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EFFICIENZA ENERGETICA ED AUTOPRODUZIONE

NELLE ABITAZIONI CIVILI


LA COGENERAZIONE
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LA COGENERAZIONE
1. DEFINIZIONE
2. TIPOLOGIE DI COGENERATORI
3. DIMENSIONAMENTO DI IMPIANTI DI COGENERAZIONE
4. VANTAGGI DELLA COGENERAZIONE
5. ESEMPI DI COGENERATORI A COMBUSTIONE INTERNA
6. LA TRIGENERAZIONE
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1. DEFINIZIONE
Per cogenerazione si intende la produzione congiunta e contemporanea di
energia elettrica (o meccanica) e calore utile a partire da una singola
fonte energetica, attuata in un unico sistema integrato.
Nella cogenerazione il calore ottenuto dai gas di scarico o dal ciclo motore
viene utilizzato per riscaldare acqua (ad es. per il riscaldamento
residenziale).
La cogenerazione, pur basandosi su combustibili tradizionali, viene
considerata fonte assimilabile alle fonti rinnovabili e, come tale gode di
tutti gli incentivi di legge previsti per tali fonti di energia.
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I cogeneratori sono formati da un motore primario, un generatore, un
sistema di recupero termico ed interconnessioni elettriche.
Il motore primario è un
qualunque motore utilizzato per
convertire il combustibile in
energia meccanica, il generatore
la converte in energia elettrica,
mentre il sistema di recupero
termico raccoglie e converte
l’energia contenuta negli scarichi
del motore primario, in energia
termica utilizzabile.
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2. TIPOLOGIE DI COGENERATORI
I cogeneratori si classificano in base al tipo di motore utilizzato:
- motori alternativi a combustione interna
- turbine a gas/vapore
- motori alternativi a combustione esterna (motori stirling)
- celle a combustione
Mentre il motore a combustione interna e la turbina a gas sono
industrializzati e in commercio in diverse taglie, i motori Stirling e
sopratutto le celle a combustibile sono ancora in fase di sviluppo e non
ancora commercializzati in larga scala.
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Ciascuna tipologia di impianto è caratterizzata da un suo specifico campo
di applicazione, all'interno del quale si realizzano i massimi rendimenti
termodinamici e/o la massima convenienza economica.
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GUADAGNO ENERGETICO
PRODUZIONE SEPARATA
- ENERGIA ELETTRICA: la produzione di energia elettrica in Italia e in tutta
Europa avviene per la maggior parte in centrali elettriche che utilizzano gas
naturale, gasolio o carbone in turbine a vapore o turbine a gas (e qualche
ciclo combinato). In media il rendimento elettrico delle centrali in Italia è
intorno al 38%
- CALORE: la produzione di calore avviene prevalentemente utilizzando
caldaie, che nelle versioni moderne hanno rendimenti medi intorno al 92%
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SCHEMA DI FLUSSO ENERGETICO PER LA GENERAZIONE COMBINATA DI
ENERGIA ELETTRICA E CALORE IN UN COGENERATORE CON MOTORE
ALTERNATIVO
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SCHEMA DI FLUSSO ENERGETICO PER LA GENERAZIONE SEPARATA DI
ENERGIA ELETTRICA E CALORE
+ 47%
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TECNOLOGIE E RENDIMENTI A CONFRONTO
Tandem MAN Dachs G5.5 Capstone 30 WhisperGen
Tecnologia MCI MCI MCI TG Stirling
Potenza nom. 20 kW 100 kW 5,5 kW 28 kW 1 kW
1)
η elettrico 28% 33% 27% 25% 12%
2)
Durata prevista n.d. 30.000 h 80.000 h 80.000 h 40.000 h
Peso 500 kg 2.500 kg 530 kg 405 kg 137 kg
1) con compressore gas (4,0 bar)
2) revisione a 40.000 h
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3. DIMENSIONAMENTO DI IMPIANTI DI
COGENERAZIONE
Il dimensionamento di un impianto di cogenerazione è fortemente legato alla
rigidità di funzionamento dell’impianto. La produzione di energia elettrica è
sempre e contemporaneo alla produzione di energia termica.
Generalmente le macchine di cogenerazione
sono messe in parallelo con la rete elettrica
(scambio sul posto – D.Lgs 07/02/2007) e
la macchina di cogenerazione è dimensionata
in base al fabbisogno di energia termica
del sistema servito.
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E’ un sistema estremamente rigido che presenta dei limiti dovuti a:
- 1° limite: il motore non è adatto a funzionare a regimi parziali, ciò provoca
un decadimento del rendimento elettrico ed incremento dei costi di
manutenzione
FONTE: M.GRECCHI
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E’ un sistema estremamente rigido che presenta dei limiti dovuti a:
- 2° limite: il costo elevato di installazione comporta numerose ore di
funzionamento per essere economicamente vantaggioso (3.000 – 4.000 ore
annue a pieno carico)
- 3° limite: il motore non si presta o a funzionamento discontinuo con
numerose accensioni e spegnimenti. Ciò significa che un sistema di
cogenerazione non è adatto a seguire un carico termico variabile.
CONCLUSIONI: se la cogenerazione è impiegata nell’ambito residenziale
per riscaldamento e produzione di acqua calda sanitaria, deve essere
dimensionata per i carichi di base del sistema per avere la possibilità di
funzionamento continuo e lungo nell’arco dell’anno.
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CASO 1) DIMENSIONAMENTO SU CARICO DI BASE
FONTE: M.GRECCHI
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CASO 1) PROFILO DI CARICO
FONTE: M.GRECCHI
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CASO 2) DIMENSIONAMENTO SU POTENZA MEDIA
FONTE: M.GRECCHI
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CASO 2) PROFILO DI CARICO
FONTE: M.GRECCHI
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CONCLUSIONI
La modulazione della potenza erogata costa in termini di rendimento e fa aumentare
i costi di manutenzione
FONTE: M.GRECCHI
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SERBATOIO D’ACCUMULO
Mediante l’opportuno dimensionamento di un accumulo inerziale sul circuito
chiuso è possibile:
• continuare a produrre elettricità anche in assenza di un fabbisogno termico
istantaneo
• far fronte a picchi di richiesta termica senza l’ausilio della caldaia,
massimizzando le ore di funzionamento del/dei cogeneratore/i e quindi il
risparmio energetico
FONTE: M.GRECCHI
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INSTALLAZIONI IN CASCATA
- ridondanza -> maggiore sicurezza
- scalabilità impianto
- rendimento elettrico effettivo su base anno
- accensione in sequenza con rotazione unità
- standardizzazione
FONTE: M.GRECCHI
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4. VANTAGGI DELLA COGENERAZIONE
- economico: con la cogenerazione si sfrutta meglio l’energia contenuta nel
combustibile ovvero, a parità di energia utile prodotta, si consuma meno
combustibile.
- ambientale: il minor consumo di combustibili implica una minor quantità di
emissioni nocive nell’ambiente con conseguente diminuzione dei costi sociali
dell’inquinamento, e un utilizzo più intelligente delle risorse.
- finanziario: la cogenerazione è considerata una fonte di energia assimilabile
alle fonti alternative (sole, vento, geotermia) e gode quindi di tutti gli incentivi
e facilitazioni previste dalla legge e dal Piano Energetico Nazionale.
LIMITI
- sistema economicamente vantaggioso solo per elevate ore di utilizzo, 3.000 -
4000 ore annue, con conseguente produzione di calore quando non serve.
- sistema che non si presta a funzionamento a regime parziale o
funzionamento discontinuo con numerose accensioni e spegnimenti.
- costi investimento alti
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I POTENZIALI CLIENTI
Le migliori utenze sono quelle in cui la richiesta di energia elettrica ed energia
termica sono contemporanee, in presenza di fabbisogni termici estivi.
Ospedali: I complessi ospedalieri funzionano 365 giorni all’anno. Sono dei grossi
consumatori di energia elettrica (basti pensare a tutte le apparecchiature
mediche, sale operatorie, ecc.) e termica (riscaldamento, vapore per le
sterilizzatrici) e permettono di far funzionare i cogeneratori senza interruzioni
consentendo rapidi tempi di ritorno degli investimenti.
Centri commerciali. Sono dei buoni candidati per l’installazione di cogeneratori
purché si trovi un’adeguata collocazione al calore prodotto nel periodo estivo.
Industrie. Tutte quelle industrie che necessitano di calore per i loro cicli
produttivi. L’energia elettrica, infatti, non rappresenta un problema, è sempre
molto richiesta. Bisogna, in questo caso, verificare che ci siano dei fabbisogni
termici per la produzione (es. produzione di vapore per l’azionamento di presse,
presenza di macchine asciugatrici, di forni di essiccazione, ecc.)
Centri turistici. Grossi villaggi turistici, grandi centri alberghieri magari abbinati
a piscine, centri termali, ecc.
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I POTENZIALI CLIENTI
Poli universitari
Complessi residenziali
Case di cura, residenze per anziani
Agriturismi, alberghi e strutture ricettive
Piscine e centri sportivi
Sono dei buoni utenti purché, come al solito, si sappia cosa fare del calore
prodotto in estate.
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5. ESEMPI DI COGENERATORI
WAUKESHA VSG11G / GTI
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WAUKESHA
G GTI G GTI
VSG11G / GTI
Cilindrata totale cm3 11030
Potenza elettrica kW 75 125 75 125
Jacket water 96 141 96 141
Olio 10 20 10 20
Fumi 59.8 98.1 64.9 101.2
intercooler (5) 5
Potenza termica totale kW 165.8 259.1 170.9 267.2
T acqua �C 90-60 90-60 60-35 60-35
portata acqua kg/s 1.32 2.02 1.63 2.55
Rendimento elettrico % 27.2 29 27.2 29
Rendimento termico % 61.2 60.1 63 62
Rendimento globale % 88.4 89.1 90.2 91
Rumore dB 56
Ingombri (L*W*H) mm 2400 x 970 x 1530
Peso kg 2450
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ESEMPI DI COGENERATORI A COMBUSTIONE INTERNA
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HONDA ECOWILL SENERTEC DACHS
Cilindrata cc 163 579
Potenza elettrica kW 1.0 5.5
Potenza termica kW 3.25 12.5
Caldaia ausiliaria kW 14.0 30
Tmax acqua �C 80 95
Rendimento elettrico 20% 27%
Rendimento termico 65% 61%
Rendimento globale 85% 88%
Rumore dB 44 52
Ingombri mm 580*380*880 1060*720*1000
Peso kg 257 520
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De Remeha (Gruppo De Dietric) - HRe Combi (prototipo)
Motore Stirling Et = 4,8 kW + 24 kW boiler int
El = 1kW
Dimensioni 490x900x450 mm
Baxi - Ecogen
Motore Stirling Et = 6 kW + 24 kW bruc. cond.
El = 1kW
Dimensioni 490x900x450 mm
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Viessmann
Motore Stirling Et = 4,8 kW + 24 kW boiler int
El = 1kW
Dimensioni 600x430x900 mm
Baxi – Gamma 1.0
Celle a combustione Et = 1,7 kW + 24 kW bruc. cond.
El = 1kW (η = 32%)
Dimensioni 490x900x450 mm
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6. LA TRIGENERAZIONE
La trigenerazione è il sistema di produzione congiunta di energia elettrica,
termica e frigorifera.
E’ un caso particolare di cogenerazione nel quale si utilizza calore per
generare freddo mediante macchine di raffreddamento a ciclo ad
assorbimento (speciali macchine che usano il calore prodotto per generare
freddo). Ha il vantaggio di poter allungare i tempi di funzionamento della
cogenerazione, rendendo il sistema economicamente molto interessante.
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EFFICIENZA ENERGETICA ED AUTOPRODUZIONE
NELLE ABITAZIONI CIVILI
IMPIANTI DI REFRIGERAZIONE
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IMPIANTI DI REFRIGERAZIONE
1. INTRODUZIONE
2. CICLO FRIGORIFERO A COMPRESSIONE
3. CICLO FRIGORIFERO AD ASSORBIMENTO
4. SISTEMI DI EMISSIONE DEL FREDDO
5. SISTEMI DI CESSIONE DI CALORE
6. RAFFRESCAMENTO SOLARE (SOLAR COOLING)
7. COP: VALORI DI RIFERIMENTO
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1. INTRODUZIONE
Il principio di funzionamento che sta alla base di OGNI macchina per la
“produzione del freddo” nell’edilizia residenziale è un ciclo termodinamico
chiamato ciclo frigorifero.
Per ciclo frigorifero si intende un ciclo termodinamico chiuso che, con
l’ausilio di una forza motrice, trasferisce energia termica da una sorgente
di calore a bassa temperatura ad un sistema che assorbe calore a
temperatura più elevata. A seconda di quale sia l’effetto utile, si parla di
ciclo frigorifero per il raffrescamento in impianti di raffrescamento o di
ciclo frigorifero per riscaldamento in impianti a pompa di calore.
A seconda della natura dell’energia immessa nel ciclo, si distingue tra:
- ciclo frigorifero a compressione utilizza energia elettrica o meccanica
- ciclo frigorifero ad assorbimento, utilizza energia termica
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2. CICLO FRIGORIFERO A COMPRESSIONE
La maggior parte degli impianti di refrigerazione e surgelatori di casa,
centrali di refrigerazione di grandi edifici o celle frigorifere di magazzini si
basano su cicli frigoriferi a compressione.
ciclo
frigori
fero
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CICLO FRIGORIFERO A COMPRESSIONE
Compressore: macchina che opera una compressione adiabatica del
liquido e necessita di una certa energia esterna (lavoro Lc) per poter
funzionare.
Condensatore: macchina che compie una trasformazione isobara del
liquido che viene raffreddato. Il refrigerante, mantenendo costante la
pressione, si condensa totalmente passando dallo stato gassoso a quello
liquido, rilasciando una certa quantità di calore Q2.
Valvola di laminazione: può essere una valvola di strozzatura o un tubo
capillare (un tubo di piccolo diametro). Permette al liquido refrigerante di
effettuare un’ espansione isoentalpica.
Evaporatore: macchina che opera una vaporizzazione del liquido che
passa dallo stato liquido a quello gassoso. Si tratta di una trasformazione
isobara e isoterma, il refrigerante assorbe una quantità di calore Q1
raffreddando l’ambiente in cui si trova.
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CICLO FRIGORIFERO A COMPRESSIONE
EFFICIENZA DEL CICLO FRIGORIFERO A COMPRESSIONE:
COPf = Q2/L = COPpc – 1
ESEMPIO DI
CICLO FRIGORIFERO
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3. CICLO FRIGORIFERO AD ASSORBIMENTO
Si distingue dal ciclo frigorifero a compressione per l’utilizzo di energia
termica come forza motrice.
Esistono 2 tipologie di cicli ad assorbimento:
- ciclo al bromuro di litio: utilizzato per la climatizzazione d’ambiente e per
produrre freddo fino a 5°C
- ciclo ad ammoniaca: è un ciclo di tipo industriale usato per produrre
freddo sotto i 0°C, arrivando anche a -60°C
Il ciclo al bromuro di litio si basa sulla proprietà igroscopica di questo sale,
ossia sulla sua capacità di attirare fortemente l’acqua.
Una soluzione forte (ad alta concentrazione) di bromuro di litio tende ad
assorbire acqua.
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Q’2
Qm
Q1
Q’’2
Il ciclo può essere suddiviso in 2 sottocircuiti, il circuito dell’acqua (destra) e il
circuito del bromuro di litio (sinistra). Il circuito dell’acqua è identico a quello
del ciclo a compressione
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IL CIRCUITO DEL BROMURO DI LITIO:
Nell’assorbitore, una soluzione forte (liquida) a bassa pressione di bromuro
di litio assorbe acqua sotto forma di vapore e cede calore di
condensazione. La soluzione che diventa debole (a bassa concentrazione)
è compressa e mediante una pompa portata ad un livello di pressione più
elevato nel rigeneratore. Nel rigeneratore ad alta pressione, aggiungendo
calore l’acqua evapora e la soluzione di bromuro di litio diventa forte.
Questa soluzione forte è riportata a pressioni inferiore per laminazione
attraverso una valvola di strozzatura (espansione) ed il ciclo della soluzione
di bromuro di litio ricomincia.
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EFFICIENZA DEL CICLO
FRIGORIFERO AD ASSORBIMENTO: Q’2
COPf = Q1/Qm Qm
(sempre < 1)
Il COP dipende dal salto termico
evaporatore/condensatore del ciclo
dell’acqua. La temperatura minima
Q1
del rigeneratore dipende anch’essa Q’’2
dal salto termico del ciclo dell’acqua
(in genere almeno 85-90°C).
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EFFICIENZA DELLE POMPE DI
CALORE AD ASSORBIMENTO:
Q’2
COPPC = (Q’2+Q’’2)
Qm
Qm
(sempre >= 1)
I COP raggiunti da moderne
macchine di riscaldamento ad
assorbimento per ambienti civili
funzionanti a combustione diretta a Q1
Q’’2
gas possono raggiungere valori fino
a ca 1,65.
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ANDAMENTO COPf IN FUNZIONE DELLA TEMPERATURA DI
RIGENERAZIONE
COPf
T rigenerazione
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VANTAGGI DEL CICLO AD ASSORBIMENTO:
- possibilità di poter sfruttare calore di recupero/di scarto per esempio da un
impianto solare o da un sistema cogenerativo.
- longevità della macchina, dato che non ci sono elementi in movimento,
escludendo la pompa
- l’assorbimento elettrico della macchina irrisorio rispetto all’energia impiegata
nella produzione frigorifera
- non sono presenti nel sistema i CFC (clorofluorocarburi) o gas serra
- l’efficienza del sistema rimane costante anche in caso di parziale carico
frigorifero
- la silenziosità dell’impianto è molto superiore ai sistemi a compressione
- vita media attesa 25-30 anni (contro i 10-12 delle macchine a compressione)
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SVANTAGGI DEL CICLO AD ASSORBIMENTO:
- complessità impiantistica più elevata (problema in soluzione)
- calore nel rigeneratore almeno a 90°C, limita l’utilizzo dei pannelli piani
- notevole inerzia termica, non sono macchine adatte a frequenti
accensioni/spegnimenti
- resa ca 60%
- costo superiore dovuto prevalentemente alla mancanza di mercato
- diffidenza
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4. SISTEMI DI EMISSIONE DEL FREDDO
Il sistema di emissione del freddo influisce sia sul valore del COP sia,
come per il sistema di emissione del caldo, sul livello di comfort all’interno
dell’ambiente.
Analogamente al sistema di riscaldamento, esistono vari sistemi di
raffrescamento degli ambienti. Quasi tutti i sistemi di refrigerazione
utilizzano un circuito vettore del freddo ad acqua e la generazione
dell’acqua fredda avviene nella centrale di refrigerazione.
Di seguito i sistemi più frequenti.
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Ventilconvettore
Sistema a bassa temperatura che utilizza come fluido termovettore
acqua refrigerata e come vettore di immissione del freddo aria.
VANTAGI:
- sistema economicamente interessante, soprattutto se in
combinazione con il riscaldamento invernale
- estremamente veloce
- buona deumidificazione
SVANTAGGI:
- flussi d’aria in movimento
- maggiori volumi di ingombro
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Sistemi a superficie senza deumidificazione (pannelli radianti)
Sistemi a pannelli radianti a pavimento, a parete o a soffitto, o
attivazione termica delle masse, che utilizzano come fluido termovettore
l’acqua refrigerata a più “alta” temperatura.
VANTAGI:
- raffrescamento statico
- ottimizzazione del comfort
- non c’è aria in movimento
SVANTAGGI:
- mancanza di deumidificazione, non sufficientemente efficace
per certe applicazioni ed è a rischio condensa in zone umide.
- costi più elevati
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Sistemi a superficie con deumidificazione mediante ventilconvettori
Sistema che combinata insieme i due precedenti, con un circuito a bassa
temperatura e uno ad alta.
VANTAGI:
- raffrescamento statico
- ottimizzazione del comfort
- meno aria in movimento rispetto al solo ventilconvettore
- deumidificazione
SVANTAGGI:
- costi più elevati
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Sistemi a superficie e deumidificazione mediante ventilazione
(aria primaria)
Sistema che combina il sistema radiante con un impianto di ventilazione
per il ricambio d’aria e per la deumidificazione.
VANTAGI:
- raffrescamento statico
- ottimizzazione del comfort
- ricambio igienico d’aria
SVANTAGGI:
- consumi maggiori
- costi più elevati
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Sistemi a split o multisplit
Oltre ai sistemi indiretti con un fluido vettore intermedio, esistono
sistemi di raffrescamento dove l’evaporatore del fluido frigorifero
avviene direttamente nel vano o nella zona da raffrescare o nel flusso
d’aria di sistemi a raffrescamento ad aria.
VANTAGGI
- velocità e facilità di installazione
- bassa inerzia termica
- buona deumidificazione
SVANTAGGI
- alto consumo energetico
- flussi d’aria in movimento
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Sistemi a split o multisplit
BTU (British thermal unit)
E’ un‘unità di misura dell‘energia, usata negli Stati Uniti e nel Regno
Unito (dove è generalmente usata nei sistemi di riscaldamento).
La corrispondente unità di misura utilizzata nel Sistema Internazionale è
joule (J). Una BTU è definita dalla quantità di calore richiesta per alzare
la temperatura di 454 grammi di acqua da 60 a 61 gradi Fahrenheit.
Da noi le BTU sono solitamente utilizzate nella definizione dei poteri
refrigeranti dei sistemi di condizionamento degli ambienti.
Conversioni
Un BTU è approssimativamente pari a:
- 252 calorie
- 1055,06 joule
1 watt è approssimativamente pari a 3,4 BTU/h
1000 BTU/h sono quindi approssimativamente pari a 293 W
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5. SISTEMI DI CESSIONE DEL CALORE
Il calore estratto dagli ambienti deve essere ceduto ad un sistema in
grado di assorbire, dissipare calore. La modalità di scambio termico e
la sua efficienza, influisce sull’efficienza della refrigerazione.
Di seguito i sistemi più comuni
Dissipazione all’aria
Sistema utilizzato dalla maggioranza delle macchine di refrigerazione.
Il condensatore del fluido frigorifero è investito da un flusso d’aria
forzato mediante ventilatori.
VANTAGGI:
- facilità di esecuzione
- costi ridotti
SVANTAGGI
- la non contemporaneità delle richieste prestazionali estive
con le condizioni termiche dell’aria  calo efficienza
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Dissipazione geotermica
Cedere calore ad un sistema geotermico mi permette di ottenere una
temperatura di condensazione molto bassa. E’ un sistema molto
efficiente di raffrescamento che in combinazione ai sistemi ad alta
temperatura (pannelli radianti) può funzionare per un lungo periodo
dell’anno anche in “free cooling”, cioè senza macchina di
raffreddamento.
La dissipazione ad acqua di falda rappresenta ad oggi il sistema più
efficiente possibile di raffrescamento.
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Dissipazione all’aria mediante torre evaporativa
Una torre di raffreddamento è uno scambiatore di calore gas-liquido nel
quale la fase liquida cede energia alla fase gassosa, riducendo così la
propria temperatura
Sistema di dissipazione che si basa sul principio che l’acqua evaporando
assorbe calore e quindi raffredda l’aria in cui si trova, aria che così
raffreddata scambia calore con il condensatore in modo più efficiente
(raffrescamento adiabatico per evaporazione d’acqua).
Facendo quindi evaporare acqua in un flusso d’aria senza aggiunta di
calore (adiabatico), il calore di evaporazione viene sottratto all’aria
stessa che si raffredda. Il raffreddamento adiabatico dell’aria può
proseguire fino al raggiungimento del 100% di umidità relativa, ossia
fino al raggiungimento della temperatura a bulbo umido.
DEFINIZIONE: Temperatura di bulbo umido (wet bulb
temperature): è la più bassa temperatura che si può ottenere per
evaporazione di acqua nell'aria a pressione costante.
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Dissipazione all’aria mediante torre evaporativa
L’effetto utile dell’utilizzo di una torre evaporativa consiste nell’avere uno
scambio termico con l’aria ad una temperatura di quest’ultima nelle
nostre zone a non più di circa 25°C, anche in giornate calde estive.
PRIMA CLASSIFICAZIONE
- a ciclo aperto in cui il condensatore è allo stesso tempo anche torre
evaporativa (condensatori evaporativi)
- a ciclo chiuso, o sistemi indiretti,
con la presenza di un circuito
intermedio ad acqua
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Dissipazione all’aria mediante torre evaporativa
SECONDA CLASSIFICAZIONE
- a circolazione forzata: è di gran lunga il
più utilizzato, specie per impianti piccoli
nel raffreddamento dell’acqua.
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Dissipazione all’aria mediante torre evaporativa
- a circolazione naturale (o flusso indotto, o tiraggio naturale), sfruttano
i movimenti convettivi naturali, evitano l’utilizzo del ventilatore che è
costoso, consuma energia e sono soggetti a guasti. Hanno una
caratteristica sagoma a sezione verticale bi-iperbolica. Si nota il
pennacchio uscente dalla parte alta della torre (camino), costituito da
aria satura di vapore d'acqua.
Le torri a circolazione naturale
sono preferite nelle centrali
nucleari e geotermiche, dove è
giustificato il costo elevato
dell'apparecchiatura, entrando
in gioco portate di aria elevate.
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Torre evaporativa nell’edilizia residenziale
CIRCUITO APERTO
DIMENSIONI:
METRI 0.8 X 0.8 X 2.1
FONTE: www.mita-tech.it
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Torre evaporativa nell’edilizia residenziale
CIRCUITO CHIUSO
CONDENSATORI EVAPORATIVI
FONTE: www.mita-tech.it
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Torre evaporativa nell’edilizia residenziale
CONDIZIONAMENTO AEREOPORTO CONDIZIONAMENTO OSPEDALE
CONDIZIONAMENTO CIVILE IMPIANTO DI INNEVAMENTO
FONTE: www.mita-tech.it
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6. RAFFRESCAMENTO SOLARE (SOLAR COOLING)
Il raffrescamento solare può avvenire:
- utilizzando pannelli fotovoltaici che alimentano cicli frigoriferi a
compressione
- utilizzando pannelli solari termici che alimentano un ciclo frigorifero ad
assorbimento
VANTAGGI DELL’ULTIMO SISTEMA DI RAFFRESCAMENTO:
- perfetta contemporaneità di disponibilità e fabbisogno
- particolarmente adatto per situazioni climatiche molto calde
- stesse rese di cicli ad assorbimento alimentati con energia
termica di recupero
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viale Grigoletti - Pordenone Ing. Ivan Peloso 10/06/09 61
RAFFRESCAMENTO SOLARE CON CICLO AD ASSORBIMENTO
Il raffrescamento estivo con macchine ad assorbimento è una delle più
promettenti tecnologie perché utilizza l'energia termica e dunque anche
quella prodotta da fonte solare, evitando così il ricorso all'elettricità che
come noto nella stagione estiva crea problemi di potenza disponibile a
causa dell'elevato numero di condizionatori accesi che evidentemente
assorbono una gran quantità d'elettricità. È quindi possibile utilizzare
l'acqua calda prodotta dai collettori solari per produrre acqua refrigerata
all'interno delle macchine ad assorbimento che nella fattispecie utilizzano
acqua e bromuro di litio.
VEDI: PROGETTO SOLCO (acronimo di solar cooling):
“Rimozione delle barriere non tecnologiche e diffusione del
Raffrescamento Solare nelle isole dell’Europa Meridionale”, supportato e
cofinanziato dal Programma Energia Intelligente per l’Europa della
Commissione Europea.
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RAFFRESCAMENTO SOLARE CON CICLO AD ASSORBIMENTO
Sarantis - Condizionamento dell‘industria cosmetici
Località: INOFITA VIOTIAS (GRECIA)
CAMPO DI COLLETTORI PIANI DA 2.700 2 MACCHINE AD ASSORBIMENTO DA 350
MQ, 1890 kWht kW OGNUNA
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viale Grigoletti - Pordenone Ing. Ivan Peloso 10/06/09 63
7. COP, VALORI DI RIFERIMENTO
Nelle tabelle seguenti sono riportati i coefficienti medi per le più frequenti
combinazioni di impianti. Le tabelle non sono ovviamente comprensive di
tutte le possibili combinazioni impiantistiche che si trovano sul mercato, e
non tengono conto della qualità tecnica della macchina, che a sua volta
incide sull’efficienza.
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COP, VALORI DI RIFERIMENTO:
SISTEMI DI REFRIGERAZIONE CON CICLO FRIGORIFERO A
COMPRESSIONE
DISSIPAZIONE
DI CALORE ALL’ARIA ARIA MEDIANTE GEOTERMICA
EMISSIONE TORRE
DEL FREDDO EVAPORATIVA
VENTILCONVETTORE 2,6 2,8 3,7
A SUPERFICIE SENZA 3,0 3,2 4,6
DEUMIDIFICAZIONE
A SUPERFICIE E DEUM. A 2,8 3,0 4,2
VENTILCONVETTORI
A SUPERFICIE E DEUM. A 2,8 3,0 4,2
ARIA PRIMARIA/VENTIL
AD ARIA 2,6 2,8 3,8
FONTE: ING GEORG FELDERER
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COP, VALORI DI RIFERIMENTO:
SISTEMI DI REFRIGERAZIONE CON CICLO FRIGORIFERO AD
ASSORBIMENTO
DISSIPAZIONE
DI CALORE ALL’ARIA ARIA MEDIANTE GEOTERMICA
EMISSIONE TORRE
DEL FREDDO EVAPORATIVA
VENTILCONVETTORE 0,63 0,65 0,72
A SUPERFICIE SENZA 0,72 0,74 0,81
DEUMIDIFICAZIONE
A SUPERFICIE E DEUM. A 0,68 0,69 0,77
VENTILCONVETTORI
A SUPERFICIE E DEUM. A 0,68 0,69 0,77
ARIA PRIMARIA/VENTIL
AD ARIA 0,63 0,65 0,72
FONTE: ING GEORG FELDERER
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COP, VALORI DI RIFERIMENTO:
SISTEMI A POMPA DI CALORE CON CICLO FRIGORIFERO A
COMPRESSIONE
SORGENTI DI
DI CALORE ARIA SONDE ACQUA DI
EMISSIONE GEOTERMICHE FALDA
DEL CALDO
RISCALDAMENTO A
BASSA TEMPERATURA 3,0 3,8 4,0
RISCALDAMENTO AD ALTA
TEMPERATURA 2,2 2,8 3,0
VENTILCONVETTORI
2,0 2,6 2,8
RISCALDAMENTO AD ARIA
2,0 2,6 2,8
FONTE: ING GEORG FELDERER
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COP, VALORI DI RIFERIMENTO:
SISTEMI A POMPA DI CALORE CON CICLO FRIGORIFERO AD
ASSORBIMENTO A COMBUSTIONE INTERNA
SORGENTI DI
DI CALORE ARIA SONDE ACQUA DI
EMISSIONE GEOTERMICHE FALDA
DEL CALDO
RISCALDAMENTO A
BASSA TEMPERATURA 1,4 1,65 1,65
RISCALDAMENTO AD ALTA
TEMPERATURA 1,2 1,5 1,5
VENTILCONVETTORI
1,0 1,2 1,2
RISCALDAMENTO AD ARIA
1,0 1,2 1,2
FONTE: ING GEORG FELDERER
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EFFICIENZA ENERGETICA ED AUTOPRODUZIONE
NELLE ABITAZIONI CIVILI
RECUPERO ACQUE PIOVANE
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viale Grigoletti - Pordenone Ing. Ivan Peloso 10/06/09 69
IL RECUPERO DELLE ACQUE PIOVANE
1. INTRODUZIONE
2. SISTEMI DI RECUPERO DELLE ACQUE PIOVANE
3. COMPONENTI
4. ESEMPIO DI DIMENSIONAMENTI
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viale Grigoletti - Pordenone Ing. Ivan Peloso 10/06/09 70
1. INRODUZIONE
La superficie terrestre è composta per oltre il 70% di acqua, di cui il 97% è
costituito da acqua salata e solo il 3% da acqua dolce. Se poi si considera
che la maggior parte di quest'ultima è racchiusa in ghiacciai e falde
sotterranee difficilmente accessibili, è chiaro che siamo di fronte a una
risorsa tutt'altro che illimitata.
Anche in zone montane, a causa dei cambiamenti climatici che portano
piogge intense in brevi periodi alternati da lunghi periodi di siccità, la risorsa
acqua potabile diventa importante.
Le esperienze maturate finora dimostrano che l’acqua piovana può essere
utilizzata senza problemi sia nel settore pubblico che in quello privato, nel
rispetto delle normative vigenti. Le moderne tecnologie assicurano oggi un
funzionamento affidabile e assolutamente igienico per impieghi fondamentali
quali l’irrigazione, la pulizia, lo scarico dei WC e persino l’alimentazione di
lavatrici. L’utilizzo dell’acqua piovana è dunque consigliabile per numerose
ragioni, sia ecologiche che economiche. E’dunque essenziale per la nostra
stessa sopravvivenza gestire con responsabilità e parsimonia questo bene
così prezioso.
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viale Grigoletti - Pordenone Ing. Ivan Peloso 10/06/09 71
Precipitazione annua media in Italia
Stazioni pluviometriche: 2372 (1 stazione ogni 126 km2)
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viale Grigoletti - Pordenone Ing. Ivan Peloso 10/06/09 72
DEFINIZIONE
Recupero acque piovane:
consiste nella raccolta
dell’acqua piovana da tetti,
terrazzi e cortili non praticabili
da macchine per utilizzarla dove
non è indispensabile l’impiego di
acqua potabile.
Recupero lontano da
contaminazione stradale per
avere acqua abbastanza pulita.
In molti comuni (Renon (Bz))
c’è l’obbligo di prevedere
sistemi di recupero di acque
piovane sulle nuove costruzioni.
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I CONSUMI DI ACQUA POTABILE
CONSUMI GIORNALIERI DI ACQUA
POTABILE PER PERSONA l/d %
Cucina e da bere 3 2
Lavastoviglie 5 4
Pulizia corporea personale 7 5
Bagno e doccia 40 31
Giardino 5 4
Lavatrice e in genere bucato 20 15
Sciacquo WC 40 31
Altro 10 8
SOMMA TOTALE 130 100
FONTE WWW.CENTROCONSUMATORI.IT
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DISTRIBUZIONE MEDIA PERCENTUALE DEL CONSUMO GIORNALIERO
MEDIO DI ACQUA PER PERSONA
META’ SOSTITUIBILE CON ACQUA PIOVANA
15% 31%
LAVATRICE SCIACQUO
LAVAGGI WC
4% GIA
RD INO
PU

ALTRO
BAGNO LA CUC
LI

DOCCIA VA INA
ZI

S - BE
AC

T OV RE
OR

IGL
IE 8%
P
OR
EA

2%
31% 4%
5%
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VANTAGGI
- risparmio risorsa acqua potabile
- riduzione dei costi per acqua potabile e sua depurazione (il peggioramento
qualitativo dell’acqua di falda e la conseguente necessità di sottoporla a
costosi trattamenti provocherà anche in futuro ulteriori aumenti tariffari)
- si evita il ripetersi di sovraccarichi della rete fognaria in caso di
precipitazioni di forte intensità;
- più idonea per lavatrici e in generale pulizie in quanto esente da calcare
- per il giardinaggio, l'assenza di cloro è benefica per la flora batterica del
terreno e per le piante stesse.
SVANTAGGI
- costo d’investimento
- acqua non limpida: es wc sembra sporco
COSTO IMPIANTO MONOFAMILIARE: ca 5.000 fino 12.000 €
Non si recuperano mai
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2. SISTEMI DI RECUPERO DELLE ACQUE PIOVANE
RECUPERO DELL’ACQUA DA UNA GRONDAIA IN UN RECIPIENTE
PER LA SOLA IRRIGAZIONE DEL GIARDINO
L’acqua filtrata passa nel recipiente,
se questo è pieno scarica nel canale.
No recupero invernale
Filtro inserito nella
grondaia, costituito da
una griglia per trattenere
eventuali foglie
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RECUPERO IN CISTERNA INTERRATA
Componenti principali
1. impianto di pompaggio
2. recupero acqua piovana dal
tetto – sistema di filtraggio
3. cisterna
4. pozzi di dispersione
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viale Grigoletti - Pordenone Ing. Ivan Peloso 10/06/09 79
3. COMPONENTI
IL FILTRO
Il filtro rappresenta il cuore dell'impianto. Indipendentemente dal tipo di
filtro e dalla sua collocazione, al filtro viene principalmente richiesto di
trattenere il materiale che, sedimentando nel serbatoio, porterebbe ad un
deterioramento della qualità dell'acqua ed al rischio di intasamento delle
condotte e del sistema di pompaggio. La filtrazione non deve però
intralciare il corretto funzionamento dell'impianto: a tale scopo possono
essere previsti in progetto solamente filtri che soddisfino tutte le verifiche
riguardo al comportamento idraulico e all'efficienza del sistema filtrante.
Il sistema di filtro autopulente richiede minima manutenzione: il materiale
grossolano trattenuto dalla membrana filtrante viene asportato
direttamente da una frazione di acqua che viene dispersa a questo scopo.
L'acqua da addurre al serbatoio viene ad esso convogliata attraverso una
seconda condotta. Le soluzioni impiantistiche possibili sono diverse, molto
dipendenti dalla disponibilità di spazio dell'utente: il serbatoio può trovarsi
in cantina (nei pressi della stazione di pompaggio) così come in giardino
(dove può essere interrato o no); il filtro può trovarsi in un pozzetto a
parte o essere introdotto nel serbatoio.
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viale Grigoletti - Pordenone Ing. Ivan Peloso 10/06/09 80
SISTEMI DI FILTRAGGIO IN GRONDAIA
Le foglie sono trattenute nel filtro, l’acqua prosegue in cisterna.
Le foglie vengono rimosse periodicamente.
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viale Grigoletti - Pordenone Ing. Ivan Peloso 10/06/09 81
SISTEMI DI FILTRAGGIO ESTERNI ALLA CISTERNA
Tombino filtrante
Per installazione a livello del
terreno. Particolarmente
adatto per impianti di sola
irrigazione.
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viale Grigoletti - Pordenone Ing. Ivan Peloso 10/06/09 82
SISTEMI DI FILTRAGGIO ESTERNI ALLA CISTERNA
Sistema autopulente esterno.
1 - ingresso acqua piovana
2 – uscita acqua filtrata
3 – acqua residua – sporcizia
4 – filtro
5 – controlavaggio
6 – chiusino telescopico
Efficienza del sistema di filtraggio
superiore al 95%: meno del 5%
dell’acqua viene eliminata insieme a
foglie e detriti.
IAL FVG Relatore Data
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SISTEMI DI FILTRAGGIO ESTERNI ALLA CISTERNA
Sistema autopulente esterno.
Efficienza superiore al 95%:
meno del 5% dell’acqua viene
eliminata insieme a foglie e
detriti.
IAL FVG Relatore Data
viale Grigoletti - Pordenone Ing. Ivan Peloso 10/06/09 84
SISTEMI DI FILTRAGGIO ESTERNI ALLA CISTERNA
Sistema esterno a cestello.
Il filtro a cestello con maglie
0.35 mm consente il filtraggio
del 100% dell’acqua anche se
relativamente fangosa.
Il cestello si asporta facilmente
per la pulizia.
La profondità di installazione
varia tra 570 e 1050mm grazie
al coperchio telescopico dotato
di chiusura di sicurezza.
IAL FVG Relatore Data
viale Grigoletti - Pordenone Ing. Ivan Peloso 10/06/09 85
SISTEMI DI FILTRAGGIO IN CISTERNA
Le foglie e le impurità passano il sistema di filtraggio e sono convogliate in
canalizzazione.
Presenza di troppo pieno convogliato anch’esso in canale o sistema di drenaggio.
1-filtraggio dell’acqua in una rete; 2-le foglie passano ed espulse in canalizzazione;
3-l’acqua passa ed entra in cisterna
IAL FVG Relatore Data
viale Grigoletti - Pordenone Ing. Ivan Peloso 10/06/09 86
SISTEMI DI FILTRAGGIO IN CISTERNA
Stesso principio ma per portate maggiori.
1. acqua piovana in ingresso
2. cascata su rete di filtraggio
3. filtro
4. uscita acqua pulita
5. uscita di acqua al canale
IAL FVG Relatore Data
viale Grigoletti - Pordenone Ing. Ivan Peloso 10/06/09 87
SISTEMI DI FILTRAGGIO IN CISTERNA
Filtro con cestello
1. acqua piovana in ingresso
2. cascata su rete di filtraggio
3. uscita di acqua al canale
4. uscita acqua pulita
IAL FVG Relatore Data
viale Grigoletti - Pordenone Ing. Ivan Peloso 10/06/09 88
SISTEMI DI FILTRAGGIO PER ACQUA DI SORGENTE
Consente la ventilazione e il
filtraggio dell’acqua nonché la
sedimentazione della sabbia.
Realizzato in polietilene conforme
alle normative sui materiali per
alimenti ha un diametro di 730mm.
La profondità di installazione varia
tra 1200 e 1500mm grazie al
coperchio telescopico dotato di
chiusura di sicurezza.
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viale Grigoletti - Pordenone Ing. Ivan Peloso 10/06/09 89
POMPE
POMPA CENTRIFUGA AUTOADESCANTE
Per l’alimentazione con acqua chiara da serbatoi o da pozzi, fino a 8m.
Prevalenza max: 35 m
Produzione max: 50 l /min.
Tensione di esercizio: 230 V
50 Hz
Potenza motore P1: 600 W
Corrente: 2,9 A
Salvamotore: IP 44
Numero giri: 2800 min-1
Peso: 6 kg
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viale Grigoletti - Pordenone Ing. Ivan Peloso 10/06/09 90
POMPE
POMPA IMMERSA
Pompa verticale sommersa multicellulare. Per l’alimentazione con acqua
chiara da serbatoi o da pozzi.
Prevalenza max: 33 m
Produzione max: 70 l /min.
Tensione di esercizio: 230 V 50 Hz
Potenza motore P1: 650 W
Corrente: 2,9 A
Salvamotore: IP 68
Max. profondità di immersione: 8m
Numero giri: 2800 min-1
Peso: 12 kg
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viale Grigoletti - Pordenone Ing. Ivan Peloso 10/06/09 91
UNITA’ COMPATTA DA INTERNI
Unità compatta pronta per l’innesto per abitazioni mono e bifamiliari a pompa
centrifuga.
Altezza max di aspirazione: 7 m
Distanza max di aspirazione: 18 m
Prevalenza max: 44 m
Tensione di esercizio: 230 V50 Hz
Potenza assorbita: 800 W
Peso: circa 28 kg.
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viale Grigoletti - Pordenone Ing. Ivan Peloso 10/06/09 92
CISTERNA
- cisterne in materiale plastico
- cisterne in metallo (filtro zeolitico)
- cisterne in cemento (vasca)
Possibilità di collegarle in
parallelo, diventano vasi
comunicanti. Solitamente
massimo 2-3  20-30 m3.
Vanno posate sempre su
basamento con zavorra, per
ancorarle.
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viale Grigoletti - Pordenone Ing. Ivan Peloso 10/06/09 93
CISTERNA: ESEMPIO DI INSTALLAZIONE
1– entrata acqua piovana 2-usicta/dispersione 3-areazione 4-da forare per l’areazione 5-
da forare per collegamento in parallelo 6-sistema di filtraggio 7-chiusura antiriflusso 8-
ferma getto 9-sifone troppo pieno
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viale Grigoletti - Pordenone Ing. Ivan Peloso 10/06/09 94
ESEMPIO DI INSTALLAZIONE
1.Filtro per acqua piovana 2.Serbatoi 3.sistema di pompaggio 4.Pozzo di dispersione 5.Entrata acqua piovana 6.Acqua
residua e piovana,sporcizia alla dispersione 7.Acqua piovana prefiltrata al serbatoio 8.Raccordo unità di
controlavaggio 9.Aereazione serbatoio acqua piovana 10.Tubo vuoto all’impianto con doppia pompa
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viale Grigoletti - Pordenone Ing. Ivan Peloso 10/06/09 95
4. ESEMPI DI DIMENSIONAMENTO
Per motivi di economicità le dimensioni del serbatoio dovrebbero essere
proporzionate all’apporto di acqua piovana e al fabbisogno di acqua di
servizio. La quantità di acqua piovana disponibile dovrebbe essere sfruttata il
più possibile per ridurre al minimo l’integrazione con acqua potabile.
Un sottodimensionamento del serbatoio renderebbe l’impianto di recupero di
poca utilità in quanto non sufficiente a coprire i fabbisogni per cui è stato
costituito, un sovradimensionamento invece potrebbe infatti causare un
"invecchiamento" dell'acqua all'interno del serbatoio, con deterioramento delle
sue qualità organolettiche e conseguente inutilizzo.
IAL FVG Relatore Data
viale Grigoletti - Pordenone Ing. Ivan Peloso 10/06/09 96
Il dimensionamento dei serbatoi per l’acqua piovana dipende sostanzialmente
da due fattori:
- L’apporto di acqua piovana (superficie di raccolta dell’acqua piovana,
coefficienti di perdita ed entità delle precipitazioni locali)
- Il fabbisogno di acqua di servizio (tipologia e numero dei punti di prelievo)
Precipitazioni annue
Per determinare con precisione l’apporto di acqua piovana è necessario fare
riferimento alle precipitazioni annue espresse in mm o litri/m2. I valori per la
regione di appartenenza possono essere desunti dalla relativa carta delle
precipitazioni o richiesti all’ufficio meteorologico competente.
Superfici di raccolta
L’estensione della superficie di raccolta sul tetto è pari alla superficie coperta
(comprese tettoie e sporgenze). In presenza di terrazze, balconi, cortili ecc.
viene calcolata la superficie esposta alla pioggia.
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viale Grigoletti - Pordenone Ing. Ivan Peloso 10/06/09 97
Coefficiente di deflusso ai sensi della norma E DIN 1989-1: 2000-12
Il coefficiente di deflusso considera la differenza tra l’entità delle
precipitazioni e la quantità dell’acqua che effettivamente defluisce includendo
la posizione, la pendenza, l’allineamento e la natura della superficie di
raccolta.
Regola semplificativa: 0,5 – 1 m3 di cisterna ogni 25 m2 di superficie di
recupero a disposizione.
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viale Grigoletti - Pordenone Ing. Ivan Peloso 10/06/09 98
DIMENSIONAMENTO IN BASE ALL’APPORTO DI ACQUA PIOVANA
Va bene per sistemi con enormi consumi (es. impianto di lavaggio
automobili), dove la priorità è massimizzare la raccolta senza
sovradimensionare i serbatoi.
- superficie tetto 1.000 m2
- intensità media pioggia 50 mm
- coefficiente di deflusso 0.8
- volume serbatoio 40.000 litri
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viale Grigoletti - Pordenone Ing. Ivan Peloso 10/06/09 99
DIMENSIONAMENTO IN BASE AL FABBISOGNO DI ACQUA DI SERVIZIO
Indicato per sistemi a consumo costante, calcolabile e definito. Si vuole
massimizzare la raccolta senza sovradimensionare l’impianto.
- superficie del giardino 1.000 m2
- necessità d’acqua 0,6 litri/m2 giorno
- periodo massimo di siccità 40 giorni
- volume necessario 24.000 litri
IAL FVG Relatore Data
viale Grigoletti - Pordenone Ing. Ivan Peloso 10/06/09 100
grazie
dell’attenzione
IAL FVG Relatore Data
viale Grigoletti - Pordenone Ing. Ivan Peloso 10/06/09 101

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