratura, limportanza di un tale compito.

213

GLI AFFIDI In molte relazioni si parla dellaffido familiare, in modi per anche molto diversi. Riporto quindi tutti i casi in cui viene nominato laffido, per mostrare quanto questo tema sia collegato alladozione e quanto, purtroppo, siano presenti pregiudizi su questa alternativa alladozione. Una coppia con prima richiesta nel 1976 si dichiara non disponibile allaffido. Ottiene ladozione. Una coppia con prima richiesta nel 1977 ha gi adottato un bambino di 9 anni, quando ne aveva uno. Si dichiara disponibile anche allaffido se non possibile adottare in tempi brevi. La loro richiesta stata rigettata dal Tribunale. Una coppia con prima richiesta nel 1986 ha in passato tenuto in affido una bambina di 10 anni. Ottiene in adozione una bambina con problemi, nonostante nella relazione non fosse specificata la loro disponibilit a bambini handicappati. Una coppia con prima richiesta nel 1987 si dichiara non disponibile a laffitto familiare. Non ottiene ladozione. Una coppia con prima richiesta nel 1990 dichiara di essere disponibile sia alladozione che allaffido. Ha gi due figli naturali. Non ottiene ladozione. Una coppia con prima richiesta nel 1991 ha in corso un affido di due fratelli provenienti da una famiglia multiproblematica, solo nei week-end. Non ottiene ladozione. Una coppia con prima richiesta nel 1991 in passato ha tenuto in affido un bambino, poi un altro. Ottiene ladozione. Una coppia con prima richiesta nel 1992 ha in corso un affido di un bambino di 6 anni sordomuto, solo nei week-end. Ottiene ladozione.

214

Una coppia con prima richiesta nel 1993 ha in corso un affido di un bambino italiano di 16 anni. Ha anche un figlio naturale. Non ottiene ladozione. Una coppia con prima richiesta nel 1998 ha in corso un affido di un bambino di 10 anni. In pi, una volta a settimana, ospita un bambino del Ghana, sordo. Non ottiene ladozione. Una coppia con prima richiesta nel 1998 disponibile anche a un affido. Si dichiara disponibile anche ad adottare un bambino con handicap fisico. Ottiene ladozione di un bambino handicappato.

215

CAP. 2. UN CONFRONTO NEL TEMPO UNA RELAZIONE DEL 1976 E UNA RELAZIONE DEL 2001.

La ricerca presentata si snoda in un arco di tempo di 26 anni. fondamentale per i nostri scopi studiare le differenze riscontrabili nelle relazioni didoneit delle coppie aspiranti ladozione anno dopo anno. per questo che mi accingo a un confronto tra una relazione del 1976 e una relazione del 2001. Riporter per intero, dividendole per aree tematiche, entrambe le relazioni. Lobiettivo prefissato , prima di tutti, quello di evidenziare i contenuti che si possono ritrovare in ogni relazione stilata a Carpi, sulla base di un modello nazionale che prevede dei canoni da seguire, sia per valutare lidoneit dei genitori, sia per prepararli adeguatamente allabbinamento coi minori, sia per permettere al Tribunale per i Minorenni di conoscere la coppia, i suoi pregi e difetti, la sua struttura familiare nonch gli hobby e le abitudini (vedi cap. Le relazioni didoneit). Secondo, lo scopo dare una panoramica dei cambiamenti evolutivi riscontrabili nei contenuti e nel lessico delle relazioni. Inoltre, riporter casi particolari significativi: alcune storie sono uniche, alcuni atteggiamenti si riscontrano in poche coppie; qui di seguito sono presentati direttamente. Ecco le due relazioni: La prima relazione stata stilata dallassistente sociale Lina Anticati e dalla psicologa Anna Valentini il 3 agosto 1976. Risale dunque allinizio dellattivit nel campo adozioni del Consorzio per i Servizi Sanitari e Sociali di Carpi e Novi. La seconda relazione stata stilata dallassistente sociale Lina Anticati e dalla psicologa Cinzia Sgarbi il 19 luglio 2001. Ora lintestazione diventata Assessorato alle politiche sociali settore A 5. La presenza della stessa assistente sociale in un intervallo di tempo superiore ai 25 anni una gran fortuna, nel momento in cui si desideri fare un confronto quale il seguente.

216

Entrambe le relazioni sono indirizzate al Presidente del Tribunale per i Minorenni di Bologna. La prima indirizzata anche al Presidente dellAmministrazione Provinciale di Modena. Per rispetto della privacy, non riporter nomi e date. Nel 1976, lOGGETTO era: Relazione coniugi -- -- n 15/76. Nel 2001, lOGGETTO diventa: termine dellistruttoria per la valutazione dellidoneit alladozione dei coniugi -- -- , residenti a --.

217

NOTIZIE ANAGRAFICHE E STORIA PERSONALE La prima parte della relazione sempre stata dedicata alle notizie anagrafiche e alla storia personale dei coniugi, ma al passare degli anni sono aumentate le informazioni sulle diverse occupazioni dei coniugi nel tempo, sui familiari e la loro occupazione. Per quanto riguarda i fratelli/sorelle, specificato meglio quale sia la loro occupazione, let, la presenza nel loro nucleo familiare di figli, naturali o adottivi, let dei figli e la loro occupazione. Dal 1987 in poi compare anche il ricordo della famiglia dorigine, cio come la coppia percepisce la propria infanzia e come la ricorda, oltre che il supporto che sentono attualmente e rispetto alla loro scelta adottiva da parte della famiglia dorigine. RELAZIONE 1976 il Sig. -- nato a -- il -- ove risiede con la moglie in Via --. In possesso di licenza di quinta elementare, inizi lattivit lavorativa allet di 12 anni. Attualmente svolge funzioni di capo reparto presso la Ditta --. Egli occupa il tempo libero partecipando ad attivit sportive ed alla vita di quartiere (ricopre la carica di rappresentante di quartiere). Il padre deceduto nel --, la madre, pensionata, ha 66 anni e vive a -con una figlia. Entrambe sono favorevoli alladozione, cos pure ha accolto con entusiasmo lidea delladozione, il fratello del Sig. --. La signora -- nata a -- il --, e possiede il titolo di studio di terza avviamento. Inizi a lavorare a 15 anni come impiegata in aziende private; da 6 anni dipendente dal --. I genitori sono indipendenti ed abitano a --; la madre ancora lavora. La signora -- aveva un fratello che mor di meningite allet di 13 anni. La famiglia --, di provenienza contadina, un tempo molto numerosa in quanto comprendeva cugini, zii, nipoti, si smembr poi, in seguito a vari matrimoni con relativa costruzione di un nucleo familiare autonomo e con il lavoro allesterno; venne poi abbandonata la campagna. Anche la famiglia -- favorevole alladozione. La Sig. -- svolge nel tempo libero la funzione di coordinatrice del -- di una Scuola dellinfanzia di Carpi. RELAZIONE 2001

218

-- --, nato a -- il --, diplomato come perito elettronico dopo aver frequentato una scuola superiore di --. Egli ha iniziato a lavorare allet di 20 anni, prima come rappresentante e successivamente come dipendente presso unazienda meccanica e poi presso una societ che si occupava di assistenza informatica. Nel luglio del --, dopo essersi licenziato, stato assunto dalla --, per svolgere assistenza tecnica alle aziende. Pur restando allinterno dello stesso contesto lavorativo, egli ha accettato, nel --, di trasferirsi nel settore commerciale presso il quale tuttora si trova, occupandosi della vendita di --. Dai racconti del Signor -- emerge il suo positivo inserimento nellambiente lavorativo presso il quale non sente arroganza o competitivit da parte dei colleghi. Attualmente egli non progetta cambiamenti di lavoro. Il Signor -- appare molto attento a conciliare il tempo del lavoro con il tempo per s e la famiglia al fine di ritagliarsi quegli spazi che serviranno anche per un figlio adottivo. Egli il secondogenito di due figli. La sorella, -- di anni --, sposata e madre di due figli risiede e lavora a --. Il padre, -- di anni --, pensionato come dipendente di un cinema, insieme alla madre, --, di anni --, pensionata come ex operaia, risiedono a --. Della sua famiglia dorigine egli conserva unimmagine positiva, caratterizzata dalla figura paterna un p severa e riservata, mentre ha sperimentato un rapporto di maggior confidenza con la madre. Egli ha potuto emanciparsi dalla famiglia dorigine in modo adeguato ricevendo la fiducia e la stima dei suoi genitori anche durante ladolescenza. Il Signor -- mantiene costanti e regolari rapporti con i suoi familiari, i quali sono informati e condividono la scelta adottiva che lui e la moglie hanno fatto, offrendogli il loro sostegno. -- --, nata a -- il --, ha frequentato la scuola superiore fino alla 2 ragioneria e in seguito ha effettuato un passaggio scolastico che l ha portata a diplomarsi come disegnatrice e stilista di moda. Terminata questa scuola ha iniziato, come tale, subito a lavorare presso aziende diverse. Da poco pi di un mese, tenendo conto del progetto delladozione, lavora come libera professionista, ed in particolare ha un rapporto di collaborazione con una ditta che si trova sotto la sua abitazione. Il passaggio da dipendente a questo nuovo modo di lavorare stato voluto dalla coppia ed in particolare dalla signora per avere lopportunit di gestirsi tempi e
219

orari pi adeguata alla nuova organizzazione familiare che dovranno affrontare con la presenza di un figlio adottivo. Il padre -- deceduto nel -- per malattia allet di -- anni, la madre -- di anni -- vive da sola a --. Il padre svolgeva unattivit in proprio di -- che, dopo la sua morte, stata condotta per due anni dalla madre, la quale successivamente ha chiuso lazienda. -- ha una sorella, -- di -- anni, sposata e residente a --, madre di 4 figli ed supportata nella loro gestione dalla propria madre. -- ha raccontato la fatica ad elaborare la morte del padre, il quale deceduto il giorno del suo compleanno, ma successivamente accettata e superata. Anche -- conserva unimmagine positiva della sua famiglia dorigine con la quale mantiene regolare rapporti insieme al marito. Dai racconti della signora emerge che la sorella ha sempre avuto atteggiamenti protettivi verso di lei poich da piccola aveva una salute piuttosto fragile. -- parla di un rapporto molto significativo con la sorella alla quale si sente tuttora molto legata. Rispetto alla scelta adottiva la signora sente il sostegno ed il supporto della sua famiglia dorigine disponibile ad aiutarli in caso di bisogno.

220

Prima di passare alla seconda parte della relazione, riporto un passaggio della prima relazione in cui compare il ricordo della famiglia dorigine. Era il 1987. MARITO:... I ricordi della sua infanzia lo portano ad evidenziare una certa sua vivacit manifestata anche durante gli anni di studio tanto che i genitori lo avevano messo in collegio affinch potesse terminare gli studi. Dei genitori conserva limmagine di una coppia poco integrata che ha reso un p difficoltoso in passato la sua emancipazione dallambiente familiare interferendo in scelte, in particolare per il lavoro, che lui si sentiva di fare autonomamente. La maturit e la costruzione del suo rapporto di coppia lo hanno agevolato a superare queste difficolt. Mantiene con essi regolari rapporti e molto buono il rapporto con la sorella. MOGLIE:... Conserva buoni ricordi della sua infanzia: porta dentro di s lesperienza di una famiglia molto unita e in profondo legame con la sorella. Da questa data in poi, ogni relazione riporta queste significative informazioni aggiuntive.

221

STORIA DI COPPIA E MOTIVAZIONE ALLADOZIONE RELAZIONE 1976: La coppia si conobbe nel -- e si spos il -- dopo un fidanzamento tranquillo. Dopo il matrimonio il loro problema pi grosso non fu tanto la mancanza di figli, quanto nei primi anni di unione, la salute della signora -- che soffriva di cisti ovariche che le causarono in seguito la asportazione delle ovaie e la conseguente impossibilit di avere figli. La coppia sembra essere molto affiatata: ogni decisione viene presa in comune; anche gli interessi e gli amici sono comuni ai giovani coniugi. Inoltre sembra essere ben compreso da entrambi il senso delladozione speciale; il bambino non sarebbe il mezzo per colmare le lacune, ma al contrario, consapevolmente, essi si sentono in grado di affrontare i problemi inerenti allallevamento e alla crescita di un bambino con tutte le cure e laffetto necessario. Ogni problema relativo allo stato di salute della Sig. -- stato risolto per cui la disponibilit della coppia massima.

RELAZIONE 2001: I signori -- si sono sposati a -- il --, dopo aver iniziato una convivenza da --. La loro convivenza iniziata dopo un periodo di fidanzamento durato circa --. Si sono conosciuti durante una festa da ballo e la loro relazione diventata importante dopo alcuni mesi. Il loro rapporto nato dallattrazione per il carattere e per i valori in comune. La diversit dei loro vissuti vista come complementariet, come arricchente e come fonte di attrazione. Essi infatti hanno labitudine ad un continuo dialogo e confronto aperto che li porta facilmente a conoscersi. Manifestano di avere una relazione affettuosa e intima in cui esprimono un senso di fiducia sia per s stessi sia verso laltro, con una buona capacit introspettiva. Manifestano di avere comportamenti flessibili che possono adattarsi ai cambiamenti sia a livello personale che del contesto familiare. Entrambi manifestano di avere interiorizzato buoni modelli di attaccamento che utilizzeranno anche nel rapporto genitoriale con un figlio adottivo. Rispetto alle famiglie dorigine entrambi bi coniugi manifestano di aver ridefinito i loro rapporti per dare spazio al legame di coppia che appare fondato su una buona intimit e reciprocit in cui entrambi danno e ricevono protezione.
222

Mentre il marito appare un p pi controllato nel manifestare i propri sentimenti, la moglie manifesta una maggior disinvoltura nellespressivit emotiva. A distanza circa di un anno dallinizio della loro convivenza, i Signori -- hanno iniziato a cercare la nascita di figli naturali, ma la Signora non si mai trovata in gravidanza. Per questo, in seguito, essi si sono sottoposti ad accertamenti che hanno evidenziato a carico del marito una ridotta motilit degli spermatozoi che determina una difficolt ad ottenere il concepimento. Nel mese di --, la Signora e il marito hanno accettato di sottoporsi ad una maternit assistita presso il Centro di cura della sterilit di --, ma terminata con esito negativo. La sofferenza provata durante questa esperienza, sia per la complessit sanitaria da affrontare e la delusione vissuta dopo aver investito in una aspettativa positiva, ha portato la coppia a decidere di non ripetere pi alcun tentativo per ricercare un figlio naturale a tutti i costi. Nel 2001 si trovano pi informazioni su come la coppia vive il rapporto damore e la sessualit, comunque le informazioni di base sono sempre state presenti. Mi riferisco a quelle riguardanti la data del matrimonio (presente in tutte le relazioni), la durata del fidanzamento, la ricerca di figli naturali, i tentativi di gravidanza assistita.

223

LA DISPONIBILIT ALLADOZIONE RELAZIONE 1976 Non vi sono preferenze sul sesso del futuro figlio anche se entrambi sono orientati verso il bimbo piccolo, per crescere assieme a lui. Si discusso con la coppia sui problemi relativi alleducazione dei figli. I coniugi affermano di non poter fare previsioni o schemi precisi: il loro comportamento verr determinato dai bisogni del bambino ai quali essi credono di poter rispondere. I coniugi continueranno lattivit lavorativa; sono comunque consapevoli che dovranno rinunciare a molti dei loro impegni per dedicare tutto il tempo a loro disposizione al bambino. La Sig.-- ha precisato inoltre che se si trattasse di un neonato, sarebbe disposta ad abbandonare il lavoro. Entrambi i coniugi riconoscono la validit della scuola materna come servizio sociale, e per questo affermano che senzaltro positiva la frequenza a suddetto servizio del loro futuro figlio. La profonda disponibilit e sensibilit dei coniugi alla comprensione di ogni problema che possa presentare un bambino, anche istituzionalizzato, lascia presupporre la loro capacit a stabilire un valido rapporto affettivo con un figlio adottivo. Pertanto il nostro parere riguardo lidoneit e la maturit della coppia alladozione nettamente positivo. (Questa coppia ha avuto in adozione una bambina italiana di 8 anni. Labbinamento avvenuto dopo 2 anni dalla prima richiesta). RELAZIONE 2001 Dopo aver elaborato il lutto procurato da tale situazione, i coniugi hanno maturato lidea delladozione effettuando listruttoria in questi ultimi mesi. Hanno accettato e dimostrato coinvolgimento rispetto a tutti i contenuti proposti e sembrano orientarsi maggiormente alladozione di bambini stranieri, mostrandosi favorevoli anche a bambini con tratti somatici diversi dai loro. Hanno approfondito e discusso i contenuti dei vissuti di un bambino che ha sperimentato labbandono, condizione che inizialmente faticavano anche solo a citare per nome. Per dare un esempio del loro percorso di maturazione rispetto a questo, essi hanno dichiarato di essere disponibili a lasciare il nome originale del bambino nel rispetto della sua storia ed identit personale.
224

Nella immagine di famiglia che i coniugi intendono realizzare vi la presenza almeno di due figli adottivi, ma che intendono realizzare in due diversi momenti. I coniugi infatti appaiono piuttosto concreti e consapevoli nel valutare le risorse e i limiti che possiedono, affrontando gradualmente prima linserimento di un bambino adottivo e successivamente quello di un secondo. Appaiono entrambi piuttosto calorosi e sensibili a comprendere i bisogni di un figlio adottivo e si prefiggono di essere genitori presenti sul piano affettivo relazionale e non troppo impegnati nella realt esterna, per essere vicini ai figli e accompagnarli nella loro crescita. Durante listruttoria i coniugi hanno sperimentato in tre incontri di gruppo il confronto con altre coppie nella stessa fase di preparazione per ladozione, assumendo un ruolo positivo di stimolo anche per le altre coppie. Inoltre hanno stabilito un rapporto privilegiato con unaltra coppia con la quale si sono ritrovati per condividere altri momenti. La coppia occupa un appartamento di sua propriet al primo piano di un condominio nella prima periferia del paese, arredato in modo vivace e curato. A loro dire il marito ama cucinare e la moglie cura la casa in tanti aspetti in cui pu esprimere le sue competenze (ricamo, abbinamenti di colori, e cos via). Nel loro appartamento riservata una stanza da letto autonoma per il bambino. Allinterno della loro abitazione emerge un grande quadro contenente le loro foto da piccoli, dei loro rispettivi genitori e dei nipoti. Hanno manifestato consapevolezza di dover modificare la loro casa con la possibile presenza di bambini piccoli in quanto attualmente a loro dimensione di adulti. La coppia esprime una particolare serenit ed equilibrio che gli operatori hanno collegato anche con la loro pratica del buddismo. Lui ha dichiarato di praticare tale religione da circa 10 anni, mentre la signora solo di recente si avvicinata a questa religione a suo dire del tutto spontaneamente e senza nessun condizionamento da parte del marito. I coniugi in casa possiedono un piccolo altare che utilizzano nelle loro preghiere due volte al giorno, mattino e sera, per alcuni minuti. Agli operatori questa modalit religiosa della coppia apparsa densa di elementi vitali e non caratterizzata da elementi ritualistici, rigidi o fanatici, ma al contrario che trasmette equilibrio, serenit in modo particolare senza condizionare la loro vita di relazione quotidiana.

225

La coppia intende dare disponibilit alladozione di un bambino straniero, possibilmente entro i 2 3 anni di et. Attualmente i coniugi non si sentono pronti ad accettare bambini con handicap o sieropositivi. Per quanto sopra esposto gli operatori esprimono un parere di idoneit della coppia alladozione di un bambino straniero. (Questa coppia in attesa di essere chiamata dal Tribunale dei Minorenni per labbinamento con un minore straniero).

226

CONCLUSIONI Questo confronto ci permette di vedere i cambiamenti evolutivi nella stesura delle relazioni didoneit. I criteri didoneit ritenuti fondamentali per ladozione, cos come sono stati presentati nel capitolo Metodologia dellindagine sociopsicologica e requisiti per lidoneit alladozione, si possono ritrovare in tutte le relazioni che sono state stilate a Carpi in questi anni. La suddivisione in aree tematiche andata migliorandosi, e oggi la suddivisione pi chiara e sistematica, quindi per ogni coppia possiamo trovare sempre pi informazioni, e sempre meno lacune e informazioni mancanti. Oggi la preparazione delle coppie pi completa, quindi i genitori arrivano alla termine dellindagine sociopsicologica pi consapevoli delle loro possibilit di diventare genitori adottivi e anche preparati per un eventuale rifiuto da parte del Tribunale. Dal 2001 alla relazione viene aggiunta una postilla: si informa il Tribunale che la coppia ha richiesto di poter leggere la relazione che la riguarda, e che quindi una copia andr alla stessa. Questo particolare indice di trasparenza e di apertura, e pu aiutare i genitori a sentirsi parte di una squadra anzich sotto esame. sicuramente corretto che la coppia possa leggere la relazione che li riguarda, nonostante questo renda sicuramente pi complicato la stesura della stessa, in quanto gli operatori devono assicurarsi che il Tribunale venga a conoscenza delle potenzialit e anche dei limiti delle coppie aspiranti, ma nello stesso tempo devono evitare di ferire i sentimenti di coppie gi provate da rinunce ed esperienze dolorose. In questi momenti, le coppie sono ancora pi portate a sentirsi attaccate, e solo unadeguata e approfondita preparazione pu aiutarle ad accettare uneventuale relazione negativa o un rifiuto da parte del Tribunale. Soprattutto, le coppie devono essere consapevoli di eventuali problemi che sono stati rilevati nel corso dellindagine sociopsicologica e su cui dovranno lavorare per risolverli. Ci sono coppie che richiedono ladozione per riempire un vuoto che avvertono nel loro nucleo familiare, una mancanza che purtroppo non pu essere riempita dal bambino, e che devono affrontare in altro modo prima di poter sperare in unadozione. Se a parere degli operatori necessario un lavoro che richiede parecchio tempo per superare queste problematiche, si cerca di aiutare le coppie ad ammettere questa mancanza, invitandoli a prendere tempo prima di proseguire liter adottivo. Se le coppie non intendono rinunciare allintento di adottare, gli operatori
227

non possono costringerli a desistere, ma nelle relazioni (in 6 casi in particolare) si possono ritrovare le perplessit avvertite nel corso dellindagine sociopsicologica. Riporto 2 esempi di relazioni sfavorevoli, con motivazioni diverse per cui la coppia viene considerata non idonea: Dato il clima di tristezza in cui vive la coppia e i rischi di depressione per la signora riteniamo che non sia opportuno che vengano dichiarati esplicitamente non idonei. Pensiamo di avere ancora incontri con la coppia con lobiettivo di prepararli gradualmente alla delusione affrontando nel contempo i loro problemi coniugali e personali. Secondo il parere degli operatori verso i coniugi, restano presenti delle contraddizioni tra il non essere concretamente pronti alladozione, condizione che rimasta immutata nel corso dellistruttoria, e la fretta di concludere la procedura come se si trattasse solo di un iter burocratico. Gli operatori rimandano a Codesto Tribunale ogni proposta e decisione in merito. Il tono conclusivo di questi fortunatamente rari casi molto diverso da quello riscontrabile nelle relazioni favorevoli alladozione, di cui riporto un esempio: I coniugi hanno partecipato ai colloqui con disponibilit facendo un percorso di conoscenza e di approfondimento sia rispetto alle loro aspettative sia rispetto alla realt del bambino in stato di adottabilit. Hanno inoltre partecipato ai gruppi di approfondimento con coppie adottive ed in attesa di adozione tenuti presso il Consultorio Familiare. Per la situazione sopra esposta si ritiene la coppia idonea alladozione.

228

Cap. 3. CONCLUSIONI DELLA RICERCA

Le cartelle relative alle coppie che si sono presentate ai Servizi Sociali di Carpi, e in particolare le relazioni didoneit stilate dagli operatori per il Tribunale dei Minori al termine dellindagine sociopsicologica con le coppie richiedenti adozione, sono uno scrigno contenente informazioni importantissime su vari livelli. 1. Prima di tutto, consentono di avere una panoramica sulliter adottivo nel suo

complesso, grazie alla raccolta dei documenti che segnano i vari passaggi dalla prima richiesta fino alla fine dellanno di affido preadottivo. Da questi documenti si potuto rilevare che: Nell86% dei casi lattesa per labbinamento non supera i 3 anni (data di scadenza della prima richiesta). Al contrario di quanto sostenuto in letteratura, pare che rendersi disponibili alladozione di pi di un minore non faciliti labbinamento. Il numero degli abbinamenti non avvenuti (senza fare riferimento agli anni 2000 e 2001, in quanto le richieste giunte al Servizio in tale periodo sono tuttora in attesa di abbinamento) cresce significativamente nellultimo decennio. 2. In secondo luogo, le relazioni didoneit consentono di ricostruire la storia di

ogni coppia che si presentata al Servizio, dallincontro dei coniugi fino al momento in cui hanno deciso di adottare. Riassumendo i dati pi interessanti: La maggior parte delle coppie che richiede ladozione si presenta al Servizio in unet compresa tra i 30 e i 39 anni. Non sembrano esserci differenziazioni nellopportunit di adottare dovute al livello distruzione posseduto dai coniugi. Inoltre, non pare esserci stato un cambiamento nel modo in cui gli operatori e il Tribunale hanno valutato negli anni lidoneit alladozione rispetto al grado di scolarit posseduto dalle coppie. Per quanto riguarda loccupazione dei coniugi richiedenti adozione, c equilibrio tra i diversi lavori svolti e il numero di abbinamenti avvenuti e non. Le uniche eccezioni riguardano le donne che lavorano come libere professioniste o artigiane e gli uomini che hanno mansioni di dirigente: in questi casi il numero
229

degli abbinamenti avvenuti superiore a quelli non avvenuti. Inoltre, pare che ci siano molti insegnanti, educatori o comunque persone impegnate nel sociale tra coloro che richiedono ladozione. Per quanto riguarda la storia delle coppie richiedenti adozioni, in molti casi sono presenti problemi di sterilit e infertilit: quasi tutte le coppie che non riescono a procreare naturalmente hanno fatto accertamenti medici per scoprirne il motivo. La maggior parte delle coppie ha riscontrato un impedimento alla procreazione a carico della moglie, ma nel tempo sono aumentati visibilmente gli impedimenti a carico del marito. Delle coppie che richiedono ladozione nonostante nella loro famiglia siano presenti figli naturali, il 73% non ottiene labbinamento con un minore a scopo adozione. Al contrario di quanto ipotizzato sulla base della letteratura riguardante la richiesta dadozione da parte di famiglie che hanno subito lesperienza di uno o pi aborti spontanei, non pare esserci per queste coppie maggiore difficolt ad ottenere labbinamento. In 4 casi la coppia ha vissuto la tragica esperienza della morte di un figlio naturale. Di queste coppie, due hanno ottenuto labbinamento e due no. Pare esserci un decremento del numero di abbinamenti avvenuti al crescere dei tentativi falliti di procreazione medicalmente assistita da parte delle coppie che, successivamente, hanno pensato alla soluzione adottiva. Questo dato per non confermato da un atteso coerente incremento degli abbinamenti non avvenuti al crescere dei tentativi di PMA. 3. Grazie alle cartelle e alle relazioni, stato inoltre possibile raccogliere

informazioni quantitative sulle caratteristiche delle coppie richiedenti adozione e dei minori adottati. Riassumendo i pi significativi risultati della ricerca quantitativa: Per quanto riguarda le dichiarazioni di disponibilit alladozione delle coppie che si sono presentate presso i Servizi Sociali di Carpi dal 1975 ad oggi, pare che i coniugi esprimano preferenze per labbinamento con un minore, o 2 fratelli. Quasi mai vengono espresse preferenze per il sesso del minore. La maggioranza delle coppie esprime preferenza per labbinamento con un minore piccolo, almeno in et prescolare.
230

Al momento attuale, la maggioranza delle coppie si dichiara disponibile sia alladozione nazionale che internazionale. Delle coppie che si rendono disponibili alladozione nazionale, sempre pi coppie, a partire dal 1989, dichiarano di accettare labbinamento a rischio giuridico, con minori cio che sono ancora in attesa che la legge li riconosca in stato di adottabilit. Poche coppie si dichiarano pronte allabbinamento con un minore portatore di handicap (in qualche caso si accettano piccoli difetti fisici risolvibili nel tempo). Solo una coppia, nel 1999, si dichiara disponibile allabbinamento con un minore sieropositivo. 4. Un altro tema che stato possibile approfondire riguarda ladozione

internazionale, indagando le caratteristiche dei minori provenienti da Paesi molto lontani e molto diversi tra loro. Su 88 minori adottati, 26 (il 30%) sono di nazionalit italiana; il 54% di questi stato adottato in unet compresa entro il primo anno di vita. La maggior parte delle adozioni italiane avvenuta nel periodo 1975-1980. La maggior parte dei minori in adozione internazionale proviene dal Sud America (in particolare dal Brasile), ma gli arrivi sono concentrati esclusivamente tra il 1984 e il 1996. La seconda maggiore zona di provenienza per le adozioni internazionali lEuropa dellEst, ma gli arrivi sono concentrati a partire dal 1986, continuando tuttora. I minori arrivati da questi Paesi hanno meno di 5 anni. Altre zone di provenienza delladozione internazionale sono lAsia, il Messico e il Marocco. 5. stato infine possibile indagare i contenuti delle relazioni a livello qualitativo, Si nota nelle relazioni uninsistenza nel riportare informazioni sulle famiglie dorigine dei coniugi e sul parere da loro espresso riguardo lintento dei figli di adottare, essendo il loro consenso un importante tassello di sostegno per il nuovo nucleo familiare.

soffermandosi su temi fondamentali quali i seguenti:

231

Le relazioni contengono un giudizio sul rapporto di coppia, e spesso si ritrovano gli stessi aggettivi per descrivere il ruolo di ogni coniuge nel rapporto di coppia e il carattere del marito e della moglie. Nelle relazioni si ritrovano anche frasi ripetute per esprimere un giudizio positivo sulla coppia e sulle sue modalit relazionali. Un tema fondamentale trattato nelle relazioni la motivazione della coppia alladozione: facile riscontrare temi ricorrenti nelle riflessioni che dal marito. Di ciascuno di questi temi, infine stato possibile studiare landamento evolutivo, il cambiamento nel corso degli anni dal 1975 ad oggi, ripercorrendo una crescita che ha visto aumentare il numero di richieste dadozione, ha visto arrivare il primo bambino dallIndia nel 1982, per poi aumentare sempre pi il numero di minori in adozione internazionale, ha visto cambiare la meta preferita delladozione internazionale e diventare sempre meno rappresentata ladozione nazionale. Una crescita, inoltre, che ha visto cambiare il grado di scolarit e il tipo di occupazione dei genitori, ha visto cominciare e diventare sempre pi frequenti i tentativi di procreazione medicalmente assistita. Quando ho cominciato la raccolta dei dati per questa ricerca, non sapevo esattamente cosa stavo cercando; avvertivo per che le cartelle negli archivi contenevano molto pi che semplici documenti. Quando una ricerca finisce, ci che la rende utile che crea pi domande di quante risposte abbia fornito. Sicuramente in questa ricerca, cos come nel campo delladozione, la caccia alle risposte potrebbe non terminare mai. hanno portato alla scelta adottiva, spesso proposta dalla moglie e in seguito condivisa

232

BIBLIOGRAFIA

AA. VV. (1997). Il bambino adottivo: una difficile integrazione mente corpo. Parma: Convegno di psicosomatica. AA. VV. (2001). Il decreto di idoneit a adottare. Rivista Minori e Giustizia, n.1, pp. 30 - 34. Arrigoni, M. P., Barbieri, G. (1998). Narrazione e psicoanalisi. Milano: Cortina. Bach, R. (1977). Illusioni. Milano: Rizzoli. Bartolini, R. (1993). Adottare un bambino. Bologna: Calderini. Binda, W., Greco, O., Colombo, T. (1989). La nascita di un figlio nella trama di una famiglia estesa. Attraverso lo specchio, 23. Citato da DAndrea, A. in Andolfi, M. (1999). La crisi della coppia. (a cura di). Milano: Cortina. Bollettino ufficiale della Regione Emilia Romagna, (2002). Deliberazione del consiglio regionale n. 331 del 12/02/2002. Deliberazione della giunta regionale n. 3080 del 28/12/2001. Parte seconda, n.35. Bonato, G., Lissandrini, F., Mirandola, S. (1995). Sterilit ed adozione: il percorso per rimarginare una ferita. Rivista Consultorio Familiare, anno IX, n. 1 / 2, pp. 69 75. Bowlby, J. (1988). Una base sicura. Milano: Cortina. Byng-Hall, J. (1995). Le trame della famiglia. Milano: Cortina. Caspi, A., DeFries, J. C., OConnor, T. G., Plomin, R. (2000). Are associations between parental divorce and childrens adjustment genetically mediated? An adoption study. Developmental psychology, 4, 429 437.
233

Cavallo, M. (1995). Adozioni dietro le quinte. Milano: Angeli. Champenois Laroche, F. (1994). Vorrei un figlio. Adozione e procreazione artificiale. Torino: Edizioni Paoline. Cirillo, S., Cipolloni, M. V. (1994). Lassistente sociale ruba i bambini? Milano: Cortina. Dalla Stella, R. (2000). Genitorialit adottiva e genitorialit artificiale: sostituibilit di oggetti, sostituibilit di soggetti. Psichiatria dellinfanzia e delladolescenza, 67, 515 520. Dalla Stella, R. (2000). Piccoli e grandi genitori. Psichiatria dellinfanzia e delladolescenza, 67, 521 530. Dalla Stella, R. (2001). Adozione e abbinamento: operatori, genitori, bambini... qual il persecutore? Pluralit di soggetti a confronto. Psichiatria dellinfanzia e delladolescenza, 68, 685 694. DAndrea, A (1999). La coppia adottante. in Andolfi, M. (1999). La crisi della coppia. (a cura di). Milano: Cortina. DAndrea, A. (2000). I tempi dellattesa. Come vivono lattesa delladozione il bambino, la coppia e gli operatori. Milano: Franco Angeli. Dazzi, C., Pedrabissi, L. (1999). Fondamenti ed esercitazioni di statistica applicata ai test. Bologna: Patron. De Amicis, I., Metitieri, M., Rossi, E. (2002). I criteri di valutazione per lidoneit della coppia alladozione. Atti del Convegno di Parma. DellAntonio, A. (1980). Abbandono e adozione. Psicologia contemporanea, n. 38, pp. 7 9.

234

DellAntonio, A., Molina, P. (1980). Atteggiamenti e aspettative di coniugi che desiderano adottare un bambino. Neuropsichiatria infantile, fascicolo 222 223, pp. 3 26. DellAntonio, A. (1986). Le problematiche psicologiche delladozione nazionale e internazionale. Milano: Giuffr. DellAntonio, A. (1994). Bambini di colore in affido e in adozione. Milano: Cortina Editore. DellAntonio, A. (1996). Lidoneit alladozione internazionale. Minori e Giustizia, n. 3, pp. 29 40. Milano: Angeli. DellAntonio, A. (2001). Avvio di una famiglia adottiva. Parma: Relazione del 10/11/2001. De Rienzo, E., Saccoccio, C., Tonizzo, F., Viarengo, G. (1999). Storie di figli adottivi. Ladozione vista dai protagonisti. Torino: UTET. Fadiga, L. (1999). Ladozione. Bologna: Il Mulino. Fagandini, P., Bevolo, P., Landini, A., Vaccari, P. (1998). Bambini e genitori speciali? Primi risultati di una ricerca in Emilia Romagna. In La Sala, G. B. (1999). Bambini e genitori speciali? Atti del Convegno Internazionale Reggio Emilia 30 31 ottobre 1998. Roma: Carocci Editore. Farri Monaco, M., Peila Castellani, P. (1994). Il figlio del desiderio. Quale genitore per ladozione?. Torino: Bollati Boringhieri. Favaloro, M. (1990). La selezione delle coppie aspiranti ladozione; costruzione di un contesto collaborativo. Rivista Terapia Familiare, n. 33, luglio 1990, pp. 37 52. Forcolin, C. (2002). I figli che aspettano. Testimonianze e normative sulladozione. Milano: Feltrinelli.
235

Franklin Lynn, C. (1998). Perch lamore continui. Milano: Pratiche editrice. Galli, J. (1987). Adozione: studio della coppia e ruolo degli operatori. Rivista Consultorio Familiare, anno 1, n. 0, pp. 17-23. Padova: La Garangola. Galli, J. (1990). Maternit e paternit adottive: scelta o ripiego? Rivista Consultorio Familiare, anno 4, n. 2, pp. 133-146. Galli, J. (1994). Lindagine conoscitiva: presentazione. Rivista Consultorio Familiare, anno IX, n. 1 / 2, pp. 55 58. Galli, J. (1997). Alla scoperta delle radici. Viaggio di ritorno delladozione. Parma: Convegno sulladozione. Relazione del 27/11/1997. Galli, J., Viero, F. (2001). Fallimenti adottivi. Prevenzione e riparazione. Roma: Armando Editore. Galluzzo, S. A. R. (2001). Rafforzato il principio del diritto alla famiglia. Guida al diritto, Il sole 24 ore, n.17. Gazzetta ufficiale della Repubblica Italiana. Legge n. 492 del 1/12/1999. Gazzetta ufficiale della Repubblica Italiana. Legge n. 476 del 31/12/1998. Gazzetta ufficiale della Repubblica Italiana. Decreti presidenziali. Serie generale, n.302, 1999. Gibran, K. G. (1923). Il profeta. Milano: Tea. Grimaldi, S. (1996). Adozione: teoria e pratica dellintervento psicologico. Milano: Angeli.

236

Guariento, L. (1994). Metodologia dellindagine. Rivista consultorio familiare, anno IX, n. 1 / 2, pp. 59 62. Harrison, G. (2001). Il ruolo di mediazione del gruppo dei pari nellaccoglienza sociale e scolastica dei loro coetanei stranieri nel contesto dellincontro/scontro tra cultura dorigine della famiglia naturale e cultura della famiglia adottiva. Parma: Relazione del 24/11/2001. Howe, D. (1998). Patterns of adoption . Cornwall: Blachwell Science Ltd. Iadecola, G., Farinacci, M. (1989). Linseminazione artificiale umana. Padova: Liviana Editrice. In Champenois Laroche, F. (1994). Vorrei un figlio. Adozione e procreazione artificiale. Torino: Edizioni Paoline. ISTAT Istituto Centrale di Statistica (1975). Statistiche sociali. Tivoli: Grafiche Chicca. ISTAT Istituto Centrale di Statistica (1981). Dati sulle caratteristiche strutturali della popolazione e delle abitazioni. Tomo 2: Fascicoli regionali, vol. 8: Emilia Romagna. Roma: Abete Grafica. ISTAT Istituto Centrale di Statistica (2001). Annuario Statistico Italiano 2001. Roma: Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Lanza, A. M., Sabatello, U. (1996). Lintervento sul bambino adottato. Un modello teorico e terapeutico. Psichiatria dellinfanzia e delladolescenza, 63, 605 614. La Sala, G. B. (1999). Bambini e genitori speciali? Dal bambino desiderato al bambino reale. Atti del convegno internazionale, Reggio Emilia 30 31 ottobre 1998. Roma: Carocci Editore. Marrone, G. (2001). Corpi sociali. Torino: Einaudi. Mc Burney, D. H. (1994). Metodologia della ricerca in psicologia. Bologna: Il Mulino.
237

Mead, M. (1964). Ladolescente in una societ primitiva. Firenze: Editrice Universitaria. Meneghelli, P., Scudellari, M. (1994). Caratteristiche psicologiche delle coppie Adottive. Atti del convegno nazionale Ladozione in bianco e nero. Rivista Consultorio Familiare, anno IX, n. 1 / 2. Padova: Tamari Montagna. Ministero della Giustizia (2002). Dichiarazioni di disponibilit alladozione nazionale e internazionale nel periodo 1993 1999. URL: www.ministerodellagiustizia.it/misc/adozioni.htm. Moro, A. C. (2000). Adozioni internazionali. Lattuazione della nuova disciplina. Quaderni del Centro nazionale di documentazione ed analisi per linfanzia e ladolescenza. Firenze: Istituto degli Innocenti. Morral Colajanni, C. (1985). Riflessioni sulladozione: processi di rimozione e fantasie inconsce nel bambino e nella coppia adottante. Psichiatria dellinfanzia e delladolescenza, vol. 52 n. 1, pp. 25 32. Morral Colajanni, C. (1999). Adottiamo un bambino? Quaderni di psicoterapia infantile, n. 40, pp. 261 271. Roma: Borla. Oliverio Ferraris, A. (2002). Il cammino delladozione. Milano: Rizzoli. Palmonari, A. (1993). Psicologia delladolescenza (a cura di). Bologna: Il Mulino. Pervin, L. A., John, O. L. (1997). La scienza della personalit. Milano: Cortina. Piccoli, G. (1998). Laffido familiare, identit e realt. Psichiatria dellinfanzia e delladolescenza, 65, 577 588. Piccoli, G. (2001). Lappartenenza del bambino in affido familiare. Psichiatria dellinfanzia e delladolescenza, 68, 695 704.
238

Rossi Dragone, V. (1997). Ladozione di un bambino straniero. In Balluga, L., Galli, J. (a cura di). In viaggio verso ladozione. Ciclo di incontri novembre-dicembre 1997. Modena: Stamperia Comunale Carpi. Sacchetti, L. (2001). Il nuovo sistema delladozione internazionale. Parma: Relazione del 27/10/01. SaintExupry, A. (1943). Il piccolo principe. Milano: Bompiani. Santona, A. (2001). La preparazione della coppia alladozione internazionale. Seminario formativo nazionale per la L. 476/98. Montecatini Terme: Relazione del 08/12/2001. Scarpati, M. (2000). Adottare un figlio. Milano: Mondatori. Stern, D. (1993). La memoria della relazione. I percorsi della dipendenza, Atti del convegno. Padova, 27 28 maggio 1993. In Vettori, D., Pinardi, I. Percorso adozione: narrazione di un incontro. Indagine conoscitiva con coppie reggiane sullesperienza di Adozione in rapporto ai compiti dei servizi territoriali. Proposte operative. Tonizzo, F., Micucci, D. (1994). Adozione. Perch e come. Torino: UTET. Valentini, S., Fava Vizziello, G. M. Ladozione nel contesto istituzionale: unindagine conoscitiva sui professionisti assistenti sociali e psicologi che si occupano di studi di coppia adottiva in Emilia. Vegetti Finzi, S. (1990). Il bambino della notte. Milano: Mondadori. In Farri Monaco, M., Peila Castellani, P. (1994). Il figlio del desiderio. Quale genitore per ladozione?. Torino: Bollati Boringhieri.

239

Vettori, D., Salvo, R., Segatto, B. & Galli, J. (1996). I percorsi delladozione. Alcune riflessioni riguardanti cinque incontri fatti a Padova tra il 1995 e il 1996. Rivista Consultorio Familiare, anno X, n. 1 / 2. Padova: Tamari Montagna.

Vettori, D. (1997). Segreti e bugie di M. Leigh. Un film sul valore della verit. In Balluga, L., Galli, J. (a cura di). In viaggio verso ladozione. Ciclo di incontri novembre-dicembre 1997. Modena: Stamperia Comunale Carpi. Vettori, D. & Pinardi, I (1996). Percorso adozione: narrazione di un incontro. Indagine conoscitiva con coppie reggiane sullesperienza di Adozione in rapporto ai compiti dei servizi territoriali. Proposte operative. Rivista Consultorio Familiare, anno X, n. 1 / 2. Padova: Tamari Montagna. Winnicott, D. W. (1973). Il bambino e la famiglia. Firenze: Giunti Barbera. Winnicott, D. W. (1973). Il bambino e il mondo esterno. Firenze: Giunti Barbera.

240

APPENDICE

241

242

You might also like