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la Repubblica

GIOVED 24 OTTOBRE 2013

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R2CULTURA
Accogliamoli tutti, il pamphlet di Manconi e Brinis viaggio senza retorica nelle politiche dellimmigrazione

FRANCA RAME DUE ANNI IN SENATO STORIA DI UNA FUGA


ANNA BANDETTINI
a scena pi buffa quando varca la soglia di Palazzo Madama per la prima volta: i due militari allingresso, battendo i tacchi, gridano Aaattentiiiii e lei sussulta: Ma la maniera di spaventare la gente?. La pi urtante? Gli incontri con le senatrici: Anna Finocchiaro... mi passata davanti per un anno intero, ma un saluto mai. Livia Turco, unaltra dal saluto difficile. Il momento pi complicato? La discussione sulla Finanziaria nel dicembre del 2007... In fuga dal senato lultimo libro scritto da Franca Rame, poco prima della sua morte, lo scorso 29 maggio. Un diario, dettagliato, serio ma anche grottesco, di quando lattrice, compagna di una vita di Dario Fo, fu senatrice della Repubblica dallaprile 2006 al gennaio 2008: un autentico racconto dello sdegno di una artista colta, coraggiosa, animata di passione civile che per due anni ha combattuto nella palude della politica italiana. Il libro, infatti, lamara confessione di una impotenza: quella della cittadina che trovandosi nella stanza del potere si d da fare per migliorare le cose e invece si scontra col cinismo, lopportunismo, la malafede, con lodioso muro di gomma dei professionisti della politica che prendono 15 mila euro al mese di stipendio, perfino 150 euro per lindennit parrucchiere, pi 5 mila euro al mese per i portaborse, spesso nemmeno pagati. In Senato Franca Rame era entrata candidata dallItalia dei Valori, dopo che il figlio Jacopo aveva lanciato la proposta sul web ed era stato subissato dai s. Lei era andata convinta di portare avanti le sue battaglie su ambiente, spesa pubblica, morti bianche, donne, migranti. Ma dilazionare i tempi lo sport preferito del Senato scrive da subito nel suo diario. I primi giorni gi ingoia rospi: il sorrisino di Andreotti che la apostrofa cara piccina; il baciamano sardonico di DellUtri che avendo diffamato lei e Dario per lo spettacolo Anomalo bicefalo ora le dice: Non si preoccupi per quel milione di euro di danni che ho chiesto. Grazie onorevole replica lei pronta Si preoccupi lei. Quel processo lo vinceremo. E cos stato. Nelle 310 pagine, viene fuori che il Senato un luogo ad alto tasso di incomprensione e turboIL LIBRO In fuga lenza: come quando Di Gregorio con un colpo di dal Senato mano si fa eleggere dal Pdl alla presidenza della di Franca commissione Difesa tra i battimano sguaiati di Rame Schifani e La Russa; o quando Franca trova ad(Chiarelettere dirittura la sua firma falsa su 314 emendamenti pagg. 310 in commissione giustizia per la concessione deleuro 13,90) lindulto; e ancora quando assiste al voltafaccia dei suoi stessi compagni di lista che votano contro lo scioglimento della societ del Ponte sullo Stretto... E tutto questo mentre le interrogazioni sui bambini di Taranto afflitti da sindrome del fumatore per via dellIlva o sulla parentopoli nella pubblica amministrazione, cadono nel vuoto. Mi sono sentita parte di un branco di malfattori vestiti e truccati da senatori...Sono stanca di essere il numero per non far cadere il governo..., scrive con sconforto. La fuga dal Senato avviene il 15 gennaio del 2008 con le dimissioni irrevocabili al presidente Marini a cui denuncia che ogni sua azione caduta nel vuoto. Tranne una: la battaglia contro luranio impoverito che dal 96 nei Balcani fino al 2006 in Iraq ha fatto 77 vittime e 312 malati di leucemia tra i soldati. Dopo mesi di insabbiamenti, rinvii della commissione, latitanza dellallora ministro, finalmente nel 2012 il tribunale di Roma sentenzier che quelle morti sono causate dalluso di ordigni a uranio impoverito e il ministero della Difesa dovr risarcire le famiglie. Lottando si pu fare giustizia, commenta Franca nel libro. Ecco la sua eredit.

PORTE APERTE
LITALIA SI SALVER SOLO CON GLI STRANIERI
IL LIBRO
Accogliamoli tutti. Una ragionevole proposta per salvare lItalia, gli italiani e gli immigrati, di Luigi Manconi e Valentina Brinis (Il Saggiatore, pagg. 114, euro 13)

GAD LERNER
ccogliamoli tutti, gli immigrati. Ma siamo matti? Il titolo del pamphlet di Luigi Manconi e Valentina Brinis a prima vista sembrerebbe unastuzia delleditore, escogitato per turbare i benpensanti: Accogliamoli tutti. Una ragionevole proposta per salvare lItalia, gli italiani e gli immigrati (il Saggiatore, pagg. 115, euro 13). Gli autori stessi, per, ci invitano a non cadere nella trappola. Accogliamoli tutti, con le dovute precauzioni, va preso alla lettera. La loro tuttaltro che una provocazione estremista: si tratta di governare un flusso epocale, altrimenti lacerante. Tanto meno un richiamo ai buoni sentimenti. Anzi. Se una precauzione innerva il saggio di Manconi e Brinis, non certo quella di solleticare lostilit dei prevenuti, ma semmai di non figurare predicatori di bont o, peggio, buonisti: lorrendo neologismo abusato da anni nel dibattito pubblico sullimmigrazione, funestato dalla diffidenza e dal rancore. Manconi e Brinis enumerano le cifre avvilenti di una demografia che sembra destinare inevitabilmente lItalia a trasformarsi in una comunit sfilacciata e depressa, bolsa e senescente, incapace di innovazione e di invenzione. Fanno impressione, queste ci- razione di contratti di lavoro refre: il censimento del 2011 regi- golari, ai ricongiungimenti fastra circa 15.000 persone che si miliari e alla continuit dei pertrovano nella fascia det 100- messi di soggiorno, perpetuano 105 anni. Sono pi di mezzo mi- una condizione servile e ne scolione gli ultranovantenni. Com- raggiano la stabilizzazione. Li plessivamente, gli italiani con abbiamo incoraggiati a sentirsi pi di 65 anni rasentano i 13 mi- estranei. Pi realisticamente, si lioni. Invece i nostri vicini di casa, le popolazioni che abitano la sponda Sud del Mediterraneo, sono composte per quasi la met di giovani al di sotto dei 25 anni. Prescindere da tale contrasto oggettivo sarebbe solo uningenua rimozione: qualsiasi modello di societ futura implica un governo razionale dei flussi migratori, finalizzato, per quanto ci sia possibile, a una loro ordinata integrazione. Nessuna mielosa retorica dellaccoglienza, dunque. An- IL VENERD che perch gli immigrati non Sul Venerd in edicola domani mostrano alcuna voglia di corre- un lungo servizio di Vittorio re in nostro soccorso. Gli osta- Zucconi dedicato a Tom Wolfe coli frapposti in Italia allinstau- che presenta il nuovo libro

Questo volume sgomenter una classe dirigente senza visione storica, sballottata tra la piet e lo spavento delle emozioni popolari
tratta quindi di disinnescare il cortocircuito tra lo stato di marginalit in cui sono ridotti troppi immigrati; e la reazione deviante, irregolare, talora criminale che questa loro marginalit provoca. La ministra dellintegrazione Ccile Kyenge, che firma lintroduzione del pamphlet, trae la conseguenza politica di questo ragionamento: Ai fini della sicurezza, fanno pi i diritti della repressione. In altre parole, come scrivono Manconi e Brinis, unaccoglienza dignitosa riduce significativamente insidie e minacce. Dunque a fini utilitaristici per il nostro bene e non sulla base di un impulso di generica solidariet, che va radicalmente capovolta la politica fin qui seguita in materia di immigrazione. Assumere come prima finalit dellesecutivo il presidio delle frontiere, il respingimento o lespulsione degli irregolari, risultato miope oltre che velleitario. Ormai lo sappiamo. LItalia, dintesa con lUnione Europea, deve pianificare con lungimiranza quegli ingressi che finora si limitata a subire. Da sei mesi Manconi presidente della Commissione diritti umani del Senato, ma gli argomenti proposti sotto la voce Accogliamoli tutti sono di natura empirica, piuttosto che giuridica. Comunque mai ideologici. Qui si esprime il sociologo da ventanni impegnato nella rilevazione dei comportamenti delle comunit locali costrette a fare i conti con limmigrazione. Siamo un paese che gi oggi non potrebbe fare a meno dei suoi quasi 5 milioni di stranieri residenti, l8% della popolazione. Basti pensare che vengono dallestero il 77,3% dei (delle) badanti. Pi della met degli addetti alle pulizie. Pi di un quar-

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Si intitola Questa libert la nuova raccolta di liriche del poeta friuliano

CAPPELLO, LA VITA AGRA RACCONTATA IN VERSI


BENEDETTA TOBAGI
adove viene la poesia? Da Silvio, per esempio, un uomo piccolo, malato di cuore, chino a intrecciare gerle in una casupola di pietra nel Friuli, preciso, silenzioso, sapiente, custode dellarte antica dalleviare la fatica altrui; e le dita andavano di vinco in vinco / come unacqua nervosa, una spiegazione raccolta / nel tempo dietro, cos nei versi de La luce toccata lo evocava Pierluigi Cappello, e allora trattieniti adesso che torno. E oggi ritorna davvero a lui, alle pietre spaccate dallurlo nero del sisma del 1976, ai luoghi dellinfanzia, agli immensi paesaggi interiori dischiusi dai libri in cui si tuffava, ircocervo in una terra di lavoratori illetterati, appollaiato sul ramo di un ippocastano dove lincipit perentorio Chiamatemi Ismaele lo strappa dal mondo semplice e irriflesso degli altri ragazzini al fiume; vi ritorna non pi solo coi versi ma attraverso le pagine di Questa libert, un libro di singolare bellezza che ci conduce entro gli spazi segreti e luminosi da cui germogliata una personalit poetica tra le pi apprezzate del nostro tempo (premi Montale, Pisa, Bagutta, Viareggio-Rpaci e di recente una laurea ad honorem). Romanzo di formazione duno sguardo, rivela come il poeta, bambino, scopra adulto. Una vita segnata da tre grandi fratture: il potenziale numinoso della lingua ascoltando, incantato, i versi incomprensibili il terremoto, innanzitutto, che incrina le della Chanson de Roland in originale, certezze secolari di un popolo intero e mentre a iniziarlo al culto dellesattezza consegna i bambini come lui a uninfandella parola linsegnante di matematica, zia quasi selvatica; la transizione da un discettando di parassiti. Ogni immagine modo di vita arcaico alla modernit (narche dalla memoria torna al mondo nel ni- rata dallapparizione sorprendente di una tore della pagina bianca, matrice origina- lavatrice tra le pietre di Chiusaforte, alria, risuona di significati che si allacciano limpatto della citt sulladolescente che in un cammino lieve, sinuoso, costellato va a studiare in convitto e si mimetizza con di nessi inattesi, transizioni ironiche ed la maestria di un insetto stecco); e infine emozioni intense, ma cesellate col pudo- lincidente, che gli spezza in due la schiere delluomo di montagna. E come nasca na e lesistenza. Per raccontare questo la poesia, da quali pratiche rituali e arti- passaggio, Cappello scivola dalla prima alla terza persona, con potente effetto di straniamento, mentre il tempo del racconto si dilata a dismisura nella descrizioDal bambino che ascolta ne minuta di gesti e sensazioni del sedila Chanson de Roland, cenne bello, levigato, sicuro di s allapalladolescente impavido parenza, che corre i cento metri in undici allincidente che gli spezza secondi, legge poesie di nascosto e studia per diventare pilota allistituto tecnico. E in due la schiena e lesistenza lio narrante riaffiora solo quando, dopo lunghi mesi dospedale, tornando a imgianali di scrittura, lo si respira a ogni riga, mergersi in Moby Dick riesce a riprendere IL LIBRO nella bellezza di una lingua dove nessuna contatto con un corpo divenuto in larga Questa parola superflua, ogni vocabolo scelto parte un peso estraneo. Il racconto termilibert con cura e termini preziosi balenano sen- na quando il diciottenne Cappello sinoldi Pierluigi za pesare. Traspare dalla nitidezza della tra nel mondo nuovo oltre il ponte spezCappello prosa fluida ma raffinata, uno spazio di zato delle sue vertebre, senza possibilit (Rizzoli transizione che conserva le qualit del di ritorno, come il Cortez che dava fuoco pagg. 182 verseggiare come Cappello da sempre lo alle navi dellenciclopedia illustrata comeuro 16) pratica: ricerca di un dettato lineare, sen- prata a rate dal padre per quel figlio con la za scorie letterarie, teso a distillare lau- febbre della lettura. Quando, dalla vertigitenticit di uno sguardo, unico ma capace ne della pagina bianca, dalla letteratura, di attingere luniversalit dellesperienza da questa nuova libert, sta per nascere umana. Lampiezza dello sguardo di Cap- luomo dedito al gesto gratuito, quasi pello sorprende tanto pi perch, leggen- folle, oggi della scrittura poetica, capado, scopriamo quanto sia angusto il cro- ce, talvolta, in un mondo dove lo spirito cevia da cui muove. Dalla marginalit di avvizzito, di rinnovare la pi bella proun paesino sperduto del Friuli, marca di messa dellApocalisse: io faccio nuove confine, e, soprattutto, dal letto, in cui ha tutte le cose. trascorso la maggior parte della sua vita di RIPRODUZIONE RISERVATA

to dei lavoratori edili. Quasi un terzo dei braccianti agricoli. Se dunque possiamo considerare paradossali, retoriche, le domande poste da Manconi e Brinis ci conviene espellerli? E se andassero via tutti? E se non venissero pi? ben pi concreta appare lincognita che pende sul nostro futuro: proprio inevitabile che ha pagare il prezzo della faticosa integrazione degli stranieri debbano essere sempre e comunque i pi poveri fra gli italiani? Bench il libro sia disseminato di numerosi esempi di integrazione riuscita nelle comunit locali, avvenuta spontaneamente o pi di rado guidata da amministratori capaci, non c dubbio che il non governo del flusso migratorio ha alimentato un contrasto fra svantaggiati. Risultato peraltro conveniente ai soliti ben noti attori politici. N la legge Turco-Napolitano del

1998, n tanto meno la Bossi-Fini del 2002 hanno consentito la pianificazione armonica dei flussi dingresso, orientandoli nella ricerca di lavoro regolare e di soluzioni abitative razionali. Per questo Accogliamoli tutti si conclude proponendo non solo labrogazione del reato di clandestinit, ma anche lintroduzione del visto dingresso per ricerca di occupazione; in luogo dellirrealistica pretesa della normativa vigente, secondo cui lincontro fra domanda e offerta di lavoro dovrebbe realizzarsi (chiss come) nei paesi dorigine. Nessuna faciloneria. Nessuna celebrazione delle virt del multiculturalismo. Il libro prende in esame anche i nodi pi difficili da sciogliere in materia giuridica, come la poligamia e la mutilazione genitale femminile. Fenomeni certo ultraminoritari che necessitano di una ge-

Il premio

CATTEDRALI LETTERARIE EUROPEE VINCONO FUSINI E ACCARDO


ROMA Il premio internazionale di critica letteraria Le cattedrali letterarie europee stato assegnato questanno a Nadia Fusini. La studiosa di letteratura britannica ha vinto il riconoscimento per i suoi studi sulla figura e lopera di William Shakespeare. stato premiato anche Salvatore Accardo, primo musicista a ricevere questo riconoscimento. Massimo Cacciari, decorato nel 2011, consegner il premio a Nadia Fusini oggi a Palazzo Braschi a Roma, mentre ieri Accardo stato premiato ai Musei Capitolini. Tra i vincitori degli anni passati si ricordano Roberto Benigni, Umberto Eco, Francis Ford Coppola e Jos Saramago. Le cattedrali letterarie europee, giunto alla settima edizione, un premio, promosso dallAssociazione Culturale Eureka, dedicato agli esponenti della cultura mondiale che si sono distinti nello studio di autori importanti del panorama umanistico europeo.

stione coerente con il nostro diritto, ma al tempo stesso finalizzata alla riduzione del danno. Per esempio la Coop ha risolto il problema della macellazione rituale della carne halal dopo un confronto con la Lega italiana antivivisezione: dintesa con le comunit islamiche, si procede allo stordimento elettrico preventivo dellanimale da macellare, garantendo cos la convivenza dei valori. Con la buona volont, le mediazioni si trovano. Purch si riconosca che stiamo costruendo un nuovo modello sociale di cui limmigrazione sar componente vitale, non marginale. Lo Stato moderno europeo costru quattro secoli fa il suo apparato repressivo nella lotta al vagabondaggio e nel contenimento dei pericoli sociali della miseria. Ma la distinzione fondata allora fra i nostri poveri da segregare e/o proteggere, mentre i poveri forestieri erano semplicemente da cacciare, non regge pi le dinamiche della geopolitica e della demografia. Ne consegue, come scrive la Kyenge, che limmigrazione deve farsi progetto; perch senza di essa non c ripresa n risorgimento. Accogliamoli tutti proposta che sgomenter una classe politica sprovvista di visione storica, sballottata negli anni scorsi nelloscillazione fra la piet e lo spavento delle emozioni popolari. Temo che non sia pronta a discutere queste ragionevoli proposte per salvare gli italiani e gli immigrati. Perfino dopo la tragedia di Lampedusa abbiamo sentito ministri riproporsi portavoce di una funzione di mero contenimento; fingendo di ignorare che, mentre loro facevano la faccia feroce, in Italia si estendevano aree di irregolarit e marginalit. Inutili sentinelle di guardia a un bidone.
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