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N. 03570/2013REG.PROV.COLL. N. 00733/2013 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Quinta) ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso in appello numero di registro generale 733 del 2013, proposto da: Giovanni Giuseppe Caimi, Simona Buraschi, Bruno Barbieri, Marcello Proserpio, Chiara Tagliabue, Massimo Ambrogio Nava, Anna Costa, Paolo Denis Moretto, Sergio Venier, rappresentati e difesi dall'avvocato Saverio Sticchi Damiani, con domicilio eletto presso il suo studio in Roma, via Bocca di Leone n. 78; contro Comune di Meda in persona del Sindaco in carica ed Ufficio centrale elettorale presso il Comune di Meda in persona del legale rappresentante, non costituiti in questo grado del giudizio; Luca Santambrogio, Mirco Busnelli, Wilma De Pieri, Angelo Fausto Valtotta, Alberto Angelo Colombo e Roberto Cassina, non costituiti in questo grado del giudizio; Ministero dell'interno, Ufficio territoriale di Governo - Prefettura di Milano, rappresentato e difeso per legge dall'Avvocatura Generale dello Stato, domiciliato per legge presso i suoi uffici in Roma, via dei Portoghesi n. 12; Giorgio Fiorenzo Taveggia, rappresentato e difeso dagli avvocati Joseph Brigand e Guido Francesco Romanelli, con domicilio eletto presso lavvocato Guido Francesco Romanelli in Roma, via Cosseria n. 5; per la riforma della sentenza del Tribunale amministrativo della Lombardia, sede di Milano, Sezione IV, n. 03051/2012, e del dispositivo di sentenza del Tribunale amministrativo della Lombardia, sede di Milano, Sezione IV, n. 02927/2012, resi tra le parti, concernenti operazioni elettorali maggio 2012 per il rinnovo dell'amministrazione del comune di Meda

Visti il ricorso in appello ed i relativi allegati; Visti gli atti di costituzione in giudizio di Ministero dell'Interno e di U.T.G. - Prefettura di Milano e di Giorgio Fiorenzo Taveggia; Viste le memorie difensive;

Visti tutti gli atti della causa; Relatore nell'udienza pubblica del giorno 4 giugno 2013 il Cons. Manfredo Atzeni e uditi per le parti nelle preliminari gli avvocati Caselli, avvocato dello Stato, per Santoro, avvocato dello Stato, ed Ugoccioni per Romanelli ed in discussione gli avvocati Sticchi Damiani, Caselli per Santoro, Ugoccioni per Romanelli; Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue.

FATTO e DIRITTO 1. Con ricorso al Tribunale amministrativo della Lombardia, sede di Milano, rubricato al n. 1400/12, il signor Giorgio Fiorenzo Taveggia impugnava le operazioni attinenti al 2 turno delle elezioni svoltesi nel maggio 2012 per il rinnovo dellAmministrazione Comunale di Meda concluse con lattribuzione di 3867 voti in favore del candidato sindaco signor Giovanni Giuseppe Caimi e di 3866 in favore del candidato sindaco signor Giorgio Fiorenzo Taveggia, e la conseguente proclamazione del signor Caimi come Sindaco di Meda e lattribuzione del 60% dei seggi in favore della sua coalizione. Il signor Taveggia, candidato Sindaco n. 1 per le liste collegate n.10 Progetto Meda Citt Ideale e n. 11 Lega Nord nel secondo turno elettorale (di ballottaggio) assumeva che le impugnate operazioni elettorali sarebbero illegittime sotto pi profili e, in particolare, a causa fondamentalmente- del fatto che sarebbero state annullate in suo danno due schede elettorali contenenti validi voti per esso istante: voti, questi, che, ove assegnati, avrebbero determinato la proclamazione a sindaco di esso sig. Taveggia e lattribuzione del 60% dei seggi del nuovo Consiglio Comunale a candidati della coalizione di cui risulta aver fatto parte. Ci premesso, il ricorrente candidato sindaco sig. Taveggia chiedeva che venisse accertata e dichiarata lassunta illegittimit delle gravate operazioni elettorali nella parte sopra indicata e, previo riscontro degli ulteriori voti da lui realmente conseguiti, i medesimi venissero a lui riconosciuti ed attribuiti, con conseguente modifica dellatto di proclamazione del Sindaco nonch dei consiglieri eletti e delle graduatorie dei non eletti. Si costituivano in giudizio i signori Giovanni Giuseppe Caimi, Simona Buraschi, Bruno Barbieri, Marcello Proserpio, Chiara Tagliabue, Massimo Ambrogio Nava, Anna Costa, Paolo Denis Moretto e Sergio Venier chiedendo il rigetto del ricorso e proponendo ricorso incidentale. Con la sentenza in epigrafe, n. 3051 in data 14 dicembre 2012, il Tribunale amministrativo della Lombardia, sede di Milano, Sezione IV, respingeva il ricorso incidentale ed accoglieva il ricorso principale per leffetto togliendo due voti di preferenza al candidato Caimi ed attribuendo due voti di preferenza al candidato Taveggia; conseguentemente al primo veniva assegnato un complessivo numero di 3.865 preferenze ed al secondo (ricorrente principale) veniva assegnato un complessivo numero di 3.868 preferenze. In ulteriore conseguenza il Tribunale rettificava il verbale dellUfficio Centrale Elettorale sia quanto alla proclamazione del Sindaco eletto, sia quanto allattribuzione del premio di maggioranza alle liste della coalizione collegate al candidato Sindaco che risultato aver conseguito pi preferenze e sia, infine, quanto alla individuazione dei candidati eletti al Consiglio Comunale ed alle graduatorie di quelli non eletti. Pertanto: 1) alla coalizione collegata al Sindaco proclamato eletto sig. Taveggia venivano attribuiti 10 seggi di cui 8 per la lista Lega Nord e 2 per la lista Progetto Meda Citt Ideale; 2) alla coalizione collegata al Sindaco non eletto sig. Caimi venivano attribuiti 2 seggi, il primo dei quali a tale candidato Sindaco;

3) alle coalizioni non collegate ad uno dei candidati sindaci ammessi al turno di ballottaggio venivano attribuiti: - 1 seggio alla coalizione U.D.C. e Meda Per Tutti; - 1 seggio alla lista Con Buraschi Per Meda; - 2 seggi alla coalizione Rinnovamento, Meda Da Vivere, P.D.L., La Destra. Il Tribunale amministrativo affidava quindi alla Prefettura di Monza e Brianza gli ulteriori incombenti conseguenti alla pronuncia. 2. Avverso la predetta sentenza i signori Giovanni Giuseppe Caimi, Simona Buraschi, Bruno Barbieri, Marcello Proserpio, Chiara Tagliabue, Massimo Ambrogio Nava, Anna Costa, Paolo Denis Moretto e Sergio Venier propongono il ricorso in appello in epigrafe, rubricato al n. 733/13, contestando gli argomenti che ne costituiscono il presupposto e chiedendo la sua riforma ed il rigetto del ricorso di primo grado previo, eventualmente, accoglimento del ricorso incidentale proposto in primo grado. Si costituito in giudizio il signor Giorgio Fiorenzo Taveggia chiedendo il rigetto dellappello. Si costituito in giudizio il Ministero dellinterno chieden do la propria estromissione dal giudizio ovvero la declaratoria del proprio difetto di legittimazione passiva. Le parti hanno scambiato memorie. La causa stata chiamata in decisione alla pubblica udienza del 4 giugno 2013. 3. Deve preliminarmente essere estromesso dal giudizio il Ministero dellinterno, legittimato a contraddire esclusivamente in ordine alle fasi preliminari del procedimento elettorale per il rinnovo degli organi degli enti locali, non in relazione ai suoi risultati (C. di S., V, 21 dicem bre 2012, n. 6607, qui richiamata ai sensi dellart. 88 primo comma lett. d) c.p.a.). Lappello fondato nel merito. In esito alle operazioni elettorali di ballottaggio per lelezione del sindaco ed il rinnovo del consiglio comunale di Meda lodierno appellante stata dichiarato vincitore con un voto di scarto sullappellato, ricorrente in primo grado. Il TAR ha corretto il risultato elettorale attribuendo due voti in pi al ricorrente, odierno appellato, e due in meno allappellante conseguentemente dichiarando eletto lappellato con un vantaggio di tre voti. La sentenza appellata non condivisibile in alcuni punti, decisivi per stabilire lesito del giudizio, e deve essere riformata. 3a. Devono essere condivise le osservazioni dellappellante nella parte in cui contesta la sentenza di primo grado nella parte relativa al rigetto del ricorso incidentale per quanto concerne la sezione n. 12. Lodierno appellante reclama due voti, non attribuiti in quella sezione. Il primo giudice ha dichiarato inaccoglibile la censura (non chiaro se con tale espressione venga riassunta una pronuncia di rito o nel merito) avendo considerato decisivo il fatto che lappellante ha ricompreso le schede in questione fra quelle annullate, mentre la sezione le ha catalogate fra quelle contestate e non attribuite.

Tale impostazione non condivisibile. Deve invece essere condivisa limpostazione dellappellante, il quale rileva come nulla cambi, quanto allattribuzione del voto, a seconda che le schede siano qualificate nulle ovve ro contestate e non attribuite. Leventuale imprecisione della terminologia usata dallappellante risulta quindi del tutto irrilevante. Deve pertanto essere affermato che il TAR ha errato nellomettere lesame della doglianza. Il primo giudice ha respinto la censura proposta dallodierno appellante ed accolto quella proposta dallappellato. Tale impostazione non condivisibile. 3b1. Invero, la scheda che il primo giudice ha considerato attribuibile in favore dellodierno appellato palesemente ambigua in quanto il segno non assolutamente assimilabile ad un crocesegno. Di conseguenza, il voto rimane ambiguo in quanto la particolarit del segno grafico non consente di comprendere se lelettore abbia voluto esprimere la sua preferenza per lappellato ovvero se costituisca espressione di sfavore, costituita da una sorta di cancellatura di quel candidato. Lo stesso non poteva quindi essere attribuito allodierno appellato. 3b2. La scheda reclamata dallodierno appellante contiene un piccolo croce segno sul simbolo della lista PD che lappellato, il cui ragionamento stato condiviso dal primo giudice, sostiene trattarsi di una g minuscola ed una V maiuscola, per cui il segno o ambiguo o costituisce segno di riconoscimento dellelettore, sostanzialmente una sigla. La tesi non condivisibile. Il segno in questione per quanto di limitate dimensioni un crocesegno ed ha quindi la forma pi usuale di espressione del voto, e le deviazioni ed arricciature che connotano lo stesso sono agevolmente spiegabili con le conseguenze di unincapacit fisica dellelettore a mantenere salda la propria mano. Trova quindi applicazione, nella specie, il principio del favor voti che impone di interpretare, per quanto possibile, lespressione della volont dellelettore in termini tali da assicurarne la validit (in termini C. di S., V,18 gennaio 2006, n. 109: ai sensi dell'art. 64 comma secondo n. 2 del T.U. 16 maggio 1960, n. 570, nullo il voto elettorale espresso con incertezze grafiche o collocazioni di nomi o segni in spazi diversi da quelli a ci riservati che siano tali da denotare una precisa volont dell'elettore di ricondurre alla sua persona la manifestazione del voto e costituire in tal modo un segno di riconoscimento, con l'avvertenza che tale volont deve essere interpretata in senso oggettivo, ossia nel senso che le scritte e i segni devono risultare estranei al contenuto proprio della scheda e alle modalit con cui l'elettore esprime normalmente il suo voto). La scheda deve quindi essere attribuita in favore dellodierno appellante. 3b3. Di conseguenza, la conclusione consacrata nella sentenza appellata deve essere corretta, sottraendo un voto allappellato ed aggiungendone uno allappellante. 4. In conclusione quanto fino ad ora osservato rende inutile la disamina degli ulteriori profili dappello ed impone di sottrarre un voto alla cifra elettorale attribuita dal primo giudice allodierno appellato ed alla sua coalizione, che rimane fissata in 3867 voti; la cifra elettorale attribuita dal primo giudice allodierno appellante ed alla sua coalizione deve invece essere aumentata di tre voti e quindi fissata in 3868 voti, uno in pi dellaltra.

Di conseguenza, lappello deve essere accolto e, in riforma della sentenza gravata, accolto in parte, nei termini di cui in motivazione, il ricorso incidentale di primo grado e respinto il ricorso principale di primo grado. Le spese di entrambi i gradi del giudizio devono essere compensate fra tutte le parti costituite in ragione della complessit della controversia. P.Q.M. il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Quinta) definitivamente pronunciando sull'appello n. 733/13, come in epigrafe proposto, lo accoglie, nei termini di cui in motivazione e, per l'effetto, in riforma della sentenza gravata accoglie in parte il ricorso incidentale e respinge il ricorso principale di primo grado. Compensa integralmente spese ed onorari del giudizio fra tutte le parti costituite. Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorit amministrativa. Cos deciso in Roma nella camera di consiglio del giorno 4 giugno 2013 con l'intervento dei magistrati: Francesco Caringella, Presidente FF Manfredo Atzeni, Consigliere, Estensore Paolo Giovanni Nicolo' Lotti, Consigliere Doris Durante, Consigliere Antonio Bianchi, Consigliere

L'ESTENSORE

IL PRESIDENTE

DEPOSITATA IN SEGRETERIA Il 03/07/2013 IL SEGRETARIO (Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)

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