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un double soupir damour!

Dossier Escousse/Lebras

I quaderni del Letterato Franz Laszlo Melas

Ricerca e traduzione di Salvatore Leopaldi

Indice

Introduzione Profilo biografico di Victor Escousse Profilo biografico di Auguste Lebras Lettera scritta in punto di morte da Victor Escousse Courrier des Thatres 18 fevrier 1832 (Charles Maurice) Gazette de France 18 fevrier 1832 Leuropen 25 fevrier 1832 Ultime lettere spedite da Auguste Lebras Le Journal des Dbats 20 fevrier 1832 (Jules Janin) Memoria di Alexandre Dumas su Escousse e Lebras Il Suicidio, chanson e memoria di Pierre Jean de Branger su Escousse e Lebras Escousse e Lebras nella letteratura francese Escousse e Lebras nella stampa italiana

Introduzione
Il pi fecondo tra i produttori di romanzi la stampa che, cogliendo quella che viene chiamata cronaca, partecipa alla fabbricazione di eroi, positivi e negativi, che allontanandosi dalla realt assumono l'orientamento ideologico del giornalista che scrive, e la linea imposta dal giornale. Nondimeno questi brevi romanzi di giornata che costituiscono una sorta di letteratura dell'attualit, sono destinati il pi delle volte all'oblio. Alcuni, tuttavia, perch il loro significato supera quello del semplice aneddoto, perch sono presi dalla letteratura ufficiale o perch lo diventeranno, lasciano una traccia che non svanisce se non gradualmente. la fortuna di una di queste quella che cerchiamo di seguire oggi, dopo aver condotto un'indagine, un po' ossessiva. La citazione tratta dal saggio Victor Escousse. Naissance d'une lgende di Claude Schopp che, come potete immaginare, stato una fonte preziosa per la mia piccola ricerca. Ricerca che mi piace esporre senza rischiare in alcun modo, con la mia voce, di alterare il racconto cos come ci stato lasciato dai protagonisti e dagli interpreti di allora. Mi sono limitato, dunque, a tradurre i documenti che mi stato possibile reperire in linea e a raccoglierli in questo Dossier che, romanticamente, citando le parole di Dumas, mi piaciuto intitolare ...un double soupir d'amour! Solo, qualora necessario, sono intervenuto con le mie parole, limitandomi del resto a contestualizzare i documenti che ho cos disposto cercando, da un lato di suscitare una certa curiosit, una suspense da romanzo giallo, e dall'altro di mantenere il necessario rigore necessario alla ricerca storica.

Profilo biografico di Victor Escousse1 Di Victor Escousse non si riuscito a trovare n l'atto di nascita n quello di battesimo. Sappiamo, per, che il fratello maggiore, Charles Hippolite, nato il 6 luglio 1811; quindi la sua nascita deve essere successiva a questa data. Figlio, insieme ad altri tre tra fratelli e sorelle, di Louis Antoine Escousse (nato a Parigi nel 1785 e morto a Charenton-le-Pont il 15 novembre 1847) e di Marie Joseph Laurain (morta a Parigi il 14 novembre 1831). Cos lo descrive il suo medico, Jean Baptiste Sarlardire: Victor Escousse aveva appena vent'anni, robusto, biondo, dalla carnagione vermiglia, dal volto rotondo, allegro e gioviale, subito grazioso, dotato di un fascino magnetico; sempre contento, tranne a volte un po' infantile. Il suo talento si fece conoscere con l'opera Farruck le Maure, il cui aspetto arioso ed energico, la versificazione brillante e passionale gli valsero un clamoroso debutto. Poco dopo fu la volta di Pierre III, dramma originale, pieno di situazioni nuove, in cui i vizi della corte degli zar sono dipinte a tinte forti; Faublas, dramma incompleto anch'esso di un genere nuovo; infine Raymond, dramma in cui lui e Lebras avevano concepito l'idea di interessare con i soli sentimenti, spogliando la scena dal prestigio dei costumi, dalla magia delle decorazioni e di tutti gli accessori o espedienti che concorrono agli effetti scenici, e con i soli cinque personaggi in scena. Victor Escousse morto suicida, la notte tra gioved 16 e venerd 17 febbraio 1832, asfissiandosi nel suo appartamento parigino di rue de Bondy 58, insieme all'amico Auguste Lebras. Profilo biografico di Auguste Lebras2 Auguste Lebras nato il 30 gennaio 1811, figlio, insieme ad altri sei tra fratelli e sorelle, di Jean Marie Lebras (nato il 16 ottobre 1764 e morto il 28 marzo 1839) e di Anglique Hyacinthe Loher (nata l'1 ottobre 1777 e morta il 20 marzo 1849). Cos lo descrive il suo medico, Jean Baptiste Sarlardire: Auguste Lebras era una persona seria, riflessiva, con bel viso pallido con grandi occhi neri, non rideva mai, solenne nella lingua come nel viso, era molto circospetto, dirigeva le prove della sua opera con tutta la passione e l'attenzione di un uomo che vuole riuscire. Auguste Lebras morto suicida, la notte tra gioved 16 e venerd 17 febbraio 1832, asfissiandosi insieme all'amico Victor Escousse nell'appartamento parigino di quest'ultimo situato in rue de Bondy 58.

1 Fonti: Jean Baptiste Sarlardire, Esquisses biographiques. MM. Escousse et Lebras, in Le voleur 25 fevrier 1832; Claude Schopp, Victor Escousse. Naissance d'une lgende. 2 Ibidem.

Lettera scritta in punto di morte da Victor Escousse3 Desidero che i giornali che annunceranno la mia morte aggiungano questa mia dichiarazione nei loro articoli: Escousse si ucciso perch non si sentiva al proprio posto; perch gli mancava la forza, ad ogni passo che faceva avanti o indietro; perch lamore della gloria non dominava abbastanza la sua anima, se anima aveva! Desidero che lepigrafe del mio libro sia: Addio, terra infeconda Flagelli umani, sole ghiacciato! Come un fantasma solitario Sono passato inosservato. Addio, palme immortali, sogno vero quando lanima un incendio mancava laria: ho chiuso le ali. Addio!

3 Fonti: Mes mmoires par Alexandre Dumas, Paris, Calman Lvy diteur, 1884; Courrier des Thatres 18 fevrier 1832.

Courrier des Thatres 18 fevrier 1832 Il giovane autore di Pierre III, che aveva felicemente debuttato con Farruck le Maure, Victor Escousse termina la sua carriera in maniera deplorevole. morto asfissiato con uno dei suoi amici, il sig. Auguste Lebras, accendendo una grande quantit di carbone, suddiviso in due forni e in vaso di terracotta, dopo essersi assicurato di aver sigillato la porta e le finestre della stanza. Con la nota che hanno lasciato, questi due sfortunati annunciano di aver agito nel pieno della loro ragione. Loro stessi poi si sono scritti i versi che formano il loro epitaffio. Escousse appartiene o vorrebbe appartenere a la presunta scuola che ha per base la cancellazione di tutto quello che noi abbiamo rispettato fin qui, che, ogni giorno, si preoccupa di testimoniare o dubbio o incredulit in qualsiasi tipo di materia, e non dovremmo stupirci che, dall'esaltazione letteraria, questo infelice ragazzo passato a quella di mettere in scena il suo suicidio come una promessa. [...] Completiamo quanto abbiamo gi scritto con quanto abbiamo finora appreso circa la maniera in cui Victore Escousse si dato la morte. Ecco i dettagli. Lo scorso gioved (16 febbraio 1832), come suo solito, questo ragazzo aveva passato la sera in un caff e rallegrato i suoi amici. Rientrato come solito di buon ora, scrisse due lettere, una al sig. Alexandre Dumas, per pregarlo di finire il suo dramma Faublas [lettere mai trovata], laltra a Lebras, suo amico, suo amico, sullo spirito del quale esercitava una grande influenza e che era stato suo collaboratore per il dramma Raymond. Ecco cosa cera scritto in questultima lettera: Ti aspetto alle undici e mezzo. Il sipario si alza. Fai presto in modo che si possa affrettare il finale. Uniti dai sentimenti e dal carattere, questi due ragazzi si lamentavano spesso di quellangoscia inseparabile dalla vita che loro appena conoscevano! Le tribolazioni collegate allesercizio della letteratura drammatica, occupavano la loro anima. Dopo aver maturato il loro progetto in grande calma, si fermarono la notte tra il 16 e il 17 per metterlo in pratica. Non era ancora suonata mezzanotte, quando la signorina Adolphe, attrice, che abitava nel medesimo pianerottolo, cominci a sentire nella camera del giovane Escousse un rumore sordo e dei lunghi sospiri. Allora scese ad informare il padre di Escousse. Entrambi origliarono dalla porta per qualche minuto; ma non sentendo niente, simmaginarono che il rumore era stato quello del giovane che si metteva a letto, e si lasciarono andare a supposizioni il pi lontano possibile dalla triste verit. Quindi ritornarono ai propri appartamenti. Lindomani mattino, il padre non vedendo apparire il figlio, fu assalito dai pi tristi presentimenti. Entra allora nella camera e trova sul letto, Escousse e Lebras, morti entrambi mentre si tenevano teneramente abbracciati. Sul tavolo, cera un foglio con alcune parole scritte da Escousse. Desidero che i giornali che annunceranno la mia morte aggiungano questa mia dichiarazione nei loro articoli: Escousse si ucciso perch non si sentiva al proprio posto; perch gli mancava la forza, ad ogni passo che faceva avanti o indietro; perch lamore della gloria non dominava abbastanza la sua anima, se anima aveva! Desidero che lepigrafe del mio libro sia:

Addio, terra infeconda Flagelli umani, sole ghiacciato! Come un fantasma solitario Sono passato inosservato. Addio, palme immortali, sogno vero quando lanima un incendio mancava laria: ho chiuso le ali. Addio! Sembra che Escousse sia stato linterprete del pensiero di entrambi i giovani e che Lebras non abbia lasciato niente; come se non avesse una madre, un padre, degli amici! E due ragazzi cos giovani che muoiono, che si uccidono con freddezza, senza esprimere un rimpianto, senza scrivere a nessuno, affetti da un deplorabile scetticismo, senza esprimere un desiderio, senza concepire alcuna speranza, gi cos disincantati delle dolci illusioni e che si domandano addirittura sempre che io abbia un anima!!! Che dramma! Non vero, signori????? []

Gazette de France 18 fevrier 1832 La morte dei signori Esousse e Lebras [...] un fatto di straordinaria importanza e che merita delle profonde riflessioni. Non c nessuno che voglia chiedere conto alla societ del suicidio di questi due ragazzi dallavvenire brillante. Tuttavia possibile che tale evento sia senza rapporto con la nostra situazione politica. La giovent ha bisogno di avvenire di futuro. Le necessario il movimento e una situazione senza sviluppo e senza risultati diventa fatale per lo spirito generoso dei francesi. Senza dubbio le credenze religiose possono compensare la sterilit del presente; infatti la religione fede, speranza e amore,e tutte queste tre cose insieme sono la vita delle anime. Se il liberalismo non avesse distrutto lanima vitale della societ, questi ragazzi dotati di talento e di immaginazione avrebbero trovato nei sentimenti francesi questa fiducia in gioioso avvenire che gli avrebbe impedito di morire. Infatti, le tendenze moderne non sono riuscite a sostituirsi a questo vuoto. la corona dalloro gli appassisce tra le mani, la gloria non ha pi fascino e la patria non pi un legame. stata definita lanima come quella parte che in noi ha bisogno del divino: ma quando uno dubita di Dio, dubita della propria anima. Quando lidea di Dio scompare, non esiste pi nemmeno luomo.

Leuropen 25 fevrier 1832 Varie - Il Sig. Victor Escousse che, appena ventenne, debuttava nella carriera drammaturgia con un successo, e il Sig. Auguste Lebras, ragazzo di ventanni, che aveva associato alla sua prima opera, si sono asfissiati la settimana scorsa. Il successo di Farruck le maure aveva inizialmente fatto ben sperare il sig. Escousse, ma lindifferenza con la quale era stato accolto Pierre III qualche tempo dopo, alla Comdie-franaise, dissolve i suoi primi sogni di fortuna e di gloria. Infine, linsuccesso recente, al teatro de la Gat, Raymond, melodramma che aveva realizzato con lamico Auguste Lebras, gli d il colpo di grazia. Da quel giorno, i due ragazzi, disgustati dalla vita, sincoraggiano lun laltro con lidea del suicidio. Infine, Escousse scrive al suo amico: ti aspetto alle undici e mezzo; il sipario si alza. Vieni, cos che possiamo affrettare il finale!. Auguste Lebras vi and effettivamente. Escousse aveva gi preparato ogni cosa, il carbone stesso era gi acceso. Si trov su un tavolo, nella camera dove giacevano abbracciati i due cadaveri, la seguente scritta per mano di Escousse: Desidero che i giornali che annunceranno la mia morte aggiungano questa mia dichiarazione nei loro articoli: Escousse si ucciso perch non si sentiva al proprio posto; perch gli mancava la forza, ad ogni passo che faceva avanti o indietro; perch lamore della gloria non dominava abbastanza la sua anima, se anima aveva! Desidero che lepigrafe del mio libro sia: Addio, terra infeconda Flagelli umani, sole ghiacciato! Come un fantasma solitario Sono passato inosservato. Addio, palme immortali, sogno vero quando lanima un incendio mancava laria: ho chiuso le ali. Addio! Sognavano la gloria e dubitavano di avere unanima in loro? E che cosa la gloria senza la coscienza del bene che si fatto o che si far, senza la speranza della responsabilit che si ben agito per se stessi e per il prossimo? Senza di questo, la gloria la soddisfazione che cerca legoismo nel presente. inutile che gli artisti reclamino contro questo fermo; giusto, e i signori Escousse e Leras erano dei perfetti razionali, allevati e nutriti di individualismo, e hanno commesso latto pi individualista che dato alluomo di commettere. Gli amici gli avevano detto: A voi il genio e i beni che porta, gli applausi, la ricchezza, le donne. Dai bambini, fate come noi, e il pubblico vi ripagher dei vostri sforzi se saprete divertirlo. Obbedirono, era riuscito a tanti. Avevano avuto successo, avevano fatto strada, ma non avevano ancora avuto il tempo di amarsi abbastanza per superare gli oltraggi, il disprezzo; non potevano sopportare il ridicolo, e cercarono nella morte un riparo contro la disperazione per legoismo deluso. E questo era per loro un atto 10

di forza. Perch avrebbero potuto adoperare contro il prossimo questo egoismo che li ha uccisi. la fanciulla che apre la sua anima alle dolci gioie del suo primo amore, che offre tutta la sua vita futura a chi la ama, e che muore perch stata abbandonata. Sarebbe potuta diventare una meretrice. Altrettanto i Signori Escousse e Lebras, alla maniera di quegli artisti che noi abbiamo gi comprato alla mercanzia di corpo in vendita per strada. Potevamo utilizzare la vena fertile di tutte le bassezze umane, e chiedere al pubblico annoiato il prezzo di una volutt novella; avrebbero potuto farlo a lungo. Signori identici a loro gli offrivano la soluzione a questo problema. Ma non hanno voluto bere questo calice impuro, e sono morti! Ahim! Erano puri, non avevano altre possibilit. Cera abbastanza dolore, potevano entrare nella sofferenza di questo popolo tanto grande, tanto nobile, tanto disinteressato al suo trionfo; potevano studiare i modi di versare balsamo sulle ferite; potevano rappresentare gli uomini sanguinari a cui cos generosamente il popolo vittorioso ha donato il proprio destino; potevano portare in luce i vizi di questi sicofanti politici, smascherarne le ipocrisie, stigmatizzare il loro egoismo, potevano in una parola, consacrare le loro facolt al progresso dellumanit, al miglioramento delle sorti del popolo; e credendoci o meno, cera per loro un avvenire e quindi una speranza di ricompensa. Ma invece, il loro calvario stato orrendo, perch loro non credevano in loro, ed erano disperati!

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Ultime lettere spedite da Auguste Lebras [Queste ultime lettere di Auguste Lebras non furono subito rese note, infatti nei primi articoli (come si ha avuto modo di leggere) si parla solo di una lettera di Escousse. Vennero pubblicate in un secondo momento quando il dottor Sarlandire, a cui erano erano state affidate, decise di indirizzarle a diversi giornali accompagnandole con un suo commento. Lintento era quello di sconfessare i commenti maliziosi o errati della stampa, in particolare laccusa di miscredenza in materia religiosa imputata sia ad Escousse che a Lebras4.] Il rimprovero che stato fatto ad Auguste Lebras, di aver disposto della sua vita senza pensare a suo padre, n a sua madre e, di non aver scritto a nessuno, oggi sconfessato da una nuova informazione (la rubrica Variet solitamente adotta la formula tipica dei romanzi a puntate Continua) che andiamo ad esporre. Dopo aver letto, non ci saranno altre informazioni circa i motivi che hanno portato al suicidio un ragazzo di diciassette anni, perch, faticoso come pu essere stato, non a questa et che il lavoro prosciuga la linfa della vita. Non conoscendo di Lebras che un mezzo melodramma dove, sicuramente, non aveva usato che le meno brillanti delle sue capacit. Ad ogni modo, si pretende che i suoi motivi siano spiegati in due sue lettere scritte, una al suo medico, laltra a sua madre e suo padre, avvocato a Lorient. Queste due lettere sono cos concepite: Mio buon signor Sarlandire, grazie, grazie, dellinteresse che mi ha dato: grazie delle sue cure affettuose Voi lo sapete, il lavoro ha prosciugato in me la linfa vitale; troppo pesante perch io la possa sostenere, dunque me ne sbarazzo! Non crediate che io sia folle o che deliri; no, ragiono, ma non posso pi vivere: da due mesi io gi non lo faccio, vegeto piuttosto in questo mondo, di cui io non faccio parte, perch lo vedo attraverso un velo addio, addio per sempre Oh! Solamente una cortesia: ho un padre, una madre, una famiglia, e loro soltanto, come vi ho gi detto, mi hanno tenuto qualche giorno in pi sulla terra; la mia morte li sconvolger, li far soffrire, se ne verranno a conoscenza allimprovviso. Oh! La prego, li prepari alla conoscenza di questa notizia; scriva loro che sono malato, ma li tranquillizzi dicendo loro che lei si prender cura di me; che non vengano a Parigi; poi gli manderete una lettera quando riterrete opportuno, e infine gli annuncerete la mia morte. Addio, a voi, il pi umano tra gli umani addio. Affido a questa lettera i miei ultimi desideri non oso dire le mie ultime volont addio! Queste poche parole che ho scritto mi straziano. Auguste Lebras 16 febbraio, ore dieci della sera, con Victor Escousse che muore insieme a me.

4 Si fa riferimento, cos come vengono presentati da Claude Schopp, agli articoli contenenti sia le due lettere di Lebras, sia il commento di Sarlandire che quest'ultimo indirizza a diversi giornali parigini : Courrier des Thatres 22 fevrier 1832; Le Temps 22 fevrier 1832; Le cabinet de lectures 24 fevrier 1832; Le voleur 24 fevrier 1832

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Vogliate leggere la lettera che indirizzo a mio padre al fine di giudicare quando pi opportuno che gli venga spedita. Mio ben amato padre e mia buona madre Vi scrivo queste parole dal letto di morte. Una malattia crudele, causata dal troppo lavoro, ha minato le mie forze mi appresto a morire Per favore, pensate talvolta al vostro povero Auguste che vi aspetta in un mondo migliore Oh! Ora se la salute mi venisse offerta io la rifiuterei; poich considero la morte un bene. Lesistenza mi un peso Questa lettera vi giunger tramite il dottor Sarlandire, a cui affido ogni cosa lui che mi ha curato con lo stesso affetto che se fossi stato suo figlio Muoio, e tuttavia non piangete per me, vi imploro, non rimpiangetemi, poich il mio destino deve suscitare speranza e non piet Si lamentano solo quelli che si precipitano nella torba del mondo. Addio addio mille baci Auguste Lebras Miei fratelli e sorelle, ricevete lultimo saluto di vostro fratello. Lui saddormenta in eterno pregate per lui, ma non piangetelo mai Auguste Lebras A questa ultima lettera stato unito un plico contenente una ciocca di capelli, con liscrizione: per mia madre. Di quanto stato dichiarato, dice il dottore, sulla professione di fede di Victor Escousse, che dubita dellesistenza dellanima, si potr dire il contrario di Auguste Lebras, che crede nella trasmigrazione in un mondo migliore; si pu fare un curioso confronto tra queste due lettere e quella scritta da Escousse e gi pubblicata da tutti i giornali, e baster questo per convincersi che questi due ragazzi pensavano in maniera differente. Aggiungerei che, in quanto medico di Victor sin dallinfanzia e di Auguste da dopo il suo arrivo a Parigi, che li ho perfettamente conosciuti entrambi, e che questi due ragazzi tanto sfortunati, che sono morti per lo stesso motivo, nella stessa maniera, nello stesso luogo e alla stessa ora, non avevano tra loro nessuna conformit di carattere n di pensiero: si sono entrambi raffigurati, Auguste nel ruolo di Raymond ed Escousse in quello di Paul, nel dramma messo in scena al Gait; questo in favore di Auguste Lebras. La vigilia della loro morte, sono venuti a trovarmi entrambi, uno allegro ed espansivo, laltro taciturno e riservato come suo solito. [In risposta a questo presunto chiarimento di Sarlandire circa laccusa, ingiusta, di miscredenza, lindomito Charles Maurice scrive:] La parola dichiarato eccezionale in questa lettera. Non aveva di meglio da dire che approvare lorribile azione di questi due ragazzi? Ne vorrebbe incoraggiare altri? Che provano del resto le due lettere di Auguste Lebras, comparate a quella di Escousse? [] Noi gli ripetiamo soprattutto che le nuove dottrine letterarie sono da allontanare come la peste, perch portano a tutto meno che al bene.

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Le Journal des Dbats 20 fevrier 1832


Luned scorso (13 febbraio 1832) il melodramma ( LAbbaye-aux-Bois) venne rappresentato per la prima volta. Sapevo da prima che lopera era di M. Martin, ragazzo di spirito e di cuore, onorato e amato da tutti, autore di un libro pieno di talento e di consapevolezza: cos mentre vedevo il melodramma svolgersi davanti i miei occhi, mi sono dispiaciuto sinceramente dellavvenire di questo ragazzo. Lo vedevo gi precipitato nellangoscia incredibile di un teatro di secondordine; lo vedevo preda di tutte le gelosie; di tutte le meschinit, di tutta la falsa gloria, di tutte le tristezze troppo reali di questa esistenza separata. Questo mi capita ogni volta che vedo entrare un novizio in quella che possiamo chiamare la vita letteraria. Rabbrividisco al pensiero di tutte le disgrazie che lattendono; la sola idea basta a fargli sbiancare i capelli sempre che gliene siano restati. La vita letteraria, per dio! Mettete insieme tutte le antipatie, i dolori, i travagli, le disapprovazioni, le ingratitudini! E ne avrete una piccola idea. In alto e in basso, la vita letteraria la stessa. In alto come in basso, il disincanto assicurato; ma quantomeno in altro si ha qualcosa di interessante, un erto smalto che lusinga lorgoglio; mentre ai gradini pi bassi, quando lartista si fa manovrare, quando larte diventa un mestiere, quando il dramma mezzo di sussistenza, come dice M. Poirson, quando la critica cade sulle vostre opere da tutta laltezza del suo disprezzo, allora veramente la vita letteraria un inferno da cui uscire ad ogni prezzo. Stessa cosa per la vita letteraria di primordine, che di tutte le esistenze la pi difficile da subire. Per essere un grande artista o un grande poeta, per essere uno scienziato illustre, bisogna essere nato eroe; bisogna avere un anima grande e forte, un corpo robusto, perseverare in ogni situazione; bisogna saper attendere, saper vegliare, saper cercare, sapere soffrire. Bisogna essere disposti a studiare notte e giorno, sempre e comunque; bisogna dedicare la vita intera ad una idea, e bisogna essere uomini onesti prima di tutto. Tuttavia coloro che sono nati per questa vita, quali pene hanno dovuto subire; poeti che si sono fermati lungo la strada, stanchi prima di aver raggiunto lobiettivo! Ascoltate le lamentele dei veri artisti! Vedere nelle nostre accademie queste fronti chine tanto nude e magre! Comprenderete bene che quanta aspirazione e coraggio, quanta forza morale e fisica, serva per raggiungere la felicit in sentieri tanto rischiosi! Tre giorni fa, la notte tra gioved e venerd, due ragazzi, autori di un melodramma, si sono asfissiati nella medesima camera e sono morti alla stessa ora, lasciando una specie di testamento letterario in prosa e versi, dentro i quali, versi e prosa, si trova la funesta abitudine degli spiriti irriflessivi che si abbandonano allimpulso del momento, senza troppo capire a cosa porter questimpulso. Lindomani di questa brutta vicenda, un giornale mal informato annunci la morte degli autori di LAbbaye-aux-Bois; ed io, che pensavo a M. Martin, trovai che aveva fatto presto a morire e che si era suicidato per un motivo futile come quello di un melodramma al Gait. Non era M. Martin che era morto; mi ero sbagliato senza sbagliarmi. Le due vittime della vita teatrale erano i signori Escousse e Lebras. Escousse, autore di un dramma in versi, Farruck le Maure, al teatro di Porte-SaintMartin, che era stato imprudentemente lodato quando apparve, messo in scena per tre settimane, scritto in societ con Lebras un melodramma in prosa, intitolato Raymond, al teatro della Gait. Questultima opera non 14

ebbe successo. Si detto, e io ci credo, che per questo insuccesso, e unicamente per questo insuccesso, venuto ai due giovani amici il desiderio di morire. Avevano preso sul serio la vita letteraria; a loro era arrivato quello che arriva a molti dei nostri contemporanei: avevano creduto di ottenere tanto successo e tanta gloria con poco lavoro; avevano scambiato il primo impeto dello spirito per una genialit bella e finita; avevano creduto che ci si improvvisa grandi artisti. Gloria, genio, tutto gli venne a mancare nel medesimo momento; larte stessa, di tanto sdegno si era presa una bella rivincita. Come larte poetica, sotto un certo aspetto, ancora una regola morale e di virt. Tutte le regole devono essere rispettate: lartista che ha riflettuto abbastanza sulla propria arte, sa perch ha sbagliato quanto sbaglia; e dopo, quando levento gli fatale, ritorna alle regole, ritorna al lavoro, riflette nuovamente, e non rinnega certamente lanima nel proprio testamento; soprattutto non si fa violenza per punirsi di non aver divertito la folla. Asfissiarsi per aver scontentato il pubblico! Non proprio il caso! Per quanto mi riguarda, io pi penso a questa storia pi la trovo una protesta. Ne dubito che siano due vittime della retorica cos come ora si solito farla; hanno sostenuto il peso del dramma cos come lo si vede oggi. Retorica perfida che consiste nel camminare con gli occhi chiusi, nel volere allimprovviso delle ali, per superare gli studi, la lingua, la scienza, la teoria, la pratica, la riflessione, insomma tutto quello che fa un poeta! Dramma fatale e troppo facile da fare sia che si tratti della morale, della storia, dello stile, dellinteresse, della verosimiglianza, della verit, insomma di tutto quello che fa un dramma! In un arte cos fatta, cosaltro potevano diventare due ragazzi senza esperienza? Voi glielo avete detto e voi gli avete dimostrato che gli sarebbe bastato tendere la mano per ottenere la gloria e il successo; allora hanno teso la mano e non hanno ottenuto n soldi n successo. Allora li ha presi la disperazione, poich erano sinceri; allora la tristezza ha fatto il nido nel loro cuore, poich il loro cuore era genuino! La critica stessa, in questo caso, non ha fatto il proprio dovere; la platea entrata in questo deplorabile suicidio. Dopo Farruck le Maure, la critica applaudiva, senza ricordarsi che la propria missione di essere severa; la platea entusiasta ha richiesto il giovane autore. Quella febbre! Poi lindomani, dopo questa duplice ovazione, linfelice ragazzo, caduto da tanto in alto nella realt, ritrovandosi pi solo che mai, cos sconosciuto, non capendo la sua gloria di un giorno n la sua mancanza del presente, linfelice si dato la morte! colpa vostra, teatri, critici, pubblico! Non avete saputo essere severi a suo tempo! Siete venuti meno alla vostra missione di frenare limprudente che si perde, avete fatto, a questo ragazzo appena agli inizi, una crudele menzogna e delle false promesse. Il grande errore di questo ragazzo stato quello di credervi! Per quel che mi riguarda non cos che io intento il teatro, non cos che intendo la critica. Il teatro, cos come ai giorni nostri, diventato una taverna comparabile alla sala da gioco. Il teatro cos come il gioco una specie di azzardo, nel quale i nostri giovani possono ad ogni ora puntare lavvenire dei loro spiriti e del loro talento. Mancano gli autori al teatro, e il teatro attira i poeti, come del resto si attirano i giocatori Dacci i tuoi soldi! Giocatore. Dacci il tuo genio, poeta! ma il miei soldi non sono miei! ma il mio genio non ancora maturo che importa? Gioca i tuoi soldi! Gioca il tuo genio! purch il gioco abbia lultimo pezzo del giocatore, purch il teatro prenda il primo germe del poeta, lo scopo 15

raggiunto, non c altro? Questo lo scopo delle caverne agli angoli delle strade. Invitano i passanti ad entrare, attirano i giocatori! Quale il giovane spirito cos ossessionato che trovando sotto i suoi passi queste miserabili strutture scappi dalla seduzione del teatro? Quale ragazzo passa tranquillamente davanti ad una esca di una sala da gioco! E poi dopo che uno ha giocato tutto il suo spirito, e laltro perduto tutta la sua fortuna, ci stupiamo del doppio sparo, e ci domandiamo perch sono morti? C in effetti che ci sono troppe sale da gioco, che ci sono troppi teatri, c che in effetti in meno di sei mesi mettere in scena tre drammi del giovane Escousse, uno a Porte-Saint-Martin, uno al Thatre-Franaise, uno al Gait, significa abusare di questo ragazzo. Dunque vedete come morto! morto tutto preso di teatro, di giornali, di opere da mettere in scena; morto tutto preso di letteratura, di gloria; morto cos infelicemente come peggio non si poteva! La sua lettera al giovane Lebras, il suo invito funerario, gioca tutto su una metafora drammatica e che fa male allanima sapere usata a quello scopo. ti aspetto alle undici e mezzo: il sipario si alza. Vieni, cos che possiamo affrettare il finale! Non si parla, in questa lettera, di una opera teatrale da fare, di una collaborazione ordinaria, dun finale da risolvere come tutti gli altri? Quale collaborazione! Lebras, fedele allappuntamento, va dal suo amico; Escousse aveva mantenuto la parola, in effetti, il sipario gi alzato, il carbone, questo oppio bastardo che sono soliti usare i suicidi del popolo, gi acceso in tre differenti recipienti, non hanno pi bisogno di affettare il finale. [] Lindomani, quando la porta venne aperta, e non ci fu pi speranza di rianimare i due cadaveri, si trov sul tavolo una nota scritta da Escousse. Il disgraziato! Non ci dice che per lui non era altro che un melodramma ordinario? Composto il suo dramma, aveva avuto lorribile interesse di scrivere una circolare per i giornali. Un autore esperto non avrebbe potuto fare di meglio. [] Insensato! Come ancora si svolga dopo la morte! Come abbia ancora bisogno di indossare il suo stivaletto! morto, non perch la gloria non gli domina abbastanza lanima! Ahim! Sono sicuro che suo padre avr pensato che la gloria semmai lo dominasse troppo. Dunque sono morti vittime di esaltazione due giovani ragazzi degni di piet e di interesse! Sono morti per aver disprezzato una carriera volgare tanto favorevole al riposo e alla felicit. Sono morti soprattutto perch ci sono troppi teatri e troppo pochi critici severi a Parigi; due grandi cause di sciagura e di rovina per i giovani di talento

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Memoria di Alexandre Dumas su Escousse e Lebras5


Victor Escousse et Auguste Lebras - Nel frattempo, era in scena, al Thatre-Franais, il dramma Pierre III, dellinfelice Escousse. Non ho visto Pierre III; lho fatto cercare per leggerlo: il dramma per non stato stampato, a quanto pare. Ecco quello che disse Lesur nel suo Annuaire del 1831: Thatre-Franais (28 dicembre) Prima rappresentazione di Pierre III, dramma in cinque atti in versi, del sig. Escousse. Linsuccesso di questa opera assesta il colpo di grazia al suo autore, forse ancora ubriaco del successo di Farruck le maure. In Pierre III, n lintreccio, n la verosimiglianza, n la logica, sono state rispettate. Abbiamo un deplorevole esempio di quella letteratura frenetica e barbara (sono mie queste parole) fatta diventare di moda da uomini dal talento troppo reale perch il loro esempio non fosse vittima di deplorevoli imitazioni. Ma chi pu mettere in dubbio che vita e opera di un autore non siano legate tra di loro? Ancora una prova, ancora un fallimento e il disgraziato Escousse dovr morire!... In effetti ben presto Victor Escousse e Auguste Lebras realizzeranno in collaborazione, per il Gait, il dramma Raymond, un vero fiasco. C da dire che la critica si crudelmente scatenata contro questo dramma, come possiamo vedere, dopo le ultime parole della pice, nel postscriptum, di poche righe, firmato da uno degli autori: P.S. questa opera ci ha portato molte critiche, e, va detto, poche persone hanno tenuto in considerazione ai due poveri ragazzi, di cui il pi anziano appena ventenne, il tentativo che hanno fatto di interessare con cinque personaggi, eliminando tutti gli accessori del melodramma. La mia intenzione, tuttavia, non quella di prendere le nostre difese. Solamente voglio rendere pubblica la riconoscenza che ho nei confronti di Victor Escousse che, per aprirmi le porte della drammaturgia, mi ha concesso di poter collaborare con lui. Voglio pertanto difenderlo, quel tanto che in mio potere, dalle calunnie che, da ogni parte, fanno riferimento al suo carattere e gli imputano una vanit ridicola che non gli riconosco. Lo dir ad alta voce, io non posso che compiacermi del modo in cui mi ha sempre trattato, non solo come collaboratore, ma anche come amico. Possano queste poche parole scritte con franchezza, ammortizzare i colpi che lodio ha il piacere di lanciare contro un ragazzo il cui talento, spero, metter a tacere le parole di quanti lattaccano senza conoscerlo. Auguste Lebras. Del resto, Escousse aveva ben compreso che con il successo sarebbe venuta anche la battaglia, con il miglioramento della sua condizione materiale la recrudescenza del dolore morale; dopo il successo di Farruck le maure quando lascia la sua piccola stanza dimpiegato per prendere lappartamento un po pi grande di autore laureato, dedica alla stanza, testimone delle sue prime emozioni di poeta e damante, questi versi:
5 Victor Escousse et Auguste Lebras in Mes mmoires par Alexandre Dumas, Paris, Calman Lvy diteur, 1884, pp. 1-7

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Alla mia stanza Della mia inadempienza, addio, primo soggiorno, dove la mia adolescenza dur meno di un giorno! Bench un poco si rispetta Un passato senza vanto, Pertanto, povera stanzetta, Io vi abbandono in pianto! Del destino, senza fifa Ho subito le sue ire; e, quantomeno chi mi tifa non si deve ingelosire. La fame, nel mio ritiro, mi ha colpito entrando pertanto, povero stanzino, io vi abbandono in pianto! In braccio alla tristezza, quando succhiavo dal suo seno, stavo con una tenera ragazza ma non era mai sereno. Solitario nella mia cuccetta Mi addormentavo sospirando, pertanto, povera stanzetta, io vi abbandono in pianto! Della mia musa, cos gentile, una divinit talmente capricciosa non viene per sentire una musica cos ambiziosa. Brillare per lindiscrezione, necessario farlo ogni tanto, pertanto, povero stanzone, io vi abbandono in pianto! Addio! il destino che mi chiama Verso una realt novella: e dentro un letto che mi ama scorder perfino la mia culla. Forse, umile poetino, lontano da qui mi riempir di vanto, pertanto, povero stanzino, io vi abbandono in pianto! In effetti, quellappartamento che Escousse aveva preso per rimpiazzare la sua stanza, e dove sinstall non certo senza sofferenze, lo vide rientrare, il 18 febbraio, con il suo amico Auguste Lebras, seguiti dalla figlia della portiera, che portava uno staio di carbone. Quel carbone, era stato acquistato dalla fruttivendola vicina. 18

Mentre la donna lo misurava: - credi che uno staio basti? Chiede a Lebras - si! Gli risponde. Pagano e chiedono che il carbone gli venga portato immediatamente. La figlia della portiera lascia, su loro ordine, lo staio di carbone nellanticamera, ed esce, senza sapere di aver chiuso anche la morte insieme ai due poveri ragazzi. Tre giorni dopo, Escousse, perch non fosse dostacolo al suo piano, ritira dalle mani della portiera la seconda chiave dellappartamento. I due amici si separano. La sera stessa, Escousse scrive a Lebras: ti aspetto alle undici e mezzo: il sipario si alza. Vieni, cos possiamo affrettare il finale! Allora stabilita Lebras arriva, non sarebbe mancato allappuntamento: questa fatale idea del suicidio gli era nata gi da molto tempo nel cervello. Il carbone era gi acceso. Sigillarono porte e finestre con dei giornali. Poi Escousse si mise al tavolo, e scrisse la seguente nota: Escousse si ucciso perch non si sentiva al proprio posto; perch gli mancava la forza, ad ogni passo che faceva avanti o indietro; perch lamore della gloria non dominava abbastanza la sua anima, se anima aveva! Desidero che lepigrafe del mio libro sia: Addio, terra infeconda Flagelli umani, sole ghiacciato! Come un fantasma solitario Sono passato inosservato. Addio, palme immortali, sogno vero quando lanima un incendio mancava laria: ho chiuso le ali. Addio! Questo, come abbiamo detto, ha avuto luogo alle undici e mezzo. A mezzanotte, madame Adolphe, che veniva dal teatro di Port-Saint-Martin, rientra a casa; abita sullo stesso pianerottolo di Escousse, e lappartamento del giovane non separato dal suo che da un tramezzo. Un rumore strano le parve pervenire da quellappartamento. Ascolta: sente un doppio rantolo. Allora chiama, bussa sul tramezzo, ma non ottiene alcuna risposta. Il padre di Escousse abita sullo stesso pianerottolo, sul quale si aprono quattro porte: sono quelle di Escousse, di suo padre, di madame Adolphe e quella di Walter, artista che frequentavo a quel tempo, e che poi ho perso di vista. Madame Adolphe si precipita alla porta del padre di Escoussee, lo sveglia, - poich lui gi dormiva lo costringe ad alzarsi, e ad andare con lei ad ascoltare il rantolo che la terrorizza. Il rantolo era diminuito ma era ancora udibile, cos udibile che si distingueva laccordo funebre dei due respiri. Il padre ascolta per qualche secondo, poi sorride: Gelosa! Dice a madame Adolphe. 19

E se ne va a dormire, senza pi ascoltare le sue osservazioni. Madame resta sola. Fino alle due del mattino lei sente quel rantolo a cui, lei sola, si ostinava a dare il suo vero significato. Tuttavia, nonostante fosse stato tanto incredulo, il padre di Escousse venne perseguitato per tutta la notte da funesti presagi. Al mattino, verso le otto, va a bussare alla porta del figlio. Non gli risponde nessuno. Ascolta, e tutto in silenzio. Allora gli viene lidea che possa essere andato ai bagni Wauxhall, dove il figlio qualche volta si recava. Arriva anche Walter, lui allora gli racconta cosa accaduto, e gli mostra la sua inquietudine mattutina. Walter si offre di andare al Wauxhall, e lofferta viene accettata. Al Wauxhall, Escousse non si era visto. Linquietudine del padre raddoppia; si avvicina lora in cui deve recarsi a lavoro, ma non vuole andare se non dopo essersi rassicurato, aprendo la porta del figlio. Viene chiamato il fabbro, e la porta viene forzata non senza difficolt, perch la chiave che la fermava da dentro era rimasta nella serratura. Questa chiave rimasta nella serratura spaventa ancora di pi il povero padre, al punto che, con la porta aperta, lui non osa varcare la soglia. Walter ad entrare, mentre lui aspetta poggiato alla ringhiera della scala. La seconda porta era sigillata, come abbiamo detto, ma non chiusa con il lucchetto, n a chiave; Walter la spinge violentemente, facendo saltare lostacolo di carta, ed entra. I fumi del carbone sono ancora troppo intensi, tanto che quasi svenne. Entra tuttavia nella stanza, prende il primo oggetto che gli capita, una caraffa, credo, e lo lancia contro la finestra. Uno dei vetri si rompe e lascia entrare laria di fuori. Walter potendo respirare, va verso la finestra e la apre. Gli appare allora lorribile spettacolo in tutta la sua agghiacciante nudit. I due ragazzi si trovano riversi e morti: Lebras in terra, su un materasso tirato via dal letto; Escousse sul letto. Lebras, gracile di corporatura e cagionevole di salute, era stato facilmente vinto dalla morte; cos non doveva esser stato per il suo compagno, vigoroso e pieno di salute: lunga, anzi, doveva essere stata la lotta, e crudele, almeno questo indicavano le sue gambe ripiegate sotto il corpo, e le mani strette, le cui unghie erano penetrate nella carne. Il padre quasi diventava pazzo. Walter mi ha detto spesso di avere sempre davanti gli occhi i due poveri ragazzi, luno sul materasso e laltro sopra il letto. Madame Adolphe non volle pi il suo appartamento. Tutte le volte che si sveglia nel cuore della notte gli sembra di sentire quei rantoli che il povero padre scambio per un doppio sospiro damore! Conosciamo tutti lammirabile elegia che questo suicidio ha ispirato a Branger, del resto vorremmo che i nostri lettori avessero scordato di averla gi portato alla loro attenzione quando ci occupammo dellillustre chansonnier: cosa che ci permetterebbe di citarla per intero; ma quale il modo per lorsignori di scordare che noi abbiamo gi cucito questo ricco ricamo poetico sul lembo della nostra prosa?

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Il Suicidio, chanson e memoria di Pierre Jean de Branger su Escousse e Lebras6 Il suicidio Per la morte dei giovani Victor Escousse e Auguste Lebras* Febbraio 1832 *Ho conosciuto questi due ragazzi la cui fine tanto deplorevole. Lebras mi aveva indirizzato alcuni versi patriottici. Era di costituzione gracile e malaticcio, ma tutto in lui faceva intravedere un cuore onesto e generoso. Malgrado laccoglienza che gli feci Al gabbio, [Branger si trovava in prigione] dove venne a vedermi, cess di venirmi a trovare dopo la mia liberazione. Di lui non posso dire che poche cose. Ho conosciuto meglio Escousse. Al gabbio che venne a trovarmi, portandomi una bella canzone che la mia detenzione gli aveva ispirato. Da allora in poi mi prodigai in segni di vivo interesse e in quei consigli che la mia esperienza poteva dargli. Pochi giovani mi hanno fatto immaginare unidea migliore del loro futuro, meno con gli scritti che con la sentenza che con tanto candore si portava addosso. Dopo il successo di Farruck le maure mi scrisse: Mi ricordo di quello che mi avete detto, non vi preoccupate. Il mio trionfo non mi ha ubriacato. Mi ha stordito semmai ma non per pi di una decina di minuti. La sua fu quella stessa infelicit che minaccia pi o meno ogni uomo della sua et dentro questa specie di serra calda in cui viviamo. La ragione gli era maturata troppo in fretta. Una testa quasi fatta in un corpo di bambino non serve ad altro che a prosciugare la giovinezza, se questa precocit non il raro effetto di una organizzazione particolare. Produce un bisogno di perfezione che, non sapendo come soddisfare, disillude la vita proprio nei suoi anni pi belli. Attribuisco ad una sorta di scoraggiamento la risoluzione di questo interessante ed infelice ragazzo. Era fatale che Lebras lo incontrasse avendo entrambi la stessa disposizione danimo. Lontano luno dallaltro, forse entrambi avrebbero ugualmente portato a compimento quel destino, che si incoraggiarono a concludere violentemente. Un giornale ha accusato Escousse di miscredenza assoluta. Per respingere questa accusa, io mi sento obbligato a citare le ultime parole della lettera che mi scrisse qualche ora prima dellesecuzione del suo deplorabile disegno: Voi mi avete conosciuto Branger; Dio mi permetter di vedervi con la coda dellocchio nel posto che vi ha riservato in cielo? Oltre al dramma Farruck e Pierre III, Escousse ci ha lasciato delle canzoni in uno stile poco curato senza dubbio, ma piene di quei nobili sentimenti e di quei pensieri generosi che ispirano molte azioni della sua troppo corta esistenza. Mi stato detto che sul punto di essere sorpreso con una persona la cui reputazione poteva essere compromessa dalla sua presenza, non abbia esitato a lanciarsi dal secondo piano affacciato su un cortile lastricato. La sua dedizione gli port fortuna non avendo poi riportato n ferite n contusioni.. Nel 1830, il 28 luglio, se ne and allalba in piazza de Grve e combatt
6 Oeuvres compltes de Branger, Paris, H. Fournier, 1839, vol. III, pp. 115-117; Mmoires sur Branger, recuellis et mis en ordre par Savinien Lapointe, Paris, Librairie moderne Gustave Havard diteur, 1858, pp. 106-107

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tutto il giorno, e tutta la notte; lindomani era alla presa del Louvre e delle Tuilleries. Dopo la vittoria del popolo, Escousse non disse nulla dei pericoli che aveva affrontato, e anche se povero e senza appoggi non volle mai mandare domanda di assistenza alla Commission des ricompense nationales. A diciannove anni mise volontariamente fine ad una esistenza che prometteva di essere tanto bella e cos feconda. Il suicidio [Il testo una canzone di sette stanze con schema metrico ABABCDDCYY che ho cerato di tradurre mantenendo dove possibile se non il metro almeno rime o assonanze, dunque mi si perdoneranno le sbavature, le imprecisioni o, talvolta, le interpretazioni libere di certe immagini poetiche tradotte non letteralmente ma cercando semmai di mantenere il risultato o leffetto che mi sono immaginato volesse ottenere il suo autore] Qui! Morti entrambi! In questa stanza chiusa In cui il carbone esala ancora il suo vapore! La loro vita, ahim! Si era appena schiusa. Che terribile suicidio! O quale triste oggetto di stupore! Avranno pensato: il mondo alla deriva: impallidisce lammiraglio e tutti i marinari. Vascello antico salpato in ogni condizion dei mari, s inabissato: ma noi andiamo raggiungiam la riva. E verso il cielo si aprono il cammino, Sono partiti insieme e camminano vicino. Poveri figli! Leco canticchia ancora La melodia che vi cullava il primo sonno. Se qualche nebbia oscurava la vostra aurora, gli dicevate, aspettiamo il giorno. Loro rispondevano: cosa importa che questo limo Vada a nutrire campi che abbiamo gi battuto! Non abbiamo niente: n alberi n fiori n raccolto. Il sole forse per noi che ancora salza al mattino? E verso il cielo si aprono il cammino, Sono partiti insieme e camminano vicino. Poveri figli! Calunniare la vita! Gli anziani lo fanno per giuoco. Viene a svuotar lanima questa ferita, ed in quel vuoto, lamore non lo vedete in nessun luogo? Loro rispondevano: il sogno di un cherubino. Lamore! Invano la nostra voce lha cantato. Di tutto quel suo culto solo un altare ci restato; labbiamo toccato? Era di fango e non divino. E verso il cielo si aprono il cammino, Sono partiti insieme e camminano vicino. Poveri figli! Ma misero le ali, Aquile un giorno, voi ve ne andrete, lontano dal nido, 22

sfidando le folgori e superando i temporali, la gloria sulla fronte, per far di voi un mito. Loro rispondevano: lalloro fa presto a diventar di cenere, Genero che linvidia piace gettare al vento; e il nostro volo montato tanto in alto, ogni volta che lavremo accanto ci toccher di ricadere. E verso il cielo si aprono il cammino, Sono partiti insieme e camminano vicino. Poveri figli! Quale dolore amaro Non si placa collaver tutti doveri assolti? Nella patria alcuni trovano riparo, nelle pieghe della sua bandiera avvolti. Loro rispondevano: questa bandiera che di scorta Al tetto del maggiore, lo protegge addormentato; ma il soldato, di sangue nemico macchiato, veglia e muore di fame a guardar la porta. E verso il cielo si aprono il cammino, Sono partiti insieme e camminano vicino. Poveri figli! Di un fantasma funebre Qualche nutrice vi ha fatto il racconto. Ma dio splende attraverso le nostre tenebre; e la sua voce di padre vi calma il pianto. Ah! Diranno loro, seguiamo questa strada di fuoco. Non aspettiamo, dio, che il tuo nome trionfante, gridato allimprovviso come quello di un passante, lettera dopo lettera, al nostro nome preferisca il vuoto. E verso il cielo si aprono il cammino, Sono partiti insieme e camminano vicino. Dio creatore, perdona la loro demenza. Hanno fatto eco alla loro stessa voce, non sapendo che per noi lesistenza una feroce gigantesca croce. Manca allumanit un Santo apostolo che dica loro: figlioli, seguite le sue leggi. Amare, amare, e far del bene per se stessi; farsi amare e fare bene ad ogni uomo. E verso il cielo si aprono il cammino, Sono partiti insieme e camminano vicino. Escousse et Lebras in Mmoires sur Branger, recuellis et mis en ordre par Savinien Lapointe Nessuno, fino ai suoi ultimi momenti, ha amato maggiormente la giovinezza, n ha maggiormente manifestato interesse ed incoraggiamenti. Mi parl un giorno degli infelici Escousse e Lebras. Aveva poco conosciuto questultimo; ma non riusciva a parlare di Escousse senza una specie di commozione. Allindomani del successo di Farruck le maure, Branger gli disse, per mettere il ragazzo in guardia dallorgoglio che chiude tutte le porte allo sviluppo del talento: Ah bene! Spero che non vi crediate un 23

granduomo, almeno? Si vede, del resto, dalla lettera che Escousse scrisse prima di morire, la venerazione che aveva nei confronti di Branger. Il mio maestro mi ha anche detto: Escousse morto con la convinzione di aver esaurito il suo talento. la disperazione della sua impotenza che lo ha fatto suicidare.

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Escousse e Lebras nella letteratura francese7


La figura di Escousse stata resa popolare soprattutto da Pierre Jean de Branger che ne a scritto una elegia commovente nella sua chanson Le suicide, come abbiamo gi avuto modo di leggere. Di Escousse e Lebras abbiamo gi visto anche la memoria scritta da Alexandre Dumas. Tuttavia la figura di questi due ragazzi ha avuto una eco straordinaria nel corso di tutto lottocento francese ed stata ricordata da molti poeti e scrittori dellepoca. Thodore Villenave pubblica gi nel 1832 il suo poema intitolato Escousse et Lebras. [Poema che non sono riuscito a reperire anche solo per darvene un assaggio] Auguste Brizeux in LElgie de Le Braz scrive: Scordando il paese, informatevi allora, dove del povero Le Braz fu abbandonato il corpo; e poi davanti al corpo bruciato dal carbone, sognate com morto, come le persone oneste, sincere e buone. Lasci cos il suo angolino di terra, ai bordi di una strada la sua casa solitaria Li ricorda anche Hgsippe Moreau nel suo Myosotis: Ho visitato Parigi; Parigi, terra pi arida ancora delle rocce di Taurine a chi supplica una parola; dove manca laria allaquila che progetta il volo; dove i giovani talenti, scossi dal destino, inciampano alla fine, di scosse in scosse, nella fossa dove scomparve il giovane Escousse, hanno, affrontandosi, una sola salvezza a cui abbandonarsi, la salvezza monastica: Fratelli, c bisogno di morire! Li cita anche Alfred de Musset nel suo poema Rolla in cui scrive: non abbastanza folli per farsi monaci trappisti, ma per fare come Escousse, accendendo uno scaldino Una eco del suicidio di Escousse e Lebras si coglie anche in Une fille dEve di Honor de Balzac: Da allora il suicidio regnava a Parigi; doveva essere lultima parola di una societ incredula; Raoul si era convinto a morire. La disperazione una ragione di speranza, e lui non aveva altro obiettivo che la tomba [] Raoul si asfissi come una semplice sartina, con una stufa. Li cita Victor Hugo in Les Misrables: A forza di uscire e sognare, viene un giorno che va a gettarsi allacqua. Leccesso di sogni fa gli Escousse e i Lebras. Thophile Gautier scrive, in Avatar:
7 Per i riferimenti bibliografici di questo paragrafo mi rimetto direttamente alla bibliografia in Claude Schopp, Victor Escousse. Naissance d'une lgende.

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Era dunque un personaggio tutto dun pezzo, incapace di gettarsi in un ghiacciaio alla maniera di Manfred o di accendere uno scaldino come Escousse Infine Tristan Corbire che in Un jeune qui s'en va: Escousse morto nell'estasi di se stesso...

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Escousse e Lebras nella stampa italiana8


[La notizia di questo duplice omicidio forse era giunta in Italia proprio dalla lettura di qualche giornale parigino tuttavia ancora nel 1837 (cinque anni dopo laccaduto) riprende la notizia il giornale La Fama precisamente quello di Mercoled 15 marzo in un articolo intitolato] Guadagni dei letterati francesi - [] Vo ricordare due giovani che si sono uccisi per disperazione, per orgoglio, per misantropia, per fame, per sete, per delirio, per noia, per vilt, per eroismo, per tutto quel che di peggio volete: Escousse e Lebras. Pochi giorni dopo la rappresentazione del componimento di Escousse, in cui il pubblico aveva applaudito allesordire dun autor drammatico ancora fanciullo, comparve un articolo firmato J.J. che formava del giovane autore un felicissimo oroscopo. Esaltato da questi elogi, Escousse si creava sogni di felicit, di gloria e di fortuna: cred assicurato il proprio avvenire. Possedea senza dubbio ingegno, ma la lode gli sconvolse il cervello, e tronc lo slancio delle nascenti sue doti. A quel componimento ne succed un altro, Pierre III, che eseguito al Teatro Francese, fe una solenne caduta. Il pubblico fattosi verso Escousse pi esigente, saspettava assai da un autore, il cui impegno pareva dovesse ogni di pi andare crescendo: quanto al giovane scrittore prese ad odiare un pubblico s ostile e malevolo. Paul rappresentato al Teatro della piazza della Borsa e Rmond a quello della Gait, soggiacquero alla stessa sorte di Pierre III. Ora egli avea un suo collaboratore nel dramma Rmond, Augusto Lebras, giovane deditissimo alla malinconia. Chi qualche volta entrava la sera al caff della Porta S. Martino, notava a destra seduto ad un tavolo quel giovane, pallido, di triste fisionomia e silenzioso, talvolta sghignazzante dun riso febbrile e convulso. La sua anima era religiosa; ma la religione di lui si smarr: coperto di miseri cenci, non era perci meno orgoglioso, ed avrebbe arrossito daccettare da chicchessia il menomo soccorso. Lebras avea lanimo e i sentimenti dun poeta: ma la sua mente non era ancora matura; era poeta e voleva diventare autore drammatico, autore valente, riescire, essere felice. Vittore Escousse gli si leg damicizia e quando il loro ultimo componimento fu coperto di fischi, egli scrisse a Lebras: - Moriamo e la proposta fu accettata. Escousse per avea un padre! Ambo morirono asfissiati: tale fu lo scioglimento del dramma.

8 La Fama, Mercoled 15 marzo 1837

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I quaderni del Letterato Franz Laszlo Melas Marzo 2003

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