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Ebook degli alunni della IID e IIF Istituto Comprensivo n. 2 SCUOLA MEDIA D.

Pugliesi
Ortona Chieti

Monasteria
Modulo di studio delle architetture Medievali in un contesto storico-antropologico legato al fenomeno del Monachesimo

Laboratorio 2012 2013 Cittadinanza Attiva e Costituzione


Conoscenza e salvaguardia del patrimonio paesaggistico-storico-artistico-architettonico Ortona a mare, Chieti -------------------------------------------------------------

Prof.ssa Orlanda Sanvitale


Per uso didattico e senza fini di lucro 1

PREMESSA Cooperative learning

"L'apprendimento collaborativo (Collaborative learning) una modalit di apprendimento che si basa sulla valorizzazione della collaborazione all'interno di un gruppo di allievi. L'apprendimento collaborativo, secondo la definizione di Anthony Kaye si ha quando esiste una reale interdipendenza tra i membri del gruppo nella realizzazione di un compito, un impegno nel mutuo aiuto, un senso di responsabilit verso il gruppo e i suoi obiettivi. Questa modalit di apprendimento si basa su attivit di comunicazione, sincrona o asincrona." La comunicazione sincrona avviene a scuola o anche a casa quando i gruppi di lavoro continuano quanto avviato in aula; pi innovativa la comunicazione asincrona, da noi sperimentata e sulla quale spenderemo qualche parola in pi! La comunicazione asincrona Le tecniche di comunicazione asincrona comprendono per esempio lo scambio di e-mail o l'uso di aree on-line ( GOOGLE DRIVE) per la discussione e il lavoro di gruppo. In queste aree gli studenti possono accedere a dei materiali comuni, come file, software e oggetti multimediali e/o possono collaborare allo svolgimento di compiti assegnati o progetti, con una certa libert rispetto a quando e dove occuparsene. Tipicamente, la collaborazione asincrona facilitata dal docente, o meglio, il docente non 2

presente in tempo reale per dare supporto agli studenti, ma interagisce con loro attraverso l'email e i database condivisi. Anche la correzione dei compiti, la valutazione dei progetti e il controllo degli esercizi possono essere effettuati con la stessa modalit." vedi Wikipedia

Primo documento condiviso II D - II F di scrittura in modalit asincrona! https://docs.google.com/document/d/1RewyiA5jrwwIlBYbQxFUpOPoGLojOHqi0aECPWlXnT4/edit

Indice Lapprendimento cooperativo Premessa Il monachesimo cenobitico Introduzione Tematica: Sulle tracce della storia della nostra citt, Ortona in provincia di Chieti, Abruzzo. Prima parte Abbazia di S. Liberatore a Majella La riforma di Cluny Un film-documentario: Il Grande silenzio LOrdine dei Cistercensi Orde turche depredano le coste abruzzesi Sulle tracce del Monastero Cistercense ad Ortona: visita-studio

Seconda Parte Sulle tracce del monastero domenicano ad Ortona visita-studio alla Biblioteca Diocesana. Un audiolibro: Umberto Eco, In nome della rosa Un film: In nome della rosa Sulle tracce del Monastero francescano
visita-studio al convento dei Francescani - S Maria delle Grazie

I Celestini: un libro antico e uno moderno a confronto Sulle tracce del monastero dei celestini ad Ortona: visita-studio

Terza parte La basilica di San Tommaso ad Ortona: visite studio Lipotesi di una basilica paleocristiana bizantina sotto la cattedrale di San Tommaso La Basilica di San Tommaso Apostolo, la Chiesa Capitolare di Ortona Le reliquie dell'apostolo Tommaso e la lapide tombale

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Introduzione
Il monachesimo cenobitico
Da una ricerca di Giuseppe, prima f Il monachesimo cristiano nasce in Egitto e Palestina nel III e IV secolo, quando un numero sempre maggiore di fedeli si dedica a unesistenza solitaria, ritirandosi a vivere in zone isolate o desertiche, praticando una completa castit e una severa penitenza. Pi tardi, in Occidente, compaiono gli eremiti che vivono ritirati nel cuore delle foreste. A poco a poco, questi uomini si associano a condividere la solitudine e celebrare insieme la gloria divina. Nascono cos i Monasteri, che a partire dal VI e dal VII secolo diverranno, dallIrlanda allItalia meridionale, oltre che centri di cultura e di religiosit, centri di promozione dello sviluppo economico. Due persone che influenzarono questo movimento monastico furono Colombano e Benedetto. Colombano proviene dallIrlanda e percorrendo la Francia da Nord, poi la Svizzera e lItalia settentrionale fonda numerosi monasteri, i pi famosi dei quali sono quelli di Luxeuil in Francia e di Bobbio (Piacenza), nel quale mor. Benedetto nasce a Norcia intorno al 480, lascia giovanissimo la citt per ritirarsi a vita solitaria in una grotta presso Subiaco. A poco a poco si uniscono a lui discepoli che egli conduce in un luogo difficilmente accessibile, dove fonda una comunit: il convento di Montecassino. Per questa comunit Benedetto compone la Regola che discipliner la vita quotidiana, la pratica religiosa e il lavoro intellettuale dei monaci. Il fondamento della vita monastica il silenzio, importante come la povert e la castit. La Regola, severa e dolce al tempo stesso, garantir lo straordinario sviluppo del movimento benedettino in Occidente. I monaci cercano luoghi isolati. La prima legge che regola il monachesimo la solitudine, la seconda la privazione, ma la funzione civilizzatrice dei monasteri colombaniani o benedettini va oltre la funzione religiosa. Essi, infatti, assicureranno la sopravvivenza della cultura antica. Questi monasteri sono i soli centri di cultura che sopravvivono in un Europa sconvolta dalla guerra e dallanarchia. Vi si creano veri laboratori dove scrittori, pittori, scultori e musicisti preparano ci che fiorir pienamente nellepoca delle Cattedrali. Linfluenza anche economica, poich i monaci contribuiscono ad un migliore impiego delle terre coltivabili e a un rinnovamento dellattrezzatura nel mondo rurale, che dar inizio ai grandi dissodamenti.

Abbazia di S. LIBERATORE A MAJELLA


(lo scritto da cartellonistica Regione Abruzzo - Settore Turismo) foto delle classi

La chiesa benedettina, posta in posizione isolata ai piedi della Majella ed immersa in un suggestivo scenario naturale, rappresenta il pi antico esempio di organismo medievale d'Abruzzo.

Il primitivo impianto, esistente con il monastero gi nell'anno 856, era una dipendenza dell'abbazia

di Montecassino e fu distrutto dal terremoto del 990


Il tempio fu riedificato, agli inizi dell'XI secolo, dal monaco Teobaldo, che rinnov sia la zona absidale sia la parte inferiore della facciata.

L'attuale schema basilicale triabsidato, frutto di ulteriori trasformazioni intervenute nel corso dei secoli, a tre navate, suddivise da pilastri e coperte da capriate lignee, in sostituzione dell'originario soffitto cassettonato. All'interno della chiesa si ammirano parte del pregevole pavimento a mosaico del '200 e alcuni brani di affreschi risalenti al XIII secolo. Esternamente, tangente allo spigolo destro, si erge il maestoso campanile quadrato, databile al primo trentennio del XII secolo.

interno Imagine di copertina

Il monachesimo dopo San Benedetto


La riforma di Cluny
Introduzione di Maristella, prima d

Agli inizi dell'anno Mille la Chiesa attraversa un momento di corruzione dei costumi e nasce nelle coscienze religiose un forte desiderio di rinnovamento spirituale che parte proprio dai Monasteri. Il Monastero di Cluny, in Borgogna, fondato dall'abate Bernone nel 910 adotta la regola di S. Benedetto alle nuove esigenze di riforma dei costumi della Chiesa. I Cluniacensi si dichiarano sottomessi unicamente al papa e, in questo modo, si sottraggono all'autorit dei poteri locali: re, vescovo, feudatari. Rapidamente Cluny diviene un modello tanto che all'inizio del XII secolo in Europa esistono ben 1000 Monasteri. Per ritornare all'ideale di povert del Vangelo nascono nel XI-XII secolo altri ordini che predicano la povert assoluta. A Chartreuse, Francia, fondato nel 1084 l'ordine dei Certosini che vivono come eremiti in cellette separate dove pregano, mangiano, lavorano. Solo la preghiera viene fatta collettivamente.

regia di Philip Grnig a cura della seconda d e seconda f


... Philip Grnig regista tedesco nel 2006 diresse con rara maestria un film-documentario di straordinaria suggestione e bellezza: Il Grande Silenzio. Il film un piccolo miracolo partorito dopo 4 mesi di riprese allinterno del monastero della Grande Chartreuse vicino a Grenoble. Questo luogo la casa Madre dei Certosini, ed situato nelle Alpi francesi. Le mura del Monastero sono situate a pi di mille metri nella solitudine delle montagne, un nascosto baluardo dellausterit nel cuore dellOccidente

IL GRANDE SILENZIO

...Il film inizia con un uomo inginocchiato in preghiera; la sua immagine lentamente sfuma e

appare un cielo immenso. Segue il fuoco. Sono gli elementi naturali della vita che con estrema sintesi vengono inquadrati dallocchio di Philip Grnig. C la terra che la struttura su cui ci si 10

poggia, laria simbolo di unit e purezza, il fuoco con la sua compiutezza, e lacqua lelemento della vita e del movimento. Poi compare una scritta tratta dal Libro dei Re: Ecco il Signore pass. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento ci fu un terremoto, ma il signore non era nel terremoto, dopo il terremoto ci fu un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco ci fu il mormorio di un vento leggero. La frase seguita ancora da un uomo in preghiera, la neve, il vento. Basterebbero queste poche immagini per dare vita e significato ad un breve bellissimo cortometraggio, senza dover aggiungere nulla... Vedere questo film stato come sentirsi accarezzare da un'ondata al chiaro di luna. E' un film che pu parlare anche ai giovani con il soffio del vento. Non grida nelle loro orecchie modelli o miti, ma sussurra qualcosa che oggi diventa ogni giorno pi raro. L'amore. Adattamento da una recensione di Gionata Di Cicco dal sito: scuolachefarete.it

... La telecamera guidata da unacuta regia segue la vita dei monaci tra le mura del monastero, ne carpisce lessenza, attraverso ritmi e ritualit che si susseguono uguali da secoli... Interessante per il nostro studio le sequenze dei canti di preghiera dei monaci...

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screenshoot da youtube

http://scuolachefarete.it/2012/10/il-grande-silenzio-un-film-che-sa-sussurrare-fortissimo/ per vedere il film *** la scrittura musicale attrasverso i secoli un click sopra per il lavoro di ricerca in modalit asincrona delle classi seconde D & F del tempo prolungato ***

sitografia ufficiale dellordine dei certosini:


http://www.chartreux.org/

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LOrdine dei Cistercensi


di Matteo C. prima f
LOrdine cistercense fu fondato nel 1098 da San Roberto di Molesme , un monaco benedettino che voleva riportare l' antica Regola a valori pi austeri e spirituali che nel frattempo a Cluny si erano indeboliti a causa di numerosi "fronzoli" nella Liturgia , negli arredi e nell' architettura delle chiese . Fond cos un nuovo monastero in una localit pianeggiante vicino Digione, Citeaux, che in latino si chiamava Cistercium da cui appunto deriv il loro nome I Cistercensi si diffusero in tutta Europa grazie all' opera di San Bernardo di Chiaravalle che entr nell' ordine nel 1112 e propose uno stile di vita molto semplice: rinuncia ad ogni ricchezza, vesti bianche per devozione alla Vergine e per distinguersi dai cluniacensi , preghiere, silenzio assoluto e lavoro manuale. A differenza dell' ordine di Cluny dove vigeva un sistema centralizzato, ossia tutte le abbazie dipendevano dall' abate di Cluny (ed erano sotto la protezione diretta del Papa), i Cistercensi crearono un sistema di abbazie autonome legate tra di loro da un vincolo di fratellanza (se una aveva bisogno di aiuto le altre andavano in soccorso) ed erano controllate da un' assemblea capitolare di tutti gli abati. I monaci cistercensi, come le monache, furono grandi bonificatori e colonizzatori di nuove terre: ararono, introdussero nuove colture, nuove tecniche ed erano molto preparati in campo idraulico, nella costruzione di dighe e canali e contribuirono notevolmente alla rinascita dell' economia agraria , infatti ogni abbazia aveva annessa un sistema di grange cio di vere e proprie aziende agricole. Nelle abbazie non c'erano solo monaci ma anche i conversi, persone laiche che avevano scelto di vivere secondo uno spirito austero che grazie alla loro preparazione in vari campi del sapere contribuirono notevolmente alla diffusione dell'Ordine. Le ragioni del loro grande sviluppo sono dovute per anche al contesto storico di quel tempo segnato dalla decadenza religiosa durante il periodo della lotta per le investiture che port a un desiderio profondo di valori pi puri e autentici. Le loro chiese a differenza di quelle cluniacensi erano molto sobrie, non avevano pitture, sculture, pavimenti e vetrate colorate che potevano distrarre l'attenzione dei monaci. I monasteri si diffusero con cos tanta rapidit che alla fine del XIII secolo ce n'erano pi di 700. La diffusione dell'Ordine coincise con la nascita dello stile gotico tanto che fu attribuita ai cistercensi l'introduzione in Italia dell'architettuta gotica. Sono cistercensi l'Abbazia di Chiaravalle Milanese, edificata per volont di San Bernardo (ancora oggi abitata da monaci cistercensi) e quella di Morimondo. L'Ordine fu soppresso durante la Rivoluzione Francese ma rinacque nel XIX secolo. 13

Abbazie cistercensi madri - Pianta tipica


Un monastero cistercense era formato principalmente da cinque strutture: il luogo di preghiera (oratorium), il luogo dove dormire (dormitorium), quello dove mangiare (refectorium), una foresteria dove ricevere gli ospiti (cella hospitum) e una portineria (portaria). Questi edifici si trovano attorno al chiostro, il cuore del monastero. Lo scriptorium, il luogo dove vengono copiati (a mano) i testi sacri e profani viene collocato nell'area orientale, dedicata alle attivit intellettuali. Il chiostro il luogo dove i monaci passano il loro tempo libero a leggere. Alberta C., prima f

Il monachesimo rappresenta, durante le invasioni barbariche, nei tempi sanguinosi delle lotte fra feudi, nell'epoca delle carestie e delle epidemie, un fenomeno non solo religioso, ma anche sociale e culturale. I monasteri furono per secoli i soli luoghi, dove si conservava un barlume di vita civile, si teneva una scuola, si trascrivevano gli antichi testi della cultura romana e greca, si riparavano e si riproducevano attrezzi e suppellettili della passata et, si conservavano i documenti legali, si redigevano gli atti anagrafici, quelli riguardanti la compravendita dei terreni, gli affitti, gli obblighi feudali. Nell'Alto Medioevo pochissimi sapevano leggere e scrivere ed erano in buona parte monaci. I Monasteri divennero anche degli importantissimi luoghi di produzione economica: ci non solo li rendeva autosufficienti, ma permetteva di mantenere i poveri, di gestire gli ospedali, di dare ricovero ai viandanti e di curare i malati. Maristella, prima d

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Un piccolo luogo sacro ... veramente un pezzo da museo

Orde turche depredano le coste abruzzesi


una comunit di monache cistercensi raccolta in preghiera e un crocifisso sanguina dalla ferita sul costato ricerca di Antonio S., Luca C., Alessandro P., Marco T., Guido M. - Seconda D

La storia del crocifisso miracoloso di Ortona un intreccio di fede, arte, mistero e colpi di scena. Dinanzi a quellaffresco, databile 1400, che rappresenta Ges crocifisso e ai lati Maria e lapostolo Giovanni, si sono inginocchiate con devozione intere generazioni di fedeli di questa citt abruzzese affacciata sul mare. E proprio da quel mare, nel 1566, si stava avvicinando la minaccia dei saccheggi da parte delle truppe del sultano Solimano, il quale in quel periodo stava mettendo a fuoco e fiamme il litorale adriatico senza alcuna piet. Mentre molti ortonesi fuggivano, le monache cistercensi scelsero di rimanere nel Monastero a pochi passi dal mare, come a sfidare con la forza della fede quella cieca violenza. Nelle loro preghiere cera la su pplica di protezione per gli abitanti della citt che, fuggendo dalle loro case, fecero trovare Ortona completamente deserta. I turchi attaccarono i simboli del cristianesimo, cattedrale in primis, senza che per venissero danneggiati n il Monastero delle cistercensi n la piccola chiesa di Santa Caterina, dove ogni giorno le religiose pregavano proprio dinanzi a quel dipinto della crocifissione.

Questi avvenimenti sono raccontati da autori di epoche diverse come fra Ludovico da Orsogna, labate Paccichelli, il patrizio Antonio De Fabritiis e lo storico Gian Battista De Lectis. Ogni fonte sembra concordare sul fatto che il 13 giugno del 1566, mentre le monache erano in preghiera, due giorni prima dello sbarco dei turchi, videro sgorgare dalla ferita del costato del Cristo abbondante sangue che raccolsero prontamente in due piccole ampolle. Appena la situazione torn alla normalit, le ampolle e laffresco divennero oggetto di fervida devozione popolare, sino al 1570 quando padre Basilio, il confessore del monastero, venne richiamato dal suo ordine a Venezia. Poco dopo la partenza, le monache scoprirono con stupore che assieme ai bagagli e al frate agostiniano avevano preso il largo anche le due preziose reliquie.

La diplomazia si mise prontamente allopera e lallora vescovo Giandomenico Rebiba, cos come il Capitolo della cattedrale di San Tommaso, scrissero al Doge di Venezia Pietro Loredano per ottenere la restituzione della prova di quel prodigio. Ma la citt di Ortona dovette attendere sino allanno santo del 1933 quando larcivescovo Piccirilli e il canonico Vallega riuscirono, grazie allintercessione del cardinale Pietro La Fontaine, patriarca di Venezia, a ottenere la restituzione di almeno una delle due piccole ampolle.

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Sulle tracce del Monastero Cistercense ad Ortona

La 2^ D all'interno dell'Oratorio del Crocifisso Miracoloso sulla Passeggiata Orientale di Ortona sul litorale abruzzese
oratorio definito "un pezzo da museo" dal Pastore dell'Arcidiocesi nel 1991 anno degli interventi di restauro conservativo sia della Cappella che del Crocifisso

Archi e volte ad ogiva dell'anno 1000 - chiesa benedettina Abside ad quadratum benedettina con bifora ( la parte pi antica della chiesa)

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"negativo" del Crocifisso databile 1250 emerso esattamente nella zona sottostante l'affresco del Crocifisso miracoloso

Nel corso del 1327 venne edificato il Monastero delle Monache Cistercensi di clausura con annessa Chiesa dedicata a S. Caterina d'Alessandria

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Particolare della grata di clausura dove le monache ricevevano l'Eucarestia

Particolare del simbolo religioso delle Cistercensi: ruota dentata sormontata dalla croce e dal serpente: rappresenta il martirio che libera dal peccato

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Particolare dell'affresco bizantino floreale rinvenuto durante i lavori di restauro del 1991

"Il miracolo del Crocifisso" 13 giugno 1566 l'evento prodigioso interessa un dipinto a fresco di epoca 1400

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Quando sono stati eseguiti i lavori di stacco dal muro dell'affresco del Crocifisso miracoloso stato scoperto un secondo affresco, di cui si ignorava l'esistenza, di epoca pi antica databile intorno al 1200 avente la stessa iconografia. Anche quest'ultimo stato staccato dal muro e posto sul lato posteriore del Crocifisso miracoloso su un supporto a copertura a vetro.

Tela del sec XVII - cartiglio con la scritta "EX VOTO" in basso a destra

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l'ampolla contenente il sangue sgorgato dal costato del crocifisso conservata in una nicchia di marmo Gli Ortonesi sono orgogliosi di conservare queste reliquie, dopo che per tanti anni ne erano rimasti privi

coro ligneo del 1600 che "fascia" il sacro luogo tutto intorno

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VIDEO

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I nostri articoli
I miracoli della piccola chiesa sulla passeggiata orientale di Ortona
di Antonio S., Luca C., Alessandro P., Marco T., Guido M. della Seconda D

Il 29 giugno 1934, dopo oltre tre secoli e mezzo di attesa, la boccetta con il sangue contenuta in un reliquiario dargento realizzato dai maestri orafi della citt lagunare, torn a Orton a a bordo di un cacciatorpediniere e accompagnata dalla benedizione apostolica di papa Pio XI. Quellampolla ancora oggi conservata in una nicchia nelloratorio del Crocifisso miracoloso, sulla passeggiata orientale di Ortona, in questa struttura risalente allanno Mille, caratterizzata da archi e volte ogivali e da un coro ligneo del 1600. Oltre al sangue del crocifisso miracoloso, la piccola chiesa ha fatto scoprire nel tempo un altro miracolo, questa volta a carattere artistico. Nel 1991, durante i lavori di ristrutturazione, si pens di rimuovere laffresco per restaurarlo. Nel corso delloperazione venne alla luce unaltra rappresentazione della crocifissione, questa volta risalente al 1200, di cui si ignorava lesistenza. Ma le sorprese non fini rono qui: nel momento in cui fu staccato dal muro anche questo dipinto duecentesco, si scopr una sorta di duplicazione dello stesso, rimasto impresso sulla parete come si trattasse di un negativo fotografico. Oggi il piccolo oratorio conserva cos tre dipinti della crocifissione e la piccola ampolla contenente il sangue scaturito dal costato del Cristo sul quale, affermano in molti, non sono mai state compiute analisi, considerato che gli Ortonesi ritengono sufficiente la loro fede a certificare quel prodigio. E che si tratti di citt di fede lo conferma la grande devozione allapostolo san Tommaso, il corpo del quale fu trasportato in citt nel 1258 dallisola greca di Chios e da allora custodito, assieme alla pietra tombale, nella Basilica a lui intitolata.

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Cenni sul complesso monumentale di Santa Caterina dAlessandria e delloratorio del crocifisso miracoloso
di Martina G., Elio C., Lorenza S., Sofia t., SECONDA D

La cappellina del Crocifisso miracoloso sarebbe stata costruita prima dellanno Mille. Essa formata da archi a volta in stile gotico ed era con molta probabilit separata dalla Chiesa. Successivamente la Cappellina venne allungata fino a formare un unico corpo con la Chiesa. Allinterno dellOratorio vi un coro in legno che lo fascia per intero; in detto sacro luogo conservato lantico affresco del 1400 di stile tardo gotico, dal cui costato sgorg miracolosamente sangue vivo, raffigurante Cristo Crocifisso. Dopo il restauro del 1991 possibile ammirare un altro dipinto, che ra ffigura anchesso il Cristo Crocifisso e che si trovava sotto il primo affresco. Nel corso del 1327, sotto lArciprete Jacopo, venne edificato il Monastero delle Monache Benedettine Cistercensi di clausura con annessa Chiesa dedicata a Santa Caterina dAlessandria Vergine e Martire. Non da escludere che inizialmente la Chiesa potesse essere dedicata a Santa Maria ad Basilicam e successivamente a S. Chiara ed infine a S. Caterina dAlessandria. Il portale in pietra del XII sec. ed probabile che appartenesse originariamente alla Cappellina dellOratorio. La Chiesa formata da ununica navata affrescata e decorata in stile barocco-spagnolo del XVII sec.

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Sia il Monastero che la Chiesa erano circondati da vastissimo orto, e nei pressi delledificio sac ro si apriva la postierla. Allinterno della Chiesa erano conservate diverse tele del pittore Giovan Battista Spinelli di scuola napoletana del milleseicento; attualmente alcune si trovano presso il museo della Cattedrale di S. Tommaso; di rilevante pregio la tela raffigurante Santa Caterina dAlessandria in estasi, restaurata un decennio fa. Alla fine dellottocento, primi del novecento il Monastero stato occupato dalle suore di S. Anna, che vi sono rimaste fino alla fine degli anni settanta.

Attualmente la Chiesa detta anche di S. Anna, ha pianta a navata unica con annessa sacrestia laterale; il pavimento di cemento decorato; la zona del presbiterio balaustra in marmo, come pure laltare ed il tabernacolo; incassate nelle pareti laterali vi sono due nicchie con ciascuna un altare in pietra; la volta della Chiesa affrescata da decorazioni barocche in oro e vari affreschi, purtroppo rovinati dal tempo e dallincuria.

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DALLA 2^F la cronaca di una giornata particolare


di Noemi, Federica, Giulia, Stefania e Annalessandra Venerd pomeriggio anche noi della 2^f siamo andati all Oratorio del Crocifisso Miracoloso definito "un pezzo da museo". In esso contenuta una piccola ampolla con il sangue sgorgato miracolosamente dal Cristo dell'affresco. Gli studi fatti su questo sangue raggrumato attestano che di gruppo AB. Le anfore inizialmente erano due ma una a Venezia mentre laltra posta in quest oratorio. Molti anni fa ad Ortona quest edificio era la residenza di molte monache cistercensi, nate, vissute, morte e sepolte sotto il pavimento della chiesa. Il simbolo di queste suore una ruota dentata sormontata dalla croce e dal serpente. IL MIRACOLO DEL CROCIFISSO ha interessato un affresco del 1400 che ritrae la figura di Ges crocifisso con la testa inclinata e la ferita al costato ben visibile. Ai lati della croce si intravedono S. Maria e l apostolo Giovanni. Il segno miracoloso si trova tuttora nell Oratorio di Santa Caterina. La tradizione riferisce che il 30 luglio 1566 Ortona fu invasa dai Turchi che distrussero la citt. Le monache benedettine pregavano ardentemente il Ges crocifisso e gi 48 giorni prima dell arrivo dei Turchi, nel costato di Ges sgorg del sangue vivo (col tempo raggrumato) poi raccolto nelle due ampolline di cui abbiamo parlato prima. Queste vennero inizialmente trasferite a Venezia (una oggi si trova nell' oratorio di S.Simeone profeta). Nel 1570 gli ortonesi scrissero al doge di Venezia per riottenere le ampolline ma senza frutto. Il 29 giugno 1934 quando il popolo attendeva da 364 anni le ampolline, una venne riportata ad Ortona ed ancora qui. L ampollina costituita da un supporto in argento realizzato a Venezia in cui incastonata la boccetta col sangue raggrumato.

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PARTE SECONDA

Con il declino del sistema feudale ed il sorgere dei primi comuni si evidenziarono una serie di fattori esprimenti il grave disagio dell'antico mondo monastico: l'esiguit numerica dei monaci, la decadenza disciplinare e l'isolamento contribuirono ad uno sfaldamento delle istituzioni monastiche e le Abbazie con i loro possedimenti divennero preda degli ambiziosi signori locali e dei comuni, ai quali in molti casi furono assoggettate. Nonostante ci il XIII secolo vide nascere, accanto ai primi Ordini mendicanti, Francescani e Domenicani, nuovi movimenti monastici locali, come l'Ordine dei Celestini , legato alla figura di Papa Celestino V. Di questi tre ordini religiosi abbiamo ricercato le tracce nella nostra ridente cittadina abruzzese affacciata sullAdriatico.

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Sulle tracce del monastero domenicano ad Ortona

la 2^D in visita-studio alla BIBLIOTECA DIOCESANA


Meta del nostro itinerario culturale di oggi la Biblioteca Diocesana San Domenico

Percorrendo le stradine medioevali del rione di Terravecchia, imboccata via Morosini ...

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... giungiamo alla piazzetta San Michele sulla cui area sino agli anni venti del secolo scorso, sorgeva lomonima chiesa . Di questa non resta che la piccola sagrestia

Poco pi avanti La Biblioteca Diocesana. La biblioteca, sorta nei locali che una volta erano la Chiesa annessa al Convento Domenicano, oggi sede della Scuola Media, contiene 38000 volumi , i pi antichi datati 1500.
Cenni storici: Il Convento dei domenicani di Ortona fu istituito nel XIV secolo per diffondere i valori dei testi sacri; in origine il convento ospit una scuola di Teologia, successivamente la chiesa fu dedicata alla Madonna del Rosario e rimase in culto fino ai primi del novecento.

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L'unico reperto originale del convento una statua in gesso bianco raffigurante S. Domenico. Le simbologie presenti fanno riferimento alla regola domenicana consistente nella preghiera, diffusione del vangelo, formazione religiosa. La statua regge nella mano destra il rosario a ricordo della dedicazione della chiesa; sulla sinistra regge il vangelo; al lato ha un cane con un bastoncino in bocca simbolo della fedelt. Il piede destro poggia sul mondo e davanti alla statua c' un giglio bianco simbolo di purezza. Negli anni sessanta una volta sconsacrata, venne organizzata la Biblioteca Diocesana.

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Le pergamene sono 80 e il direttore dott Elio Giannetti ci mostra una pergamena del 1570 redatta dal notaio Tommaso Massari in latino cassinese beneventano che racconta le vicende dellattacco dei Turchi e della distruzione della Cattedrale.

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Il Direttore ci mostra quindi un autentico capolavoro: un libro antifonario del 1600 recante le note musicali in canto gregoriano sui principali Santi venerati ad Ortona a quei tempi.

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La nostra visita termina qui ... abbiamo vissuto un'esperienza veramente emozionante ... abbiamo accarezzato pagine e sfogliato libri carichi di storia e di cultura, quella cultura che da sempre ha contraddistinto Ortona, luogo di incontro e scontro di popoli diversi. per la seconda D fotoreporter Francesca G.

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VIDEO

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Classi seconde D&F MONASTERIA

audiolibro un click sopra per ascoltare

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nei laboratori abbiamo visto il film

Un click qui http://filmedvd.dvd.it/giallo/il-nome-della-rosa/

Il regista Annaud, pur costretto a delle inevitabili semplificazioni rispetto al complesso romanzo di Eco (soprattutto per quanto riguarda il suo ricchissimo apparato filosofico e letterario), riesce a restituire allo spettatore la cupa atmosfera gotica alla base della narrazione, e sa sfruttare abilmente i meccanismi del giallo per regalarci una detection originale ed appassionante, che non indugia in uneccessiva spettacolarizzazione e solo nella parte finale si distacca significativamente dalla trama del libro. I maestosi set del film sono stati ricostruiti a Cinecitt, mentre gli interni sono stati girati nellabbazia tedesca di Eberbach e nella Rocca Calascio in Abruzzo.
da MARTINA 2D scheda del film IN NOME DELLA ROSA GENERE: Drammatico REGIA: Jean-Jacques Annaud SCENEGGIATURA: Howard Franklin, Alain Godard, Andrew Birkin, Grard Brach ATTORI: Sean Connery, Christian Slater, F. Murray Abraham, Feodor Chaliapin Jr., Michael Lonsdale, Valentina Vargas, Ron Perlman, Helmut Qualtinger, Volker Prechtel, William Hickey, Michael Habeck, Elya Baskin SOGGETTO: DAL ROMANZO OMONIMO DI UMBERTO ECO

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La trama: Autunno 1327: tra stupende montagne innevate, nel nord Italia, sorge un maestoso monastero. Vi giunge Guglielmo Da Baskerville, francescano ex inquisitore, teologo affascinato dalla cultura e dalla filosofia: con lui c' il novizio Adso da Melk, che segue il maestro dovunque egli vada. Nel monastero deve svolgersi un incontro tra francescani, domenicani e delegati papali: dovranno chiarire alcuni problemi di fede. Il perspicace Guglielmo per si rende conto che fra i monaci c' tensione e paura: l'abate, dopo aver tentato di rassicurarlo che tutto procede bene, costretto a riferirgli che un giovane monaco, ottimo miniatore, Adelmo da Otranto, stato trovato morto ai piedi della torre del monastero: si teme qualche influenza demoniaca. Guglielmo inizia le sue ricerche per far luce sull'oscura vicenda, aiutato dal fido Adso. Ma ben presto si rende conto che alcuni monaci fanno di tutto per ostacolarlo nell'impresa o per dissuaderlo dal ricercare le cause degli eventi Intanto arrivano al monastero sia i delegati papali nei loro abiti sfarzosi e nel loro atteggiamento presuntuoso sia il crudele e severo inquisitore Bernardo Guy, il quale sicuro che l'autore di tanti delitti qualcuno influenzato dal demonio. Crede di trovare i colpevoli in Salvatore, un monaco gobbo e deforme dal linguaggio incomprensibile, in una ragazza del villaggio che veniva ad elemosinare qualcosa da mangiare in cambio di favori "particolari" verso i monaci pi corrotti e lascivi ed infine in Remigio, il cellario, che faceva anche i propri interessi nell'esigere i tributi dalla povera gente. I tre disgraziati vengono condannati al rogo come eretici ed indemoniati nonostante il parere contrario di Guglielmo, che sa benissimo che sono innocenti, e di Adso, il quale si innamorato della ragazza che gli si concessa, attratta dall'ingenuit del giovane. Dopo aver superato trabocchetti e reticenze di ogni genere Guglielmo scopre tutto Tutto l'intrigo era noto al venerabile Jorge, il quale la persona che ha mosso tutti i fili della squallida vicenda fin dall'inizio. Guglielmo e Adso non possono rivelare a tutti l'intrigo perch Jorge manda a fuoco l'antica biblioteca con tutti i suoi preziosi libri, letali, a suo parere, per la fede cristiana. Il saggio francescano e Adso dopo aver messo in salvo alcuni libri, riescono a scampare al poderoso incendio, nel quale perde la vita il vecchio Jorge. L'inquisitore aveva fatto preparare i roghi e mentre il fuoco divampa ormai in tutto il monastero, Salvatore e Remigio vengono arsi vivi ma la ragazza nella crescente confusione viene risparmiata. Mentre i monaci tornano verso il vecchio edificio per tentare di salvare quello che si pu, i contadini affamati arraffano e saccheggiano quello che capita loro sotto mano e " giustiziano" l'inquisitore che finisce in un burrone.

Il fuoco ha distrutto molte cose ma i colpevoli dei misfatti non ci sono pi, cos che la pace pu tornare nel monastero. Il giovane Adso segue per sempre il suo maestro, rinunciando all'affetto della ragazza venuta per salutarlo. Conserver per tutta la vita il ricordo tremendo dell'esperienza nel monastero...

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SULLE TRACCE DEL MONASTERO DEI FRANCESCANI AD ORTONA

VISITA al convento dei Francescani - S Maria delle Grazie

L'Abruzzo ancora oggi custodisce preziose testimonianze architettoniche e documentarie che narrano i primi anni della diffusione del messaggio francescano. Accanto ad insediamenti che mostrano chiaramente il loro volto francescano, ve ne sono altri che presentano solo poche tracce; ad Ortona la chiesa dei Francescani stata completamente rifatta per cui diventa fondamentale il ricorso alle fonti che permettono di ricostruire anche la realt degli insediamenti scomparsi e di recuperare la storia del francescanesimo abruzzese ai suoi albori tra XIII e prima met del XIV secolo e oltre.... Noi ragazzi della seconda media siamo stati sui luoghi dei francescani e questa la nostra ricostruzione storica:

Dopo il Lodo di Pace tra Ortona e Lanciano, voluto per intercessione di Giovanni da Capestrano, fu edificata nel 1440 una piccola chiesa dedicata alla Madonna della Pace o delle Grazie ed affidata all'Ordine dei Frati Minori Zoccolanti Francescani. L'ubicazione malsana della chiesa ( nei pressi dell'attuale bivio autostradale ) fece s che tale comunit chiedesse all'Universitas di Ortona uno spazio all'interno delle mura, per continuare l'opera di solidariet intrapresa. Nel 1506, in seguito alla frana, numerosi siti furono dismessi e si decise di affidare un terreno incolto, nella zona di Terranova ai Francescani, per costruire il proprio convento. Tale costruzione coincide, oggi, con la Chiesa di Santa Maria delle Grazie ed annesso edificio ASL in Piazza San Francesco.

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Il motto, riportato sullo stemma Francescano " PAX ET BONUM" " PACE E BENE", ed in effetti questo ordine ha operato per le pace e la solidariet nella nostra citt.

la foto di Camilla seconda d Dell'impianto originario del convento si conserva all'interno una lunetta in legno (ubicata al di sopra del portone principale ) rielaborata negli anni 60 in mosaico all'esterno, dove sono riportati San Francesco e San Bernardo, ai lati di una Madonna con Bambino, con citazione latina dello stesso Bernardo che riporta tutte le opere buone all'intercessione di Maria.

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Durante i lavori di restauro sono tornate alla luce alcune immagini affrescate della met del 1700, con foglie di acanto ed un Cristo, paragonabile al Volto Santo di Manoppello.

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L'interno della chiesa ad una sola navata, con alcune tele dedicate a Gesu' ed a Francesco ed una piccola nicchia all'ingresso, che conserva i resti mummificati del Beato Lorenzo da Villamagna, uno dei primi frati della comunit di Ortona.

I Francescani contribuirono a numerose opere di carit ad Ortona, in un periodo storico, pervaso da attacchi Turchi, frane e da un gravoso episodio di peste, che costrinse l'amministrazione civile a creare un cimitero fuori le mura, con convento della Trinit, affidato sempre agli zoccolanti.

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Un po di storia
Con il declino del sistema feudale e il sorgere dei primi Comuni si evidenziarono una serie di fattori esprimenti il grave disagio dell'antico mondo monastico: l'esiguit numerica dei monaci, la decadenza disciplinare e l'isolamento contribuirono ad uno sfaldamento delle istituzioni monastiche e le abbazie con i loro possedimenti divennero preda degli ambiziosi signori locali e dei Comuni, ai quali in molti casi furono assoggettate. Nonostante ci il XIII secolo vide nascere nuovi movimenti monastici locali, come quello fondato da San Silvestro, diffusosi principalmente nelle Marche, e l'Ordine dei Celestini, legato alla figura di Papa Celestino V e accanto a loro, i primi Ordini mendicanti, Francescani e Domenicani. Miseria, malattia e infermit erano visti nel Medioevo come colpe e si pensava che coloro che si trovavano ai margini della societ fossero posseduti dall'invidia e da uno spirito di ribellione tale da diventare facilmente eretici. Alla fine del XII secolo la societ comincia a mutare atteggiamento e i frati mendicanti vanno predicando la "buona novella" per le vie delle citt, accettando di vivere nelle stesse condizioni dei diseredati. Francesco era figlio di un agiato mercante di stoffe di Assisi e respinse la fortuna paterna per abbracciare la povert. La sua predicazione era popolare ed emotiva . Si individuato un collegamento ai Cistercensi ai quali Francesco appare significativamente collegarsi anche nella scelta del suo abito e di quello dei primi compagni (Romanini, 1986). Francesco tuttavia rifiutava larchitettura cistercense e anche nel Testamentum (28-29), ammoniva i suoi frati a non accettare "chiese, povere abitazioni e quanto altro viene costruito per loro, se non siano come si addice alla santa povert, che abbiamo promesso nella Regola, sempre ospitandovi come forestieri e pellegrini". In tutti i testi si parla sempre di case, di semplici strutture abitative, prive di quegli elementi, come il chiostro, caratterizzanti l'architettura monastica, ma che furono mantenuti negli edifici di altri ordini mendicanti, come i Domenicani. I dati sul periodo delle origini sono dunque molto eloquenti: al rifiuto della propriet, e dunque alla rinuncia all'elaborazione di ogni specifica forma architettonica, si affianca l'uso di strutture proprie dell'architettura laica o l'adozione, l dove strettamente necessario, di modelli propri dell'architettura rurale o assistenziale: quanto avviene a S. Damiano per ospitare nel 1212 la prima comunit femminile di s. Chiara ( Clarisse), nell'inserzione dello spazio a semplice capannone del dormitorio al di sopra della volta della cappella (Romanini, 1986). Spazi destinati a funzioni assistenziali sono inglobati anche nelle strutture della prima fondazione. Ad una prima fase rappresentata da stanziamenti, spesso in condizioni precarie, fuori delle mura cittadine, ma nelle adiacenze di importanti vie di comunicazione, fanno seguito la ricerca di sedi all'interno delle mura urbiche, per lo pi in prossimit delle porte, e infine, l'insediamento in posizione chiave, nel cuore della citt, in prossimit dei centri del potere laico; in questo momento i conventi francescani erano anche spesso connessi alle sedi del potere grazie alle funzioni di servizio che vi venivano espletate. La prima met del Duecento segnata architettonicamente da una serie di esperienze nelle quali sono comunque evidenti la ricerca di una monumentalit e un impegno costruttivo in netto contrasto con i propositi del fondatore. Emblematici in questo senso i casi della Basilica del Santo di Padova e del S. Francesco di Bologna; il primo di

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fatto anch'esso un edificio memoriale, sorto accanto alla chiesetta, allora suburbana, di S. Maria Mater Domini, dove erano state deposte le spoglie di Antonio, il predicatore francescano nato a Lisbona nel 1195 e morto a Padova nel 1231. La rapidissima canonizzazione avvenuta gi nel 1232 fece s che la tomba di questo nuovo santo francescano divenisse meta di pellegrinaggi, rendendo necessaria la costruzione di un edificio di maggiori dimensioni; la storia architettonica della chiesa si evolve e modifica in funzione della collocazione ottimale dell'arca dove erano state deposte le spoglie del santo. Nello spazio architettonico delle chiese francescane e mendicanti, laccento viene posto marcatamente a privilegiare l'ambito della celebrazione e del fondale dell'edificio, nell'esaltazione della luce che irrompe dalle finestrature dei cori (Romanini, 1978), per "potenziare la capacit di coinvolgimento emotivo dell'assemblea dei fedeli". L'impianto a navata unica coperta a tetto, la chiesa capannone, ebbe, a partire dall'edificio prototipo del S. Francesco di Cortona, una diffusione capillare e ramificata, con varianti interne che riguardarono essenzialmente la zona del coro, articolata su una o pi absidi, talora staccata dalle navate. L'Abruzzo ancora oggi custodisce preziose testimonianze architettoniche e documentarie che narrano i primi anni della diffusione del messaggio francescano. Accanto ad insediamenti che mostrano chiaramente il loro volto francescano, ve ne sono altri che presentano solo poche tracce; altri ancora sono ormai del tutto scomparsi, per lasciare spazio a nuove edificazioni, o semplicemente sono abbandonati. Per questo diventa fondamentale il ricorso alle fonti che permettono di ricostruire anche la realt degli insediamenti scomparsi e di recuperare la storia del francescanesimo abruzzese ai suoi albori tra XIII e prima met del XIV secolo e oltre....

Le nostre impressioni sulla visita


La piazza di San Francesco si estende vicino alla scuola elementare di Santa Maria. La statua di San Francesco si erge in mezzo al verde e alla rotonda. Dal '400 a Ortona si sono stabiliti i francescani, gli zoccolanti. Un tempo questa piazza era un orto con delle botteghe e ora tutto di cemento e tutto questo spazio apparteneva al convento. Questo ordine stato importante perch dove si erano stanziati, alle 4 strade, c'erano zone paludose e loro le hanno bonificate e questo nel 1506. La statua il simbolo di pace tra gli ortonesi e i lancianesi che infatti poi venendo a Ortona hanno portato anche il beato Lorenzo conservato nella Chiesa dove oggi non ci sono pi i francescani ma gli indiani. Al di sopra di una porta laterale della Chiesa c' una pietra scolpita con il simbolo dell'ordine, con su scritto il motto dei francescani "pace e bene" e due mani che si incrociano e in mezzo una Croce. Al di sopra della porta centrale invece c' una lunetta con un immagine per far capire la cristianit del luogo anche ai pi ignoranti con una citazione "Dio volle che noi avessimo tutte le cose per Maria" All' interno della chiesa e dalla parte opposto, quindi, della prima lunetta, proprio sopra il portone principale d'ingresso, c' un'altra lunetta con la scritta pace e bene e la Alfa e omega a significare l' inizio e la fine. Francesca S, Elio C, Francesco B e Luca C. ***

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I Celestini
I Celestini riconoscono come loro patriarca Pietro Celestino, nato in Puglia nel 1215, o, come altri vogliono, nel 1221 di genitori non distinti ma virtuosi i quali, bench aggravati da numerose figliolanze, pure lo misero alle scuole; ma bentosto si conobbe che Pier Celestino era per indole inclinato alla solitudine. A ventanni si era gi ritirato sopra una montagna, dove sera costruita una celletta. Vi fu scoperto, e costretto dandare a Roma, dove ricevette gli ordini sacri. Nel 1246 Per continuare a leggere clicca qui

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Sulle tracce del Monastero dei Celestini ad Ortona

visita guidata
Fondata da san Pier Celestino, la congregazione che da lui si nomina, si stabil nella seconda met del secolo XIII nellAbruzzo con centro a S. Spirito del Morrone; fu approvata da Urbano IV nel 1264 e da Gregorio X nel 1274. Conobbe subito una forte espansione nel regno di Napoli. Allinizio del XV secolo la Congregazione contava in Italia un centinaio di Monasteri ... La decadenza della Congregazione nel 600 e la sua scomparsa definitiva sia in Italia sia in Francia nel 1807-1810, che la allontanava dallinteressamento degli storici moderni della Chiesa, spiegano la mancanza di una vera e propria storia dei Celestini. per, necessario distinguere nettamente gli studi sul fondatore della Congregazione, papa dal 5 luglio al 13 dicembre del 1294, dalle ricerche sulla sua famiglia monastica. Nel primo caso la bibliografia notevole rimane limpressione che nellinsieme la storia della congregazione celestina non abbia compiuto notevoli progressi in questi ultimi trentanni. leggi qui

Ad Ortona del Monastero dei Celestini resta la facciata romanica con il rosone. Il monastero extra moenia, fuori le mura, si estendeva sul colle oggi dimora dei Salesiani.

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Allinterno della chiesa, di prestigio la lunetta di Maria di Costantinopoli , attribuita a Luca di Atri, meta di pellegrinaggio in epoca passata e recente

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Prestigiosa anche una tela del 1583 a ricordo dellescursione dei Turchi che bruciarono e saccheggiarono il Monastero dei Celestini e la citt di Ortona ( risparmiando miracolosamente solo la cappella delle suore Cistercensi, dentro le mura).

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Nella chiesa e' anche conservata e in mostra una tela raffigurante Celestino V , il papa che abdic. Oggi il vecchio convento dei Celestini diventato un centro dei Salesiani, un oratorio, dove noi ragazzi ci rechiamo per giocare a basket, calcio, pallavolo ... o altre attivit. Loratorio si trova oggi nel centro di Ortona e nei luoghi dove una volta c'era la campagna oggi ci sono le costruzioni dei salesiani e altre abitazioni. Poco resta del monastero celestiniano Lorenzo C. prima f

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PARTE TERZA
Visita guidata alla Basilica di San Tommaso ( 1 )

Lipotesi di una basilica paleocristiana bizantina sotto la cattedrale di San Tommaso


" avvalorata dalle notizie di Mons. Antonio Politi che, a seguito della demolizione del vecchio campanile e di alcune parti murarie, ha visto riapparire unantica struttura realizzata con pietre e mattoni cementati di forma semicircolare, sicuramente la fondazione di unabside. Ci dice anche di una piccola cappella interrata, sotto la torre semaforo, con affreschi bizantini, visibile ancora prima della distruzione dovuta agli eventi bellici. Sono una testimonianza importante anche i vari reperti di fattura bizantina rinvenuti nel1946."

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La Sveglia febbraio 1963 Mons. Antonio Politi: e nella demolizione del campanile sono affiorati dei resti assai preziosi che gettano nuova luce sugli studi riguardanti lantico tempio e le vicissitudini del sacro edificio attraverso i secoli. nello scavo delle fondazioni si avuta una prima sorpresa a tre metri di profondit sono state scoperte cavee rettangolari delimitate da un arcosolio una tomba a parallelepipedo formata sia ai lati che conservazione. A mio avviso esso dovrebbe costituire lultimo avanzo dellabside della chiesa paleocristiana di S. Maria degli Angeli, che si sviluppava in lunghezza fin sotto lattuale cappella di S. Maria Maddalena (prima degli ultimi eventi bellici lomonima cappelletta era adorna sulle pareti di pitture bizantine, Peccato che il muro, i sepolcreti e gli arcosoli test al coperchio di lastroni di pietra. Disseminati nel terreno pezzi di vaso vitreo, colonne gotiche tortili e finemente intagliate, resti di oggetti policromi: di una lucerna di rame, di listelli di pietra intarsiata a mosaico bianco e nero; un orciuolo di creta ottimamente conservato e con lorifizio a becco (lucerna per tomba?); monete completamente consunte e indecifrabili e pezzo marmoreo interessantissimo la parte frontale sinistra della testa di un toro con corno attorcigliato da una fune pi in basso e sullasse della Cappella d i S. Tommaso affiorato un muro circolare di ca. m. 1,50 di altezza in perfetto stato di conservazione scoperti sono stati disfatti onde costruire un fondamento ben solido al nuovo campanile; con opportuni accorgimenti si sarebbero potuti salvare in loco Comunque rimarranno per i posteri le copie fotografiche.
Segue una libera riduzione del testo originale dell'arch G. Zandegiacomo fatta dalle alunne di seconda F, Stefania S. e Annalessandra M. (1) PREFAZIONE

Nel 540 i Bizantini iniziano la conquista di molte regioni dItalia. LAbruzzo costiero, fu occupato saldamente dai Bizantini, che avevano il loro centro in Ortona. 49

Ortona era chiamata castron Ortonos: citt fortificata di Ortona. Il porto era molto attivo, perch serviva per i collegamenti con lOriente. Il periodo bizantino dur allincirca sino verso il 670, quando Ortona fu conquistata dai Longobardi e annessa al Ducato di Benevento. Qualche anno dopo l800, i Franchi del Re Pipino occuparono Teate, Ortona (802) e lAbruzzo costiero e vi lasciarono come vassalli i conti longobardi; verso il 934 conti borgognoni, gli Attoni, divennero vassalli dei Franchi su tutta la costa da Ortona ad Histonium, sin verso il 1075-1080 quando da sud arrivarono i Normanni. Lipotesi di ricerca di una chiesa paleocristiana bizantina sotto la cattedrale di S. Tommaso, curata dallarch. Giorgio Zandegiacomo, si basa su documenti archeologici, quali le strutture edificate e gli oggetti venuti alla luce nei decenni scorsi, e su elementi storici.
Segue una libera riduzione del testo originale dell'arch G. Zandegiacomo fatta dalle alunne di seconda F Stefania S. e Annalessandra M. (2)

Da La Ronda: nel completare le demolizioni delle murature pericolanti sconnesse dalla furia devastatrice della guerra, sono venute alla luce alcune strutture della primitiva Chiesa dedicata al culto cristiano e, dallesame di esse e dal ritrovato di un piccolo documento in piombo stampato al piano delle fondazioni, ho potuto stabilire che nel Sesto Secolo era gi in via di ricostruzione. Infatti sul documento trovato impresso un segno caratteristico che mi ha ricordato gli analoghi simboli delle Chiese Bizantine Non credo improbabile che gli archetti bizantini, i quali nel quinto e sesto secolo arricchirono Ravenna si siano spinti anche in Ortona attirati dal facile approdo offerto dal porto gi esistente purtroppo nulla si potuto accertare dal primitivo organismo della Chiesa che fu incendiata e semidistrutta dai Normanni forse finita di demolire per lasciare posto alla basilica del XII secolo risorta Ortona sotto gli Svevi la chiesa fu ricostruita nel XII secolo il nuovo organismo goticizzante, a tre navate coperto con volte ogivali, io credo fosse ampliamento della Chiesa primitiva ad unica navata. Il rinnovamento di un campanile romanico a pianta quadrata racchiuso dalle ciclopiche muraglie della torre semaforo allangolo di vico Orologio che occupava quasi tutta la campata, a destra parti di fondazioni continue allineate col colonnato della nave centrale mi confermano lipotesi. La Basilica ebbe successivamente lampliamento della zona absidale e ci pu supporsi intorno allanno 1258 data corrispondente al trasporto ad Ortona delle ossa di S. Tommaso in tale epoca che cominci a diffondersi in Italia luso delle absidi poligonali. Nel XVI secolo la cattedrale fu rimaneggiata e dallo schema a tre navi fu trasformata a croce latina ad unica navata con braccio trasversale, e sovrastante tiburio, e cappelle laterali cos le sottili colonne sormontate dai graziosi capitelli decorativi e le snelle arcate ogivali che separavano la nave centrale dalle laterali furono incorporati da possenti pilastri collegati da archi a tutto sesto; le navi laterali divennero cappelle divise dai contrafforti trasversali degli archi e delle volte.

Segue una libera riduzione del testo originale dell'arch G. Zandegiacomo fatta dalle alunne di seconda F Stefania S. e Annalessandra M. (3)

"Ora, dalla disamina di tutti i dati, raccolti e osservati, posso confermare lipotesi della presenza di una basilica paleocristiana-bizantina. Esisteva una basilica paleocristiana-bizantina a tre navate con una estensione netta, con un rapporto tra i due lati; la facciata era a capanna, la copertura con capriate linee a vista nella navata centrale. Questa ipotesi si basa sullattuale livello di studi e di conoscenze. Per il domani, nellaugurio di trovare nuovi reperti, sar opportuno un ulteriore approfondimento della ricerca 50

Visita guidata alla Basilica di San Tommaso ( 2 )


La Basilica di San Tommaso Apostolo considerata la Chiesa Capitolare di Ortona, non solo per la presenza delle reliquie dell'Apostolo, ma soprattutto perch la sede diocesana del Capitolo. Con questo nome indichiamo l'assemblea del clero della citt,ovvero tutti i parroci delle parrocchie del centro urbano e delle contrade. La sua istituzione risale al Periodo Svevo, in coincidenza con l'arrivo delle sacre ossa ( 1258), con lo scopo di vigilare sulla Chiesa madre, di rafforzare la fede cristiana e di compiere contratti " a vignare" per la coltivazione delle terre di propriet degli ordini ecclesiatici. Il Capitolo ha ancora dei compiti clericali, legati soprattutto alla pastorale della famiglia, dei giovani ed presente nel consiglio Diocesano.

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Visita guidata alla Basilica di San Tommaso ( 3 )


" In questa chiesa, che era quella principale di Ortona, il 6 settembre 1258 il Pio Cittadino Ortonese Leone dalla lontana isola di Chios con tre galee da lui guidate, consegna all'abate Jacopo, allora arciprete della comunit, una cassetta contenente le reliquie dell'apostolo Tommaso con la lapide tombale." Testo dal quaderno di ricerca n 2 - luglio 2012 - Associazione Ortonese di Storia Patria

La chiesa ha subito distruzioni e dissesti che hanno determinato interventi di ampliamento e di restauro che hanno profondamente mutato l' opera originaria rendendola testimone di numerose identit stilistiche: nasce come paleocristianabizantina, poi romanica-gotica e cos via fino al post bellico. L' attuale cupola e la facciata furono realizzate nel 1947 dopo la distruzione avvenuta il 21 dicembre 1943

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All' esterno sul lato sud c' il portale svevo, ampio e riccamente decorato

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Il portale laterale ad est, realizzato da Nicola Mancino nel 1312 fortemente influenzato dallo stile gotico italiano: uno zoccolo in pietra su entrambi i lati del portale sostiene i pilastri ornamentali scolpiti in pietra.

I pilastri sono sormontati da un coronamento che costituisce l'arco ogivale. Nella lunetta sono poste tre sculture:-la madonna seduta con bambino affiancata da San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista.

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Di particolare interesse sono 3 arcate con pilastri sul lato est della cattedrale che ci raccontano molte cose. Questi pilastri non appartenevano alla muratura esterna, ma probabilmente dividevano la navata centrale da quella laterale.

La visita alla Basilica di San Tommaso Apostolo

Un po di Storia
IL DOCUMENTO STATO REDATTO DAGLI ALUNNI DI SECONDA F - LORENZO F, LORENZA M, e FRANCESCA S

Abbiamo ampiamente riferito sullipotesi di una basilica paleocristiana-bizantina, nucleo originario della cattedrale di San Tommaso.(vedi post di gennaio). Non improbabile che gli architetti bizantini, che nel V e VI secolo arricchirono Ravenna, si siano spinti anche ad Ortona, visto il facile approdo offerto dal porto gi esistente. Verso il 670 Ortona fu conquistata dai Longobardi e annessa al Ducato di Benevento. Nell802 i Franchi del re Pipino occuparono Ortona e vi lasciarono i Longobardi come vassalli fino al quando da sud arrivarono i NORMANNI 55

La primitiva Chiesa fu incendiata e semidistrutta dai Normanni.934, quando i Conti Borgognoni divennero vassalli dei Franchi su tutta la costa fino al 1075-1080., Fu successivamente ricostruita sotto gli SVEVI nel XII secolo, la nuova chiesa gotica a tre navate, un ampliamento della Chiesa primitiva ad una sola navata. La basilica ebbe successivamente lampliamento della zona abisidale e ci probabilmente intorno allanno 1258, data del trasporto in Ortona delle ossa dellApostolo San Tommaso.

ENTRIAMO NELLA CRIPTA

La cripta e' stata restaurata negli anni sessanta. La chiesa era anticamente dedica a Santa Maria degli Angeli, chiesa Romanica dunque, dell'epoca sveva sotto Manfredi che ordin al navarca Pio Leone di armare tre galee contro Genova per il controllo del Mar Adriatico, in seguito al Capitulare di Bajulazione. Nel 1258, Pio Leone sbarca nellisola greca di Chios, molto vicina alla Turchia. Qui viene a sapere che in una chiesa ci sono le reliquie dell'Apostolo Tommaso. Quindi va in questa chiesa e prende la pietra di Calcedonio e sotto la pietra una cassetta con le reliquie dell'Apostolo Tommaso. Trafuga il tutto e limbarca sulla sua galea e il 6 settembre 1258 porta ad Ortona le reliquie del Santo. Le prove che queste siano realmente le reliquie del Santo sono nella cripta.Le prove sono tre. La prima prova: la pergamena del settembre 1259. Riporta un interrogatorio processuale a Bari; e' siglato da un certo notaio Nicola di Bari. A Bari furono interrogati in un processo indetto dalla chiesa di Roma sia il Navarca e sia i membri dell' equipaggio.Questi testimoniarono raccontando fedelmente quello che avevano fatto sotto giuramento. Le ossa erano arrivate a Chios via mare dalla Turchia. Questo documento significativo, perch certifica linteresse della Chiesa sulle reliquie e testimonia la lunga perenigrazione delle spoglie di Tommaso, in territorio non cristiano, da Mylapur, ad Edessa, fino allisola di Chios. La seconda prova: Papa Sisto IV stabilisce con una sua bolla papale l'indulgenza plenaria a chi visita la tomba di San Tommaso. Nel 1479 indisse per la prima volta il Perdono, spostando i festeggiamenti dal 6 settembre, data di arrivo delle ossa, alla prima domenica di maggio, favorendo un maggiore afflusso di fedeli devoti, anche dalla diocesi di Campli, legata ad Ortona dai possedimenti Farnesiani. Da allora l'indulgenza plenaria rimasta fino ad oggi. La terza prova: , senza dubbio, la pi significativa per la Chiesa, perch testimonianza diretta di una Santa: si tratta di una citazione da Le rivelationesdi Santa Brigida, secondo cui la stessa avrebbe udito la voce di Cristo, che le confermava la presenza delle Ossa dellapostolo Tommaso nella citt di Ortona. Santa Brigida visit Ortona due volte, in seguito a questo messaggio, e si narra di un miracolo avvenuto sotto la cripta: mentre era in preghiera con la figlia Caterina, chiese al santo un segno della sua presenza e dalla pietra tombale usci losso del dito, che fu portato a Roma nella Chiesa di Santa Gerusalemme. A supportare, a livello scientifico, tali prove annoveriamo la ricognizione dello scheletro, avvenuta nel 1985 da parte della Sovrintendenza Paleontologica, che esegui esami medico-scientifici, stabilendo la datazione delle reliquie al I sec.d.C. La statura e la conformazione fisica delluomo, in particolare si sofferm sulla presenza dellartrite reumatoide, malattia legata al mestiere di pescatore.

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Infine evidenzi come il martirio di Tommaso, fosse ben testimoniato dalla presenza di un colpo fendente sullarcata delle sopracciglia.

ALTRE NOTIZIE SULLA CATTEDRALE il 1 agosto del 1566 la tomba fu profanata dai Turchi: la chiesa fu incendiata, ma le reliquie non furono distrutte e 10 anni dopo era gi completamente ricostruita. Nei primi decenni del 700 furono costruite la cupola con il tiburio e la facciata La chiesa ha subito distruzioni e dissesti che hanno determinato interventi di ampliamento e di ristrutturazione che hanno profondamente mutato l' opera originaria rendendola testimone di numerose identit stilistiche: nasce come paleocristiana, poi come bizantina, romana gotica e cos via fino al post bellico. L' attuale cupola e la facciata furono realizzate nel 1947 dopo la distruzione avvenuta il 21 dicembre 1943. Gli affreschi della cupola sono del pittore triestino Luciano Bartoli. La figura di S Matteo, l unica resistita alla distruzione bellica del 1943, stata eseguita nel 1931 dal pittore ortonese Piermatteo. I pannelli della via crucis sono dell artista ortonese Stefano Durante.

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WELCOME TO ORTONA
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solo per uso didattico e senza scopo di lucro

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Ringrazio la dott ssa Maria Luisa Orlandi, presidente dell Associazione Culturale Experio di Ortona, per le visite guidate sul territorio; ringrazio il collega di Musica Mauro Coletti per le ore di lezione in contemporaneit con me, la collega di religione Lina Sciascio per gli approfondimenti, i Consigli di classe D/F e naturalmente gli autori i nostri piccoli grandi Ricercatori delle classi seconde d /f 2012-2013. Grazie alla Dirigente prof.ssa Diana Gallucci e al Collegio Docenti per la gestione delle attivit relative all Ampliamento dellOfferta Formativa. Grazie anche a tutto il personale non docente dellIstituto Comprensivo n 2 di Ortona in provincia di Chieti. Questo e-book Monasteria stato da me pubblicato a scopo didattico e senza alcun fine di lucro. Pu essere utilizzato e modificato, purch vi sia sempre citazione della fonte e delle fonti con cui stato costruito e purch non vi sia scopo di lucro. Orlanda Sanvitale Ortona 2 agosto 2013
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