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Richiesta di Contributo anno 2013 FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI PISTOIA E PESCIA

PROGETTO APPROCCI INNOVATIVI NELLA SELEZIONE DI CULTIVAR DI CASTANEA SATIVA TOLLERANTI AL DRYOCOSMUS KURIPHILUS NEL COMPRENSORIO PISTOIESE

PROPONENTE PROVINCIA DI PISTOIA

PARTECIPANTI Universit degli Studi di Firenze Dipartimento di Scienze delle Produzioni Agroalimentari e dell'Ambiente Piazzale delle Cascine 18 50144 FIRENZE Sezione di Patologia Vegetale ed Entomologia Dr.ssa Tiziana Panzavolta Referente per il progetto Prof. Riziero Tiberi e Dr.ssa Stefania Tegli Referenti per l'Unit Operativa 1 Sezione di Colture Arboree Dr. Edgardo Giordani Referente per l'Unit Operativa 2 Sezione di Genetica Agraria Prof. Alessandro Camussi Referente per l'Unit Operativa 3

Relazione tecnico-scientifica e dei benefici per la popolazione e per il territorio, Fasi del Progetto e Curriculum vitae dei partecipanti

Approcci innovativi nella selezione di cultivar di Castanea sativa tolleranti al Dryocosmus kuriphilus nel comprensorio pistoiese

1. Attivit svolta e scopo istituzionale Il Dipartimento di Scienze delle Produzioni Agroalimentari e dellAmbiente (DISPAA) referente dei seguenti corsi di laurea triennali: Scienze Agrarie, Scienze Vivaistiche e Scienze Faunistiche; e delle seguenti lauree magistrali Scienze e Tecnologie Agrarie, Sviluppo Rurale, Scienze e Gestione delle Risorse Faunistiche e Tropical Rural Development. Il Dipartimento e' sede amministrativa della Scuola di Agraria, dei Dottorati di Ricerca in Scienze Agrarie e Ambientali e Scienze e Tecnologie Vegetali, Microbiologiche e Genetiche, come anche del Master Geomatics and Natural Resources Evaluation. L'attivit scientifica del Dipartimento riguarda: la biologia, fisiologia, propagazione e caratterizzazione delle specie arboree e arbustive d'interesse agrario; le performance produttive e riproduttive ed il miglioramento genetico degli animali in produzione zootecnica; la conservazione, diffusione e valorizzazione del germoplasma animale autoctono; le biotecnologie applicate alle produzioni animali; la nutrizione animale e la valutazione degli alimenti zootecnici; lallevamento e la gestione degli animali in produzione zootecnica e della fauna selvatica e loro interazioni con il territorio; lacquacoltura e la gestione dellittiofauna; il benessere animale; la caratterizzazione, valutazione e tracciabilit dei prodotti animali freschi e trasformati; lapicoltura; la messa a punto di metodi diagnostici anche con approcci molecolari; gli aspetti epidemiologici dei parassiti delle piante e la diffusione di specie aliene, in rapporto alle variazioni climatiche; le interazioni biochimiche e molecolari pianta-patogeno-agente di danno; la messa a punto di mezzi e strategie di lotta nel rispetto dell'ambiente, della biodiversit, della salute dell'uomo e degli animali; la progettazione, gestione sostenibile e valutazione di sistemi colturali a fini produttivi alimentari e non alimentari, ornamentali, ricreativi, ecologici anche in unottica di recupero ambientale ed anche con sistemi senza suolo; i fattori ecologici e antropici che agiscono sul sistema suolo-pianta-atmosfera, e le loro relazioni con gli aspetti quantitativi e qualitativi delle produzioni agrarie e con la salvaguardia e la valorizzazione delle risorse naturali; lagronomia e lagrometeorologia, la biologia e la gestione della vegetazione infestante; la produzione delle sementi e la propagazione; gli strumenti statistico-matematici per la sperimentazione agronomica e la modellazione dellagroecosistema; la biologia e biotecnologia dei microrganismi fotosintetici; biotecnologie microbiche per la protezione dell'ambiente e per la produzione di energie e di metaboliti primari e secondari; ecologia e biodiversit microbica; microbiologia del suolo; monitoraggio e tipizzazione di microrganismi di interesse agrario ed ambientale; la funzionalit

chimica/biochimica del sistema suolo-pianta in risposta alle diverse pratiche agronomiche e forestali, ai fenomeni di inquinamento chimico e genetico ed ai cambiamenti climatici, al suo ruolo nella produttivit dellambiente agrario ed al funzionamento degli ecosistemi forestali e nella protezione dellambiente anche in funzione della promozione della qualit della vita; la dinamica evolutiva, la capacit duso e lattivit produttiva del suolo; la capacit del suolo di immagazzinare carbonio; lo studio della biodiversit e della sua conservazione, del funzionamento degli ecosistemi forestali soprattutto in risposta ai cambiamenti climatici; lo studio della struttura, delle funzioni, dell'espressione e dell'ereditariet di geni in specie vegetali di interesse agrario e forestale, anche in relazione alla distribuzione e alla dinamica dei polimorfismi nelle popolazioni costituenti risorse genetiche ed alle relative interazioni ambientali. Particolare interesse rivolto anche ai metodi biometrici, statistici e numerici per l'analisi di caratteri complessi e di polimorfismi molecolari, con particolare riguardo al miglioramento delle specie di interesse economico. Lo scopo istituzionale del Dipartimento lo sviluppo della conoscenza scientifica nei settori gi menzionati e la formazione di laureati nellambito dei corsi di laurea di cui referente. Il gruppo di ricerca che propone lindagine sulle preferenze varietali del Cinipide del castagno in possesso di esperienze nellambito delle problematiche connesse alle perdite di produzioni del settore alimentare considerate marginali in quanto non prioritarie per i profitti aziendali, ma che possono venire individuati in maniera pi efficace come produzioni di sostegno o integrative per gli agricoltori che operano in queste aree di ecotono tra i sistemi agrari e quelli forestali. Esperienze in tal senso sono gi state svolte per un altro insetto spermofago introdotto, vale a dire la Cimice americana delle conifere, allo scopo di accertare le perdite di produzione di pinoli (Pino domestico) che in questultimo decennio ha praticamente azzerato il contributo di questo prodotto nella filiera alimentare italiana ed europea. Dal 2008, anno di prima segnalazione ufficiale del Cinipide in Toscana, lunit proponente si interessata alla verifica della diffusione e del comportamento del Cinipide nella nostra regione e nellambito di questa attivit ha svolto unindagine preliminare in un castagneto ubicato a Castelpoggio (Provincia di Massa) sulla differente entit delle infestazioni su tre cultivar indigene di Castanea sativa. I risultati di questo studio costituiscono la base culturale e operativa su cui verr articolato il progetto pilota che verr proposto.

2. OGGETTO DEL PROGETTO Individuazione di cultivar poco suscettibili o tolleranti agli attacchi del Cinipide galligeno del castagno (Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu; Hymenoptera, Cinipidae) e loro caratterizzazione morfologica e genetica. I risultati di questi studi rappresentano la base nozionistica e scientifica da

considerare nel fornire indicazioni ai castanicoltori nella fase della programmazione di nuovi impianti di castagno coltivati per la produzione di castagne di pregio. L'indagine che si propone verr effettuata in un castagneto rappresentativo delle caratteristiche generali del comprensorio geografico della Val dOrsigna (Pistoia), dove la coltivazione del castagno ha una lunga tradizione e rilevanza socio-economica. Purtroppo, questo patrimonio, gi messo a rischio dallabbandono delle zone di collina e montagna e da alcune patologie (Cancro del castagno, ad esempio), rischia di essere compromesso dalla diffusione dellennesima avversit di importazione, un insetto, il Cinipide galligeno del castagno o Vespetta cinese, che attacca le piante, riducendone drasticamente la vitalit e la produzione dei frutti fino a pregiudicane la stessa sopravvivenza. Nel territorio pistoiese gi nel 2008 sono stati riscontrati i primi focolai di infestazione di questo temuto insetto il cui progressivo incremento demografico andrebbe certamente ad intaccare le potenzialit economiche della castanicoltura locale. Lo scopo di questo progetto, di durata biennale, la definizione di un adeguato protocollo di gestione del settore castanicolo in considerazione delle problematiche fitosanitarie e agronomiche connesse alla comparsa ed affermazione nei nuovi ambienti del Cinipide. Pertanto tale proposta pu essere considerata come una innovativa risposta all'esigenza di valorizzazione e salvaguardia della filiera produttiva del castagno nel territorio pistoiese e i risultati di questa indagine saranno quindi funzionali al miglioramento di questo settore importante sia sotto il profilo economico sia culturale e sociale.

3. Stato dellarte Il castagno ampiamente diffuso in Italia e nelle altre regioni del bacino del Mediterraneo, come pianta forestale e da frutto. Il suo legame con le popolazioni montane sempre stato profondo nonostante si siano verificati notevoli cambiamenti che hanno favorito il miglioramento delle condizioni sociali ed economiche delle persone e di conseguenza il progressivo abbandono delle zone montane e, quindi per i castagneti si aperta una lunga crisi che ha riguardato in particolare la gestione di tali soprassuoli arborei. Tuttavia in questi ultimi decenni si sta assistendo ad un rinnovato interesse per la castanicoltura motivato dalla richiesta da parte del mercato di frutti di maggior pregio e di legname da opera. In tal modo il ruolo del castagno nelleconomia montana si rivalutato, tanto che pu essere considerato come specie arborea multifunzionale, capace cio di assicurare pi prodotti (frutti e legname), di contribuire alla conservazione e valorizzazione del paesaggio e pertanto di assolvere anche la funzione turistico ricreativa, oltre che essere una

fondamentale risorsa nellambito della catena alimentare di svariati invertebrati (soprattutto insetti) e vertebrati (uccelli e mammiferi). Inoltre si ricorda limportanza economica ed ecologica del castagno per la produzione di beni secondari quali il miele o la farina di castagne. Tutto ci contribuisce allincremento della richiesta di piante ed al rinnovato interesse da parte dei vivaisti nella commercializzazione di questa pianta finalizzata alla costituzione di nuovi impianti. Sotto il profilo fitosanitario fino alla met del secolo scorso non si registravano sulla latifoglia particolari parassiti animali in grado di deprimerne la vigoria, mentre erano gi note entit spermocarpofaghe per le loro ricorrenti infestazioni a carico degli organi produttivi e quindi dei frutti. Lintensa attivit di questi fitofagi spesso era tale da far assumere ad essi il ruolo di competitori delluomo per lutilizzazione di questo prodotto. Il quadro si purtroppo complicato con la comparsa di un imenottero esotico, noto come Cinipide del castagno, che nel 2002 stato introdotto in Europa e segnalato per il continente a Cuneo (Piemonte) su materiale di propagazione proveniente dallEstremo Oriente; rapidamente il galligeno si diffuso lungo tutta la Penisola, probabilmente attraverso il commercio delle piantine prodotte in Piemonte. Dryocosmus kuriphilus un galligeno originario della Cina diventato, dagli anni '40 ad oggi, uno dei principali insetti dannosi alle varie entit afferenti al genere Castanea. Esso si diffuso durante il secolo scorso prima in Giappone e successivamente in Corea e Stati Uniti. Nel 2002, come riferito, stato segnalato anche per lEuropa (Brussino et al., 2002); successivamente stato riscontrato in Slovenia (Seljak, 2006) e in Francia (EPPO, 2007). Attualmente presente in buona parte della Penisola italiana (Graziosi e Santi, 2008). In tutte le regioni di nuova colonizzazione, il cinipide si diffuso molto rapidamente fino a diventare la maggiore causa di deperimento vegetativo dei castagneti e di perdita di produzione di castagne. Le sue infestazioni possono infatti determinare forti riduzioni di accrescimento, di fruttificazione e, in casi estremi, la morte della pianta stessa (Cho e Lee, 1963). Molti studi sono stati effettuati per individuare efficaci metodi di controllo del fitofago, ma in genere con scarsi risultati. Non tutte le specie e, in esse, le variet come risulta da studi svolti in Giappone i cui risultati hanno evidenziato una diversa suscettibilit al fitofago. Infatti stato dimostrato che quelle tolleranti, oltre ad essere meno attrattive per le femmine ovideponenti, inducono anche una pi alta mortalit larvale del cinipide (Shimura, 1972). Sempre in Giappone numerosi test sono stati effettuati per identificare individui di castagno tolleranti agli attacchi del Dryocosmus e sono state selezionate 4 cultivar: Tsukuba, Tanzawa, Ibuki, e Ishizuchi che sono state successivamente immesse sul mercato (Shimura, 1972). Anche in Italia sono stati avviati i primi studi per individuare le cultivar di C. sativa meno

suscettibili ai danni del galligeno e dai primi risultati di queste indagini emerso che, nonostante tutte le 21 cultivar italiane prese in esame siano sensibili allattacco del cinipide, esistono differenze nella sintomatologia e nella attrazione esercitata nei confronti delle femmine ovideponenti (Botta et al., 2005). Altri studi su cultivar di castagno toscane hanno messo in evidenza una minore livello di attacco sulla cultivar Carpinese rispetto ad altre coltivate nella zona di Carrara (Tiberi et al., 2009). Alla luce di questi risultati sembra opportuno condurre, a livello multidisciplinare, questa indagine sulle preferenze varietali del Cinipide, individuando nelle aree castanicole di maggiore importanza del comprensorio geografico della Val dOrsigna (Montagna Pistoiese), gli individui meno sensibili agli attacchi del galligeno; in questi ambienti sono presenti le cultivar da frutto pi pregiate, quali Pastinese, Carrarese (= Carpinese) e Ceppe.

3.1 Bibliografia Brussino G., Bosio G., Baudino M., Giordano R., Ramello F., Melika G., 2002. A dangerous exotic insect threatening European chestnut. Informatore Agrario, 58 (37): 59-61. Cho D.Y., Lee S.O., 1963. Ecological studies on the chestnut gall wasp, Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu, and observations of the damage caused to the tree by this insect. Korean Journal of Plant Protection, 2: 4754. EPPO, 2007. Dryocosmus kuriphilus found in the south of France (Alpes Maritimes). EPPO Reporting Service - Pests & Diseases, 5 (086): 2. [online] URL: http://archives.eppo.org/ Graziosi I., Santi F., 2008. Chestnut gall wasp (Dryocosmus kuriphilus): spreading in Italy and new records in Bologna province. Bulletin of Insectology 61 (2): 343-348. Seljak G., 2006. Chestnut gall wasp - Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu. Report Phytosanitary Administration of the Republic of Slovenia. [online] URL: http://www.furs.si/ Shimura I., 1972. Studies on the breeding of chestnut, Castanea spp. II. Parasitic variation in the chestnut gall wasp, Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu. Bulletin of the Horticultural Research Station A11: 1-13.

4. Descrizione del progetto da realizzare Il castagno riveste un ruolo fondamentale su tutto il territorio montano e pedemontano nazionale sia come elemento del paesaggio forestale, sia come specie da frutto. La castanicoltura da frutto stata

oggetto di un notevole rilancio negli ultimi venti anni con la conseguente ricerca di cultivar dotate di caratteristiche di pregio, riguardo i frutti, e di svariate utilizzazione degli assortimenti legnosi: paleria, edilizia e anche buone performance nellindustria del mobilio. Tutto questo ha portato ad un incremento della richiesta di piante e ad un maggiore interesse da parte dei vivaisti nella diffusione di questa coltura. Recentemente, lintroduzione in Italia di materiale di propagazione di castagno proveniente dallAsia orientale ha causato la comparsa e la successiva diffusione su tutto il territorio nazionale del Cinipide galligeno. Il castagno europeo ha mostrato fin dallinizio sensibilit allinsetto sopportando livelli di infestazione anche molto alti. Si osservata, tuttavia, una certa variabilit nellintensit degli attacchi a seconda della cultivar. Questa ricerca, a carattere multidisciplinare, prevede la partecipazione di tre gruppi di lavoro (UU.OO.) con specifiche competenze nel campo della difesa fitosanitaria e delle analisi molecolari (U.O.1; referenti Prof. Riziero Tiberi e Dr.ssa Stefania Tegli), dell'arboricoltura (U.O.2; referente Dr. Edgardo Giordani) e della genetica agraria (U.O.3; referente Prof. Alessandro Camussi).

4.1 Indagini fitosanitarie (U.O.1): lindividuazione delle piante di castagno che manifestano risposte di tolleranza nei confronti del Cinipide sar svolta mediante sopralluoghi in campo osservazioni in laboratorio su campioni di organi vegetali (getti, foglie e infiorescenze) prelevati in natura. Nel primo anno dello studio sono previsti, tra la primavera e lautunno, sopralluoghi nell'area prescelta per lo studio, allo scopo di individuare esemplari di castagno con un grado di infestazione palesemente inferiore rispetto ad altri presenti nella stessa area. In particolare previsto un sopralluogo preliminare, in collaborazione con i ricercatori della U.O.2, per verificare la distribuzione delle piante sul territorio, la loro et e il loro stato vegetativo, le caratteristiche stazionali dove vegetano e, quindi, individuare un'area omogenea per caratteristiche fisiche e biotiche, rappresentativa della realt castanicola della Val d'Orsigna. In questa area verranno individuati e georeferenziati 24 esemplari di castagno appartenenti a cultivar diverse (almeno 3 tra le pi diffuse nel comprensorio): per ogni cultivar saranno considerati 8 individui, di cui 4 pi attaccati e 4 meno attaccati. Su queste piante verranno effettuati rilievi di carattere botanicoagronomico e, al tempo stesso, fitosanitario. Dagli esemplari di ciascuna delle tre cultivar verranno prelevati 8 rami ad altezze diverse della chioma che verranno poi esaminati pi nel dettaglio in laboratorio per verificare l'entit dell'attacco del galligeno considerando i seguenti parametri: a) presenza di uova nelle gemme dei primi tre getti dellanno a partire dallapice del ramo stesso; questa scelta legata alla preferenza delle femmine

del Cinipide ad ovideporre sulle gemme apicali dei rametti (Panzavolta et al., 2012); b) conteggio, per ciascuno dei tre rametti, delle galle presenti; c) rilievo del numero di celle di ogni galla e il loro contenuto. Sulle stesse piante il campionamento verr effettuato anche il secondo anno dello studio con le stesse modalit. Da tutte le piante oggetto della prova verranno prelevati campioni di vari organi vegetali da destinare alle analisi morfologiche (U.O.2) e per la caratterizzazione genetica e molecolare di ciascuna pianta (U.O.3 e U.O.1). I dati acquisiti nel corso dei suddetti rilievi di campo e di laboratorio saranno analizzati dal punto di vista statistico attraverso la medesima analisi indicata dai ricercatori della U.O.2. 4.2 Indagini morfologiche (U.O.2): tutte le piante individuate per lo studio, facendo riferimento all'entit dell'infestazione su esse riscontrata, oltre ad essere georeferenziate, verranno opportunamente contrassegnate, documentate fotograficamente e quindi sottoposte ad una prima caratterizzazione semplificata. Per ciascuna pianta sar realizzata una scheda nella quale verr riportata una foto della pianta intera, corredata con i particolari del tronco, foglie, fiori e frutti. La caratterizzazione semplificata terr in considerazioni i principali caratteri dellalbero, ossia vigoria, habitus, dimensioni (altezza e larghezza). Saranno inoltre predisposte delle schede agro-bio-pomologiche che terranno conto dei pi accreditati caratteri descrittivi del castagno (Bellini et al., 2007). Tali schede saranno impiegate per una successiva caratterizzazione morfologica dettagliata delle 24 piante che saranno risultate interessanti per la loro maggiore o minore suscettibilit nei confronti dell'insetto galligeno. Tale materiale sar anche impiegato dai genetisti per la caratterizzazione genetica e molecolare (U.O.3). Le variabili biometriche in esame sono riportate in tabella 1. I rilievi da valutare soggettivamente, anche mediante scala di punteggio arbitrario, sono riportati in tabella 2. Saranno rilevate le date di germogliamento, di fioritura e di maturazione dei frutti. In totale saranno rilevati e studiati 39 caratteri biometrici (11 sullinfiorescenza, 11 sulla foglia, e 17 sul frutto) e 69 caratteri qualitativi (8 sulla pianta, 15 sullinfiorescenza, 11 sulla foglia, 7 sul riccio e 28 sul frutto).

Tab. 1 Principali descrittori biometrici Infiorescenze maschili (amenti): numero di amenti per germoglio; numero dei glomeruli, lunghezza e larghezza; numero di fiori femminili per amento Fiori femminili: numero e lunghezza degli stili; altezza e larghezza Foglie: lunghezza (incluso il picciolo) e larghezza della lamina fogliare; colore (L, a, b) della pagina superiore e inferiore; lunghezza e spessore del picciolo Ricci: numero di valve durante la deiscenza, numero di frutti per riccio Frutti (acheni): peso, larghezza, altezza; spessore e lunghezza della torcia; altezza e larghezza della cicatrice ilare; volume; colore (L, a, b) del pericarpo, dellepisperma e della polpa; frequenza dei frutti poliembrionici; persistenza degli stili

Tab. 2 Principali caratteri qualitativi Albero: vigoria, habitus, dimensioni (altezza e larghezza); scalarit di maturazione; entit e costanza nella produzione di frutti, epoca di maturazione Infiorescenze maschili (amenti): epoca di inizio fioritura, entit e durata della fioritura; appariscenza e sviluppo; produzione di polline. Fiori femminili: epoca di inizio fioritura; colore, disposizione, posizione e superficie del fiore Foglie: forma, simmetria della foglia e del picciolo; forma dellapice e forma della base del lembo; incisione del margine; profondit dei seni; presenza del filamento Ricci: grandezza, forma, rigidit, densit degli aculei Frutti: dimensione e lunghezza della torcia e densit di peli su questa; forma del frutto; colore dellilo e il suo contrasto con il pericarpo; estensione ed evidenza del raggio stellare; forma, contorno e pelosit della cicatrice ilare; colore, lucidit, sfumature e assolcature del pericarpo; evidenza e densit delle striature del pericarpo; colore della torcia; colore, striature, lucentezza dellepisperma e la sua penetrazione nella polpa; pelabilit; colore della polpa; sapore

Su ciascuna pianta il campionamento interesser 5 infiorescenze (amenti) nel periodo della piena fioritura da diverse posizione della pianta; 5 foglie pienamente espanse dal terzo mediano dei rami, picciolate e da diverse posizioni della pianta; 3 infruttescenze (ricci) in fase deiscente; 10 frutti (acheni) alla maturazione. Per le misurazioni ponderali verr impiegata una bilancia di precisione;

per le misurazioni delle dimensioni si far ricorso al calibro (modello a corsoio), mentre per il rilevamento delle coordinate cromatiche (L, a, b) a un Colorimetro Minolta Chroma Meter CR-200. I dati biometrici e qualitativi rilevati saranno tabulati in apposite schede Excel e analizzati statisticamente con programmi adibiti, quali SPSS. Ciascuna serie di dati biometrici sar sottoposta ad Analisi della Varianza (ANOVA); il Test di Duncan (P<0,01) verr utilizzato per la distinzione delle medie di ciascuna replica. Sar riportato il valore medio e la deviazione standard di ciascun carattere biometrico di ogni genotipo. Il test del Chi2 verr impiegato per i caratteri qualitativi. La matrice delle Distanze Euclidee (matrice di dissimilitudine) e il relativo dendrogramma (metodo Hierarchical Cluster Analysis - HCA) serviranno per la discretizzazione delle accessioni. I rapporti di similitudine tra le repliche (similitudine intra- e inter-cultivar) saranno analizzati valutando, caso per caso come, le Distanze Euclidee. Alloccorrenza i raggruppamenti tra genotipi saranno valutati anche tramite lAnalisi delle Componenti Principali (ACP). La serie completa dei dati qualitativi servir come ulteriore fattore discriminante fra le piante scelte. Dopo aver individuato i genotipi affini (presumibilmente identici) tra le piante oggetto dello studio, si cercher di ricondurle a variet note confrontando le foto, le citazioni bibliografiche e le osservazioni qualitative (Bellini et al., 2005; Bellini et al., 2006; Bellini et al., 2009; Breviglieri, 1958). I risultati cos ottenuti, nonch in particolar modo, le matrici delle distante morfologiche verranno associati agli esiti del fingerprinting genetico. Ci consentir di corroborare ipotesi relative alla identificazione degli esemplari studiati

4.3 Analisi genetiche (U.O.3): le indagini sulla diversit genetica esistente nelle popolazioni europee ed italiane di castagno sono state recentemente condotte utilizzando marcatori molecolari che si sono rivelati un utile strumento per la caratterizzazione e la quantificazione della diversit genetica, elementi importanti per la conservazione e lo sfruttamento delle risorse genetiche forestali. Attualmente possibile esaminare mediante sistemi di sequenziamento automatico, che sono oggi diventati sempre pi accessibili, nellambito delle specie di interesse quelle parti del genoma che maggiormente differiscono tra gli individui. Ci consente considerevoli progressi nellapplicazione dei marcatori molecolari al genetic fingerprinting per analizzare la diversit genetica e le relazioni tra piante, variet e cultivar. In particolare, la diversit genetica tra le cultivar di castagno, oggetto della proposta, verr valutata mediante gli SSR, noti anche come micro satelliti, che sono marcatori genetici codominanti altamente polimorfici e quindi particolarmente adatti allo studio in oggetto. Questi marcatori sono disponibili dalla letteratura in quanto sono gi stati sviluppati in studi precedenti, prima nella quercia e quindi in castagno ed efficacemente utilizzati per caratterizzare la

diversit genetica in questa specie. In Italia si trova un vasto patrimonio castanicolo che estremamente diversificato sia per le caratteristiche qualitative delle produzioni, che per gli aspetti morfo-fenologici delle piante, quindi possibile mettere in evidenza le eventuali differenze genetiche intervarietali e intravarietali. Il programma di attivit del U.O.3 prevede una prima fase per la messa a punto di protocolli adeguati per lanalisi della specie oggetto del programma. Il materiale da analizzare, 24 piante di castagno di cui 12 tolleranti e 12 suscettibili individuate dalle UU.OO. 1 e 2, sar congelato in azoto liquido e mantenuto a -80C al fine di garantire unadeguata conservazione a lungo termine. Il DNA da utilizzare per il fingerprinting genetico sar estratto dai campioni tramite kit commerciali ampiamente ed efficacemente utilizzati a questo scopo nelle specie legnose. Mediante la tecnica di PCR ed utilizzando i primers noti dalla letteratura, saranno amplificate le regioni microsatellite da analizzare per lesistenza di polimorfismi. Saranno presi in considerazione 15 coppie di primer, per ciascuna di esse saranno individuate le condizioni ottimali per lamplificazione, temperatura e numero di cicli. Stabilite tali condizioni sar effettuata una analisi preliminare al fine di individuare il livello di informazione sul polimorfismo per ciascun marcatore considerato. Questa indagine preliminare consentir di selezionare i marcatori SSR pi polimorfi da utilizzare nelle analisi successive. Gli amplificati saranno esaminati mediante sequenziamento ed i dati ottenuti sottoforma di elettroferogrammi saranno analizzati utilizzando specifici software statistici open source che descrivono il profilo dei marcatori evidenziando leventuale esistenza di alleli diversi tra i campioni analizzati.

4.4. Analisi molecolari (U.O.1): ormai chiaro che gli insetti galligeni sono in grado di manipolare le difese e, soprattutto, il metabolismo dellospite vegetale, al fine di causare la formazione di una galla che possa agire quale sink per i nutrienti (Izzo et al., 2006; Tooker et al., 2008). Gli insetti galligeni produrrebbero ed esporterebbero attraverso la saliva dei segnali molecolari che nella pianta inducono la formazione della galla, ma la natura chimica e la modalit dazione di questi composti bioattivi, nonch le vie biosintetiche vegetali che ne sarebbero il bersaglio, rimangono tuttora sconosciute o poco chiare. Tra i segnali che pi comunemente sono stati proposti come possibili candidati a supporto dellazione galligena vi sono ovviamente fattori di crescita, quali lacido indol-acetico (IAA) insieme ad altre auxine, la zeatina e le citochinine, probabilmente agenti in sinergia. Inoltre stato dimostrato che esistono anche altri segnali, specifici dei diversi sistemi patogenetici (Stone & Schnrogge, 2003). Viceversa sembra ormai accertata la capacit degli insetti galligeni di reprimere il picco di acido jasmonico (JA) che si manifesta a seguito dellattacco. Questa capacit consentirebbe loro non solo di ridurre le difese della pianta e la produzione di

composti volatili indotti da JA, che attrarrebbero altri insetti, ma

soprattutto di stimolare e

sostenere i fenomeni iperplastici ed ipertrofici necessari per la formazione della galla, essendo JA un noto inibitore di auxine e citochinine. In tale quadro nel presente progetto si propone di analizzare se eventuali differenze varietali nella risposta delle diverse cultivar di castagno al Cinipide possano essere messe in relazione con la capacit differenziali e cultivar-specifiche di sintesi e mobilitazione degli ormoni IAA e JA. Inoltre, stata sperimentalmente accertata la presenza in D. kuriphilus di un endosimbionte batterico appartenente al genere Wolbachia, responsabile di alcune alterazioni osservate a carico dei meccanismi riproduttivi dellospite, con specifiche conseguenze negative sulla partenogenesi. Nel presente Progetto saranno condotti studi per verificare se la presenza di Wolbachia spp. possa essere associata ad una diversa aggressivit dellinsetto o comunque possa influenzare anche il suo rapporto con lospite. 4.5 Divulgazione Scientifica (tutte le UU. OO.) I principali obiettivi del piano di divulgazione consistono nel: garantire visibilit al progetto e al programma allinterno del distretto pistoiese; comunicare ad un vasto pubblico gli obiettivi, le attivit e i risultati intermedi e finali del progetto, definire nel dettaglio strategie, attivit di comunicazione interna ed esterna, prodotti, risultati attesi, tempistiche e target di riferimento delle attivit di comunicazione Per garantire la diffusione delle informazioni circa lo stato davanzamento dei lavori e le attivit svolte prevista: la pubblicazione di articoli; partecipazione ad eventi congressuali; organizzazione di una giornata tecnica a scopo divulgativo, nella fase iniziale e nelle fasi successive del progetto, in modo da offrire unopportunit di incontro, scambio e networking tra i diversi soggetti coinvolti nel progetto e il territorio.

4.6 Bibliografia Bellini E., Giordani E., Ferri A., Turchi R., Lelli L., 2005. Caratterizzazione morfologica di genotipi di castagno dellAmiata. Italus Hortus (5): 12. Bellini E., Giordani E., Marinelli C., Sanvitale F., Del Campana M., Perucca B., Gianni G., 2006. Il Marrone del Mugello IGP. Tradizione e qualit. Ed. Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura, Firenze. Bellini E., Giordani E., Giannelli G., Picardi E., 2007. Castagno europeo. In: Le Specie

legnose da Frutto. Liste dei Caratteri descrittivi. A cura di Arsia, Firenze. Bellini E., Giordani E., Marinelli C., Migliorini M., Funghini L., 2009. Marrone del Mugello PGI: Nutritional and Organoleptic Quality of European Chestnut (Castanea sativa Mill.). Acta Horticulturae, vol. 844: 61-68, ISSN:0567-7572. Breviglieri N.,1958. Indagini e osservazioni sulle cultivar di Castagno. In: Studio monografico sul Castagno nella provincia di Lucca. Centro Studi sul Castagno, Firenze, pubbl. n. 4: 65-137. Izzo T.J., Julio G.R., Almada E.D., Fernandes G.W., 2006. Hiding from defenders: localized chemical modification on the leaves of an Amazonian ant-plant induced by a gall-making insect (Diptera: Cecidomyiidae). Sociobiology, 48: 417426. Panzavolta T., Bracalini M., Croci F., Campani C., Bartoletti T., Miniati G., Benedettelli S., Tiberi R., 2011. Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu in Tuscany: preliminary observation of gall characteristics, egg distribution and chestnut cultivar susceptibility. Agricultural and Forest Entomology, 14: 139-145. Stone G.N., Schnrogge K., 2003. The adaptive significance of insect gall morphology. Trends in Ecology and Evolution, 18: 512522. Tooker J.F., Rohr J.R., Abrahamson W.G., De Moraes C.M., 2008. Gall insects can avoid and alter indirect plant defenses. New Phytologist, 178: 657671.

5. Obiettivi perseguiti - Individuazione del castagneto multivarietale dove svolgere le indagini; localizzazione e relativa georefenziazione delle piante scelte per i campionamenti; individuazione delle piante infestate a vari livelli di intensit o con attacchi di contenuta entit se non indenni. L'intensit dell'infestazione sar valutata sulla base delle galle presenti sui getti o foglie di rametti lunghi 50 cm raccolti a random sulla chioma. - Mappatura geografica con documentazione fotografica e descrizione dei singoli alberi compresi nell'ambito delle 24 piante individuate per lo studio; caratterizzazione morfologica dettagliata delle 12 piante meno suscettibili all'insetto galligeno e delle 12 pi infestate; realizzazione di una scheda descrittiva con relazione alle possibili cultivar di afferenza. Criterio di verifica mediante appositi indicatori: documentazione geografica e fotografica, rilevazione e censimento per 24 piante e di 69

descrittori per le 12 piante meno suscettibili al galligeno. - Obiettivo della ricerca genotipizzare le piante individuate come sensibili o tolleranti allattacco dellinsetto nellambito delle cultivar di castagno in esame allo scopo di individuare marcatori funzionali associati alla tolleranza allattacco del parassita. Questo consentir di fornire indicazioni relative alle prospettive di lotta attraverso lutilizzo di materiale genetico tollerante o dotato di bassa sensibilit (bassi livelli di infestazione) allinsetto. - Valutazione della produzione di IAA e JA in diverse variet di Castagno con suscettibilit differenziale al cinipide D. kuriphilus; valutazione delle alterazioni indotte da lattacco di D. kuriphilus sulla produzione e sulla traslocazione di IAA e JA nelle suddette variet di Castagno; analisi del coinvolgimento di IAA e JA nello sviluppo delle galle di D. kuriphilus su Castagno; analisi dellassociazione Wolbachia spp - D. kuriphilus e conseguenze sulle capacit di attacco e di diffusione del Cinipide del castagno. I risultati ottenuti, oltre alla loro importanza scientifica intrinseca, saranno utilizzati per lallestimento di metodi di lotta innovativi ed a basso impatto ambientale contro D. kuriphilus.

5.1 Tabella temporale delle attivit delle singole U.O. coinvolte


Unit operative U.O. 1
Indagini fitosanitaria

MESI
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24

X X X

X X

U.O. 2
Indagini morfologiche

X X X

X X

X X

U.O. 3
Indagini genetiche

U.O. 1
Indagini molecolari

6. Durata del progetto: 2 anni (1 Febbraio 2014 31 Gennaio 2016)

7. Destinatari del progetto/iniziativa e numero degli utenti che si intende servire: lanalisi complessiva della filiera castanicola in queste zone, come nel resto del Paese, evidenzia una situazione di non completo sfruttamento delle potenzialit di questo sistema produttivo in termini di creazione e distribuzione di valore. Oltre al ben noto aumento di interesse per i prodotti tipici, le caratteristiche organolettiche e nutrizionali delle castagne offrono una serie di opportunit di valorizzazione commerciale che unitamente ad una ragionata e dinamica politica agricola riguardante il settore possono contribuire fortemente al rilancio della castanicoltura. Questa, infatti, nel territorio pistoiese presenta un quadro nel quale vi sono aree suscettibili di rivitalizzazione o di sviluppo economico non trascurabile. In questo contesto gioca sicuramente un ruolo essenziale il riconosciuto elevato livello qualitativo e il valore aggiunto delle produzioni che risultano per questo competitive. La ripresa delle esportazioni insieme ad una politica di miglioramento della qualit del prodotto e della struttura commerciale potrebbe rappresentare uno strumento di rilancio del settore attraverso lacquisizione di nuove quote di mercato. I principali destinatari del progetto sono coloro che operano nel settore della castanicoltura e indirettamente lintero territorio della Montagna Pistoiese per il ruolo multifunzionale che i castagneti assolvono nellecosistema agroforestale, nel mantenimento e nella salvaguardia dellambiente e della peculiarit del territorio, nella vivibilit e nelleconomia degli ambienti montani. Il progetto ha, quindi, tra i principali destinatari coloro che operano nel mondo della castanicoltura e indirettamente lintero territorio di produzione per la riconosciuta importanza delle innumerevoli funzioni che i castagneti assolvono nellecosistema agroforestale, nel mantenimento e nella salvaguardia dellambiente e del territorio e nella filiera alimentare. La realizzazione dellobiettivo del progetto ha in s caratteristiche che contribuiscono al potenziamento ed alla modernizzazione della protezione delle produzioni castanicole, rafforzando lo sviluppo territoriale di questa importante filiera.

7.1 Caratteristiche organolettiche delle castagne: nel mercato della castagna si assiste ad una evoluzione e diversificazione della domanda verso prodotti nuovi centrati verso aspetti qualitativi come: a) prodotti privi di glutine destinati ai celiaci e ad altri soggetti affetti da altre intolleranze alimentari; b) prodotti ipocalorici; c) prodotti con caratteristiche di naturalit ad elevato tenore vitaminico; d) cosmetici con caratteristiche di naturalit; e) farmaci naturali; f) prodotti provenienti da processi agricoli sostenibili. Tutto questo apre prospettive di mercato delle quali la filiera castanicola toscana, caratterizzata da prodotti di qualit, potr approfittare. Nella filiera del castagno si in presenza di una situazione nella quale i benefici sociali sono molto diversificati e certamente ampi in cui una castanicoltura attiva pu determinare numerosi vantaggi

diretti ed indiretti. Senza dubbio lo sviluppo della castanicoltura porta ad una maggior occupazione e quindi ad una maggiore distribuzione di reddito in aree a costante rischio di marginalizzazione. Non sono tuttavia da trascurare i vantaggi che si determinano in modo indiretto: per il territorio in senso fisico in termini paesaggistici e quindi di attrazione turistica e di presidio idrogeologico; per il tessuto economico grazie allattivazione di altre produzioni minori (miele, funghi, carbone) e di attivit indotte nellambito dei servizi reali alle imprese, soprattutto quando a valle della produzione agricola si sviluppa anche lattivit di trasformazione, con effetti positivi sul reddito distribuito e sulloccupazione.

8. Enti e istituzioni coinvolte: Universit degli Studi di Firenze Dipartimento di Scienze delle Produzioni Agroalimentari e dell'Ambiente (DiSPAA): Sezione di Patologia Vegetale ed Entomologia (U.O.1); Sezione di Colture Arboree (U.O.2); Sezione di Genetica Agraria (U.O.3) 8.1. Sezione di Patologia Vegetale ed Entomologia: il macrosettore Patologia vegetale ed Entomologia composto da personale docente e tecnico attivo nellinsegnamento di materie afferenti allentomologia e alla patologia agraria e forestale, che si avvale della partecipazione di borsisti, dottorandi, assegnisti di ricerca. Lunit attiva nellambito della sezione di difesa (entomologia-patologia) del DiSPAA - Universit di Firenze - e dispone di laboratori nella sede delle Cascine e presso lazienda della Facolt di Montepaldi, e di un moderno laboratorio di biotecnologie presso il Polo Universitario Tecnologico di Sesto Fiorentino e nellambito della diagnostica molecolare presso il Dipartimento di Fisiopatologia Clinica. Il gruppo di ricerca in entomologia e patologia forestale e agraria attivo presso il Dipartimento di Scienze delle Produzioni Agroalimentari e dellAmbiente dellUniversit di Firenze ha una lunga tradizione nello studio dei problemi fitosanitari delle foreste. In particolare gli insetti defogliatori e i funghi patogeni di pini e querce rappresentano un settore di studio attivo gi a partire dallinizio del 900, contribuendo alla formazione di unampia esperienza che consente di affrontare su solide basi i moderni approcci nella soluzione dei problemi attualmente causati da questi organismi. In questo arco di tempo sono stati prodotti numerosi contributi a livello nazionale e internazionale, che negli ultimi decenni sono rivolti soprattutto allindividuazione di moderne strategie di controllo basato sulluso ragionato delle pi recenti acquisizioni nel settore delle biotecnologie applicate. Oltre a una serie di pubblicazioni su riviste qualificate, sono stati organizzati numerosi convegni allo scopo di diffondere e discutere i risultati delle ricerche. Per il raggiungimento degli obiettivi sono stabiliti proficui contatti con varie istituzioni italiane e straniere, di tipo sia scientifico sia gestionale. E

stata stabilita una collaborazione con LUnit di Biochimica Clinica presso il Dip. di Fisiopatologia Clinica dellUniversit di Firenze che ha elevata esperienza nello sviluppo di metodi di misura degli acidi nucleici; presso questo Dipartimento negli ultimi anni sono stati sono stati messi a punto numerosi metodi in real-time PCR per lindividuazione e la quantizzazione di sequenze specifiche di DNA. Questa tecnica ha dimostrato di possedere elevata riproducibilit e sensibilit ed ha trovato largo impiego nellambito della diagnostica molecolare in campo microbiologico. Tramite pubblicazioni su riviste specializzate e tramite lorganizzazione di convegni, il gruppo divulga i propri risultati ed affronta problematiche per il miglioramento delle prestazioni e lampliamento delle applicazioni di tale tecnica. Lattivit della U.O.1 nellambito di questo progetto riguarda la valutazione della suscettibilit al cinipide galligeno di cultivar indigene di castagno e la loro caratterizzazione molecolare. Gli afferenti alla citata U.O. nel recente passato hanno gi svolto indagini che hanno riguardato lo studio delle caratteristiche delle galle, la distribuzione delle uova sulle gemme di rametti di castagno di un anno ed, inoltre, stata condotta un prima verifica sulla sensibilit varietale di 3 cultivar indigene della Toscana (Panzavolta et al., 2012).

8.1.1 Pubblicazioni inerenti la proposta progettuale Innocenti M., Tiberi R., 2002. Cone and seed pests of Pinus pinea L. in Central Italy. Redia 85: 21 28. Panzavolta T., Bracalini M., Croci F., Campani C., Bartoletti T., Miniati G., Benedettelli S., Tiberi R., 2012. Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu in Tuscany: preliminary observation of gall characteristics, egg distribution and chestnut cultivar susceptibility. Agriculture And Forest Entomology, 14: 139-145. Bracalini M., Panzavolta T., Tiberi R., Croci F., 2012. Parassitoidi indigeni del Cinipide del Castagno in Toscana. Atti del Convegno Stato dellarte nella Difesa dalle Avversit del Castagno (Castanea sativa Mill.), Marradi (FI), 9 settembre 2011: 72-75. Tiberi R., Bracalini M., Croci F., Panzavolta T., 2012. Indagini bioecologiche sul Cinipide del Castagno in Toscana. Atti del Convegno Stato dellarte nella Difesa dalle Avversit del Castagno (Castanea sativa Mill.), Marradi (FI), 9 settembre 2011: 67-71. Bracalini M., Benedettelli S., Croci F.,Terreni P., Tiberi R., Panzavolta T., 2013. Cone and seed pests of Pinus pinea: assessment and characterization of damage. Journal of Economic Entomology, 106 (1): 229-234.

8.2 Sezione di Colture Arboree: Lattivit della Sezione di Colture arboree del Dipartimento di Scienze delle Produzioni Agroalimentari e dellAmbiente (DiSPAA) - Universit degli Studi di Firenze rivolta prevalentemente alle specie arboree per la produzione alimentare, per labbellimento e la gestione dellambiente, nonch per recupero di aree degradate sotto il profilo ambientale e dellinquinamento. Il DiSPAA da sempre si occupa di ricerche di carattere agronomico e pomologico delle piante arboree da frutto quali melo, pero, pesco, susino, castagno e kaki solo per citarne qualcuno; in questo contesto non sono mancati altres lavori su fruttiferi minori e su piccoli frutti della montagna come fragola, lampone, mirtillo e rovo. Relativamente al castagno, negli ultimi anni sono da ricordare i progetti intrapresi in collaborazione con ARSIA (ora Regione Toscana), quali "Caratterizzazione morfologica di genotipi di castagno dell'Amiata" (2004-05), "Farina di Neccio della Garfagnana D.O.P.: valorizzazione attraverso il recupero e la salvaguardia del germoplasma del castagno locale, lo studio per la tracciabilit di filiera e la caratterizzazione qualitativa del prodotto finito" (2005-06), "Farina di Neccio della Garfagnana D.O.P.: la tracciabilit di filiera tramite la caratterizzazione genetica e studio sugli ambienti di caratterizzazione e siti di conservazione del germoplasma locale" (2006-07) e il progetto di Studio ambientale conoscitivo sul patrimonio castanicolo per la caratterizzazione e la conservazione del germoplasma del castagno delle colline metallifere (2008-09). Altri progetti sono stati sviluppati con lAzienda Metropoli - Azienda Speciale della CCIAA di Firenze ("Valorizzazione del Marrone del Mugello IGP: indagine storico bibliografica e valutazione chimico sensoriale" nel 2004-07), con il Dipartimento di Gestione dei Sistemi Agrari, Alimentari e Forestali (GESAAF) ( Caratterizzazione di accessioni di Marroni di pregio diffusi in Toscana nel periodo 2008-09) e con la Comunit Montana del Mugello (Sviluppo castanicoltura del Mugello negli anni 2008-10). Il gruppo di ricerca che operer sul progetto e che viene coordinato dal Dott. Edgardo Giordani composto da personale specializzato nelle discipline inerenti le ricerche proposte e dotato di notevole esperienza sulle tecniche di valutazione e identificazione varietale del castagno. Il DiSPAA dispone di automezzi propri, di idonei locali per lo stoccaggio del materiale vegetale raccolto e di laboratori attrezzati per condurre le ricerche indicate. Il Dott. Edgardo Giordani ricercatore presso il DISPAA dal 1994 dove si occupa di risorse genetiche frutticole, miglioramento genetico e produzione delle specie da frutto a clima temperato. Ha sempre prestato particolare attenzione alle cosiddette "specie frutticole minori", tra cui il castagno a livello locale, nazionale (vedi progetti indicati in precedenza) ed europeo (EC "Conservation of minor fruit tree species in Europe" - 1996-99). Egli partecipa a diversi progetti di ricerca, tra cui: 2013/2015 PRODATE - Piccoli frutti di qualit: ampliamento dell'offerta, ottimizzazione della

produzione e commercializzazione con raccolta fai da te. GAL Garfagnana - Misura 124. Responsabile scientifico. 2010/2014 2010/2014 Perennial Horticulture Development Project - Afghanistan. Fase II. Europaid EC. PROFRAB - Produzione sostenibile di fragoline di bosco (Fragaria vesca L.) in Responsabile scientifico. zone pedemontane mediante, sistemi colturali e di gestione post-raccolta innovativi: qualit dei frutti, analisi dei costi e bilancio energetico. MIPAF-OIGA. Coordinatore.

8.2.1 Pubblicazioni inerenti la proposta progettuale Bellini E, Giordani E., Morelli D., Ferri A., 2006. Distinzione morfologica di accessioni di castagno per il recupero e la salvaguardia del germoplasma nellarea di produzione della Farina di Neccio della Garfagnana D.O.P. In: Tre anni di studio sulla caratterizzazione della Farina di Neccio della Garfagnana. A cura di: ARSIA et al.: 35-66. Bellini E., Giordani E., Ferri A., Turchi R., Lelli L., 2005. Caratterizzazione morfologica di genotipi di castagno dellAmiata. Italus Hortus (5), 12. Bellini E., Giordani E., Giannelli G., Picardi E., 2007. Castagno europeo. In: Le Specie legnose da Frutto. Liste dei Caratteri descrittivi. A cura di Arsia, Firenze Bellini E., Giordani E., Morelli D., Ferri A., 2009. Individuazione e caratterizzazione delle variet locali di castagno della Garfagnana: aspetti morfologici. In: I Castagni della Garfagnana. Studi per la tracciabilit di filiera e la caratterizzazione qualitativa della Farina di Neccio della Garfagnana DOP. A cura di Rita Turchi, ARSIA Regione Toscana, Collana il germoplasma toscano (12): 49 70. Bellini E., Giordani E., Morelli D., Ferri A., Paradisi G., Fattorini M., Autino A., Cresti M., 2009. Le variet di castagno della Garfagnana nel Repertorio regionale toscano (L.R. 64/04). In: I Castagni della Garfagnana. Studi per la tracciabilit di filiera e la caratterizzazione qualitativa della Farina di Neccio della Garfagnana DOP. A cura di Rita Turchi, ARSIA RegioneToscana, Collana il germoplasma toscano (12): 89 145.

8.3 Sezione di Genetica Agraria: la Sezione articola la sua attivit di ricerca sia nellambito della biologia molecolare con particolare attenzione allo sviluppo e lutilizzo di marcatori molecolari per lanalisi dei genomi delle specie arboree, che della biologia computazionale per lo sviluppo e

l'applicazione di algoritmi genetici per la selezione delle informazioni rilevanti da ampi set di dati molecolari. Lattivit scientifica caratterizzata dallapplicazione e sviluppo di metodi statistici innovativi nelle scienze biologiche e agrarie con particolare riguardo al settore della Genetica quantitativa e dei caratteri complessi. Si occupa di analisi dellinformazione molecolare e di analisi dei relativi polimorfismi, proponendo metodi numerici non tradizionali per lindividuazione delle componenti informative in ampi data set molecolari e le relative applicazioni bioinformatiche. Contemporaneamente lavora nella Genetica delle popolazioni naturali ed artificiali sia in specie animali di interesse agrario che in specie di piante erbacee e forestali e delle relative applicazioni nel miglioramento genetico e nella gestione delle risorse genetiche agrarie. Recentemente stato realizzato dal gruppo di ricerca un sistema di marcatori per il fingerprinting di cloni di pioppo (Racchi et al., 2011) e lanalisi della diversit genetica in specie arboree con particolare attenzione per la palma da dattero (Racchi et al., 2013).

8.3.1 Pubblicazioni inerenti la proposta progettuale Racchi M.L., Turchi A., Caparrini S., Camussi A., 2011. SSCP intron marker system is a convenient tool for clonal fingerprinting of poplar (Populus) cultivars of different species and interspecific hybrids. Genetic Resources And Crop Evolution, 58: 507-518, ISSN:0925-9864. Teani A., Antonietti M., Bartolini L., Burchi G., Camussi A., 2010. Comparison of biometric and molecular techniques for the identification of new Limonium spp. hybrids. Advances In Horticultural Science, 24: 233-242, ISSN:0394-6169. Camussi A., Stefanini F. M., 2005. La classificazione di cloni di pioppo con metodi

Montecarlo: le foreste casuali. Forest@, 2: 217-224, ISSN:1824-0119.

8.4 Laboratorio di Patologia Vegetale Molecolare: ubicato presso il Polo Scientifico e Tecnologico di Sesto F.no. (FI), al Laboratorio Patologia Vegetale Molecolare sono disponibili strumenti di base per studi microbiologici e di biologia molecolare, oltre a strumentazioni scientifiche avanzate, da utilizzare per lo svolgimento con successo delle attivita' proposte nel presente Progetto, quali spettrofluoroluminometro Infinite M2000Pro Tecan, termociclizzatori RealTime CFX96-HRMA e iCycler iQ5 BioRad, microarray in fase liquida BioPlex, Microscopio Nikon a deconvoluzione, Ultracentrifuga Optima Beckman, etc).

8.4.1 Pubblicazioni inerenti la proposta progettuale Gori A., Cerboneschi M., Tegli S., 2012. High-resolution melting analysis as a powerful tool to discriminate and genotype Pseudomonas savastanoi pathovars and strains. PLoS ONE, 7(1): e30199. DOI: 10.1371/journal.pone.0030199. Perez-Martinez I., Rodriguez-Moreno L., Lambertsen L., Matas I.M., Murillo J., Tegli S., Jimenez A.J., Ramos C., 2010. Fate of a Pseudomonas savastanoi pv. savastanoi Type III Secretion System Mutant in Olive Plants (Olea europaea L.). Applied and Environmental Microbiology, 76 (11): 3611-3619. DOI: 10.1128/AEM.00133-10 Tegli S., Cerboneschi M., Marsili Libelli I., Santilli E., 2010. Development of a versatile tool for the simultaneous differential detection of Pseudomonas savastanoi pathovars by End Point and Real-Time PCR. BMC Microbiology 10: 156. DOI: 10.1186/1471-2180- 10-156. Tegli S., Cerboneschi M., Corsi M., Bonnanni M., Bianchini R., 2013. Water recycle as a must: Decolorization of textile wastewaters by plant- associated fungi. Journal of Basic Microbiology, (in stampa) Tegli S., Gori A., Cerboneschi M., Cipriani M.G. , Sisto A., 2011. Type three secretion system in Pseudomonas savastanoi pathovars: Does timing matter? Genes 2: 957-979.

Alla realizzazione dell'attivit previste nel progetto collaborano gli operatori dell'Associazione Castanicoltori Val dOrsigna che hanno dichiarato il loro interesse e la piena disponibilit a partecipare, fornendo il libero accesso ai castagneti e alle attrezzature e collaborando alle operazioni di prelievo di campioni in campo.

9. Territorio coinvolto: le attivit in natura, compreso il prelievo di campioni di organi vegetali da esaminare pi nel dettaglio in laboratorio, verranno svolte in unarea castanicola nel complesso della Val dOrsigna; si tratta di una stretta vallata in cui il torrente Orsigna congiunge il Ponte di Saltella (provenendo dall'abitato di Pracchia) con il torrente Reno. Il territorio in oggetto dislocato ad unaltitudine compresa tra i 600 e i 1000 metri s.l.m. La popolazione della Val dOrsigna prevalentemente concentrata nell'omonimo paese, che il noto giornalista/scrittore fiorentino Tiziano Terzani defin cos: Orsigna, 806 metri sul livello del mare, dice il cartello allinizio del paese. Firenze a soli 75 chilometri di distanza, ma la strada che oggi arriva quass non va da nessunaltra parte e bisogna conoscere il segreto duna curva sulla

vecchia, ottusa Porrettana per vedersi aprire, inaspettata, ogni volta come riscoperta, questa valle ariosa in un semicerchio di monti i cui colori marcano il passar delle stagioni. (Terzani T., 1998. In Asia, Tea Edizioni). La presenza e le attivit umane nella Val d'Orsigna al momento fanno registrare un lento, ma evidente, nuovo impulso dopo il repentino abbandono registratosi nel secondo dopoguerra. Questo nuovo fervore di iniziative si deve ad una ritrovata spinta che si esprime attraverso le nuove generazioni e la loro determinazione ad investire nel recupero degli edifici presenti sul territorio e delle tradizioni tipiche della zona, come la raccolta delle castagne e la produzione della farina dalle stesse, ottenuta mediante antiche tecniche di essiccamento e macinatura.
10. Modalit di valutazione dei risultati del progetto:

Incontri settimanali con funzionari della Provincia di Pistoia e della Regione Toscana per validare la fattibilit delle proposte operative emerse dallo studio; Riunioni divulgative a beneficio dei castanicoltori e di chi fosse interessato alla problematica del Cinipide per verificare linteresse degli operatori castanicoli ad adottare le indicazioni gestionali dei castagneti nel comprensorio pistoiese; Programmazione di verifiche tecniche dirette alle valutazioni economiche delle strategie operative definite nel progetto; Divulgazione scientifica su riviste regionali e internazionali dei risultati ottenuti alla fine del progetto; Redazione di una proposta brevettabile sulle modalit di impiego delle cultivar di Castanea sativa risultate tolleranti agli attacchi del Cinipide. 11. Curriculum vitae e pubblicazioni del Responsabile Scientifico:

CURRICULUM VITAE della Dott.ssa Tiziana Panzavolta

Nata a Firenze il 30/11/1969 si laureata nel 1998 in Scienze Forestali presso l'Universit degli Studi di Firenze discutendo una tesi dal titolo "Valutazioni sull'efficacia di Bacillus thuringiensis e
Diflubenzuron nei confronti delle larve di Processionaria del pino".

Nel 2002 ha conseguito il titolo di Dottore di ricerca in Entomologia agraria discutendo una tesi dal titolo Influenza delle sostanze terpeniche presenti negli aghi di pino sul comportamento di Baryscapus servadeii e Ooencyrtus pityocampae nella fase di ricerca della vittima. Sempre nel 2002 le stato attribuito dal Dipartimento di Biotecnologie agrarie un assegno di ricerca annuale, rinnovato per un ulteriore anno, dal titolo Impiego di attrattivi e repellenti nei confronti degli adulti

di Tomicus nellambito del progetto MURST ex 40% 2001 Gli scolitidi del genere Tomicus Latreille in Italia centrale. Nel luglio del 2004 le stato attribuito dallIstituto Sperimentale per la Zoologia Agraria di Firenze un assegno di ricerca, della durata di 3 anni, dal titolo Ruolo dei terpeni volatili degli aghi di pino nelle interazioni pianta-fitofago-entomofagi e loro impiego nel controllo biologico di Thaumetopoea pityocampa. Nel 2005 risultata vincitrice di un concorso per ricercatore universitario di ruolo nel settore scientifico-disciplinare "Entomologia generale applicata" presso la Facolt di Agraria dellUniversit degli Studi di Firenze. Nel 2008 ha ottenuto la conferma in ruolo di ricercatore presso la Facolt di Agraria dellUniversit degli Studi di Firenze.

ATTIVIT SCIENTIFICA

Gli studi intrapresi riguardano in particolare le relazioni pianta-fitofago, in tale ambito sono state avviate indagini sugli effetti che le sostanze terpeniche presenti negli aghi dei pini esercitano sul comportamento delle femmine della Processionaria e dei suoi parassitoidi oofagi. Infatti, tali sostanze possono avere un ruolo importante per il lepidottero nel processo di localizzazione delle piante per la deposizione delle uova e anche per gli oofagi nella fase di individuazione delle stesse uova per la propria riproduzione. Le sostanze terpeniche sono sfruttate anche dagli scolitidi durante la fase di colonizzazione delle piante per individuare quelle stressate e quindi idonee allo sviluppo delle larve. Al riguardo sono state avviate indagini mirate a valutare le possibilit di impiego di tali sostanze in trappole di cattura per il monitoraggio dei periodi di volo degli scolitidi, in particolare di Tomicus destruens, Ips sexdentatus e Cryphalus piceae. Al tempo stesso si cercato anche di individuare sostanze terpeniche capaci di attirare gli stessi individui su materiale legnoso appositamente predisposto in bosco o, al contrario, aventi effetto repellente, allo scopo di impedire la colonizzazione delle piante idonee alla loro riproduzione. Tali sostanze, sia nel caso degli scolitidi che dei parassitoidi della Processionaria del pino, sono state anche testate in laboratorio utilizzando un olfattometro e osservando il comportamento degli individui saggiati mediante l'impiego del software observer. Un altro settore di studi riguarda il contenimento delle popolazioni, e quindi delle infestazioni, di importanti fitofagi di piante arboree che vegetano in formazioni forestali (rimboschimenti e boschi

naturali) o in ambiente urbano. In particolare sono state condotti degli studi sullefficacia di preparati microbiologici (a base di Bacillus thuringiensis) per la protezione sia dei pini dagli attacchi della Processionaria, sia delle querce dalle infestazioni di Tortrix viridana. Inoltre dal 2008 sono state avviate indagini sull'impiego di nematodi entomoparassiti nel controllo di insetti fitofagi dannosi alle colture agrarie, forestali e al verde urbano. Per quanto riguarda le problematiche di tipo fitosanitario a cui sono soggette le piante arboree che vegetano in ambiente urbano stata studiata la biologia e l'entit dei danni di Cameraria ohridella, il minatore dell'ippocastano, e di Phylloxera quercus, un fitomizo legato alle querce e che costituisce un problema soprattutto per i lecci ornamentali. Inoltre sono state svolte indagini sullo stato fitosanitario di alberature urbane procedendo al monitoraggio delle patologie pi diffuse e alla valutazione delle soglie di danno in considerazione delle peculiarit funzionali degli alberi ornamentali. Lo scopo dello studio stato quello di mettere a punto metodiche e strumentazioni per la valutazione dello stato fisiologico degli alberi e definire le linee di intervento per la gestione, la messa in sicurezza e il monitoraggio fitosanitario delle piante presenti negli spazi ricreativi e paesaggistici. Nel settore della selvicoltura industriale, gli studi hanno riguardato lindividuazione di fitomizi, defogliatori e xilofagi potenzialmente dannosi ai frassini impiegati nella costituzione di piantagioni per la produzione legnosa in Italia centrale. Mentre per quanto riguarda la difesa dei prodotti secondari del bosco, sono state avviate indagini sugli insetti spermocarpofagi presenti nelle pinete di pino domestico del litorale Toscano, con particolare riferimento al cimicione dei pini, Leptoglossus occidentalis, recentemente introdotto nel nostro paese. Lo studio mira a chiarire alcuni aspetti del ciclo biologico del cimicione in queste aree, dove si segnalano notevoli perdite nella produzione di pinoli, e a determinare l'effettiva entit dei danni di cui si rende responsabile. Sempre nello stesso ambito di studio stato effettuato il monitoraggio nelle aree castanicole della Toscana di una specie di nuova introduzione, il cinipide galligeno del castagno, Dryocosmus kuriphilus, considerato uno degli insetti pi coinvolti nelle perdite di produzione di castagne. La specie, segnalata per la prima volta in provincia di Cuneo nel 2002, stata trovata nel 2008 anche in molte altre regioni italiane, compresa la Toscana. Sono tuttora in corso indagini per approfondire le conoscenze sulla diffusione , sul ciclo biologico e sul comportamento dell'insetto. In campo pi strettamente forestale, sono stati intrapresi studi su due insetti xilofagi legati ai pini, vale a dire Pissodes castaneus e Ips sexdentatus. Si tratta di specie responsabili di gravi danni alle pinete e le cui infestazioni sembrano favorite dallo stato di stress a cui sono sottoposte le piante a causa, tra l'altro, dei cambiamenti climatici. Nonostante la loro dannosit e quindi la loro importanza nel settore forestale il ciclo biologico che queste specie svolgono nei nostri ambienti

non ancora ben conosciuto, quindi sono state intraprese indagini per chiarire alcuni aspetti della loro biologia ed etologia.

RESPONSABILIT DI PROGETTI DI RICERCA

- 1999: Progetto di ricerca per giovani ricercatori Ruolo dei monoterpeni presenti negli aghi di pino nella localizzazione della pianta ospite da parte della Processionaria del pino. Universit degli Studi di Firenze. - 2000: Progetto di ricerca per giovani ricercatori:Importanza dei monoterpeni volatili presenti negli aghi di pino quali mediatori delle relazioni bitrofiche e tritrofiche (pianta-fitofagoantagonisti). Universit degli Studi di Firenze. - 2005-2009: "Impiego di sostanze terpeniche nel monitoraggio degli scolitidi e degli agenti patogeni fungini dei pini nella difesa delle pinete che vegetano in ambienti mediterranei". Ricerca scientifica dAteneo (ex 60%). - 2009-2012: Progetto di ricerca scientifica dAteneo (ex quota 60%) Il cinipide del castagno in Toscana: indagine sugli antagonisti indigeni e sulle preferenze varietali. - 2008-2009: Responsabile dell'Unit di Ricerca sulla tematica "Indagini sul potenziale impiego di nematodi entomoparassiti nel controllo di insetti fitofagi dannosi alle colture agrarie, forestali e al verde urbano". Progetto Nazionale PRIN "Presenza e diffusione di nematodi entomopatogeni in Italia e loro potenziale utilizzo nel controllo di insetti dannosi in ambienti agrari, urbani e forestali".

PARTECIPAZIONI A PROGETTI DI RICERCA

- 2002 - 2004: Progetto di ricerca scientifica dAteneo (ex quota 60%) I coleotteri scolitidi del genere Tomicus e gli agenti fungini ad essi associati nel deperimento delle pinete toscane. - 2004-2007: Progetto: Dal censimento alla gestione programmata delle mura di Lucca. Opera delle Mura di Lucca. - 2006-2007: "Indagini sulla persistenza di Bacillus thuringiensis in natura". Finanziato da ARPAT Regione Toscana. - 2006-2007: Progetto territoriale "Danni alla fruttificazione del pino domestico in Toscana: indagine sulle cause e sulle perdite di produzione". Finanziato da ARSIA. - 2006-2007: "Monitoraggio e controllo del cinipide del castagno in Toscana". Finanziato da ARPAT Regione Toscana. - 2007 - Progetto di Analisi e Recupero delle essenze arboree dei viali di circonvallazione di Montepulciano. Comnune di Montepulciano.

- 2006, 2008: Progetto di formazione europeo Conecofor. - 2007-2009: "Avversit biotiche della fruttificazione del pino domestico: rilievi sulla diffusione, sui danni e definizione di razionali strategie gestionali" afferente al progetto nazionale Pinitaly. Finanziato dal C.R.A. MiPAF.

PUBBLICAZIONI

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