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Visti da vicino

Accennando ai metodi attualmente a disposizione degli astronomi per lo studio degli


asteroidi (e pi in generale dei Corpi Minori), ho sottolineato come le sonde spaziali abbiano enormemente incrementato le nostre conoscenze fornendoci spettacolari immagini di alcuni questi oggetti consentendoci in tal modo di ottenere informazioni fino a pochi anni fa impensabili. Il lavoro svolto dalla sonda Galileo in occasione del passaggio ravvicinato con Gaspra e Ida stato veramente notevole e vale dunque la pena di fare il punto sulle conoscenze relative a questi due asteroidi. ! attualmente in corso un"altra missione spaziale che prevede l"osservazione ravvicinata di corpi asteroidali# si tratta della missione della sonda $!%& con destinazione finale !ros e, lungo il cammino, un fl'(b' con Mathilde. )"importanza dellincontro con !ros soprattutto legata alla particolare natura di questo asteroide, che possiamo considerare il capostipite della tipologia dei $.!.%. ($ear !arth %steroid), cio di quei corpi asteroidali che sfiorano il nostro pianeta, e per questo denominati anche !.G.%. (!arth Grazing %steroid), percorrendo orbite che possono attraversare quella terrestre. &itengo pertanto necessario fare il punto anche su Eros e su quegli oggetti i cui *incontri ravvicinati* con la +erra potrebbero risultare pericolosi per noi. !, tra questi, una menzione particolare dobbiamo riservarla a Toutatis, non fosse altro per il fatto che il ,- settembre ,../ transiter0 solamente a 1.23 milioni di 4m dal nostro pianeta... $el titolo, pertanto, racchiuso un duplice significato# da un lato si sottolinea lo sforzo della 5cienza che cerca di avvicinarsi con i suoi strumenti di indagine ad alcuni corpi per poterli studiare a fondo, ma dallaltro si evidenzia che vi sono molti altri oggetti che possono essere trasportati nei pressi della +erra (e talvolta anche troppo vicino ad essa) da quel groviglio di influenze gravitazionali che governano tutta la dinamica del 5istema 5olare.

951 Gaspra

Venne scoperto nel 1-13 da Grigori' $. $eu6amin e non fu mai particolarmente


considerato ( destino comune a tutti gli asteroidi fino a non molto tempo fa ( fino a quando non ci si accorse che *era sulla strada* della sonda Galileo# divent7 cos8 il primo asteroide avvicinato da una sonda spaziale (,- ottobre 1--1). !" caratterizzato da una forma fortemente irregolare# descrivendolo come un ellissoide triassiale (19.,:1..2:9.- 4m) si ottiene uno scostamento di oltre il 1.; dalle dimensioni reali. <uesta forma irregolare era gi0 stata rilevata dallo studio della curva di luce, dal quale era emersa anche la rotazione (antioraria) con un periodo di circa = ore. Il profilo di Gaspra consistente con l"idea che gli asteroidi possano essere mucchi di detriti (rubble-piles) composti dall"aggregazione di molteplici corpi di diverse dimensioni. !" pure consistente, per7, con il fatto che Gaspra possa essere il frammento pi interno di un corpo originario distrutto da una collisione (Chapman, 1--/). % questo proposito si stima che l"impatto, estremamente violento, possa essere avvenuto circa 2.. milioni di anni fa e si potrebbe collegare l"origine di Gaspra alla famiglia di >lora (un unico corpo progenitore con dimensioni dell"ordine di ,.. 4m), ma la

collocazione dubbia perch Gaspra si trova alla *periferia* dell"addensamento di >lora. Ci7 che spinge, per7, a scegliere per Gaspra una struttura interna compatta e non di agglomerato la presenza sulla superficie di solchi (facilmente rilevabili dalle immagini inviate dalla sonda Galileo) il cui uniforme orientamento (sono disposti lungo due direttrici) viene interpretato come indicazione di una struttura monolitica ricoperta da uno strato di detriti (regolith) valutabile in ?.(,.. m (@ever4a et al., 1--/). %nnotiamo, per inciso, che tali strutture superficiali erano state riconosciute solamente su Ahobos, satellite di Marte, ed erano state, anche in quel caso, interpretate come originate dalle deformazioni superficiali indotte da un impatto e successivamente ricoperte e parzialmente mascherate dai detriti superficiali. 5ulla base delle caratteristiche spettrali, Gaspra classificato come appartenente alla classe tassonomica 5B questo significa che la sua superficie si stima sia composta di olivina, pirosseni e composti metallici (ferro(nichel), dati che portano ragionevolmente a supporre che questo asteroide provenga dal nucleo di un corpo di massa maggiore. )a peculiarit0 di Gaspra la superficie relativamente liscia, punteggiata da piccoli e recenti crateriB l"et0 desunta dalla craterizzazione di ,.. milioni di anni, e ci7 conferma che si tratta di un asteroide relativamente giovane. )o studio dei crateri ha inoltre permesso di rivedere le stime sulla abbondanza dei piccoli corpi (diametro dai 1. ai 1.. metri), parametro essenziale per poter valutare con ragionevolezza l"entit0, l"efficienza e la rapidit0 del processo collisionale che ha coinvolto e coinvolge tuttora gli asteroidi. 5i potuto stimare che il numero di mini(asteroidi sia legato al diametro (C) da una legge del tipo C(?.? anzich C(,.2 come era per i corpi studiati finora e questo implica un aumento notevole della popolazione di asteroidi con dimensioni dell"ordine del centinaio di metri (>arinella, 1--2). Aer completezza bisogna aggiungere che la distribuzione di diametri del tipo $(DC)EC(,.2 deriva dalla teoria analitica sull"evoluzione collisionale di oggetti asteroidali studiata da F. 5. Cohnan' alla fine degli anni =.. 5empre in merito allo studio della distribuzione dei diametri, un recente lavoro di %. Campo Gagatin dellHniversit0 di @alencia (1--/) ha mostrato, per mezzo di simulazioni dellevoluzione della popolazione asteroidale, che la distribuzione finale non rappresentata da una legge di potenza con esponente ben definito e costante, bens8 dalla composizione di varie leggi di potenza con esponenti variabili a seconda delle dimensioni, anche se mediamente oscillanti intorno al valore di Cohnan'. >ondamentale importanza nelle simulazioni impiegate per lo studio dell"evoluzione collisionale dell"intera popolazione asteroidale assume la scelta del taglio inferiore nelle dimensioni degli oggetti in essa coinvolti. 5e vero che un valore numerico finito indispensabile per impostare la simulazione del processo evolutivo, altrettanto vero che nella realt0 esistono meccanismi naturali (ad esempio il vento solare) che tendono rapidamente ad eliminare le particelle di piccole dimensioni, rendendo in tal modo il taglio numerico sui piccoli diametri non solamente un mero espediente di calcolo, bens8 la corretta simulazione di un processo fisico reale.

243 Ida

E' stato il secondo obiettivo asteroidale della sonda Galileo (,9..9.1--?).


%nche questo asteroide caratterizzato da una forma fortemente irregolare con l"asse maggiore di circa 29 4m e quello minore di ,? 4m. 5i considera appartenente al tipo tassonomico 5 e la sua densit0 viene stimata tra ,., e ,.- gIcm?. )a sua superficie, notevolmente pi craterizzata di quella di Gaspra e che rende Ida forse

uno degli oggetti pi densamente craterizzati del 5istema 5olare, suggerirebbe una genesi collisionale collocabile circa , miliardi di anni fa (Chapman, 1--/). <uesto dato, per7, in notevole disaccordo con le ipotesi avanzate da studi precedenti sulla famiglia di Joronis, alla quale Ida appartiene, che collocano l"evento generatore della famiglia circa ,. milioni di anni fa. Arobabilmente nella sua estrema craterizzazione ha giocato un ruolo importantissimo la differente collocazione nella >ascia Arincipale ed il conseguente differente flusso di *proiettili* rispetto ad altri asteroidi della famiglia. Molto pi di quanto rilevato su Gaspra, Ida presenta segnali evidenti dell"esistenza sulla sua superficie di uno spesso strato di regolith# dalle immagini possibile individuare la presenza di massi, tracce di movimenti di rotolamento e variazioni di albedo su piccola scala. @i anche la presenza di un certo numero di crateri molto grandi, ai quali potrebbe essere ricondotta la formazione dello strato pi profondo di regolith (Chapman, 1--/). Hna interessante peculiarit0 di Ida la scoperta (febbraio 1--/) che questo asteroide dotato di un piccolo satellite, Cact'l, (con dimensioni di circa 1.2 4m) orbitante ad una distanza di -. 4m con un periodo di circa ,. ore. Cact'l il primo satellite naturale di un asteroide ad essere scoperto e fotografato, ed costituito pi o meno dello stesso tipo di materiale che compone Ida. 5ulla provenienza di questo satellite (staccatosi da Ida in seguito ad una collisione oppure prodotto della stessa collisione che ha generato IdaK) non si ancora riusciti a trovare una risposta univoca# l"unico dato certo che sembra sia senz"altro da scartare l"ipotesi di una cattura gravitazionale. Hn oggetto cos8 piccolo, infatti, verrebbe normalmente deviato, a meno che non intervenga una forza esterna che lo rallenti fino a rendere possibile la sua cattura. )a sonda Galileo ha inoltre rilevato durante il passaggio su Ida variazioni del campo magnetico solare, il che farebbe supporre un elevato contenuto di materiali magnetici, ma l"ipotesi contrasta con il valore della densit0 di Ida, troppo bassa per rendere questo asteroide simile come composizione ai meteoriti metallici o metallo(silicatici. !d proprio l"anomalo valore della densit0 che spinge C. Chapman (1--3) ad ipotizzare per Ida una struttura complessa# questo asteroide sarebbe costituito da condriti ordinarie (caratterizzate da una densit0 di ?.2 gIcm?) con una struttura interna ad agglomerato (rubble-pile), la cui bassa densit0 porterebbe il valore complessivo a quello stimato. <uesta idea troverebbe conferma dal confronto tra gli spettri della superficie originaria e pi antica di Ida e quelli provenienti dalle zone di recente craterizzazione (originatesi meno di 1.. milioni di anni fa), caratterizzati da minore arrossamento e dalla presenza di bande di assorbimento pi profonde. >orse l"impatto ha riportato alla luce la superficie primitiva dell"asteroide ed essa non stata ancora esposta per sufficiente tempo alle radiazioni affinch lo spettro possa essere arrossato e le bande di assorbimento grandemente indebolite, come per il resto di Ida.

433 Eros ed i N.E.A.

Questo asteroide fu scoperto da G. Litt nell"agosto 19-9.


!sso divenuto il capostipite di un particolare gruppo di oggetti chiamati $.!.%. ($ear( !arth %steroid), comprendendo con tale termine quegli asteroidi le cui orbite si avvicinano o incrociano l"orbita terrestre. )a possibilit0 di un possibile impatto del sistema +erra()una con questo asteroide era gi0 stata considerata fin dal 1-??, allorch 5ir Ahillip &oberts, direttore della Gritish 5out( %frican %stronomical 5ociet', aveva calcolato un possibile impatto di !ros con il nostro

satellite, impatto che avrebbe dovuto avvenire circa 11 anni pi tardi (C'son, 1--2). !" certamente banale annotare che i calcoli non erano corretti, ma la vicenda pu7 mostrare che l"ipotesi di un possibile impatto di !ros con la +erra sempre stata considerata una eventualit0 tutt"altro che remota, soprattutto se rapportata ai tempi di evoluzione cosmica. In uno studio del 1-9,, G. L. Letherill ed !. M. 5hoema4er avevano ipotizzato il ,/; di probabilit0 che questo corpo collidesse con la +erra entro un tempo di /.. milioni di anniB la velocit0 d"impatto era stimata in circa 1/ 4mIsec e l"evento avrebbe originato un cratere di circa ,2. 4m di diametro. )a valutazione della possibile scala dei tempi per un impatto stata per7 recentemente riconsiderata da A. Michel, A. >arinella e C. >roeschl (1--3), che hanno studiato l"evoluzione dinamica dell"orbita di !ros su un periodo di due milioni di anni, studio effettuato adottando un modello di 5istema 5olare puramente gravitazionale, tenendo conto di tutti i pianeti, escluso Alutone, ed inglobando la massa di Mercurio in quella del 5ole. Calla simulazione stata riconfermata l"esistenza di una risonanza orbitale con Marte in grado di perturbare l"orbita di asteroidi Mars(crossing, come !ros, trasformandoli in !arth(crossing# per un modello calcolato dalla simulazione tutto questo porterebbe ad un impatto con la +erra in un tempo di 1.1/ milioni di anni. )a conclusione presentata dal lavoro citato per7 ancora pi rassicurante poich si afferma che, se esistono significative possibilit0 (dell"ordine del 2.;) che !ros diventi un !arth(crosser e possa collidere con il nostro pianeta, ci7 avverrebbe in una scala di tempi dell"ordine di 1.9(1.- anni. )a preoccupazione che !ros o qualche altro asteroide possa impattare la +erra comunque certamente fondata, e su di essa, come su tutte le complesse problematiche connesse con tale evento, necessario dedicare un successivo approfondimento (scontato, a questo proposito, il richiamo ad una visita alla mia Impact Aage...). +ornando, invece, ad occuparci dei $.!.%., talvolta chiamati !arth Grazing (!.G.%.), !arth Crossing (!.C.%.) o !arth %pproachers, sottolineiamo come la peculiarit0 di questi oggetti sia costituita dalle loro orbite, che li portano ad avvicinarsi o ad incrociare pericolosamente l"orbita della +erra. @engono convenzionalmente suddivisi in tre gruppi# 1. ATEN hanno orbite che li pongono all"interno dell"orbita della +erra e la incrociano nei pressi del loro afelioB vengono considerati una sottoclasse degli %pollo ed il loro numero stimato in circa un centinaio (+a'lor, 1--,). 2. AP !! sono asteroidi caratterizzati da un valore del semiasse superiore a 1 H.%. e dal perielio minore di 1..1= H.%. (afelio della +erra), dunque attraversano la nostra orbita, ed il loro numero stimato in circa 1... (Letherill e 5hoema4er, 1-9,B +a'lor, 1--,). 3. A" # non possono avere un impatto diretto con la +erra, ma solamente degli avvicinamenti dal momento che il loro perielio maggiore dell"afelio terrestre. Cescrivendo le circostanze della scoperta del primo oggetto posto nelle vicinanze del sistema +erra()una, &abinoMitz (1--?) identifica in questo modo le tre classi degli !arth( %pproachers# AP !! ATEN A" # a D 1.. H.%. a N 1.. H.%. a D 1.. H.%. $ N 1..1= H.%. $ D ..-9? H.%. 1..1= H.%. N $ N 1.? H.%.

)a distinzione pu7 essere visualizzata in un disegno che mostra le orbite (approssimate) di oggetti dei tre gruppi paragonandole a quella della +erra (%i&ura ' ( disegno indicativo non in scala). Cati recenti (agosto ,..1) riportano un totale di 1/,. asteroidi di questo tipo, di cui 3/3 %pollo, 33? %mor e 111 del tipo %ten (dati Minor Alanet Center). 5i stima che la loro vita media sia 1.=(1.9 anni, dopo di che verrebbero espulsi dal 5istema 5olare oppure colliderebbero con un pianeta. Aer quanto riguarda l"origine di questi corpi celesti, essa viene identificata nella >ascia Arincipale degli asteroidiB lo studio analitico dei meccanismi dinamici attivi nella >ascia Arincipale, infatti, indica che alcune risonanze secolari e di moto medio sono in grado di condurre frammenti in orbite Mars(crossing e, in seguito, !arth(crossing come si accennava per !ros, ma emergono anche risultati differenti, quali l"immissione su orbite 5un(grazing e Fupiter(crossing. Call"approfondimento della conoscenza dei meccanismi di risonanza emerge anche la valutazione della rapidit0 con la quale tali fenomeni agiscono. )a simulazione effettuata da G. F. Gladman e collaboratori (1--=), che considera l"evoluzione di circa 12.. frammenti collocati inizialmente nelle pi importanti risonanze della >ascia Arincipale degli asteroidi, suggerisce non solo che la vita dinamica dei frammenti destinati a diventare $!%s o meteoriti di pochi milioni di anni, ma anche che la maggior parte di essi viene distrutta sia perch l"orbita diventa Fupiter(crossing sia perch il frammento viene condotto sul 5ole. Che il destino di alcuni asteroidi potesse essere la caduta sul 5ole una scoperta recenteB fino ad ora, infatti, tale destino era stato proposto e accettato solamente per le comete. Call"integrazione numerica delle orbite di alcuni $!%s (>arinella et al., 1--/) emerso che vi sono differenti percorsi dinamici che possono portare un asteroide alla collisione con il 5ole, spesso vi un sistema di risonanze con i pianeti giganti ed i tempi caratteristici del fenomeno sono dellordine del milione di anni. )o studio appena citato ha portato a verificare che tale destino riguarderebbe ben 1- dei /= oggetti presi in considerazione, ed in tal modo l"impatto con la nostra stella risulterebbe pi comune della collisione con un pianeta o dell"espulsione dal 5istema 5olare. Il tasso di perdita di tali oggetti verrebbe controbilanciato dall"immissione di un flusso di nuovi $!%s ad opera dei fenomeni collisionali attivi nella >ascia Arincipale degli asteroidi, in grado di lanciare nelle risonanze responsabili delle orbite !arth(crossing circa 1.. frammenti di dimensioni superiori ad 1 4m ogni milione di anni (>arinella et al., 1--?). Oltre a questa origine collisionale, per7, bisogna anche considerare probabile (per circa il /.; degli %pollo, %ten e %mor) che si possa trattare di nuclei cometari spenti (+a'lor, 1--,). !d al gruppo degli Oggetti(%mor, che si stima sia formato da 1...(,... corpi (+a'lor, 1--,), che appartiene /?? !ros.

5toricamente !ros sempre stato per l"%stronomia un asteroide molto importante# grazie a misure astrometriche della sua orbita che P. 5pencer Fones riuscito, durante l"opposizione del 1-?.(?1, a determinare il valore della parallasse solare in modo estremamente preciso, con una incertezza di solamente 1I1... di secondo d"arcoB ancora grazie alle perturbazioni della sua orbita rilevate tra il 1-,3 ed il 1-/2 che L. &abe ricav7 il valore della massa del sistema +erra()una rispetto al 5ole. $el corso di questo secolo, l"incontro pi ravvicinato con la +erra si verificato il ,? gennaio 1-=2, quando la distanza tra i due corpi celesti fu solamente ..12 H.%. )a campagna osservativa internazionale organizzata in tale occasione ha permesso di ottenere la curva di luce (%i&ura 9 ( Ci Martino, l'astronomia, 1(2, pag. ,.B 1--3) e da questa il periodo di rotazione (2.,= ore), la direzione dell"asse polare ed il senso di rotazione. )"analisi radar suggerisce che si tratta di un corpo molto irregolare, di dimensioni /.:1/:1/ 4m, con un emisfero piatto e quello opposto di forma convessa. L.>. Gott4e e P.F. Melosh (1--3), studiando gli effetti delle forze di marea presenti negli incontri ravvicinati tra pianeti ed asteroidi, ipotizzano per i planet(crosser l"esistenza di possibili satelliti in orbita attorno ad essi e concludono affermando che !ros presenta tutte le caratteristiche per avere un possibile piccolo satellite, eventualit0 ritenuta probabile al 2.;. Hn recentissimo studio (Qappal0 et al., 1--=) collega !ros al gruppo di Maria. <uesta famiglia dinamica prende il nome, come consuetudine, dall"asteroide con numerazione inferiore (1=. Maria, con diametro di //R2 4m) e comprende circa 9. membriB si colloca nella >ascia Arincipale, in una zona prossima alla risonanza ?#1 con Giove, e nello studio citato si suggerisce che possa essere la sorgente dei cosiddetti $!% giganti (/?? !ros e 1.?3 Ganimede). Ipotesi perfettamente in linea con le recenti scoperte che hanno identificato la suddetta risonanza con Giove come un mezzo dinamico estremamente efficiente per condurre un oggetto nelle regioni pi interne del 5istema 5olare. )"evento in grado di produrre frammenti delle dimensioni di !ros e Ganimede (ambedue dell"ordine di ,.(?. 4m di diametro) deve essere stato altamente energetico, lo confermerebbe anche il fatto di avere scagliato oggetti proprio in una zona di risonanza. 5ulla base delle stime delle dimensioni dei corpi appartenenti a questa famiglia, si ipotizza per il corpo progenitore un diametro di circa 92 4m. )"importanza della ricostruzione della famiglia di Maria ulteriormente aumentata dopo le ultime analisi dei dati spettrali di !ros, dai quali emerge che la superficie di questo asteroide presenterebbe notevole somiglianza con le condriti ordinarie. 5e ambedue i dati (l"appartenenza di !ros alla famiglia e la sua analisi spettroscopica) venissero confermati, si potrebbe ipotizzare per la famiglia di Maria di essere la principale sorgente delle condriti ordinarie, fornendo in tal modo la definitiva risposta al paradosso spettrofotometrico. )"importanza storica di /?? !ros ricordata poc"anzi destinata ad aumentare# verso questo

asteroide, infatti, in volo la sonda spaziale $!%&, lanciata il 1=..,.-3 da Cape Canaveral. )a $!%& ($ear !arth %steroid &endezvous) fa parte del programma Ciscover' della $%5% ed ha il compito, dopo un primo passaggio ad una distanza di 2.. 4m da !ros (3 febbraio 1---), di porsi in orbita intorno ad esso ad una altezza di circa /. 4m. ($ota# in realt0 l"ingresso in orbita attorno ad !ros avvenuto un anno pi tardi, il 1/ febbraio ,...) %l termine della missione (?1 dicembre 1---) si potr0 disporre di una mappa dell"asteroide con una risoluzione variante tra i ? e i 2 metri, della distribuzione mineralogica superficiale (ed in tal modo confrontare la composizione chimica di !ros con quella delle meteoriti conosciute), ed inoltre appurare se gli asteroidi pi piccoli siano frammenti solidi di roccia oppure aggregati porosi di frammenti collisionali. $el progetto era previsto anche un passaggio nei pressi di 253 "at)i*de, un asteroide di tipo tassonomico C della >ascia Arincipale con dimensioni di 31 4m, fl'(b' puntualmente verificatosi il ,= giugno 1--=, allorch la $!%&, viaggiando a quasi 1. 4mIsec, transitata a circa 1,.. 4m dallasteroide. )intero fl'(b' durato circa ,2 minuti ed ha permesso di raccogliere ulteriori dati su questo oggetto della >ascia Arincipale (a S ,.3/2 H.%.), primo fra tutti la conferma del valore estremamente basso dellalbedo (...?) riconducibile ad una superficie resa molto scura probabilmente da una crosta formata da composti carboniosi. $ella fase di allontanamento, la $!%& ha esplorato lo spazio circostante alla ricerca di eventuali satelliti, ma fino ad ora l"analisi delle immagini porta ad escludere una tale presenza. )e caratteristiche morfologiche pi importanti sono senza dubbio gli enormi crateri da impatto, le cui dimensioni ci portano ad ipotizzare un passato veramente travagliato per questo asteroideB dalle immagini, riprese da ,/.. 4m di distanza con una risoluzione di ?9. metri, emerge chiarissima la presenza di almeno /(2 crateri con dimensioni comprese tra 1. e ,. 4m. Osservando, poi, le immagini riprese alla minima distanza, compare una autentica voragine, larga ?. 4m e profonda una decina, dimensioni che, rapportate a quelle dell"asteroide, non si stenta a definire impressionanti. ! proprio la valutazione dell"evento che ha originato tale cratere ci porta a riconsiderare la struttura interna degli asteroidi in modo da poter spiegare la loro resistenza anche ad impatti cos8 violenti. Il confronto con Ida e Gaspra evidenzia per Mathilde una storia collisionale molto pi movimentataB una prima stima del numero dei crateri ha permesso di constatare che non si molto distanti dalla densit0 di craterizzazione rilevata per Ida, e questo significa che si pu7 ipotizzare per Mathilde una et0 evolutiva di circa , miliardi di anni. )"uniformit0 del colore, riscontrata sia sulla superficie sia sul fondo dei crateri, suggerisce una composizione uniforme e le misure preliminari della densit0 porterebbero a concludere che l"ipotesi di un oggetto tipo rubble-pile non cos8 remota. Il movimento di rotazione molto lento (periodo di 1=./ giorni) e forse la spiegazione potrebbe essere ricercata proprio nei catastrofici eventi impattivi che hanno profondamente segnato la sua superficie. )a riuscita della missione $!%&, oltre a fornirci dati scientifici importantissimi riguardanti !ros, potrebbe mostrare che non solo fantascienza l"ipotesi di uno sfruttamento delle risorse racchiuse negli asteroidi# essi potrebbero rappresentare delle potenziali riserve di metalli e di altre materie prime localizzate in regioni dello spazio prossime al nostro pianeta. Hna prova indiretta che alcuni asteroidi siano costituiti da metallo praticamente allo stato puro fornita dal meteorite 5i4hote(%lins4i6 caduto nel 1-/= nella &ussia orientale, composto dal -/; di ferro e dal 3; di nichel. %nalizzando l"attuale situazione delle tecnologie disponibili, l"inizio di uno sfruttamento

minerario dei $!% pu7 essere previsto nell"arco di ,(? decenni ()upish4o, 1--3).

41+9 Toutatis e i Tauridi

Questo asteroide (appartenente alla tipologia %pollo) fu *scoperto* il 2 gennaio 1-9-# in


realt0 era gi0 stato rilevato fotograficamente il 1. e 1/ febbraio 1-?/T Aresenta le caratteristiche spettrali tipiche dei corpi prevalentemente rocciosi, appartenendo cos8 alla classe tassonomica 5. Il diametro medio di /.3 4m, il periodo di rivoluzione circa / anni e la sua posizione orbitale (la sua distanza media dal 5ole di ,.2 H.%.) lo colloca in una lacuna (risonanza ?#1). )a ricostruzione, effettuata utilizzando le immagini radar ottenute nel dicembre 1--, (Pudson e Ostro, 1--2), propone per +outatis un profilo estremamente irregolare, molto somigliante a due blocchi rocciosi (di diametro rispettivamente di circa ,.2 e /., 4m) in contatto tra di loro. Ca segnalare anche lindividuazione sulla superficie di questo asteroide di crinali e di concavit0, queste ultime interpretate come crateri da impatto. )origine del profilo cos8 irregolare di +outatis rimane, comunque, un mistero e le ipotesi vagliate prendono in considerazione sia la possibilit0 di un impatto (o, meglio, una sequenza di impatti), sia l"eventualit0 che si possa trattare di un asteroide formato proprio da due corpi distinti a contatto. %nche per altri asteroidi si era evidenziata la probabile struttura binaria (ad esempio /=3Castalia) e per quelli analizzati dalla sonda Galileo si sono avanzati fondati sospetti che, al di sotto della apparenza di corpo unico, si nasconda la natura di componenti a contatto avvolti e nascosti da uno strato superficiale di polveri e detriti. )"esistenza di asteroidi doppi sembrerebbe quindi tutt"altro che rara e potrebbe essere la chiave per comprendere meglio i meccanismi di accrescimento e distruzione che hanno caratterizzato e caratterizzano gli asteroidi. Il moto di rotazione di +outatis molto lento (con un periodo di 2./1 giorni al quale si sovrappone un moto di precessione con periodo di =.?2 giorni) e questo potrebbe spiegare come la reciproca attrazione gravitazionale sia in grado di annullare la forza centrifuga mantenendo a contatto le due componenti. Come si gi0 avuto modo di dire, non si tratta di una rotazione regolare, ma di un vero e proprio ruzzolare nello spazioB significativa a questo proposito la descrizione fatta da 5cott Pudson della Lashington 5tate Hniversit' (ricavata da# http#IIbang.lanl.govIsolars'sItoutatis.htmB maggio 1--3)# Toutatis non ha mai ci che noi comunemente chiamiamo giorno. La sua rotazione il risultato di due differenti moti che si combinano originando una rotazione la cui orientazione rispetto al Sole non si ripete mai ugualmente. )"orbita di +outatis in continua evoluzione, in particolare diminuisce il valore dell"eccentricit0 mentre sta aumentando la distanza perielica (da ..-.,2 H.%. attuali tende ad assumere il valore di 1... H.%.)# questo non significa rotta di collisione con la +erra, ma certamente situazioni osservative ancora pi favorevoli di quelle verificatesi nel dicembre 1--, (?.3,..... 4m di distanza). $el settembre ,../, infatti, +outatis passer0 ad una distanza dalla +erra di solamente 1.2=..... 4m. >atti due conti la faccenda non ci deve preoccupare dato che si tratta di oltre / volte la distanza della )una. Ma in termini astronomici ci passa proprio a due passi. )"orbita di +outatis notevolmente allungata (e S ..3/) e non pu7 non ricordare molto da vicino quella delle comete a corto periodo. !d effettivamente +outatis appartiene ad un gruppo di asteroidi, i Tauridi, caratterizzati proprio da parametri orbitali molto simili a quelli della cometa !nc4e. $ella tabella seguente sono riportati i parametri orbitali di

questa tipologia di oggetti la cui particolare natura dinamica stata recentemente approfondita. N "E GGETT a (H%) 1.9? 1.9/ 1.99 1.-9 ,.1= ,.19 ,.,. ,.,, ,.,, ,.?. ,.21 e ..==1 ..3=..=3/ ..3?= ..9?? ..=11 ..33, ..92. ..=3/ ..==? ..3/. i -., 11.1./ 3.9 11.9 ,.2 ?.. 11./.9 1,., ..2

21/? Peracles /?/1 Aoseidon ,1.1 %donis /19? Cuno ,,1, Pephaistos ,,.1 Ol6ato //93 Mithra ,o-eta Enc.e 3.3? 1-9/ JG /1-= 1-9, +% 41+9 Toutatis

(Ca# @alsecchi et al., Icarus, 11', 13-B 1--2)

G.G. @alsecchi e collaboratori (1--2) hanno indagato sull"eventualit0 che si potesse trattare di corpi con origine comune, i resti di un impatto tra grosse comete della famiglia di Giove, ma il quadro offerto dalle simulazioni dinamiche suggerisce un"altra spiegazione. Call"analisi emersa, infatti, la pesante importanza delle perturbazioni imputabili ai fenomeni di risonanza, in grado di spiegare la presenza di molti corpi dotati di orbite simili a quella della cometa !nc4e provenienti sia dalla >ascia Arincipale degli asteroidi sia dalle comete della famiglia di GioveB in altre parole# la popolazione attualmente presente nella regione dei +auridi sarebbe lindicazione dell"esistenza di un meccanismo dinamico (governato dalle risonanze secolari) che collegherebbe tra loro asteroidi della >ascia Arincipale e comete della famiglia di Giove. <uesto non esclude la possibilit0 di un evento impattivo all"origine dei +auridi, ma impone che tale evento debba essere molto recente (dell"ordine di poche migliaia di anni). )e simulazioni dinamiche effettuate da >arinella e collaboratori su un campione di $!%s (1--/) hanno evidenziato per i +auridi evoluzioni orbitali che, in tempi dellordine di un milione di anni, li porterebbero a collidere (come gi0 in precedenza segnalato) con il 5oleB bisogna comunque sottolineare che i risultati di tali integrazioni numeriche non possono essere considerati in maniera deterministica, ma piuttosto visti come indicazioni statisticoIqualitative dei percorsi evolutivi pi comuni. Il destino ipotizzato per i +auridi, inoltre, potrebbe riguardare anche altri asteroidi non cos8 peculiari come il gruppo di +outatis ed Pephaistos, ma semplicemente coinvolti nel meccanismo delle risonanze con Giove e 5aturno. $on comunque certamente banale l"ipotesi della possibile origine cometaria per molti $.!.%.B questa idea stata ulteriormente rafforzata dall"identificazione dell"asteroide ?,.. >etonte (scoperto l"11 ottobre 1-9? grazie ai dati raccolti dall"Infrared 5atellite I&%5) con lo sciame meteorico delle Geminidi, una tipologia di fenomeni che, fino ad ora, sempre

stata ricondotta ad una origine cometaria. @i sono infatti anche altri sciami meteorici per i quali stata identificata una origine asteroidale, come riportato nella seguente tabella (tratta da# l'astronomia, 1(/, ,9B dicembre 1--2)# 0,IA"E "ETE #I, Jappa %quaridi %rietidi %rietidi(+auridi Gootidi >i Gootidi Camelopardidi 5igma Capricornidi +au !rculidi Geminidi Chi Orionidi A0TE# I1E /1=- +outatis 1233 Icarus 1-9, +%, 1-9/ JG, 2.,2 A) 1-9= A% 13,. Geographos, 1-=9 C% 1,,1 %mor, ?,99 5eleucus ,1.1 %donis 1.9= 5F? ?,.. Ahaeton ,,.1 Ol6ato

Come si gi0 pi volte sottolineato, dunque, il confine tra asteroidi e comete risulta in alcuni casi estremamente labile e di problematica individuazione. $on solo, infatti, i percorsi evolutivi dinamici delle comete, e lo si visto nel caso particolare della !nc4e e dei +auridi, possono sfociare in situazioni orbitali attualmente occupate da corpi asteroidali (o almeno considerati tali perch sono assenti i fenomeni classicamente associabili ad una cometa quali la presenza di una chioma e di una coda), ma alcuni asteroidi mostrano di essere associati a fenomeni ritenuti fino ad ora di esclusiva origine cometaria. ! nulla ci pu7 impedire di sospettare che molti oggetti asteroidali, nel caso in cui fosse loro possibile sperimentare situazioni di riscaldamento maggiore di quelle che attualmente li caratterizzano, potrebbero mostrare sorprendenti manifestazioni cometarie ( l"ipotesi che &abe propose quando identific7 gli asteroidi +roiani quale possibile sorgente delle comete a corto periodo). ! giunto il momento, dunque, di affrontare largomento delle comete.

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