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IL BAGNO DI SANGUE ED IL BAGNO DI UMILTA

Scritto da: Gianni Petrosillo (19/08/2013) La strategia internazionale di Obama stata disastrosa, ci a detta degli esperti diplomatici e dei vertici militari e dintelligence statunitensi. Dal Mediterraneo al Medioriente, dallAfghanistan allIran, dalla Siria allEgitto, passando per la Libia e per le altre dittature arabo-africane, gli Usa hanno perso terreno e credibilit. Se prima erano instabilit ed incertezza a regnare su quegli scenari, sempre ribollenti e mai addomesticati del tutto, adesso sono disordine e guerra civile a farla da padroni. Tuttavia, anche se vero che gli States perdono posizioni e sono costretti a rimodulare i loro piani, ridimensionando aspettative ed incrementando i tatticismi, non c nessuno che se ne avvantaggi realmente. Semplicemente, si ampliano le terre di nessuno e di ognuno, in attesa che il flusso della storia torni a solidificarsi e ricompattarsi intorno ad emergenti o riemergenti luoghi dinfluenza e blocchi di potere. Lunica certezza che la morfologia dei rapporti di forza mondiali non sar pi la stessa ed affioreranno, viepi, nuovi attori pronti a fare le loro mosse sulla scacchiera globale, erodendo egemonia ai vecchi azionisti della globalizzazione e della supremazia occidentale. I paesi antagonisti di Washington sono ormai consapevoli che lunipolarismo stato consegnato ai fogli stracciati del calendario, che le placche continentali sono in movimento e che vanno ristrutturandosi gli orizzonti di dominanza, da un capo allaltro del pianeta, ma da qui a governare, secondo progettualit definite e disegni chiari, tali processi ce ne passer ancora molto. Siamo alla deriva, o almeno ci sembra di esserlo, perch non esiste pi un punto fisso ed un centro di regolazione evidente. La crisi economica generale rappresenta leffetto epidermico di questa situazione e, pertanto, non giunger a soluzione (per un altro lungo periodo come quello intercorso dalla fine della II G.M. sino al termine della Guerra Fredda) finch non rinasceranno quei poli geopolitici in grado di stabilizzare il campo di battaglia ed organizzare i vari fronti. I problemi maggiori ricadranno su quelle formazioni sociali che per miopia, mancanza di coraggio e scarsa visione politica, non sapranno autonomizzarsi e riposizionarsi sul palcoscenico dellorbe in costante trasformazione. Ovviamente, parliamo in primis dellItalia che da collettivit satellite dellalleanza atlantica diventata una mera residentura degli affari statunitensi in Europa. Questa sudditanza fuori corso storico deprimer la nostra gi labile sovranit e ci condurr ad essere terreno di scontri conto terzi, conflitti per interposta potenza dei quali pagheremo (lo stiamo gi vedendo) le conseguenze peggiori. Inutile ribadire che la responsabilit oggettiva di questo sfacelo ricade su una classe dirigente inutile ed incompetente che anzich mettere al centro della sua agenda politica la decadenza italiana e la maniera di evitarla si concentrata sulla decadenza del cavaliere dai ranghi parlamentari e sulle altre cattive maniere costituzionali degli altri corpi dello Stato. La statura della nostra lite istituzionale corrisponde esattamente a queste sue bassezze moralistiche ed antipolitiche.

Inoltre, con lo scombussolamento degli equilibri geopolitici, inizia anche a saltare limpalcatura ideologica che aveva caratterizzato la passata fase storica e che aveva consentito agli Usa di far metabolizzare agli altri popoli qualsiasi sua azione, pi o meno criminale, con scarse conseguenze per la sua immagine e poche disapprovazioni al suo modello culturale. Per gli occidentali diventa sempre pi complicato far funzionare quella corrispondenza tra sovrastruttura identitaria e prassi politica che fino a ieri non veniva quasi mai messa in discussione. Pare che l et dellimpunit e dellacriticit si sia affievolita. Per questo molti governi non allineati, di fronte alle improbabili dichiarazioni dellAmministrazione americana, rispetto, per esempio, a marchiani errori commessi nelle pratiche di esportazione della democrazia, con un eccesso di violenza e dinganno, non esitano pi a distanziarsi o a deridere i giochetti verbali degli yankees. Non da ultimo i giri di parole usati dai leader di Washington per non chiamare col nome corretto il recente golpe in Egitto. Come ha scritto lanalista investigativo Pepe Escobar, si trattato di un bagno di sangue che non un bagno di sangue, unicamente perch dietro ai militari egiziani cerano e ci sono i finanziamenti di Obama. In altre circostanze gli Usa avrebbero cavalcato la neolingua con pi prosopopea senza rischiare dincorrere in contestazioni, si sarebbero lasciati andare senza troppi veli ai soliti frasari al contempo vacui e pirotecnici per impressionare partner suggestionabili. Da qualche annetto ci mettono maggiore circospezione perch le macchie di ridicolo sulla loro reputazione non vanno via cos agevolmente come prima. Un capitolo di un libro di Michael Farquhar, dedicato alle grandi truffe che hanno cambiato la storia, si intitola Dieci esempi eccellenti di moderna doppiezza americana. Qui possiamo trovare le origini di alcune locuzioni usate dagli americani per edulcorare i loro terribili comportamenti: Danno collaterale: uccisione di civili innocenti Ricercati ufficialmente morti: assassinio Scissione energetica: esplosione nucleare Rappresaglie aeree protettive di durata limitata: bombardamento di villaggi Artiglieria intemperante: bombe finite per errore su scuole o ospedali Difesa attiva: invasione Potremmo proseguire con altre definizioni come guerra umanitaria al posto di invasione unilaterale ecc. ecc., in ogni caso arriveremmo agli ultimi fatti del Cairo dove il bagno di sangue non un bagno di sangue esclusivamente perch qualcuno dalle parti della Casa Bianca non vuole prendere atto delle necessit di fare un bel bagno di umilt e di realismo geopolitico.

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