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CULTURA

il Giornale
Mercoled 10 febbraio 2010

IL GIORNO DEL RICORDO


Si moriva per una mela Memorie dal lager di Tito
Rossi Kobau fu prigioniero a Borovnica per due anni E racconta: Tutti sapevano delle foibe, nessuno parlava
Matteo Sacchi ionelloRossiKobau,classe 1926, abita in una bellacasamilanesevicinaai navigli.Nellosguardointenso, ma con un guizzo di ironia, gli resta laria delgiovanechefu,delsoldatoragazzinochesiarruoladiciassetteanni nel battaglione Benito Mussolini dei Bersaglieri della Rsi. S, Lionello Rossi Kobauha scelto di combattere dalla parte sbagliata, lohafattoinunetcheperdefinizione non ancora quella della ragionemaquelladelcuore,dellarabbia, a volte dellorgoglio. A tanti anni di distanza, seduto nel suo salotto dove lo costringono le sue anche malandate,quelladecisionelaracconta cos: Quando si parla dell8 settembree delle scelte che hanno fatto le persone non si ragiona mai a partiredailuoghi.IoeronatoevissutoaMonfalcone.EinVeneziaGiulia pi che scegliere tra unideologia o laltrasitrattavadiscegliereserestareitalianioaccettarelideadiunoccupazioneslava.Iohosceltodiessereitaliano,ilrestostataunaconseguenza... Questo lo scoprirono, dolorosamente,anchecolorochescelserodiesserepartigianimanonvolleropiegarsi allavolont di occupazione dei titini. E proprio questa sceltadiitalianithaportatoLionello Rossi Kobau a essere uno dei pochi testimoni superstiti degli atroci campidiconcentramentojugoslavi tra cui quello di Borovnica. Campi in cui finirono non solo i fascisti dellaRsi,nonsoloipoliziottioicarabinieri, ma anche civili, partigiani, chiunqueavesseuncognomeitaliano. Quellochecapitatoameetanti altri - spiega Rossi Kobau - io lho messosubitoperiscritto.Ognivolta che trovavo un pezzo di carta prendevo appunti. Ma poi per anni non ho avuto nemmeno il coraggio di pensarci.Hotrasformatotuttoinun librosolonel2001(PrigionierodiTito 1945-1946, Mursia, euro 12,40, ndr).Primainpochiavrebberoavuto voglia di ascoltare la mia storia. E del resto tornare a pensarci mi ha prodottounagrandesofferenza,anchioperannihopreferitononguardare indietro.... E ascoltando il suo racconto questo desiderio appare pi che comprensibile.Ilmiobattaglionesiarreso ai titini il 30 aprile del 1945. Ci avevano promesso lonore delle armi e un rapido rientro in patria. Noi ci abbiamo creduto: avevamo operato nella valle del Baccia, dove con la popolazione slovena avevamo stabilitorapportipichecordialinonostante la necessit di scontrarci conipartigianichespessoeranoloroparenti.Magiil3maggioabbiamocapitodiessercisbagliati.CihannoportatoaTolmino,dovesonoiniziatidegliinterrogatoribrutali.Quello che potevi fare era solo cercare di sceglierelafilacheportavaallastanza da cui sentivi urlare di meno... Cercavano di farci confessare qualcosa,qualsiasicosa...Manonerano gli sloveni con cui avevamo avuto a che fare a comportarsi cos. Anzi, molte persone vennero dalla Valle del Baccia a portarci da mangiare. Mancandodelleaccusediqualsiasi tipoipartigianivenutidafuoridovettero inventarsi qualcosa, qualsiasi cosa.Ecosucciseroacaso,portaronovia89dinoi.Inparteliimpiccarono, in parte li buttarono in una foiba, la fecero saltare con loro dentro.... Ma anche per i superstiti ini-

zi unodissea tremenda. Fummo portati al campo di Borovnica e lasciatimoriredifame.Inpochigiorni mangiammo tutta lerba... Quando nelcampononcifupinientediverde qualcuno inizi ad allungare le mani fuori dal recinto, i ragazzini che stavano sulle torrette gli sparavanoaddosso...Eanoitoccavaprendere i cadaveri e buttarli nelle latrine o nei canali vicini al campo.... E segliabitantidiBorovnica,impietositi, cercavano di aiutare gli italiani, questo a volte era pi un male che unbene:Cisonomieicompagnidi prigioniachesonostatiappesialpaloconilfilospinatoperchsonostatitrovaticonunamela.Edopooredi tortura sono stati fucilati. Di alcuni ricordo i nomi: Fernando Ricchetti, Giuseppe Span... Di altri no, come un civile a cui venne spezzata la schiena.... Questa feroce macelleria con alti e bassi dura, per chi sopravviveenonvienerimpatriatoprima,sinoal1946.Eloribadisco:per finireinquesticampibastavaessere italiani,hoincontratolancheunragazzo ebreo che si chiamava Davide e che aveva la sfortuna di parlare italiano. Ho incrociato anche partigiani della Garibaldi buttati l con noi, uno che si chiamava Mario mi

glialleatipersalvaremoltidallamorte per fame... Gli jugoslavi non avevano quasi pi nulla e quel poco nonlodavanocertoanoi...Tuttipereranotroppoimpegnatiasuonare il violino a Tito per staccarlo da Stalin.DevoanchedirecheaBorovnica cera un commissario politico che si chiamava Anton Markovic e veniva da Dobrovo. Contest molti dei soprusi che subivamo, litig furiosamente con i comandanti del campomavenne ignoratosistema-

RITORNO Il superstite col figlio Paolo, il noto comico, ha cercato di recuperare i corpi
ticamente. Fu comunque uno dei pochi che cerc di far qualcosa.... Macisonoancheeventipirecenti che fanno soffrire questo reduce da unesperienza cos terribile. Ritrovare i corpi dei morti nel campo do Borovnica quasi impossibile. I bersagliericheinvecevennerouccisieinfoibati vicinoa Tolminoquelli sarebbe possibile ritrovarli. Ci provo dal 2006 anche grazie allaiuto di alcuniabitanti.Maleautoritslovene danno un aiuto formale e molto poco sostanziale. Si limitano a dire: voi diteci dove scavare e noi scaviamo.QuantoalCommissariatogeneraleitalianoperleonoranzeaicaduti di guerra, i suoi vertici cambiano spesso e questo rende il lavoro discontinuoesinoaorainfruttuoso.E iodivento sempre pi vecchioe pi stanco... Nel 2008 mi sono fatto accompagnare a Tolmino da mio figlio (il noto comico Paolo Rossi, ndr). Abbiamo idee politiche diverse,mainquestavicendamihasempre aiutato. Quando ha visto il paesemihadetto:Quipienodituristi chevannoapesca,sembralaSvizzera, non credo vogliano ricordare quelpassato,nonlovoglionouncippo.Forsenemmenoperiloro....Temo avesse ragione, anche se io non voglio arrendermi.

GROTTE Ottantanove militari sono scomparsi in un buco del terreno distrutto con lesplosivo
diceva:Matiparegiustochesiaqui con te che la guerra lhai persa?. Io nonsapevocosadirgli,aquelpunto eravamo tutti solo poveri italiani. Spero si sia salvato. E la cosa pi grave, secondo LionelloRossiKobau,chediquei prigionieri non importava nulla a nessuno: In Italia si sapeva, sia per le testimonianze di alcuni dei primi che tornarono sia per le denunce delvescovodiTrieste...Sarebbebastato mandare del cibo per maiali e unpodi pressionediplomaticade-

LINTERVISTA NIDIA CERNECCA

Gli slavi giocarono a palla con la testa di mio padre


Maria Paola Gianni

li slavi torturarono a morte mio padre. Noncontenti,lodecapitarono per estrargli due denti doro. E poi, per sfregio, con la sua testa ci giocarono a palla, sui binari del treno. La sua colpa? Era italiano. A parlare Nidia Cernecca, esule istriana, vedova e madre di tre figli. Oggi vive a Verona. Nacque a Gimino dIstria nel 1936. Nel 1943 suo padre Giuseppe, semplice impiegato comunale, venne arrestato e, dopo un processo-farsa, fu torturato e ucciso dai miliziani comunisti italiani e slavi. Luomo venne decapitato e con la sua testa fu giocata una macabra partita di pallone. In quel maledetto settembre1943,mesefataleperle sortidellItalia,vigeva il machiavellicodisegno espansionista di Tito, che identificava tutto ci che era italiano con il Fascismo, riuscendo cos ad unireicomunistislaviconquelliitaliani. Allora Nidia Cernecca aveva

Ferocia Era innocente ma fu lapidato senza alcuna piet

solo sette anni. Eppure il ricordo di quelle atrocit inferte a suo padre scolpito nella sua mente, come un chiodo che le trafigge il cuore, ogni attimo. In questi giorni, in coincidenza delle celebrazioni del Ricordodeimartiridelle foibee deldramma degli esuli, Cernecca sta girandoin lungo e in largo lItalia, conGi-

gi DAgostini, ricercatore storico ed esule da Capodistria, tra convegni e incontri nelle scuole, per la verit storica e contro la mistificazione, spiega lei. Che aggiunge: Mi sento una combattente, ma vorrei tanto diventare una reduce. Vorrebbe dire che la mia guerra contro la falsificazionestoricasarebbefinita.Lovo-

Odio Intimidazioni e violenze continuarono dopo la guerra

RICORDO Nidia Cernecca al Quirinale l8 febbraio 2006

lesse il Cielo. Io, intanto, non mi arrendo. Quella di Nidia Cernecca una missione di verit. presidente dell'associazionenazionaledeicongiunti dei deportati italiani in Jugoslavia infoibati, scomparsi e uccisi. Un nome lunghissimo, che ci tiene per a specificare, integralmente. Per maggiori informazioni, anche sui tre libri da lei scritti, basta visitare il sito www.nidiacernecca.it. HaavutounrisarcimentodalloStato Italiano? Lelemosina, come tutti. Non saprei quantificarlo. Ad esempio, per le tre attivit dei miei nonni materni,mortiesuli,ioemiasorellaabbiamo avuto 750mila lire a testa. Prospettive future? Scusi, ma lei cos mi provoca. Proprio in questi giorni si parla di far entrare la Croazia in Europa. Davverounbelregaloper farcelebrare a noi esuli la Giornata della Memoria, fissata per il 10 febbraio. Ma,dico,non si potevaalmenoavere la delicatezza di scegliere un al-

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