You are on page 1of 3

Il violino magico Guendalina possedeva un violino, tutto in legno di abete, con delle piccole inta rsiature sui bordi,

intagliate dal bisnonno Gualdino, un tempo il pi abile liutai o del regno di Mezzo. Era uno strumento minuscolo ed aveva delle corde trasparen ti, ben tese tra il ponte color mogano e la paletta chiocciola. Quel violino ave va girato mezzo mondo ed era stato suonato da migliaia di persone, vecchi e bamb ini. Ora era nelle mani di Guendalina e la piccola, sistematolo a puntino tra la spalla sinistra ed il mento, si accingeva a trarne le prime note. Guendalina no n aveva mai studiato violino ma, con grande stupore, suo e del suo povero pap , si n dalle prime arcate inizi a tessere una melodia celestiale; un dolce suono mai u dito fino a quel momento, pi simile alla voce di un angelo che al vibrare di cord e umane. La gente per strada si ferm , si dimentic delle proprie faccende: tutti si avvicinarono alla finestrella della cameretta di Guendalina. Il tetto della pic cola casetta divenne punto di ritrovo di tutti gli uccelli del Paese. In poco te mpo, la piazzetta del villaggio si riemp di genti e di animali accorsi da ogni pa rte del piccolo regno di Mezzo. Guendalina improvvisamente si ricord di dover preparare il magro desinare per il povero pap che se ne stava seduto sulla sua sedia a dondolo con una pipa fumante ben salda in bocca. Appena smise di suonare, il breve silenzio venne immediatame nte rotto da migliaia di applausi e di urla entusiastiche, miagolii, nitriti, ci nguettii, squittii. Guendalina non credette alle sue orecchie; appena apr la port a di casa, un oceano di uomini ed animali le si avvicinarono, facendole complime nti e riempiendola di doni. I pi entusiasti furono gli orsi e i castori che la in vitarono nel bosco per un altro concerto. Gli abitanti del villaggio decisero co s di organizzare una lunga festa che durasse tutta la notte. Tutti mangiarono e b evvero a saziet , ballarono e cantarono fino all'alba. Quella sera fu presente anche un losco figuro di nome Bacucco, messo di Barbalo, sovrano del regno di Grunt e storico nemico di Baldo re di Mezzo. Dopo aver fes teggiato unendosi alla folla, si ritrasse in disparte segnandosi misteriosi appu nti su una pergamena. Fatto ci , si guard intorno sospettoso e prese la strada che si diramava nel bosco. Giunse all'oscuro castello di Barbalo, eretto su un tetro dirupo e dotato di guglie appuntite come giavellotti. - Dimmi, fedele Bacucco, quale motivo ti ha spinto a chiedermi udienza.- - Sire, vengo mio malgrado a dis turbarvi per via di una fanciulla, tanto graziosa quanto virtuosa nell'arte del musicare.- Cos Bacucco si dilung a parlare di quella bambina nel regno di Mezzo ch e col suo violino aveva incantato migliaia di orecchie. Il re Barbalo si fece se mpre pi incuriosito e ben presto la sua brama di sapere venne rimpiazzata dal des iderio di possedere quel violino. - Torna nel regno di Mezzo: cattura quella bam bina e portala da me!- Detto questo, Barbalo si ritir nelle sue stanze e Bacucco, senza indugio alcuno, si rimise in viaggio. Sul far della sera, la dolce Guendalina allent i crini dell'archetto e ripose il violino nella custodia in noce. Anche quella era stata una giornata di gaudio e musica. Toc toc. Qualcuno buss alla porta di Guendalina. La bambina, convinta che fosse l'ennesimo ammiratore venuto a chiedere un autografo ed una promessa di c oncerto, and ad aprire. Guendalina si ritrov innanzi un'ombra incappucciata, coper ta da un lungo saio intriso della foschia che si spande nel bosco all'ora del cr epuscolo. - Buonasera, virtuosa fanciulla!- Disse quella figura misteriosa. Guen dalina fece qualche passo indietro, spaventata da quell'alea di oscurit che circo ndava il forestiero. Costui si fece avanti lentamente; avanzando, il suo volto v eniva gradualmente illuminato dalla fievole luce del candelabro: aveva una bocca larga ed inarcata verso il basso, un nasone paonazzo con una gobba che scivolav a in una gigantesca patata, un paio di gote asciutte dalle quali si intravedeva una dentatura imperfetta. - Mi chiamo Bacucco e vi porto un'ambasciata del re Ba ldo, sovrano di Mezzo. Sua maest desidera che veniate a palazzo per conoscervi di persona. Come ben saprete, la vostra fama giunta fino alle sue reali orecchie. - - Sono lieta e pi che onorata nell'accogliere l'invito che mi portate. - Disse Guendalina, il volto illuminato da un'espressione di felicit e sorpresa. La fanci ulla corse a baciare il padre, prese la custodia col violino e si mise uno scial le sulle spalle. Appena fuori casa, li aspettava una tetra carrozza trainata da

quattro cavalli neri con occhi rossi che risplendevano come fiamme nel buio orma i definitivamente calato. Nonostante la gioia per la notizia, Guendalina continu ava a sentire un forte senso di disagio. I due salirono sulla carozza e, appena chiuso il portellino, questa spar tra le chiome del bosco con la velocit di un ful mine. - Non vi preoccupate, signorina. Presto giungeremo a destinazione. Piuttos to pensate a far bella figura davanti al re, ve ne conviene!- Disse Bacucco con tono velatamente minaccioso. A quel punto, i cavalli nitrirono violentemente e l a carrozza si ferm . Guendalina scese e si ritrov in un posto mai visto prima, tant o sconosciuto quanto spaventoso. - Ma dove siamo?- Chiese la fanciulla sempre pi ansiosa. - Prendetela e portatela nel castello.- Esclam Bacucco. Dalle fronde usc irono due giganteschi soldati coperti con mantelli neri: presero Guendalina e la portarono dentro l'oscuro maniero, in una sala grande e quasi completamente bui a. - Benvenuta, graziosa bambina.- Disse una voce profonda proveniente dalla par te pi oscura del salone. Guendalina era talmente spaventata da non riuscir a dire nemmeno una parola. - Avvicinati.- Incalz la voce. La bambina mosse lentamente d ei piccoli passi in quella direzione. Vicino alla parete, sulla quale si intrave devano lussuosi arazzi e lunghe spade appese, vi era uno scranno alto circa tre volte la fanciulla. Vi stava seduto un uomo col volto coperto dall'ombra della s ua corona. - Eccomi signore. Posso sapere che cosa desiderate.- - Niente di pi se mplice, piccola Guendalina.- L'uomo si alz in piedi e si avvicin alla fanciulla; d opo pochi passi il suo volto venne completamente illuminato dalla luce di una to rcia posta sulla parete alla sinistra di Guendalina. Non si trattava di un viso umano ma del muso di un lupo, con dei denti aguzzi che sporgevano dalla bocca gi gantesca; gli occhi erano rossi come quelli dei cavalli che avevano trainato la carrozza e da sotto la corona si intravedevano due lunghe e pelose orecchie cani ne. - Voglio il tuo violino e voglio che tu mi insegni a suonarlo!- Guendalina s i mise ad urlare e a piangere: aveva riconosciuto in quell'immagine il re di Gru nt, Barbalo. Tutti nel suo villaggio pensavano che si trattasse solamente di una leggenda; ma Barbalo esisteva davvero. - Ora suona per me o morirai!- Ancora pi angente, Guendalina estrasse il violino magico dalla custodia e, sistemato l'arc hetto, inizi a suonare. Barbalo ascoltava con gli occhi spalancati, pieni di stup ore; e prima che le sue fauci tradissero un sorriso, intim a Guendalina si smette re. - Portatela nella sua cella!Il giorno era sorto nel regno di Grunt ma il cielo era perennemente coperto da g rige nubi cariche di tempesta. Guendalina non aveva dormito neanche un minuto: e ra troppo impaurita per poter pensare ad altro. Prese allora il violino, nella s peranza che qualcuno la sentisse, e suon con pi vigore del solito, affinch la sua m usica fosse udibile anche in lontananza. Nel regno di Mezzo, in un bosco vicino al confine, uno scoiattolo stava raccogliendo le provviste in vista dell'inverno ormai prossimo. Appena udito il suono del violino, disse: - Questa Guendalina!Lasci cadere tutto ci che aveva raccolto e si arrampic come una saetta fino alla c ima dell'albero pi alto. Il dolce suono proveniva dalle terre aldil del bosco, nel territorio di Grunt, e pi precisamente dall'oscuro castello che si ergeva a gran de distanza, coperto in buona parte dalle nuvole. Lo scoiattolo non indugi un min uto in pi e si precipit al villaggio per avvisare il vecchio padre. In men che non si dica, tutti gli abitanti del regno di Mezzo si organizzarono in un esercito e marciarono verso le terre di Barbalo, guidati dal re Baldo. Guendalina suonava da molte ore; nessuno aveva avuto il coraggio n la voglia di f ermarla. Tutti erano rimasti incantati; persino Barbalo non diede l'ordine di to glierle il violino, anzi: dormiva beatamente sul suo trono, cullato da quella do lce musica. Intanto, l'esercito di Baldo, giudato dalla melodia, giunse ai piedi dell'oscuro castello di Grunt e inizi a dare assalto alle porte ed alle mura. Ba rbalo, destato dal tintinnio dei ferri e dalle grida, diede ordine di fronteggia re il nemico.i due eserciti ingaggiarono una dura battaglia dentro le mura del c astello. Alla pugna partecipavano anche gli animali amici di Guendalina: gli ors i sfondavano gli sbarramenti, i cavalli e i cani mettevano fuori uso le catapult e, gatti e scoiattoli tenevano occupati le guardie nemiche con graffi e morsi. G uendalina, sentito il clamore dei suoi soccorritori, si rincuor e decise di conti nuare a suonare per dar loro maggior vigore e tenacia. Improvvisamente, Barbalo sfond la porta della cella con un calcio e prese la bambina sotto braccio, dirige

ndosi verso un passaggio segreto che dal castello portava ad una buia foresta a valle. Ma, prima di imboccare lo stretto cunicolo, venne fermato da Baldo. - Dov rai prima affrontarmi, Barbalo!- - Con molto piacere!- Disse il re di Grunt, sfo derando la sua spada e lasciando andare Guendalina. I due iniziarono a combatter e con molta forza ed ogni volta che le loro spade si incrociavano, davano vita a scintille accecanti. Barbalo, alla abilit di spadaccino, univa la forza di un lu po selvatico e ci gli consentiva di mettere sempre pi in difficolt Baldo. Guendalin a, vedendo che il suo re stava avendo la peggio, torn indietro, raccolse il violi no e inizi a suonare:quella musica diede nuovo vigore a Baldo che, in poco tempo, incalz il suo avversario e lo disarm , costringendolo alla resa. Cos Guendalina fu liberata e pot tornare a casa da suo padre. Giunta al suo villaggio, venne accolt a come una principessa e grandi furono i festeggiamenti in suo onore, festeggiam enti ai quali presenzi anche il re Baldo, che la nomin contessina per avergli salv ato la vita. Associazione Culturale Opera X , progetto Fiabe.1 Home page

You might also like