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Noi, i nuovi analfabeti traditi dalla tecnologia

SIMONETTA FIORI MARIAPIA VELADIANO


INITA la scuola, le competenze tendono a diminuire. E lanalfabetismo di ritorno minaccia di inghiottire le leve pi giovani. Lo zoccolo nel Mezzogiorno, ma le inchieste dicono che gli illetterati si annidano anche tra i piccoli imprenditori del Nord, complice la tecnologia che aiuta a nascondere enormi lacune. ALLE PAGINE 31, 32 E 33

polmonare

grave ica r salvarlo

16 E 17

La met degli italiani non capisce un bugiardino o un foglio di istruzioni. un Paese di illetterati di ritorno. Complice la tecnologia

I nuovi analfabeti
SIMONETTA FIORI
esagerato sostenere che siamo un popolo di analfabeti? Immaginiamo di essere convocati da unquipe di studiosi, davanti a noi un questionario da compilare sotto lo sguardo vigile degli esaminatori. Livello uno. La prima domanda riguarda un certo farmaco: per quanti giorni al massimo possibile assumerlo? Il foglio riproduce letichetta del medicinale, che indica con esattezza il numero dei giorni. Non ci sono altre informazioni: solo il numero dei giorni, niente altro. Livello due. Questa volta bisogna scrivere che cosa accade a una pianta ornamentale se viene esposta a una temperatura minima di 14 gradi o meno. Basta leggere un brevissimo articolo, sotto il capitoletto Come curarla: Se la pianta esposta a temperature di 12-14 perde le foglie e non fiorisce pi. Linformazione chiara, con la sola differenza rispetto al livello uno che preceduta da unaltra notizia sulla pianta. Livello tre. C una pagina di un manuale di biciclette e viene chiesto cosa si deve fare perch il sellino sia nella posizione giusta. La risposta contenuta in un paragrafo intitolato Messa a punto della bicicletta. Non la sola informazione contenuta nella pagina. In sostanza, si tratta di farsi largo tra quattro o cinque informazioni diverse e scegliere quella giusta. SEGUE NELLE PAGINE SUCCESSIVE CON UN COMMENTO DI MARIAPIA VELADIANO

Capire il foglio illustrativo di un farmaco. Seguire le istruzioni per curare una pianta o montare un oggetto Tutte operazioni difficili per oltre la met degli italiani Archiviato lanalfabetismo classico, ne avanza uno pi subdolo: quello di chi legge, ma non comprende

Se la

tecnologia ci rende ignoranti


(segue dalla copertina)

SIMONETTA FIORI
uesti sono i test di prose literacy predisposti dallinchiesta All (AdultLiteracyandLife Skills), un progetto di ricerca internazionale che ha sondato le competenze degli adulti tra i 16 a i 65 anni in sette paesi: Bermuda, Canada, Italia, Norvegia, Svizzera, Usa e Messico (20032005). Gli esiti dei questionari nel nostro paese? Solo il 20 per cento di italiani in grado di superare il terzo livello, ossia mostra competenze sufficientemente sicure. Per il resto, il 5 per cento della popolazione non sa rispondere alla domanda sul farmaco, ossia non supera le prove minime di competenza. Quasi la met degli italiani si smarrisce davanti alla pianta ornamentale, mostrando una competenza alfabetica molto modesta, al limite dellanalfabetismo,

recita il rapporto All. E il 33 per cento non capace di sistemare il sellino della bicicletta, ossia denuncia un possesso della lingua molto limitato. E le cose non vanno meglio nellesecuzione dei calcoli matematici e nella lettura di grafici o tabelle: anche in questambito l80 per cento degli italiani fa molta fatica. Siamo un popolo di illetterati, che per non sa di esserlo. E forse non vuole neppure saperlo. Lanalfabeta del nuovo secolo mostra caratteristiche assai diverse dal pi malmesso progenitore, che non sapeva leggere n scrivere. La versione pi aggiornata pu vantare una pur minima scolarizzazione talvolta anche molto pi che minima che per andata polverizzandosi nel tempo, spazzata via da crescenti difficolt nella comprensione di un testo elementare o nella pi semplice delle operazioni. Ma se un tempo lanalfabeta assoluto era disposto anche ad uccidere pur di nascondere la sua vergognosa condizio-

ne, lilletterato contemporaneo galleggia nella totale incoscienza, includendo nel proprio status categoriesocialialdisopradiognisospetto, anche felicemente confortate da buoni redditi. Unillusione di civilt destinata tra poco a essere infranta dallOcse, che render

LOcse: soltanto i messicani del Nuevo Len peggio di noi nellafferrare i concetti di un testo
pubblica in ottobre la grande inchiesta internazionale sullItalia (per la prima volta inclusa la popolazione immigrata) e altri ventiquattro paesi, tra Europa e America, Asia e Australia. Le anticipazioni certo non rallegrano.Lindaginepilotapromossa da Piaac-Ocse conferma lalto tasso di illetteralismo italiano pi o

meno i recenti dati All riportati sopra ma con un nuovo rischio rispetto al passato, ossia la minaccia che il fenomeno possa drammaticamente contagiare le nuove generazioni. Il rapporto reso ora pubblico dallIsfol realizzato tra aprile e giugno 2010 e con un valore ancora parziale ci dice in sostanza che, oltre al tradizionale serbatoio di pensionati e casalinghe (attenzione: non vecchietti e vecchiette, visto che il target va dai 16 ai 65 anni), la fascia pi vulnerabile quella che include i disoccupati dai 26 ai 35 anni. Finita la scuola, le competenze tendono a diminuire, specie quando non vengono avviati nuovi processi di apprendimento legati al lavoro. E lanalfabetismo di ritorno minaccia di inghiottire le leve pi giovani, proprio quelle a cui affidato il futuro del paese. Ma chi sono gli illetterati italiani? E dove si concentrano? Lo zoccolo duro coinvolge le fasce anagraficamente pi elevate, distri-

buito soprattutto nel Mezzogiorno e nelle isole, nei piccoli centri pi che nelle grandi citt. Ma le inchieste condotte da Vittoria Gallina la studiosa che con pazienza certosina da oltre dieci anni monitorizza il popolo italiano ci dicono che gli analfabeti di ritorno si annidano anche tra i piccoli imprenditori del Nord Italia, in Lombardia pi che in Piemonte. E se la Campania certo pi in basso rispetto alla media nazionale, loperosa Padania non si innalza pi di tanto dalle cifre della vergogna italiana, che nelle zone industrializzate si concentra tra disoccupati e operai con le mansioni pi basse ma non esclude i padroncini di aziende con qualche dipendente. Anche uninchiesta del Cede di qualche anno fa disegnava il profilo dellanalfabeta benestante, con un reddito personale superiore a 40 mila euro e propriet di famiglia oltre i 140 mila. Persone che vivono come una minaccia linvito allo studio perch non ne avvertono la

COS SI RISTRETTO IL VOCABOLARIO


MARIAPIA VELADIANO la lingua del mercato. Mi piace, non mi piace. Voglio, non voglio. Compro, non compro. Stupendo, orrendo. Santo, delinquente. Italiano, straniero. Fascista, comunista. Amico, nemico. Noi, loro. Semplificata, poche parole, scalpellate e puntute, da tirarsi in testa alloccorrenza. Poche idee. Scalpellate anche loro. Niente sfumature, solo quelle di grigio, rosso o nero, alloccorrenza. Chi insegna conosce bene questa lingua. La trova nei temi e nei saggi brevi, che dovrebbero argomentare e invece hanno la protervia (superbia insolente, arroganza ostinata, sfrontata, petulante, scrive il dizionario Treccani) di un oracolo a fine carriera. fatta di frasi brevi, assertive. Parole pochissime, come fendenti. Gonfie, retoriche, slogan. Si spiega con rigore che la propria tesi va sostenuta con parole il pi possibile chiare e condivise, che la tesi contraria ci deve essere sempre presente, perch qualche elemento di ragione ha da avere con s e comunque si deve essere pronti a confutarla. Si ricorda che unarte il pensare, come il parlare. E invece. La lingua che la maggior parte di noi conosce e usa quasinoncipermettedicapireilnecessarioperilvivereminuto:unmodulo da compilare, le condizioni di conservazione di un farmaco. Labellastoricabattagliacontrolaschiavitdellanalfabetismosista rovesciando in una silenziosa impensata disabilit, analfabetismo funzionale, leggo ma non capisco. Una sconfitta subdola. Dar la colpa alla scuola che non insegna, ai libri di testo sempre troppo difficili per i ragazzi eppure sempre pi ammiccanti, nella lingua, a una mediet senza qualit, accusare la scuola, contro cui si accanita la politica di un ventennio, una scorciatoia bugiarda che pu prendere solo chi non sa cosa succede in aula. Perch di sicuro la scuola con tutte le forze viaggia controvento. Ma le parole colorate che fan festone nella aule delle elementari, le mille scritture che si incontrano nei romanzi letti in classe e proposti a casa, e nelle antologie e, ormai da tempo, le straordinarie esperienze di scuola dautore che coltivano la scrittura creativa dei ragazzi e delle ragazze, sono realt importantissime, ma rischino di restare cose di scuola se poi il parlare del mondo intorno raggelante. Si apprende la lingua soprattutto attraverso lesposizione a un bel parlare. Tv, giornali e web costruiscono il modello corrente di lingua, molto pi della buona letteratura, e non solo perch si legge poco, e questo male per millemila ragioni, ma perch la lingua sciatta del mercato dilaga nei libri anche, buona per tutti i generi, giallo, fantasy, thriller o romanzo damore: assertiva, paratattica e soprattutto facile, facile facile. Nei notiziari ha la forma del virgolettato cubitale e spesso scorretto prima di dare il contesto: Il disastro poteva essere evitato (che solo lipotesi di un gruppo di scienziati chissadove, ce lo ricordano chissaquando). Fra ventanni la popolazione italiana sar scomparsa e al suo posto ci sar un potpourri di immigrati (iperbole che la proiezione di unindagine, forse, e forse alla fine del servizio ce lo faranno scoprire). E si chiude la tv pi arrabbiati, pi spaventati e pochi sanno del pot-pourri ci dicono le indagini, ma disastro, scomparsi e immigrati hanno la potenza delle emozioni. Cos si aiuta a costruire una lingua povera povera, adatta a schierarsi e a fare il tifo, io di qua e tu di l, ma non a capire, a capirsi. Difficile ragionare di questo perch lo si fa dalla sponda di chi le parole le coltiva per lavoro o per passione e a volte quel che accade davvero gli arriva improvviso in forma di indagine internazionale che ci colloca appena sopra il Nuevo Len (stato del Messico, a nord est, dice un buon atlante). Una bufera sulla nostra sicumera (sussiego e presunzione, scrive il dizionario Treccani) di sapere le cose proiettando tutto intorno a noi le nostre convinzioni. Ma se la consapevolezza arriva bisogna spaventarsi e resistere. E difendere la scuola, e la bella lingua e letteratura. E i bambini. I bambini centrano, e anche i ragazzi, visto che in questi giorni alla Childrens Book Fair di Bologna altre indagini ci hanno appena detto che in realt loro leggono, molto molto pi di noi adulti, e amano leggere. Esporli a una buona letteratura un atto necessario. Poche parole vuol dire pochi pensieri. Anche per difendersi, difendere chi ha bisogno. E probabilmente non capire il bugiardino di un farmaco nuoce gravemente alla salute, anche se linflazione noncurante dellespressione ripetuta su tutti i canali ne abbassa la pericolosit percepita. Ma di sicuro non capire un articolo di giornale o una proposta di legge nuoce gravemente alla nostra vita civile, alla nostra convivenza e alla nostra umana necessit di dirci e di capirci.

necessit. Una tendenza che viene favorita dalla tecnologia, soccorrevole nel colmare e dunque nel nascondere le enormi lacune degli italiani somari. Non siamo pi in grado di leggere una mappa stradale o di fare un calcolo? Navigatore e calcolatrice sono l per aiutarci. Il benessere economico ti risolve ogni problema, sintetizza Arturo Marcello Allega, autore del documentato saggio Analfabetismo. Il punto di non ritorno (Herald Editore). Se devo far dei conti, vado dal commercialista. Se devo evadere il fisco, mi consulto con il mio notaio. E per i documenti mi rivolgo a unagenzia di servizi. Questo il nuovo modello di adulto e di felicit. Che si realizza per quando il reddito lo consente. E lilletteralismo ci aggiornano i sondaggi ai tempi della crisi un impedimento gravissimo, non pi tollerato da una societ complessa. Il nuovo analfabetismo funzionale ci riporta a quel 70 per

cento di analfabetismo assoluto che segn il principio della nostra storia nazionale, miracolosamente battuto nellarco di un secolo e mezzo. Un trionfale grafico dellIstat disegna il crollo dai livelli altissimi del 1861 80 per cento per le donne, 70 per cento per gli uomini

Tanti benestanti tra gli illetterati I disoccupati tra 26 e 35 anni la fascia pi a rischio
allattuale uno per cento. Sembra definitivamente archiviata limmagine del contadino che firma tracciando una croce. Ma molto difficile che un vero analfabeta ammetta di esserlo, obietta la professoressa Gallina, propensa a contenere gli entusiasmi. Pi verosimile che tenda a nasconderlo, affidando ad altri la compilazio-

ne del questionario. La letteratura gialla ricchissima di omicidi perpetrati da analfabeti disposti a tutto pur di celare la propria condizione. Qualche anno fa il linguista MassimoVedovellisipreselabriga di catalogarli e nella gran parte della storie da Ruth Rendell a Bernard Schlink lanalfabetismo assurge a generatore di morte, non soloenontantoindividualemadel sistema sociale. Quello di nuovo conio invece socialmente accettato, anche perch protetto dallinconsapevolezza.Chianalfabetadiritorno,inaltre parole, ne serenamente ignaro, condividendo la sua condizione con l80 per cento della popolazione. Unemergenza alfabetica causata anche dalla limitatezza della scolarizzazione in Italia: nel 2002, il 63 per cento con pi di 15 anni aveva ancora al massimo la licenza media. questo il dato che trasformainpatologiaunfenomeno regressivo comune alla quasi totalit dei paesi avanzati. A ricor-

darcelo Tullio De Mauro, lo studioso che pi di tutti ha fatto della battaglia allanalfabetismo una missione civile e culturale. Nel nostro paese, denuncia sulla rivistaIlMulino,airesiduimassiccidi mancata scolarit si sommano fenomeni di de-alfabetizzazione propri delle societ ricche. La sua sintesi induce allo sconforto. Solo una percentuale bassissima di italiani in grado di orientarsi nella societ contemporanea, nella vita della societ contemporanea, non nei suoi problemi. Un grave deficit che anche un limite nellesercizio di cittadinanza, e dunque un temibile avversario per la democrazia, inspiegabilmente ignorato dalle nostre classi dirigenti. Quando non viene cavalcato con lucido discernimento. Naturalmente c anche chi sta peggio di noi, ma per trovarlo bisogna volare in Centro America. lo Stato di Nuevo Len, in Messico. Noi e loro, gli ultimi della classe.
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