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e lo invia ai polmoni; l'altra riceve il sangue ossigenato proveniente dai polmoni e lo invia a tutto il resto del corpo. Potremmo continuare con simili esempi, ma ci preme sottolinearne un aspetto comune: in tutti questi casi e in casi analoghi si osserva che una molteplicit di elementi si coordina e coopera perfettamente in modo da realizzare perfettamente le attivit dei viventi. Verifichiamo, cio, che invece di confliggere od ostacolarsi a vicenda, questi elementi interagiscono sinergicamente, perfettamente organizzati in vista dell'esplicazione delle loro attivit e, in definitiva, in vista del fine del vivente, ossia l'autoconservazione. Notiamo, inoltre, che tutti questi elementi non sono dotati di intelligenza (anche nel caso degli organi umani l'uomo ad essere intelligente, non i suoi organi o le parti dei suoi organi). Insomma, ci troviamo di fronte a un fatto: cose non intelligenti conseguono costantemente (a meno che non insorgano delle malattie) lo stesso fine che costituisce il loro bene, la loro autoconservazione. Ora, per conseguire un fine, uno scopo, un obiettivo, bisogna: 1) conoscere e proporsi il fine stesso; 2) cercare i mezzi per raggiungere il fine. Ma soltanto chi intelligente pu conoscere il fine e cercare i mezzi per realizzarlo, dunque queste attivit richiedono intelligenza. Ci troviamo cosi di fronte ad un fatto sorprendente, che chiunque pu constatare: cose non intelligenti agiscono intelligentemente. Come possibile? possibile solo se qualcuno che intelligente indirizza queste cose non intelligenti verso il loro fine, cio se qualcuno che intelligente finalizza queste cose non intelligenti verso il loro scopo, cos come l'arciere (che intelligente) scocca la freccia (che non intelligente) indirizzandola verso il bersaglio, e come l'assemblatore - programmatore assembla e programma le parti di un computer in modo che cooperino per realizzare il fine di far funzionare il computer. Nel caso del computer la causa del funzionamento del computer un uomo; ma in tutti gli esempi che abbiamo esaminato pu essere ancora l'uomo la causa del perfetto ed efficace coordinamento degli organi dei corpi viventi e delle parti degli organi? evidente che l'uomo non la causa del funzionamento coordinato nemmeno dei suoi organi, giacch essi funzionano autonomamente (l'uomo, semmai, pu solo cercare di ripristinarne il funzionamento in caso di malattia). La causa della realizzazione del fine dei viventi non pu essere allora l'istinto o le leggi della natura o le leggi della fisica? Neanche questa risposta soddisfacente perch solleva un altro problema: chi ha posto l'istinto e queste leggi? Non pu essere il caso il regista di queste attivit finalizzate alla conservazione dei viventi? Anche questa ipotesi va esclusa, perch questi organi cooperano e si coordinano per conseguire il fine dell'autoconservazione non una volta sola o raramente, bens costantemente e ripetutamente. Ma allora, se abbiamo seguito fin qui tutto il ragionamento, un ragionamento in cui non abbiamo mai fatto ricorso ad alcun tipo di atto di fede, possiamo infine concludere, di nuovo senza minimamente coinvolgere la fede: soltanto un Essere Intelligente che abbia creato i corpi non intelligenti e i loro organi pu averli indirizzati a conseguire uno scopo, a realizzare un fine che richiede di possedere intelligenza. Ebbene, questo Essere Intelligente coincide con ci che comunemente chiamiamo Dio. Bibliografia: Tommaso d'Aquino, Somma teologica, I, q. 2, a. 3. Idem, Somma contro i Gentili, I. 1, cap. 13. G. Barra, Perch credere. Spunti di apologetica, Mimep-Docete, Milano 20014, pp. 47-71. G. De Rosa, S, Dio esiste, ElleDiCi - La Civilt Cattolica, Roma 1998, pp. 109-124. V. Messori - M. Brambilla, Qualche ragione per credere, Mondadori, Milano 1997, pp. 247298. B. Mondin, Dio: chi ?, Massimo, Milano 1990, pp. 117-122. G. Sommavilla, Dio: una sfida logica, Rizzoli, Milano 1995, pp. 70-73.