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Luglio 2013 l

a cura di Antonio Marchini

www.fpcgil.it

SENTENZE
Corte Costituzionale illegittimit dellart. 19 della legge n. 300/1970
Nota La Corte Costituzionale, nella Camera di Consiglio del 3 luglio 2013, ha dichiarato lillegittimit costituzionale dellart. 19 della legge n. 300/1970 nella parte in cui non prevede che la Rappresentanza Sindacale Aziendale sia costituita anche da associazioni sindacali che, pur non avendo sottoscritto contratti collettivi applicati nellazienda, abbiano partecipato alla trattativa. Non si conosce ancora la motivazione che risulter dalla sentenza che sar pubblicata nei prossimi giorni.

Corte Costituzionale: incostituzionale la riforma delle Province


Nota La Corte Costituzionale, nella Camera di Consiglio del 3 luglio 2013, ha dichiarato incostituzionale la riforma ordinamentale delle Amministrazioni provinciali attuata attraverso il c.d. D.L. Salva Italia e quello sulla spending review, in quanto lo strumento adottato, quello della decretazione durgenza, non utilizzabile per realizzare una riforma organica e di sistema quale quella prevista dalle norme censurate nel presente giudizio. Non si conosce ancora la motivazione che risulter dalla sentenza che sar pubblicata nei prossimi giorni.

Corte di Cassazione, Sezione Lavoro civile Sentenza n. 12572 del 22 maggio 2013. Un medico che collabora sistematicamente con una casa di cura pu essere un lavoratore subordinato.
Nota La collaborazione sistematica e non occasionale di un medico, l'osservanza di un orario predeterminato, il coordinamento dell'attivit lavorativa all'assetto organizzativo dato all'impresa dal datore di lavoro secondo le mutevoli esigenze di tempo e di luogo dell'organizzazione imprenditoriale, determina la sussistenza tra le parti di un rapporto di lavoro subordinato.

Corte di Cassazione Sezione Lavoro Sentenza n. 13239 del 28 maggio 2013. Professioni sanitarie: licenziabile il lavoratore senza titoli.
Nota La Corte di cassazione stata chiamata a decidere sul licenziamento di una masso fisioterapista priva del diploma triennale, previsto dalla legge 26 febbraio 1999, n. 42 sulla riforma delle professioni sanitarie. Il D.M. 27 luglio 2000, in materia di equipollenza dei diplomi per i professionisti sanitari che praticano la riabilitazione, considera fra i titoli equipollenti al diploma universitario di fisioterapista il diploma di masso fisioterapista esclusivamente se conseguito all'esito di un corso triennale. La Cassazione, collegandosi a quanto affermato dal Consiglio Stato, ha ritenuto di escludere il principio, invocato dalla ricorrente, dell'irretroattivit di una legge, la n. 42/1999, che ha proprio lo scopo di garantire, in un settore delicato come quello sanitario, livelli professionali omogenei, da raggiungere anche attraverso appositi corsi di riqualificazione. La lavoratrice non aveva tentato di mettersi in linea con quanto previsto dalla riforma. La frequenza di un corso triennale avrebbe potuto rendere solo temporanea l'impossibilit di prestare la sua attivit.

Corte di Cassazione Sentenza 14643 del 11 giugno 2013. Licenziamento per superamento del periodo di comporto e mobbing.
Nota La Cassazione ha affermato che illegittimo il licenziamento del dipendente per il superamento del periodo di comporto se la malattia (frequenti stati depressivi, ansie e crisi di panico) dipeso dal mobbing subto all'interno dellazienda.

Corte di Cassazione Sentenza n. 14756 del 12 giugno 2013. Malattia professionale e infortunio - calcolo del periodo di comporto
Nota La Cassazione ha affermato che ai fini del calcolo del periodo di comporto, non rientrano i periodi di assenza per malattia professionale o per infortunio. La Suprema Corte ha evidenziato come "la disposizione che prevede un limite massimo di conservazione del posto in caso di assenza per infermit e, nel contempo, il diritto alla retribuzione, fino a guarigione nel caso di infortunio, va interpretata nel senso che, ai fini del calcolo del periodo di comporto, superato il quale il datore pu recedere dal rapporto vanno calcolate le sole assenze per malattia e non anche quelle per infortunio sul lavoro o malattia professionale atteso che non possono porsi a carico del lavoratore le conseguenze del pregiudizio da lui subito a causa dellattivit lavorativa espletata.

PROVVEDIMENTI IN GAZZETTA UFFICIALE


Gazzetta Ufficiale n. 134 del 10 giugno 2013. Decreto del Presidente della Repubblica 16 aprile 2013, n. 62 "Regolamento recante codice di comportamento dei dipendenti pubblici, a norma dell'articolo 54 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165."
Nota Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Codice di comportamento che definisce i doveri minimi di diligenza, lealt, imparzialit e buona condotta che i pubblici dipendenti sono tenuti ad osservare. Le previsioni del Codice sono integrate e specificate dai codici di comportamento adottati dalle singole amministrazioni. In particolare si prevede che il dipendente conformi la propria condotta ai principi di buon andamento e imparzialit dell'azione amministrativa e svolga i propri compiti nel rispetto della legge, perseguendo l'interesse pubblico senza abusare della posizione o dei poteri di cui titolare.

Gazzetta Ufficiale n. 134 del 10 giugno 2013. Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 6 marzo 2013
"Rideterminazione delle dotazioni organiche del personale delle qualifiche dirigenziali di prima e di seconda fascia, nonche' di quello appartenente alle aree prima, seconda e terza dell'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato."

Gazzetta Ufficiale n. 136 del 12 giugno 2013. Ministero dell'interno Comunicato 12 giugno 2013
"Comunicato relativo al calendario delle festivit ebraiche, per l'anno 2014."

Gazzetta Ufficiale n. 137 del 13 giugno 2013: Ministero dell'interno Decreto 22 aprile 2013, n. 66
"Regolamento recante norme per la ripartizione dell'incentivo economico, di cui all'articolo 92, comma 5, del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, al personale del Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile."

Ministero del lavoro e delle politiche sociali Decreto 20 febbraio 2013


"Attuazione dell'articolo 1, comma 10, lettera c), e comma 14 della legge 24 dicembre 2012, n. 228, in materia di Istituti di patronato."

Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali Delibera 20 maggio 2013
"Regolamentazione provvisoria delle prestazioni indispensabili, delle procedure di raffreddamento e di conciliazione e delle altre misure di cui all'articolo 2, comma 2, della legge n. 146 del 1990, come modificata dalla legge n. 83 del 2000, nel servizio di rimorchio portuale. (Delibera n. 13/161)."

Gazzetta ufficiale n. 141 del 18 giugno 2013. Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali: Decreto ministeriale 27/03/2013
Modalit di comunicazione della chiamata di lavoro intermittente.

Gazzetta Ufficiale n. 153 del 2 luglio 2013. Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Decreto 20 marzo 2013
Individuazione dei lavoratori svantaggiati. In conformit a quanto previsto dalle lettere a), b) ed e) del punto 18 dell'articolo 2 del Regolamento (CE) n. 800/2008, sono considerati lavoratori svantaggiati:

INTERPELLI
Avvertenza PRECISIAMO CHE GLI INTERPELLI PUBBLICATI RAPPRESENTANNO ESCLUSIVAMENTE LOPINIONE DEGLI ENTI E DELLE ISTITUZIONI CHE LI EMANANO. PERTANTO, NON RAPPRESENTANTONO LINTERPRETAZIONE E LOPINIONE POLITICA DELLA FUNZIONE PUBBLICA CGIL. Ministero del Lavoro Interpello n. 16 del 22 maggio 2013. Obblighi di formazione in materia di salute e sicurezza - lavoratori sospesi attivit lavorativa
La Direzione Generale per l'Attivit Ispettiva del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con interpello n. 16 del 22 maggio 2013, ha risposto ad un quesito della Confindustria, in merito alla disciplina degli obblighi formativi in tema di salute e sicurezza, rivolta ai lavoratori sospesi dallattivit lavorativa e beneficiari di una prestazione di sostegno al reddito in costanza del rapporto di lavoro. In particolare linterpellante chiede di sapere se gli obblighi formativi previsti dallart. 37 del D.L.vo n. 81/2008 possano rientrare tra quelli indicati dallart. 4, comma 40, Legge n. 92/2012, che condizionano la fruizione degli ammortizzatori sociali alla frequentazione di corsi di formazione o di riqualificazione. La risposta in sintesi: "...Ci premesso possibile concludere che nella formazione indicata dalla Legge n. 92/2012 possano farsi rientrare i soli corsi di aggiornamento e formazione erogati nel corso del rapporto di lavoro, funzionali al reinserimento lavorativo e alla salvaguardia dei livelli occupazionali. In tal senso, infatti, corretto pensare che la formazione e/o riqualificazione prevista dalla Legge n. 92/2012 risulti completata dai corsi di formazione finalizzati al trasferimento o cambiamento di mansioni o alla introduzione di nuove attrezzature o di nuove tecnologie, di nuove sostanze e preparati pericolosi, previsti dallarticolo 37 comma 4, lett. b) e c) del D.L.vo n. 81/2008, o dai corsi di aggiornamento quinquennali previsti dal citato accordo del 21 dicembre 2011, a cui rinvia lart. 37, comma 2, del D.L.vo n. 81/2008. Pertanto si ritiene che possano essere effettuati nellambito della formazione di cui allart. 4, comma 40, Legge n. 92/2012 sia i corsi di formazione finalizzati al trasferimento o cambiamento di mansioni o alla introduzione di nuove attrezzature o di nuove tecnologie, di nuove sostanze e preparati pericolosi, previsti dallarticolo 37 comma 4, lett. b) e c) del D.L.vo n. 81/2008, sia i corsi di aggiornamento quinquennali previsti dallaccordo del 21 dicembre 2011 ma non i corsi relativi alla formazione di cui allarticolo 37 comma 4, lett. a).

Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Nota 14 giugno 2013, n.20
Art. 9, D.Lgs. n. 124/2004 - tirocini formativi e di orientamento non curriculari da svolgersi all'estero art. 18, L. n. 196/1997 Formazione professionale - tirocinio - tirocinio non curriculare - tirocini formativi e di orientamento non curriculari all'estero - tirocini non curriculari da svolgersi all'estero - tirocinanti - tirocinio fuori dei confini nazionali e in territorio straniero - tirocinio presso ambasciata - Universit degli Studi di Modena e Reggio Emilia - risposta ad interpello Luniversit degli Studi di Modena e Reggio Emilia ha avanzato istanza di interpello al fine di conoscere il parere di questa Direzione generale in ordine a quale sia la disciplina applicabile ai tirocini formativi e di orientamento non curriculari da espletarsi fuori dai confini nazionali. In particolare, listante chiede precisazioni in merito a due specifiche fattispecie di tirocini: quelli da svolgersi in territorio straniero, nonch quelli da espletarsi allesterno dei confini nazionali ma in territorio italiano, quali ad esempio i tirocini attivati presso le ambasciate. Al riguardo, acquisito il parere della Direzione generale delle Politiche per i Servizi per il Lavoro, si rappresenta quanto segue. Il tirocinio costituisce uno strumento rivolto a soggetti che abbiano gi assolto lobbligo scolastico, finalizzato a realizzare momenti di alternanza tra studio e lavoro e ad agevolare le scelte professionali mediante la conoscenza diretta del mondo del lavoro e che possono aver luogo nellambito di processi formativi (c.d. tirocini curriculari) o nellambito di percorsi di inserimento/reinserimento lavorativo (c.d. tirocini non curriculari). Attualmente la disciplina dellistituto trova le sue fonti in diverse disposizioni di legge, sia nazionali che regionali.

Sul piano nazionale si ricordano, in particolare, lart. 18 della L. n. 196/1997 e relativo D.M. 142/1998, nonch lart. 11 del D.L. n. 138/2011 (conv. da L. n. 148/2011), che introduceva dei "livelli di tutela essenziali per lattivazione dei tirocini". Tale ultima disposizione stata tuttavia dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale con sent. n. 287/2012, secondo la quale lart. 11 citato "si pone in contrasto con lart. 117, quarto comma, Cost., poich va ad invadere un territorio di competenza normativa residuale delle Regioni". Sulla base dellart. 1, comma 34, della L. n. 92/2012 sono state invece sottoscritte, in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, in data 24 gennaio 2013, delle "Linee guida in materia di tirocini" destinate ad orientare la disciplina regionale in materia. Il quadro normativo che emerge non sembra tuttavia del tutto compatibile con le fattispecie rappresentate dallistante, tenuto peraltro conto che le stesse Linee guida, come riportato a loro interno, non si applicano ai tirocini transnazionali. Per tali fattispecie occorre dunque far riferimento ad un diverso impianto regolatorio, tenendo anzitutto presente che, per quanto concerne i tirocini non curriculari svolti allesterno dei confini nazionali ed in territorio straniero, trova evidentemente applicazione, in virt del principio di territorialit, la normativa del Paese estero dove viene realizzato il tirocinio stesso o specifiche convenzioni tra Italia e Paese estero. Diversamente, nelle ipotesi di tirocini non curriculari, svolti presso le ambasciate ovvero allesterno dei confini nazionali, ma in territorio italiano, non pu trovare applicazione sulla base del medesimo principio di territorialit la normativa del Paese straniero ospitante ma la disciplina interna. In questa ultima ipotesi, tuttavia, non essendo rintracciabile una disciplina regionale di riferimento del soggetto ospitante (ambasciata), appare possibile configurare una fattispecie di tirocinio sui generis regolata anzitutto dalla convenzione tra il soggetto promotore e il soggetto ospitante, nonch sulla base del progetto formativo individuale a questultima allegato, nel rispetto delle tutele inderogabili del tirocinante gi contemplate dalla normativa nazionale (art. 18, L. n. 196/1997 e D.M. 142/1998), cos come del resto in parte gi chiarito con risposta ad interpello n. 7/2010 in materia di tirocini "atipici". Tale soluzione assicura peraltro, in linea con il principio di parit di trattamento, lapplicazione di uno stesso regime normativo nelleventualit di tirocini contestualmente promossi da Universit situate in Regioni diverse da realizzarsi presso la medesima ambasciata.

Ministero del Lavoro Interpello n. 22 del 4 luglio 2013. Indennit di maternit per libere professioniste
La Direzione Generale per l'Attivit Ispettiva del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con interpello n. 22 del 4 luglio 2013, ha risposto ad un quesito dellAssociazione Unitaria Psicologi Italiani, in merito alla corretta interpretazione degli artt. 70 e 71, D.Lgs. n. 151/2001, nellipotesi di lavoratrice madre che esercita la libera professione di psicologa senza vincolo di subordinazione. In particolare, si chiede se la suddetta lavoratrice obbligatoriamente iscritta allEnte Nazionale di Previdenza e Assistenza Psicologi (ENPAP) abbia o meno diritto alla corresponsione dellindennit di maternit per il periodo di 5 mesi ai sensi delle disposizioni normative sopra citate, anche nel caso in cui la stessa espleti parte dellattivit libero professionale in regime di convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale. La risposta in sintesi: "...Ci premesso, si ritiene che il principio della c.d. incumulabit trovi applicazione anche con riferimento allipotesi in cui la lavoratrice espleti parte dellattivit libero professionale in regime di convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale svolgendo il rapporto di lavoro con modalit autonoma coordinata e continuativa nellambito di Aziende Sanitarie o Strutture Militari (D.P.R. n. 446/2001). A tale ultimo proposito si sottolinea, innanzitutto, che i professionisti in convenzione sono tenuti a costituire la propria posizione previdenziale presso lENPAP, tant che lart. 4 bis del regolamento dellEnte stabilisce che il relativo obbligo contributivo pu essere assolto anche mediante la contribuzione complessivamente versata direttamente allEnte da istituzioni ed enti pubblici e privati () in applicazione di accordi collettivi nazionali. Alla luce delle argomentazioni di cui sopra, in risposta alla problematica sollevata, si ritiene che le libere professioniste psicologhe, iscritte allENPAP, con rapporto di lavoro autonomo, coordinato e continuativo, in regime di convenzione con il S.S.N. hanno diritto, inoltrando specifica domanda allEnte di categoria, alla integrazione dellindennit di maternit di cui allart. 70 del D.Lgs. n. 151/2001, nella misura in cui i relativi periodi non siano coperti ai sensi dellAccordo Collettivo Nazionale..

CIRCOLARI
INPS Circolare 3 maggio 2013 n. 73
Decreto Interministeriale 27 dicembre 2012. Sgravio contributivo per l'incentivazione della contrattazione di secondo livello per l'anno 2012

Ministero della Salute Nota 10 giugno 2013, prot. n. 13313-P Chiarimenti applicativi D.M. 9 luglio 2012
Sicurezza del lavoro - sorveglianza sanitaria - obblighi medico competente Oggetto: Chiarimenti applicativi. In relazione alle sollecitazioni pervenute alla scrivente Direzione Generale inerenti l'oggetto, d'intesa con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - Direzione Generale delle Relazioni Industriali e dei Rapporti di lavoro e Direzione Generale per le Attivit Ispettive, e con il Coordinamento tecnico delle Regioni, si ritiene opportuno fornire i seguenti chiarimenti: In attuazione dell'articolo 40 comma 2-bis del Decreto legislativo 9 aprile 2008 n. 81 stato emanato il D.M. 9 luglio 2012 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 173 del 26 luglio 2012 - che ha definito i nuovi contenuti degli allegati 3A e 3B e le modalit di trasmissione annuale dei dati collettivi aggregati, sanitari e di rischio, dei lavoratori sottoposti a sorveglianza sanitaria. Il Decreto Ministeriale 9 luglio 2012 entrato in vigore il 25 agosto 2012, 30 giorni dopo la sua pubblicazione, pertanto a partire da tale data sono stati riattivati gli obblighi di redazione e trasmissione delle informazioni dei dati inerenti la sorveglianza sanitaria da parte dei medici competenti, temporaneamente sospesi dallo stesso comma 2-bis dell'articolo 40. In considerazione della probabilit di possibili criticit nella fase di prima attuazione, all'articolo 4 il decreto ha previsto una fase transitoria, della durata di dodici mesi, a far data dall'entrata in vigore del decreto stesso, per l'effettuazione di una adeguata sperimentazione del nuovo obbligo introdotto dall'articolo 40, finalizzato ad evidenziare eventuali necessit sia di modifiche delle procedure telematiche previste inizialmente in via sperimentale, ove le stesse si dimostrassero non pienamente rispondenti ai previsti criteri di semplicit, e sia anche dei dati richiesti con l'allegato 3B, per renderli meglio fruibili ed utilizzabili a fini epidemiologici. Unicamente per il periodo di sperimentazione, che interessa la raccolta e la trasmissione dei dati collettivi aggregati sanitari e di rischio dei lavoratori sottoposti a sorveglianza sanitaria nell'anno 2012, il termine per l'invio delle informazioni richieste dall'allegato 3B, normalmente fissato dall'articolo 40 entro il primo trimestre successivo all'anno di riferimento, stato differito dal D. M. 9 luglio 2012 al 30 giugno 2013 ed inoltre stata introdotta all'articolo 4 del decreto la previsione che: "Per la durata del periodo transitorio di sperimentazione, con riferimento a possibili difficolt di raccolta e trasmissione telematica delle informazioni di cui al comma 1 dell'art. 40, la sanzione di cui all'articolo 58, comma 1, lettera e), sospesa fino al termine della sperimentazione di cui al comma che precede". La sospensione della sanzione, a carico dei medici competenti che non abbiano ottemperato nel termine previsto all'obbligo di cui al comma 1 dell'articolo 40, risulta pertanto prevista in ragione di possibili difficolt non preventivate che abbiano ostacolata o impedita la raccolta e trasmissione telematica delle informazioni di cui all'allegato 3 B, relative ai dati aggregati sanitari e di rischio dei lavoratori sottoposti a sorveglianza sanitaria nell'anno 2012, oggetto della sperimentazione. A tal riguardo stante la formulazione letterale del sopraccitato articolo 4, che pu prestarsi a generare possibili dubbi interpretativi, si chiarisce che "fino al termine della sperimentazione di cui al comma che precede" non va inteso come una temporanea sospensione dell'accertabilit di eventuale inosservanza dell'obbligo di trasmissione entro il 30 giugno, che duri "fino al 24 agosto 2013", per cui solo successivamente a tale data l'eventuale violazione pu essere accertata e sanzionata, ma nel senso che, ove ricorrano i presupposti richiamati all'articolo 4 del decreto ministeriale 9 luglio 2012, la omessa trasmissione dei dati relativi all'anno 2012 entro il termine fissato non soggetto a sanzione in quanto tale periodo di sperimentazione risulta coperto dalla condizione di sospensione dell'applicazione della sanzione prevista. Infatti la ratio della previsione, introdotta all'articolo 4 del D M in via transitoria, quella di favorire la serenit e la buona riuscita della sperimentazione stessa, stante anche la finalit di tale fase temporale di testare sul piano pratico la funzionalit della procedura telematica da utilizzare, assicurando una condizione esimente per il medico competente che si sia trovato nella condizione di non aver potuto adempiere al proprio obbligo di trasmissione dei dati inerenti la sorveglianza sanitaria effettuata nell'anno 2012, alla data prescritta del 30 giugno 2013 , non per proprie responsabilit omissive ma per contingenti difficolt operative.

Al riguardo si ritiene opportuno sottolineare che le preventivate possibili difficolt operative non saranno in ogni caso tali da ostacolare l'utile acquisizione delle informazioni richieste dall'allegato 3 B, anche successivamente al termine prefissato del 30 giugno, in quanto la procedura telematica resa disponibile dall'INAIL prevede, per la fase sperimentale in funzione di questa evenienza, tale ulteriore possibilit, nonch il recupero delle informazioni eventualmente gi inviate per altra via telematica ai competenti servizi territoriali di vigilanza, senza necessit pertanto di ripetizione dell'invio delle informazioni precedentemente trasmesse da parte del medico competente.

INPS circolare n. 24 del 19 giugno 2013 . Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita.
Nota Con la circolare vengono forniti chiarimenti sullintroduzione di alcune disposizioni volte a facilitare luscita anticipata dei lavoratori pi anziani, ossia vicini al raggiungimento dei requisiti per il pensionamento, al fine di facilitare lesodo dalle imprese che hanno eccedenza di personale.

INPS Messaggio 21 giugno 2013, n.10065


Pubblico impiego - dipendenti pubblici - trattamento di fine servizio - tfs - calcolo - Corte Costituzionale sentenza n. 223/2012 - abrogazione art. 12, co. 10, DL n. 78/2010 - trattenuta previdenziale obbligatoria - richiesta restituzione chiarimenti

INPS Messaggio 12 luglio 2013, n. 11344 Voucher per i servizi di baby sitting
Nota congiunta Ministeri Interno e Lavoro del 10 luglio 2013. Emersione lavoro irregolare Nota I Ministeri dell'Interno e del Lavoro, con una circolare congiunta del 10 luglio 2013, hanno fornito alcuni chiarimenti relativi alla procedura di emersione dal lavoro irregolare, anche alla luce delle novit introdotte con il recente decreto legge n. 76 del 28 giugno 2013. I contenuti della circolare saranno di supporto per un'accelerazione e semplificazione nella trattazione delle domande presentate secondo una omogenea valutazione sull'intero territorio nazionale. I punti principali del provvedimento riguardano: 1) Regolarizzazione contributiva, da parte dei datori di lavoro, delle posizioni dei lavoratori destinatari delle domande di emersione; 2) Requisiti del datore di lavoro in merito ai pareri da esprimere per quelli inseriti nella cosiddetta 'black list'; 3) Eventi riferibili al datore di lavoro; 4) Cessazione del rapporto di lavoro e assunzione da parte di un nuovo datore di lavoro; 5) Documento Unico di Regolarit Contributiva (DURC) riferito ai lavoratori subordinati oggetto di procedura di emersione; 6) Requisito reddituale, certificazione medica e idoneit alloggiativa.

APPROFONDIMENTO
DECRETO LEGGE 28 GIUGNO 2013, N. 76: LE NOVITA IN MATERIA DI LAVORO
(Alcuni dei provvedimenti sotto indicati modificano quanto scritto nel libro ABC dei Diritti)

Incentivi per le assunzioni di lavoratori giovani


Viene istituito, in via sperimentale, nel limite delle risorse individuate ai commi 12 e 16 dellart. 1, un incentivo a favore dei datori di lavoro (quindi anche non imprenditori) che assumano con contratto a tempo indeterminato lavoratori di et compresa tra i 18 ed i 29 anni (lespressione la stessa usata per gli apprendisti nel D.L.vo n. 167/2011, per cui si ritiene che let massima sia 29 anni e 364 giorni) che abbiano uno dei seguenti requisiti (, disgiunti tra loro): a) siano privi di un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi; b) siano privi di un diploma di scuola media superiore o professionale; c) vivano soli o con una o pi persone a carico; Le assunzioni che possono avvenire a partire dal 29 giugno 2013, devono essere effettuate entro il 30 giugno del 2015 Lincentivo viene corrisposto per 18 mesi, mediante conguaglio contributivo ed pari ad 1/3 della retribuzione mensile lorda ai fini previdenziali e, in ogni caso, non pu superare i 650 euro mensili. Se, invece, ci si trova di fronte ad una trasformazione del rapporto da tempo determinato a tempo indeterminato, lincentivo, sempre nei limiti massimi di 650 euro mensili e con le modalit del conguaglio, viene corrisposto per 12 mesi, sempre che ricorrano le condizioni soggettive riferite ai lavoratori ai punti sopra evidenziati e che la trasformazione comporti un incremento occupazionale, con esclusione dei lavoratori in riferimento ai quali il datori di lavoro abbiano gi beneficiato dellincentivo. Per aver diritto a tale agevolazione il datore di lavoro deve procedere allassunzione di un altro lavoratore che, peraltro, pu non essere in possesso dei requisiti previsti ai punti a), b) e c). La disposizione non parla delle tipologie contrattuali mediante le quali deve avvenire lulteriore assunzione.

Modifiche alla normativa sullapprendistato


Lart. 2 propone misure straordinarie, applicabili fino al 31 dicembre 2015, lapprendistato professionalizzante che definito modalit tipica di entrata dei giovani nel mercato del lavoro: entro il 30 settembre 2013 la Conferenza Stato Regioni dovr adottare linee guida volte a disciplinare lapprendistato professionalizzante per assunzioni effettuate entro il 31 dicembre 2015 da micro imprese, piccole e medie imprese (come individuate dalla raccomandazione della Commissione Europea del 6 maggio 2003), anche in vista di una disciplina maggiormente uniforme su tutto il territorio nazionale dellofferta formativa pubblica (ossia, quella di base e trasversale per un massimo di 40 ore annue). In queste linee guida possono essere individuate disposizioni derogatorie del D.L.vo n. 167/2011 concernenti: a) il piano formativo individuale obbligatorio soltanto per lacquisizione delle competenze tecnico professionali e specialistiche; b) la registrazione della formazione e della qualifica professionale ai fini contrattuali effettuata su un documento avente i contenuti minimi del modello di libretto formativo; c) in caso di imprese multi localizzate la formazione avviene nel rispetto della disciplina ove limpresa ha la sede legale (tale principio appare, per certi versi, gi contenuto nellart. 7 del D.L.vo n. 167/2001). Trascorso senza alcuna decisione il termine del 30 settembre 2013 i principi contenuti nelle lettere a), b) e c) trovano diretta applicazione, ferma restando la possibilit di una diversa disciplina in seguito alladozione delle suddette linee guida o in seguito alladozione di disposizioni di specie da parte delle singole Regioni. Altra novit concernente lapprendistato contenuta allart. 9, comma 3: si tratta di una aggiunta, attraverso il comma 2 bis, allart. 3 del D.L.vo n. 167/2011 e riguarda il dopo lottenimento della qualifica o del diploma professionale attraverso liter previsto dallart. 3: Successivamente al conseguimento della qualifica o diploma professionale ai sensi del D.L.vo n. 226/2005, allo scopo di conseguire la qualifica professionale ai fini contrattuali, possibile la trasformazione del contratto in apprendistato professionalizzante o di mestiere: in tal caso, la durata massima complessiva dei due periodi di apprendistato non pu eccedere quella individuata dalla contrattazione collettiva di cui al presente decreto.

Misure in materia di tirocini


Lart. 2 affronta il tema dei tirocini ed offre la possibilit di usufruire dei tirocini formativi in quelle Regioni e Province Autonome ove non stata adottata alcuna disciplina: tutto questo, applicando lart. 18 della legge n. 196/1997 ed il D.M. n. 142/1998, con la possibilit di proroga di un mese rispetto ai limiti temporali fissati allart. 7 del suddetto Decreto che fissa in quattro mesi il limite massimo per gli studenti di scuola

secondaria, in sei mesi se i lavoratori interessati inoccupati, disoccupati o allievi dei centri di formazione professionale, o giovani frequentanti attivit dopo il diploma o la laurea nei diciotto mesi successivi, in dodici mesi per gli universitari e le persone svantaggiate ex art. 4, comma 1, della legge n. 381/1991 ed in ventiquattro pesi per i disabili. Tale disposizione trova applicazione anche alle Pubbliche Amministrazioni (art. 1, comma 2, del D.L.vo n. 165/2001) che provvedono ai rimborsi spese, traendo i fondi dagli stanziamenti destinati agli incarichi ed alle consulenze, o attingendo (comma 6) da un fondo istituito, in via sperimentale, presso il Ministero del Lavoro fino al 2015 (con due milioni di euro lanno) ove potranno rivolgersi quelle Amministrazioni che non saranno in grado di reperire i suddetti fondi. Con i commi successivi trovano una propria disciplina i tirocini curriculari in ambito universitario, previsti nei piani di studio, finalizzati a favorire lincontro con le imprese in unottica di alternanza tra studio ed attivit produttive. Le Universit debbono stilare una graduatoria degli aventi diritto secondo criteri di premialit: a) regolarit del percorso di studi; b) votazione media degli esami; c) condizioni economiche dello studente individuate in base allISEE. La durata minima del tirocinio di tre mesi, le Universit corrispondono rimborsi nella misura massima di 200 euro che rappresentano il 50% della somma complessiva (laltra parte erogata dal soggetto ospitante, pubblico o privato). Con un decreto interministeriale (Istruzione ed Economia) da varare entro sessanta giorni, andranno fissati i criteri per i piani triennali di intervento per tirocini extra curriculari destinati ai giovani che frequentano la quarta classe delle superiori, con priorit per chi iscritto agli istituti tecnici e professionali, sulla base di principi meritocratici.

Borse di studio per tirocini formativi nel meridione e misure di auto impiego ed imprenditorialita
Lart. 3 prevede, tra le altre cose borse di tirocinio formativo (art.3, comma 1, lettera c) in favore di giovani che non lavorano, non studiano e non partecipano ad alcuna attivit di formazione, di et compresa tra i 18 ed i 29 anni, residenti o domiciliati nelle Regioni del Mezzogiorno. Tali attivit danno diritto alla percezione di unindennit di partecipazione, finanziata per il 2013, per il 2014 ed il 2015 con 56 milioni di euro per ogni anno di riferimento. La disposizione prevede una serie di modalit di assegnazione delle risorse che sono delineate al comma 3.

Misure del programma garanzia per i giovani e per la ricollocazione dei lavoratori destinatari degli ammortizzatori in deroga
Lart. 5 prevede una apposita struttura, con scadenza al 31 dicembre 2015, destinata a promuovere le iniziative per il programma Garanzia dei Giovani e per la ricollocazione dei soggetti che hanno usufruito degli ammortizzatori in deroga. La commissione composta dal Segretario Generale del Ministero del Lavoro o da un Dirigente Generale, dal Presidente dellISFOL, dal Presidente di Italia Lavoro SpA, dal Direttore Generale dellINPS, dai Dirigenti del Ministero del Lavoro chiamati in causa per le materie oggetto di intervento, da tre rappresentanti della Conferenza Stato Regioni, da due rappresentanti designati dallUnione delle Province Italiane, e da un rappresentante dellUnione delle Camere di Commercio. La partecipazione gratuita e d diritto soltanto ad indennit di missione. Il compito della commissione definito dal comma 2 e riguarda: a) linterazione tra i diversi livelli di Governo per la realizzazione delle politiche occupazionale; b) la stipula di convenzioni ed accordi con strutture pubbliche e private; c) la definizione di linee guida per la programmazione degli interventi mirati; d) la individuazione dei criteri di utilizzazione delle risorse economiche; e) lindirizzo ed il coordinamento degli interventi del Ministero del Lavoro, dellISFOL e di Italia Lavoro; f) la definizione e la individuazione delle migliori prassi da promuovere e diffondere tra i vari soggetti operanti per la realizzazione degli obiettivi; g) la valutazione degli interventi realizzati sulla base dellefficacia, dellefficienza e dellimpatto sulla premialit; h) lattivit progettuale per integrazione dei sistemi informativi; i) lattivit di monitoraggio e le conseguenti proposte al Ministro del Lavoro finalizzate al miglioramento dellazione amministrativa.

Disposizioni in materia di istruzione e formazione


Lart. 6, allo scopo di favorire le correlazioni tra i percorsi di istruzione e formazione professionale regionale e quelli degli Istituti professionali statali, autorizza gli stessi, nel primo biennio e nel primo anno del secondo biennio, spazi di flessibilit nella misura massima del 25% dellorario annuale per svolgere percorsi di formazione professionale in regime di sussidiariet integrativa, nellambito degli assetti ordina mentali e dellorganico previsto, senza ulteriori oneri per la finanza pubblica.

Modifiche alla normativa sui contratti a termine


Le modifiche alla normativa sui contratti a termine sono contenute nellart. 7 Il comma 1-bis del D.L.vo n. 368/2001 sostituito dal seguente: Il requisito di cui al comma 1 (che sono le esigenze tecnico, produttive, organizzative e sostitutive) non richiesto: a) nellipotesi del primo rapporto a tempo determinato, di durata non superiore a dodici mesi, concluso tra un datore di lavoro o utilizzatore e un lavoratore per lo svolgimento di qualunque tipo di mansione, sia nella forma del contratto a tempo determinato, sia nel caso di prima utilizzazione di un lavoratore nellambito di un contratto di somministrazione a tempo determinato ai sensi del comma 4 dellart. 20 del D.L.vo n. 276/2003; b) in ogni altra ipotesi individuata dai contratti collettivi, anche aziendali, stipulati dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro comparativamente pi rappresentative sul piano nazionale. Da quanto appena detto si elimina la vecchia ipotesi (peraltro non utilizzata) che rinviava alla contrattazione nazionale o se decentrata, a quella di secondo livello, la possibilit prevedere altre ipotesi nella percentuale del 6%, e si lascia spazio alla contrattazione, anche aziendale, di prevedere ipotesi ulteriori allinterno del contratto acausale. Viene abrogato il comma 2 bis dellart. 4 che non consentiva la proroga per il contratto a tempo determinato acausale: di conseguenza, tale contratto ora pu essere prorogato come gli altri contratti a termine, essendo allo stesso applicabile in toto la disciplina della proroga. Altre novit intervengono con la modifica dellart. 5. La prima concerne il comma 2 del contratto che viene considerato a tempo indeterminato dalla scadenza dei trenta giorni (se il precedente rapporto aveva una durata inferiore a 6 masi) o dei cinquanta giorni (se superiore), in caso di sforamento oltre il termine temporale fissato, pur se il contratto stato stipulato acausale. Ci, ovviamente, comporta il pagamento maggiorato sulla retribuzione globale di fatto (con incidenza sugli istituti correlati) che del 20% fino al decimo giorno oltre il termine fissato e del 40% a partire dal giorno successivo. Viene, altres, cancellato lobbligo della comunicazione dello sforamento del termine (era il comma 2 bis dellart. 5) che, peraltro, non risultava sanzionato in caso di inadempimento. La seconda novit (nuovo comma 3 dellart. 5) che lo stop and go tra un contratto a termine e laltro torna ad essere di 10 o 20 giorni, a seconda che il precedente rapporto abbia avuto una durata fino a sei mesi o superiore. La disposizione non si applica ai contratti per attivit stagionali e laddove vi sia una previsione specifica dei contratti collettivi anche aziendali che potrebbero anche abbassare ulteriormente lo stacco. Anche lart. 10 che tratta le esclusioni e le discipline specifiche interessato dalle novit. La prima riguarda lesclusione dal campo di applicazione del D.L.vo n. 368/2001, prevista al comma 1: oltre al lavoro temporaneo, ai contratti di formazione e lavoro (che non ci sono pi), allapprendistato, ai rapporti a termine che non costituiscono lavoro subordinato (es. tirocini), ai richiami del personale volontario dei Vigili del Fuoco, ora sono inseriti espressamente i contratti a termine dei lavoratori in mobilit (art. 8, comma 2, della legge n. 223/1991). Per la verit la dizione del comma 6 (ora abrogato) ove gli stessi erano contemplati faceva, in un certo senso, intendere la loro estraneit alle stesse causali previste dal D.L.vo n. 368/2001, ma recenti sentenze di merito avevano richiesto per tali contratti la causale ex art. 1, comma 1. La seconda novit riguarda una modifica al comma 7 dellart. 10 ove si parla dei limiti quantitativi di utilizzazione per i quali si rimanda alla contrattazione collettiva: ora, bel computo sono compresi non soltanto quelli previsti, in via generale, dal comma 1 ma anche i rapporti acausali (comma 1-bis).

Lavoro intermittente
Lart. 7 interviene sugli articoli 34 e 35 del D.L.vo n. 276/2003 affermando con il nuovo comma 2 dellart. 34 che il contratto di lavoro intermittente ammesso, per ciascun lavoratore, per un periodo complessivamente non superiore alle 400 giornate nellarco di tre anni solari. In caso di superamento del predetto periodo il relativo rapporto si trasforma in un rapporto a tempo pieno ed indeterminato. Da quanto appena detto si ritiene (in attesa di chiarimenti amministrativi) che le 400 giornate siano riferibili al datore di lavoro che utilizza il lavoratore e non al numero delle giornate di questultimo effettuate presso pi datori di lavoro mentre per quel che riguarda il computo il comma 38 dellart. 7 afferma chiaramente che le 400 giornate (che sono di prestazione effettiva) si calcolano a partire dal 28 giugno 2013.

Laltra novit riguarda la sanzione (da 400 a 2.400 euro) per la mancata comunicazione preventiva dellutilizzazione del lavoratore intermittente prima della prestazione. Lultimo periodo del comma 3-bis dellart. 35 afferma che la sanzione di cui al presente comma non trova applicazione qualora dagli adempimenti di carattere contributivo precedentemente assolti, si evidenzi la volont di non occultare la prestazione di lavoro. In sostanza, se il datore di lavoro in regola con il versamento dei contributi rilevabile dalla documentazione, si presume che non abbia una sorta di volont fraudolenta. Con una modifica introdotta nella legge n. 92/2012 ( art. 1, comma 22) viene prorogata la data di scadenza dei contratti di lavoro intermittente per le ipotesi gi disciplinate dal vecchio art. 37 della legge n. 276/2003 (fine settimana, periodo delle ferie estive, vacanze pasquali e natalizie) gi fissata al 17 luglio 2013: ora il nuovo termine il 1 gennaio 2014 (comma 5). Va, infine, ricordato che il Ministero del Lavoro, con la circolare n. 27 del 27 giugno 2013, a firma congiunta dei Direttori Generali per lAttivit Ispettiva e per il Mercato del Lavoro, ha fornito le modalit operative relative alla chiamata ed alla comunicazione stabilite dal D.M. 22 marzo 2013 che entra in vigore il 3 luglio 2013.

Collaborazioni coordinate e continuative a progetto


Sempre lart. 7, comma 2, lettere c) e d), prevede due modifiche: la prima (art. 61, comma 1, del D.L.vo n. 276/2003) riguarda la sostituzione della congiunzione o con e riferita ai compiti meramente esecutivi e ripetitivi: in sostanza, accogliendo un indirizzo gi espresso in via amministrativa, i due requisiti non sono pi disgiunti nel progetto ma debbono coesistere: essi possono essere individuati dalla contrattazione collettiva. La seconda concerne la soppressione, allinterno dellart. 62 che disciplina la forma e gli elementi che deve contenere il contratto a progetto, dellinciso ai fini della prova: ci significa che lelencazione degli elementi che deve contenere il contratto diviene tassativa.

Lavoro accessorio
Anche in questo caso le novit sono inserite nellart. 7, comma 2, ma alle lettere e) ed f). Esse riguardano: a) lart. 70, comma 1, del D.L.vo n. 276/2003 con leliminazione delle parole di natura meramente occasionale. Ci risolve alcune diatribe interpretative circa loccasionalit: in altre parole, rimane quale unico parametro di riferimento per tali prestazioni il limite dei 5.000 euro complessivi (netti, secondo una vecchia interpretazione dellINPS), riferiti al lavoratore per alla totalit committenti nellanno solare (sono 3.000 per lanno 2013 per i titolari di prestazioni integrative e di sostegno al reddito) e ai 2.000 euro per i singoli datori di lavoro committenti, con un discorso, relativamente diverso (che resta uguale al passato) nel settore agricolo con la distinzione in favore degli agricoltori con redditi minimi; b) Lart. 72, comma 4 bis di nuova introduzione prevede che con D.M. del Ministro del Lavoro siano disciplinate le condizioni (comprese le modalit e gli importi dei voucher orari per le prestazioni di lavoro accessorio rese da soggetti con disabilit, in stato di detenzione, di tossicodipendenza o fruitori di ammortizzatori sociali, nellambito di progetti promossi da Amministrazioni Pubbliche.

Tentativo di conciliazione obbligatorio per giustificato motivo oggettivo


Viene riscritto il comma 6 dellart. 7 della legge n. 604/1966 e viene specificato (in ci intervenendo su indirizzi oscillanti della magistratura di merito e confortando lorientamento espresso dal Ministero del Lavoro con la circolare n. 3/2013) che il tentativo obbligatorio di conciliazione avanti alla commissione istituita ex art. 410 cpc presso la Direzione territoriale del Lavoro non trova applicazione in caso di licenziamento per superamento del periodo di comporto ex art. 2110 c.c.. Inoltre lo stesso tentativo non si applica in caso di licenziamenti per cambio di appalto, laddove una norma di natura contrattuale prevede lassorbimento dei lavoratori da parte dellimpresa subentrante, o in caso di licenziamento in edilizia per fine cantiere o fine fase lavorativa. Si tratta di due ipotesi per le quali fino al 31 dicembre 2015 non dovuto il contributo di ingresso allASpI (art. 2, comma 34, della legge n. 92/2012). Dopo aver ribadito la funzione attiva della commissione e dopo aver confermato la tempistica della procedura (20 giorni dalla convocazione, a meno che le parti di comune accordo non ritengano di proseguire la discussione) ed il momento in cui il datore pu comunicare il licenziamento (tutto rimasto immutato), la norma continua affermando che in caso mancata presentazione di una o entrambe le parti al tentativo di conciliazione, il giudice pu desumere argomenti di prova e valutazione ex art. 116 cpc.

Agevolazioni per le assunzioni di lavoratori in aspi


Il nuovo istituto incentivante finalizzato a favorire loccupazione di chi in godimento ASpI disciplinato allart. 7, comma 5, lettera b).

Con una modifica introdotta nellart. 2 della legge n. 92/2012 (al comma 10 stato inserito un comma 10 bis) stato previsto un incentivo in favore dei datori di lavoro che assumono a tempo pieno ed indeterminato lavoratori in ASpI senza che ci derivi da un adempimento dellobbligo. La disposizione ricopia, in sostanza, il concetto gi presente nel nostro ordinamento per lassunzione di lavoratori in mobilit (art. 8, comma 4, della legge n. 223/1991). Lincentivo pari al 50% di ogni mensilit di indennit non ancora corrisposta al lavoratore. Lincentivo non spetta per quei lavoratori riassunti dopo il licenziamento che siano nellarco temporale dei sei mesi per lesercizio del diritto di precedenza (art. 15, comma 6, della legge n. 264/1949) o, qualora limpresa assumente, pur appartenendo ad altro settore, sia in rapporto di collegamento o controllo con limpresa che ha operato il recesso, oppure lassetto proprietario sia sostanzialmente coincidente, Limpresa che assume, dichiara, sotto la propria responsabilit, allatto della richiesta di avviamento (pi propriamente, si sarebbe dovuto affermare allatto della comunicazione di avviamento, essendo la richiesta, fatte salve le categorie dobbligo, espunta dal nostro ordinamento dal 1993), che non ricorrono le menzionate condizioni ostative. Quanto appena detto non pu prescindere da alcuni chiarimenti: a) fermi restando i requisiti soggettivi per il godimento dellASpI (due anni di anzianit contributiva di cui 52 settimane nellultimo anno) nel corso del 2013 (per gli anni successivi destinata, progressivamente a salire per quel che concerne la durata) riconosciuta per 8 mesi per gli under 50 e per 12 mesi per i lavoratori di et superiore. Limporto pari (art. 2, comma 7) al 75% della retribuzione mensile nei casi in cui sia pari o inferiore a 1180 euro (lordi), annualmente rivalutato: se superiore a tale somma, occorre aggiungere il 25% della differenza tra quanto gi percepito e 1180 euro, senza superare, peraltro, limporto integrativo massimo mensile che per il 2013 pari a 1152, 90 euro (v. circolare INPS 30 gennaio 2013, n. 14); b) lincentivo, presumibilmente a conguaglio, viene corrisposto per le mensilit non ancora percepite dal lavoratore: ci significa che, da un punto di vista prettamente economico, pi conveniente per il datore di lavoro assumere il lavoratore in ASpI allinizio del godimento, ricordando, peraltro che limporto dopo sei mesi si riduce del 15% e di altro 15% per chi, a partire dal 2014, ne usufruir per un periodo superiore a 12 mesi. c) lagevolazione non sembra concedibile (a meno che in sede di conversione o con chiarimenti amministrativi non si affermi il contrario) in caso di assunzione di lavoratore che percepisca la mini ASpI.

Modifiche allart. 3 della legge n. 92/2012


Le novit, che sono, sostanzialmente, uno spostamento in avanti di termini legali, sono contenute nellart. 7, comma 5, lettera c). La prima modifica (art. 3, comma 4) riguarda il termine assegnato alle parti sociali per stipulare accordi collettivi finalizzati a costituire fondi bilaterali nei settori non coperti dalla normativa sulle integrazioni salariali, con la finalit di assicurare una tutela mai lavoratori in costanza di rapporto di lavoro per riduzione sospensione dellattivit lavorativa per ipotesi nelle quali la normativa prevede, in via generale, il ricorso alla CIGO o alla CIGS: il termine, inizialmente fissato in dodici mesi dallentrata in vigore della legge (18 luglio 2013) spostato in avanti al 31 ottobre 2013. Se tale termine trascorre invano (periodo aggiunto al comma 4) le forme di sostegno del reddito in favore dei lavoratori interessati, sono assicurati, a partire dal 1 gennaio 2014, dallattivazione del fondo di solidariet residuale previsto dai successivi commi 19 e seguenti che costituito con decreto di natura non regolamentare del Ministro del Lavoro. La seconda modifica (art. 3, comma 14) riguarda lo spostamento al 31 ottobre del 2013 del termine fissato ai fondi bilaterali in settori specifici, come lartigianato, per ladeguamento delle fonti istitutive e normative di detti fondi o dei fondi interprofessionali ex art. 118 della legge n. 388/2000, per laspetto formativo. La terza modifica (art. 3, comma 19) sposta al 31 ottobre 2013 il termine per la creazione del fondo bilaterale per i settori e le tipologie di datori di lavoro con un organico superiore ai quindici dipendenti, non coperti dalla normativa di integrazione salariale.

Convalida delle dimissioni e delle risoluzioni consensuali


Le novit introdotte sono state inserite allart. 7, comma 5, lettera d). La specifica normativa sulla convalida delle dimissioni prevista dallart. 4 della legge n. 92/2012 rimasta uguale, anche per quel le dimissioni antro i tre anni dalla nascita del bambino (dalladozione o dallaffidamento), ma anche, in particolare, per le sedi dedicate a convalidarle (DTL, centro per limpiego, sedi previste dalla contrattazione collettiva nel settore industriale, in virt dellaccordo del 3 agosto 2012, la sede sindacale ex art. 411 cpc - o, in alternativa, la conferma sottoscritta dallinteressato sulla ricevuta della comunicazione di cessazione del rapporto inviata in via telematica al sistema delle comunicazione telematiche obbligatorie (COT) ), per il diritto al ripensamento (entro sette giorni dalla presentazione se non confermate) e per le altre modalit. Ora, attraverso il comma 23 bis, si afferma che le disposizioni di cui ai commi da 16 a 23 dellart. 4 si applicano, per quanto compatibili, anche alle dimissioni o alle risoluzioni consensuali intervenute nei contratti di collaborazione coordinata e continuativo, anche a progetto e nelle

associazioni in partecipazione con apporto lavorativo. Si ricorda che per effetto del comma 2 dellart. 67 del D.L.vo n. 276/2003 come modificato dallart. 1, comma 23, della legge n. 92/2012, il collaboratore pu recedere prima della scadenza del termine, dandone preavviso, nel caso in cui tale facolt sia prevista nel contratto individuale di lavoro. La novit di questa disposizione consiste nel fatto che le dimissioni si riferiscono a rapporti non di lavoro subordinato e non a tempo indeterminato, atteso che, come nel co.co.pro., sono legati alla realizzazione di un progetto. Da quanto appena detto si deduce che, a partire dal 28 giugno 2013, la specifica normativa sulle dimissioni in bianco trova applicazione anche a tali tipologie contrattuali di lavoro autonomo, ivi compreso il comma 16 che fa riferimento alla risoluzione consensuale o alle dimissioni del padre e della madre nei primi tre anni dalla nascita del bambino. La frase in quanto compatibili immessa nel testo del decreto legge n. 76/2013, fatti salvi diversi avvisi amministrativi, potrebbe significare che sono esclusi dalla procedura quei soggetti (ad esempio, membri di collegi sindacali, amministratori, ecc.) che sono titolari di collaborazioni coordinate e continuative ma che sono, in un certo senso speciali, atteso che per gli stessi non c neanche lobbligo della comunicazione telematica al centro per limpiego. La prima modifica riguarda una cancellazione: il numero 1) della lettera c) del comma 33 dellart. 4 (che sin riferisce allart. 4, comma 1) abrogato. La seconda, prevista dallart. 7, comma 7, del D.L.vo n. 276/2003, concerne un aggiunta allart 4 (dopo lalinea): a) conservazione dello stato di disoccupazione a seguito di svolgimento di attivit lavorativa tale da assicurare un reddito annuale non superiore al reddito minimo personale escluso da imposizione, con lesclusione di coloro che sono previsti dallart. 8, commi 2 e 3 del D.L.vo n. 468/1997. Nella sostanza si tratta di un ritorno alla normativa antecedente la legge n. 92/2012 per cui i disoccupati potranno svolgere la propria attivit lavorativa in forma subordinata od autonoma purch ci non comporti il superamento di alcuni limiti che sono pari ad 8.000 euro lordi in caso di lavoro subordinato e 4.800 euro lordi se la prestazione di natura autonoma. Tutto questo in linea con quanto emerso dalla Conferenza Stato Regioni del 22 novembre 2012 e sul piano strettamente operativo consente di mantenere pi facilmente il requisito di disoccupato da oltre 24 mesi che porta in dote al datore di lavoro, in caso di assunzione a tempo indeterminato, uno sgravio contributivo del 50% per 36 mesi al centro nord e del 100% (ovviamente, della quota a carico di chi assume) nelle Regioni del Mezzogiorno e nelle aziende artigiane. Unaltra modifica al D.L.vo n. 181/2000 stata inserita allart. 9, comma 5, laddove ai soggetti pubblici gi individuati dal comma 6 dellart.4 bis ai fini della validit delle comunicazioni obbligatorie telematiche di assunzione, cessazione, trasformazione e proroga, stato aggiunta la Prefettura UTG, attraverso una norma interpretativa.

Responsabilit solidale negli appalti


Lart. 9, comma 1, si occupa della solidariet negli appalti: mai altra materia stata oggetto di continue modifiche come questa sol che si pensi allultimo intervento intervenuto pochi giorni or sono con il D.L.vo n. 69/2013. Questa la novit introdotta. La solidariet negli appalti ex art. 29, comma 2, del D.L.vo n. 276/2003 trova applicazione anche ai compensi ed agli obblighi di natura contributiva ed assicurativa in favore dei lavoratori impiegati con contratti di natura autonoma (la disposizione non fa alcuna eccezione), fatta eccezione per i contratti di appalto delle Pubbliche Amministrazioni individuate dallart. 1, comma 2, del D.L.vo n. 165/2001. La contrattazione collettiva ex art. 29, comma 2, ha effetto soltanto sui trattamenti retributivi impiegati nellappalto con esplicita esclusione di qualsiasi effetto sulla parte contributiva. In sostanza, si tratta di una specificazione che pu riverberare i propri effetti anche su una eventuale contrattazione di secondo livello ex art. 8 della legge n. 148/2011 che, in presenza di un obiettivo di scopo pu intervenire sul regime della solidariet negli appalti (art. 8, comma 2, lettera c). Si ricorda che lart. 29 prevede, in via generale, una obbligazione di natura solidale tra committente, appaltatore ed eventuali subappaltatori nel limite di due anni dalla cessazione dellappalto, riferita alle retribuzioni, al TFR, ai contributi previdenziali ed ai premi assicurativi dovuti in relazione al periodo di esecuzione del contratto. Sono escluse le sanzioni civili delle quali risponde soltanto il trasgressore ed previsto un sistema di escussione a favore del committente.

Rivalutazione delle sanzioni in materia di sicurezza ed igiene sul lavoro


Le novit sono state previste dallart. 9, comma 2. Il comma 4-bis dellart. 306 del D.L.vo n. 81/2008 stato sostituito: le ammende previste con riferimento nelle contravvenzioni in materia di igiene e sicurezza sul lavoro e le sanzioni amministrative sono rivalutate a cadenza quinquennale con decreto del Direttore Generale per lAttivit Ispettiva in misura pari allindice ISTAT dei prezzi al consumo con arrotondamento della cifra al decimale superiore.

Dal 1 luglio 2013 (sede di prima applicazione) la rivalutazione pari al 9,6% (tra queste, oltre a quelle specifiche per la sicurezza, la rivalutazione riguarda anche le norme sanzionatorie applicabili in materia di visite preassuntive, di tesserini e di DURC). La met delle maggiorazioni sono destinate al finanziamento di iniziative di vigilanza nonch di prevenzione e promozione in materia di salute e sicurezza del lavoro effettuate dalle Direzioni territoriali del Lavoro. Unaltra novit in materia di sicurezza stata introdotta per i lavoratori con contratto di somministrazione, attraverso una modifica dellart. 23, comma 1, del D.L.vo n. 276/2003, come modificato dallart. 7 del D.L.vo n. 24/2012. La nuova disposizione afferma che le condizioni di tutela del lavoratore utilizzato debbono essere non inferiori a quelle dei dipendenti di pari livello anche sotto laspetto della integrale applicabilit delle disposizioni in materia di salute e sicurezza di cui al D.L.vo n. 81/2008.

Contratti di prossimit ex art. 8 della legge n. 148/2011


La novit, dettata in via principale da una esigenza di monitoraggio ed anche per permettere agli organi di vigilanza la conoscenza di eventuali norme derogatorie esistenti in unazienda, prima dellpaccesso ispettivo, contenuta nellart. 9, comma 4, e si appalesa come un inserimento nel comma 2 bis dellart. 8 della legge n. 148/2011 che ora recita: Fermo restando il rispetto della Costituzione, nonch i vincoli derivanti dalle normative comunitarie e dalle convenzioni internazionali sul lavoro, le specifiche intese di cui al comma 1 operano in deroga alle disposizioni di legge che disciplinano le materie richiamate dal comma 2 ed alle relative regolamentazioni contenute nei contratti collettivi nazionali di lavoro, subordinatamente al loro deposito presso la Direzione territoriale del Lavoro competente per territorio. Nullaltro afferma la disposizione: sin ha motivo di ritenere che, in analogia con quanto previsto per gli accordi sulla produttivit finalizzati alla detassazione ed alla decontribuzione, il deposito debba avvenire presso il Servizio politiche del Lavoro delle Direzioni territoriali, che non previsto un termine per il deposito, che lutilizzazione dellavverbio subordinatamente possa farlo risultare come una condizione essenziale. Chiarimenti amministrativi dovranno precisare questultimo aspetto oltre che stabilire se il deposito trovi applicazione anche ai contratti di prossimit stipulati prima del 28 giugno 2013.

Modifiche alle normative sul lavoro dei cittadini extra comunitari


Lart. 9, comma 7, interviene sullart. 22 del D.L.vo n. 286/2003 affermando che il datore di lavoro allatto della richiesta di instaurazione di un rapporto di lavoro con un cittadino extra comunitario residente allestero, deve verificare presso il centro per limpiego competente per territorio la indisponibilit di un lavoratore presente sul territorio nazionale, idoneamente documentata (presumibilmente, attraverso una dichiarazione dello stesso centro per limpiego). La presenza di tale requisito consente la non necessit della ricerca relativa alla disponibilit da parte dello Sportello Unico per lImmigrazione: infatti, il comma 4 che la prevedeva risulta, ora, abrogato. Il comma 8 si occupa del contingente triennale degli stranieri ammessi a frequentare corsi di formazione professionale e tirocini formativi: esso viene determinato da un Decreto del Ministro del Lavoro che vede coinvolti, a vario titolo, nelliter procedimentale, i Dicasteri degli Esteri e dellInterno, e la Conferenza Stato Regioni e Province Autonome, con possibilit, per il titolare del Lavoro, di emanare, in caso di mancato espletamento delliter, un Decreto provvisorio di pari entit numerica rispetto al precedente. Con il comma 10 sono stati aggiunti tre commi (l11- bis, l11 ter e l11 quater) allart. 5 del D.L.vo n. 109/2012 che regolamenta i procedimenti ancora in essere per la c.d. emersione dei lavoratori extra comunitari clandestini. Con il primo si stabilisce che, in caso indi rigetto dellistanza per cause imputabili al datore, previa verifica da parte del SUI della sussistenza del rapporto di lavoro dimostrata attraverso il pagamento delle somme previste al comma 5 e del requisito della presenza in Italia al 31 dicembre 2011, rilasciato un permesso di soggiorno per attesa occupazione, con archiviazione dei procedimenti penali ed amministrativi connessi al proprio status nei confronti del lavoratore ed applicazione nei confronti del datore di lavoro di quanto previsto al comma 10. Con il secondo si afferma che nel caso in cui il rapporto oggetto di emersione sia cessato prima della definizione della pratica, qualora il lavoratore sia in possesso del requisito della presenza in Italia alla data del 31 dicembre 2011, la procedura si considera conclusa in relazione al lavoratore che pu ottenere, alternativamente, un permesso di attesa occupazione o un permesso di soggiorno per lavoro subordinato in presenza di una richiesta da parte di altro datore di lavoro. I reati e le sanzioni amministrative sono estinti. Con il terzo si esamina la posizione del datore di lavoro che resta responsabile per il pagamento delle somme di cui al comma 5 fino alla data di cessazione del rapporto di lavoro, con verifica da parte del sui dei requisiti prescritti in capo al datore di lavoro, ai fini dellapplicazione del comma 10.

Segnalazione Abolizione visita medica idoneit per Apprendisti e Minori


L'art. 42 del Decreto Legge n. 69/2013 c.d. Decreto del Fare (che ad ogni buon fine si allega in copia), al co. 1, lett. b) ha previsto la soppressione del certificato medico di idoneit per lassunzione degli apprendisti (art. 9 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 dicembre 1956, n. 1668) e dei minori (all'articolo 8 della legge 17 ottobre 1967, n. 977 e s.m.i.). Pertanto, a far data dal 22 giugno 2013 (data di entrata in vigore del suddetto provvedimento normativo), gli obblighi in parola non saranno pi esigibili e non saranno pi conseguentemente applicabili le relative sanzioni a carico dei datori di lavoro. Restano tuttavia fermi gli obblighi di certificazione sanitaria previsti dal TU Sicurezza (D.Lgs. n. 81/2008 e s.m.i.) per i lavoratori soggetti a sorveglianza sanitaria e per le lavorazioni a rischio.

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