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2011

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funding from
Institute

Research

Library,

The Getty Research

http://www.archive.org/details/deveriprecettideOOarme

DE'

VERI PRECETTI
GIO.BATTISTA ARMENINI

DELLA PITTVRA
DI M.

LIBRI TRE.
Ne* quali con bell'ordine dVtili, & buoni auertimentJ,])erchi ic(im dera in efla farfi con preftezza eccellente; fi dimoftrano i modi
principali del difegnare
,

DA FAENZA

&

del dipigoere,

&

di fare le

Picture

>

che fi conuengono alle conditiooi de* luoghi delle perfone

)&

Opera non foto ytlfe^df necefima a tutti gli artefici per egtond^ldifegn lume^& fondamcn'o d tutte l'altre arti minori ^m anco eia
fiun' altra perfona intendente di eoft nobile profejjione p

AlScrenifs. Sig.

il

Signor

GVGLIELMO

Gonzaga

Ducadi Mantoua, di Monferrato, 3Cg

IN RAVENl^A
ad indanria di
C9nlictn7;a

AppreffoFranccfcoTebaldini;

ts;!

Tomaf

PafntLibraro in

Boh

gna

itU[9rdinmQt

della Samifitlnquipu

5^^^.

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.l4\\v,^Ul t\;u^n^ fcW^'f

^ o\&v=>-iO*tt:>b tjur>5i\

vO^

MO

EU

AL
Mio

SE RENI SS. SIQ


II.

GVG LI E
Duca

SIGNOR. LMO G N
,

7.

A GA

MAntona

dt Mor^ferratotS^c,

Signore,

& Patrone fcmprccolcndiffimo.


^utllt
,

^^
(^

chele fttiche loro dedicano

"^Perfonaggi grandi Jogliono ralltgrar(

quando con nuerttk po/Jano m effi qualche


fZftrtu

laudare , Che debbo far


,

io

Sere^

ntjjimo 'Trenctpe

rttrouandomt in "vn pt

lago
it$t(,

tmmenjo delle rare ,

eccelfe njtr^

fm

non folo di Leti quanto anco de gh antenati Serentffimi zAuoliy coms fu l'InuittOi (y* liberali/?. Luigi ^ capo, (^

origirie delia glortofifs. irpe

GONZjAG Ai

Fr ance/co fi %

buon LodouicOChe colfuo ingegnojt mantenne nella Si gnrta contea Gian G iiea-^ Vtfconte primo 'Duca di
gito del

Mi
f^

Uno

G^lea\zo Gon-:^aga

, ,

qual combattendo con Bucctaldo

Francefe ZJice r dt Genoua

huomo dtfmtjurata ^randezj^a ,


,

^J dirnxrauigliofejor^t
/angue
:

ne riporto glonoja littoria

cendo conofcere l'animo^ ingegno^

/orza

deli' lUujirtfs, /ito

Gian France/co , che mtnt da Stgi/mondo Impera^


Marche/e , O* riceuere
,

tore ej/ere creato

l'

Aquile nere da por$

tare in campo bianco

con '-una Croce rofja

Lodouico /uo fi^


(^' cortefe

gliuolo

che fece tante opere degne dteternamemorta: Federi

co figlio del detto

Lodomco ,

che / tanto humtno

>

con gli

hu^mim

ijirtu')(iy^ tl/uo figlio Francefco , che per e/Z


,

fere alla rnditar dtfciptina molto dato

O* di
t
i

ef/a

hauendogran
larnentc

perttta/A/emprctngran riputationeprel/ i Trenctpi , nonfo-^

temente iltalU $

ma ancra prejfo di MffimiglUm mperd^


(^degt JUufirtf^,
Sig*

me d%

Lodomcoxij, T(edi Francia y

Venetiani : Federico , che dall* Immortai memoria di Carlo

V,

ne ti anni de Ha nofira/alute isso, fa fatto con grande applau

fi Duca primo di Mantoua, <^ tanti, (^ tant' altri di qucHa gloriof^, Cafa; perche framefeffo rimig do tate opere degne
Infette

da

s fecondila. Stirpe^

confderando

grandi Heroi,

che di quella nafcono non so f non tacere, poich di quefo non conueneuole , ne diceuole a par mio parlare . Solo dir , che

/pra l'altre eccelfefue <-uiytu,ha fempre tenuto in grande

(li

ma tarte dellaTittura, come fi pu comprendere da


nobili Titture^de quali e ornato tnon foto

le

diuerje

U fontuopfs.fuo Ta
di Giulio

/agio ,

ma anco la Citta tutta , gir maffme di quelle


eccellentt^,

RomanOiCondotto da Federico primo Duca di glortofonome,


queftofine , per ornar di l^ttture

la (^itta^

anco

T^alagifuorii

le

qualifono Hate cagion principale, onde

mifon mofjo dedicare a Z/. %A< Serenif, queflo libro di M, Cto. Battifia ^Armenmty huomo diftngolar virt,^ tutto ci ho fitto ronfiderando t eccelleva di dettane,^ parendomi nt conuenirft ad altri la dedicatone di tai'opera,che a Lei, per ha uer^uorito , (^ abbracciato ftmprt mai iprofeffon dt cofi nobtl arte accetti dunqut con lieto yolto ildono,ihe da mefuo deuotij?, ferUltore le 'viene preftntate @r creda , mi fa flato dt non poca fatica hauerlo ridotto altermme che fi troua , per ritrouarmi m baffafortuna Et pregaci do le dalgrandifs. Idio ogni compita ftlicit a humt (mente le fhi cto r merenda, mt le inchino . Ui T{a'*enna l' -ultimo d^ Ottobre i s i 6
,
.

Di K

//. Serentfs,

tiiradifs^

deuotifs^ferut,

Francefco Tebaldinf

DELLE FAVOLA NOTABILI. COSE


PIV
BoT^^areafrcfcOf the refis ^pellefcittato tedi gran giudhU'-cj-^

bene

1 1 ?

^boT^re
arte
'boT^are

[ecco con qual

^pelle fece tacer ^lefandro M, ^pcUe aiuta protogene pittore.

i\%
2 i

olio per modo a^tuol^ bramo nella valle Mumbre*


delle
le

^-lo ^poUodoro pittore antico* ' ^6 xArcutfcouo di Cipri

41
200

7^
1

ujo inpriuarft
bufo circa
il

prime pitt**^c.
buon^

^rcbi antichi da ch'i erano fnhrtcati. 202 ^rchhetura vtileat genere humano 1 B
^Archiloco Voeta.

bufo intorno al conofier

*4
1

premiar le pitture

^Ardice pittore antico,

\bufo nel colorir gli ignudi.

151

^riHide pittore icct lente,

z6 4X JJ
1
5

fbufi che fi fiinno nei dipingtre le ^Jio


rie*

^rma

di Giulio fecondo

>bufL intorno le egualit de pittori

Ucidente auenuto Giotto,

il6 ^rpi depintt da gli antichi, l^S io6 ^rti pofie in jcrii fi fiinno perpetue a 1 2 3 ^rte meihaniche quali ftano, 3o
-

[che fine.e in che


legrotefche,

modo

fi

trouaron

attitudine gratioje quali nelle figure,']^

19
1

^Heperi

peneUidajrtfco
necefiarij Siati nafcoft'

111

tgatode

I{e

de S Cicilia

.Auerita^t ignorala in dano dall'arte, 4 J 4


r

'goflm GhigiSenefe.

166 ^uenimenti
fecco,
coje,

mbrogio Santo.
fcque che aiutano
t^etttone che fi
tlfjaridro
i

colori

3 5 xAuartimenti intorno alla inuemione* 7 l :0 auertimeti circa porei figlioli a l'arte^^

hanno allejue

3 auertimenti inferuirft delie cofc altrui j 8


2i'7

Magno altiero.

auertimenti circa al ritraririlieui,

87
115
?

\lesadro perche fece

morir Califieneioy

auertimenti nel lauoro di frefco,

(ItfandroSeu ero Imperatore.


tndrea del Sarto pittore
fmicj onde cauarno le grotefche,
i

3i
i

auertimenti delluogodoue vaia 1^,12% auertimenti intorno alc3porliioria,i


auertenT^e fciocche ferii te da alcuni,

^
.

<?3

141
13

Intorno da Coreggia pittore

15)

auertimenti per

moti delle figure, 141

tnimo dipittordoggnale, tntonio CarcaUa Imperatore,


f / a/;/ C4/>4; della

Jp9
18
1
(

au(rten':^entl dipingere le iHore,

auertimti circa

f alfar ffette l'opere. 150


fregi,

pittura.

p auertimenti a dipignere i

185

'pelle p'ttor

Ecceknt'fiimo
1

31
2

5
Bartolomeo aretino deftgnatorfhmofo.S
Baldafiarida Siena pittore
Baldafiari architetto

tpeUe co che aiutaua lefue pitture


fpellcdcpinfe vncjuallo pronai

207
178

203
20.3

tppuiuiidipannidijeta,

m Bologna,

Barnahaxrr

'Pf fsrhaha^apoxx^piacentno.

"'

TAVOLA
198
Capelle cou figure d

"

marmo,

ae

\,6 Cado quinto Imperatore Bafinmento intorno alle Camtre. BafSt ri'ieui deu^ ritrarfi dai pratichi. 8 8 carne de yecchi jrefcOm B-tfiirUicui a che eletto ft imitanO' 87 Cardinal di GhiJa.
Bflle7^qt4alfi:it

j\
i

o<
I
j^

6j carta per
>

dijjegnar de acquerello,

rMf^

Bftuedredif{pmit.

67,

carta per difi^nar di amatta,

B'gioino co acquavite per vernice,

it^
ig

cartonidachi furono ben fatti*


opera

10
lOt
1
|.

BMefitio grande

-della

architettura^

cartoni ben finiti porgono gran fitcilit

Btneuenuto ^aro/h'o pittore, Bernardino da Campo Cremanef,


Bianco per
il

17^
z 5 1

l*

cartoni fono l'opere fen':(a le tinte, cartoni per quante vie fi fhnno,

if

lauoro d.t^efco^

loy

fo'x
joj;

108 cartoni fatti in carta bianca Bnchanonficnnfu con IW pimento, ilo cartoni fatti in carta tinta* Bianco compojlotol marmo, loS cartoni come fi faluano. Btaco' nero fono il cdimeto de color o 5 Calandro Capitan di ^lefiandro, Bi^anco per dlumari cartoni-' 10^ cafadelli (jnnoliinI{oma. Biajimo dell 'opre mal finite c^/i rfc//rf Signora cofianT^ai 1 ? o
1

Bianco come (i purga fi compone.

loj
I ;}
.

't

2 S

'J

ar4
2041

kit'

20) 1 729^ BiX,-trie d(:i pittar fcioci hi. ji 195 cenacolo di Trancefco Salutati, By^atuxa f eco come fi rinuerde, 1 o f ewj /a/fa da S, Gregorio^ 1 7^ Bj'S^-ttiira in che confi fie, 2 o c/?e c/^ v modello dtrriua pi difegij, 9^
gojfi

Btaftmo dei pittori

cauallo dipinto conojciuto dai vui.

B j^4r/e <i/ a^c;/e grotefche antiche.

cenacolo di Lonardo vinci.

Wi'JH

Bularco pittore antico.

^ a

che bene ditralafciarl opera.

107
km

C
"?

chi sudia pittura patifce deliamente

Cagione pche igioueni n refcono boni 4 f <^e/ corpo* cagione principale che gli impedfcono'.^ che modoftde tener ritrouar cagione perche fi fhbric.inoirilieui d[fegni, 9?
ca/cfe/ di

primi

82
<J8

Giulio veduti in M'antoui,

75

chi ha bella maniera


delie

come fipuoferuir

califtene filofofo^

207

cofed

te,;

altri,

taluniA dipinta da apetle

camer dipinta de Verino

z.^y chi fa bene fcurT^ valente huomo. Ri6 Chiela della pace, I6(J \
di

campitor di fiampe i dora tori fon vili .24 Citt


cangia ri jopra modelli come fi abo:^ano
nelntrarii.
cangiati perche fanno bene neUepit.
cal:!^ria.
i

\oma
1

cinefa della Trinit di T{pma,

J
2 5

99
}-f

cognitione vfcit^ dalle ragioni.

cognition nece/iaria per


dt
II

colori.

per

il

bianco da

f-efco

capella di Daniello depinta fiefco caoelia dipinta da M, angelo*

07 confirmation ragine^ 14
8

&

opera con l'vfo con I4 con gli efiempi.


j

to

1 5

chiefa di S, Tietro a Montorio.


CQlori

tapcUa dipinta da Taddeo.

i j

^ quUo ft fano chiarite qudofcuri^


(Q^nitioti

1 5 i

T^
tante Corimio pittore*
Hle date fvpra le tele.
luri nella
j/o/jwe

A'

VOLA
9 componimento cattino qUalfA 44 compiacer je (tjonon^t: buono
Concilio di Trento.
chi

'

{<gmtograde che hehbercrgli antichi


]\

"Jt

J5^
l<?
5

i-^

pittura quali,

120 conietura che fi fh


5
j

ferme bene
i

antiche di l\pma quali.

conUaration ne*
bre.

rilieui oirca ai lumi^'X,

dori fono di

dua

jpetie,

o5

conuenientia grande tra

colarhcle

dori jt liemprano con tre liquorit


dori artijfiiiali

ioi

non

fi

confanno col Jre-

conftderation intorno ale fiatile.

um^i 8J 88

li fcolorito

n5
il

conftderation in dar Hi' ombre


confideration dei fcultori antichi
confid arfi troppo

87
88
i
.

dori mejlicatifiinno effetti diuerfh \oj

(piegamento deT opere. 100

neUa grata, e male* 10^


$

dorito peifetto
IO.

come dene efierCy


torre*
la tua pmcT^T^a'

07
o;

con che colori fi difegnaj/tl mitro.


cornpofition accordata quale.

dori J'chietti
lori

come Jedebbon

17
1
)

loj
1 i

M
:!

qvdo perdono

con quali colori

ft

ritocano le opere*

3 |
:

dori fi
lori

deue adoperar con ijguardos

o7' componimento

della ifloria

buoni per il lauoro del frefcOj

107
1

conftderation nelle volte deipala'}^,

\6o
i
1

dori
lori
20:

come fi tritano per il frejco


perche fi mutano ju
la

07 CoHantino Imptratore
conftderation dei pala'S^^ di viUd.
1

y5

cal'^naA^ S
altri
1

97
41

don che fi adoperpima degli


lori i,ome
'lari

creder troppe j'e vitto catttuo,


Criflcjhno di argenta pittore-.

debono aparir nelle

bo':^^* *

'

fi

ricoprono piti volte perche*


crudi.

115
1
1
1
'6
1

Icai

mi tnutarfijefiinno

Cofimo Duca* Conte guido da Galera milanefe'


Corte del

40
%iz
1 ^

dori perfar di i hiaro ofcuro*

F^

Filippo.

ptr fingere di bronzo* olorito oglio il pi perfetto dori da jeuo come s'accontano.
Pilori

118
1

Cofimorofellipittorafluto.

20 J
1
:^i

Cofmo

grafia nelle loggie "Papali*

oiari che vanno fiemprati con colia. 7hri con tempera quali.

120 cofiume buono nel et di panfilo* cofiume buono di pomate Tojcana. 1 20


1

jy
1

S5>

Crotoniati concede Geufi di vedermi-

oiori tritati

con oglio di noce-^

iz
126

da

la

giouentu

delie lor

donne

20S
zof
-^

oiori(hefifiempranofolamente.
olori
fi ni/fi fti

Curtto in pittura mirabile.


.

quali fiario*

olortjini

quando fi adoprano,
belli

125 127
\fto
,

D
i

^kri pi
-rie,
lori

doue vannopoHi nelle

'^f^ utr^ti

>

v.i>:

>

145
:}$

'Daldifegnohuononafctaperfeuon
delie arti

come debbono efier matiegati*


clinato

^8
if
14

(empimento nella pittura quale,

4^
7j

Daniello da Foltera pittore,


')anieUo fi mette far di fcoltura,.

ome fi conofee chi


omefi giudica
le

td arte, ^ 7

opre buone.

danieUo ^etta vn CauaUo di bronco,

WK fiJk le mediche de colorii

log 4aldifi;gnonafcekcoJemirabiU.

i %\

S 5

T A V O L
l/ant delibar te per ejferefc/i:^a regole, i z

A,
al faldato.
?

^albuonanratficauaeheUefte, log" Difegnonece/^am


Dctermination intorno ^Ue regolei Demeirio F^e ^ ^s De^intion delle arti* 3o netto di yich. hnge9 66 Detto di apeUe come f intende, 7^ Detto di Michel angelo cma al ritrar i
modelli.

Diftgno che coUfta. Dijegno vn Urne di bello ingegno*


Di/agi (he
pati/ce per

^ t'.'^
3i
;

Dijegno infegnato nelle fcole de Crfciliut^'^


fi

queHa arte* 4|
fi

'

i,w

Dijgni in ftampa quanto tempo


ntrarli,

d^
i

||[iii

Im
jftiti

Difegni di alherto Durer

M
i
5
^
<

7
//tf .

Difegnar di acquerello
Diftgnar di chiaro ofcuro
Dfcgnar di ammatita
Difegnatori debbono pofiedtr tutti
di
i

iffffif

Dnoro che coja


tire {refco.

4
1

f,

::

De^re:^anectffaria d'intorno al colo1

'^\lp^

tm i^ji^
5
:j|

156 Degna imprtfa il dipingere yn bel tempio.

Dei fiuolofi ncUe tribune,

ba^an^a-

ifttti

Difegni di perino venduti im l{pma,


t>ifgni di perino di lapis nero

iss
le

6<f

Dei dipinti fopra

nuole
legrotefche^

1 5

7
<5

^ifegnarf deue ogni di qualche poco,j^


1> ifegm

k^

Dea della Klatura Di donde fi cauaron

1
1

come ]t riportino fui cartoni Oi


'

Differenzia tra la pittura e la poefta,

Difetti che tienein f i rilieui. D^ffctti grandi nei piccioli difegni,


Differe^a dell opere Jecondo
i

9 5 T^ ifegno di >no Ercole di Mie angelo Jf 2 9 Y^ifeinando i Cartoni vtile la grata loi 1 iG 87 Difegnarfu le tele fecco come.
L- iCegno di
'

Efttti

llm

102
1
5

uonardo yinci
Spagna
colori,

X \%

"

luoghi. '4 7

ifegni portati in
delie

Difetti che vengono alle Tribune,


Dijjenfion della fede..

6 Vifpofnion
i

matterie deParte
8

170
l

Vjjpofttion dell

ombre ne

tiUi

io l^ ifj^ ut a dipnta di Di fnitiondeldifegno. ^7 i^jputedeglihuominifantt Difficile la Hrada di Michel angelo, hy ^iHmtione delle arti* Difintion deUabellc:!^. 67 ^iuiftonc della pittura in parti*.
Difetti nel far
Diffictl cofa
le inuentioni

Dificult della pitt ura, Difficult che rende poi difficile,

l^tfcorfo intorno ale parti

dun tepio. I y I \6 {. Signor e Wi

{fini;

l^j
JO

imi

70
$>9

l^iuotio e' hanno

CatoLaW imagine*^ i
i

^h

Ijm

ritrar ben le Slatue. depanni inche confijie* Difficult


Dtfficult dei ritratti quale *

8 7 Domenico beccafumi pittore

5* i 3

Jl

^omenicogetta 6, angioli de bron^, ij 190 ^ctti iraturati nelle lor/briche, 17I

Dignit della pittura Diligentia grata ad ognuno*


Difcretioni e modi intorno al^ombre,

^6 ^uca Cofmo academico


i

Un

del dijegno

y%
j

^^uca Coftuto come fi fece dipinger nel


del arte,

fuoVaUi^o* Difcorfi circa gUauertimenti comuni. 7 T>ucadi Ftram mmtor Difegnar varie ofe d altri fenT^ ordine Duca di alba,
88

^ ih
31^
2fl

Ih

Ih

p confondi la mente*

4 Duomo di Tairnia*

15I

87

TAVOLA
K
t hent d compiacer ai
E bene fkf tutte
Signori

149
1 1
?

Elpoftthn delti nttfura de fhuom$, Etimologia delti fcur:^.

P5
5>o

le cofe

con jiudio.

Etimologia dei

fregia

187

E epanimo grade

ilfh^fi valete nel'arte

io

Etim9logia de legrotefcbe.
Vittore.

E gitif trouarno
Effetti della

lapittura,

42 Eumaro Meniefe
50

A^
3

menu caufati dal troppo finFabio majjimo Vittore.


Facciata dipinta in Mant'ta.

dio nd arte*
Effetti buoni nelfar pia fch7^.
\Bffetti

che najcono dal dijjegnar afiai 7 3 ffetti del poco lume nel difegno 8J Effetii dell'ombre ben colocate j

Facciata colorita f^enetia. Faccia ta colorita da Giorgione.


Facciata dipinta dal pordenone. Facciate de gli antichi mirabili,
delle

25
20J ib4 203

l'Effetti che fi

deue cenar dai colori

44
107
52

Effetti dei colori bene vniti

Camere loro

>

Effetti della [cottura


'Bjfetti del lume aperto,

18 Facciate in pi luoghi de balda/lare.,


Facciate di Volidoro diuerfe.
di

^Effetti di

yna accordata mufica.

107 Facciata con le iflorie

H^mulo,

204 104
204
204
205 2^5 119

Effetti della Cal:^na fefca.

Hi

Facciata del ratto delle Sabine,


Facciate dei Gadi.

Effetti dei Colori nel fufio. Effetti del [malto

quando ftadopra. 113 Facciate colorite diuerfe. Effetti delle vernici comune 106 Facolt delrilieuo Grande
Effetti che nafcono dal finir le opere '" "" " " '" Effetti delle figure nelle iflorie^
'

Fanto'^^i dipinti in

Campi d'oro,

Effetti belli della variet de'colori,\

145 Fatiche dei Gioueniefireme^ Fatiche promofie al' intelletto 1 J 6


2 2
1

46
ijo

Elena dipinta da Geuft. Epimenidt Tittor T{odiano,


'

Fabricar

fi

deue con ragione,

Fatiche delibane malconofiiute,


Federico Gon'^^ga Duca, Figura de Chrijo ala Colonna, Figure de rilieuofhtte dai pittori,

errori che fi fiinno nelle ombre. Errori cbe fi nel lume aperto. fi

8j
82

216
li

Errori che nafcono dalli imperiti. 40 Efier goffo nella pittura, gran biafmo 8
'I

9i

Effercitar fi deue con moderai ione 5o Efiempif che fi danno ai principianti, ji

Figure de Cera rjateda Ai. ./tngelo, 99 Figura di Santa Chie/a in. pi modi 1 68 Figure di Ciucco di Giulio ^pmano^ 1

Efiempif reali per

U buona maniera,

6 gj

Efiempi circa al ritrar ben i rilieui. Effempi per trouar le inuentioni, Efiempi de i "^udi finiti fiefcoi
I

Figure nelle nichie ^uali. Fine del Uuoro afrejco quale,

87
1

2o2
1
1

^8 , I ^
155 16 z

FeHoni depinti da Gio. da Fdene,


Fine delie cinq\ parti dell'arte^
fi^^r a oglio con che buon

mffempi circa a dipinger le tribune. Mfiempiper dipingerete Sale, \l^fipi delle Loggie Vapali.
^'ercitatign intQrng

i 5

4
1

modo

itj
i
_j

^"'[ ^^" l'opere cofa laudabile,

(glori.

180 1 06

^^^j^e le opere a frefio

difficile,

ij

^^fi^fftia delie figure vale nelle Vittu-

11

re

8 6 6

T A V O L
vfafiah

A
2of

4^

Ceuft fiferue il cinque vergmL


Ceufi magnifica vnafua uptr4

Voda) fi tutto fui ndtural cofa da goffi s o Forme,e mijuredeTabernaioly 164

209
a il
119-

ConverCtcompo/iida

lui*

Fondaco de Todejchi Vtnttia* Iragmcnti de jHorie antiche*


fra Giouan angelo pittore,

20 j Cefio dn Sarti per i Cartoni* 20^ Cefio mt/icato con hiaiha^ Ciardtni come vanno depinti^ 17o
7

J20
1

fok:(4
Far \e

dei verfi di f^erglio


della pittura,

25
1
j

19 di animo nobile 5 Franctfco pittor gratiofijjmo. 6 morno day ercelii pittore. Francefco vinto dal humore ( perde, i: Gio. Telila diftgnaiore Francefco Saluia di animo nobile, da 1 Ci.
Francefco Tarmigtano
1

Forme di tauole

malfiitte,

98 pS Giardino dtpinto daVcr ino ^ 200 G/^f Lidio da ^/;;a. 42 Gioutni rimaft ingannati nel arte, 6 Giouem (aduti in errore enea ai colori, 6
Giardino dtpinto dal Tordenone
i

27
5

Francefco Sabbatica pi fiientie


Francefco

\6

GiacomoTintO etto pittor

efpertifi,

\\

huomo acutOi& fatile,

17

Giouan

belino pittare*

Franctfco teneua la riputation deljuogra do con molto honore, i

Giorgione da Cafitl franca.


Giotto difcaccia via vn Fiorentino,
Giih Ba 1 1 ifla pigna
.

Frani e [co nemico dei piitor goffi,


Francefco era per natura mordace.

17
.'

ij6 ao i 2 o 3o
1
1

Goue the fulmina


Giulio \omano.

Giganti dipinto da
5

Francefco ritorna l\oma di Francia. 1 7 Francefco partn. dipinge in Bchgnas i 1


Francefco Sai fh far
"iregi mirabili

vnmcdtUo,

215

Gioueni Milanefi pocofiudiofi delarte.zi G'ouanni da Faine pittore* 178

de gli antichi.

l regi colorai^
Tvegidi doueprejeroilnomf,
Ittccher di

179. 195 183 Gio. Ecccll. nelle Grutefche. 185, 187 cioueni accecati dalla aff, ion delie cofe
fatte da loro, 1S6 6 5 Gli architetori fen"^
^

60
il

^ nuerfa*

buon dfiegm fon

Vugir fidcitcomercio dtidtibhiofi'


oglio.

Yumo come fi compone per adoprarft

174 Giuda dcpmto da iom^ao 5 4^ 124 Gio* Antonio da Vordenon pittor ejperif
\

C^

cattiui,(y vili

'

Turor del concetto in che modo fi ef^rime

fimc,& grande,
Giotto pittor fcientiato,
tt.

vn

tra. to%

'

72

& molto ehq'ten


^10
,

^y

G
Calatea dipinta di \ajjaello Geufi pittor Ecce He ntjfitno.

182 Giuditio circa ai colori, 32 Giulio r^om ano pit lor r ai jjimo, Geufi forma vna imagine a Crotone. 8p Giulio abelifce Mantoua, Gt ufi diligentoe di g an giuditio. 89 Giulio bonifiimo architetto*
Cvufi
l'

%
1

6 160
J

fi

valfe dilla maniera

nd formar

Giulio Cefarc Imperatore*

imagine,

Geufi yiitQrcoJumniffmo

-li Giulio fecondoTjnttfice Maximo, t\^ 20 S Grande:^ delle pittura di M^ng. 214
Grata

. .

T A V
loi
Graticola trouata per
Cralicota
ti

OLA
mi4diYdlcoloftq'-*alt.

fcur:^

91
JJ2

Ludi jrefco fi de H'ur con


Unoranxa
nei
Ignorartela dei
Il

tratti,

117

come fi compone Granicola come fi adopera.

migrami. mininnde^. grandi.

Grati vtileneljri Cartoni, bdttefutCa toni come


Cratafi

101

101
li
?

jlnatHralnonvalelen^t maniera.
nelle Ijiorie. piano corner

e ilpiu perfetto f^nf dell'occhio

US

Ilfotioporrialaltruigiiiaitioebiiono.il9

Gomma arab'ca che buona. Gomme dragante cheferur


Grofe\7^neipAnimenti. fura, Grotefche come fono JenT^^mi
( .Yoiefche

M^
i^
.05
20J
3 %

,11

M7
^

2.7 jtV>in noriacbiamaV.rinoaGen

magim

dei Santi

douevanm.

19) didouepnfcYo d mme> antichi chida g chiamate Crotjchf ' ^ ^ mere. mal dcptnte dai moderni 1 5.
.

Ima'^^ntdpiutada ^^t^t^

n-

Jmportan^r
Imagi ne

delia /il-

doue Ha.

159.41

Wfperatoridip'nti
delia fccia

B^ma.
ddSaluatof.

Crotefche

Croi tfche trouate da

'

io.

da

'/di
^

9+
9
5

Iniitatione cnecofafia,

^*
5

Crotejche.doueflannobtne.

iJ^S
1

magif'e del Saluutor apparita,

yi^^ Crot. antiche trouattfottole

mperfeiiondfl intelletto,

7I

Grotte dipinte in

\oma antica

19'5

Guardar fi de dalli inge:^nY^rft. Guerra fatta dai carabi,

Imparar fcn:^afaper i modi di^^cile, f Impedimenti che fi trouano nelporje


.quefle arti.

H
habiti decent! neUe pitture.
TJerttiii ribaldoft
-17
ti

.1^^ ignora n'^a di a ncomintiarft de dalie cofe pi fcili, i l al giuditio di Ai. \n che oppnje Lionardo
pittori*
,

... kun

'^^

Unnore deue amarft grandemente^ Huomo di forma pi> fi^tijjimo,


nei tempi antichi^
1

100
4'
1
j

ungilo.
le trib, 1 ra comode circa al dipinger il difegno. capifcono nvf^ni grolji non

59
5
1

Utiotnini vili non potea efcnitar pitttira

Inerui legano kofiu

68

hiickttQcrea le inuentoni,

7*
105 112

lacomo da emitorno
lalifio pittura di

15

intento principal del poeta

Vrotogene.

intonicodi calce

lottile.

Jacopo Sanjouino architetto. Jacopo riftaura 5.

218
2
21

intoniLoft

vana

nel Iciugarfh

Mano.

Iacopo prouigivti.ito dalla signoria. ) caro e deda'io dipimi vglio,

inlrution degli antichi allapitturdf inuentoni non ft de fare cafo,

203
70 71
127 180
I

II
1

Uea

delpittorqualfta,

\^

inuention eattiua quale, inutntione improuifa quando vale.

idea dell'huomo.
idee quale ftano*
]gnoran:(a de
gli

159 huomini neUefitture.i *

inuentore del colorir aglio. prudenti compiacene altrui, i pit t or gli huomini fon diuerft. f purer de

Ignudi di espella da, rat arfi*

6i

di piacer alrvolgo.S ipittor loffi cercano

ti

ipitw

11

T A V O
1 Ttor don^i^nali profondano

A
'$%

fartu

47
51

del art e.

I principif de 'artefono debboli 1 principali

Le regole dano t modi ma no il g udti 0.90

modi del difegnare.


rari:,

J pittori buoni fono


l Signori

5i Lionardo vinci apone a M- ^Angelo. 69 L'huomo di che fiibricato.

99
S
4 t

nonponno hauer piujcuf^

Vhuomo mijura di tutte lecofe,


Lionardo Vinci pittcr Ecc cileni ijfimo.

dtllt lor goffe pitture.

99
1

iHoria come ate


Istoria
ifiorie

m Jirarfu

142
J/

Liuia moglie di Ottauiano.


Lih)i neccfiurj al Vittore,

come vote aparere^


de Conuiti doue ranno,

L'ir/gegnu chi tropo il fatica loritarda,<)t

109

Jjhria di Vfiche.
Isoria di Dauit
Isoria Troiana.
Jjorie de i gefi di Camillo,
I\e^.

Ifioria della ^ epublic a yenitiana*


Jjorie di

^uma TompiliO

157 Libri che fon conmfji con la Tittura, 209 ^% 175 Vory.bre nella Tittura* 177 V echio trafcorepiu reloce della men^ te> 177 7J i 178 Loggia dipinta da {afaello > 9 177 Loggie dipinte da Giouani da Vdene, 7 9
'
1

Istorie delie loggieVapati..

i8o
105
187

Loggia dipinta da Verino.


Loggia de ghift depinta da pi genti.
1

Woriedi Cefare,. Worie f{pmane. iHorie fatte di me':^


Jjorie di ylife,

%2

Loggia depinta da Baldo.f]aripetruci,\^ 2


18:
1

rilieup,

Ifiorie fon necejfare i Vittori,

202 Loggie depinteper L ombardia . 205 'Loggie dipinte da gli Antichi,. 20^ Le ftmiglian:!^ nafcono dalie proprie
tinte

ifiorie
j.

de gt amori di Tftche.

e la maggior imprefa del piti,

^SS

L iuido delle Carnj


Librarie degli antichi,'

107 icq
6Z 68 1 6S 168
1
1

Ifiorie

perche quando dtpinte fon pr"

Hf

di errori.

116
6%
5

Libraria di enfiar co< Libraria di Tiberio Cefare. Libraria come f de dipingere,

taochonte ritratto di cerai


L'arte dee ejfer projjima alla natura

Le tre verta

Theologiche.

69
1

Lauorofulmuroaoglio

diffetiuo^

123

Luchetto da Genoua pitor efperti/S*

119
1
1

Lamrar troppo

di manierale male. Leda depinta da M. ^Angelo, Leda venduta al l{e di Francia

151
2
1

Luchetto lauora con ambe le mani,

6
\.

Luca longhi pittore


Lumi nelle
opre aoglioj vario*

21 Le arti hanno tra f particolari ordini. 4


Lelio Manilio pittore antico*
j1

66

]_umi per le Carni,

no
in difegno*

Leon X, Tontefice* Le oprefiupendenafcmo daldifegno. Le arti fi pigliano in due modi. Le md e letture fon bifogneuole,

27
2

Lumi nella pittura Lumi come fi danno

la maiicra

di Tolidoro l'yniuerjal

doue fono le flatus migliori, 24 Luochi pi forte di Lumi 51 cdefi. Lumi 52 lumi artiffitiali,

go 56 6%
81 %
1

gt

I ur?t

T A V O
tumt
difficU netta phturM,

T.

K
fi

SI

Mefiche di doue

eiUiW

1 08

lume comuni del pittore* Lume in che modo ft piglia


tt*mi
baffi CT* yarif

p2 Mtfiiiheiomune delle carni,


Itene,

lo
1 1

8i

Mcsiche pocogiuua chi non pratico,


inficme.
'

^
j

fon

cattiu

V*mi come de battere nel rilieuo*

Ft Mediche Mediche com-ift me}:, ano 8


^

fcile vfate dai pratichi* \rf^


i
1

lume Lume debole quando ft vja. Lume del Sole dnut batte*

fiero dotte ft de vfare>

84 84 Mediche ddbron^, 4 Mtltiche fatte con ogla^

Mejichedel chiaro ojcuro,

II'

Ili
i'8

M
H^athinemaeintffe,

Mefjnaornatada Tolidoro*

US
35 9S
'54

40
pdrmj,
\

Madonna

della /leccata in

\6
;

M fura

Miracoli fatti dalle imagme^ i dell' huomo in dui modi,

Malignit,e ignoranza de mtnifirL

Misierif pertinenti alle tribune-

Malignit iei pittori vethi^

3
<5 I

Mtfure nei tabernacoli.

16+

Maniera buona douefu prtfa. Manti ra fi pu pigliar per due rie. Maniera buona come faquifia M-intottvrnata per opra de Giuli \

Mtfure che

ft

de dare ai fregi.
del pane pefce.

60 Miracolo depinto

7*
1

62 Modi lunghi e cattiui per imparare* 2 1 6 Modi mi/eri nella pittura


5

89 Modelli fatti di pi materie Mantoua ornata da Giulio '\pmano. 216 Modi fcili adfegnar di amatila. ^rani nel ritrar le opere. Mano minifir a dilla mente. y 5 Modi
Matteria per difgnar fu
le tele.
I

Maniera vfcita dal Judio di l{pmas Maniera difficde di Ai. irigth. Maniera Ipiaceuolt q'iale. C6, Maniera pei i prencipi. Maniera congiunta, col huom naturale*

Mifxre particolari della teHa,

9f
II
14

t6 Mfit re Andrea Gritti, 67 Modo nel far fabricare*

69 Modo vile

e dannofj per l'arte.

61
55

6^
1

Matterie intorno ai fregia


Matterie delle grotejche anticheMatterie perimenti aifudij.

ni
105 65

Modo cattino intorno alt muintioni, 7 di Lionardo nelle inuentioni.yA., 4 Modo 18 f Modj di I\a^.ullo dj turbino, 5 1 9 7S
;o
Noffy di

M. angeli bonaroti,

Ma

ferie dt He facciate de'.Gaddi-

204

Martiri de gU huomini fanti Matterie dti colon piu noti.

Moiio di Giuho l\oniano, N ododiVjUdoYO.

17

N odo

di

Virino del vaga,

Medaglioni

ritraili

mdifegno.

h' odo per leinuentoni

d altri.

Meg'io
'^e':i^i

ft

emenda i
riei

deftgni che l'opera.


l

>'

h'odo giudi tiofo nel ritrar riieui.


Mi' do confide; aio nel por
le

7>

buoni par finir

tpn

hene,

lj J

ombre

A enie confaja

siudioji^

^t

Metrodoio pittar antico.

A odo fhtilt per ritrar dal viuo^ ^ odi'iii fa ti di ceiacome

'Michel .yingelo buona roti, Michelangelo da T^orjcia.


'Mefchinit-i dilla pittura.

'

odeli di terra

come.

^3

Modelli in diuerfi atti,


quali^

h.odcuifcn'^ ai v/adura
It
J

^6

hUdslli

4 6

TAVOLA
h'odeUi Cme K odrlli con l'armadura fotta
iffilM

99
f7

O
Occhi di che gode tuturatm^nfe
Occ hi ai*e:^-i alle male pitture.

hdi

dt/kr ph modcUf di creiate con jf'

liUrdriufciblU

'.

98
loz

Occhio dtU'intelletto, Occhio efieriore.


Ojf' io del

ycdi/zic'l. perJnri cartoni

odi di mutargli atti modelli*

99
I

pimbo.
malgrati ai difcepoli.
li
\

h'.odoptr purgarti bianco de jrcfco, ro8

Offitiodt: pittori

h^ododifkri pemlli da frefco, h'odo da ti-nerfi lauorar frejco*

Oglio de y(bi7^ luHrOtCjo itile


Offitio

ii8
(

de gli ingegni eleuat'u


le

Modoflianagante del Timoretto.


Aodi the vj'aiio i pittar vili. h^odo di colorire oglio. h^odo per rttocar oglio bene K'' odi tenuti dui pi ecctlent.
/iodo vile nel dipinger le facciate^

Ombre comune per

carni%

17
I

I I
4.

Omhepittfcure. Qmbrefono mancamento di lume

I ;
1

Ombre per le Catti di dmne giouani,


Opere di VoltdO'O, e

'

j i

it urino

o4

h'odi vilijjmi nel Jhf dipingere

h^odo
che

di fa^' le over e fecondo Al.


ritfce bene,

"4 4 angelo
z
X

Opere colorire da

ntrarfi.

Opire fpiaceuole ai fam. Opere eie pi jacco/ia al perfetto.

7^
11 Ili

2ii^

Opere grande

h" otto di

otto di

vi. angelo ai ritraenti, vn nomano Gerioua-

55 Opere di
1"
i

fanno a frejcj, Luchetio infinite


fi

Opere del fin ovetto e(pedite

n6
1

h'uro per lauorar


h'^uro
]V;

frtfco.

Opete

finite d.ii lit or bui ni.

come fi Jucca per ilferco.


i

120

ma

ne

dille figure in altre*

78
20

ujufco

amico mirabile

Opzve cattiut di Vietro Veru^,. I ? ? 2 Opera cut t tua de laiomopumornio. ^6 Opere lonueni ente ili40^ijt9 ia Opere fecondi leperfon^,, ] a^
'

J^.ttura produce co f imper ette

4
o

Opere dvteje per


Opinione Ci one e,

Italia*

Tritura dtbole^& mefchi'tj


J^l^ufragio di

Enea a oglio,

Orrigine dtUa pitturX

150 207 4*
I

7^< gn dt pi Jori e per loglio^


2{( limitar fi ritra d'oghi cofa%

Opinion del Sautore,

Optra

di {tu< co mirabile,

214
'<^

Jslfgriper le Carni vgho

14
cofe trouate., j 2

I^C'One mperatore.
7^^>fi difficile giungere alle

Duca di Man oUM, Ordine enea aiColoii


C rdine del

0 n.imenti nei tabernacoli,


Ordi'it per

J^.i

me

difii de chi
villi

vote.

cnmporla L'Oria*

v^
i

J^oromie Jon
3\(':^^e di

per gli ignudi,

68
l
1

Oinathii d'Le Camere degli antichi^


Ordenan':^a de Sulduti in \oma.
1

4
7

Canna

di

GahUa.

'Hi^^ de a

f{egifja f.fier

Onamento princ
Ohidio poeta*

paii

dtUe Camire,
i

fcp

"Huniiaiu dipinta di Virino

t66

namenrv per i palw^

di vtua^

198

1^0
TaCMuio

T A V
T
^aetmo Tuh'^^ Vapalc,
poeta.

^
9or4,

TerinoYpye(odalVrlncpe

tl$
* ^
-*

&

pittore,

^l

Tia's^a. degli ..Altieri,

I75
fi

Tanfi!
V'ifini

matifO di ^pelle^
de lacha come
fi

veUno.

3 7 \i6 Viano doue pofano


1

ViaXjia di San Volo, Thilocle Egitiopnt're*


le

* ,^,?

4*
IJ^
*'5
.

figure,

Tanni verdi come

velano,

zL

Vietro perugino sbejjato torto*


Ltgori f^^politano,

I Tio Q^*ay t) Vontefice, ff li 176 Verino ubellifce Genoua, Tala 1^ del Cardinale 5^ angelo 24 Talai^o del Cardinal monte pMciano .176 Vittov vero qual fta, genio* 4.7 1 7^ab'^. della Baronia de ^ iena, 7 7 Vittor Goffi fanno contro il fuo

Ta\a':^o del T. fuor di Muntoua TaU^o di drea Doria.

156 Virro
6
t

i^

Tah:^ dei
Ti^a:^

conjeraadori^

Vittori rafi"gardi quali,

Tala:^:^ del gran Duca. dipinto alla dogginale,

4 Tutori mal
'7/

rijWuti.
1

6y S

{,

Vittori injhlenti nelle Istorie,

^-^

Tj//4:^i? di Tito

Imperatore,

191
158

Tttor chejh.cia ijhe dourebhe ej:r


celente,

Ee

Tilchi de legname depinti,

i ?
j i

Tdlco

di

--.

GiouanniLdteran.

Vettore deue hauer bella idea,


Vittori perchr f Ignoti
i

$f
j

Ta'chi l{o'Jif^enetia. Talco dipinto da Gti4li&.


Talchi nelle librarie.

fcur':^,

6
l'i

Tii oridjnzinalq Aali*


tono e biom

^j
17$.

170 Vittor b

4rchitetto^

Tarma Citt
Tarey dai

T^obile.

Vittori don^inalt i Milano.

Tarraftu tjfrjo pittare'


pii tor nelle

Vittor biont fugano da far ritratti,

18$ 1^0
1

fhhriche.

Viitorpigiy

^J"

auari,

? t

Tirale Jcioch'ffine di vn Milmefe, Tardmtnti moderni per Ucapelle,

Vittori Eccclenitjiimi .Antichi.

>Of
2 ti g

16,

Vittori di pi q'4i'it ornati,

Tiriin'nti

nelle tribune,

V ttor buoni

fatto jiare al principio


ti

io
z
>

T irabAe dipinte.
Taui-nentudel

Vittor che fon fugg

dai nobdi,

tomo disienti,

'5^
205
?

Vittori antichi douc impara ia *;

Tx'Aimenti di Stan-^t,

Vii t OH amichi djue iinparanAaj


ni.

(sl i

Taris ^intonano

2^9
2 4.

T'rnrftda \omt non tutto buoni

1 il urepey fetijjln.e quali,


I

T
Ti

rinodt^l tfaga.
le fcriitUit fi conofce le arti

iiturt tiiekiiii quali-

4
j

T^r

Ttifeton dei dij.gno


ni ui di dite lotte,
neiii

cjm

caitom

21 101
Ito

tttura n n

ha bau 10 precetti erm'* ^


'a'it
t

ittura p' rche impararle diffioite,


ittiira

perche difagiofa

^f ^f
\

perii jrtjio,

in
1(1

ttiure ecceknii

pache jpcidono,
(C'unte vili,

%
*
i?.

Teiic^nne ftp traino,

\itture og' io perche fi confurna^io,


\

fteilt

(guanti

n^.

pu fkre

Hi

itture b

iontpenhc

V^iitiUi U JetxtU miituttt

iffnru

i\iutti

mantita*
VitiOii

AVOLA
P4ttwi hmratia tSrxni. Tittura J'epolta quando
ii,

54 pitture nelle logge de gii antichi,


i

ttn
1

pitture della loggia del Ooria.


pitture della loggia de .^igofiin Chigi,

81
'

Vettura vilipeja perlignoran':!^ de granli

f pitture fatte in pi loggie per Lombardia

Pittura ft pu conofcer per le fcrinure, 22. [

.ri
pttttre delle facciate nelle

camere,

84

fitture antiche trouate neUe grotte,

ij

pitture in Cajhllo pitture nelle

amo

Angelo.

1: <j

Tittura che cofafta,


Tittura come e imitatione,

^
1 2f f i

Camere prr Lombardia, if^


1 S 7 188 j83
1

pitture per le Camere d( Ile donne, pitture per quelle delie fhnciu'e^

Tittura cattiua opra de clori,


Tittura veraquaifta,
Tittura pmilt alla poefta,
Tittura e poetica che tace,

pitture per quelle dei Goueni, pitture per


pitture per
pitture per
i
i

pala^^i di fatila
Giardini.
fiudij.
^

9?

1^8..'
2< i

Tittura il Corpo dtUa poefta.

li

Tittura in che differente da quella.


Tittura mirabile fatta
di

^7

pi: ture pertinenti ai camini

vn

rancefe,

pitture peri bagni pitture fuor delle Cinef

jet 201
2'
I

Ttturc de Giulio I{pniano^


Tittura imparata dai nobili
Tittura carte liberaleTittura esercitata da gli antichi'*
I itture notturne difficili'

i5o
ip

pitture fciochc nei palchi.

21!
2 1J

pittura buona come

fi

conofce,

.50
b!

mei conofciuta dal volgo. <^^*^y 30 pitura^chefu male nelle tribune.


pittura

''

-\

Titture fnte dcbroriT^


pittu e pertinenti ai tempif

118
1

pljtone^cy pirrhone amatori del arte. ;i plinio fcrittor fhmofo, 19, n pochi

fno i

ono(citri deti^arte,

150

'

pitture difficili nelle tribune, pitture dopo


il

tempo

di Giotto

pittura mal intefagran tempo,


pitture della Captila del l'apa, pitture (opra gli archi,
pitturi: nei luoghi /acri,

jranafc 153 Genoua, portadi^'armo 15? ematico, pvfiidoiiio mat 154


pontio fculior
:

29
117 15 g

'

160
16

pratica dei color neccj] irta,


piecetiipercl e deiionotfiiT frtti^
prcpofi ion dilla intona,

'

:,H
4 o
2
1

pi ture honeiti nti tempif


i

16 y

prejU'mion de %li ignoranti fcrittori,


pre:^:^o dtlla teda di *

pitturi p) opri e per Ubi ai te*

angelo,

tf

putut pt

religoft.

prim:pij dtii^ant fiati naJLofi.

^
1^9

pinu) e per le monache


pitture cc comouono

171

p^'incipij circa le fiorie

maU*

170
j
-^

pi otgctw pittore,

j^j
^1
12

'j

pitture per

le jule
'

proiitibio antico del arte

,j

pitture della

ala del Papa*

17

propriet

citi

oglio net colori

ij

fittui e delia loggia papale.

19

pro^eiinentdifegipicolt,

140
pic^eiike

J
1

T A V
'I

OLA
T{itrati di
E^it ratti di

Tyo'petlu^/hUee nelle ombre, Tioua delle mefliibe x frejco,

5
1

''

Vf otoione di che fi

nutriua lauorando

Bjtra

io | man di l\jffaello* i^ i ti di ma di Francejco Vain, igt


pi Cardinali a frefcol
de Fra sebift'an).

Viouintix del'vmbria,

I{itrattt
l\

1^1

Tunto centrico nella Tunro cowe fi varia.


Trito
il

isoria,

itrar delle

fiampe poc9 buono

K itrar il

dt pinta e
fi a tue

knga

via

f j
f j
%
20

'ondamt-to della profpetua^

Buttar dt'lle

non fh per ognuno

'fi

come e clnamato de pro(^e(ti4^ Tanto doii^ft de por%


Tito
.

I\itrar dai modelli fifa mefchino*

in

Qu:idY ritratti dii GiouenL


'J?

Fjtrar dal naturai fi fh opra debole, Bj tratto mirabile de ^lefandro*

iz

Quadrali di fi' i per le Jcur:^i Qjairi pertinenti alle camere


Qu:idri
conili nienti

B^irrar rilieui

188

mente de Gio. Franccfco. 1% fen-^ rnaniera, male, Sf. Bjtocar come fi de fui muro \ ^ 5
Hjtratto
il

ai^udij,

P\oma

vero racolte

d<.4'*arte

%\^

Q^alfia d colorito perfetto.

1C7 B^ma la fonte per pittorJcultQYe^cir^


chitetor.

Q^alu de ile figure nelle iflorie. Oleiche f de jr perle iun emioni,.


Qu^ul parte vengono dal corpo*

13'^

B^7*7a lo albergo dei pi eccelenti*


J{odi Citt.

9 13

Qualit del buon pittore^'

'

6S 2^6

3j

B^rfioVittor Fiorentino,

wg'

Q^ ali, (ono che operano feni^ ordinct Q^alifonole vere pitture,

47
2
'

Bluffi) ferue al f\e di Francia 2 9 B^omani prendca gran diletto a ragionar

K
J[ajfaello alle loggia de ' Ghieft^
I

della pittura

n^
d'arre
2,19

7
1 1

Pyj4iiaU P.ttor Spagnulo^e

l(afaello da turbino ecccllentijfimo*


J{e

contpagni,

tAbagaro,

^ j

Ragion fioche dei pittar vili, 7J. 3 \^e di Spagna vago della pittura, 2r9
^effetorif depinti dai pajfati.
T{ejjetorti depinti
'ByCgole
1

KuinedelTalaxjodiTito* Bj4ne dt\qn;a (uno le regole,


B^eali di tutte tre le arti nosre

jg^ 194
5

7o

S
SaladeB^e,
3

da moderni, jy% de ^rchitetura de Fitruuio^ 2 Bugole general per la buona maniera, 6 1


J{tlieuo ritratto

jg.

ala dipinta

a aglio

Sala a

infcuf^.
t<jni;

9^
ii8 100

B^cerca intorno ai Ca-

fi-cjco da Verinoi Sala dcpmta da Beffatilo: Saia depinta dal Saluiaii.

^^5 i ^^ t6%
17 j

177
1
1

I{icefca nel finir a oglio%

^liquiedi
I{ij}osla de

pm Cartoni,
Epimemde
J{odiano.

Sala depint 4 da Gioan Celino". Sala depin,a da Giulio \omano*

7 tf

Rilpofia de Fra

BaHian dal piombo, Ritratto dal riwi defiderabile,

Sala pur depinta dal Saluiati. i 75 Sala depinta da Maccarino da Siena, j' Sala mal depinta da Giorgio yas

77

V^ 8
i

B^itiatti di Titianofihgulari.

Sala depinta da Verino.

San

9 }

T
'S'a^f

V
1
1

O 1
o
''

A
le

Chefa del T)oa, Sala dei \e dipinta da pi genti]


.latteo

^ggetti per

loggte.

^
I

Soggetti defhrli nei fregi


o'i^etto fciochi(fimf>
le

San Mintilo

in Fatina.

Sbatimenti comt d fhmo.


ibatimentt drl rilicuo come ra.
Scritture fi (pargolo dapertuttfh,

r4^4

^poluere per

dan mianefe. ombre dei Cartoni.

141
2 z

Spagnoli in
Sptjio
i

iena.

pi go, fifu Idpr e maggiori,


1

ti

Schi^^i di man

di

Vcttm

65

UatodtUaVittura.
Statue nelle loggie.

'

Sih'^'^ come fi forma

Schifo comf fi ridmebene.


Scuriti divelle

73 7^
7
1

furio bene*

Statue de g fio in pi luoghi* Strada per riirar dal vino.


Stuco antico ritrvuato e da chi

ScuTT^o qulftc perche

90
5 4 pi

19

Scuffi fugiii da pittori pigri.


ScurT^o malfatto (piace troppo*
Scur'^j di pratica non ritfce,

Strumenti Matemaiici
"

tudiodil{oma,
tudio quando riefce vano.

it
glia la vera maniera. 61

4^1
61

Scur:^ con che arteiefce.


Sculture da chi f fa male,

^I

^ fatue douefi

17

Statue perftttc di f\oma.


itudioindleinttfo da
i

ScuY^ nelle tribune,


Scuro con tempra buono.
Scufe vili dei pittof infingard ,

loucni.

4.85

Sudario di Santa yeronua.

jp9

tudunonotcjru
Tabernacolo de!

ChriHtani*

Si bafllan yemtiano.
Secolo carttuo per Upttura.

T
9
2^
? 5

Duomo

di Forl .

1 '5

Segni da conojcae
^en.hianT^ di

ip,tforg(jfft,

Taddeo

-^licaro*

X bri Ho

S..nojiro,

^t^lff^ pt".

iene

215 af pitorijual al poeta* 1 6


1

lenttmemo

bidono

deliamente

ienten^e delle

ferii ture^

^egnidtl Zodiaco dipifite^


St:polture antiche di B^oujo.

^eruirfi pu dell'altrui ivje


J euero Imperatore*

J07 Tauoe pcrU'torarki lecco. 152 Tauutecome vannofl.tcate. 161 Tauolaingefia:'^ coue, 6 i Tauole per laucJarui ogjio, g 2 T.wole eijvctolo pJ^MO.
,

^o*

ii

20

j
3

i
i

Ta "olt dipinte
Tela dt ^ ino per

*'g

io.

tibedio prcciinfula pletore*

l^

ffif/i.

tiena Cina ^obile


J ilui'flro

zg T en/poconjuma

^''' ^^iA

ao
:i

Tapa.

Simulai ri de gli awchi^


tignar Jciocht netfhbruare.

ao \
!

Tele per lauorarui ^ A^^^ Trla di argento iv mi vijiljuora.

111

^maho come

74 Tempera
Tempt
'^

s'adonibia.

.128
f

m.tntien f^'*'^ " ^*^^^'^i ram ento nei fi"^^ ^*

120
129

i:ciratefi4pi(ior,a ((uUor copadr^* ? > c^gt tv comr ji eonfidera.

"^p^- p'incipule d^l^^ Citt.

158 Ttmpio^
l,.

Caja eli D^^

iomnnt del colorire.


^Ittiij di dnue litote.

Termini

m Ih grotel^^^^ ^^p'^.
II
Titite

,cj

Tittom da iadvu.

7)
li/

T K V
Vinte yere
fi

OLA
yeinice che fu feccav t colori ycrnice diurrfe buone.

}:[

de ture

djil nctturale,

Tinte
;
Ito

fi

debbono accordar coi panni^

05 44
8^

1,

12 f
1

Vofcani acutilfimi nella pittura,

yedute

delle figure nelle volte,

Trattar deUa pittura e

difficile

s
2
1

Venetia ornata d il Sanjuino.


yetruuio yeronefe,

59 21 2z
5S 6S

Tratto ingegn'^fo dun pt ore*

iSl

Tribune di

jcile

dipittgerl

7 j

yergognagradeilferuirft delle flpe- 19?

Tribune fatte
l

in pi forme

j
1

5 j
j 5
,

\r-

Tribune dipinte dal Correggio^ Tribune dtl Pordenone depinta*


Yibuna
di Sj/j \oc/jo.

yia da Tenere da chi cominta Via vera di ri. rar l'antico


yiaftcura perfir lifcuv^"

l'artS',

i 1
j

5
f

II

Tribuna

di

Santa Maria dal fiore,

5
,

Via fcile nel fhr Cartoni* Via fcile per ritocar aglio*
Villo di protogene nel dipingerei

IO

.i

Tribunette dei palla-^te giardini,


Tiinit di PyO'ma.
j

6
1

Ul

^, 165
r

virt pi aderenti alla Chieja*


vittorie depinte da Verino*

16^
6i

Trionfi dipinti da Verino

M
.1

Trt/^j

<^i'/

p/rro*-

doni^nali,

^7
5
r

Virt pertinenti ai pittori,


Vitif da fugirfe da ognuno.

107

Tu^p. Ho pittar l{omano


T/</ro ^i/f//o che j ben nel
ii

marmo nsn/h
>iii

bene nddijegno,
'
it

^AngeU, Volta dipinta da Volta dipinta da Verino,


Volle
dipini e in pi

MS
57

V
Varation delle Carni

Chi ef.

Variet grande det


j5

colorii

Variet de
11

colori piaceno

molti*

Ito Volta dipinta da Giulio l[pmano^ 44 Volta de a Sala dei Vontef, 106 yfo cattino per i principianti,
Vj'o

Variet delie Loggie Vapali


:o

danncuole introdotto nella pitturot

Vejpeftano Imperatore,

A "rtc^. l'opere; le opere. 12


moitrar, jg
gudi(io. 55.finjtedi

ERRORI DA CORREGERSi;
&: matcria;j)er tal materia.

& ftimadero.-e ftimafTcro.

2icoIminiftfar;col .jj.con buongiudio; con buon

del icltorc.

marmo, finite di marmo. 70C ritoccar pi volte ntor nar pi volte. 90. prender Tempre, perder Tempre. 95. ne fannno vna, SUI manca, che fono ilnumero di nouc, &per traucrfone ianno vna. iii. coi reito col refo. 151. adornare il modo vi fara^adornarc dclche il modo , VI lara dichiarate. 2op, qui manca la geneologia de li Dei del medelimo, Jc imagmi di Alberico FiJoloro,& quelle delli Deidei Caruro, laotficina
Gii akfi di minore importanza
fi

rimettono

al

giuditio del lettore.

'

GLI STVDIOSI DELLA PITTVRA


PROEMIO.

Son fcmpreilato,efbn mttaufad'opi

nionc,chcqueftabcIlisf^m'artc della Pie turarle ben daquellabaiTezza, e vJtadc, OLiccra ne^fccoli pa/Tati caduta; fi veda

hoggidiadaltOj&honoratogradorijor ta: nondimeno nonhabbiaci fatto c6


cos fermo, e flabil picdc,cbe
bi pi toflo

non

s"'h3b

temere , chcfia per ricadere baffo, che afpec tarc,cbrclla babbia (alirc maggiore altezza percioche quanto io piucfideroi (uoi pretenti effetti, e lo ftato nel quale efTa bora fi troua, tanto pi parmi vedere \ pericolo luo maggiorc^ccnciofiacofa che fiano vcnuri meno quegli Artefici, che con tanta eccellenza, e felicita rhaueuano folleuata,n fc ne vcdon rinafceredegli altri in gran parte co me quelli perfctti,c tuttauia l'cpcrc loro , che fon marauigliole^vadano col tempo contumandofi, e che co fa debbia monoi afpertare dal n vedere pili alcun bell-'ingegno di cgual valore ipaflati.il qual vadaconferuandola riputationc dell'arte, e conducendola auanti? f non che torni vn giorno ricadere in quei primi termini di firaplicft5& goffezza, oue gi con molte altre arti, e fcienzefi permei ti fecoli miferamen te fepolra dalle Barbarie de GotijVanda quali termini li, Longobardi, 6c akrcn.itioniflraniere,
,
i

quali

2 quali foiTcro, lo dinioftrano infinite ilranifllme dipmtur fatte sai muri di molte Chigfe vecch>c,c quei fant ozzi cos mal fatti diftinti in capi d'oro, che fi vedono fparfi in moi-

proemio:

Onde io,il quale ho Tempre ama riputationc,c grandezza di quell'arte, pergio uarle, 5c aiutarla in qucftituoi pericoli , e bifogni, quanto mi concede la debolezza delle mie poche forze ,ho deterre tauole per tutta italii.

to molto

la

con quella maggior brcfono co me fondamti immutabili dell'arte, acciochei giouaniftu diufi della Pittura non habbino Ipauentarfidalconuenir impararli con lunghezza di tempo, e fatici quafi intolerabi le, e perquefto frfi pigri e negligenti pi di quello che ricerchi il bifbgno dell'arte la quale polla al decimare, e la di giorno in giorno per dare l ch'olio , quai precettile regole (parfeindiucrfi, come in ampia lelua, ho cercato co

minato

di raccogliere in Scrittura

ut,ch^io potr alcune regole, e precettici quali

di metterle infieme^e farne raccolta in vn luogo folo , laqual raccolta venga facilitar quella (lrada,e quella via,laquale tn* bora ftata cos dilficile,e faticofi, e ci faccio tanto pia volontieri,poi che niu

lunghiifimo ftudio,5c induftria

no
te,

ch^iofap pia^auanti

mehci d inioilrato djiljjUam

&pienOinfcrittura,efperonon lolodi porgere mol-

to lume alla gioutjChedcridcradarfiqucfto uudio, ma moltogiudscio ancorai gli animi,chc fi dilettano dicontc plare,econriderarc le gi fatte figure, acciocheeiTcon \m cognitione che hauranno,nata da vere ragioni, della bclliffimapittura,habbinoademp!rfii lor palagi, clelorChicfe <ii cote eccellenti, e voi giouani polliate inanimimi alle fatichc,chcgifaran reiemcndure,cnoiofe,econ piaccuol iludio cfrcrcirandoui riulcire eguali di riputatione &, hofiorc quegli huomini grandi,! quali (ondati al mondo,c tu ttauia fono cos chiari, Scfamofi. Et perche cola manifc{la,che non fi troua arte al mondo di forte alcuna, fia li bcraie^ mccanicai ncllaqualc n^a ^i Hano {lati particolafi

PROEMIO.
riordini nei
libri

dcfcritti,cmodi,c tcrmini,C(!ocu2iicntf,

non habbino coloro che le cflcrcitino nelle mcnti,e nel le memorie loro come in luogo fecreto rinchiufi molti bei
e
fccrcti,3cauerrimenti acquiftatida loro cor lunghezza dt tempo,e con molta induftria, 3c fatica la pittura n ha ha;

uuto per ancora chi ad vtilit del mondo gli raccolga, pubhchi in vh volume folo; ma tutto qucliojche ic ne paterme regolc, flato femprej come fi detto: riporto negli animi de gli Artefici non potendo elfi tol Icrare,chealfri col mezo delle fatiche , c inuentioni loro gli haucdcro ad aguagliare,c fbrle farfegli (uperiori, come non cofa difficile fare accrefcimcnto alle cofegiantroua te,han fatto profcfTiOHe di tenerli cos i^ccrcti, che non fole non han lasciato mcucrfi i palrsarli,n per ieruit, che loro vfata foffe da scolari defidcrofi d imparare ne per bcniuolcnza, od amore, che gli amici li di mouraiTer; ma ancora han patito che inficmc col corpo loro fiano in vno {ledo luogo fcpolti, con danno notabile de viucnti,3c ver gognagrandifImadcirarie>laqUi.lcefrtndodi quella bellezza, e giouamento, eh e pur' ,non so come pofTa fuggire, che non le ila di biafimo , 5c vituperio grandiflmo,chc cfraquafi fola fi troni laqual mai non fia vicita in publico per beneficio vniuer'ale delle genti. anzi macd^i ccccllen ti de noltri tpi han pollo in coflurac; eh -io chiamer pi toftoabulo dirifcrrarfi acchiudere ogni minima fcfiura quando lauorano, di maniera , che pena li polTon vedere coloro, cheli feruono,e per quello ladouedoueuanocon Finfcgnare , e mo{lrare,facilitar continuamente Parte, pi torto con tenere in le rtcfll ,&afconderfi ,Phan rcfa difficilillma,da' quali inconucniti poi fucccllo, che molti gio nani da alcuni annim qu'i, defiderofi di farfi eccellenti ,c fuggendole ieruiti,dallequ^li non portono cauarecofa, che faccia loro propofito, fi fon dati con animi grand, 5c nioluti tentare d^i mpararla da fc medefirai,e con lungo,
tria fapere fotto
, i ,
i

&

p R

M io;
comuni,

Se aifiduo ftudio fi fon pofti'ad imitare gli cfempi

che lono gli didegni fatti all<iftapa,Popore che fi vedon de* lefcolture antiche di marbuoni, ritratti del naturale, mOiC di brzo,co altri bclli,&a'tihcioficffctti,i quali quato maggior bcllezza5& artificio in le contegono tato maggiore vtilit dano coloro,chelevanoimirdo matuttaiiiaci fanno con tanta fatica,e co s lugomodo,che prima arriuano al fin della vita,che alla deridcrataptcttione,e nel vero fon quelli tali dal vero modo gran fatto lontani, e n5 s'accorgonOjChe t\!b d*impofIibi!e,chc alcunOjfenza haucr chili moflni debiti ordmi, e documenti, s^incammi egli fledo per retto,& lodato rcntiero,che lo cduca termine di lodej& di honorcc chi fenza efi fi mette per cos Ingo, Se taticofo viaggio, forza che trabocchi, n altrimtc che
i

&

il

taccia

il

Cieco,che

camma lenza

il

baftonc, in diluiate

ma*

veduto molte volte pPadie vede ancora per e! perienza di molti,i qua^ Il dopo Thauer perduto il fior della lor gioucnti fenza gui da per quello comun (en fiero troppo patio lo, 6c otcuro caminatijfcn rimafi m fine d'ogni lorofperazagrdemte jnorannati:& chi d'insegno cos ottu(o,5cgroio,clic n-^ii conolcachc non fi pu,nbenc,nin rpo;chen trapalimparare vn^irte pirna di tante cole,e fi fet d' vn'huomo copiofa d^Tem|>i di maniere quafi infinite non haudo chi ctinuamtcli moftri e i'incamini, equafi b accenda il lumeaUcintisCol quale Icorgerpoffa tiretto & lodato Icatiero ? Et coloro che fi hanno pcnlato di voler tentar tutte sn vn tepo le tante diuerfc vie,checilono,non han fatto al tro (^ non che fi lon trouati (faiiene turo il di in vn i cfu fionedi pilli, rtatue,h.!ftorie,modeili^e naturali, aggiradoi co cauarne schizzi, e disegni, e n han faputo quello che fi t>.ccian,nachchne intcndefTero di riulcirCjempiendofi il capo con tali vic,n del!a buona maniera. e delle brle iii vUcioni;ma s bene di mille ciufioai, e goffczze^dallequ*
niere,<5cmtricativiluppi:cifi

tro,e tutto d

fi

&

proemio:
na poi con lunghezza
Ja

lirintcllcttoloro rimaneua talmente offufcato*, chea pedi

tempo
i

fiacofachcfi sa bene, che

n'auedcuano conciodiiTegni dtlle (lampe danno


f]
,

maniera cruda, fopcre dipinte ritardano, le fiatue findurifcono, li modelli la modrano mcfchina, & nuda o'abbigliamcnti , &Ii naturali, f non fono pi che belli (ilche di rado; la promettono dentata <ScdehoIe.
,

quelle, altre difficultadi, delle quali habbiamo di lopra affai, fce^amen te ragionato , potrebbe dir/] , che ioflero vn giuoco comparatione di quelle, chcallaccprattica d colori appartengono , poich., gnitionc, chi ben non iaposficde, poco giouamcnto riccuedali acquiflo di tutte Faltrepredctte, &ncl vero grande im^pcdimento nelFarte il non fapcre ottiman ente vrare i colori , lenza quali riefcon vani concetti deil^animo ^ e le gi trouare in uentioni,.&: vari) modi,6c liqiiori,& le diucrfcje ftrane materie^dcHe quali vengono compo{li,ii na mero>c la variet de* quali quanta ria,pu conoicerfi manifeftamente ne gli effetti prodotti dalla natuja , dalla quale quanto Tartemen fi dilco(la,rie(cepii;i perfetta, i quai coJori fi chiarirconc,&ofcuranocon diuerfemfcolanze, 5c comporioni . Onde neceffariohaucr notitia delle rhatene, che (onoalk volte flraoe, Scincognite molti, delle nature loro, fcfiano tali , che patiicano di mefco-

Ma di

&

&

pure come nimiche -non poffono in compofitione alcuna legarfi, c per fa di bifogno divna prattica, 6cdi vn giudtcio grande, 5c molto erperto,*n fi pcnfi alcuno di poter effcre giamai tenuto buono, quando non podedaqucfta parte oerfcttiiTimamentc, & che ci fia vero, io ve lo potrei prouare con r cffcmpio di molti giouani pratticati lungo tecii po da me nella Citt di Roma, quali ; bench Tufferoda natura dotati di bello, Scacutufimo ingegno, ^nellcro difftgno miracolofi , nondimeno quando poi veniuano
larfi

amjcheuolmentc inficme,

(e

il

all'alto

, ,

proemio:

alFarto delFv&r de' colori,cora,chc prima liauean rlpiitafa facile,^ come in potcft loro:non fi (cntiuano (e non che foucntc inciapauano,^ cadcuano in molti crrori,& riufce doli quadovnacolajc quando vn^altra, n fcpcndo da fc sbrigarrcnc,r men curando dimpararc da altri il modo hauendoallafnccono(ciuroin prouailor vani capricci , erano scorzar! crtfFared'cfTcr come pcrri,au)luppati,5( co tufijCda qiJCiJo ne feguit poi spre,che furono nelle loro

opere timidi, & paurori,5c alcuni uViTi^chemai pofcia vi p teronodopo vnp;ranc onrumar di tcpo dardi cap o; fi vide ro mezo il corto mifcramcte arredati Quindi c,ch*io ho spre (limato che fia in qucft'arte ncct Hario che fi fpieghi in vn modo charo,&aperto in icrittura il turro,accili r dan publichi quei precettici quali fin'hora fono flati s pf, e fecrctiapprcfToa' particolarijcciafcu dafemcdefimo, sc. ,

za vfar fernitii chi no afrolra,n fa liima d altn;po(Taimp3i rare veri modi delParte,e comincido dalleminute parti, die fono i piccioli difl eg^tii^fi vga fcoprire in qual modo poffa cialcuno da f acquTftarfi vna bella, e dotta maniera,e co quaFarti,egiudicio debba trouar piaccuoli e vaghe ini

utioni,cfarlcsuecpofitionibenacc5modate,&c qual giudicio fi riducono miglior forma, e le par d'efra,c spc cialmccelc figure fi tirinobcnc mediate loro modelli, 5C naturali alla Tua cpita pcrfcttionc,ep qual via eil modelli
,
i

fi

debbono tabr!care,vcfl:ire,e ritraerfi proportionati co'de

me2iaqucft'cfFettoacc5modati,ec quafartefi trafpor tino giuftamtes cartoni, fccdo la mifura dc'difTegni pie coli, eco qual giudicioi cartoni pofTno cdurfialfuo fine mediate vna buona scelta delle cof e migliori, e pii p'^ctte cqu^l parte d'efli debbano cfTerclcpii belle,5c cquarvso fi calchino s.le_tele sopra Fafe. pur sii imun,sczapun to guafl3rli,in rarli offesa m partcalcu'na, e finalmtc passando di cosa in cosa ocr grado fi porga tal lume a quelli, che fi dino i queiVarte,chepoce/[ero vna volta tencrfi ficu
biti
,

ri

PROEMIO.
ri d'cfTcr su la

buona ftrada

5c quictarfi fcnza cercare altra

molto vtile,chc col me defimo ordine fi determinaflero tutte le variet de colori, moftrado il modo, col quale nel mcfcolarfi infieme fi caua
cofa,5c oltre le ludcttc cofc,rarcbbc

qual fi voglia tinta da rapprcfentare le /:osc fotte le sue fot me njturali,& in qual maniera fi posfino variare,hor Fvno, hor raltro.5c vnirli infieme^di maniera che redine belli, viuaci,criduccndo termine queftaprattica, che) fludiofi da lor Itefljc la (ola scorta d quefte regole,& precetti potelTcro cdurre co bella, 5c gratjcsa m^n^era l'opere loro perfetto fine:5c npfiakunodasflcnbdi pocerc,per forza di ftudio , per inclination naturale, per acutezza d'ingegno, per qual fi voglia altro aiato,n ritrouar, ne polTeJerbcne lacognitione, &lapratticadi tutte le cole c'habbiam detto di ^opra,percioche se sono difficilijcome (onoj ncll'impararle da altri efTcnJo nectflario pratticare diuerfi paeri,e persone,& vsar lughiffima semita da credere che Ila impoflbile impararle d aseme defimo . Onde hauend'io pi volte meco sopra ci fatte moTtFc fidertioni,& moltidiscorfije conoscedo ildano, chen'auiene alFartc dal n hauer in scrittura quefte regole,e qucfti pre ccttijh pesato di voler^come s^ detto principiOjten tare pcrqutoinmcfiaposribile,di supplirei qucfto difetto, co fpcraza ai farui^ se non del tutto chiari, Scespei ti;alnieti tato initruttijchi perla cognitione,ch* io vi dar, vid sce-

&

mino

in gradiflma parte le

molte

fatiche, di^icult c'hab

coramciamenta da primi ptincipij dcldifTegno,io intendo di ragionami di cola in cosa, co quella maggior chiarezza, e facilit, ch^o fa pr (piegare in scrittura, e scgu itar fin tato, ch'a me parer hauernc detto a baftanza Il medefimo intendo di fare in* torno al colorire, a fa u ore, & aiuto del quale spero di scoprimi molti bei recreti,5c vtili auuertimti,abbreuido co

biamo narrate di

fcpra, pcrciochecol dar

tacliifime^&ricurisimc vicogai fatica, 5c credo d'hauerui


a

con-

PROEMI

o;

condurre in parte,ladoue fiate p rimanerne a fTaibe chkri,ectcnti. E (e bene io mi (cn mefioadimprc(a,Iaquale per la grandezza, Jc o(cunt de]Fartc,pu parer molto dittic{lc^ctat>cola,n5dimenohofperan2ad! cdurla in parte co la debolezza del mio tngcgno^c la fperiza ch'io n'ho, &i co lo lludiojche ci ho facto intorno^chccoloroj quali p Fauenire ne faranno profeflonCjIafciado forf da partcle loroprattichc naturali, s'appigliaranno per auturaquc ie mie fatichCjlc quali f faranno vfate,com e fi deue,tcngo per fermo chcFopere loro fiano per riufcire piii facilmce beilej& riguardeuoli . Et perche fia in ogni cola chiarame te^e diftin tamete dz me trattata; vfar particolar diligza in. dimoftrate torno quello ch'io pigliare ragionarui , c'hauerlecoiem particolare feparatamcnte, m'^afFaticar col mezo d'vna Ul:oria,la qual come cpita in ogni lua parte porremo per elsepio dcUaltrC; di farui capaci del modo di cporle,& vnirle in(eme,e pafTmdo pi oltre, tratcar d'vn rgolato,e beli' ordine d'accomodar l'opere, fecondo che ad ogni luogo fi richiede. Et intedo cfirmar tutto ci eh' io diro co auttiche,e vere ragionis& etiadio co Fvfo,& o [eflempio de' pi i ccccllcn ci Artefici che fiano ftati. R e,

&

fc iolojch'io

edorti voi altri (ludiofi deirarre, riceuer

que

fte

mie fatiche co quellamore,ecarir,che vi vegono offerte,&valeruenemtrehauetetpo,confiderado,chcfrata to numero d'arti>n5 n' forf alcuna , nella qual fia di magignorante,poispre,mtrc cheviuc; ma do p morte ^jncora (ottopofco tati biafimi,quatofon Toc calioni,che porgono Icbrutteoperc fue,le quali finche du rano, fi moftranospreluo vitupero: & pel concrario, manifeTo, quato fcmprcgli eccdlcti Pittori fiano flati ho norati,& hauuti cari, con grandiifimo lorVnlc i quali celebrati dalle penne immortali de.^lfcrictoiijviucrannoin eterno con perpetua lor gloria, & honorc.
i

'gi or_biafimo,ch'in

queflajl

m Idr goffo.

<Sc

che n

folo-jchi reila tale fcta

DE- VERI

7>

VERI PRECETTI -DELLA PITTVRA GIO.BATTISTA ARMENINO


^WvADIM.
:

^^.?s^''=>'i'!X^i^>v;\\.;.

-.^

A.

FAENZA
R
r

LIBRO T
*

MO.

Brcuc dfcorfo (opra di alcuni ecncrali a^ucrtimcnti , delle


principali cagioni,pcrchc
fi

il

buon lunac

della Pittura
.

fmarrifca di nouOi& perche ne gli antichi tem pi pcrdendofijrimafe del tutto cftinta. Gap. primo.

^IMA

ch'h

dU comntUmento

^Uecji

fyofojlcy intendo dt ragionare breuemente^

(T ctnauertimenti comuni fopr a di alcune


difficolta^ che

hanno refk^ e tuttama, rendt^

no dijflcihfpma C tutte y e forf piena di fpauento portafeco


,

di alcune miferie inpeme , che

U maluagita de* tempiyper non dir lignoranr^ degli


accioche$ conofiute in quejiaguija che/ianoijpoffiate

huommii
dtcofi

njoigtouam dmenire ne' njoflri progrefjipm accorti^


Dico dunque dando in
'^

wpi gite

tigtouani ne' temft noHri

modo principiojche tnfini quaf da ogni parte del mondo anduqt^efto

'

U477'

IO
il

DELLA PITTVRA
(0eH ci
\

nano i T^oma, condotti dal dejtderio chaueumo d*a^frendae


buon dijJegnO)^ Carte infiemei^ fperando ^otereifonjl
giiirein quelix Ctti^oHefioriuano opere ^ <s* Artefici in
profejjtone di

fimmd ecce He^z^4.i^lc uni de

qualifi dati ano a ri

trare le l/i4onepitturs^altri tmitauano con creta^ cera l'opere dt


''^dotti^O* eccellenti Scultort^O* M

altri s'affkicauano in rapporta


lox carte: la.perfett'ione delle

rea ter^pijiiT i pdc^i.antichi nelle

quali arti njfcendo dalhuon difjegnOi^^e7mantiti.corn.ga

ra sfr%ando/i di dirrioflrarfi lli>no maggior diffegnadot


tra
,

dell'ai^

Ma poco tempo dopo^mentre pnfoltre pajjauano nelle ntag-i


ma^ior di gran lun*
,

giori impre/i0* opere delTarte^^jedendo

ga^epi

difficile il camino

che lor reflaua fitret che quello

che

gi haueanfornito isbigottiti dalla gr adezs^^e difflcoltk


^

delle cO'

-feimohidi loroirajfredati queiprtmiardori:, eperdutid'anirMOy.


e
rit tirati

daltimpref,f nefon rimaji imperfettive come abo^


cere che he fi comf
(f.
iti

:^ti in quella prima cognitione:n altro so io

fiato cagione^ ch ilnon hauere hauuto

yn

ardine nuero^

T/ae

modo^tlqmeleuando quella ariipie'7:^a\e quelle difficoltadi , che


^ fgliono quafifu
i

principi'^

troncare a gtotiam Canimo^^ tar^.

direili condifceffiper via fica le^ e piana al defi.citratofine.

E ner^,

njero ho io fempre giudicato di molto animo tutti coloro^i quali'\


fifono per cos incerte^efh'ane '^ie affati cati,(^

han tolto apa


molto maggia^

tire tanti difcommodi^C^dfagi ;ma quelli poi di

feuerand con ofiinattone^e patiem^ hanfupsrato tutx n, che per ti ip affli e tutte tanguflie, (^ptr co(i erta^ &* luga Hradafifo condotti alfiipremo grado della perfcttiofWy O* 720 so s'io mi de ho porre me fleffo nel numero di quegli taii^che cofi a punto ha

hiaOgniminutoftentoprmatOjper quel tempOiCh' IO giaroi atte

^ nella miagiouentude s ma froffo ben dire con oferit

d'hauevi

^ratticato ligneamente foni migliorile piurari dtffegnatori^

LIBRO PRl M
pittori

O.;

Il

demjlnump,

^
,

Fpec'hilmentc nUofiudc$ (U '7\pmaii

udii igtidr dando ta/hora

dietro

^ dtf
,

correndo dalla
le difficolta

Ur^

pajfata^tay

nd

raccontarle mt/erie, Q;J

per le\

quali haneancarninato
ro
,

fareua che tuttauia dt pauratremajje^ ^^


^diua^pe-rcioche (t fentiua molt9\^

parimente

chi

da ej^i le

bme quante fojjero Hate le lor fatiche t^Jdort nel capir bene \ qmi primi prtncipij dalle ij'die n:oci de' maefirii a quali con
t

mille fo^etttoni feniiuanOy(^


t:^

iel hi fognar fare

infftte [perim
'^

di tante diuer/e mifture^in tanti dttterjtmodt com^ofteper r/V.

tiouarei colori ali* opere-,0 all'intentiont loro accommodati,che a^noi che afcoltammo^
e che pur

anco hauetunoJMto la parte

no

flfAdellii^tica^ pareuaquaji cofa

mgedibile, e tuttataa cfo^


afapcrfinche chi
nott^

rio in qaefio propoJtOi ttJ materia afcoHi alcuni auertimentiy.

e pegole, s come njedrete poiycofinecefjarij


.l%;pofJiede petie
,

pu

ejjcr /curo

di confumar tu intorno ledec-^,

^'fi coloro > che tanto fijono af^ "^icati) li haueffro hauutifti t pnncipij dellorofludio^ con mingr ffento affai, ^fenz^a Iwaghez^a di tempo, fi farebhono fkt

f^de gli ^nniper ritrouarlt ,

perfetti. Ma di cofl fktte cof,io ben io che molte pi Jog-giungere Vempomi,^ il tempo trafcorfe ampliffma materia.
non di minor pr e^ji^dtcto ali* arte, che fi fi a dmojrata Li prima: che diro io di Unte opere , (^ pitture eccellenti fatte da i piti periti, @r
fi porgerebbe
.

Aap affando ad altra

[-arte

giudicofi maefri

perdendo^^ cpnfmdndo , // lume delle quali farebbe di grandiffimo gw^ aamento a i yoflri fiudij , O* certo che ipur cofkfirana, che U^
>

le

quali ogni giorno fi nj anno

f^u perfette pitture^de' pi perfetti rw-^rimodr.ni,<hefon come l^rni chiari^, delle pi artificio f belle-^ delmodo^^fiiuirnfchi
Ho tHttduia,cofi miferamete comodi
s diuerfi,e chi

no sa quuto.
lo do-

fian peggiorate l'opere fittefu i muri


-^r?,

m medi v't'amii^^
e
2
''""^

mandi

Il

DELLA TTTVRA^
'

mmdi a m^ycbho tra/corfoper ritiederle, tutte leCittiChe ftr'm


chmdonhfrk MiUmiCNd^ oli^i fra Gct2oua-,e Venetta^ gnel lo ch'io dico delle dipinte sui muri y dico amor4 delle dipinte
ogltOfperciocbey(^ quefle ettadio vengonoJJ?ent e y

C^ dall' ijgiu
'

rie del tem^o^che conduce a fine tutte le cof^e dalla poluereiche lrvrodemloye con/mando^e quel eh' peggiofon diuenute ytli^

df maniera ne gli animi degli huomini.che oggidfi '-vedono tri) firtiii quadri jMtti da dotti maefiriychefin flati lodatiy efimo^'^
fiyfs" lauorati

Ad oglio configure e hanno

quafi il motore lo [pi?-

rity'venderfi njtlifftmo preT^^non e(^endo ipteonofiiute daU'^


i'

ignoranza de''Juccc (Sor iyil calore delle ^ktye dell'^arte^per^'^^

Cloche coloro a' quali prouiene

t ber edita di
per
co

fce\ chi prima le cono

f di poco momentOylt co irattanOi <S* njilipendono in quefiaguify n mancano alcuni^


ejfi

ua,^

pre'z^uayhauendole

che coifirfine fare <T^ft ritratto dagiouani imperfetti

e chefo?t^

su

l'ir/fparareypagati

a tanto

il

mefe^

rendono perauaritial^<
*

prime

figure fktt e

da pi lodati ingegni yefin di s poco int e llet\


nuaritiayC^ ignorah*
cofi

toychepenfanoyche le ritrattefiano quelle medefime d' artifcio yt

di helleT^aych' erano i primi ejfimplari


tCypoichefin diueni(ti cofi ciechi gli
coyche non cono cono yche
^ le

^4 rubramente troppo crefiiuta dannoyC rouinadi

belTar^X

huomini,^'

priut digiudi^-

* imitat ori

fi fknno tanto lontani dab^

prime forrn e^quanto enfino da'frimijArtefici d'induflrtay&'^ ^artificio dt^rntl, ^dcb^fvad^fo con tante parole-mofirf^

do le mi ferieit^ i danni e ha patito, epatifce queUanohUffimk'^


art,poiche cominciando daltepo che njife LeonardolJmcty\a^'
jkelle daVrbinOyMichelagnolo Buonroti, Tttidn daCddoro^^^

Antonio da Correggio) SebaHian Vehetianoy GiultoT{pmano^^

Andrea

SartOy^ molti altriy cbiamafi,t^ honoratt a/oi" tempi da t^taggiort Trencpi^^ l^ dclmondo^infifatio di me^
del

,
.

LIBRO PRIMO.
tati} ancorch fojjro ritt/ciU perfetti,
(gir

ij

vo di citj^udt'mmft e yedutA decimare dt rnanieraiche alcuni di ejtilhycbe impararono l'arte dajudetti maejirt^furori sfo^
eccellentu nelfin dell*

njta loro cedere al tepo^O* al diJpre'K^, tn che era caduta l'ar^


te,

O* lafciar da parte la l?ittHra,0*


firmo Ife fitr/i Architetto, e chi
il modo

chi fi diede alla

S coltura,
.

chi

non fece n l'y no, ne tal*

trA^hauendo
ci fecero
,

di ^viuereper altra yta,

0*fia imoltiche
per lemira^
alla,

fu njno, Sebafiian '-uenetiano,


nella Chiefa dt

il quale

u pitture, come quella del Chrifio battuto colofef

colon^

na fatta sul muro adoglio,


tn T{oma,fece ^randifftmo

S^Tietro a Montone

danno all'arte abbandonandola, (gT

titir.andofi affattOi "vero ch'egli ci forf pot fkr meglio che aliti, ntrou and

ho,dal quale ne cauaua entrata


pQ,ef^efjo conuitare
ferfiafo

fi per lafua ^virt poffcfiore dell' offitio delPiom] tale, che poteua dar buon tem fi
i

( come fkceua)

compagnue gli amici: era.

quefi'huomo da molti a

nm tralafciare l'arte della pit

tura,7iella

quale eracofteccellentesma egli ri^ondeualoro, che

p^i che baueua fkculta da yiuere agiatamente, non njoleua in^


aro le proprie goffire',ch'io ^-vf
erari

parole di

lui,per ci che

allegaua,che

venuti alcuni ingegm,i quali face dn profeffiene difkre in

ae mefi quello, ch'egli joleuafkre in due anni,e che fi auedcua ^ che. non andrebbe ttoppo.ychefarebbe mal dtpjnto ogni cofa , poi
ch'era ruenutoynficolo nel quale
t

difcepoli ne

yoleuano faper
pi> cofa
,

pi che i maefiri,^ che malamente fi poteua far


.

che

buonafofie,att e fo, che pili s*appre?:^aua,cht pmlauorofitceua,e 7wn chi meglio, ep/zfsuamente V^n fece cofiT^erino del
Vagapittor Fiorentino^ e difcepolo di Raffaele ,
tor d'ogni altro,percioche
il

qual Penna

fipuo dire,cheneifuo tempafoffe il pm ^ago,^ yniuerfal pit

vedendo efferjuccejfa quella turba di


de in

maefirt di quella qualitiche da altri gi era fiata fredetta,ca

^.

l?

1.LA FITTVRA^
tmoreper

cU
7:^1

in grill:

U famiglia ch'eglthatied-^di rimanerJn-\\


Uprouigioney^l'apereWegli hauex
,

'

Ultori yi(s* fi mtje. oltre

u ddfdciz;^^ l^apale k 'voler con ogni arte , fer ruta d' amictte batter di tutti i Umri diT{pm^ nottiay O* pigliarli ,
li

z
-^

enche njthffimifofero^^ di poco prez^o:.<^ prefiche gli hane^tx

locatmkch pm

volont^eri,

per miglior riercato lofiruiua.

r--.

Onde introducendoft pai njn(L


tQ
Tiitta^nellaguifa che

cofi fkttarahbta^fi diede

deltuf^A

materia quel maledetto cojiume di pagare t giouant a g/^r-.^


fi

pagano t miferi pappatori,

co/a che per lo

>

da tu^ttifuggita^^ ad nofiri ito tanto auanti ignoHl rnodo che in molte Promnciervediamo qnejoyile
adietro era

i^

>

tonqueHa maltfjma'via dipinger e anzjfehicherre le pi htlle^ < f^ lepikfk-moje jkbnchc loro: ladouenon manca ancora cbipa^
^

ga <7jn tanto

delpamo t quali nuoui modi hanno a^pertatOiO*

apportano tuttauiagrandtffimo danno a gli fltidioj deli arte^(


ctofiachefi -p fcuopr e qualche Yarolpmta^ilqudeha^bbiainten
.

twnei^

p enfiero dacquifiarf co' lunghi Juoi Judor input atto.


.

vei(^ <-iHile ; trattenuti dd quefla nuoua 'vfan\a , parlorx) che V andar pivi oltrt chefia l'rujd communcyfa n)nmodo di pr curare d*acquiBar cofay che fio. focoptez^ta .

Et per difcendete^
^
\

ad altriparticolariy fi S pur ancora yche H^ ante Ilo Volat erano ifctpol di Ver ino y O^jorfepm dotto diluii per lo commertio
ch'egli hebbe con Michelangelo
>

ilqual'valentmi atutaua ,

juuormachUgli conofceuadi biiontngegnos afioa durarle JuticKy @r a capir le dtflicoltadi dell'arte^ muti proposto ancor
egUi'vedendoinuilita l'arte : percioche hauendofatto con molto
;

fUo honorcy<!y' riputMoneiquella fnirahU capella^dipintain^^ fio ^ch'e nella Chiefa della trinit di l\oma, fui monte , di commiffione della Signora Elena Orfn^y delia quale feguendo
il nome t^iritrafji

molti ^tti di Santa Elena ^

O* nella tauola di

^^^^

LIBRO: PRIMO.
jlaJi mi'^ fece Chrijio
(

.1.^

'dcpofio di Croce da, Giojeppe, c> Kkode mo , opera.'Z'eramer/lemo.I^o.di/jrxfleyO^ coJfefi/:iitji^, (ke-.pu:

^fiar^ a paragone dk^,Hantne\/ot2om JtftUu dt q^efio ^entx^,


'

non arriHo po/cta mai pia dt yn gran pcz^ a qtiCioJegno nelopere chefece dapoi
,

vfaltre
\

efndampcme con l'artCfcU tutti$^


rfpeto alla fiidetta
.

ma

^edeuama?jcarey mancato ancor egli^

!.

Opera fopramodo d

ftidiOi^d ddgenz^a onde yltimamcntc


della fcoltura,(j'
rie

pdtde all' effcrcQ

fintUai^ftA fi.fl

<:fYfofidt ylerfkre yn
y}fe
!

btlUffimo cauallo dt ron?^^chf ftiperaf


eh'

digroidez^a quello

neiCampidoglto dtT^ma a per/ia


queft^ prat

\^

(tonde' Francefili quali^ivoleuano metterfopra lafitxtu^ del

\^'\l{

Enrico gth morto ima trouandofi egli

nt4ot9 in

j; tcOf
<

delgetto ) 0*per ci Tion ben rifiluto-^n ficttro^ an<orche y

*^f^ff'incndtbik fkticAy

{^

dHtgentia.y

1 ti
a.

del getto d'ogni mmutiffimxi


y

O* ricercale i peri-^ mertmento ^ nondimeno non


gli rtufciff imperfetto

peti ftr tanto

che tlcana/lo

non

^\ egli non per qmHo s'arrefsmafi li mtfe


c doppiando
y

intorno di miouorad-

k ^iiche (^ rmduflriayefece si che Ufecondayot


rejio cofi

* tato condufe bentjfimomajtHttauia.

malfodfkttodi t j^ me defimo yche mai pi po/cid flietOi^ cade in a;namalin


'

-!

t
^'.

cri(dele,che paco^ coniay^ poi in yn catarro tAnto terribile , yta Jlfimile quafi far che auenjfe d-" tempo dopo li tolfe uan a coBui a Domenico Beccafumo Sanefy il quale dopo U tante fuc belli jfime pitture fkite in Siena per tanti modi ^ CT*

^ie , l diede finalmen te^ come ad opere che li parean maggio^


con grandiffima
,

d. rii alfitr di rilieuo


y.
'

(^

al fonder de' bronza

>

^* fkbrico

eftrema fatica ft colonne del


y

^uo^

mo

di Siena, fei zAngioli di bron?^

7:^ pco

meno

che

il

naturale
,

(^ di grandez^ effendone flato fomm amen


tondi
y

te daogniftno lodato

(meo fare fi mtfe

dodici t/pofioUy

14

DELLAPITTVRA
il mede/imo

pur per
uerje
,

Domo : ma ejfendole fttiche de' bronzi ^/che quelle delln^-T^ittura


,

g^ maggiori affai ^

bbrem

ti corfo della
'

^tafua^fen'KaL chejiyedeljealtro

gho di quefio numero lafctare indietro


rniganoi
bellOi
il
,

diluhNyq^ Frunce/co Maz^ia Tar


'l cono bue igtouane

quale fu per relattone di<hi

di

(^

viuace ingegnOi e tutto gentile, (jr corte/e:

O* per quan

io ftyede tuttauia dall' opereJues

^no nelqualepar che raccolte

fi^no tutte le gratie della Hittura^^ lebelleT^edelcolorir^mA - non contento di cos largo fkuore nceuuto: dalC te lacche yedendo
}^fer vitto
dell' etkpreualere alle

yirt l'oro j gli entr nel capo di

^^^olere attendere alt Alchimia^^fi Ujct corrompere di manie

ra quejlapaz^a^che fi condul^e peffmo dtfordine della rf/ta,

dell'honore-i

&

di molto grMia/o eh*egli era, dimnnebf^

Xarnffmo , equap floko\ Onde hmendo poi dopo tolto^ ftre 'vnor grand! opara in l?rm4 fuapatria,nella Aadonna ^eaflec catA^^hauendone riceuuwaUuiMfommadi danari a b^on Con
"^to
,

ne pojcia facendo contalctmo di coloro

eh' erano paironit

\"C^ lifkcunfkrioperiperctochndn o^/ lauoraud i fu per ci - conpoca/uo hmore pofa prigini,:0* /e 'vol/enj/cire,fu sfor'^Xato'profnetteredt^trla^i^a gli ofpr^JJo dalia collera , {gjr dalio ^degnoycheper ero prefk pacadoprx f ne mor darmi qua-,

'

rnt'yno incirca V
Fiorentino,

^ ter
-

Nonfece cosi mef^r. Ftanafco Salutati pitconofcuta molta da uoi , (^di non punta mina
(^'uiuendo ^ O* y ependo alla

re eccellenza de Uifopranomndti ^jl quale ejfendo d*animo no^


bltslmo ,

O*

di grandefpiritoy

'

Signorile y 0*caalcando belliffimicauaUvy'v.eniuafofUnndo

/(?,^ t artefua con f.fktte maniere nella fua priBina grande^


7:^a i

tt^ riputationei e ritrouandofpiu che mediocremente nelle


co*

buone lettere inftrutto yf difcopriua continuamente

grandi

grauey^ di fottilijfimo

ingegno,

O* in molte fcien?^

'vniuer'-

file.

LIBRO primo:
JaUiUqudH perche beliSimo
parlatore era,
li

17
arreca f/am wel-

ta fede, (T li acquiflatiano le loro gratie^O^ fkuori, con

maniere

Pur troppo piaceuolii vero che quando

ti

pareua d'hmerfer*

maio ben bene ilpiede nellagratia)(^ nell'animo altrWijt diJcO"


maledico^ perctoche eJJaltauA friua alquanto di f lodeuole (e belle?^ delle Jue opere in Ctelo,^ infteme dtfpregtaua queU
le

3^

degli altri buoni artefici: era/ottile^acutOy

^fopramodo
:

ajl

fentitO)

ma perche haueua deljofpettofe, O* del credulo^duraux

poco tempo con alcuno

m *vn medefimo propofito


loroy

dfffindeua cor

molte ragioni appreffot Signori lariputatione del gradofuo ^ ni

patina d'ejjer punto amino da

O*

diceua chela njirtufua

non meritaua d'effere in alcun tempo ^ilipefa^n toUeraua d'y-^


far loroferuit alcuna^f non in
cofe honoratijjime

delT arte,

queBefue

cofe lo

fkceuano particolarmente nimico capitale k

Tutori auari, O* ignoranti, i quali hamnofi poflo totalmente perfine ti flo guadagno , non attendeuano ad
quella turba di
altrey che

a darfubito fpeditione a i lauori ,

n,iua,(h*egli nonfiferuiua neH' opere u,f non d quelli,cWera^

per quefto aue

no di maniera per fi fi efft valentiichepoco haueano bifogno dell* aiutoJo y e quindi auuenne, che in tutte le co fi che fece mentre
rvijje yfifcoperffempre

vna certa beller^y fktta cotanta prat

tica,pulite7^a,0' diligenza cofi mirabile, che non fi trouo


che le loro operefenrj,

mai

alcuno,che tauanz^jfe : Eglijtit ^ver amente mordace yerjo co^


loro
,
i

debitifiudj fkceuano,

morda-'

cijfimo in quelle di quelli pochi fuoipart,chefi trouauano,tenen

doli col continuo motteggiarlifuegliati,^ in continuo motoso*

hauendo/iruito in

Roma,(^ fuori molti gran Cardinali,^ al-' triTrencipi, 0* ritornato aT(omadi Francia, doue erafiato condotto dal Cardinal di Ghfa : fi mi f in animo {in alme nt e ^
come per 'vltima fua imprefa , di<uoler tentare d'hauere a di"

pif/gere

18
fingere tutta,

DELLA'PITTVRA

T
.

laJaU di/ 'l( nel TaUgio Tapale^neHit quale ha uea ^ik ne' tsnpi f^Jjjat dato principio ad yna Jfloria , i eon^ correnia di Daniello "l^cciarellt , che nhauea ancor' egli comin^
data '^n altra y

ottenuta a fatica la

meta

di quella

e tirata
^

gm l'incominciata da H) ante Ho ^ 'vila'Uoraua intorno gagliardament^.-quandoper fkmre di Tirro Ltgori V^apoetano^


tetto del
tArchi

fa quafidi jubito data l'altra met ad alcun meno afaltri pittori d'ajlai manco nome^ (^ credito di lui
\Papa ,
,

/ai periti

nell'arte

Onde

paredoli ci fatto in ruilipendio deli*

hnor fuoy @r non potendo tollerare d'hauer concorrenT^ digio^

naniy(^ parte
'

di/cepolt Jnoijft ritiro fuhito njerfo Firenze}

ma

non molto dopo ritornato ^ nnji trouando prouiftone alcuna ^ fer Cloche pguitauano gli altri pittori i loro lauon , dubhiofojdoueua lafciare^ opurjegnir l'opera incominci (tta-^ mentre ne
Batta coft tutto sdegnofiyO* dell' animo molto
afflitto
y

non.

molto fino del corpo^ gli Jproigiuijfe njninfirmita crudele ^ che

mondoyO* quel^ ch'egli hauea fatto nella/ia di /Ita mano^/u da chi meno affai di lui/apeua^ cancellatOy (^ guajlo . 'Dal di/cor/o fktto /o^rA queU/ei yalent' Imommi^cono/cere ptete^ quanta perdita hahbia fktta l'arte in /fratto di co/ifoco tem
lo leuo

del

pOy la qual perdita di tanto

danno al mondo-, quanto il gio^

uamentOi(^ fvtility che n'ha di lei riceuut continuamente ^ il quale grande yO* di varie maniere , conciona co/a che la/t
tilit

de gl'ingegni

human iy

con la virt

d'^n buon dif/egno ,

rappre/enta/uente nelle pitture

le co/e pre/cnti^

{^ le pa/fa^
fi cauano^^

te^come quafi in nj\uiy^ mirabili e/^empp^ da' quali


leggi

ycojumiy0*marauiglie^^
te//gie

le

Si0i$k

ci

tmferuano

{&

memorie y^
ti

de gli huomini qua/I in eternOiChe/no/a'

al

mondo magnanimi^ O* illu/lri , clT* l'^Architetture adornai lunmer/opftnno U Citta commod^tme ^ le riparano dalla fvioUnz^

LIBRO primo;
wvolenz^i^
nectjjme
^

flrp

dall' wjidie

de ninnai conducono lorotaccju


<^glt ejjempi de' miracoloji tewptj

le

rajfrendno btfognando^ 0*le rendono gioueuolii


?

O*

Vidi: fir^noi modelli

de' (tupendt TPaUgit de ponti^ delle ptaz^y O^spattofe/rade}

rendono

amenti^ fruttiferi i collifeluaggi^ O*


i

in culti,
le ripCy

danna
riemm

loro le poftuYepiAccuolii forum

monti, tagli Ano

piono

le bajje

njalli^refringono

Ughi, trouano efto alle paludi

nel mare : fkbrican natii , driT^noifiutni, fubrtcanoi porti %

gy proucdono non filo


uincic del mondo .

alle

commodita de

gli

huomim

mA

aprono loro eiiamdio la "via da potere andare per tutte le Pro^

ne da guerra
che neceffario

Et eh

diro io de gli ftromenti ,


,

t^ macchi-quello ,

che cofa delle fortc^

C> di tutto

dtffendere la libert della 'Patria P^eramen^

te con le loro ijuent ioni ^ che fino innumeralnli

,ha7mo appor^
(g^ diletta^
co[t

tato

C>
i

di continuo apportano aiuto


,

commodit,

tione al genere hurnano

O'* f

mai fu

di bifogno di

fitti

huomim
li

dir fi pu che ne (ainquefinoHn tempi, ne*

qua"

dopo la publicatione del Sacro Santo , <C^ ^umuerfial Con fi ficcia

alio di Trento, pare, che per tuttala Chriflianitk

qunft a garra di fiibricare bellijfimi,


Capelle
fiai

9^fintuofjjmi Tempij^

O* fene njedono molti fin bora afi maeftreuolmente condotti, a quahnin altra cofa par che
,

)^ sMonaHerij
,

fi poffia defiderare

fie

non

la

grande'K^a delia Vaga


,

fvt-

uace Tittura,

(^ S coltura

^poich fon giunto a queHo


,

particolare, che mi porge cofi bella occafione

io

non

poffo coniC"

nermi

ch'io

non dica qualche cofa

della

gran cognittone ^ cheb-

hero gli antichi in quefle arti^


honori, chericeuerono,

(^ de

marautgliofi premi ,

(^

*Tlinio,f^ molti altri Scrittori noti


eccellentiffmi Pittori
,

raccontano

nomi di molti

come

fi di-

r pi auanti da noi^i quali furono da maggiori Imperatevi del 2 mondo

io

DELLA PITTVRA
y

mondo deflderatii (^ honoratifop amodo, (^ d*ogm loro dejide


rio compiaciuti

{^

alcuni videro l'opere loro contrapejate con

tanto fin orO)(v/ alcun altri rimunerati con le centinaia ditalen


tt ideila

^ ampia

grande'K^a delle quali opere , et ne fanno ancora buona

fede alcuni marauigUop fiagmenti

delle

Mufatche

antiche di l\omayYfeYuatepna que[ti d dall'ingiurie del

tem

fOi<^ auanz^ate alla rabbia de* Bararije quali fin confederate

dapochiiper ritrouarfe occulte in mille rouine , delle quali alcu^

ne fono tejjute di pietre ychefono aguifa di rariffime gemme^ (^ alcune fi vedono difinifpmifmalthlauorate con ijna induftrix
tnarautgliofiy^ quafi
impoffibilcy con le quali opere
i

ornauana

quei gran Signori tfperbt tempj,^


fle reliquie

T^al palagi lorOtO'quc

danno indtio a noi altri) che quefl'arte quei tem fi douejfe ejjere inpeme con gli artefici fuoi in f-unaltO)^ hono rato grado di dignit Ma tltepo che confuma tutte le cof mot taliys come haueua precipitate tant^altre artinell*ofcurit delt
.

igJ2oranz^a,*-vi precipit finalmente quefia

ancora yan:^ lafpel

di maniera^ che pareua che mai non fife

Hata abjondoy perci-^ che^non cofi toBofi '^'ide mancar l'irrjperio di l^oma^che manca tono etudio i premijy^ gli honoriyche nutr fcono l artico* man carono infieme gli aArtepciin ci e rimafa memoria alcuna deU
le compofitionyche

vfauanoyihefepurquefiafojferimafa vi u,

da crederete he non farebbe cofimiferamente


flint a quefia ranffim'artey^fe bene
720

m tutto refiata e*

i tempi nofirift ritroua^

alcune beUiffma pitture in quefio genere compofte per quanto

fofiono i Signori di

queBa nostra etade^di rarijjme materie ^^


nondimeno per
le proue^chef

atte durare per molti fecoliy

ne

fon njeduteynon fiim alcuno che janoda paragonare contanti che --SHafi mi dimandale alcuno, onde nafa ti vilipendio ^
.

foco

contO;t

che njiehfittto di quefia nobi l'arte

da tanti Prenci'^
.a.

i,(r

LB RO PRI M O.

21

fhi^ Genttlbuomini c*hoggtd', alh qudi dourebbe ejjer particolarmente cara j io ItrifpondereiiChecio cmtfaUoca cogmtto neccio e^i hanno diquena,0^dogr2 altra buona art e^ dalla and
cornmunemente il i! fregio ne Viene , conciojta cofa^che ji've de per proHa^che ctafcunofa poca flima di quelle cofe^delle quali
le

ft hapocayO nulla cognitione,(^ ofeguendo queja occafione^che

A parlar m multa dir^chf co[i:>corne pur nel^ero^non so njedere qualpmproprio^^accommodato modo far ftp offa per y
i

ftr che gli huomini grandty

(^ i

minori inlieme^e tutti indiff"

rentemente habbino Carte in quel pregio y eflima^che gi Jlata altre ijolte^


notiti a

e^ s'inal7:j, alJuofupremo grado ^


, <(s*

che darne

lorof

i^

farli capaci^ e fcriuendo

riducendola fotto midouereffere di quei


le regole

glior regoleiC precetti di


la

quefi*art e:pano per

^tilithyO* giouamentOiChe fi cedono effre fiate

tutte l'altre arttje qualifcritte da diuerfi^m diuerf librile t rat


tati,

hanno re/a fcile quell'operatione, che prima fenT^eff ft

ritroaaua nella/ola prattica diffcile i

talhora col miniflrare

con modopiaceuole la ruia di feruenire con non molto tempo, e

noia aldefideratofinejnducono gli animi di chi legge,finente

prenderne diletto ,

O* depderare difkrfene capaceli che quan

do auiene a Signori^^ grandhche poffonoffjendercy, non contenti della fcisnz^y e

del piacer e^cheft hanno d'hauerne notitia^rua


in.

gliono anco pojfederla


di

*'^i ^fendono ricche'^ granper hauere ifuoi bellifflm effetti^(^ perche prima non e fiato
futto,

cifatto dt

queH'artesn ne' tempi antichi^n ne' moderni$ ch'io

/kppiaimajmpre f

ne

rimafa in <^na commune ,

O^natmai

frattica} O* f pur e ha hauuti precetti, (^ regole^non fono fiate raccolte mfrittura in ^n librofoloi mapoHe negli animh nelle menti f appreffo a diuer fi artefici (come f ne fonfiateffar

s' dettoJ

non poca obligo dourebbono hauere a


"

me gli fiudiofi
dique-^

ii
(il

DELLA PITTVRA
/"/

quefaprofe&one ,

quale ho dato principio di raccogliere itz


queftafkcult,
,

fum i^ porre mfcrittura i documenti di


pimone^che ti mede[imo auemfje
J%

* <?-

all' Architettar a^pr macchefof.

piegata in carte con tanta dottrina/otto

bellijjme

regole,{^

precetti

da Vettruio Vero nef , in quelfuo fingelar libro ^che an

confcruarA (in che duri ilmondo^ il quale di fi conferua^^ quanto giouarnento ftaflatOy fipu benffimo dagli effetti conotante ruine de Barbarti in tante mu^ fiere i poichfi bene
Cora

Utioni dficoli era rumata, ancora la buona Architettura^ noU"

dimeno per beneficio

dell'opera

delie fatiche di

Vittruuio^

d nuouo rijtdfiitatayO* T^tue pi che mai , /limata ,

^ ha^

uuta cara ? (^ da quefio conoficere fir pu jkcilmcnte quanto rvtiUi^giouamento ne tempi paffiatiriceuuto haurebbe lapit
tura da

ad effa era tanto pi neceffarioyquanto ella menfiimataii^^ men durabile dell' Architi quale

yn cofi fiitto foccoy/o ,


mezo

tettura, percioche col

delle Scritture

<,

le

quali fi fojfono

^argere per tutto il mondo, nonfoloprendonfncili Carte,


menfkticofe ,

(^

maficonftruano ancora ptfialde ,


elle

O"

^viue nelle

memorie de'pofieri^che non (i fa quando


te nell'opere,

rimangonofolamen

(^ nelle

lngue di coloro^che le effenttano^ t^fie co

fA alcuna in quefio prepofto fiu tafdata da gli antichi, venne ad annichiUarfi,^ a rifoluerfi infiumJO,fuoT che alcu?2e poche pittt^

u ritrouate in luocht horridt,0* inhabit abili, da


IfjS

'doi

dette grot-

tefiche,0* ficondo il<-uocabolo de gli antichi, chimere, delle

qua

come da piccioli ^lendori fi

tiene, che

moderni

pigliafiero

il

modo, d^ la via njera del dipingere H) onde fin qui et ma

nife filo in

quanta

oficurith di

prima firitrcuafie , O* m quanti


.

pencoli

li (ia

a d noHr il fintier precedente

Ma egli fiorfih

bene che procediamo pm dfiintamente a dichiarar prima,che co


/afta l^ittura,(^

qudd deus r^sritamente chiamar Tutore, ^ali

LtBRO primo:
&
c]

2i

Quali fiano le vere Pitta re, ual dcuc cfTere ri Gap. IL vero Pittore.

VANTO
ella arrechi nelle

pia T/ meco colf e??[ter difcorrendo^/Itt^

diopgiouani, intorno alla belle-z^ai e dignit di que^


B'artep O* confiderando quanto dtletto,

piacere

menti di color o^che n'hanno alcun

liime, tanto

fm ildefderio m'infiamma d*aprir ut gli oc^thi deWintelletto^O*


infegnandoi e

moHrando giouarui

Onde per dar prtnciptoy ZS*


l altrefkcolta^io

darlo con quel[ ordine ^che


:

p fk in tutte

dichia^

rero

prima d*ogni altra

cofa^quelo che fia Pittura^

O* qualme

chiamato Vittore ) accio non (i cominci ragionare di rvn art esprima chefiJappia^che cof ella [a,f^ non ellafolameri
riti ej^er

te ima gli Artefici ancor a,che ne fiinnoprojeffione

IPer pittura

dunque io non intendo njnfpatio


I

d'ajjidt muro coperto ai

vi

piacemls apparenzoL de /,(^ cariati color inoltra la yaga, qualiynonf habbia adhauere confiderations ad alcun altra co
fiiCor/e infiniti /ciocchi fi credono
y

quali non cono] cono altraco/a chia

hellez^ nella pitturayperciochefi ben fi pu porr eccome


ranche
l

coloihchefin parte dell* arte^quando auegauchepano bel

Ih i tc/cano di mirabil/or%a^per tirar gli occhi di chi vi mira, no

dimeno quefia parte in comparation

/cmpre fiata molto poco prcT^t a da buoni Arte ficiy poi chenondeue/eguir/i
dell'altre
,

il

gtudtcio /olamente de IT occhio efieriore^

il quale

pu/kcilmet^

efere abbagliato dalla

vaghezza di quelle varie tinte^ e mi vera


il giudicar

troppo fitcl/arebbe ^/e cofi /ojjey


urte

topere di queHa
quale illu^

ma ricorrer b/ogna all'occhio

dell' inteHettOy il

minato dalle debite rgole > cono/ce il vero in tutte le cofie , Onde
per venire alla vera dichiarationey da/aperty che la pittura al
ir no
y

chejmtathneycomefivedrhpit dtfiefitmetey O* il Fitta

rCialtro ancor e^lt no ^ch e imitatore, pe rcmhc seprefirapreset ^~ " -la/or-

y--'

24

DELLA PITTVRA

U forma di qualche cojay o infenpbileyofenfibtU che ^kit queU


la pittura che di ci mancainon meritevole , che fia chiamata ^erai e^ compofttione di color tiS come an tittura$ma piti tofi Cora

toflocampitorefi^ doratore diraffi in queBo cafi colui che [haura dpintayche pittore jl quale^perche conofia in tut^
fili

te le

co/e differente dal luero 'Tittoreynon haur ancra co/pii


i

^JamltarCy che

polu eru Uftampe^ 0* righe ^ g/ quello che top A"

le/a piti che tutte l'altre cofey che

quando fi ripiene al termine

dimanda di ejjr pagato dellA /cienT^y (^ induftria/a perche nel ^ero non -vi fitroua sma mette in campo il valore de' colori y che vi ha mefioy (^ della fk de l tempo y che vi ha fie/o , Cono/a^ dun^ tica durata ,
della mercede dell'opere /ue^non

que dalle co/ /udettCy che il Tittore/ar colui , // quaie per vn /uo certo y O*marauiglio/o giudicioyO* arte y /apra condurre a fine le co/ycc egli prima haura concetto nelTanimoy^ nella me
teycon maniera antica,

'

'

;:

colme?;^ delle linee ,

O" colori rappre*

Jentarle co/i al njiuo

c he il

fenfo dell'occhio ne rimanga inga n^

Et la pittura /ara l' opera /ktta da vn Pittor taUy e perche non ppuo efiere pittore di quefia maniera y f non fi conofcono bemffimo i termini dell'art ey O* lefitculty che/on congiun te con effolei , come fino t^Architettura , la S coltura la ^ronato :
,

/pettiua

0*( Jfioriacofi/acraycomepro/knay

con la cognitio

']

ne della Vi/ono miay @r di molte altre cfi naturali , parte delle quali ve ne faranno moHrate da noi ne' capitoli , che /eguono y
, che far quella , che da <ui/ara infegnatay che gi non fi pu in vnarte co fi grande dar cognitione minutamente , particolarmente d'o^

parte ne prenderete da 'proprij Autori

mi non

gnicofa.

"

Pclb

LIBRO PRIMO.
pclla dignit, ni
,

25
,

& grandezza della Pittura


fi

con ^uali ragio

dimoftra cfTcrnobili(Ima,& di mirabile artifcio : per quali effetti cofi fi tenga , di quali meriti,6c lode fiano degni gli eccellenti Pittori. Gap. Ili

& prouc

&

E
f
io

Ter noi egli

e lecito ilfreflarfede gli antichi Scrit

torti s
et

come fi jk

communememe

fer gli altri t

^
m

fimilmente conceduto di poter accofiarct algtt

die IO de' pi chiari intelletti de' tempi noUrt^cofcifara refutA

douer efer chiaro ^che U 'Tittua^

la

Toefia^come doni ce

meno Ufi tifi dirnoflr ano non douer ejfier imitatione^O* ejjere^che douer venta quefio heniffmo njedere^
tenute niente altro ^ne

t^ conoficere ftpuote dalle dijfinitiont , per le quali di ciajchedt0


na di
effe

chiariffimefi

veggono . Conctofia co/a,che pure per effi


quello ^che etiamdto

fkmoftctfta dimoftrato co molte belle^^viue ragionyil proprio


vjfictodi '-un Vittore douer
ejjr [i <-uedei fi che per ci
ejfier

d'vn Poeta,
li

chi

dubitar di

ci

njole^e^non

ri

marrebbe luoco

Et per

certo chefie riguarda in quefte fi

due ar

tibenCyO* con fianogtudicio,^ifiyede cofi fmtfiurata '-vnone,

congtunttone infieme d'afitnita.cheper

turai Noetica che

taceST U Toet ica^


il

fi chiama la TttT?itt ura cheparUj ^gue


ci

quella fia l'anima douer efire^O"

corpo ^ dfilmile per in

que-

fio fi tengono^ perche l'vna imita con i colon, l'altra con le paro certamente che in quanto all'inuntione predetta , le ,

Ma

in quanto alla

<-ver ita,

fino d'^na fi e[fa

propriet

(^

d'vno

effetto medepmo :

conctofia cofa^che elle parimente

mirano infi

fieme,^fiono intente alpafiergli animi de" mortaliyZ^ confom

mo piaceremo* diletto confiolarlt


ro nobili
gli

^^ incitar
le

iloro fftriti,(^ ilo

animi alle cofie digniffime,^ <-virtuoJe, (pefi'o ancora e dagli huommifmUmente


propriet delle njocii

fi cambia

che

i
che fono fra
il

DELLA PITTVR
Pittore, 0^
,

d TottHifercioche l'uno ^fa quello


che fi dica
il

eh* dell'altro
il

concio[ia

cofa,

Vittor defermere^

'ToeU dipingeH tt Greci etiamdtoper dimoHrarpm chia


cotd werbo ^grapho
,

ro CQJijti^h)TimH\'vfxrom'Xfn

co/nunc

h quesi^O* a quelli
ti di ejjci IO f7ji

'.

^ia
?jegh

ritornando agi' incominciati effet-

dico ch'elle/ono cofi ben atte

Jtonh

com mouere le paf^

l^ affetttoni
coja-)

huommii che et par e impojjbile il po^

ter trouar

che fia pia ardente^ O^ di maggior vehementia di

^ueHcyS come quelleicheper lor forz^ fpingo?o leperjoneper in


fino alla morte^
il che
,

di troppafatica

coltili

^foyfpoco lodcuo -

le fi potrebbe tenere

che a ci con la moltitudine de gli effempi


s

che

CI fono

difendermfifopra fi yoleffh

che io credo^ che tifar


,

lar folamcnte di alcuni pochi ci


720

parr bene

Leggefi^ che

juro

di talpofjanz^

le furio/epoefie,

O* lambi d'cArchiloco Poeta,

chejl/u o nimico Licabci^ Neobole fua figliuola 'venero in tal j rabbia, he furono^sfor^ti aprecipitar^^dfnjnalta torre in

mare^ Egli ctJmto lafor'^ chebbero i njerfidel gran VergiHo in mouer Lidia moglie di Ottauiano aAuguflo, che recitando effo i yerfi di Marcello fuo figliuolo gin morto , quando nuenne a quello i Tu Mar celiti erper la gran tener e'^^ mancd Aa
.

io

non doglio dirpiit

oltre di quefia

per cicche

et

par ptu molto


^

'\

hifogneiiole ti parlar di quelli della Pittura, per efer quellas co

me fi detto, muta ^oefia,to nondimeno me riayidro quiui an^


cora fcegliendo alcuni de fltoi mirabili effetti,

6^ accidenti in-fono yzduti in

audttiipur cagionati per la fua for^a,

quali

fi

pi modi
ci

(^

toccandoft prima de gi'improiafi comwouimcnti,


,

racconta Plutarco

andr che '-un Capitano d' Ale ff

Magno

nominat o^ Cajf andr ^n el feeder e yna- T'olta tirar atto di quel


7?^
(Ji

a morto in ynfubito raJfembrandQli UmaeBa,^ gran-^


tale
,

'^

e\za d'n^n huom'


-.

hauendo

egli militato fotto di lui,

fi,

fm;m

"^

LIBRO PRIMO.
cofi forte
,

27
,

pnAYr d'fvn tremor

che tutte pieno di (pducnto

fi

rvtdetnforf f era quello


thiiomo
.

il nc;erOy

pure

ti dipinto

dt

queU

V^ io so ,

oltre

a quefiojefara creduto quello^ che


,

gi molti trance fi

m 7{oma, affermauano per rvero

(^ che era

Et ci fu chehauen* do f-urio eccellenti ftmoTittor Fr ancefe vn d per fuo capriccio dipinto ad Tina [uaViUx njicino a, *Tangi fopra ti muro yn^
antica [emina di tuYptffma forma
,

m FranciA accaduto ?2on era^ran tempo:

fi come fi yede che aute^

ad alcune per la graueT^adel troppo tempo., C^ dettolo ad ynfuo cariffimo amico yche defiderof era ci <ueder prefa^
ne

mente

come quello che molto ben fapeua quanto


-i

egli in

quel

fare fi portafj ecceUentiffimamcnte

di

fubilo
^

y'i

corfe^

(^

fen%a tempo wcommcio con


dar fi ffo in quelle difformit
to

fi

fmifurata attentione a riguarche diuenutotut

fifiraoY din arie

immoto per
,

ti

fouerchio piacer dell'animo nei quale e^li e-

ra

che al fin ncopertoflt gli occhia


il

O* perduto
-,

ogni fenti-

mento , (^ yigcre ,

mifero fi mor

n^iuerfo poi

da qucjtoy

maragioneuole^ cy* marauigliofo fi dice che fu l'accidente^'^ tlnjdoreinfiemedt Gtouan Antonio da ZJ er celli ^ Tutor pr attico
y

molto ingegnofoy

ti

quale fu per

ci

fktto Caualhere
,

honorato dalia felice memoria di

Tapa Leon decimo


,

Cofui

in Siena dimorando^ , come in fua patria

tncontrandofi t.'

giorno in ^vno infoiente fidato Spagnuolo 5 che era della ^uar

dia della Citta

perche molto numero dt quella gente yi timo

rauatttttauta in quel tempo y egli

mente 5 @r y illane amente oltraggiato , del quale egli non flu flipper la loro gran fendo il nome , ne meno potendo accoftar
turba A mendicarli i ^perche egli erapcffente, (^ di gran core ^ fi fiaua tui con animo di rifonderli toBo , perche egh fi
etA al tutto diffofio

fu dal

detto

fidato forte-

pirne^un modo yoler patire che la tngmtta

riccHut

2g
rato

DELLA PITTVRA
^e, alfinfrijolje douer ci
fkre col nje\o di

riceuutaji doueff /a/c tare impunita con poco honorftiOi confi de^

adunc^uepm

quella ^irti con la quale egli era miglior maeftro^i^ pt/ici


rop

^pereto

egli meffojtdi rapiattOyincominci

minutamente

a riguardare t^ a
f

conjiderare tutto quello ^ ch'era tn quella ejjl

gie di quel Spagnuoloye tantof che per tal via h rima f imprej- nella idea l'tftejfo naturai di quel 'volto , ^Dopoiitofoneta-^
cit amente

cafa fi difpofe di furio

onde fimifefopra njn fuo

picciol quadrettOiChe T^ierarimafo, con pennellii^ colori ^ con

breue fatio ogni minuta tinmolto affetto aformarlo , fiche tadelnatural diquellx ficciaiConlefuelineei li paru, che gli
riufciffe

tanto bene^che eglifi rimaf cofi contentofen%a fkrli al


:

tra fatica intorno

onde per non

ipoler perder

tempo configui

re il fuo defiderto ^fimifquel ritratto fitto la cappa^ (^finzji

fkr motto a neffuno^egh filo fi nand la doue habitaua tlTrc


cipe di quei Spagnuo/i, e tra natolo gli efpofi al meglio che fep--

peiltutto^ dolendoft fcoforte delle ingiurie^ ch'egli hauearice^

unte dal Spagnuolopredetto^al quale il Trencipe


gnametite^cheper efferuene molti,

riff>ofi beni'^

egli cere aff di farglielo cono

fiere yche e fio acerbamete lo punirebbe,^ egli allhora aperto yn

lembo della cappate fioperto il ritratto glie lo pr e fint in manOt <5^ difielii Signor eycofi la fuafccia,io non <-vipoffo di lui mo

Brar pi oltre

fi trencipe allhora pigliato


mente

quello con

mara^

tiigliasdi fubitogli'v enne in

chi egli et a, di

modo eh* egli

fu conofitutocdaluiiO*da

tutti quelli y ch'egli hauea intorno


pigliar quel reo egliyol

fenT^ penfrui punto, ^perci fktto

f chefufie cafigato con quelle pene^che pi piaceffe quel va lent'huomo: laonde yendicatofiper talnjiayltyenne poi cjuefia
ofa

effirli gtouenole^perche l fu cagione ^ch* egli diuenieflret

ti^imo amico di quel Signore ,

(^ di altri Centilhuommi , da
quali.

LIBRO PRIMO.
tOi
(t
.

29

qmline rceuejj amto^^Jkuori, ^fijfc da efffemprejtmx*

(^ ammirato per bmmo d'yn ingegno mirabile ^tejio co mgegnojo tradito , mi fu narrato m Siena, quando io giona,

netto yt dimorai qualche tempo

da ijn

'-vecchio

che dice u di

queHo
IO
lische

buomo ejjer Hatoftrettifjimo amico , dal quale ijolontiert era menato per Siena a veder tutte le cofc notabi^
eccellente
"vi

erano dentro ,

Ma

ripigliando

il

ragionar nofiro^io

fli

monche con queftt pochi efcmpij fi pu in parte comprendere le grandezs^e del 'T^alorfiio , n io veramente imagtnar mi apri a^

qual miracolo maggiorprodur fipotefaper lejorT^^che nafce dal


le ruirtu

humane^quanto il fur/iprefente quello, eh e del tutto

abfente,^ ci cofi profftm ano al v eroiche ogniimplacabil occhio yacqueta,^ in queflo modo^ancora cheicomefedettoellapa.
ruicmo alla n?oefia,pur qui fi T?ede in
Uole^conciofiacof che Je lefritture
ci

lei

non so che pi di age*

ci parlano,^ ci commouo^ moHrano tn effetto il medefmoima fon dijferen thpercioche queUaricercafiudiOytepo, e dottrina ad intender la ^ quejla ad njn occhiata fifcupre da per tutto ad ogni

Ko de pitture

<qualit,0* genere di perfone , quella a chi niente di memoria,

ouer digiudicio li manca, tgiouapoco\

ma

quefta e fempre nu^

da,0*fempre e palefe nell'cferfuo a chiunque vede,^ da tuffi, f e^t non fon ben ciechi afitto^njien comprefa comunque et
la(t(ta:fi che

da ftrfimerauigltafe gli antichi thebbero in quella grande'K^,e riputatione^ che ci fon narrate per le fcrit
non
e

tur e,imper oche effi non erano moff dalla efleriore apparenza del Je tinte diuerfe\ mafolamente dalla qualit degli effetti , ch'effi

tpedeuano yjcire miracolofi, per le virt de Hi eccellentifimifuoi


tnaeflri
fi
.

Dice Tlinioy che da Greci, (^ da T^omani, e Hafu p-'

a nel primo grado delle arti liberali,

che fecero^^no editto

ferpetuOiil quale njietaua^ che ni /eruifn

a perfone di

baffi

grado

jo

DELLA PITTVRA

gradofojse concelj di apprender Ui ne di vfirU in modo a/cunoy cofie'^idmctctdoforfc^ cbs runarte di tal qualit, non era

da trattarjtper le perfine ytlt^O* plebsijma per ija^gh


bill {} ir Hi
.

^ no^
que
feco^

Conciona

cofa che efftconofieljero

che cadendo

ja in

mano a fmil genti ,


come Jt

era ageuol co/a ti condurfi in difpre^

gio
li
y

coji "udmente 'veduta

per

tur? ti p^jf^ti

percioche Je

gran

jor7:a di naturai dtjpojltione


,

non gli 'hafi

fpmtiy7nai

m altro

modo per ior brutte


ejjere fiati
y

opere che

ad

inuilirc

queUa^ftrouano
tafi
tili

fofje nelle

doue che fi f&mpre confirua^ perfine ben nate , mal que fio errore j o danno ci
y

faria pot tifo' auuemre


>

percioche gli ammt naturalmente gen-

hanno in fi in/ito
,

^n

certo che di timore

d'wfimia

O*

dishonore

@r

cofi acce fio ti

de fio del loro honore^ ^gloria^che

pia

tofio ( fanno patienii di millefitiche^

^a

patire 9gnfir^

tedi neceffitkychefircofiai che publicata poi li riefia

m biafifio dot-

mo

Gioi4an Battifta Tigna^ ne' tempi noftri buomo di quelU


,

qualit dt lettere
io Trejjcipe
,

@r dotir'ma ,

che sa

il

mondo ;

?2el

quado egli fa difimtione de gradi alle arti , dice

in tal gufi in rolli


:

le

il effitrciti )

^ de
,

L e artifidi fimguono in honarati j in lodemii, CS* onorati h deU fino de* Gouernatori delli fiati j
ili

Ambafiiatori ,

dt altri tali
liberali
,

cfftlj : le

lo"

demli potranno fer bora chiamarfi le


ca
5

come

la

Mufi^

la Pittura

<sr altre filmili

C> le

*uilt fiaranno le

mcani-

chcy che fino tutte que ile ^cbeji er troppo affaticare iicorpo ^ in.

debolfiono

l'inteiietto

^la io qmm non


fi' a le ijili

so che ben

mi

dire

fperjo d run certo bar baiocco finttor di molti gniochi > ilqual
la

pone ; parlando liberamente ,


,

,-

onde lofiimo , che

bafii risponderli fiolamente

che dei giuoco di quefi'arte egli

non ne

conofica
.,

carta

ancorch pm d'ogni altra nefia dmtttofiy

@r abon dante

Et certo y che a me pare grandifiima profontiom,


ne

LIBR.O PRIMO.
.

jr

ve quella di "vn Scrittore ^ cheyoglia biafimare top fun'artey Ma ritor"^ knz^A che prima egli non ne hMia notti la bene

nando al primo no^ro ragionamento , procederemo pt oltre in dtre quanta ellafojji pretivfa^ ^nobile ne gli Antichi ^ ds'

^ da

mali quanto pit fi parla i pi cir fa in


trarne efjempi
:

lor

laude dt parlare y

dicono

chef ne njalfero ajp.iy non fc^

lamenta hmmimprcflant(^imi ^
fer citarono
9

molto nobilh
^

ma
,

etiamdwtFilofofi grata
:

(^ che laefisr fommi 1/rcnci^

pi con maniere honorate

onde

fi

legge

che Lelio Manilio i

^
cofi
,

Fabio Aajfiimo

Cittadini

Immani

la efiercitarono

molto

Turpilio (^analter Romano

ti quale

dipinfepi co/e in
.

Verona,,

ne ottenne nome fkmo/o per molti tempi


fi

Il medefimo dicO'-

no, che

nfide in Sibedio gi Trocon/le,


:

(^ Pretore

;/

quale acqutfio nome dipingendo

ta Tragico

il quale nella

fu di Tacuuio Poe-^ pia?:^ dipinf l' fmagine d'Ercole ,


ttfiejjo

olir a tanti altri infiniti Signori fiati

per molti feceby


ejfa

>

quali
s co-^

tirati

dal piacere y (^diletto , che di


proprie

prendeuano

me
pere

ingegni eleuati ^fouente fcopriuano qualche merauigliofe ofitti f! con le loro

mani , ne
j

ricufarone quefta

imag
la.

gior fauij del mondo y come Socrate


di

ilquale fece anco opere

S coltura ,

H^latoie

Metrodoto

O*

'Tirrhone
.

quali

[rimarono come arte d'ingegno miracolofo

roafchifo molti
lentiniano
li
,

tKe meno l'hebbe-^ Imperatori^ come zAlefi'andro ^ Seuero^Va^

ZJesfafiano il buono ,

@" Cerone
.

il peffimo

, /

qua^

tutti della ^Tittur a

furono fiudiofilfimi

Mafequimrac^

contar nji volejfi minutamente quanti fitmofif^'mi Trenctpiy. <S*fommi T{egi ci furono inclinati, troppo ci farebbe che di^
re
,

> molto lungo farei :

(jonciofia cof che ci

rimane indietro
jono fiatipo-

tutti quelli, che fino


chi

a tempi

nolrti f^f che ci


i

anni wian':^ dmoi per diutrfi paefiy

quali- grandemente

fiddet--

il
ft

DELLA PITTVRA
non foUmente delle belle pittureytnaefjlt hanno difEt perche egli fisa dagli httocofioro^c lecito il tacere
i

dilettano

fe^nato etiamdio 'unicamente .

mini grandi qualifiano


ti che infi

lor nomhin^
oltre la

jeme con quelli di moltifkmofi Capitanila qualiy

^T"

hanno col me\o

delle loro proue^

li

par bene Ihauer


ci

facolt difiiper moHrare in difjegno dipintamente di quelle co^

feschefino bifognemh tuttauia alla militia ,

(^ per

ijanno

firmando su le carte diuerje materieycon linee^ombre^ O* lumi 9

la maggior parte delle quali fono piante^forteT^^baloardiy

pontijptaggie^collhdiHanzs^ordiniimachineyCon altre tali infi^


vitelle quali per lor fi defidera^come neceffarie

afiper spiegarle
ejfireintefiy

tnmodo conqueflome^o-^che da qualunque pojjno


Attefo chefenT^ quejlafitcolt

non gli le pi ijolte prefiato fi

de da maggior loro^ non

ci

bajlandofilamente leparoUper i/pie

gare

lor

concetti^ O*

auertimenti .

Onde a chi cipoffede, con


Vtilifi

quattro colpi di penna efir ime bentfjtmo ilfo intento .

mi dunquejO* necejjarij ci fino rverar/iente l'hauer termini, *


fj)crienz^ di

njn

tale artificio^

dal quale nella pitturafipufr

giudi CIO di quanto gran magftero eglifta , come cof , chefia il juo ottimo principio iper doue gli ingegni eccellenti e^rimono le
loro cojeychefono coft
le

proemiane alle proprie, O* ''vere, che oltre

qualit,^* imoti del corpOjancora yifiijedegli effetti, (^ le


,

p afotoni dell' animo,quel moto depderandoffilo // quale non e m potere de gli huomini, ne meno dell'arte il darglielo Dicono
.

molti Scrittori, che Apelle tra

le

fue mirabili opere, dipinfe yna


O-fecefiupire

7jnsndi cop
tutta

eccellente bellet^a,che comrnojje ,

U Grecia

dicono parimente che la Imagtne cofi tenute

caraydtpinta da

Geufa

Crotoniati, era tanto al yiuo prof^ima-

na, che nella mente de' pi fauij di quella Citt,non era creduta
altrimentile non

quando e^i la toccauano,che Joffe figura di color.

LIBRO P.RIMO;
Jori
.

35

Mirabile Aduncjue veramente quejl*arte, quando njhn


ci in

prodotta da beUa^i^ dotta ??iano: '(s^fer

quanta rtueren^

tafemore le buone pitture tenute jofjho da buon Trenciptiqui-^ ut con chianfjimi efjempt dimoHrar fi puote (mciofia chefra
.

fnoltu <(s* grandi fi pan

mente

quelli^che s mirabilmente

fi 'vi

de mi\ n^emetriOy
gi aria, per hauer
erapofia nellapi

il quale

hauendo poflo

l'afiedio alla ntiti

di 7^0^/,@r condottola in efiremo pericolo , con animo


ri sguardo

iabbru^

a runa tauoladi Protogenejaquale


quella^ non i^i Ufci mettere il

dMparte di

fuoco: end' egli pi preHo volfi perder la Citta , che dubitar di


quell'opera*

IT^y

g* Imperatori parimente

haueuano m\

tanta (limale pitture^ che acqmHatele y fra le pi ricche prede ne' loro trionfi le riponeuano . ^tefii altres non furono men
fcar(i in cercar di compiacere a
i

migliori Artefici, con

loro fimi

furati doni)(^ conprernij inauditi, per cloche fi racconta^che ha

uendoprefentato Bularco pittore ijna/ua opera allude* Li-

didentro

la

quale mir abilmente yi era dipinto la battaglia de'


cofa ine(limabile,

KMagnetti:^ ilT^iil quale l'haueaper


Japendo
per (ine
egli

non

flejjo^che contracambio render li douefje , fi

rifolf

a donarli tanto

oro, quanto era il pef di quell'opera

n^icono molti^che *un numerojo tejoro njenne zAttalo k confu^

mare,per hauere <una tamia di Bacco, dipnta da rifiide, che


era tenuto ecceUentijJimo maeflro ne' tempi fuo
fti
I

Dietro que
il

metter fi potrebbe quel dono honoratifjtmo, che


all' ecce llenti(^imo

Magno

Ale(fandro fece

Apelledi quellafua bdhjfma.


quella co?2ofendo^
,

gtouene,

il quale,

Ufuprema beleT^ di

c^

commendando tuttama, fra tante che nje n'erano s che mofie quelite a dirli,habbitela in dono,che cofleibenficouiene a te^
auenga che tu meglio di me conofca,0*njaglia in que fiaparte .

Ma nm so chi lajciare in dietro^ perche

io

temo di non nj

arre--

car

54
car fk :h

DELLA.RITTVRA
Q nel
dire di rnoli ftgm d'affetone
,

e>* et infinite

graridc%?:ede quali dimofirafe fi Jono dn dmcrfiStgori^e Pr'

cipi/Poptili,^ Promncie a benefictOi^ afitnore de gli artefim


CI noftri
.

Et certo
,

eh* egli e tanto grande ti diletto

6^'

lajnrz^
e al

deldijjegno

che
il

ci

pare che a pena nifjuno

fi

tram sjenon

tutto ro-^Oi

quale nonhabbia ^cn certo defiderto fitto nell'a^


ejja arte per

mmQ di dmr dilettarjene ,eJJendo che


lo ogni cofii

Virt di quel

adornalo* abbelitfcej

coji

ogni materia quantHqm

*utle /tairtduce in/ornmo pregiOiperciQche ridotta,

mdiuerfejor

m^iodt figuralo di altra coja di magiReofiitte',dgmlJime fi tB gono apprejjo gli hmmmi d'honore ? Et per dir quello ancora
che purfi sa, che la rende jplendida^^ njiuaccper ognificaio y
CI

baftd ilgiouamento ch'ejTa n'ha apportato,0^ che tuttauia

ie

<zfiene

portare per

le /u

maramglhfie opere ^chefino per t^inen


conciofia cofi^che fingendo firap

ti alla noftra

Santi^ima Fede >

f refinta t effigie, le

paffioni^t martirljy

la

morte de gli huomi.

ni Santi, (^ amici di l^o: di

fr queHi doue prendono lalor Jalute, impero che fi'

che fipu dire che gl'idioti rne-T^ conofiano il vero camino > (^ la dritta yia per
li

modo

fin[i

efieriori ej^

Jendo l'occhio
fi ancora pia

il piti

perfitto^per molte njere, i^ belle ragioni^co


aU'ar/jore

commouegli animi ad od(o,


cofie

a timo

re , che tutti gli altri ificondo le

njedute^ g^ per no

e(^i Jup>^

plicj gramffimt^re finii <-uedendoiO^ qua/i veri,^^ in quelli ri

memhrandoi
alla

alle 'volte li fione

cagione per ci di e fiere commo(si.


alla deuotione^
^

Vera piet, <:^ da quefta tirati

al buon timoreyi quali tutti fino rimedij


lorofilute
.

^ mezj
^

O* m vltimo
ottimi per la
,

Ma finalmente di tanti

e tal fiuori narrati

per

mn ci colere (pender pili tempo


ilrmomtento^

intorno

n men parole ^an^

^i per conchtuUere con njn fiuo fingoUriffiimo teflimonio tutto

(^

quefiojardell'ifiefio GiesUiChri(io noftra

Signor

LIBRO FRI M
Signore^

O;
fi
della

?5?

g^ Redentore

poich egli

mede fimo

Al la/ciarci ejj)Y^jj<\

U n/era Jembianzji

Jm
5

comfi Acque Santa , (^,

Wiuma piccia dipinta


flice'velo
njo
:

con immortali colon fopra di

njnfem"

Miracolo 'veramente grandiffimo


il ti

fupendiffi^
della Beattt^

tutto

mondo ,
quale
e

io

dico il Santiffimo
i

Sudano

ZJeronicaj

tanto noto fra

Chriftianii che

da tutte! e

efreme parti della terra tengono

le

genti a '\omaper njeder-^,

fu concejjo per il mcz^ diquefiagran Santa^ dellot auale ci narrano le fcnttwe facre^ che ejjndo mojja a piet del SR^dentoreiportata da dmin t^cIo per mez^ la calca della turbale
i

il quale CI

del popoloy^ de' Sergenti a Gtes Chrtfio s'accofio^i^


fiT^letto
ilnjifi) afciugatoli^

colfui\

quelpanno tmpr efiala

da queljciugamento ne riporto in '-vera imagmenel modo predetto, si che


ci

a fia dimo(Irato cmjufi.on di quei ribaldi Her etichi quali njengono a bia firmar e cofifittta ar^
ancora bentf^imo fi difierne,0*
tey.efittrifiamente tirando in contrario fienfi quella Jeruent-,0*

pncera diuotionCchealle Imagini dipinte di Santa Chiefiafitro Mano ejfier con tanto affitto frequentale da noi (^atolici^^ Je^
deli
:

la

onde

et

narra Santo <iAmbrofio

che efjlndopofto quel

pan: ce Ho adoffd ad <un Volufitano ,

il quale

era gobbo ^per finrt


.

di quello fuJubitamentc fanato,(^ fatto diritto


ne^che

Ancora fitie-

d'^n ritratto

infimilfiorma di

Ti^, Sig.

ne fiiceffie dono
Si yide fitmil-

al T{ Abagaro^il quale riceuutolo con grande amor e ^ (g^ riuert


za^fiu fiubito

da ^-vna grane infiermita liberato

mente all' improutfi efierfiua Diurna Imagine apparita in Roma al popolo Chrtfiiano dipinta suynaparete dd Tempio di S. Sai ci auen uatoretQnefia edificata da CoHantmo Imperatore,

ne

il

d della confiecration publica^che


s' intitolo

Tapa Siluefirojece

do-

u che
tore
.

ilpredettol empio col ^loriojo nome del Salua


io fieguir

^la fi

pia

oltre nuolefjt in raccontare gli

fiu 'ypendt

55

DELLA PITTVRA
dalla,

fiupendi mivAcoUiO* infintthche cijono fermctodtHe dipnte


imAgini , flati conceduti

bont fuprema noi

(^hrifliani

C^ mafftmamente
Jta che
et pare affai

qm Ih della. Beatijjrna Verginetio flimo che


manifcBo^come per teHimonj di tantifuper-*
t

motto maggiorruolurncyche il prefente qui et njorrebbCiConcio^

htyZ3^facn Tempji

qualijkbricattfi pino Jolamente con

l'

of-

ferte riceutite da'fede li per ilor yotti(^ per le loro riceuutegrd


tie

immediate

Et perche hoggimat ne

pieno

il

mondo , pero il
.

dirne piafar ebbefouerchtOypotchef neyeggono apparir tuttauu

coneuidenti miracoli a beneficio dinoiChriHtani


fio,

M^
,

di ci

detto baHanT^a^i

queflofinalmente fa njero^ che la pit-

tura s per delettatione , per dignit ,

O* per grandezza
cofe^
le prim-e,

si per

ornamento almondo^ 0* per utilit di tutte le


ra per neceffita menta luogo non infimo fi- a
celienti Artefici ftmilmentefon degni^ C^

come anco-

(^ gli ec-

menteuoli

di efiere ho-

noratiy(^ filmati nobilmente ^con certe'^a tenendofi^che da co

fi

belli

tngegniynon fi debba affettare altro che nouita , belle'^^


,

giouamenti
giudicio

(^

merauigiie per doue efft porranno


,

il

loro

le lor mani

congiongendo l'arte per-

fetta alia natura.

Laonde efiendo conofctu-

te da noi quefte cofe douer effere ijtiliffime

ijQty efiendoct mani-

fefie ,

(^ propofito pa,"
ne
,

rendoci molto be-

non

ci

e par

per niuna cagione di douerle lafciarc

in dietro^

Che cofa

LIBRO PR M
I

O.

37

jGhe cof'riailDJfTegno^quantoeglifiavniuerlalmenrcne cefTario gli huomiai , 5c qual fi voglia minor arce quantunque in fpeciale cglifia pidcftinato alla Pittura. Gap. 4.

L / Ruomini intelligenti di quefe nobili arti^chepi


delle altre arti fi trouano ejjere'pnite infieme^
li
t

qua-^

fono i n?itton^gli Scultori^^ gli Architetti;p fo-

posjor'^attttittidi Tioler dare

^come

quello eh' il

lume

U fna dijflmtione al^'Di^e^Oy fondamento d ^ 6^ ilfofte^odtlle


effi^

fredette artty n fi fino curati efjere flati yarj fra


tutti tendono

poich

a vnfine

Onde

alcuni hanno detto douer effere

qHellovnaspeculation nata nella mente i


duflria dell'intelletto , col mettere

O*

*-un artifciofam-

m atto le fue

fi)zs-> feconda

tabella Idea

nAltri poi dicono pi tojlo dsuer effere ynafci*

cn"^ di beliamo* regolata proportione di tutto quello che p^ve-^


de , con ordinato componimento ^ dal quale
.

ft

di/cerne

il

g^^ba

ferie fue debit$ mifure^alche fi prouiene per


la to

lo fiudw

^ per

diurna grafia d'-vn buon dfiorf^primamente nato^ O* nodri

m quello^ le quali opinioni^ ^ conQderatiom tutte da noi fifi


come yn viuo lume di bello ingegno ^^ che
egli

no conceff , c> riceuutdficome cofesche per tal materia poco et import a^ perche folamente quefio ruogliamo noi che ci bafiiy che
ildiffegnofia
di

fa
al-

tantaforz^yO* cofnece^ario alF ijniuer fiale -.che colutichen

intieramente priuo, fia


la

quaf che yn decotto dico per quanto

mente noflra ne apporta l'occhio tifino al conofiere quel-

0f di decente. Ottima dunque quel coflumefu ^"uer amente ^ O* molto laudato ^chefi dice ch'era
loych'di garbato nel mondo 3
nell'et di Panfilo , che fu mae/lrj d'Apelle, conciofa che

per tut

ta Cteciafi era di^ofto ,

ordinato per decreto publtco , che

5
de nobili^ fojje

DELLA riTTVRA
afkm
t

f-le prime cof^ che wrt^'^nr ( doucfj'e


le
il

uU nelle [cui

fi pu comprenderey cheyn aC ordine pafjmdo pel giudico di tanti Sautj ^ quanti


.

segno Dij

Et

certo che

'

erano in quei tempi z^Jlimaffero


,

ci

le

douer efjlre a loro gioueuo

'

dt fimmo hofiore

Chauerneben notitia iloro figltuohiim


priuataifefrima
ci

perocheficome ctmanifefio/inqualcofal'hmrnnobile adope^

rar fipotria mai


tiejjc punto

o Jojfe ptibltca,

egli
li

(f ha

'

d'ingegno) nonfapcjje chefojjdendo

rieJca^O*

Te

fta commendato

certo in

niuna

Et

chi , che

non cono-

fca^ t/ che nonfappi-a.che l'opere pia mirabili,

^ Jupende per
,

[huma?2 yalorefiricate
fette di cofi alta
ditto degli
effe

i^ dal mondo ammirate ifanoriu<-L^irth

merawglia , f non per la.


ci 'verfatjjimh

(^ per ilgipoi di

>

hnomin in

(^ il compimento

Hate ftano per

l'autorit, 0-"uirtPt di coloro,


altri, fi fono pitti di

quali con

pruden"^ dominando gli


ciofia che effper ci

queflafkcolta ye
il deminio:

ncognofcitori,ZS' ne hanno con effetto poffeduto

conofcendo,0* haue?ido bene in

Con mente quan


di quel

to biafmo fi tirino dietro le cof

malfitte, s come auueduti, non


il carico

fjoglion mai fidare, che a lor miwflrifia dato


le cofe, chefono dt tal momento,

fa,che ff e

( portinof col' ^

termt del nome


commodarft,

Se dunque a queft Signori,

m animo di ac

d 'Titture, di fzibriche, di altre ccfe tali , per


efiere grande, non

doue effijappiano, che il dijfegno ^i debbia

da credere ,
^?2ali
efft
,

che

da

efii fi

corra perferutrfit

da gl'ignoranti do7^
ijede , perctoche

come da

infiniti ricchijfimi fitr fi

con njn faggio auuertimento,


i

^
il

piano fi muouono , (gT


,

ruogltonoconofcere quali pano


quell'arte ,

migliori

t^ li piti
,

celebri di

njdite,

n,>edute di loro pi opere

fattigli
,

f chiamare , finalmente gli effopo


concetti^

defderio loro

c> / loro
affatimi

O'con humane parole gli-impofo ^

che

ejfi ft

chino

LIBRO PRIMO.
chho ijnpoco fare
i

^9

ijpgn di quelle water ieyda qualifi[li^ r/itno poi poter comprendere qujinto mnari^ifta. da jnrj nella ec

xelicnT^ dell'operer^ quelli phiccititoli^co'ri ptaceuolt pr leghigli


ejjr t ano
710
y

k portar fi bene

m e (^e^^

li

promettono^

(^ giiojjeni^

da ej^i non per douerlt mai muncare ifkmrtyi molti danariy^ i infinite cortefie , s che efu per cofi fatte vie poJJeggO'^
che

no poi topee eccelentt(Sime*

Et/ fimilmente

al fibrkar

(i

fino difpdft y non communicano que' loro alti penfieri con t mia rat ori ne meno con i legnaiuoli ma filamente con quelli , ch&
,

pano di purgatOyO* bel giudcioyCon lo hauerne y eduli infiniti , O* an^


ejji

fanno che

fiano

nel dtfjegno e^ertiffimi ,

che

Cora che fano fiati confederati

da loro

m diuerfi luoghi

dopo

quali auuernmentiyriuoltofipoi agli iArchitettiy fi danno a cou ferire il tutto mfiemeycon i quali fiprouiene alla condiifione ,

&
le-

tndt alla impofitione chefacciano le piatite con le debite mifure


y

(^

modelli apprefi

di terra

di cartoni

o dfaf^icelle ^

perche kfaper quefio necefikrio tanto , che pochifsime fono


fnbriche y
le

quali

fi

Tfeggano fnz^
qualit

effo effere riufcite

buone

per Cloche con quefii fi Viene


fi

t ermmat amente alia refolutioney(^


,

sa apprejfgpoco

la

O* la quantit delle materia &*

di tuttala fpefky che ci njuolea fornir la fkbrica intteramen^


te

fimde fanno , (^ fi adoperano per le fio Urne , (^ in fomma in ogni cofa , che esfi conofcano da far di artificio fi mirabile y O* eccellente , le qualcofe fono poi godute da loro
.

Et

il

fe!T\a

hauerne dolor nell'animo ne pentimento alcuno

per-

che

il

commun

giudicio promette che femprefiano lodate yf^


^] C^T*

H^hefe la quiui mi fosfi promeffo nell'animoadouer diJendermi adibene intefe


.

commendate t opere ben finite

re

o*

difcoprir e

^li

importantisfimi errori y quali nafcono


io

da glihm?nim impenti y quanto farei

ben chiaro

il

mondo

d^ quali

40
de qualhperche
taccio
:

DELLA PITTVRA
egli

veramete per/o i remedijj

io pur

troppo 0^^

(^

dirfilo fonante

machw accie e

fino , (^ fi nje^go^

no ancora

ejjr

rtmafe intiereiCondotte con Jmijurat^


s'egli lecito

^ muta
a dire il

flefiiO*che tutt amafi conduce^ lequaln


yero} fipotriano

pm

pi efio chiamar pa^^e^^^ profontioni d'Imo

mni JciocdniOlcorrtui , che darfili forma alcuna che buona^ (^ lodeuol fia Ne da altro ti difetto di efje^fe non per efjero
.

di quefia ficolta intieramente priueydella qital fisa con quan.

ta accorte^ap &" prudenza il Gran Duca Cofmo nefkcefie con tOy^ la ottenejje: conciofia ch'egli fi compiacque nonfiolo di Firen'Ke eljere nel numero deli zAcademtci del dtffigno}
Ce

manjoU

ancora

efiere ritratto

al

rumo in njno de Hi quadri del palco

della

maggior Sala delfino palagio , che fedendo colcompafio


linea la pianta di Siena ,

m
-

mano fi mofira che mifiura^^


su talfiorma confo
tjce^

6^

che

(^ fiuella col Signor Chiappino^ che vt


, /

all'incontro^ con molt' altri njalorofi Signori apprefio

quali fi

tnoHrano tutti attenti per ydirlo , (^' certo che fi '-uede renden nelle imprefe tmpor fucile il giudictont He cofie magnifiche i

tantiffime per que Iliache lo pojfiggono

bene^^ tnfimma quan^

toeglifia eccellentefi 'vede

da queflo ancora^chegli huomin efi\

fendo fiopramodo nel conofeer differenti da gli altri animali^ co' fi quefit fono dtfftrentt da gli altri huominiper quefio lume^ O* ter CI niuno penfi giamat di douer pofiedere conueneuolmen
fi

te^(^ con ijiue ragioni di quefie eminenti yirtudt il lume chiaro cCijno intiero conofcimento n^erfo le ellez^eje gratie,

le^

proportioniyje egli non primafifficiente

me

(fio

per lunghiffime'

proue

Et perchefi bene ci pare fia per alcuni

fi come

infiu-

fi dalla natura per effer di gmdicio buono^non e da douerficreder e perocch piacendo a lui pi che agli altri ipn opera Jaqual
fia bella^O^bene mtef^ch'egit perci ne fiappia addur la ragto^

neh

/LIB'EO PRIMO;!
,

4t

^eOipieho'ypercioche'queHo l yffitio folamente de projeffori^co

me fisa daogmuno, i qudi fi &* me?20 p foprauAn^no fra lOYOifecondo che i'njno pt dell* altro fftede ildtjjcgno perche p
,

il proprio fuo effetto

edt condurre con queflo tutte le cofe^che effi trouAno dalla, natura ejjere malcompojie^e mal fkhncate a gtutermini con lefue debite proportioni,
y

fit

(^ mi/itre : auenga che


il

p'^^de ajjafpejjo

che efja natura produce turpifiime jorme di

huominh^

di cefe ^laceuoHi le quali vedute per


,

lungoy/o^

non punto conjiderateje ppajjano njia

Ma/e nelle pttu^

rCy /colture, fihriche

yi /i comprende co/^per

U quale/i /ap

pia di certo , che non compart/ca allafomma ieHez.^ di quella


i/ecie, di/ubitofegli

appone

^^ ^iene ilmaeHro fchermtoper

@' ff?rez^to molto, e^* di tal/orzji quefio to/lume,che f li/kfen'K^ vn rispetto al modo, maxime quan
que/o dalle genti,

do nelle pitture non fr arriua a Tfn/egno conue?iiente,perctoche


fTiede <una co/a e/fere fi tien per pr9ueri?ioantico,cbe quando dt e/irema belleT^zjtt ( fuddire que/la co/a tanto bella^jejlh
,

tanto bene, c he /e la fof/e dipnta non potrebbe

Bar megli o : doue


e^rt^

em&mo fi dinota^che con le pitture fpuote, (^ fideue


tner la belle?:^ per/ett amente di tutte le cofe
,

tuefia cognitioue njtenpi^/coperta,

Ma percioche

cono/ciuta nell'huomo^

che in altra fi?etie,per e/fr quello fiato con maggior perfetttone

formato per le mani del grande Iddio,


elude,

tS'*

per chefi dice

ancora efi'er modo,0'*mtfura di tutte le cofifcon-^

(^ figiudica ,
rtu/ctre ti

che colui ^ che con mag^

gtor di/jegno /ormar lo fapr, eglipof

/a

medefimo
,

in ogni

altra cofa

cominimre

diqueHa*

rott

41 DclFongne della Pittura , & delia diftintiottc di in parti, con vna breucdiffinitionedicialcheduna Cap. $,
.

DELLATITTVRA

efTa

,^ GLI
^^p
^i

opimene commtineiOiQuamhonoratHciegll
e che

Scrittori pi' fkmofiy che

Bgitij

U /4a originefi fia canata dati*ombra


<-un certo T^htlo

U IPittHra fi trouajje dagli

de U'huomo: laonde dicono^che fra i primi ^lif

de Egitiio^^" njn non so

chi Cleante Choriniio^


i

^
.

che Ardtce,

O*

Telefino fi tengono fia

primi che ne fkcejjero t/fercitioy


(idica/folamente

(^
j

ci era con le lineer contorniyche

Ci fina al
dice

tri poijchefi

hanno creduto che fi

'^fiilj manT^ aldiltmio. M(t\


il quale

fecondo Tliniofu tinuento re Gige L idio d'Editto,


che ejfindo al fimcOi^
hone^e contorn f

viiguardando la [no. ombra^tolfi

yn car
*

Dicono poi che Eumaro Atenefi tra-* n la va per contrafire il naturale , @r che din nn^:^ k quefto Afefjo :

follo dorofi ce glorio fio il pennello ^

che Trarrfio EJcfi dopo

qualche tempo li pofi tanto di lume^che la ridufi} a bomfjmi ter minhO* ben regoUti^dt maniera che co^ l'n^n C altro ^ quafiche

A gara,

tuttavia giungendoii^ fiprauan^audo, fi ^ide poi in


^

p'Qgrefio di tempo

dico

mediante l''^fio

^^ l efierimento
ci chiaro,

che

per Henne in

titnta altCT^^ychefi pu dire che toccafi gli

njlti-

jni elremi in dimoHrarfiper/tta^s come

per l'opere

miracolojeche fece ^Apelle^^) chefi raccota fi,mtlmente di Geu finte con fi^con gli altri chefurono a qucltempOi l^ cmfima
chiariffima njoce per tutti tficoli
,

fi T)ico?io ancora ch'ella fiu poi

trasportata in Italia dopo

le vittorie

di

Marcello di

Sicilia

Ma io qtiiui non fimo di


cipio ^ne

douer dire a minuto tutto

il

fuo prin-

men
i

difiguirpm oltre d'intorno a quefloypercioche qui

Il imo che cibafii

a fiapere filamente^che tali furono iprincipijy

tali

primiitiientorijlaonds

nepei creficiita m tanti modi$ ... -_


..

/LIBRO PRlMO:o:
ft/ mdniereiche quapct fino infinht^deriuAti tutti peri

>..

da que
pa'

(iiprmctpij

che detto

habiamo^dimodo che offendo

cojtyci

rea noi manifeflo^che tutta qtteft'arte confifi a


le

cinque partSy'

qualifon q u fi e : t ldffepio^

lumi ni' ombre, U colorito

compi ment o^

y^

il

f quefi

come fondamenti principalifaranno dA^

rvomel

principio comprefipt ficilr/iente farete capaci deli'aU

tre CG fesche defi:riueY

dobbiamo

Diffinirernole

adunque

cof,'
per^^

Ildijj'egnoprejjo di voi far a

ynapieor^inatione confiderai a

prima fino ne cefiarte faperjt^ per douet cwdurref opere nel fio fine a bafanza, la qual preordinaiione im asinata prima ne Ha me?itey(0' conceputa dall' animo, dal '^udiciofi rutene a porfinalmente in atto per njarij modi su li fi^cciort-ffatj delle carter^ il che fi fi con lineeJumi^ C^ ombre-, i?t
tutte quelle cofe^ che

'

-^

componendo tuttauia fi difictiopra bene effrcfio tutta: quel' artifictOiche prima fi era fibrtcato da quello ruU' laea, che
tOrntOi che

fono quell' mu emioni, ft^ rnaterte,che fi tentano , ^' che gli fi dt btfogno per l'opere fue , ^cie che li ferue fempre come fi,
\firificorta, ay* guida

quafi infallibile

W iremo dunque

tutto

quello efiere diffegnOiChe s'efprime per f/mlvieyO fia in carie pie


colobo grande, o fia lineato, ouero

ombrato dt qualftnjoglta

tin-^

ta^o materia, pur che non njifia alcuna diue-fita dt color hfimr

che

predetti, che fono chi^.ro, efim o

lumi poifieno quei chia

ricche nelle fimmitafi dmno fi'a le linee,


;

O*

le

ombre in quello

che tuttauia fi difregna > / quali fi cauano da' rilitui, ouero na turali ritratti, che fiano a buon [urne . Conciofia che in efii

con ragione fifi alterar lafiuperficie piana mirabilmente , C^ (i fu parer quello che in effetto non . L e ombr e parimentifiono

quei Jcuri
dt dentro

quali oppoft a
,

lumi fi danno

ali alti a

par te. pur


,

le

linee

cauatt

ejfi

ancora da' medcftrns rilieut


loro,

di

modo chepofie

co

bnon gtudio ai luoghi

fanno

il me*

G,

defimo

y
,

44.

DBULA flTTVRA
t

defimo effetto

the de' lumi

nW alterar l'attraparte

di dettaft^
i

perfide i s che per [artificio mirabile di qucftt dui eftremtipofli

O* dati che fino pm,f^ meno gagliardi jfa cht ttuto


:

ci che

'

fi-

diffegna fi rapprefenta a gli


cofi

(^ccht

m modo qmlfiysde effre le

^iccate-,^ yere

l colori fino quelle tante,

cefi diuerfe-,

materieideUe qualifiJerHe^i^fino cpnofcmte da ciafcunoychee-

yfi a dipinger bene y le qudi mpiit tempifonofiate fcielt e y raccolte^per poter trouar mneffi le n^ere unte di qmlfi iJogUi\
cofiyche fia fimde al nati^raleyC^ al

^luo ^

di maniera ch^ pe^\


,

njirt del bianco0* del nero


fi, fi

qt^ali creano lefi}etie dtefficolo


.

Viencauando tutto

ci

che li fa di mefiieri

Il

compim enio
.

efremtAdiligenT^per'la quale fi da l\l fi quella anione timo fine alle pitture, di modo che tutto ti corpo rutene a rima^.

^^

nere accordato, O* ripieno d'^una fiornma ijmone

^i

quefcy
breut-*

funi adunque noi intendiamo douer trattare con quella


thiO* chiarezj^ che
ci

far

p (libile

Dcgliaucrtimenti,che fi debbono haucre intorno qucW, lijche fono per porfi far queft^arti: Delle gran, difc. culr,6c fatiche che fi proua farli eccellenti , quanto fi debbe efTer circonfpctto, 6t prueduto circa le co fc neceftarie perla maluagit de' tempi. Gap. 6.
.

&

Stimo
le^

nobili Giouani^chefia

nonfilam ente

rutira-'i

ma

neceffario prima, ch'io

vada pi oltre,

di

1 gionare alquantofipra di alcune coje

a beneficio de'
la

principiantfjche fino di qualche momento, (^ mio giudtciofior


fia co/a che producendo fi delle maggiori , conci

natura nelle
effet

;v

perfine diuerfi(piriti
ti

cofiijno

pi4>

atto ancora

diuerp

ddr altro,ficodo g' infiuffiloro^O* le loro inclinai ioni, ^peitx


CIO

;j

LIBRO PRIMO.
\ijlf49

4^.
fi a?2o

giudico che non iutti gli mgegni de' gioHdni

rtn
.

modo ipejfo acconci,^ atti k douer capir bene fwnl'ur , come


iur troppo dijJiciliiO* ingegno/e
^i nHerttmenttjO [tano
hjubbino
t
.

Et per dirne ti vero


t

che

aque

padri

lor

parenti che ji fano^che ne

cara ci donrebbono effire fifrarnodo molto confdcrati^

|jr circonjpettt

fo principio ananti il

Conciofia chefer centra^

^0 ilpi di efj pare che non ci mirino punto >


^liuqlyche <-viJtano inclinati^
*tOi O* fi mo Urano

ma an\i/e ci fono

ejji

padri fono di cojpoco giudi--

cof accecati nelle auaritie: ne* bf/ogni,

nel

llignoran?^ di
'

ci,

che

m vece di porger aiuto gl'impedtUono ,


li
-,

finno perci fenz^ ragione f jhfjpen ?|V ben mille T^oltejil che procede ancora m molti per non ejjere ftf:^^/ a Veder gli honorath^ ytilifiniyin che fogliono cadere
//

ritardanOiS che

^l^efj

iprofeljoriy

quali

fi

fk'rmo migliori ^

(^ pi

eccellenti

da

^ii

'he

altri : Et perci mejjofi i Giouani pena aU' ho n orate fi ti'-' di queW artiiffe.ntonoin breue effere mole di^ intorno flati

nille

^roniycolgidarliyche

e(^t

douer ebbono fkr guadagni a

mi

sHto^O* proporli mianT^, chefkr doue^ero ogni vUcofa^purche


il

quelle (pigli affer

danari, arguendoli ancora, che ilfkrdij^

"epnh piante, O* modelli nonfano fi non co/e da fincuUi , ft;^ il inunpre%7^, deldefderw apprsjj che effi hmno dello flu^

ito

ardentiyin che

effi

JJ/erane douer fire


li

m F ir ernie,

(^ pia iti

Koma
^ono,

mirabili frutti^ quefli tuttama

ributtano, figli oppofi

O*

li

tirano indietro,n njogliono

mfiomma che cifia al^

iroyche

^n confum amento di tempo, z^ <^n perdimento d'opere


,

w^ di guadagni

s che

di copfitte beftemmte,

maledtttioni
,

mfino ruedute in tanti,0* fono cofi commune a


\^uei pochi che vi riefiono buoni,

d nofri

che

ffin fitti pi per l'afiduojlt


aiuti, q

itoy* col patire

da f molto bene,cheper njia di altri

m\i che riceuutt habbmo da ninno y Dunque prim^fiar beni


che

4
dall'animo degli

DELLA PITTVRAhmmmtiche dette fifono ,


tj^

cheimotiiamo tjueficjcocche pif^^e^con quelle dure nfpre'^'


chefano piit

uertfti per l'auenire dipreftarli contteneuoli aiuti,

riguardando

a luogkhi^
Ji Jiano

alle fati ih s loro

volirtyper le cjualcoj
aff.it tiy(f;J

eftreme,^ alla durezza de' tempi non fi puh efprimere conparole^quanto ejZ

.]

dinfopportabil dolor ripursi ogni njclta che

coni a^rez^a dellofiiidio gli ^lene accor^pagna-o il pefodelA Tjecejfityperctochefi pudtrche alf borati tempoje fatiche^ O*

',

tfudori

fj fianc d

ef

ilx'fiquafichetn vano. Mtjurtfi

adun-

q u prima bene qual

Jia di quelli la futttgliezsji de loro /,

?egm dy quale il gtudicto

comepano bene acuti ,


ci fQ7o

Jueglia

tt,0^ atti tn caprle enfi che

dentro

difficili

O* ardue y

&
ia:

4:/y>r^6)

quanto

wi lano

dalla natura inclinati , ilche ficom

prende

affai col

cederli afJldu^bramo^^O* pieni di defiderio

torno alyoler jkr co/e honoreuoli^l^ grande ^O* comefia quefi


conoJcimentOiS' intende [emp e per quanto alla loroetaficompor

^ quanto
(i
,

ci

fi

a necejjario

ci

e mantfefoyconciofia co fa, che

col tempo

deuepot approuar quefii di eereftati inucfiigatori


natura , col rapprepntarU
opere che ejfifynoperdouer

Accortiffimi delle pi belle parti della

poi in effetto per gli difigni,e per


fare

le

,]

* mettere tn pMico, fottoporle algtudicio d'huomin Et perche quefte cofe, le quali fon quel Jauij (^ intendenti le 5 che nel vero ijengono negate a g' ingegni incapaci O^grof che come eff fiano f n'affaticano (li O" fimilmentea quelli mal volentieri , s come fpreT^^at ori di Je ^^ delle loro arti
i
,
:,

:]

hfieme

(^ perche et ancor maniJeBo


ejjere infinito y io
io

che

il

numero di que^
,

Ri idi fi tr OH A

^^o cofi dtjcorrendo


il

O* certo e
i

ihe non a ca/o, poich

cono/co bene quanto fia

danno gra"
quali con

wl^imo, che iji apportano quefit ingegni


tra ilgenio loro i pure anK.i

cofi balordi,

cafo^ per dir/orfi meglio per


necefjitai

R O

O;

47

te[Jtty'p'Arper loro

fropriitfciocchex^yocoms ft/tUi effipef

Hnti biAfmi nonJt guardino intricar/i s sfacciatamente m co nouU'cirtei (^ tanto artifictoj^ti con / modi predetti M^ quan fi
.

to/ariitp'^r bene
i

con quanto fili lande ,

O*

honore mi creda

adpvArebbe f fenz^ efji[t potefje rimaner in modoJc io Iti )f per ^li huo:ntniych'e/Si nofojjero chiamati/n} adoperati per qnat
,

tofap fojJegiArnai,perciQche di co/loro y er ameni e parlando ^ s come danno fa e quella turba di do7:^na,liJa quale fcnza Ulte

me del buon dijjegno fi ojferifcono

di por mano a fkr e diquefe


cofciofia che fegucndo ([Jl
y

elioni in tante honorate imprefc} frof

tHttauia folo la parte dell' occhio del njolgo


lor

(g^

dtf)omndu k
lor

cogitala maggior parte con le loro bruite ^ C^/oTjTje pittu<m


y

rcy adcfcano quelli per le ijntejijiuaci

(^

It

fknno dire
c^* le ajfe

modo i
caf de'

di maniera che le pi yolte effifono che imbrattano le

Genttlhuommi

^ confumano
bella

le

techtefe ,
7ja
y

4 talch mettono quefla


,

mura ,

neU nobil <uirtu in rm^

perche di queft fi reggono tuttauia le Jflorie loro ejferefen^a ordine y ^ fenT^a componimento ^^ le

O* la profondano

i&ii'o

figure fn-K^ le debite mifurCy O^proportioniy

(^^jugi*
mettono
i

memi , queHi fono


te y

che pongo?2o le ombre crude^ y

(^ termma-'

'-VI

danno i lumifenza^hauer ne

notti iay '^i

colonfchiet il bene , per piacere a balordi ^ s che preueriono in

fomma tutto il buono

che alle buone pitture fconuiens. -SMa

'fiportanoforsi peggio tala^olta nell'opere fatte di fcoltura^per^

\che diffongono le figure fen'K^ yfare


fure ordinane,
le

le

proportio?H
li

olire le

mi'
eh'

quali fono quelley che


y

danno la gratia^
il

procacciaiay pi dal buon giudtco

che dal

buon difjtgno pro^

uieney che per le leggi dell'altre

(^osi

s'affaticanojie
,

mede

fimo
the

alle

fabbriche

all'altre opere d'architettura

pereto^

ef^i

non conojcono la qualit,

delle regioni ^

ne meno fan?2o

terminare

4
TemjfMfei pti

DELLA PITTVRA
nelle poftture

pom'^ tftimento a fYofQnio^ie^nonfkmio elettmie delle mait erte m^


lo

de' luoghiynon diufmo

glioriinonfcomprtono

le

coperture con njguulpondij,^ co'mo

dtntcejpirij^n findmente fanno Accommod^re yii collocare

yuoths come fono porteifineJiret(^ fcaUi/econdo il bifgnorU


(petto a foliiA lumi) O*

a yenti bmm^euero catiim , a tal che

cofi lucendo ogni coj a dUclecii^s'ingoffiJcejl mondo

m ogni par
mate
in^

itiper doue eft pongono


YiCy
le

d lor gmditto ,

o la lor linguUiO le
co

mtim

Habbifi dunque cura, dt non por ut

fimt^

n^olgari ingegni^ atte/o che

quahnquefi

fi ojcury fia di giudi*

ci mediocre,puo^

molte fcenzs^ (^ ^Tti imparar hene^ O* con

mi

ft quelle di fior fiitica^tempO)(^ jpcja^ di quefie^per efjer co

rego

le npienCidi precettilo* dtnjolumiide' quali li poljno con lor commodo feruir fempre ^ e> ejj'erne fapeuoli bajiania ^per il

che notiffime
fio
ili

ci fono: le

nofireper il contrario poi quanto

ellefia'^

di CI difagio/e,
quelle
'vie^
.

(^ btfgncuolii O* rnafsime di quei modi^

che alla pittura fono necefjarie^

che gi (t det

to di fopra

7^ io "Zfogio ancora lajare in dietro que fi' altro

d'auuertire non

con^glio^come cofk chefia di qualche momento quefiofra ci metter giouani che ano troppo delicati^ ne fi
troppo dehil compuntone ^di modo che ogni poca difatica

y^

meno di
0^

di difgio li fccia nocumento, effen do che fpefjs'Zfolte pd-fi tifcono molti incomodi per pi cagioni ypercioche ella molto dtf

ferente da quelle arti,

le

quali s'acquifiano flo con l'applicarui

']

eguale lofiudw) C^ la mente fen\a hauer dif

fcommodo della T?/pocomen [ta l^

taloroi imperochequiuimt par efferficurOi che

fkiica dei corposo* la rnolefiia che della mente ctfia . Cencio fia cofa che s come necefjkrio a* buoni Toett il njeder m9lti yo

lumi di

libri, t

quali trattino

damatene diuerfe per aiuto dipo

terfar belle ^ e> riguar de noli le loro opere,

compofition'n co fi,

parimente

LIBICO primo;
idrimente e tenuto a fkrCi chi
e

4.9

per donere udoperar/l /uffcien^

Zanelle pitture, per cicche gantt che e(]i fono buona intlltgen
1

tia

neldJiegnOi^ che fpeimentato che hanno bene


trottar le tinte migliori
i

colori

inpm

maniere per

(^ pi ruere

gli poifor-

^a, '-uolendoprojegmre verfo

il fine della perfettione s

come fide*

u di conofcere,(^ dimdere diuerfe maniere d' opere ^dipinte dai pi


I

eccellenti noftr
^

moderni ,
colon

dalle qnali

'vnir le meftiche

(^ i

fiammeegiantti O* piaceuolt,
de' lor componimenti,

ppiglia il lume "vero di dmer(t infieme che r le fchino purty da f parimente prendete modi
,

abig liamenti, che fono ^parfttn quelle,

accochepoinel jkr
eflendono
le

le fue
:

rimangano fen%a difetti ^ per quanto fi


paeft^

for 7^ loro

Ut perche que He fon fparf in pi

@r Cut a, gli
i

ne Cesario di andarli con pi tempo,

Q^ con fi enti

k minuto <i0nfiderarle,t5^f; gli pofjbtle prou^^f aiimitarle con


colori^

^
lo-,

m tauoktte

in carte

tutte,

parte le co pi belle f

li, co ni paHel

con aler materia hauerne copia per poter

fr

ogni: uirfene pome lor bf

nmen

gli ci gioueuolc

queflo

ma molto aiuto accora acquiHano nel d/correre


flr allaganti di co/e caricctof,

de' paefich'ei
,

ftnno , percioche tengono Tjedendo diuerfe altre dipinture

modi

@r nuoue ,per le quali


,

f gli

afftcura pi la

g' Ignudi

mte-,^ fi riempie di pi honorate materie, C^per


per la copia delie co/ -oniuerfili

ne qui
,

ci '-uale

Udire che fiano bafieuoli da per tutto le co/e naturali


ogni luogo fi troni,

che in

che colui
,

e njeduto imitarle bene


che fi- noi fisa,

tener fjjiciente, il quale fi fi pu il che non fi concede cofi di leggieri^ per


tutto fi^uede, che e difpreT^to quel

(^ da per

naturale^ ilq^ale non da maniera antica^C^g^lia^-da aiutata.

f nefiruc per tutte le cfefue, per ci oche dagli effempi del Icfcolture antich^'ypi Volse da noi confider' e, ^eiuto habbia^
chi

da

monche

la

natura tuttauia decimando ytrouaf per gran tempo

so
^JJerfi co/i

DELLAPITTVRA
fattamente
ingoffita
,

g^

mcecogntta per tanti

fnodiy chea pare che a fattea dopo

^n gran

numero di per^

Jone 9 ^ dt tofe fi trouino corpi , o membra di tal quali'" ia , che fan$ per douer effere approuate fen^^ aiutarft dx
rvalent' hmmmiper buone
,

//

che quaft

il

medefimo

de' co*

loionciojia che t buoni Tittori hanno coji ben fcielthC^ raccol


ti

dal fior delle naturai b e llez,7^ t color pi leggi adrt^e gli hann
,

ofi benjparfifer le loro opere ^che con la ma?iie a


tio
efji

(g^ colgiudi^

hanno furato

ti

migliore di tutte

le

tnte^Lt perche (t come

men delle altre con* uentent'h necef^arie chi perjarfi Eccellente, Di donde ci nafcepoi che di continuo l'inte letto yien rimofjo^^ tirato quan
tal cofe inf labortoftffimefono^ cofinonjon

do dalle tmaginationiicheci fono variet quando

dalle

noue co^
t

pofi(ioni.,(^ pia molto ancora dalle qualit^ (gr materie de

co*

uri da' quali le pm^olte [i trouano affretti di nyenire

alle

pr

O ^

ue,0* a porli

in atto per ordtne con lo artificio delle meftche loro

con la deflrcK^-^ pratile a dellamanoyper la qualfatichey


diffculca CI fiato che

difcernerfimalhajaputo qual mag-

gior indiiftiiaiC fatica fia quella di yno eJpertO)^ chiaro giudi


iio intorno alle

tnuentioniy^ aidtffegniy ouero diyna perfeti

ta cognitione de i yarij effetti chefanno


^qualfia prattica-,^

color i, infieme

con le lo
la

ro diuerf mutattoni-, opure di yna/ciolta

O- diligente mano,

benfcuray

la

onde

egli e poi in alcuni

acca^

uto che per la troppo loro cursofita

di njolerle

m tempo breue ca
di

fide

tutte iche fifon veduti rimanerli la

mente loro piena

yna

confufionecofiHrnna^

appreffodi ijna fi anche%^ tal nelle

tntmbraiche perci di ale^riif fin dimofiratt malenconici, di fa


ni infermi-,
e di faiiij che

erano diuenire capricciof\

biz^rri,

conciofia^che con quanto furore fi ruuole affaticare CingegnOy

quello tanto
\

pmfintarda^E pero egli

bene

effer citar fi con

mode

rat ione

iiBR primo;
ratlon

5?
fi fatte dtffi^

^animo in tutte le cofe^ O'Jpecialmente in co


ma
di
ci

tultadtiO*fatiche ^comefono

quefle-, ti che dico per coloro che

con

gtudttio fono bramo^ di fo^^derla bene ^

fa detto ^

bafan^

Che fi dcu e cominciar dalle cose pi facili, De* quattro modi principali che fi tiene diflc-.
gnare,Concheordinc, Scmodofiri-.
trae diucrse cose,
fi
:

Che materie vi adoprano,&in che confide la imitationc nel


fare
i

di (legni. 7.

Gap.

Or

f come

ilprincipio

del nutrimnto de

corpi z^ien

guidato dd latte ^

(^ dalle Cunne^

cofogm erudition
t

dt qualunque arte di neceffttk incominciare da

Juoi prmcipij, quantunque fiano deboli^(^ leggieri^ne per certo [

debbe hauere minor rij guardo alla ebole%a degli anirnh cheffa
glia hauere a

Et perche ^f come fi detto che l'arti tfleffc pfoghono vigliar in due modiy l'njno mediante U neceffitk della
i

corpi:

materiaj* altrofcondo la bella idea, noi perci di ciaf una in teti

demo trattar minutamente ,

accio ogni

dubitanza t che col tempo

njipotelJ dar noia '^i fifugga ctauantij Et prima da auertire colui che fipone al dfgnOi che inarid egli /ppia leggere,

^
,

fcriuer

bene

percioche
, ft

a
,

chi

pulitamente (i

auez^

di far bel carattere

giudica^

che come qua[i ci fa fvn

non so che di buon principio


tajto

che quanto ci /accia meglio


,

maggiormente
cofe

prometta: di lui nel difegno


le

(^
,

nelle altre

che

dourmno pafare per


aiuto
,

/u

mani

perche

confider che quel poco

che pel continuo

rpfe^

7i
rvfo

DELLA PITTVRA
,

p acqmfta, dd jkncmllx nel maneggiar bene U penna


le lettere bene^
li

netjkr

fiaperfkrpm ageuole l'immitation dd


le coje

difegnOi trouandojt

ad immttare fcriuendo in parte


ben notitia di quelle

aL

irmene meno che lofcnuere ha di bfogno le molte lettere yper do


uer hauer
col tempo
co/ che lifia necejja^

rie fenta tlbijogno altruiper metterf in ofera^ouero in dijjgno}

aceto la gente poi

non

lo

tenga come

vn

ignorante,
i

^ ^nda
i

foco s

Et per certo

pochiffimt fifono trouati

giouanit

quali

-ver ^ fiano Bati yalenti nel dtfgnoyche prima nonjojjero ben fati neltlftoria^ @' belliptmifcrittorii ornamento in njero mol
to decente

k quefe bell'arti

Ma perchs

dijjegm (jknno per

'parie o^/^,

* con diuerfe materie a compiacimento di chi ben li

fanno , f ben (njede poi eJJ'ere mfuflantia qualtnjiiflejja co-^ fk^ nondimeno noi per leuare ogni conjujlone , di quattro modi /blamente ci par/o di douer trattar quiui > // come modi primi

fallii pi all'^/o moderno adoperati


cerno
e/Z'er

Il primo

adunque di*

quello che /ijn con la

penna /olamente Jratteggian^

do, douefvede che Vanno l'ombre ;

fifa su la carta bianca

O* fimile a quei diffegni che /n


carte
i

fktti/u le

Bampe di ram e

Il fecondo co n l'acquarello in yece dcU'ombre^/u le


coft il

medeftme

terzo quelT

ifte/fo

ordine

ma

di ^tidsolorei_per /krui apparire fiumi


li

fu le certe tint e nelle fommita, i qua


principio

yt/ono di pi che agli altri ,

l'yltimo yien fatto col lapis

Tofl'oij nero . Colui dunqne,

ilqudnjorr dar

a dij/e

gnare , preparato
ti/kciliy

ch'egli

s'haura li debiti Brumenthgli e nece/-

farlo che prima egli habbia alcuni ej/emp^che fi ano/ut ti di trai

da huomo pratticOii quali danuo volentieri qualche co/a dell' hmmo^per e/fer pi riote^ che fon o occhi, bocca^
/ottli

orecchie, na/o ,teflaimA7?iybraccia-^ (^ altre firmili e


nod'efjfclje prima,

qual/a

v-

imitar 'vglia, e be n che auantilo confide r

LIBRO PRIMO.
wnpocy dipoli pigliato ti piombo ^ ouer cannella
col

$j

Up

nero

ornimi leggter le^^ri a jormAr tutti profili^ O* i contorna per imodi diflinti, fecondo che epitelio fnza accennare i tratti^
->

che feruono per t ombre y

coftfinito nella

medesima grandetta

l meglio chefipHOif ricomincia dipoi ritornare un'altra yol


Pa fopra^ con cercar di ridurlo

a miglior forma , calcando ijn pe r


s

co pi, il piombojopra^ ouero la pietra che (a prefitte linee

di maniera chele
nell'efiempio ch'eegli

a punto fi conduca come tuttauia


,

gli imita

fi ^ede ^fi che afjicurato da quefla

corta f

habbia ar

dire di pigliar la penna

is* di profilar cjuello fot tiliffimamentc

fino a che ^ede hauerfinito tutti i contorni,


uefitre ancora
i

in cotal guifde^

tratti con la

medefimapenna^ g> con ogni diligen

ZA imitar quei modi^ O* darglieli per quelle ijie ,

per quei

'ver fiy che teffempio gtinfegna , formandoui di quello ogni mint^ ta cofa-i anzi ogni punto^ che quello njede : Conciona co/a che

tutta la forza dell imitar e confile informare ilfito cofibenetche

offe

pofjibde

nonfi pot effe per ruerun modo


.

cernere qualdi df

guei du efofie l'mmitat o

yienpoi Cofi col predetto modof k formar molti , per fino a tanto che la cartafi recede ejfer piena^

(^

CI

fi fkperaueT^rfila

gito nella

cofano*

men te-, hor yn altra formando

me cofi f fguita poi qualche tempo , io dico hor yna


mano ,
^

perche fgl'imprima

per fitio a tanto che fi '-viene ad

hauer cognitione delle cofi miglioriy


re
io
i

indi fi permene alritrar


i

dtjfegni^che fino intagliatilefiampat fulrame yjopra

quali
co

^vorrei che tanto fudtoy e tmpo

"vifi douefje porre yquanto effi

nofeffero effer atti

a faperli imitare .
io

Hor quefio modo fu pia yeffi po^

fato ajSai da' Tittorip affati cento anni fono, conciofta che
co altro

yfauano che i ritratti, ne

perci la biafimOiConciofia che

quefla fvia mantien la


;

mano

dejra, leggi eriffma,

C^ficura
//

4 molti poiy per la furia eh' effi hanno

(^

difjegnare ,

raffrena ,

54
O*
te
li

DELLA PITTVRA:
tiene

meniti

percioche pofto che fi fono


,

primi

11-^

neamentii o <^ero

tratti

doue

fi fi

ano ,/e quelli per /oT"*

non ^engot ben


e(fi

tifati^

prif luoghi loro^

non

li

oche non a punto ipro^ fiano poffino gta JcanceUare, che non vi

refii la macchia^ opaco,

o molto che fi fia,

onde cofk fchi


fi
,

fa, e brutta h

ritornarui pot /pra di nouo,

colta Jorfi migliore, che molti

non filmano

ancor quejio di pia, che rie/ce molt


quelli
i

^ optile, ^
i

che quefiafU'^
to et

trono

ijp e diente

pef\

che fanno

cartoni finiti per

bifognt delle opere lord

(^
to,

apprejj per le

difUculta, dilli ignudi, e gioutuole


quelli che

moU*

fi fogUono Lucrare in frefco Ala di poi perche molti in ci fi per fZfolerli finir bene . perdono troppo , io non intendo , ne manco configlio niuno p
njogliA i nvaghire su quei trattolw troppo inuti , i fi in alcune carte in come quali , fono fiampa, fi fono di quelle
che

O* maffime per

d'Alberto Druero, di maniera che

da

effi fi

confuma

il

tem~

p, per non fapcrfi leuare da quelle loro minute'^e , perci che, Je ben quelli fon beUiffimi a yederli , quanto aW njtile
poi,fono ^to ueuolialli Intagliatori
,

ma

non a
'vie

i
,

difjejnatort >
le

quali

li

deuono
edite

effer

moflrate quelle

quali per

effi

fiano e ff

acquerello fi

, (^ fen^a fiento . deue tenere Itfitfio modo


i

Cefi al dtfjgnare di
,

eccetto che

finito

che fiha di
t

jar

contorni, in yece dell'ombre

ncn fi yfi pit^

tratti,

ma

qutui

fi piglia wchioflro fchietto


,

O^ buono, (^

queBi due efinmi bene che fi faccia almeno due me'^y. , pi chiaro l'uno dell'altro , le qudi ombre e coHume m Roma dt metterle in (occhile di mare da idifiegnatori che ^vi fono , di poifi pigltanodue
dell'acqua chiara
C5^ con

pennelett i di Fato

quali ligati

O*

acconci inficme

, ,

(^

conficatoui dentro <unhafiareilo che ben filano fretti

con

njno

IIBROPPvIMO:
U
,

55

fffid de qudlipofe li da l'ombra chiara (^ con l'altro immolatolo fteU'ac^ua di Jubito^ 0*fticchiatout di quellatl fuper

fluo

d,tta

ombra fi njmfce

(i sjurna fot

ageiiol

Jtmtle fi deue fare della feconda C^ indi fi peruiene anco alla terz^ , (g^T ci to dico auanti che le aU

mente
tre

i^

ti

ombre a fatto fi ajciughmo, perche ci fkrcle ajjat pia Jaticha quando Jojjcro afctutte ad '^'nirle wftme , che le
fiejjero bene
,

@'

quefio

modo ogni

acquerello

fi

njiene

a sfumar benifsmo^ f btn poi prattuhi


no ci fare con ijn fol pennello ^

hAaefirty

foglio

^'

con [inchroftro fr efebo

^^

acqua chiara^ ^uiui


gir di

et

njole la Carta che fia grofia,ftrmay

buona

colla

e altrimentt '-verrebbe afuc^ percheffuff ,fi

coprir ut delle macchie ^ onde terrebbe il ombre ^ O" 'a f dtffegno a refiar offtfi: quefio modo pia conforme al dipin-* gere de gli altri , fp pia '-vfato da t prattuhi Maefirt ,

chiare le

f erCloche effi
ci che

con molta preficz.'^a eff rimono a^ntrattO) tutto


.

tengono nel concetto lorOp e quaftfenz^a faticha


chiaro e fcu ro^

il terzo

modo il quale da noifi chiama di


quefio differente fuor che ne
t

non

m altro

da

lumini quali yifi aggtugcno dipiy

C^perctyacct che quelli vi apparifcono,prtmafi tm^e la carta di

gualche colore

tlqual non bobina corpo.^ onde finiti che fono poi


le

idif^egm con tutte

^n gomma
fot
,

ombre che viyanno, fi piglia peri lurni poco di biacca ottle , la. quale a con njn poco di f fi fi tmp^
ar abbica, in

m^do

per che sta faldetta


le

con (aqual
,

si ytenfuttlrncnte

lumeggiando tutte
,

fommit a

che

debbono apparire nel dtffegno


IO futile^ fin

con

yn

penneiletto i yg--.
^

che si '-vede effcr ben finito

Quella via tra


ella

al mio t^mpo molto vfa in l\oma pereto che

'meramen-

te propria per coloro che le opere che fono finite di marmo, h di

bron?^ ritranno dalle facciate


.
; .

da

altri luoghi

dipi?.:

hot

S6
titcii il

DELLA riTTVRA
quale ft come
il

_
con t tAmmiU
ti pi

Hor '-venendo ali* ultimo il qttal'e quello cbcjtjk


mie neUijJarJiperciocheJe
la mollica
ct

pia perfetto modo^ coft ancora

age

cbeffa/uldijgno non riefcebe

ne^o tuttofo parte che (atci e facolt di leuarlo nuia colmeT^o del

delpaneJrifciandoueU /opra

leogieri^

^ m quel

luogo

ijleffo.flnfciandom pot pumiceiofppa che Jta.'Zfi Jpu ritorna

refi pi
ottimo

-volte.fincbe quello ijttn condotto Alfuofine^fenza nje

deruiff macchia

impedimento alcuno

Et perci quefo

tenuto

modo per gl'ignudi^ O* ancora per

tjprimere ogni aflrem*

perfttion

ad dijjegmyqmuifi li defeder poi


tipulito

per conformarfi con

la quelita della pietraie art A che Ita di poca colla e

non punto Itfcia^


rofja-i

perci che ella fchifx

molto^ la quxl pietraio [a

ne

gra^non dourebbe

efferc

ne morbida^n dura, ne punto [pugnofty


li

la qiid [t diuide in par tifutili -iti che ne rie f bene f primaf

le

u di quella

modo

U rugne^ C^ quellafabra che -vi difop'^a nata^di che ridotta in qairo, O* ben polita, f pu facilmente poi ta
mdi affottgliatelile puna dfegnar nel modo che [t

gliare^dfegarefenzj /cagliarfi troppo^delU quale f nefanno pe7^ ^uoli i O*ft agu-T^an in tal via che fi poffano metter dentro la

cane lu di ottone fabricat a atalyfo/S*


te

bene col coltello ,

fi Vie neon quelle

detto degli altriitenendo Uggieriffma la mano^percto che egli efk


ctliffimo

a fagliarJii^ jftccarf d' wfeme^O* cofi prima ji ridt

cono

contorni ne" proprij luoghi ^^ dipoiji ^vien coi

medefimo

trattegtandoper pi Vie^ma con tal deHre\^yche non te apponi

agli occhi crudezza i ne

durez^

alcuna ts*p ricada colifino

tanfo che fi vede finito a modoju^.

^a a chi vuoi diminuir queti granir


li

fi a fatica di non douer finirli coi tratti Joli,poi che


^

dif

fegm per t alatane apporta tempo O* fiento poco gtoueuoU ipfa


Vi quefta guifa:poHi che fi hanno
li

primi tratti ijifipone ifecon^


pennelleto di

di

yn poco diuersid4 quelito* dipoi convn

Vaio

puntato

LIBRO PRIMO.
puntato fi ^nfcono quelli , (^ sjmmp^ perche
firue come per ombra bene
che di poi con pochi tratti
pii

57
nji fi mena,

sa

per tal Via y che fi conserte quei tratti in njna. macchia ,

U quale,

wnita^^ ^ien
ti

fi ben accontiafottOy

raggmntoui d f opra fi conduce alfuo

finCyi^

ageuolCyO* atto

sfumare con talpenne Ho yche non


a diffegnare per tal modo ,
qualche tempofatti

lifarebbe

con bambace^o coldtto^ouer con carta amaccata^ comefi

-veduto in alcuni pochi

aue^

to

ne

ho ij e duto alcuni

e glio tenuti

co/iper

ma^

nodi ^Michel Angelo^ di Francefcofaluiatii(^ di GiouanidOf


'NoUitl qual

pm ^i daua opera di tutti gli altri, Hor neceffar9


fiaio

che tutti queft modi

poffeduti egualmente dai dif^egnatori

con 'vie pratticheuoli ,


\fano <vfare quelli
,

O* quafifm':^ fatica accioche effi poi pfle

quali fecondo

qualit delle materie che

fanno li rtefcano effi


tano qualche
atto
tie

meglio

(^ per

effipm iffedieniii quando ten-

cofa difuo capriccio.

Dipoi diuenuto pr attico


,

@r
be,

ritrare

qual

fi

coglia diffegno beniffmo


farebbe
i

egli

che fiperuenga

a imitar le opere dipinte ,


Profitto
li

e chefono grandi

bench di maggior

il ritrare

lefolture antiche
haueffe conueneuo

f egli prima intendefsc


le manieraich'to

da f

lumi buoni^

non dir anticha, nondimeno da dir e^ per chi no

yt atto che

le pitture li

fenfino
buoni

anchora per difgni ay* per


artefici,

mo^

(Ire effendo dipinte

da

.^efto cofiumedelri-

trar

le pitture pi fifrequenta

m Romane in Fiorenza, che in


nji

aU

tri luoghi per Italia che lofappia^ Eglie

ben 'vero che Romafopra

uan%a a tutte per le gentifir anitre che tuttauia


ci che oltre le

^anno a tal
le

fne^efff.ndo effa meramente la luce di quefte arti del diffegno.per-

buone pitture dei moderimi njifono aferjation

Jcolture antiche ^(^ lefabiche^

C> le

l\itine

.^

dalle quali

buoni

tArchitettort cauano le lor regolerei loro fondamenti realt


jti ljiudtcfi cojumano tener

,^itar

queHa njia^prima
I

^ danno a immi-

I.BLLA r.TTVKK
.

tar l'opere di chiaroyc/euro

Et fiale prime n)i fono ti dipinte dd 'Toifdoroy O* da MatunnOii quali dalla natura furono njera 1 mente prodotti a queflo fkre. Conciofa cofa che efft preftro la ve da' bron-^ di T(oma ra, gy antica maniera da marmi
:

,^

'

amili tutPawa immitrmdo nelle fkcciate loro^ rmfcirono cosgrt


dii ZS*

mirabili;^ ft fecero

co

fi copioliin

ogni genere di cofe,


le loro

(^
de

ioli belli

limntorhe tanto v^nuerfali^coe

pitture per

le

uerfi; riccht^^e che yifonOy &* copia d'habiti^fono da Vittori tal

m<i

Je

dffderatei

cO)
elle

ad effi necef^arie,

che ogmuno'-ui corre

'

^torfile copie.perche

non fono men

belie^

fucili nelle figu^

reyche nelle grottefhe^ne' cafamenttineli animali , O* ne' paefi ,

che "-una tal maniera fi pu dir con ragione ch'ella fia perci io efforto tuttt i gtonani, che di rvnlnfiituta dell'arte,

di

modo

oMlle^

fin che

fem vede njsfliggto^apportandagliene tanta Vle lor

iilita,no firefttno d'immitarle^percioche io gli affermoicomeper

trocaiche fernpre
ti di ""vnn

menti rtmarram:o piene,^ bene ahodan


cofe,

infiwta ^niuerfauta,{^ variet di bellijfime


'~ui(i
:

ni

da mano quefla fi Ufii di ejferne ben poffef^ort

gimai^fe prima ejfi nonfifntono

Conciofa che fi come fi detto ^^non eco

fa peggio a

pr meipianti , quanto che non hauendo maniera fef

ma, cercar di voler pigliarne molte:doppo quefia ft mettono


"trarre le migliori che
ci fono

a ri'

coloritele qualifono quelle di liafi-

^fkellhdifi'zite Sebajiano, di l?erinOy(^ i quelli altri

nati di noi,

^ mentre
areiche

gi nomi

che

danno opera a
archi,

ra adirnmitare

le (at ne ygli

quefie) fi mettono eneo

pilli

antichi

M che fcen-

do impa''ano molto pia che dall'altre cof da loro prima immtfdte per cioche quelle fi imprimono pia nella mente per e fere pia
^
'

certe

^v
s

mn

fon l'altre predette, fiche con p' pte^^


,

/2c-:^^i

^lene eccellente
loro

Gioiti poi

co nofcendo il

molto ac"

^mfio loro,(^ il

ingegnoso* ^ma?dolo doucr effer atto di


rnagoior^

ll!&RO PRIMO.
ff^d^gtre Judioi -procedono intorno
li

5,

agli ignudi di Capella^i quA


da,

frat primi Jono tutti quelli del Giuditio dipinto


alle

MtcheUn

gelo, (gr tnjleme

notomie ^ Jnz^ hntelligen'^


.

delle quali

mal fi pojjno imitar quelli che bene fiiam

^olti poi ancora,

in quella /ungono qucfta ^iaoCeme troppo lunga ^O^ diffcile, rvtce e^Jifunno da f modelli , ritranno g' ignudi "viui^ danno.o^

pera alle fkbriche,fknno cartoni con molto fludio^Q;) fittca.O* co

danno opera alle inuentiom,(C5^ per finefi efjtr citano a fkr qua, -drii^ ritratti,^ altre coft color ite^con tutte l' altre p-^rt in tn%e che gli fono bifogneuol a jnr fifufficienti da maggior parte delle
fi

quali noi fiamo bora per douer trattare diHint amente per quefii
nofii libri.

Di quanta importanza fia Thaucr bella maniera. Di doue fu


'

cauata da' migliori Artefici noftrij come fi acquidaj efscmpi; n conolce con fermilFimc regole

&

&

&

chccofa

fia

bellezza} 6( quali le fuc

parti.

Gap.

s.

l^A

le

prime^ O'* pi importanti parti , che quiui fia

di hiJogno,io

hofempre tenutole tuttauia io tengo, th' eglifia C bauere,^ il ^ofkdere con modifermiflnn,.

yna buona maniera , per la quale io ftimo non fi po/^A acquifla^e da niuno giamai f non ri ha prima da natura ynbog/
jiLU
i

fitjfimo giuditio^mediantc
tneiii

njn

affidilo fludio^con

li

debiti auerti^
eccel

di conofierey

c> imitare il buono per le fktiche de* pili


ci fono

Icntiiper Clochef
_

ben molti

che dicono ejjer d-^icultagran

difi.il

poter firfttnutntor buonore copiofycol ponerui intorno O'

_gni faticalefiudio: fi conofce per ciocchefipu confeguire quafi

da

egni mediocre ingegno\ma


hella:,e

il fiaper

poi^iegar quell'inutione^co

dotta rnanierafi'vede

tfier coceffo

apochhdoue ch'wfiniti
cofi re/lare

Jtfono ingannati ^perche no credeuano dif mede fimi

molto

6q
ijoltito

della pittvra
U pie cofe ridurre
,

aumdut allhora,(juando efjl ha?fa perfettione nella qual patrie ci no font moltt^che ^'inctampano dentro^percioche le pia njoheepo co cono/c iuta da gtouam troppo bramofi, fi efji non fono da prm
Pio /co adietro^ del che fi fono

pio bene auertttiy perciochefvede


Cora di quello che

ejjere voi quelli accecati

an-

ne che

communementt Amene '^che di quella affettiojthavno alle fu c<^fe proprie, per cioche et a tutti chiaro^

che non fi '-vien

mai ne* primi

princtpij bene

a conojccre d Vero

lume i ma (iadombray C^ ft figura foUmen te la ^trt dell'in* gegno, ft come l'ombra ilcorpo^onde a pena fi comprende la ifo^
gita, credendone '-vedere affatane io so

veramente ^ che naturale


che fima non ft potere

amore fia di
di
effe)

tutti noi

su quefli prtnctpif , poich ciafcun pare

dotto in maniera nelle

faffar pi oltrci

fu ccfiy

ior

diffegn,^
ci

le lor

pitture

li

paiono

effe^

refopramodo mirabili,^
ditto pi

tanto pi gli autene^q'^anto di gi

mancheuot fono,percioche gli (ludiofi^^pifottili d*


,

ingegno pi oltre andando acquiftano pi d'intelletto


ri della dritta

di

moda

che col tempo t:cuando[t nell' aumzar eh' fknno ^ fi effer fuo* effi

^ia,con

l aprir

tuttauia gli occhi, Ct* fat-tficuri

del dritto fintiero ,

^ hauendo

vinto con l'ardente fiudto tan^

ta fkiica^ delfo non conofciato errore,^ del tempo per fo^ve^


dendofipo con facilita fallir e -^ne prendono marmgliofo diletto^

rauuede , che fi faluo,0* libero ne fiaijfcito,^' queHi fonocoloro^che ft troua


ricordando
fi,

come colui, che de p affati

errori

no ha'ier pre/a vna maniera


dar quelle regole,^
et

>

che gli riefca in ogni


:

fua

cofa con

fratia^proporttone, f^ fondamento

*Ter la quale volendone noi

quelli auertimenti,che
ti pi

a noi par migliori


,

affaticaremo ancora di efer

che fi pu fkcilt

chiari

^ue fono dunque le vie per le quali la predetta


de r
fi pu con molta Jerme?:;^ , l'fvna

maniera appre

il frequente ritrarre

opere

LIBRO
k quelle di "Vn fola eccellente
kipti dotte f
.

PPv

IMO.

51

^pcn di dmerft artefici buoni :

l'altra fidare

foUmente oper a

'

-SVa della

frmagen eralif,r^a^ C^

rvniuerfalregola, /ara dt Jempr entrar le cofyche fono p:H l?eU

^ pi

alle

buone opere degli antichi Scultori proj-

Hmane^O* Jopra di efk


H(ip<^jjej]or

con lofludio continuo fkttoui thabiio^ne

talmentCich^egli pofja rapportar vnat (^piu copojtio ad ogni fua acca/ione in atto^ cjueUo li fia fumigli are in mode che quel buono dtlF antico ^ch'egli haura fludiato gli appa^
ni

rifca mirabilmente-, io dico cos ne'

primi schi^^iiCome ne dijje

fni da lui fnithO* in confequenT^ nelle pitture ancora grandi,


fi che io

non

lo

trouo molto difficile in fino a <~un certo ftgno ,


-,

Conciofacofa the il continuofiir e

0/ il

cottnuo ritrarre

le cofe

be
f'^

^
\

fitte e cao^tone che fi fitcciano le fue per certa regola bcniffimOi


e certo
coft-j poich

Pi mitattone non altro , che yna diligente, [ rnitirriKi

^ gtud
ffoi

itiofa

cm^deratiqneyche fi yfa , per pot^r diuenn e col

ineT^o delle ofjtruatiom prnik

a gli altri

eccellenti

Maacctoche

.]

njoi fi conofa

a pieno

dfondamento da poterui ffecchiar in


(icurez^
il

"\

maffi inamente delle figure per efiempi prmcipah iji fi porranno tn^

(^ per doue

poffiate capire con

buono^

'\

nanv

alquante ficolture antiche delle pi note


i

Cr che fono pm

intiere a

tempi nofin ,
.

ftttion 'vera dell'arte

che pi ancora fi accodano alla perConciofa cofit che quelli , che fcolpir ano
ti pi bello

O*

ijiuefle opere-if conofice

che effifcielfero

dal naturai bua

nOi^
pi

che con t aiuto dell' ottimo ^iuditio lorojo congiunfero con


bellezza-,

molta perfettione infieme^dalla


eccellenti Artefici
,

c> bont delle


,

quali

che aitanti di noi furono


il vero

ne

tr affer

con

grafide ftupor d'ogmuno

lume delle lo? o maniere ,

il che fi

nfi^de ejfere yfcito dallo fiudio di

fie .
I

T{omade quali flatuefon que^ // Laocoonte , P Ercole/ Apollo^tl Torfo ^rofToJa Ckopatray

Venere^

^ d Ndo^

con

akm altre pur di marmojche tuttefg


nopQ'

61

DE.LLA PITTVRA
^

m po(e in Belvedere nel TaUz^o Tapale fulVtcm


qusle che poi fono per 'l{oma fpar/e
}

rfi,}|
':

fra le prime Vi

tlMarc(f,
coji'.

ti lo [patio del Campidoglio ^ Aurelio di Bronco, hora.poHo [

i giganti di Isionte

Caaa/Jo,^ il \Pa/ijMm0) con altre che ci lart^^


cjue[e ci noti[jfno

nOima men buone di


no ne III Archi con
dico

ancora

cjiieRe

eh? cfir.

no di rfte^,0*ai bajjo rtlieuo: perche [i '-vedono l*lsorie,che/'-^


bellifjrni

andarits come nelle due colonnello

U Traia,n,%ittJ [Antonina) che pur ci fono in piedi f bene U


nimico de If opere humane^io non dir

rvol'^er del Cielo tuttania

pia oh) e ancora di

vn numero infinito difepolture^di anirnalh ^t

di piUi con altri diuerf [ragmcntt di cofe rarijfmey che per ejjet

note k quelli che ^ui

fumo Jttdio
Valle-,

ci par lecito

a tacerle .

E delle

Jatuepoipi. remQte^ne [ono alpreferite raccolte in Campidoglio^

in cafa de Mafjimi^aUa
li

per le e afe di molti altri Nobit

Cittadinijcbe fi lafciano per breuita

lor nornufi come anco--

va dentro ipa!a?i di molti

Cardmalh O* alle loro vigne ^

^ Giar

dm'h dille qt^ali i nomi de' po[]ffori in particolar tacemo^ perci^

mutat ione per la morte de* lor Signori, ne per ci fogliono ejjere occulte / pro/efort che quelle imitano tutta^ uta s VI aggiungemo dipoi tutte [opere del diuin Aichelangelg
che fpeffo pati/cono

Buonarotn

quelle di Baccio Bandmelli

,,

quelle di fi-ate

Gu^

glitlmo h/idane/i ^(e ben queflofiudio^che detto habbiamo noi

i in poter di tutti li siudiofi.perciochc fisa bene che non pofjono tutti ftar lungo tempo in l^mafotto tante pitiche, e con tante f^e
fe,ci[ perci

m gran parte

il

modo di hauerne

molto,to dico fin

nelle proprie cafe loro ft

come fono quelle^che di gejjo/onoformaLaocoonte ritratto di cera dx


di grandez^^^
,

'

$e sa

le proprie

bem[nmo,ouero chetano di altra materia ritratte

da' b'Aoni maeftrii to ho -uedutoil


quello di

Roma , il quale non pajfaua due palmi

x;hcj piio dire che era ilproprio in quella forma

b/ia

f quelle

pani

yti che d ge^o fono sa cjuelie formate Jt


do che nel marmo

fofjono hauCYc^jcnza:

dubbio fino migliori , potche Vi ogni mnmtii punto nel mo-

p comprende /
fiitdio^

fi che fi
,

godjno bene y

(^ fer^
fino

mne

ottimamente a gli

oltre che poi tuttauta

commodiftme , s per e/fire leggieri , O* atte maneggtarfi ^ O* a portarftm ogni pasfi, s ancora per ti predo , ti cjud jl
pu dire ejpre
prie
,

njilifstmoy io

duo a

ri/petto ti '-valore delle


,

pro-

dme che per

cofi eccellenti mezj'

non

"vi
,

no
ro

che' ben s'innogltc dt


,

apprendere

ti buono

e fiuja per niu-

antico fintte-

to

ne ho "veduto fii^dtj^(^ Camere piene di talmateria^z^


fi come in }Ailano^ in

formate benifjmo ,

Gcnoua ,

in Venetia
efa.ro,

in

TU'^may

Mantoa, in VhenT^^

in Bologna^ in
,

in Vr-o

hino.m Kanenna-i^jr in

altre minor Citt

alle quali riguardane

do mi par etto, che fi fero le proprie di 'Ixcrna^ne da quefiipefclti^ de poi ogni bel naturale, ti quale qt^ajto pi^ fi vedr pro^ima^ no
fjfer alle

predette ScoIti4r e pianto d'cffer miglior tener fipotra^


tali, e

ti che di

rado fi nuede. Bora con queflt

tanti cffempi^e ragia

ni.chefi fono dettelo fi imo che dourcflt ejfere fcunf^imt di tutto qtidhhche ttnereyO* offeruar bentt^tmopoi dourete . perche

M4

mentre ffudiaiO"
7nancar mai

fi dtfjgnaper quefie ficure Vie,


i

dt quelli

qualt^ fia per


,

ior

non ci fuol maligna natura ,


cejfare dt

fa pur
fiir

per dijfetto del loro ingegno


,

non pofino

non

dubitar altrui
ito e

col m'Hterlt fpe^o ti cermllo

a partito,^^

per

aauuertire di non lafctarf auutluppare


,
,

dalli fiffiflichi

inoegn^t mentre fi attende al buono no da ogni tempo y <s*tn ogni luogo


noHrt'-i
i

imperoche fi ne trotta^
si

come era

tempi

quali efendo
tuttanta
5

fi

perduti nelle minutie de gli ignudi


le cofi

andammo
Jopra
o^?2i

fiutando

altrui con
,

nuoue

(^

flrane diffcaltadi

facendo grandiffme
>

(^lunghe dirute
tal che opponeua*

minuta linea d'anotomia

no

64
uano
)

DELLA tlTTVRA
^J biafimdumo alla /coperta
ogni buon

modo d alfrik/c4

mirabilmente con U lor dijjegm fientath di i fi fl^S^ t(?3i^/4C^W(7 Ipiaceuohi* crudtffimi^dico ri/petto alle co/e cheejffimitauanoi.]

onde io mi ricordo quando gtomnetto in Cappella dtjjgnaua aLl

gmditio dtMichelangelo^che nje n erano aUmii^i quali io aguif^\


di

nuom humongli

'vdiua.'-uolontieru

@r certo non
era, i

jen%dL mera,

uigltay^ njo njtrfo di quelleJottih dipute^che yfauano jnrejo

fra di run o offiltnO jOuer ber lume , che mi


uia,per le

modo che ti pii* ]

del tempo fauano occupati per giungerli nuouediffculta tutta-

quaH ejji rimaneuano dubbiof^aggirandofi fempre fra,: nouellw^e^^ co quefe imagt?J del loro ceruello^alk qua^ quefle li hafiarebbe ad occupare vna et in confider arie : Et perci [ia^ te pur 'voi fcurh^ certi^che allo Hudiar g' ignudi , t^ alfkrfiS

rvniuerjali per cagion dell' IJlorteiO* dell'altre co/ appref^o^che

k i buoni ''Vittori ji richieggono , non e di mefiten coft fktti yiluph


ftyperc che lo/lare intricati cofijinjiene aperdere nGnJolamen

te la njia della

buona,^

risoluta maniera,

ma ettamdio illums\

del buon giudttio, il quale dtuien

cieco nelle co/e

import anti:jug^

gali adunque queft laberinthpotche da

fittili ingegni, non j\ cofi

yede njfiiregiamai altro, fi non opere,<!^ dijfigni /corticati fin


7^d

mantera,<i^pnui di gfatia,{^ di ornamento, perhauer l'm"^

alletto loro gua/io,

intricato in qne/le loro idee,


,

gluT^ Tfane di quelle minute cofi


fuggire
/t tener
il lor

Ma egli /orp anco

fittici

bene di

commercio a gmfia d'tncurabtl pefe , ZS" finzjt c/^i


e detto

(come

)/empre

alle diuerfi co/e migliori,

O* e/^

/ondato di maniera su quelle, che ridur po(^ale fir pratticoy altrui figure, eh e paiano ej/er nate da lui, fi come io bene.mi ten-

go in mente fra i tanti Ji molti di/segni^che et rima/e di Termo dopo U fua morte,i q^ali quando io era in l\pma /urono compe.rati tutti
^

i^da

<-vna /u figliuola

Venduti

i( prezKP

di /cudi

cinquanta-'

LIBRO primo;
cwqmntadnque d*oro , / quali li suon in mia
cante Mantotinnoy che fa l'anno iss* con
ti quale

65
freferiT^ "vn

mer

todimoraux
ritratti con

allhora^^

li

ritraeua certi medaglioni di bron-^o antichi ^Cr d'o

ro,con l'acquarello dt grandcx^


$

d'yn palmosi quali

loro riuerft'ifjj poi


,

li

mandaua a i

Fucchert ricchijjmi mercan^


,

tid'Anuerfa
quelli
li

Citta potentifftma della Fiandra

ridotti

prima

ad

ijfo di belltjjimt libriti perci io oltre a quella volta


egli

rmiddi di r/olte altre^che di ci

mi compiaceua ipolonticria

doue che fra l altre cofe belle , io *utdt difua man propria ijncb gran parte delToperCych'hauea dipinte Raffaelloigia/uo maejlroi
le

quali erano disegnate di lapis nero, O* alcuni ignudi del giudi quali difjegni jinjedeuano efjere con tatuane ridotti aliafua

tiOyt

dolce maniera^chef potea dir pi tofio quelli ejjr

da

lui nati, e

trouatiiche ritratti da altrui^e


to
i

non erafolamente quejli ch'io dida pi disegni

ma '-VI erano ancora

di molti fihiT:^ cauati

di Hampe^ch' erano inuentione d' Italiani iO;^ diTedt^Jchisco^

me ci era aiscora ^n numero infinito di pilli ^ dipartimenti difla


tue^di grottefchsipur cauaie dalle antiche^con altre cofe tali, che

fono ^arfe ,

(^ occulte per %oma-,^ non ignote a noi,doue

che

effo nelritrarle^ le

ijeniua tuttauia mutando quando njna cof^

(gir quando un'alti a^(^ a quelle eh* erano rotte ^ non moltoga g lar de ygli aggiunge u Ji leuaua,0* le aricchiuay O* tnfomma

le

rtduceua in modo taie^con quella u leggiadra maniera y ch'e^


diffcile

racofa

da' ben prattichia conofcere di doue egli cauate


,

le haueffci s che fi conchiude alla fine

che prefa che

fi ha

la bt Ha

maniera fi pu feruire con fit edita


fatica adoperarlecome fue propriCy

dtlle cofe altrui^

O^ con poca

O* firfi honore fenT^a riportrattiamo opra di

tarne biafimo
quelli^ che la

da hiuno

^ta tempo che

buona maniera pigliar ijo^tiono da njn folOititra"

tndOiO^ tmmitando di lui ogni cofa^come perfcopn^o-fmgula^

riffimo

66

DE-IJA'PITTVR
qutfi ftta dire ^Uchelafige/o, che chi afi
pafja
dietro a gli

rijj-vo ejfempw'lov^j^

^14 A
no

artymaig

m mann:^

Ma

quefti debbo

'

cjjcre

idi nsU'immitutionC} cheefJtJmbbinofiwilitud^ne co gli

ejjimpt^non tn vnx^o hi due pani^na in tutte^dtmodo che

mtn^

tre cercano d*nfjGmiglurj in-'unAy non dijcordino ficll'allray

mx

egualmtne
-poi le

le

enftdermOi (^f imparino


le

s che

nd porle in atto
il

Hiano di manry the


i

fiano fmile 5 come


,

gliiiolo

(gf

t^n fi^ate Ho all^ altro

jtrada tentano^

^ imitano
a

padre al ft-^

Il

in fj^cciitiea quelli che la

di -MicheUr/gclu Buo?/aroii: Concio^


,

jia co/a che nel cercai quefa di folenmfjimi goffi ci rie/cono

im^
fi

fero che efjendo dijjcilifjimd^come (l sa^(^


^he la 'Vogliono imitar
curafoloy

ji

vede^pachi

et

fona

pirno , atte/o che y chi di nuna parte

:;

chi

^jn altra pigliando^

altri quella di

Im tra^

mutando^ C^ intricandola con l altre i co fi dmerfi efi rane manie P ^^/f ^^^ rimcincre in co ftoro^perche del loro male no n d mag
gior e, quanto
il

^
|

ijoler t rapar tu delle parti aliruis le quali

quan

iunque pano beltOime nel


di quefia maniera fi a
CI

fm generc^qtum
ejfi fi

pero amijlhiarle-i fi

njede che rimangono difunite^ ne


difficile ^C^

accorgono

m quanti mo^

dmerfa da tutte f altreyO* per. alcuni CI fono ych e con g^ran furia fi mettono aflkdiar Uno-'

tom'a^f^ l'offa^
jfere la

Ix ^'ogliono a

mente y firn and qutui douer


a
i

piflanz^i,^
fono

le perfettionedel'arteydouc che

lor fin
erti

fot fi'uedeef^er nell'opere che fiinno diFfiacetiolti^entati^ e


diydipoi
CI

altri che s* affaticano intorno alla

m^ta de' mttfco

IhO*

CI

fono che fi appappano delle file attitudmty


l' effedirfi

@r

cdtri in

dar
le

opera t contorni con quali 'Vie 'vedute

hggitr'mente dall'altre parti,

^n d da S\ichelangelo ne H' entrar che fece in Cape Ha in compagnia d'vn Vefcouo-^crido per altrefu fitccende^
pxr che con quello
gf^ffice
;

dceffy

quanti qt*efi'ope) a m'a ne njuole in,

O*

t)?r

certo ch'egli diffe bene^ effcndo chiaro

che

non fi

pilo

LIBRO
deuole per altre 'viCt

PPvI

MO.'
co[t

67
graue

puti lifteare^n accompiigtinr gtamatrcj^ia

mmiem

i^Kal' hfi^^con njna. che '^ia,,Q leggia,dra%h piaceufflc'iO pur /cor

^ come

e paffil/de mchorn.^.ppr erder

U di

fratticam tempo breuc^fe


forK^di (iudio gli
poco
quefit
\

coloro il qchih X'/ njfauo

intorm ogni

djfkiUfim.A cofd l'appTofjiyna.r[eli

pur '-un

Et per cerio
tali-,!

eh io

non soquala maggior paz:'^(i , the di


cofci^echt alle

quali fi Veggono ejjere

Volte ^che J?onr

gono perle loro opere de Ih ignudhche fino ridkulofii a


fknva fior capi ieggtadn^djpoi le
e reje npier^e di

t qualidi braccMmQrbide^O* il corpo^O^

w afe oli
,

dolafjim cratorii Ufcinti^

modi e fi

fi

credono

^ Hrtmanente ^ con ombre

poi- firvede ejjere

con

leggieri .

Et con quefl
il

tengono douer hauer trouato


chiarifumo indtt io
et

fare di

fnitele/ianiere^

laonde

datino quefit di

^n doner cono/cere , rierneno faperc che


imnoforjipartenefjunadi quella
?

copi fia

bdleT^a , n
pi fig-ra

poi eh' io irouo da

fi huornini quella non douere ejjere altro in ogni cof

che ijn<t

coniiC'neuUe

^
a

bene ordinata
le

corrifjondetiz^a^ (gr proportio-

ne dimifure

fi-

parti njerjo di fe^ (/ fio, le partii (s*il


inefje

f^ttoj e quelle di

modo in^eme compoHCiCh

non
.

p popi
poi

federe ^ ne defider are perJett ione che fio. maggiore Hordun que f cefi. , qual maggior gnffez^ p pu immaginare , ch^
quella, di quelle

maniere

che fifono ragionate di /pra


,

che ellejono compcfte di quelle membra


Tne
,

le

quali Jono

bellijji-'

risguardarfi da Je ciaf cuna per e[fere dal buono toh e ima

foje

mfemepot fy (Reggono
,

effer e

fptaceuoley -^^ noiofcY isf


di

'qmfionon e per altro

p non perche fona membra


i

pm fa

non di qutf ^na i tal :c%eh paiono membra tal" teimpreftanz^ da quefldi &* da quelCaltr^ gm a ^ onde non
gure
belle ^

foio Jvft^ue
^be-

maniera

che. epi

tentano

Ikmuo SmmitattQn^

d\l (atto >

^ per

ma p pu
tutto
.

dire

e t^A\vm

DELLA riTTVRA
quell'ifeffe ,fercioche quefiafa^^

V^on occorre dir qu,che quefto mio dire non farebbe altro, ch'vr^ 'voltr w/erne che fi pigliaffero le medeftme Hgure d altri ^^ che
non fiJAfejje fot jkr altro che
blaferma

rehbe riifofia troppo fciocca^poiche tn "vn a figura di Tno che ha

maniera famigli ante a quelle ch'egli ha imttato^ancot-

che porr le medefime membra, nondimeno le figure faranno diuerfe

da

qutlle

Quando io dijfegnaua in Captila , fa


,

li

molti

giouani che dauano opera a gt ignudi

yi era ijn Michelangelo

da Norfia^il quale

era tenuto

il pi

ralente che iuiFiudtajje^do


co

fo Bartolomeo Aretino: Coflu offtruaua

fi bene tutti i modi di quella maniera,che ildfjjegno ch'egli fkceu a-, (g^T il dipinto che

imitaua par e u proprio cCynafiefja rnanoiO* non diro Jolamen


te

m quellima etiamdto lo Rejj neli^ opere che dtpmgeua


:

era

nella immitatione proffimano


egli con

Q;/ per yenir nel colmo di quella,

molta tndufiria

(^ fzitica fisjor\aua prendere intiera


mfteme y
(gir

notita dell' tAnotomia,^ deli' ojjatura


lui non fenz^.molto giuditio ofjeruato

ci

era per

fta co Concio fa cheeffen^


pelle^

do l'huomo fkbricato d

offa, di

nerut,di carne,^ di

quan-

tunque paia di radoyche nell'opere altro fi njegga che le membra


efiertoriymentedimeno f non s'intende bene le parti di otto nafcofle, malamente fi poffono fiir quelle che appari/cono di fopra^

per Cloche^

come gli affetti y(^

le paffioni

tengono dall' anima^


rnfura^fj^ l'or

cofi dal corpo rutene l'attitudine delle offa^^ienla

dinenellejfier collocate,^ poHe

ki

luoghi loro
i

non rotte^no ma
riem

le attaccate^no r/ial ligateco' nerutypercioche

nerut legano lof

fa^<(S*le tengono infierneydipoiyien fprapofia la carneyche

fie

cauerne iafciate da* neruiyejfendo la natura in quefio affai diligente nelfnrle le groffez^econ bellu,^ attaproportione Di
le

poi vien la pelle^che cuopre ogni cofaja quale la natura ha fitto

m^Ue^ * deliCAtafffarfa di belle^

{^ <vaghe rvanet d^ color ty U

LIBRO PRIMO.
1!

69
corpo riefce piace-

mal coperta fii che tutto il componimento del


no le, '^ ago , (gr maraugliojoja cjualparte
pianiere
$

dtjjicile tn tutte le

ma molto pm ne g' ignudi dt molto artjficio^il


eff

cbenc

cagiona la troppaimprefftone,che^ltfludioji fi fogliono pigliare


delle parti di fitto je quali

trottano e ffer terminate

co fi

Unendo

tn mente tuttauta fkn che mal patifeono poi

cjutjl' '-viti-

mo

compimento della pee^come che fiAno quafi conjhett a dot?telligen\a t loro coli jfiaceuole
y

uermojhare quella

(.he

con

t^nta jktcafi sjorT^no njolere ejprimerjuorty doue che molti Jc.

ne leuano poi finalmente tardi accorgendo/! quella douer

ejjere

maniera pi conueniente^O* atta per tfimmt Trinctpt, che per le priuate perfine^alle quali efftpt ^ejfo Jeruono , (gSr doue con

fi riputatione, c> men fatica fknno


di Colon,

fatti loro

Conctoja che

la pi gente naturalmente brama dt cedere <T>na bella yarieiO'

f^

di cof piacemlt, che tanta compofition di

nudh^S*

di tanti mufioli
re nel

m ogni luogo
,

Ma io

non intendo per i di*


lo

modo che fknno molti ,

io col dar[ alla facilita

^
.

quali fprez^ndo

ftudto
,

a fkt

alla '-uaghe^ta de* colon

fono ri-

mafi del tutto *uani-, ^Sf^fen^^ riputatione ^f come njtlifpmi^


pjfingardty che
ejft

C^
(he

ftano

M4 io laudar finalmente
,

color

prima esaminato bene ilfuo ingegno fi fapranno aaommoaa


\

re per <T>na njia tale

che faluo thonor fuo

li

pof^a riunire e-

gualmente bene in ogni fua imprefa , contentandoli dt amilo % che mediante li loro fudori , i^ fatiche , ^1 hanno acqui fiatoy
atte fi

chenn patifce il Cielo ^ che da troppo copia

fi*a;o

tocca-

tele ctmedtquefle nobiltffime ^

(^fopra

ogjii altre

ingegnofip

fme profelioni

U^i^KSU'-.QVi^^:

chi

DELLA PITTVRA 70 Che l'in uentioni non fi debbono cominciarci cafo, ma co maturo dilco rio: che prima dcuehauer ben noticiadcl
fi

Icgoicauann che fi dipingano:comefi deue ritoccar pi vohc fopra d*vna inuetione primache s'approui per bup
naidcirvtilc che n'apporta il difTcgnarcaisaiqucHa par te: de* varij modi vfari da' migliori A rtcfici,cn altri nou\ trouat,ik

come fi pu

Icruirc fenza biafimo delle co-*


.

lealtrui,

.Cap-.-pv '>'-

>--'^
.

-^-

^^JM>Q.
p|v^

S:tn/joch0 RfiiMcney che dopa

U mA?jier4lf^froc&da.
^f/^ congiuntc
.*

Fii

^ tt^tt^r kpm
/t':

eJU wuentio'ni.i fer jjer qu^efln ^^^r


dcchiar^j^td
> #/;(?/?<?

WB^^^

c^

l'aliYff:

gi

Conciojta enfi, chcf/jalamentedir (i potrebbe che ijn jwjjedefje

buona mdniera^/egh prima ?2on fnjfa yn bello wue?jtore Mit bene eh] io prima 'vtdifcuopra, ukunt dtffjetti^che (i reggono effere m molti quali fino da efferefuggnt Afsai^come troppo lon
,
-i

tarji

dA\ veri ierrm?iKdel btdon comporre ^ .rmpero che^o cheque^


che

fimon fanno il modo ^o pur


fapere ti/oggetto

nonfknno
,

e a/o

d'intendercene di

delle r/iAterh Inne

compongono l'. 'lBorie loro.

7nolto dtuerfe d^dlarvertadclk

buone Jcntture^nd' als poi yen.


ti che

^ono bictjimaxi>^ con gran ragione -^daigl hmm?ii intendentil


IO dico /e
^li

bene leikroptttfrefiano pcr^tee ellen\a dipinte

atmienei perche
dt

wuaghiiofd^n Jo

ini^(itato caprtccioyper

firji tener

primo

tratto tnuentor marattiglwfi,

(^

prattiche-

noli

masfi rhptgliar anno vn'pwmbino,ouero rvna penna alftm^

prtiifo^i^ qui tu di molte figure cominciar annoda ingarbuglia-*


re mfiemey (gir ci fk nno con m<dt4 fu cijttki

che per diuerfimodi

(^ prefie^^y dot^A
li

con sfoggiate attitudim


refiano (in

psmgonp di\
tutto lo ifa*

uerfiffime frauagamie
tio fia

yn

a tanto che

pieno con infinite line e

^^

perfine poi fi dtfcopre,^ com

fari/ce diframffime forme d'huommii

(^ di cof ripieno, ti qual


componiment

^componimento come pot [t trotti


Tttnoj

^
CI

efjere dulia compojtion


.

cVep te

da.1 foo^getto Ioni

dm

non da penjQ.-fui
^

Ma ti pegpo
dipregid. io di-

che

fono di quefiifcbe fino tauti ardici che fi arrifcano tener

ftftntier

me defimo a dtfmger l'opere grandi^


il

co in quelle che ft

fogono porreyO^fkr ne' luoghi dignifjimi 5 ^

che

"VI

apparif^e njn fino perpetuo biafimo

pm delle 'uolte: pop

the quelle figure ile quali dourebono per auentura apparir pie-

ne di grauitk.difinno^e
bellicofe^con gli

di ripofijefuno "veder leggieri^veloce^e

At^e i motiva guifa di mattaccmi^di modo che fi leggono rimaner priue di ogni digTtta^conHefcuole'^aj O* deco

ro.

UXpn ft niega gi pernoijche quefa "via del fir prefiond fio.

di

mefi ieri per qualche Vgente bifogno^s come per Archi'ftion-da gan
Signori con molta folkcitu^

filhperfefeyperfieney^' per tali co f improuife ordinate ffefe


hjolte dalle T^eptibliche^'O*

dme^^s^ preflez^yO* da effe Te nefuole appreffo de' popoli acqui Bar fama di njaientiffimi huominiye con premij honoratt di quel
lije quali opere pomon
le che poi fono di

durano pero molto a vederp. Ma di quel

maggtor dignit^ O* Valor e,

(^

eh 2

ftmpre deb
chepu

tno fiar firme in vn luogo per fin che leduranOy qmm ft pu te


ner che non fiA peggiorftrada di queflai
to
ia dico per toloro

amano t honorfuo^perciochcf bene ci fino alcuni ^i quali duo^ no che col fir cofiprefio y @r all' tmprimfiofi ficuopre gagliardamente la
\

njalcitia d qutlloynddimcr^a fiviene ancoraffjeffe voi'

dimoflrarpt lapkzgia, goff^ %^J, li'Oi Imperochc gl'witn^ e ^eti^tS^faitij 'non vanno cercando f' qUeir operafi fitta aWim
te

pYomfof pur contep.

Mafe qucll-th
.

benefo'mde
ci fo>t^

^^f quttii
qucL
neL

fh ti fnditmcnto'de' loro'giudulj
Ti

T)ipoi

molti di

'7

co ra, e he fu nno tutto a IFoppCiito^ quali fi


!?7'4entio}:i^
c?eefjt

m ofrano cofi rncfil

chini fiir

che ci che fi gli apprcfcntad^otriu

H^ mani ppur

^>i ryig r^ano 'ejjae q'^ulche pc: di -attac^

tz
attaccoi'Xjengono

DF.LLA PITTVRA

" I

accommodando al miglior mod che /anno , fofjono di maniera, che cto che iji (i ''vede par che ^'ifita pigtone nelle loro opercy rimanendo pouen^ime di abtglumentti di

grattai^ d'inuentione , e le pi
arrecano dtjpidcer non poco ,

"volte

ne fino prme talmete^che

rimangono piene di co/eimproprie^deboli^a^ tncompofteydoue che

(^

noia i riguardantiiche fino di


cjueft

qualche giudi t io, *T>unquefra


glia yn me-;^^il ^ual lieu a

due eflremtjpa che ci^o

dia

all'altro fiicolta,

tyno la pazj^u del troppo ardire, e modo %^ ammonii quale fira , che prima
,

ciafitm ben confideri con la mente^O* con l'anivno^njdito^o letto


ch'egli
ch'egli

haura

il trattato

di quella materia^cw che cofifia quella


'

ha in animo di rapprefintare a puntole qual [ta lejfette


fprimere',jecondo che
,

pm '-i>ero,pt proprio, O^ pi atto a

ti lume della fcrittura predetta dna il difior[o, imagwando lungamete (t Venga a firmar nell'idea pi

naddi modo che


parti di

'

quella,i^ indi poi leggiermente fi disponga ^fi che con lo Bile, con U penna fi accenni tutto ci che fi ha conceputo nell'animo ,

con quel miglior modo , che per eff fi puote , fin che fi arriui al 1 fine di tutto l'intiero componimento , fia I/loria , altro che dir ^

Togliamo , Concio/ia co/a che quello intelletto che alberga ngU'a^

'

ntmo noftroyC che crea l'inuentioni

v/a duerf r/jodi trouarle^

attef che per lafua naturale imper/ctttone mal

puv fior marfirn

J
-.

fre il componimento di quelle a pieno,^ perci gli fiorz^che la materia (i e[prima tn pi volte, io dico quando ^na parte, (jr

quando due,ouer tutta ancorafiecondo la qualita,t^ grande7:^a

/ua,i^ ci fi njien/ccndo/ul /uror diqutlconcetto,che fiibito (iefpone a guifia di mauhia ^che da noi fchi T^o bo7^ fi dicCf
-^

'>

concio/ia che

fi

accenna dvier/e attitudini di figure

C>

di altre

materie tn Vn tempo breuiffimo/econdo che con/ufiamente ne fi^

mene , accadendo adejfi fi come a i buoni Tosti accade delle /ut


compofi'

LIBRO PRIMO.
compoftt toni
'

impromfi >

alle qttalt

dipoi pi evolte difcorrendoui

[opra con dtuerfe nmtationhh tutto, parte ne rimouono^O' co[i

'

da loro Jt limano ^che come mcomparahilt nflano , di perjet^ tone^ d^ di belle'^a ivji^me [oli-ie non altnmente dhuon 'Tit
.

tore tenuto

io dico ejpojio ch'egli

haura
il

le

10"^

predette , di

ben

rit4ederley(gj'

mutarle Jci ondo che

hi/gno njede

(^

anco

tal rifatta beneycheje ne fccia pia fthtz^i, che (inno eiiamdio


dtuerfida' primi,per lino tanto ch'egli ben fi compiaccia. Con-'
ciofjit

cofa che con

pi attcntione (idijjlgna di nouoyche nonjifk

\ariuedtre Jolamente ijneHamacchiat la onde l'mtellttto pi Ji abbellife , (p fi lima ^pcrciO(he la mano miniHra dell'intelletto
aittta

molto pia
la

ingegno^ Perche nelrtueder!i,(^ nelnjkrlh bi^


rif'or"
,

fogna che

mano con la penna ogni atto, @r ogniminutia


il giuditio pu fkr

wii Q-J riduca a miglior fermine con alquanto fputio di tempo


nel quale l'Intelletto^^'
che
il

meglio

il fuo'vjjicioy

con[dcrarlofolo

perche Inocchio trafcorre pi veloce d. Ha'


difjtgnare pia "Volte cagione che

tnente^^ quejlofchix^are^ O*
fi

aggiunge molte co/e

m miglior /ormai cy* anco f ne leuano molfk cilmetefi emendano gli errori
.

te\ e

me fuperflue^ e/fendo che p iii


diffe^ihche nelle opere

ne i

l^idottt (he sono

adunque per qutfU

Vte i dijkgnt dellafua inuetone agli ultimi termmu.jtccdo

lima

^matione the egli haucua^ftyien poifiguedo con quei r/^eTizt, che


\pn qtfifono dimofiratt da noi,e con ilrefo di quelli the dir dob^
1

hiamOffin che fi arriua alfine

Aa et intorno a qucfaparte

io

ut

auertifco bene che habbiateper coflume infallibile dtfar Ornigior

n o qualche

dijfegno

accioche con pifacilit

pmf ejpnmar.o le co

f che tuttauia fifono da uoi imagwate^et che coji ancor a j7 adempia quel detto di ^pelletche, dies rwn tranfeat fine linea , il quai
detto non s'intende di fare unfegnofolo nel modo che molli fi tacchifi credono

ma (i comprde effer d'vna figura)


/

onero di una bozi^a

74
quale diffegna, in

DELLA PITTVRA
Worie per Checchi non sa cht co luiH Vn'hora no fccia yn numero infinito di Imee,
,

%A^ fchit^ di qualche

tS* molti difigure ancorai e

non pereto ftterria che coflui ^i atte

da

molto 3 quefio fludio adunq; fi che tenti, (^ chs (i sueglt fi mete tuttauiu co diiierft/chf^tsii le cartej quali (i dee fireper.
pili vie^e

quando modi di fkre,


che poi
le

altra co/a dafformando ^ e con l'imitare l altruifiirlefue, con diuerfe maniere, (^

quando vna,e quando ^-vn

con differenti materie ancora,

(^ quefio accto^
ci

fiano tutti ageuoliper ognifuo bifogno, oltre che


cofi ftien '-urna (a

ma

tiifeflo f 'vedute ricordeuole,^ pili di tutto mirabile dintorno alla pr attica del

quanto

memona,t5^

delle co

la mano,perihe fimatien ficuriffima,fpedita, e pronta in ogni

fu
"

occorren7^,per quefio cefi 'ufiato co fiume. -tMa ritornando al

primo detto circa l*wuenttoniiacciocke cogli ejfempi piii diuenia


te/icuri,fitoccara da noifopra diuer fi modici quali di gi fiten*

nero da pi
ti

eccellenti

moderni,ne' qualif
il loro

cffi

benfumo dtfferen

l'vn dall'altro alquato,fecondo

prefo habtto,0^ ingegno

Tjon che
di,

non <ui pofianofe non giouar molto perptit m P adunque l'ecceUenttfs, Leonardo ]/'tnci,come di piii, foniper
ci
i

le ingegno, fi a

migliori,tanto diligente in tutte le perfettifs.o^

ferefue.quantunqi non ce nefiano molte, che fi pu dir e, eh'egli


folop attendeIfe alla Tfia di Geufie di Apelle,che di qualunqi
altro del tempofuo. Conciofiache

primache

fi poneffe'a

formar

inuentione di qualche fiia opera,ch'eglifir douefjeigiua da se in


uefiigando tutti gli effetti proprij,

naturali di ogni figurale

dogn

altra cofa conforme allafta idea^dipoi cercaua lefue

qu
,

lita,ciofe quella perfnadoueaeffernobtle,o plebea, giocofa

pur fuera^turbata,o Ueta,yeccha, giouiney di animo tran^


qmllo,pure irato^ buono^ o matuagio,

cofifatto

chiara la
te

mt

75 UideffelJerfuo^nefkceua diutrfJchtT^^difoi f n Andava doue


egli Japeua che (t

^'

LIBR PRIMO.

radunaHaj7o per/ne dttalquulitk,

(^

offerua

timoni u con ogni cura t nfift lorojejor maniere^gUhahth mento del corpose trouata coja che gliptacejj^ atta a quello che far yoletta^con lofltlcMfuo Itbricctnoj che temnafcmpre fecoiU foneua^, e fktto ci molte ^oltefin che li baUaua k qutllafigurat
6 altra coJa che dipinger ^olejje^jtdaua a joumarla^^ la ftcs

riufcire
le

mar auigliofaiOtttmo modo (-ueramete, @r ytaperco

dure

operefue

ma non pia

vfata da niuno ne
nj altro

tempi nofri.

Dicefi poi che Raffaeli e tenera

Hile

ajpLifacile yperc9
li paretta.

che diffiegaua molti dijjcgnt di Juamano^de quelli che

che Jojjro pia proffmani a quella materia^della quale egli gi

gran parte nhauea concetta


altro guardando,
'

nella

Jdea,^ hor nell'ano JjornelT

f^

tutta Via f-velocemete dijjegnando, cefi 'veni

u a formar tutta
ef^er la

la Jua

wuetionejlchepareua che najcejfe per


\Aichel ^Angelo

mete per tal maniera nutata^^ fattaritchaper la molti


co[t

tudwe di quelli. Ma il modo di


die a
lui

agli altri di fi

fu molto ageuo/e^quantuqidiuer/o^O' nouoper le artifi

tiofe attitudiniche fmoftra delle fue figure ifi

come dall'ottimo

fuo rilteuo tutte trattate, de Hafacilita del quale io ne f-viddi vna njO'ta in T{oma mirabilproua,fe bene egliju di foca cofa:tociofia
che

yn di-, efdo egli dietro la chie/a di fan IPietro^s'incotr m un

Ciouane Ferraref VapirOiil qual ringratiato da Michel Angelo


di noj che Uuoro di terra^ilqualgli haueafatto cuocere lifgil

Je di poi che a lui coandaffe che yolotieri lofermrebbedl Gtouene


cof affcur ato dalle parole

dfvnhuomo

tale eliporto

ynfoglio di
.

cartate

lopre^ che fifi li difegnafe

<-vn Ercole

m piedi

AUl

-bora prefe Michel Angelo quellaCarta^e tiratoft da parte fiotto

<vn

picciol tetto^che luterai

doue era
e

''vnfianno

dafiederui^

(ul quale pofoui

fu

il

pie defro^

il gomito fui ginocchio

aliOf

f
75
Alto, poj^^iatofi
tntjje

DELLA PITTVRA
Umano al m/ fiflette
penffo

un poco , dipoifi

a dijjegnur

quello y ilqualfinitolo in breue tempo , acenn al

Gtouene che tui era poco di luge che egli uenijje inan^t , cofiglte
ioporp^e yia fi dipart)^ andoffene uerfo T^ala^^,il quald/Je
gnOiper quXto
to

cono/ceuA ali hora,

mi paru co fi ben

lineato^

om

o di mtnioj, O* era unfiupor brato^(^ finito yche pajfaua ogni njf grande a quelli che ciohaueano <u e uto [are in co/poco tem^

pOyche altri vi hauerebbe giudicato dentro

U fatte a di n^n me/e:

Ji che fi pu fare da queftogiuditto quanto egli Joiteua tffirtja' le infar le fue Inuentioni Vii parimente Giulio ^mano co(i
.

copiofoy

(^ faci- e,
aff
,

che chi lo conobbe ajfermaua

che

quando egli
che

d'jjgnaua dafequalcofafifo/^ejchefipoteapiprefiodiref che


egli imi/

C^ che hauejfi inan'^ a gli occhi ci che fkceuAi

ch'egli componeffe di fuo capOipercioche era

U fitta

muratra tanto
,

conforme ,

<(s* proffimana

alle

S colture antn he di Roma


,

cht per

efjerut fiato ftudiofijfmo fempre mettre era gioume

che ci the

-f^-

deponeua, <S* formaua pareuaefier proprio cauato da quelle: Egli teneua quefio modo, ptgliauayn foglio di Cartafotti te-, O*'

iu

quello col piombo}) col carbone^che

m mano hauejfe, diffegna^

u CIO che in mete haueua^di pu tingeua tlrtuerfd di quel fogl.o da per tutto col carbone, (Jl;/ indi pigliaua'vn altro foglio mttOy

^ calcaua q tieldifJegno, fchi7X9 su quello con Vn fide d'ottone ouer d argento ..di modo che "vi nmaneua tutto ci ch'era difsegna to di fopra sul primo foglio^dipoi profilato che quello haueuafot
CJ

tilmente d' inchtoBro

li

leuaua l'orme del cdrbone^che vi erano

rimafie delcalco,con batteruifufo

Vnfk%z^Utto.o

altro

pannoft

tile,ondeli profili poi fi njedeuanoreftar netti,

O* fen\amac^
k grado di
fii^

chiam

fgno alcunofitto di

effi,dt poi

li

finiua^ di penna trat^

teggtando,

di acquarello, fiecondo che pi gli era

r,(f

di quefiifuoi calchi to ne n^tddi

gi in vMantoa molti,
che

LIBRO PRIMQ.
<he mi furono da pi

77
.

per/one mofirati^ doue come [tsa^ fece in

quella Citt
to il

pm difjegm^(^ opere eh'alt roti e


le

Ti ouajit^erefiA

modo di Toltdoro molto Jtmde al gta


ejjo

detto

diGmlso

//
>

^uale

ancora tutto nuolto allo imitar

antichit predette

'uenma da/e componendo fkcilmente qual pi


ti

copto/a materia

piacejfeycomc

fi

detto altroue^perche

n era pojjtfiore talmen-

fesche d'ogni pcT^^o che nji era d'Ifioriaidt figure^di tefte^ dt ani

mali
ito

di qual jijojje altro ch'egli trouaj^e guaHo,

^ fraca^a
.

riduceuA con 'im modo flrao dinario benifjtmo finito

//

mo^
mc^

wdft' del tentar

U inuentiom era per guanto


modo di

io

ho

'vijlo nelle

\tene de' fregilo Itr e al

GiHiio^che pigliaua njnapcrjnay

tmero del lans nero^^/ con quefit ''uthiua imponendo alcunefi


gure, quali fkceuano
tjjtr

pn?, apuli

gure di

--vn altro fi-evjo dilla

mtde]

maaluz^a
qmjia

dtpo ialcaua dell'altrefi* su ^ucl carT'po ,

\doue era qu^llo^

yna n^wlta^e

duCiCon rimutar quel falco dai pi i


confi /ione di /egni

tno luogo ogni "uolta^di tnodo cheptr

duplican^^ i

tanti contornhejjo ne c-iuauaper ftmil 'Via

mate-

ria per quello abondanti/fmUi

C^ il fmtle di alcune J/lorte pur


enfi

d'wnafiejfa mi/ura grande^ma to non duo pero ch'egli co/t fice/L


.f

femprCye/endo quelgrande tnucnt^re eh tglt era/cnz^a

fkt

ti aiuti .

Ma di 'Perinoper quanto to di[fi hauer


che_

ip

cauto da Juoi

difiegnii ti modo /uo era^

^cf/amente prima

tentaua

ti/ho

intento col carbone^ouero col lap neroy di pot rvt profiUua /o^

fra con penna i riducendo ti tutto a miglior forma


moltifegnt,

col farui di

@r

al flr, fi^vedeu<t che poi

li

calcauafu/o <-un altra

carta nel mede/imo modoy che fi detto de gli altri ^ C^ indi li fi^ ntua con tanta gratia^che pochino niuno lo pareggi gi mai^ g/

tnaffmeper dt/fegnare di chiaro (^fiuro .

Hor cosfittteftye
x-/ (i cono/ce

de efirc fiate le <uie di quefii 'naltnthuoniniynelle quali f be


yifi'Vedeuaef/er qualche differen^mloto,
par
ej/erU

78
eferlt tn tutti

DELLA PITTTRA
yntxfkcHU eguale di
eccellente

maniera

Ma r%
non

ftgiiafdo ti ragion (ire[opra, di cjuelli, che per loro me/c hinit

pojjedono tnuentone alcuna^ diquefits

quando per

tlgtuditio

liferuA^Jiimo che delle co/ altrui

eff ^i

poijkno con de/re'K^

aiutar moltofnzjs riportarne alcun btajimoypercioche ejjendo im


pof^ibile-iS

come pare a molth di poter formar/i hoggmai

cofy

la,

qual prima non [ia fiata iy-Quata^^fktraynejeguita, che ilfer^ delle altrui viueniioni ft po^a,@' fianecejfiirio ,pur che uir fi fi
-habbia auertimento di ridurle con qualch e mutatio ne^ <S* tenere

.|

||

runa cenafiicotayche paiano


prio ingegno
,

effer

nate

^^ fiibricate perfuo pr
l^ altre

il che

cercando fcofiarfine con fi fa

partii

gy
fi
//

frie al pili che fi

pu conjorme

alla

fua maniera , quale ella

ftat

fi fitcaa

con animo di auariT^rli di bonta^ O* diforma^

chefi conjeguifieda molti ageuolmente. Conciofia cofa che

qua

lunque figur aper poca mutai ione d'alcuni membri ifi leua

ajjai

dtUaJua primaforma^perci che colrmoltarle^


poco la
tefia^o aizzarli un braccio^
torli uia

con r/iutarli

vn

ijnpannOxO giunger-

nem

altra parler in altro modo^ riuoltar quel dijfegnOiOuero

yngerloper minor fiittca^o pur con t imaginarfeloche [iaditondo rilieuoypare che non fiapiu quelloy che confidei and bene cofi fatte mutatiom con qualii^ con quanti modi di 'vnafol figura^

'

rvn folo atto ^variar fi pojia


effierdi

Et poi douendo maggiormente


,

molte ^laonde

ci piace

che mirabil Jorzjt ne apporti


.

^
<S^

'

qualunque ingegno dcboltfjimo aiuto grande

Mapero"" bifogna
fi

che quelle rnutationi [ano condotte di manieralo*


re

/appiano fk

m modo^che non paia creile

ne//

Htano come tn prefitto,


i

a-

uertire che le figure beni(fimo tri u Ut con

rjot/kcili^O"

bene 4-

g.atiy^ con l hauer risguardo a quelle c^ efie fi debbono adorni gltare conwoltagratiai^ gtuditio, @r come cto^ fa da /kr lo
dtrerno

altrouei Conciofia che fi ("ve^ga di rado quello e^et


bello

LIBRO

Px^IMO;.

70

helt atto d'unta figura in f'iediiquandoi cheponiam cafi [por-

l^ffcm fuori Ugambadefra mfmecon la /palla, poichJkr a ter auentura, affai megitocche la de(ir a fpala reftt in dietro ,
gin con la la manca fiJpor
tefia, che acconciamente
li

ceda

Et

fio fior cerere trmellare^ il naturale ce certo che cjue

CinfegnA lon

rfiltachiare'z^a:
ltte le
,

Onde ft njede che fi da gratiay<(5^ ^tuc^zji a

membra eccettuandone cjuelle che fono ne' corpi morti ,


,

perche quanto pi fono abandonate^^diflefe:^tanio pi fi 'veg*.

gono afiomigliarfi a quelle chefono m'jfte

Ci fono dipoi dtfi^

mtle altre ijeje quali fi rtferbanoper le cofe


li

macg ori, de He qua

f ne tratter acquando fi ragionar a dell' florta, che fi da noi Hor (in q% mi pare che habbiamo tratta Proporla pi inan^t
.

to affai
tefjarij^

chiaramente

d intrno a' pi imi

rudirnenti^^''

ai pi ne

inpemecon

quelli auertimentt^che cifonoparfiefler piti

di bifogno per introdurre gli fudiof del nobiliffmo dtjf^gnoal

Verfentiero

quali ccn

li

debiti terminipoffano falir e jicur a

mente njerfo lafommita^O* maggiore altez^a^doue pi(f>eran9 arriuar cammando, ti quale quanto fta fpeditOy(^ chiaro, fi
con lefferienT^ njtduto delli predetti eccellenti .
Seguitare in che modofi ntranno i rilieui,
%A^a

Hor ci

^
.

refia

(i

fknno i cartoni .

prima diremo della fcientta de' lumi ^O* deli' embre,


Q^for?:^ loro
.

dille njariet^

Jlfine del primo

hbf

w>

7) E'

VERI precetti!
PITTVRA DELLA GiO.iSATr. ARMENINI
DI M.
Da Faenza,
^^

LIBRO SECONDO.
CrC

''

iV>J,l

De' vanjlqmchcvfaho Pittori ne' IcrodilTegn t,conquarilieui,i naturali, li mod!,&: da qul parte nel riprarre
i
.

&

fi pigl'ano,che facciano bene, cuali fia di loro il lume communej& come quello fi pi^lia,& fi adopera in ducmodi^con vna vniucrlaldefcrirtionc,chelcrue tut

le ftatue,

ti

,&come

fi

moderi mediante j1 buon giudicio


:^

di chi
\

opera.

^^v:v:^<^Xp.

j..^

^^^^^1 G LI
'^^^^i<^\

mintfeBo , c> e nof^imo a mae^ JIy'j eccellenti , che d que Ha ane, wejjo che prima fiam i contornijutta lafor^a di ejFa.
e

'viene

a confis ere ncU


le

Artifcio

dtl porre

wa^^tor lum i dopo


pYj luoghi loro
.

debite ombre

ipro^
quali

fi faticano per Japer bene imitar qualfi'vogha cop. di rilicuOiacci


che ne d'-uengano cavaci
.

Et perche coloro i

"yrima gli Jai a. necefsario


, /

ch'ifji

Jap

piano le dit^erfita di quei lumi

quali n.pr fi ponno diuerjaniente

LIBRO
vienti dd
i

S,E

e ONDO,
ejjlglt

littori huont^ a^j^che di


le

^^ effetti hcnilsmcift^
.,
'

dario^accioche di poi per

opere /oro pi colgiuditiofe

ndtbbnn

hjalere che per le leggi delibarle. IPrtWit adunqi (tfapta che cijoy
720

pmforte di lumi-ide
il

quali

alami fi adoprano alle yoltejuori


baffi
^

delcommun v/o^
<fici

cio pia

alti^pm

pia

fieri
,

e pia remefjy

lume dclSok',
,

della Luna^delle Stelle

con altri

olen-

dovi del (ulo

c^* altri ce

ne fono
t

artificiali, fi

come del fuoco^ e

quali i lettori fi feruono per qua^i doli vicn IHoric^o fiintafie di tofc che fianonotturne^e per upcre per di Ifegni capriccio i ilche Jouente efii fiitmo per m^ flrars fi

4elle ucerne^e difimil, de

wir abili
dogli
difficili

iffiittt

di

efii

lumi^C^ amra per fare cono/cere al mon-,


de i loro 7?ge^ni
,
t

eccellenti artiHtij

quali

modi fono cofi

efji'r
i

comprefiiche pochi ne riejcoho chcfiano ptactuolt^


fi

e ben fatti
di, quel

ne altrofi udio
effi

aggiunge in queHo:, the ilna-ural


l' ordinario
,

lume^che

imitano ^i quali per

doue

(ffibutl

tmo^ fono pili fieri


'pia

affai

de t lumi diurni

doue

(Ili non toccano^,-'-

leornbrefinje^ono

efere

pm denfe^'^ piii
e di

neie:

Cijonopertft

alcune tauole^^ quadri lauoraii adoglio

dimandi 1 itia-

nOidelCorreggioydelTarme^ianOy
io^h potuto, pafikndoy ijedere

Placcar ino , per quanto


t

per ftalia

quali fino belliffimi

mtluero^mafi veggono efire poco apprcz^tt a qucfii ttmoi. Ma agionamo del lume che comune ilqual e ilproprio dtlT^itto^e\

come quello che lenuto luniuerfai fi^a tuttfet dal quale


rttranno tliemye ne dipingono
te e il lume

ffi

ne^
^^

U loro operer* quelo yeram'


il quali

comune delgiorno^
cio

che illumina ogni luogo

'^

,
'

quella luce

entra per

le

finefire^ e per altre aperture iH

^uei luoghi per doue noi habitamq. -SMu quefio fipiglia molto dd^ tofimper che cofifa pm eh ari, ^ certi efifett mifcoprireif^n'^

tmenti^O* deue tffere un fllume: fouiofi


rtlteuf,(^ quelli che yengono

che
il

imdUi lumi rt'


yederje todcT^
-^

da baffo tolgono

5^^>

fi
9^f3

^ ifintimcntt
i

DELLA PITTVRA;
delle

lorpan (gr maffme nellefiatuegrandt^


j

Qj ne

nxturAlt^mn, qucfto nonfide ne torre per tanto da alto

chs iifccnUgiti

a piombo per

dritto filoptalmente

chcpomarn ca^

fo che d 'vnx teja^ offendeIpro eoa (e ombre ambedue leguan^ de pir laj cremila della fi oh yptrthe il lume setti tei ditui bai
leve
tri

tnoioche femprejdijcey.if egltjatoLo^ prejo dal deiti- (?,

lro.n ptsr daljitfiro


iijuaip:*^
hl

dche

ud^tna dt colui che dijjcgna

afuo modo porre riUeJWy^^rJdcre tilunHjdaj^ual

^da gli piace, purch fi fccia di modot che ti sbattimento di ijj

riltCHO ji ditnofiri sfugire

dietro ptr Upiano.doue egliepofioj

fi

come fi ^uede nclit ifjtgni


//

m fiampa
^

che vengo'no
.

da

bmnt
'

artefici ,

che

pmfuede ancora nelle opere loro

Et perche in
danr^ofiero,

quelle to ut ho conftderato pi volte ho compref ancora che molti

yfano

cjuejo

lume diuerfameme-^perche aLuni ce

lo

Jj?attofo',grande,^ molto aperto

^^ altri l'ufkno pocn^debole^om


minutcT^ de i

irofiiC^ quafi che abbacmato^t in quefio ultimo Vi pifiien^a deflre:^,sy* auertimentOyche nel primo,percw c%e nelpie ci llu
tne ilrilteuo, et ilnatttraleidimojhan pia
le

Ioyq

wufcoli ^quantunquefiano dolctycht nonfi fitnel chiaro, onde la

njia che fi tiene


idei lume

?2 Ita

differenza di

qut^i lumi

fi

cheneldij'

fegnarli ombraftf
3

l'afcia

su la carta apena la prmcipalfommita,


fino

e fi uiene

a poco poco morendo per

gli efitemi

/curi. hAa ne 11' altro fi lafiiaiofpatio del lume pi, chiaro^

piti

grandeyperche cofifi ruede dai lume che fipiglia da t luoghi aper tiiO*fieri^fi comedell*or/ibrepiu fcure,^ di maggiorJorza^ che.
dell' ombrofi,

ma quiuinefono mlti chi' ci errano

di grojjoi per^

che effifiinno troppo gran copia di lumefiero nella parte che e chi A ^^iW in quella del fcuro traboccano nel troppo rtgro^cnde i.)en^

gono a tmpedtre,che non figode


ri
I

la p une del chiaro coi rnez^i chiib


'

'

ne quella dello /curo eoa le ombre dolci Je quali da capo piC"^


d

LIBRO secondo;
di Jt 'Vigano /correre egttalmente
.

ti
commun

Maaccioche ognnjvo ne

ytnga capace meglio ^


Auertmento

li

moilraro di preferite con 'vn


^

U <-ver Jentiero

ti qual far a,^ che imitandoli qual

fi voglia nlieuo , quallume egli fi fia , fide tonpderarejtm^ pre y che quel membro o quella mmima parte che e pi nanzj ,

pi chiaro , fi fiiccia 9 quelli che *-ua,nno sfugendo nel medefimo indietro, fi Vadano

(^ pi

apprejj alla 'Tfifia di lui

quello

COTI dolci firne

omhre perdendo

fecondo che egli gira

nella

gufa
tonda

che fi confider <ueer sfugtre il corpo di vna (jolonna ne qutui de ntuno per quella copia , (gr abo7idan\a di ,
batte

lume che cofi fitr amente


ttlieuo quafi con

da
,

quella parte donae Viene net


egli

egualmodo

ingannarfi ^ perci che

fide

abbagliar

amo

con giudttio quella parte ft bene e ihiara^per


all'

quella predetta ragione dil\jfr pi lontano

eahw

di chi

dijjegna

^a e jorfi bene
,

ti

luno pontam cafo


di rtlteuj
faccia
,
,

che ji

porre 'tn.clfimpio , come Je aU mxtta a voler ritrare n^na te fia

e quella fia

p(la fitto

vnlume figo
tcfia,

O" fia

in

njeda che quei lume dalla banda onde viene, T^erra


quafi tutta di
cefi

adoccuppare la maggior parte di quella


chiaro fitta a njn

vn

modo
sa

,
,

colninond gi fcguire

come

egliuede nel fuo dtjjegno


la te fi a
,

ptraoihe ichdcggando tutta via


ti

come

fi

e fi come

la,

6^ pi prefio allavfta
,

dilu

^
,

najola fi ma a di quel'pi /otto alla for'^a


fronte pi chiaro

del lume

cofidmeceffna
la

fi.rlo delia

yC^

parimente
orecchie

fionte pi delle guancie

^
,

qucfie pi dille

(^

cofifeguire^^pcr fino
fi utene

a gli

efirfmi di queL'a la onde

per tal modo

a fupp lire

col gi ditto

^ con t
2

urte
.

per
chs

doue
fi
e

gli effetti

manca di qutfia import antifiim a par ir,


fmpre

//

ofjeruao bemffimo

r^ppnfjo dei buoni dtffigvatori

con

$^
e con
quefii

t5ELLA PITTVRA
uhp

menfoi a far bene tutte l' altre cofe^Ccnciopa^ to/diChe tutta quella djerettone cheji dime[irato douerfi yjare tutte ne/la tefia, |7 richiede [imdmente in tutta UJigura, gy

']

le

Iflone ?na come poi

fi

defauir} con ragione, (^f modo quando

del lume fierOi e quando di q u Ha che idehole^ a me pare che egli Jia dt bifogmhauer rijguardo alla qualit, de tjuggttti di che

'

fi (unno

le flore, et

luoghi douefono prijentate.perche in

una

Iflorta,nella

tn altro
e

apato

qual fi finga efjer le perfone alla Campagna^ eucro luogo, non mi par che ci Bta bene un lume chefta

"\

debole, pocoy''/a pii> topo gagliardo,^ fieroXonctofia cofa^che

in e(fa fingendo ut

mtferfca

0*paefi-, fi pu comprendere, che raggi del Solere ben non lofnnno uederfulCielo^xl

arUimontu

qua l batte ilfuo lume fierifiimo ,^ molto acefio^ doue che ali op
popto^non aumen
co

fi

quelle che fifingono al coperto ^cornefon

quelle che fono ne i tempij, e nelle e afe, alle quali lafirada delpo^
co

lume-iUmepare che uifccia beni/fimo,

chefi imiti quclna-

tur di uero, che pare che pur cofi[ia, e che fi conuetiga, e di queft efjempi io uene potrei adurre infiniti per le opere dt hommi Eccel

Imtijfimr^ma non mt par che gi bifognt effendomie ragioni ma-fiifeUe*.

Dei riccttij&discrctoni
i

delle

ombre,c quanto {T debba e(^

fcr,auertito nel porle bene,acci che gli occhi

de riguardanti non rimanga-

no offefi.,

Cap.
io

1^.

p^l^ ViAnTV N j^r


me\non dimeno per
ef^erci

hahbx detto nelprincpio

^^^^^ ^' ijoler trattare delle ombre, come u^J^%^ ^^h^^^'^ W^^^d, na di quelle p Arti chefurono da noi propofiefr lepri-

dentro quafi

le

medefime cor/fider^
cffendo quefle
altro.

tion, %1 rnez^Kitche fono dimofirate delumt^mn fi

t tk- secondo.
altro, che ilfmnHtme?j!OyC^

mancamento
^

di cjfilumi, peroj^ero'

da fiper prima the non (ipuftre ombra mai attrtment^Je non quando un corpo int pedifce che la luce nonft Veg^a ^ di modo che, quanto quel corpo
egli

dt trdttar?2e brcHii'simamente, Duncj

pm groIJOiO* fpticatOttanto l'ombra l fn piudet/i (^ negra: Ma. in queja a "vuole una certa defirez^ dt me^i^cke quando ar
e

rmano

vicino a congiucgerf co ilumt,


il fcuro^e

tlle

"vengano morendo di
cerne

nt.do^che la/ctno a pocQ a poco

rimangan

wjumey
ejjercitOt

^ctofia

con tale ruhio.'ie di

me:^ chiari,

che non (i pojJadifcer~>

nere doue fimfca l'^'no^e cominci

l' nitrosa

qu al Arte per a

'Volerjr a i pi /curi con grat> ri/guardo fno agli eHremi,Conciofia che da i lamine dalle ombre ben collocate appareno ne i piani i riitui)Come fpiccati^ Juoi

tioneye per ijferunT^^e giudito ji conJtgmtOiperche


ci beneiCOTiUien

cheji <-vada caminando

di quel luogQii quali tanto fono pi grati


'V

quanto con pm jor'z^

appariscono Cimili
,

effetti,

(jnde qutjo ritrar cofi artifitiofo

dd

chiaro

O* del /i uro ci moHra poi ^un bello ejjtmpto da di^orre i


,

color i,(^ l'ombre

perche hanno qua fi le r/sedefime ojjruationh

Ma nonJ: pu dire mai bafianza quanto f di u ejj'ere auuerti'tocche gli occhi


eji dalle crudez^ dell' ombre^per non njengano off che l'occhio naturalmente gode delle cofe allegre (^ abborrifcc
,

Jcure^ per qui fi lorCfumi tutta lajcr^a: del/Ito ingegno afikre che le ijengandVnttc.O* accordate, accio
le malinconictje
,

le

non rimangano spiaceuoli^e noiofe : fide adunq-, cercare ^-un modo


tale che tutte quelle coje^che fi ombralo

da nL>nif parte appaia-

no di rilieuo ,
nei colon
,

(^' "Z'ere
ls\a

e dall' altra parte riescano al Juo tjfttto

.compiutamente.

perche cotaldimoHramento

pm agcuole fiat
s'iml
fisa, Co/i kt

(nce-'^oli le tinte naturali con quefiimezi:^ che


ft

ta^cofa che no

pu fare ne t/empiici

dij/eg ni, come

quella parte

lo et rt/er biamo

colprodunnpiu

ampi^mc'c^t^'me-

f(o'

86
glo
f(4 ito

DELLA TITTVRA
il

rcHante dt quefia

ma terta.

>

DcHa Ictochczza d coloro che fogliono affaticar fi prima che habbmo prela maniera buona intorno ftudiar
le

Ihtue il naturai, e modclli,dclIc molto vere, &vtilicoiridcrationi,chc ci fare bifogna che fin e le s'imitano, eccome fi nduCono, fi aiutano da ntrahcnti , con eguali cspcditc vie fi trhuomo in giquelle facile,
i

&

'l

;^

&

<|

jji
.

&

itioio,

E
^

ben fin qu t trattato hdbhtamo, lieti Goucfii, di alaffai

cune parti

ben dnjiuleje qunli abenche paiano co


,

me cofe comrnune

nondimeno non (Qendo t modi da


,

rvoi wTeJt^merc di quelli inutdiof^Qj maligni

quali nefono

'\

colpeucdi col tenerle na/coftyViJono tagione^the tuttamaiHJt

af

faticate peryie lunghiffime^ inutile

piene diflenti

lequal

mentedimanco h

n/J'etto dt quellecbe Jiamo

per douer dire t>

potriano pcrauetura parere legteri , percioibe mi pan utapiu trop

fo maggior errore il tanto affa ticarp^


ta moltitudine d Gioueni ,
/

che

quafi alla

cieca ^ dt tan^

quali per i lor malpnnpij non pe^

netrandopm eltre^nelpcmertir gli ordinhprc/fmendo dif in tt


tofi fknno cof audaci
,

che el^endornancheitoli molto delle parti


neceff'arie,

fin qui defcrittCyi^ ancor di altre pi

ardifcono tutta

njia difkre njarij diffegni:,con ritrar bcUifjmejlatue^archi^pilliy

ignudi dO'lnjiuOs^'' noui modelli futtidilo mano^conmolte fuifcheiO*fientiJe qual fitture,

dijfegnifcno poi a chi

le

con-

fider fuor che eff,nel^ero cofe da riderfene. Conciona che to t?e ta^neme non yiddi mai diffegm di tal frte , maflimamente dtquellf'Che (l'ano ritratti dai modellai) dal^uiuo^t quali fiano

fl^ii aggradi Holhf

non per mano dt perfoue efferttfjime ^

ben

con^

LIBRO SECONDO.
ConfuntAtem
efji.

S7
ouero di

Et perci io qui
li

tieauertfjco og?jum,che ^fiaf7,

dofhiiuejjebeneu72modell(ifkttoperma?idt Baccio

Michel Angdo, che mai


I

riufctree tlritrarlo attame?2te)ppri

ma no^Jnjje m loro molta fratttca^e giudttto^manerai (^ muen


tm/cpcraoche /yede
tutraHut
flut-i
t

modelli e fere per loro naturai Jode?:^


<<S'Jufr->

manchcmli^^ foueri di molti abigltamtntt^


,

chefono communi oramenti alle coje niue

perche

m quelli
i

nonfi uediA mai mUre i panni p er


pelli,

tanti ue rfi^ ne fmntolare

ca

le

barbe in quel modo che naturali giocano,

f^ fcher%fi
,

no ne i loro ruoltyZ^finimenti
menti,
,

dapm lati^con fmili altri mom


,

0^ fucltez zj f^ agropp amenti di molte co f permesso


li

delle quali fc

quelle mor bideT^^^" quelle fiici In k

cy^gra-

ticyche ufano dare^

k t loro dijjegni i buon deffignator quando fi"


alle njolte fi rendono belliffimi per quelli

nir

li

uog-ton%per aoue

Joli aggiuTith^ piaceuolijjimi ai ri/guardanti^ onde io di qui

mi

credo, (he quello rujciff che foleua dir ^Michel ^ngeloiil quale,

diceuajpejjo che ilftudio

eie i

modelli era cattiuo a t principianti^

V^e di

meno artificio /limo douer ejjre di btfogno a rttrare lefia-

tuCiCO le altre antiche fcolture, cjjndo le ptupvfie in luoghi publi


ehi^et fiopertiycome e per le
in m'lt?2cchie,

me

omuni,p. r le piaT^e^per

le cor ti

macei poi incontrano^ che per effre leuate in

maggiorfl imafonar ifitt bai e in luoghi coperti^et rtn^hiuji, et cerne. cajo ftn\a hamre hauuto risguardo por u le che figodano iCn^
de maca
ne da
il

buo lume a quefle,

et le

ombre a

quelle^ ZS^ pereto e di

necejita che t uno^et t altro di qut/t ftanodati bene^ et co aoo^


chi le dificgnarw^ie quali

fi daranno gi

mai fi no da

ca'

loroyche prima gli

haueranno da fi imparati* Ci fino ancora altri Auertirnti chi fino da confiderarh colgiudttio folo,perct che e^!i
da uedcre daqualparte
,

'

^ da

che lu-go di quelUfiatua fia il

Juo proprio as^ett^amnti che Ufi imith O'per douefi ^egga,


etje

e?
chepojji fkre

DELLA
le

PTTV.R
cffatt

A.
col ceH.irt ch^

meglio^t fm belo

m dijJegnOi w

dccofiarp algiuditto d cjuelmacllrd che


lenti

U]eie^fer cloche gli ccel

fin xeltedar fttt ptrfettione quclh parteichcjapeuano che ciouetta nwa?jer /coperto Jafaando l'AlJcuhort /oleuano
tre coYnea,ho7^tiC e dipiu Ancora che molte C'^ftjdnoje ^ual

nei rdieui^injeggonojpj.9 molto benesemafjm inviente net mar


tnii le^uahfoflepoi

che fono

m d'JJtfgnt non ritjconoje non malt^


rielle

ci

chiaro che non tutto quello che p^, ben


il

JcoltUre fc\

m^dtfimo ye UdijfkrerjZCLdicioinGnfolamcn te e gufata dalie bar bei e dai e apelli , come fi e dei io ma ancora da i panny ne i quak per lo oppofito fi J'anno lon manche pieghe ,
,

eh

ne Un pittura

O- mollo men
diba^o

crud^ chtnon moHrafjo^ucbe^C^ firmL.Arte p e da'


le ifiotiCy

tener ancoranti dififtgnar


rilieHOiallequali,

@r

le altre cc>fe

icheciJonq.\

a iprAttuhi filo e concejjo tuttJoqHeSo ^'\ cheiji dirottolo di guafie condurkfinite colJuo ginditio^oUre \
molte attitudinh^ppreffio lequalipur njanno ingaglrarditCi^
quali/t aproj/imi alle ^x

le

Aiutate molto in quefli baji i rilicut^pm che ntlle altre ce/ pereto,
che de pilli ce ne fino pochi neramente
i

tue^chefono grandine perci dalle pi gentifono di/gnati moltOy

filamsnte per la copiale njarietadedeco/i beUethe tj/imnjeggono dentro Ma quanto al modo poi di ritrare ti naturale ^-ancorch que fio deue
^
,

e/l'ere

imitato per o'^ni parte

t^' in ogni coja^ io

pero mi rido di coloro che ap^ronao ogni naturaiper buono qua/


che la natura

non erri d'intorno le belez^ fiuefkcendolcf.u , e


i

meno /i come

io dijji altroue

chefitica/e ne trouano

terr^p

no/iri^(^ certo che molti iji (i/onda7io/u talmente ^(.he e/smo

curano pi njna

ofi:>che

^naUrdiecofifchfino ilporgerli Aiuto


>

can la lor maniera

La onde io diro che/e GeufiUquale tante belle nude accol/e performarnefido yna a i Croto^^ia (t > haue// hauuto formar yn huomo , io fimo che d moltifm
hiiomtm

m modo alcuno

LIBRO secondo;
tro magtfterodi mufcoliy di nermi
,

tp

fmommHifogr9 vVr4 , che delle donne non hebbe , patetiche ale di 'vene fi fcuofre in ^in
httomOi che

m ^nu

donna ( 've de , foi che ilfi*o bello confifie^do-

juggift

fo le debite proportioni nello effer piene di delicate moybtde'\%e , dunqi cofifcmc a opinione chefi hanno imaginata nelof*

p molti , e credaj che Je Genfi^ oltre U tanta, diltgcnta, ch'egli fvfo non haue'/Sepoffi^dtto dh fi fingoUr marner , non haurebbe
ntAi Accordate

mieme le belle membra dmise eh* egli tolfi da tante Z^ergini ne fari a me nfiata k quella per fttt ione che di prima egli
tofe dellanatura

fiera imagtnato . Concludafi durique che oltre il cercar le miglior


,

(j^ pi perfette f^finpphfia dipoi tutta ua con

arriuar tanto oltre , quanto fi pn giudicar che bafii, perche accordata chefia quella col naural buono
la
ejj'a

maniera buona ,

^ con

Jifk una conpotione di eccellente bellez^


tnetrepoifiritra
liriefiafitcle
>

Ma fi de auertire che

il naturai
,

muo fi tenga yna 'via tale che in tutto

C^ -^^eloce , conct^fia che quello non pat dt mora , ((s^mafime in attitudini fiomoda troppo tcmfo in que!:o ifieffo AttOy perche le membrafi Tengono flraccare a poco a poco,
ficura

onde perdono alquanto dcllor principio ^virile

fi

che qutui non e

da yfar quellaflr aia del g ranito ch e fi fa alle n;olte nelle cefi dipnte , mafia con materia chefi efprima wn tratto no che ufi de^acci di quellofi ne pojja fruir poi con pi agio fi tendo i bi/o^

Pnichegli occorrono, con talgiudttio dunqs fi hauranno le m^ie, e

modi conuenienti intorno alle imitationt delle opre rileuaie*

PcIladcchiaraticncdelIiScurci, cdcl'cdifficulr Icrod7ntorneai farli bene, con qual arte, modo fi facciano riufcirc alla vifta proportonati

&

rilcuati,5cgiuftj.

Vantofiano difficili,

zs^ fi rane le co

giungono a quelli chefi

continuo fo^ra"' f, che dt affaticano in cofifitte arti per diue^

3^

nire

f
mre

ftElLA

HTTVRA:
U tte/trtte pffi
:

ecceUentl: [$pf40 fin qt dtfiorrendo per

trarne honiffimo giidttiOi

fi chiamar c(me prwcipij y tkit^e dijficuitA (he vt ft fcuopteinon


fofi.

U (ctenTA delle quali ppotrebbe qHA" t^ mc%i '^niue Jalt La onde fi U


t^

,j!

termn^t amila degli fcwtc

partendo da nofln fr9* par tjjre per certo /rpratn9^


et

d gramffma,i^ cefi tenuta


do
hoi'4 di

da ogmuno^

aella quale io thten^

trattarne con pieno^C^ chiaro d'/cor/Oidoue ih'toJpi


lo

fo di ntoflrarui thpilhbhnente

drittOiQy real/entiero tri^


rtejc

irrre

m tfcurio ogni forte dt riUeuo.e per tal'z^ia che ne


CI

ll '^'fta

mirAhUmente proportionato.gctrhato , O* gifio


dr bene di cominciar da quefla etimologia del n9*

*J)Unque

me

detto]cur\o> conciofia che pi propriamente pare eh' egli yo-*

gita dire ]curio^imper oche (i tengono


quelli lefue gtttfte mt/itre col

a prender /trnpre a ritraf j rimaner minori pi , C^ meno f

ondo in che forma [fuol porre tlrUieuo dello fcur?^, che fai fi \ nfuoktfe ben poi per laforz^ dell'arte a chi njt mira le paiono
ih famando tu tto quello effre fcurTjo^cb efi mo0:.^^ii):gfjre coH

ej]h fatte con gtufttffime proportioni . ZJerrcm adunque nel

Mro la yifia, per l'oppofito sju^erf indietro

le

quali due coft

'\

fono di cofi mirabile artificio a coloro che ben lefknno^ chefono ri


putatidigntffimiin ogni tmprefa in materia di

qu(i*art e. Et

perche quiut, oltre

contorni, che cifono dfficdij^ firaordma^

r^y e pia necefario chefi caglia del lume del dtfcorfo,^ per mbreyO* per i lumi^che per i termtni^oueroper altri documenti
thefofra
ci

>i

ytfia^perciocheperle leggi di queft'arte chiara ch$


quelli

fono rapprefentati i modi veri ima


re Ugiudtto chefia buono,

non yi pojfng dom

perdo ranfjimifono quelli che ai d nofirinon U fuggane al pi che fipuote, attcf che f nellt
fere loro non ft fono portati bene di modo che fpicchino fuori fon maramglia
,

fi fentono <vmre adofjo tal biaftmo da chi sntendi

LIBR secondo;
tejjerfi flccau in quello che e(ji nonfanno bcne^ perche

^r

hten^e, chefono t'trmtijoUenntfjmt gojji^ e troppo temer ^rij co

'.

nonfino-

u pia monftruoJA co fi njeder nelle pitture > ne pi fpiaceujU tf gli occhi y quanto di vno /curT^o che fia male mte/o Et pep
.

IO

Tji auuerttfco che per niun

modo mjjun fi confidi tanto if$


ita, perche

( fiefj che ardfca fiirne pur


fneljo di

i)

m di prati

non petm

qual^i Voglia luogo, percioche ni qui per gran manierai


difcorfo

ne per ft4dto,ri per i/perient/i,n per lungoyfoyO

f ri"

%a il
'^a

rilieuo,e tarte^ la
s

qual 'vedrete^ tmpojjibilt fkrli bene,


pi graui fi

oome accade
maggiori

alle njolte che nelle tnfirmit


,

froua

piii

mirabili remedj
affienii

cofi

a gli eccellenti ingegni neUf


che jorfi delle bafie cofe

*\

\difficulta

andfi pi fottilmenteper nuout tro*


,

pati fono

rijorti aiuti
.

pi affai

non

pi haurebbono
huon lume ,

Il rttrouato

adunque per gli fi ur-:^i y


,

che rie-^^p ^li^jCt

{cano net ptedttti modi far


il quale Ita pero

che mefio tlrileuo, che fa


:

-^

btn fktto
il

fi

fi:Jta ^vn telgre tta

^ijegno pulito y che (a per

men o di gra ndc'wa diduepaU


fi

mi
fo

m circa

(^ su

quello iJt

ben tirato , fy*fittile , nel/a ^er trauerjo debbono (lare tfilt nella guija che tutto di '-vecgiam

compone a;na graticola d te" per dritto , qual grata ,

mo

quelle di ferro alle finestre de

palagi

Cf* dellecafe

(^

fjjiin modo che gli ^atij del detto refe incrociandoli mfieme refi me di quadri perfetti , C^/r gli pu fr cadere per fino al Inumer di dodici o pi quadretti di poi quando fi njuole r/ trarre Urtlieuo fi pone quifio t elaro in modo che fiiadritto^
,

<

tsr rincontro tra f,

(^
,

il r die no

ti quale fi imitay

di maniera

ehe

guardando per quella gra'a,


r ili tuo

la ^'tflafcnfca
,

tutta la

quantit del
(be quanto

0*da

'Vantaggio

(^

di poi fi nota^
,

numero di quadri batter nel

rtlieuo

al rettami

^uadft fi fiLCciano di Urne in su quella carta doue fi ruuclt

'

:\

2.

fir

^i
Urc
ildrjjegfio
t

DELLA ^ITTVRA:
,

jl

o fia con piombo

pur con altra materia puYchs\

fiano perfetti quddrt y 'IqueHi j po(fon fiir di quella granaci^

Za chtjinjora, jkre detta figura iridiljgno i modo che colguaff


darti4tt4 ijiaper
la rcffi che quello di /pra

U gratcola alpredetto nlicuo/ utdr di quel]^


poman
cafo
li

y>en a battere

tlpr-m^

mo quadro per

trauerf nella bocca,ilfecondo nelle poppe , ilter?^

all'vmbtl.tcoy ti quarto alla cininray

@r copfno a i piedi ft y edram]


quali Jaranno

no/egHtar quei fili a trauerfi^

m numero

pile

i meno y alti, ebaffi^fecondoche piimeno fi <-uorra fzir fcur^ T^ar quel rtlteuo,perche quanto pi fin cera verr a capir in pia
pochi quadri ,

tljimileft njedr de

ifili

che difcendono gtiki

piombo per il dritto da capo a piedi dellagrata^ pofli dunqiO*%


quefiofermi con l'occhio prima nel rilieuo j e poi fu la carta t ome fi detto ift ^ien pore i contorni , ts^ le membrafecondo che ^
n;edeper quella dirittafu la catta di mano in mano,
iontornarlo [ ombra fimilmente col me de fimo modo per ogni yef

i^finito di

"\

fo di maniera che con pocafitticaper lo aiuto di quefii prfiffiter-* mini di quadro in quadro incammando fi conduce al fuofine )fi
che con quefiole giufiiffmemifure^

O*

le proportioni delle proprie]

mede(ime dtfiof\ da loro y f (i pero tenuto il modo che\ inanT^per i lumi , (^ per le ombre date k quelli , e comi fi diffe fiact'^eroyfipu'^cdfrper leproue^ tali faranno adunque le
Z^ neldiffegno che fi fatto
i;/> ^ereperrttrar lifcurct ,

figure ritrattefi reggono ejfere apunto rmfctte le

quejio i quanto intorno

a ci mi

e parfo di douer dite .

l>eB

LIBRO second:
Della mifura

ff
e da p^

dcirhuomo tolta dalle ftatue antiche,


, i

naturali, cmifurata per

due vie , delle minute parti dch tcfta con quali materie fi fanno modelli cper quante caufei Pittori Tene feruono,
della
facilit di

farne molti in brcuc tc-

po da valerfene bene, 6c come quelli


fi

vcftinoperpiu viecondiuerlc

qualit di panni,e in che


fi

modo

imitano,5cin che confida


la diiHcult nel farh

bene

Glt antico ,

(^ molto laudMe coftume de gli EceU

quando fi fintano hauere carrico di dotter fkr alcune opere honorAte^ H^ di momento^ tro->^
lenti T^itt or hche

nate cb'efjthanno l'muenttoni alfermofi mettono daje afiihrict

di molte figure di ^ondortljeuo ,


intiere

^ talvolta

ancora delle Jftorie

i^ ai cercano (krt con


i

belle proportiom,^ gtuje

mi/urc

lfM che fofjono onde Upu


ma, che ritrar ne 'vogliono

di loro lefiinno dt grandez^,^fior


lor dijjegni in

famente nonfentA molto lor fatica ,

caytafinith^ ci r/tf O^ tnduHrta di longhi[fim9

tempo per trouarficome conftretti a douer mttterftin quella prat^


sica la

qualnon tutta "Pia di

lorofi nonperfimtli impref,tl che

\finno (i per cagion de Hi fcurci ,


nafcon de
ti/icarne la
il
i

sbattimenti che delle figure

quali ^ejjo ne fon dubbio]t\fi come ancora per cer^


co/e che nelle llone (t richiedono
efi'e

mente di pi diuerfe

lume

delle quali per lo artificio che in


,

trouanogli e di tanto

giouamento

(^ dt tal jor\a^

che per ci le loro opre come quello

the pano "vfcije dalijero le rieficonopoi beniffiimofipra

modo per

fioche pi quellefi Accofi ano alia intima perfettione^chenon fikn^ mo tutte quelle dt altri Valent'huomini dipinteper altre uie, eper^

m vengono

efiere

tenute in molta riputatane dagli Intendenti

BBLtA riTTVRA
tArteficiche le fanno ^ftchempay

:^ tn molta prtcio gU

heni

di ragionArfipra t predetti modelli^circA lftrli hene^ C^ con


Jte/^^dittydf maniera che ref^tno di per/tt ione
dc4n^'4e ff fabrtcano d cera
tri pKClt
,

m0
-i

a/^otiti,

/^lcuni

alcHm
,

di terra, altri

grandi^aU
,

aitrt

mefiti y
,

altri ignudi

C>
^

ejuando
i

m piedi
,
.

g/
at^
\

qi4.tndo
fi
,

a federe

C^ quando
et

dfieft

pcondo

bijogni

gli

ay*

/oggetti delle co che e^i dipinger ijogliono f


"vuole le fue debite
le

Ma de
^ual

fapere. che in tutti

mtfure

delle

KOI efporremoflamente
etile
y

maggiori con lajctar le minute pani-*

fottiglietss di linee,
,

le

li tarpa figur ej
,

(^ ejHadrati quelli
,

che fnnno

le

pro/pettiue
,

come ne tratta zAifen


,

'Durer

(t^ altri pochi

Poich
y

ci

fono littori

alli

quali

quefe paiono fitperflue a faperfi

forf fondandop su quel/9%

che fopra di ci fle u rifpondcre

Peccellente Michel Afigelo

Buonarotty
cchif

il quale

dtceua
,

che

bfognaua h4uerlife]thgli

O* non
ti

m m ano

perche
,

la

mano opera , (^ l'occhio gi

%A\a f pero fi confider in tante fue opere y fi yedra ch'egltnonpafTo mai t termmi dee de^^ bite mifure , j cme di molti fi "Ytde , che hanno ftto con moU
dica
,

che e

^er f^imo

(|

vi

to btaftmo

^
.

f^ergogna loro

O* delle fue cof , per non ne far \


t

conto alcuno

Ma
,

lafciando

licemnsfi

da parte i
,

le

mifre

faranno quefte
^tufa mifura
tre

che di ogni pyoport tonata tefia


ella fine

cominctan-
,

do dal principio della fronte fino


fa

del mento
>

lafu4

lunga per tre nafigiufli

altri la fiinno per'


,

din

groffi della

mano

detto police d' Latini

bene ancora ^ per rutile y


gii occorrono

ma mi par |
h
;

bemficio di quelli^ che alle njol9\


di dirli piti

a fate delle fiat u di fiucco grandi


>

ptmuto delle mifui e della tifila

Jo ho detto che la

lungheT^

dt effa fi fk di tre pollici g^ufit , cofi la ftnditura della bocca <ver9longhe7^fi fk dt 'vnP , fimilmeute le incavature d$

ih

ih cchi
re

pfk cC'vn poUce fn;nd


alio

tonfino, ilnafi
,

delle quali

conU fronte , le /e ne d ^'na per


3

mi furandole per pn douB quali due parti f dmtde


,

m
d

occhio

>

0^ quella
,

di me?;^
,

XP fi di

fpAtio

ere e tra

tijn

occhio

C5' l altro
,

^n
'tpto

ToUtct ancora

ftfit lo fi?atio che


,

tra l'occhio

al pnn^
fri

del gno dell'erre echio


dell' or re ce hia
,

(icome del me de fimo fi


qurfo bafit intorno
la

la
.

lun*

\hez^

g^

ct

bora ritornando alla


710 ejjere

prima mt/ura del *uiJo ,

qual noi dife*

con quefia adunque fi ijen mifurand$ tuttala figura deIThuomo per ogmyer/o i cofidtma/chwyC*

ynatefia

me

dt

femtna

doue che alcuni di noue


quelli che le

t^ akum dt dtec
minor numero
ttfia

tefle le formano t

mfiurano

col

tengono quefto
vr editto
,

modo

chemifurata la prima

nelmod%
,

fiinno ti itrto del corpo per tre dt quelle

dtc$
,

ialla fontanella della


p

gola , Gno da quefia alle ginocchia nefanno due


allt

all'ylttma pan e del corpo


,

no

del piede , fitnchi fino al noti coli , $1 tiujfif Aficl ^fcdp \ e^ef*
collo

C^ O* dell' njltinta piglia^


altre due
^ufii\> eh' auanzci

ne dan^

dalla

(ronte alla fornita del capo

(s* di quefte tre particelle mefje

'.npemenefitnno *TjnA dalla fontanella della gola all'appiccatura


ielle /raz^:^
ra.

mano , f due terzi , O* dal gomito alla Jmdatura , che aiwde ti hraccf dalla mano njna ^ 0* yn ter^p , lernamtnfteme ne fanno yna , fnzji il fuperfluo delle dita , che fanno ti
della

di tre ne fanno le bra'^a fino allaptccatu^ facendo dalla palla al gomito rna Tejia , (gjT

mede fimo numeno di noue


(Ino alla
li

Ma quellt
,

quali "vfano

ti

maggio f
'

inumer pigliano la prima mifura dalla fommtta del capo

punta del nafo

quefia

vna

te/la

^
,

qui alla fontanella de Ih gola ve ne fanno

yn

dtra,

eoa

5S
i con

DELLA PTTTVRA:
^

U ter^4ArrHdn9 a qmllx itipetto e la quarta hno alTum-^^ bUicOy t U quinta a memhn genitali e co[i di due fknno la c*\
i
^

foia fino

all' ofjo

fifenore del ginocchio le da que/iofino allaptan^

ta del piede ^ve ne fknno trcy che fono dtech tpcr iltrauerfopot

tengono nda mifnra detta di fopragnngendom le dita dijief chi

pure arrittano al numero predetto

Di tutte quefe

mifurenoci
le

ne fiarno

certifica ti pi

^olt e fi col na turale]^ tp ficon

pm p^r^
>

ftttt fiatue che fiano in "^oma, delie quali ancorch uellapittura\

per ogni poco di fcu rzo che ji ftccia (i fna rif cono ^i ordini

g/

perdonfi nientedimeno io ho pero yifio dipinte^ ^ in dtfjegno di

molte

If orie fatte

puntorilteuiin efic per tal cagione


che i Pittori njalentmon
le

da ipi eccellenti ejJerefen^afcH^7:j di cofa chi\ , e perci Jt bcnep^re amolti\


T'/inoperoiinedicompalJo
,

il che \
;

fucro

perche

il

modo che hanno deljeniirfhe /tm/^ri

r//K/4|

(ollume dellor dtfcorfo

//

quale e pero mediante Uft.

r-

afcien

\a di

effe

CT* ci che inttndeua^

xMichcl^ngt lo
_

di quel fe/io^

hauerfne gli occhi, Hot con qualj materUfi pjifiure^O' fkccianj pon *^^-^^IJf /J> tty^.ia dico che tr quefla perche ella fia pi ageuole mancggiarfi^' (^ che haMa)
pi neruO C^ nell indurirfi che refiiptuforte, alcuni

che fi e detto di /pra di douer

ci meftica7:o\

feuO)terMentina>et pece nerayaUriper terz^ d^ ITolio di linorilieuak

cTynpoco di terra roffa,

accio poi fi fiiccia dura^et

It

da ti coler ro/^\

Joy* altri termentina^^ZS^ biacca j @r quali di quefie incorporate


infieme in ynptgnattino al fuoco di
nefzicciapafielli
/f
,

modo the di poi raffi edata /g,^

con i quali componendo le figure per ti calor dt^

maniftyien conftruandofempre morbida a modofuo.


che firmo di creta debbono torla (he fia fiata colata

Ma que

li , &' vett bene con la qual fiaboz^ apoi quel ch^fivolcyrnentre che alquM to morbiday^ raffermata fifinif ce con flecchi di offa, o di ferro

(di legnoso* con ^nfenuilktto di "ZfatoJipulifce^Q^ Ji fit


-

lifci^

Achi

&

chi piAct 'dolerli

m tal gut/y
.

e non Je Itpuo fare armadura,

ttOyn di legno i ne dijerro , ne d'altro^ perche fendono , @r ( irepano quando le s'tndurano CfJ<m molti , / qttalf in queilc

^fgmey che fi hanno reggere inptedt ,

le

fanno Tfuote nel capo,

P*nel corpo 9 per trouarie diicilia. reggerfim piedi ^ quando


^^^ttouanorefjerfittte majjiccie, Mct f le figure fi faranno gran di^ fi mette nella creta cimatura di pannilo borra , accio non et e
''

1;

pino ,

6^ queBe fifit Soffiatura di

legno^ fopr^ la quale fi abo^

'

^^ano le^roffz^e con /a ^oppa, paglia flretta con lo ffago^^ cofifii conduce almeglio che ft puh-alqu^nto inanT^,^ conia
predetta terrafi cuopr e i^,
\ga alccun panno mtorno ,

fi firiifce ignuda.prima cheyifipon O* l'armatura predetta fi pufir yF-

iilme/!tefotto tutte le figureychefiano di cera,dt fiucchigran


'^eiiO piscio ley. co* fili di

ferroso dirame^tS' benecce^^fiano

effi

txm le fue debite mfuY eyuel modo

che fi} infognato difopra*

tMa perche nofiramtentione principale il difiopriruituttauia


^^lifenticr di quefle partiycke il tempofi ahreulj infime con le
'^fatiche

per chi yifludta:

cofi

fietrouato<'vnm()doyil quale
ci9 f^re^O^ queflo

ci

w molta acconcioi^ fkcik a


He fkccta

i col me'^ di

na figurAdirikeuo 'benfatta, della quale^ o fiadi mafchio, iyfia di filmina yfecondo a {he ferurfi rjjuole^ io giudico che f

pe^iy

le forme d\ gejfiy

leqmlh C(l^ fi^^ >'f9^^


terra

^' molti

con qiteRe

Jorme lorvogliopoi^chedi
piace^dicofie
nL^fta

morbida

glie ne f neformi quante


*ft

ben nervoleffcy c> Ufof^

di bifognoper hauerne

copufia,

gi[ande ffioria,

xMa
difi^

qu ptrrk forf ci

-vna baia ypr'ima. che ^^IhEffetti di effiefifip-*


fiicilita

^inobeneiio dicOiche.cmqueftamoltitudin^y.^
^^-gUre^meffe che

jonoinfiemeiii cmetutte
jiiano,io ne cauo
^

cvnagrandez^fi^

pra di^nifteffo
ii^i'oi

prima l'ordine del comporre

ilfiort certi^mo^%^.feri%fdiffemy<^Kapprefioiole pofio ri-

durre

4%
che

t)

ELL

A TI TT V R A :
mt
piace yZS^m

lir,e tn ^Udle Atttmdme pv4

y drete > cibile (juaIi chi^irtljvno tomi fias io duo circa i lum^gU fttiut.gli j battimenti,^ it pa^ fitureindt qm fe^f fehjt nit4>;o ch'io [ia coji prim di menu yerfo queA ragione aperta dddire^ che per ogni poca mia ath ne che fi fccia di "la figger rim ii^sndofene le membra di ef^

htfogm ntl mo9 io rimango in qu^l dubbia

\[

(k

Jaydtuerjo effetto forT^a che fccia dal primo, perche


rtjjimo y

ci

-ve^

fi concede .

Ma per ci non mi

fi pu negare^
pofj'a

che ho;*

pez^ ijna buona figura la non fi Jimii ancora condttrfi bene^i^ <^on poca ^(ica ,
uendofi di pi

in diuet

atte/o che di*

mutamenti

diuerfiy lo fiorarla d^lftso primo^fi vede

qualifm

pre efSere la dtfficultk per doue le o^afijmdano mfieme, <S*fitor


cono in pi m^di^ne' quali luoghi f althor a fi tagliar
di quella terra nella parte di dentro
,

alquanta

m modo che fi pofja. nun*

chtare^ certo che li ridurr poi nel modo chefi^uole, io dicono

"'

fia hrat^^ gambero corpo^che quelle fi condurr at2o ta/egno^ che per runa ceduta poi di naturai buono^fi t ir era alla corrt^S

den\a delle jue Vicine proportioni, 0*delrefiantey fi<zfedc che pur vi rimane tutte le membra intiere con Ufua debita m^

giuHe mifitreif^ l proportionatafua beUzs^di prima. Et per ci gfn fiioccheT^a ^ata veramente di quelli^
tertajr fiie
che nel fare ilormodelliyfifono incominciati ficbricarli da (4^

p advno advnoypotendofi hauerne quali


detti
.

infiniti ne'
,

modiprt^
Ce*

Sapiateui dunque dellefacilita feruire

ZS* l-tfciate

Hreme difiiculta chi le^uole Machine che imcora^nt (pia che


di Vna^ di due figure di tondo rilieu ^ifhlam'tecolruolpatle.ml

modo che fono per diurf ykofif^ ne caumo molte. in pittura


X9* tuttetrafediuerfffoithecipurfiveeddzhpuntocon

fider nel Oiudttto dipinto da ^V^tchel^^g^loyluiefjerpfemha nd termine eh*io dico: U^ ci fino rmnWhchanm detto qum,
co*e^h

^ift no se colano;
44 le

t?

membra k modo fui, immoiindotef rima Ugmnt^rititl^A

'iii^Hd C4/da,dcci quelle rtmorbtdirft'ijniJj'tidallAciHalVt 4^

'9m forf rtufcibtU,i9 ne U/ciq


lso bene (he LtotiArdo

U prouaat arbitrtod'ogmmot:^
VtUm, htbbc rdile
opti
.

ytncw-vtdedo ^Htlioiefot/ediciHccor"

^fecondo ch*w mrefi da


dir e, che quepo/olo
fiX
li

"vnfm aUieto m
difptaceHo.

dr queli

chi ia tropfo%

fi era Jermto di poche figure^

O* cht perci tintoli pa>iit4

'er

mujcoli mlJafi-^ura d'vn gioua,he; quanto d^u i^tcchm-^

ti

lmite efferde c6ntornL<tMaperihe,Ue mofielii molli tuo*-.


Ci> 'TJtfiono in

"h-onpy

a-a ^ij modt^e conpiU forte panni:f qu:'ll$:\


dt

i'i.'hqifi -VU'^I 'X*efltre

oanm proffylt i^iglh tela dt Imy^alquX


cretaltifutdilAgutjA dt
,

t'fyfh'Mi

^ ymmolAftil^

o.e

que

yf&ff
ide
:

'arct / pi.^ghe

rimandati jlsrt/je

<^ uet^gano pi m^'hi-^

la^jiiAluif pficfopra

ubonfiantB^ ^^. (ivxen accon^ndif le

pieol^t che lo
fio ,

ignudo jt fcttQpiO. codt/int.mf^do i/econdo. ilpudiii^

i^^\'fU^ili uanriofufiliyfhto^'mo-pdnmjuUitlJimafcf
t

U9r canti a f^ re

cayigtannfttolt ejjoian^j tante

tiquat "va u-

^f^rn nelld colia doUe-^e fifnT^loio^Wa. la difettila ai

tuttufau

nf'cnhpi'chtgttfio hentjopra l.i^nudo^enon lci)mpdtxequaii\

niente nei modo che fa lapelltjpra Tojsa l rquaUfo^ma ne U

^natcalifara^ino adunque c&n rtutta


(hrtiirjtdiqutlliAbondtu'lmenie.

le

yUdt:ljvt*iiAfi e uel
'
v.

r;Vi

Di C|?nra
'

&

i far ^cnc cmonrjdellj t;ffettil;>i-,iii'cjuan'i moi,cc chcihirt^^^^^^


Jitiportanza
(a
i

vtififa,
,
'

'

5c tjUl fianlc vie pi

iffc fltc,

5c facili, STmc

come fi
,

^ ^

calcano j^ 4 fcxol aerano n elle opci e [enia come fi itnrano in quelle.

^iFiind crii

3C
*

^0/4 ci refi a a trattare


*v^

cfi i

arfoni iqualt apprefo dt noi fi

tiCjeejJlr^iHUmQyet

il pi pdrfettomodo

di quello

ihe,i>er:;

artificio

ts^tficiodidtjfegmfiTu^d iituth delle fmMrzeft^f^reififi^


meffiilt cfudtAppitjjo

colrochttmMtgentU rvfano

le

Brade

'^(^rcy^ che can indufirU i tng^^ tm intorno rifinirle bcne^fi, h

tnofmm. csgwf^efiolkper&pe^^tchejOfjopev douer fme, che li ^ f pare linm^rrsfHt poiJr^M.,dipo<a,ftttcalt fiA^v GioncioJiA\ p loj^che Ufch%%ty{di(kgmyitnodUiytnM>4rdi^ tj^;ti Jomm^
i

tutte Cahi e^fkthhe hi

drphma jkitel^

durate ^ non fi {uccia,


i

no ddiltr.0 fine, neper altra'ijfett^

fe'tamentei

m fpaiij

f
,\

nnupcr^ndurU

nfii rnepet.

d'efji cartoni

C^perdirm il

"vero in ri^c

'

prenfione di sfUeUtyc ht fitrciof cuvAnopOi 0,

che f pur
e

^)

metton luL' rniim^J ne sbrigano leggiermente ^


per douer riufcirii

io dfco

he fhu'^-

rtfjmtjegnici dantj^thj 'clorJkriJhtii^ l'opere che fanno fia-'^


fio
dt^

poa fiima apprejjo delle pei^/oneinteH\


Io

dent I,

che portino pco amore alla

art et (t''

jorfi mano alt


dif

honor Jho digniffirno di appreciarf tra l altre coftyperciochefive

de in "un ben hnito canone e(Sera efprejfe di tutte le cofi le


ficulta pia eftreme^ di maniera

chekftgmr t termini di e^uelloyfi


,

camina

tn ficHrijfitna^ ftrad<i con "Vn perfettifitmo tf^empio


ch'egli hk
-

C^

njn modello di tutto cjuello


quello fio, l
ifieffa^

fkre%an%Ji fi pU9 dire che^

apera^fuorchtle tinte, tS^ per cw ^ucfio cm <V.(

gni tndttprtaye fiudio fi ^edeefitt ftmpre fiato Operato da, Mt^ chel iy^ngeloyd(t Leofwrdik f^mdid^ T^ajfaeloyda 7!ermo,da,DA{
nteloi(^ da altri eccellenti.^ .Hamilcita in qutft

\pi

da rncycome^^

yedutiy

ti

dar loroopni
ci

p^/Sihtle Perfett ione


queilt^

d incredibile WAe^,
>

flnamtornpf/
che
bill
CI

fino t$ftmpni di

\en\olte re^^i^fe

reffanoindiuer/^.

Cut a, che fono, fj^^.^fi (fvj^^^ CA/.de\nO'


.

()ttadmiik fitulhcgme fofe meramgl^y fit^ginfl^AM^

cari^imey
i

O* con molta riuerenT^a^tjty^^tisgUArdo oM^fiJknm


prima Ihrntfurst taltT^f

cartni^ fecondo il corr^mune rofi ,che

j^j>

(^

larghezs^d di quel luogOidum fi hadA fr^Bpera


s,

r^ Jt
poi

'-v,.o../.

.,

L^BRO secondo;
ra con attaccarla con colla di

Ic^t

paHa boUita^fin che fi compie randezj^ dd p, edetto /patte^C^ poi fitti a che ^^ede , ft /fi
jUa dte dita ton^if^ attaccafi fifpra delvt'ro pulito
li
t

doue
\

[prii^^Xfii dtlt acqua dtntrOitirands) li ^{^fiiudi ndotuttA

. atto'no xfifouedfyche poi nello afcmyA-fi

rumm^A p<

lifo^.%

^ htn:d (i^fo^^ indi fpradi tjfi i?/ fi mifury^jt: U at;t.M.%


>'af /tt!/i,mtc
i

cal.fjumero de quad

che prima e^l^ hatfdx


^

ta fipra

dtjjegno pucioto.che ruorr imitar

fu audio

^^\

4it4t

fico^mncia a rtporfa^ conmdra


tf

a'^e^ren'^^Hy.

^icfitc^^4'

ut co

the tn quel loro dtjjegno


i

fi

Vede efiere^fin chtgli'Vidc^^


.

be fia ogni coja pfio J


tua litiche dicono ejfit

propri^ luoghi

Ma ptr\hf.itfinodi

v^

mak d-v/ar quefia grata-, .<C^4:ofi allegar'0 friuole ra^ionii con dir che e per- dmo afiat di quel loro aifi (fi
^gno, ti

^^

qual

grande col giudUto fi pofiitde del fiir

fidoja qual

>

o/a

par eficre di poco momento enea a quefiai prcjoche /(a\ vno aueT^^o quanto G Voglia aldijj'egnajrda fi g anUe^rwn rni
et

^ofion

g(k negare i(hf^

"voler ridurrti

ijna fiortainc^rta

y,(he
.

r4 della

gran de-K^a dt ^fn^spalmo^ poco ptifiiome

itaynella grandiat^Pt di diexi.^e talvolta di 'V.tnti.


n-

fifii tutta piedii non fia

dio pili fkctltAlpti^Ja coirla grntas (he fi\^.t di efia. iokre chs

._

t^ti

ptanOi /fro^etttuey

iiajArnentiii quali j.c-nont Idi


cp/i

fi
.

\gno. piccolo tirati a.mijmay(&de


Mte^i^. aggrandite nelle Jue ifitfie

ytengono ad

efiere ripor^

mfure^i^ pnportiQnhquafi
e

^sn^ fimc-^'\\aidn-fatdurquc^ n/oler fijenta.fje i, diUtfOyeif^lk,


Scendo
ot

firn djftgnati t ttrmiH*]pTffiffLt

mn filo 4tcodtiie\
mate-^

:fiepredett:

Ima

etiandko din.tomoaUollQcau.tuita^JA

ta con tutU'fuelie lofi che

vi

(i^fiinno

dentro^ f hen qu^Uefo-^t


-^

nminutxfjimt'con lo efjere ficunfftmt di non doutr rader rnai


n^fiticl?<he
It

p9l^dr(jf<it^oMlfl('i

m^tlfto in co^finfiom dah-

ntfv

DELLA? Ptl^TVRA'

ue^^t'cnch^d co/kctci churo chtfijchifapue uhknfot(ttud'\

nedi/tgmy tqtdi fi /itol far contrajua yoglta prtma che tfjft tT&*>, Ui'tO li hino ai qtitut , zs" fm colui quanto fi umilt, tsp rttfjm ]
ttdiijjegmrche e^li fo^^ che ognuno "Vt Cdfchi
,

[^'

\^

per ths egli c^

il

tmp fjibite fkcen4 altrtmr.nte

egUi tfenpoida 4tieTttrc che ^


the egh lufiv^'m^
fii

Ij

nmn^
t<^m

fi

wagt4, cofifidjir (4 nto sii

quella hmeprimitre, e/i 1 e 0^^

dir (^'itllt;

po(h cairn !^;T^


il

p^rte il/uo gmdittOi

quale qua Ho che

mutar
ci

molti di

qt^A jegncoindmliy^ dnioao^ riportarli t fuoi propri^ luo-

^^]

g^tper diy'^eli^cfg'^i)
p^r

fi

^vcde

comhjiacff/iithe
i./t

mawjefox^
\

Uprmg

clyt

ne tMtJJfgm pia oli

fi<inno aIcc^j t gran dtf*

J'ttijO* ne i grandi ogni rnin'rno errore^dk "vljta


mutare tfegm

^.enionO''^
f$>^^

JciUto , {ltr'>tdAptrttiit<> 4} bijfgno mu ruercametito^pn

catttui fen%d ^ua. daiep i urmjnt che gii e^^ rkn^ M>>fr'Vef- lagra a i f^ Yjormatnt di buonu^ quefit J0'\

mtmfdi Wio h%fed^r*, a^ tojid^ ati piit^hitt /ura /^^^i/' J^gfit, eTet^i'domvKajfAelley dt TermOi dtGiulto.dilJd'i^^
me-ie
efji
,

{tyW* l hadeo Z^uecaro

^ de

gli altri ccectjno <uiui\

tqMt tutti affermano qu^i cheji idttttf^\ J&e ^enftmft.Ma mndindo siiUmedettattont qutiii Ja
ani f>^ n>iihmi ^

fknnoin <^Ai'ij>rnodt,
firt

cflh

varie matter(e\fi tome t gj^ dmef^\


^

fnciuan&tdiff^gnipiuoltyO* f bendi afquereli^ %e ne fiano pochi y vene Jonone gii altri modi af]ai. >enfimttyCd^\
che
(i

hro ^dnque che fi comptaccino^fkre


dtti che
ejfr h<tu

quelli su la carta bianca

rh

aHm / cortomi nel modo

predtto per

abht^
i

war la fatica nt Ut orjubre ^voglio fi dia da que Ila. banda prA^\


U'i'ie

yanm

con ryn fpoltie^o che fia pieno odi tdrbonfeftoy


,

Ver dt pa^Heredi Lapis negro

col quale fi

vitn battendo g^A

^lermentee siiqutl^ fi batte ^ e fpQueraquellu9g&pcr douelf^ umbre ^iryamo vm /iure cifiajattoinm&doihe wi,\

rmar/gt$

M
i
;i

LTBIIO SCONDCr;
ombregiato^ 0*tndt f* quelle ombre poi menti: trAttetJ^ianh j e compunte di Carhom
Ye
"

iV
fi

Ifmanga fotta "vn letto t^ie , che (tv^gga ptuche mezT^o appare^

njadU

le^gier

fia

dt tapis nero^

@r tante

y)lte iojt ytjl foprapongA

tratti che fi

peruenga
y

gli efiremt firn yti che fi faceta con quella dtfitrttk

(^^rtS'

guardo , che
'

fi

coduma

fkre

da t pratttchi

O*

riffduttwat^

(iriy tn

m^doiheper

effo fi cono

co,

douer

efftr e effettifftmo

nel

hnon

d\ffegno

^a ci

yoledi poi oltre aldtfjtgno cheperiffcm

fio fi e tenuto tutta ua in


,

mano

T>n altra maggior flttdtoin"

ptirno

diiii'tf
t

che fi fimfca y

perche ptrtuttt

q^^eM vie fi Pi

xerca di nono
\\ha(4er

i^ d^icapo, lequalifkrfifogltomiikrmaii'
>

pi certi^z^adellv medefime cof

le

quali fono tutte cA"

mate dal -viHo con t aiuto della maniera , edattfottellinelmo'' doche altroue se dettoci quali finiti fi "veggono poeffirlifiu fciti di talfar^^per tlnit^uo loro cheft ipkchino dij la^ar-* ta , dtmamera che quefi ultiTji^ meiT^^i tiam atti k cofidmiid
,

quella ejrrna perfetitone che fidefiderape^x^im-feCondolcNtg


dujlria , <S* faper fuo, il me defimo modo fi tiene ancona -Jfo^ pra i Cartoni che fi fanno su le carte tinte , che fenxjt altroflen*

toput uienmegliothedopo i molti tratti ^an Udita sfumar quel"


li

Imo fi ce me molti ufano di fare tnanzj che h dtan^fine Hot ci rimane ilun^i dare intorno
,

con^fz^tte di lana
,

di

quali

e d*andarli en molto gi ditto

,^

uertimenti
con quei

accio
>

che f-uengano p omelie fornita de


(gr difcorfieon
i

i rilieni

modi

quah fglwno
dei quali

effere imitati ci
,

fono di quelli
con altre""

che

darli pigliano del geff fiefco


,

O* futile

tanto di biacca
li
,

corr/pofli
li

infteme ne fanno pajhl"

doue che con tal materia

riefcono affai njiuaci ,


ti

^Itri
altri

poi Vogliono vfare folamente

gefo da farti

"^

poi con queflo vi agg' ungono anco la biacca nelle

fummita

^ui

maggiori y

'

.W)4
gno
.

I>Ei:iIJ^)P^I^TV'aA
i

maggiori y fi che per quefieyiefi fimjce.ogni gruntof^mdtfjim

Mt ^

fktu^rltpoi tUef y

donendo^ dopo qutflo calcdr i con

jOc

^'torni.diqHtllo st^.opereche.fiUHor4nQiUmgitormodofiafi'

'^mrU con vnago , mettendoci vnahrch. ca^n.fitto ni qualnmi

^nend& come quello dt fipra, bucutOyferue poi per fpoluevaM di


-^fvoltamrixilt^per douefi njol dipinger e ^ifnasfme side ealce ^
\'jl

bench molti poco di

ci

curando/i, calcano
i

tientttttduia per ejiempio

mentre

fi

primo Jl quAtfi fttoperAconi colon y il


il

(he ptf commodabiletlprimo . Horioflimo di hAuere finejm

.ia/i ama trattato con molta chwez^a.itt hreutta


tnodtr del disegnar e ^ch' IO promisp di ''voler fkre

,di

tutti quei

man^ycomeper

ipiinecejfurjt

pili fkcilhper aiuto di

eh defidera "volafu^fi

mbreue tempo eccellcnti^con hauerli


iiU rimedio ciroiallecofi cheti fona
.

auerttn di ogni conuenten^

di^^cili,

c^ mcerie.Ci retutu

fia adunque difar il fimi le net trattar de no lori , la qualt e nel


dtjficilc^ii^fiifixojai^ per i' opere ptii di

V njeropa^ie molto
-

xCnecefiariav la otrdeiofier.ofmilrnmte di

doun fiirixoK moU


tr alt arem

taageuolez^ capaci , kk
i'jsi^ompagnarlt,^
(:^

chiari,

adunque prima

-\\^ dille

materie de i colori , dipoi delmodo di adoprarlt^ ac-

-Vm^

di^ntrliinfiemechenfmo hellty

\v\
,\\
I

'V\j;N^\V

:i<^ 'T/iiMci, tratto


y\:iik

daW ^fi s(^eJperten'KiU<^~,^.


t

^-tii^Av. i

fi fonomtefe
..',.'

O^yedtite dunoi\

.v \j.s:\'b\s\ I
-

<irrifc t

i^^^w.V^ Veipmrvalenth C^ esperti ark. : '\


^o'i

iUv.^..^^
,

t C';^ir/j^rutiCi

tefici.

che fino fiati


^o
.
.

.s

...^,...,~

"\ 4 vs^ \si Q.t(>\ \ j UI4^vc^^\ -

acanti

,^

.^.a

'^^D

V^ik% ^44l*X

DeUc

LIBRQfgvCeNpO;
!

105

(Delle dirtintioni,& fpccie de' Colori,

& delle loro partico-

larnacurcjcomcdiuenamcntcs'ajconciano per far migliori effetti ne l'opcrC} con quali, acquanti liquori sadprano; in che modo fi fanno le melhche, per trouare'
cjual
II
fi

voglia tinta,&fpecialrr>cn te delle carni, co Icdi-

crfc forti

loro,lrcdocheil nariiralc

ci

dimofiradtlle

p(ons,5ccome debbano rcftarncl tncjdi tre modiprin cipalilaucrarli,& prima dei lauoro Ircfco

^^1 ^
?*y 'S^^x
:

Stimo (l/egh
'

fa noto

ad o^niTittor mf-diocre^che
cio r^aturali, che fi dicono

^^^^^

colorii tcj'iah

s'adoperano per dipingere, dtb^

bario ejjere di

due fpcce.^

>tf(

ncoradi miniera^ZJ^

arttficialii i

quali fi dijlemprano

Uuo*

farli

comrnuyiCmtn' e con tre

licjHortit

quali fno^ acqiia/olIa,et

Jl primo J? eh/ama lattoto a fre/co : l'altro^Ojftcco^, (^ il 'te r y) ad oji 'to^ Ma p> tmdy comfji sa, t colon artificiali non fi 'fanno mai bene col fi-e/co ^ni yi arte chepofjno dura>^ molto te
'tigl'O:

'fo

mlTtfjir juO',(^ mijfimarnente allofcoptrto^C^ queHi per ci

njogl ono Uoghi, (s* lettifiotto afiiutttjjmt :


quali t a di ciafcuuo
piafiche rutti
i

ma fi trattata delle
.

pm difintamente

colort.quando di

a i luoghi loro Horfap^ effinon [i fiknno campi eguali^


fi

rvanno mefltcati in duierfi modhpercioche di effhparte


pi

fiinno

churi^^ parte piuficun^ & talch di

ijnfiol colore fi Viene


Z9' ti

a crearne molti dvna mtdefimajpecie^per ef^ereilbianco^ n ^ro il condimento di tutt i : Ma finalmente dipendendo
^fanoyo per non ejfiere

tutta

[arte dall' artefice, co s gli errori, chediquefit najcono.ficau^

da

quelli

malmefiuatiyQ;/

mal cor/)pfi i^o

pervnamal ftcura,(^ maloratticamano

intorno al maneggiar

ih^

accordarli

quando efilli lauorano

di maniera che rejtino

Pieri,Jcbintti^O* 'vniti infieme,per le quali coje^io ejfiortat Jem

pie

106

DELLA PITTV ha;


affatichino intorno col m(t^
effltti

pre t gioumi che di comintso ytji

ITe/perien\(t,per

douer cono/cere gli

di

tfji^

acdoche lon

co^ fir.urezxAfot fi adoprino k compimento: Conctofia co/a che fi me intento principalijjimo delToeta il ddettare cotyartar tut

tauia nel /no poem^

co?i

dmerpcoloriycofii medefimi modifide

uono cercare con

diuerfi^ O* bei colori: conciopa che ^Jc

ben

l'i fio

rieyZS^l'tnuenttom per fo^gettofojjero diletteuoli dafi ft effe ^fi


ilcolonto^ch'e

modo di [piegarle non a^gradifie a gli occhi de* rtguardantiynon potr mai prodttr quejio effetto^percheda co^
il

bene accordati, fi ytene a partorir quel bello ^ che gli occhi rapific de gt ignoranti , e di nafiofi entra nella mente de'
lori vniti^e

fiuj y perche fi vede le njere fomighanz^ nafiere dalle proprie tinte, le quali quanto pi fono rumaci ^ tanto pi trattengono y

O* piacciono, * maffime i S ignori

atte fi che ilpi di loro pfet

nono per abellirei loroluoghhonde fonmoffi,e tirati fi dal di'* lettole piacer che prendono dalla fvarieta,(^ yaghezj^ di quel
lische dall'opere

ammirate per il molto d'JJ'egno ,figuendo


il b uono della

in ci

pi

il

fentiment o delTocchio, che

n}ent > percioche

yna bella variet di colori accordai a,vende agli occhi quello ^che
all'orecchie fuol fare

njna ac

or data
le

mufica,quando le vocigra^
rifuonane:

m cornjpondono
fa ^nioie

ali* acute

^(^

meT^ne accordate

fiche di taldtuerfitfi fkvnafinoraiO*


di mifure, onde gli

quap njna marauiglio

animi con meraufglta trattiene


colorire

^a

Li

jommx tutta la fcienz^ del


omponendop con

p rmolta
Cr*

intorno

qtte&o,che

ordine diuerfi firti di colori

mefio

lati, (s* Jchietti,ne nafica

n^na ben dmifata ,

n^nta cornpo-

fi: ione

la

qua- e in niffuna parte quantunque minima


,

dfioidi
jara in
colorito

Dunque
ne

accordata compnfit ione far a* quella

che non

modojccefaj

dfiunita che paia


tinta dt

yn panno di ara^z^o
ombre che non
fi

men

tanto

unita ^ (^

dijcerna

farne

LIBRO secondo;
^drne 'vere con
fetta.
le altre cofe afjfrejjo
,

>or
f^tr^
i ,

quta adunque fcii


,

iJtA

lori ,

la (jual terra fra lo accejo

l'

ahbagitato

fp

co-

lejnejhch<i

non fi <^edranno troppo carrube ne amtnor^

\hAte^ tnafcbiitte^

ma

ijerecon yna dolciffma^ O* delicati/^ anione che rajjembn njna bellex^a che fia pura , e> fiam
.

eggt^nte

^mpo circa delle materie d colon


,

non

r;e

da r e^
n,a

\mo a raccontare per minuto


qualit loro
,

ne a

dami

notita delle

^ccte^O*
,

perctoche le teniamo chea tutti

pano note

Jt dira beu di alcune loro propriet particolari^ con altri auer


ttrJ2snti circa

a gli

eff^atti

per alcune contrariet che

fi

trouan

fra efftdanonfine fkr beffe.

Dunque bene

che cia/cun di

tfiifihabbia in feti ^f e e te per quanto fi puv belli purtf^.rm , O* fcieltt y e con q%efio efferh intorno poi molto netto , (^ delicato
ACCIO
fi

conferuino fchietti
che

^
,

dfi.nti

>
,

imperoche per ogni


che le pi ruoitei
^

foca aLramRio^e

^i

'T/dda dentro
,

'foluere con gli altri color diuerfi

fi

turbano

^
@r

gran parte della fita pure^i^


hell* adoperarli et "Zfol pr attica

(^

ijiuacita

f li lieua parimente
.

congiunta con diligenza


,

Ma

mlvfarli a fiefco tenga fi mente


nuro non brama altro colore che

che

( come

s' detto) il

ti naturale
,

che nafce della terdelle quali io credo

ra

che fono terre dt pi forte colon

the ce ne fia per ogni banda d' Jta'ta a baSlanyi per effcrco^. nofciute . J^efie fi macinano fottlmente con acqua pura ,
cc Atuandofi il malto con altri fimili

az^rri^

Ma pel bian^
^

cho che qui

fi

adopera come

fi

sa fi

tole ti fior della Calce

ttanchijfima come comunemente queL'a di

Genoua

di

Mi-

lans

>

(^
y

di I^auenna

la

qual prima che. fiadopri va ben


fi fk da t Ttttort in i che prima la fnnno bollire

purgata

C^

q4efio

purgamento

modi , onde ce ne fino alcuni > al fuoco bsn forte con risolali tener bene Ituata la

fhiuma

109
// che fifa
f^
(il

O^ttA PITTVnA;
per leuAflt ^i^eU^fal/edme^ %/ diminuirli qitellaf<ff
{t

nhxmrft troppo^dta ih'e^ Julmuro^ quando poi


cotti di

(ec*

infonde cjuetlA poi raffreddai a IdriAy

c^ leuatoh l'acqua ,

mattono sUtrnxttom

muo^alJote Jaquat poi

ajciittta sii

^'^elli^quanto Pia leggi tru-itAnto m-^'gli purgata,: iijono

an*

tor chi la fot terrario dcfo chel'hanrio co( purgai a ^'^ ce

la,

ttn^

goK molti arim tnan'^i che tadoprwe,

altri

fknno

li

medifi'*

mofnpra i
te:

tetti al di/copertOiCt

fino di quelli^ che la compongo--'

no per la meta colmxrmo,tlq'*ale e prima pifio da lorofiitilmt'^

p 'Veduto ancora^che pvjla allo /coperto in 'vn gran uafot O*

huttatoH dentro deiicicquabollKay conmcfidxrU tutt^uia con


'vn baflone

^ Ud ftguente
i

mettCi la al Jole, e(f.- rli bafleuolme

te purgata-, (^ adoperata per fkr le mefiti he

tlgnrrw

apprejj^ y

ina non gi per colorir gt tgnudiyperche dfflalminie rejarebbo*


no, finita ejjereoffcftia

termini loro

Hora accorseli colon O*


,

dccommodati
con/i

fehtndo predetto,

(^ me[fi ne' loro ^uafi^

ac

ih

fi

rumo tUiily d poi fi piglia t cocch^g/h ali ri maggior njafit^ ti, ^J q(*iui fi comincia a fkr le mefiiche, col metter ui prima del
biacco
t^rat

m tre,o quattro di queft cocchigliy ^ in alsretantt met"


il

delneroma non per in tanta copia: dipoi fi prende

va^

fidi color fihiettOi


qnal xltro

giallo. <ver miglior az^^rro, o T^erde,

fi njoglta^(^ fc ne njten metterido, C^ rnefiicando co


,

^uefio bianco-tchefi mefj in quei cocchegli,o njaft

di

modo chi

finefk almeno tre meftiche^l yna pi chiara


ter e in nuno

dell^altra^colmet'*

<

manco

color fihietto.che

ne li' altro,
pofi.^

C^ tlpmilefijk

del medcjmo co'or^doue jl ne* cochiglt


ro

ilnegro.o alirofit

a fho modo^ ojfiruxndo le defcrittum^ predette^quanto al t$

uarfi l* -vn

pm fin ro delfaltroyk tal che

on quefii

me 7^ di et-'

fiun colorefihtt ttofe ne pu cauar quattro ^ fit^tp' quante //?(*'


fiiihe fi -vuole, le quali fi

yiem torre

daU^eJsan^io di l dtfje^

gn0

LIBRO secondo;
gndiO dite ertone btn fintio,
fot de' co[or3che
ci

^.^^^
pi mihut

%Ma

delle dtuerjit

dimoHra. la naiurajnon andi imoftu oltre trt

qiseleydclle eguali

U moliundine i tanta^e falene he pytjjo


i fiori ,

^ poi 9

Jt

pu federe ^conjiderundo tftHttt,^

quanto

ejj

pano

d* ifAri ditone Ahandeuol: conoja, che per

coJ

(kite rntjcoian^

te fi fa le tinte njerijfme dt ciafe uno . ^ta delle me Biche ccmt Ue dtlle carm^io dico che t ut tanta quelle che fono chiare^fno ft
te con terra roff, e biancone fi fanno cariche pi^erneno pxx luelr
:

U ^la che fifono dette di Ut riefiichcima non fono fmpre qtie-'

fiele medefmc, percioche douehdofi haueriguardo alla n^'^ria

ition delle tinte Je quali fi mutnOifecondo ilgenere^Nty


I

Ok
ti

qtidttk delle perfont che fimutanOiinfiirle che.fiano prcprie^^^ yere^ necefjarto di r.ggtun^e'Uidtniro le pi yoite , quando del
'Verde,

^ quando

del gi^Uo^ e quando dtl' uno ^ e deli alno pfic


i

fns
ira

perche e pm dffei ente poi quelle di.

-vecchi in yeceMj
,

rojfa fi tole della terra gialla

abr untata

be>*e the

fio^
co-^

ifugiaru in
/?>'

m do da voi che fi^e^ga efere diuentata di yn


le bragia (itogli
-z>yi

fcuro e^^ualminteprimt che di su

ruia, per

ihs fica

igtxm

morello ymacf^

&cnfi
,

riefce^

di tal quali

t
?.

i^lfrffco,

chefi vede fre l'efftto


,

che fuol fare

U lacchefi^
quando

ne

lauoyi a /ecco

c^ in quellifnttiA
,

ogi^Ox e per et e

pcomt>one quello [curo

ilqual.fi fii cheferue per le omb^ e dt lle^-,

^arni fi adopera di quefa terra ^ la nual ^va mefkata cq qu^L di ombra , che con quefie due tare fi fa cornmune minte ef-

fer bama^er tutte^del qualpotfe ne pone alquanto i^ altri eoeckgli netti


,

iS7*f

ne f-k altre dAC omb; e pi chiae^ con me ttery^^:


fi fono
,,

\md^ntTodiq!Mlk:mefliche dicarne chtw^eche


intnzi
%

compoHe

(^ fpm lifcia -vna pi fcura dell'altra acuo che le bah b no a corriffondere di mano in rhano morendo yerfo U chia ;
primo [cui o
pi e detto

'^ ifii^^^^^IP'jfi ''^oUe del nero ancora in queflo

^mo
f
,

DELLA PITTVRA
due terre >
Jcuri

redetto di quelle

quando fi yole ricacciar quel^


\lttmi eflnmt
,

la figura iO quello ignudo con


'quelli che in quefii

( i fino di agiuvgono delia terra '^erde fihict'

gU

ta i

altri

ne abhrugia^O* ecce ^nel modo ihefi detto fiire deU

\\

Ugiallaiy altri

pura fino che

yi pongono terra di campane ^

^
\[

tnafiimamente quando
idi

'-vogliono contrafkre effi

ombre delicate
nelle

donne Gioue?n delle quali ne mettono amora njn poco


lumi poi nelle fommtta delle Carni
"pi

li

carni chiare, perche


5^/4 nel dare
t

colipare che ( accordino hentjfimo mfi'emc,


,

,'<

perche

ci

fi

<

no dt

quelli che con poco giudttio

nufianoil bianco fihietto con

troppo

abondan\a

qutui fi iole
,

yn

ha d

carne pi chiara
le

poco dt quella meflica che fi

cofi ji accompagna ilt/ianco con efia t

t^fi alluma
oltre

carni

io

dico con

yn modofcarjo c> giuditi^fi^


,

tifino dipoi ancora per quelle fiar/e qualche rofitti ,e^

wdiy

quelli dtlnjtfi ,1 quali nclmclicar che ft ilrofo^ fi.


le

od

altre fi fi trouanoficilmente , C" fk con lefiure . Hor fitJto ti componir/jcnto dtUe mtfiuhe con modo accordeuoe , quello mejjo per ordine fipra d, yn ^[Je^

n^erde con

carne pia chiare

vn banchetto piano, fi piglia dt poi i perjcUt qtia li ftano ben fatti y Q" ip/tifino miglior i che nout , quelli
"z^ero

fipra

fiompartono [opra i colon . Aaper non ijoler lafitar mai irf fi dietro co/a che giouar yi poffia ci par bene infignarui ancora in.
pene Hi fi fn cetano bene, acci che da "voi fi pvjjno adoperare fienz^ che "vi flenttno, e perche io ho n,'fio pratican-^.
che
t

mo do

mano di alcuni Tutori , e dico di quei buoni e nel vero che pi eram di ijergognt che di flent9 in adopradi , Jono adunque i pennelli coin fi sa di due fine
dcerti pene Ut alle
,

"volte in

peli di ZJaio

di ''Porco

queftt fi adoprano

frefco
fie

queU

ItadogUo

Q^

fecco

dei quali fochi artefici

ne fiinno

perche

LIBRO secondo:
ferchej! troudno
tntta.
t

ili
,

^ia chi ne njende per le hotfghe


J
tengono
ej^tre quelli che

(^

^'^eriarte, gjr Jr
^^'* fi portano
'

migliori

da Vi^

fi

che

non ci affaticar emo alt rimente intorno a

mi(Irarut il modo di fkrh s


glia 'vn

Ma

a fkr

quelli da. fi- e fio

fipi'-

'

che

ma^\o del /opr adetto pelo , (^ il nero 6^ que Ho prima fi purga ,


,

rnglio

il

pelo bianco
ajjotglta le

O/? gli

'

punte

da

calce Itqui fi fa bene quando "vien bagnato nella pi Vf)lte col fin/ciarlo tutta n:ia Jopra vn muro ruuiao ,
,

ti che

qiid babbi a jor'^^x di ajjottgltar quelle


le afte le le

pigliano , // che fitto fi ano di legname bcnjodo , fi gtufie diritte , quali non nuore bbono ejfire manco di vna dogma diuije in

quan

pi forte

grojfie

e futth

per le qua li preparato tlrejo pri^


>

madicanepabin
I

Jottle

O* forte

(^ ben incerato per

le

fi comincia venire diutdendo ti pf edetto pelo , e cofi fi {k in pi parti con lo affignar a ciafcuna dt quelle afiefecondo che e di lorola groff^T^conueniente per poter effer poi quel
legature
le legate

propo t one , e

coft lutto fi

'vengono tuttama
tnan-KJ
,

bagnau^
fi ijicn

do

peli in 'Zfn "Vafetto di

acqua poHofi

mentre fono co
dietro
dt

fi

bagnati a rimou

erii tutti t peli i quali fi "veg-

gono in quello fiorti


,

5^ intrecciati tra e (si cohimetterli in


il

mastera che tutto


di poi colrefio /!

corpo del pennello fi 'Veggano

comparire diritto in punta

agwz^
//

<S*nelmt7^^

ia

tondo y

O* ripieno
nodo
y

fa nel meK/.p
)

firettilsimo

indi fi h ficca thafla <}gux\a


,

che paft apuiito

peimez;!^ del pelo


dtntro
la

(^ che a pena
,

la

punta dt effit pasfi per

Hrette.^a del nodo


(gjr

// qi* al nodo i

U jferme^Ka

eli

tuttalaligaturay

indi col filo

mt defimo
li

fi 'vten

pot /egcn^

doimHtrfoihaQa
l derato

fer quanto par che


,

Infogni babbea con


effo

la

lungh.^a

^^

la

gr offesa dt

pennello
di

f^V^

DELLA PITTVRA
Tna parte dt
ti
il

dtmod:> che con

ejuel refo

continuandolo firttii<^

mefitefin appreso
ti minor

fine , perche prima che yifi


tjualfi lafe tato tan:o

arrm
,'

//'

ptgltJ^

capo delrtfo^

Ungo

ctie

doph

piatolo su yerfo

l ha fi a, &* datali-njnA

rotta

yn

refi a

yn

chiappetto^ fapra il quale fe li/egue

il nfio della ligatura , onda drriuatopal Hne cjuel capo che li refi a in mano ficca nel chiappa fi

fpraauanz^to

alla legatura di

modo che tirando dtl filo

tutti

due $ capi per

lo contrarioft firingono jortcmc

ntc in tr,odo che rtm


ijilip
}

ftian per/Oli chiappo cnn

quel capo che finajccnde dentro a


ftligiAfiopraprfity

fiorrtndo quello fitto a

talchi il penne Ilo

yten h rimaner legato


di nodoi e di
tre

i?(,/j'JJif/joJen^

appare) ut figno alcuno

q'^ e Ut (itaglia

poi

tapi i^uahtati dtLreJo

^* al^

p fi fitdi quel pelo che troppo


f "^egga ejjre tutto
modo
^
y

irn^-f}

fipra della ligatura

M^ci

dijfato in aler

eguu/e, t^ttlieo fi r::i fi n^cri riduce eie fia^ calcai fi ra/eita , O' fi
,

eguale

ripieno

dritto
,

benccmpv^io

fiano in taigutfa

^
fi

preparati i colon

y^ fili altro
letto

^ finniche qucU
oppor''-*

tuno mefio in ordine

peruten poi allo intomco fittile ,


e fiul

//

qual
tual

ycnafiruirei dato che


Jicagtona
^

muro .per

color i^ dai

le pi "volteche le

pitture finnoefflttidiuerfi dalcrim


i

der de gli aArtefctiche


egli fk

quando li

fanno , c> ci per il variamento hs e co afi\uga fi grande alcune ijolte , che


le
,

rimangono ingannati etiandio glie^ertt^imi mafftri^ccme fu


getti y

(^ fittopoHi
ef^i

allemutationi delle materie


.

chefino

ma^

lamente da

comprefi

E pereto far

bene a ragionarut fa'*

pra y^ poco con genraliausrtimenti percioihe lepiuijolte leo* pere che fino tmportanttsfme jogliono e fiere dipinte in cotal
gutfiiydoue che in quelle fi mette rifichio di perder molto di rpti tationCy C^ di credito loro , feperloro mala firte nonglt ritjco-

no bene

Sapiati adunque che tutte le Qakinepojle the le fono

fui

\
i

LIBRO^ECONDO.
per i ftiA moli A frefchtT^
ogi^t color

ir?

/l muro per dtpingerui [opra, fono dt tal propriet che riccuono

ben^tmo per tutto t;

1.

njede per alcune hore ftar fermtjjima > fiorno y fi quel tempo f-ui fUuorx di^ofiffimA in vn modo > doue
e

ben

'vero che

cilmente,

con diletto mirubde di chi ij dentro pr Attico

>

(^
lo e

di (jii^lche gtuditio intorno, SHLCominciandofi poidi poco

in poco A perder l'humido^ che

ti

riRrmgerfi ^ ftyedecheejHtlco

prima ft

dato

rimettercelo di nouo (t mutai O^fkpcg-^


,

gto effetto

m cjuel luogo tfiejjo

e pereto

gb huomim e/per ti

pti^

ma che ci auenga cuoprono con color /odi ti


con diligenza^

tutto di cjuel lauoro

C^ preflez^a,^

con 'vn

modo dolce affumatOy^


ejjk

ipnitOypercw che effitardando^quellafi 'vnacroHarelUJotte per

l'intemperie deltaria,

^
,

perle qualit di
et "vole

che macchia

e>
il

muffa

tutto

il

lauoro

ma

certe

auertenT^ ancora quando

fi lauora nel porut alcuni colorijpercioche

come il/malto
,

O*
(gr

pauonaz^
manco
uer la

>

quali per ef^ere communemente pi groffi

corpo de gli altri

quanto pm
e

e pia fre/ca la calce^tanto


ci

meglio fi adoperano ambi duiy

in queo lauorare

bifogna

ha

mano chefiaficuri^ima nljoluta, Q^ ben difciolta ,


da
t

il che

gii e porto

^n chiaro ^^ efferto gxuditto^il qual cono/ce quel


coLri perderemo a'4-

tanto che nelle mutation delle mediche de

Tiar Qpofjano-ie quefio non e/olper quel gtornoima ptr fin che la
calcina
ft

mido,

trouar afctutisfima po^afi adunqt la calce/opra l'hu

ben bagnato muro in tanta quantit, quanto fi yole

lauorare qftelgiornoy^ effendofi prima battuto la grata in quel


luogo fecco, a proportione come co fi ribatta dt nouo fui fi fi fa , con che confrontar quelle le linee con fiono fui ecco di/otto fi'ejco

O* tnii col piccoldtffe^no in mano fi 'uien


fui muro fre/co
ci

tuttauia

r aportando

cheyi dentro futilmente con ^n pennello ,


di

tlqualfimmoUa in yno acquar eUo^chefa 7'

yn colore che tirt al


rcffigno,

114

DELLA PITTVRA.
bagnar ilmtde

Yoffigno^perci che di (mltmtejonfkcili i/gnt^a rimouerj! tjut

te f-voite ft yole/e effimnpejjero hene^ perche

ftmo pennello nell'acqua Jt/cancellano tutti via.


il

Ma/e fihaur

Carton

finitolo quello

^ calcher^

ouerojadcprer ilfpoluere
f-vt

diej^o nel modo che ^difjei certo che

Jermr ajsainjeglto^il
,

che fati oft

li

contorna di nouo tfegni colpennello


le

C^fi aiutano
,

htfognando^dopo fi njien di fuhito con

mcftche bozs^ndo
,

@r

coprendo ognicofa^con l'eper auertito dt porre uh tari


l'y^^n

tjnt?^,
efje^

loro

luoghhfecondo che fiveggono

efjere

sugli

pijprTdettt

6^ fa ci

fatto con tal arte che da per tutto

yna vnione ,
teymtntre che

^ njna accordan?^
la calcinafi

t/ (ta

di colortiche fimoUrino a gli

occhi piaceuolhaccefit^ ru^iti^ricuopreft anco dt ncuo egualme

moHra

fcrr/itjfima,

ncWeperfuo, Cov-^

ciofia cofk che quella fo bifido i colori dt U pri

ma bozxa in gran
li

pai te^

egli necejjarto

ancora che nji fia la parte di colui the


eguali fipcnf ano
,

uora-^ts" gli ynifse infemeja qualli Viene

ad c^tre riccpreisdoU

in e otal r/ido, ( tfcnc dtcjuci

day li prima fatto ynao dub mani di bianco


chefk buttare pia allegri
che
fi concede
i

di eie fugire co

dicono ancora

color^
i

quando

la calcina afctutta, ti

tal Volta per


>

che^^ per altre firn il


quel bianco
li tole

luoghi dcue fi dipinge delle grottef opre minute di poco memento ^la

j^

none gi f non noctuoe fotto


rtfie/Ia
i

le

Jfone grandi^ perci chefi ben

color he per

molto danneuole a ifcurt,^


i

molto dt '-unione^O* di for^a^

quali

effetti

vengono ad
.

t[fr^ mollo centrar ij alla tnttntione de

pm Valenti

Horaper*

che habbiamo detto delle mcHicheyio non T^orrci che perci qual-

chuno ficredtjf che per

ejfer quelle

ne ito echio li b en compvfli

>

che tlmedefimo effio apunto fare douejferofulmurn^ftrci che


et

hifogna appreffo la prattica delle tinte cauate dal viuo,ctfon$

dt quelli che per

non hauerle mendicarfiilmur opprima

le

imU

tano

LIBRO SEC KD or
che in <^arlj

t$

Ano con ipaflelh bemflmo.,z^ alcum con t colori ad oglioyperciS


carrihe,epit rmej^ej^ tn piU fianno pia luoghi fi[parg mlcum roffty C^ Itmdh i quali l'ordine delle me
et

modi

\fiiche

non ci aniudiepero

ci

ijole quafi

da se njnafopra 'Vnione
per
le

che fia nella mente di colui che lamra ,


carni delti ignudi grandi j

g^ mafjtmamente
quali
i

(^ diuerfi^neSe

Inmifminuir

de O* la chiarc^a de / calori con ^n uap neli'ombra\ a moiano a che poco 0*Ufcino foco ftreT:^^ g tn modo che fi conojca che ti lume non quello che la ^V4e7:^ genera i colori mx liJn chiari cheJtjfoJJkjz^edere, che doue pi fino impediti // fino le ombre anco pi carnche , c^ pi
fideuCy
certo giudit io ,
,
,

riptc?:e,

dunque da auertire che per

le

ombre non fi deuono mn


,

tare icolori^mx firuare


\pcrche l'omhra

i flefifo

colore

O*

fk>9 pi [curo

mancamento

di lume (come fi dfJto ) enonjfi^

Jetto di color neroiegli e ben njero che dalle meftiche buone i panni ,
(Sr

milte altre cofe riefcono bene ijnite


.

O*

con fitclitnfi

conduce al fine
Pittori a
i

Ma per cagion de
et
,

nudi

fi fin

njeduti alcuni

d no fin di tanto gran prattica

a maneggiar i colori^
finito con tuttii
i

che con tre rnefiich e (ole

mezKJ>
delle

han fktto^vn ignudo


moHr:i
ti

''VA^iamenti che

naturale] de

color

quali ^e ne ijna chiara

c> due/curcy perche


,

quelli pri

ma ombrano molto con quella


tutto doue "Vanno
i

che pi dolce

toccano per
,

mez^t

9^ le ombre gagliarde
quale copre

(^ fuhito
delchia

Vt
roy

^annoAdofio con

la chiaraycon la

ti tutto

^^
U

X fiop^a

all'
>

ombra cruda ^ che Tfthadato primA quafi


di

fino h gli efi re mi


ct le

m rio che fitto


,

"vi

m2Z^ tinte dolciffi^ns


predetta /cura
>

quelle che erano gi troppo crude

^ rimanendo ^
,

fi ^ede apparire
cofi

per-

ben celate

indi nji ritorna

pur

con

O*

perche

cofi fi

conduce

debiti

jgm

116
l'altra che i
l'

DELLA PITTVRA:
ultimaJcuraiCon
(t

figm fii ombre. @r mc7^ dolcy(s*fcHr\^(^ nel fine poi piglia


la

quale ricaccia

ti

tuttofin agli

efiremi fini,

che dire fi fuorch cofioro facciano comparire le tnefiuhe [opra il muro nella guifk che quelli altri lefiinno ne i lo^ 70 cocchioliyma di quanti io ne ho conojciuti^ju

da

Genouiiiil qual al mio tempo diptngeua

vn certo Luchetto in Jan Matheo nella


qual fanto
.

Chiefa che era del Principe *'Doria alcune

fiorie di

aproua con Tn altro Tittor da Bergamo a/?ai ben y dente


dipinge con tutte due
le

Ma

certo che di cofiui io ho ^tfo per quella Citta cofe mirabili: egli

mani

tenendo

wn pennello per

mano

pien di colore^^ fi<-uede efier tanto e/per to^ O" rifioluto^ che fit le opere fiie con ncredibilprefieT^a^^ho ^ifo pi opere di co

fono le fi ut kfrefco^che non ''vi fono dt dieci altri tnfieme , Jue figure condotte con mtrabil Jorza , oltre che Vi quella faci*
litiquella grattalo* quell i fiere'z^ che

njtm

di raro con
t

moU

ta arte

zs* fatica Jcoperta dagli Intendenti

ne

loro

maggior
yenetia

concettii fimtlfiire quafi quello di

Giac omo

ti ntoretto

no

ci

fono anzj di quelli che

lo

tengon per pmrtfiolutoima nel

yero di minor dtfiegno^O' e men confiderato dt l uca, e come fi con i colon e pi dolce ^cofi di minor rdieuo-, ^FJor\a lefuepit
ture, Cofluiha fatto pi njoitejen\a
t

difj'egm opere molto

im-

portanti lafciando le bozjj per finite, e tanto a fkticafgrofiate^


che

^ ^zfeggono

colpi

delpennello fatto dall' impeto ^ e dalla fie-

reT^a di linone per ci fono poi da ejjere troppo confiderai e mtntt to . Ma hafia che prima Tifi a le diano marauiglia a molti de
i

nofin Artefici:, fi the quefii-iCon cos Jpedtte njie, e maniere a-* doprando ilor colori carrichh e con prefi e^^a finendo t lo* lauo-

ri-,

fon cagione, che

i lor coloriti

yengono rimaner frefchifsimi,

morbi l'^eviuacii
fi

e qurfit fon quelli che


t

di:bbon prmaporne

ihiariiche

non fnno dififertn^dfe i JcuriiOirofsi prima delle Car


ni

LIBRO secondo;
ifiif!

;n7
me

come/Uol auemre allt dubbwfi^ a i meschif2h^ t mal ri*

/luti

Ma le mefttchepoi^e tutti gli

altri colon col pennello

in mano ^perche col bagnarlo nell'acqua


'

defimo fi ^ntJconOiche coluhche lauora fi trotta hauer tttttama , O* {premerlo <-vnpoco

Hor fin qm condotto il lauoro nel predetto modo apprefio ilfuo fine,percioche quando fi comincia poi k *ve^ nirfintendo che la calcina per fare mutatione^nonfi cedendo pia forbire il color dato con lajoryi di prima^aW bora (tyien catt t amente con le ombre liquide ^ O* Jcure a condurlo njerfi il fine perjeuerandoli intorno per tal njiaper fino agli ^ultimi edremu
fit l'effetto bentffimo.

Ma Uuoraft poi li ignudi come di pi diftculta ne


coltrattcgiarli per pi x'/V con
li quidi fjime

loro mujcoli

ombre, di

nje^gono condotti come di granito^

modo chefi
hran^

di ci ce nefitno 'viuiffimi

gli eff'empij per mano di Michel Angelo ^di Danieloiedi


ce fio Saluiutiychtarifjimi per le opere
li

loroi^per l'vltimo finef

danno i lumhcon quelmods chefi dtmofirato di/opra per noi*


fi mal operato di Umidore di mal dfeguete Ci comincia afioprire^e quan

Hor quiut i pochi pratticht ( veggono in breue douer rimaner dt~


fcoprtt.perche tuttoquello che
ricopertoy

malfinito
,

il

do poi e

la calce

e il

lauoro

ijim

afciugato

fatto dafapere

che ogni

mimmo
le

diffetto fi

njede troppo apparente , <sr quefii

fon o

ji^ rtmef

macchie

(^ i color tfipYapoi^ (gr malrtcopertiy


fi

0*mal<^mti infeme^fi che egli fimpre bene andar maucrti*


to intorno,acci

non fi incappi in queHi difjordmi cofi danno


che fi hciura lo tntonicat o
fi

V^lfin poi del giorno finito


con dtltgentia
te

uglta

il rimanente per il

fmuffhj acci che il di cruen-

^i fi

poff congiurjgere l'altra falce,fen^a che rei appai ifia


,

fegno alcuno di quelle commiffre

che tutta njiafi tongtunge a

pe^zp

pe^ mentre fi fknno

lauori,

(^ indi t fii tonni

pre-

parati daranno ordine a effurgar i pennelli con acqua chi a) a, CT*

a con-

Ti a co?2-:^ar/t
Jhchey

DELLA PITTVRA.
le punte
,

rajjtt tarli

bene^@' coft fkrmno alle me

agli altri colon col metter

m l'acqua in tutti,(^ maf,

fmArnente nel bianco che e purgato

del quale come frmcipal

fra

gli altri e d' hauerne pi cura che

non ji/tcchi^^^ coftripope


la fera, ti

muro 3 (^ finn Zitppxpi <uolte3 (^ maffime quando e molto caldo^per la mat" Una feguente^^accio che poi lo mtonicato ( maitenga mentre [lU
le cofe

A i loro luoghtfrihagna ancora

uora ben frefco per fin che

'-vi

dipinto tutto quello che fi y ole,

O*

coffono

imodi

che p. de u tener d*intorno allauorardi fre


i

fco, infeme con gli a:ierttmenti narrati ,

quali Vi faranno come


,

fondamenti
tri

m tutte le

opere che njoi farete

con la/ciar poi alli


t

Tittori fciocchi quei loro fecreti fenzjt inuidia dt por ut


,

Cena

(^ le lacche fine i per Clochef bene li fanno


,

i letti fotto

con

dtuerfi bianchi

fi sa per chiaro^ che


,

a lungo andare diuengeno


effifanno

imptaflri brutti

O*ffiaceuolt, perche quefie rmfiure

fio per aobagliar a pi ima ijtflagli occhi de i Volgarije nonfenbtafrnopoi di chi gii ha enfi adoperati^ ( iitn poi quafile medefime jlrade che- fi fon dette di opra a fare le mefliche di chia5^4

ro e fcuro conciofia che macinato il carbone, e


ft fu di quefi due eftremi

ti bianco purgato,

almentreme^l'unpiu chiaro de li'al

tro^^ veder poi come quelli li riefcono^mentrefi compone ,fe ne fkprouafopra Vn mattone cottole non bagnato-^, aUunimcfii'
cano in efje ter retta da Vaf,

altrifono che gitela

danno fotto

a vnifeflo modo , <^n tal ordine parimente (i tiene al fingere le Pitture dt Bron'Kp,*vfando le meper campo
,

che tutto poi torna

fiche di quei colorici quilifinoteragiallajetoa:hetaj?er lefure nella quale altri me/colano terra d^ ombra con ejja , C^ altri 't
agiungono pauona^OyO' altri negro,^ finalmente comodi
fkttt egli
cofi

-ver a^ afre bene fi

qualf voglia frte

di pitture, Aa

di ci nefia detto bafian'!:^

Come

LIBRO SECONDO.
Come
fi

nr

acconciano in pi moii le tele, i muri , eie taucFe perlauoraru (ccco^con qual via fi hiiorano meglio,dc i diucrfi liquori che fi adoprano ,| oltre color comuni con qual facilit fi finifcc bene ogni cofa , & come le ne ^ Icrue hoggt d gli eccellenti Pittori

GLI

manififii che gli Antichi da ducento Anni

qua i^erfino d tempo che VtJJT tetro Perugino ijnr no femore intenti nelle loro opere import Antt lano^
are quelle

tempera y ilchefccuano molto fotilmente fipraU


yitei O* erano lunghffme oltra modo >
era per po^

taHoUinelle quali iji erano dtntro icrtirijjaltt di coHonnette fkt


te ion cannella ture, 0T

conafeiO* Capitelli/enT:^ mifiira alcun a^ne ordine^onde iofii^

mochela cagionprwcifalechea
%

ci fkreltmouefjfei
,

ter tramCKJiar quei lorofitntozx^ di (Imt amente


loro Ciimpf di ero brunito
i

C9n fkrlt ancora

oltra che ijt era

pur per ornamenti

molti altri
guli

ricintty nflaltelhi0*

ftrafon con certe aguj[ti(^ an^

ac'-itiper tutte le cim^di quelle^con altre tali frjchejiej^dtlle


le reliquie

quali ce nejono ancora

fecondo che patiua

la

mefihi^

nitkdi quei templi le quali cofe^crefcendo poi tuttanjiaillume

jll arte^sandorno poco deldi(jegno buono con migliorar

a poco nmouendo. Ma nelfin e difioprendofi il modo del colorire a oglio


Iqual pi perfetto.epiufi.ciledi tutthfi dtjmejjo il[ecco nel

modo predetto^ne pi fi ^ede fiir cofa d momento fu letauole^


ne [ti
^i
le tele >

fi non colorite a

oglio,

0*

Ce

pure i yalenthuomini

fi nji

ruono ta[tz;olta di quello^ i'nj/ano per quelle cofie alle quali


,

f ricerca fpedttion di mollo lauoro^come fi dirkpiu oltre


,

perci con heutik ne tratt aremo, e prima cifircmo a cominciare


dalle tele

fu

le

quali

dopo che quelle fiono ben tirate fu it elari

oji

fi

dfipra due ^

vertrernanidi

colla dolce y

fez

n^a
le

MO^

DELLA PITTVRA;

Je ne d dalU parte di dietro y

tjuejio fi fk accio che

(wenga

inzeppar bene ^^J /e le tele fofjero toppo rade y/ gliene giun^ g con njnpoco di fkrma cernuta dentro^^n altra liquida rnanoyper l'effetto della quale [ vien a/trrare bentffimo

t rimanere egualmente apannato ,


di mefhcar con la colia del geffo
lo

fffme^ fono t quali <-i>/ano mar?^ ben mactn atolli qual glie
Altri
,

le

danno con'vna (leccafutilmente

ma

f le tele percagiondel

portar(Ida 'vn luogo a un altro fi doueffero piegar e dopo che le so ipinte^potrebbono patir forte dello fioYT^rfi(tAgliano d poi i
feliy (5^
I

nodi apparenti rielpanno^i^

minuti f

li

da le^ger

mente con la pumice di mcintera


fenellOyO ffoluere, @r f

che refimo eguali

da pertutto,

X>i poi (itole qualche co fa in muno, fa carbone, lapis ^o,filiera


li

difjegnafufo quello che colorirfiyoley


colori tritati bcntffimOitquali

-^ indi

li

yien Uuorudo co

comin

ciando dalia biacca quato pi faranno fim^Z^* Juttiliitanto pm yerra tllauor a apparire bello,^ rtguardeuole. Si trouano qui
ui alcuni prAitichf}che con acque diuerfe compongono di piforte
colorticon le

quakdanno molta f^fiuacita^for^

^
le

belle\';^a

quelle loro pitture, t^^fono acqua Terde^acqua di yergtni ffugo

di gigli trouandopneicon altre tal liquide materie^

quali meri.

fchiano fouente con quei colon che


ceuono 'Tfna
coniare i

li fono pi adhercnti^onde

ijim^ fopra modo.


njta

Aa circa dtlladoprare^ e del

colori, fi tiene la

ifleffa delle

mefiuhe che fidim^^

Br quando

fi dif^e dellauoro frefco^ qui e da auertne che


,

biacca non fimefihia con toropimento

nefi tocca in luogo aleffiifi

cuno con quella per dotte ^u aatoper ejfere immiciffimifra

come quefi} ancora con la lacca molto ^con ogni altro co 'or poi fi

pu bogare ogni cofa ,


futili ^emon

il che fi fa

con penne Uet ti di f te di porco

agu^,(^ fi finifce con quelli di Vaio,fidtfle (erano commemente tutti % colon con C0II4 dolce^ &J ancora con
punto
tempern

LIBRO ^ECONDOJv
timper A eccettuando da qtttfla gli azXi^rrty
i

120
qtaliper la

gHU\
(i ado^

^ dtTHOy^'erYtbbom yerdicoltempOiqueft medefmt


cayO re)

fyano f Annienti i le telefHli[jime tejjnte^o di damafco^o d Ar


^ento^o di Jet a chejia^ (^V flempralt alt hord con gomma arabi

dragante^^ lauorafidi acquarello aujo di minio cn $

pene Hi di Vaio.

M4 quei Uuori che fifino fatti con le mcfuhe fi


ritocchi

nelfine t colori faranno lanorati ctcmpera^

fi 'vedran-

no riuscire molto accefi^(^ wiuaci,^ maffimamcnte i roffl^


aprefso
colle
,

O*

ci

chiaro che tutti refanopiufiuri che


i

(^fifinno
t

lauori deUcati^iml

nonfinno con le Ci fino alcuni Fiamen^

ghi a

quali io ho ^-veduto meflicar gejfo


ti

mar^ conia biacca per

ter^ , C^ il firn ile net orpimento ,


chiaroir lefice perofi
i

fi bene fi muta in pi lauori molto bene appannato legieri) <0^ ri'


che

temperano con la coliampere te che la tepera li farebbe TCnir troppo neri. Ci refi a a dire che f le boz^
guardeuole,e/i ogni
cofia

dellefigure^

(Caltro foffro diuentate troppofiecche


t

afctutte dt

maniera che le fchijfajjtro


terpofttione di

colon

il che

amene

alle "volte per in-

tempo che fi fi

irala ci and ti lauoro^ fieli proue

decolbgna,riateladi dietro con*vfia Jfugna immolata nella


colla che fia dolceiConciofia cofa che per quefia ''via
(t

amorbtdifi^

conOi (gir (i comouono tutte L tinteprimiere^ g^ e di tale aiuto che

fi fecio i efie quello non [offe pulii fi fi uccanoi buchi maggiori col
gejfoye
colla-, fiul quale poi

fi^ien agauolmente finendo cgm cofa s Jlmedefimo modopre^ tiene quandofi ha da lavorar fiulmuro che pro fia ben detto
datali la debita coHa^fi li pu agiunge

re ancora due altre mani digeffo ben dolce con colla difitmpratoy
in tanto che liyegga effir tuttopoltto ipiano,0* eguali

^^ que^

Aa circa fio fi fk accio che non refit offe fio nella "vifta^^ene t colori, del lauorate fu le tauole ci parr forfi buono il modo tUe^o che

yjarinogli ^Antichi predetti

ilqualfi vede che ancoraffarfo

121
Ci

B^LLA PITTVRA;
infinite
,

reBdper le loro opere the yi erano

conciofm che tffi

dop

U debita coUa le ingejjauano con molta diltgenT^i O* su le

commettiture % yt fi <-uede efjerlt da per tutto pofte certe lenx^ dt tela Una con buone colle > g/ colge/^o rioperte^per riparar che
quelle aprir e non

fi poteffero

col tempo,

dopo l'hauerle tngeffa

te tutte egudmenteinei modo predetto esfir lauorauano poi^di

fiemprandoi colori col rojjo de l' ouo


ai^:^4rri,

ocon tempera^fuor che gli

O* quefti lauori (t reggono ejjer finiti con ijna patten


alii

tia,^

fnttca penteuolefopramodoyper la quale le opere loro ri^

u/ctu4no crudeyjecche^^ tagliente^e perci piaciuto

ecceU

lenti moderni rinontiare cotalvia totalmente agli Oltramonta-

ni^ con tenerp tutta ^via alla perfetiffma Brada del'oglio


quella

da

dunque li pi f ne feruono per certi toro


,

bi/ognt comuni^
^

comeenelfitr fejh

fcene

paefi
,

ar chi trionfi

con al-

tre tali rapre/entatton improu/e

le

quali gli accadono aUc

njolte per compiacere

i loro
,

Signori ,
e[fedito
,

O* in quelle f ne (jtaci^
col darli efst

ciano con

yn modo libero
y

O*

dopo la col

ladtterretta
fco mentre
fi a

/opra

la

quale poiyilauorano

come fuifie^
,

njerdc o facciano colorito

m quelle

o di bronip^

di chiaro e fcuro,

perche tutti gli riufcibiUstalifaran -

no adunque li modi breui ,


di tutto ti refiante a

^
i

fcili delle opere del

feccoilafciando il ragionare di cot al ''via,^

botegai con le

altre co f apprefo

pi

f^iliyfi

come fuor dt modo aliene


dalla nofira in-

tentione.

LIBRO S:EC0HD0;

Ila

JDc iduer/i modi del colorire oglio tratti da i pi eccella ti Pittori ,qualf Io Inuentor dic/ro,dellccompo(ltoni ;
,

pi atte per le imprimedure, del ordine intorno tritar i colori che non vengono offcfi IVn Taltro , di pi forte nerijCon altri ritrouati di colori, del vero modo per far panni velati,di molte vtili vernice , lequali aiutano I colorisse

mantengono

belle le pitture*

di 7J Ci refia che mi trattiamo flint4m ente delcolo'*


'<

nre a

oglto dtlqttAe

(per ef^er comefidtfe)

il

f tu per

fitto per cagion del esprimer meglio ognifuo concetto


pereto egU merita che fi ne trattt pi dtfftifmente degli altri ,
ci affermano molti,

che di quefto ne fu tnuentore n.'n certo Cto^

uannt da Bruggta Fiandre f, (t ftima che apprefjo de gU Antichi

non ci fu^e mai queHomodoy ancorch alcuni dicono che Apelle yfiiffe nelfine delle opere fue yn licjuor come vernice^ col quale
egli

rauiuaua tutti t colon ricoprendoli colptu^e col menoficon^


egli

do che di quelli

ijedeua

ejjerlt

@r vfiifituttama in legno,

m tela, ^ m muro,benche fui mu^,

di bi/gnOiqueHo [ coftumay

To fi ^veduto per ifperien^A di qualche tempo nelle opere

dei

boni ^Artefici rv4fiire dtffettiuo^,


difje che
'

O* di poco tempo O* perci fi


fkve
ti

Michel Angelo non Volfi

juo gtudttto dipinto

con quefta> viasancorche egli nefijfi molto perfita/,dafi Seba

fiian o dalpio mbo, ti quale lo hauea tirato fin a acconciare quel'


"facciata ai modo dp

queda firada,onde [ Tfedechepoi non li do


come modo pi conuemen

kuendo piacere fi

rifolfe di fkrlo frefio

fi a ifuoi pari per ejjer pi durabili,^ da ruaUnt buomOip che ^ti par bene ti lafitar quello indietro ^ masti letauole fiaccate
""haffe
9

ouero

le tele che

pano ben
'

tirate

ruengono a /zjtppar

7J

f24
%ftppar quelle con

DELLA PITTVRA.
k dekte colle dolci ^ nel modo che Re detto del
i

fecco.mA

qtiui [mmn^natHtti

colori con Loglio di noce chiara

e doue nonf ne trotaStJttdle di

feme di limane fero

p trttAna

m^igh azKtr riinemsnpjcenari

artificut h rnn fi adopranoJolA

msnte peflifer color oche li <Tjendonoyt qudt Ji dt(iempran be


ntffimo colpredetto oglio/ le tavolette

delicattffim e di buffo , le

quali t ut tautd fi tengono

m mano mentre fi fknno ilauori. Egli i


^

in cofiume poi di molti prattichi di tenere grandiffimo conto tntor


720

far tritar i

color i^

@r certo che egli vn rijguardo da nonje


^

ne far beffe , percioche neceffario che queUapietrafn la quale


tritanofi netti tuttauiaogn 'volta che Jene'voeUuaT'VhO

porui

t altro,

tlche fi facon molica di pane ^

xM a perche non ten

f-v e de rimaner con quel gono che reft mai co fi ben netta , come fi macinati con tacqua^perci vogliono che s' incorniti li che fifono tifernfre a macinarfi da i pi chiari^che far dalla biacca^c ome

principal chiaro de gif altrt,^ fi/egutti per ordine con gli altri
pttt

modo che dopo i naturaliy'Zfifiguiti gli aytificiali de i color mede fimi per fino a gli ijltimifcuri chefir no i neri de i qua ^ife ne ijfano dipM fon e,per che oltre ti negra
adherenti a
effit, ,

di

di ttrra,'-uift ilcarbon di alice, quello di offa di per fica, di cat^ queUi che pi taabbfugtata,^ fono adoperati per i figuri delle
torni fono il fpalto, la

mumia ^^y* il fumo di

pece greca,il quale

perche egli non ha corpo

s'incorpora beniffmo col ijer derame


terT^o

ben macinato con oglioprima^del quale njife ne mette yn

^due dt fumo che coHfi accompagnano su la pietra co^iunger"


ut dal glio^O* ijn poco di vernice dentro comuney perche que^

fia vernice di tal qualit che d^ forz a, e aiuto a tutti i colori , chepatifiono nelTafciuga rfi Horfiniti dt trituri coloriyO* acco
ciper queflc 'v'tefifapoi dt alcuni di
" :

effi

f^na certa compofitiq"


nella

ne con alquanto della predett^^ vernice

U qualfi da da pertutt

LIBRO SECONDO.
ne dell'aiuto degli
ci

125
imprimatur a^et

velid ftpirfiteipercioche ctenece^Aro'-vnletto coppcr cagi


altri colorirai qiiai li diciamo

fanno alcuni con iaccd^gtanolinoy^ terra di campane,altrl

con "verderameibiacca^O* tetra di ombrarcifono molti che prima, tur Ano i buchi alle tele con mtftura di ftrina oglio^e njn terz^ d\
biacca ben trita^^ ca di
offjx

nueU mettono su con ^vn co Ite Ho oueroftec^ di legnose poi futta iji danno dua , ouer tre mani di
poi la imprimatura futilmente ,

colla dolce > e

ma tra Caltre di

quefle fi tiene e fere molto buona quella che tira al color di car^
i

ne chianjpma con njn non so che di fiammegiante mediante Ia


n^ernice che
ejfetti (t

m etara ^n poco pi che nell'altre^percioche con gli


i

vede che tutti t colon che yi fipongono/oprale in Jf?ecie gli az^rri^e i raffi 'vi compari/cono molto bene^e Jentc mutar/ty
conciona che toglto come/i sa per prona tutti
te
colori

naturalml

ofcura^^ li fk tuttauiapallidiy onde tantopifoz^p /iinno quanto piti effitrouano le lor imprimadure /otto ej/cr pm /cure 9
Ma/kccia/i tutta cerne qua/tdi biacca a chi non

y ole che quelli

mutino col tempo 3^ dimetta vnfeHo din^ernice^ con poca

di ro/so appre/jo che fimilmente a/ctughi^ e dopo che e afciutta (t

njienfopra quella con

vn coltello a ra7;^ar /tilmente-^ molto leg

gieriyaccio/i.lieui/e'vi rima/o /upr/luo alcun di colore^/i che

compart/capulitaju/iray

poi con diletto

ci che fi

@r eguale y^/pra d effa fidt//egna


ole colorire yOuero

chefe li calcay fol

nera

Cartoni

che/e li batte la ^ratay come fi dimo/hato altra


colorifon compo/li diuer/idagli

u yO* perche quiui^febene i


tri

aL

non ^t per altra regola


nr/lauor del frefcoy pur

circa alle mefiche di


ci

qtuUo che fi

diffe

e que/la differenza che quefe /?


le

fitnno /opra le tauolette di buffo

quali

mano come (t detto

di

fpra, ma p

tuttauiatn fi tengono deuepoi auertire > Z^ sfor-^

z^fi confpefa che i n^erdi, g dz^rrip^ Cenabri,le lac che^


gra^

i26
ti

DELLA PITTVRA;
Unte che
ffofjn fir mi

grAmlin n^iftunofintfjtmu O" mafftme negli evitimi Cprmm


detJUoi Utori de i t^italtprimdfiAbo'K^ano con i colorfodi,e
r con quelli auertimenti,o* con quelle
flort,

O* pi proprie

di maniera tale\chefi '^^gg^^oejjere con*

dotte AppreJJo

il lor fine, per che

U maggior importan?;^ delie hot


,

%e conpfie a douer pare terminai umente


tutte le co
x

(^ con molta, ynione

f a i loroproprij luoghi il chefi confedera molto per no douer dentar poi di nouo quando f li ritorna [opra per douet
darli

t ultimofine .

Ma nelle boz^e de

panni chefino da 'veUr

fi cogliono andar pi crudi ajsai degli altriJi quali e bene farli eli quei colori me de fimi manco fini , ci fino alcuni che nel fiirc

panni 'verdi tengono nouo modo, pigliano delJm alto gr fio con giallo fantOi e quelli mefi nati infteme su la pietr a nefin?w not

/cere fvn verde boniffimo per lo aboT^ar quelli, i quali afitutti li

f-velam col perder ame^fhe dentro bibbia 'pernice

commune,U

qual l fuolmettere in tutti i colori quando (i velano gli alirt che


Ipi fitto.

Mafinitefinalmente che fono tutte le boz3ie,^ quel


ijien di nouo razzando tutto quellauoro coUoltel

le rafimtte^fi lo

legtermnte,con ilquaUfilieua tlruuidoiC ilfiuer<hio d^t co

lori che gli

erano rtmafifipr apof, i\h fitto pulito fi tmcmin^ fi

eia di nouo poi con

fir pm da finno con firnfj. mi colon lauoran-^

do ogni cofi,

e tuttauta di quellifiando

k mifiiche mentre fi l

uora a poco a poco , per cloche quefia


Jpecialmente
le carni ^il

a ohe quafiptu prefto fivt

la che fi copranole cnfeje quali fin gi condotte bene alfiigm^tt

chafijcmpre con modi delicatiffimi >


,

rviuaci migliorando di ^vnicne


quella dfirez:^a,^ giuditto che

(^ u
i

di tinte tutte leparthcon

fi pu njfir maggiore davn ligente^O* accurato Artefice ^di maniera che finT^afitnte mofiri

di \u
ij.

va le proprie carni con li Ur liuidt.j O' ro/?etti che fono dal Viuo,
dolci morbidifjS^ ry^iti^e

cof ti rmunente che fiapiuwofi

> !(g^

COth

LIBRO SECONDO.
iri^ondente k

am He ^e perche egli vi rte/ca


fi
'-vuole
li

125 be?2efideue prima


y

wnger e
chejftA

qtist luogo i quaddo ricoprir

con ogliodi noce

ben chiaro^JttiUinei qualeJe

bagna dentro due dttay

IO* dijltbtto

mano

su quel luogo , calcamfi la pianta delia fi pone con ^argerlo ygualmeme per quello JpatiOi il che fitto yfi

vetta conpeT^tte di panno lino perche quando rtman


s' mgiali/cono
t

mal netto

colon col tempo,

^ que

fio porge tal aiuto^ch* (gif

fa /correre Jotttlmente cgnt tinta,

me Bica che f li ponfipra >

fenT^ fichijfar punto,fi che ogni c$fa dififictle con fiiciluafi efpri' me,quim gl/jperti adoperano le loro mefiiche con gran JpaYrnio^
anzj (come s' detto

) non coprendo ma velando Jottilmete quel


,

che fiotto, ne fkn rimaner dolciffiime , fj^ morbide le carni

e i

panni ,

(^ ci cos ageuole che ruifipu ritornar

pi volte tn

i^no infiante, &* iut darli tutta quella per/et tione che njnhu tno eccellente po[fiede, ilqualper njn accorto temperamento , che
egli alfhora

cmofice,^

Juo ottimofine, tene fZf alenti ci (pe^^anoperche troppo gli offende ilvederli dt Vn color (ola, nondimeno non li Vogliamo tn tutto lafciar indie tro. Se ti pannofi ha da fkryerde^ il modopr edetto far ^che dopo
che cQ4ierdeynegrOy bianco fi fiara. boT^ato^che (la alquanto
'

minuta apparenx^ nel Maritornotpanntchea rodare fi ru/anoy f


'-vja,

riduce ogni

erti

ili^tto

pgiunge poi con <^er derame vnpoco i vernice comune 9

e> dtgiaHofa^ao^e cefi accompagnato fi vien velado tutto egual


'

mente con njnpenello grfjo di nL;aio,0* compitofi battevo con la pianta della manoy con ^n pmmazjolo dt bambafi coperto di
tela lina, fin cheti color dato fi nueggaefjer per tutto eguale^

fn^

che vi appartfca figno alcuno dt pennellate

f non

'pentfie

a fuo modo

coperto alla

prima

dopo che far a-

fctutto f li ritorna a dar quello di nouo > V* batterlo pure ffelmodo di fopm^redetto . %Mafe fi fitra di Lacca^fi tiert
I

iii

cou

128
^^ermce^e cos l

DELLA PITTVRA.
mcttendoM dentro della predetta defare d'ogni altro quando fi e per njelarlt ,c

con quella ti mcdepmo fitti^

poi il/maltolti qual colore f btn faxaJotilifJimOyegli yole effe re maneggiato con una affoluta deflrC^a^e con lefue mepiche

^
fi

ne ordinate perctoche/e quello chefilauota non rtejce alla prima finito bene in quel modo che deue fiare molto fiiticojo poi a accomodarlo col ritornarui /opra, perci che ogni poco the Junjt
tefit con

ipeneUiifi^ede che

l'oglio

loJoprauanza\

(^ li ricopri

la fua yiue'j^ai @r lo

appanna di modo che in hreue diuien gializ.

%aytS*ilfirntle auiene di alcuni altri, pt Bandoli nel modo ch'tO

dicOfOuero lauorandoU troppo liquidt,ome che molti cofi gli ado

feri Jenx^ giudicio hauerne. Hor compito d ridure ,

@r

dtrico-

prtre ogni minuta coja pulitamente "verfo

ti fine per

quanto pati

fcon lefor-z^if ijienpoi di nouofinalmente a conpderarlo^ir ricercarlo bene con '^n faggio dftorfo con riuederlaacofaper co

fkfe vi punto

di diffttto dentro

efecondo

ilbifognopoi rittoc^

carlo^riunirlO)ofcurarloy0*riluarlo con runger prima quei luo

ghh(^ nettagli come fi detto,fin a tanto che ogni parte mfi^<S*


unitamente bellai(^ rguardeuoleyqut et fi" no dipoi le vernici l'effetto delle quali e dt rauiuarey^ di cauar
tutta infiemefia

fuorA fono

colort^Cl^ maritenerlilunghiffimo tempo bellh

@' uiuaci

0* appreffah for^a di
nelle operCi

dtfcoprire ancora tutte

ntwuit7:^e che

(^

fkrle a[ parer chtari/simc^acUe qualty anco


t

ra che molti poco f ne curino a

tcrrpi notrtyforftpiuper auari*

tiayO* firacuagincyche per vere ragtoni,nor.dimno perchefono


92eceffarte,trattaremodU modo che
fi fino fktte,

g/ vfatepeti
tento

migliori Artefici gi morti > alcuni dunquepigliaua no deloglto


d'abez;^^ chiaro
,

e lofkceuano disfare in

un pignattino a

fuocoyedtsfkth beneJt poneuano tanto altro ogfto di faffo^ getti

doueh dentrofiibito che esfi lo leuauano dalfuoco^^ mefitta* do

120 io con ntMO co(i caldo lo f^eadcuano/oprn ti Uuofo prima pop ifole, e alquanto caldo ^fi che toccdaano con qutUa d^i per tutto.

LIBRO SECONDO.

egt*almenfe,e qitefiayerfjice e termtAla pi ftftttet

epm IuJIya

d'ogni altra che fifkccUiio ho veduto


,

^j

aria cojipeftHttaLom

tardi a da ipu fZfalentiyC miju detto che coper quella adopra--

ta dal CorreggtOye dal l^armegiano nelle fuc opere^Je egli ft pu


tredere a quelli che lifurono di fcepoi ^ Altrifono che pigliano ma

Bice chefia bianco ^ (S* luJlroy<(S^ lo f^ettvnoin'X'npignattinoal I m/uocoy 6^ con e^o yt mettono tanto aglio di noce' chiara rhe lo cu9
fra btne^ (gr
cojilo

Ufcta^o diftre^ tuttavia mefltcandolo

afjai^

dt poi la colano con

yna pcT^ di lino rada in


"Vi figetta

"vn altro ijajetto

quefii/uol ijenir pi luflrafe

dar

fin che bolle un


^

foio
I

di

allume d roccha abbruciatole fitto

m poluerefutile
,

di

queldf ne pu metttre neUi azjiurrifini

nelle lacche

ewalir

^U

colon accio

fi

afcmghim piuprefio. Ci fono alcuni che piglia

KO 'unonx^ dt fandaracha^e "vn quarto di pecegreca, e nefnnno foluere col peHarla inpeme^ (gr Itfzinnop affare per ftaccio , di fot pop in vnpignatttnorjouo io coprono bene con acqua di uita
Uttre cottty^ le fnnno bollire alfuoco ben lento per fin che e be
disfttaydt poi (t lafcia raffreddare tnan'^ chefi adoprty e ftttcn fempre copertale quandofi ^ole adoperare fi fcalda a lentofu9

0yquela bona ancora su

le tele

a/ecco . ^Alcumpiu delicati Pi^

gitano

il

belgiotnoy e lopeflano

alquatofik due carte, poi lo met

tono tn una ampoletta con acqua uita tanto che fprauan'^i quat
tro dita, O* cofilafitatafiar dui giorni la colano in altro uetro^et

quefla

dafopra

lauoricol penello, tAltri ancora pigliano

tanto mafi ice quanto

Sandaracha, e ne fknno fottijftmepoiuert


agiungono un
ter'j^

^ frajaqual poi
le

coprono con oglto di noce alfuoco nel modo delle altre dtfo^
colata ut

dt aglio dt abe^o,

^ lo itHorpora con quelle^ma mi bollir poco , S

perche la uernicc

uernbbe

PlTTVRAi iio yernbhe rv\p:ofi^e tutte qnefie preda te rvemlci we92tr'e ffa no d'sf^re aI/Uo^ ms/hcAtio/empre con ^na piccola hathet
ta,le quait pai coperte nel/ho *-va./etto,

DELLA

fi

confermano lungo ttra*

p% cjn fd'rlpm purgate^ O* Jottik.


Qiiafitorialau'iahilcil finir bene l'opere f u, 5(

&

quanto fia con quarartcfi nucde^^ 3c fi ritoccano ic pitture, che fono fatte a trefco, lecco '^ olijpcrchi vuol conaurle per eccellenza finite.
thipiaccuole
il

^arc ali'oppofito

Nnpojfo far meramente in qucfi'ytima parte di \0 f/^\ non commendar molto piu quegli Arteftctjche auanti U^^i3^ di noijurono yche quelltichejt trottano operare ne' te*
pi no firi. conciofia co/a che per quanto
io

^fS* ^

ho veduto fin qui in tan

je opere dipinte in diuerfi paejt,


/le noue

to

no

ci

ho ma: cono/auto in que,

'stelli

jhem amenti, che con dtlet ijliimifinimsntii 6^ e


faceuano da quelliy(^ che in ijero/e
li

t at ione il^ amore fi

con

uengono^com' nece^anot e da moUi de' quali /urno ancora t top


p:)

e/qmfit.tmente ricercati.

Ma R come efft conofceuanoycofi k

noi chta' o^che per cto /t/a na/cer la /tis/^ttione in tutte legc
tinche ci

m rano

con diUtto-^^ an'Kt che alle njolie con/i ma-,

gnammo affetto quelli fi piegano njerfo tl/aciror di i//e


*Xftene

che ne

amiatOyi^ da mor/ide ^l'inuidioli dij/efo^^ commen^

dato con merauigliaytmpetS che quefta diligen'K^ e di taljoi 'K.a


ehi i'y/a con ragtone^doe per lei jt

congmnge (^/fa
^

corril/on

dere tutte le parti dtlT opera compiutamente accoate,^ runi


te tnfeme /en'^ efjerui of/en/tone-s

come aukne di tutte

le r/te

bra di

vn belhfimo corpo immaculato^^


furono

puro, C5^ certo che /

qtiii rnaefifinche

ali* et a^che ijil/e ^Pietro

Terugwojpa^

ueffro ben po/jiduti quegli ejiremi delfar con bella maniera^ fi

come acqm/orno dipoi molti^y^ che non/o/fefiata, iaghente^i^^


fecca

LIBRO .VECONDO:
fitu > nel modo
hmrehlfono auan-^^attypercioche nttle fue cofiinoo pmje
nofce lamore-iO^ lo flento della diltgenT^y (he

t^t
^It

che uncor firedc^io/hmo che If^ftefldipocogli

co-

dogm

altra lor

parcella ^uale nueramenteiche

da glt ejhemi diparte.

Ma riquan

tornando parlare de* nojirt^io nonio yeder perche cagione cofi


^vilmente da moltiJtmanchiiejli pur tuttama vedencio di

topoco ^tilcy(^
*6pere di qualit^

ioo7iore fia

coim. che ardi/e di

metta Juori

C^per luoghi honoraicheftano parte aboz^zju


,

te

parte me:^o finite, alcune cofe benfatte

(^

molte a fatica

macchi at e y O^qutUo ch' peggio^Z^ che ptujtcoflumAy e


*^e(}i^fen\A darliforr^a con

U T^-.
e le

der dipinger(i g[ Ignudi tuttauia di pura manierale ipanniy


l'

ombr

^ch abbino un poco di rilteuo^

n meno ejjtrli datele "vere ti -/te, eh' ur cofa tani o necefarta k ejfer tolte di naturali njiui^^ da migliori ^per / quali difetti
-Q^ fegnuproHienpoi /pra di lui diuerfty

C nuout

gutditji per -

the qual tn nome


4o viene
'uditiito

d auayifJtmo,quat di goffv )Q:^ quale dinfingar

odiojamente rtputatOy

^ come

'-vibfjmo finalm^^nte

da ogniunOyO' que/ie macchie gli fono tanto pi noccuo

alquanto ^lu da gli huomint intendeJt glt fonofcoperte^^


che tuttaui4.
dice daUe genti abietteycioychejjt

Ha

ftmate ^n qui intendo gi che ciyaglia quelle iptlifime fufe^

pa^ gnttf conio ti meritOy(S* che non fi conofcapiu il buono da* gran
[t

non

(ia?.o

diy ne (tteno^a conto de* pi <-vAlentty(

non ne luoghi de g tn^

fimiy^ che per ci l'opere


eh*egli Itcto

cofi fktte

Hanno pur troppo bene^


pi
oltre:

^
me

quefli tempi ipafjarfine cofifen%a fkrpiuften


fuperfiuo
l* affaticar

tiycome che

fia

fi

laonde lofi^

fno douer effer queji tali

"v erame te pi degni

daffaticarfi ne IT

arte delcal'^^laiOiper mercedeyche a dirparole^o a far pitture

riteuoltyO* per t luoghi honorat imperch seffiil dubbiagli sjorza

di morirfi di fame fitr opere lodeuoliygli /aria pur meglio affai

buttarfi

Ut
bnttarff-
i

DELLA PITTVRA,
doT^na/ty com' l'animo loro , che (toccupare
i lut^

ghty^ l'opere pertinenti ^*mggm


JpecchUrfi

eleuAti^l'nfficiode* quili

m quelle tante^e

coji bielle

opere di l{a fiele^di

chel Angelo, di Titan tf


le dt

del Corregg lo,

di

xMi" Macc arino, con quel

quegli altri iciellenthda noi Kominatt altroue-.i quali tutti

ddigentjjtmi furono iftorno

a quefii tjrimi. Jo ho "vedute co*


tre

fedi cofiro,dpnie nquefii

meditele alprejt hte trattiamo^


le loro

con tanta patin7^,0*'Vntone di colort,ch' etawdo

opere

i fie/co pafjkno ogni *^Jo di mtri\o,i\ certi e fi nj e de efjere ne' lo ro piccioli dijjgm ancora,^ w pi di quefli^quelli di Leonardo
Vinci,ilquaU finzji dubbio mti'tnteLigtiZjii^fitptcn^a
per tutti per quefli tftremt
.

li fu dijjtgm 'vidtg alcuni mi^ fo

nutidi Jua n^ano,chc rmfuronomcfirati da certi Pittot Tccchi, mentre 19 /letti in ^\iUno,olire alleJue merautglwje pitture^
i

quali erano finiti con

yn modo,

per i lumu O^ per l'ombre tM

iofiraordiarif,che quanto pi io Vi con[tderaua,tantopi


re u imponibile

mi pl

O* nel ruero mant/efloyche fi troua


grata
la diligen'Kj^che l'ingegno:io

ad imitar]i,non che a far// per le mani d'altrui^ m molte co/e non ejfer men
non
dico, che per ci

cadere in quelli eflremt,dtl non/aper mai leuar le

fi debba mani di su l*o

pere,che fifiinno^dtl qual Vitto ne fu biafimato Protogene dagli antichi Tit torti ma /t de/dera bene njna diltgenxa,ihe fia ba
fieuole,

fi

non ofltnata^ O* ci specialmente fi deue in quelle coje^

che/no per douere

Har moltanni al ber Jaglio d'ogniuno: il che


ne' magnifici,

amene in quelle, che fino ne' luoghi comuni, t^


dfioperti.

f^a

circa de'

modii/guendo tlprrpo(ito nofiro-, fitte

ne che fia ^^ e nel vero ci molto difficile nell'opere a fiefco,^ maf/tme quelle, che fi anno allo /coperteti fkr bene quefi'T^lti

mo componimento.

Il che

na/ceper cagion dilla calcwa,e de* colo*


<

iMqual con troppapre/lei^fifeccaypafjato il midefmo di if


*vifi

LIBRO SECONDO, f
^rie

ilS

ji dipnge ufi, O* per queHo io Utdo coloro, che ci vi prO" Hedono co* mez^ de t CaYtom,che pano ben finiti per le loro pro^'

manitferche pofle che fifino

le tinte

^ C ombre

ne* luoghi

fuoi,aliaprtmAfi U danno pot i fini de* tratti con ifiuri liquidi^


fittili.

Ma in quelle, che njarino al coperto,fi gli pu


k
fiecco,perciochefitte
i colon finijfimi

v/kre

erfitta Vntone con il ritoccarle


le

che^ihan

bzss fide^mentre che la caLe fiefibiffim^iC dipoi quan*


condurle quella per Jet
che fi 'z^uoUyeJficndo cofi pertntjjofiem^ nocumento de* co*

i a/iiuttafi puocon
'ione

ioriitna qtiefii pero lunghe'K^a di tempo ijeduti man^' fi fino tare:qutui nelritoccare i/curi,alcum ci fiono^iqualifie ne frnno

Vnodiyn

acquarello

dinero,^ laccafin a infieme^


ne* quali

col quale ri^

oceano ancora

fi rvn bellifjimo effetto , perche t tratteggianofiopra,cowe fi fiotfire su le carte, quando in tffi


i nudi,

difiegna di lapis nero, ilcbefinno con "Vn

penne Uo

di Vaio

aU
k

uanto grofJOiOndeh ijanno con gran de/Ir e^^ conducendo


ocOi

a poco nel modo eh' e[fifi

di granito,0*

que Rifiuti ,

chi li

hflempera congoma^cht con

co Ha doli e, e chi con

tempera,con

uale riefiono pi fiurt^O* fino pm permane ii, che con gli altri^
tS* ci dico per
ri pili

quanto ho ^vifiofirCy^ intefi ancora Ua'Titto* Dunque con queflo tfiejso modofi deue ritocca^ "valenti
.

re l'opere, che ji finfktte


(i

aficco

sii le tele

M4

bene ch'man'^

rinfrefithino

quei luoghi,nelmodo che

detto difipra:

ma

di quelle iche finfktte

oglio.s

come

nelle bo-^ze

fifino portare

modo piti fiale, cofi con pia fotigheT^a i dafire iljuo componimento,^ mafiime intorno agli efremi de
pi manzi,per e^ere
il

le carnt,de' cape/Ji^de
'

g occhile dell'''vr/ghie

e d'alt? etofifzitte
li

enfi

pi mtnute,le quali non rimangono mat,mentrefi

lauora^

nOifinite

baflanT^yperche fempre gli *uanno morendolo gliJcu


t

ri s'incrudifioiOik

quali necelauo ritornarli pi ruoUe^con

fol^

i|4
ci fare prima

DELLA PITTVRA;

bene che da per tuttofi Vada (Irifando e^uelluo


"vn poco

fiYiiritorndr'ptuaciyfrefchh'z;',jtti,morl?tdh (t^ piaceuo. !Et

go iovnapez^'tta dt imo, che Ha


fce meglio su
le

bagnata

co olio di

mce

chiaroyfiche per ci [imofin e(er lufi o,C^ b pulito:

Et

ci rie*

affinch sic le tele^ZS- difubito finito^p netta puli

tamente co njn altra pcts^fciutta^che jiafutde^


poi doue fi u de effer
^

(^ biunca^

di

\\

bijogm^f vien ritoccando rileHando,wdoU

leio^yelAnd^y

fi

ricacciando leprtfkte cofe^ ne qucjiejilafci^

giamxi minutiaich'apenapoffa offender Pocchtoja qualnon Ja emdatayts* raccocia lOquelgiudtcOyche fi pu hauer wag^tore^
facondo iifaper di
lenti nelli
cvlut^pe- che cefi fi efen.pre

nfato da

piii tccet

tjircmi.^ cvfiumafittuitauia per chtV pratticOtO*


io fi

-vnx fir ada fkciU^dilicata^i^ ageuole. Hor

imo che fin qui


nelle

hxhbiate copre/o abondcuolmcntt qntpe cinque parti, sccme Jt

nel princpio propo ilo

nel fine da noi dechiatate


>

q -uli ci
eh a

p4

-^e

hx

te rie

ptr tal m)do espref^e

tJ

f o o* dini talt >

che fli non farete dt^l tutto roTJyper voi


^Zf olenti

ftffi potretefaper quelo^


(j

Gioueni,<(^ forfi prattuht ^lacfiri hectfjario,

Ct refla a dire ddl'lfioria^er me7^ di cut Vedrete


ra tutte le dette parti fi debbono

m the manie

aaopagnare^^ unti e infit me.

Come h maggior itnprcfa del Pittore fia l'iftoria: ^\ (Quanta


importanza

ella fia,& quanto f Ji debba edere intorno circonrpetto,auertito,&guditiol: de molti vtili,& bel li auertimcnti prima cheii componga: cbecofaila \dca^ &qual fia la vera^& regolata compofitione: della forzale n 5cdcirvnionc de* colonie rqutainduflria,diligenza, % opera al (no fine fi conduca

&

N dubito pUtOjche la maggior imprefa che da Vn'ec


|| cellte
'^

Tsttore pigliar fipojf,^ per doue ognifuo co*


iforia

^^^ cetto debbaffiegare,no?j Jia Veramente quella d'vnd

LIBRO SECONDO.
,

US

ftoratche gli fia propoflaidi tal qualita^O* J ogetto

ch'egli co*

Wr
^

ut pop* dtntro co/e diuerttjjmee che(ano dt

mometo^^

luogo per tal materia lija cocejjh cofben capace^^ abondetiache ilritrouato ch'egli

^i vo!e/p telare yi habbia comodiffims

lte

comparncperct che t co/i ampto,^/patto/o campo^pu^^ huomo gmditio/o adoperar ^ ageHolmeteyO* mo/irare^ZS* e/prW
ci ch'egli

(tere co tutte le /orzs del/uo ingegno tutto


^tde^

^^z^pof^,

ci in <-verith

creduto tantoch copfiityche da gli hu9^


coftfatte irnpref giudito

tini

mtendtnti/tfk/opradi

del '-va*
fi

ir di colui /e

ben e tenuto t//er <ceUenti//tmo^(^ que/o e

per

i/petto

d^Ua tnuentione,/per la di/po/itwne^fiper la '-union de*


ancora per
le altre parti

olori.e /corne

che d^ intorno lipoj/onoef

ir con/idera, e^cmcio/x che fi come njn<i co/i bella opera ej/'endo

erjtttamente dipinta gli arecca lode g Andi//ma^ cofi ancor a /e


if
tHi

ijedrk

co/a nella quale il 'Vitto'^e

haibia peccato per ignori

purmxncato

ali'arte,(^ alla dilg<nttaf/i sa che

per/af
fi

ran nocumeto

alle

molte /ne l

di,^ nputatione^eicioile ye
lodty

i hauer qua/idi continuo sugli occhi le


'fide

^
s

tibiafimo di fi-

irnprc/e^iUheli njeduto hcn^imo accader nell^yltime^t^

naggtor opere/ntte da alcuni di r/iolto nome ^

comegia/i in

mede di "T tetro 'Tcrugtno dipinte


't'.ilx

m Pioter, ^y da /.^owenico

^ecci/umt nella cape Ha del Duomo di Siena /liapatria-i


dt

^ pm m
i

lazom

U ?4n^erno^ in S. Loren-^ pur di Fior^a^poi


f altre fiitte di prima. (jr
certo nel ofl^

he adef/i in luoghi cofhonorati^<![S' grani de loro pitture rm/k i

ono peggio

aj/at di tutte

ierar qucfte cofe^n pojfo/e ne merautgltarmt di coloro (che pur


:e

ne/no)che dandogliene nelle mani p/ano fur/i lodar per i/pe


d'l/iorti con

ditwhe belli tnuentoriyf0fficitori


te, nelle

dar lepre/io ptji

quali ^quando ft yien poi mifurado^ rie/con n^ui mae/ri

ielle

con/ufonhpercht hAued' kpena

meuuto ilfogettoJi dumw


a /or-

T|<S

DELLA riTTVHA;

Sformarlo con tamucchtar di moltt fi^uYe,f.nz^ rlgudrJo Je'tef

:j

mi dei/a comfolitioney'-vfx.ndoii imQdiproprij^t chefi dfe^cht


foUunjkrc neltrotiAV l'tnuentionite cofi te le pianiamo ino fera^^ tengano pure come Jtvogitaif cf ceno sjaccidtamte^ poich per i/poca studino dt chipm^e non intende,^ per lejklfi
tjji

II

uppivrenre delle milte opere di quelli cojfktte.e

nm inteje^ come

fer hxuer a ca/ferutto agr^n perfnaggi^fvien loro tuttauid omport4ndo,e fin chiamati, (gir adopratt a/chica^are t luoghi^

|^

\\

(^ {oprepm degne d'it aliai s

che co (i pitto ahu/o quafi

tra'-

\\

fnuUto tn coflume^^ certo par che chi pi quefla ytafitiene^ w far ft^eoga. di maggior gloria fi imatOydi modo che ti buon njfi\\

O" lo (ndio di fkr pittHreychcbbi Jorma di yerit.fpuo dire che


Jia qtiaftfmarrito^e ijeramente no pi

'

coyjf'/.iutoypotihe cnfixi\\

mente ft profonda

m quejli

trrori,(cn tpe e troppo

la/nue.^

ri\\

dtcoloje^e per dirne ili erojbtnfino meji him quei per/m lti e

htm

'

f>n mifer i quelfafje^e quelle par etisie quali da co/hoT^c manifo^ \ no con tanta infkmi a portate tn luce V^e io qui "Voglio (Jjftr /. tu i
.

to
ti

ajkrejcufa

m difenfione de' Signoriyche finnofre aftril^


dllegano^ch'efi non fanno ine cono fono bene

"

t opere loro, ^^

epere buone,poiche nott^imo al mondo, gir pur troppo celebre


il

nome dt que Iliache cifurono migliori^t quali hanno co tanti didelT ignoranza con quelle loroflraor dinar te bellez^, che

fgntiCon cartonilo" pi con topere loro mirabilt,cofi/quarciat


il ''velo

fi puh direycVeff habbiano al tutto

rvogliono ejfere le

moprato come debbono , (^\ pitture, fatte da buoni, Q^ ^ert Pittori,

comefi pu bentfiimo conofcere le buone,co l approl^imarfia


le,to dico
ri,perche

quei'^

a quelle,che fatte furono per Cmanx^daglt attrt Tute*

'

i chi fa aUrimenti,e tenta altra flraduicome s* dettoi (^ certo,chef Rd Michelangelo ^e Giulio %om4no^cogtaltri pati di p o ti Jaele,
riduce l'arte^e fftejjo nelle goffarte dt prima,

LIBRO .fecondo:
fo
YduluarftpottJ^ero
^

iVj

io

Himo che gran

dolor pigliare hono

<veddr che ifi coft reue tempo jt fojjeJmarrito ilbuono^con tanta

poco cono/cimento degli huommt.

^Ma per dtrui injornma di ci


giamai /ufficiente a

tutto ejHello ch'io ftnto^tengo che munofia

fare [ione^che (iano dt cjuauhemomto ne' Temptj^o ne' Irroghi


h^norAtt delle Ci ti ^f prima non p federa, a ptt no tutte It par
tt rjft

contenutelo dico con tntti quelli auertirnentt^^ dJficuU


fono de/critte,

ta de

tjualt fi

che perfine fi vengono tutiauta

dx noi dijcop^tnio^ C5^ non Jara dotalo dt T' "X^macifiimo fpi> i tOi^ d'^vno ingegno grmdifimo yi^ eccelientfiimo^i^ hon fiA
molta dilgentt^molto efberio^^ molto prudtnte^^ di purga^

'tOyO'mxrurodipofo
predetti

che [i/ia

^iorno,^ notte
i

ne' fiudif

afflai t( ut o-i^f

habbicL di contnuo imitato

miglior

Tit

torije /colture yt^ maturali, di maniera chenefa dtuchUtoprA


fico con [ingoiar giud^uOiper

conojicre^^ per condurre

il

bm^

n:> delle pitture, (^ che apprejjo egli

non habbta tralafciato^ptr


di

negHgen\a,perfiamhe\z^
nate nel principio

lo Jiud:o

qwdtantiche pur gii Jo

no attmentfys come necejfarieje quali Vi furono da noi aaen^


,

Aa bora mt par tempo dar comihdamnj^


.

to a^e (OnfiderationhO^ a gli effetti dell'I fi or le

^Dcue prima ti

Tutore haucr nella mente ^na


gii oprar ^z^uole,acctoch*tglt non

beili f^tma
fiiccia.

Idea. per le ccfe^ch'e-

co/a^ihe

fa fen%a confide

ratione.O* t)enfamentOi
te

ma che

co/afia !dea,diremo l/, euerntn-

fa

Pittori

non douer

effer altro^che la

jorma apparente deU


pai

le enfi cfeate,cnncette

nell'animo del Ttttore^ ondeCld- a diti*

huomo

e/Jo

huomo '-untuer/ alitai lu femb tante fino fi iti


l' idee

giih'4ommt. aAltridilJeropoi
iof fritte

efjere

k fimditudini

dtlle

da Oio^perctoche prima

ch'egli
le

crcaf^efolp) nella

mcn
,

tele cof^ch'egii crear


tore
ji

pu dire effr

dipmJXof l' idea del l*it quella imagme,clye prima egli fiforma @r
2'

'^oltua,^

/colpii

ut
folp i/ce
?2ella

DELLA PITTVRA;
mente di ^ualla coja.^ che
^
}>

dtjftgnarei o dipinger ye

gliaja cjualjubito dato H/oggetto li


gli necjfarto confederar

'-vien nnfcendo:

per ci

ii

manzj

lAfoftdnTj. di quello, e "veder di


rrO-^

a
1

che qualit egli fia^come s' di coja/cray prof^na^antica^

dernu.o pw'Jta qualche altra varia mutnti one non pi dipinta^

fu la quale fi de ejjercttar di maniera, che l'iKuentione n^^gain modo ahondtunte di cojt belle^'^ dtuer/e^ che non dentando dai
fondamenti
della matcria-ipofx dar faggio del Valor juo^ e di poi

\\

hahbifi ri sguardo bene al luogo do'4e

va collocatalo dtpmta^acci
pi njolte
il lt4

tion fia tenuto di pocogiuditto in cw,percioche le

\\

me

non buono yla rrwlta alte7:^ai(^


^li

la

lontananti di quelle

-^

rimanere ingannati cttandio

efperttfirnhperddvhtpii la
i

fk h vi }
j

fia^ch'elji non fiimauano^^ pereto ftn^'ada pi

C^pt volte 4 quel /uogOy^ quiui f l imagmi ^veder come dipinta^ " la mi
col difcorfn, (gir
(t

\i

furi

come le figure princip.ili debbano


,

cjjtre

avo

ier che

mefirmo par del ^-viuo C^ fkrft maggiore ancora haue

\}

dom lo Ipattoiconciofa che le coje fktte con magntficenzjt rendono


mtrauigl a in tutta l' Iforiaja qualnjia ( cofiumata Jempre da buoni Artefici jfk(.endole promettere molto pi di quello ch'el"
Itfono.

he

\\

\\

^a perciocheniuno pu Veramenteformare mtieratut


quafi e o^
per
le

\i

ta li fua inuentiondne imagmarfela nelTldea^f^non

\%

me ombra

gix predette ragioni

co

fi e

di necelTita afchiT:*

T^rne quando Vna^<(y* quando Vn altra parte , e talvolta e^rs-

merla tutta

gmja

di macchia^come fifuol fkre njnfubito nel

i;i

modo che

fi dijje douerfifit>

e^quado fi

tratto^ dell' inuent ioni nel

\%

primo libroyperctoche ilfar

di molti fcht'^'^ vttlifimo , perche


le cofe,di mo^

\\

pi l'ingegno fi fuegUa tuttauia .((S" s' abbellifcono dolche poi con pi fermi termini fi proutene i diffegni finiti ^

\\

da
no

i
i

quali fi formano
d'JJgni di quelli

modelli

|<)

O" indi a i

con maggior i ertcT^a fi fin | cartoni ffopra i quaU ccftim %

me

LIBR SECOISTDO:
mfV^dtY gli effetti
delit co/e delnaturale^

no
coft col g uditi

purgato njalerjtnei^per ct non ufi fk cojaja quale nonfia. di

nuouo aiutata con U buona manierale ridotta

in (involar

fg ma^
no

^nel fkr cjueflt

non

(i

cordi intorno al cowpontmtnto^ che

Ja bene a rnefch^arui dentro coja che fiaftidri dipropofitOyoftn" 'jra molla raowne^outro che habma confufion difigurey c^ dfor~
dan-^a, di
il

meynbra.o di cofe,che

fiano

troppo ftparate fra the^ rnx

tutto fia di couenientff numerOigrandiTj^ayClIocationiii^ jot


s

mi)

che poftt

mlume,^
.

cong^egate^patano yere^Qy

(i

"P^ga

che -ut bif ignano^anxi fiano

m modo^ che Ita di neccffti k cjjer^


Hcibhiafi cura bene che le figure ,
ti

ut kfkr gli effetti compiti

(^
//

t altre co/ fixno pofle

modo che sfuggano fecondo

piano ,

quale (f^ ^/^^.^^^^ mediante il punto centrico, C^ la tnterfcca^ tione delle linee , ma gueflopunfo fifia auertito di non lo porre
di

modo chti i Templjyfl^ leproffettiuCyche vi entrano non paiaallo'n gi^ il che

no che ruuinwo

accade ogni njolta^h' egli p-

/lo fnT^u ragione troppo balfOiQ^/tnzjt hauerli r tignar do

J^/Cia

u Leon Batti fia nel fuo trattato dipittura-TOUole che cjucfio

fo lo a punto

alto dalia Imea^che/a giacere^

quanto

altez^

^a

di quell huomo.che s'ha a dipingere pi pre/Jo alla Vtfla , nel

predtttoptano:ma

w trouoper quello e

ho conjiderato^ e cono/cm

toyche le m'fure di queUo^che/n^ nelCl/lone dipinte ^ e ne dffe^

gni di T\a/kelo^diGiulio,di Ealdaf/ar da Siena


tf/itegono lamifurapredetta-iquanto alla

e di Dantello.che

lunghcT^ dell' huomo^

ponendolo Vicino al capo di quella figura^che uie pia inanz} del


l'altreyfe

ben e '-vngradof dua^oltre alla linea^chefa a giacer ey


alquanto pm alto^ci par ch'egli fnccta miglior efft t

il che ef/endo

quando ci fono poi pm ordini di figure difltntiyO di T tmpij^ i quah fi fingono alquanto diflanti dal primo ordine-, aUhora $1 punto fi pu ponere alquanto pm alto,confiderata la d/lan?^
to:

adari'

140

DELLA
il

PITTVR'A:
i

Aci arbitrio dtlgudiciofo Pittore, perche quandofi rsguarda

cojajchefia cofiojk^^ grande ^(i ritira,

Lhmmo da, lontano


quanto

<is*

ter CI i da pomi e in quelle

punto per doue con ragione li pare*

r pi commodo.ejjendo

eh' e chtaroicbe la

pm jirmra lontA

no pianto pi tocclto,^

i^tfra diviene aliandOyStchest'Veg

ga

ejjerper modo p fio ^ch' egli fccia l'effetto che f gli desidera.
st

Ala perche conqueflo punto


si digradano
i

fanno fuggir le projpettiue^


i

t^

'

piani^di

quali s'tpongoto

ca/anuntt^C^lefi^

gure^Tf^en chiamato da pei Ifettiui,nonflarnente punt oima oc i


chio^fegno^centro-,^ ornante-,

ci e ilprincipio, (gr ilfor?da^

mento di tutta laperitia^ttf laproua


dt tal fkcult nha
le ha/crittOi
ti

delta prnffettiua:

E perche
qua

attato ageuolmente Seajlian Ser Itogli

,ii

^
i<i

tp mojhato m

dijjegno 5 tanto di quefla prattica^

di /architettura inster/je^ch' iajltuole a qualunqi buonprin


^

s)

apiante^ et par e, che iji baflara torre quei libri

per mcT^ di

ji

ej^ifkrst prattico,fcondo ilfuo b'fegno,poich /e in cajo di

necef

i-i

sita non st fapef altres he con qufflo punto jorma^e ilpiano^

llimo st faprtbbe reggere in fkr lo sfugimento ne De figure, ttJ

'\

e con queja ragione, chef la

prima fguraiponiam cajo^fara in

gra'ndeT^anoue gradi.e quella fiapofla fuiprimo, tafjtoyer/k


ejfrfktta l'altra,chefara
(gr njerr

pfia fui fecondo grado pi

m dietro^
il tirar le
t

\^

minore,tlihepa la ragion del predetto piano, per ef-

fere ilfecondo grado minor Uelfrimo^

(^ tlter7^,minor delfeco
,

do: e di poi ben fntto,(^ dirnnution digranfktica

profpettiue,(^

cafamenti con lefe debite mijure,s


i

difjegni

piccoli-,^ ingrandirli poifu


ti

cartont,K^ Ju l opere con lagrata^

che

ne f benif^imo,quando t difjegm fou tirati con riiguardo

p^'.r

tutte le parti. Ci fono poi di molti altri aueriimenti


beffe, per chi tiene in riputatione
ilfio

m nueo
,
,

da non f ne fkr

hsnore

concio fa cofa che finjede effer santa l'ir/iperfettionnofra

che

14! Vnhuomo jolo nopf4,per dottOjpraiicoy O* gmdcofo che jifiA% njttr m^i tutto qneUo^che compiutamente vi fi ricerca , attcfi
che talimperjettione^ accompagnata ch'ella poi da quella affet
tionCiche porta l'Artefice natf4ralmsnte alle co/e fue certo che

LIBRO SECONDO.

dtfen maggiore

e mtar2to,cbe cefiforte /e ^It appanna

m ci

gli occhi della mcfjteichefpu dir anello efferpoco

meno che cit'


fi al

cOy^ per ci
alt.

d molta -utilit al Tutore

il fot topor

par ere

ui,<y bene a cominciarfi da diffegntyche tuttaun njten fk cendo,(^ iafcutta la fuaperfiafone^aaettarLt correttion degli
eccellenti, perche le

hu)mmi

fatte ^nafcono ben sfcffo fi deh'je hauere Vnu j^ranleaw^ertev^i di non mostrar
cofe

fcocche compofttiont^ (^ l'opere mal dal troppo credere dif me defimo .

Ma

le

fuc

chi

ha gli occhi lipt^'youero -una


chi

cofi

nelcujre

C5>

-unaU

tra nella

bocca,^ fi di bit a. pili

di lAfin^a^e-tthe d; dire il ^xferoi

ma

si

bene a

ha tocchio purgato^isr- a'M-^) all'opere de' buo^

niiO't animo s candido^che li panbbn fkr gran mile^fe diceffc meno ch'il vero^ c> non come fknno mo 'tinche lo lano in pre/t n*
tj,e dipoi lo dileggi ano^(^ ridono dhauerlo ingannato,
-'711

a gli

huomint buoni^tp pjttUigenti, ti faranno fecondo


tioi toglier

il loro

giudi*

via alcune cofe^mutarei^tg^iungerey (^J ^variare per guanto O* come li parer a di h fogno: ma non deue pero iln\t^

tote obligarfi tanto algiuda io altrui^che pn>2^a f in obli t.perche ibi crede il tutto adauriy pernia J miglior dei fuo: fk adun*

me che ildtfi'fgno piaccia

te grandemente

agli altri

pili

rvalenn di te ^poich la maggior e importatila confifieneL'hauer


henemuefiigatogli attt,^ i moti con bella, (g^gratiofa compoji
rione, O^ che tutte le cofe li ripefino

terminate

m ejfa bene colg

ditto^O* con la mente ferma. N qui fi deuefeguitar cjuellaju^ fjL auertem^ydi nonfkr mailijnVifo,fnon bendiffe^ fiuto fer

renteda gli
,'j

ari,^

cof

degliattivenganghafifettiy he meno,

mi pia-

14

DELLA PITTVRA;
,

mifierio/^O^ftraordtnarUi chedicmo fi \ doterebbe fkr in ogni Iforta.per mofirarft intlligenttima '^ort


bene^che tutta, l'IHoriaftmofiraff nell'efjerjuo magnifica
nobile^ O*

mi fi Ace qmlx figura,

t^

di

maniera giganteaja ejualpu efprimerft tale per lo.

fiadtojktte nelle co/ migliori

(come se detto altroue) hamndo

tuttavia in mente la maniera antica^


ri

le

compofitiom de' buo^do-*

iArtefici.con quelle loro

ben confide rat e deJcrtttiQntyO*

t erate in fimdi imprefeje quali fono necejjarie adejpr

cono/et t

Uj O* Ojfruate in modoychs imitandole , cerne per gutda^(^j Jcor


fai

fi faccia con l indi4firia,tn che

per njna (erta fcit n\a lefue bemfJmOipercioihe yi e


effi la

dimJanOibelhtiima muentione t

O*

dfitgnoy (gjr nel componimento t^i ha oramele n egli habiti n,a^

net i ZS^ piaceuoleT^^.coft

nelle specie ricchi\:^a,gratiay C^ r/ale

niera^e tutta wfteme ^iuezs^a^^ Vnione. tal che

figure

ci

.i

fono difitnte,fiomp4rtitei^ or dinat eccome fi dtue^ empiendo

il

Jpaf^ qua/ egualmente ycol porle apunto,fuondo che alfoggeito neh ede^ *che tutte attendano alla dechiaratwnc delfine,per fi che qi ci fono le figure principali le quali mt appari/cono ma-^

i]

\\

gniHcheyintiere^
il

{piccate ^ (gj in que He opere jidijcerne qua (sano le co/iche arrecano grarta,lJ' quAliquelle-tche dt^taC"

-i

/i

ctonoy

adunque con fmilt auuerti.'^enih^ confider ationi ^ com


.

i.)

fngono

le flavie. ^<?m^. /^pend0fi''valnmll'r'jfeuan7:^adegli\\

ordini predetti

Et

peruepimt? che fi far a

colon

non fi de*

u poi con
letto

quelli correre a/urta^perdefderiodimofirare

At
\

tratto tutto quello


^

cHegh fppia^ma fi deue Jtguitare condiAi


,

y^ con temperamento di terrspo


cofia

confiderando pi rvolte

ii

Qini

dxl principio alfine , perche deue


o

hauer

(e

perpone^che
-^

egli imita

con q 14 ale

fkbncate ima ne ITanimo con le debite tinte (^ indi petto fiimoHri , con quale effigie , con quale eta^\: af
\

O'in qualmodo

fiia

megLo ^

fiu conucnunte allhomjiay}

LIBRO SECONDO.
ig/ al decorose

f4f
di jfo^

qmm (i richiede hauer qualche cogntone

fiomia,percheipar land di qnefia parte -^Ji dice ^chc L eonardo

Vin

et peno piti meji a formar la teBa di Giuda al CenacolOiCh'e^lt di

tmf in Milano nel refettorio de' fiat t di


h^tte^

S.

Domenico , non pocoli.,

tendo trouar te/la di natttrale^che rajjomtgliajj

com'egli fi

fi rapprc fenta aUa VifA-.al primo sguardo fitpalefa-, C^ /conofieyche reti


ci

imagmato douer eff.re di

"vn tal traditore-^nell' animofuoy

quefa jrada di tal for^a^che quando le figure

defornigli an?:^ quella forma^per

U quale efiatafittat heni^


ila

gna,

modeftay crudele che


'J

ella

ft

^(^ ti fi

cauto circa gli

ttica

e forme-,

(^ i mot 1,1 qualifino infiniti^ con in fibrica. di

tutte

le

membra^

appreffofifcuoprono quaf colfinto


le

Heffo^c

ddt animo ycon gli altri ac g ajfettiy^ ade -iti per It quali enfi alle "volie il fenfi "vifiuo degli huommi ^efia mforfic^non lip-irendo Vedere il dipmtOi ma il T^iuo Cofi
con
l) [finto,
,

paj^iom

'fia

dipoi l antm.z diquefio ben formato corpo^dal ijariameto de'

^clorrcolmtfiicarli coH jimdi al uero-^che nulla vi manchi, ti che

del bello naturale^perche fifi ed l aiuto

da

elfo ^mediante il giudi


,

cto,^
le

a buonnprattcaficaui la

ijagheT^M delicatezza

foauit, (gr
t

la morbidezza dtUe carni,poicheffa>gendofi

m quel-

rofiiyt bia^ichi^

O^ t verdi ySt come jono con quella Vnwney ch$

ia

natura

(^

porg ^coft fi porge poi aW opere la granarla nobilt^ la dtletiatioutonde rendono p^r l'artificio che tengono fiotto
ci

'^quelle

belle\iefcoperta l'indufim di coloro, ch'operano con dilt-

gemiate fiudio^e non come quelli ychefknno iuifj loro parere af


-ttficiati colltficiOyd

che

amene dalla difcordan'^a de L'

carni,

'dalle mefite he loro


'^iie

difuntte,^ ffiaceuolt. Diaft adunque alle te


luoghi lo

di tHtte le maniere belhfiimagratia,<(5rautrttfcaf,che le piti

ture mglion effer co dotte fucili, con efierpofie le cofe a

rocongiuditio, {^fen^flento ^perctochelafittca

le

fi parert
dure

t4
dttrcy (Sr crude.

D^LLA PITTVRA:
O*
ti

njenir fnte , troppo me/thiarie le fi.

C>

A?

titjeayi^li lieua c^uelbuoio chefuolfir la ficUitJa grattalo*


le

la fiarewa. 9{fiano fra fi


fitjto

twtt in mi?^or

^liffaifr^a de fan

dico (fHUJito

lumiyfe btnjono di lolort mtitr{t>(p


ild-'ffegno.c^ tlrdttuo

qHan
effe

to x'Je

ombre foro, aceto

non rimanga

Joirnx ^ano in

modo i lumini me^yi^' g: eflinmi dt tjjiaccvrd^^ ti, che ft gndwo da capo} piedi con "Vna Jlejla ijnione , poi (OH tutto ilrelif della rfiaterta^i^ per ci mi piace Iv/o de' cangian ti m queUtyptrcuche con ejji pi fu i/rncKte /accordarlo piupan ni m'ieme^ i^ t lumi refi ano manco ^Ifiji, e qui s'mtinde in md tC( i i jcbe non di s canoima che bLnijfmon^iftiano accorcncofi
quei
colori

fi

potigano nelle prtncipal pgureyt quali

filarlo

di Jut

natura pi beili ypiu 'vaghi y(^ pi 'Viuad^pcrtjjh quefie di


gior confiderai ime tra laltre^perche Jouono quali cerne pa

ma^
a^m

to

dell' opera Je

quali btfiijnache fijino lauorate di color

p il: chia

ri(co ni s' det:o

m altro

H:>go

percioche douendififir l'altre


che poi g l'ordine

che gli fino apreljo di

mi lort jlatura jecondo

dclpixnoyquflle

debhom poco^a poco perdere ai coLrty C^ ofit rarli^nelm'^doche [tmo (irato jQu and fi tratt delmodo aelri
i

trarre

riUew Jl 'eccettuano

in quefio gh fiattitnentt

, i

quali

fi

terrmnano alquanto can l ombre ima pu dnlamsntey c^ iI'ua* riar tecA'Hide* malenconiciy^ pallide, finno parer pi a (gre
gli alcrtychs glifino apprejfio.

Ma (mili "va' lationi di Lho?/o tref


iti

VI moio^chs non

"vi

di qual li <uoglia firte yUht fia tinta

nwn
lfi(^r^

fn ilo dijiordi dall'altre Ipiaceuolmenteyma fi tei mini le

Tarie^
l'

t dy colori dtutfi con be'ioidine^jt


ria "vna

che

(i

y^^gci in hutia

"vnmerfaU yniontdi queUtychetiriffai'cetJOy


efjcrui termini di linee
,

ab

h ideato fin'^tx
fojfif^o

d* altre co/e
:

eh arrecar

duTf-i^A ag^i occhi de' riguardanti


ejj'ere fiali

conojcafi fimilrtn tcit

e quelli

m Arieggiati con i^hA defirZSa,Qy prati

145 en YiJJoliitA^accompagnatapoi da n^na pulfte7^^a,(^ di/tgen^


tAUyche non
finita
:

tlBRO secondo;
paia fktu
cofa,

"-ui

con/isnto. male adoperatat n,

mirabd arte, Q/ con Jct^ ittk per tutte /e parti /u} ma quanto a (^ueio che della mente, ih' dconfiderar gL atttytm9tii(^ t gefit delie figure,ft proceda

ma appanfca efjer

pofia con

che ciafcuna fkcaa t njjficio fuo^hanendo Cocchio fempre ai dtc9


Y0yil..:j!4Ale

altro

non iCbe quelioichc cornitene aliti perfone^ a gii


terrnttie^

kaktty ^s* alle qualit d cia/cuno, conhauer a^ignato


legge,:^ ordine 4 ogni cojpiiperchi la gratia^
difcerneperq'4efia parte
.

O^ conaecentiu (i Stano aiunqmiijeuh di ajjetto


a>4'4eduti,t foldatt braut,

g/xueje dinne va^hi'J putti


ni "Ve^gognofey^
coft ^i

U ijergt

mantenga per grado la cticeuo quali


grauithiC

t di tutte
l'a/p^tto

le

perfone^

mt non aja nell'attempati la


,

accommodato all'et-, ih'^f^i naturalmente dimojiranOy


con

jemplictt de panni f non fi Accrefce poi conia


delle

membray^ con la maefia,

l* artfictb
,

njiuacita delle tefle

nelle

qtialifdimfinno l(^aud;o, il dolore Jecondo chefa di hijgno the egli ne rappr e fintinole nelle ghuant fimilmentefia 'Xfnafin^
golar beUe7:^ima '^na vergine
(ifitccta

humileyhonefiaiC^heit
,

torn fiaycon ^vnaria angelica di

njtfoy^ fia colorita

fi-efia,

piorbida^O* pa(lo/ay co' capelli sfilattybiondiju Hrwondggtanti^


iC^ piumopyXegga^ abigliamenti di habitiyihe
goydell' allegro,^ fiano

habbianodelva

diuerfi(^ nuom. Scnrgafipoine^ gio^

uani quellapfonte^^ay&^^iuacitAch'ejfi dimofirano tuttauta


nelle f^eatt tonti

Qy

ne' putti quelle attitudini puerili ycon^uel

la aliegYZX^ n^ta dalla (implicita loro y^ ft;^ fiano condotti cat\

nofi;t ene f iyZ^ deiuay.^ finalmente e da


tof edere nel fw^ genere
t<t

'vederfi tutte
y

falH
fia

bcUilsmeyO* perfette

ne quiui

tan

tndu[iria,(^T fiittca in

i^na parteyche faccia parer laide Cul^

tre^O* lajua bidiZ^T^a "venga offejayprche JoriO^alcuntit quali


5
.

...

fiinno

m
f4
^

DELLA PITTVRA;

fanno vndfigtiY(t^o due belltpme^,<5f con tutta qucfarteicVeffi /annodo* che paijono "vfkre^U quali foz cagione aWaltre di man
cadtitgenttAyefHdo^ arrecando [ertil<uta molta difformitk

^^ ir opera

Sta tfiovU dunque egi4alme*jte copto/ayowatay^ lenccmpojiay^ m quanto alia hiUez^i^ alla n^'ai^hezX^^y ^<'/ ia^^ ruv^/ayf^ feijie cofaja quale tmpedtfcapuntOy di/-,
.

cordi airocihio^o alla

mente ^quant&ji pu i ajfatnhiy^ i\rtit


cerne toloi

di quel fallo con'a.HCyZS' ion l'wge^noycnon adopertilnero^fi

non con gran Yisguardoys)


di tutti gli altri
;

pm

hutto,

^ (ftactude
tinte

ma CI na/cadayna fomma n. aneto, di

njna fomma anione ^^ in quejioft deporre ogniJap tre ^fkticoiy e HudtOi^ quando pei fi njede tfjer pefjo al finch da confide^
tctr di

nuouoy che qutfi'opora epuhlua

che fi mprefi da

da

yedtrey ond'egli bene inan\hcbe l'opera fiJ e uopra^O^

ntamfe*

fi tyche prima

^ rnofln gli huomtni cjfercitattjimiiml modo che

fi d^tto douer firp^quando Uficcmpone^ cerne dicofa impor- tantiffima alfito honore s oltre Ihauerla tralafciata pi n^olte

(^ dato opera ad altra materia, per poterui poi

tornar opra con

ffendoH raffreddato ilprimo feruwe^ ftu libero gudttioyperche e quanto piU yi fi tornar a fu/o^tanto pi fifura perfetta : finaU

mente fidifcorrapotfrafe
fecondo la tntentione y

fo modo^ che egli di prima baue u ^ O' ftlpi troua


tfe quella glt rwfctta
,

^fjere ogni cofa con diligentia^ e ludio finita

percioche gli oc

bramano molto la bellev^ > la leggiadria,^ laperfetttone^ molto re t^ non ^i effendoy la defiderana grandemente ,
hi

fiano offefi^fe non vi trouano tutta quella cura


ihepor '^i potrebbe yn accurati fimo
cCiperche le cofe^che arrecano alla

O* diiigen:i^a
fatisfkttione^

^^

diligenti l^tmo ^Artefi^

mente de'faulj

<^ contentezj^/n quelle certo^ che deriuano daldifcorfo dell'


teUetto^di colm^cbe efferttjjimo,
ti

qua l produce quando chi


accade

LIBRO secondo;
Jlno\come
ne
le
,

scckde tnt te kprtt d^uefi'^trteinjcinmafeyfenomfle qu(tU

f i detti pr imafepa^atamente

lacQtnpoJtttoneJ''pnio

U prpontone,glt affetti Je

dtninttofiiiU uartet, ^H a'ttt^


che

p^iom^con ilriman^fUe dt qtitlt <ofe^

dmno la mapa ,
f -^

U^rand.-^jty (^ lo fp'mto alle beltoptr e . Trocuri dknejue a afeuno con ogni fiudio , che pano nelle /ne opere , acci

7 ^

'

fPAcedo ad ognigenert di perfone\fAno notateftni"

'^

)
^

pr e per co/a fingulare,


f

^jr'degita dt

ammira*

"

tioney

(^ nonfilo notato e^ii ma ho* norato ancora t^" amato come


Jla bdlifimapTo^

T
"
^

'^

'* i il

^ '^^^htomo fingi lare di^que*


,, ^.
. .

Miont.

.,

Jlfine

del Stc&ndo Libro

T^S^'-f

^
Vi

^%

Vi'

vA^ii

t *i.i

DELLA

.'A

:^V-

VERIPRECEX,TI
PITTVRA DELLA BATTISTA ArMENNO
DI M. GIQ,
Da Faenza

LIBRO

E1{Z

0*

Della diftint!one, 5c conucnfenza delle pitture , fecondo i Juogh,5c le qualit dclepe r onc con che ragione clic
:

fi

tanno Ira f diuerfcj &con cjujliauertimcnt! 6cgiu dicio n dcucgoucrnarcil Pittore intorno ad cfie.
,

^uefii

lilpri

pafjat

haiamo trattato

deldtfftgnoydtUa maniera^ delUnuentone^


<S* della faentia-.de

apprefjo dtllt
tte

lumt.^ dtll'ombrCi^ materie con C altre pertinen-*


^ere per

dt' colon (gr nel fine delle "vie

quelli che perjettamente '-LngUon fare lejuc


IJoriei con dtfc aprire in
rij

ciajcuna

modi migliori^ impili neccfja^


coloritori^
le

dintorno al fkrp eccellenti diffegnato ubuoni^imt


ottimi

O*

mMflrt

Hot "volendom

oltre

ci

tnjtgnare

vie.

tlBRO TERZO.
the
pi

149

eccellenti tefmerOiCi refiA

dimofirxru con quAl'y/^t

fgione douretefkr l'opere 'pofrtichefiaio conucmeni aUe quA^


litk de'

Uoghho

delle ferfone,s

come il pi dtjfi Jtcero^percto


e molto rieceJjAriOich'egli half

ihefrle
thefAtie

prtme,^ pi lodtuoli

cohfiderAtioniichefide/idtrarj

^'nbuon TitiQre^egh

hi A qnefiadatte fi che

n mAHJedo^chc altri onjAmentu altre itn Tempio


fi free

uentiom^altrtjigt*rei@' altri figgettifiricercAno in


^frinctpale

ctyna Cittkiche fw

mlpaUgio d'^vn l^tn

tipej^d'n^n Senato Jc heiie ni ambidt^A di quefitt

U molti! ud

etuttauta

--vt

cohuerfi^^do cauja

l tjjcr

diutrfigli effetthQi?

i/ini a (he tjTt.tenda^io^c/je s come alti tfifgef ti, C^ opere fi fin


fo al/e co/e

pul>ltihe^(^ altre alle pr'wateycofi a?JCora tra fi

reg"

\gbno ejjr lo?ita?ie lopt

n^chc per di
pi r

tiotionefi dipv gono^da qm l


j fa?. ?io
,

U che per diletto, ouero


altro fi udio^c^^ te (

or-amemo

(^

(iniilmente

de rfiirew qutUe, che

"vav. q fitte

m Vtjo.
1

Citta noilejihe

m quelle dirvn CaftelQ^o di vna yiUa, ri


d wtorno
, ,

tm

fi^na ha(4er mafico dtfiofi

alle

perfine per cut fifin^^

^ qualit loro fi debbono ^-uai lat \^oltofi come ifjJo7io di Ci Pumi dt proJcjsio?ie gy di fiobilth
no C opere ,
It

quali pi r

'-vfi

\differ enti, oltre the

pu pur anco con modo aderire -fi


ehi

alle jue

1^9

'flie,erciochei s

come s' detto altroue ,

per diletto

jfe

di qucfi'ar teschi per abeHimento^Qy chi per commuerglta?iirit

fecondo gli obietti dipmthper bfigna con quaUbe patien^a


njclte operar di
I

alle

mamerA^che Jaluo C honorfiuo-t'd'

ti decoro delle

nere ftve7ga compiacere al Signore per cutfiifknno ^/e

bei:e e

1^

yoflro arbitrio l'inucntioneiC^ ilfiggetto di tal materia

Jm^

\fer che non ficmpre bene a njolerjalire su le cime degli albo i i9n tejreme dificuUa del/arte, percioche s come n.jficio d
I

Muonl^oeta ti cercar di accommodarftalla dileitationd

m
m

all'y^

delficoli),ncl quategli fcriue. Lofi di Pittore

non disdice
fAti"

DEti/^pnrtvit^iC 150 pArticoUn ne* tuoghipriuatt mutar tmodt tonflrnit pi agfSto*>


itiper poter aderir(in

compiacere ltruhperche oltre chenurural

mente t pareri deglihuorninifano dtuerp^a quefio poipm fre


guenteiche rArifJimt fono quelli ^che di queBa arte conofiano tb
i

imnoyperte quait

co/j/e opere fatte

con grande ftudtoj colprO'-^


cottetele

mettere p\u dtquellOiche fidefderda

pi

ipolte ritfco-^^

impertinenti f per ruoler comfiACerek Jiflefi , O^fono poco dgr smoli iper chi t tenuto k douerl com/cer^ t (j^/ premtxrc

^fi
^

che glie n'dtienejche fi dannififnonel^amicttiaynel crediteli


7;t"

da^ari,^ tenute etiAmdio di pocogiudicio ,

^*

certo e ch'^

di fimili cafi io ne hjvedtito fuccedere qualchedunoy quando /V

era ne!Ja Proutncia deU'Z^mipria^dail' opere de' pi e<:(ellenti gur


ua'tdt Rr/n(t,d4 quaica^^Htitn qmft errar i mi fontrouat, ad efpr ricerco per aiuto a ejimxr que'opere , che lui haueuan

fkno^tnfieme con

altri T^it tori prue txhi

dtque* paejt^

ay* certO'

mnfenzjt fatichete penti grandiffimiihauendoapprtjjpcr queP li corno i^mtje sdegno grande a douer ftirpcontfi^ @r ////, coti
\

chi

non punto conojceua quelle loro tftreme ftict^c^

le

quali et a^^ \

tiomeriteuolt

d bonari^Qy

prern^ alti(^imt, xMaper ouiare da*

qui mxnzt a
drnoi
io

cofiftttte mferie^che tutta din'-varuj

cafin^iacca^ i

ri porr ihan^ile
q't tli

T^te,^ gltej^ewpi

di molti /artefici,

hwintida-Je

potrete pigliare quelli auertimenti, che pi

v ^

far di bifogno col tempo^oltre che haurete ancora d molte opere^


loro notitia^ch^ fono per dtue^fi Iwghi d'italtade quali

farftr

noi defcritte^^nonfenzji molta fktica raccolte ^doue oltre algi

UamsntOych'io dico
qtitfin fignt

''vi

fura jcuri della m^ia^che tener dounte

uopro lauoro^onde parUndo diftntamer/te-iO* con, rdine elpeditoijar bene che prima trattiamo de' Ttmpjisi co-^
tn;
pij
0iii

degniy

indi fi pajfar

ali' (pere

projz^ne

Ma d/ 1 f wcoli

aUunifom nelle Cnta ^nnctpali^i^ (.muni,0^<irijoropi^

LIBRO TERZOr
t^l't^comeq'4e!Ihche/on retti da, par tf colar Sacerdoti:

151

(^ altrifi

mjuori delie Citt pi remotumafar a, forli bene porne Tinoprm


mpale^^lqualfix retto

da^n CoUegw^co le/ite habitatiom intof'"

m-ieciojxrper ifptegAcmegho iimfro intento^ tlqualt no altri

W'Mte^che coms di mittrh glande ^(ta gufk cCnjn corpo capace


di molte

me bra, CI e maggior hC mmori, O* habbia tribufia^uolte^


c^

XdpeUe^Archutauole^tabernacnlt^porteifneHrei e fia congiunto

toggie^e X ame re perglth abitanti edotte utfino ancora,faleyrefett9


tif^celleygurdimi^^aitrt/tmillto^htila, difttntion delle quali fif

Mdo d diuerft

K^^^cjCofi co

dtuerfe tnuenttoni dt pittura fino

d4

^OHirji adornar ed modo

uifara dichiarato dtfimtameteda noi.


fi

Con quanta induflria


l^A
correr pojfi no
re la fir^a

dcuono dipingere iTcmpj.

Tutte le pr belle

pi honorate tmprefi^ilyac
Ptttoreyper tnafirs

nd njno eccellente

del/uo ingegno, w tengoUhe bellifitma .

honorati^imafia quella dt vn magnifico^

C^ ben cpojlo

Tepto

(^ i

douer efjer depmtoper lutypcraoche pur rueramente quello Ia


caJA dt io^

il luogo

de'fierifici, O* deH^orattoni, 0^/e noi ci

a fatichiamo tanta in adornar diicidmeie le cafidou hanno da


habitdre
t

l^tjegli huomini gr^andiiquanto maggiormente ci do

biam&in qufle affaticar e, C^ ter talchper wdr'^r gli hUomi


ni alla

pieta,0' i culto dtuino,molto prjf'inoj^fino conuenten

te le belle,(^ viuaci pitture, Voret diique ch'in quejTopere fofje

tanto di perfettione-tche non fi ne potejje tmsginarpi,


(hi fvt miraffe^re/al/e

C> che

come fikpejfattOy per la merauglta dt quel

le^perciocheiotegocerto^che s'appartenga alla Kelr^ione^che quel


le pitture^

che fin fitte infimbtanz^ delle "^ere,perche s'habbtno

ad adorar come tmagtni proprie^ debbano efier


4illa [tmi^lian?;^
1
'

tanto projjimani

di quelle,quatomagiorfipuperuiad'tndu/lrii '" ^ ^
fojjbile

Mft

DELLA pittura;
$

fo(JibUeiKoncoJA cha

gmn miracoiiper tanttfcolihdtmt e>


,

the tuttauU f/cHoprono in d^mrje farti > g/ finjteggono fkrfi d<t Dio nelle Sacre tmagtnh perla ruenerame^ the sh a quel

SAntoglrtoJoy^hetto^rapprefeKta^o eia eJjAtmagne^ "pediatm


che fino ejftuditele predile oramniii^ tavoli de fedeli.

Onsh

rvorreiychper ejHeflo non ci fofje altro ne' Tcmpij, C^ nelle

mu^
:

r4 dtpintOiChe le^ge delntiOHOi^ yecchiottflamento^iC^inqutl


ie [i yfajj ogni

arte,ogm induflrUi^ ogntftudracaoxhe lefi

n^dejfertcceUentejt comeftn^edono giomuoli all'anime tm^


portali, dijferen^a d^l/^ /ec'i4rhe'/onofitre perdU^ttode
i

fenflhtimjinii^.appreJJ.yi^orreidppeU^^

Epitaffi^

^den

ir foj]ero pieni di qui'Ue diuwefcntenze,0*/autj duti^ihefono

'

fcteht dxlle facre jcrttture^mediante i quali habhiamo dimpa^


rare ad efferpigiufi ^ptinodeflfi pi n/tdh'pt ornati degni
i

wvirtAP'p' grati OWidimavierath'mtendtndcf dalle gin


fj,@r yedendofi le mtmortedille gran cfije fegmtetje nappren^

^deQnon poco giouamevtotcome quafi sfirz^tiii^

i,orfimcJJi

pf

lagrande^:^ di coji mirabili mifterj


Jp^lkdi^ficult delle 7'nbunc,con quarartc fi debbono Ji|,vpingcrc^acciochclcfig,urc corriipondano da bailo^digiii

Ha prpportione,
**'

&

(gitali

fiano Soggetti che pivi vi

al-

"pctto,5Cchcvcomt><arilcono
/ GrAndipmadtfficulta fi i ^verarnentefemprete^

nni fftre da'.Ptttor prattuhiMfir con modi conue


,

__

/V ti di quelle flontyZ^figurey cl) fino perduett


He\j}>Atij

effer

dtpwte

dtUilrimne^che finone'Tempj ,

di

non Jolemente cagione quelin diuerfit\ 0^ grandt'K.^a, * cumtk di effe quantefino le fiotti de gCmcortimodu^ de' dU\
CIO

Jagi che fipatijcono mentre


,

fidmngon^ , pucto^^e glie fior T^a


ch$
-

li

Il

LIBRO terzo;"
wl fvi UuorayftU
^Att^^ fcommodtpmo
che riefcano
della perfinai

^^

r$r
le-^

cantra /u cogita Jempre mai con gli occhi

marut

ancora l'ordine
le

delie figureJe cfualifer la

molta dijanT^ loro,

fttanom modo
le

da baffo aggradeuole.ejfendo che oltra

mtjurcy che.

per iaiteT^T^ltlunno grandi

pm del[olitoihifgnano ejjere an^


(i
.

tor Tirate coy molto p^ iludio^^ artificio di cjuello con che

Joglion fkre

(ti

lem'^rx diftefe

M.a

le

tribune

ci fono

fibttcate

tn

pm modi ^perche alcune fono di forma rotonda^

alcun t a/^t-

ghiyO* altre a coft.ole-^molte ancora

fi trotsano effere

fcompartitt

con diuer(parttmenti di hafjo rilieuo,^ a/tre ijijono con Lxpit


tur a fntile di tutte quefle forme^Ufuo proprio fogge ttOj

C^ ma

ferie ^vogliono efere di co f celefi-^come di miflerij afcendenti al

CieloiConciofix cofa che

sfu^endn effe alla njifa^per la loro curui


il

ta^cofi aiutano

afkr fkre

me defimo effetto allefigure-^quando

ilPittori con /jUAlche giuditto di cof fitte forme ferur fifan^

no

m4

in

tetk di

queHe fhleuano quelli antichi Pittoriche furono da Giotto^fino a quella di Tietron^erugmo-, tompormden

tro di nunui flrauagantt^ operandofecondo la eboltT^a di quei


tempi-ipftr Cloche in quefle
-^

&" nelle
il

ijolte

ameza botte

effif-ui

fkceuano njn Chrtfio molto grande nelme'T^p in muftcL con Vna.


palla in mano^figurataper

mondo-^O* con l altra mano^che

da--

u la benedtttione^^era con njnafediafopra le nuuoUi yi tra


ancora chi in quei cambio vifiiceud
la

Santi^ima Trinit, ih tof

no alla quale^vi tirauano T>na moltitudine d An^eliych/ grandi,

(^ chi piccoliyfecondo

che

ad e(li li yentutnofiittif n'^akun sfu


,

gimen^o per ordine di profpettiua^ouero di dimtnuttone d'> mbre,


de' quali "ue ne piceuano tanti
q^sellt^aticora le

che occupaffo tutto

il gito

dt

ctrcond<tuano di Santini quali tutti pofauanost^

quella cornice di fop^aji quale la rictnge intorno^

c^ qutllt era
nauano

no di yna medefima grandezz^giufamente dipinti ^dipoi gii or*

tri

DELLA PITTVRA.
emno poi finti ejjef

$rnaUano tutti di 'TftiA 'Diadema, intorno alcapo^ fktt^ di geffi:


on rvurlj ftrAJori dentro^di bafjo riiietfO,C^
in campo celefie con qualche nuuvle mtomo^fotto quelle yih\ran9.

mlmeT:^,

Non iji mancaitano ancora di quc Iliache f-ui fkceuano-,


ti

Btle di oro fino sfigurando

C itlo per

tjje

cofi fpafjauano.
lignificato^'

eovfimilt hajfe'^ze-iCh' erano di niun

mormnto , mero

^a

dipoi "venendofi ad illuminar Carte a poco , a poco tuttaut

gungegnhfe g' mcomimto a fiir dtro alcuni n ut partin.entidi quaUhe garbo^l quali emptuano d Iforte^^ m
con l'ogvt\7^fi
quellefziceuano di molle frofpe umeralia qual'arte granaefiudia

*vi dauano a quei timp >


^Zfi

ma

tfi^t

le

offlndeuanopoi

co' colori, non

vfando ai te di ifugirutrito alcuno con l ombre di quelli }


le lince tirate al

ma

/diamente con

punto .vhd'fsi ipemuarw a confcn

dere tutto ti buono che vi era dtntro.

Ma ^venendo finalmente tn
min^
fimi andari dt partii
,

luce quella fera frada giafmarrita per tanti ftcolt^i 'inc(

W mirabilmente a darftlt foi ma


menti fitt il di fluahhip fiegiai
tutti\da buoni antichi

co] bi 111

d'o c^cauati

cerne ci

?Mo k

y^ nelfine ft g mtrodujfero tfcurzj.fj^


io le

maffimamente alle figure


tre fkttche,che far f

Vedute daldifotio in su^artificto^

ts' opera nei njero pi i merautglia.O' di


li

giudicw di tutte lai


y

pojfatntorno^per ijjtr tali

c^

cos

ben

0nuenienti

quefie forme j

che niun altra cofa e per douer


t

mo-

firarfipt acconciamente,^ perci

Pittori del tempo mflto f

ne ((anfano almeglio^che poffono,conofcendo ef^i,che ft.n7^a molto

fiud troppo gli difficile^che quelle riefchino bene. A a rttornn do a i partimentt, quali quando fono per douer firfi nelle gran
tribune

J d'auuert trecche lefommtta di effe non fi cuoprano con


s

fodt finti y
troppo

come fi '-uede
,

ejfere in mlte,

per

mano di

"T^ittori

di poco gtudtcio

tmperoche cofi ferrate fi moflrano di foggia


cofa
,

mefchme > ni Ofif pu finger

che

commuoua gli animi

IIBROTERZO/^
Itt delle loro forme con

f5^
.^

aftim de* rgudrdanti, f non nel modo del loro njjicofnmune

Ma. e ben necejjarto dunque a/aper 'palerfi colgtudttio delia qus

U propriet delle inuentiontt atte/o che

quando ^/ finto l'arte Aperta^ (^ pura, , non fipu dure quat%


toy

@r le

figure, @r l'a/tre co/e appreJfo,che Vf/no hen fktte (i^m

no marautgltofe a cedere effe sbucando quella con tatarte ^ ihe e difi.tle a conofcerfi efjire altrtmente di quello che fi vede
M'^
dtl/t^

aperte col

modo de' fcur^t predettigli porro tnan^pr


di 'Tar

ma vn'ejfempio rarifitmo, il quale in quella dei Duomo


incinquai

fu

dipinta dall' cccelienti^imo Antonio da Correggio ^

dou

egli in fiefco figur

"Zftinumero gr^ndiffimo di figure

m anella
nti

ria, con

-vnn efiremo artificiosi^ con gran marauigltaperthi vi

mirategli ne ftce fimilmcnte njri altra


'

m San Giouanm
Cielo-^con

quale tji e '-vnu Affunta d'-vna Madonna al


tn^ro d' iAngtoliyt quali con tanto flupore r

gran

i/c urz^o ifuggono ptr

tana, ch'egli par proprtatnent che


de ancor a effe re dt
terrtbiltfsimi

dalia njiflafi tolga7/oi(ive--

fcw'Ktin TiafenT^^la Tribuna

di Santa Maria di C ampagna^diptnta puretnfrefco da Gio. An


tonto da Pordenone^ il quale fece ancora quella dt

San

l{occoit

nelmeT^vn T)to *Tadre nelle nuuoie con vna moltitudine di fknctuUt,che da effo it pari ono,con attitudtncy^ rilieuo mir abile, i^ perche quefiefono pi note di mot
ynetta, doue nji figuro
teyche
CI

fono dipmteper altri t?uoni,ci eparjoiper

effer breues

di

tacerle^fenzarnoftrar pi oltre,perche flimo^che di

cofifritti ef-

JempiyZS*

cofi peifetti [late per rtmenerftcutiChe ie Tribune non


altri

dourebbono tffr dipinte con

modi , che pei

le

predette i^ie^

doue ch'io tengo perci coloro douer ejfer degni dt poca lode^ i qua
il

fi

adop^ano altrimenti ^col volerfu^, gire


quaii
le future fktte

l'artifLio de'fiur%^y

come infii^ardtiC vilifchifino ancora le ftiche^e lofiudio demo


dellhfen^a
i

in if{UY\Oyi mpoffibile che gi

mxi

m^

DELLA PITTVRA;
l forge

ntAiltriefcanbemioltrA che ti prtttarfideli'aiutOiche

forma ndfkrle rtujck pijkcile a jkrlt difieje^glt

doppio

tno^

Tffa^ T^i di piti ancora^che di molte Trtbuneje ^ualt Jono fktf*


te a spighe^che dalla banda di dentrofi vergono col tempo gon^ fiarfi^^ effer dfgu^liyt quali dtjetti poi fogltono daregrah IJ?ft

tuH^diC^ ^ropornone alle figuy e^ cht


chtaro^ihe quanto
le

njijono difcfe-i C^

ai
\

machine jono waggiorty tanto pfggto per.

quelle^i che nelle dipinte per

via

(oji

fctUirit molto pi da ri

prenda e^che da laudare.


te di nuouo,per fine '-vidi

Ma fra le moltCy che io ho vedute dtpin

m FiorcnT^a quella ai SahtaMatia del


(i

Fiore Ja qual tengo ch'ella fta la maggiore che

troni per Italia^

la^ual pochi anm fon:> fu dipinta da Fedirigo Zuccaroy doue che: in jomma dopo t ejfe ci fiato otto pi volt e. (^ confiderato il tut

tOifinalmente pi nel (oggetto

mt

conptacqut^ ch'io no feci nelTo^


\

pera,be^*che per lafua molto grande-^^a^o per quella ancora delle


figure^
le

quali

ci fono

infinite fi pu tener e per opra lode uo le

Ma

dipoi nel dipingere quelle ^che fono ne" palagi, O* ne' gtar

dmt delle

perfine honorate^perche ee non fino di molta gran-- ^

dez^^y^ift fingono li Deifiiuolofi^tn quel modcf^che fono defint il da OmdiOj con altrt gentili. @r dtfimile altre pctfie^ le qu ali fi
, (|y quali juot di Manica nel Ta/agio del, T. dipinto fer mano di Giulio T\pma no in quella camera^ch e m capo dell' altre Ja quale egli jece fkre

\\

accommodano molto bene

m cojl fktti luoghi

di forma ro tonda
tnei^}

douei fin f "vn Gione^ che


egh

Ha con la fidi a a

del Cielo, st certi nuuolhdoue 'vi ta^qutla.ihe con la boc


tifolgore

ca tiene

di lui^mentre

dtfief con granfor7:^a fulmi

na t Giganti con tanto fpaueto^ (^ lampuche


che T'/ erano intorno
(i

tutti gli altri

Det,
iJoro

ij

'vedono fiuggir e per

lo Ciclo fopra^

farri con mirabilfietta^ @r vtfinot Giganti^ i quali m diuerfi furti chifientii0' chi moni caderfi veggono fitto le renine d^^

monti

li

LIBRO terzo;
fp/ontt,

i^r

commcndAto per njn capriccio ieUiJ^imd, (^ (^ come ihefd ^arioiC^ nuouo molto ho? nulle, (gf a vedere (f*^ uentojo . Co accora nella, '-uolta della frtma JianT^ ,Julianio fi
in vera

del palaT^idue fono

l'IJote di

Tjche^fi n^^edono

nelmsT^ di^
r.

finto a frejco di molti 'Det, che/cno in ^ojcpra

le

uuoley con

molte

belie y

'-varie attitudini difcurti, O^ fino jktti con

mol^

to artijicio^ t lidio. fi

Et perche mi piace ancora, chefi t eg.i


marmo^poiche cofifi e
'tJfto

in

qutt

le Volte, chefino difitnte tn partimentiiS

fktte Vte^ofiano

c^uellt

fktti di fiuccoy purfinn di

da quei

M,chefino di ma^g'orgndo ftmpre^i ben d'aut4ertire,ch<: fingen


do
le

gruffe\^e tn qatlle con


ci

le

Vedute dal

dfitto ins

come

per lagion [ richiede ^non

^uol'ejjtr altro che arta,^ nuuolt ,

oltre alle figure predette filuo fi

non fi

fn^ejfie in

queifpatij ef^

Jerui^o tcle, quadrifinti di pitturaiattaccati^ mcafiratiuf


tiOiS corn-e

den

t?tnjece [{afiielo alla loggia d Gh(i,ilqual^t fin^

f Le pitture di
tefiute,

me\n

eficr fiopra ipa-^mt di

fita , lauorate , ouero

&* queLitfierfiolo tenuii da

certi btllfiimififoni.perchc

copficindo^ ogni materia terrefrcy^^ ogni piace uole muentio* ne vificdtedeyper doue i pittorifi ne pojjoo pajjar le^gierrtiete

Con quali aucrtimcnti dipingono le volte: della & forme lorojchc modo de tenere, nfpctto
fi
fi

variet,
i

ouc (on

fabricate,c qual

luoghi maniere di figure vi ftiano bene,


le velte^ le

W'^^^^ V '^^ it
P,^^yj^

OPO
^^^^^
le
>

Le Tribune ci fino
'^
^*^'

quali cuoprono
effe

^^^'P^

TempijiOnde

le

pi di
,

fino quel
ci fino

che fionofib/icate a

mtz^
t

botte
:

alcune

fifighhQ/ molte ancora fon fitte a Crocida


che tn ''vece di quefie ^-volte njifinno

Ct fieno poi molti^


di Ugnarne^

fknno dentro di
di)

g/ vi belltffimt partimenti^Jcompartiti m diutrfi mO'


.

pah hi

con Isoiie dentro^^ figure j con ijai^ ornamenti doro

@r

quelle

TSt

DELLA PITTVRA
fono dipinte ogltOyO* fecco^le

f^

^itelle

qud^lt njifinni%
ncchti^t

gjr Vi compdrtfiono molto bene, Ct e poi chi co maggior

t^ pompn li fu tutti mettere ad oro brunito fim^imo con la lGr9 rma nelrncKo di tutto lo [patio dipinta aglio s comtfece fkr 'Papa Tio ^4arto tn qusU' aliifiimOyZSr gran palco di San Gto^
^

uunt Laterano

m Roma

io

n'ho neduto ancora nelle camere prt^

cipali d'alcuni pAlagi.pttti per tal modo con g* me a fin

molto ri^

leuati.

k quali mo(ir^n9 runa gran fuperbiAibencr.e da quel mot


mfuoriy^t fi commenda poco altro ,
s

to oro

come in

Venetta
li

^ue Hi fiammeggianti di l^ffoj quali piacciono a quei Aagmfi^


cifopramoio'.mainqueli^dout ildirnojiro tende ^che fono
di"
finti con figurer* con al( re cefedartifico^cgltem quifiid^a*
uertir beneyche le vedute loro nonftano prefe alrtuerJo->accio de^

iitamente corrifpondano alla^ifia,


perche
tie le
to cof

(^ a i lumi communi ^ O*
IJiorte snelle

dicale perche ho

ceduto delle

quali do
il ca^

figure pofar doutebbono co' pie di ^cffi rihanno pfio

'\

pOyadunque auerttmento geiierald (^ commune in qual fi njo glia ^olta che fx me\a, botte , qutfio ijt far, che t capi delie
di quelluogo-,0* lUltre
figure juori della parte d me
^

j5

jgure^nelt Jfiorie di meT^^ft pongano f-^erfo l'entra principale M


flone->ZS^

\]

^idebhan^ fegutr l'ordine delie fkccuLte


bande di quelle:,
to che

che Jono dirute dalle

i!

ma ne

palchi e bene^che tutte filano come ho det


e le piti

\\

ruanno l'lftoriedime\p,<dj'douenefonptpalchiy

ji

frequenti. Stdipingouotn quefe ordtnariamintt de mfietidet


7^ e fiamento vecchio jC^

\\

nuouo ,

dt ci io non iji pofjo adurre

ef^empfOiChe fia dt pi autor ita, ne di pi tfpreffa hotttia , chef! Ita queiio della Cape Ila grande di Tala^^o , dipinta da Michel

Angelo Buonarotiy
tf.nooeffer
dei,

la grandezza

(^

pejettion dt Ila
:

quaU
ft

io

\\

noti^ima a

tutti

profejfort

doue eglis come

ve^

\\

col

modo predetto hauer cominciato nel mt%^ quando

*T>to

diuifc

^ ^

LIBRO TERZO.
1

dimfe la, luc ddUe ttnebte , 0*jegt4itQ le IJiore della del mondo , per fino al dduuiOy c^ D^e inebriato

T59 Creacene
,

<s*

dalU

hande ^t fono t Trofeti , (^


bronzo finte y

le

StbtlleAO altre I fior te minute di


,

"vijono ignudi belli^m coloriti

quali fie^

dono su

certi

bajamenti

m nj arie attitudini

d^ue alcuni ce ne
,

Jonoyche tengono abbracciati fi-onde di guercia

alludendo alt

Arma dt Taf a Giulio Secondo , il qualeJu chv lafece dipingere i^ fiano con grande artificiojormati Si "vede poi jimdmente^ il
.

wedefimo hauer tenuto Terinam San

M arce Oy nella ^olta di

Vna capella meza botte , doue (igui o mlquadto dt metp quan*< do Dio fitto iAdarm Jorma Eua di runa enfia dt quello, 0*-> dalle bande Vi fono t quattro EuangebftL Joho mtduto poi fochi anni fino per diui rje Citta pajjando ; ahune Chiefiu ole. altre ccn paLht Jcompartite (^ yolte con que/la Jorma ,
,

^
,

ornate riahifiimamente , doue ne


ine-,

njani xifiono

fiiorie

bcUsl^u
te-

con figure

certi ouati fiktte

ad

oglio^ qUalt
t

fono del

(lamento secchio , C3^ nuouo,


ut

pur dt figurine di legno di fiucco , con intagli intorno, Uuorati /ottililfirnarnentett^ in pi luoghi Vi copta abonde*
coje mefie
rette;,

vi fono

vartimenti con ritte*

uolmente dt
Compagnie-i
d^ttofiy

a oro , > le pi d queHe

(Joiefe fino

di

^ gouernate dahuomwt cantattuh ^ gtu^


Dio , e> de fimi SanthO-que*
fienon '^ifigiungjfe tpauimen",
,

'Telanti dell' honor di

fio CI bafit circa alle cofe Jacre


ti

di pietre commefje^

@r

intagliate con fioi te

O' figure piane

fnte di chiarore cut Oynel

modo ch'i

quello del

Duomo dt Siena
fn
altro per

fitto da T^ominico Beccafiumt > nefiimo

ejfieruene

tutta ftalia con taldtjjegno ,

e> magfietia.
i

Io ho trcuato an

iora per alcuni pauimenttdt fanzf dentro

palagh doue hali-

tana t Signor t grandi ^ ne* quali iji fono finti con quefli come [fi
i icoparmeu

a rofim,^ afigliami^m maniera^cheputo corifa


fondono

1^0

DELLA PITTVRA

fondono con qutUi deimedejtmo palco dt Jopra intagliato in U* gnodi piti di me%o nUeno, nel dipinger poi le Tolte de'pa lagi k ^mii Signori^ io Vorrei prima che tl/ogettOy chef li ha

Ma
fi

i (krefofje molto confiderat0t(^ che domffe ppropriarfi bene i

per/oney^ i luoghiyd me

finno^^ perche ci bifgnaoltrt


ano dopo fi
ilfatto

dll'arte hauerci giudicio accio non

temuti tan-

te pecorCye/Jendo per altro celebriiO* di

bum nome:bifgna dun^

que batter rsguardo alle diuerfe dignit degli huomini ,


q-Aello

ifi

m che e^ifon dijfare


pi pr(bimane

ti,

per cagion de' quali fi debbono far

le pLttt4re,accoche confiderato cto

open per lor9 jf? dfflintamjnteycon trouar materie d'I Borie, <(S* di Poefie^le qu ali

maturamente ,

fiam

quelle ^irt^O'cCignit^cheqmUopoffie
i

deyOmro che hanno pffeduto ijuoi maggiorile qualcofpoi quart d^ fonfkite con indufiria, artificwvtn^ono tanto pi ad efief commendate da ogm gente,per che f bene dotti,0f giudici ofi no

faprnno conojcere intieramente


fitrouxra pero
lu^che Vi

efSt

perfettion di quelle pitture^ \ tanta facolt intorno al foggetto, chefopm.


la^

ejfo fi far per loro

giuditio qualfia.opofja efiere


fi

ingegno ditO"

ha dipmtOyjapendo
i

da effi

fimo^ beili

che lafe dipi r-,

Jone illuflriy^' di pregi

nm fon da dipin^eruif non materie hOk


'^

n^reuoliyle quali fi confitcct ano

quella njita^o profefjime alla \ q'4ide,quel Signore a^iray<C^ la qual -vuol tenere, tonfidirando.
ch'egli e

da comtfrenUere,che con

tali

efiemphO* documenti s'incidi


<jr ruirtuofe
.
\

t ano molto

a douer profeguirs m opre fignalate ,

^a

quanto i paffuti n.firi ArtefitiJofferoauertitijie lo wofira*^

no i^ncoragli efiempi deli*opere loro: flce Giulio T^ornar^o


*Voltadj.quelIe fianzedelpalaz^ii^ofuor
ruolte} .dimoiti

m vnA

diMantoai

dttto altre

Dei con Giout in rnzpfedere, i quali Jcortando dddifotto in siijengono a fbucar la volta per la forza de*
contorni,di maniera che lefkfficcarfuori con tanto vUeuOi che
ft

li

LIBRO terzo;-

161

pi al "vittoji mofiranoi che al dipmto^fer il che egli die Jor ma

mi r abile all'arte^ O* conueme^itia ragiQneuole al/oggetto pO"Pi Ancora per man delmedefimo yn palco dipnto a oglto dyn* altra Janz^a minor e^quando ad Icaro i ti quale amaejlrato con U

norma di 'Dedalo Juo tadre per gloria di [altre <uoaua tn alto^ ilfole jr ugge la cera^^ abbrugia C altronde ( ^ede cofibene e-
[prejjo li cader e^O^ la

paura del GiouaneyCon la pafjione , che ha

tlpadre^O* il dolore di talrouina^che commoue qualunque Vi mi


ra^^y* pur dt lui fegue ancora ilgiudicto.perche egli con la ftuola tuttauia allude a quelli^
(-he

ne' loro

dommij

con imprudenza

njien gouernando^

glio de gli ^J ffire'wano il buon confi

amici,

Ma per conto dtUe pitturer weder quefle non fi pu dire a pieno per jimilforme , quanto lifcurzjbcne intefiVt
^
de' Jauij
.

facciano bene ^((s* apportino merauigliA^etiamdto agl'intendenti^


io dico

a ricetto di quelle ^chefogUon dipmgerfi cori minore fi u

dio.

Si njcde ancora effere in l{'^mA

nelpaU'^o per man di pe-

ri no dipinto la *^olta

de ajala dcT'ontefici^la quale

dm fa in
i

vartimentt diflucco eoceni tondi^^s* ouati,doueglt figur i fette pianeti del Cielo

su

carri tirati da' loro

an-mdi^ts*

dodici

fegni del Zo d-aco^con altre Pompei O* perche fece


:,

nd meT^ quat
Rtghodel
sufi reggono

tro figure in "vn t ondo finte per vittorie^che tengono il

Vap-U

le

eh am-^U q^alifcortano dal difitto tn


la

fkr tanto bene^che togliono

beUez^x a quell'altre , che vi fino intorno: eglipurdifiamanoJuordiGencuay nel palagio del


^recipe, nel primo ricetto in Volta alcuni trionfi dt fpogiedt co

fi
(

armigere^A gufa
per il lungo

d'/fioriette^ dipinte co

vn colorito viuifJrtiOf
p fi lafua Veduta

quali ficonfknno btnfiimo con lefae molte ^ittoriCi^ perche


,

lefino

O" nelme^o di Ila

Volta

dallato de fi- o.corne pi frequentato, pafiandoper quello alcortile,fi

ben yi e

la fialu,che <zi di

fipra dallato mao , perci^

che

i%
che la non

DELLA PITTVRA^
m mare,la qualt dipin
del

ma ptfe gli adatto ancora in qp^eH rvolta della fkla^ch i dt fopra man manca^f affato che // ha U
arnua inan^r
loggiaydoue "Vifinfe ilnaufragio d! Enea
fa a oglto con molti ignudi dentro-i^) con galee-i C^ natiti cht/o-

no rotteichififomergei^

chifaine Ji veggono dalla temfefia

mare: Cof in

f efco ftce pot nell'altra]ala man dejlra dtUa log


mtn laude da
giudicioft,

gia^quando Gtoue fulmino i Gtgantty con gli altri Dei mtorr/o ,


perle qua/i muenttont non li vien dato
che della perjettwne delie u pitture

Del modo del dipingere \t capejle, & qual via fia migi Jorc; & come fi debbano compartire in modo che le h^urc & le Iftorievi tacciano bene: 6c con quali auertimtniiripi glianoi propnj soggetti: & come fi dueeisereaucrtitoa dipingere ancora le Cauolc che non venghino offese dai lumi con fra rij.

f^^^: VE LLI
'A

Antichi'Vittort.chefurono attempo di Pie

^m S

^^^ Perugino^
to di far

6> man^^i qualcht anm-t co/iumarcn mol


t(^i

\\

iff^^^
rie colorite

ntUe Capelle^ch
ci' effe

dipingiuaho d molte
i

fia

a frefco^^ le pi
le

erano di cjue Santina

quali
;

erano intitolate

Chiefe con certe proiptttiue lUritc moltofira*

ttaganti.le quali tir ate^che quelle erarjo al

puntojt copriuar^oe-'
i

gualmtnte on colon /chiettii<(3^ diwfati a


i

lor r/ioduji
L

nz^hauer
|

// "V^a

dtfcretime almondo^dt voi pQ^(Jauano su

aliai e di

me"

'^

^ ijna

loro tauola di forma pi lar^ a afiai e he lunga^cutro alta^


j

fitta di Irgnn^ elT'

O'/ dipn/gtuano a
nure-, (fv

tt

mptra

di

molte yiorie

con fi 'furine molto rn


te ancora
ti in
"vi

flompartitt in quadri.^

^ w moU
tutti

fceu^no aUuni Santi in piedini qnuli trano


quelli co certe colonnetta
li

^n
\
*:

campi d'oro brunit^^((^

tenud'

m trarne^^ndoi ^ il^t di

ejfe

eran fitte yitefen'^hauerpra


pori tori

pdrton dimtfuye-iO diflAn^afra.

effe,

^perche <Zfi copariffcro me


njna. colonna>ietaltra fa^

^ho quei loro fkntocci^ 'vifceua.mfra.


fra, di elfi arti rifalli

d'archh

(^ erano tutti piet

di liiiellv^

(^

f inumano nTin sa (nt tanta confinejre tondiiCtme^e tacrnacoh co miW altri ftAJon^ efrafhtrte eotinua,ndo fino alia fommita,
di quelle^ i quali rfdlti tutti erano mtffia oro nel modo prede ttos

Ma

dipoi

venendo k difoprir/il'arte da' (ucaffori C?" rtdurfi

iuttauia alla (u prifiina luce 3s'incomtnci poi nel fine per gli ec
celienti

modernt^dando intorno alkcapelie difluahi rileuati^ O*

co altri

dpmthjorma^modo^^ prportione eccellente ^^ ci era con la grande-7:^iZS* magnificenxa de merfiy C^ mirabili partimeti col lume tolto da' buoni anttchi^nd modo^che se dettOy che
a 'iene alle pitture delle
"volte ^di

modo che lenone Via

afktto quel

le

ruuidez^e^e minutie de'pafjati-^ftijme porgendotuntq aiuto,

fi

che

Qy a tutte le forme-, ppm dire^che no hanno mmdta gli omameti d^' pi glorio
die tantamaefik co quei'ti alle pitture,
ch'effi co diuerfi^e

fi antichi^impero al naturale

nout moduper gli kmpi jpatij


dipinte-, e

lafciatipsr loro l'iftorte "vifno


710 le

ornati^imamete

vifo^

figure ejprefje^il che amene per

ejfer tutte le

par

ti cole

debitefue proportipnt^^ mifure , cofi come fono ancora i

ternpij^e le profpeitmeje'qualt

fiijeggono effer tirate bemfjimo ,


i

C^ tinte fecondo che e neceffano^per lo


.

fuggire mfeme\(C^ que^

fiefono fiate le njere n^te di far effer le coje con maramgliaprof

Jimane alle njere Et per che delle Captile nelle chicf grandi Id maggior , princtt>aldi tutte quella che njiene effrpoHa in

fonte alla Torta dman'^.nella quale ad

nnfrtn,yi (trinchi tt^


ci

don) dentro i (horijandando dipinta^io in quifi t non


Chiefa

correi
lek

altre florVe the di quel Santo-i o\Santa alla quale dedicata


y

C^ tlfmile

farei in tutte

le

'Tarocihie

(ty alle

com^

f^S>^^ ? f^^ ^^^ ^^^^ ^^^^

^^^^ ^^Jono i

mifterij abondtuoli .

j9^
ma

DELLA PITTVRA
t

Ma ejfendof introdotto a
conjtgliOy di forre

tempi mfirticon JanttpmOy


delia
t

^ ottk
,

fulmcz^ dell' Altan

maggior capei/a

ilSantt^, Sacramento deli* Euc ariIti a dentro

Taherratot ai le
e

fnOiOuero di finccbuornuti condiuer/e

(gT ricche fo) me

lene

che

''Pittori s

come gtudicio(tiJiXffiano di tutte le]or me di tf


lai

delle

fofitme,^ grande-^
buona Archttettur<t

orarle ragioni ^con proporit


loro fi ajj)ttta

vey0* conueniente rmjme^ ptrctche non Jolo a


notttia della
djfegniii
s

ma <?r;> ora /aper

di ep t jkre

modelli,^

iproprij difiuccht^ccn

medi noui-,elraordi

narijSi come ce nefoio^fjt^ Jt ne veggono tuttauta

pia Chie^

ji(^ perci
ernacolo

il Ta IO intendo doutr efjere^cheje l'/l':are^doue fi a va pofij,^ appoggiato al muro, deue efitre il Tabernatolo dijo ma quadrato^perche enfi con t iAlt are acconctamen< te corri[j)onde lAaJe quello /piccato dal muro^^ che fgltgU
.

mternOito giudico che ti Tabernacolo fi fccia di forma circo- lare^ ouero a ottofiiccie > percioche cofinmfigna dcuer haueret
ti
ijltjj

garbo dognintornOichc^'uede moftrar dmanv^i pie de*


l

^ualt

uer flar megiiOyCofiderata

firmano di quella qualit^ (gp grandezjia^che gli par do-* lagrande^a di tutto tlcotpo di quel
della
s

Tempio,^

Cape Ua^dou

egli

i:a fiibricatOyi quali fi de UO'^

no adornar poli

come il debito vuole} rtcchijjimamehte^colfkf'^

ui di fipray^ intorno come tribuneimenfole, partirne tiy nicchie^


rifalti^romptmenttdi cornice ^con diuerfi ordini cariati , cofi
fi--

ne fre^ figurine^ O* mafcare di riiteuoyfeftoniy

ballaufli

i,

piramt'-

diiCalich^ Cociy<(s^mpi luoghi con decente or dine Vi fiano 1 commeffidi Oemme^dt fmaltt^dt paragone ^^ d'ebano^conaU ire cofe affaifcbe et fknno berdfmoy^ che fono rneff a o/o, 0* a colon fiammegotantiyi quali li fogliono fkre mirabile ricche^ ZS intorno: Et perche douendojra i moltiy ch'io ho i^eduto in pii
Ctttfch'to

mi affatichi dare ad alcun lode^io

dtco^chefornmamt

te

LIBRO TERZO.
te

109

mi pUcjuequeUo^ihep^ede poftoktewpmflri alTtAltV

maggiore Del duomo di Fotti siquaU ntl njero per arti fido d or ione pr op ydt art puttte^a^' attardi dtlJgnOidt dt jfimment
eia^lcy eh*IO

ftmo

ci) ( gli

pojfa fian Jorft

a paragone

di

quanti

ne

(io,
.

m Jraitarlo d; co per quanto per comporta lajua, grande^


i

:^

^a circa poi di Hi mohdi-,


la tfnj^ja

quali Jfanno dtjorma quadra^


la Ittnghe^^a di

tapparmi che

debba ejjerey che partito

qutf'ala: eidoue

^apf/ioi

m tre partii ti tabernacolo occupi U

parte di
!(p

mt^p

col[odo

a piombo

^ fmilmente
ie

chefa per il terr

delia

larghezza di qt%eUo, c>

pitture pot^che qui Je li di fk

re intorno, ftano appropriate

a quei Santi fimo mi^erio^cofinel


g>'

rne'Kp.comeda lathO-fi

Ufi Jiar e le chimere^

taltre fmil

pitfure^ihefno le pi
1^4

'volte dipinte in jtmtl luoghi

auederfde"

loro eri ori .


e ape e, io

daftochifn Ma ritornando ipartmunti difuc

cocche

f f Kclle

non li 'terrei molto rikuatu andar:d^

Vani con

le pitture

dentro,f non ntllaf.cciata^ih'

pere foche dalle bande non

f godono f non
^,

inmt^ quando yifyk d*


come in que'--

rtmpetto quellumafnthi

{^i

fanno

afjai meglio^

la cht J(ce Vanitile Volterano nella

maja quale
dtiofima
CI

[la nel p edetto

a dtUaTrinit in %.o fhief egli mcdo^n Jufilo queflo giu^

d;mnfr ancora in buona parte la njia de'fggctti^ che fide cUggere da buoni *7 tttottipercioche (fendo quefa Ca pella de U Stg. Elena Orfna , egli refe dfoggettOy alludendo al f
notne d quella
egli fece
t//?

ad far ut tlforie di S. E lena, t^f ben

nel

mcT^

aipoflo di Croce 3C1 non importa^iperctoche nella tau9

lecito in tutte le Cape He a fkrm de'mtferijdclSi gnor e-, e della Glorio]a 7Jergineycome pi degnilo* meriteuoli di

la del

metp e

gli altrti

ma come tfggetti poi pigliar fi pojjano dalle dignit^


S ignori sofino-iofoflatiin^, lAuhelAngeloitl qual preje hno.
t

dalli Ojfcij odanomi crcati^in che

dar alcuni efe^i^i come di

166
4' altro dt

DELLA PITTVRA
quepine' duo quadri
ch'egli diftnfe nella capella

Pat^

linA,Uqucd fece lubricare Papa Taolo

ter-^o^ercto ch'egli in

vn

S,Panb,0* n^iU altro la crocefifi 'jione di S'T^ietro, nella grande detta di Tapa Siflo^pare an^ xora ch'egli cominci ajje dalli ere ation dtl'^ondoy njemfje
quadro dipmje
la conuerfion di

a finire col

giuditio^che deiie ejjere^tl quale dipinf dopo ch'egli


la volta
.

hebbe finito

Ci fonopn delle capelle in pia Chiefegran

decade quali -vi fi ^-ue de rimaner gran fpatij di muro /opragli


archi di quelle ^ ne* quali iji fogliano fkr bene mifiorii di Trof$^
ti,

Sibilla

attef che co(t

ci

mofhato per mano di Rafkek


patio Tace dipmfe cofi lo f
alcuni ^ che nji fknno ancora
:

da Urbino ili quale nella

Chiefa della
ci fono

di quella di iAgofiin Ghf:

de' miHerij delTejamanto nouo mfpatio cornmv.do

ma doue

foco [patto

fknno la Madonna annunciata daW ^Angelo-iCO^,. me fivedeyche yliimamente fece Verino fopra tarco dell'Altare
''vi

maggiore tn San Saluatore del Lauro inlloma , O^nelyeroit^


ialifpatj non
tffi

(Archi

720

fopra

^li

'-vi fi pu finger meglio , confiderai a la forma di Hor et refi a a trattar delie tauole^ le quali fipongo->^ Aitar i^quefie communemente ^ i tempi nofiri fi di-

A
i

pwgono k

oglio.ofia legnoso

pur tela ^O* fi

^li

fknuo di btlif^

fimi ornamenti. intorno rileuatiidi pietre^di slucchi^

di legna

me^ ne qui fenderemo tempo in ragionar dell' Ifiorte^

che ^vi fi

dipingono, perche f ni in particolare a baftanza trattato fi tO cheforfi bene a ricordarui,che quando ette hanno t lumi k i lu%

ghi cattiaije ptu volte

le

buone Titture rimangono molto offefe^


efjer

onde per tal cagione da molti njengono ad

biafimat fthT^

fapere andeprouenga^male-ine l'opere adoglio fi pofjono mai g


aere k ^rfiifi^ff modo^ fi rimane ancora ingannati
^fferpofie
alle
fi.-

o Ite per

pm alter piti baffe del creder

loro^perctoche per ogni

\\

poco d'alte?^apif^ deldouere^ sfi^gono^e dmimtfcono leptttuH

'

LIBRO terzo;
pili che

167

djfdi^ ncora d pi ci e quefioida non fine ftr beffe iche le pie


ture-ifeflanno tn luogo facro^dehano efjere in modo,che tirino al

fipu nUa puntai^ ali honefio^ e certo eh' copi troppo fconueneuole a njederfiper qutfli fanti luoghi pitture di tal fif fesche leuinogli animi de ^li buommi da' penfieri della rdigione^

^
le
"ti

gli "Voltino
opere

a yarij ptacerii(^ duetti de'/enfi humam, poich

CI fono

m alcune Chiefe dipinte da buoni^altrimtnti celebri^


W
moBrar quella
loro pinguia,r jc^enT^ del colo

quali p affano

qutui

IO

il gno '-veramente de hontfiy(^ eldecoroy f intendo the '-uaglta k quefii Artefici ildire^ch'efficto

.fcctanoper miglio

rire.o quella inttliigtn^a^che fi

Bimano douer fapere delie mem

bra ignude, imper che i giudictofiO^ efpeni Pittori^ con t'-ufaf

auen e n\e pongono in modo le tinte^ che i loro colon non firn Ufi itti, rimangono beli, (^ yiuaci^i^
certi loro abiglt amenti
,

C5^

parimente con tal dcfire-^xafuoprono t tnt eliigenz^a


\che

di

gi ignudi

(fknno conofcere per quel che fono in coprire le parti dt

queU

lische fon

men dhctuole T>edetfi,s

che enfi

a.

fi medefimi (,om^

piaccionOiO"gii altri infiimecojuo somo ionore->e riputai ione

Con
.

quali pitrnregliant!cliiornauanoleIoroLibraric:5ra
fine, 5c
fi

che

effetto

quello theal prcitc /anno.

vi

ftarebbc bcneii^a che

l^p^P
te

R
^^'^

Efpedite

le principali

parti circa a quelle pitture

E&M5

W^

13

s'afpcttano in tutte le ChiffypaJJartmo a ^li atrij^


t

alle loggtefa i chiofti^

portici,

(^J

a fmili
t

altre co*

feychi'pur fono ne Tempij conttgue^nelie quili

littori pafiati

'Spendi uano il pi del tempo loo in furie piene ctWorie^ (|> hoggi

^dparche ita troppo tifar leidir, di buco pure fuor che nelle
di 4.ku
le

tefie

loooje.doue pur fi uedono qualcb' Ifiorie del t^fiamento


trat tarami di

\nom,d pirite afifco:pajfando diqi nel conuento^

queiiC

i6t
Quelle cofeje quAli

DELLA PITTVRA
(t^Anno ancor dtftngtndo^^ priwa
delle

LibrArie^come di parte pia nobile . 9 trono che gli antubt ecceU


lenti ornauano tjaelleioltra la moltitudine de* ItbriyCon g inflrn*

Wentt mathematiciiC

tutti gli alt ri^fi come

fumo quelli ,

chefect

Fojjtdomo^ne* quJi t/tte pianeti

h moutuano

ciafcuno fecondo

iljo moto proprio: Cojt fue <iAriflarco^d quale h^uea

m yna td

uoU diferro dipinto tutto ilhXmdo tutte le Trouincie con ar^ ttficio eccellcnttpmo, -Ma 'tberio Cefartpoi ^i fece porre le "ve
te imagtnt de' Poeti antichhco altre ejfgie di grand' buomini^per

commouere con
Ulne

tali

jd gl'ingegni loro

eff.rnph^ Infiammar qui Uhi qualte/fercita circa alla cogmtione delle cole humand^ di"
il

^i dipoi ilumtnato

mondo col lume

della

Santa Fede

nojray ancorch (lia bene, che fiano c^ngiunte con la no/ira '7{el

giont glijlyidj delle buon arti


altre demonfirationt di

nondimeno d altri lumt^ t^ di


ejfcrcenc poche dipinte con ra

merita alpre/ente dipingere fi deuonoy

doue IO ne dar alcun principio,per


gione
.

Io

dunque

-vorreiyche

w qwMafkcciata in front e alla por


dipinto "una figura di

ta , che

X'/

s entra dentro ^

cij.jj't

beliffimi^ la

qual figuraffc

Venna la Santa Chiefa.che cofingolar mai

Jl a fedendo teneffe duldtftro lato nun candidtflimo iAgnello^Jul quale ella pofaffe con leggiadria la man defirayO* neH' altra te
ncffe <z^n bei tempietto diforma circolar e yZ^

yna parte di effo di

argentOy^ njna d'oroycorne a dirla cima


pofaife i le nuuole,
talt-yi

(^ gli ornamtntiyt
\

dileiilcamDoyorretchef'jfedifplendorcelefe,^ che poi ella fi

fi teneffe fotto i piedi ifeti e peccati

mof^

quali fi fior cejfero^come premutilo* affannai tycon diuerf}^

e tirane attitudiHiy(^ indi fana bene che fi "vedeffe pendere

da

gli 9rn%mentiiche la recinge intorno, alcune cartelle conbrtui de


tro
,

ne* quali

^i(i yedeffe fa itto di qu "Ile JlntcntiCy


facra gli
sleffero

<5t-

profe^

tieicbepi* della fcnttura

bene*

Ne farf de mmor

LIBRO TERZO.
minor dignitfarebbe tldmidere^juefta
in quelloich'i
la dtfputa dt fi figt^rajj ch'egli fece ne l tempio ^* da <^na delle bande ,

169

fncciA in tre tjUAdn^

nelme%^

o* Sigmre V^ofho

U Santa (ite/a,

^dall'altra

la l{eligione,^fe

detti fpatij

non comportafftro

Worta alcuna^ vt fi ariano forf bene le tre njtrt della Chief^ thefono FedeySperanx^,^ Carit xMaf io qui Toh conti ff nuare a dire dt quei! e inuentionitio duo per douerft dipingerfla quefiapmfirettaparte^tofimOiChe fono s bene le materie ac concie ^O* copio fe^ che yn yolume intiero non mi faria bafeuole
:

in virt di quefa

Santifima
per

Fede:^ perci qtteje poihe cipa,

yn principio di lume Io di poi vorrei che [offe bene^che fra compartimenti de ir l Bone fi njedeffero dipm te di quelle vir turche fono pm adhereti ad efia,s) come la Toner
cofi come

nopoHe

tj*0hedienitij4 CaflitJ'HumtltJa Terfeueranz^^


4*altre mfiemeyche pur
le

co

quel

ci fon mamfefie: Et perche le facciate da bande corrtjportdeff bene quefe- io ci correi molte di queU

ledi/pute^chegia furonfntte da queifantifiimihuornini^tp


tiffimi^de" quali la noflrafede ftmpre e fiat a ^
~

d^^t

tuttauia coft

ubo ndantfjmaytS^mafimamente di quelle dico,qua*ido tfsi con tanto feruore e Ipirito^predicandoy fp deputando njinceuanni i '7^^', le "Pro ut mie, C^ le rutniuano portando n l ^n mbo del la veritkycol lume delia fede, (gr quando efsi da quelli -lemua-

fio

rtceuendo tante rueren\e,<(S* jornm'fiioniy

fi
//

vengono ad infiammar gh animi degli

da quaef^empi fludio(i,f^ ai eccitar

a dmcr defidevar fimdi imprefeper beneficio delprofiimo


.

per fUn mxogior premio


cor bene il pomi le fette

Di

poi nji fiaria in cmflquen\a<tf]


,

^rtt hberalhcongli aff'.tti


t

c^ con gii
n.:o^

hahtti piene di dottrina, e non con

Vtfi Itfc'athtp^

li

panni

ved: che vfano di fare molti fiocchi d ll\r SiCon porre poi ciajcuna dt effe pardtamente pi '-uictne a quei
lanti^ntl
i

l che fi

banctji

I70

DELLA PITTVRA.
^

hancht^doue fianno i Itbrhche di

efje

trattamene ^^oglio afcdYt

indietroiihe in quei fiegt^che dtjop a <^n fingono intorno^ JA^ fi riano molto hem l'tmagmi di qutt ^ranfondatoriy C^ diffcnJoYh

che fjon dettt^deUa Fede- ^/ qmfti bafletthhe a farli


'

aalmtzo
cir

nsule f non tantOialmeno che fiyedejjerojino alle ff-alie.Ma


co,

aU effigie

loroyfidourrbefiir quantofoffe poffbile a! natura^


l'

le yper Cloche trcppo crefce il defderiOyZ^

amore ^

ti con fidcrarei

che

meramente efSifofjeYo tali , n forfifaria bafimeuole fkrne

alcuni ne' palchi di quelle tO" ne' ptdaz^iihefoffero difo ma in


tiersj quali da bafjo col naturale corrijpondejfero bemffimQ^e 7el

refio poi dourebbono effere gli ornamenti condotti con njt;a aUe-^

gnay(^ con njna dignit, Z5^ ordine firaordinario.


tentffe gli Hudiofi (allegri di

di

modo ,

che

manieralo* gli
ci

allettaffe di

modo^

chef non f nefapifjet opartiresedi

nefia detto a baflan-^^a.

Comegli Ant'chidpngcuanoi Rcfcttorij, 5c le Celle de* Ke!5giofi,& delle Monache 6c quali /ano loro proprij foggf tri,c dachi debbono cflcre dipinte, acci ch'elle ne
,
i

apportino vtilit3& fune lodcuoli,

l^^^^i

Ho

per molti Conueti^O* "Vicino

certe Chiefe

yec

W^ r

4il

chieinel cercar ch'io ho fiitto per Italiaintrouato alxt


ni 'l{e/ettorif,i quali erano fiati dipinti gi cent'anni
t

l^^^gj

fono.dentro a quali

Pittori, s

come mefchtnt d' muentione ^


il proprio

difcientiadi pareua^che di quelli


rare njn (focefijfo d'ajjat

foggetto foffe tlfigu


di
,

gmfta mifura.ncUa facciata

mtzo^
quali

(^ i Ladroni dalle bande, (^ in alcuni v'erano <tAngeli col calice in mano r accoglie uano il fangue dalleferite di

9{ofir9

Stgnorey^ quelli pot che erano pi ncchi cCinuenttone yi ^ggiH geuano gran turbadigtnte intornOichi piedi,^ thihcauaU
loi

con le

Marie da

baffo

Q/' era,

fnto ogni

cofa

m campo

cele^^

fe,

LIBRO TE RZO;^
^e^con finifjiml ff^urrtipercioche
coft era.

17^1

di piacer gra7?diJstmQ

%gh

htiomim

di auti femphci

tempii

(^ erano parimente m Ile

'Celle de' T^eligfoft "vefigij d'alcune Jjiorie del

T ejlamento

"Ve

Hhio.fi come fi njede^che

cop doueuatjjere ordinatoJorf per com


,

miffion de' loro maggiori

perche cofi ancora dipinto in


,

F toreri

^X^per

mano

di

Fra GiOuanangelo?2el ftto Conuento

qual'era

dell'ordine de' Frati Tredicatort) le quali Ifiorte erano tutte


frejcof{lmuro-i<(5^ quefl'yfo eraajjai

commedabtlema dipiuf,^

ttsfkttwne

mi penfo io farebbe ^ato^^farebbe afirlii quelle


sii le

pit tutela cheepi Frati fon pia deuGtt,(^ meglio difarle


le

te

ogltOjOuero a tempera,per brocche fui muro, percioche quelle

fono commodfime a portarfele feco^per doue ef^ifono difi^natt^ mutando fpeffo i cnnuentifecondo la mente de' lorofuperwrty^
<(i njcrrebbono a frutrfene per crnamentOi oltre

U deuotioney

-ad ogni loro camera,ouer

celiai

nel mcgltor modo (h'tfipotef:erOi

fecondo la capacitalefecondo i lumi di quei luoghi diutfi,fi che li


ferutffe
-ne
le

qua fi al modo di prima: ma


i

in quelle delie Monache-, be

fkr lefui muro, O'fopra le tauole, non ejfndo tfftfottopofie a,


Frati^ZS* perche meglio nella

mutxtiom come

mente

(i

cenfet

uafjei

nella loro puritane diuotioncyho CI <-vorrti alt* e pitture

do

miflen del Crocifijfo^e della cMadonna^che delle Sacrefrit^


effe

turche delle vite di quelle Sa^e Vergine Ile ydalle quali


ro effempi per
t

tene (Te

loro
le

ma* tir ij^^ perche copM fori^ft^li moutjfe

fogli affettt^no

uorrei diptnte,fe no per

mano di
elle

"Valentif. T^it

tonali come per cofutuact opere, e per effer

naturalmetepieto

f Ji difponejftro

nello ardore della Carit

A patir maggtormeteie fi trahefje^ infiammale de If amor Diti ino, C^ certo che

y^

quelle pitture

le

quali fono fitte dagofii,

muouono

alle

a oU

te la fimplicitk di quelle

rifo

^a

lafcmta,doue che le m^iua

xtJitroHmo che te penetrano fino

al Viuo del cuoore.

T)t poi

171
ne

DELLA PITTVRA
,

m qutfl luoght^o (lAno /or prtuatt

pur

communi a

tutte^

rvorrei che // dipmgejjeroje non con gli hahttt honeflifjimii e che


fofjero tutte l'inuenttoni defitte dt purt(,C^di tuotioney ri-

/ir bando U grande?:;^ delia, 'varietA^^ dtUe maniere per quei


luoghi jC he fono magnifiche (^' Juperbt
.

Ma bc ne che rttornta^
(g7

mo A quelle pitture^ qtialt sajptttano ,


lie/ettori/y perche

fono pi oprie per li

qmutglt

eccellenti

moderni iji hanno dipnte

Jfiore di conuiths

come pi diceuoli di tutte l' altre ^ onde alcuni


gli tAngeli

yi hanno dipinto quando Abtamo nella njalle hAambre apparec^


chio

da mangiare a

tAltri

et

pongono

il

mracoloy

chejece Ctesu Chrijlo di cinque panitO* due pefct^co qualifatto

cinque mila perfine .


de' Frati di

Aafiagli

altri io vidi

Milano

quello

San Domenico in Santa Marta delle Gratie^nel quct le man manca iji dipinto a oglio/ul muro ZJn Cenacolo da Leonardo ZJmci , che a benchjojje fino alihora me\o ^uopo , mi parueperoin talmodo yn miracolo molto grande ^^er hauertgli
efprejjo

mirabilmente negli Apoftolt quelfi/petto^che era entrato

tn loro del ijoler Japere chi eia che tradir yolejfe il loro macflro

Ma non men bello di queftofi vede ejjer quello^chegifete Fratti


ce/co Salutati infiefio nel Refettorio di S. Saluatore del

Lauro

^{oma alla facciata dt me^^ , doue ^vi dtpw/e le no7:^e di Canna Galilea, quando Cies (Joriftojece il miracolo de IT acqua m <uk
920,in

quefi' opera

^na

credenza finta d'argento, tanto prosf*

ma
no

al T>ero,che non pu andar ptu oltre colptnnello,/ecepoi

neU

l*altrefacete

alcuni fondatori di quella Religione, i quali '-vtfkn

affai

bene . Ce nefono con fimilifoggetti dt mole' altre, chefa

no fiate dipinte da ijaltnt*huormniyt quali per breuitafilafcta^


noys come i la cena del Signore in e afa dt Simone,

(^

in e afa di

^tarta,cof
con
il

l' IJioria

della Aanna,le
et

noxj^ della "Regina Efler

T^ Affueroiil ftmde
T
'

e dei Tontefici^si come di San


~

Grt gono

LIBRO TER7O.
gor9 con dodici pouert-fra quali trono Gies fhrBoi
Jfiorie ft poffonopoi da Tittort tndufri artcchtre con
j

17?

&*

queflc

cir cancan

t'te

aparumn

fimtlt perfoneydoue ti[iorie riefcono coptoji(^

abondcuole di conuemente tnutioni : molti ctfonoyche dalle ban

de poi "vijknno ne li' altre fkccie


Chrifioiche
ci ft

Isorie

O* Tarabole di Gte^ u
ch'io

(tccommodano bene : Et non molta

Vtdifi

nalmente tn Ferrara nel Refettorio di S. Andrea di molte figti

Benuenuto Garojuloydipmte in fiefcornei 1: ero fi Tiite con buona maniera Je quali mofirano di 'colere accordare le co/e del tjc echio te/i amento col nuouoy il qud (oggetto meglio fi
re di
di

mano

xouerrebbe ne U Librane^ che in


detto

cofifittti

luoghi

>

ma

di cto fiat

a bafianz^.
alle perfbfie

Che le pitture de* Palazzi fi dourebbono dare


;

che le parti principali di quelli fono le Sale, qualfiano le pitture che conucugono quelle, con gli cflempi de* buoni Artcfici,^5c per qual via fi tacciano tali
eccellenti
,

Signori,

i^gli altri

nobili Ctttadirjf/apeffei

ro Valere nelle loro fuperbefiibrtche degli

cuHenti

Pittortyto dico per cagton


tir quella^ come

deldifporre^^ di compara

ancor a per adornar le ^ i certo chefarebbonojicuri


i

di non gettar ruta le/pefi-i(^

danart^ch'esfi i./ fpendono^fi ca

me et
to

noto che/jxfjogli amene con noiaidi^ptacere^KS^ penttme non mediocretn IO so ^veramente che forte dt paT^^iaptroui

nel capo agli huomint d'intorno a quefiematerie^poi chejinjede

pure

ejjere

ingegni ^t quali fanno gouer nateflati ,

C^ prouinciey
Natura^
in quel

(^

altrt^c hefanno

non pur

le

caufyO*gli

efftttt della

ma di tutto ilcorjo dei Cielo ^^j altri tn altri honoratt fludij f/fer tenuti miracoloft\
lo
>

O* douepoiper loro ultimo ripofo

in

chepm gli bifognartaef^et cautisfirniyiui confumanoicome


priu

PITTVRA 174 le lo migli de di giurie che di alcuni fm datigli aia fcudi^ frm "AHan\i delie loro honoratif^imejkuche^^ ci gii Auitne-, f et che
mentreJt configliano a dar principio
no in
certi pezji di
alle loro fhriche .s'tntoppa^^

DELLA

/ciagwattj quali altro non fanno ych^ fai e a^


che
ci

jktua

delle

muragite ^da* quali hauuti eh' esfi hanno notitiagrof'


^efa
vuole
,

famente della
fetto
,

filmano , che poi mediante ti


dii |

loro giudicio^ tutta quella opera

ghabbta anufre ftnz^

di modo^che

danno
,

principio

nonfoloftn%a parlarne a

feriti tArchitettori

ma ancora procedono
,

al tutto fenT^ a^e-

i^,

derne con fermcT^ termini

che

le

tfogna^WiConuenienti)^

'!'

neceffarij^an'Kt che conperfone fi mettono alle '-volte-^le quali

ncn

i'i

njiddero mai libri fktti con linee^nepur conofcono le lettere.ctme


che e^i non fapf)iano, faper non

<-vogh(mo^che quefa fia "pr/af

tejaquale fi disponga con molto [iudto di lettere ,


C5^ apprejjo con diffegni di piante, di foHeuamentt
fferteriTS)
<^ufle
,

^
,

di mtfure^

di modelli, di

'|

O*

di altri fiudij

(come (i

detto altroue
;

<s* altre

importante(ime
y

auuerten'z^e

) che fenz^ e come il fz^re o-

gnt cofa
honore
,

alla cieca

nelle quali

dou^

esfi fptrano poi

dhauene

(^ commodiy
,

gli riefcono

confommooUt^ pentimento^
^>

O^ biafimo infimi o
esji

^ ^If^gg^^

che per colmarle poi affati o,


\

medjfimi

fi nuagliono
,

a farle dipingere congltmbranamer^

ti de'

do^nali

con pregarli , che quelli gli mettano i colon fnU


efftmpi io ne ^voles(i parlar e
,

"^ f di quefi
li 5

C^,

nominar quel

\\

degli hanno futto fkbncare ,


y

ZS* dipingere

nje nefono tun^

>

..e-h-df coli eutdentt

cheforfi
,

io farei

tenuto

ptii

mordcuole yO*

j[

Tft xldcente che rdptttiuo

huomini menteuolt^^
fi con
i

poich e mio intento di auutrtire gii | ad esfiprometterli certo.the il configliar

'i,

Litton

celebri di auefie coft^non puofe


,

non gioudrligran

.demente^perche pochi

niuno tenuto

eccellente maefro^ che

tgli non fia per cagion del buon diffegno^pik che mediocre Archi-^
tetto

LIBRO TERZO.
tetto yin^j fon talf,cfye
concia,rlty(^ per ridai ti^non yaleytsjtvt
le

175
mC'^rO

ne falagi dtfj\ tciut^dout ilrmedioftr e

frouedono col

dtl

ptttureie delle profpettiueje quali conducono con tanto gtudu

ctjiche con l'ingannar l'occhio a


ri predettilo* ci

riguArdanth ricuoprono gli erro

come/tagrandeifi ^veduto

m cofeichejono in
leSaky

je mejchine^^ ijili^trouarfi coparir per cto magnifiche iijaghe^


(d^ honoreuoli

"^ a perche de' Palagtjeprirne partifono


i

Jt come lunghi pia puhlichi^p capacn yi

^' pi frequentati degli


Stgnori-^^
l altro:

altrii^ quello per doue agi at urne te fi raccolgono


fi

raduna la rnoltttudineifenyi impedirfit'yn

Et per

pitture, che vi fiinno^dcuono effere di co/e magnificht:^ (^ fi p. r lai manier anch'elle rappreftnttno il njalorct (^ le 'Virt He-

cw le

de gli huomini-,che fono fluii mernewAi^ iliuHu^ con VagUor^o l' nat comrnouere loro uralico an^ \ferchepiu effigie
\rotche
ticht' modernt^ch'is/i fianotche

w aliao modo
1

pereto e bene d
i

affaticarfi

pm

che in altro affai


tfi'e

(onciofia cofa che

grandi^

che le mirano conftupore in

n^tggono

amore, fi ccmt in luci

di fficchtjtutti i Juo geflt tnarauigliofi^da qualifono comosf.po

/ efjerli affiti tonati,

C> douer ajfomt^harfeli con maniere n^^r


ejjer/ipt fecondo
t

tuofe.

Ma per

Ventre gli

Jolii i modi noiriy ci

par bene ^che / dica prima di qne Iliache ftrouano dipintine'


.

PA

lapide gli eccleflaflui,


'

^ primafaranno

di quelli

defommi ''Po

tefici^lS^

difccdendo per grado i^^er remo a dir poi di quelli delle

T^euhtche,^ de* PnnctpiiO' nel fine de" priuati Cittadini: Come adq ci noto^dtpinfe l{affaele tlflorie di i ofiantino Im
peratore nellx pfinctpalfala delpalagio delT^apaiil qual Cofian
tino fi Vtc{s; e iter poflo nelme":^

d'vnagran batta^lia^doue fera^

m:nte cobatte,^

t^/ e con la

0^

q'jejla opera colorita fui


,

faa natnale effigie, chtpAf viuo^ muro , con *-una pr attica molta
tioni

'fiffdata

O*

"vt ia piU luoghi anchora in ducrfe fue at-*

175
^dttioniiil^ual

DELLA PITTVRA.
p
cono/ce per

U predetta

effigie

^^ le florUi (^
ideile

i dipnto di quejio luoco


intorno. Il Ttttor

"pie?/

trar/te^ato con molte

ijrtu

medefmo dipoi n^e ne fece "Vn

altra,

doueper

tffer minor della prima ut dtpinje di terrettagli


tri

Apofloh con aU

Santi compartiti con ordme,che f-vt jannobenisfimo^a!^*fono,


il re fio

tommendatt con tutto


in

da o^nmno

^ parimente dipinto
Cam

Roma nel T^alagio del Cardinal Sant'Angelo micino


,

p di Fiore^permano di h'rancejt o
feschefino nelprtmo falotto

Salutati, due di quelle ftccia-

che col fine ftrone rjpondejopra

frinctpal portadi efjo, nelle qualfvi fece alcune rtmunerattoniy

dignit,^ gradi^chegli huormni di cafa Famefe in diuerfttem


fi riceuerono dalASanta Chiefaili quali cijono di naturala tirai
ti^infttme con
il loro

l^ontefic^<ur'vt parimente Carlo

^um^

to [mperatore,rol }( Francefio,riiratti
tri gra7*d

m piedi del panteon al"


non ftpuo
\

huommi di quei temphi^

di certo the qutut

imaginar meglio perJtmtl luoghiiondtipi fono aggiunte poi alcu" ne 'Virt grandt^^f opra le porte,^ il parttmento dt quell'epe
re e coft bene accommodato-^^ cofi bene imitato tutto ci ch'e gli Vi

ha

fintOych'io

non credo che ci

(la il

pare a qu^fta

5\[tf
^

dtpmfepoi il medefimo vn altra nelTala^io dtl Cardinal Monte


pulci ano ych'

m Strada giulia-y dentro la quale vijece con bellifi


di molte iftorie de' fatti

fimifompariimentt

dd 7\Dauid con
cefi.Jono grandi
-^
j

altre lodeuoU tmprefe^che

come dell' ultimefu

mente (limate
lagi dille

Erche pitturef ficciano poi in quelle de' Pa" T\epf4bliche, incomincio' a darcene qual he lume Gto
.

uan

Bellino da yenetia^il quale fra le

prime fuole de' moderr.i


la

egUfu

Pittore af^t noto


s (?Sr

Dtpinje coliui in ZJeuetia

Sala del
\

g'jin Configlto

dentro njifece i fui ti

"J^epublica con molte ifiorie di

mare ,

pm

notabili di qutlla^

lovdiuerfi cor//battu
afj'ai

!i

rnentt dt galere, i^ di

nauije qualpitture fino

b the appio
prtaie

\froprt4te

i?7 LIBRO TERZOi] a vn luogo tale. Ne fa minore tl/g^ettOj 1^ Imuenhoniycbe d^ Domenico Beccafnmi (i fece dentro al palagio del ia Bxroma di StenAydotte pnmx Vi figur con <-un mir abilefcom
nel '-vero molto comendate
da.

fiir Cimento tlcimevirtU^cbe fono

fgmuno. 7- apprejfo rifece poi di molti

fono di quelli antichi


'oj/eruarono le leggile
ti

quali

huomim (tgnaUttichefti che diffe/ro la loro T^epMica


,

'-ut

fono di molte Jforie de ipi egregifut^

de 'Hpmam

che fono ottimi effempij veramente per chi reg-

^e le Citt Ubere Ji come fi ^ede che ella, era in quei tempi. xMa le J^orie che fi fogliono fkr nelle faledeil?renttpi i ijengono
"megltOydi
ti

vn Uuomo folo che fia

di gran 'valor fiato ^ che di

moU
,
r,

7(ommo d/p nfe m frefco Mantoua in ^'n fdlotto drlCaHello del Duca tutta llflo ia Troiana ci a modo punto che deferme Ver^ilto^non per ci fuor di ^ta per
mfieme^efe bene Gmlto
che cjfendo cipi di l?oefiacche di vera ffiona, O" dipinta in let
fere

da chi non heobe maipart^^

effer colui flato della

[ittafua

com mendabile T>ipmfe Prancefc o Salutati in Ftorenzj nel Tala^ gtodel Gran nca^tlfalotto dell' audttni^a^doue Vi fece a frefco
hxtiuoypercio tenuto talfggetto quiui tome ignifiimo^O^
.
I

i*Ifiorie de* fktti di

Furto Camillo ^Q:/ nellafai a grande dipinta


i

A tempi nofln da Giorgio Vafan^ vi fono

geHi-,

le njitto*

ne del Gran Uucacon molti ds quelli della Citta di Fioren^^ doue li gran palco dipinto a oglio^e le fkcciate lauorate in fiefco:
ntA di quelle, che fifgltono dipingere per t Cittadini priuati be
'

92 e

dar folamente l'elfimpio di quella^chefu dipinta da 'Fermo

del Vaga

m 'l{nrna-ineila

cafa-)

che fu di t^elihiort

/i*

Idaf^wi^e

ferch'era lofiudio al mio tepo di molti giouenty io

mi ricordo iene com'era il dipintofuo^egli vi hauea prima fimo vn ricco par nr/.e"
di

Jo
'

maymOy^d alcune nicchie alquanto gradile alcune picdolcyet

tra dtro allegrando con grauiffima

maifi alcuni Filofof,(^alcune

in

I7S

DELLA PITTVRA:
'-ci

alcune ntcchh,^e nefa.na due inpeme^t quali erano molto ben e


loritLy(^ parimente

erano certi putti ignudi nelle minor ^iji

correa poi /opra la cornice,

C^ di /pra

quella era

li

fi^gio con

molte donne^compartite duetO*finte per

tei mini di

marmo^tj^

nelme\o Vtrano J/iorie difigurine


chi
Ito:

colonte^dt quelle de gli ant't

T\omanhcominciandoda'2{cmolo per

finoaV^uma'^ompU

ma di

quefie materie fi pojjono fitr [rmlmente nelle certi alla


io

/copertoci come

n'ho T>eciuto

m pi luoghi. Cifono amora che


fsimi belli
^

per ornamenti pur di Sale avpfefjo d'alcuni Signori di


apparathfnttidipannidi/etaidorOy difiUticcoy
di coft moderne i/tcondo

di lana

li

quali teffutt fono con pae fi, Iflorie, C^condiuer/e altre fiknta/tt
i

capricci loroje quali

per

ejjtr co/e

rnobi

Ih (^' atte a poter /erutre a raolti luoghi iU porne per ejjimphco^

tue

fi potria

e /ouerchio.

Che dclleloggtc fi imitano le pitture,feconcJo ch'c il luogo


ou'eIJetono fabricatcdcllcmagnilchcinutioni chcglt Impcracori antichi vi vfauano qual /iano le co(e che vi cparilcon mcgl.o, e che fono per ragion pi neceflar le
:

ON
^S|

dubbio, che le lo^gte,lequali/onofkbricate,c fik


nelle ca/e priuate
,

no ne' gran Palagi,

fiano

qual li voglia qualit di per/one,che coficome/eruo^

no diuerfi njp,^ a "vane commodiia,cofi diutrfejorti^(^


ferie di pitture pino

m^

da

efiere ricercataper

rnummente/ono prima che fi


ci ellefono pi e/pe dito,
dell'altre cofe
ti

arriut

Et perche c^ alle/ale,onde amene che per


qutUe.
ifogget-^

pi libero l'andarui per ognmno,che

non /ono-, onde ctpiace,che nonfioUmente


diuerfifiime cofe yi firuhiedonoy

me defimi ^che fi di/Jero

delle /ale,fkr (ipofionn^ma con pi lar-^

go campo amora
concede per

C^

quefio fi
di Ili

le d,i*erfiia delle

fue porrne ^U maggior parte

quali

LIBRO TERZO,
Infiali /! "vede che fono

179

archilo* ftUJlr'hdt mameray the su quelli

pur ch'elle fkca ricthe'K^T^.Q:^ ornamento,(^ perche bene di yemre allt efjcmptydi" remo prima delie belieT^^ O* degli ornamenti delle loggte l?apa
aiprtcciofa tnuenttone di co/e allegre^
liydelle

ogm

quali ne

fu

inuentore ti gratiojo T{aff*a,ele d' Vi bino fi co


delle miglior pitture chefitroui"
"vevo^ ch^ejjendo

me egli fu delie /ale ancora^ (5y

noyZS^fono dentro a quelle^ hen

ne' fuoi tempi

yenuto in luce U noutta de He grotefcbeiC de fin echi, cauati dalli antichiyper opera^f^f per wdufirta di Giouanni da ZJdmeftlqua
le pereto

trouandofi

m quelle eccelienttfsimo, piacque


lo fece

Raffaele

di d^rli il carico di quelle^di modo che

capo delie loggte del

primo or dine ^(^ ancora di


Ji{Apore fimirano

quello di mez^^tal che per

man di co

flufi fece tutte quelle njolt e ^(^ quelli iArchidiftucco^ the con

da ogniuno

k quali fi 'veggono ejjer coji ben Ix


Alt efoche

uorateychenon

inmd ano l antiche ) ond ejfol imparo i

tutte quefte ^trouano effcr piene di belitjfimt ornamenti^ zs- ri

Unti digrotefche,con rtcchej(^ caprccioft muentiom di cofe mal


tJ d.uerfe^e ftrauagant imperch
chi^fatt di
yij
ci fono

quiui i partimenti difiuc

me7^,(^

di baffo rtlieuoji quali con

modi [i.aordina

fono rramcT^itt con tfloriette colotireUe quali Jurono condotT{i\ffe^

te per "valenti gwu ani^con t d'jftgni,Z3^ con t cartor di


ie^ne* quali fono U* mtferj
ti

dd

tf amento

secchio,

dipci

fono i piefi-i^ tfngliimibeli'fimtyO*apprifjo con tante fr future dtui[ti C^ diffoftt in tanti modt , / quali fi Veggono con
tanta grattaji^ ordwe
egli pai]
aff
t

tjpreff.che fipuo dir ntl^verot che

quiui

termini degli al ri con modi nouifjlmi^zs- dijujati^


x>iu\fsim\
et fino

gli ycctiii

qmui

(fy dt tante

maniere j

e trjti

yarij^ihejof

Natura non n ha

tantiyt quali f.hcy\an do con

grat
ini,

oji modt f'vegi^otjo p off t /opta tutte

U forti dt biade , bgu^


i

0*fr ut tinche U Tiatm a produce

in tutti

unfi, per nut,


mento

/..

Ad

ISO
tici 9

DELLA PITTVRA
con diHerJt md/lrimarmiii^ dtpi vi i efprejjo ancora

mento d quelUm fono ftmilmente t pefa co altri ammali acqua

tflrumenti MujcaU di tutte kjorti^ e> v/ fono finalmente jrut

tiy^ fiori di tantefonile tanto ''vartj quanti w ogni parte del mondo [i pojjono dalla Datura pi oduYre>per tutti t tempi dell'art
,

nOyS che tn fomrna di talforma,

bellcz^a^che (puo

temre

per '^mejjempio ^muerjaleyda poter con modi fi

acconcifer uir e t

O*

f^alerfi

m tutte le loggie^ chefono per douer dipingerfi da chi


colorita in carta

fi fia^(^ perclnfi^oglii^t/' certo^ch'ogni cofa di quefia mfte^

me coljuopauimentoju dijfegnata ,^

n)fo di

minto ^nel proprio modo^he/t troua^per mano de' pm valenti gi


uam,ch'in.7{omafo/jeronel mio tempo, fra
i

quali

io

nefecipar^

iCyOnde coft colorita fu poi mandata, da chil'hauea


7je,

m commi[fio^
modo,^
la qt:a!Cf
alla gran

(^ che lapagaua

realmente s in Anuerja a <-vngian Signore


ci fi dtlettaua fopra

de Fuccheriyd qualifi dice }che di

i quefio 2/^gente,ch*to

dicofe ne fece

f-vn altra copia

dopo non molto tempo,eglt medefimo U port in Spagna

Corte del T{e Filippo con altri dijftgni infintti,cke tuttauta ccm*

ptraua,^
te, Tempij^,

ch'era in commifsione a noi per tffo

a dtfiegnar pi an-

Medaglie, Archi,Coldne,Statue,S^ altre cofe ajjat an ticheyche fi fonorttrouate per quella Citt dmerfitept^ chepe

r erano delle pi notabili^5^ pi perfette dell'altre. Ma ritorna

do di nono a quelle volte del primo ordine predetto deHe


egli le fece affai dtuer/epoi con

l.^ggie ,

materie piti ficili,^ molto alle*

gre, conciofia che n^finje con Varij ffartimenti,pergolatt dtcan


ne, tutti coperti di <uite cariche

dvue,dt ofat,di

'Vitalbe ^C^ di

mini, ZS* fece quifi' allegria quiui pi per foUeuar gh animi gf da tedio a prima -vifiayche per molto artifeto , efjrfdo il luogo
flit libero

^^ di manco fioggetto per ferutre aUefalenjiftce

ft'-^

milmente diHerfefrtt dvccelii^ e?* ancora di ammali^ che in qut

LIBRO TERZO.
fiogentre
I

i8t

*pi compAYtfcono

molto bene

Si finita a tempi nojrl


da.

quel! A del terzlor dine difiibnca^i^ di pittura,

Papa. Pio

UlL
*2)tf-

do u gi
qmfa

era. r/

palco di legname fin

dal tempo di Leon

cimo^conl'armejua in pia partimene di ^uel/o,^

nelle Volte

di

k grotte/che con oromejjin pi luoghi ^ che pur compari^


fioriette colorite di

Jcono "viAyx^ ne'cjuadi Vi fono

mano di pit
co/i

giovani Ji aualif n han paffaii moUo leggiermetcma ci che qui


Jt

commenda nella facciata^ per


le

la

nuoua inuentione delle


le

di [ojmografiay

quali

'vt

Jono dipinte con

dijlan'^de' luo-*
diletto

ght-i^ per giufte mi/ure comp^i/e^doue che con


quajt tutte
lori
.

le

fi njeda parti del mondo, con tutti i/uot termini, C^ co*

lAx delle loogteyche fino fiate dipinte per i /colari, com'

ne' loro P.dagiy par/o


bill di' fiuoi antecejjort

bene ad alcuni dt
,

fitrci

gefii

memora*

scome

(t

^ede

che anticamente ficee

Antonio Car acalla,, il quale -ui figuro i trionfi del 'Padre , (^ il mede filmo li dice de Seuero imperatore , Ma Agatocle T^e di Sicilia '-ui jece far le vittorie fue proprie : Et Giulio Cefare p
fie

di rtlieuo nelle fiw-^

le

Statue di tutti coloro^che haueuano ere


il che di

ficiuta la '^epubltca

l^omam^

pittura fimilmente fir

(i

potrebbe

C^

flato punto

men die ernie quello ^ch e poco tim*


il

fo

innanzi di noi fece dipingere

^rencipe

Dona , tn^nalog
,

gi difopradelfiuomagnip^o Pala^^o fuoridi Genoua

douc

di pitture ne dopo Va>ij ornamenti^ quali vi fino di fucchh gli Archi con grottefche mmutCifiitte per mano di l^rino^ mie
nella nuolta cinque ottangoltjne' quali fono Ifiorie colorite de' fkt

pm notabili digran'E^rnani^i quali col valor loro diffeficro^^ libtrorno la Patria loro M4 nelle jkccie vi fiono maggior del
ti
.

rvmo alcuni Gran Duci afidere^ armati al modo antico, figura


ti per gli pi

inmtti (jipitanidt cafa *T)oria^con le proprie


efit

effigie

loro,

quali ^lUiffimifimoUranOiO'fiopra di

yi fiono fcrit te
lettere

182
etteereje fjuah

DELLA PITTVRA
li

denotano

ejjerefiati dijftnfiri^(^ henefktto*

rt immortali della lor patriait cjuabf-ggetti io

non iofc miglio /-

mdgmar (t

poteffe di

que lische (jumtfi m'cggono,

Ma io non to

glio perciocch

non ftia bene taluolta di


quelle,

or7jarle con ce Ce Poetiche^

^mnj^imamente k

chejonopojpdute daperjoe^'hefono
fi

pia indufinofeyche tllufirtitl che

ijede douer furfidalfcjjtm'

pio di l^affaeletil quale ne!Jap''ima loggia del Pai gto

d Ago-

Jm

Ghi/i ;gia ricchil^mo MercantCsgli pnft nella nuo^ta ilconp

gito de'Jt

Veh^ le n^2^ di ""Vfche^con le G rauche he [pargono


peduz^ pur del/a 'volta yi fono

per la
ti

fattola foriyO" nei

moU

Dehche fnnoyarie attunt)


nelli

con altre tali foefit: z^fopragli

^rchi

spighi ^i fono alcuni putii^i quali Jcortano d^ldijot

to in sufi quali Volando poi tanogtinftrurneii di tutti quei Dei^

con

^n ricinto dipoi

intorno

all'

.sii i panni,

Jfiat leje quali egli finfe

ejfi)

quelli efjere

quimuttaccattfdouenji fonot jcfto^

ni d^ognijortefiori foglie^^ frutti j qualifurono dipinti da'cc


ce dentifilmo

Giouanm da ZJditH^i quali (i mofirafTo co(ielli,0*


oler modo^fi yapoi f ne fluptfce
ti giardino,

fviuaci^ch' o^ntuno che yt mira


nellaJ'condajla quale

^lene a rispondere fhpy a

do^

u E'ilddfxrre l^etrucci da Siena T' diptnfe afiefco le lunette


con / Iflorie di
fece

Meduja,(^ il med fmo nei mez^ della

ZJolta nji

Diana fulcarrOiCh' tirato da' Torcia quale fdere,

^
k

colvolger della tefia

m alto^yiene a fare

n.'n ellifjmo furto Ji

dipwfe poi 'T^ajfaele nella fcciata

\na C alate a

rapita da*

Dei
\

Marmi,la qual tenuta per y n'opera


che doueforio aperte
li

mv abile

lo ho poi ^ve^
lo^gie^
i

duto,non g-^an tempo per Lombardiafcorre do-, di molte

uoprono

moti,

le pitture, <(jr oltre

bei

andari, che nji fino dipartimenti finti di (ucco^ (|> mefjtd'o^

ro^f^ifono ancora finte ne Uefiiccie incontro a ipilafrigl'ifitfji or

4tm de collonnatti<^ dtUi

archt^cht;

yi fono ricri,dj modo, che

frigendo

m
185

LIBRO TERZO.
tonfontii
allegre
j

fingendo in quel fpatij poi frofpettiHc con palagi i conjelue,

montagne ^ zsrpac[t bcUijjimhrteJcono molto {^ ptaceuole a gli occhi , conctofla che da. 'Xna banda (
intorno

fcorgonoi monti

^^ lefelneipere,^ d^U' altra fi

veggono

ejjr

fintiida quelli diuerfiyO* allegri^done the cojil*occbi0i^ la


te di doppia f-uiftafigode^

mm

Dc'Ia grandezza dcgli*ornamcnti,chci buoni antichi vfrono nelle Ceciate delle loro Camere: della differenza
delle pitture, che VI
delle perfone,che della variet de*
Vi
fi

ftanno:in quanti

fanno dentio,iccondo le qualit modi fi adornano:


qual fialafua Hebita altezza, 5C fttabenCj&piincccflarieinciaU

frfgi,<5i

qualfortedi pitture ci chcduna tempi ncftri

E MP RE

Baio

noto

t Valenti djjegnatori , t^
i

i UuduTi didAr ihtittm a

the jt Jg.o jfatcatt


>

n\oma d'intorno alle cnfe


in enfi umi di

antiche^ che gli antichi dvpi

le ma:nifiche,ZJ^ ricche "volte de'le loro

Camere.joltuano hauert
t

irli i

fcgt

fotio di cj]e (-volte,

quali per quantofi

difterncua ancora fino al mio ternpo^erano molto ripienhconpar^ itmtnti difhcchiy (^ con p\ giature d oro^de' quali f ne Veggo
no, chefono diiinttydi mi'^oti'ieuo,^ altre erano di
b^'JJy

C9*

Hmutiyt^
ci e
t

era'^o /colpiti con


fi

njno anficio jiraordinaro.

Et per^

ricini t lor

mofi -affer ptiifu^erbu^vedeua

la cornice di

fpra,^ di fitto quelli effere fune con pietre Fenicie ^le quali e^ rano cammeffe con diuerfe quilna di gemme, O" di mufaichi in* tornOi^ nel me'^o poh(fy fra quadrone quadro^ft ve dettano tra*
mezp^tecon tcHeymafcare^^' tflo>ieilequaieranofdtbronzs>%
onero di

marmo finipmo c> alcune fi


,

confider ancora ihe do^

uejfero e/fae di orofecondo ch'ara la magnificenz^iO* la gran-*


dez3:^a

114
Jce che
"Vi

DELLA PITTVRA.
.

de%^a, de gli animi loro

AaJotto de fregi nelle Jnccie,f! cono^


a,

erano compartimenti rileuati.^ comp-artiti

nicchiey

C*f dentro
ie

a quelle nji Joleuano porre figure grandi di/coltura.^ quali erano di tondo rilieuo^} uero che molti piacquero haue-

re i pArtimetipredetti,fen\a efferut i ri/alttjaluo chefintici


li

qua

erano commeffi con diuerfe pietre Orientali,^' di pre^TOi

ne* spatij erano ripieni di candidifimi mar mi, eh'erano ^arfi di

dolci^ime uene difopraima erano impoji infemec^n tanto


chiari.chi me\i, O* chi/citri/t

w4-

gtfiero^(^ dijfegnojche per forza de' commeIJiuarijyche erano chi

uedeuA d'editali effetti, chepare^

ua^che ilbafamentOy c^ tutte ' altre cofejpiccaffe jimri

ddmmo

piano tC^ quefi e merauigltejifilma chedalorofifkcejjtro^ accia


che Mandar per quelle/ulj'epm lthr0yO*/enz^ impedimentOtri'
Jpetto
alle rnajjxntie diuerfe^che di
.

cotwuo fi girano &*/ono mof


^

Je tuttavia per U e afe


muneyCO

h\a tafci and gli antichi da parte^


cifono Je

d <t-

usrtireper natiche lefianze alcune

quali ufiamo

tmom

ne per

maygiire/f;JferrpofarutfttuttAUia.altrtcijo

no p>tfcpara,e per i lUtron'^ tsr* Capi di<afay altre per ifoi afhe T,aUre per le ^Xatrone^altre per le fkncmle^ Cr altre JoUmcnte per il commento de' giouaw^^Ue quali diuerfe <libhorio iffeie d ciafcuna lepittme-tche hi fifknno dmtro,to hon di< o acLe cefi di coltura, come ho detto dcU'anttibe^pcruche k tempi nofin non cipa'dpxo timmharle co color t^non ci effendo ordine d'armar^ ui da ungrauitsCimope-^o , (^ ie caufe nfmio manijtfieima il

Ji

j^'

peggio che quelle poche pitture f quali fi fogliano fnre per le ca

huomini grandi, f degli


fcyts* i foggetti
s^<t

lUuflrhfno aLe uolte cofimal'inte^

\ I

cof grtfiijche

non c ne fignification,nfofian
l' ignorati

di cofa ai mon do^al qualdiffettofi deue incolpar pi

Xa de* Fittori.che fono fucccjfi a d nofiri^che


Je^percbe

a* tati oni dt Ile ca-

mnfempre

quelli gli

dofmo kmatem^O'malJ^mame^

it$ temtornc a fregi,perche no a tutti cjttellhche {inno dif>mgt regh


noto nfiorie^ouero le Toeje^chefono proprio
gi^ alle quali fi
le

LIBRO TERZO,

materie de fre
d*IJioric,

de auertire molto hene^con e[fe e infiruttt di va

ne

letture,dt

mamera^che fitto ^velame difuole, c>

Jc li dfiuoprano leflrade de' buoni cofiumhdccioihe mounoglt ^nimjqu Ando pino narrate sa coloro:perche fpefj con tali ejjempi
Je gli apre gli occhi della mente: nel modo che accadi a quel ricco Genouefeitlqualefe bene hauea fkbricato 'un gran palagio ^non*

dimeno procedeua da huomo anariffimOiruflico,


perche pur vi ijoleua ^r dipingere qualche
cefi urne di quei Sig.XJenouefi
coja,

^ incimUy O*

di bello i s com'

ancor ch'egli non nhaueffe gufioy

pur fi difp'fl menarut ijn gentilhuomo Kom ano ^al quale mnjir$
toh ilpaUg'o.eda quello cmendato molto
,

ond' egli poi vn poco

fuor di quellxfuA rujiicheT^


wxno^fkieui dipingere
la

rtfintitOigli dimand y che cofa nji


li

poteffejkr dipbiger de troncheJieff bene^

ri^ofi di /libito il Ro CortefA:ll Genoueje ci vditOjO'rise'to ce la

tito a jktto^^' riceuuto dmoito^dijje}

far dipingere in

mamerayche mette utur fitrk conofciutd da ogniHno:cofi da quel tepo tnanzj^m'dtiti poi tutti t modi di primnydiuenne tutto beni--
gnodi!}eralei(^ corte/e y^/ perci bene por mente in ogni pi tura, quello jche s' ha fkre^ihe gioui^fkcendo col mezj> de\f>g^tt^

fcano ti,chefft s' ader

a quelle

'-uirt

le

quali fono pi conformi

alle Atiioni lorOy{S* delle quali mcriterelibono douerne effere abo

deuoli. lAa in e;]e ci che fi (k di bello

a tempi no fin

fi -u de ef^

firfoli gli ornamenti de' fregi


chi

colorititi

quali confinano co' pal-

attomoy^

li

pi d'

li effi

fcompartono con diuerfe fkntajie di


cifono,che

cofebiz^aYCy^ allegre )alcum per

Jurnofatti da' uo
Impre*

niyCOn midi diceuoli.perche fi 'veggono piene di cofe.ch'infe Iran


729 q'Aaich i

fog ^ettOy come fono

Iflorte, Poefie, Proffettiue,

4y Prouin:ie, tAottyO^fentenTS*

^a fitto

fregi

Bb

pochf^mefi veggono

it6

DELLA PITTVRA
le

'leggono ejfer dtpinte fino bajfoici/ono pt che altro noto


alcune Vtrtu^*Poepe mtornoja qualora a, e

Ta

faltyche dipmfe Raffaelesnelle ejuali/ono mt[terij della Cine fa co


colorita,

mtraU-

mentey ne credo ch*in tutta Chrifitamt

ci Ha, il paro , ci fono poi

moUi^lquAli fi compiacciono

a,

y edere le pitture dtgfottefche co


i

partimentt,^ campi di pi color tyZS*

bajamenti finn di

bron--

T^oycome fino qnelle dipmte da, 'Termo

del^aga inCaftf.lSan^
loro calcine

Af^gelo^f^ nel Talagio ancora del Principe *J)oria>ch'eJuor di

Genoua.fe bene t Genouefiper la biache'K^a delle

da

ano difingerui da bajja fi'egiinfuoripoco d' altro fi curano,e(Jivf

yn

hafamento a torno^?2el quale ^ijunno pittre di i^arie mtj^

ihie dentroyilche i "vtilifiimoyperche nofidifcene cof quelle[prtir

T^glie^ne quelle macchie^che fifuol njeder fempre col tempo neh

UfkccieiChefono di bianco fihietto a pie delpiano, Ma in Aiitt


720,0 per

Lombardia dopo un fkcde fi^egietto


le

efiife

nepajjano

ytor,
\

perche da qualche pctrtimentoin jmri^effi^-i njjano poco altroy


t

quali fino di (jlonne Attiche , fi a


colonnej

quali in cambio di

fiirup.

Isorit njt fingono

t5^fia
lo^per

le

fi- a efie tauole

grandi fiime di marmo biancoy^


^nafiifiia di color giaL

le

tauole

'vt fanno

dar pm '-uaghez^ all'occhioyCon qualche fiefioni detro. che


cofi dipinti

fino coperti di verde a\urro,i qualifico tuttauta


doT^nali ^perche di cofi fatti matslri
tutto ilreBo d' Jtala,
to

da'

njenho

trouato pi ch'in

Ma bene che fintomi ifiegtja qual


dal luogo cffi-

yoce norz ^juole altro dire^che ornamento : Conciolia cnfa che ipri

mi dicono

che

fifecero

nelle parti di Frigia, doue che

prefiro lnom^/nel far qu^fiifide auertire.^the fingendofili


ir paefi^acque^o

den

animalhcon altre
tele,

coje terrefire, e' bifigna fin-

gere che pano dipinti fipra le


ti

ouero tauole-,con gli

ornamen

loro finti intorno.che mofirino cofi effere, Jmperfyche confide-^

rata l'alte%^ dt ejjt^non potrebbe fi

afingenti aianif^eder ai*


altro

tlBRO TERZO.
"ito

isr
ordini -x-f"vn

che AYid^f^ nuuoltiOnde coler che


le cof
da. chi

fanno d[trimeKti,'ver2go^
JoUtn^

no /fre:^ar

naturdt,^ a muouerf dagli


munde^ruten tenuto ejjer colui
pot^yche

Yhd modoiche

nisfmo goffotfe bene egli fojje per altro conto buono^quand i co-^

jtirnpenmenteiio giudico

darli giufla mfuray


quel luogo

effi

di

Urghez^^d non doytrtbbono ejfere con fArchitrauet^ corniceJua


minori della fefia part
della
dell' alte7:^<t di
,

ne maggiore

qmnta,^ f

per forte (i irouncamere^falejequalt ecce


^vi fi pu fingere che cadano dall'

da ilfegno della fua alteT^^


quanto pm a
i/oggetti

Architraue alctmi fisom pieni di ijarij frutti y che pendono alba/foii

quali fieno fofhnutiiO daputimii da M.af-

care con le fkjciettdouero da bottoni d'oroyO co altre cofe tali ma'


che
CI

yatmo dentro delle lflor(per quanto io comfco)

non mi

ci par

meglio che di cofe appartenenti alle ^virt morali

ACCIO s'impari a effer prudente ygiufioytemperatOy e forte in ogni

Jua attioney(^ nell'ejfquirle deslrcT^Z^y delle quali '-virt ne f no abondeuolifopra modo njlorte Romane,f per i proprijpatro
ni non neporgeffe mitteria con i loro fatti Uuftri
quelli
fi
s

percioche con

deuepreualere a gli altri , nel modo che t^s Giouanan


y

ionio di Pordenone nel palagio del Frencipe' Dona

ti

quale

per eh* egli

era allhora lArmiraglio del mare y coflui njidipmfen


i

*vnf4o camerotto njn fregio difknctuUi coloriti,


rie attitudini

quali cd<-ua^

nuotano '-una barca piena di cofe maritt merdai quale ne fu reputato molto prudente Con tal giudicto ancora fece bene Giulio Romano nel palagio dtl .T. percioche allu,

dendo al calore di quel Duca


^a de' Soldati'l{omant
,

egli

imit di fJucco l'ordinan*

come

fi
.

a punto colpii a nella btllf


nelle

fimi Colonna Tratana

m T{owa Ma
Donne

camere poi doueft


,

ripofanole N[atrone,(^ le

maritate

ijtfi fingono poi

^empidlfhne

di 'Donne

lllufiri , co(

Greche y come Laune^

Bb

O*

1S8

DELLA PITTVRA
t

C^ il mede/imo fi dejnre m quelle done hubitano le fanciulle, col


fingerut le pi fkmoje per caftit^per grandeT^ d!Animo, (^ per

fede. Et doue dimorano

gtouLuty'vi

Mutij, digli Oratij^de' ociptonh^

di quei fi facciano Jfione de'f^urtijiCbectfono notiffi"

me per C ffiorie

loro,C^ quefit acco fi fueghno in pa.rteyO' fi r/-

mounno da qUiUe ^ilt>,ptgrttte ^uuaritie jO* ociofita^deile quii Itti mondo pieno^O^tlor cuori sin fiixmmino afiir co/e magna^ nimCyi^ gentrofiine Voglio quim U/ciare in dmro qutlioicbe no ctefimdoy fipramodo bmfmeuole^conctofi.a. de io (come se del to hauendo pratticato per dtuerfe (jttki e(fendo fiato mena to per molti palagi.^ e afe. (^ fino nelle camere f a eie, lequali
,

hotrouAtojplendidijJime, c^ abondeuoli d! adobamentt di tapez^


ricadi Boccatiii^ d'altre maljaritie minute>,e tutte ho i^oduta
efjere con

mtrabitarte forniteyeccetto di pitture

delle

Sacre Ima

gmije quali

erano la maggior parte quadretti di certefigurefiit

teallaGecaigoffifjfime^dijptacemitye tutte affumicai e y lequali

ad ogni altra cofapareuano efieruifiate pofiejuori che muouer


diuottoneyeuero afkre ornamento

a fimtl luoghi :\y nel uero ch'e

pur e nona gran njergognaipoiche ejjndo tutti not ChrifiianuO* *^'rt Cattolictitanto [penda in pompe co ^arie , Qy fuori di fi fi

tnfuray^
ci

nelle

camere doue

et

ripofiamo.e trattenemo la

mag^

gior parte del tempo del^tuer nofiro^con docisfima quiete s

per doue fa almeno^napitturadtgarboy^ ben intefa: CI habbiamo noi ijoltare ogni giorno^ g^ fupplicar ilgrande Id dio f non in quefit belle imagtni aceto ch'egli effaudifca t nostri prieghiy^' et mantenga m gratia^^ in fiatofelice:abenche to no
teo cffire cofi per tutti t luoghi^potche apprefio afiAiCtttadiniiper

gono da Tiiiam^dal Correggio,

Lombardiafcorrendo: honjedutohonorattfjimi quadri^ che "Ven da Giulio l{omanoy con detro

hVificridtN.Sig.Q;^ delia BeataVergine,

quali yqttuv do It

Hatronc

LIBRO TERZO 189 ^Matrone di chi er Anodi yedeHanofcoperti per tenereT^ai^fciUam loro le Ugrime da, ^It occhi^tania era U 'T/ittacttk, O* l'ec
ce lienT^ grande di
f^tte Ile: laonde

per tal conto e ottimo certo tlcQ

fiume di ToJcana^C^dt
tellcyche con
i

''^omajconciofta eh' ejj non

maritano Ci

doni lo^ooltre

dote^non nji (ta quello d^rvn bel


i

^j/jadro, ZS* ben dipintOtatiefo che

cani fono Tof

acutifjimt net

conofcere

Uforz^y^ C eccellenza

dt qiiefl'arte^ (l che per ci fi


nofire camere^

tomlude ti lume prtncipaldegli ornamenti nelle

doHir ejfere t Quadri dipintine' modi predettuaccojitengajem

pre special telo alla divinit di quee belle imaginije quali

Ipifi

tapprejentano gli occhi^quafi come le proprie che Jono in Cielo

pc'Ritratt dei naturalezze dou e conficela difficultdifar li bcnc,& dj che proccde,chc le pi volte quclli,chc hari \

no maggior d!negno,& che fono


li

pi cclcbn dcgliaUri,

fanno

men Ioni

glianti di q^uclli, che

fono mcn pcrtcc-

ti

di loro,

ONO

molti huomini aerarne te,

quali grandi^im^
ecctllen\a tengo--

merauiglia

difoprema fi fanno, no quei ^^ittoreyche nel fare vn ritratto dalviuo s*ac


eofia coli al -u eroiche

c^

efit paia

t^fflrlt

rufetta troppo (tmiglute^


ci

lopmiofi de' quali


$gr2oran ti
^

io s imo

non deriuar tanto da l'tfjer e sfidi

quanto dalla condition del foggetto,il quale inpAef

f defiderabile^quaCi da ogniunOiConciofia cofi^ che contrafkcen

do(i l'effigie ''vera lo quelle materieJe qualifam per durar qual


che tempOifiprouede in ^ran parte al nome ^ C^allapoHeritdi
queli^perch'egli e tale^chepercificonofconOyO'fimanftfiano
le

rutrtloro per molti fecolnO* per che nelcofiyederli^nonfo^

larmnte fi rapprefenta Itmagtnfua njera,

mona ancora tutte

melefue njirt^O^prodeT^s^^chefono per ilmon^


li ritorni

ma

in

do

<^'
lio fparfetji

DELLA PITTVRA.
come miramene de'/epolchri,m dar lottth k ipoflerl
di pia gli accrefc^ a?icora in confermatton dtl
ch'elei hanno impre/nte delyedere ti
il che li catfa
\

'delie co/epaffute^ ZS*

treder lord Hcenofcimento

finto

(^ il vero dd yn trattoy

che in altr^ pitture

pia difjiciliyO* {ktte con maggioreftudioinon gli pare da. ronpf!^

%Q di

cofi gran magifieromA/appiafi dt certo^ eh*in

materia de'

ritratti

non da [penderci tempo moflrarui le vie^poiche da me

dtocre ingegno pu ejjer pojjeduto haftanzjiy tutta "Volta ch'egli

fia pt attico ne' color h O'che per lungo wfo egli tenga in mente le tinte vere^anzi chefra i "v denti ^ittornconfiderando efftle cofe
difficili

che yeggono ejjer nell'arte-non rui mettono

l animo 'volon

tieri,percioche di/correndo aHaper/ettion dell'arteiesfi ben/knno

aueUojche pochi conofcom^ (f che dalvolgo^ da' baffi inger a pi poter ft/*^geyO* certo che altro jludio^altra induftriayal

tra inteUigenx^y^ altra fktica di mefiieri intorno a Jnreyno^


ouero pi Ignudi del/a grandezza del naturale color ittit quali fia

vo con tutti f mu/colh<(^ con tutti t/entimenti poftt a lorproprij


luoghij(^ cheapprejfo fiano ombreggiatiti^ lineati
chefi moflrwo "vfcirjuon di doue esjiftanno dipinti

m manerd ^^ perci io

dico ejferfiper prona 'veduto pi 'volte^che quanto pi gli huo*

mini fonofiati profondi nel diffegnojesjt tanto meno ban faput9 ftre i ritrattisti che procede(per quanto io conofco) per cloche con
(fie tutta la dtffcult

del farli cherajfomigli

a disegnar li talme

te che punto

non fi muti^n con linee^ne con colorhdelproprio e_f-

fr fuoyil che

da quelli

di mediocre ingegno con molta patientiaf


le

conduceycon ojjeruxr tutte

yartattom delle carw-, (g^

le mif^t*^

tez^e nel modo che in quelJoy che esfi


che
li

tmttaf/cuopre,^ qucflo

predetti Vittori patifono troppo male,per efjer e yjati

neU

le opere loro adejfer maeftreuoli, ficili^

O* tfpedHt,il che aw ene


mono

fer cagton della loro bmna, mmieraAnticaiCon la quale esfiefjri

LIBRO TERZO.

ipi

mono tuttduid ogni loro cofa,^ fercbeper ejferpirfet(^tnia>frA l'aitre^esp fono sforanti fitto torfidx* ter mi m dt quel goffo e debole che nelle facete jtroumo tuttauia. ne'natur4lt:onde ilpm
delle volte
t

rttratttyt quali fon fitti

per

mano de glt eccelle?itu

Ji trote Ano e(fere con migltor mamerdi^ conpiuperjettion dtpin ti,che nonfon glt mitri: >ni le piti volte menfmiglianti^l che co
fi ci chiaro .
niyt qtiai

'J^ perci io niego che

non ce neftano fiati debuo^,

hdnnafitto tnijStmo ^ conofidcofn che f ne trottano pur molttper mano di '^l{affaele in Fiore^, gi da Iti fatti tn T{ot

ma al tempo di Leone ^O^dt Clemente, ritratti da lui miracolofa^.


mente^con Binda ^Itoutti, lo nbo ceduto ancora alcuni dt Fra
te

Schafiandal

F lombo in

lAdano appreffo al SigMarchefe di

^efcaracche in Vero li trouai miracolofi. Non tralafciar France


fio l?armegianoidetto di fopraidi cui fi vedono belii fimi ntrat tiimx particolarmente uno dififleffo dentro uno Ifeccbio , ch^i

miracolofi itenutohoggtd dal Patriarca d'^Aquilcatcltra lA~ chinino da Bolognayi^ altri. Similmente Luca Longhida T^a
uena^tutto che non

offe

quaf mai ufcito dellafua patria

d^ ne
e

l'altre farti della pittura

caminafje tra primi dell' et fia 5

nel

colorire non hauejf farft chi tauan'K^ffeccome

dimofrano

l opere-

fue^s

quafim

tutte le Chiefe dt T{auenayCome

m Ferrara-, C^ m

alcun altre princtpal citta d'italia^in quefiafarte no dimeno dt*


ritratti flato s eccelle tejche molti Signorile Precipi hanno uolt$

da lu^iomincundo fin dallafltagtouett, ch'eden do uenuto a noittta d' Annibal Caro Segretario dt Mos.Gio.Gu^ dtccione^allhora Trefide te dt Romagna^ il Caro come giudtctofi^
to effer ritratti

hntroduffe ^onfig,

e lofece ritrarre co

molta lode delgiudicm

del Segretario:,^* dtU' arte del Tittore^ondenonfu merautgliA

Roma lo Uudaffe^e predicaffeper rne rauigliofo^s com'anco era quello che/ece dt Mos.GicBat. Dona
f

^ichelAng. Buonaroti tn

Fie{'

HpmagnA. l{ttrdjp mcora, Alejfandro Car dmaie Sforma ^uand' era Legato dtl^oma^j^a ^ fy*dtBolognay che per quefvf lo tondujje [eco Fa.m'^i(ima,ndohmoUo.^^ non in y^m^poiche chi vede qudritrattO:>par di <Zf edere ilCar dmale tfieffo ff?iranieifi come parimente e quello di Ci ^atttflL
T{ojSi

1^1^ ^ Prejidete anch*effo di

DELLA PITTVRA,

dal^aiiennaiGenerale dell'ordine CarmelitanOiia cut fnc

da ritrarr e-^per quanto efjo Luca dtceuaiO* nondimeno riuf cofi conforme al vitto^ch'egi' pretende u no ejl fer[i compiaciuto mai tanto in altro ritratto. Naturalissimo e an
tta era dijjicdtsfima
co quelo^che jece di h\on(tg, Francefco Sangiorgio Conte di

Bai-

dratOyZJ^ Pre (ideate altiffimo di


JllufirJ^, Chrtfoforo

l^magna^(^ quello diMo/ig.


r^

l^uoncompagno Arcmcjiouo di Rauenna^

pertacer di quelli d* alcuni Signori oltramontani


(i Tfe^gonOiCome del ^n.tranta. Aldrouandi
,

d'airi che

del Sig. 'Vbjfe

Aldrouandi in Viologna^Z^ altroue^cheper per non c^er troppo no


iofotralafcio.

Dtrofolo di dui chefece afrejco^ohra molti altriy

Julmuro, in quelellnlmo Conuito delle ^oz:^e di Cana


lilea^dtpmto da lui, O^ da Vr ance f.ofuofigliuolo-,

m Ca

^ herede dtU
yno che

la '^irtitpaternainell\cjettoriohonoratil?. de' T'adii di Ctajje,

di Kauenna^chefu l'ultima opera fua^doue fa molti altri fi utg gono i ritratti delfaualer T'ompomo .S preti i(^ del Sig.Ciro/a^

mo

l^opidi CUI non

men naturale che gii


ogio
.

altrifudettt,

effo gli fece in

fare flato
le

yeromafro in qucfio Titiano da Cadoro ^d quale per contrafkre il natura-tMa


il

ijn quadro a

d'ogni cofa^ha fuperato cgniuno^C^ per cfjerewfinitel'operey


i

^
no
lo

ritratti ftti

da

lui cofiper Italta^comefuo^iytra quali furo

quelli di

Tao lo

ferzo FarnefCiCol nipote in njn quadro ^Cat


altri

^intoM Sig'('anim,(^
a
raccontarli per

tnfnithde non ciajfatuare^

tn)
fiji

minuto altrirntnti,corrdenon punto neceffn

(^

dmo Ja detto afian^.


Ondi

LIBRO terzo:
r

19?
f

Ondcgli Antichi cagarono le grotrcfcbe chiamate da loro


chimcrcj^^ che
effetto, e

per quali luoghi

neferuia

no j& in che modo dinouotornornoin luce, Scoine le fi dourcbbono dipingire effer conforme, all'inuetionidi cfTc conrcffcmpiod' alcuni da noitrouate 6^ imitate fotto le ruine antiche di Roma.
Il-

\0

Ho femp' e tenuto che quellaforte di pitture chefur^


a ufo di)chimere , fi^ff^ro tro nate foUmente(fer quanto yien compre/o da. moltiii
d<t gli Antichi

no dipinte

quali

fono conformi al parer mio ) che fu per onare , ^per dar 'Paghe'^a a molti loro luoghi^ne' quali loro par effe che poco aU
il

tro^fuor che quefte^ noniJidoueffe comparir meglio: 6t per

r^tudicWi che mnaiil'era


in qutlhiComeper

in tutte le cofej

ef^i

f ne njaleu^no

yn non so che mezo^tlqualejoffe cojaceuo/e/ra


le

'Jo/chtettOiC^ il dipinto:,^ fra

cofe^che fono piane ^(^ le rileL

natey e> erano di maniera per

e io

condotte^che

le cofe di fcoliura,

mon erano tn modo, che offender li potejfe la yifla^per Ufo 7^a del troppo rtlteuOih men quelle di pittura per l'ampi 7;7:a de' trop^ p color tydal/e quali rtmaneuano oltre modo ojftf-iquando no era
no per eccellenza belle^O*per Coppo^to^non gli erano di minor difpiAcere tutte quelle muray(^ quelle 'volte^ch" erano fritte di biai%

cofen\a ijederui fegno^ouer macchia di


Jcorrendo
ft

cofa

per doue la njtfi^

fermi per qualche improuifo ddettoycome di cofe "Ve"

dute a cafoni qual'eff'ctto fi vede partorire dalle ^rotefche^ ch


inereychedir njoghamodaondefi fhma che fi cauaffero da quelle

toppe iOuer macchie chefifcmronofoprOrquct muri, chegaera-^

vo tuttt bianchii neUe qual macchie conCtdeYahdoutfi fttiimen^


te n>i ft rapprefemano diuerfe fknt^fte
,

ZS^ 7,uout

forme di

cofe ftrauaganttje qudli

non

che (iaiocofi in quclle,ma ftcrea

no da f nell intelletto mflro^il quale cofiyanando m quetgh,^.

Ce

ribtT^

IH
$he quefie jojjeto

DELLA ^TTVRA.
cfuefe forme

u
yfar dunqat
y

ri^ipare che con diletto goda di fi


le

f rime

tnmnt'toni delle chimere pedeite

quali ance htte poi con

pm colori^confiuccht^^ con oro.fi condujje


Q^ piacevole

ro incojtfntto'vfoy^ riufcirono opera coproagA^

che era poco pi altro

chef yedejje per dtui/amento delle fianT^Cy

degli

altri luoghi

comuni per i gran palagi de' pi honorat T^p

maniyS comeje ne "veggono ancora i ^efttgj ejprtfjifiotto mol"


te luine: Concio[la che quefio

modo di dipingerefia Juori cCogni

ijfio di regole^z^fia pieno d'ogni lice^^at doue che chi pi beica

priccty^ piumate fkntafie rapprtfintar le fipefi ed colori: quel


lo

veniua riputato efifere il pi eccedente tra gli altn,^ perci ci


i

fiono

partimentiyifiegiy*

colon cofiben diuifiati^che Je ben il


fi difctrne^ noi dimeno

tempo gli ha condotti in modo,che a pena

dai pi belli ingegni,^ pi fiudio(t fin tuttauiaco gran flupc^'


re ammiratiyTitrattiyZ^ ricercati con tutte
Ce fuefio'^e^

quiuici

fono Itfiucchiy le figurine t ifefionhgli ornameti,

le maji.arey le

quali fino yrniffirneyn mtfienderfopra i campi di ejjhch' erano

pitticCoroy^ di colon finiIfimh^ durabiliyin tanto che ancora


n'apportano alltgrtay^ confiolation mirabile a
colui che di nouo le difioperfe,^
alti-i
i r

gua danti^O*

mfem 'vJo<(^dji miglio degli

mTipma

le dipinfe fu

Giouanmda Vdme (come s* e detto

altrove)

il quale

come huomo dlngegnofhttoliyVago,

curiof

della Kouit, (^ delle btlletT^e che tuttauiafi njemafioprendo al

fuo tempo
cino

delle cofe antiche ^hauendo egli intefo che fi

cauaua vi

S,

^-'ietro

m Vincolafia le rum e del^ala^ di Tito per


ando)^ ficoperfi alcune fian%e cefi dipinte con
al

trouar fidtuCyyi

gran merauglt^i d'cgniunoyle quali eraho


fi hi\^rrieyO* / copia tantey^

modo predetto pie


tuttal{o-

ne dt compartimenti diftucchifittiUy g^' di pitturey i on s diuer^


cofi bene intefeyche

ma^iji concorfe^all^ quali Rrneffe intorno Ctouannicon tanto amore

LIBRO TERZO*
mortjO* JcfunOiZS' le ritralje^tanto che Jla, firn
fei^o^i come
et

i55
le

impar di

manierajcbemai aUuyio^dopo lui ha potuto arrMarli dt 'vngran


mantfeftoper le molte

fue pitture,^ opere

tal marner:fu egli ancora quello che ri trono la Vera materia del

lojucccdegii anttchtitlfjual'era J}atop7 ima cerco d^' pi fofiJichi ceruellt che/ojpro

^
me
i

m T\omai per lunght[f:mo tempo inariTj,


lefatiche,^ per l

certo che

fi

pu dirCichepcr lojludiOiper

gegno di quejio

<iArtefice fiano flat< ridotte le

chimere milafua

antica hellei^a di pi ima^dell quali poi cauandofi t ut tanta (cos' detto) dalle ruine.fe

neJcoperJ^re di molte mfimilluoghiy

quali non pi camerefcnom-^ grotte^


le

Q^ cauernefotto imcntu
7

-t^ /otto

Romadaonde grotejche Jt Jono perci chia^ wate^poi le <himr! e h^ucndoprejo il nome dal luogo doue itroua
ijigne di

fono : Ma di quefe (i jeruono i Pittori moderni per abili@r per ornare 'varij luoghi chefino /compartiti per tpaL-^gt^ re, per le cafe^i quali cono fono che poco altro T7 pojfa ccmfarif
ttfi
,

meglin^t qualiJono log^te^fludij, giardini, camert, corali ffcale%

bagnii/iuft^andtttiZ^ ogni /orte di njA7n minori/wfieme con gli


altri predetti

ornamenti:

ma

egli e

benyero che fono decimate

molto y

io dico in
le

poco tempo peri/oler compiacerei g' tguorantt,

^penioche

f dipingono crtde,
li

confuf, C^ piene difciocche ;-

uentiom , per
ft<ir

moki

campi troppo carichi di bei colonicheJono


<-ui fi

forge cofichefia di alcun momen fo, ne lodcuole^S di qualchefugo : tAa nelle dipinte da gli Antichi IO mi ricordo hauer confideruto fopra alcune njolte di Han
di mijuraine punto
5^^>

^^q^^^li^^^^o fktteamtT^a botte,

erano Tonine a San

Gregorio , fitto cert^ "^fg^ > qtianto


'vale ti in quefie

effifoffero capricciofi,

O*

materie,^ fa

tutte ch'io ho in

memoria

copile

thiareT^ifurono quelle di tre quadretti di flint e i quali diut[?,e

trmez^ti daftflonipii<Qli con frutti

coloriti

, /

qualifipu dire

chi

i9

DELLA PITTVRA,

he l^iccajjero da quelle yoUe^iftucchi erano fottiUlJtnanjent^

latorati,^ erana bemjpmo cofartiti^O* in quella ch'io dtcOinel

frim$ quadro vt erano dipinthan\i viut tre Satirmh de* quali *ve nera Vno che nhaueua ^n altrofu lajchiena a, cauallo^all^
gutfa^che dafuncuUtJtfuolfkr nellejcrnU^doue fot Uttr-^odclJi
lo

ycntua battendo con ynajoglta dt cauolo rotoda, che tene u al

ta in manOi^ erano cojt promise grattoff^ che non

fpu e^rtmc
belitfjimd grA

re con parole i(^ erano tutti tre pojati sa certi hlijotttltjjirntyet

fopramodo eguali: Era nel quadro di mc^opot con


tiut dipinto la *T>ea della

V^atura^con quelle tante poppe ^fecondo


le bt accia

che fngono

Toetijaqual f'vedeuajar con

aperte,

(^ fopra efje ui ^taulgeuano panni fttdt^ZT pieni d\pie^he^do u era afedere nun puttinoper braccio , C^ lei ftfinua diritta
piombo
queflo
co'pie parisi

quali pofauano fopra d'un piedefallo roton

doyeccetto le bafe^le quali erano

dijorma quadrata-^ c> a piedi di

rvifaua

^n Cermper banda fatto in tfcurtp co lunghtf

frnt cornarvigirauano poi di dietro a tutto ti corpo dui gradi che erano quadri a dametro^etful grado difopra erano quattro ter
mni con due ombre dt
eff alquantofure^dietro le qualiferuiua

in aiuto dt quelli a tener

fa tutti ijna Cochiglta in altojaqual

fkceua coperchio alla predetta Dea, Ne di minor artificioso* gra tia era tlter'^ quadro , dentro al quale vi erano alcune Aipie^
che dalle poppe ingi Veniuano conuertirfi

w foglie

Ou^api

loro erano di bellipjmegioueneile qualiycome dt

acqua n/oityrna

Jirauano di chinar/i alfioco d'vna lucerna acce/a per ajctugarft


i

capeUhfcotc l'idoli con U loro delicattffme mani^yi erano par irne

te alcuni

panniftttlijfmi[opra pergolati, fatti

prcfcitmai i

quali mofrauano afiiugaff^ouerofaldarfi aljohptr adopiur-m


Jeli tntorno,era poi il rimanetite dtfttililJirmfilh^ dt
te

pifr^
detti

campi ripieno^^ con mirabile diuifamento UijUniii^ Jopr^


i

LIBRO TERZO'
:

197
vi-

i detti

filh(^ dentro a t campi

fi /coprtmno diuetjt eccelli

ms[tmtimctjcarine^fi'utti. liftelltygemme^ l'alghe sfogli Arni co altro

fmilt materie sdelle quali io


\

Ve

r/e potrei

adurre

infiniti effempij,

per

efferne

/iato/empre curio/o a

cercarli peri luoghi horridt oc^

culti sfimi ^e firaniit quali io taccio per

minor tedio,parendoci ha

uernefin qui bafieuolmente trattato

Delle pitture che Ci fanno per i Glardi*ni,e le ca(c di ViUa, dt quanto biaflmo fia i Pittori il (cruirrincllcloro opere de 1 diflcgni (lampa qual materia ftia meglio far nelli anditi, nclle?caeeneftud)i,c quali nelle ftufc, enei bagni, &nelli altri loghi minori,
j

Palagi di Ft/Ja per i Nohilh e nelleficcte dentro a

Giardini perche quiui fide hauer pia rtsguardo allx

form^'j ^qualit, de* luoghi ^ che alla condii ione delle per finCi^ perche le pitture ui conparifiano meglto^per do
\

fo le comode pfitur e di quelli con le bene inteje piante ^ @r r//fuate mura^ bene che confideri in chejormafi.ano prima tutti fi
int^i^pba di quei luoghi chefono per ornarli confiucchiyConpittU"

Ye^^' con oropj^ indi


ti con con(tderatOi(^

fi

wenja partitamete d/ponendo

ifigg^t

opper che fiano conueneuoli maturo dtfcorf

fecondo la

forma diciafcuno fer porgerli aiutOjallegria^O' orna mento: Ha venendo a gli effetti^ bene incominciarfi dalle cof
le

maggior t^che fono ^falottt^


(ifanno fiegi

camere comune ^O"

m quefte ut

con partirne nti diftucchi^

dentroifionediccfe

poetiche

^^

dt materie abondeuoliidoue vi entrano co molta fa


bellifiime

tisftttiOKe de bmni^ie figure di

Femme,

dt vaghigli

HanhZS^ di puttmi^con foeluftfionhtp grotefche^cafmtnti^O^


amnali^:s* gli ornamenti-,che intorno ulicuano^
^oao
Zsr

tictnge
le

pir tutto npiem dt garbattfime ,


.

bizzarre

muenttont^ quali

^^

H^
no
materie

DELLA t^ITTVRA
che porgono mefa2
ci

^ha coje in cofi(kttt luoghifono veramente


uiglta y<S* diletto grandijjmo
qiiefe

chi le vede.

Ma. ne' minori

Van

men con/tsfey (^ meno di/coperte per pi cagio

nisma ne Ut aperti^ O* che fono all' ata jpAtiofi^ come le mura, intorno tgiardtntjporticiije Inggie^fj^ gli altri ricetti di/onta
neycon tribune, e/xtue intomOiC^ con altri tali ricettilo* par-

Umenti

piaceuolty -vi

(t

fngono mxterie chefiano di minor fktt

CA delle predette:

ma fa

di cife aliegr eccome fino paefi dilette^

mli^dentro a iquab virano da lontano CittyCaJiellayTheatri^

Torti di MareiPe/cagionif^acctagoniynotationi, giochi di


fiort^di

Ta-

Nmjey'zji fano Faunt^Satiriy StluaniyCevtauri Mcjlri

mtrinucon aUre co/e acqtwA


tutto c^ft
che renda punto di
io

y^/eluaggietnel modo che fttro


Toeth^ non ^t
fiafipra
le

nano ejfer finte per i libi i de' buoni


i

ma/encomco , ni del fatieuoiey

quali pitture

'Vorrei chefojfero fiompartite in maniera chele


colori trop

non aportajfao conjufione^ni alpre^^ per colpa de'

p Carichi, * troppo accep,de' quali fgodonofilamente ifihio^ chifen\a cederne pi oltrt^ perche cifono infiniti , che nelle Jut
pitture nori

bramano altro
campi:

che gli ai^rri,i <uerdh 0*glincarna.


,

ti, con alt t i fimili


li

ma pan o me(Jt Q;/ fcompartitt i fi beU nel modo chefi 'vede tjfir pofie le gemme nelle Coroney^ nel
.

U A iella d'oro gli fmalti fatti di lauori Mifintene dt ^vn giaf


dino alprefinte^ quafi nelmodoych'io dtco.per ejjtre flatoJcom partito beni^imo , (y* molto ben colorito , il quale gi njidt in

Tiajem^

m cafa di M.

Barnaba dal Poz^o, che era dipinto dal


j
'

<

Pordenone, douefino alcuni quadri grandi, con ornamenti pit


ni di coje poetiche, con mnfitr molto nouoy e flraordmario . [e ne fino molti altri,che pur per Lombardia Vidi in quei tetnpiy

g/ ma(iimamente

in Atlano con molte fiorie

con fiuoleyi

quali di compofition di figws^ dipaep^di partimenti.^^ di co


iorito

'

LIBRO TERZO.
hrtto (furUno potuti mettere tra
ri non
belli,f i

i99

m zefiri

pigrijC^dtia

a haueffero

prectfamente pojh

le figure^

O* lifiorie tolte
a,

dalle fUmpe di Raffaele


Itefuor

^^ del ?armegiano yjen\altr


,

mutatio
altre

che d'ingrandirle, e darli i colon

@r ancorch per

conto rmpiaceffrOiio

vemuo nendimeno codftracco de

fktti loro,

per tlconojcerct le
eh' io fra

cofe d'alt riJe qtsalt

come [i sk^cifono notiffme


'vli,0* tnfin

me era sforzjito biafmarli come perfine

garde . *V^ io so 'federe ijeram'te che <-uigltaccariafa quefla k itept nofri)pokhe in molt3gia tenuti eff^erti^e di gran nome^che
"Per

non durar ^ti e a tsnpoco non fi curano di fir nel modo ch'io
le loro

'^sco,S^

pano m^fe il mondo

pitture pofie^o

mandate

douefi^z^oglia^c^

tutto fejfi fieno di alordi,nel modo ch*ejfiforfi li


co(i [a: Conciofia

fiimanoi an^i es^ credjno fin\a dubbio che

hefe esfivengmo e/fere r^pre/i da qualch^" galani' luomOinon fi

ipergognmo dir di quelle abiette ragioni


"^oltCf
'le
'

che fi fon dette altre

li

quali con quanto poco hmoce ji fiuRnOif^ quanto quel

(ano brutte^non occorre

fi infinitii che fono honoraih


te

a parlarne^conciofia che con gli effem cifinopetmano di coloro , che con perpetua lode
li fino fioperti i loro ipituperlj
i

ributtate tut

lorofiufe,

quali fi n)ede pure pure^che pii

Chonore,^ le
ci

Virt hebbero care^che lerccheT^fole^attefi che come fia

Te

ro fi s^ pure, che coloro y che furono auanti noiy ar dittano a pena di firuirfi d^Ue fiatu antiche ne i loro lauori , io dico f

ben quelle erano rotte ^ guafie^

Qj

di pi parti

m ancheuo

li ^

datando espfimpre
te tuttauia quando
le

dinonefieretafiatidai prcjefjori

dell'aia

comfieffero efjer quelle,^ pure quanta


ci e

differentiapa da quefie alle carte'infiampa

mantfefitfitmo^

Via far bene lafciar dtfiueUare pi di quefie genti ignaue , t/' che fono (Panimi abietti, t^ 'z^ili , 0* ripigliarci di nuou
(pra di quelli
i

quali in tutte

le cofe

Uro furono fimpre

dima-

200
itt

DELLA riTTVRA
mi fouen
bora

%
v
ar

mitere vxYtj.abondeuoht^nuomiUode

gtardmettOytlqiide gtk da Thermo del ZJ^gafu dipinto in T^o-

ma 4(i' iArciueJcoHo dfCipri^dal qual Signore era primaJ{aio


richtOiZ^ ornato di motte belle ftattie antiche

^^ moderne^da

mura fece iflorie^^ figure duofe baccanarie^con diuerfi Satirl,Fauniifknciullti^ donne ^per alludere ad alcuni antichyche mi erano^che per efiere egli ricchi fimo dinuentioni fi ^enne con molta deflreT^a accommodando con altre ntichit^ delle iflejje miterie^ le quali in altri luoghi uano /colpite mlli
u intorno
alle

fkccie de ^lUt^che per t{oma fi trouanom diuerpiuoghii doue ^ che fiittca fi pote-a comprendere da quali fojjiro tolte^da ben

prat fichi difiegnatori delle

co/e antiche

egli

hauea parimente di

p40 capriccio raggiunte di r^olte^O* ijarie T?oe/ieJe quali fi con jkceuano benis/imo con le prime icle njiera?20}ra accompagna-^
tapoi quefi a pittura da Vna loggia,ch*egU dipm/e di grotte/chi^ ne^cofiben colorite^che /iinnoflupire ogni per/ona dtll'arte^ (^
di quc/li ^ludtcofi andamenti / ne njedono in molti luoghi per

^oma^(^ per le 'uiUe d'altri Signori*le quali non da lui /alo: ma da Giulio '^^anoyda. T\affaelei(^ da V>aldafiare da Siena^
fono dipinte con quelle ^varieta^tS^ copte d' mu^nt ioni piace uolf^ nuouCiChe dette fi/ono : h\a rea l'adornar i fi udij-^ queHi

quah fi dimc/rarono quan dofidi//e delle logg/Ui/enon -tj j 'aggiungefie t quadri a <^glio,
tf/arono quafi le medefimepitturile
i ritratti di naturale diper/one lUufirtyt quali /o/jh.o dipinti per

mano di ecce U tufimi maefiny<(S^ chv i /compari tmentidesfi fiu. dij/^f/tro fiitti con gli ordina Z^ con gli dijhgni loro: { onctoda
cht

U cnjeyche Jono rars/ime^<!^di

^ranpttgio

Jom quelle^ che,


ma

da iSig>ion fi cercano per i loro fiudlj, per fruddvfntu^ mas fi tnamente di co/e anticK^che /ono ver lo ptycom dir medaglie
4oro,di bronco i

cCar^tOiCo/ite/le^

^ (/gurme

di

mo, '0*

dibronzp

LIBRO TERZO.
t

20r

^i honxPiO dialtrepretwfimatete fcolpiteiC fono poi Dialpn


Cametje Gmevi Swaitii
(|>

Qntjialli

w jotna di cofe yarie,


commtft
le

di artificio rrnvabileys com' di tardalo di

tauclcy

-i
te
'

hanchtje cor?iicii(^ gli arma) ij.con l'altre co/tpt minute^tiei


quali poco fin,' agioo de Tutori^

@r com'lper

ri.fo

(g;

per

hdle-zjz^ la rmltitudine de' lihiloro^wfieme coti gCn.f^ omenti

warhematici,
tiatt.

^
i

altrhftcondo lefientf

m ci e ejjijom p. u incita
^

Ma coft fitte pitture fi conuengc7o anco) a in quaf tutti i


minor t^come iricetti piaceuolt^ gli anditi a de je alt ^ A
hagm^alle fufe ^O* tutti ivtpofigli di cajai n>A

'luoght

'* P^ggtf^oli^a

^e dx adattarli pero co giudtco,

"variar lift l
s

ondo he Tn luo
i

^gopi che ad -v?/ altro s'ajfettano^teraoche

come fopra

carni

fi fi dipinge delle materie di cofe lo^nee^cofi ne' bagni, (^ neUt [ite


^fe

dehonfir/i di cofe acquatici, (p per quejh aueitimenti h


continuo fludui

mo

jlra d^iauere hauuto inoegno^<(5^ difcorjo buono in


'^di

quello^ ch'eji

//

adopera

^Che mnrrrie d
t,

pitture (\ dcuono fare nelf inuragicdiVuo ri delie chicle: Come gli antichi ornjuano k taccate de le ca^c loro, di c^iie lo che loro et iiuiene a* ccirpi noftri,&c^ujli

colon pi

fi

contacciano c^ucllf.

I^M^p E Fm qui fi co ler a be>ie le cofe d ue^ft^e tante clyah rm^^^ biamo narrato^ tnfitme to Li moltitudine di quelli e \^^}^ ferii puchi fifono dtfritti da ?,oi, fu r a tnanfefo he ^ot2 co ifijono or narnenti di tutte lefkhru he m Hi molta ^btfa
li.

fi.

ci

:^li

di colro che con i:trrc le firn n'^

ma

fi bene neldifj'grin, zs^

rielTm
ci ci

uentO?i-,che dallo ingegno fi caua


yef.i ancora ntl iar

de buoni

ariefj> i

Et per

compim-no aiU nofire prot)fie wa'.ericy a dir


Tempij^e
//

'iitulche cnfa dtlld pr-ncii^al fnccxate ae'

q'^elle an- o

Va delle cajl:j betn

ai i(,mpi nofn poche


^Jj

fano lejkiciate de Je
d
i ^,
cbe

202
ftj
,

DELAL PITTVRA:
,

che fi ^eggAm modernamente ejjer dipnte , g/ majjime con figure i 0* con ifiorie de antt , C^ nondimeno ci fareb'

(?e

qnafi efier neceljArio

che nella fkcctata dinanT^idi ciajcuno

ci

fojje

almeno l'imagtne dt quelSanto, Santa

cut il Tepto e de-

dtcdtOyZS' chejojje dt cmuencuolgr&ndtT^A-,

(^

Jopra rutto i^

pinto d^ bmnmaeftrn^O^ cfutfto


teca maggior deuottone

SI

perihe auando ben fatto ar

per e^er quelle figure dt

penht ti/oggetto lo richiede Santini quali non jono mai dipinti con
jedeltyS

quella tndufirtaiZS^ con quell'artificio cjiffijon menttuolt:

Ma

ad alcuni pm

piacerebbonOiche quelli Jofjero di riltcuotilcheedA

commendare ancor a.pur che come delle pitturejafiero aggradino li, delle quali poche ce nefonone meno co umano, ma delle Chtefi fi
f fia detto bafian\a: pafiaremo alle facciate delle cajjc.^ched gli Antichi fifecero ^quando con le ^irtiti^' con larmi fi procac
ciAuano ^l Imperijje qualiMtre agli ordini decolonnati.i^ de*
'paniychefcompartiuarjo in quelle e pietre Orientalhponeuano poi

in molti di quei vani deltifiore di ma.rmo^ih\rano grandi

^^ fi

mofirauano e/ferpm che di meTj rilteuoy e tat erano


Le jpoglie delle loro fucciate:M.A nelle nicchie vt

comuntmte
tondo

poneuano dentro
eh* erano di

di bcUtffime figure dt Lron^oyouero di

marmo,

ftlieuOi^ fpiccate da quelle

^^ tfigmficatt di qucfiefiolture do
l efilgtepcr l'attioni di

ueano ejfiere figurate


li

le pi

volte con

quel

Herot 'ufcitt della loro progeme ^s come con

Ifiorie

rappyfJentA

u no le loro -vUtortCiO'di
prefie grandi

quelli fisa, the poi tlpipolofitceua gli

ai chi per le ijie^dou erano ptr pajjare triofando

quando dall :m

ntornauano a V^maiin teftimonio del lalor loro,e


ancorafi ne fimpronoi fiagmentine* cauan^t'ti che

degli archi ce nefono in piedi ancora in pi luoghiiCom' anco del


le fiorie^che

fifinnofitto lantiihe

rouinCy^ alcune reliquie fiuro

pofie pochi

jinni/onoper fjfoglie dellernuvA delprtmo/copetto, che (itroua dt


tr
'

LIBRO TERZO.
$rn i/palagio de Cofei^atortje quali

2C|

/par/cy {^ n'ho Vedittopot moltt^c)

prtmA/ Jauanfer Kcm4 ancora hanno It Cittadini Ro

fnani-,^

U tengono ne

loro cO'tilty^ giardtnu nelle quali nifi

no di molte figure dentrojauorate con grandil^.pratticaiO' dtjfi

gno : Ne
fa
e
t

tofiar qui diruipoi quanto fia grande ilnume o

de

Je figure intierCyO' ^tccate^che et fino

de gli

antichi^ii

am.oue

fmulacritotjj teneuano nelle loro cafi

deUor Dei. che fi

no

infiniti,

bAadt quefie maniere di jpoglie perfirmi conto in Ita

Ita fifino perfi le Jorrne:e perch* io

non

'-voglio r e/larefinz^a dire

di alcune: IO ho 'Zfeduto alcune cape Ile co figure grandi dt

maimo

Jtte in honor de Santije qualifino molto belIe,com' in Napoli,

in Genouayin FtorenT^iin Lucca,h *Tifiy&'


fio

m ^lianosmafi
Aa ritornando
fccia^

tanto radhchefipon^o annouerare con

le dita-

alleficcate^tofilmo ^che

no

et

parr poco l*imitar con colon lepre


fi

dettejt mphct n'.ete^ di marmo^o dt htcT^^o^che

maffi

me i

Cittadini de tanpi nofiriy(^ yfiremo gli efirnpi


'-vero per le

a dimo

firarui il modo

medefime njje , che t migliori Pittori gi tennero,^ fia t primi fu Baldafj'are da Stena^ e ''Polidoro da CarauaggiOiO' de II' opere di co fioro n andr fiegliendo quaU
h'<-ifna

de Ut miglior i^che fino in Roma, perche a dir di tuttefa'*

ita fiuerchio Fece Baldajfare micino alla


ri

ptaT^de gUAltte
tutto'Imondo^^

vnaficctata di chiarore ficuro^ne Ha quale yifigur Cifiorie di


li

C efare ^quando
pi

fiono freftntatttl rtbutt


li

da

ad alto ^i

fnfi di tondo rilicuo

dodicilmperaton^i quali

pofando su

certe

menfiU moftrano le vedute dal difitto in s,ihe

per opra talefiimo che ho fi p^ffi finger meglio^Vt eynfiegiofiotto ifto<ie^douefia enti iodifino del naturai ritratti tutti t Cardi
nalhdtqueitepiyeda hafio
tt O*
"vtfiece

due g? an fiumt-i

co alcune

yir

altri ornarne tinche fono

molto bene inteli

Ne dipmfe un al
lieuo

ira M.FltJfe da Fano coCifiorie d' Vltlfe^ibe paionopropriodi ri

^d

'DELLA PITTVRA 204 Ijcuo} ma Pdoro dtsJepi opera, dt lui a gue/Iep'tttio' fcome s' dctio) aUroue^il nt4aljra, le molte "ne ject unaprtjj PArmie
alla cafa dellt
tiji cor}

'

pwoli cou

It lotte A?itiche,

CS* Jftortc deja(crifi


Jie(se.Ce n' pur
le

morte di Turpcia,cheJuo d:
alla M/V;r;w4
'-L'T'

marmi

di

ccfiuiuhmo

alirx

mila quale ijijcho

Ijone di

Romolo:^

meo/io fece ahcera aajacciata dt La C^fh

de lU (ignora
le flotte di
//

Co/larj^^a, dotte la

raPma

delie

Sabme-^ dijoito
^^' ^^'' ^^^'*

^V'^^-* ^' ^P^-^^ priotorjt/opra la porta legati, t quali /ofjo miracolo/t. Majf le

s\uttOiC^dt Oratio,

(^

fili maraiti'^liofe che fece irfiine

con cMatttrnioJoKO

le

Faceta-^

te de

Cadi vicrno a [a Stmco?:e , Cene iofia


d'-iro

cofa^cht tu e io; 7.14*


r.e

tncrs wfinito dicoft belliffimCie ditterfe canate dalle aritrche,

eredo che per alcun tempo meyitre

lagrandcT^a de T\oma7ii

f ne "uedcffe mai di
lefpette che
ti i
"vifecero

riletto

con taAo artf. et io, perche oltre tutte

de*flicrtfjtij fecondo che


,

cfiumarcno da tut
dt

tcn:pit T\omar,i

ut

un Fregio lunghifimo
momiiont
j

un

i/jertit^

chf.

u a imbarcarfi
le

cori

tutte le
,

dotte fi 've de

a ?/^
l

vtolf nudine di gente con donne e janciullmuche tutti camha^

no

uerfo

nata carricht
,

con bt/ltc di pi forte^m^r erte per

ufo
co

Mviuer lo)

(^ alpne dt quello

-una battaglia di
,

Kaut

tutte le foglie dilli lfruneti antichi

quali erano tutti

coft

fattamente amcchttt d diuerfi


jregt 5

lauortt che eoli

Vnjlupor a mi
Iforte
^

rarleipotdifottoaquefleyifnofigurei
le

oltre altre

quali firfero dt bro:^Oiche paiono


,

aeramele di metallo^
"Vi fi a

C5> che efcano fuor del muro

^fopra
--z'aji

le

hneftre

pur

cefi

fntt

dt bcLijfimi trofei con altri

pieni dt {7;v:^arne compat

titimpinlucght di quelle^

ZS^ certo chefequefleffoftefofero

fiate da "Z-ero^fi come erano fute ^nonpenfo che


Jo'fe
i

maimuno

fi

urato di -zeder me^Jio


ingoffi

fi lon "veduti poi dopo la motte di

1 fioro

f gii

^^'g^l^^i in tal

modo ,

che di

que^o miabilf.
re.

^1

LIBRO TERZO*^ lOf quap re ft perdutoftto [e'vU:Co?2cwfiacofa,che fripefo di


Kuotio tn quelle fkrui ijont co figure ^C^ altre materie tutte C9
iortte

7ielmodo che ft v/afiir nelle fiale


chi

i^ dentro
tiri

palagi de Si
improprie^

gnor ittiche uien btafimato da

tntede^come di

cofie

^ZfolgArtima perche

fi s

a alfine quanto fi

dietro tujo del

(le cofi^nan ci par di douer refiare di nod^ruene qualche fgnaUti


efipi^att'efi eoe

mai non cifono mancati dtfieruire a t patroni g'

atM

di quei,pur che effi vengano danari . Tiico

dunque ^ihe
tutte

fra Jt fono ripiene difiicciate


le

molte Cnt

d Italia VeneitaiCenoudje TefiaWy


colorite^ s

qua

com' Mantouv

ma non di
Up:a2^':tCL

tante figure :ma

ntomando a
ef

l/tnettayto

mi t amento dn^na^che
la

fece gi Giorgtone,(h
'dt

a da Cafl elfi anco


i

quale su

^Polo, nella quale copartita a quad>

cdpartittiCy coloriti fo

&* dmtrfefkntafie di co/e affai buoh e^ZS^fia l'altre /"fione^egii nefce <-vna a oglio launrata su la calcma-ichefiafortc
no
fiot ie,

A tutte l intemperie
ci di

dell' aria^quafi

fenz^h uer

nocumento-,

<(S*

^ran merauiglia
che per
oltre

alle perfione dell' arte.li


iljondaco

mede/imo dipin

f la fkiciata del palaginMetto

dtT eedejchhconmolte

d^ ^arie figu

e-i

ilbA

colotito^che ni dentro-^njien cO'

mendata molto^(^

a quefie f ne njede ynaful Canalgran de dtpihta da Gio, /intonto da Pordenone.douefi^a [altre cofe di
(jurtio

merauxglia^^i'Vn

caualo^ilquale fiurtart^olto bene^


Cariarti

@r ijn Mer cui i),che "vola per

qu algirando per ngni lat

to^d gran merauiglia alla gente. Io ne nuidi

del medefimo Ja quafece a un certo

Mantoua i^na ViSVaris^ch' erahuomo nQ^


le

biky(^
njn

d'alto ingegno ^dou eoli fiotto la pi alta cornice ^dtpin f

fregi di colori con certe lettere antiche fi a

quali Vi fece

rvn numero dt fknciulli^che li pafjano per


(iorie di

enti o per diuerfi

mo

di con legarli con beUi(,attttudiniy(^ difetto vi fono

aUune /-

V enerefiioue., /

Piatte con altre poe/ie :

U [imiU

inuentort

206

DELLA PITTVRA
igtardmty^ Corti ycheftanfef
,

nttentor pi [i conuengom

rateyche ne predetti luoghi, Hor et fono poi molt*altri luoght/c9


pertiyche q(4fiopr9p3fitoftpotrU adurre fjpmpi dtejji
/

qudi

per ejjer notprefjo poco. li a/ciaremo da parteiwfieme con tut


te quelle coje^ihefono

comune a

do-^i?2 ali, effe ndo

quelle troppo/c

parate da nohe troppo abiette. Secondo dunque la ncffra mtcntio

terremo hauer dmofrato tutte le cofpiu rarcy eh* era nOiCfono ancora a tepi nofln dipinte da ptufkmoforte fct^O^ft
teyprima

tifiamo fpedtti co pocht effempi, non perocch 7iOnfianopur trot> fo bafleuoli k g ingegni fottiliy(^ eliuati,per non et pare did9

uer haue^e di qHefa mxteria a dtfcorrerepiu

oltre

Di quale v!rr,viti,

5c coflumi deiie cfTcrc ornato vn ftteti re eccellcnte,con gli cITcmpi cjuati dalle vite de* miglior Pittori , & pili celcbn*,chcinailino fiati, cofi antichi co

me moderni*
Non pimo g a che fa inutik come per a* fne di quefli tre libri} trattare d'alcune d quelle '^tn,^
1

mamere^delle quali deu efere ornato njnbuon Pitto

re^f^ quefo acci dtmofirar fi potejje daua?ti agli huomim mx gnanimt,Q;/ Virtuofiche/offe dimoile bel/e parti compito: E ctY

localo forfi non farei fiato ardito d^ entrare in ^uefo campo.non


gi, p'rche ci

non

f conuenga^ma perche e enti aro ^n maledi t


volgan^O' forf anco de'faujih

to a!?uf negli animi delle genti


i

quali par tome natufalCiche nonpoffaejfer Tittor molto ecctlle

teyche

non

fia

macchiato di qualche bruttOyO* nefando uitio^Q^

cheappreffonon fa accompagnato da njnhumorcapyicofoy CS*

(^ tlpeggio che molti fiocchi di quejrartefrv anno nutricando infirmi' errore con una
fntaftico per molte btzjtrtedi ceruelloy

dJfcttata,i^mamncontca bi%arriaifenz^ trarne profitto alcuno^


tenen^

LIBRO TERZOnt
fiant

207

tenendo/!per ciejjr molto firjguUrt.-^n quavto fimiliopmio"


erronee i(y lontane
dalla,

njertt^jtpmfkr gtitduioper

l'oppojttOjCon

gU

efftmpi

de* g A pt9po(it eccellenti E^ dunque no


fcrittori fkmofi^che Apelle^O'

tiffmoper

le

memorie di tati

Oeu

jijurono veramente t primi fiaglt antichi^ O* eccellentij^.fipra


gli altriiOnde chi legger quella mirabile tnuentione della CaIu^

da iApiUe^^ prefentata al\e pefua dtjfc^ Jayficome raccontano alcuni Autori^fra, giudtcio di lui, che non
macchefu
dipinta,

Job

fta fiato fingttianjjmo per l'eccellenza dell'arte;

ma ancora

accopagnato da "vn prudi ntegiudicio^per molteJcien\^i^ di rd


nfjime qualit abofdeaoleiejjtndo che ft troua ripieno di cofibd
-/f , dSr dotte confiderattonti

auerten:^ejcL e

par che ipiu

alti

in

,gegntque/a materia defcrtuendo con Jornmo loro piacere ^ da Je jup {conof-^ per ci fiirnano cnflui douer ejj'ere flato rietino di
'

pellegrine

mirabili attiont tn ogni fua co/a. Et perche


ajfprejj

hauen*

'do confiderato
'

qnanto tg' [offe gratOr^ amabile al M4


{e

gno AlejjandroSi come a


Re,per

potentifimo /opragli airry ilqt^al

i tfjlr di natura alrieroyer a r^caffario ifot fi migliar il '-/aper accommodarfiallejue "voglie con deflro modo^atte/o ch'egli

^alie

mite caduto

mfuror e nelmezo de'fuot conuftt^fi daua ad ve


era talmente ambtiofoyche Volf

.cidcre
efjere

gt intimi fnmigltartitp

nominalo pgl.uol di Gioue Ammone^ (^ fu etiamdio iraco do in modoyche fece morire Calt/9ene,per hauerlt detto ragiona

^oiSe tu /et DiOiiome tt


tnortalh'^ non cerchi
idi ejfer mortale:

tieni d't/ferei bene che facci benefitto a,

huomo pen/a/empre Onde da credere.che ad vn huomo tale gli juf'


torli il /uo\ma/e fei

fero molto da lungegi fciocchiyi Tfitiofit^ gli humorifihfi bt

neper

{e

'-uirt loro li Jofjero

Hatigratifimt

Ma ritornando a

dir d'ApelleJo dico tch* egli non doueua di certo e/fere eccellente /
Jo nell'arte delia Tintura s

ma tn molte coje ancora : Ond'to/om


a(lutt9

20S
aflretto

DELAL PITTVRA,
a dir di
lui

/opra d'^vn fuo meramglojo autf chcbht

concerti altri Ttttort^cjuarido d'ufwgcndo a proua a-^? cauaiJoy


e temendo del gtudicio de glt
fkiior de' giudici ver/o
i

huomtm iC^ entrato in fofpetto dd


menati attorno
i

Juot attcrfarj^ chiejc ihe /entfitjje al


ritratti

giudicw de'

Catiallt Viui.t qua.lt ejjneio

di ciafcuno,an7itrirono a quel d
tLO fu filmato eifer ijcYifL

/pelle Jo 'amente^ilqual giudi--

Ke

meno da duLitar

ihe

Gt ufi pari

mefite non f e appre/Jo di uC) fi popoli in onifs. conto , ilquai^ off douendo fare Vna tmagtne dipinta di helltT^a (frema , da porfi

veli epio

di

Giunone dentro la
i

Cu fa
l'effe

di CrotOhefece ch'oti/*e^
tonceffh liberamente di
belle ea*!o

ronelcovcdio

Crot ornati jl. e

p
/

ter raccoglierete^ m^eder


ro, doue di qnt l nu-mero

nude quante

ne U Citta

rie felle

cinque fuo g iuduiO: Ve^gmi^


j

ddllequali

tolf, e

rapp^'fnr nella fu imagtne quello c/mct^r

fcun^, era ecce'Ienttf.dt ivnnefca bellez:^:iiilihe gli rtuf fecondo


ci)

eoli s'hauea imagina-o.

Mj con quali cofiumt^ocon quali or."


lo

dtne^i^njirtuglt antichifiwpruifftro per qufUrt,ce


flra in gran parte
il

dimo

buono Epimcmde Tutore l\odianOiil quale


C5> cupid'ffmo

per Cloche era,


part da

di

abo SpirUo^

del ycrofintiero , fi
,

T\fld',

^ f ?/and m

Afia^dalla quale

dopo che molta

tempo "Vifu dimora toj fi pani An^oru^ c^ ritornatofine parimente

Kodimit nondilfe cofa^ch'eglt mtefohaueffe^o <ueduta^7. fkt tAionde mer attagli and fi di ci li Rodiani lo pregarono^ che a lor
yolejfe dir qualche cofa di quello ch'egli

hauea VtdutOy patito,

tquAliin cotalguilarifpof :
rnare^pcr n^farmi a

lo certo

me

n andai dui

a.ni

per

pamele

dieci

me

neflittt

Afaper apnn

der' arte dtUa Pittura, (^ fci ne ludui in Gteciaper {cfumar


rni

tacere, (^ hor "Volete ^'oi,chi

miponra mparoUt

CP^ in

con

tarui ncne^ 'l\odiani/a cafa mtafi


delle

ene ptr

Teder l'ecielJenzjt
(ht

mie pitture,^ non per f^^er damt noucidouc

fcnidt*
rtf

dt

LIBRO TERZO/
^iltre

209

ff dt (o^ui ficmiprendeithe glt Antichi ttneuano c^n la pitture,

honorate dijcipline^Z9' certo ch'egli molto necejpriOiol


i

tre le ijere nje de' cofturnti

buoni littori Chauer notiti a et f

tontmuoftudio

deli'

ifi

or le^^ dell'altre

/cten\e^efe non mten^


perche

dono Capere Vitine ^fl udino ultneno


(?y Jolo

le ipolgarty

da

cjuellc

^ CAUA tiretto modo delviuer Chrifttano, majtfk huO'^

C tntientiom^O' per t /oggetti del fkr le pitt'Are.li giouArdnno grundtmente^ s come diffi al prtmipio m^pirlir de'libn k tale (ludiopiu nece(piri^^(^ diro prima, del
tno ejperxo^e ftgiiOi(^ per
le

Sacre ijlorte:

l'ef^srtaro

a tenerla. BibMytl
,

tefiamento nouoja
"vergini^

njita di Cbrifo.q'AelU

della,

^adonna^^ delle Sante

O*
te
;

^xrtiri:tllegend^no de' Santi

lecite de' Santi ^-adri^


per mano di buon mae-'
i

lonL' Apocalipfe di S. Giouannii poich di tutte r^uefle materie ta

ho -veduti dijfegnty^ pitture tfinite

Jhi. Ec circa ade materie


trattano
d'ej/L

projzine boniffmi fono


co/e che/ono

libri

quali

deli'Jloiie

fy>mane^come di

v ere ^ZS^ piene

mpQttim\ (gT profitteuolh (^ maf/ime quelli che/ono de'* de/critte da Plutarco , O* dietro a quejii *z>i Tttoliuio , /p^
ftano Altj/andrwo^ZJalerio SuffimOygti httomtniUu/ridelPe trarcaje donne lUufiri del Boccaccto^^ per lefauole la geonolo Via degli Deid' tAlberico.cioe del Tartaro Je trai/ormattonidi

OuidiOyO com'ed' -Antonio Apoleio^O* l' Amadigi di GauUyXn'^

Geme conalcun

altre opere, che/ono de' pi moderni^

pur di mate

ne honorate-t

piaceuolv. M>i d^ quelli

qua

njanno conne//

on Ia pittura^non /ono per niun conto da U/ciarlt in dietro^per*


the fra t primi e ZJftruui9,(^ apprej/o vi Leon ^Aitifla
itj

A ber

O' pm O* moderno de gli altri: b i veduto poi non gran tepo fuori lapr/f ipettiuadi M. ^Damel^xr bar ordalia quale/e ne cauadihuonr
dop' que/h il Seriin B Idgneftytl quale ptufacile^

^mrtmeati)^

que/Hjaranuo ottimi

f et copor l'iflorle-,

^ per

Ee

l'opere

s9 U
U

DELLA PTTTVRA
U

fopere d* architettura ^ta quel Pittoresche fu quft tin mraH


Tttturoi hyche Accompagn con l'Archuettura,^ co l'iftoru^ ^ uftcayQ^ Tocfia:fn primieramente Gttto Fiorettno^ dal

^uale ft ijide <u/lire


%n che Jepolt

U prima luce da quelle horrende tenebre


che quanto di lut (ttroua

era^^ certo

nonf^
era

m^^or p'^r i eloque^ich'eglt per l'arte fijofjes^percw punto dopo a'quantt


0 cominciando /ecoli

egli

amato, z^ nuentograndtmete da/uot maggiori Ctttad nu t^(

non juton menpetjittt quelli eltuati

ingegnici quali diedero gfv Itimi fini di perftttKtne alf arteria di

da Leonardo Z)incty^ fegmndo {.ol rimanete di

quelli^chefifinotuttauia nominati da noi per quafit lthri,i quS"

It/uron grati a SignortyC^ ad ogni gente yconciofta


ionofctuto per proHa,che douendofipratticare,

ch'efji

h^^ued

far tutta e> cuer

ma per le corti de' gran Signori,gir era di mefliertioltre t'tjjeree


te Uentihauer ancora di molt*altre iptrty(^ qualuaaprcjjo^do^

u accompagnate nacqut/iajjortputattonei

(gjr

btneuolenzj't

per cieche troppo ci eihiaro^ch'ap ejj

a i buoni Trencipl^c^ alle^

magnifiche {epubliche yt/ono fi atti buoni Pittori per ognitp9 fer i quali appoggi mettati Pot^O* per gl'i honorati benep'ctj jt Jl

no

affaticati coi me-^a delle Virt loro ornare il

glti

mondo di mera-

(erto che per quefie ut e fi '-veduto

Tit torifkrfibrati

diy O^fkmofty e

no col mex^ de

capricci, o per le bitarrie, che fi fon

dettet (df pereto bene che njiftiano

da lgli ^ttif deJlepa^zje,

(^

Ha delleJalftaticheT^ine fif

aftrattiene (ijiiccia ithi^arro ca

difconct (tti^nt con parole flomacheunli.percioche qutfie cojef

no proprie de gli anirni abirttt^e fdt^r^ci ualpiiifcufeper


chi dell'arte

i/ctoe

fi con lo/ludo delle difficult\che fitrmans ^rft eccellenti: polche per gli effmpi di tanti ijaUnthuomt*
coprir
.

ni (itrou^ effer tutto l riue- fS


eoje^chs^x-ipojjono apportar

Fuggirete adunque tutte quelli

yi rantom biafimo^ihefom " Itborte menti

.'LIBRO
mffnti,

TERZO.i

Vii

foj^entatomy^ hr2tmperan'^: ConcioJtA che te perfine,

hnorate,^ the fino d'autorttye dtficultA abondeuolhjurorn}


fimpre tjue/ie cofi contrarijii^ pi d nofiri che mai: io dtce Je^ue Ut fider bennmm Ape Hi nella pfUtfra,penhe no Itpuo cn
P^ar nei capo piacerli

fatti humort^t t^uaii 'z^ot

oltre altecce

kn^A
mete

delibi '-utrtyC delle

buone guaina rvofire^mgegnar Vidohonorefi ne caua^

di tenerut li amtci,perche qtieftifin quellt,chedafi Vtpro^

e4xxiano4

Uuon grandt,dA quah nAtlexis*

apprefSo sUngegnana-yper tl'palorch'imVoid'accofiarm

*Prenctpf^f^ aUe perfine^che fino plendide,0* cupidt-di


iofiico^iciofia che le

quefljt

^oftre fkttche date a cbtfiruoglta , che non

fiano perfine qualijjcateydtuentaranno^tli, KMaJruendoagU

hiomtm gr^ndtyfer l' ombrn di quelli^niuno haur ardirefin\A


molto rtguardo di poner bocca,
alle

buone oper-c njofire^n cCirmi


dipingendoli alle perfine pnt

Me, duraherle m mun modo:mA


UfitCiS

come

^tfifi accadeihabbtfi auerte"^ d'adoprarft

m modo

the dopo le durate fkttche^non (t uenga alle contefi^tlche atJtng

per loftudiOyC per t artificio che da


re "vfar
iccht delle genti

'v aleni

huomini alle fuefigt.

p fule^per ejfirlidi nouopcr le pitture fktte da gangli


aue^ a ueder cofe dt pocoprcT^^O* cenamele

ihe per {juejia cfiifione dclnanficonefiere C opere devalent'hua

mintane rimangano le pi -volte^ft grandemente offefi^O* cons

Jcano certo
no furia,

tjutfio

d'ffettoduer efjere all'etk loro quaji come ipn


(jucfio j; perche le belfopere (i perdo^

detrimento irjeuita^iU^^

ancora perche i buoni sbracciati fi arufi^npic^


s\ d'altra par
:.

tne s' detto

ahroue) d^uer^tdur le Jue perfette:


efii "V^edeffro
$
,

te haurebbono animo afjki cenando

ihe cen debito


is

premio hffero accettate per


hora altro aiuto porgerui
,

(juelle,che le foto

del che

no pojf

ne darui in altro modo rm^'dio

^jmf

h'in quelJj,ac/ qua/uoi vedete cL'tom affai fco,C^ in tato/ari /. opera ^

IH
con
le belle dii

DELLA PITTVRA

tfera <^6f!rA dfidArif con wgtgnoy


KS* mfegnunde il buono

con defircT^^a fcoprend^f

k gt andi nelle httanepitture, (jty infume

voi mantener l'art/emf^ e nella fuaijera lucere

nella fua perfett ione i

ne punto e da douerturbarfi penhi fiyo^

glia

che meghi il buonore tenga ilcontrarto.perche tmagmr ut

ilouretegli ecce litifl,^nticht


ti ne*

quafi t moderni /conti i hauer hauti

tempi

lorOi

^ pur

efjicon de(in

modfi ripararono^
,

aite

far fi/epperojperchefi racconta d'Ape Ile

che eJlendoliAhdttti
ch'off-

Aleffandt o 7(e a cafa^ O* ragionando con efjo dt U'arte men

m/mente^Apelle li diJJeditepianoirnoflrandnUthet
che tritavano
7:^ato

fiittorini^^

colort,Jridtuan,

ti

medejmo Ape ile fu sfar

a dar ripHt attorie all'opere dt Trotogene in l\odt,per rime*

dtare

a quel difettojdt a

che noi ci fiamo doluti difpra, egli

com

fratta le pitture di quello gran prez^T^, onde per tal ri/ia aperfi
gli occhi della mente
Tsodiant^i quali poco^o nulla pr ima

fima

uano
ejualt

quelle

JVa che

dir io dell'opere dell' eaellentif* 7.eujiytl


d' Elena

hauendo fatto vna figura

ignuda dtfoprema bel

lez-^^a^ZS^pereJJerpocofttmatayegliflefjola magnifico con


cpojii

njerd

dalfuofelice wgegnoEgli no metteua opera fuori difu^

tnanOiche di quella nonfcoprifje con paro le


T^aychevi era dentro a tutte
che
le

T artificioy^ l'eccelle
non da imputarli
gli

genti ,

ti che

lo fkceffe per gloriama perche /offero conojctute^e perci

venendo a tpi projftmt fi coli , to iornar Gtotto^il quale fkcendo <un panno azjtrro a njna figti
huomint fojjero
g^tifi.

Ma

riC'hauea dipinta a

vn Gentilhuomo Fiorentino fi diede a cam

pire inprefen^a dt quello tutto quelpano a*a\Hrro^(^ indi piglia

ombreiper fkrltpot lepteghefiure^^^ cominciatoli andarfo^ fra con quelle^tl Fiorentino lo cominci a pregare y chepevniuT
fo
l'

modo faceIfe

le pieghe

con quello fcuroi

ma che lo lafciaffecofidi
Gtoti^

'vn color e,ferche It (arcHa^che loguafajji^ ti chefentendo

totutt9

Libro terzo,
iOitutt sdegnato prejcftihito
'

t^j

v cortelloy O* l tiri ^i tutto il diriAi^^ colore con efjOy<S' fot it dijfe in coUrayche lofio f h leuajji^ ti>\^ che andaffe da ostegatje cofi lo ijolcua^ eh* egli non et.^ mafirc da. (kr campi dt coort, ne meno era T^ittore dapArtJuojp,

fotcheyoieua dilettarfidt quello.coegh nera del tutto ignorate^

maggior fcorn9 O* lo[caccio "via. }Aa di quai maggior bejftt Ju dipoi coir Tietro Perugino, il quale non era punto inferiore Giotto tlqudefu ci larnato 4 Roma a douer dipngere nella CH^
j

fella di Sipo Quarto con altri maeftrtproua,promttendo cola

dar maggior premio a chi di loro fipor t aff meglio a di fingerui fui muro vna ifioria colorita k frefco ydoue fi-agli altri rviju 'vn Cofmo l{oft Ut pmor Fiorentino^il quale per efjtrmen
ro "Voler

buono degli
gli hebbe la

altri tn

taLopera^^ conofedo

ilfuo diftttOyfece in
che.

rnodo eh*egli loafiuttapreual/ tuttiuoctcjja

ridotto ch'c^

f poi fua ifloria infiefco al meglio chijtppeji di jpion nuouarte a ritornar ut /opra , per il che fi dit de a > copm U
.

quafi tutta confinifftmi a\urri olir amar mt^^^ con bellifiUanhe di grana^f^ con fiammeggianti ccnahih^ cofijcce a i T^erdi^

^a

i gialIt,Z^

apprejjoiperche tliuoauijo

riufcifj'e

meglio^dudc

i^durni ancora

tutta

lifioria con rofintfi,macihato^e tutto eia

ch'egli adopro in cot al gufa lofi ce confdatofinellapoca intelli*

gtn\adt
ejfe JoJJe

chi

doueua dare il premio \S^ ^re il giuditio qual di

miglior e yi^ certo ch'exit tocc nel ber agio: Pinioche

'penuto ilgiorno ^ih* ogni yiatflro^ douea ft oprir la


tglt

fua opera^cofi

ancora

Jcoperfi la fua^ c^

nonfinzjt rifo de gli alti i matfifi

fchernendolo molto dt cofi^U goffcT^ima andatt rveder qud


liyh cui loccauafire il giuditio^O"

dar

la vittor/ay

coirne^ del

predato premio alpi ralente: giunti thefurono a quelladi (


fimo glt
tchiifi
a;j4rri,e

l'oro.Q^ gli altri firn color lygit ahagliorno gli

yn Jtibtto^talmeme chsm riceuette ti

piemtofromt/f^

ni

DELLA PITTVRA^
con oro ^com era quella di (^ofimo,acci$^

tome mtgtior maefiro de gli alm^c coftfu poi co w Andato a Ple^ ito. @r k gi'aitrh<h dotte fer capnr le loro opre di migliori atur

rii^ {ieoufjprotoecAr

cht corrifpSdeJJerotutte in yn modo^doue che tpotten Pittori mt<

7^ dijperatiijimifero a ingoffir, tutto qutl buone ^che ri era dcn[ tra dt lormano, Eper <erio lftimo^th^ f non JoJ^efiato tlgra
Ikme^c'hauea la Jet. me, di Giulio

chefofjeU ^olta di detta (jipella dipintaper


gelo Btonarotiintimodojche
fi

L diqurjleprofefjonh ajr mano d Aicheln>


oftumt di fkr quu fantocci

fede colorita con[empiile terreni


ili

fenzji oro^ fi terrebbeJorji fin cju

con quei coprimeti,e rttou^mcnti duolori^che fiJon detti}

ma

rto, ch'egli per Quella '-volta eofiwi) atde leu^ la bcnda^ch'era

dt tenebre ptena^dman-ri agii occhi dtlia mtnte a iutt'ti mondo:

ferciocheatfermo fcoptrfeil njero^^ con tanta chiare^a , che


ha.

Sgannato ognuno^^ hafktto pi Ano tutto

t^uelloych'era dijji^

Cile

a tmagnarfiy ^parimente col Giudtcio^chejece dopo

Uyol

idi squarci kfiitto

il^elo di quelle difficult^ chefono ptu cjire^

tne per tutte

le parti :

^ nondimeno con

tutto quefio efsepw cofi:

fingo iare,

co fi nto al mondo, e
ci

per gli altri eh 'apprtjjefi trti*


/

unno in l^ma^non
the la fila de

ifiato ordine ychefifianrahhorrm

pi imi
\

d^atti^yYrfiyCom modi ftmplicu<C3^

ridicolfi^ conciofiacoft

Heja quale

pofa dinanzi qutfta

CapelUM
ejjerc

quAle prima dottea efjer dipinta da 'Verino del <^aga, per


tnedefimamente d

lui lanjofta di fluiCOiCcn quella fl^aorama-m

ria belle j^-^a.che fi ruedeitS^ non potendo poi per la morte darli

aU un principi con

cairn yft desin

Daniello njolterano ,

(gj/

dtpnper dtiir fi accidenti '^enne k tncemincarfi da France/i0 Saluiatiiii per di ntu^io di quefit tre Eccellenti huomini ijn Jl fegno ui rimafeper e(Sepio a gli aln i.accw fi uedejje poi quan
$9 f4ltf)fJet9 lotani,p9nb.'scome-/ detto pn maiiinit de

me

nfiri

LIBRO TERZO.
fior te

tM
nume
gran

ni^rtyper ignoranza, de' maggior fofYafitLnJe lidie fine ioti-^

d'un mefcuglio di pi gettile quali erano dtpocaftimay^


quale con

Jlnzji paragone k nfpetto de'fopranommdtt.O' di ejuefio


ro fi puom parte trar fuori Titdeo Zucchero,
ti

fatte A ottenne difar ut quel poco, che v' dthuonoy

O" dnon/t

fncrAwgliA.Attejo ch'egli pure 'vnavergogf7a,potchele pittura


luogo tale fi videro ejjr dt nouo ordinato kdoHerfi dAf per Via di pol^^e ehtfkcea offerta di far tifi or te per marno pre\
tt'i^n

^ima IO /pra ci
ci

non voglio entrar p'u tnan^t i/I mndtre^

de

mani/efio. che lep <volteper colpa de' mimfirt auart^oue*

fo ignor antico l'^no,

l'altro tnlteme^ Sfogliano i lor


co/e ecctllettfi,

Signori

tligiudtci, &* ItpriuAno dt

g/

//

dannano pi del
taha<,r,e/%
egli

douere nellhonor fuo^Onde mifoutene'' ancor a^che per njna talea

gtonefiper f "vnabellif. pittura di WchelAngeUper


troua altro che
evolta per
ti

cartoner* ci auenne perche paj/ando

una

Ferrar a.per andare a Vcnetta^fu da quel Cra

Dttck

njnfgno delle fictuute cortefie il pr orni fesche quando riiornaf/e al{prnailt mandar ebbe qualthe
inolto accarei^yitOy douegli per

o/a di r/iAnfuatonde ritornAto poi^fi mt/eper qutl Signore

a/r

afigura di Leda,del Vtarfopra ''vn quadro grande n^n arttpciof


la quale /atto e hebbe

vn mirabil

cartone f/i diede

colorirla

Julquadioa tempera^ la quale gli riu/c bella merauigliaide "ue che quando /u finita ne diede aut/o a S, Eccellenza @r egh ni fubito fvt mand Vno con lettere dt credenxjty ti quale rice^ ttuto gratamente da Michel /Ingeloy lo meni doueratlquadrf>i
,

tna quell'huomoi/orfi e/perto tn altre cofe g non conefcendopunt^ fecce 11tnzji di quello idt/fe che que/la era poca cofaper douer dare

;i vn l^kca talcionde MichelAngeli


'tiuto.glt

ci Tjdtto, (^ tn colera ve dim and ^ihe prof ifftone etfkcff/e^glt ri/poffe e/ftr mef

eante^e MicbelAngelof^tunJei^otJkete qucfa uolra cattiua


ntercantta

2i
vt'rcsntU per
firn partito die

DKLLA ?ITTVRA
II '^:>(lro

SigmrithorUuAtcmlM
io

dirtdn\i^tnJe c

Amfo

al DhJ,, mtrolli iljtto

picnOiOfide auart

do fu

arrtf44to

a FcvAra,

faccio
.

di Juhtto dello fi Ato^ come/


'-utn^-

*vrj:i grande

wgiuna

fiitta

U hAUciJc.^tnJla LedApotJu

di4t4

da -vn juo creato al

7\e

Franct/io,ptrVia di mercAtitt Fi9

tent'tniitrecetofendi d'oro

Ma

torno onde (iJiA?nopirhng

JpAtio partittifinalmente concludoiihe peri

Tutori Valenti

{14

Homi il^vero ricettOyU corne io dijji


dio [.ptr ch'i ft ben per
cuniii cjHahfktti
il

ancora doue> 'ejjereper

tfii

variar delle Cortifino portati wan^i al


'Vrencipifono alle uoite pocciralt

S'nnorh^
et

vati {jiufli nabli*art Ignori

mancano psru d^o^nt tempo Signa


i

Yipotenttfjimi tn gualche par tt,i he iienano


fjueio ali?tr^n,

'-ualent'hi^omwi dck

con aoondtuoh prcu 'gofit h pf er?3ia?,o, C^ It

menaci fa

p-.r diuerjprouirc:e loro^da

quMi rutuono -utilit^

c^utLe,iS^ k btnefitiodc di alcuni^ come toiCAcrno loro^^ tome fuiditi ci fiaVero.ne fili nHti gli altri. conciofia co/a ch'eg 'ifi sa non gran tempo

btfe7^.,commodiiAi^ ornamenti ptr

che la, nobde citt di cMantouafitOH Ha per

Vn paduUo.doue chc 4ilpre[cntesper cjuantn la grandcT^a jua coporta\ Vn altra Ro* maypercioche guanto di bello, ^^ ai acconcio Vi ^ tutto procC*
diitoda Giulio7\OMano Ptttoralebrej^ /mo/oyilejualesper

U granfirrtx di lui^comt per ChumAm^ima fua naiuraifumef'


Jo
tn tanta gratta Fedei ico

Con aga primo Duca dt ^Atanto^


it

sta, qual'^ra

capitato

m T\orHa,ejitpertr.e'^di 'Fietro iretinct^


Ducalo
njolft fuoi

^ual' era amico dt Giulio^tn marner che


Jeruigtj \^ Je lo menjeco conpremij^
belle fnbnche ^ che fono

C^ ear^ 2^e wfi'^ite Zjrper


le fue

chc eramolio inclinato a queff arte i dopo

magnifiche-^ (t/

d^nto

i(^ fuori dille

iittOi njolfe fi-

milmente,chs idijfegm.O' le piante di tutte le fkbriche per tut


to tlfuo dominio fojjerofntte per man di Culio, conofcedu quan
...

toeili

io egli {offe giotieuoU

LIBUO TERZO. 217 m tutte cof perche egli mn et


le
, ,

*ftn:>

inferiore fer Archttetura


chi

che ji foJJedeUu T^ittura.

^iae

non sa firmlmente

m (jualforr/jA, m
,

cheftato fojfe lafu*

perb^ Cttt
dajje
,

di Gc?oi4J, wa^j^t

che Terpjo dti iJAgA nji at^


le

je ne pu trar ucnginditto per


,

fkhruhe

e per le
a.

Tit

ture che yecchie vi fono


to
il

Ma efendj il
Mare

n?nmipe Dori
"V aior e

Vcfji

npofirji delle pitiche di

ideila

juadolcifjima patria,

quale comehtiomo Vdulireii^ pitncli

io

amator delle

belle 'virt

^Qy perci moU

ffec-altnente delle fihruhe^ et

delle ''Pittitrejece verjir

Tdi^o da

T\orna a Cenoua dot^e art

HAto fu ta>tog afa lafua "vermtaptr

U fama che di quello ha^


in ViC-: hautjje

uea mttfo, quanto di


!K'

cofa che
,

mai defderata

do

lettoli accoglierr:{e

(^

ca>ezj:e tnf*jtte^ dopo molti dijcorfi

concili/ero

wji.me

dnut'r fincar

^n l?alazj^ojior della Cit^


con ordini di buona archi
,

tk Vicino alla Porta detta S.


tt

Th ma
ir,

ttura

con gli ornamenti di ftuahi

^^

di T^ittare

nes

gtc/a che t buoni antichi gi /ecero

l\oma del quale cominci

>po il fio

Vario

O*
>

bri /compartimento con mirabtl ordine

fkr fnre la porta dell entrata tutta di

marmo
/;

con

diifegnt

(t/

m rie Hi dt 'Ter ino


C^

la qualfii^'ede molto diuerfa

rtjpetto al,

t altre che fnma Vi erano ,


front e[pit IO
bt llijfrne fi
il

perci che

mojrdgratioja

ricche
CS"

di piaceuole a/ftto per ejfaci duplicate le colo7j?,e


,

fui

qu al pfa Jopra

la

dbita Cornice
,

Viftduc

mine

dt rilieuo a ftdt re

It

quali fo uckc a ttrtic


delTald';:^;:^!

'p*i'arme

mfomrna

qutfo modello ai porta, e


,

con tutte

le

Pitture che Vi fono

>'
cefi

'

urne fiucchi trf

7/1

che

fu
gli

riufc co fi

ben compofio
i

animi de
t

guardanti^ rtf

(^ C^

grato che f ima?jocno cifufl

qutfo di certo fu quello che


tifi pot

tU

lumin

Signori Cyenouefi doue

ne ha^no fibiicati inf^

tiUt dentro

U Citta con ricchifjimi ornamenthe con ^'arij mo*


Ff
dilli

'21S

DELLA PITTVRA
qucHo fkmofo artefifarebbe forfi ancor ZJ enetta /e Jacopo San/cuwo
,

de Ut per i quali e^ja fi rende amirabtle per ogni luoco a tutto il mondo' ti che tutto prima depende per ti lume dt quello (he Jt
canato dalgiuditio
ce,

per

lo

ingegno di

ma che

che

fu Scultore^i^ Architetto net juoi tempi affai

'-valenti

no

njt hauejfe lefuc njirt adoperate Concio(acofa che egli che era in

^ma tenuto in credito grande


>

fuggendo per

t!

Jacco

dt quella mtfera Citta <-venne capitar ut doue egli Jtt ritenuto


aptejfo il Trenape

glienzs
co
,

Andrea Gritti dal quale ne riccuette acco^ carene infinite ^per effire di quefie ijirtudi ami
ne apport beneficij euidenti,per mezxp di quc
ti quale

e perci egli

fio Artifice alla fa patria^

prieghi di lutfi mifjead


tribune di
S\

imprcfa importantiffima qual j a

refi amare la

Marco lor principalCheJaJa qualrntnacaaua mtiabd rcuina con fpefuy^ danno infinito ti che fece con tanti rtpar^^ atti
ti che fin

al preft^nte par imponbile che per tempo alcuno ella


ti

pojfa

mai 'venir menoy


e per

che <-veduto gli apport tanto tredt^


il

tOi(g/' nor/je^che

confiderando quei fignori

gran giouamentOy
la loro

che per nobilt


re

ornamento lipoteaper

Citt

/>

da njn tal ingegno dt fubitoprougionatoloftceofi che eg li

fi e He U e perfu patria Z^enetia, aoue continuando poi in molte altre magnifiche ,' (^ honorate imprefe^ fi pu dire che egli fio.
fiato in fomma che habbta dato la <-vera ijta a tutto
dt garbato difuperbo, e di buono
.

ci the

yi

Egli fi sa parimente che

dt T^omaper

la e agion predetta
^

fi

parti Polidoro da Carraua"

gto, e fitrAsfena Meffina

efjendo per inan^j jiato connfciu^

a C^apolt doue/ece apparire il buono delle pitture ,f{ol ture, C^ fibriche chei buoni antichi mai rapr e fentafjero per tempo alcuno Scorfefimilmente Francejco Ma\ola 'Parmitopoco
,
.

giano^ (^ BaldalJarra da Siena fino Bologna doue l'vno t/

LIBRO TERZO.
meffe
il 'vero

3i>

<vfo delgrattofoitt^ Eccellente dipmgrey(^ dt/i


l'antico

/egnare^O* t altro ^vt Ufit

lume della bona ^rchitet^


quel

ttira^nel modo che de/crtffe poi Sebafitanferliopi Ltbrt dt


la facolt delle fitttche di lui
^

lo lafciaro fot indietro di racco

tare ancora
tolti dt

le

promotioni diuerfi dt tanti njalenti Gtoueni pur


i

'7^#W4,(^ con buone prouigioni yfctti d'Italia^

quali

hanno fktto opere mirabili con molto grido, honor immor taliyfi comeju gi di tAndrea^O* dtl^jjo Pittori Fiorentini
deue che d Knjjofece kfontanableo in Franzo, opere marautglio

J^i^
fco

dipiH maniere,tl (jual ftaua al feruitio del l{e France^

delle quali tuttauiaje

ne ijede "venir i dtjjegnt in Italia con

molta u lodeycofi s'intende per fuma ejfer in gran grido a i te


pi noftfi

Pontio,^ Bartolomeo Francefiii quali erano m Roma


,

molto gouent

O*

fino a quel tempo erano tenuti per opre di


,

Scoltura molto intendenti

ne meno

ci fono

mancati i gtoueni
,

fiat quali f-ui fu Chriflofitnoda Argenta il quale ejjendo per camino io <-vidi in GenouaiCci riconojcemmo mfieme-s doue egli re fio meco a ri^
pojarf per pi giorni affettando

condotti per Ifpagna con boniffme prouigioni

Naue per Barcelona Ja quale

arriuatafi parti

@r non molto prima 'vi era paffato Ruutale^

0" Bf^ero Spagnuoli^fdptndo effiper molti autfi^quanto U loa quefla arte inclinato^ e quanto egli premia/ Jt i ijalent huomint ^era,noJolecitati con lettere^ (j^ con danari da i primi Baroni dt quella Corte oltre molti altri di manco
ro
J{e jo(jt
,-

Gran

nome
durli

di

loro-^i

quali tutti ingombrarono di


e/Jifi partijjro

Roma ejfiendo proui

gionati auanii che

da chi hauea comtffion di con


,

loro Signori conprojuti/alarij


efjer 'valenti,

O* ci vien ben inpefit

per coloro che fi/entono


ion
le loro

O' atti a feruta e Signori


,

fatiche atefo che meglio affai tef^ere condotto


,

^
4

frouigionato da altri per qualft yoglia luoto

che con l'andar

Ff

"Ventura

20

DBLLA PITTVRA
>

Ventura mettftYptuttnma pencoli wctrtt , perchefi io ho leti detto alt ione , che fi a le etto a gtonam tran sfa trji in fiu luo^
ghi dap',per cedere
tijctyiiofi

le

dmerje opti e

^ mantecdt

buoni ar-

dijji perocch jtrinar fi Uoi^t^no afkr lauori,r/:a che

trajorjj che hauejfi ro

ttorr/ajjt o

aUitJun tt .pt rciocLe

n cjtofi

perde dell
ntjjuno a

art t ntiairnorare
ejjer curtojo

m altri Uoi^tjtytj w (Ohpgli a) ornai

a pai

Wfi di HonA^ con jp^ur^T^ di do^


da
chi lo n.
,

Uff trruaf Juort opere i rnornentoPe prima non r/ e conofiiu^


tOtiS' tenuto per buono, f^J ejjer ben p egato

uvh\
faito
rt,

per i loro
eh" egli gli

communi

Ma

ihi

li

correda je dietro
in ogni

hauranno t lauo^i,^ fkttt bine^


Gioueni

modo ne

tnarranno ingannati dt maUforte^C^ certo che (jutfa)G quel


la

la per la rjuale

coft/correndo perdono

tlbuono^et

paiono sdegni,^ dolori

ridi' animo

^^

nel corpo di/agij ejhe^

mty conitolia(o/a<he in molte Citta pochi (lano quelli ihe cene Ma f poi per TA /cono le coje luone,^ U facciano premiare rtj accidenti elJfaranno conflrctti a torft dal fudw^nonfipu
.

alfineJe non aella fiuti cattiua Jorte dolere ^nel modo che accade quaniofi "uiddero ('^ombrare al tempo mw^chejuper le gutr-*
re
moffii:

da i

arafinontra a V^apo li ^e perche


i

ti

T^apa hauen

do fk-to bandire tutti


S9orhbr and furono

Spagnuoli the crarwtn

Romat
,

quali

confir etti 'Vendere le loro caje

e gli altri

moHimenti che Jufittauano tuttauia erano cagione che quella


(jtta era tutta piena di bisbigli

Jentendo

il

populo che

(^ tanto piti il Duid d'^Alb f li n:emua amcman^


dall' altre parte pt^r
L

C5^ di rumo*-tj

do con molte ^entt^ZS^


"verfio

Veniuano

France^
tra

quella in aiuto di Santa

hiefa

pajjauano grofii in

ltalia,io ancora partito dt 'l{oma

mimiffim cuore di yoUr


^

/correre pi luoghi

fi

come tofectper fpatio di molti anni

onde

infimit accidenth^

V^r^ tajimi atHjn^ro. Mdarrmato dopi

LIBRO TERZO.
Wnungo giro
Wkilano qtitut fui tr Attenuto da

zi
V M. Bernn?
quella,

dtno Campi-iCrcmonefc autore afJAifiimoJm


q'Adie IO a.ho\zji "Vt/a

Ctttk,a^

Tauold colmeT^o d unjuo cai tonedt ynA

tAJJltnra

m Cielo

da U quale firAta ne t occo cento Jcudi d'or 9

con

quali mtfttsjece ifratwjamentc di quanto

mi haueaP

o-

nteljo.e

mi mi

fece dimorar Jeco ancora ptr qualche rncfe, nel qi<Al

ternoo io
lanelt,i

diedi fkr pra'ticacon alcuni di quei

Owuent M^

q tali C^ con bAle armi


con quiiiche
tutti

trouai molto pi dediti ^U ornarfi con iparij hal^t


luceniiyche a lo adop) a^e ptnne,ouer pennellt
io

forma di fiudij^doue
loro

viddi con

tfji

di molti 7-'^
,

iaz^

da

Miiane/i dipnti alla do'^male con fptfa

ZS*

templi lim'^htffimo^

fra

Sala.nella quale Vi era

vna^ran di poco fiato dipinto ti Palco,^ era nel


i

molti fui

menato

"veder

^Palazj-o di "vn ricchij^imo Mcjcantt ch'io taccio ilnomeyilqual

uedutochehehbi con
colori' e
,

tfjo lui

quelpalcOy

e co

altre coje frejcho

fgli

mig uro
(^<tf(ifi

cht

erano duce anrjpaffati che di contt^

nuo

nella fuA

diptngeua-^Kjnl pad e di
all' hot a^

qudgiouene che

fni "Zfi

condujje^^ne era capo

era morto ne i/uoi lauo

Ytima queHo Giouene fi come gli altri e fido pii uago aella fp da che delia penarmi fecefAirJul pot delpredetto palcOy alqua
le egli

hauea dato fine poco lepo era toflpe,

^ firajorui^ mef

Joui di molto oro fino in pi luoghi, tp in alcunifoprapalottolt


cera^delle quali mefchintta coniiderata la granfpefa fi potr te

ner per gettata.per noci efjereiofa ne di momto, ne che affami


giraffe

cofa che haueffeforma Egli mi aiffepoi chefotto quello yiandaua vn i^ran fregio di lauoro frefco^ma in quelmetre ri
torno
il

Padrone delpaluT^i^e pereto


,

noi fcefigli a iamo inLOtro,e

peruenuti tutti tre nella Sala

ilgiouene Pittore gli


il padrone

adimand

quilfogetto fkr doueffet quel frtgta;ma

se^a troppo

fejarui

dijfe fatelo

come

un far

di quelle calzs .efi ufa adejji

2r
tonfu/oy

DELLA PITTVRA:
ti quAlragwnare ti

dt tanti colori ^per

Gtouene rima/e me^9

mi tolfi <^ia fer/T^ dire altro ma ti giouene auan7:^andomi nello andare mi ragunfeprefio, e lonfe rttd quejia co/a meco, mi dtjje che egli^tronaua certe Carte in ftmpa le quali erano de Ut Amori di Tifiche, e che erano tnuen

(^ io

incontinenti

tione di Raffaello
riuctffe
ti che

da Vrbinoyfe io micredeua (he ciofkando l

bene^10 gli diffichep ogni ^olta che jojjlro ben colorite


tiro

facendo ne

buonpe?^ ina^iZJiC^ mi ci menaua [peffo


io

ijedereyma

Tma njoltafra l'altre^ ilTatron medejimo fer^


intera gli
ftorie di

matoftk Vederlo mentre che


et fkcefje egli rifpofe che

admando che Iflorie


,

erano

Tfiche
ci

C5^ egli dijje

non me f troppo dt quei pfight perche non yi compaiono bini co


lor fini^perle

qtialgoffc^e n;dtte da ambeduiy topYtdinfom


tornar mai pinone

mapartitOy tolto ch'io hebbi licenza di non

io perci dico che in qutjit luoghi /tana tutti

fn modo ignorati

tiipotche in

qutl tempo mede/imo vi trcuai all' opposto


tlquale era

huomo prattuo ^^ le gran C^rti, al quale ej^endoli menato a '-vnafua Villa che fk ceua dipingere ^n Giouenetto T\omano , ejlmdo ijna ^olta a ^vederlo che dentro a una folonna attica t ifingeua un Can
te

Guido da Galera

yn Cori aue'^o aU

delier lungofei pie di^ e tutto loewpieua di diuerfe bi7^irie^co~ nte erano Arpieimafcare^ammalhfigurine^Tahernuoli^^utti^

/, fogliami

lequali fen\a hauer fktto difjegno


lo

li

rmfciuano

ftltcemente i Jenta apenfaruipunto^ e mentre

njtnia tutta

rvia allo in gi finendo rtuoltofi il Conte a i/uoi famigliarift toprima yn pocoy^ marauigliatoft forte dtUanouity Q/ prc

Jlc^^a di qutfio fkre diff

io

non filmo quefio Giouene di minor

ingegno di quello delnofiro Toeta che ini l^lano\fk tanta quan

tua di vtrfiall'impromfo \ poi impofe a quelytcchio lAaifro fU 'Vi lo hauea menato che a quejiofofje dato il carneo dt far
tutte

LIBRO TERZO.
tutte
le co

iir

che lo Ufajje pagare f Importati dt quella Villa , alut dal quale il Giouene pome rueuette infinite carezze -^O*

cortefie

ma

peri dt

cofe leggieri rifletto

a t meriti Juot dal che

iofilmo che

nefia cagione ti poco lume d' intorno al conofcere le cofe buone , per lo effere auez^ a ef^nmerfi f non troppo dt r4 dt in fimiUuoghiyfi che di co[i fatte auenturep vie trouand9

quando alcunf ne parte troppo Giouene, (^ camina altreue fy* perci torno k dire che niuno lafci mai ^omaf non con dot
fone di to fuorada per

conditione^^ degradotCtfe ben poi quei

luoghi , e quelle perfine non ne faranno troppo di

queBa arte

non per da
ri-iO^che

/jfitgerfene^
i

auenga che non a tutti concedo , ne


%

dato in forte a

"Vonteficha

'^,

allt altri
,

maggior Signo^

pano a

qutfe virt inclmAtt

di fitr fiche la bont delle opere

"-vofire^

ma per ui egli bene accompagnate dall' aU


ti tempo

tre buone qualit (iano


le eIfer portati

tali

thefperar dobiateper me\o dt quel cono

tnamt^eche ijna njolta mediante

fciutt fiate per quello che njalete^


rati, e

quelle che

i luoghi hono

doue i nomi r fonano uiadqpr irete pi a douer condurle

con o^nifiudio ,

@r arte T^ot

poffbile di

modo che arrechino


le

grandt^^a^yanetaibellex^Kn nouitiO* ornamento


di voi f difficili -idtmq niffuno

quali co^,

mai fi prefumi po^edtr e ba^ Slama le co/e dette con l'ingegnofilo ^ma e ben che fi vegga]em tre col proprio naturai di queUo^o tlfuo rilieuo^ne mai fi confi
di in]e Hejjo^fe ben quelle cofe dtffignatCy

fiudiate

da lui

mille volte fiate JojJerOiperche (tate pur certi che con lafola ma

mera non ftpuofupplire altutto.ne quella vi pu mai arrtuare


bafianzaper tutte le parti , (^ to Ufcio dir chi vole poi che to ho tntefo^KS* uifiofempre con lo e(perimento nelle opre de t Tittori buoni hi non sa che ogni poco dt contorno dt lurne^ oucr d

ombre che

alle

teUe Jole ^cendofi qtelie amente fi agtunghi


'

ouero

a?4

DELLA PITTVRA.
htnmn pA
n^e^gonot

9UeroJimanchtJe njtmo [ptaceuoleyt fir oppiate fi


re che quel diffetto
foffiedc per
il

moitt offenda ,/e non k ihi qtuUe parti


fi

lungo ftudio de nlteut, infiniti


i

giouant a qmfit tempi,


ionfida,rj troppo

quali fiauez^ano in qutfli errori per

mli idea,^ prattica loro, poich fen'^ porfi inan\i alcuno efjtrnpio da tn2tare, almeno da chiarirft, tp e fi
Jerne certi,
fi pongono

gur e, e a far fi

tal bora ifloric

abondtuo^
honorattlfi"

IhO* grandi, O' ardifionodi Jccprirle ne'Jempij

Wh
li

oue che conuejando


l

m quefte cAittue n.^AnT^^nele qua,'


molta difiiculta emtndatcper do
bene

fttoHi

callo^Jono poi con

nere aue^arfi di nouo a fiottcmetttrfi tutte uia ne gli ordi^ ni buoni


.

Pouhe dunque

k contendere a i princtpijco
inan^

lefatiche ^non fi facciano dtjJ'egnt,ouer pitturefierj\a por fi

Z^ alcuno effempio 'vero , o almeno tolto dal y ero ^ ouer firmato nel Miglior rnydo chefia pofjtbile, accio fi'-veggano,tp' imiti^

no con quei modi, c> auertimenti,che fifino dimofratt inptt4


luoghi , perctoche quefia
iiiminando,fi cedono

^la inferamente quella,per

a quale

dalle muraglie fiptccar le figure ^Z5^ pr-

metter pi di quel che fino : et ctrtisfimo,che Ju queUa.quat

jugtk calpejlata per pi fiecolt dalli tccelltntisfimi


parimente da' pi fmo^ nofirt moderni
fitti
li
,

antichi

O*

che per l'opere loro,


il file
fi

immortalaci glorio(i'Viueranno fin che


.

girer, per
le

mezf} di quelle

Et per pi certezza di ci

saptr

boc-

che d coloro, che furono al tempo di Michel t^ngtlo famigliari


queOiCh'eglt fileua fpefi dire, (^ fcriuere amora per fine lettere ^ch'egli di tutte l'opere fiue fiemf re fiiceua i modelli,
che col naturalefi cer tifcaua del tutto ^

pm

quando le fintua.
efijer

Cofi dall'opere fitte di


chi di loro

Dame Ho,

il

rnedefirno

finjede,^

nonficma modelli, non paffato nelle jue open mai fen^^d ti naturai buonOOuero l'antico , M<i procediamo kqueU.
loihg

LIBRO TE RZOi
h
j

225
,

che da
ft

mi

fi e ^z^dito
,

per

le

bocche de

pf ^*Aenti

poich

mt

ben in mente

che

quando

mi mio

principio capitai

T^omat O" che ctijjegnando dalle fncciate di Polidorojut ricerco

fnr d'.ffegnt dL yn certo Pontio^O' Bartolomeo, awbidue FrX


cefi
i

quitUfianane tnfieme^^ rano jcultori ^t quali mitolfe^

m cafa^accto glie ne accopiajj di pi mAuiere^da cofto ro capueuui ijnaftrA M. France/co Saluiathe loro diede ^n
ro (eco

fihiT^

di

fua mano,

It

preg che Vn di loro

li

f^cejfp di cera

morbida quello li^nudoyche su quelfchzso era di due palmi dt


alve%^a/Pontio che era tlpigiouenelt dtfje che "volontieriy^
perche egli ali hor a di creta boT^iauayCon gran prattica certi ku
di, j ette '^n poco con

e[]h^

li

dijje queft a fkcoltkiche "voi


a,

haue
,

t^ del rtlieuo^

che coj fcilmente pojjedete perche

me man
fra
,

ca^ quella nfl'vero che emendo in poter tanto k


tii

M> Ang.

cagione che egli habbia cofi fortefuperato gli altri Pittori

loro cofirmarono ef^ere "ver'tffimo.


tic9 che

Ma t^ofi intenda adhaoprat


fntiche
,

pero

fia

tut lauta tenuto

a quelle

corne che

fktto [offe (memorato delle cofefueyperche quefte


le principalfigure
i

ci bafA

nel

modellile per

le fioie grandi, per le cjuit

Ufi acquifi A IhonorcyO ilbiafimo da ognuno, fecondo che a


ro riefcono buone catttue
7^a, e
.

lo-

Ma di quefio

fia detto

a bafian^

ripigliamo njnpoco

il

ragion amento, quanto poi fuor de IT

artefiano fptaceuoli alle genti nobili alcuni njitiofidijfettiyfi

come

e l'effere

mal dicente^irriuerente,
tra le brigate di

ciarlone^

bugia doj @r

fkr profeffione

^oler pajfarper ti pi acuto, e


le cofe^e perci

ingegno/o,col darfent\a finale a tutte


alle Volte alla "Tjerita per
ti^

opporfi

me^^o dei
colti

loro capricciolt

argumenmofirafi

altri che "vogliono contrafkr ogni linguagio,per


,

Uttffimi

douepoi rimangon

lepm

^^elte da gli

huomini
rtj

pr udenti y t quali eff lauorano^nelmodo che tnteruenne a P^,

G^

Ti$
rino del

DELLA PITTVRA:
^4ga
^ttando/eruita aiTrt?2cipc DoriaiColquilfk^

piigli(trmente ragionando tfjo ancor ^ u0Uu parlar

Gt none f ,
AJk

ma huendo ci
fiidio

ti

Trenctpepi yoltc

''vditOitj^ yenuiolt

^n di

li

tffi,

Termo di chepaefefet

et rtjpof che era

tu "voi ra^ Ftorentinoye 6 parlami Fiorentino^Joggunfe egli fi gtpnar mecoyperche ijolenao lfimtllar come mi che di qui na^

lipamojpar che tt

ci

l^^ff^^^hpcr il che *T crino arrofjito s'accor

dell' errorfiio^ne pia

con

efjo

ut cadde. ma e^li ne poi merit


(i ragiona di qualit

0f

i cofk laudeuole quando con perfine

il

fizper fkue Ilare compitamente con

lafua natia ^uella^anz} cht egi^tiliffmoy Conciopacofa che k molti [ignori m piacer grande ilfentir con beli ordine quando li fino efprtffii mirabi
il

magtflerij di quefie belle artici come fi dice efjere

jUto in com

fiume de t pi fzimofil\omanhi

quali erano d'ogni^ ir tii yeti

^onofiitorupercio che cffidepo li loro [fUndidnfimi conurtigrz

disfimo diletto prende nano di afcoltar

le arttfittofe
i

parti di quC

fia arte, dalle perfone tngegnofii^ eloquenti,

quali (itencua

no in gran riputatione haucrli appreff di f nelle loro Corti, f^

Tromntie, Non fi fia adunqi a ntuno fcarjo a dargliene noti^


tia.conciofia che egli t ageuolcofa trouare le njere ragioni

moftrarledachiyi e dentroprattico*

(j^

Ralente

M che fecepm

volte Michel tAngtto per quanto fenttua per %oma mentrt fi tra ymo^doue io tnteft da Vn Nobiliffmo StgnorT^omano qual
,

io

ferutua per

certi diffegni di cofe antiche ^^ che efiendo pregato


li

da ijn Gentilhuomo i r/iolto gt ado che per cortefia

defie lu-

me aceto ccnofcer

pottfje quali douefjero e[fere le

buone pitture
mente

dipintamente du He

catttue, e he l djfe horfitaui quefio


le

che quanto piuoiuedrete

pitture approff-marfi alle buone


>

fcolture^tantopiu faranno migliori

quanto pi lefcolture fi

Approsfimat zfio alle pitture^t amo pi quelle Urr ette per peggio^

IIBRO terzo:
fU^tde da intendere che
le

227

buone pitture inftmmd confi/ion^

nel molto rtlieuo accompgnato da buona mAnterd^e jAppud an


9rA che lefcolture^e ilieui
i

quali

le per/ette pitture debbo-^

no ajjmigltarfi^non s'intende Jolamente


-

ejfer quelle di

marmo

dt bronT^t

mapuprejo le ytue^come un beli'huomOiUna bel

Ufemmay ^m bel caudlo^tj^ altre (tmilcofi^ ^perche co que^


fi e le uerisfime pitture [t e/primono^ cofifi'Xtede la diffire?^ di quet seplict dt che ti modo pieno ^ i quali pi mirano a un uer*

ae,k un re^,/tmtli altri colorifini,che alle figure che mofirano


Jpirtto
f

moto.

Et di cw ne furiprefi certi

Cittidini

giuditio dt Danielle Folterano^pera che codetta


fellt dipinta per rntno di

Rom, dai a ueder la Ca

Th^deo Zucchero nella

Madna del

iacjoUttone^tS* ejjendoli fpejjo mofirate alcune cofe che erano

pi vaghe dell'altre^ i^alcune poi che erano migliori biafmaua


noycome com^inemece in vfi da chi no sa. H) aniello hauedo co fiderato ogni coJa bs a minuto ^riuoltatofi a quelli dijje ^(ignori
in

soma

tutto quello che voi di quefia. opera piace ^ a mejpiace

t quello che molto fpiaceuole

^ot, piace a me fomm amente y

ma tutta tnfieme bella^et riguardeuole^fi che co ftmtli motti in


gegmft e bene toccar co defircT^agli huomini digrado^douefi iaudn Coper indeme c iArteficeyde i qual A, Ang, nera moi
to

abodeuoUiet fiami

lecito

a dirne alcuno^ poich

io seto

somo

piacere

narrar co/e di lui qultunq notey nodimeno degne del

teigi littofiOyC$nctofia che t detti arguti nonfono nutriti nelle

mete dei [empiici. Ifiujando alcunifitot amici vnfitnciuUoydel qtsaleesii U hauea mofirato disegni di fua mano^con dirli che
era poco tepo che egli hauea cominciato, egli fubito
li rifi>9fe^et li

*^ede,0*

egli li refe

^zfn tr attorcofi

un

altro , ilquale

hauea

dipinto runaftetpoco beney diffe che era proprio una piet

cederla. Vantandoft ^nJcultQreil quale hauea imitato


' "

fi-

Og

gur

22

DELLA PITTVRA;
ma,^ [t pt40 feruire dtUe cofi cCiltn
nL'na
,

gure antiche dt m^rmo dicendo dt hauerle meglioratei li r/pofe cht njA dietro altri mai lip^fj<i tnanzj,e chi prima non]a. ben

dafa

facendo poi

egli in

Bologna

BeUi/^^maflatuai *Tapa Giulio Scconao per


>

gettarla dt ronzjy

come fece

U^enneyn
maggiore

Gentil' huomo

dimandare (^tialcredena^he

fofft

lafiatua di cjuel
buoi
^

f dite di quefi di B >lo^na , oh fn'\a dubid fono minori t nofiri di Fi renT^ ^\a quefe argutie fi come a, i fignorift debbono dir
,
(9

papa

i7>2

par di

b'4ot^ rifpi f

^fecondo

il

coperte

e con

rfuarc^o

coli

poi fi- a Titiort

e r/ie^lto

a fco^

prir/e,un\i morderli c^t4lto per qualche lor yttio Jprez^ano

arte,^^ sbracano iftudiofi, nel modo che fu morto Giorgio Va/art Aretino t da Bartolomeo pur da T^cg" ^iOiCjualtra yn gtoutne ft4dio(iffwiOi^ njalente,n yterapd
tl^-alor

ddU lofo

lui in Roma^ O^ era mortaliffimo nimico de Hi auarhpcrcio che yn di per cafopafjando Giorgio per T{oma k cauallo, ilquat
ri

rvntua di non so che luogo dafr lauort,

"Vide

Bartolomeo, che
e(so

era accompagnato da piugioueni che tutti yeniuano con

da

dtfegnar

di (^apellafe gli appre^y


t

^ pnfeynpugno difcu^
Mufcoli njert^alejuale ^ar

dtyd'lfey Barfolomeo,qtieflefono

tolomeo fubito re(pofe\(i per i poltroni pan tuoi, Difimili mot^


ti^^y riffojh yenepotrta dire molti,

ma quefli per bora bafa^


ne i'acorgorj9

fanno, Affai ye ne fono che fiprefumono difaper molto,i5rfem

f re fi anno fui riprendere


poi che loro fono '-oilipef

C5^ biafimar gli altri


.

da tutti

1-igliaft
,

dunque ti buono
ai

da
le

chi

f l'habbia^efug^afit njitijfuoi
i

dipoi habbiafidogr>i

tempo rtfpettotnogntfuaatttom a

luoghi,

temph^ aU
fia

qualit delle perfine-^ne fty adi a fruire perfone che prima


fi procuri dt

non

andarui

co

buona opinione dtf fiefsOiaccio


perche
^

filmato pre^o a ifgnon^ O" appreso all' altre ferfone di grado^

229 perche quelLfztmA la, cjualn<ifce dalgituio dt molti crea vna certa immtttahil crederiT^ che con poca fatica pot crefce per mot
ta lode,

LIBRO TERZO.

^a bora f-uoiendo fkrfine ancor che nflrettarnente ra


to

gtonato habbiamortfpetto quel che fi conuema^ nondimeno


quefloper quanto

comprendo ifiimo
cht

efjere baficuole^n re fin.

me altrof non di nccordar a


difficile
a,

dubita poter tante cofe effe^

qutre,che mente

chi '-uole^ e che gli


,

animi

nobili col

molto fi udio tuttAHia

efftr citando le fuirtii

fenfitue dtfiano

gli indegni loro di m^niera^checol tempo

yengnno compagni e^
tutto quello che in

terni della

gloria-i

quafi pagamento delle loro cofe fiitte dopo le

rtceuute [ittiche, (gr pencoli,

^ queHo far

[ufianT^ ci parfo di poter dire d'interno a quefia materia

Jl fine del Terz,e ) O* rifltmo Libro

'toncluponc delio

^utkore

Io in quei tempi' Nobili Cioueni, quando ai ^i/poi! per dar principio quefle noue regole, esfi per me fofTcd ro flati alquanto pi piaceuoi,& io mi fosfi crouato efle* re dairauucrfa fortuna meno oprefTo, & dalla poca et in che io er,io fon certisHmo che con maggior fondamcntf& con pi fermezza, Arperfettioneriufcitemi farcbbono^cheelledi prcfentc non fono , Conciofa cofa che io mi venni transferire in et di quin deci anni allo fludio di Roma, nel quale dopo vn tempo mi parti per le predette caufe^ccof me n*andai folo vagand* quali per tutta ita]ia per fpatfo di noue anni, dopo i quali io fui condretto da chi di me poteadi(pore, mutarprofesdonci&habitinfem?, nelfn del qua! corfomeparuedi conofccre pcrprouala ncccift delle dcfcritte cofejinde io fpcro che doppo vo',non foiamentc far ifcufato , ma, e dai maligni ancora diffefo^con lo haucrpi rifguardo al dcfidcrio, all'aiTcttione dell'animo mio che alla qualir delti effetti di ef^^ Etperchc io conofco,&che anco ho prefcntito in pi luoghi i liberi

&

lli:mordeuoli rag(onari,che dalli increduli far

fi

fuole di limili coff<

miparfo benc rifpondcread alcune pi viuc obiettioni , perche io so che non mancaranno molti, quali biafmaranno quefla mia fati ca,e che per auuentura mi fi opporannodicendo, ch'io ia flato trop p ardito voler dare precctii,e regole alla pittura* poi chef tien^
i

comun

giuditio di molti vecchi delTartc^che quella

lia

talmente dif

convna virt, &:vna gratia che viene infufa da Cieli ne corpi humani>e che no li pu ac cjuiftar per altra via. Ma che fciocchezze fon quefte,che l hano mef^ iocoftornel capo,chccquefla forf una di ql le faenze fpeculatiue o l%crete,che vegono riuclate, capite folamte da gli intelletti profundisfrni,& acuti ?poi che ci pur troppo chiaro che ella ha pi bisogno di mfegnamcnti,di modi,e di auertimti,che diqualf voglia maggior altre arti perdi(fcile,& grade che elle fi fiano,nei modo che fi vede eder fcopcrti in n picciola parte p'^r noi- N ci macano poi altri,! quali co pi laidi argomti mi fi opporano con dire, che no fi vedendo opera vfcita da uie, che fa degna di lode , io habbia voluto trattare di quello, che da tanti Eccellenti artefici fi e taciuto. Ma rifponder coli quelli tali, che fi perfuadono ch'io n fapia, fapendo quello come io so di certo, che per la poca notitiadi qlle virt aui fpcflb che doMe meno d^incelleKtO|V pi di fortunale che pi pu
ficile,che infcgnar
fufi, deboli,
fi

non

polla fcriuendo,fe

non

certi principi;

& me'chini, & dicono


i

di pii^jche ella
i

V
Iirorte,cfic
il

fapefe,

& che

fi

cKe i Pfcclpi grandi poffno far

g!5i

pi Illuflri^medite i lor rauori,& aiuti in ogni profcsfoiie chc|) altri ior mezzi. Map effcrebrcue crra fimi li obiettioni,n vede chiaro che in tutte le fcicze fi: artici bifogno di principio, mezzo^,
principi) s'imparano mezznc fcnzaque pu peruenire debiti fini. Mia intentione ftata didimoftra re dopo deboli principij.i mezzi ncceflarij,8: i modi veri che fi pue rea qucfti fini eccellenrij-c perci con chiarezza far noto quclfcni

Huomini

& fne,n veramte fcnza


fti fi
i i

il quale io dico haucr calpeftaro molti anni, A: hauerfat.^ to guifa di colui>il qual (marito la frada in dubbio fi ajEF^rics, corre ceicaadimand3,dc chiama,'! che fa tante voIte,ec tati gefti,cheal fincpertalimf^^ifattofiprattic^,c notato i luoghi ftrani,fi godepoi di potere moftrare i caminanti la viache era difficile , Se erta , eflVr fpatior3,&: piana, attcfo che no pi ci fono le viue voci di quei vali*

tiero fopra

huomini che volentieri infegnarono,che

fra molti furono i pi liberali,G forgio da Cartel Franco, Baldjflfari da Siena, Antonio da Cor reggi,t Giulio Romano,ma piii,e con pi felice ingegno fu Raffai

ello da Vrbino,i! qual,pcr

quanto io ho sepre inteio , mentre ch'egli

viffeinFiref Zf,&: in Roma chcnon cefs maidimoftrard i Gnoueni tutte le vie da poter farfi eccellenti, e di qui era che i Gioueni fui-

luppati daidubbij loro riufciuano prettamente ecccl!enti,nel

modo

auenuto di Polidoro da Carauag giojil qual portando io fchifo di diciotto anni pien di calce, per dare la man futile i pittori, che dipingeuano le loggie Papali , douc pardc Raffael'ejchecofluinon fi fapcfle partire da veder dipingere il che cfiderarc; gli adifliad f li daua l'animo d'imparare quel Tarte, che egli i^jic la infegnarebbe. Il Giouencrifpofechc volontie riic gittato via di fubito lo fchifc, fi mifle feruire quei gioueni che iui erano praitich/,c valctr,di maniera che in breueprefe i modi veri egli fall tant*oltre,che dipinfcfuquel lauoro parangon de gli altri dai quali li fu tra l'altre cofemofiraio,che egli ftudiardouele le ft tue antiche j e i rilicui buoni di ctinuo,ncl modo che poi fi e nelle fuc mirabili opre dimoftratoperspre ,p lequali cofe io flimo che quati fato:^i ha mai raccolto Giorgio vatarine i fuoi libri," da Cima bue fino Pietro Perug. n meno quate opere buone eglihdefcric to per fino all'et di Michel Angelr,,non farebbono (late bafteuoli
che
fi

vede

in pi d*ogni altro eflere

le

modo ch'era, le no h?.ue{fe imitato pedate di quelli, onde haucndo da me penfato quato fopra tal cafo poteflcrogli inffgnamentibuon!,fu cagionprincipalcdi farmi errare nei luoghi predetti, perinuefiigarqueftimodi,& perci non era.
farlo di gran lunga eccellente,nel

yal&;^huomo in lulia^c

il

quale io q cercatli di conferircon

eflo.

to \nterropt\ tuttauJa fopra ognldahbfo delTarfeidoue c!iedoi patientiane trahcDa il mio intcntento.oArc.idoBii pur di vedere che coli fatte arti 11 pntelTepore focto alcuni rermini, che fodero pmanen ti,a bentfitiodei ^pIufTori, Nvi dia noia adque fedirne non fi ve de opera di e.r!dr,perchc!o no credo chepcio h debba diminuire la
alle dclcritte regok; effondo deriuatc dalle bocche di chi fece buonej& io mi ricordo h;<ucr vdito dire pi volte Tadeo opere Je 7uccheO,J.'cpJi pin impar in poco tpr,..h'enli flette Vitto del l'Abtuizo con Dan'cileda Parma, che di c:icro Io ftud.o ch'egli ha- | uea fatto in Rom-, pchehaudo Danielle pdctro prefo far in quel luogo vna Chi.en^ frefco,5L p cfTcr poco buono nell'arte, men lece Thadeo,allora Gioucnc,? ntl dilT^gno eipertifimr, confidatof col mezzo di coftui nei modi del fare;oode mollriido a Thadeo tuttauia ifi qd'opera co che facilit, e morbidezza coloro conduceffero le lo roopere,^ infegnandoli cofi co le parole tutto quelIo,ch*egli tenelia in mente, fece di manier.jche no fi fin quel lauoro, che Thadeo ritorn Koma pratcico , & molto rifioluto^, d'intorno a colori del frefco; doue che cprder fi pu da quefto,che b pu qualunq; huo mo inlegnare gli altri quellOjch'cffo ha veduto fare, & vdito fenza haueregli operato. Maquatifono ftatf,3l modo che hano fcritto fenza operare ^fcride il Mutic,& altri dell'arte militare,r per furono ioldati di duelt,ne Capitani, (crifle Vitruuio di Architettura e di Ma-

fede

chine, cofi Leo Battiih Alberti, Baldadarri petrucci,&: altri,nc fi trouapermuragli.'',ne archi, ne pilafiri, ne tetti dilormano, fi trou3_p

moltifche Leonardo vinci mofirauachiaramte co bellisfimidifcorfi la importaza deli''arti c()fterc nella nrite,fe bc n fi esprimono , f t6 co l'opera. Ma no ci egli noto che M. Ang. fece cdure vn termine di marmo grade quco il viuo vn fquadratore,c dirli lieua g, ipiana q,e pubici qu,sza che quello le n'auedcfle , il qual finito lo

prima
to troppo

artep!
fine, f

Ma p venire al

jpli(To,io

conofco

ad alcuni pareffeche nel mio fcriuere fosfi fta di no hauer ragionato con chiari, & alti

intelletti,limati nello ftudio delle lettere,ma

per co belli,& co

lutili

in^egnij&atti capir qllojche loro foli ^uiene,comefono iprin hauecipiat',a i (ludio!!,>l-alli amatori delle belle arti. Mi duole n che qllo pigliarcte parole;duq-, le accpagnare le opere co polTuto re piu,ancor io vi ho pofTucodarejchechi d qUo che pu, n e tenuto che fia poco, di che ne ringrato la infinita bota qual fi degnata di ccedermi quel tato ch'io ho lungo tpo per quella arte deliderato. L*op?ra,eFogli. 31. Bmezo. JLL FINE, -v^^

PARE-

MD

1567

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