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New York

DI FRONTE ALLA CRISI EUROPEA

Le due Americhe
Da una parte il minimalismo neoliberista dallaltra il socialismo logico
CARLO SINI
LAPPELLO DEL DOCUMENTO DI FABRIZIO BARCA A UNA DEMOCRAZIA DELIBERATIVA FONDATA SULLO SPERIMENTALISMOSUSCITA IL RICORDODI VICENDE E DI PENSIERI che hanno contrassegnato lorizzon-

te politico degli Stati Uniti nel corso del Novecento. Non a caso, infatti, Barca cita il mondo industriale avanzato degli anni Trenta in America, nato dalla grande crisi del 29 (tante volte evocata anche ai nostri giorni) e dalla apertura del NewDeal, cio da un nuovo patto tra lavoro e industria e dalla funzione mediatrice dello Stato, volta al superamento, come dice appunto Barca, della contrapposizione tra capitale e lavoro. Questo cammino, continua Barca, venne accantonato bruscamente negli anni Settanta, quando alla ispirazione socialdemocratica si sostitu il minimalismo neoliberista che tuttora prevalente, nonostante i correttivi che il presidente Obama tenta, con alterna fortuna, di imporre. Barca mette in luce i limiti sia del pensiero socialdemocratico, elitario e dirigista, sia della presunzione tecnologica e formale dei neoliberisti (illusi che le organizzazioni multinazionali possano farsi carico davvero dellinteresse generale). Propone invece una diffusa mobilitazione cognitiva che esca dalle ambiguit e dalle storture della democrazia di massa e che inauguri invece una politica ampiamente partecipativa: una politica che sappia coniugare principio di competenza e principio di maggioranza, trasformando lazione politica mediatrice dei partiti in una sorta di palestra sempre aperta delle decisioni e delle idee condivise.

C ancora un New Deal a cui ispirarci per evitare il declino del Vecchio Continente? Il confronto con gli States non riguarda soltanto il mercato e leconomia. Ci sono modelli politici e culturali che possono esserci utili e altri da evitare con cura

Mi pare che taluni aspetti delle tesi qui molto succintamente richiamate rievochino certe vicende classiche del capitalismo americano, delle quali non sar forse inutile fare qui un breve cenno. Anzitutto la vicenda del cosiddetto darwinismo sociale, cio della teoria di Herbert Spencer che applicava alla societ il principio darwiniano della selezione naturale. Suo massimo rappresentante fu in America William Graham Sumner, professore a Yale. Se non vogliamo la sopravvivenza del pi adatto, scriveva Sumner alla fine dell800, dobbiamo accettare

la sopravvivenza del meno adatto, cio il contrario della civilizzazione. Perci bisogna opporsi a ogni ingerenza dello stato a favore dei pi deboli. I pi adatti, cio i milionari diceva Sumner, sono invece levidente e benefico prodotto della selezione naturale nella societ. Gli faceva eco John Rockefeller: Io credo che la capacit di fare denaro sia un dono di Dio. mio dovere far denaro e poi ancora denaro e sempre pi denaro. A questa filosofia dellavidit, come la defin Charles Sanders Peirce, si opposero allinizio del 900 i filosofi del pragmatismo, cio della pi grande e pi originale corrente di pensiero nata negli Stati Uniti. William James dimostr efficacemente che applicare alla societ i principi della selezione darwiniana era un non senso scientifico, se non altro perch la selezione naturale si misura in milioni di anni, mentre le trasformazioni della societ solo in migliaia. Peirce mostr a sua volta che ogni comportamento egoistico profondamente irrazionale e destinato al fallimento. Nessun individuo, sosteneva Peirce, in grado di incarnare la verit. Lopinione individuale sempre caratterizzata da idiosincrasia ed errore, mentre la verit una formazione sociale, un lungo cammino di tentativi, di ipotesi e di verifiche di fatto mai concluse. La verit pubblica sicch, dice oggi Barca, un errore ritenere che alcuni o pochi siano in possesso delle conoscenze adeguate per decidere dellinteresse generale. La logicit inesorabile, scriveva Peirce, chiede che i nostri interessi non siano limitati. Essi non devono fermarsi al nostro destino personale, ma devono abbracciare lintera comunit. Questa comunit, a sua volta, non deve essere limitata, ma deve estendersi a tutte le razze di esseri con i quali

possiamo venire in relazione immediata e mediata. Questo socialismo logico, come venne definito, trov la sua traduzione strumentale e scientifica in John Dewey, il filosofo pi rappresentativo dellAmerica della prima met del 900 e del New Deal. Democrazia ed educazione furono le sue parole dordine, volte a fare della scuola unindustria di idee al lavoro e della fabbrica un luogo di sperimentazione culturale in atto. Idee generose e intelligenti, ma segnate da alcune contraddizioni che da sempre disegnano il doppio cuore dellAmerica. Da un lato la vocazione fortemente individualistica e ribellistica, ostile a ogni ordinamento statale dallalto: una vocazione che, senza la rozzezza della sociologia da milionari di una volta, nondimeno considera ancora oggi ogni intervento a favore del bene comune e a difesa dei pi deboli una eresia e unintrusione intollerabile. Obama ne sa appunto qualcosa. Da un altro lato una forte vocazione comunitaria, con evidenti radici religiose, profetiche e millenaristiche. Idee destinate a piccoli gruppi elitari, oppure alle degenerazioni del moralismo di massa e delletica dei predicatori da video, dai quali Barca ben attento a distanziarsi. Quando egli evoca la messa in opera di processi di mutuo apprendimento, che nascano dalla vita concreta, dalle esperienze dal basso, per affrontare il confronto con le conseguenze e per accogliere la necessit di continue modifiche in itinere, riproduce di fatto e alla lettera molte delle idee di Dewey. Idee destinate, nel loro tempo, a una lite politica, industriale e intellettuale che ne fu certamente influenzata. Idee che non riuscirono per a imporsi davvero, per essere infine del tutto dimenticate o disattese. Idee la cui diffusione a livello di comprensione e di condivisione popolare sembra di ben difficile attuazione anche oggi. Almeno due grandi ostacoli vi si oppongono. Da un lato la mercificazione mediatica della vita collettiva che distoglie i pi da una partecipazione spontanea allimpegno politico reale. Dallaltro la grande tragedia attuale delle centinaia di milioni di lavoratori e di lavoratrici impiegati come schiavi nelle fabbriche-dormitorio cinesi, in connivenza con i capitali internazionali e con le autorit locali (si veda Pun Ngai, Cina. La societ armoniosa. Sfruttamento e resistenza degli operai migranti, Jaca Book 2012): modello di produzione globale del profitto che di fatto capillarmente e quotidianamente ci governa e che, restando egemone, riduce di molto i nostri orizzonti politici.

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