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II

Scrittori stranieri
Maras Si conclude la trilogia Il tuo volto
domani: sullo sfondo la guerra civile spagnola
ANGELA BIANCHINI

Con Veleno e ombra e addio, terzo e ultimo volume de Il tuo volto domani, si conclude l'affresco del grande scrittore spagnolo Javier Maras, che inizi con Ballo e sogno. Si tratta dunque dell'atto terzo di una grande opera avviata molti anni fa e portata a termine oggi con deliberata lentezza. Ad illuminare quest'ultima caratteristica, compaiono contemporaneamente altri due testi, sempre di Maras, apparentemente minori, in realt importantissimi: Voglio essere lento, una conversazione con Elide Pittarello, e Sguardi, sempre autobiografico.

Non flirtare mai con lo spionaggio


trecci di quel misterioso centro di spionaggio inglese che gi conoscemmo nei precedenti volumi. Attraverso il corso degli anni e motivazioni personali che si fondono con azioni di portata internazionale, tutto si rivela e tutto si complica, facendo di questo luogo uno strano misto di confessionale religioso e studio psicanalitico. Non privato, tuttavia bens pubblico le cui conseguenze vanno molto al di l di episodi e di individui coinvolti nel segreto, influenzando nella loro apparente cecit assurda la vita di ognuno dei protagonisti. Il clima narrativo scelto da Maras , dunque, strettamente collegato alle preoccupazioni sul mondo di oggi e sulla sua evoluzione. Ma si tratta di qualcosa di ancora diverso: infatti, questo intreccio di sesso, affari e politica in cui la politica, come dice la Pittarello, sconfina nell'illegalit fra le crepe democratiche del mondo occidentale , soprattutto, una potente ultima riflessione sulla violenza che permea le nostre vite in tempo di pace e benessere e futilit, quando gli orrori della guerra civile spagnola e della seconda guerra mondiale sembrano guardarci come il passato da non ripetere. Veleno, Ombra, Addio sono i titoli delle tre parti di quest' ultimo volume in cui ancora protagonista Jaime Deza, chiamato anche Jacobo, Jack, Jacques, e, qualche volta, significativamente, Yago. In certo senso rassomiglia a Maras perch spagnolo, appunto, ma buon conoscitore dell'Inghilterra. Ci viene detto che possiede uno straordinario talento per interpretare i caratteri, leggere il volto delle persone e prevederne i comportamenti. In qualche modo, come lui stesso si definisce, uno scrittore-spia. La vicenda si lega a un' azione al lettore gi nota: la violenza brutale con la quale il superiore di Jaime, Bertram Tupra, aveva colpito con una spada un diplomatico
p Javier Maras p IL TUO VOLTO DOMANI p p p p p p p p p p
3. VELENO E OMBRA E ADDIO trad. di Glauco Felici Einaudi pp. 537, 28 Javier Maras VOGLIO ESSERE LENTO Conversazione con Elide Pittarello Passigli, pp. 139, 14.50 Javier Maras SGUARDI trad. di Valerio Tardoni pref. di Elide Pittarello Mavida, pp. 129, 14.50

In Veleno e ombra e addio ritorna Jaime Deza-Yago tra delitti, colpi bassi e cospirazioni
Leggere i due libri insieme al romanzo, e in particolare, Voglio essere lento, un po' come avere vicino l'autore ed entrare nelle sue motivazioni. Chi l'ha conosciuto e lo ha sentito parlare, ben conscio non soltanto della sua lunga amicizia con la Pittarello, docente all'Universit di Venezia, ma del lungo e intenso rapporto con l'Italia che, seppure di sfuggita, occupa, per la situazione politica, molti dei pensieri e delle preoccupazioni attuali di Maras. La Storia, per Maras, non si colloca nell'ambito familiare di un Proust n riveste la rappresentazione di crisi sociale di un Musil, ma sembra esprimersi attraverso gli oscuri e inevitabili in-

Due testi autobiografici per parlare di Storia e violenza in tempo di pace, di politica che sconfina nellillegalit
spagnolo, colpevole di aver flirtato con la moglie di un contatto prezioso del centro di spionaggio. Il veleno sar inoculato in Jaime attraverso una serie di video di violenze e tradimenti mostrata da Tupra e considerata necessaria non soltanto per il lavoro del centro di spionaggio ma per la conservazione dello Stato stesso. In essi ci sono fatti vergognosi o imbarazzanti, anche delitti che non sono mai stati

Javier Maras si racconta in Voglio essere lento, dialogo con Elide Pittarello

denunciati n perseguiti... molto pi vantaggioso tenerli, conservarli, prevedendone un'utilit futura, con alcuni si potrebbe ottenere parecchio in cambio... Lo Stato ha bisogno del tradimento, della venalit, dell'inganno, del delitto, delle illegalit, della cospirazione, dei colpi bassi (gli eroismi, invece, soltanto con il contagocce e di tanto in tanto), spiega Tupra. Il veleno continuer a tormentare il narratore anche

nella rievocazione del passato, e, in particolare, di quella guerra civile spagnola di cui furono protagonisti i due personaggi principali e positivi di questo volume: il padre stesso dell'autore, Julin Maras, filosofo e storico, e Sir Peter Russell che compaiono in Ombra per sfociare poi in Addio. E' questa la parte pi drammatica e, a parere di chi scrive, la pi riuscita di tutto il libro: lo scrittore-spia deve tornare alla dimensione

dell'amore, al ritrovare in Spagna la moglie e i figli assenti, e tutto avviene in un finale inatteso e aperto che coagula ed esemplifica i terribili ammonimenti forniti dalla vicenda intera. Il volto, dunque, qui, non pi quello di domani, ma, tragicamente, quello di oggi e Maras, quasi suo malgrado, vorrei dire, emerge come vero romanziere, creatore di personaggi e caratteri tragicamente indimenticabili.

Chico Buarque & C. Memorie senza


stereotipi, tra delusioni e decadenze
GLAUCO FELICI

Dove sono le gioie e le illusioni che il Brasile - lo stereotipo Brasile tutto palme e spiagge, e saudade e ragazze d'Ipanema - regalava anni e anni fa? Il pi amato popolare poeta-cantautore-scrittore brasiliano Chico Buarque, qui al quarto romanzo tradotto da noi (dopo Disturbo e Benjamin, da Mondadori, e Budapest da Feltrinelli), propone la storia di un centenario giunto alla fine, Eullio d'Assumpo, che ripercorre con memoria implacabile sebbene spezzettata e incongrua il proprio vissuto, il monte di delusioni e decadenze che hanno segnato la sua vita, per giungere al non pi prorogato finale, l'ultimo respiro tra certi individui dall'apparenza ottusa che se la ridevano del vecchio, e al gesto di com-

Un lenzuolo sul vecchio bel Brasile


nascita della Repubblica, vista con gli occhi di Eullio che proviene da une delle famiglie pi influenti, e decadute, del Paese. In Passaporto per il mio corpo, il protagonista Carmlio un ex massacratore professionista (il titolo originale appunto O torturador em romeria, Il torturatore in pellegrinaggio) al servizio del regime brasiliano dopo il golpe del 1964. L'autrice Heloneida Studart - che mancata nel 2007, a 75 anni, e di cui Marcos y Marcos ha gi pubblicato La libert un passero blu e Francobollo d'addio - lo raffigura in fuga dai propri fantasmi - Non pronunciai la parola rimorso. L'avevamo abolita. Esorcizzata - e poi alla ricerca di un'espiazione, dopo aver assunto sulla propria persona l'orrore del passato, suo e collettivo. Carmlio una proiezione delle sofferenze reali subite dall'autrice nelle carceri della dittatura, e riporta alla memoria di tutti - il libro fu scritto un quarto di secolo fa - come il male

spese di un suo spasimante di vent'anni prima, Polidoro Alves. Ma anche qui tanti delusi, e poi rassegnazione, e amarezza. E in Portogallo? Il quarantenne Valter Hugo Me (portoghese nato in Angola) pone al centro del suo romanzo la condizione assai diffusa in Occidente di persone che cercano qui la soluzione ai problemi del sopravvivere, siano esse immigrate o no. Attualit allo stato puro, dunque. E dietro lo spunto per cos dire sociologico, Me scava molto pi a fondo, tanto che la protagonista - Maria da Graa, domestica asservita alle voglie del padrone, vecchio clto ormai pros-

Dal Portogallo lApocalisse di Me: storia di una domestica asservita alle voglie del padrone
simo alla morte, una donna che non fugge davanti a nulla, ma ha dovuto imparare che, a volte, il predatore dentro di noi - ci mostra come la precariet delle cose sia ormai anche quella dei sentimenti. Ma soltanto contrastando tutto questo, dopo l'apocalisse potr esservi forse - la felicit. Me ha eliminato le maiuscole, e ridotto all'inverosimile l'interpunzione, per rendere quanto mai incalzanti ritmo e lettura. Forse non tutti i lettori gradiranno tale tecnica, ma secondo Saramago questo libro uno tsunami, non nel senso distruttivo, quanto invece per la sua forza. una rivoluzione. Una di quelle di cui abbiamo bisogno.

Altre vicende dal Paese sudamericano: il torturatore della Studart e la Traviata di Nlida Pion
miato dell'infermiera che copr con il lenzuolo il suo bel viso di un tempo. Quanta amarezza per i tanti latti versati, quanta disillusione in questa storia, che poi quella del Brasile (no, non un romanzo storico, ma di sentimenti e psicologia semmai), dall'Impero alla

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Chico Buarque LATTE VERSATO trad. di Roberto Francavilla Feltrinelli, pp 144, 13 Heloneida Studart PASSAPORTO PER IL MIO CORPO trad. di Daniele Petruccioli Marcos y Marcos, pp 304, 17 Nlida Pion LA DOLCE CANZONE DI CAETANA trad. di Virginiaclara Caporali Voland, pp 432, 16 Valter Hugo Me L'APOCALISSE DEI LAVORATORI trad. di Antonietta Tessaro Cavallo di Ferro, pp 176, 15

Il carro di una scuola di samba al carnevale di Rio de Janeiro

sia sempre in agguato, anche se la storia scorre e gli scenari mutano, e alla guida del Brasile non ci sono pi generali sanguinari ma un ex sindacalista, quel Lula che il Time ha indicato come il leader pi influente del mondo. Altra signora delle lettere brasiliane (con Clarice Lispector, Lygia Fagundes Telles, Raquel de Queiroz), Nlida Pion nata nel 1937 e in italiano di suo sono gi stati pubblicati Il nuovo regno (Giunti) e Le voci del deserto (Voland). E altra atmo-

sfera nel suo La dolce canzone di Caetana, che pure fu scritto negli stessi anni del precedente, nella stessa temperie repressiva: pi irridente il tono della narrazione, e pi visionario, lieve, svagato il punto di vista. Basti dire che il sottofondo dato dalla partita Italia-Brasile del 1970, quando il Brasile vinse appunto la Coppa del mondo, e che la storia quella di un'intraprendente attrice, Caetana Toledo, che vuole mettere in scena la Traviata in un piccolo centro, Trindade, a

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