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Da Equitalia al Comune, uneredit difficile

E una scelta obbligata quella che porter il Comune di Milano, dal 1 gennaio 2014, a farsi esattore al posto di Equitalia. Anche se il sindaco Giuliano Pisapia, con qualche indulgenza nei confronti della campagna montante contro Equitalia, ebbe a dire che ne aveva fatte troppe, larticolo 3 comma 25 bis del decreto legge 30 settembre 2005 (che perfezionava un testo del 1997) gi obbligava tutti gli enti locali ad affidare laccertamento e la riscossione delle proprie entrate locali mediante procedura ad evidenza pubblica, con ci mettendo in fuori gioco Equitalia. Da quando? Dal 1 gennaio 2011, diventato 2012, poi 2013, e, finalmente, 2014. Sempre che il Governo, nelle prossime settimane, vari un decreto ponte per il passaggio di consegne Equitalia-Comuni, anche se si dimenticato di farlo per tre anni di fila. Prima di esultare per una vittoria lungamente attesa del federalismo fiscale nellaffermarsi della, pur necessaria, autonomia contributiva dei Comuni, bisogner per considerare come nasca il decreto del 2005 e come si perfezioni nella legge 166 del 2011. Perch essa fu redatta non in considerazione delle richieste delle amministrazioni locali, ma di quelle di Equitalia. Che sosteneva di incontrare grandi difficolt nelliscrizione a ruolo e nella successiva riscossione dei tributi locali: per colpa dei Comuni, sosteneva, per sua colpa le replicavano questi pensando, non senza ragione che la societ pubblica di riscossione poco si impegnasse per esigere piccoli tributi per recuperare i quali erano per necessari investimenti considerevoli, non remunerati da quellaggio dell8% che era per fin troppo facile definire un pizzo. Infatti, leredit che il Comune di Milano ricever da Equitalia di 816 milioni di arretrati, multe per la gran parte (pi di un milione i verbali mai pagati), accumulati tra il 2000 e il 2011. Cos fissare, ad esempio, a 10-12 euro, come ha voluto anticipare il Comune, il costo per il cittadino di una pratica di esazione, una promessa pericolosa, quando non si tiene conto di quanto coster alla macchina comunale gestire quella pratica se il meccanismo sanzionatorio si far pi debole o meno efficiente come obiettivamente gi avvenuto per Equitalia. Una montagna di carta e carte bollate pronta ad abbattersi sulla Direzione entrate dellAssessorato al Bilancio. Che, nelle parole dellassessore Francesca Balzani, accoglie la sfida con ottimismo: Sono convinta che la riscossione gestita internamente eviter molte farraginosit perch accorcer la catena per la riscossione e consentir anche procedure pi personalizzate alleggerendo anche i costi per il cittadino. Ottimi propositi anche se bisogner pur ricordare che fino al 2005 la riscossione dei tributi era affidata a 36 operatori di propriet di 54 banche e 35 soggetti privati che operavano in 94 ambiti provinciali. Il sistema, al netto di inefficienze e corruzioni,

funzionava malissimo e recuperava meno dell1% del contenzioso. Fu allora che Giulio Tremonti invent Equitalia che, con i contestatissimi metodi che era comunque la legge a concederle, letteralmente decuplic le entrate da contenzioso. Il Comune di Milano, dal 1 gennaio 2014, dovr dimostrare di saper fare meglio. E non sar affatto facile. Anche e soprattutto perch i tributi locali, malgrado le recenti e confuse aperture nel dibattito mai concluso sullImu, dipendono strutturalmente dalla legislazione nazionale che impone tetti, quote, obiettivi, pareggi E poi pronta a mandare tutto allaria come nel recentissimo caso della Tares per incassare la quale i Comuni si sono attrezzati con software specializzati che adesso possono essere tranquillamente buttati via. Il Governo ha fissato per loro un destino di gabellieri: sta solo a loro oggi dimostrare di sapervisi sottrarre. (la Repubblica Milano, 2 settembre 2013)

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