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IL NIDO DEGLI SCORPIONI

di Pier Paolo Santi e Francesco Sinatti

Smashwords Edition

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INDICE

Introduzione Bastardi e Cattivi

Capitolo 1 Dagli scandali di provincia agli scandali internazionali Entomologia del potere Politica e porti Porti & mala Misteri libanesi

Capitolo 2 Luomo ombra del governo nigeriano. Gabriele Volpi

Capitolo 3 Genesi di una nuova federazione criminale Pozzi avvelenati

Gli autori

Introduzione. Bastardi e cattivi


Troppe fazioni, troppa ideologia contaminano il giornalismo italiano. Ma come pu un argomento come questo interessare un americano, inglese o australiano? LItalia lo snodo di eventi e operazioni strategiche che spesso riguardano gli equilibri del mondo. Un giornalismo locale, cio nazionale, debole e fazioso danneggia lintera informazione. Nel mondo anglosassone esistono giornali schierati ma il panorama italiano unico nel suo genere per faziosit e conflitto dinteressi che non consentono di svolgere un adeguato servizio pubblico di giornalismo investigativo. un paese libero? In Italia si ragiona cos: se scoppia un grosso scandalo solo allultimo secondo le redazioni si lanciano sulla notizia tecnicamente gi putrefatta. Un esempio rappresentato dallo scandalo bancario del Monte dei Paschi di Siena. Sempre a cose fatte! Nei casi pi spinosi si limitano a commentare le veline della Procura. necessaria una nuova razza di giornalisti, in via di evoluzione, che pratichino sul campo il loro mestiere fuori dallarea di confort di paludate redazioni. Usando nuovi mezzi di comunicazione. Riveliamo ai lettori alcuni passaggi di un autentico calvario che abbiamo subito negli ultimi tempi. Giornalisti Banzai Vs Bonsai: calvario nelle redazioni provinciali Vede Direttore la nostra idea quella di realizzare una inchiesta sui nuovi assetti della ndrangheta nel nord Italia. Per farlo abbiamo un evento che consideriamo cruciale: il sequestro di quasi una tonnellata di cocaina a Pallerone (Lunigiana, Ms). Solo con un inchiesta giornalistica dettagliata possiamo cercare di capire come stanno effettivamente le cose, anche perch le Forze dellOrdine tengono il massimo riserbo. Potremmo arrivare a nomi e cognomi. Che ne dice? Allimprovviso lo studio del malcapitato si trasforma in un teatro Greco arricchito di tutte le maschere tipiche. Impallidisce e il volto si fa tirato. Al povero Direttore viene allora lirresistibile impulso di grattarsi, in modo gentile e professionale, la guancia osservando nel frattempo il lampadario. Il suo pensiero diviene leggibile: ma perch ho ricevuto questi due? Alla fine riesce a rabberciare alla meglio una frase: Eh! Si potremmo farlo ma vedete un momento un po particolare per il giornale. Aspettiamo qualche mesetto e poi valutiamo, ok?. Ora, qualche mesetto per una inchiesta sulla mafia come bere del latte scaduto da diciotto mesi. Si pu tentare ma non c da lamentarsi se il risultato prettamente intestinale. Ci sono poi giornalisti e Direttori che si offendono: ma come! Arrivano questi a fare gli scoop? Solitamente questa categoria partorisce frasi intelligenti del tipo:

Ah! Si ma molte cose le abbiamo gi scritte su quella partita di droga. Gli facciamo gentilmente notare che un inchiesta consiste nel raccogliere tutto il materiale disponibile (compresi i loro preziosi articoli) unendo i puntini, oltre ad affrontare nuove piste investigative. Allimprovviso il loro risentimento proporzionato allego. Cio enorme. Va bene dar unocchiata e poi vedremo cosa fare.. Passiamo alla categoria successiva: i prendi per il culo. Al primo impatto sono i pi simpatici. Rispettano a pieno la regola della buona accoglienza nei confronti di colleghi che si occupano di argomenti caldi. Sono propensi alle belle parole, ascoltano interessati come farebbero vecchi amici ritrovatisi dopo anni. La scena di chiusura il momento migliore: Come posso aiutarvi? Assicuriamo che spiazzante! Facciamo finta di niente, ripetendo eroicamente il ritornello al prossimo Direttore di testata. Ma ragazzi avete proprio voglia di farvi intitolare una piazza? Siete cos desiderosi di farvi impallinare? Hanno ragione! Le notizie pi importanti e vere son ben altre. Una bella mattina aprendo il giornale, tanto per far intendere come funzionano le cose, trovi in piena pagina questa drammatica notizia: PAPPAGALLO RAPITO, LA SVOLTA ALF: LABBIAMO LIBERATO NOI (Il Tirreno) oppure: BLITZ PER RAPIRE UN PAPPAGALLO (La Nazione) Peccato che lo stesso giorno ci sia un'altra notizia molto pi seria da prendere in considerazione. Un incendio in una installazione balneare (lennesimo targato corto circuito) messo in terzo piano, quasi per non dare fastidio. I giornalisti sono liberi di esercitare la professione come credono, ma evitare di trattare di argomenti spinosi come dire ad un poliziotto di non recarsi ad una rapina in corso perch rischia di buscarsi qualche pallottola. In questi momenti mistici ti accorgi della differenza tra giornalisti BANZAI e BONSAI, te ne rendi conto quando parlano professionisti come Roberto Galullo o Milena Gabanelli (che da anni scrivono articoli scomodi contro la mafia e corruzione). Certo, si pu criticarli sulla linea seguita, perfino sui contenuti: mai sulla indiscutibile volont di informare i lettori, che poi parrebbe essere il lavoro del giornalista. Parrebbe! Seconda tappa della via crucis: le redazioni nazionali

Egregio Direttore Siamo in uno stato di silenziosa e subdola guerra dinformazione dove i campi di battaglia risultano le rosse terre della Toscana, Emilia e Liguria. Non si tratta di una affermazione alla Saviano preconfezionata per slogan da riciclare in un talk show o comizi politici mascherati da giornalismo dinchiesta. No, una constatazione consolidata dopo anni di lavoro sulla criminalit organizzata e corruzione di amministrazioni (e non solo) che hanno perfino larroganza di dettare le regole civili. Il nostro primo nemico lomert, il negazionismo e peggio ancora la mancanza dazione di molti, in primis di colleghi locali che trovano pi conveniente, per mantenere un posto in redazione, non affrontare seriamente realt inquietanti e devastanti. Tutto ci per assecondare il volere di Prefetti (ormai stanchi e pronti alla pensione) e politici. Quando denunciavamo infiltrazioni mafiose o spudorate manovre di corruzione nelle nostre zone ci rispondevano che eravamo dei provocatori. Alla fine, per, le preoccupazioni stanno risultando fondate tanto che nel giro di pochi anni scandali e danno erariale da milioni di euro stanno contaminando il territorio. Ma va bene cos! Le minacce da parte di gente legata alla mala sta nei giochi per chi si occupa seriamente di certi argomenti, anzi rafforza la convinzione di essere nel giusto. Lostacolo da parte di colleghi con un ego spropositato, per altro timorosi di perdere il posto, regola in questo miserabile mestiere. Van bene anche quattro euro ad articolo, tanto per far contenti Inpgi (pensione giornalistica). Quello che non possiamo tollerare non poter informare la gente su come stanno veramente le cose anche nelle provincie. Se abbiamo inquirenti o una classe politica poco coraggiosa non vuol significare che anche la stampa debba esserlo. Non abbiamo pi intenzione di sentirci ripetere : ragazzi buoni ci sono gi le indagini in corso e poi abbiamo i comunicati, lavorate su quelli. E quindi? Fermi tutti? Mai! Intendiamo portare avanti linchiesta legata ad un traffico di droga. Purtroppo la vicenda stata fino ad ora ignorata, ma potrebbe condurci alla scoperta di un nuovo progetto ndranghetista. Una holding radicata in tutto il mondo. Non informare lopinione pubblica sarebbe un reato Cordiali saluti Per questo abbiamo scritto il Nido degli Scorpioni. Lunica opportunit per diffondere una inchiesta scomoda. Per questo ci siamo trovati di fronte a una vera e propria questione di sicurezza nazionale. Una questione di sicurezza nazionale Controllo e destabilizzazione sono il paradossale Giano bifronte che tutto muove sulla scacchiera nazionale e internazionale.

Quando abbiamo affrontato linchiesta non ci aspettavamo che ci avrebbe condotto in vicende cos complesse, riguardanti la sicurezza del paese. Un inchiesta che trova la sua forza nel collegamento sinergico fra affari illegali e lobby di portata internazionale. Nel corso degli anni abbiamo sempre seguito piste legate a corruzione e mafia che avevano obiettivi limitati, a volte il business e a volte il potere. Affrontando questa vastissima indagine ci siamo resi conto che questi due elementi, affari e potere, combinandosi hanno un devastante potenziale di condizionamento e destabilizzazione. Il risultato strettamente politico, e qui arrivano i veri guai. Il modus operandi cambia in funzione dellarea geografica e di sviluppo: nei paesi occidentali linfiltrazione avviene tramite massoneria, banche, amministrazioni locali e criminalit organizzata. Nei paesi del terzo mondo, invece, a giocare la partita sono direttamente le multinazionali e i governi. Il rapporto tra multinazionale e la classe politica basato su relazioni esclusivamente personali mancando dei veri organi di controllo istituzionale. Fino a quando tali rapporti funzionano si concludono affari, ma lavidit sempre in agguato e pu suscitare conflitti , creare presupposti per una faida. Seguendo il caso Nigeria abbiamo potuto verificare come si possa passare da un incarico governativo a essere sospettato di diventare un referente del circuito terroristico internazionale. In questo intreccio di poteri alla fine la criminalit organizzata e mafie varie altro non sono che un braccio operativo perfettamente controllato. Se questo assetto permane la criminalit organizzata servir sempre. Alla faccia del sistema di sicurezza nazionale! Rispettando perfettamente il ruolo di guardie e ladri. Per la complessit degli scenari affrontati avremmo potuto scrivere pagine e pagine con il rischio di far smarrire al lettore (soprattutto quello straniero) la via maestra dellinchiesta che in pi occasioni si dirama in vicende tecniche e provinciali. Abbiamo volutamente affrontato, invece, questi temi come se fossero un dossier con le stesse necessit di sintesi tipiche del rapporto investigativo.

Capitolo 1 - Dagli scandali di provincia agli intrighi internazionali


La provincia Dio cre il mondo. Una delle pi belle creazione era un piccolo lembo di terra. Non gli mancava niente: le sue coste erano bagnate dal mare Tirreno, le sue colline erano belle e feconde tanto da dare un vino pregiato e un ottimo olio. Era perfino protetta da una catena di montagne che gli uomini chiameranno Apuane. Il clima era oltre modo mite. Gli angeli vedendo tutta questa abbondanza raccolta in un solo luogo andarono a lamentarsi da Dio. Perch Signore hai messo tutta questa abbondanza, perch hai voluto essere cos generoso con questa terra? ingiusto.

Dio ascolt con pazienza. Una volta conclusa la loro lamentela prese la parola. Vi lamentate prima di aver visto il lavoro compiuto? Gli angeli rimasero delusi: Compiuto? Si. Avete visto solo una parte dellopera. Ora appare ai vostri occhi come la copia del paradiso terrestre ma presto metter un elemento che equilibrer le cose Quale? Onnipotente I suoi abitanti Dopo questa surreale parabola comprenderete che Massa-Carrara (Italia, Toscana) divenuta una terra ideale per scandali di portata nazionale e per glinsediamenti di nuove organizzazioni criminali. Sintuisce che nella piccola provincia qualcosa non funziona ed legato agli abitanti e governanti. Un inchiesta per caso Me ne resi conto nel novembre del 2010. 2010 MASSA. Pier Paolo Santi Due ore prima delle interviste ricevo le chiamate, con un intervallo di dieci minuti luna dallaltra, dalle segreterie di Prefetto e Questore per annullare gli incontri. Il tema infiltrazione mafiose si preannunciava troppo scomodo. Non potr mai scordarmi lespressione del cameraman dopo aver ricevuto le chiamate, mentre stavamo preparando le attrezzature: un misto fra ironia e incredulit. Linchiesta e la puntata (che stavo preparando allepoca) sarebbero state seriamente compromesse se anche il Procuratore mi avesse dato forfait. Non fu cos e realizzai unottima intervista. Ricordo lincontro nella Procura di Massa: il Dott. Federico Manotti ritard perch stava conducendo una operazione con la Guardia di Finanza. Quando accadono simili inconvenienti subentra un po di sconforto perch il pi delle volte il ritardo equivale ad un rinvio dellincontro. Passeggiavo avanti e indietro nei corridoi della Procura, un edificio esteticamente paragonabile ad una aula bunker, preparandomi ad un altro rifiuto. Le cose per non andarono cos. Manotti fece sapere tramite la sua segretaria che sarebbe arrivato in ritardo. Il Procuratore per definizione, certamente una figura tra le pi autonome fra le Istituzioni, questo fu uno dei motivi per cui non ebbe timore a esporre e a suggerire certe informazioni. Lufficio si presentava ordinato. Sopra la scrivania alcune carte e delle

copie dei quotidiani locali. Una grossa vetrata illuminava la stanza, con grande gioia del cameraman che lamenta spesso la mancanza di luce nei luoghi dove giriamo. Lintervista inizi tra una battuta e brevi considerazioni. Spunti che ispirarono il primo libro denuncia sullinfiltrazioni mafiose in zona Apuana: La Provincia del Silenzio 2011 Massa. Francesco Sinatti Massa-Carrara: si dice una provincia povera che non ha "soldi". Non ha la possibilit di realizzare molte delle opere di cui avrebbe bisogno per renderla pi efficiente e moderna. In compenso per la sola Massa ha un debito superiore ai 100 milioni di euro e flussi di cassa annuali per 70 milioni di euro solo per far girare la macchina del Comune e diverse centinaia di milioni di "buco" nel bilancio della ASL cittadina. La missione era capire dove finivano fiumi di denaro pubblico. Milioni e milioni di danno erariale che, puntualmente, aprivano voragini spaventose nelle municipalizzate massesi senza destare troppo clamore, ne fra i cittadini, ne fra gli amministratori e i politici. Mi sono "paracadutato" dietro le linee dell'amministrazione fra una selva di delibere, di giunta e di consiglio. Lo scopo era cercare di capire come sfuggisse questo "denaro" che veniva regolarmente sprecato. Cermec, R/R, Massa Servizi, CAT, PAAS, Ristrutturazione bilancio, Depuratore, Derivato e altro. Questi sono alcuni dei "malefici buchi neri" con i quali, da sempre, si conserva il "consenso politico" e con i quali una torma di politici trombati si mantiene alle spalle della comunit. Una sequenza di sinistre sigle che compongono lelenco di "buchi" che alimentano l'emorragia di denaro pubblico. Si ruba, anche e soprattutto, cosi a Massa e in tutta la penisola. Dove una casta dintoccabili non permette che si facciano verifiche, nascondendosi fra le pieghe dell'accesso agli atti che, ovviamente, solo i consiglieri possono richiedere. Il problema che spesso i controllori fanno parte della casta. Conflitto d'interessi? Nessuna terziet, nessuna verifica vera. Per concludere le testate giornalistiche locali non indagano mai i veri artefici, ne i veri motivi, per i quali il danno erariale si perpetua. A ognuno il Suo secondo la linea della palma. Forse tutta l'Italia va diventando Sicilia... A me venuta una fantasia, leggendo sui giornali gli scandali di quel governo regionale: gli scienziati dicono che la linea della palma, cio il clima che propizio alla vegetazione della palma, viene su, verso il nord, di cinquecento metri, mi pare, ogni anno... La linea della palma... Io invece dico: la linea del caff ristretto, del caff concentrato... E sale come l'ago di mercurio di un termometro, questa linea della palma, del caff forte, degli scandali: su su per l'Italia, ed gi, oltre Roma... (Leonardo Sciascia, Il giorno della civetta, 1961) 2011 Comune di Massa, Seduta di consiglio mentre avevo impostato il lavoro sulla criminalit organizzata e la mafia, Francesco stava intraprendendo un'altra indagine. Un percorso parallelo

legato al danno erariale e alla politica corrotta. Quello che avremmo definito pi avanti dellinchiesta come sprechi organizzati. Questi due punti di partenza ci avrebbero catapultati in una indagine giornalistica internazionale a nostra insaputa e i presupposti si manifestarono gi al primo incontro. La seduta di consiglio comunale si era appena conclusa e mentre stavo per uscire dalla sala Sinatti si avvicin e in tono scanzonato mi domand se a mio avviso potevano esserci collegamenti con la mafia nel caso Cermec (caso che vedremo nel prossimo capitolo). Dopo due ore di chiacchierata nacque la nostra collaborazione. I primi tre paragrafi del libro sono il frutto di una riflessione: come possibile che una piccola provincia annoveri tanti scandali legati a corruzione e al danno erariale quanto le due regioni pi importanti dItalia (Lombardia e il Lazio)? Come possibile che vi gravitino, senza che nessuno se ne accorga, nomi discussi di faccendieri, politici, banchieri, imprenditori, consulenti e cardinali? Rifiuti tossici, speciali e radioattivi & i 42 container dentro il CERMEC Cominciamo con un classico degli affari sporchi: i rifiuti. 42 container sospetti abbandonati nel piazzale della municipalizzata dei rifiuti CERMEC a Massa possono sembrare una notizia irrilevante, ma inaspettatamente, potrebbero rivelare una traccia di un traffico di rifiuti tossici di portata nazionale e internazionale. Non sembra un caso che i 42 container, fatiscenti, corrosi e percolanti liquidi velenosi nel piazzale e terre circostanti (con potenziale interessamento della falda) siano stati ritrovati abbandonati in un area industriale Apuana in concessione alla fallita ditta DAMAS dentro il Cermec. La procura di Palmi li sequestr in questarea lasciandoli in custodia ormai 11 anni fa. Ci che desta allarme il loro contenuto. Cosa c dentro i container recentemente rinvenuti? Ci sono grosse quantit di rifiuti speciali e pericolosi, valutati a volume in circa 2.500 ton. I campioni esaminati dall'Arpat provinciale, hanno rilevato composti di: piombo, cadmio, mercurio in alte concentrazioni oltre a sostanze pericolose che rientrano nelle seguenti classi: H 10 Tossico per inalazione, ingestione o penetrazione cutanea e H 14 Eco tossico. La sede della ditta Damas s.r.l. di Massimo Dami, successivamente dichiarata fallita, era a Sesto Fiorentino Osmannoro (FI), mentre le autorizzazioni sono state rilasciate dalla Provincia di Massa. Chi Massimo Dami? In passato ha avuto rapporti con Luigi Cardiello, meglio conosciuto come il Re Mida dei rifiuti residente a Viareggio dal 1983, esponente di spicco dellinchiesta Greenland sullillecito traffico e smaltimento di rifiuti fra Umbria e Toscana. La medesima operazione che vede coinvolto lo stesso Massimo Dami (il Tirreno 6 luglio 94).

Luigi Cardiello indossa un paio di occhiali scurissimi a seguito di lesioni agli occhi riportate mentre maneggiava rifiuti tossici. Il Boss ha un curriculum di tutto rispetto per quanto riguarda lillecito smaltimento dei rifiuti speciali e pericolosi ed stato coinvolto (insieme ad altri 98 imputati) nella pi grande inchiesta sulle ecomafie: loperazione Cassiopea. Tutti assolti, per una recente sentenza di non luogo a procedere, su fatti che hanno visto inquinare aree vastissime del territorio Campano (e non solo) con tonnellate di rifiuti speciali e tossici. Ma fin qui sono cose pi o meno note. Meno nota la circostanza che potrebbe vedere, secondo il deputato Mario Angelini, Cardiello legato a Domenico Del Carlo, titolare della famigerata DEL.CA e socio privato della municipalizzata per i rifiuti CERMEC che opera sul territorio Apuano. Del Carlo stato anche inquisito in un inchiesta per distrazione di fondi comunitari, danno erariale e falsa fatturazione per tramite di R/R (la partecipata di Delca/Cermec), questultima al centro di un cronometrico quanto doloso incendio che ha portato al conseguente sequestro dello stabile. Certamente una coincidenza quella che vede Del Carlo collegato al boss camorrista Cardiello residente in Versilia. Tanto che l11 maggio 93 lo stesso deputato Pier Mario Angelini dichiara ai quotidiani locali: perch, non dire. della DEL.CA, non ha parlato nessuno? E si scopre che, non per iniziativa della procura di Lucca, ma di quella di Napoli,. che la DEL.CA era partner di Cardiello che tutti sanno che santuomo sia, continua: che dire della DELCAR, laltra azienda di smaltimento dei rifiuti di Del Carlo, in affari con il camorrista Luigi Cardiello? Se quello che sostiene lonorevole vero, allora Del Carlo era partner del camorrista Cardiello che a sua volta collaborava con Dami, titolare della DAMAS. Non ci vuole molto a ricollegare i personaggi appena citati, suscitando dubbi e perplessit su chi, come, quando, perch e a che scopo, abbia permesso di stoccare i 42 container, sine die, facendoli letteralmente marcire in un area interna alla gi chiaccheratissima CERMEC di Massa. Il cerchio si stringe sempre di pi intorno alle responsabilit politiche di chi ha permesso che tutto ci accadesse nel silenzio pi assoluto, per decine di anni. Anche perch DAMAS s.r.l. era gi stata estromessa a furor di popolo, dopo aver vinto un appalto fotocopia alle porte di Milano. Precisamente a Mediglia, dove era prevista la costruzione del pi grande impianto lombardo per lo smaltimento di rifiuti industriali pericolosi. Inaspettatamente lappalto e i permessi saltano a causa del processo a Pescara contro il titolare, Massimo Dami, per aver smaltito abusivamente liquami industriali in alcuni depuratori. C di pi, per. Massa-Carrara, infatti, potrebbe permetterci di chiudere il cerchio con il socio Cermec.

Incendi sospetti. Non la prima volta, infatti, che Cermec al centro dellattenzione. Ritornando alle vicende della sua partecipata RR troviamo un episodio inquietante: lincendio della struttura il 25 luglio del 2011. Un incendio reso ancor pi sospetto dalle condizioni in cui versava la societ allepoca. Il 30 luglio dello stesso anno vengono incendiati i mezzi dellAcam di La Spezia anchessa nelle medesime condizioni economico-finanziarie di Cermec. Acam non si riprende e lentamente Hera la sta incorporando. Sotto la lente di ingrandimento anche Heracom campana, questultima strettamente legata alla figura di Nicola Cosentino indicato come il politico vicino ai Casalesi. La lista dei guai delle municipalizzate dei rifiuti non finisce qui. La ditta Aimeri operante in Lunigiana (la stessa provincia di Cermec e RR) per il servizio raccolta rifiuti e smaltimento, versa in condizioni simili ad Acam e Cermec. Agli onori della cronaca recentemente anche Aimeri Ambiente di Giarre e il suo ex responsabile Roberto Russo, un boss del clan Cintorino vicino alla cosca Cappello-Bonaccorsi, indagato insieme ad altri dipendenti della ditta per associazione a delinquere. Altro fatto interessante. Nel maggio del 2012 un incendio doloso colpisce Aimeri Ambiente di Giarre. Al vaglio degli inquirenti finisce anche Salvatore Russo della cosca Cursoti che insieme ai Cintorino sono come visto legati al clan Cappello. Il teorema. Questi episodi ci permettono di intuire che gravi inefficienze conducono puntualmente le municipalizzate dei rifiuti a trovarsi in situazioni critiche dal punto di vista logistico-operativo e finanziario. Gli incendi, a questo punto, servono per nascondere o per infiltrare. Che ruolo hanno le amministrazioni locali in tutto questo? Le municipalizzate sono un bersaglio perfetto per aggredire il denaro pubblico e le mafie conoscono esattamente come insinuarsi con soci privati nelle aziende pubbliche e nel circuito degli appalti. La municipalizzata Cermec con il socio privato DELCA dimostra come la costituzione di R/R fosse proprio la scatola societaria che serviva per fare falsa fatturazione e schermare lattivit collegata alla distrazione di denaro pubblico. I soggetti che hanno gravitato attorno alla costituzione di R/R potrebbero dimostrare una contiguit con Mafia Spa che era ampiamente riscontrata dai legami di cointeressenza fra il socio privato Del Carlo e Luigi Cardiello il Re mida dei rifiuti, boss dei Casalesi? Del resto anche lincendio del capannone mostra una chiara firma del dolo di matrice mafiosa. La presenza di 42 container con 2500 tonnellate di rifiuti tossici abbandonati nei pressi del piazzale del CERMEC sono un altro indizio su coloro che gravitavano intorno alla municipalizzata dei rifiuti. Quindi, non potevamo che approfondire la questione delle municipalizzate. Poi, sempre collegati ai Casalesi ci sono poi traffici di rifiuti speciali ospedalieri.

Ci sono novit. I giornalisti attendevano il capo della squadra mobile di Massa Antonio Corcione in una saletta della Questura, nello stesso momento altri colleghi di Napoli, Caserta e Firenze facevano lo stesso. Allalba del 28 febbraio 2013 le forze dellordine coordinate dalla Dda di Napoli danno il via ad un importante operazione contro il clan dei Casalesi che porta allarresto di una trentina di persone per reati inerenti lart 416 bis. Gli affiliati ai Casalesi non hanno risparmiato la piccola provincia Apuana. In una nota consegnata ai giornalisti quella stessa mattina si legge: appartenenti a sodalizi criminali di estrazione campana operanti per lo pi nelle provincie di Napoli e Caserta e con vaste e forte ramificazioni in Versilia e nella riviera Apuana. La nota proseguiva : nella nostra zona stato arrestato il noto imprenditore Stefano Di Ronza. conosciuto soprattutto per avere costruito complessi residenziali ma anche uffici e centri commerciali. Alla fine della conferenza rivolsi al commissario una domanda: Nella morsa delloperazione sono finiti solo i Casalesi o cerano anche esponenti di altre famiglie?Capita, non di rado, di avere davanti inquirenti inesperti o non avvezzi a certe indagini, soprattutto nei piccoli centri dove si sono consumati delitti di una certa gravit. Non il caso di Corcione che ha dimostrato una indubbia professionalit, anche in questa occasione. Comprese subito dove volevo andare a parare: Si, in Versilia ci sono stati altri soggetti coinvolti, altre famiglie Quali? Accenn a un lieve sorriso, poi: Beh basta guardare chi presente in Versilia. Pensai, stai a vedere che Saetta ha ricombinato qualcosa. Ed in effetti Vincenzo, personaggio noto ai lettori di Trame di Potere risultava una pedina del piano criminale dei Casalesi. La storia di Saetta potrebbe essere un ottimo esempio di carriera personale: ha fatto parte del clan dei Giuliano (ne fa ancora parte?) per poi espandersi in Versilia. Ora emerge una alleanza con il potente clan dei Casalesi. Poco dopo la conferenza stampa mi chiama Sinatti che nel frattempo aveva incontrato alcune nostre fonti:

Ci sono novit. Dovremmo controllare anche un altro imprenditore, ma ti dico meglio a voce. Ritornando a Saetta. Nel 2010 si viene a sapere, dopo loperazione Dedalo, che Vincenzo aveva dato protezione ad un noto esponente della famiglia dei Santapaola di Cosa Nostra. Tutto ci in apparenza sembra stridere, ma solo in apparenza, perch basta approfondire alcune vicende che i pezzi del puzzle vanno al loro posto. Nel 2011 gli inquirenti vengono a conoscenza di una stretta alleanza tra la mafia Catanese (guidata da Nitto Santapaola) e il clan camorrista dei Casalesi. Un unione sancita per il controllo dei mercati di frutta e verdura (conferma che la mafia riesce ad infiltrarsi in ogni settore economico). Primo: I Casalesi sono dunque legati ai Santapaola. Secondo: i Saetta si sono alleati con i Casalesi. La protezione di Saetta data a Antonino Finocchiaro (dei Santapaola) viene compresa, in tal modo, nella sua completezza. Considerazione inquietante! Nulla vieta che la collaborazione delle due organizzazioni si sia limitata al solo business della frutta e verdura estendendosi ad altre attivit criminose anche nel nord Italia allargando il loro giro daffari. Una mezza idea ce la siamo fatta, ma non possiamo rivelarla in queste pagine. Possiamo per anticipare lintenzione di inserire nel prossimo dossier lintreccio degli appalti negli ospedali di diverse regioni. Nel frattempo parliamo di alcuni intrallazzi riguardanti i rifiuti ospedalieri! Rifiuti ospedalieri. Dallarresto dellimprenditore massese Stefano di Ronza emerge un particolare che non deve passare inosservato. A quanto risulta dalle indagini non solo si occupava, per conto dei Casalesi, di coprire affiliati tramite assunzioni nelle ditte edili. Non solo svolgeva la consueta attivit estorsiva presso imprese di questo settore, ma curava anche il trasferimento in terra Campana di rifiuti ospedalieri. Bisognerebbe indagare sulla destinazione finale per capire se questi rifiuti siano finiti nelle discariche napoletane, tristemente famose inseguito ai fatti 2007-2008. Un passaggio obbligato la riunione a Villaricca avvenuta a fine anni 80. Nella cittadina del hinterland napoletano vicina a Giugliano, si tenne infatti un vero e proprio "summit" fra camorristi, imprenditori, politici e massoni, dove si stabili in modo organizzato e scientifico di destinare la Campania a deposito fuori legge per rifiuti tossici e speciali provenienti dal Nord dItalia. Tra questi, anche i rifiuti ospedalieri. A questo proposito, il nome di Di Ronza figura gi negli atti parlamentari della Camera della Repubblica come voce interna al clan dei Casalesi. A cavallo fra la zona di Viareggio e Massa Carrara, non il solo. Negli anni si riscontra la costante presenza di soggetti facenti capo ad unico disegno criminoso. Disegno che ha come punto di riferimento il trio Gaetano Cerci Cipriano Chianese Francesco Bidognetti. Lasciano poco spazio alla fantasia le intercettazioni fra Di Ronza ed il cognato di Maurizio di Puorto. Alla fine di una di queste limprenditore ottiene l'incontro con di Puorto. Esiste, infine, una relazione fra

il gruppo Schiavone Russo, operante in Toscana con lo stesso Maurizio di Puorto, referente del clan Iovine per la stessa regione. Operazioni da collegare? Il traffico darmi collegato alla Bosnia, scoperto dopo loperazione che ha messo a nudo lalleanza tra i Santapaola e i Casalesi, potrebbe essere pertinente ad una altro episodio. Il 10 maggio del 2005 la procura generale di Reggio Calabria, quella di Messina e di Milano aprono nuovi scenari. Il nome delloperazione parla da sola: Gioco dazzardo. Viene scoperto un imponente giro di denaro, nellordine di milioni di dollari. Soldi che venivano utilizzati per affari ma anche per traffico darmi. Salvatore Siracusano fu considerato il faccendiere anche se la lista degli inquirenti era lunga: linchiesta apriva diversi filoni di indagine. La pista investigativa che pi ci interessa riguarda la Polonia, dove Salvatore portava a termine delle vere speculazioni. Il metodo semplice quanto efficace: i capitali, nella maggior parte provenienti dallacquisto di grossi immobili a Messina, venivano reinvestiti da Siracusano proprio in Polonia. Siamo giunti allo snodo della vicenda. Da dove provenivano i capitali? Semplice, dal clan Santapaola! Esiste un collegamento tra questo giro darmi e gli arsenali provenienti dalla Bosnia? I paesi dellest sono il luogo ideale per lacquisto di armi, per questo stiamo cercando di circoscrivere le zone di provenienza. Un traffico darmi va sempre tenuto nella massima considerazione. Di solito una partita darmi ne accompagna una di droga che pu essere merce di scambio per ottenere queste ultime. Ritorno al Cermec, partiamo dal principio Fatta questa breve parentesi legata ai casalesi necessario ritornare sulle tracce della municipalizzata dei rifiuti Cermec. Riportiamo parte di quanto da noi pubblicato nel libro Trame di Potere (Eclettica Edizioni). Nella vicenda CERMEC attorno allo stabilimento di bricchettaggio RR che si addensano ombre e numerosi interrogativi che non hanno trovato ancora una risposta. Nata nel 2003, da una compartecipazione fra CERMEC e socio privato DELCA, fu costituita ErreErre con finanziamenti in parte comunitari e in parte da banche. Linnovativo stabilimento doveva sviluppare una nuova linea di riciclaggio dei rifiuti derivati dalla plastica e altri materiali ad alto potere calorico, per poi essere rivenduti come combustibile industriale. Lidea per abort quasi subito, per motivi sia tecnici che economici. La nuova linea di bricchettaggio non decolla rimanendo ramo morto di CERMEC fino al 2010, quando si tenta di riproporre commercialmente il combustibile CDR, senza successo, ultimo tentativo di un idea nata storta. Il concordato fallimentare di CERMEC mette in ombra le vicende della compartecipata RR fino allasta del maggio del 2011 nella quale vengono messi allincanto e aggiudicati ad una ditta di Varese parte dei macchinari che giacciono inutilizzati nello stabilimento. Poco tempo dopo lo stabilimento, dove sono conservati documenti e macchinari,

viene devastato da un cronometrico incendio che danneggia il capannone carbonizzando documenti e parte della struttura. Da ci i primi interrogativi legati alla dolosit dellincendio. Chi poteva avere interesse ad incendiare il capannone? A che scopo? Che cosa si voleva distruggere esattamente nel rogo? Dopo lincendio sigilli e sequestro del capannone, con il suo contenuto, sono un atto dovuto. Da quel momento si apre un inchiesta. Tutto tace fino alla fine di marzo 2012, quando si presentano i titolari della Montalbetti S.p.a, ditta aggiudicataria dei macchinari. La Montalbetti s.p.a intendeva provvedere al recupero del lotto aggiudicato ma le amministrazioni di Massa e Carrara si opposero e ne impedirono la rimozione dichiarando di voler rientrare in possesso, in futuro, dei macchinari aggiudicati allasta. L interrogativo A che scopo le amministrazioni intendono rientrare in possesso dei macchinari? I risultati antieconomici della produzione industriale di CDR non ne giustificano il riacquisto. Che senso avrebbe ricomprarli con ulteriore impiego di risorse finanziarie, dopo aver gi messo a concordato 21 milioni di euro da restituire in cinque anni? Quando ho iniziato linchiesta sulle infiltrazioni mafiose in terra Apuana ho avuto a che fare con il tema delle concessioni degli agri marmiferi. Collaborai attivamente con il Dottore Bruno Ricci, tributarista. Nel corso degli anni la sua professionalit mi ha permesso di approfondire temi complessi, dimostrando quella necessaria combinazione tra precisione e coraggio nellaffrontare argomenti scottanti. Un giorno cominciammo a discutere del caso del Cermec e R/R. Prese in mano i bilanci della societ e cominci a spiegare tutti gli aspetti anomali della vicenda. Come nasce il fallimento di ErreErre? A seguito di istanze di fallimento depositate dalle societ Curti Costruzioni Meccaniche SpA (r.f. 64/2011), Giesse Srl (r.f. 75/2011) ed Aqua Srl (r.f. 82/2011) il Tribunale di Massa fissava ludienza del 15.07.2011 per la convocazione della ErreErre ed in quella sede il Giudice rilevava che i crediti vantati da Curti Costruzioni e Giesse non fossero definitivi (decreti ingiuntivi opposti), mentre si poteva considerare definitivamente accertato il credito di Aqua Srl (decreto non opposto pari ad euro 59,369,66 oltre interessi e spese). In data 22.07.2011 veniva depositata la sentenza con la quale il Giudice Delegato Dott. Giovanni Sgambati dichiarava il fallimento di ErreErre cos motivando: Letti i ricorsi presentati da Curti Costruzioni Meccaniche spa, Giesse Spa ed Aqua srl rubricati ai nnr 64/2011, 75/2011 e 82/2011 IF, Rilevato che i crediti azionati da Curti Costruzioni Meccaniche spa e Giesse srl risultano essere portati da decreti ingiuntivi opposti e, quindi, non possono ritenersi definitivi; Considerato altres che il credito azionato da Aqua Srl fondato su decreto ingiuntivo non opposto

e, come tale, definitivamente accertato;.Ritenuto, altres, che risulta dimostrato il superamento del limite di euro 30.000,00 stabilito dallart. 15, comma 9 e lo stato di insolvenza, tale da integrare il presupposto di fallibilit di cui allart. 1 della legge fallimentare. Visti gli artt. 1, 5, 6, 9 e 16 L.fall. Dichiara il fallimento. Ma ci sta dicendo che la societ ErreErre fallita per soli 59,369,66 euro? Evidentemente si. Ci pu sinteticamente ricordare la costituzione della base sociale della societ ErreErre? La base societaria della societ ErreErre (dal 22.05.2003 al Maggio 2010) era costituita dal socio Cermec SpA che deteneva una partecipazione del 51% (societ, questultima, interamente nella disponibilit azionaria di Enti Locali: (i) Comune di Carrara per il 48%; (ii) Comune di Massa per il 47%; (iii) Provincia di Massa - Carrara per il 5%) e Delca SpA che deteneva la residua parte pari al 49%. Dal Maggio 2011 tutto il capitale sociale diventa di mano pubblica (Cermec SpA). Possiamo concludere, conseguentemente a quanto sopra, che ErreErre rappresenti il fallimento dellamministrazione dei Comuni di Massa e Carrara nel gestire il denaro della collettivit? Sarebbe veramente arduo ed allarmante che un amministratore pubblico provasse a negare tale triste e manifesta evidenza. Facendo un passo indietro, la societ ErreErre SpA avrebbe o non avrebbe avuto la possibilit di pagare il creditore Aqua Srl evitando il fallimento? Dalla lettura del bilancio ErreErre al 31.12.2010 e soprattutto di quello al 31.05.2011 redatto ai sensi dellart. 2446 e 2447 del c.c. emerge, in maniera chiara, lesistenza di crediti verso i suoi medesimi soci, ovvero Cermec e Delca per un importo complessivo ammontante alle date del 31.12.2010 e 31.05.2011, ad euro 2.423.340 e 2.620.964. Perch la societ ErreErre non ha mai provveduto ad incassare questi crediti verso Cermec e Delca? Le ragioni sono le medesime di quando il Comune di Massa decise di costituire la societ Massa Servizi SpA stringendo la mano ad un socio quale la societ Ariete SpA. Societ, questultima, i cui soci erano due fiduciarie, ovvero soggetti, ad oggi, ancora IGNOTI alla collettivit. Ebbene, se chiedessimo al sindaco di Massa di dirci se tutto questo sia normale, con molta probabilit non vi risponderebbe neanche. In altri termini, se un amministratore pubblico non ha la trasparenza

professionale ed umana di rendicontare allamministrato (i cittadini) la sua gestione, tutto possibile. La cosa curiosa e sorprendente che i cittadini e/o comunque una significativa maggioranza degli stessi, a loro volta, sembrano, evidentemente, essere indifferenti. Questo il problema !!!. Dott. Ricci, unitamente a quando fin qui detto, ci sono altre stranezze contabili di cui ci vuole rendere partecipi? La societ ErreErre tra il 01.01.2011 e il 31.05.2011 ha pagato il debito a titolo di soci Delca SpA e Cermec SpA c/finanziamenti infruttiferi per complessivi euro 699.498, in palese violazione del disposto dellart. 2467 c.c.: Il rimborso dei finanziamenti dei soci a favore della societ postergato rispetto alla soddisfazione degli altri creditori e, se avvenuto nellanno precedente la dichiarazione di fallimento della societ, deve essere restituito... A pag. 50 della relazione ex. art. 33 L.F. del 03.01.2012, viceversa, si legge testualmente: Nellanno anteriore alla dichiarazione di fallimento non risultano al momento atti che possono essere oggetto di revocatoria fallimentare ed ordinaria. Su questultimo punto merita ampliare lanalisi con unulteriore interessante accertamento. Dalla lettura delle note integrative ai bilanci 2009 - 2010 ed infine di quella accompagnatoria alla relazione patrimoniale ex. artt. 2446 e 2447 c.c. al 31.05.2011, risulta che tale finanziamento soci (pag. 9 della nota integrativa al bilancio 2009) era stato effettuato dal socio Delca SpA per euro 686.299, viceversa, nella nota del bilancio 2010 (pag. 9) tale finanziamento sarebbe stato effettuato per euro 1.299 dal socio Delca SpA e per euro 710.000 dal socio Cermec SpA ed infine, nella nota al bilancio 31.05.2011 (pag. 7) tale finanziamento, come sopra detto rimborsato per euro 699.498, era privo, ovviamente, di ogni informativa e quindi non ci dato di sapere a chi la societ ErreErre abbia rimborsato il finanziamento di cui sopra. Comportamenti, questultimi, realizzatesi gi sotto la nuova governance della societ ErreErre insediatasi in data 20.10.2010. Il Bilancio relativo allanno 2010 e la relazione, ai sensi dellartt. 2446 e 2447 c.c., del 31.05.2011 sono stati redatti e firmati, appunto, dal nuovo presidente del CdA, il sig. Ugo Bosetti. Mi scusi, Dott. Ricci, mi sta dicendo che la societ ErreErre invece di incassare i crediti verso Cermec e Delca, pagava in una fase pre-falimentare, i debiti verso i suoi medesimi creditori? Gli atti depositati in Tribunale portano a questa conclusione. Ci pu dire qualcosaltro?

Merita, infine, porre severa attenzione al fatto che diverse voci di bilancio dellanno 2010 e riportate anche nella relazione patrimoniale ex. artt. 2446 e 2247 c.c. del 31.05.2011 non coincidono, ma divergono sensibilmente e questo contra legem. Situazione, questultima, che stride con quanto affermato a pag. 44 e 45 della relazione ex. art. 33 della Legge Fallimentare. Leggiamo, infatti: (i) La contabilit appare, dal punto di vista formale, correttamente tenuta; (ii) Dallesame delle scritture contabili e fiscali ricevute da Liquidatore sig. Ugo Bosetti, si potuto appurare che queste sono state tenute correttamente, da un punto di vista formale, adempiendo a tutti gli obblighi imposti dalla legge. Lorgano fallimentare preposto alla redazione della relazione ai sensi dellart. 33 c.1 della L.F., non avrebbe dovuto limitarsi alle risultanze del bilancio al 31.12.2010, ma, viceversa, avrebbe dovuto spingersi a: presentare al giudice delegato una relazione particolareggiata ..e su quanto pu interessare anche ai fini delle indagini preliminari in sede penale. In altre parole, non poteva disinteressarsi dei fatti societari accaduti dal 01.01.2011 al 31.05.2011 ed evidenziati nella relazione ex artt. 2446 e 2447 portante la firma del nuovo Presidente del CdA il sig. Ugo Bosetti. Inoltre, si deve tenere a mente che la relazione ex artt. 2446 e 2447 faceva parte della documentazione contabile che il Liquidatore sig. Ugo Bosetti deposit in Tribunale (pag. 44 Relazione ex. art. 33 L.F. n. 267/42). Per concludere, infine, basti porre attenzione alla pagina 7 della nota integrativa del bilancio al 31.12.2010 per evidenziare quanto segue: Per la contabilizzazione di tali contributi stato scelto il metodo della riduzione del costo del cespite; cio ha comportato liscrizione in bilancio del costo del cespite, pari ad euro 23.583,773 che, al netto del contributo ricevuto di euro 3.055.184, determina il valore netto di iscrizione di 20.528.589. Ma se questo corrisponde al vero come mai troviamo il Contributo Regione Toscana anche tra i debiti? (Vedi pag. 48 della relazione ex. art. 33 della L. F. n. 267/42). In altre parole e limitatamente a questo punto, la posizione debitoria della societ ErreErre viene esteriorizzata peggiore di quanto viceversa appare essere sul piano documentale. Quindi, nel caso in specie, lattivo immobilizzato, a ragione, stato diminuito per un importo di euro 3.055.184 (Contributo Regione Toscana) ma erroneamente stato elevato lammontare dei debiti per lo stesso importo. Come possiamo concludere dott. Ricci? Per quanto sopra evidenziato, il fallimento di ErreErre sarebbe potuto essere evitato. A tal fine pare agevole fare proprie le parole della Cassazione Sez. I, 4 marzo 2005, n. 4789: Lo stato di insolvenza dellimprenditore commerciale, quale presupposto per la dichiarazione di fallimento, si realizza in presenza di una situazione di impotenza strutturale e non soltanto transitoria, a

soddisfare regolarmente e con mezzi normali le proprie obbligazioni a seguito del venir meno delle condizioni di liquidit e di credito necessarie alla relativa attivit, .. Dopo esserci occupati dei rifiuti, riportiamo un altro esempio di combinazione fra municipalizzate, fiduciarie e danno erariale. A questo punto la nostra inchiesta assume una connotazione sempre pi nazionale. Anche per questa circostanza riportiamo un estratto (aggiornato e ampliato) del nostro precedente libro Trame di Potere. Massa Servizi/ Master: La foresta delle societ. Dopo una campagna elettorale incandescente il sindaco di Massa Roberto Pucci vinse alle amministrative 2008, sopratutto con la proposta di chiudere Massa Servizi: ..Massa Servizi deve essere chiusa!. Nel prosieguo del capitolo vedremo come effettivamente sono andate le cose. Insieme a Francesco Sinatti mi sono imbattuto in un intricato schema legato a movimenti speculativi societari. Un autentico labirinto pieno di fiduciarie e vicoli ciechi in grado di far emergere, finalmente, il sistema malato di una provincia transito come Massa-Carrara. La lunga e intricata vicenda cominci nel 1997, quando il sindaco Roberto Pucci decise di esternalizzare lattivit di riscossione dei tributi del comune di Massa (delegandola ad una societ esterna agli uffici comunali). Questa societ cominci con la riscossione dellAGIAP, per poi arrivare a riscuotere tutti i tributi imposti dallente locale Apuano. Con il rinnovo del contratto di servizio nel 2005 lattivit si trasform in modo sostanziale. A quel punto il socio privato Ariete, che allinizio era una Societ a responsabilit limitata, divenne la famigerata S.p.a. . In questo modo il concessionario per la riscossione dei tributi si trasform in una oscura macchina da soldi che nascose i propri utili dietro a delle societ anonime, anche dette fiduciarie. La mutazione del socio Ariete avvenne con il rinnovo del contratto di servizio alla Massa Servizi nel maggio 2005. Da quel momento la societ ricevette linvestitura ufficiale del Consiglio Comunale con il nuovo assetto societario. La variazione della ragione sociale permise ad Ariete S.p.a. di fare profitti senza dover rendere conto della propria attivit, nemmeno al socio pubblico, cio allente locale, che a quel punto perse il controllo sugli utili. Da quel giorno lattivit di riscossione finisce per essere mascherata dietro a delle societ anonime, di cui si vociferano i nomi dei soci occulti senza che si possa fare nulla per rivelare la loro identit che resta legalmente anonima dietro al dispositivo giuridico della fiduciaria . Da questa vicenda sorse lesigenza di votare un atto di autotutela per permettere al Sindaco Roberto Pucci e alla sua giunta di prendere le distanze dalloperato e dalla, eventuale, illegittima conduzione dellattivit da parte del socio Ariete S.p.a. Il

16.4.2009 il Consiglio Comunale approv con atto di giunta n175, titolato: atti di affidamento dei servizi di riscossione alla societ Massa Servizi e contesta ex Art. 7 - legge 241/90: 1 La discrezionalit del socio e laffidamento senza gara pubblica facendo venire meno i presupposti per laffidamento in house 2 La gestitone errata del servizio ridotto a pura committenza nel riaffidamento ad altri soggetti tra cui il socio privato Ariete Spa, sempre senza gara pubblica 3 La natura fiduciaria delle partecipazioni della societ Ariete Spa senza che vi siano state comunicazioni allamministrazione Latto di autotutela rappresentava, comunque, una soluzione in extremis non priva di rischi. Lamministrazione, infatti, venne esposta a diverse insidie di natura tecnica e politica, oltre ai ricorsi di Ariete S.p.a. presso TAR, Consiglio di Stato e ai tribunali di Massa e Milano. Una presa di posizione ambigua, su cui lamministrazione rischiava di tendersi un imboscata proprio il giorno in cui il sindaco decise di far votare in giunta la Delibera di Autotutela per prendere, ricordiamo, le distanze dalloperato della S.p.a e da, eventuali, reati commessi da soci e societ. Di fatto, per, la votazione di un atto simile coinvolgeva diversi fra consiglieri e assessori dellattuale maggioranza che avendo approvato, nella precedente amministrazione Neri, il rinnovo del contratto a Massa Servizi, rinnegherebbero adesso lapprovazione avvenuta nel 2005 in palese conflitto dinteressi con il loro precedente voto (1). I consiglieri ritennero, allora, il parere dei tecnici sufficiente per ammettere latto di rinnovo a legittima discussione in consiglio e lo votarono, senza immaginare che si sarebbero trovati a dover votare, in seguito, un atto di autotutela per neutralizzarne gli effetti. Il rischio di aprire un contenzioso fra lente locale e coloro che erano presenti sia nel 2005 che fra le fila dellultima maggioranza Pucci evidente!!! Quei consiglieri sarebbero in palese conflitto con se stessi e con il Comune che rappresentano ex art. 63 TUEL, rinnegando latto di rinnovo del contratto di servizi che espone loro ad un palese conflitto con lente locale. Un bel pasticcio davvero considerando che, a questo punto, la giunta si sarebbe autosfiduciata con conseguente caduta dellamministrazione Pucci III per contrasti con una decina dei suoi membri pi rappresentativi. La questione non si chiar e il sindaco giunse ad un accordo con Massa Servizi. Per quale motivo il Dirigente preposto al controllo, il Segretario Generale, lAssessore competente e il Presidente dellallora Commissione Bilancio portarono il 31.5.2005 in discussione in Consiglio Comunale un simile atto di rinnovo del contratto di servizi?

A quel punto, al dimissionario Dello Iacono presidente pro tempore di Massa Servizi, subentra un protagonista del libro (soprattutto nel filone nazionale e internazionale dellinchiesta) Giulio Andreani che, nel frattempo, divenuto anche presidente del nuovo concessionario per la riscossione: La Master. Nata dalle ceneri di Massa Servizi. La Fenice Master sembra quasi una strategia pianificata. La questione grave ma non seria come si dice in questi casi. Pertanto, il sindaco tratt un disonorevole armistizio con Massa Servizi S.p.a. per 900.000 ! Perch il sindaco scelse una transazione da 900.000 e non chiuse Massa Servizi nella modalit promessa in campagna elettorale? In definitiva, come risulta dalla commissione speciale su Massa Servizi spa, il danno erariale si aggira sui 15 milioni di euro per dieci anni di attivit. Penati. A occhi attenti Ariete si presentava come una societ piene di sorprese. Nelle analisi precedenti, avevamo messo in rilievo la composizione di Ariete: formata da tre fiduciarie. Una di queste risultava essere la Plurifid spa con sede a Torino. La Plurifid possiede un socio unico: Ubibanca, Unione di Banche Italiane Societ Cooperative, con sede in piazza Vittorio Veneto n.8 a Bergamo. La famigerata fiduciaria potrebbe offrire nuovi sbocchi per la nostra inchiesta. Pare, infatti, collegata ad una srl finita sotto locchio della Guardia di Finanza e dei media. Il caso finanziario eclatante: coinvolta risultava la Eventus srl, costituita il 5 dicembre 2006 e messa in liquidazione il 10 settembre 2009. Lamministratore della societ, fino al 9 ottobre 2007, fu un personaggio importante: Filippo Penati. Uomo del Pd gi indagato per finanziamento occulto ai partiti ed altri gravi illeciti. In breve tempo emerse che la Eventus srl era controllata al 50% dalla fiduciaria Plurifid spa, la stessa che contribuiva a formare la compagine societaria Ariete Spa. A questo punto si aprono inquietanti scenari e nuove imbarazzanti coincidenze vengono alla luce. Penati, il super indagato, ha avuto a che fare con Ariete e quindi con Massa Servizi? un dato di fatto che il passaggio in Ariete spa (e il sopraggiungere delle tre fiduciarie) avvenne sotto lo sguardo distratto di una amministrazione Pd a Massa. Una coincidenza? Penati, uomo Pd, ha forse intrapreso relazioni con qualche politico locale di Massa-Carrara? Dentro e fuori dal Comune di Massa cominci a trapelare una voce: Ariete Spa serviva per il finanziamento occulto ai partiti, durante la campagna elettorale, di centrosinistra. Pu essere una fondata preoccupazione? Quanto compromesso Penati? Siamo di fronte ad un autentico modus operandi che coinvolge anche la provincia di Massa-Carrara? In breve tempo scoppi un'altra polemica sui giornali locali tra il Consigliere Stefano Benedetti e lOnorevole Andrea Rigoni, rappresentante di spicco del Pd locale. Secondo quanto trapelato in quei giorni, Massa Servizi aveva sede in un palazzo dellOnorevole Rigoni (Palazzo di vetrodellomonima srl dei fratelli Rigoni). Niente di strano, le anomalie invece potrebbero sorgere

approfondendo la questione degli affittuari. Rigoni avrebbe affittato, infatti, il locale ad Ariete Spa quasi gratuitamente il quale a sua volta lo avrebbe subaffittato a Massa-Servizi. Un giro daffitti da capogiro e privo di ogni senso logico, o forse tale solo apparentemente: perch non affittare direttamente a Massa-Servizi? Sintendeva nascondere qualche cosa? Cosa? LOnorevole Rigoni rispose alle accuse per mezzo del suo legale: sono illazioni inaccetabilmente insinuanti, crea artificiosamente un possibile collegamento tra linchiesta Penati e lonorevole Andrea Rigoni e la Margherita di Massa . Il portavoce affront anche il tema dellaffitto ad Ariete: Inoltre non si mai concesso quasi gratuitamente unit immobiliare in locazione ad Ariete spa. Nota (1) Per quale ragione con lautotutela non si provveduto ad accertare anche le responsabilit di coloro che approvarono nel 2005 il passaggio al socio privato Ariete Spa? Tra coloro che approvarono questo passaggio non ci sono forse eminenti esponenti della stessa amministrazione Pucci III che ha preso le distanze con quellatto di autotutela? Non forse incoerente una simile presa di posizione? Nota (2) Andando a rileggere la registrazione scritta della seduta del 31 maggio 2005 del Consiglio Comunale di Massa, rileviamo anche interventi significativi contro lapprovazione della delibera di rinnovo del contratto di Massa Servizi. Tra questi ricordiamo quello del Consigliere Pier Paolo Marchi (allepoca di Rifondazione Comunista). Il Consigliere aveva posto una preventiva pregiudiziale. Nella seconda parte del suo discorso pone, inoltre, un quesito importante: perch non si vuole indire una gara pubblica per il socio privato di Massa Servizi? Perch accettare a priori la trasformazione di Ariete in spa? Riportiamo a tal riguardo parte del suo intervento : Questa delibera arriva a dire delle cose semplicemente utilizzando atti che dicono il contrario di quello che la delibera stessa sostiene. Non sono un avvocato, non sono un giurista, semplicemente sono un cassa integrato, quindi ho un po di tempo e mi sono divertito ad andare a vedere una ad una le sentenze del Consiglio di Stato, le leggi a cui si fa riferimento e quantaltro. Il Consigliere prosegue : Bene, latto 29 della Legge 448/2001 non dice che si possa assegnare il servizio da una societ costituita ad un socio che non emerga da una gara internazionale ad evidenza pubblica. Alla fine il presidente Andrea Ofretti mette ai voti: Ofretti: Grazie consigliere Marchi di essere stato anche nei tempi. Mettiamo in votazione la pregiudiziale del consigliere Marchi, scrutatori in aula ci sono. Votazione aperta. Ci siamo, si pu alzare il consigliere Uilian Berti per cortesia. Votazione chiusa. Presenti 32, votanti 31, astenuti 2. Favorevoli 5, contrari 24. La pregiudiziale proposta dal Consigliere Marchi Pier Paolo respinta

Nota (3) Per dimostrare la profonda responsabilit politica ed i conseguenti danni erariali, questa commissione, nelle more delle sue difficolt operative, dimostra che i partiti di centro sinistra che hanno governato in questa citt negli ultimi quindici anni, ne escono come evidenti responsabililo snodo fondamentale della vicenda rimane lassoluta mancanza di documentazione ufficiale (verbali di assemblea dei soci) o anche di carteggio non ufficiale in cui si evidenzi in qualche maniera la volont di Ariete S.c.a.r.l (socio al 30%) prima di trasformarsi in Societ per Azioni e, successivamente, cedere le quote a societ fiduciarie.. Ha procurato (Massa Servizi nda) un evidente danno erariale alla comunit massese, quantificabile, dalle varie risultanze in circa 15 milioni di euro. Lo scontro interno al centrosinistra ha, come naturale evoluzione e nella volont di creare un differente centro di potere, portato alla determinazione di chiudere questa pessima esperienza, sebbene da dieci anni in solitaria posizione AN prima e PDL poi hanno condotto una battaglia contro questa degenerata ed illegale struttura (Commissione Speciale di Indagine su Massa Servizi S.p.a, relazione di minoranza di Stefano Caruso membro del Gruppo Consigliare PDL). Nota (4) Penati stato Presidente della Provincia di Milano dal 2004 al 2009, attualmente ricopre lincarico di consigliere regionale della Lombardia. In giovent ha militato nelle file del Partito Comunista Italiano, ma negli anni ottanta che ha inizio la sua carriera nella pubblica amministrazione di Sesto San Giovanni, la Stalingrado lombarda. Divenne Assessore al Bilancio e allUrbanistica dal 1985 al 1993. Lanno successivo lo ritroviamo alla guida dellAlleanza dei Progressisti, una coalizione di sinistra che vedeva come referente nazionale Achille Occhetto. Penati divenne anche il primo sindaco di Sesto San Giovanni eletto direttamente dai cittadini. Dopo due legislazioni come sindaco la sua repentina ascesa prosegu. Nel 2004 sfidava il presidente uscente della Provincia di Milano di coalizione di centro destra, Ombretta Colli, battendola. Venne sconfitto, sempre nelle provinciali, nel 2009 dal candidato del centro destra Guido Podest. Dal novembre 2006 sino al 2009 Penati fece parte del Consiglio dAmministrazione del Teatro della Scala di Milano e anche membro del comitato di candidatura per lExpo 2015. Nel corso degli anni Penati segu con attenzione tutte le fasi politiche. Fece parte della Direzione Nazionale dei Democratici di Sinistra (DS) e del Consiglio federale dellUlivo. Alla nascita del Pd Penati entr nel coordinamento nazionale del nuovo partito. Da sempre sostenitore di Bersani. Nel 2010 sfid per la presidenza della Regione lombardia: Roberto Formigoni, ma senza successo. Penati, inoltre, venne eletto dal consiglio regionale vicepresidente in rappresentanza delle minoranze, carica da cui si dimise nel 2011 a causa di indagini giudiziarie che lo vedevano coinvolto. Il 20 luglio venne, infatti, indagato dalla Procura di Monza per concussione e corruzione. Sotto attenta analisi tangenti ricevute per la riqualificazione dellex Area Falck di Sesto San Giovanni.

Entomologia del potere: Giulio Andreani


Non si pu comprendere fino in fondo questa inchiesta se prima non ci soffermiamo su alcuni uomini chiave. Competente, autorevole, poliedrico, ma anche sfuggente, discreto, eminenza grigia di un potere politico gestito come una satrapia dalle amministrazioni Apuane che si sono susseguite da met degli anni 90 fino ad oggi. Questo il ritratto di colui che "sussura ai potenti" della provincia e, pi su, nelle alte sfere della politica nazionale del paese. L'aria si fa rarefatta quando si parla di questa (omni) presenza che incrocia tutti gli scandali e le intricate vicende in cui sono coinvolte le amministrazioni di Massa & Carrara e le loro municipalizzate. Ogni volta che si tratta di un importante concordato fallimentare o di una fiduciaria, lui il consulente o l'ispiratore di una "soluzione" che sembra sempre giuridicamente ineccepibile. Tutti i raccordi volanti in punta di diritto sulle "faccende" pi spinose di casa nostra sono quasi certamente passati per le sue mani negli ultimi 20 anni. Stimato consulente, amico dei potenti, si muove da sempre nell'intricato mondo della fiscalit nazionale e, soprattutto internazionale, di cui conosce ogni risvolto e anfratto tanto da essere docente pluridecorato della scuola del Ministero dellEconomia e della Finanza e spesso vincitore di prestigiosi premi come li "Top Legal award". Non manca mai agli appuntamenti chiave per lo sviluppo delleconomia locale tanto da avere uomini di fiducia e importanti partner (spesso soci) che decidono di eleggere la sede legale delle proprie societ nel suo studio di tributarista. Spifferi, brusii e voci maligne lo vogliono il numero uno della massoneria locale, non si muove nulla negli assetti del porto di Marina di Carrara che Lui non voglia. Al punto che "casualmente" ritroviamo un suo collaboratore, Paolo Dello Iacono (ha lavorato per anni nello studio del tributarista) al comando della Porto Hoding societ nuova fiammante per la gestione del porto. Subito dopo la sua costituzione si sbloccano i 25 milioni di euro governativi per il water front, trovando immediato seguito nell'approvazione del discusso piano del porto fino a giungere all'acquisto dei cantieri NCA da parte di Tecnomar Tyg (importante realt del mondo nautico). Tecnomar e Andreani sono protagonisti di un'altra vicenda legata al controverso acquisto del cantiere Baglietto, pregiato pezzo del mercato offshore. Su questo tentativo dacquisto per procedura fallimentare restano molte controversie. Giulio Andreani lo ritroviamo protagonista nelle operazioni del porto con personaggi di alto calibro.

Amicizie strane: Un porto in tempesta. Nellestate del 2011 Il Fatto Quotidiano pubblic una serie di articoli in cui venivano menzionati anche i cos detti furbetti del quartierino. Tra loro figuravano i nomi di Gianpiero Fiorani e Luigi Grillo, questultimo senatore del Pdl. Un articolo, in particolare, datato 12 agosto 2011 affermava: Pronti duecento milioni tra Liguria e Toscana per i sodalizi di Fiorani e Grillo. Il testo procedeva: con una serie di societ con sede in Lussemburgo e in paradisi fiscali stanno investendo centinaia di milioni, comprando mezza Liguria, pronti a sbarcare in Toscana. La Toscana non una piccola regione e occorrerebbe essere ancora pi precisi nel mappare investimenti anomali. Nel piccolo cercheremo, dunque, di offrire un contributo supportato dagli ultimi sviluppi. Nella nostra ricerca riscontriamo i nomi di Grillo e Fiorani parlando del porto di Marina di Carrara, meta assai ambita per intraprendere succulenti affari. Durante le celebrazioni dei cento anni del porto di Marina di Carrara, linstancabile senatore Grillo non solo era presente ma decise perfino di fare un eloquente discorso non previsto dal programma della Port Authority. Una autentica intromissione del senatore nelle faccende del porto. Un intervento che spinge a considerare la possibilit di un legame tra i furbetti e la volont dinvestire parte di quei duecento milioni di euro menzionati nellarticolo del Il Fatto Quotidiano. Una vicenda tutta da chiarire soprattutto se le attenzioni si rivolgono ai precedenti di Grillo e Fiorani inquisiti per linchiesta Antonveneta. Su quella vicenda Grillo fu condannato in primo grado a due anni e otto mesi mentre Fiorani a un anno e otto mesi. Il progetto del porto di Marina di Carrara ha conosciuto anche un altro nome illustre: quello di Caltagirone, limprenditore romano che propose un nuovo e costoso lifting al porto. Nulla di male se investitori e imprenditori offrono le loro idee e aspirazioni per ammodernare e rendere sempre pi efficienti strutture antiquate e inefficienti. Nulla di strano, sempre se gli uomini daffari coinvolti non nascondono qualcosa di illecito come pare abbia fatto Caltagirone. Nel marzo 2012 Bellavista Caltagirone, presidente del gruppo immobiliare Acqua Marcia, viene accusato di concorso in truffa aggravata ai danni dello stato per una somma di diversi milioni di euro per il porto di Imperia. Brutto affare. Secondo gli inquirenti il costo per la costruzione del nuovo porto si aggira sui centoquaranta milioni in pi del previsto. Una somma di denaro troppo ingente per passare inosservata tanto che dopo intercettazioni e indagini estese, Caltagirone, presidente dellimpresa addetta alla costruzione, e lex direttore del porto di Imperia spa Carlo Conti, vengono arrestati. Nel libro La Provincia Del Silenzio(Eclettica Edizioni) avevamo riportato che nel novembre del 2010 la Dda di Torino aveva dato inizio a un blitz nel porto di Imperia. Nelloperazione furono individuati esponenti della ndrangheta Piemontese e Ligure pronti a inserirsi in importanti affari legati allo scalo. Si tratta di una coincidenza lavviso del Procuratore capo Luciano Di Noto, avvenuto poco tempo dopo il blitz, che esponeva i rischi di infiltrazione

mafiosa anche in zona Apuana? Sono in circostanze analoghe a quelle descritte che avvengono le alleanze tra i cos detti colletti bianchi e le mafie, dando inizio a un devastante sodalizio. Referente tra Caltagirone e il noto armatore Enrico Bogazzi (Presidente e socio della Porto Spa di marina di Carrara) pare essere stato Giulio il Divo (Giulio Andreani), gran maestro di pubbliche relazioni. Sfuma laffare, non se ne fa nulla. Bogazzi aveva gi sentito odore di bruciato? Due anni dopo sar Bogazzi a fare delle avances ad un noto imprenditore ligure, Gabriele Volpi. La storia di Volpi piena di interessanti luci e ombre, almeno a detta di alcuni osservatori. Ma vedremo pi avanti (Parte 2) .Autentico big delleconomia italiana vive attualmente in Nigeria dove tra i suoi molti affari si occupa di petrolio, in particolare della gestione delle strutture addette allo stoccaggio e al trasporto del greggio sia nei depositi che nei porti non distanti dai giacimenti. Intorno al suo impero orbitano societ offshore distribuite in mezzo mondo. Patron del Recco pallanuoto e Calcio Spezia, allarga il suo business anche nelledilizia soprattutto in terra ligure, come nel caso del porto turistico di Santa Margherita. Dellimprenditore di Recco in passato si sono dette cose poco edificanti: contrabbandiere di armi e associato alla mafia. Ovviamente Volpi ha sempre negato simili insinuazioni: Non ho mai avuto bisogno di fare cose del genere. C comunque una sua societ, la Intels, che in passato stata oggetto di attenzione da parte di alcuni giornali come il quotidiano Daily Champion che riporta: Nel settore marittimo e dellindustria petrolifera , Intels una delle compagnie che ha continuato a generare controversie ce soprattutto limpressione della gente che la compagnia stia mungendo il paese senza contribuire alleconomia nazionale. La cosa pi rilevante che si afferma che Intels sfrutti i Nigeriani che lavorano per essa (Ripreso da Maria Riccioni, Casa della legalit e della cultura). Tra le amicizie di Volpi compare Fiorani: quanto piccolo il mondo! Nello studio tributarista di Giulio Andreani vengono ospitate almeno due ditte riconducibili a Volpi: la San Rocco immobiliare e la Santa Benessere. Il presidente di questultima lavvocato Andrea Corradino. Amministratore delegato, invece, larchitetto Gian Antonio Bandera, costruttore molto vicino al Vaticano. Il Vaticano in queste faccende appare spesso, ricordiamo che Gianpiero Fiorani grande amico del cardinale Tarciso Bertone, ma anche di Gabriele Volpi. Anche queste per potrebbero essere annoverate fra le coincidenze della vita. Ulteriore coincidenza: Andrea Corradino, che abbiamo visto come presidente della Santa Benessere con sede in uno studio di Carrara, lavvocato dellonorevole Grillo. Non che i soliti noti stanno mettendo le mani sul porto di Marina di Carrara? Ipotesi suggestiva.

Lo stesso studio di Carrara fu occasione per un altro incontro degno di nota: quello con lavvocato Andrea Baldi. Lo stesso indagato per lo scandalo della Conad. A intervenire in sua difesa Giulio Andreani. A tal proposito riportiamo un articolo del Il Tirreno PISTOIA. Un aspetto della maxi-inchiesta esplosa alcuni mesi fa, nei quali erano coinvolti alcuni nomi di spicco dell'imprenditoria pistoiese fra cui il presidente della Pistoiese Orazio Ferrari, era quello dell'evasione fiscale. Con una sentenza di pochi giorni fa, la Commissione tributaria provinciale di Firenze ha per accolto i ricorsi proposti, con il patrocinio di Giulio Andreani, Pietro Cervasio e Carlo Rosano facenti parte del gruppo societario Tredil-Roscer, contro gli avvisi di accertamento relativi agli anni 2004 e 2005, notificati loro dall'Agenzia delle entrate per importanti rilevanti. Per entrambi i contribuenti - soci del gruppo Tredil-Roscer, del quale fanno parte anche Orazio Ferrari ed Andrea Baldi di Pistoia - i motivi del recupero impositivo preteso dall'Agenzia delle entrate avevano tratto origine da un'operazione immobiliare relativa ad un terreno edificabile ubicato in Montopoli Valdarno che, a vario titolo, aveva coinvolto, tra le altre, le Societ Conad del Tirreno, Logistica Valdarnese Srl e Tredil Spa. Questa operazione, come si ricorder, era gi stata sottoposta all'attenzione della cronaca nel giugno scorso, in quanto oggetto di una verifica da parte della procura di Roma che aveva dato corso a un'ampia indagine. In particolare, secondo l'amministrazione, le consistenti erogazioni di denaro corrisposte negli anni 2004 e 2005 dalla Tredil Spa ai due contribuenti, avrebbero costituito il corrispettivo di non meglio precisati servizi che costoro avrebbero prestato nell'ambito dell'operazione commerciale di cui si detto. Invece, la Commissione tributaria provinciale di Firenze, recependo in pieno quanto argomentato dalla difesa di Baldi, ha stabilito che dette movimentazioni di denaro non hanno costituito il prezzo di servizi prestati in favore della Tredil Spa, ma la restituzione di un credito che i soci vantavano nei confronti della societ. Questo credito derivava sia dall'acquisizione delle quote di partecipazione nella Logistica Valdarnese Srl (della quale erano soci i Cervasio, Rosano, Ferrari e Baldi) sia dall'acquisto di un credito vantato verso quest'ultima dai soci Cervasio e Rosano, Ferrari e Baldi. Commentando la sentenza, i difensori pongono l'accento, non solo sul riconoscimento dell'estraneit all'evasione, ma anche per la condanna dell'amministrazione finanziaria alla refusione delle spese di giudizio sopportate dai contribuenti. Atteso che - concludono gli avvocati - quasi sempre, i giudici tributari, indipendentemente dall'esito della controversia sottoposta al loro giudizio, sono soliti compensare le spese di lite; il che sta ad indicare l'assoluta infondatezza della tesi dell'Agenzia delle entrate. 27 settembre 2011 Il Tirreno Per diritto di cronaca Baldi fu assolto dallaccusa.

Ma cos la Tredil Roscer? una societ di Prato i cui titolari sono di fatto i cinque del gruppo Roscer: Orazio Ferrari, Andrea Baldi, Luigi Minischetti, Pietro Cervasio e Carlo Rosano. una societ, in definitiva, nata per realizzare affari immobiliari. Nello scandalo Conad la societ ha come referente bancario tra le altre anche Banca Finnat. Una banca interessante quanto il suo proprietario, Giampietro Nattino. Nattino fin dai primi anni della Repubblica Italiana stato vicino a Giulio Andreotti, uno dei politici pi potenti e controversi. Tra le altre amicizie di Nattino ricordiamo due personaggi chiave: Francesco Caltagirone (la stessa famiglia Caltagirone citata nel cap un porto in tempesta) e Stefano Ricucci (immobiliarista e facente parte del famigerato gruppo dei furbetti del quartierino), lo stesso che confess preoccupato al Pm della Procura di Roma: Ricucci: E che, lo chiede a me? Lei non deve palare con me di questi argentini.. Conosce Caltagirone? Lo convochi. Conosce Bonsignore? Lo chiami. Sa chi Catini? No. Chiami anche lui.. chiami anche la banca Finnat e Giampietro Nattino. Chiami Vincenzo De Bustis. Sa cosa la banca Finnat? Chi Nattino? Magistrato: Che fa questo Nattino? Ricucci: Ma lei vuole che a me mi uccidano stasera qui dentro? Lei forse non si rende conto di chi sta a toccare Lei. Mi faccia la cortesia, lasci perdere questo dottore. Io lo dico per me; poi se Lei vuole andare avanti, lo faccia. Lei cha seicento persone che la proteggono, ma a me chi mi protegge? Nessuno, su sta roba. Sempre Ricucci durante linterrogatorio mette in luce un aspetto nuovo: Senta Dottore, secondo me la Finnat una banca molto vicina al mondo della massoneria. Dopo questa breve testimonianza torniamo a Baldi. Nella citt di Carrara aveva compiuto un investimento importante comprando lhotel Michelangelo ma non solo: Nel luglio dello scorso anno ha inaugurato, con tanto di festa il suo primo investimento in citt: ha rimesso a nuovo, e a tempo record, l'hotel Michelangelo in via Rosselli. E aveva anche annunciato, in tempi non sospetti, un altro investimento: alla Lugnola, che comprendeva un ampliamento proprio del supermercato Conad, e la creazione di un nuovo polo per lo shopping con negozi, bar e locali. Un asse commerciale del tutto inedito in una zona della citt che, con la strada dei marmi in dirittura d'arrivo, verr liberata dal traffico pesante. Un progetto annunciato, a cui l'avvocato pistoiese avrebbe dovuto dare gambe grazie proprio ad una cordata formata da altri immobiliaristi. Ma, proprio la scorsa estate Baldi aveva fatto un passo indietro. Non sono qui per comprare mezza

Carrara - aveva per precisato il patron dell'hotel, nella serata dell'inaugurazione - chi ci vive dovrebbe investire di pi. 15 giugno 2011 Il Tirreno Quale evento pu aver spinto lavvocato-immobiliarista a non proseguire i suoi investimenti? Una nota interessante, che ovviamente non centra nulla con il caso in questione: La Dia (Direzione Investigativa Antimafia) insistette su infiltrazioni mafiose nella Strada dei Marmi e in tutto ci che riguardava le zone limitrofe che potevano essere influenzate dalla sua realizzazione. Pare che le indagini si siano intensificate negli ultimi due anni tanto da bloccare, lo afferma lo stesso Prefetto, diverse intrusioni malavitose o di uomini daffare poco limpidi.

Politica e porti
Affari PD La politica si sempre dimostrata interessata al controllo dei porti. Tuoni e fulmini attendono gli sventurati intenzionati a svelare i misteri dei porti italiani, anche perch queste vicende vedono coinvolti personaggi assai potenti. Nel capitolo Un porto in tempesta abbiamo descritto le intenzioni dei furbetti del quartierino (area centro destra, informiamo i lettori stranieri che la politica italiana pi complessa di quella tribale africana) di fare investimenti sui porti liguri dal levante fino allo scalo di marina di Carrara incluso, considerato la porta daccesso alla Toscana. In queste pagine mettiamo in evidenza il medesimo modus operandi, ma con regia ed influenze di segno opposto targate PD. Probabilmente parte dellestablishment regionale e nazionale si reso conto delle manovre dei furbetti profilando lidea di perdere il controllo politico su appalti collegati allo sviluppo dei porti toscani. Si parla dingenti finanziamenti comunitari e non solo. Uno scontro politico e amministrativo sotto traccia dove unici a non beneficiarne sono i contribuenti. Alcuni dirigenti Pd sembrano aver lanciato la controffensiva con la discussa operazione del porto di Piombino legata al trasferimento e allo smantellamento del relitto della Concordia. La tragedia della nave da crociera nota a tutti. Il problema tecnico e riguarda lo spostamento e smantellamento di questo bestione di trecento metri. La Regione Toscana, guidata dal controverso Presidente Enrico Rossi, fra tutte le strategie praticabili opta per quella pi surreale: la nave dovrebbe essere trasportata e smantellata nel porto di Piombino. C una questione da risolvere, il porto piccolo e inadatto alla Concordia. Sono necessari due anni di lavori e centinaia di milioni di euro solo per abbassare drasticamente il fondale e creare quattro piscine artificiali. Una operazione fine a se stessa perch, le fantomatiche piscine, rendono il nuovo porto inadeguato alla sua funzione. A tal proposito anche il Prefetto di Piombino esprime le sue preoccupazioni riguardo alla scelta di questo scalo:

Non ho mai posto il problema Piombino o non Piombino, ma ho sempre rilevato che Piombino una soluzione complicata (Dagospia). Negli stessi giorni in cui gli esponenti del Pd annunciavano il potenziamento del porto di Piombino, il partito rivolgeva lo sguardo verso una banca (una fissa?!). Il banco di Sardegna. Mai pensare male ci ammonivano a catechismo, ma se nel breve arco di tre mesi assistiamo allo sfacelo del Monte dei Paschi, al discutibile annuncio del potenziamento di porti come Piombino e allinteresse di collocare uomini chiave del Pd in piccole banche, beh! Gli indizi sono veramente tanti e i sospetti conseguenti. Viene da pensare che il Monte dei Paschi dopo il dissesto finanziario subito non sia pi la mucca da mungere per il Pd. Viene da pensare, inoltre, che sia necessario mettere le mani su una banca (piccola) per sostituire il MPS. Fondi- banche- porti-politica potrebbero essere un buon inizio per ulteriori finanziamenti e appalti. Sospetti. Solo sospetti. Se mettiamo in ordine le singole vicende legate ai porti Liguri e Toscani rileviamo strane coincidenze. Potremo azzardare un ipotesi. Mentre i furbetti del quartierino puntavano ad avere appalti per ottenere lampliamento e costruzioni di nuovi porti TURISTICI, parte del Pd sembrerebbe volere lesatto contrario: azzerare il tutto, per poi potenziare i porti MERCANTILI o crearne di nuovi. Visioni contrapposte. Colpi di scena, discussioni infinite, arresti eccellenti e accuse reciproche hanno caratterizzato il dibattito sui porti negli ultimi anni. Indizi a conferma di una guerra sotterranea sono rintracciabili nelle ultime vicende legate al progetto del nuovo porto di Carrara (ancora una volta la provincia Apuana anticipatrice e in prima linea nelle questioni nazionali). Quando ancora le influenze dei furbetti e dellex senatore Luigi Grillo erano palpabili, le proposte di progetto per il nuovo porto erano prevalentemente orientate allampliamento dello scalo turistico. Eclatanti scandali fanno venire meno queste potenti influenze. Lo scenario cambia e assistiamo ad un possibile colpo di mano di soggetti appartenenti allarea di centro sinistra, affiancati dalla regione Toscana con il presidente Rossi e dalle due amministrazioni di Massa e Carrara. Le dichiarazioni dei vertici della Porto Holding sono un punto di svolta che lascia pochi dubbi sul futuro del porto: tutti gli sforzi saranno concentrati per ampliare e potenziare il settore mercantile. RIVELAZIONI, RIVELAZIONI!!!!!, avrebbe gridato a squarcia gola un vecchio strillone intento a vendere giornali. Si, perch la notizia che pare scontata, in verit una svolta di non poco conto. Soprattutto se messa a confronto con quella del porto di Piombino. Le novit non sono finite. Civitavecchia potrebbe offrirci una ennesimo spunto. Il 19 marzo 2013 il controverso imprenditore Francesco Bellavista Caltagirone viene nuovamente arrestato dopo aver

subito un processo per truffa riferibile al porto dImperia, in seguito prosciolto, ma attualmente indagato per irregolarit in quello di Civitavecchia. Caltagirone collegato ai furbetti e allex ministro Claudio Scajola: in conseguenza di questo vuoto di potere, il porto di Fiumicino diviene pi appetibile per i manovratori targati Pd? Una vicenda tutta da seguire. Perch determinante ricostruire il braccio di ferro affaristico tra i due principali partiti nazionali? Non certo per ragioni politiche ma per questioni prettamente pratiche e di controllo dei settori chiave delleconomia del paese. Trasparenza imporrebbe che nessun partito abbia il controllo su strutture pubbliche. Il monopolio porta ad inevitabili irregolarit e non di rado a gravi illeciti. In circostanze simili non da sottovalutare il problema infiltrazioni mafiose. Si, perch se alcuni esponenti del Pdl hanno mantenuto una sana dose di complicit con alcune ndrine e clan camorristi, il Pd non pu di certo sbandierare la propria superiorit morale.

Porti & Mala.


Tutto parte dalla Liguria. Questo lassioma investigativo da cui prende spunto la nostra inchiesta. Da qui transita tutto ci che riguarda gli affari illeciti del centro nord Italia. La piccola e apparentemente apatica provincia di Massa-Carrara da considerare non una propaggine della Toscana, bens il sud della Liguria. Almeno trattando di corruzione e Mafie. Una lingua di terra che se ben analizzata si potrebbe dimostrare il nervo scoperto di una vasta e articolata rete criminale. Gli scali della Liguria, infatti, sono da considerarsi strategicamente INSOSTITUIBILI e fondamentali, cosa che non si pu dire di molte aree della penisola. I porti sono per definizione piattaforme strategiche per coloro che hanno intenzione dintraprendere affari illeciti, fin qui cosa risaputa. Per evitare che quanto detto risuoni vago dobbiamo soffermarci su un porto in particolare: quello di La Spezia. Un porto che riserver ancora sorprese agli inquirenti. La Spezia risulta per le organizzazioni criminali uno scalo perfettamente attrezzato per la logistica e quindi ideale per grossi traffici, mentre Marina di Carrara (a soli 20 km) rappresenta un porto defilato e anonimo adatto per affari apparentemente di secondaria importanza. Inoltre negli appalti del porto ligure non pi possibile speculare. Contrariamente agli appalti e allampliamento dello scalo Apuano in cui esistono ampi margini di profitto legati agli investimenti di denaro pubblico. Cosa occorre per favorire affari di portata milionaria nei porti? Bisogna allestire imponenti traffici nazionali e internazionali da cui possono ricavarne profitto tutti coloro che si trovano nel cono dombra. Occorre, in definitiva, un modus operandi e una organizzazione che attualmente solo la mafia possiede (vedere parte III, le due holding). Le preoccupazioni non

dovrebbero finire qui per chi si occupa di mafia, trascurare la Lunigiana (Ms) sarebbe un gravissimo errore. La Lunigiana, infatti, sembra stia diventando una roccaforte della ndrangheta. A giocare un ruolo decisivo in Lunigiana potrebbe essere la Scu (la Sacra Corona Unita Pugliese), gi presente e attiva da tempo sul territorio. Lattuale Scu, infatti, sta mettendo in atto in ambito nazionale gi da qualche anno una linea dazione a pi ampio respiro rispetto al vecchio giro delle sigarette e delle automobili. Un piano con alleanze sempre pi strette con la camorra e la ndrangheta finalizzato al commercio di stupefacenti e armi, questultimo traffico collegato a sua volta con i paesi dellEst. In Lunigiana la Scu si forse alleata con la ndrangheta? (prima holding, vedere parte III). Abbiamo notato che la Scu, soprattutto in Toscana, Emilia e Liguria, viene spesso sottovalutata e vista come una organizzazione ancora confinata in traffici minori. Grave errore di valutazione! Che non coglie a pieno i nuovi assetti, compresi quelli delle due holding di cui pi avanti parleremo approfonditamente. A tal riguardo intendiamo ricollegarci al primo libro. In Trame di Potere avevamo descritto il travagliato progetto che vedeva la costruzione di sei super ville di lusso per i magnati Russi a Forte dei Marmi (celebre localit turistica della Versilia). Quello che per non avevamo messo in evidenza nel precedente libro era lo spiccato interesse da parte di Antonio Centonze ad entrare in operazioni immobiliari nella stessa zona. Il nostro uomo personaggio noto agli inquirenti, tanto da essere definito addirittura uno dei polmoni finanziari della Scu insieme a Giancarlo Capobianco. Prima di essere arrestato per la terza volta a causa delle dichiarazioni del pentito Ercole Penna (precedentemente in due occasioni aveva scontato una pena a sette anni di reclusione), Centonze si vantava di essere sul punto di concludere un affare da quaranta milioni di euro. Laffare riguardava proprio la costruzione delle ville. Spartiacque per entrare nelloperazione doveva essere la societ D&D nella quale ufficialmente il brindisino risultava semplice operaio ma in realt ne era il capo a tutti gli effetti. La societ non solo riciclava il denaro della Scu ma veniva utilizzata per creare nuovi profitti da reinvestire in altre attivit. Insomma, il solito giochino criminale. Centonze con quale imprenditore aveva preso contatti? Se consideriamo lenorme interesse della mafia russa nei confronti della Versilia tale pista potrebbe condurci a sorprendenti retroscena. Un indizio che stiamo valutando per porlo agli inquirenti. Per qualche scatto in pi. La costruzione delle ville al Forte dei Marmi ci riporta indietro, ad un evento accaduto poco prima della pubblicazione del libro Trame di Potere. Io e Sinatti avevamo deciso di fare un sopraluogo direttamente nel cantiere che si trovava poco distante dal mare, al centro di un piccolo labirinto costituito da viette intersecate fra loro. Un luogo appartato e tranquillo, proprio come vogliono i magnati russi desiderosi di spassarsela in Versilia lontano da occhi indiscreti. Svoltammo dalla via principale per inoltrarci allinterno. Finalmente vedemmo le ville. Non erano ancora completate ma si poteva gi immaginare il risultato finale: belle ma nulla di

eccezionale. Mai per avremmo pensato di essere oggetto di attenzioni particolari. Sinatti, alla guida, decise di accostare poco distante dallingresso, punto ideale per scattare qualche foto. Scendemmo dallauto con le nostre Canon. Dopo qualche secondo intravidi dallangolo della stradina un operaio che ci osservava. Accennai un saluto. Non stavamo facendo nulla di male. Sicuramente non violavamo la privacy considerando che le ville erano vuote ed ancora in costruzione. Loperaio non rispose, con uno scatto repentino e nervoso si volt per sparire dietro le case. Capimmo che qualcosa non andava. Sinatti spost lauto il necessario per uscire mentre scattavo le ultime foto. Salii in macchina e decidemmo di percorrere il perimetro delle ville. Nel frattempo gli operai si erano riuniti in un gruppo di quattro o cinque. Dopo essere usciti dal piccolo labirinto per ritornare alla via principale, quella che conduce al mare, ci guardammo per un istante in faccia. Spezzai il silenzio, tanto sapevo gi cosa pensava il mio collega: Ti sembra normale?. Roba da matti. La bastardaggine insita nellanimo di chi fa questo lavoro, a maggior ragione se si verificano episodi strani, allora la curiosit diviene un richiamo irresistibile. Dopo qualche minuto ritornammo indietro pronti a fare un nuovo giro dispezione. Se cerano ancora dubbi da li a poco furono dissipati. Gli operai si erano piazzati negli angoli strategici per individuare facilmente chi entrava e usciva dal labirinto, mentre uno di loro girava con una macchina fotografica. Ci individuarono e con un cellulare telefonarono. Guarda che questi hanno avvisato . Lho visto. Per ora non vedo nessuno davanti a noi. Attenzione allangolo e al prossimo rettilineo. Sei pronto con la macchina fotografica?. Avevo regolato la velocit dellotturatore giusto per non avere dei mossi anche con scatti improvvisi dettati da eventi veloci (un po come si fa per lo sport). Si si. Detto fatto. Luomo con la macchina fotografica si era posizionato in fondo alla strada, in un incrocio. Sinatti acceler. Luomo ci fisso prima di riconoscere lauto, circostanza che ci dette modo di svoltare repentinamente e fargli perdere lo scatto proprio sulla targa. Uscimmo da quella strada convinti che il tizio non fosse riuscito a scattarci una foto decente. Porca putt! Manco fossimo stati dei ladri a fare la posta.

Eh nel caso cera tanto da rubare in case ancora in costruzione.. Potevano anche fermarci per chiedere informazioni senza troppi giochi di prestigio. Abbiamo riportato questo piccolo episodio per mette in evidenza un certo nervosismo presente nel cantiere. Con questo non vogliamo insinuare nulla o giungere a conclusioni. Non fu una reazione normale. Navi & droga: il ritorno di Bogazzi. un periodo difficile per i figli di Dio. Le dichiarazioni dellex leader Iraniano e il prosieguo dei test nucleari hanno allertato la comunit internazionale tanto da creare un embargo voluto principalmente dagli Usa. Non entreremo nei particolari, ci basti sapere che quando la comunit internazionale sente odore di traffico darmi diventa isterica. Le navi sono da sempre un vettore ideale per simili attivit illecite (come del resto la droga). Non bisogna stupirsi se compagnie e armatori vengono coinvolti in operazioni illecite sempre pi frequentemente, spesso a loro insaputa. Riporteremo due episodi che hanno in comune lo stesso armatore Enrico Bogazzi (per diritto di cronaca certamente estraneo alla vicenda riguardante la partita di droga). Larmatore come abbiamo visto nelle pagine precedenti, una delle colonne portanti dei commerci nei porti di Marina di Carrara e La Spezia. La United Against Nuclear Iran (UANI) ai primi di marzo del 2013 ammonisce pesantemente con un comunicato stampa la BSLE Italia Srl, compagnia navale di Bogazzi. Una nave della compagnia, la BSLE Venus, avrebbe visitato pi volte lIran intrattenendo rapporti daffari di non precisata natura con le autorit portuali. Bogazzi ha risposto con decisione a questo comunicato: La nave BSLE Venus non ha mai scalato i porti Iraniani da quando la nave impiegata per conto di BSLE. La nave in oggetto impiegata su rotte per il Mediterraneo, Medio Oriente e India e quando ha scalato porti iraniani lo ha fatto trasportando carichi che rispettavano al 100% le regole imposte dallembargo con lIran. La vera domanda comunque : perch UANI si esposta con una denuncia cos grave? Limprenditore ha annunciato di voler ricorrere per vie legali e sar interessante assistere agli eventuali sviluppi della faccenda e constatare se UANI abbia un asso nella manica. Il secondo episodio riguarda un Bulk Carrier sempre legato a Bogazzi. Nel 2007 la nave, diretta verso il porto di Vado Ligure, fa scalo in Venezuela, precisamente a Maracaibo. Una ispezione subacquea delle autorit portuali scopre 130 kg di cocaina stoccati in sacchi impermeabili appesi allo scafo della nave. Brutto affare! La nave viene subito sequestrata, il capitano e il suo secondo (entrambi ucraini) vengono arrestati mentre allintero equipaggio viene imposto lobbligo di non uscire dal paese.

Precisiamo che larmatore e la compagnia erano alloscuro del traffico. Ci che a noi interessa lo scalo finale della Bulk Carrier, cio Vado Ligure. I narcos che hanno scelto questa nave, facevano parte di qualche organizzazione criminale? Quale? Possiamo escludere che loperazione fosse targata ndrangheta, cos presente nei porti liguri? Vado Ligure, infatti, non uno scalo nuovo per i traffici di droga. Sembra perci che la principale holding ndranghetista stia utilizzando con pi frequenza questo porto (vedere parte III). Facciamo un passo indietro. Nel capitolo dedicato alla Federazione Criminale metteremo in primo piano il ruolo chiave dei Fameli considerati, dopo loperazione Carioca, la lavanderia per il riciclaggio dei Piromalli (una delle pi importanti famiglie della ndrangheta). I Fameli sono insediati proprio nel Savonese. Forse qualche controllo incrociato con Vado Ligure andrebbe fatto. I frequenti sequestri effettuati dalle autorit portuali competenti potrebbero condurci a collegamenti con lorganizzazione in questione. La partita di droga con rotta Colombia-Vado Ligure risulta un precedente interessante. Loperazione port al sequestro di 30 kg di cocaina in container destinati in parte a Vado Ligure e alla citt Iberica di Tarragona. La Spagna risulta la destinazione pi frequente delle rotte provenienti dallAmerica latina e la tratta sud America-Spagna-Italia da sempre la pi sfruttata dai narcos. Arrivano gli Hezbollah, sar una coincidenza ma. Un giorno ci trovammo a parlare con un analista di geopolitica. Stavamo affrontando diversi argomenti senza lintenzione di giungere a conclusioni. Un po come si fa tra amici quando ci si incontra al bar. La discussione si fece interessante quando si spost sulla situazione politica venezuelana. Chavez era morto da poco e si stava scommettendo sullaffidabilit del nuovo presidente e della forte opposizione che avrebbe trovato allinterno del paese. Impossibile non affrontare anche il tema della droga. Nel 2013 la DEA (Us Drug Enforcement Adminidtration) lancia un allarme: gli hezbollah stanno facendo affari con i cartelli del sud America (Messico, Colombia e Venezuela). Affari legati al traffico di stupefacenti. Una collaborazione proficua da milioni di dollari. Gli hezbollah finanziano in tal modo le loro guerre, mentre i cartelli acquisiscono un nuovo partner affidabile e dalle molte potenzialit. Un enorme problema, invece, per le forze di sicurezza mondiali. La droga, infatti, viene smerciata, in una seconda fase, anche in Europa. Cosa pensare poi di un ulteriore rafforzamento dei guerrieri di Allah? A questo punto la domanda dobbligo: la criminalit organizzata, a sua volta partner fedele dei cartelli, rimarr a guardare? Inverosimile. Prendiamo nuovamente la ndrangheta. Ha tutte le carte in regola per facilitare il progetto criminale dei cartelli e degli hezbollah. Quello che potrebbe venirsi a creare, se non sta gi accadendo, un circolo vizioso destinato ad autoalimentarsi senza interruzioni. Gli hezbollah vendono la droga, coperti dallIran, e la criminalit organizzata la smercia nei mercati mondiali: la ndrangheta in ci maestra di vita. Il gioco fatto. Non dovrebbero essere modificate nemmeno le rotte per i traffici, come visto anche nel paragrafo navi e

droga, il Venezuela rimarrebbe un punto di riferimento come la Spagna e lItalia. Raccontiamo nello specifico quanto denunciato dagli Usa perch potremmo giungere ad ulteriori considerazioni legate alla nostra inchiesta. Intendiamo fare una precisazione: non insinuiamo collegamenti con quanto espresso nelle pagine precedenti ma nostro lavoro contribuire a informare lopinione pubblica su vicende che spesso trovano le medesime organizzazioni e luoghi coinvolti. Quindi nostro dovere porre delle domande. La Siria non deve essere persa, Assad non deve essere travolto dai terroristi venduti agli occidentali. Il concetto potrebbe riassumere il pensiero degli iraniani e di hezbollah. La Siria un avamposto troppo vicino e troppo importante per cederlo al nemico. La possibilit che al posto di Assad sopraggiunga un governo democratico marionetta inconcepibile. Sarebbe un danno perfino per Russia e Cina. Lunica via che pu essere intrapresa il sostegno incondizionato al regime con uomini, armi e finanziamenti. Loperazione pare stia riuscendo, nel momento in cui stiamo scrivendo Assad st lentamente riprendendo il controllo sul territorio. Per sostenere la guerra occorrono molti soldi, anche perch dallaltra parte gli angloamericani appoggiano a loro volta i ribelli. A nuove sfide si deve rispondere con nuove soluzioni, meglio con soluzioni gi collaudate ma raffinate e rese ancora pi efficienti. Perch allora non reperire i fondi necessari alla guerra con il traffico di droga? Una doppia soluzione per i figli di Allah. Da una parte hanno un sicuro guadagno e in pi una soddisfazione morale: quella di vedere le giovent occidentali corrompersi e morire con quella droga. Il tramite fra Iran e hezbollah, secondo la DEA, sarebbe in particolare il cartello messicano dei Los Zetas. Nelle indagini spunta un nome, Ayman Juma incaricato di essere il tramite con il cartello e lintero sud America. Ma la situazione sembra prospettare uno scenario ancora pi complesso: in sud America la nuova struttura sarebbe a sua volta divisa in due reti. La prima denominata Nassereddine, gestita da un libanese con, guarda caso, cittadinanza venezuelana. Stiamo parlando di un personaggio noto, che gode di un notevole prestigio in Venezuela tanto da essere insignito come addetto ai rapporti con la Siria. Tombola! La sua rete sembra avere anche lo scopo di riciclare il denaro. Quindi un ruolo essenziale. Passiamo alla seconda rete. A gestirla un altro nome, Hojjat al Eslam Mohsen Rabbani, un iraniano che parrebbe aver preso il posto di Ayman Juma dopo il suo arresto. Come elementi dappoggio per le loro operazioni ci sarebbero anche basi e cellule presenti nel nord Africa. I dirigenti della DEA rimangono colpiti dal potenziale pericolo innescato dallorganizzazione. Gli americani chiesero allEuropa di iscrivere nel loro libro nero del terrorismo anche gli hezbollah. Trovano per un ostacolo. Una donna britannica determinata a non acconsentire alla richiesta: Chaterine Ashton la quale invit un gruppo di dirigenti europei a schierarsi contro la richiesta. Tutto ci potrebbe avere

senso: in Libano presente la forza di pace composta principalmente da paesi europei. Solo nel finale hanno preso una posizione tuttaltro che chiara: nel libro nero viene aggiunto solo il braccio armato degli hezbollah, mentre resta nellambito della legalit lala politica. La solita foglia di fico.

Misteri Libanesi
Intervistato: Ero un ex appartenente di un centro Gladio nel nord est dellItalia. Giornalista: Perch una struttura di questo tipo poteva avere un interesse a supportare certi traffici? Intervistato: Supportava questo genere di traffici perch era incaricata da chi di dovere di supportare questo traffico. Era una struttura al servizio dei potenti del momento. Avendo una struttura del genere, capillare, efficiente che poteva operare anche allestero con il bene placito degli statunitensi, riuscivamo ad avere un controllo totale della Somalia e non solo. Insomma si riusciva ad avere un controllo totale dellarea e poter effettuare qualsiasi tipo di traffico illecito. Ripeto che per traffici illeciti si parla di contrabbando di armi ma soprattutto si parla di traffico di scorie nucleari e rifiuti tossico-nocivi. Era una grossa pattumiera. Statunitensi, italiani, tedeschi, francesi, paesi dellEst. Gli Stati Uniti forse in modo ancora pi feroce di quello che non facevamo noi Giornalista: Poteva esserci una facciata legata alla cooperazione? Intervistato: Cera una facciata legata alla cooperazione per forza, altrimenti non si sarebbe potuto fare niente. (Intervista ripresa da Rai3) Libano. Fonti non divulgabili ci stanno informando che nel giro dei nuovi traffici, soprattutto per quanto riguarda il Libano, sono presenti personaggi gi segnalati in passato e riconducibili anche alle navi dei veleni. "Porta d'ingresso" per aree ad alta instabilit politica ed economica, il Libano oggi crocevia di molte vicende oscure che si rincorrono negli ultimi 30-40 anni fra integralismi religiosi, terrorismo, mafia, servizi segreti e giornalisti uccisi. A pi riprese fanno capolino in questi anni vicende non raccontate fino in fondo ed intrecci che si perdono dietro ad affari spesso inconfessabili che, la "Svizzera del medio oriente", nasconde dietro a delicati equilibri geopolitici fungendo da snodo per "traffici" illegali di tutti i tipi.

proprio qui che riappare la "Rigel", famigerata nave che ufficialmente risulta affondata il 21 settembre 1987 di fronte Capo Spartivento. Per la Procura di La Spezia la Rigel stata affondata volutamente per riscuotere lassicurazione. La vicenda nel corso di nuove indagine risulta per assai pi complessa. La Rigel non solo trasportava un carico di rifiuti radioattivi ma non sembrerebbe nemmeno affondata. Una fonte anonima denominata Jannis la segnala parcheggiata un mese dopo il presunto affondamento a Ras Selaata. Un porto fra pi defilati e sconosciuti del meraditerraneo a 50 km a nord di Beirut, conosciuto per traffici illeciti. Allepoca, in piena guerra civile libanese, il porto era controllato dalle Milizie Cristiane Di Marada (filo Siriane). Sempre la versione ufficiale vede la Rigel salpare dallo scalo di Marina di Carrara, stazionare per una settimana davanti al porto di Palermo, per poi affondare di fronte a Capo Spartivento. Pare, invece, che le cose non siano andate proprio cosi. La fonte (denominata Pinocchio) informa che il viaggio della "Rigel" sembra sia cominciato in Grecia per poi prendere la rotta dell'Albania e transitare per il nord africa (il Libano?) prima di fare scalo al porto di Marina di Carrara e proseguire l'ultima parte del viaggio cosi come ce la raccontano le cronache ufficiali. Perch allora, per laltra fonte Jannis, ritroviamo la nave ancorata in uno sconosciuto porto del Libano ben dopo il suo naufragio? I perch sono molti in queste storie e non a tutti si pu dare una risposta certa e definitiva. La "Rigel" sembra in realt essere stata oggetto di quei traffici di cui abbiamo test accennato e la sua rotta sarebbe stata mascherata proprio per occultare la presenza di un carico "pericoloso" ed illegale, molto probabilmente d'armi. Almeno nella prima parte del viaggio? Cos si potrebbero spiegare lo scalo albanese e quello in Libano: scali che altrimenti non avrebbero senso. Si capisce immediatamente che non si vuol far sapere cosa trasporta la nave, quindi la sua rotta non viene ricostruita nella prima parte del viaggio. In tutta la vicenda rimane sospeso un interrogativo: se effettivamente la Rigel non stata affondata ma arrivata in Libano, quale nave giace effettivamente sui fondali di Capo Spartivento? Il mercantile oggetto di fortissimo interesse da parte del Capitano Natale De Grazia. Incaricato dalla commissione d'inchiesta parlamentare sulle navi dei veleni, il Capitano trova la morte (avvelenato) proprio mentre si reca a La Spezia sulle tracce della "Rigel" e di un sedicente mercantile Russo. Cosa stava cercando De Grazia prima di morire? Dagli atti dinchiesta della commissione parlamentare risulta che il capitano, per ammissione del cognato, avesse molto a cuore un fascicolo archiviato in Procura a Reggio Calabria, al punto da chiedere allo stesso cognato di ritirarlo e consegnarglielo personalmente brevi manu, senza farlo transitare in ufficio. Di che fascicolo si trattava? Elementare, del fascicolo sullaffondamento della Rigel. Chiss cosa aveva

intuito il Capitano tanto da spingere qualcuno ad intercettarlo per evitare che allultimo momento si facesse luce sulla vicenda. Oltre le cronache ufficiali. In un verbale riguardante un omicidio potrebbe trovare soluzione un segmento dinchiesta, uno dei pi oscuri, riguardante la Rigel e le navi dei veleni. Il caso in questione quello dellomicidio dellingegnere Alberto Dazzi. Non ha nessuna correlazione con le navi dei veleni ma tra i verbali della Questura di Massa-Carrara, Squadra Mobile - 1 Sezione, datata 16/9/96 spunta un misterioso personaggio legato alla zona Apuana e Spezzina. Nel rapporto si legge: Anche il (viene riportato il nome di un indagato, affiliato alla banda della Magliana, per lomicidio Dazzi) come riferito dal verbalizzante, accenna a questo fantomatico principe libanese, accreditato presso la propria ambasciata e che gode di grande influenza negli ambienti romani Sar un caso ma lItalia di quel periodo, come dimostra anche il caso Dazzi, assomigliava a Beirut: le autobomba sono lepilogo di vicende drammatiche riguardanti gli appalti degli anni 90, dove politica, servizi segreti e mafia la fanno da protagonisti. Chi era questo principe libanese? Potremmo ritrovarlo nelle carte della Commissione dInchiesta sulle Attivit Illecite connesse al ciclo dei rifiuti: Akef Anis Khoury, un potente libanese presente in Italia in quel periodo, guarda caso con agganci politici importanti, che non faceva mistero di essere un contrabbandiere darmi internazionale. Perch si trovava in Italia? Un paese che allepoca (guidato dalla Dc e Psi) teneva una posizione filo-araba e palestinese? forse il principe libanese da collegare alla Rigel? Come? Seguendo la nostra ipotesi la Rigel trasportava anche un carico darmi: il libanese poteva essere una sorta di intermediario fra lorganizzazione italiana (servizi segreti?) e il gruppo delle Milizie Cristiane Di Marada? Centra qualcosa lo Stato Italiano? Sosteneva i libanesi con le armi nei momenti caldi della guerra? LItalia pagava in armi paesi dellafrica a cui pretendeva un concambio in rifiuti tossici? Quanto esposto potrebbe essere un passaggio cruciale non ancora descritto a pieno nella sua complessit. De Grazia morto mentre era sulle tracce di un simile traffico troppo imbarazzante per lItalia e il suo governo? La Rosso. Lost Ship, una semplice nota su un taccuino ricollegherebbe la Rigel con un'altra nave : la Rosso. Nel 1989 nel porto di La Spezia , la Rosso della compagnia IGNAZIO MESSINA & C., alla fonda alla fine della sua vita operativa in temporaneo disarmo prima del suo ultimo viaggio come nave per il trasporto di rifiuti tossici. Il 4 dicembre 1990 riprende il mare e la ritroviamo spiaggiata in localit Formiciche il giorno 14 ad Amantea (CS), dopo un fallito tentativo di affondamento (guarda caso).

Documenti ritrovati sulla plancia della motonave permettono di ricollegare la "Rosso" alla societ O.D.M. di un certo Ing. Giorgio Comerio. Lo stesso Ingegnere che il 21 settembre 1987 si appuntava sull'agenda (ritrovata in una perquisizione nella villa di Garlasco) .lost ship.. a proposito della Rigel (o della nave affondata al suo posto?). Anche qui una coincidenza? Entrambe le imbarcazioni hanno tracce di radioattivit a bordo e la Rosso risulter poi al centro del progetto come nave modificata per il lancio dei celebri siluri penetrator sempre dellIng. Comerio. Casuale? Il capitano De Grazia si era innervosito negli ultimi giorni, poco prima del suo ultimo viaggio, a causa di una presunta fuga di notizie riguardante linchiesta che stava conducendo. Il suo timore era un infiltrazione dei servizi segreti, quegli stessi servizi a cui Comerio dichiara di appartenere per esplicita ammissione della sua compagna, Maria Luigia Nitti. Coincidenze? Comerio lideatore e promotore del progetto dei siluri penetratori riempiti di scorie, con il quale molti stati europei, e non, speravano di far sparire i propri rifiuti radioattivi sotto i fondali marini, con una nave appositamente modificata dai cantieri S.E.C di Viareggio. Proprio la stessa S.E.C. che gestiva la flotta della SHIFCO: compagnia somala per la pesca . Shifco. La compagnia SHIFCO fa base a Gaeta Latina negli stessi uffici di una societ pistoiese: la PIA (Prodotti Ittici Alimentari). Titolare della PIA Vito Panati che viene travolto poco prima delle elezioni del 94 (alle quali candidato) da un interrogazione parlamentare dei Verdi che ipotizzano un traffico darmi ricollegato, proprio, alla SHIFCO. Panati si professa alloscuro di questi traffici. Sotto la lente di ingrandimento una nave della compagnia: la 21 Ottobre II. La nave dovrebbe trasportare pesce, invece, pare che nei frigoriferi e nelle stive siano stoccati ben altre merci: AK 47, RPG e armi in genere ricollegabili a Monzer al Kassar, trafficante darmi siriano. Anche lui legato alla SHIFCO. Altro particolare da tenere in considerazione: pare che la nave abbia attraccato anche a Beirut (ritorniamo sempre in Libano) e in Iran. Sulla pista delle armi avevano lavorato Ilaria Alpi e Miran Hrovatin prima di essere uccisi da un agguato in terra somala. A seguito delle sue indagini, Ilaria Api aveva intervistato il Sultano di Bosaso. Del nastro alla commissione dinchiesta sulla morte della giornalista, arriveranno solo 20 minuti. E poi? Poi ci sono i rifiuti tossici e radioattivi che giungono con la stessa logica dello scambio, con armi, cooperazione o denaro sulle coste di una Stato fantoccio destabilizzato dalla guerriglia e dalla presenza di corrotti signori della guerra. Il resto semplice chi sinteressa di questi traffici: o ne fa parte, o deve morire!! In un intervista a La Repubblica , Panati intende chiarire la propria posizione:

Noi abbiamo avuto per un breve periodo la gestione delle navi della Shifco. Labbiamo avuta dalla Unisom 2, che un organismo dellOnu. A domanda del giornalista di Repubblica se fosse collegato con la nave 21 Ottobre II (quella sospetta del traffico darmi), Panati risponde: Questo episodio delle armi si riferisce al 91. Mi dice cosa centro io se ho avuto la gestione delle navi solo a met del 93? Non so e non posso sapere cosa successo prima. Prima di me la flotta era gestita dalla Sec di Viareggio In conclusione: dal porto di La Spezia e Marina di Carrara sono partite molte delle navi dei veleni affondate nel mediterraneo e nel corno dAfrica. Il ricorrere di questi porti come scali di partenza e arrivo induce a ritenere che, questa zona, sia una importante piattaforma per il varo di operazioni illecite riguardanti lo smaltimento dei rifiuti speciali & radioattivi e non solo. Un ulteriore prova: la Lady O Nei traffici darmi, di rifiuti e di droga sempre esistito un intenso rapporto tra la criminalit organizzata italiana ed il Medio Oriente. In particolare il Libano. Nel capitolo navi e droga abbiamo profilato lopportunit che nel traffico tra hezbollah (Libanesi sciiti) e narcos sud americani si siano introdotte famiglie mafiose, soprattutto della ndrangheta. La ndrangheta stata una delle mani operative negli affondamenti delle navi dei veleni. Un dato di fatto. Un episodio potrebbe indirizzarci verso nuove piste investigative. Personaggio di primo piano delle famiglie calabresi negli anni novanta, Antonino Giglione un nome chiave che spunta sullinchiesta denominata Lady O. La Lady O una motonave di un armatore libanese, George Seaman indagato per aver trasportato, proprio con la sua imbarcazione, ingenti quantitativi di droga in Calabria e Puglia provenienti dalla Libia e dal Marocco. Proprio durante questi traffici Giglione incontra un altro personaggio degno dattenzione: Toni Nakouzi, leader del cartello libanese del narcotraffico. Loperazione Lady O dimostra un rapporto stretto fra le organizzazioni menzionate, rafforzando le ipotesi sviluppate nel libro. Per coloro che nutrissero ancora dei dubbi. Odore del sangue dallEst. Diavolo rosso, traditore. Una scritta in italiano sul muro dellabitazione di un suicida. Meglio, presunto suicida. Un giornalista di grosso calibro della testata francese Le Figar muore in circostanze misteriose nel maggio del 1996. Xavier Gautier negli ultimi anni della sua vita si era occupato assiduamente di un grosso traffico darmi dalla Bosnia. Una inchiesta lunga, complicata, snervante e molto pericolosa. Gautier era riuscito a pubblicare un bellarticolo sullargomento tirando in ballo mercenari, sopratutto italiani, e un traffico che partendo dalla Bosnia si diramava in Austria, Italia e Somalia. Dopo un anno sabbatico, presumibilmente passato a scrivere un libro su una rock star americana, il giornalista decide di trascorrere qualche

tempo nella sua casa in Spagna, a Maiorca. Lultimo viaggio. Lo trover impiccato dentro labitazione la polizia. Frettolosamente la Procura Iberica archivia come semplice suicidio: pare che il giornalista da tempo manifestasse segni di depressione assumendo, a volte, un comportamento schivo e irascibile. Non dello stesso avviso Lex moglie, che lo aveva incontrato poco prima del suo viaggio in Spagna. Altro particolare trascurato, la scritta sul muro. Una frase ambigua. Chi il diavolo rosso? Cosa ha a che fare con il giornalista? Perch traditore? Il caso del giornalista del Le Figar uno di quelli che stiamo seguendo da tempo perch potrebbe rivelare inquietanti retroscena su traffici darmi internazionale e non solo. Gautier aveva puntato il dito su degli italiani. Ora, esiste un Reparto militare che porta questo soprannome (stiamo parlando di autentiche congetture sia chiaro). Avvisiamo il lettore che ci stiamo inoltrando in un ginepraio. Trieste parrebbe fungere da citt transito per monumentali traffici darmi. Proprio in questa citt del nord Italia, Gautier avrebbe incontrato una fonte che era stata responsabile della sicurezza dei convogli che andavano da Fiume (Rjieka per i croati) a Sarajevo (a chi appartenevano i convogli?). Sar una coincidenza ma pare che la fonte avesse un sopranome curioso: Diavolo rosso. Si tratta di un mercenario presente e attivo nel conflitto bosniaco? La scritta Diavolo rosso, traditore era un avvertimento al mercenario che ha tradito una sedicente organizzazione, facendo da fonte al giornalista francese? Il presunto mercenario aveva contatti con qualche militare della Nato? Questultima una domanda legittima perch nel 2010 viene fuori una notizia (trascurata) direttamente collegabile al conflitto bosniaco. Il quotidiano di Banjaluka Nesnavisne Novine denuncia lesistenza di un traffico darmi tra Bosnia e Italia. Il medesimo traffico che vedeva coinvolto Diavolo rosso? La storia ha inizio con una serie di sequestri darmi eseguiti in Bosnia (tra il 1991-1995) dai militari italiani. Loperazione pi significativa viene denominata Zetva che significa appunto raccolta. A sostenere la notizia sarebbe una fonte che prosegue in dichiarazioni allarmanti. Pare, infatti, che una parte di quelle armi fossero, in qualche modo, state ritrovate negli arsenali della criminalit organizzata italiana. Soprattutto camorra e ndrangheta. Il lettore dovr fare uno sforzo di memoria ritornando al paragrafo Operazioni da collegare?, dove abbiamo supposto lipotesi di un legame tra due operazioni apparentemente separate : quella che vede agli arresti uomini dei Santapaola (Operazione Gioco dazzardo) e la scoperta di una alleanza tra gli stessi Santapaola ed i camorristi dei Casalesi. Scoperta che port anche al sequestro di armi provenienti dalla Bosnia. Le stesse sequestrate dalla Nato? Le stesse su cui indagava il giornalista francese?

CAPITOLO 2 -Luomo ombra del governo nigeriano. Gabriele Volpi


Un Tycoon quasi sconosciuto nel suo paese ma conosciutissimo oltre oceano dall'FBI e celebre fra i tifosi delle sue squadre: Lo Spezia calcio, e Pro Recco palla a nuoto, con il tentativo d'acquisto prima della Sampdoria e poi del Bologna (prematuramente sfumati), il nostro ha tentato la scalata al grande calcio in serie A. Il Federal Bureau Investigation sulle sue tracce da tempo per il reato di riciclaggio e triangolazioni varie che hanno fatto tappa anche negli USA. Da sempre "uomo ombra" del governo Nigeriano, con la Intels, societ di servizi per piattaforme petrolifere (fatturato 1,5 miliardi di dollari l'anno), intrattiene rapporti d'affari e strette relazioni con i maggiori gruppi per lestrazione petrolifera. La questione si fa pi complicata quando s'indaga sul "giro" di denaro e concessioni petrolifere fra le multinazionali del settore e governativi nigeriani coinvolti a pi riprese in vicende di corruzione e riciclaggio a cavallo fra la fine degli anni 90 e i primi anni del nuovo secolo. Le sue "amicizie nigeriane" non sono disinteressate e fra societ di comodo, tangenti e tentativi di appropiarsi dei proventi per lo sfruttamento delle concessioni petrolifere, si crea un vero e proprio conflitto d'interessi fra "bande" a capo delle quali troviamo i principali esponenti del governo: il Presidente Obasanjo e il suo Vice Abu Bakar, a cui il nostro uomo d'affari molto legato, contro il ministro del petrolio del precedente regime del generale Abacha Blocco 245 Lex ministro del petrolio Etete, avrebbe incassato una vera fortuna dalla vendita di una vecchia concessione petrolifera che, lui stesso, si auto assegn poco prima della caduta del regime di Abacha (28 aprile 1998). Il Presidente Obasanjo e il suo Vice decidono di revocare la concessione di sfruttamento con la motivazione di procedura irregolare ..."non trasparente e non etica". Pietra dello scandalo la Malabu Oil & Gas Ltd., fiduciaria controllata dallo stesso Etete e la concessione per lo sfruttamento del blocco 245. La decisione non motivata dalla volont di ristabilire la legalit ma dal tentativo di entrare in possesso di una concessione che si era rivelata valere miliardi, per la quale il neo governo insediato fa pressioni perch il 50% delle quote della Malabu vengano ceduti ad una societ scelta da Atiku Abu Bakar: la Pecos Energy. Consulente di quest'ultima (guarda caso) proprio Lui, il Nostro uomo, che pare aver negoziato la concessione per conto del vicepresidente. Il blocco 245 non viene assegnato per un decennio, fino al 2011, quando Eni & Shell se ne aggiudicano lo sfruttamento firmando un accordo con il governo nigeriano per 1 miliardo di dollari. Proprio sulla destinazione finale di questo denaro si addensano ombre e misteri, una grossa fetta del quale pare sia stata trasferita ad Etete. Lattuale camera nigeriana ha aperto un inchiesta per chiarire i risvolti della trattativa e leventuale presenza d'intermediari. Eni & Shell sembrerebbero non aver "girato" i

proventi del contratto al governo nigeriano, ma con un preventivo accordo fra Malabu e autorit locali avrebbero depositato la somma su un conto vincolato presso la banca d'affari JP Morgan. A tale proposito il numero uno di ENI, Paolo Scaroni, verr poi sentito dalla commissione per chiarire la posizione della societ. Ma da dove comincia la "fortuna" dellimprenditore di Recco? Il principio sembra essere legato ad una compartecipazione azionaria nella Nigeria Container Services Nicotes, divenuta in seguito Intels, insieme ad Atiku Abu Bakar negli anni 80 (quando era ancora vice direttore del servizio delle dogane?). Con questa operazione societaria il vice presidente si sarebbe posto in palese conflitto d'interessi essendo fra coloro che decidevano dell'attribuzione delle concessioni petrolifere alle multinazionali del settore. Pertanto, si doveva trovare una soluzione, cosa c'era di meglio se non un Trust di diritto inglese? Cio un "blind trust"? Il vice presidente conferisce la propria quota ad un amministratore terzo con il compito di gestire autonomamente l'attivit amministrativa. Il trust di Abu Bakar era per schermato da una fiduciaria Panamense: la Orlean Invest Holding, societ controllata in verit dal socio italiano. Un bel gioco di prestigio! Di fatto chi autorizza lo sfruttamento delle concessioni detiene anche la gestione dei servizi per lestrazione. Perfetto! Tuttavia, il comitato permanente per le investigazioni del senato americano stila un dossier sul vice presidente dall'esplicito titolo: "tenere fuori la corruzione dagli Stati Uniti". Da subito si sottolinea il ruolo della moglie di Abu Bakar nel favorire il marito nellesportazione di 40 milioni di dollari di fondi sospetti attraverso una societ offshore (Gurnsey) insieme al nostro imprenditore definito socio e amico fidato. Si dice di lui. Citiamo testualmente quanto affermato dalla Casa della Legalit e Oras: Trafficante darmi. Trafficante di rifiuti radioattivi. Riduttore in schiavit. Corruttore. Colluso con imprese di mafia. Distruttore dellambiente. Non possiamo sapere se limprenditore ligure sia veramente coinvolto in certi traffici, occorrono prove inequivocabili. Per possibile sostenere con certezza lo stretto rapporto che lega la terra ligure con la Nigeria nel traffico darmi e in quello di uomini. Tecnicamente il traffico desseri umani viene definito dalla legge: Il reclutamento, il trasporto, il trasferimento, la custodia di persone, tramite luso della forza o altre forme di coercizione, di sottrazione, di frode, di inganno, di abuso di potere o di una posizione di vulnerabilit o nellatto di dare o ricevere qualche forma di pagamento o di altro introito per acquistare il consenso o il controllo di una persona su un'altra persona, allo scopo di sfruttamento, incluse le varie forme di sfruttamento sessuale, di lavoro, di schiavit o di commercio di organi.

Loperazione Caronte (nome ripreso dal traghettatore delle anime dellAde) non lascia dubbi. Una operazione lunga e complessa, condotta in pi trance dalla Guardia di Finanza. In pratica la criminalit nigeriana avrebbe facilitato lingresso di circa dieci mila clandestini in Europa. Le citt coinvolte sono: Torino, Milano, Verona, Reggio Emilia, La Spezia, Crotone e Salerno. I paesi stranieri invece la Francia e la Germania. I clandestini prima di sbarcare nelle coste italiane erano costretti ad affrontare un viaggio massacrante: una volta superato il deserto del Niger dovevano affrontare quello della Libia. Dalla Libia, infine, imbarcarsi su gommoni verso Lampedusa (Italia). Da Lampedusa sarebbero stati poi smistati in altri campi daccoglienza dove nigeriani con residenza italiana avrebbero provveduto a farli fuggire. Ad un occhio attento alla criminalit internazionale e alle mafie non pu essere indifferente il tragitto: Nigeria- Libia- Sicilia- Liguria (dove sono scattati i principali arresti). Sembra del tutto inverosimile che la banda nigeriana abbia operato senza supporto, o perlomeno lapprovazione, delle mafie nostrane. Per gestire un traffico di simile portata occorrono coperture finanziarie per il viaggio, mazzette, basi logistiche, falsificazioni di documenti e quantaltro. Ritornando a Gabriele Volpi e alle sue amicizie in terra italica. Non possiamo trascurare un incontro avvenuto nellagosto del 2003 dove riceve calorosamente in Sicilia Atiku Abu Bakar insieme a Domenico Gitto. Non si tratta di una visita ufficiale. Visita che per determina sviluppi positivi per le attivit di Gitto, proprietario della Gitto Costruzioni. Dopo quellincontro, guarda caso, limprenditore siculo ottenne in Nigeria consistenti appalti. Come per Volpi, anche su Gitto si sono scritte molte cose. Alcuni lo ritengono lufficiale di collegamento con il clan di Bernardo Provenzano. Misteriosa la morte di Gitto avvenuta nel giugno del 2012 a soli 52 anni ad Abuja, capitale della Nigeria. Ufficialmente il decesso stato causato da un infarto ma restano dubbi. Lecito averli. sufficiente ricordare le vicende drammatiche degli ultimi anni per le attivit produttive italiane in Nigeria (in particolare quelle legate a Volpi). Qualcosa nel mondo degli affari nigeriano non va. Il denaro lasciato in Africa da Gitto, milioni di euro, sono spariti nel nulla. Ulteriore enigma. Asso 21 Ai misteri di terra si aggiungono quelli di mare con lincidente di Asso 21, rimorchiatore daltura italiano abbordato presso le coste nigeriane da un gruppo armato dedito alla pirateria. Attivit frequente in quella zona e in quel tratto di costa. Anomalo il prosieguo della vicenda che vede lintero equipaggio diventare ostaggio dei pirati. Il rimorchiatore era stato noleggiato dalla Intels di Gabriele Volpi proprio in quel periodo.

Lepisodio, come altri attentati, potrebbe essere ricondotto a eventuali mancati pagamenti sotto traccia alle fazioni in conflitto in Nigeria. Dicesi una pratica diffusa tra le societ straniere, per non incorrere in sgradevoli contrattempi. Si traggano le conclusioni. Primavera Araba, vive la France. Ogni vicenda umana determinata dalla relazione di causa ed effetto. Le prime cause dellattuale instabilit negli assetti Medio Orientali trovano origine nella primavera araba. La primavera araba ha vissuto indubbiamente una prima fase rivoluzionaria favorevole alloccidentalizzazione dei paesi nord africani. A destare maggiori preoccupazioni per la seconda fase, ancora tutta da comprendere. Potrebbe, infatti, trascinare il mondo arabo verso una politica ostile nei confronti degli stranieri e delle loro societ (soprattutto quelle energetiche) con effetti catastrofici per lintera economia mondiale. A credere e ad appoggiare fin da subito la rivoluzione araba stata la Francia. Si sa, i francesi sono sempre stati sensibili alla libert dellindividuo. Vale anche per questa circostanza? stato veramente laltruismo verso il prossimo a spingere la Francia a coinvolgere il mondo occidentale ad appoggiare i rivoluzionari? Degli affari ne vogliamo parlare? Uno degli obiettivi primari dellex presidente Sarkosy era di isolare e indebolire la presenza delle societ italiane (Eni, Enel, Saipem) nelle regioni coinvolte, soprattutto in Libia (ex colonia italiana). Il trucchetto adottato semplice: si partecipa attivamente alla destabilizzazione della zona creando i presupposti per una guerra civile con lo scopo di abbattere il vecchio regime (con il supporto dei servizi segreti e non solo). Una volta acceso il conflitto si procede nel supporto logistico e militare. Quando il nuovo governo provvisorio assume il potere entra in gioco la diplomazia per aggiudicarsi nuovi contratti facendo decadere quelli con le precedenti societ concorrenti. Come spesso capita la politica estera francese non mette in conto alcune variabili che nel tempo potrebbero diventare determinanti. Variabili, al contrario, calcolate dagli Usa, questo dimostrerebbe la loro iniziale diffidenza nel partecipare attivamente ad alcune operazioni belliche come la guerra in Libia. Innanzi tutto i paesi arabi sono soggetti tuttoggi a una forte divisione tribale difficilmente controllabile. Solo la mano forte di alcuni regimi dittatoriali era riuscita a sopprimere, non certo a risolvere, simili diversit. Questa anche la ragione della complessit nel formare in questi paesi provvisori governi di emergenza nazionale. Laltro fattore destabilizzante consiste nelle due anime del mondo arabo pronte a scontrarsi con forza: quella che intende allestire una carta costituzionale con nuovi diritti e libert e coloro che intendono la sharia come lunica legge da poter adottare . Risultato? Scontri violenti di piazza e governi instabili quando la situazione appare ancora sotto controllo. Il rischio maggiore, soprattutto per i paesi occidentali, che la primavera araba si trasformi in un autunno arabo che veda lislam governare i paesi nord africani. Cosa potrebbe significare per gli europei avere sullaltra sponda del mediterraneo governi che adottano il modello integralista? In genere fine dei rapporti commerciali e

tensioni militari continue. Desta una certa curiosit il dato che indica laumento di esportazione darmi dalla Francia verso questi paesi precedente alla primavera araba. La Francia, sostenitrice dei ribelli, ha esportato pochi mesi prima del conflitto quantitativi darmi verso dittature di quei paesi? Sono le meraviglie della politica estera. Lo stesso ex presidente Sarkosy non si era mai dimostrato cos ostile verso i regimi nord Africani. Fonte dimbarazzo per lEliseo sono state alcune foto che ritraevano il presidente in pose amichevoli con il futuro nemico, leader libico Gheddafi. Anche di questo non bisogna meravigliarsi: gli affari sono affari. Altra manovra sospetta la decisione dei francesi di partecipare al conflitto nel Mali. Il Mali, come risaputo, da sempre zona strategica per i governi e le multinazionali. Si trova a confine con terre ricche di risorse tra cui, guarda caso, la Nigeria. La Francia ha messo le mani avanti con il pretesto della guerra al terrorismo e al propagarsi nella regione di un islam radicale. Come riporta un quotidiano italiano, Libero: Infine una coincidenza. Il ministro maliano delle miniere Amadou Sy Baby, il 18 dicembre scorso, ha firmato un decreto con il quale si riappropria del blocco petrolifero numero 4 che nel 2006 era stato dato in concessione allEni e alla Sipex, societ controllata dallalgerina Sonatrach. Era lultimo di propriet degli italiani nel bacino Taoudeni, controllato dallo scorso aprile dai ribelli Tuareg dellMnia e dai militanti islamici di Ansar Dine e Mujao. A chi andato quel giacimento? Ai francesi di Total. Che ora senza lintervento militare rischiano di perderlo. Chiaro! Linstabilit venutasi a creare dopo la rivoluzione araba potrebbe vedere un aumento del traffico darmi, soprattutto illegale. Probabili rivolte e nuove forme di guerriglia rientrano nei futuri scenari mediorientali e a beneficiarne politicamente potrebbero essere paesi come lIran. Nonostante lelezione del nuovo presidente Hassan Rowhani, considerato pi propenso al dialogo con loccidente rispetto al suo predecessore, la situazione non muter nellimmediatezza. Troppe fazioni e troppi giochi di potere sono alla base dellinstabilit volutamente creata, anche in Siria. Da tempo sia la Nato che lIran (e Russia?) si sono attivati per rifornire le varie fazioni siriane. A rischiare maggiormente in questa partita proprio la Nato: potrebbe rifornire, infatti, un gruppo apparentemente alleato ma, in realt, guidato da terroristi islamici. Ci che vuole mettere in evidenza questa parte dinchiesta sono quei traffici darmi dove entrano in gioco la corruzione di privati (non di governi) e doppiogiochisti: i cos detti uomini ombra. Simili traffici sono meno di quanto si possa pensare perche hanno un altissimo potenziale di rischio. Realizzare traffici in proprio in zone dove sono direttamente interessati Stati e servizi segreti aumenta la percentuale di essere scoperti con gravi conseguenze. Eesempio di questi traffici potrebbe essere nuovamente quello tra hezbollah e ribelli nigeriani. A questo punto una storia chiave per linchiesta.

Tra Hezbollah e pirati. Alcuni paesi africani sono come azioni speculative della borsa: possono offrire considerevoli opportunit di guadagno oppure affossare ogni speranza senza nessun preavviso. La Nigeria rientra nella fascia ad altissimo rischio. Se in un paese ricco di risorse naturali inseriamo una societ divisa e lacerata da guerre civili devastanti con una politica impregnata di corruzione, otteniamo la Nigeria. Nella nostra inchiesta sono presenti passaggi obbligatori che ci conducono in questo paese dellafrica nera, una pista in particolare marca un filo rosso tra NigeriaLibano-Siria-Iran. Partiamo dallinizio: nel 2012 viene scoperto un grosso carico darmi iraniano diretto a Boko Haram, un gruppo terroristico nigeriano riconosciuto per la sua crudelt. Il nome ufficiale del gruppo Popolo per la Propagazione degli Insegnamenti del Profeta e della Jihad. Leader e fondatore della fazione Ustaz Mohammed Yusuf. La scoperta del carico darmi mette in luce alleanze non ancora chiare per gli analisti di tutto il mondo. La corrente sciita (Iran), sta preparando una stretta alleanza con quella sunnita (Boko Haram)? Qual lobiettivo? Proseguiamo. Tra i finanziatori di Boko Haram risultano anche due governatori: Ibrahim Mohammed Yusuf (zona di Kano) e Isa Yuguda (zona di Bauchi). La nostra attenzione si incentrata su Yuguda perche sempre stato un fedelissimo del Presidente nigeriano Obasanjo, lo stesso che aveva come ministro delle dogane e vice presidente Atiku Abubakar, lamico e socio di Gabriele Volpi. Yusuf ha, inoltre, un passato importante nel settore bancario. Come mai si vocifera che il governatore di Bauchi finanzi gli oppositori armati di Boko Haram? Forse lo comprenderemo meglio andando avanti nellanalisi di questi eventi. Sempre in questo paese stata individuata e smantellata una cellula di hezbollah (sciiti libanesi) legati allIran. Ritorniamo alla provincia nigeriana di Bauchi. Nel febbraio 2013 un gruppo di terroristi assalta un cantiere della Setraco, una societ Libanese (che coincidenza!). Lattacco si concluse in un sequestro e tra i rapiti anche un ingegnere italiano. Lepilogo della vicenda sar drammatico: lostaggio italiano viene giustiziato. Inusuale un rapimento con queste caratteristiche in Nigeria. Lattenzione e la responsabilit del grave gesto vengono attribuite in un primo momento proprio alla fazione di Boko Haram. Poche ore dopo la smentita. Ad aver organizzato loperazione un gruppo fino a quel momento sconosciuto denominato Ansaru. Sorgono immediati sospetti sulla credibilit della sedicente sigla: un depistaggio da parte di Boko Haram? I servizi segreti (di quali paesi?) hanno inventato una nuova fazione per coprire vecchie e nuove operazioni ombra? Prima di proseguire facciamo una precisazione sui servizi segreti. Servizi Segreti. Troppe persone ne parlano a sproposito. Partiamo, tanto per capirci, da una semplice considerazione: i servizi segreti sono tali perch di coloro che ne fanno parte si deve sapere poco o nulla. Siamo in grado, al massimo, di lavorare sui loro errori che possono far

emergere delle presunte operazioni. Anche in questo caso bisogna sempre stare attenti ai depistaggi, usati come degli strumenti di contro informazione. Un'altra opportunit per comprendere frammentarie manovre dei servizi segreti consiste nellindividuare e studiare gli anelli deboli della struttura : i politici e i tecnici che hanno a che fare con loro (viene alla mente le commissioni parlamentari di controllo o quelle ministeriali della difesa e degli interni). Se rimane complicato trattare di servizi possiamo immaginare gli ostacoli che troveremo di fronte allanalisi di quegli apparati considerati deviati. In pi occasioni vengono propinate al pubblico, principalmente per responsabilit dei mas media, informazioni fantasiose riguardanti i famigerati servizi deviati. Un gioco pericoloso che paradossalmente potrebbe essere usato anche dalla stessa intelligence. Essendo giornalisti dinchiesta non abbiamo nessuna intenzione di assecondare i nostri lettori perch ci che cinteressa la verit dei fatti, anche se fosse impopolare. Oggi di moda parlare male dei servizi segreti, a priori. Prima di esporre delle considerazioni bisognerebbe riflettere su un dato scomodo per le nostre democrazie: il mondo sporco e cattivo ma noi vogliamo viverci bene. Sono due aspetti inconciliabili, se non sintende forzare la mano o scendere a compromessi con la propria coscienza. Spesso occorrono mazzette da elargire in paesi dove la corruzione un sistema consolidato. Sono necessari accordi e in qualche caso estremo perfino omicidi. Occorre, in definitiva, sporcarsi le mani. Come pensate che abbiano operato i nostri servizi durante la rivolta libica del 2012? Immaginate la guerra strisciante fra le societ italiane (partner da sempre del governo libico), con quelle francesi che hanno fatto enormi pressioni su Sarkosy con lintento di destabilizzare lintera area solo per ribaltare una sfavorevole situazione commerciale. Non facciamo gli ipocriti! Se per linteresse nazionale gli apparati dei servizi segreti compiono azioni eticamente discutibili vanno frettolosamente marchiati come deviati? In verit i veri servizi deviati sono quelli che frappongono gli interessi personali dei singoli alla ragion di Stato. Purtroppo la storia italiana piena di questi casi, seppur meno di quanto si scritto o si voglia far credere. In talune circostanze sarebbe pi appropriato parlare di testate deviate, divenute sempre pi lo strumento di lobby potenti e prive di scrupoli. Identico ragionamento vale per alcuni filoni della magistratura. Traffico darmi. Non sempre viene fatta una distinzione netta tra il normale commercio darmi (quello legale) e il traffico darmi clandestino. Vizio, quello di confondere le acque, proprio di alcune organizzazioni non governative con la speranza di mettere in risalto i loro ideali screditando e rendendo dei mostri assetati di sangue (non che molti non lo siano, ben inteso) governi e altre strutture filo-statali. In una inchiesta giornalistica che si rispetti non possibile, al contrario, non mettere in chiaro le cose. Proprio sulla Nigeria riportiamo due casi che consideriamo essenziali per il prosieguo dellapprofondimento. Amnesty International denunci un massacro condotto dalle guardie di sicurezza nigeriane contro civili inermi. Fin qui tutto vero. Nello stesso comunicato viene

messo in risalto che gli uomini della sicurezza utilizzavano armi Beretta, nello specifico M12 e semiautomatiche. Tra le righe del comunicato si poteva leggere la parola Vergogna, rivolta allo stato Italiano e alla Beretta. Domanda: la Beretta ha fatto un azione immorale vendendo armi alla Nigeria? A un paese dove la guerra civile sta provocando migliaia di morti? Dipende. Legalmente no, poich ha fatto affari con uno stato riconosciuto dalla comunit mondiale. Eticamente bisognerebbe analizzare con cura le strategie e limportanza geopolitica della zona. Stanno, ad esempio, facendo bene gli Angloamericani a rifornire di armi i guerriglieri siriani contro Assad? E se i guerriglieri si dimostrassero, in un secondo momento, la mano armata di Alquaeda? Il confronto calza perfettamente anche con la questione nigeriana. Comprendiamo meglio il concetto se ci orientiamo verso il traffico darmi clandestino. Il traffico illegale pu avere lesclusiva finalit del guadagno, in tal caso non si da nessuna importanza alle attivit svolte dal acquirente. Il discorso assume tuttaltra valenza se nella partita darmi il mittente si propone anche uno scopo politico. Rifornire darmi una certa fazione serve per stabilizzare o destabilizzare una intera regione. Ritornando allesempio legato alla delicata situazione nigeriana: se riforniamo darmi il governo la nostra azione da considerarsi stabilizzante (la parola non implica automaticamente che porti a sviluppi positivi). Se, viceversa, rifornisco darmi i ribelli dovremmo annoverare questa azione come destabilizzante. Stabilizzante, in definitiva, quellazione o decisione intenzionata a non mutare lo status quo. In queste operazioni sono essenziali gli intermediari, spesso terze figure come imprenditori, uomini daffari, politici inseriti nella cos detta zona grigia. Ideale se lintermediario rappresentato da un personaggio influente che ha ottimi rapporti con i governi o le fazioni interessate.

Affari nel bel paese.


Imprevisti per un imprenditore. Per un imprenditore con affari in mezzo mondo non conveniente avere i riflettori puntati a dosso. Potrebbe non essere salutare per il business. La discrezione da sempre il metodo usato da Volpi: sotto il velo della riservatezza che limprenditore di Recco ha costruito il suo impero senza troppi ostacoli, una strategia vincente. Negli ultimi anni per il suo nome compare con una certa frequenza sui siti specializzati e su alcune testate, per questioni preoccupanti. Tramontata linfluenza di alcuni amici in terra ligure, come Gianpiero Fiorani a sua volta vicino al senatore Grillo, allex ministro Antonio Scajola oltre che allex presidente della Banca dItalia Antonio Fazio, il nostro imprenditore potrebbe aver perso molto del suo potere di penetrazione negli affari locali e nazionali. Soprattutto nei porti. Anche sul fronte del Vaticano i rapporti

sembrano sfilacciarsi. Con lavvento del nuovo pontefice Francesco, lo IOR (Istituto Opere Religiose), la banca delle banche ripresa pi volte dagli organi di controllo per operazioni opache collegate al riciclaggio di denaro, rischia un forte ridimensionamento. A pagarne le conseguenze i massimi vertici, primo fra tutti leminenza grigia della finanza vaticana: Tarciso Bertone, con cui Volpi in ottimi rapporti, tanto da prestargli il jet privato. Cronometrico il trasferimento delle sue societ sportive ai figli: nervosismo dovuto a certi cambiamenti? Una manovra preventiva per tutelare le societ da eventuali azioni disposte dal Federal Bureau of investigation? Sul fronte nigeriano le cose non vanno meglio. Un inquietante segnale di destabilizzazione il recente sequestro della nave Asso 21, del rapimento e delluccisione dellingegnere italiano e le minacce verso Intels. Si dice inoltre che il nostro uomo sia legato ai vertici massonici inglesi, in particolare alla figura di Astor Winston Norrish. Come noto la massoneria non ama essere al centro di potenziali scandali internazionali come quelli che potrebbero coinvolgere Volpi. Presupposti che possono preludere ad una emarginazione di mister Nigeria nei confronti della loggia? Sarebbe di certo una buona notizia per alcune societ petrolifere che hanno dovuto subire, in questi ultimi anni, un sospetto monopolio della Intels collegato al governo nigeriano.

Capitolo 3 - Genesi di una nuova federazione criminale. Rivoluzione Stagno


La Provincia del Silenzio.Faceva un caldo soffocante. Entro pochi giorni ci sarebbe stata la presentazione del mio libro La Provincia del Silenzio: un testo che intendeva denunciare il pericolo dinfiltrazioni mafiose in terra Apuana. Mi avevano accusato di aver esagerato creando inutile allarmismo. Il 18 agosto la conferma che forse non ero stato cos precipitoso, un giornale riporta un titolo: Mafia, confermate le ipotesi di Santi (La Nazione). Una tonnellata di cocaina scaricata nel porto di La Spezia fu successivamente sequestrata a Pallerone (Lunigiana, provincia di Massa-Carrara). Quando conobbi Sinatti lo coinvolsi subito nel progetto dinchiesta e decidemmo dinserire un approfondimento nel libro Trame di Potere. Ancora per non potevamo descrivere e ipotizzare delicati passaggi che adesso siamo in grado fare. Quello che state per leggere potrebbe essere lo scenario compiuto di questa vicenda.

Linizio. In una piccola cittadina (Pallerone) di una piccola provincia Toscana (Massa-Carrara), la Guardia di Finanza coordinata dalla Dda di Genova ha concluso uno dei sequestri di droga che pu annoverarsi fra i pi rilevanti (per quantit) in tutta Europa. Dopo il blitz, dellagosto del 2011, vanno dentro cinque persone tra cui il presunto capo della banda, Giordano Cargiolli. Qualche mese fa la conclusione del processo che ha visto lo stesso imputato condannato a scontare una pena a diciotto anni. Loperazione, denominata Caucedo (porto Domenicano da dove era partito il carico), ha messo in luce che la partita di droga proveniva dai cartelli colombiani. I sigilli scorpione e dama impressi nei panetti indicavano il cartello di Norte del Valle. Prima di attraccare definitivamente nel porto di La Spezia la nave contenente il carico aveva effettuato una strana rotta: proveniente dalla Repubblica Domenicana aveva fatto scalo in un primo momento in Spagna poi a Gioia Tauro, Napoli, La Spezia, nuovamente Gioia Tauro, Livorno, Genova e La Spezia. Proprio

questi scali anomali avevano messo in allerta la dogana e dato inizio alloperazione. Operazione che avrebbe potuto mettere in luce una realt ben pi complessa e inquietante e invece viene trascurata dagli inquirenti e sminuita dai media. A volte linchiesta giornalistica nasce proprio da una singola domanda. La nostra semplice: perch? La parola chiave di questo segmento dinchiesta potrebbe essere la seguente: sinergia tra ndrine. Il traffico di droga non organizzato dal solo Cargiolli e dalla sua banda? Potrebbe non essere cos, nel libro Trame di Potere abbiamo spiegato le motivazioni. Cerchiamo allora di formulare le domande correttamente e lanalisi di ulteriori eventi accaduti dopo il sequestro pu venirci utile. Nel dicembre 2011 la madre di Cargiolli, Georgetta Doxan denuncia alle Forze dellOrdine di essere stata sequestrata da malavitosi che avrebbero tentato di estorcerle la somma di un milione e duecentomila euro come risarcimento per lo sgarro fatto nei confronti di un certo zio. Coincidenza vuole che la stessa Doxan sia a sua volta inquisita per aver riciclato il denaro del figlio. Altro elemento da non trascurare: gli individui indicati da Doxan sono tre affiliati alla ndrangheta: Gennaro Alfano, Florindo Auricchio e Biagio Nasti. Dopo poco nellindagine subentrano i nomi dei mandanti: Antonio Stagno (boss della Brianza) e Carmine Buonaiuto (un ex affiliato al clan cammoristico di Quindici). La ndrangheta coinvolta nella partita di droga? Verosimile, basta ripercorrere la vicenda per capirlo. Cargiolli stato veramente il contatto diretto dei colombiani del cartello Norte del Valle per la partita di droga? Come avrebbe potuto, in tal caso, trovare il denaro necessario per garantire un simile carico? Il giovane imprenditore avrebbe avuto la rispettabilit necessaria per trattare con i colombiani e ottenere una tonnellata di cocaina? Non invece probabile che ci siano stati altri intermediari? (magari gi presenti in zona e anche nel nord Italia?). Se seguiamo il percorso, il nome di Piromalli da prendere in seria considerazione. La famiglia radicata addirittura in Spagna. casuale che Cargiolli e la maggior parte del suo gruppo siano residenti proprio in terra iberica? Non sarebbe opportuno verificare se Cargiolli ha avuto in Spagna dei contatti con componenti della ndrangheta? Proseguiamo con le supposizioni. Se, come sembra ormai evidente a tutti tranne che alla Procura, la ndrangheta ha messo le mani sulla partita di droga, preventivamente avr certamente organizzato incontri e supporti logistici e investito sul carico (ricordiamo che la ndrangheta gode piena fiducia dei cartelli colombiani). Dunque, la nave effettu una rotta anomala attraccando prima a Gioia Tauro e solo come ultimo scalo a La Spezia. Perch? Chi presente in quelle zone? Stando a fonti non divulgabili potrebbe proprio trattarsi degli stessi Piromalli nel caso di Gioia Tauro, mentre, per La Spezia, le ndrine Piromalli e i Marcian. Per Napoli? Ricordiamo che in associazione con Antonio Stagno troviamo Carmine Buonaiuto insediato in Campania. Dobbiamo proprio aggiungere qualcosa? Troppo scontato, meglio proseguire. A questo punto lentrata in scena di Antonio Stagno (referente dei Giamp in Brianza) e Carmine Buonaiuto diviene determinante soprattutto

dopo il fallimento delloperazione ed il maxisequestro da parte della Dda e G.D.F di Genova. Per quale motivo i picciotti dei due boss hanno cercato di estorcere denaro alla madre di Cargiolli? Secondo molti un fatto a se stante rispetto alla partita di droga, ma potrebbero esserci dei collegamenti precisi e inquietanti se si osserva da questa nuova prospettiva. Forse una risposta potremmo trovarla cercando di ricostruire il percorso finale che avrebbe dovuto fare la cocaina: da La Spezia a Pallerone (Massa-Carrara) per poi proseguire per la Germania e da li essere distribuita nel mercato del nord Europa. I Giamp sono presenti in Brianza e forse erano daccordo con i Piromalli per controllare il carico nel nord Italia (avendo messo una quota nella partita di droga?). In seguito Stagno viene scelto come uomo esperto in estorsioni, dopo che loperazione era andata male, per chiedere e ottenere un risarcimento dalla madre di Cargiolli. Questultimo forse considerato la causa dellinsuccesso? Non dimentichiamo, inoltre, che Stagno e Cargiolli si trovavano nello stesso carcere (per imputazioni diverse) e quindi lincarico da parte dellorganizzazione criminale era scontato che venisse attribuito allo stesso Stagno. La talpa. La storia non finisce qui, ma diviene pi complessa. Come riportato nel libro Trame di Potere, una volta sequestrata la cocaina le Forze dellOrdine ricevono una informativa che avvisa della concreta possibilit che alcune ndrine (organizzate e armate) avevano intenzione di riappropriarsi del carico essendo venute a conoscenza della sua precisa ubicazione (per fortuna che la ndrangheta non era coinvolta!). Brutto affare perch affaccia lipotesi di una (o pi talpe) nelle Procure o nelle Forze dellOrdine. Sar certamente un caso ma pare che di talpe nelle Procure Liguri ce ne siano effettivamente state. Altra coincidenza, il 5 novembre del 2012 Peppino Marcian, il presunto capo della ndrangheta di Ventimiglia (provincia di Imperia,) dopo una serie di conversazioni telefoniche e intercettazioni ambientali si dimostra perfettamente a conoscenza di diverse attivit investigative promosse dai magistrati. Sotto la lente dingrandimento un magistrato di Genova e un Finanziere (singolare che loperazione nasca dalla Dda di Genova e a condurla sia la Finanza). Marcian in stretti rapporti con i Piromalli: fu lui, dunque, a informare questultimi sullubicazione della droga? Nelloperazione Maglio 3, condotta dai Ros dei Carabinieri, furono arrestati tutti i presunti boss ndranghetisti operanti in Liguria. Una operazione che in apparenza sembrava risolutiva. Grande successo della Dda ligure, solo in apparenza. Un anno dopo il giudice decide di scarcerare tutti gli imputati: il fatto non sussiste. Risultato? Tutti fuori! La squadra della Dda ligure rimane sconcertata. Come mai gli inquirenti hanno sottovalutato una simile evenienza? A guidare le indagini lallora discusso capo della Dda di Genova Vincenzo Scolastico, lo stesso Pm che ha coordinato il sequestro della tonnellata di cocaina. La Casa della Legalit non usa mezzi termini nei confronti del magistrato riguardo soprattutto ad una operazione denominata Carioca

che vede imputato Antonio Fameli, a sua volta affiliato ai Piromalli. Fameli sarebbe stato, in definitiva, un elemento essenziale per riciclare il denaro sporco dei Piromalli. A proposito di negazionismo ed inefficienzapassiamo al savonese. Se quanto dichiarato da Scolastico vero (in nessuna delle indagini su Fotia, Fameli, Nucera sono emersi collegamenti con la ndrangheta o a fenomeni di tipo mafioso), allora bisogna chiudere Dia, Ros, Sco, Commissione Parlamentare Antimafia, Prefettura e persino la Procura Nazionale Antimafia. La Casa della Legalit continua nella sua dichiarazione che Fameli non sia legato alla ndrangheta una barzelletta. E poi Scolastico dovrebbe aver letto lordinanza di custodia cautelare per lOperazione Carioca..non ha notato che si parla chiaramente del ruolo di Fameli per conto dei Piromalli. Considerate queste circostanze, esistono presupposti che possono collegare le due Operazioni? Una parola e un nome: riciclaggio e Piromalli. Loperazione Carioca ha messo in luce un intricato meccanismo di riciclaggio che vede nei suoi componenti uomini strettamente legati alla ndrangheta ma anche professionisti: commercialisti e notai. Capo del gruppo Antonio Fameli. Se i Piromalli hanno organizzato traffici nel nord Italia (come la tonnellata di cocaina sequestrata a Pallerone), riciclavano utilizzando qualche soggetto immischiato nelloperazione Carioca? La Liguria ritorna centrale sia come snodo strategico che come base per riciclaggio. Dietro una grossa partita di droga, solitamente c una spedizione parallela darmi. Prendendo in seria considerazione il clan ndranghetista Piromalli e Giamp, specializzato proprio in simili attivit, potrebbe venire il dubbio che la partita di cocaina sequestrata sia in qualche modo legata ad un traffico darmi. La prima Holding. La partita di droga svela indirettamente probabili nuovi assetti di potere e alleanze nella ndrangheta del nord Italia? La tonnellata di cocaina potrebbe essere stata uno dei primi affari che hanno sancito una nuova alleanza fra ndrine? Una alleanza che metterebbe in luce un ulteriore rafforzamento dei gi potenti Piromalli ed una ascesa di Antonio Stagno, possibile braccio armato dellorganizzazione. Dopo loperazione Medusa, che ha visto 23 componenti della famiglia Giamp finire in carcere, sarebbe opportuno valutare se Stagno sia effettivamente divenuto il loro nuovo referente. In particolare dopo il pentimento di alcuni capi come Francesco e Giovanni Giamp, divenuti collaboratori di giustizia. Riassumendo, i nuovi assetti dellorganizzazione dominante nel nord Italia potrebbero essere rappresentati dalle seguenti famiglie: Piromalli,

Marcian, Giamp e unaaltra nota famiglia che vede come probabile capo lo zio menzionato dai picciotti di Stagno e Buonaiuto durante il sequestro della madre di Cargiolli. Braccio armato. Perch Antonio Stagno potrebbe essere divenuto una figura chiave? Al momento della consegna della partita di droga Stagno si trovava gi in carcere. Un impedimento di poco conto poich continuava indisturbato a dare disposizioni ai suoi picciotti anche da dentro, vedi lestorsione Doxan. Chi fece da staffetta tra il carcere e lesterno? Una donna? Come nel caso di altri boss legati ai Giamp. Stagno uomo pericoloso e imprevedibile, la sua ambizione segna la sua storia personale. Tutti coloro che hanno avuto a che fare con lui, o sono morti o si sono inaspettatamente e successivamente pentiti, cosa rara per la ndrangheta. Per quali motivi? Per proteggersi da un uomo che ordina ed esegue esecuzioni stile padrino? Per proteggersi dalluomo che sta divenendo il braccio armato della nuova alleanza fra famiglie? (anche se dietro le sbarre). Resta una vicenda tutta da chiarire. La seconda Holding. Dai nuovi scenari criminali possiamo dedurre con facilit che la ndrangheta st assumendo un nuovo volto. Un simile cambiamento non si manifesta immediatamente nella sua complessit e ci dovuto ad una analisi troppo rigida e accademica del fenomeno ndrangheta da parte degli addetti ai lavori. Una sorta di federazione criminale, o potremo anche definirla una nuova holding, rappresenta lesempio di come si trasformata il vecchio assetto mafioso. Indaghiamo dunque lorigine del cambiamento e cerchiamo di comprendere gli scenari futuri, anche se le informazioni in nostro possesso sono ancora limitate. La svolta dovrebbe essere avvenuta dopo alcune brillanti operazioni, ricordiamo fra tutte: la Crimine e Maglio1,2,3, che hanno svelato e sconvolto i vecchi assetti della ndrangheta, portando allarresto dei principali capi bastone. Un duro colpo ma lorganizzazione in questione ha da sempre la capacit di adattarsi ai cambiamenti per affrontare al meglio i fattori di criticit. Gli esponenti pi avveduti nelle maggiori famiglie hanno compreso la necessit di adottare una nuova strategia che ha portato ad un unione fra ndrine pi integrata, forte e competitivasul mercato dellillecito. Una holding, appunto, composta da ndrine complementari e con specializzazioni diverse fra loro, dove non esiste pi una differenza tra la madre Calabria e il resto dei locali (verrebbe in tal modo congelato il presunto conflitto tra chi intendeva rimanere fedele alla terra dorigine e coloro che invece intendevano mettersi in affari separatamente). La holding risulta lunico mezzo per gli ndranghetisti di rimanere temibili, presenti a livello nazionale e internazionale e credibili nei confronti di partner come i cartelli colombiani e messicani. Una formula, quella della holding, in grado di portare maggiore efficienza e stabilit nellorganizzazione. Le ndrine che non faranno parte, per svariati motivi, di questo sistema saranno

nel tempo destinate a diventare di terza importanza se non a scomparire. Il vecchio modello ormai superato. In questo capitolo abbiamo descritto la holding pi importante, quella rappresentata dai PiromalliGiamp- e una terza famiglia di cui (forse) fa parte lo zio (e chi sa quali altre ndrine non ancora identificate). Tuttavia, sembra che vi sia un'altra holding parallela e minoritaria, capeggiata dai Pesce. Mentre la prima stato possibile identificarla attraverso lanalisi del sequestro di una tonnellata di cocaina, la seconda possibile riscontrarla con loperazione Cicala. Partiamo da questa operazione per farci un idea sulla complessit del problema. Loperazione ha portato a 43 ordini di custodia e 39 arresti estendendo linteresse investigativo oltre il confine nazionale, in Spagna. Nel corso dellindagine si scoperto un imponente traffico di sostanze stupefacenti. Referente dellorganizzazione era Pasquale Cicala, esponente dei Pesce-Bellocco nel nord Italia. Se fosse confermato il teorema delle due holding di stampo ndranghetista (prevalentemente indirizzate al traffico di stupefacenti) allora bisognerebbe domandarsi quanto siano cambiati gli assetti della galassia criminale in Italia e allestero. Ad aver risentito di simili vicende dovrebbe essere principalmente il nostro paese, in particolare il nord Italia. Non solo: considerando che la ndrangheta lorganizzazione criminale pi radicata nel mondo, un rinnovamento di tale portata ha certamente influenzato gli assetti, i rapporti con le altre organizzazioni e le strategie allestero. Le due holding dovrebbero, in definitiva, aver rafforzato proprio per efficienza e versatilit la presenza della ndrangheta nel mondo. A non cambiare sono i nodi strategici, cio: Spagna, Colombia e Venezuela, come riscontrato anche dalle ultime operazioni. In questa complessa strategia necessario tenere in considerazione ulteriori elementi. Cerchiamo di esaminarli uno per uno ponendoci delle domande: 1 - Chi sono i referenti del braccio armato delle due Holding? Le nuove organizzazioni hanno gi compiuto i primi omicidi? 2 - La costituzione delle due holding ha ristabilito una pax ad interim nelle attuali faide? Oppure potr risultare un presupposto per una nuova guerra interna? Allo stato attuale sembra che esista una politica del rispetto fra le due holding. Lo possiamo riscontrare dalla convivenza nel porto di Gioia Tauro sul quale vale la pena soffermarsi per un attimo. Il porto in questione uno scalo basilare per entrambe (lo stato anche in passato per le ndrine classiche) e non certo un caso che ad averne il controllo siano i Piromalli da una parte e i Pesce dallaltra (le due famiglie divenute leader delle nuove organizzazioni) .

Le dinamiche proprie della stretta cointeressenza del Gangeri con una delle cosche di ndrangheta operanti nellarea territoriale cui riconducibile il porto di Gioia Tauro, ovvero quella dei Pesce, gi desumibili dallindagine Solare, trovano quindi ulteriore conferma (Pag 981 Ordinanza Crimine 3, fonte Guardia e Ladri). E ancora: induceva ancor pi ad ipotizzare un fattivo controllo nella gestione delle attivit doganali del porto di Gioia Tauro da parte del consorzio criminale Piromalli-Mol. 3 - Qual il contribuito della massoneria in questo nuovo assetto ndranghetista? Sul tema massoneria-servizi segreti deviati- mafia, si stanno scrivendo migliaia di pagine e non nostra intenzione affrontare largomento. Questi legami vanno comunque tenuti presenti in ambito locale (invitiamo a leggere Trame di Potere), dove professionisti e imprenditori iniziati alle logge intrattengono rapporti diretti o indiretti con possibili affiliati alla mafia. Siamo di fronte alla linea di demarcazione tra legalit e illegalit: la cos detta zona grigia, dove convivono rapporti fra professionisti e organizzazioni criminali. Lintercettazione dei Ros che vede Pantaleone Mancuso seriamente preoccupato del futuro, fa pensare: Loro parlano di ndrangheta quando la ndrangheta non esiste pi una volta, a Limbadi, a Nicotera, a Rosarno, a. cera la ndrangheta.. la ndrangheta fa parte della massoneria . 4 - Quale posizione hanno assunto rispetto alle due nuove organizzazioni i De Stefano, importante famiglia ndranghetista radicata da anni nel nord Italia? Domanda chiave poich i De Stefano sono in grado di sbilanciare il potere a vantaggio delluna piuttosto che dellaltra. Calabria- Roma- Milano. Tutto il mondo stava attendendo che un cardinale pronunciasse la fatidica frase Gaudium magnum, abemus Papam. Roma era ritornata per qualche giorno nuovamente caput mundi, il suo nome veniva pronunciato in continuazione nei Tg. Sar forse per questo che il mio collega Sinatti fece una considerazione appropriata: .di Roma cosa ne pensi? Praticamente non se ne sente mai parlare, strano. Lo guardai fisso per un istante, perch involontariamente mi aveva catapultato in un altra inchiesta che avevo portato avanti proprio a Roma: Effettivamente due organizzazioni di questa importanza sarebbe strano che non avessero preso in considerazione la capitale, non fossaltro per i palazzi della politica. La situazione romana talmente nebulosa da invitare le due holding ad insistere, anche pi di quello che hanno fatto nel passato, proprio per la mancanza di riferimento della criminalit locale

Cosa intendi? Mi chiese Francesco. Presi allora dallarchivio un fascicolo dove cera il resoconto di quanto avevo scritto per linchiesta del macellaio dellArdeatina e cominciai a leggerlo. Mala tempora. Negli ultimi anni nella capitale scoppiata una autentica guerra per il controllo dello spaccio e delle bische clandestine. Le parole chiave di questa losca vicenda sono: bande, calibro e freddato. Il 22 novembre 2011 in Viale del Sommergibile, proprio nel cuore popolare di Ostia, Francesco Antonino conosciuto come Sorcanera, muore dopo essere stato crivellato di colpi. In Via Forni lo stesso giorno un suo amico fa la stessa fine, Giovanni Galleoni detto Baficchio. I due omicidi fecero salire a quota trentatre i morti per mano del crimine organizzata dallinizio 2011. Un record che non si vedeva dai tempi della banda della Magliana. I cognomi di Antonino e Galleoni erano gi stati oggetto dattenzione da parte degli inquirenti nelle cronache del 2004, durante loperazione delle forze dellordine denominata Anco Marzi. I due, infatti, facevano parte della cos detta batteria degli invincibili capeggiata dal boss Emidio Salomone, morto in un agguato. La banda della Magliana rimane dattualit perch in verit non mai stata stroncata definitivamente. Sono rimasti attivi ancora i terminali della vecchia banda, ne un esempio il caso di Emidio Salomone e dei suoi due luogotenenti. Troppi capetti e troppi interessi hanno reso la Roma di oggi un campo di battaglia per il controllo, destabilizzando laccordo di tregua sancito anni addietro. In merito il sostituto Procuratore Antimafia di Tivoli, Luigi De Ficchi ha dichiarato: Oggi siamo di fronte a una situazione criminale completamente diversa da quella degli anni 80. A Roma non c il predominio di una banda sulla citt come avvenne allora. Ci troviamo piuttosto di fronte a una pluralit di gruppi che agiscono in modo particolarmente spregiudicato. A complicare ulteriormente il quadro nella capitale contribuisce il sopraggiungere incalzante delle mafie Italiane e straniere. Tali organizzazioni divengono elementi in grado di sovvertire la mappa criminale Romana. Assistiamo allora a scontri armati oppure ad alleanze dettate dalla paura o semplicemente dallinteresse. il caso della Mafia Cinese che si ritrova la Camorra come partner nel il traffico di merce contraffatta. Le due organizzazioni hanno realizzato un piano ingegnoso riguardo alla contraffazione: le merci vengono prodotte in Cina dove la manodopera praticamente a costo zero. In Italia giungono attraverso i paesi di Terzigno e San Giuseppe Vesuviano per finire allEsquilino e conseguentemente allintero mercato Romano. Una partnership estremamente redditizia. La Camorra, per, non si limita alle sole merci contraffatte. La ritroviamo, infatti, nel settore immobiliare. La ndrangheta non poteva mancare in questo consistente giro di affari. A fungere da spartiacque risultano le ndrine Alvaro, Palamara, Marcuso, Bonavota e infine quella dei Fiar radicati nel giro di stupefacenti, ristoranti e beni immobili. La

Mafia albanese, invece, entra in scena attraverso la prostituzione, ruolo assunto anche in altre parti del paese. Le sedi. Milano e Roma potremmo considerarle le sedi simboliche delle due nuovi holding. Certamente della prima. Proprio come per il paese, Milano rappresenta la sede economica. Roma la capitale legata alla politica, mentre la Calabria rimane il principale centro di reclutamento. Per quanto riguarda il capoluogo lombardo il processo dinfiltrazione e radicamento completato dopo anni di attivit illecita. La situazione appare assai grave a Roma, ma la partita potrebbe essere ancora aperta. Il vantaggio della prima holding guidata dai Piromalli evidenziato proprio da questo processo despansione: per la capitale sono il principale pericolo di matrice ndranghetista. I loro interessi stanno gi da alcuni anni coinvolgendo settori economici importanti quali commercio e ristorazione. Posseggono, inoltre, diverse propriet immobiliari e una buona rete di contatti. Contatti con politici romani? La famiglia Pesce, invece, sembrerebbe ancora in una fase embrionale anche se possibile che appoggino altre ndrine sul territorio. Proprio lUrbe potrebbe permetterci di fare alcune importanti considerazioni su come siano state strette le nuove alleanze, arrivando in questo modo al cuore stesso delle due holding. Una domanda conclusiva necessaria: perch alcune ndrine hanno deciso di schierarsi con luna piuttosto che con laltra organizzazione? In parte sono state scelte legate alla potenza e alla capacit delle singole ndrine e in parte a vecchie e nuove tensioni. Non detto che i tradizionali locali della Liguria (tanto per citare una regione toccata dalla nostra inchiesta fin dal libro Trame di Potere) siano entrati compattamente in una delle due. I Romeo e i Mol dovrebbero far parte della seconda, mentre i Marcian dImperia della prima. Lingresso dei Romeo nella seconda holding riscontrabile con loperazione Imelda. Coinvolti Antonio e Giuseppe Romeo che hanno collaborato strettamente con Antonio Ascone, socio di quel Bruno Pizzata inserito nelloperazione Cicala che avrebbe coinvolto la seconda organizzazione guidata dai Pesce. Altra traccia. Sarebbe scontato ritenere i Mol appartenenti alla prima holding uniti ai Piromalli. In realt non sembrerebbe. A Roma, infatti, accade qualcosa di imprevisto. Il 1 febbraio del 2008 lomicidio di Rocco Mol incrina il rapporto tra le due ndrine creando scontri e nuove alleanze.

Pozzi avvelenati
Dopo aver scritto due libri, il silenzio imbarazzato di alcuni politici locali si aggiunge al nervosismo mal celato di altri: Ma cosa state scrivendo? Corruzione? Mafia? La nostra provincia (Ms) capofila per insediamenti criminali in Toscana?

La nostra risposta sempre stata: Quello che accade allombra di una apparente normalit. La sufficienza di alcuni ambienti su questi argomenti stata smentita dai frequenti arresti degli ultimi mesi. Da queste terre dovremmo cominciare a combattere la presenza della mafia e della criminalit organizzata che molti ottusamente negano. Fra gli inquirenti ci sarebbero degli investigatori validi ma vengono puntualmente stoppati dai vertici distituzioni spesso prossimi al pensionamento. Allora? Avanti cos! Tra arresti a macchia di leopardo e il timore di guardare in faccia una scomoda realt. Diffidate di coloro che sostengono che la lotta alla mafia sia un fenomeno senza fine. Non vero! Sappiamo bene chi sono, cosa fanno e come lo fanno. Il problema in realt un altro: questi soggetti spesso sono coperti politicamente. Ad aggravare la situazione spesso procure inadeguate. Mentre ci sono magistrati degni di merito, per coraggio e professionalit, ne esistono altri il cui scopo archiviare. Le nostre inchieste partono sempre da presupposti locali per poi agganciarsi a filoni nazionali e internazionali che ci ripropongono sempre la solita domanda: come possibile che scandali, arresti e giri di corruzione non abbiano ancora fatto percepire che qualcosa in queste provincie non sotto controllo? Massa- Carrara, ad esempio, sono divenute il banco di prova per maneggi(nazionali e internazionali). Ecco perch puntiamo i riflettori su questa terra. Comuni che collezionano scandali di ogni tipo dovrebbero essere seriamente e costantemente monitorati dalla magistratura, invece si fa poco o nulla. Il metodo giusto per continuare ad avvelenare i pozzi.

Ringraziamenti
Si ringrazi lAvvocato Pier Paolo Rustighi per la consulenza legale fornita. ###

Gli autori.

Pier Paolo Santi. Giornalista pubblicista e direttore della RATIO Lrm, studio che si occupa principalmente della realizzazione di documentari, reportage e inchieste per la TV e testate giornalistiche. Si occupa da alcuni anni dinfiltrazioni mafiose, corruzione e cronaca nera. Per Eclettica Edizioni ha pubblicato "La Provincia del silenzio", Trame di potere.

Francesco Sinatti. Analista politico esperto in materia finanziaria. Ha scritto articoli sui pi eclatanti scandali riguardanti lattivit amministrativa degli ultimi anni nella provincia di MassaCarrara. lautore-ideatore della testata web, di contro informazione e servizio pubblico, "SOTTOINCHIESTA" che cura approfondimenti e commenti sulla politica locale e nazionale. Per Eclettica Edizioni ha pubblicato Trame di potere. ***

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