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Rolf B. “non aveva amici, nessuno voleva avere a che fare con lui. Lui e la sorella
venivano presi in giro da molti”, ha detto una ragazza 16enne. Dopo la strage al liceo di
Tuusula, in Finlandia, gli studenti di Colonia avevano discusso del massacro, costato la
vita a nove persone. Rolf aveva detto di voler compiere una strage simile. Gli studenti
hanno informato immediatamente la direzione dell'istituto.
Anche Rolf si è servito di internet per fare conoscere al mondo i suoi piani: sulla sua
pagina web aveva pubblicato delle foto della
strage alla Columbine nel 1999. Un
insegnante ha tentato di capire le intenzioni
del ragazzo convocandolo per un colloquio
durato 40 minuti; lui ha negato di avere
programmato una strage in stile Columbine e
spiegato di aver pubblicato gli scatti
semplicemente per ricordare il tragico evento.
Fin dalle prime ore successive all'eccidio, si sono susseguite ripetutamente voci e
segnalazioni relative a minacce ricevute da ulteriori scuole finlandesi, tramite YouTube o
diversi altri siti on line; uno dei messaggi si riferiva a un liceo differente della stessa
Tuusula. Nel definire “deprecabili” tali illazioni, gli investigatori hanno deciso comunque di
indagare e hanno esortato i genitori a vigilare sull'utilizzo che i figli fanno del web.
Il governo di Helsinki sta pensando a nuove norme per limitare l'uso e la circolazione di
armi come l'obbligo dei 18 anni per il possesso legale (mentre adesso ne bastano sedici).
Nel frattempo, le indagini sul blog al quale era iscritto pure Pekka Auvinen hanno portato
ad identificare un giovane catturato negli Stati Uniti per aver pianificato a sua volta una
carneficina a scuola, peraltro sventata, identificato in rete dalla sigla “shadow19642” dietro
a cui si nasconderebbe tale Dillon Cossey.
Boyfriend of MP's niece is arrested on suspicion of Meredith copycat murder in France DailyMail 19
novembre 2007
A Roma, un uomo ha sparato da un balcone con una carabina, colpendo un bambino di 10
anni, illeso grazie al pesante giubbotto che indossava.
L'uomo è stato individuato e fermato dai carabinieri.
L'episodio è accaduto a largo Gustavo Uzielli, nel quartiere
Pietralata. Nella stessa zona, circa un anno fa, un altro
bambino era rimasto ferito in un episodio analogo, ma le
forze dell'ordine non erano riuscite a trovare il responsabile.
Stavolta è stata la traiettoria del proiettile a permettere ai
carabinieri di individuare l'abitazione e l'uomo: si tratta di un
42enne italiano, celibe, che lavora come impiegato in una
ditta. Nell'appartamento, i militari hanno trovato una
carabina ad aria compressa, due scatole di piombini, un
bastone da passeggio nel quale è occultata una lama e un
coltello. Il protagonista della vicenda non ha opposto
resistenza e si è fatto accompagnare in caserma. La
carabina sequestrata è una Gamo modello Shadow. Il suo
possesso non richiede porto d'armi. Solo due settimane prima, l'ex tiratore scelto
dell'esercito Angelo Spagnoli aveva aperto il fuoco dal terrazzo della sua abitazione fra
Villalba di Guidonia e Bagni di Tivoli, alle porte della capitale, uccidendo due persone e
ferendone sette.
COPYCAT EFFFECT
L' “effetto Werther” è più noto tra gli studiosi come “copycat suicide”
(suicidi fotocopia o suicidi seriali), in generale come “copycat effect”
(effetto imitazione): espressioni coniate proprio per definire la
tendenza a copiare un suicidio od un atto violento dopo esserne
venuti a conoscenza tramite la descrizione fornita dai mass-media:
l'atto originale diventa un modello, nell'assenza di fattori protettivi,
da copiare per il prossimo atto (per cui si parla, nel caso di suicidio,
di “suicidio contagioso”).
Più recentemente, il massacro alla Columbine High School ha ispirato quello al Virginia
Tech e al Dawson College di Montreal, in Canada, dove un uomo, in possesso di un'arma
semiautomatica, ha aperto improvvisamente il fuoco sugli studenti facendo un morto e
venti feriti, prima di spararsi. La strage del Viginia Tech ha ispirato a sua volta quella
compiuta in Finlandia.
La novità emersa in questi ultimi anni è l'uso di internet quale strumento di diffusione del
“virus” della violenza.
Due libri di Loren Coleman, “Suicide Clusters” (1987) e “The Copycat Effect” (2004),
esaminano nel dettaglio tutti i casi del genere, da qualche secolo a questa parte.
2 boys arrested; plotting Columbine Copy Cat Shooting xomba 15 settembre 2006
DIRITTO DI CRONACA
Diversi studiosi, psicologi, sociologi, esperti di comunicazione di massa, si sono più volte
espressi sulla necessità di limitare e responsabilizzare la troppo disinvolta esposizione
mass-mediatica di questi tragici eventi. I codici etici giornalistici a riguardo variano da
paese a paese. In Norvegia, ad esempio, “il suicidio e i tentativi di suicidio non dovrebbero
mai essere menzionati”. In Turchia, invece, in casi di suicidio, “la pubblicazione e la
trasmissione di informazioni che oltrepassano la normale dimensione del resoconto con
l'intenzione di influenzare i lettori o gli spettatori, non dovrebbe avvenire. Fotografie,
immagini visuali o film relativi a tali casi non dovrebbero essere resi pubblici”.
Negli Stati Uniti non vi è alcun codice in materia. Tra le linee guida dei principali quotidiani,
la parola suicidio è menzionata solo tre volte ma non è prevista alcuna limitazione alla
descrizione dei metodi usati per suicidarsi. Craig Branson, direttore dell'American Society
of Newspaper Editors (ASNE), ha dichiarato: “Questi codici sono molto generici e del tutto
facoltativi. La responsabilità etica è lasciata ai giornalisti e agli editori”.
L'Australia è uno dei pochi continenti dove questo delicato soggetto è stato incluso nei
programmi delle scuole di giornalismo. La Mindframe National Media Initiative ha indotto
l'Australian Press Council a un programma speciale per la prevenzione dei suicidi e alla
fondazione dell'Australian Institute for Suicide Research and Prevention.
Per quanto riguarda l'Italia, la legge sulla stampa, nello spirito del comma VI dell'articolo
21 e dell'articolo 2 della Costituzione, pone, con l'articolo 15, un limite preciso all'esercizio
del diritto di cronaca. L'articolo 15 punisce, con la pena della reclusione da tre mesi a tre
anni, la pubblicazione di “stampati i quali descrivano o illustrino, con particolari
impressionanti o raccapriccianti, avvenimenti realmente verificatisi o anche soltanto
immaginari in modo da poter turbare il comune sentimento della morale o l'ordine familiare
o da poter provocare il diffondersi di suicidi o delitti”.
Questo principio vale per tutti i media. L'articolo 15 - esteso al sistema televisivo pubblico
e privato dall'articolo 30 (comma 2) della legge n. 223/1990 (o “legge Mammì”) - è stato
ritenuto legittimo dalla Corte Costituzionale. Pubblicare foto “choc” o riportare in maniera
irresponsabile eventi di cronaca nera, non è diritto di cronaca, ma un “atto criminale”.
Molti dei casi studiati indicano che a commettere crimini “copycat” (fotocopia) sono
solitamente individui con dei problemi, già predisposti a comportamenti violenti (Liebert, R.
M., Sprafkin, J - “The Early Window: Effects of Television on Children and Youth” - 1989,
New York Pergamon Press) e che dunque è più il metodo che viene copiato che non l'atto
in sè.
Sebbene in molti abbiano avanzato l'ipotesi che l'aumento di stragi avvenute in delle
scuole ad opera di teenagers impazziti sia da correlare al fenomeno dei crimini copycat,
nessuno lo ha mai potuto dimostrare. In molti casi, effettivamente, era come se stessero
imitando un personaggio o una scena di un film; ma in molti altri no.
Maggio 1999: Il 15enne T.J. Solomon spara a 6 compagni di classe alla Georgia high
school. Le autorità trovano una lettera sotto il suo letto che esprime ammirazione per i due
teenagers che avevano ammazzato 12 studenti, un professore e poi si erano suicidati alla
Columbine High School di Littleton, Colorado, un mese prima (il caso ha avuto ampio
risalto sui mass-media ed ha anche ispirato il film-documentario di Michael Moore
“Bowling At Colombine”). Insieme alla lettera, gli agenti delle FBI hanno trovato anche un
Manuale di istruzione per la costruzione di bombe scaricato da Internet. Compagni di
classe di Salomon hanno riferito di avergli sentito dire in merito alla strage di Columbine
che “si poteva fare meglio” (“Colorado Killers Inspired Youth in Georgia Shooting, Note
Says”, The New York Times: On the Web , 10 Agosto 1999).
Maggio 1998: a Ocean City, nel Maryland, il 12enne Darron Lawrence Green si suicida e
lascia una nota citando South Park come causa del suo gesto. Menziona in particolare il
personaggio Kenny, un ragazzino che muore violentemente in ogni episodio della serie.
Darron non aveva mostrato alcun segno di depressione prima di compiere l’atto (“Boy's
suicide note cites 'South Park' character who dies”, Daily News , 2 maggio 1988). Nello
stesso anno, l’11enne Bryce Kilduff si impicca. La polizia sospetta che anche lui stesse
cercando di imitare imitate Kenny di South Park. La madre conferma, dicendo che il giorno
prima di impiccarsi stava imitando Kenny e che, in risposta ai suoi amici, che dicevano:
“Se sei Kenny, allora devi morire”, aveva detto: “và bene, tanto sarò di ritorno la prossima
settimana”. La polizia ha anche trovato un disegno di Bryce in cui c'era raffigurata una
auto-impiccagione (NBC Today, 11 ottobre 1999).
Marzo 1998: In Giappone, diversi atti di violenza vengono attribuiti ad una serie TV serie di
cui è protagonista un personaggio molto popolare che usa un coltello “2butterfly knife”. In
un caso, uno studente ha pugnalato e ucciso un professore, in un altro, uno studente ha
ferito un agente di polizia. Il governo giapponese proclama che bisogna proteggere la
gioventù dalla violenza mediatica, specie quella della TV e dei giornali (Herksovitz, J.,
“Japan confronts TV violence”, Daily Variety, 5 marzo 1998).
Gennaio 1998: Il 14enne Michael Swailes si suicida gettandosi sotto a un treno seguendo
le istruzioni scaricate da un sito studentesco della Duke University, in cui si descrivevano
40 diversi metodi per suicidarsi. Il sito viene subito rimosso ma dopo pochi giorni torna
nuovamente online, tale e quale (“Web site back after boy's death”, Daily News, gennaio
1998).
Gennaio 1998: Un sedicenne e due suoi cugini teenagers vengono arrestati per l'omicidio
di Gina Castillo, madre di uno dei ragazzini (“Scream' linked to slaying of mother”, Daily
News, 15 gennaio 1998). Secondo il reporter del Los Angeles County, “hanno ammesso
agli investigatori di aver avuto l’idea guardando i film della serie Scream” (Krikorian, M.,
“Son, Nephew Inspired by 'Scream' Movies kill woman, Police Say”, Los Angeles Times,
15 gennaio 1998).
Dicembre 1997: Michael Carneal, studente di una high school del Kentucky, spara sette
colpi con una semiautomatica ad un gruppo di studenti uccidendone 3 e ferendone 5. Dirà
poi agli investigatori di averlo visto fare in una scena del film “Basketball Diaries”, in cui il
protagonista, interpretato da Leonardo Di Caprio, irrompe in una classe e uccide diversi
studenti con un fucile (Grace, J., “When the Silence Fell”, Time, 15 Dicembre 1997).
Luglio 1997: Christopher Duffner, un 26enne del Kentucky, dirotta un autobus e punta un
coltello alla gola del conducente. Dirà poi di averlo visto fare nel film “Speed”, con Keanu
Reeves (Nowell, P, “Man hijacks bus”, Associated Press , luglio 1997).
Giugno 1997: Timothy McVeigh, colpevole dell'attentato agli edifici federali di Oklahoma
City, dichiara di essersi ispirato, tra le altre cose, al film “Red Dawn” (“Alba Rossa”) in cui
un gruppo di teenagers guerriglieri combattono contro russi e cubani che invadono gli Stati
Uniti dal Messico sfruttando una bancarotta del Governo Federale (Bart, P., “Red Dawn:
Shooting It the McVeigh Way”, Daily Variety, 16 giugno 1997).
Giugno 1995: A Boston, un sospetto omicida dice di essersi ispirato al film “Natural Born
Killers” di Oliver Stone. Diversi altri omicidi chiamano in causa lo stesso film (che a sua
volta si era ispirato ad una storia vera). Un gruppo di senatori accusa pubblicamente la
Time Warner, che ha distribuito il film e che pubblica anche dischi di musica rap che
incitano alla violenza (Wharton D., “New Voice to Rap Rap: Sen. Lieberman Plans to Join
Critics of TW”, Daily Variety, 30 giugno 1995).
Aprile 1995 : Quattro ragazzi, tra i 17 e i 23 anni, armati di pistole, uccidono 4 persone e
ne feriscono una, dopo aver visto in TV il film “Helter Skelter” sulle stragi di Charles
Manson.
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