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AMBIENTE DI APPRENDIMENTO E

LEARNING OBJECT: UN'EFFICACE


SINERGIA
Pierfranco Ravotto, Francesca Berengo, Luisa Farinati, Mara Masseroni, Luigi Petruzziello,
Monica Terenghi, Marilena Vimercati, (ITSOS "Marie Curie")

Com'esser puote ch'un ben, distribuito


in più posseditor, faccia più ricchi
di sé che se da pochi è posseduto?
Dante Alighieri
La Divina Commedia, Purgatorio canto XV

Abstract
Quest'articolo illustra le ragioni che hanno condotto una scuola secondaria superiore ad occuparsi di
eLearning e descrive le due principali attività svolte dall'ITSOS nel progetto SLOOP: la produzione di
Learning Object e l'erogazione di corsi di formazione in rete.
I risultati del progetto SLOOP confermano quanto l'ITSOS aveva già identificato in altre precedenti
esperienze di eLearning: la formazione in rete ha successo quando i materiali didattici utilizzano
appieno la potenzialità del web e l'ambiente di apprendimento favorisce l'interazione fra le persone.
Tutto ciò rende l’apprendimento più efficace e coinvolgente.

E-learning in una scuola in presenza


Alle 8 e dieci di ogni mattina - dal lunedì al sabato, da metà settembre a metà giugno – 1.400 studenti e
180 docenti entrano nelle aule dell'ITSOS, un istituto scolastico che eroga formazione a studenti della
fascia 14 – 19 anni.
Se con il termine eLearning intendiamo l'uso dell'elettronica (del computer) nell'insegnamento, le
motivazioni a favore del suo uso in un ambiente di apprendimento in presenza sono ovvie e molteplici:
• gli studenti sono spesso attratti da tale strumento che quindi supporta la motivazione,
• l'attività a computer, come tutte le attività di laboratorio, richiede un atteggiamento attivo, più
favorevole all'apprendimento di quanto non sia la ricezione passiva di una lezione,
• il computer permette simulazioni e dunque attività di apprendimento "per scoperta".

Ma se usiamo il termine eLearning - come è diventato comune - nel senso di "formazione in rete", che
senso ha farvi ricorso in un ambito in cui si eroga formazione in presenza?

Isolamento in rete e isolamento in presenza


Parlando di formazione in rete spesso si evidenzia il pericolo del senso di isolamento. Ma, per quanto
possa sembrare una contraddizione, l'isolamento può esistere anche nella didattica in presenza: nel
momento dello studio lo studente spesso è solo!
Questa solitudine è spesso una delle maggiori cause dell'insuccesso scolastico. Lo studente che in
classe è distratto, che non prende appunti, che è poco autonomo nello studio, che si perde nell'insieme
di informazioni contenute nei libri di testo, ... spesso ottiene risultati negativi perchè non sa orientarsi
su dove, cosa, quando studiare.
ITSOS e FirstClass
Dalla metà degli anni 90 l’ITSOS è dotato di una rete basata sul software FirstClass, nodo di una più
ampia rete milanese, la rete SiR. Ad ogni docente o studente che ne faccia richiesta viene fornito un
indirizzo e-mail, dunque una mail box privata, l'accesso ad un sistema di "conferenze" basate su un
sistema di permessi (conferenze aperte a tutti e riservate, accesso in lettura e scrittura o solo in lettura,
possibilità o meno di aprire sottoconferenze, ...) e la possibilità di aprire una chat con qualsiasi altro
utente registrato nel sistema.
Da anni, molti docenti hanno iniziato ad usare un tale ambiente per iniziative didattiche, dal semplice
scambio di messaggi con gli studenti all'apertura di "conferenze di classe", spesso articolate in
"conferenze di materia" a loro volte spesso ulteriormente suddivise per argomenti, moduli, attività. Si
tratta di ambienti di lavoro spesso ricchi di messaggi. In un’indagine sulle attività in rete svolte
all'ITSOS nel 2004/05 [Ravotto 2005] si sono rilevati 6 ambienti di lavoro disciplinari con oltre 1.000
messaggi.
Gli studenti hanno dimostrato di gradire questo ambiente di comunicazione e di saperlo utilizzare
spesso efficacemente, e sempre più in modo collaborativo scambiando appunti delle lezioni e materiali
in preparazione delle verifiche.

ITSOS e l’apprendimento in rete


FirstClass è un sistema di messaggistica che consente di inviare/scambiare lezioni costituite da un testo
e da immagini. Ma in una più ampia prospettiva di eLearning il potenziale del web va ben oltre. Esso
consente:
• la multimedialità, ovvero la combinazione di testo e immagini con suoni e video;
• l'interattività, ovvero la possibilità di proporre attività in cui lo studente può direttamente interagire
con il materiale didattico ed ottenere un immediato feedback;
• la simulazione, la possibilità cioè di agire e vedere l'effetto delle proprie azioni
• la personalizzazione dei percorsi grazie alla navigazione ipertestuale e ai feedback ricevuti.

Queste sono le ragioni per le quali i docenti dell'ITSOS si sono impegnati nello sviluppo di lezioni
web-based, un terreno già battuto in precedenti progetti nazionali ed europei, in particolare SOLE
[Ravotto 2003], BiTE [Berengo 2003], SiR2 [Bocchetti, Ravotto 2003].
Grazie a questi progetti l’ITSOS ha sperimentato che, mentre la creazione di un ambiente di lavoro è
semplice e rapida, la produzione di materiali didattici pedagogicamente validi per un uso in rete
richiede un forte impegno di risorse. E, ciò che è peggio, spesso ad un tale impegno non corrisponde
un’effettiva riutilizzabilità dei materiali in altri contesti formativi, con target e corsi diversificati, nè
una loro trasportabilità su piattaforme tecnologiche diverse.

Ambiente di apprendimento e materiali didattici


La scelta dell'ITSOS di promuovere SLOOP - un progetto di condivisione e di costruzione
collaborativa di materiali didattici - nasce dalle acquisizioni derivate da una decennale esperienza di
integrazione di forme e momenti di formazione in rete con la formazione in presenza. Tali esperienze
hanno evidenziato i seguenti punti cruciali:
• la centralità dell'ambiente deve favorire la comunicazione fra studenti e docenti e il gruppo dei pari
in una logica di costruzione condivisa della conoscenza [Calvani 2004];
• necessità di materiali didattici specificamente progettati per la rete e che ne sfruttino le potenzialità;
• l'importanza della riusabilità dei materiali didattici, sia dal punto di vista tecnologico (rispondenza a
standard) sia da quello pedagogico;
• i vantaggi di un atteggiamento collaborativo per la produzione e la condivisione dei materiali
didattici (learning object).

La produzione in SLOOP dei metaLO e di LO disciplinari


Uno dei compiti svolti dallo staff ITSOS nell’ambito del progetto SLOOP, è stato quello di produrre
learning object. I primi Learning Object sviluppati sono stati denominati meta LO in quanto LO relativi
ai LO: spiegano cioè cosa sono, come si usano e come si producono.
La scelta progettuale è stata quella di produrre LO rispondenti allo standard SCORM 1.2 ed allo
standard LOM IEEE per i metadata [Fini, Vanni 2004].
I metaLO
Sono stati prodotti 8 metaLO, successivamente tradotti in tutte le 5 lingue del partenariato (IT, EN, ES,
RO, SL), relativi ai seguenti temi:
• Caratteristiche dei Learning Object.
• LO: aspetti pedagogici.
• Lo standard SCORM.
• I Metadata.
• Come rendere un LO SCORM compatibile.
• Pacchettizzare un LO.
• Comunicazione fra LO e piattaforma.
• Condividere free Learning Object.
I primi 4 sono descrittivi, raccontano lo "stato dell'arte" in tema di Learning Object. L'ottavo,
anch'esso descrittivo, illustra l’idea base del progetto SLOOP, cioè promuovere la condivisione di LO
liberamente utilizzabili e modificabili. Si tratta di ipertesti accompagnati da test a correzione
automatica.
Gli LO 5, 6 e 7 hanno la finalità di insegnare a docenti con competenze informatiche di base - non web
master o esperti informatici - a produrre LO SCORM compatibili, a inserirvi i metadata, a salvarli
come Content Package SCORM e a inserirli in un Learning Management System. In questi LO pagine
web con testi e immagini si alternano a "filmati audio" che mostrano le operazioni da compiere ("lancia
il programma, apri la cartella, clicca su ..."). In questo caso il raggiungimento degli obiettivi viene
valutato per mezzo di esercizi guidati che consentono la verifica dell’avvenuta o meno comprensione
delle operazioni da effettuare.
Si tratta, sia nel primo che nel secondo caso, di LO di dimensioni consistenti - diciamo attorno all'ora di
fruizione - costituiti da 5-7 elementi SCO, Sharable Content Object, di dimensioni non minimali.
Questi metaLO sono stati testati in corsi - con classi virtuali e la presenza di docenti/tutor - svolti in
tutti i paesi partner e sono stati succesivamente inseriti nel freeLOms. A disposizione di chiunque, in
modalità di auto-apprendimento, essi sono accessibili sul sito SLOOP (www.sloopproject.eu)

I LO disciplinari
Oltre ai metaLO l'equipe di insegnanti dell’ITSOS impegnata nel progetto SLOOP ha prodotto
• LO per la formazione docenti sul tema della mobilità dei giovani;
• LO di matematica sulle parabole, rivolti a studenti della fascia 15-17 anni;
• LO per l'apprendimento dell'inglese;
• LO di preparazione agli esami ECDL (moduli 1, 2 e 3) pensati per un'utenza diversificata;
• LO sulla cellula (Scienze);
• un LO relativo all'organizzazione aziendale (storia dei sistemi organizzativi).

Considerazioni sugli LO sviluppati

Dimensioni dei LO, contestualizzazione e riusabilità


Il termine LO è spesso associato all'idea di “chunk” di conoscenze di dimensioni estremamente ridotte
e assolutamente decontestualizzati. Dimensioni ridotte - un semplice concetto - e la
decontestualizzazione sembrerebbero i cardini della riusabilità: della possibilità di aggregare
diversamente gli stessi oggetti in modo semplice e, potenzialmente, automatico. Una delle idee alla
base di una tale idea di LO è, infatti, quella di un software che, a partire dalle richieste/bisogni
dell'utente e della dettagliata descrizione di ogni LO, possa produrre una lezione o un corso
personalizzato: just on time e on demand.

Gli LO prodotti in SLOOP, al contrario, sono content aggregation formate da più SCO ed equivalenti
ad un compiuto argomento didattico. Anche il singolo SCO che lo costituisce non è un'unità minimale,
spesso non riguarda un semplice concetto ma un insieme di concetti collegati.
Ciò in coerenza con la teoria costruttivista che considera il contesto come elemento necessario al
processo di apprendimento. Il valore di un LO, anche a scapito della sua riusabilità, è direttamente
proporzionale alla sua integrabilità nelle specifiche situazioni in cui i discenti affrontano insieme
problemi autentici [Alvino, Sarti 2004].
La riusabilità dei nostri LO è centrata sulla libertà di usarli e di modificarli in modo che ogni docente
possa adeguarli al proprio contesto formativo.

Così è, per esempio, per i metaLO: sono stati prodotti per comporli in un corso determinato, ma
possono essere usati separatamente e potrebbero essere usati per altri corsi. Il metaLO 8, per esempio,
potrebbe essere utilizzato in un corso di diritto relativo a questioni di copyright così come in un corso
di filosofia che tratti della “condivisione della conoscenza”; gli LO 5 e 6 possono essere utilizzati sia da
insegnati interessati alla formazione on-line, sia da tecnici informatici che necessitano di competenze
tecniche per la produzione di oggetti SCORM compatibili.

Natura dei LO
I LO prodotti all’interno del progetto sono di varie tipologie:
• espositivi (LO sulla mobilità, sull’ECDL, sulla cellula e sui sistemi organizzativi),
• internamente interattivi (LO di matematica e alcuni LO di inglese),
• esternamente interattivi (alcuni LO di inglese).

Possono essere usati in diversi contesti di apprendimento: auto-apprendimento, auto-apprendimento


assistito, classe virtuale e apprendimento collaborativo.
Alcuni includono testo e immagini e test di autovalutazione, altri come quelli per l’apprendimento della
lingua inglese contengono file audio per gli esercizi di listening, quelli di matematica contengono
attività ad alto grado di interattività prodotte con l’uso di software di geometria dinamica che
favoriscono l’apprendimento per scoperta, altri ancora contengono filmati che consentono di seguire
passo passo le operazioni da svolgere per ottenere un certo risultato.

La scelta effettuata su come sviluppare questi LO ha tenuto conto sia del target che dei contenuti. È del
tutto ovvio, per esempio, che l’uso di un filmato per illustrare le caratteristiche di una parabola
risulterebbe meno valido dell’uso di un grafico che lo studente può manipolare, fino a rendersi conto in
modo autonomo di come certe caratteristiche della parabola siano legate ai parametri della sua
equazione. Di contro l’utilizzo di un filmato audio per descrivere la sequenza di operazioni da svolgere
a computer, vedi MetaLO 5, 6, 7 è sicuramente più efficace di una descrizione solo testuale con
immagini statiche. È altresì evidente che un oggetto che viene destinato ad un gruppo di formatori non
necessita di quegli “effetti speciali” che possono invece essere utili per catturare l’attenzione di un
ragazzo.
L'idea di fondo è stata quella di non limitarsi a trasferire i tradizionali testi sul web, ma di produrre
materiali che stimolino un ruolo autonomo e attivo da parte di chi apprende.

Learning Object SCORM compatibili


La possibilità di inserire i LO all’interno di una piattaforma che consenta la tracciabilità delle attività
svolte dagli studenti ci è sembrata un valore aggiunto rispetto alla semplice fruizione in rete dei vari
oggetti. Tutti i LO sono stati quindi resi SCORM compatibili, ovvero tracciabili da un LMS che
permette al tutor di verificare chi ha utilizzato il LO, chi lo ha completato, quale è stato il tempo di
fruizione.
Rendere un LO tracciabile non richiede in realtà capacità tecniche particolari: basta inserirvi dei file
java script come descritto nel MetaLO 5.
Ancora più semplicemente: se si dispone di un LO già "scormizzato" e si vuole adattarlo, si possono
introdurre modifiche mantenendo invariata la struttura delle cartelle e poi pacchettizzarlo di nuovo con
l’uso, per esempio di Reload. Risparmiando con questo tempo e risorse.

Problematiche relative alla modificabilità


Nella produzione dei LO abbiamo posto particolare attenzione al problema della modificabilità.

Un oggetto diventa modificabile se:


• si può disporre dei file sorgente,
• i software con cui è realizzato sono open source o comunque di largo utilizzo nelle istituzioni
formative,
• può essere usato a sé stante, il che implica l’assenza di collegamenti con altri LO.
Tuttavia nel corso del progetto, in particolare di fronte al compito di tradurre i MetaLO in diverse
lingue, ci siamo resi conto della necessità di specifiche istruzioni per i traduttori e in genere per gli
utilizzatori. Istruzioni relative alla struttura del pacchetto e ai file su cui operare.
Per questo motivo sia i MetaLO che i LO disciplinari sono dotati di
• un file Readme che contiene informazioni sulla struttura del LO e sui software utilizzati,
• un foglio stile che consente la modifica della grafica,
• una cartella che contiene i file sorgente per esempio dei test o dei grafici interattivi (per permetterne
la modifica),
• una pagina che consente la navigazione fuori da un LMS (infatti, navigato fuori da un LMS, un
pacchetto SCORM provoca messaggi di errore).

Problematiche relative alle licenze


Dal momento che la filosofia del progetto prevedeva la produzione di oggetti liberamente riutilizzabili
e modificabili, abbiamo scelto per i nostri LO una licenza Creative Commons di tipo Attribution-Share
alike ossia “condividi liberamente purché sia citato il nome dell’autore originale e purché la stessa
licenza sia mantenuta sul prodotto derivato”.

Fig. 1 - La licenza Creative Commons "Attribution - Share alike"

Il corso per "produttori/utilizzatori di free LO"


Durante il progetto SLOOP sono stati organizzati - con funzione di sperimentazione e di
coinvolgimento di comunità di pratiche - diversi corsi basati sui metaLO. In qualità di produttore dei
metaLO, è stato l'ITSOS a gestire i primi due corsi, in italiano e in inglese, rivolti a membri delle
organizzazioni partner che avrebbero in seguito prodotto LO e gestito i corsi "a cascata" nei diversi
paesi.
L'uso di MOODLE
Per l'erogazione dei corsi è stato scelto MOODLE, un Learning Management System open source,
originario dell'Australia, ma in via di rapida diffusione in tutta Europa (e nel mondo). La scelta è stata
dettata da diverse motivazioni:
• la scelta pedagogica costruttivista che ne è alla base e che si traduce nell'attenzione a strumenti di
interazione fra corsisti e docenti e all'interno del gruppo dei pari;
• la natura opensource coerente con la filosofia del progetto;
• la caratteristica SCORM compatibile, resa possibile dallo sviluppo di un apposito modulo da parte
della comunità italiana di MOODLE;
• la presenza, appunto, di varie comunità nazionali e in particolare di una vivace comunità MOODLE
italiana con cui poter interagire nella promozione di una comunità di utilizzatori/produttori di free
LO;
• la possibilità di usare MOODLE non solo per l'erogazione dei corsi, ma anche per lo sviluppo
dell'intero sito del progetto - www.sloopproject.eu - che è stato pensato soprattutto come sito di
interazione fra persone, cui i forum/corsi di MOODLE ben si prestano.

Per l'ITSOS è stata un'occasione per sperimentare, dopo più di 10 anni di uso di FirstClass, un nuovo
ambiente di lavoro in rete.

Fig. 2 - L'ambiente di lavoro del corso "interno"


L'impostazione del corso
Il corso - sia nelle sue versioni "interne" che in quella a cascata erogata dall'ITSOS1 - ha avuto le
seguenti caratteristiche:
• corso al 100% in rete (soluzione obbligata visto che i partecipanti provenivano in un caso da tutta
Italia e nell'altro da diversi paesi europei).
• corso in "classe virtuale": i corsi – tutorati da due docenti - hanno avuto un inizio ed una fine
comuni per tutti gli iscritti, con una cadenza di lavoro settimanale con richiesta di invio dei
materiali prodotti in ambienti aperti a tutti i corsisti e con forum di discussione/confronto.
• metodologia didattica basata sul learning by doing e sull'apprendimento collaborativo: ai corsisti
era richiesta la produzione di un learning object SCORM compatibile collaborando nella
risoluzione dei problemi via via incontrati.

I risultati del corso "a cascata"


Particolarmente significativi sono stati i risultati del corso a cascata [Ravotto, Terenghi 2007] - della
durata di 9 settimane - a cui si sono iscritti 39 corsisti, in parte provenienti da scuole supporter del
progetto, ma per la maggior parte "reclutati" in rete. Sono stati proprio questi ultimi i più attivi nel
corso, prevedibilmente in quanto più abituati e motivati ad un lavoro online.
Non tutti gli iscritti hanno preso poi parte alle attività ed alcuni non hanno partecipato a quelle di
produzione di un LO. Ventitre sono i corsisti che hanno concluso il corso producendo un totale di 25
learning object, spesso di una certa complessità e di buona qualità.
Abbiamo valutato come estremamente positiva l'interazione che si è prodotta:
• nel forum di discussione sono state aperte 41 discussioni, di cui 14 avviate dai due docenti e ben 27
avviate dai corsisti. In totale nel forum sono stati inviati 687 messaggi!
• In altri due forum, "Spedisci qui il titolo del LO che intendi sviluppare" e "Spedisci qui il LO
prodotto", sono stati inviati rispettivamente 29 e 117 messaggi. In totale nelle 9 settimane del corso
sono stati inviati 833 messaggi, più di 13 al giorno! Un segno di vivacità ed una prova di vera
partecipazione.
• Se alcuni corsisti - come sempre succede - sono stati soprattutto lettori dei messaggi altrui, o si sono
limitati ad inviare il proprio lavoro o a porre domande "tecniche", numerosi sono quelli che hanno
assunto un ruolo attivo, rispondendo alle domande altrui, proponendo soluzioni, lanciando nuovi
temi di discussione.

Il corso in autoapprendimento
Il corso - in quanto a struttura, attività, oggetti SCORM, forum (privo dei dati e degli interventi dei
corsisti) è stato esportato come file zip e messo a disposizione nel freeLOms, pronto per essere
importato ed utilizzato su qualsiasi altra piattaforma MOODLE, anche in questo caso come per ogni
LO sotto licenza CreativeCommons "Attribution-Share Alike".
Il corso, in modalità di auto-apprendimento, è disponibile nel sito del progetto.

Conclusioni
L'ITSOS è stato il promotore del progetto SLOOP: mentre il progetto si avvia verso la sua conclusione
possiamo esprimere soddisfazione relativamente ai risultati ottenuti.
Nell'andamento concreto del progetto, nel rapporto con i partner e nelle numerose occasioni in cui il
progetto è stato presentato a congressi e convegni2 abbiamo trovato conferma dell'ipotesi di partenza: è
possibile attivare un processo di messa in condivisione di materiali didattici per la formazione in rete la
cui qualità è garantita dal circolo virtuoso caratterizzato da produzione-utilizzo-modifica-riutilizzo.

1 Ogni partner è stato libero di sviluppare il proprio corso "a cascata" nel modo più adatto al proprio contesto:
così vi sono stati corsi solo in rete e corsi blended, corsi basati sulla classe virtuale ed altri centrati piuttosto
su un autoapprendimento assistito; tranne un caso la piattaforma usata è sempre stata MOODLE.
2 Congresso SIe-L 2005 a Firenze e 2006 a Roma, Expo E-Learning 2005 a Ferrara, TEL 06 all'Università
Statale di Milano, Moodlemoot 2005 a Ferrara, 2006 ad Alessandria e 2007 a Reggio Emilia, Didamatica
2006 a Cagliari, Congresso Proteo-Lombardia 2006 a Milano, Convegno "Formando e informando.
Comunicare la formazione" promosso dalla Direzione Lombarda del MIUR a Desenzano sul Garda (2006),
Convegno "E-learning. Esperienze e prospettive future; quali applicazioni?" a Bressanone (2007).
Esistono, nelle scuole ma anche nelle università, docenti che stanno producendo LO e che sono disposti
a condividerli, che amerebbero poter utilizzare i materiali prodotti dai colleghi. Ma perchè pensare solo
agli insegnanti? I nostri studenti sono già abituati a produrre e condividere contenuti digitali.: basti
pensare a YouTube. Molti studenti – specialmente universitari – sono in grado di produrre materiale
idoneo alla rete, che seppur meno complesso ed esaustivo di quello sviluppato dagli insegnanti,
potrebbe risultare attraente e forse maggiormente incisivo.
Gli studenti, in quanto “digital natives” [Prenski 2001], potrebbero aiutarci a produrre materiale più
rispondente ai loro stili e bisogni di apprendimento. Potremmo incoraggiarli a condividere i loro
appunti, stimolarli a registrare e condividere in podcast l'insegnante mentre legge una poesia o enuncia
un teorema, a filmare e condividere o un’esperienza di fisica.
"Ragazzi, accendete cellulari, portatili, iPod. Siete pronti per la lezione?”. Fantascienza? O un futuro
prossimo?

Bibliografia
Alvino Serena, Sarti Luigi (2004), Learning Objects e Costruttivismo. Atti di Didamatica 2004 a cura
di A. Andronico, T. Frignani, G. Poletti, Ferrara 10-12 maggio 2004 (accessibile anche
all’indirizzo http://www.comunedasa.it/elearning/lo_costruttivismo.pdf)

Berengo Francesca (2003), Progettazione e sviluppo di tre elementi di matematica, Progettare materiali
didattici per la formazione in rete – Contributi dell'ITSOS al progetto BiTE, ITSOS (accessibile
all'indirizzo http://bbs.tes.mi.it/biteweb2/fascicolo_bite.pdf)

BiTE (2002-2004), http://www.tes.mi.it/biteweb2

Bocchetti Carlo, Ravotto Pierfranco (2003), Il Progetto SiR2: Intranet regionale per la didattica e la
formazione in rete. Documento conclusivo,
http://www.tes.mi.it/sir2portale/documento_conclusivo.pdf

Calvani Antonio (2004), Costruttivismo, progettazione didattica e tecnologie,


http://www.scform.unifi.it/lte/doc/Costruttivimo%20e%20progettazione.doc

Creative Commons, http://www.creativecommons.it/

Fini Antonio, Vanni Luca (2004), Learning Object e Metadati. Quando, come e perchè avvalersene, I
Quaderni di Form@re, Erickson

Prenski Mark (2001), Digital natives, digital immigrants,


http://www.twitchspeed.com/site/Prensky%20-
%20Digital%20Natives,%20Digital%20Immigrants %20-%20Part1.htm (verificato 7 luglio
2007)

Ravotto Pierfranco (2005), Il potenziale della didattica in rete in una scuola secondaria superiore,
EXPO E-Learning 2005, Atti del convegno (accessibile anche all'indirizzo
http://bbs.tes.mi.it/pfr/italiano/pubblicazioni/articoli2005-06/SLOOP_expoferrara2005_IT.pdf)

Ravotto Pierfranco (2003), SOLE Project - Guide 4: Methodologies and instruments for planning and
developing online modules, http://www.tes.mi.it/sole/ENGLISH/download/PDF/Guide4_EN.pdf

Ravotto Pierfranco, Terenghi Monica (2007), L'uso di Moodle per il progetto SLOOP", Atti
Moodlemoot 2007, Reggio Emilia, 22 e 23 marzo 2007 (accessibile anche all'indirizzo
http://www.sloopproject.eu/file.php/1/SloopDownload/Articles/InterventoItsos_Def.pdf)

SiR2 (2002-2003), http://www.tes.mi.it/sir2portale

SOLE (2001-2004), http://www.tes.mi.it/sole


Autori
Pierfranco Ravotto
pierfranco.ravotto@tes.mi.it

Francesca Berengo
francesca.berengo@tes.mi.it

Luisa Farinati
luisa.farinati@tes.mi.it

Mara Masseroni
mara.masseroni@tes.mi.it

Luigi Petruzziello
luigi.petruzziello@tes.mi.it

Monica Terenghi
monica.terenghi@tes.mi.it

Marilena Vimercati
marilena.vimercati@tes.mi.it

ITSOS "Marie Curie"


Via Masaccio 4, 20063 Cernusco sul Naviglio

Pubblicato in Condividere Free/Open Learning Object


Partnership del Progetto SLOOP - Programma Leonardo da Vinci (I/05/B/F/PP-154194)
ISBN 978-88-903115-1-2

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