You are on page 1of 336

Guida a QuarkXPress 7

NOTE LEGALI

©2006 Quark Technology Partnership in riferimento al contenuto e all’organizzazione di


questo materiale. Tutti i diritti riservati.
©1986–2006 Quark Technology Partnership e i suoi licenziatari in riferimento alla
tecnologia. Tutti i diritti riservati.
Protetto da uno o più brevetti US, n. 5,541,991; 5,680,619; 5,907,704; 6,005,560; 6,052,514;
6,081,262; 6,633,666; 6,947,959 B1; 6,940,518 B2; e altri brevetti in corso di registrazione.
Le informazioni contenute in questo documento sono soggette a modifiche senza obbligo
di preavviso e non costituiscono un impegno da parte di Quark Technology Partnership
o del suo licenziatario, Quark Inc.
I prodotti e i materiali Quark sono protetti dalle leggi sui diritti d’autore e sulle altre
proprietà intellettuali in vigore negli Stati Uniti d’America e in altri paesi. L’uso non
autorizzato o la riproduzione senza il consenso scritto di Quark, sono proibiti.
QUARK NON È IL PRODUTTORE DI SOFTWARE O HARDWARE DI TERZI (QUI DI
SEGUITO “PRODOTTI DI TERZI”) E TALI PRODOTTI DI TERZI NON SONO STATI
CREATI, REVISIONATI O CONVALIDATI DA QUARK, DALLE SOCIETÀ AFFILIATE
A QUARK O DAI RISPETTIVI LICENZIATARI. (PER SOCIETÀ AFFILIATE A QUARK
SI INTENDONO QUALSIASI PERSONA, FILIALE O ENTITÀ CONTROLLANTE,
CONTROLLATA DA O SOTTO IL CONTROLLO GENERALE DI QUARK O DELLA
CASA MADRE O DELLA MAGGIORANZA DEGLI AZIONISTI, SIA ESISTENTI CHE
FUTURI, OLTRE A QUALSIASI PERSONA, FILIALE O ENTITÀ CHE POTREBBE
ACQUISIRE TALE STATO IN FUTURO.)
QUARK, LE SOCIETÀ AFFILIATE A QUARK E/O I LORO LICENZIATARI NON
OFFRONO ALCUNA GARANZIA, ESPLICITA O IMPLICITA, IN RELAZIONE AI
PRODOTTI/SERVIZI QUARK E/O AI PRODOTTI/SERVIZI DI TERZE PARTI, ALLA
LORO COMMERCIABILITÀ E IDONEITÀ A UNO SCOPO PARTICOLARE. QUARK,
LE SOCIETÀ AFFILIATE A QUARK E/O I LORO LICENZIATARI NON RICONO-
SCONO ALCUNA GARANZIA IN RELAZIONE AI PRODOTTI/SERVIZI QUARK E
AI PRODOTTI/SERVIZI DI TERZE PARTI. TUTTE LE ALTRE GARANZIE E CONDI-
ZIONI, SIANO ESSE ESPRESSE, IMPLICITE O COLLATERALI, OFFERTE O MENO
DA DISTRIBUTORI, RIVENDITORI, SVILUPPATORI DI XTENSIONS O ALTRE TERZE
PARTI NON SONO RICONOSCIUTE DA QUARK, DALLE SOCIETÀ AFFILIATE A
QUARK O DALLE SOCIETÀ LICENZIATARIE, INCLUSE, SENZA ALCUNA LIMITA-
ZIONE, LE GARANZIE DI NON VIOLAZIONE, COMPATIBILITÀ, O LE GARANZIE
CHE IL SOFTWARE SIA PRIVO DI DIFETTI O ERRORI O CHE TALI DIFETTI O
ERRORI POSSANO ESSERE O VERRANNO CORRETTI. NEL CASO IN CUI VENGANO
OFFERTE GARANZIE LIMITATE DA PARTE DI TERZI IN RELAZIONE AI PROPRI
PRODOTTI E/O SERVIZI, GLI UTENTI DOVRANNO RIVOLGERSI A QUESTE TERZE
PARTI PER TALI GARANZIE. ALCUNE GIURISDIZIONI, STATI O PROVINCE NON
RICONOSCONO LIMITAZIONI O GARANZIE IMPLICITE, PERCIÒ LA LIMITAZIONE
DI CUI SOPRA POTREBBE NON ESSERE APPLICABILE A DETERMINATI UTENTI.
IN NESSUN CASO QUARK, LE SOCIETÀ AFFILIATE A QUARK E/O I LORO LICENZIA-
TARI SARANNO RESPONSABILI PER DANNI SPECIALI, INDIRETTI, ACCIDENTALI
E CONSEQUENZIALI O PER RISARCIMENTO ESEMPLARE, COMPRESI, MA NON
LIMITATI A, I DANNI DERIVANTI DA PERDITA DI PROFITTI, DI TEMPO, DI RIS-
PARMI, DI DATI E DI ONORARI O PER SPESE DI QUALUNQUE TIPO DERIVANTI
DALL’INSTALLAZIONE O DALL’USO DEI PRODOTTI/SERVIZI QUARK, PER QUAL-
SIASI QUESTIONE E MOTIVO E SECONDO QUALSIASI CONCEZIONE GIURIDICA
DI RESPONSABILITÀ. SE, CIÒ NONOSTANTE, QUARK, LE SOCIETÀ AFFILIATE A

II |
NOTE LEGALI

QUARK E/O I LORO LICENZIATARI VENGONO GIUDICATI RESPONSABILI PER


I DANNI ASSOCIATI AI PRODOTTI/SERVIZI QUARK O AI PRODOTTI/SERVIZI DI
TERZI, TALE RESPONSABILITÀ SARÀ LIMITATA ALLA SOMMA EVENTUALMENTE
VERSATA DALL’UTENTE A QUARK PER I SERVIZI O IL SOFTWARE IN QUESTIONE
(AD ESCLUSIONE DEI PRODOTTI/SERVIZI DI TERZI) O ALLA SOMMA MINIMA
PREVISTA DALLE DISPOSIZIONI DI LEGGE VIGENTI, MA IN QUALUNQUE CASO
PREVARRÀ L’AMMONTARE MINORE. TALI LIMITAZIONI SARANNO VALIDE ANCHE
NEL CASO IN CUI QUARK, LE SOCIETÀ AFFILIATE A QUARK, I LORO LICENZIA-
TARI E/O I LORO AGENTI SIANO STATI AVVERTITI DELLA POSSIBILITÀ DI TALI
DANNI. POICHÉ ALCUNE REGIONI, PROVINCE E GIURISDIZIONI NON RICO-
NOSCONO L’ESCLUSIONE O LA LIMITAZIONE DI DANNI ACCIDENTALI O
CONSEQUENZIALI, LA LIMITAZIONE O L’ESCLUSIONE SUDDETTA POTREBBE
NON ESSERE VALIDA IN ALCUNI CASI. TUTTE LE ALTRE LIMITAZIONI STABILITE
DALLE DISPOSIZIONI DI LEGGE VIGENTI IN MATERIA, INCLUSE LE LEGGI SULLA
PRESCRIZIONE, RIMARRANNO VALIDE.
NEL CASO IN CUI LE PRESENTI CLAUSOLE SIANO O VENGANO DICHIARATE
NULLE SULLA BASE DELLE NORME LEGISLATIVE VIGENTI IN MATERIA, DETTE
CLAUSOLE SARANNO MODIFICATE O LIMITATE IN MODO DA RENDERLE VALIDE
ED ESECUTIVE A TUTTI GLI EFFETTI DI LEGGE.
L’USO DEI PRODOTTI QUARK È SOGGETTO AI TERMINI DELL’ACCORDO DI
LICENZA D’USO PER L’UTENTE FINALE O ALTRI ACCORDI APPLICABILI A TALI
PRODOTTI O SERVIZI. NEL CASO DI CONFLITTO TRA TALI ACCORDI, PREVERRÀ
L’ACCORDO RILEVANTE.
Quark, QuarkXPress, XTensions, Quark Publishing System, QuarkXPress Passport e
QuarkXTensions sono marchi commerciali di Quark Inc. e di tutte le relative società
affiliate, Reg. U.S. Pat. & Tm. Off. e in molti altri Paesi. Il logo Quark, Job Jackets,
Composition Zones, QuarkVista e altri marchi relativi a Quark che Quark potrebbe
adottare di volta in volta sono marchi commerciali di Quark Inc. e di tutte le relative
società affiliate.
Microsoft, OpenType, Excel e Windows sono marchi registrati di Microsoft Corporation
negli Stati Uniti d’America e/o in altri Paesi.
Mac OS e AppleScript sono marchi registrati di Apple Computer Inc. negli Stati Uniti e
in molti altri paesi. QuickTime è un marchio commerciale utilizzabile dietro licenza.
QuickTime è un marchio registrato negli Stati Uniti e in altri Paesi.
Adobe, PostScript, Photoshop, Acrobat, Reader, Distiller, Macromedia, Flash, Fireworks
e il logo Adobe sono marchi registrati o marchi commerciali di Adobe Systems
Incorporated negli United States e/o in molti altri Paesi.
Kodak, Digital Science e i marchi correlati a Kodak sono marchi commerciali di Eastman
Kodak Company.
I colori PANTONE® visualizzati nelle applicazioni software oppure nella documenta-
zione dell’utente potrebbero non corrispondere agli standard identificati da PANTONE.
Consultate PANTONE Color Publications per ottenere accuratezza di colori. PANTONE®
e altri marchi commerciali di Pantone, Inc. sono di proprietà di Pantone, Inc.
©Pantone, Inc. 2005.
Color Data è prodotto sotto licenza da Dainippon Ink and Chemicals, Inc.

| III
NOTE LEGALI

FOCOLTONE e FOCOLTONE Colour System sono marchi registrati di FOCOLTONE. Il


concetto, la struttura e la forma della proprietà materiale e intellettuale di FOCOLTONE
sono protetti dalla legislazione sui brevetti e sul copyright. Qualsiasi riproduzione, in
qualsiasi formato, per intero o parziale, per uso privato o per la vendita, è tassativamente
proibito. Contattare FOCOLTONE, Ltd. per informazioni specifiche sui brevetti.
Toyo Ink Mfg. Co., Ltd. è il proprietario del copyright di TOYO INK COLOR FINDER ™
SYSTEM AND SOFTWARE concesso dietro licenza a Quark Inc. per una distribuzione
esclusivamente in congiunzione con QuarkXPress. TOYO INK COLOR FINDER SYSTEM
AND SOFTWARE non possono venire copiati su altri dischi o in memoria a meno che ciò
non faccia parte dell’esecuzione di QuarkXPress. TOYO INK COLOR FINDER SYSTEM AND
SOFTWARE ©TOYO INK MFG. CO., LTD., 1991. COLOR FINDER è in corso di registrazione
come marchio registrato di Toyo Ink Mfg. Co., Ltd. Le simulazioni computerizzate su video
di COLOR FINDER™ utilizzate nel prodotto potrebbero non corrispondere al libro di COLOR
FINDER, così come alcuni colori di stampa utilizzati nel prodotto potrebbero non corri-
spondere. Si raccomanda agli utenti di utilizzare il libro di COLOR FINDER per ottenere
colori accurati.”
TRUMATCH, TRUMATCH Swatching System e TRUMATCH System sono marchi
commerciali di TRUMATCH, Inc.
Unicode è un marchio commerciale di Unicode, Inc.
Questo prodotto include il software sviluppato da TTF2PT1 Project e dai suoi colla-
boratori. Copyright ©1997–2001 degli AUTORI: Andrew Weeks <ccsaw@bath.ac.uk>;
Frank M. Siegert <fms@this.net>; Mark Heath <mheath@netspace.net.au>; Thomas
Henlich <thenlich@rcs.urz.tu-dresden.de>; Sergey Babkin <babkin@bellatlantic.net>,
<sab123@hotmail.com>; Turgut Uyar <uyar@cs.itu.edu.tr>; Rihardas Hepas
<rch@WriteMe.com>; Szalay Tamas <tomek@elender.hu>; Johan Vromans
<jvromans@wqujirrel.nl>; Petr Titera <P.Titera@sh.cvut.cz>; Lei Wang
<lwang@amath8.amt.ac.cn>; Chen Xiangyang <chenxy@sun.ihep.ac.cn>;
Zvezdan Petkovic <z.petkovic@computer.org>. Tutti i diritti riservati.
IL SOFTWARE APACHE VIENE FORNITO DAI SUOI AUTORI E COLLABORA-
TORI “TALE QUALE” E QUALSIASI GARANZIA ESPRESSA O IMPLICITA, INCLUSE,
MA NON LIMITATAMENTE A, LE GARANZIE IMPLICITE DI COMMERCIABILITÀ
E IDONEITÀ A UNO SCOPO PARTICOLARE, NON SONO RICONOSCIUTE. IN
NESSUN CASO AUTORI O COLLABORATORI SARANNO RITENUTI RESPONSA-
BILI PER QUALSIASI DANNO DIRETTO, INDIRETTO, ACCIDENTALE, SPECIALE,
ESEMPLARE O CONSEQUENZIALE (INCLUSI MA NON LIMITATAMENTE A APPROV-
VIGIONAMENTI DI BENI O SERVIZI SOSTITUTIVI, PERDITA DELL’USO, DATI
O PROFITTI; O INTERRUZIONE DELL’ATTIVITÀ AZIENDALE IN QUALUNQUE
MODO SIANO STATI PROVOCATI E SOTTO QUALUNQUE FORMA DI RESPONS-
ABILITÀ O COLPA (INCLUSI NEGLIGENZA O SIMILE) CHE SORGANO IN UN
MODO QUALUNQUE DALL’USO DI QUESTO SOFTWARE ANCHE SE AVVERTITI
DELLA POSSIBILITÀ DI TALI DANNI.
Per quanto riguarda il software Apache software, copyright ©1999–2000 The Apache
Software Foundation. Tutti i diritti riservati. Qualsiasi software Apache distribuito
con questo software è un software sviluppato da Apache Software Foundation
(http://www.apache.org/). IL SOFTWARE APACHE VIENE FORNITO “TALE QUALE”
E NON SI RICONOSCE RESPONSABILITÀ ALCUNA, SIA ESPRESSA CHE IMPLICITA,
INCLUSO, MA NON LIMITATAMENTE A, GARANZIE IMPLICITE RIGUARDANTI
LA SUA COMMERCIABILITÀ O IDONEITÀ A UNO SCOPO PARTICOLARE. IN

IV |
NOTE LEGALI

NESSUN CASO APACHE SOFTWARE FOUNDATION O I SUOI COLLABORATORI


SARANNO RITENUTI RESPONSABILI PER QUALSIASI DANNO DIRETTO, INDI-
RETTO, ACCIDENTALE, SPECIALE, ESEMPLARE O CONSEQUENZIALE (INCLUSI
MA NON LIMITATAMENTE A APPROVVIGIONAMENTI DI BENI O SERVIZI SOSTI-
TUTIVI, PERDITA DELL’USO, DATI O PROFITTI; O INTERRUZIONE DELL’ATTIVITÀ
AZIENDALE IN QUALUNQUE MODO SIANO STATI PROVOCATI E SOTTO QUALUN-
QUE FORMA DI RESPONSABILITÀ O COLPA (INCLUSI NEGLIGENZA O SIMILE)
CHE SORGANO IN UN MODO QUALUNQUE DALL’USO DI QUESTO SOFTWARE
ANCHE SE AVVERTITI DELLA POSSIBILITÀ DI TALI DANNI.
Riguardo alla tecnologia Apache, copyright ©1999–2002. The Apache Software Foundation.
Tutti i diritti riservati. Qualsiasi software Apache distribuito con questo software è svilup-
pato da Apache Software Foundation (http://www.apache.org/). Concesso in licenza dietro
Apache License, Versione 2.0 (la “Licenza”); non è consentito usare questo file a meno
che non sia in conformità alla Licenza d’uso. Si può ottenere una copia della Licenza a
http://www.apache.org/licenses/LICENSE-2.0. A meno prescritto da una legislazione appli-
cabile o in possesso di un consenso scritto, il software distribuito in base alla Licenza viene
distribuito “TALE E QUALE” SENZA GARANZIE O CONDIZIONI DI ALCUN GENERE, sia
espresse che implicite. Vedere la Licenza per la legislazione specifica che regola i permessi
e le limitazioni derivanti dalla LIcenza.
Riguardo al software MoreFiles, ©1992–2002 di Apple Computer, Inc., tutti i diritti riservati.
Parti di questo prodotto includono una tecnologia utilizzata dietro licenza da
Global Graphics.
Riguardo alla tecnologia ICU, copyright ©1995–2001 International Business Machines
Corporation e altri. Tutti i diritti riservati. Con questo atto viene concesso il permesso, a
titolo gratuito, a qualsiasi persona che ottiene una copia di questo software e dei relativi
file di documentazione (qui di seguito denominati “Software”), di usare il software senza
restrizioni, incluso, ma non limitatamente a, il diritto di usare, copiare, modificare, unifi-
care, pubblicare, distribuire e/o vendere copie del Software e di riconoscere simili diritti alle
persone a cui il copie viene fornito, purché le informazioni sul copyright e questo permesso
appaiano nella documentazione di accompagnamento. QUESTO SOFTWARE VIENE
FORNITO “TALE QUALE” SENZA ALCUNA GARANZIA ESPRESSA O IMPLICITA,
INCLUSE, MA NON LIMITATAMENTE A, LE GARANZIE DI COMMERCIABILITÀ
E IDONEITÀ A UNO SCOPO PARTICOLARE E DI NON
INFRANGIMENTO DEI DIRITTI DI TERZI. IN NESSUN CASO, IL DETENTORE O
I DETENTORI DEL COPYRIGHT INCLUSI IN QUESTA NOTA SARANNO RITENUTI
RESPONSABILI PER QUALSIASI RIVENDICAZIONE, O QUALSIASI DANNO SPE-
CIALE INDIRETTO O consequenziale, O PER DANNI RISULTANTI DA EVENTUALI
PERDITE DI DATI O DI PROFITTI, SIA A SEGUITO DI UN’AZIONE CONTRATTUALE,
DI NEGLIGENZA O ALTRE AZIONI LESIVE DERIVANTI DA O IN CONNESSIONE
ALL’USO O ALL’ESECUZIONE DI QUESTO SOFTWARE. Ad eccezione di quanto con-
tenuto in questa nota, i nomi dei detentori di copyright non potranno essere utilizzati
in attività pubblicitarie o in altre attività mirate alla promozione della vendita, dell’uso
o in altri tipi di contrattazioni relativi a questo software senza l’autorizzazione scritta del
detentore del copyright.
Questo software è basato interamente o in parte sul lavoro compiuto da Independent
JPEG Group.
Riguardo alla tecnologia Microsoft, ©1988–2005 Microsoft Corporation. Tutti i
diritti riservati.

| V
NOTE LEGALI

Riguardo al software Nodeka, ©1999–2002 Justin Gottschlich. Tutti i diritti riservati.


Riguardo alla tecnologia STLPort (adapted SGI STL) copyright ©1997 Moscow Center for
SPARC Technology. Il permesso di utilizzare, copiare, modificare, distribuire e vendere la
tecnologia STLPort e la sua documentazione per qualsiasi scopo è qui di seguito concesso,
a titolo gratuito, purché le note di copyright specificate sopra appaiano in tutte le loro
copie e che sia le note di copyright che questa autorizzazione appaiano nella documen-
tazione di accompagnamento. Moscow Center per SPARC Technology non si assume
alcuna responsabilità riguardo l’idoneità di questo software a qualsiasi uso o scopo.
Viene fornito “tale quale” senza alcuna garanzia espressa o implicita.
STLPort è stato prodotto in base alla versione 3.0 per pubblica distribuzione di SGI
Standard Template Library (STL) (Oct 28, 1997), che possiede: Copyright ©1994
Hewlett-Packard Company Copyright ©1996,97 Silicon Graphics Computer Systems,
Inc. Il permesso di utilizzare, copiare, modificare e vendere la tecnologia STLPort e la
sua documentazione per qualsiasi scopo è qui di seguito concesso senza alcun costo,
purché le note di copyright sopra specificate appaiano in tutte le copie e purché sia le
note di copyright che questa nota di autorizzazione appaiano nelle documentazione
di accompagnamento. Hewlett-Packard Company non si assume alcuna responsabilità
riguardo l’idoneità di questo software a qualsiasi uso o scopo. Viene fornito “tale quale”
senza alcuna garanzia espressa o implicita.
Riguardo al software W3C, Copyright ©2001 World Wide Web Consortium, (Massachusetts
Institute of Technology, European Research Consortium for Informatics and Mathematics,
Keio University). Tutti i diritti riservati. Questo prodotto viene fornito dietro la Licenza
d’uso del software W3C® per la sua potenziale utilità, ma SENZA ALCUNA GARANZIA,
compresa la garanzia implicita di COMMERCIABILITÀ O IDONEITÀ A UNO SCOPO PAR-
TICOLARE. (1) http://www.w3.org/Consortium/Legal/2002/copyright-software-20021231.
Riguardo a omniORB library, Copyright ©1996–1999 At&T Laboratories Cambridge.
La libreria omniORB è un software di pubblico dominio e può essere ridistribuita e/o
modificata conformemente ai termini e alle condizioni della Licenza Pubblica Generale
per librerie GNU pubblicata da Free Software Foundation, in particolare della versione 2.1
della licenza o (a scelta) qualunque altra versione successiva. Detta libreria viene fornita
per la sua potenziale utilità, ma SENZA ALCUNA GARANZIA, compresa la garanzia impli-
cita di COMMERCIABILITÀ O IDONEITÀ A UNO SCOPO PARTICOLARE. Per ulteriori
informazioni vedere GNU Lesser General Public license. Dovreste aver ricevuto una copia
di GNU Lesser General Public License insieme a questa libreria; in caso contrario, scrivete a
Free Software Foundation, Inc., 59 Temple Place - Suite 330, Boston, MA 02111-1307 USA.
Per quanto riguarda i menu sovrapposti nei menu.js. di Gary Smith, July 1997, Copyright
©1997–1999 Netscape Communication Corp. Netscape autorizza la licenza senza diritti
di autore per l’uso e la modifica del software dei menu sovrapposti purché questa nota di
copyright appaia in tutte le copie. Questo software viene fornito “TALE QUALE,” senza
garanzie di alcun tipo.
Riguardo al software Dr. Brian Gladman, Copyright ©2001, Dr. Brian Gladman
<brg@gladman.uk.net>, Worcester, UK. Tutti i diritti riservati. TERMINI DELLA LICENZA
La distribuzione e l’uso gratuiti di questo software sia in forma sorgente che binaria sono
autorizzati (con o senza modifiche) purché: 1. la distribuzione del codice sorgente includa
la suddetta nota di copyright, questo elenco di condizioni e il declino di responsabilità
indicato di seguito; 2. la distribuzione in forma binaria includa la nota di copyright di
cui sopra, questo elenco di condizioni e il declino di responsabilità indicato di seguito,
nella documentazione e/o altro materiale ad essa associato; 3. il nome del detentore del

VI |
NOTE LEGALI

copyright non venga utilizzato per avallare prodotti ottenuti dall’uso del software, senza
autorizzazione scritta. DECLINO DI RESPONSABILITÀ Questo software viene fornito “tale
quale” senza garanzie esplicite o implicite in riferimento a qualsiasi titolo di proprietà
incluse, ma non limitatamente a, mancanza di errori e idoneità all’uso previsto.
Powered by ALAP.
Java e tutti i marchi basati su Java sono marchi commerciali o marchi registrati di Sun
Microsystems,Inc. negli Stati Uniti e in altri paesi.
Linotype, Linotype Library and Linotype Univers sono marchi commerciali di Heidelberger
Druckmaschinen AG, che potrebbero essere registrati in determinate giurisdizioni, e con-
cessi in licenza esclusivamente da Linotype Library GmbH, una sussidiaria di proprietà
esclusiva di Heidelberger Druckmaschinen Ag.
Tutti gli altri marchi sono di proprietà dei rispettivi depositari.

| VII
INDICE

Introduzione a QuarkXPress 7
QuarkXPress nel 21° secolo xx

Evoluzione delle funzionalità xxi

I “documenti” diventano “progetti” xxii

La nuova versatilità del layout della pagina xxv

Tipografia xxviii

Immagini grafiche xxx

Produttività xxxiii

Output xxxv
Oltre QuarkXPress xxxvii

Utilizzo di questa guida xxxvii

Vi serve aiuto? xxxvii

Convenzioni di questa guida xxxviii

1 Grafica
Utilizzo dell’opacità 3

Specifica dell’opacità 3

Specifica di opacità per i gruppi 4

Creazione di sfumature con trasparenza 5

Utilizzo delle ombreggiature 5

Applicazione di ombreggiature 6

Personalizzazione delle ombreggiature 7

Incorporazione delle ombreggiature negli


elementi della pagina 9
Utilizzo delle maschere alfa 10

Salvataggio delle maschere alfa 11

Selezione delle maschere alfa 11

Nozioni di base sull’appiattimento e sulle


problematiche di produzione 12

Appiattimento durante il processo di stampa 12

Verifica di possibili problemi 13

VIII |
INDICE

Utilizzo di QuarkVista 13

Utilizzo di immagini e effetti 14

Regolazioni 16

Filtri 22

Automatizzazione degli effetti di un’immagine 27


Revisione dell’uso delle immagini 28

Esportazione dei file di immagine 29

Impostazione delle preferenze di QuarkVista 32

Salvataggio dei layout con effetti immagine in


un formato QuarkPress 6 32

Apertura di progetti delle versioni precedenti 33


Incorporazione di trasparenza e di effetti in
un workflow OPI 33

Utilizzo delle immagini PSD 34

Preparazione dei file Photoshop 35

Importazione di file Adobe Photoshop 35


Utilizzo dei livelli PSD 36

Utilizzo dei canali PSD 39

Utilizzo dei percorsi PSD 42

Ottimizzazione dell’ambiente di PSD Import 43

File PSD modificati o mancanti 44

Apertura di progetti QuarkXPress senza


PSD Import 45

Stampa con PSD Import 45

Creazione di pellicole di colori piatti e vernice 46


Utilizzo delle immagini 46

Specifica dei colori di sfondo per le immagini 46

Conservazione degli attributi dell’immagine 48

Conversione di una modalità colore dell’immagine 49

| IX
INDICE

2 Sincronizzazione e
contenuto condiviso
Nozioni generali sulla sincronizzazione 50

Nozioni generali sulla libreria di un


contenuto condiviso 51

Creazione di molteplici layout in un


singolo progetto 53
Sincronizzazione del contenuto 54

Nozioni generali sulle opzioni di sincronizzazione 55


Sincronizzazione di linee e finestre senza contenuto 56

Sincronizzazione di un contenuto protetto 57

Collocazione di oggetti e contenuto sincronizzati 57

Collocazione di un oggetto sincronizzato 57

Collocazione di un contenuto sincronizzato 57

Importazione di un contenuto in una libreria


di contenuto condiviso 58

Molteplici visualizzazione di un layout 59

Suddivisione di una visualizzazione 59

Creazione di una visualizzazione in una


nuova finestra 62
Sincronizzazione con le aree di composizione 62

3 Layout Web
Nozioni di base sui layout Web 63

Che cos’è il layout Web? 64

Prove dei layout Web 65

Layout Web in azione 65


Gestione dei layout Web 69

Creazione di un layout Web 69

Gestione delle finestre di testo 71

Utilizzo degli elementi grafici 74

Conversione nei e dai layout Web 76

X |
INDICE

Link ipertestuali 76

Nozioni di base sui link ipertestuali 77

Utilizzo dei link ipertestuali 79

Rollover 85

Creazione di un rollover di base 86


Modifica e eliminazione dei rollover di base 86

Creazione di un rollover a due posizioni 87

Alternanza delle immagini del rollover di un layout 88

Rimozione di una finestra di destinazione da


una finestra con rollover a due posizioni 88

Rottura del collegamento di un rollover a


due posizioni 88
Mappe immagine 89

Creazione di una mappa immagine 89

Modifica di una mappa immagine 90

Moduli 91

Nozioni di base sui moduli 91

Utilizzo dei moduli 92

Menu 99

Utilizzo di menu standard 99

Utilizzo dei menu sovrapposti 101


Tabelle dei layout Web 105

Meta tag 107


Nozioni di base sui meta tag 107

Gestione dei meta tag 107

Anteprima delle pagine Web 109

Anteprima del layout Web attivo 109

Specifica di altri browser per la visualizzazione


in anteprima 110

| XI
INDICE

Esportazione di pagine Web 110

Preparazione dell’esportazione 110

Esportazione di una pagina Web 111

File creati all’esportazione 113

4 Livelli
Nozioni generali sui livelli 114
Livelli in azione 115

Utilizzo dei livelli 115

Creazione di un livello 116

Selezione dei livelli 116

Livelli visualizzati e nascosti 117

Creazione di oggetti su un livello 117

Determinazione del livello su cui si trova


un oggetto 118

Eliminazione dei livelli 118

Opzioni di modifica dei livelli 118


Spostamento degli oggetti su un livello diverso 119

Modifica dell’ordine di sovrapposizione dei livelli 120

Livelli e scorrimento del testo 120

Duplicazione dei livelli 121

Unificazione di livelli in un unico livello 122

Protezione degli oggetti nei livelli 123

Utilizzo delle pagine master con i livelli 123

Soppressione della stampa dei livelli 124

5 Testo e tipografia
Utilizzo delle font OpenType 125

Revisione degli stili delle font OpenType 125

Nozioni generali sugli stili OpenType 126

Applicazione degli stili OpenType 128

XII |
INDICE

Utilizzo delle legature 130

Definizione del kern OpenType per i progetti 132

Salvataggio degli stili OpenType come


“XPress Tags” 133
Utilizzo dei glifi 133

Visualizzazione dei glifi 134

Inserimento dei glifi 136

Salvataggio dei glifi come preferiti 136


Visualizzazione dei codici 137

Inserimento di caratteri speciali 138

Inserimento di spazi 138

Inserimento di altri caratteri speciali 141

Formattazione e scorrimento del testo 143

Definizione della lingua dei caratteri 143

Impostazioni di tabulazioni interattive 144

Modifica del kern orizzontale e verticale 145

Aggiornamento dei metodi di scorrimento


del testo 145

Gestione dello sfondo delle finestre di testo 146

Utilizzo delle Font alternative 146


Attivazione della Font alternativa 147

Applicazione ai caratteri della Font alternativa 148


Importazione ed esportazione di un testo
con le opzioni Unicode 148

Utilizzo delle regole di mappatura delle font 149


Creazione di regole di mappatura delle font 149

Gestione delle regole di mappatura delle font 150

Definizione delle preferenze per la mappatura


di font 150

| XIII
INDICE

6 Tabelle
Creazione di tabelle 152

Creazione completa di una tabella 152

Conversione di un testo in tabella 155

Importazione di tabelle in Excel 158

Incollatura delle tabelle di Excel 161

Importazioni di grafici Excel 161

Aggiunta di testo e immagini alla tabella 161

Aggiunta di un testo alle celle di una tabella 161

Importazione di immagini nelle celle di una tabella 162

Utilizzo di un’immagine come sfondo della tabella 163

Modifica e formattazione del testo di


una tabella 163

Modifica del testo di una tabella 163

Taglia/copia e incolla il contenuto di una tabella 165

Collegamento delle celle di una tabella 166

Formattazione del testo di una tabella 167

Aggiornamento di una tabella di Excel 168

Formattazione delle tabelle 169

Cornici delle tabelle 169

Creazione dello sfondo di una tabella 170

Specifica della trasparenza di una tabella 170

Formattazione delle griglie 171

Formattazione di celle, righe e colonne 172


Regolazione delle tabelle 173
Posizionamento delle tabella in una pagina 173

Inserimento di righe o colonne 174

Eliminazione di righe o colonne 174

Unificazione delle celle 175

Mantenimento della geometria della tabella 175

XIV |
INDICE

Regolazione automatica di righe e colonne per


il contenimento del testo 176

Ridimensionamento numerico di tabelle,


righe e colonne 177

Ridimensionamento manuale di tabelle,


righe e colonne 177
Conversione di tabelle in testo 178
Utilizzo delle tabelle e dei gruppi 179

Tabelle estese in varie sezioni del layout 180

Specifica della divisione di una tabella 180

Separazione di tabelle estese e creazione di


tabelle distinte 181
Aggiunta di righe di intestazione e di pié di
pagina a una tabella 181

Utilizzo dei menu contestuali con le tabelle 183

7 Job Jackets
Nozioni generali sui Job Jackets 184

Che cosa sono i Job Jackets? 186

La struttura dei Job Jackets 186

Workflow di esempio di un Job Jackets 191

Vantaggi del Job Jackets 192

Job Jackets in azione 193


Utilizzo dei Job Jackets 195

Modalità di base e modalità avanzata 195

Creazione dei Job Jackets 196

Utilizzo dei Job Ticket 200

Creazione di un modello di Job Ticket 201

Aggiunta di una definizione di layout a un


Job Ticket: modalità avanzata 206

Applicazione di un modello di Job Ticket a


un progetto 206

Applicazione di una definizione di layout a


un progetto 209

| XV
INDICE

Collaborazione tramite i Job Jackets condivisi 209

Esportazione e importazione di Job Ticket 212

Il file Job Jackets di default 213

Modifica del modello di default di un Job Ticket 214

Modifica del file Job Jackets di default 215


Utilizzo delle risorse: modalità avanzata 215
Accesso alle risorse: modalità avanzata 215

Configurazione delle risorse: modalità avanzata 216

Specifica del percorso delle risorse:


modalità avanzata 217
Utilizzo delle specifiche di layout 218

Creazione delle specifiche di layout:


modalità avanzata 218

Applicazione delle specifiche di layout a un layout 219

Utilizzo delle specifiche di output 220

Creazione delle specifiche di output:


modalità avanzata 221

Applicazione delle specifiche output a un layout 221

Utilizzo delle specifiche di output con il Job


di output 223
Utilizzo delle regole e dei set di regole 224

Creazione delle regole: modalità avanzata 224

Aggiunta di regole a un set di regole


modalità avanzata 226

Applicazione di un set di regole a un layout 227

Valutazione di un layout 229

Protezione del Job Jackets 231

Stampa con un output JDF 232

Preferenze dei Job Jackets 233

Valutazione del layout 233

Percorso dei file Job Jackets 234

XVI |
INDICE

8 Composition Zones
Nozioni generali sulle Composition Zones 235

Le Composition Zones in azione 235

Terminologia delle Composition Zones 237

Creazione di una Composition Zones 240

Creazione di una Composition Zones da una


serie di oggetti selezionati 241

Creazione di una Composition Zones da un layout 242

Creazione di una Composition Zones tramite lo


strumento Composition Zones 242
Collocazione di una Composition Zones 243

Gestione di molteplici pagine in una


Composition Zones posizionata 244

Condivisione di un layout di composizione 245

Condivisione di un layout di composizione per


la modifica 245

Condivisione di un layout di composizione per


il posizionamento (ma non per la modifica) 247

Collegamento a un layout di composizione in un


altro progetto 248

Gestione della zona di condivisione per


gli aggiornamenti 250

Modifica di un layout di composizione 252

Modifica del contenuto di un layout di


composizione di un progetto singolo 253
Modifica degli attributi di una
Composition Zones 254

Desincronizzazione e modifica dei


collegamenti per le Composition Zones e
i layout di composizione 255
Desincronizzazione di una Composition Zones 255

Desincronizzazione di un layout di composizione 255

Rottura del collegamento a un layout


di composizione 255

| XVII
INDICE

Eliminazione di un layout di
composizione collegato 256

Eliminazione di un layout di composizione 256

Conversione di una Composition Zones


in un’immagine 257
Utilizzo dell’impostazione di collaborazione 257

Collegamento ad altri progetti 258

Visualizzazione di informazioni sui layout di


composizione collegabili 258

Importazione e gestione di un contenuto condiviso 259

Specifica delle opzioni di aggiornamento 259

9 Gestione del colore


Impostazioni di origine e impostazioni
di output 261

Esperienza della gestione del colore 261

Ambiente di gestione del colore di default 261

Utilizzo di impostazioni d’origine e impostazioni


di output definite da un esperto del colore 264

Utilizzo dell’ambiente di gestione del colore


delle versioni precedenti 266

Prova del colore su schermo 266


Controllo delle gestione del colore da
parte di esperti 268
Creazione di impostazioni d’origine 268

Creazione di un’impostazione di output 270

Condivisione delle impostazioni di origine e


impostazioni di output 272
Sintonizzazione della gestione del colore
per singole immagini 273

Gestione dei profili 275

Installazione dei profili 275

Caricamento di profili 276

Verifica dell’uso del profilo 277

XVIII |
INDICE

10 Altre nuove funzionalità


Gestione potenziata delle palette 278

Aggiunta di palette: creazione di un gruppo


di palette 278

Set di palette: salvataggio di una configurazione


delle palette 280

Altre considerazioni sui set e sui gruppi di palette 281


Design potenziato della palette delle Misure 282

Visualizzazione della palette delle Misure standard 282

Controlli di Spazio/Allinea 283

Altre note sulla palette delle Misure 284

Protezione di oggetti e contenuti 285

Incorporazione automatica di font nei file


EPS esportati 286

Nuove opzioni di output per QuarkXPress 7 286

Salvataggio di una pagina in formato EPS 287

Esportazione di un layout in formato PDF 289

PPML (Print Markup Language) personalizzato 292

Stili di output 297

Altre modifiche dell’interfaccia 298

| XIX
QUARKXPRESS NEL 21° SECOLO

Introduzione a QuarkXPress 7
QuarkXPress® 7 rappresenta un nuovo, significativo paradigma nell’ambito delle

applicazioni del layout della pagina. QuarkXPress non costituisce più soltanto il

punto finale di raccolta delle pubblicazioni destinate alla stampa. È importante

infatti osservare come le funzionalità implementate in QuarkXPress dalla sua

entrata nel 21° secolo, ossia dalla versione 4, abbiano generato non soltanto

nuove opportunità creative e una semplificazione dei processi di stampa, ma

anche un ambiente editoriale efficiente ed integrato con contenuti destinati

a media diversi utilizzando lo stesso formato. Indipendentemente dal tipo di

contenuto con il quale lavorate (testo, immagini, fogli elettronici, contenuto

di database, XML e così via) e indipendentemente dalla loro destinazione

(stampa, PDF e Web, tanto per citarne alcuni), QuarkXPress 7 vi offre la

potenza di design e di workflow di cui avete bisogno.

QUARKXPRESS NEL 21° SECOLO

Se, come altri utenti, state compiendo solo ora la transizione da un ambiente
editoriale tradizionale, come ad esempio Windows® 95 o Mac OS® 9, questo
potrebbe rappresentare il vostro primo sguardo a QuarkXPress del 21° secolo.
O forse avete già aggiornato alle versioni 5 e 6 pur mantenendo lo stesso
workflow in conformità a procedure e scadenze strutturate. Oppure avete già
aggiornato a QuarkXPress 6.5 ed avete già adottato tutte le nuove tecnologie
offerte e siete ora pronti a trarre vantaggio dai nuovi avanzamenti. Qualunque
sia il vostro punto di partenza, questa guida e questo software, sono stati studiati
e realizzati appositamente per voi.

Questa guida, QuarkXPress nel 21° secolo, intende offrirvi una comprensione
approfondita delle opportunità creative e di produttività insite nelle funzio-
nalità introdotte da QuarkXPress, a iniziare dalla versione 4. Una scorsa veloce
all’evoluzione compiuta da QuarkXPress in questo secolo, vi mostrerà anche la
via da seguire per il futuro.

XX | INTRODUZIONE A QUARKXPRESS 7
EVOLUZIONE DELLE FUNZIONALITÀ

EVOLUZIONE DELLE FUNZIONALITÀ

Proviamo a dare ora un’occhiata alle potenzialità implementate nelle versioni 5, 6


e 7 di QuarkXPress. Non ha importanza sapere in quale specifica versione siano
state introdotte, ma piuttosto capire la loro rilevanza:

• QuarkXPress 5 ha aggiunto i layout Web, i livelli e le tabelle.


• QuarkXPress 6 ha aggiunto i file progetto che contengono layout multipli,
sincronizzazione del testo, esportazione in PDF, importazione in Photoshop®,
effetti applicati alle immagini e anteprime di immagini a piena risoluzione.
• QuarkXPress 7 aggiunge trasparenza, Job Jackets™, Composition Zones™, supporto
di Unicode® e supporto di OpenType®.

E per quanto questi rappresentino sicuramente i potenziamenti di maggior


rilievo, non possiamo dimenticare che Quark continua, come sempre, ad
apportare miglioramenti anche all’interfaccia, alla velocità di esecuzione del
programma e alle funzionalità esistenti. Prendiamo ora un progetto tipico e
vediamo come le funzionalità di QuarkXPress 7 influiscono sulla sua esecuzione:
1 Il progetto che vi è stato assegnato consiste nella creazione di una serie di avvisi
pubblicitari per un negozio di musica; gli avvisi pubblicitari verranno pubblicati
anche sul Web. Il progetto, assegnato da un project manager, include un Job
Jackets con tutte le specifiche di layout e di stampa necessarie per una corretta
esecuzione del progetto. Ad esempio, le specifiche della gestione del colore age-
voleranno, per il disegnatore grafico, la visualizzazione del colore nell’apposito
spazio cromatico.
2 Iniziate ora la creazione del progetto QuarkXPress utilizzando come base Job
Jackets che contiene automaticamente molteplici layout per dimensioni diverse
di avvisi pubblicitari. Nel primo layout, create l’avviso pubblicitario di base.
Importate un file Adobe® Photoshop nativo per lo sfondo e procedete ad
esplorare diverse possibilità manipolando la trasparenza dei suoi livelli in
QuarkXPress. Create un livello specifico per un file TIFF e sovrapponetelo
a un testo e ad altri elementi della pagina; utilizzate quindi la maschera
alfa dell’immagine TIFF per creare un’interazione realistica tra immagine,
testo e oggetti dello sfondo.
3 Create molteplici livelli per l’avviso pubblicitario in modo da poter generare
versioni regionali dell’avviso. Sincronizzate il testo e gli oggetti della pagina in
modo da assicurare uniformità di contenuto tra i vari avvisi. Importate le infor-
mazioni sul costo dell’avviso pubblicitario da una tabella di Microsoft® Excel®.
Poiché il testo scorre oltre i limiti designati, create dal layout un’area di composi-
zione e assegnatela a un revisore di testi affinché ne corregga la lunghezza mentre
voi, nel frattempo, continuate a lavorare con il layout.

INTRODUZIONE A QUARKXPRESS 7 | XXI


EVOLUZIONE DELLE FUNZIONALITÀ

4 Esportate automaticamente l’avviso pubblicitario in un file PDF e inviatelo per


la revisione. Una volta approvato, create diversi layout di stampa nell’ambito
del progetto in modo che contengano diverse dimensioni dell’avviso e quindi
create il layout Web. Per usare l’avviso originale come punto di partenza, potete
aggiungerlo agli altri layout del progetto. Mano a mano che procedete con il
design dell’avviso, il testo e gli elementi della pagina sincronizzati mantengono
uniformità attraverso i molteplici layout. Se il costo dell’avviso pubblicitario
cambia, potete aggiornare automaticamente la tabella del file Excel in modo
che riporti i dati più aggiornati.

5 Quando siete pronti per l’output, usate Job Jackets come guida, raccogliete i file
per l’output, generate i file PDF e esportate in HTML.

È indubbio che abbiate completato numerosi progetti come questo in passato,


ma avete probabilmente dovute gestire molteplici file, passare da un’applicazione
all’altra, immettere correzioni e revisioni e trasferire i file da una persona all’altra.
Oggi la produzione di documenti cha mantengano uniformità di contenuto e
soddisfino i più alti requisiti di qualità, è diventato un compito semplicissimo.

I “DOCUMENTI” DIVENTANO “PROGETTI”


La modifica di maggiore impatto adottata da QuarkXPress a partire dalla
versione 4 è stato la sostituzione del concetto di “documento” con il concetto
di “progetto” e “layout”. Quello che una volta era un “documento”, ossia un
file singolo con dimensioni di pagina fisse e destinato alla stampa o al Web, è ora
un “layout”. QuarkXPress consiste ora in vari layout a cui vengono assegnati
nomi specifici e che vengono archiviati in un file “progetto”, anche questo con
un nome specifico. Il file progetto può includere i layout di stampa e i layout
Web (introdotti con la versione 5). La memorizzazione di vari layout nell’ambito
di un singolo file progetto semplifica la condivisione di informazioni tra i layout
e riduce sensibilmente i compiti di gestione dei file. E questa nuova unificazione
di compiti non implica una minore collaborazione: le nuove funzionalità
delle aree di composizione consentono infatti a molteplici utenti di lavorare
simultaneamente sullo stesso layout. Ma andiamo per ordine…

LAYOUT E PROGETTI
Presumiamo che siate abituati a creare documenti e che disponiate di una
grande quantità di documenti creati in passato. Cosa farne ora? Quando create
un documento, create ora essenzialmente un progetto contenente un singolo
layout. Quando create il progetto, assegnate al layout un nome specifico e quando
salvate il progetto, assegnate al progetto un nome generico. Mano a mano che
create i layout, assegnate loro un nome e un tipo, ad esempio stampa o Web.
Quando aprite un documento da QuarkXPress 4 o 5, il layout e il progetto
avranno lo stesso nome, a meno che non decidiate di cambiarlo.

XXII | INTRODUZIONE A QUARKXPRESS 7


EVOLUZIONE DELLE FUNZIONALITÀ

Questo progetto QuarkXPress, creato per il lancio di un album musicale, include


dei layout distinti per ciascun componente della promozione dell’album, ossia dei
layout per i cartoncini di annuncio e gli inviti ufficiali oltre a un layout Web contenente
il programma delle rappresentazioni del gruppo.

Per una maggiore praticità, potete creare dei progetti con layout singoli in
modo che il nome del progetto e il nome del file siano gli stessi. Potete inoltre
esportare dal progetto singoli layout o potete aggiungere al progetto interi layout
in modo che determinati contenuti vengano facilmente condivisi tra i layout
e i progetti. L’applicazione di numerose funzionalità si estende ai vari layout
per consentire di ottenere un’uniformità di contenuto. Ad esempio potete
sincronizzare un testo e una formattazione tra diversi layout; potete far condi-
videre specifiche riguardanti fogli di stile, colori e SG tra i vari layout di un
progetto; e potete anche convertire determinati layout da un media di distri-
buzione a un altro.

La memorizzazione di molteplici layout nell’ambito di un singolo file pro-


getto offre inoltre una serie di nuove opportunità. Prima di tutto potete avere
ora molteplici dimensioni di pagina nello stesso file e potete quindi gestire
simultaneamente in un solo progetto, buste, biglietti da visita e carta intestata.
E potete memorizzare layout di stampa e Web nello stesso file utilizzando lo
stesso contenuto indipendentemente dal mezzo di distribuzione, che sia
stampa e Web.

Supponiamo che uno dei vostri clienti sia un ristorante. Con il progetto, potete
ora archiviare le immagini grafiche che utilizzate per i menu stampati, per
i volantini, i buoni di sconto, la pubblicità e le T-shirt nello stesso file, insieme
al contenuto per il sito Web. Se fosse necessario introdurre una variazione,
ad esempio una modifica di colore o di un numero di telefono da applicare
globalmente, potete apportarla una volta soltanto in quanto questa verrà
applicata automaticamente e di riflesso a tutti i layout del progetto. Questo
semplifica le gestione dei file e dei progetti per i vostri clienti, con un notevole
risparmio di tempo e costi di produzione.

INTRODUZIONE A QUARKXPRESS 7 | XXIII


EVOLUZIONE DELLE FUNZIONALITÀ

LAYOUT WEB
QuarkXPress 5 ha introdotto il concetto di documenti Web, divenuti ora layout
Web, che possono far parte di un progetto più grande. Per facilitare il passaggio
da parte dei disegnatori grafici da un ambiente di stampa a un ambiente Web,
gli strumenti e la terminologia Web sono stati realizzati con l’intento di sfruttare
la conoscenza e l’esperienza già acquisite con l’uso di QuarkXPress. Con i metodi
WYSIWYG e gli strumenti intuitivi offerti da QuarkXPress, non avete bisogno
di diventare un Webmaster per produrre pagine Web interattive dall’aspetto
estremamente professionale. QuarkXPress offre tutto ciò che vi serve per
aggiungere moduli in linea, link ipertestuali, rollover, menu sovrapposti ed
altro ancora, senza dover imparare il linguaggio di programmazione HTML.

Iniziando da una busta per il CD realizzata per la stampa, il disegnatore grafico ha


creato anche una pagina interattiva per il sito Web. Altre pagine del sito contengono
i programmi delle rappresentazioni del gruppo, clip audio e video, biografie dei
membri del gruppo, elenchi di pezzi musicali nonché i versi delle canzoni. Qualsiasi
testo destinato alla stampa o al Web, come ad esempio i versi delle canzoni,
vengono sincronizzati tra i layout di stampa e i layout Web.

Per cominciare a produrre pagine, potete convertire il contenuto di stampa.


O meglio ancora, potete sincronizzare il testo e la formattazione tra i layout
di stampa e i layout Web per mantenere uniformità di contenuto. Ma potete
anche creare un testo e una formattazione specifici per un determinato media.

XXIV | INTRODUZIONE A QUARKXPRESS 7


EVOLUZIONE DELLE FUNZIONALITÀ

LA NUOVA VERSATILITÀ DEL LAYOUT DELLA PAGINA


Sebbene gli elementi di base del layout della pagina di QuarkXPress siano
sostanzialmente gli stessi, ossia finestre di testo, finestre immagine e linee, le
nuove funzionalità accrescono le vostre possibilità di creazione di un prodotto
versatile e facilmente modificabile. Nuove tecnologie hanno reso infatti possi-
bili funzionalità come quella della trasparenza, introdotta da QuarkXPress 7,
che consente di specificare determinati livelli di opacità nell’applicazione di
colore e ombreggiature. Tabelle, livelli e sincronizzazione facilitano la scorre-
volezza del workflow mentre le viste multiple di layout, i potenziamenti della
protezione e i miglioramenti apportati alle palette rendono QuarkXPress uno
strumento sempre più flessibile e facile da usare.
OPACITÀ PER COLORI, OGGETTI E CONTENUTO
Era già possibile in passato specificare l’intensità di un colore applicato ad
oggetti e a un contenuto, come ad esempio a finestre, a linee, a cornici, testo e
altro ancora, ma l’unico metodo disponibile per “vedere” attraverso gli oggetti
era di usare il colore Nessuno. In QuarkXPress 7 potete ora specificare l’opacità
da applicare a qualsiasi oggetto o contenuto, definendo un valore da 0% a 100%
(da trasparente a opaco). Potete specificare l’opacità ogni volta che applicate un
colore e potete quindi creare effetti come ad esempio sfumature da un bianco
uniforme a trasparenti. Questo vi consente di applicare un valore di trasparenza
esattamente quando e dove lo volete, ossia in un titolo, un’immagine o una
tabella di sfondo e così via.

Se specificate il 65% di opacità per la parola “Blonde”, la lucentezza della chitarra


filtrerà attraverso i caratteri.

Specificando semplicemente l’opacità, potrete creare effetti su diversi livelli che


richiedevano in passato l’uso di un’applicazione di gestione delle immagini.
Potete ora restare in QuarkXPress e produrre effetti originali per i layout di
stampa e Web.
OMBREGGIATURA
È sempre stato possibile creare un’ombreggiatura in QuarkXPress semplicemente
duplicando gli elementi della pagina e ponendoli su diversi livelli. Tuttavia per
ombreggiature tenui e sofisticate, con bordi frangiati, dovevate usare i software
XTensions® o un software di gestione delle immagini. L’introduzione della tecno-
logia della trasparenza consente ora di applicare automaticamente ombreggiature
ad oggetti e testo nonché di specificare scostamento, angolo, colore, ombre,
opacità e nitidezza, tanto per citare soltanto alcune delle opzioni disponibili.

INTRODUZIONE A QUARKXPRESS 7 | XXV


EVOLUZIONE DELLE FUNZIONALITÀ

Restando in QuarkXPress potete quindi ora creare delle ombre grafiche come
parte del design della pagina senza dover usare un’applicazione di gestione
delle immagini. Ridurrete con questo la necessità di passare da una applicazione
all’altra nonché gestire simultaneamente molteplici file di immagine. Se dovete
inoltre modificare un testo contenente un’ombreggiatura, potete ora apportare
le modifiche direttamente in QuarkXPress. Con le opzioni di sincronizzazione,
potete infine creare delle ombre uniformemente distribuite lungo un layout
o un progetto.

TABELLE
Le funzionalità di creazione e modifica delle tabelle introdotte da QuarkXPress 5,
sono state ulteriormente migliorate. Le funzionalità delle tabelle sono centrate
su due principi di base: facilitare l’organizzazione dei dati posseduti e mettere
a disposizione dell’utente le stesse opzioni di formattazione disponibili in
QuarkXPress. Sul fronte dei dati, sono disponibili tre opzioni: creazione di una
tabella vuota e aggiunta di immagine e testo, conversione di un testo in una
tabella e importazione/aggiornamento di fogli elettronici Microsoft Excel, di
grafici e di immagini. Per quanto riguarda la formattazione, QuarkXPress offre
un controllo totale sulla creazione di sfondi di tabelle, righe e celle nonché sul
colore, stile e spessore delle cornici e delle linee delle celle della griglia.

Ci vogliono solo pochi secondi in QuarkXPress per la creazione e la formattazione


di una tabella come questa, incluso l’applicazione automatica di ombre.

Quando si tratta poi di modificare delle tabelle, potete ridimensionare interat-


tivamente righe, colonne e perfino l’intera tabella. E potete automaticamente
adattare una tabella a un dato contenuto. Come per tutti gli altri elementi della
pagina, potete ruotare le tabelle a qualsiasi grado di angolazione. E come per
qualsiasi altro tipo di contenuto editoriale, una tabella può continuare da una
pagina all’altra di un layout. Le tabelle possono inoltre includere righe per
intestazioni e pié di pagina automaticamente sincronizzate. Tutte queste fun-
zionalità rendono facile e rapida la preparazione di una presentazione basata
su tabelle, come ad esempio rapporti finanziari annuali e moduli d’ordine
di cataloghi.

XXVI | INTRODUZIONE A QUARKXPRESS 7


EVOLUZIONE DELLE FUNZIONALITÀ

LIVELLI
Potete suddividere un layout in diversi livelli per agevolare la produzione di
pubblicazioni multilingue, la gestione di parti di illustrazioni o di altri elementi
del design della pagina nonché per includere nella pagina note non stampabili.
I livelli funzionano come versioni elettroniche di strati sovrapposti e possono
essere visualizzati, protetti e stampati in base alla vostre necessità. Introdotto
per la prima volta con QuarkXPress 5, il controllo dei livelli continua ad essere
potenziato in ogni nuova versione.
VISUALIZZAZIONE DI MOLTEPLICI LAYOUT
Potete visualizzare l’incidenza di determinate modifiche sull’aspetto di una
pagina o di un layout suddividendo la finestra di QuarXPress in due riquadri
separati oppure aprendo un numero qualsiasi di finestre per un dato progetto.
In entrambi i casi, potete visualizzare ciò che volete nei due riquadri o nelle due
finestre, ossia diverse scale di visualizzazione, pagine, layout e così via. Questa
funzionalità di QuarkXPress 7 consente una verifica immediata dell’impatto che
eventuali modifiche possono avere sugli elementi della pagina, ad esempio se
potrebbero causare una fuoriuscita dai limiti prestabiliti.

La divisione della finestra di un progetto consente di lavorare su due schermate


diverse di una pagina del layout e consente di verificare come eventuali modifiche
apportate ad un’area della pagina incidono sulle altre aree.

INTRODUZIONE A QUARKXPRESS 7 | XXVII


EVOLUZIONE DELLE FUNZIONALITÀ

SINCRONIZZAZIONE DEL TESTO E DI ALTRI ELEMENTI DELLA PAGINA


È possibile ottimizzare l’uniformità dei contenuti e automatizzare modifiche da
apportare all’intero progetto sincronizzando testo, immagini e attributi degli
elementi della pagina tra cui formattazione del testo, effetti applicati alle
immagini, colori e ombre. Introdotta con la versione QuarkXPress 6, la sincro-
nizzazione vi consente di decidere ad esempio se sincronizzare sia i contenuti
di una finestra immagine che la sua formattazione, oppure soltanto la finestra
immagine o la sua formattazione.
PROTEZIONE DEGLI ELEMENTI DELLA PAGINA
Per impedire l’applicazione di modifiche indesiderate, QuarkXPress dispone ora
di una funzionalità di protezione più rigida con l’aggiunta di una protezione
di testo e immagini. Prima di QuarkXPress 7, la protezione impediva soltanto
lo spostamento involontario di un oggetto con il mouse.

POTENZIAMENTO DELLE PALETTE


QuarkXPress è stata la prima applicazione a mettere le palette a portata di mano
dell’utente e QuarkXPress 7 continua ad aggiungere praticità e convenienza al
loro uso. Potete ora infatti massimizzare la vostra area di lavoro raggruppando
le palette e assegnando equivalenti da tastiera personalizzati alla visualizzazione
di set di palette. Potete creare gruppi di palette personalizzati per tenere a portata
di mano quelli che usate più di frequente. E nell’ambito di un gruppo, le palette
possono essere ingrandite, ridotte e ridimensionate in base alle necessità.

La tradizionale palette delle Misure di QuarkXPress offre ora ancora più opzioni,
incluse numerose opzioni derivate dalle finestre di dialogo Modifica, Attributi
paragrafo e Attributi carattere. Anziché aumentare le dimensioni della palette
per includere i nuovi comandi, la palette è ora provvista di schede interattive
contenenti dei controlli sensibili al contesto.

La nuova palette delle Misure offre una maggiore potenza e sensibilità al contesto.
Una nuova scheda per Spazia/Allinea rende una distribuzione uniforme degli
oggetti sulla pagina un processo interattivo rapidissimo.

TIPOGRAFIA
Grazie a un ulteriore supporto di nuove tecnologie delle font e a potenziamenti
apportati all’interfaccia utente, QuarkXPress 7 offre una precisione tipografica
sempre più sofisticata, facilitando al massimo la gestione del testo. Il controllo
tipografico è sempre stato il punto di forza di QuarkXPress. Potete ora estendere
questa capacità di controllo tipografico oltre i limiti della stampa e trarre
vantaggio dalle nuove tecnologie come quella di OpenType.

XXVIII | INTRODUZIONE A QUARKXPRESS 7


EVOLUZIONE DELLE FUNZIONALITÀ

SUPPORTO DI OPENTYPE
OpenType è un formato di font cross-platform in grado di gestire set di caratteri
di grandi dimensioni nonché legature discrezionali. Le font OpenType, che
includono spesso la parola “Pro” nel loro nome, variano notevolmente in ciò
che possono offrire. Alcuni set contengono semplicemente il gruppo di caratteri
standard mentre altri sono stati considerevolmente estesi. Alcuni set offrono due
o tre variazioni di una font – Roman, grassetto e corsivo – mentre altri offrono
variazioni più elaborate come numeri vecchio stile, maiuscoletto e frazioni.

QuarkXPress 7 agevola l’accesso alle funzionalità disponibili nella font OpenType


selezionata. Sia tramite la palette delle Misure che la finestra di dialogo Attributi
del carattere, potete ora accedere a tutte le funzionalità offerte da una font.

Con le opzioni OpenType disponibili nella font corrente, Caflisch Script Pro, potete
usare la funzionalità “Lettere ornate” e “Alternative contestuali” per ottenere un
ravvicinamento delle lettere per conferire loro un aspetto più naturale e più italico.

PALETTE GEROGLIFICI
La nuova palette Geroglifici di QuarkXPress 7, offre un accesso rapido, con
un solo clic, a tutti i caratteri di una font. Sia che abbiate bisogno di un punto
elenco, di un carattere frazionale o di un particolare accento, li avrete tutti
a portata di mano. Se avete poi caratteri specifici che usate frequentemente,
potete salvarli come i vostri caratteri preferiti.
POTENZIAMENTO DI CARATTERI SPECIALI
QuarkXPress ha sempre supportato o offerto direttamente tutti i tipi di caratteri
speciali e di codici a fini tipografici e di design del layout: spazi em, trattino non
divisibile, carattere di rientro, carattere del numero di pagina. Ma finora dove-
vate sapere che esistevano e dovevate quindi cercare il loro codice e ricordarlo.
E nella maggior parte dei casi dovevate aver fiducia nella capacità del carattere
speciale di fare quello che si voleva.

INTRODUZIONE A QUARKXPRESS 7 | XXIX


EVOLUZIONE DELLE FUNZIONALITÀ

QuarkXPress offre ora delle opzioni per l’inserimento di caratteri speciali tramite
il menu Utilità e rappresenta tali caratteri con icone specifiche (ad esempio, uno
spazio non divisibile ha ora un aspetto diverso da uno spazio standard nel caso
di caratteri invisibili).
Se siete appassionati del codice Unicode, sarete lieti di sapere che QuarkXPress
supporta ora FontFallback. Questo supporto aiuta a visualizzare i caratteri spe-
ciali se la font che state utilizzando non è in grado di visualizzarli. Inoltre, il
supporto Unicode rende possibile abbinare caratteri romani e caratteri asiatici
nella stesso layout.
ANTI-ALIASING PER IL CARATTERE
Il motore tipografico aggiornato di QuarkXPress 7 vi offre bellissime font anti-
alias che appaiono con estreme nitidezza sullo schermo ad ogni livello di scala,
anche quando le ruotate o le allungate per cui il WYS è sempre più vicino al WYG.

IMMAGINI GRAFICHE
Non è certo più necessario passare in continuazione da QuarkXPress a
un’applicazione di gestione delle immagini e viceversa, accumulando una
serie di file quando questo tipo di lavoro può essere svolto ora rapidamente in
QuarkXPress. Sebbene non sia un programma di gestione delle immagini tipico,
QuarkXPress intende continuare ad aggiungere funzionalità di correzione del-
l’immagine non soltanto per un risparmio di tempo, ma anche per massimizzare
la vostra creatività consentendovi di esplorare la possibilità di effetti appli-
cati alle immagini nel contesto di un design di contorno. QuarkXPress ha
ottenuto questo risultato grazie ai moduli QuarkXTensions® gratuiti, diretti
all’importazione di file Photoshop oltre che all’applicazione di effetti alle
immagini e alla visualizzazione in anteprima di immagini ad alta risoluzione.
SUPPORTO PER I FILE PHOTOSHOP NATIVI
Il software PSD Import XTensions introdotto nel mercato con QuarkXPress 6.5,
vi consente di importare nei layout QuarkXPress i file nativi di Adobe Photoshop
Ciò comporta un notevole risparmio di tempo e di spazio sul disco rigido, neces-
sario per l’esportazioni di immagini in formati accettabili, specialmente quando
si manipolano diverse versioni della stessa immagine.
PDS Import offre inoltre opportunità creative in quanto consente l’accesso a
livelli, canali e percorsi nell’ambito delle immagini importate. Tanto per comin-
ciare, potete ora nascondere e visualizzare i livelli per provare varie alternative,
potete selezionare una modalità di sfumatura per i livelli come ad esempio
dissolvi o schiarisci, potete modificare l’opacità dei livelli, mappare i canali alfa
su colori o inchiostri per produrre vernici piatte e la quinta pellicola di un colore
piatto, nonché selezionare diversi percorsi di ritaglio per la visualizzazione e
il ritorno a capo del testo. Con PSD Import, il lavoro normalmente svolto in
Photoshop può venire svolto ora in QuarkXPress. Se ad esempio siete in grado
di memorizzano diverse versioni di un’immagine di sfondo sui livelli, potete
scorrere lungo i livelli di QuarkXPress per scegliere l’immagine che preferite
anziché produrre cinque file TIFF diversi.

XXX | INTRODUZIONE A QUARKXPRESS 7


EVOLUZIONE DELLE FUNZIONALITÀ

EFFETTI DELL’IMMAGINE
Il software QuarkVista XTensions, inviato insieme a QuarkXPress 6.5, porta gli
stili dell’immagine a un livello completamente nuovo. È vero che nelle versioni
precedenti avevate già a disposizione opzioni per l’applicazione di colore,
sfumature, contrasto negativo e mezzitoni su determinati tipi di immagine.
Ma QuarkVista va al di là di queste funzioni ed offre effetti speciali quali filtri,
regolazioni e opzioni di output per i formati di file di immagine più diffusi.
Ed implementa queste funzioni in un modalità “non distruttiva”, ossia salvando
gli effetti in QuarkXPress anziché alterare il file di immagine originale, se non
volete alterarlo.

Gli effetti speciali e le regolazioni includono livelli, curve, rilievo, sfocatura


gaussiana, maschera di contrasto, luminosità/contrasto, posterizzazione e così
via. Potete sperimentare applicando diversi effetti alle immagini, agendo diretta-
mente da QuarkXPress e distribuendo le immagini e altri elementi della pagina
su vari livelli per ottenere un effetto globale. Per uniformità ed efficienza, gli
effetti dell’immagine possono essere esportati e condivisi con altri progetti e
utenti. Se decidete di creare dei file di immagine contenenti effetti speciali,
potete specificare una modalità di colore, un formato di file, l’inclusione o
meno di un ritaglio e di una scalatura, e così via.

Pur non trascurando concrete opportunità di design, molti utenti utilizzano tuttavia
QuarkVista soprattutto per l’esportazione di immagini ritagliate.

SUPPORTO DI MASCHERE ALFA


Può darsi che siate già abituati ad usare percorsi di ritaglio per migliorare
l’interazione tra immagini importate, testo ed elementi grafici di una pagina.
Ma il supporto di canali alfa, introdotto con la versione QuarkXPress 7, consente
di acquisire un livello di interazione completamente nuovo. Mentre un percorso
di ritaglio produce un contorno deciso, i canali alfa offrono una maschera gra-
duata in modo che elementi più tenui come ad esempio un’immagine di capelli
appaia più naturale contro i caratteri e gli elementi della pagina posti nello
sfondo. Potete creare ora una maschera alfa in un file TIFF usando la vostra
applicazione di gestione delle immagini, potete importare il file TIFF in un
layout di QuarkXPress e acquisire effetti di grande impatto visivo che non
sarebbero stati possibili in applicazioni per il layout della pagina. QuarkXPress
supporta inoltre la trasparenza di Photoshop nei file TIFF e PSD nativi.

INTRODUZIONE A QUARKXPRESS 7 | XXXI


EVOLUZIONE DELLE FUNZIONALITÀ

La selezione delle maschere alfa nell’immagine del fuoco e l’alterazione successiva


dell’opacità in modo che il fuoco abbia un’apparenza di trasparenza, produce
questo effetto avvincente.

VISUALIZZAZIONE DELLE ANTEPRIME A PIENA RISOLUZIONE


Una volta iniziato il lavoro con i file di Photoshop e dopo aver sperimentato con
gli effetti dell’immagine, è estremamente importante valutare i risultati ottenuti.
QuarkXPress 6 offre a questo proposito il software Full-Res Preview XTensions
rivolto all’acquisizione dei dettagli che volete osservare e valutare. Con questa
funzione, potete finalmente abbandonare le immagini TIFF, EPS e PDF pixelate
anche se scalate o le ingrandite. Questa funzionalità può generare inoltre ante-
prime per i file EPS in modo che il messaggio di “non anteprima” non venga
più visualizzato.

La funzionalità di Anteprima a piena risoluzione facilita la valutazione


dell’interazione tra immagini, testo e elementi della pagina durante il processo
di design e migliora in modo particolare la revisione sullo schermo. Applicando
l’anteprima a piena risoluzione immagine per immagine, potete personalizzare
questa funzionalità per bilanciare le vostre ispirazioni creative con la realtà della
potenza di elaborazione del computer in uso.
ANTI-ALIAS PER TUTTI GLI ELEMENTI DELLA PAGINA
In aggiunta alle anteprime a piena risoluzione per le immagini, QuarkXPress 7
offre una funzione di anti-alias per tutti gli elementi visualizzati su schermo.
Questo significa che le finestre e le linee non appariranno mai “scalettate”,

XXXII | INTRODUZIONE A QUARKXPRESS 7


EVOLUZIONE DELLE FUNZIONALITÀ

neppure quando esportate i layout Web in formato HTML. Noterete subito un


miglioramento quando osservate un’anteprima delle pagine Web nel browser
e l’aspetto del vostro sito, che apparirà ora decisamente più professionale.

Con la nuova tecnologia di visualizzazione, implementata in QuarkXPress, la


visualizzazione di testo, curve e elementi ruotati è estremamente uniforme.

PRODUTTIVITÀ
QuarkXPress 7 offre la possibilità di svolgere il proprio lavoro in modo più
intelligente, prevenendo duplicazione di compiti, ritardi e tempi di esecuzione
eccessivamente lunghi. Funzionalità rivolte specificatamente ad un’ottimizza-
zione della produttività includono la sincronizzazione del testo tra i vari layout
di uno stesso progetto, la possibilità di avere molteplici utenti che lavorano
sulle stesse pagine del layout, molteplici livelli di annullamento, nuove fun-
zionalità di amministrazione nonché opzioni di importazione e esportazione
di XML. Non avete bisogno di cronometrarvi per sapere che state risparmiando
tempo e costi di produzione!

TESTO SINCRONIZZATO
La sincronizzazione del testo, introdotta con QuarkXPress 6, sfrutta appieno il
vantaggio di molteplici layout che fanno parte di uno stesso progetto. Potete
utilizzare ora lo stesso testo in qualunque parte di un progetto, ossia nella parte
destinata sia alla stampa che al Web, e in qualunque punto del testo si apporti
una modifica, questa viene automaticamente applicata anche alle altre parti del
progetto con lo stesso testo. Questa funzionalità intuitiva facilita enormemente
il processo di modifica di un testo nei vari layout di un progetto, sia che si tratti
di una modifica semplice come una data o l’indicia di un mailing o una modifica
molto complessa come la sostituzione di un intero testo legale o un intero
articolo. Non è più necessario quindi eseguire operazioni di ricerca
e sostituzione.

INTRODUZIONE A QUARKXPRESS 7 | XXXIII


EVOLUZIONE DELLE FUNZIONALITÀ

COMPOSIZIONE MULTI-UTENTE DELLA PAGINA


QuarkXPress 7 rimuove la limitazione di un utente per progetto consentendo
a molteplici utenti di collaborare alla creazione delle singole pagine di un
layout. Suddividendo le pagine in “aree di composizione”, gli utenti possono
accedere alle parti condivise di una pagina tramite rete o anche remotamente
tramite e-mail. Le aree di composizione sono applicabili ai layout di stampa
e Web e possono essere di dimensioni minime, come ad esempio 2,5 cm x 2,5
cm o grandi tanto quanto i layout. Parallelamente al procedere del lavoro dei
vari utenti, autori di testo, disegnatori grafici e illustratori di foto, le pagine
vengono automaticamente aggiornate in modo che il grafico del layout possa
vedere le modifiche apportate da tutti gli utenti che lavorano sullo stesso layout.

Con la aree di composizione, molteplici utenti possono lavorare sullo stesso layout,
perfino sulla stessa pagina. Ciò rende possibile che un utente lavori su un testo
mentre un altro si concentra ad esempio su immagini e layout.

ANNULLAMENTI MULTIPLI
QuarkXPress 6 ha esteso le azioni che possono venire annullate ed ha introdotto
la funzione di annullamento multiplo, ossia fino a 30 azioni consecutive. Per
quanto non sembri una funzionalità di grande impatto, può in effetti incidere
significativamente sull’interazione quotidiana che mantenete con QuarkXPress.
QLA E SUPPORTO DI CITRIX
Come ben sappiamo, soltanto il personale IT è veramente interessato
all’amministrazione delle licenze e alle procedure di installazione. Ma la gestione
delle licenze per ogni copia di un programma software in esecuzione nonché
l’installazione di QuarkXPress su sistemi singoli sono operazioni estremamente
costose per ogni azienda. Quark® License Administrator, un software server distri-
buito gratuitamente ai clienti che possiedono molteplici copie di QuarkXPress 5 e
successive, assegna una licenza d’uso del programma agli utenti soltanto quando
ne hanno bisogno. Il supporto del server di presentazione Citrix MetaFrame
aggiunto a QuarkXPress 6.5 gestisce aggiornamenti e installazioni duplicando
l’installazione del software server in computer individuali.

XXXIV | INTRODUZIONE A QUARKXPRESS 7


EVOLUZIONE DELLE FUNZIONALITÀ

WORKFLOW DI XML
Dalla versione 5, QuarkXPress ha incluso degli strumenti potenti e basati su
standard per il riutilizzo del contenuto in XML.

OUTPUT
Come ben sapete, ciò che ha un aspetto molto piacevole sullo schermo in
QuarkXPress non è utile se non lo si può stampare o visualizzare sul Web.
Di conseguenza nelle ultime versione di QuarkXPress, Quark ha valutato
molto attentamente nuove tecnologie di output, incorporando standard e
nuove funzionalità che offrono la garanzia un di output di alta qualità. La
tecnologia più significativa è Job Jackets, seguita da un nuovo schema di
gestione del colore e dall’introduzione dell’editoria basata sul database.
QuarkXPress 7 supporta inoltre ancora più formati di output e offre nuovi
stili di output.
JOB JACKETS
Job Jackets, una nuova funzionalità rivoluzionaria di QuarkXPress 7, acquisisce
ciò che non è stato umanamente possibile acquisire in passato, ossia accertarsi
che ogni aspetto del design sia indicato per l’output a cui è destinato. Job Jackets
è in pratica un contenitore di tutte le specifiche di un intero processo di stampa
editoriale. È in grado ossia di contenere informazioni sul lavoro, attributi come
colori e fogli di stile, regole che indicano quali funzionalità di design possono
e non possono venire utilizzate, elenchi di risorse necessarie, informazioni sui
contatti, informazioni sulla pianificazione dei tempi, ecc. Tutte queste infor-
mazioni vengono salvate in Job Jackets per prevenire errori durante i processi
di creazione e di output della pubblicazione. Per usare un semplice esempio,
potete specificare un elenco di colori, inchiostri e spazi cromatici per l’immagine
di un progetto, in modo che il disegnatore grafico non crei dei progetti che non
possano avere un output corretto dalle presse di destinazione.

Job Jackets offre ai disegnatori grafici tutte le specifiche di cui hanno bisogno per
produrre lavori strutturati correttamente per l’output a cui sono destinati.

INTRODUZIONE A QUARKXPRESS 7 | XXXV


EVOLUZIONE DELLE FUNZIONALITÀ

Come molte nuove funzionalità, la funzionalità di Job Jackets è basata su un


open standard, in questo caso JDF (Job Definition Format), un formato di tipo
XML che offre un controllo e un’automatizzazione della produzione dell’editoria
per la stampa semplificando nel contempo lo scambio di informazioni tra
applicazioni e sistemi.

GESTIONE DEL COLORE


QuarkXPress 7 converte il processo di gestione del colore in un’operazione
semplicissima che offre ottime simulazioni per la revisione sullo schermo. Grazie
a una nuova interfaccia utente e a nuovi controlli, gli utenti non devono più
passare dalla procedura laboriosa di acquisizione e selezione di dispositivi e profili
delle immagini al fine di acquisire una gestione del colore facilmente gestibile.
Con l’aiuto infatti di un tipografo o di un esperto della gestione del colore,
potete ora definire uno schema di gestione cromatica rapido e che richiede
pochissimo tempo. I disegnatori grafici non devono più prendere decisioni
relative alla gestione del colore, immagine per immagine o layout per layout.

In QuarkXPress 7, la gestione del colore si basa su tre principi essenziali:


impostazione dell’immagine d’origine, simulazione della visualizzazione e
impostazione dell’output. Tutte e tre queste impostazioni sono dipendenti dal
sistema, ossia offrono diverse opzioni a seconda del tipo di supporto di cui
dispongono per l’output. Ad esempio, potete ora visualizzare in anteprima
sullo schermo come un RGB viene stampato in CMYK e come un CMYK viene
stampato in scala dei grigi.
EDITORIA BASATA SUL DATABASE
QuarkXPress 7 consente di integrare dei contenuti provenienti da diverse fonti
e di creare output da inviare alla stampa, il tutto con tempi di produzione pre-
stampa minimi e a costi ridotti. È possibile gestire ora con facilità la produzione
di cataloghi personalizzati e di offerte tramite mailing, listini di proprietà in
vendita e rapporti giornalieri sui fondi comuni.
OPZIONI DI OUTPUT ESTESO E STILI DI OUTPUT
QuarkXPress è diventato ancora più flessibile in termini di opzioni di output
semplificando l’obiettivo di uniformità di output. I potenziamenti apportati
alle versioni 6 e 7 hanno comportato come risultato opzioni per l’esportazione
diretta in HTML, PPML, XML, XHTML, XSLT, PDF e PDF/X (senza Acrobat®
Distiller®). Potete ora salvare impostazioni di output complessi per la stampa,
per EPS, PDF e PPML, come stili che potete riutilizzare e condividere con un’altra
area di lavoro.

XXXVI | INTRODUZIONE A QUARKXPRESS 7


OLTRE QUARKXPRESS

OLTRE QUARKXPRESS

QuarkXPress, il prodotto cardine di Quark, continua ad offrire potenza in termini


di potenzialità creativa e produttività con ogni nuova versione. Ma il vero punto
di forza di QuarkXPress è la sua scalabilità. Mano a mano che si acquistano sem-
pre più copie di QuarkXPress, ci si può affidare a Quark License Administrator
per gestire licenze multi-utenza. Per i gruppi di lavoro editoriali, il passaggio a
Quark Publishing System® comporta un’automatizzazione e un’accelerazione
dei processi di produzione implementati. Quark Dynamic Document Server
offre un accesso basato sui browser ai documenti QuarkXPress, a fini della
personalizzazione.

Quark offre questi e numerosi altri prodotti rivolti alla gestione di tutti i processi
editoriali, dalla redazione al layout della pagina, alla gestione delle immagini
per arrivare fino alla personalizzazione, fatturazione e automatizzazione della
produzione. Per ulteriori informazioni, visitate www.quark.com e fate clic
su Solutions (Soluzioni).

UTILIZZO DI QUESTA GUIDA

La guida QuarkXPress nel 21° Secolo è stata redatta specificatamente per l’utente
esperto di QuarkXPress, particolarmente per coloro che hanno acquisito
un’ottima dimestichezza con le funzionalità della versione 4. Sia che abbiate
usato una versione più recente o meno, le informazioni di questa guida sono
destinate ad agevolare l’apprendimento e l’uso di tutte le nuove funzionalità
offerte da QuarkXPress 7.

VI SERVE AIUTO?
Se siete nuovi utenti di QuarkXPress, o se volete esplorare una delle funzionalità
più tradizionali dell’applicazione, consultate le risorse seguenti:

• Guida in linea di QuarkXPress


• Libri su QuarkXPress pubblicati da terzi
• Libri sull’editoria elettronica in generale

Se avete difficoltà a destreggiarvi con funzionalità a livello di sistema, ad


esempio salvataggio di file, spostamento di file, attivazione di font, consultate
la documentazione di accompagnamento del vostro computer.

INTRODUZIONE A QUARKXPRESS 7 | XXXVII


UTILIZZO DI QUESTA GUIDA

CONVENZIONI DI QUESTA GUIDA


Le convenzioni di formattazione di questa guida intendono mettere in evidenza
determinate informazioni per facilitarne il reperimento.

• Stile di carattere grassetto I nomi di tutte le finestre di dialogo, campi e altri


controlli sono scritti in grassetto. Ad esempio: “Scegliete Modifica dal
menu Oggetti”.
• Riferimenti: Nella descrizione delle funzionalità, troverete riferimenti in paren-
tesi che vi segnalano dove potete accedere a queste funzionalità. Ad esempio:
“La finestra di dialogo Modifica (menu Oggetti) vi consente di formattare alcuni
elementi della pagina”.
• Frecce: Vedrete spesso delle frecce (Þ), che indicano il percorso a una data
funzionalità. Ad esempio: “Scegliete Oggetti Þ Modifica Þ Testo per accedere
al campo Colonne”.
• Icone: Sebbene ci si riferisca a molti strumenti e pulsanti con il loro nome, che
potete visualizzare nell’elenco dei Suggerimenti strumenti, in alcuni casi ven-
gono visualizzate delle icone per una loro rapida identificazione. Ad esempio,
“Fate clic sul pulsante della palette delle Misure per accedere alle
funzionalità OpenType”.
• Problematiche di cross-platform: QuarkXPress mantiene uniformità tra i sistemi
operativi. Tuttavia alcune denominazioni, combinazioni di tasti e altri aspetti
di QuarkXPress sono diversi in Mac OS e in Windows a cause di convenzioni
dell’interfaccia utente o di altri fattori. In questi casi, vengono inlcuse le versioni
di entrambe le piattaforme, separate da una barra obliqua. Ad esempio, se il nome
di un pulsante è etichettato come Seleziona in Mac OS e come Sfoglia in
Windows, le istruzioni vengono indicate come “Fate clic su Seleziona/Sfoglia”.
Differenze più radicali nelle due piattaforma vengono indicate mediante
apposite note o in parantesi.

Utilizzando questa panoramica delle funzionalità più rilevanti della versione


e utilizzando il sommario all’inizio della guida, potete lanciarvi alla scoperta
di QuarkXPress 7.

XXXVIII | INTRODUZIONE A QUARKXPRESS 7


UTILIZZO DELL’OPACITÀ

Capitolo 1: Grafica
Con l’introduzione di numerose nuove funzionalità, QuarkXPress 7 porta la

gestione delle immagini grafiche del layout della pagina ad un livello mai rag-

giunto prima: dalla creazione di effetti grafici applicati ai caratteri all’utilizzo

di maschere alfa nelle immagini importate. Poiché QuarkXPress 7 introduce una

tecnologia di trasparenza che risolve le limitazioni inerenti a PostScript® (che, da


parte sua, non ha alcun concetto di trasparenza), potete ora specificare un valore

di opacità ad ogni applicazione del colore, sia che lo stiate applicando a un testo,

a delle immagini, allo sfondo di una finestra, a linee, cornici o tabelle. La tecno-

logia della trasparenza consente inoltre di creare delle ombreggiature sfumate,

di utilizzare maschere alfa e specificare sfumature con riduzioni graduali fino a

divenire invisibili.

QuarkXPress 6.5 aveva già introdotto due nuovi moduli XTensions che

estendevano significativamente la possibilità di correzione delle immagini e

queste possibilità sono state potenziate in QuarkXPress 7. Il software QuarkVista

XTensions offre delle opzioni professionali di correzione del colore e di appli-

cazione di effetti speciali, mentre PSD Import consente di importare direttamente

file di immagine in formato Adobe Photoshop (PSD). Questi moduli XTensions

hanno quindi un impatto notevole sul workflow in quanto riducono la necessità

di usare altre applicazioni e potenziano la creatività del disegnatore grafico

mostrando gli effetti delle correzioni apportate all’immagine nel contesto

dell’area di design circostante.

CAPITOLO 1: GRAFICA | 1
UTILIZZO DELL’OPACITÀ

Provate a immaginare come è semplice ora creare la copertina di una rivista in

QuarkXPress 7. Ombreggiature applicate ai sottotitoli? Facilissimo! Modifica

dei sottotitoli? Facilissimo! Sovrapposizione del nome della rivista ai capelli di

una modella? Anche questo facilissimo! Inserimento di una quotazione in una

finestra semi-trasparente? Ormai lo sapete, facilissimo! Provate ora a immaginare

quanti passaggi eviterete, avanti e indietro, in altri programmi di gestione delle

immagini e di effetti grafici. E pensate al numero molto più limitato di file che

dovrete destreggiare. E non dimenticate uno dei vantaggi irrinunciabili: poter

continuare ad utilizzare le ineguagliabili funzionalità di tipografia, colore,

precisione di gestione degli oggetti esclusivi di QuarkXPress.

Utilizzando una combinazione di ombreggiatura, opacità, maschere alfa ed effetti


speciali, potrete ora creare un design di forte impatto visivo per il CD senza mai
uscire da QuarkXPress.

2 | CAPITOLO 1: GRAFICA
UTILIZZO DELL’OPACITÀ

UTILIZZO DELL’OPACITÀ

In QuarkXPress l’opacità viene applicata a livello di colore e potrete quindi


specificare un valore di opacità per qualsiasi elemento della pagina a cui è
possibile applicare il colore, incluso il secondo o terzo colore di una sfumatura.
Ciò significa che potete applicare diverse opacità ai vari attributi dello stesso
elemento della pagina. In altre parole, la cornice di una finestra di testo, lo
sfondo, un’immagine e ciascun carattere del testo può avere un’opacità diversa.
Quando si specifica l’opacità, è importante tenere presente i rapporti di
composizione che si stabiliscono tra un elemento e l’altro.

Con l’applicazione di diversi livelli di opacità alle celle della tabella, alla cornice
della tabella e all’immagine della chitarra, potete osservare le numerose possibilità
offerte dall’effetto opacità applicato a livello di colore.

SPECIFICA DELL’OPACITÀ
La definizione dell’opacità è una procedura tanto semplice quanto lo è definire
l’intensità di un colore. Qualunque sia lo strumento da cui scegliete un colore,
sia che sia che si tratti della palette Colori, della palette delle Misure, del menu
Stile o dei vari scheda della finestra di dialogo Modifica (menu Oggetti) o della
finestra di dialogo Attributi del carattere (Stile Þ Carattere) ed altri ancora,
potete immettere un valore di opacità da 0% (trasparente) a 100% (opaco) con
incrementi di 0,1%. Per specificare l’opacità da applicare a un’immagine, immet-
tete un valore nel campo Opacità del scheda Immagini (Oggetti Þ Modifica).
L’unica difficoltà associata all’opacità è essere in grado di sfruttare tutte le
opportunità che offre.

Utilizzate la palette Colori (menu Finestra) per specificare l’opacità da applicare a


ciascun colore

CAPITOLO 1: GRAFICA | 3
UTILIZZO DELL’OPACITÀ

SPECIFICA DI OPACITÀ PER I GRUPPI


Dovete tenere presente che quando si sovrappongono oggetti di varie opacità,
i colori vengono integrati e potrebbero produrre un eccesso di inchiostro. Ad
esempio, se portate una finestra gialla con applicata un’opacità del 30% davanti
a una finestra cyan con un’opacità del 100%, la finestra di sovrapposizione
assumerà un colore leggermente verde.

Potete correggere questo effetto raggruppando gli elementi della pagina e


specificando un’opacità di gruppo piuttosto che opacità individuali. Per fare
questo, utilizzate il campo Opacità del gruppo della finestra di dialogo Modifica
(menu Oggetti). A seconda dell’effetto che si vuole ottenere, potrebbe essere
necessario portare il valore del campo Opacità dei singoli elementi della pagina
su 100% (questo per evitare di avere un’opacità singola e un’opacità di gruppo
applicata agli oggetti).

Quando selezionate un gruppo con lo strumento Oggetti, viene visualizzata la


scheda Gruppo della finestra di dialogo Modifica (menu Oggetti) in cui potete
specificare un ’Opacità del gruppo in sostituzione delle opacità applicate
individualmente.

Con questi tre oggetti raggruppati, confrontate l’opacità applicata ad un oggetto


singolo rispetto all’opacità applicata a un gruppo. A sinistra, ciascun oggetto ha
un valore di opacità del 50%, ossia gli oggetti in primo piano si sovrappongono
agli oggetti retrostanti. A destra, i singoli oggetti hanno un’opacità del 100%
mentre l’opacità del gruppo è del 50%. ossia l’intero gruppo si sovrappone allo
sfondo. Gli oggetti del gruppo, tuttavia, possono anche avere opacità individuali in
aggiunta all’opacità del gruppo.

4 | CAPITOLO 1: GRAFICA
UTILIZZO DELL’OPACITÀ

CREAZIONE DI SFUMATURE CON TRASPARENZA


La tecnologia della trasparenza di QuarkXPress 7 consente di sfumare un
colore con Nessuno piuttosto che soltanto con il bianco. Scegliete semplice-
mente Nessuno per il primo o per il secondo colore di una sfumatura nella
palette Colori o nella scheda Finestra della finestra di dialogo Modifica
(menu Oggetti).

La scelta di Nessuno per il colore n. 2 della sfumatura, riduce gradualmente


l’intensità del colore fino a divenire trasparente, consentendo quindi all’immagine
di sfondo di divenire visibile.

UTILIZZO DELLE OMBREGGIATURE

L’ombreggiatura è un attributo dell’elemento della pagina, come può esserlo il


colore, applicabile tramite il scheda Ombreggiatura della finestra di dialogo
Modifica (menu Oggetti) o della palette delle Misure. QuarkXPress vi offre un
completo controllo sulle ombreggiature tramite la selezione di colore, sfocatura,
angolo, distanza ed altro ancora. Potete creare delle ombreggiature da applicare
ai vari elementi della pagina come cornici, testo, immagini ed altro ancora in
base alla loro formattazione.

Per utilizzare le ombreggiature in QuarkXPress, dovete avere il software


DropShadow XTensions caricato nel computer.

CAPITOLO 1: GRAFICA | 5
UTILIZZO DELLE OMBREGGIATURE

APPLICAZIONE DI OMBREGGIATURE
Per applicare un’ombreggiatura, selezionate un elemento della pagina e quindi
Applica ombreggiatura dal scheda Ombreggiatura della palette delle Misure o
dalla finestra di dialogo Modifica (menu Oggetti). Le sfumature vengono
applicate come segue:
• Oggetti: Le sfumature vengono applicate nella forma di un oggetto — finestra,
linea, percorso di testo, tabella — purché l’oggetto abbia un colore di sfondo ad
esso applicato. Se l’oggetto ha un colore Nessuno, l’ombreggiatura viene appli-
cata al contenuto (testo o immagine). Se l’oggetto ha una cornice, la sfumatura
viene applicata anche alla cornice.
• Testo: Le ombreggiature vengono applicate al testo quando lo sfondo della fine-
stra ha un’opacità inferiore al 100%. Le ombreggiature sono applicabili a tutto
il testo di una finestra di testo o di un percorso di testo.

Poiché questa finestra di testo ha uno sfondo impostato su Nessuno ed una


cornice, l’ombreggiatura viene applicata sia al testo che alla cornice.

• Immagini: Le ombreggiature vengono applicate ai contorni di un’immagine


dopo aver selezionato un percorso di ritaglio o una maschera alfa e se lo sfondo
della finestra è impostato su Nessuno. L’ombreggiatura viene applicata ai
contorni del percorso di ritaglio o della maschera alfa.
• Gruppi: Se applicate un’ombreggiatura a un gruppo, l’ombreggiatura rifletterà
la forma collettiva di tutti gli oggetti del gruppo e verrà collocata dietro tutti gli
oggetti del gruppo. (Per accedere ai controlli dell’ombreggiatura applicabile ai
gruppi, selezionate il gruppo con lo strumento Oggetti.) I singoli oggetti del
gruppo possono mantenere la propria ombreggiatura.

A sinistra, il testo e la finestra hanno applicata la propria ombreggiatura. A destra,


l’ombreggiatura viene applicata al gruppo in modo che la stessa ombreggiatura
viene applicata al testo e alla finestra.

6 | CAPITOLO 1: GRAFICA
UTILIZZO DELLE OMBREGGIATURE

Potete personalizzare l’ombreggiatura di default utilizzando i controlli dei scheda


di Ombreggiatura, potete aggiungere oggetti con applicata un’ombreggiatura
alla palette Contenuto condiviso per sincronizzarli, qualora inseriti in diverse
pagine, e definire le preferenze di Ombreggiatura per i singoli strumenti
(QuarkXPress/Modifica Þ Preferenze Þ Strumenti).

Il riquadro Ombreggiatura della palette delle Misure offre dei controlli per
l’applicazione e la personalizzazione delle sfumature.

PERSONALIZZAZIONE DELLE OMBREGGIATURE


Utilizzando i controlli del scheda Ombreggiature della finestra di dialogo
Modifica (menu Oggetti) o della palette delle Misure, potete personalizzare
l’aspetto di un’ombreggiatura tra cui la sua distanza dall’oggetto, l’angolo
d’origine della luce, il colore, la sfocatura ed altro ancora.

I controlli dell’ombreggiatura funzionano come segue:

• Campo Angolo: Immettete un valore compreso tra 180° e –180° con


incrementi di 0,001 per specificare l’angolo dell’ “origine della luce” che
crea l’ombreggiatura.
• Casella di selezione Sincronizza l’angolo: Selezionate questa opzione per sin-
cronizzare l’angolo con le altre ombreggiature del layout per il quale è stata
selezionata questa funzionalità. La modifica del valore assegnato ad Angolo
per le ombreggiature per le quali è stata selezionata l’opzione Sincronizza
l’angolo, inciderà su tutte le ombreggiature per le quali viene selezionata
questa casella. Questa funzionalità rende possibile mantenere una sorgente di
luce significativa lungo un intero layout, conferendo un aspetto più naturale
alle ombreggiature.
• Campo Distanza: Immettete un valore di scostamento per l’oggetto; lo scosta-
mento dell’ombreggiatura viene misurato dall’angolo superiore sinistro della
finestra di delimitazione dell’oggetto. Il valore di Distanza è limitato soltanto
dalle dimensioni della pagina e degli appunti.
• Campo Scala: Immettete un valore da 0 a 1000% per specificare le dimensioni
dell’ombreggiatura in rapporto all’oggetto originale. Un’ombreggiatura inferiore
a 100% è più piccola dell’oggetto, un’ombreggiatura standard è pari al 100% ed
ha le stesse dimensioni dell’oggetto e un’ombreggiatura superiore al 100% è più
grande dell’oggetto. Ad esempio, se specificate una Scala pari al 120% e una
Distanza di 0, potete creare un contorno sfocato intorno all’oggetto piuttosto
che creare un effetto di ombreggiatura.
• Campo Sfocatura: Immettete un valore per specificare il grado di sfocatura
dei contorni dell’ombreggiatura con i valori più alti che creano dei contorni
più sfocati.

CAPITOLO 1: GRAFICA | 7
UTILIZZO DELLE OMBREGGIATURE

• Campo Inclinazione: Immettete un valore compreso tra –75° e 75° per inclinare
l’ombreggiatura ad una determinata angolazione. È consigliabile usare questo
effetto speciale con parsimonia.

L’inclinazione di un’ombreggiatura assume una posizione obliqua rispetto al testo


o all’oggetto.

• Colore, Intensità e Opacità: Scegliete un colore dal menu a discesa e immet-


tete dei valori negli appositi campi per specificare colore, intensità e opacità
dell’ombreggiatura. Riducete il grado di ombreggiatura per schiarire il colore;
riducete l’opacità per rendere più visibili gli oggetti sottostanti l’ombreggiatura.
• Sovrastampa ombreggiature: Questa impostazione controlla come
l’ombreggiatura deve venire integrata allo sfondo al momento della separazione.
Quando questa casella è selezionata, l’ombreggiatura sovrastampa lo sfondo.
Quando questa casella è selezionata, il colore dello sfondo viene integrato
al colore dell’ombreggiatura per creare le sfumature intermedie visibili sullo
schermo. In generale, questa casella può venire selezionata quando l’ombreg-
giatura è nera (indipendentemente dall’intensità o opacità applicate), ma
deselezionata quando l’ombreggiatura è di un colore più chiaro.

Utilizzate il scheda Ombreggiatura della finestra di dialogo Modifica


(menu Oggetti) per personalizzare l’aspetto dell’ombreggiatura.

Se necessario, puntate alle icone della palette delle Misure per visualizzare la
descrizione della funzione del controllo.

8 | CAPITOLO 1: GRAFICA
UTILIZZO DELLE OMBREGGIATURE

INCORPORAZIONE DELLE OMBREGGIATURE NEGLI ELEMENTI


DELLA PAGINA
Ulteriori opzioni disponibili controllano il tipo di interazione che le ombreg-
giature mantengono con gli oggetti, incluso la gestione dell’opacità e lo
scorrimento del testo intorno agli oggetti. Analogamente agli altri controlli,
queste opzioni sono disponibili nel scheda Ombreggiature della finestra di
dialogo Modifica (menu Oggetti) o della palette delle Misure. Le caselle di
selezione funzionano come segue:
• Eredita opacità dell’oggetto: Selezionate questa casella per fare in modo che
l’ombreggiatura rifletta le diverse opacità dell’oggetto, come ad esempio le
differenze definite per lo sfondo della finestra e per la cornice.

Con selezionata l’opzione Eredita opacità dell’oggetto, come potete osservare


a sinistra, l’ombreggiatura riflette le diverse opacità applicate allo sfondo della
finestra e alla cornice. A destra, l’opzione Eredita opacità dell’oggetto non è
selezionata nella palette delle Misure e l’ombreggiatura è intera.

• Oggetto ritaglia l’ombreggiatura: Selezionate questa opzione per impedire che


un’ombra attraversi le aree semi-opache di un oggetto, ad esempio per impedire
la visibilità di un’ombra attraverso la sua finestra.

A sinistra l’opzione Oggetto ritaglia l’ombreggiatura è deselezionato nella palette


delle Misure e potete quindi vedere il cerchio con il 50% di opacità che si sovrap-
pone all’ombreggiatura a cui è stato applicato il 75% di opacità. A destra, con
selezionato Oggetto ritaglia l’ombreggiatura, l’ombreggiatura non è visibile
attraverso la finestra.

• Ombreggiatura con circonda: Selezionate questa opzione per applicare


un’ombreggiatura al contorno di un testo che scorre intorno a un oggetto come
specificato nel scheda Circonda (Oggetto Þ Modifica). Il valore di Esterno
viene calcolato dai contorni dell’ombreggiatura. Ad esempio, se il testo circonda
una quotazione in formato rettangolare con ombreggiatura, il testo non si
sovrappone all’ombreggiatura quando selezionate l’opzione Ombreggiatura
con circonda.

CAPITOLO 1: GRAFICA | 9
UTILIZZO DELLE OMBREGGIATURE

• Opzioni di Eredita opacità dell’immagine e Oggetto ritaglia l’ombreggiatura


abbinate: Otterrete risultati diversi in base all’abbinamento di queste
impostazioni, come illustrato di seguito.

All’estrema sinistra, entrambe le opzioni Eredita opacità dell’oggetto e Oggetto


ritaglia l’ombreggiatura sono deselezionate. Nella seconda da sinistra, soltanto
l’opzione Eredita opacità dell’oggetto è selezionata. Nella terza da sinistra,
soltanto Oggetto ritaglia l’ombreggiatura è selezionato. All’estrema destra,
entrambe le opzioni sono selezionate.

UTILIZZO DELLE MASCHERE ALFA

Al contrario dei percorsi di ritaglio che producono un contorno definito,


utilizzato per separare un’immagine di primo piano da un’immagine di sfondo,
le maschere alfa possono includere informazioni di trasparenza al fine di inte-
grare impercettibilmente un’immagine di primo piano in un nuovo sfondo. Per
utilizzare le maschere alfa in QuarkXPress 7, dovete prima aver acquisito familia-
rità con la creazione di una maschera alfa in un’applicazione di correzione delle
immagini, come ad esempio Photoshop. Potete quindi utilizzare la maschera
alfa in QuarkXPress.

La maschera alfa applicata alle fiamme consente di intravedere l’immagine di sfondo.

10 | CAPITOLO 1: GRAFICA
UTILIZZO DELLE MASCHERE ALFA

SALVATAGGIO DELLE MASCHERE ALFA


Per utilizzare le maschere alfa in QuarkXPress, dovete salvarle con l’immagine
in un formato che supporti i canali alfa.

• In un’applicazione di gestione delle immagini, potete creare una maschera


e salvarla come un canale alfa. Accertatevi di salvare i canali alfa con il file
dell’immagine. Ad esempio, in Photoshop, selezionate Canali alfa nella finestra
di dialogo Salva come (Archivio/File menu).
• In Photoshop, potete convertire automaticamente una trasparenza nativa
(ossia una trasparenza non basata su una maschera alfa) in un canale alfa
selezionando Salva la trasparenza nella finestra di dialogo Opzioni TIFF
(Archivio/File menu Þ Salva come Þ pulsante Salva).
• Salvate il file di immagine in un formato che supporti i canali alfa, incluso TIFF,
PDF e PNG-24 ed altri ancora.

In alcune situazioni, le maschere alfa e la trasparenza vengono applicate auto-


maticamente a un’immagine. Ad esempio i file PSD, GIF e PNG possono venire
salvati con la trasperenza e i file TIFF possono venire salvati con l’opzione Salva
la trasparenza selezionata.

SELEZIONE DELLE MASCHERE ALFA


QuarkXPress elenca tutte le maschere salvate nei canali alfa nei nuovi controlli
di Maschera. Potete selezionare la maschera alfa da utilizzare dal menu a discesa
Canale nell’area Maschera del scheda Immagini (Oggetti Þ Modifica). Questo
offre un’anteprima della maschera consentendovi di confermare la selezione
eseguita. Potete anche scegliere un’opzione dal menu a discesa Maschera
all’estrema destra del scheda Classico della palette delle Misure. Specificate,
come sempre, l’opacità dell’immagine nel campo Opacità del scheda Immagini
(Oggetti Þ Modifica).

Utilizzate l’area Maschera del scheda Immagini (Oggetti Þ Modifica) per


scegliere dalle maschere alfa salvate con l’immagine attiva.

CAPITOLO 1: GRAFICA | 11
NOZIONI DI BASE SULL’APPIATTIMENTO E SULLE PROBLEMATICHE DI PRODUZIONE

NOZIONI DI BASE SULL’APPIATTIMENTO E SULLE PROBLEMATICHE


DI PRODUZIONE

Quando si utilizza l’effetto trasparenza, è naturale essere preoccupati circa


eventuali problematiche di produzione. Una buona conoscenza di quello che
accade nel retro scena e l’esecuzione di determinate operazioni per ottenere
un output più rapido e privo di problemi, può essere rassicurante. Inizieremo
con una spiegazione dell’appiattimento che avviene durante il processo di
stampa e offriremo quindi alcuni suggerimenti utili nell’utilizzo
della trasparenza.

Per utilizzare la funzione di appiattimento in QuarkXPress, dovete avere il


software Flattening XTensions caricato sul computer.

APPIATTIMENTO DURANTE IL PROCESSO DI STAMPA


Poiché PostScript non ha alcun concetto di trasparenza, utilizza l’appiattimento
come un processo di simulazione della trasparenza senza per questo alterare
gli elementi della pagina al fine di produrre il design desiderato. Poiché l’ap-
piattimento avviene soltanto nel corso del processo di stampa, ossia quando
gli oggetti vengono alimentati alla stampante, i layout di QuarkXPress
non subiscono alcuna modifica. In QuarkXPress, l’appiattimento avviene
come segue:
• Decomposizione: Le finestre vengono decomposte, gli elementi trasparenti
vengono identificati e i rapporti tra le forme discrete (incluse le delimitazioni
del testo) vengono decostruite.
• Senza rasterizzazione: Le regioni che non devono venire rasterizzate vengono
riempite con un nuovo colore creato dalla fusione dei colori esistenti. (Le aree
con un’opacità impostata su Nessuno o su un valore di 0% non hanno bisogno
di essere appiattite quando utilizzate per sfumature e immagini.)
• Rasterizzazione necessaria: Le regioni che hanno bisogno di essere rasterizzate
danno origine a percorsi di ritaglio. (Le immagini semi opache, ombreggiature,
sfumature semi-opache e oggetti semi-opachi che si sovrappongono a elementi
della pagina, devono venire rasterizzati.)
• Risoluzione: Questa impostazione controlla la risoluzione dell’output degli
elementi della pagina che vengono rasterizzati a seguito degli effetti di
trasparenza o di ombreggiatura applicati. Tenete presente che una riduzione
della risoluzione può essere applicabile se la finestra Output TIFF a piena
risoluzione è deselezionata nel riquadro Opzioni della finestra di dialogo
Layout di stampa.

12 | CAPITOLO 1: GRAFICA
NOZIONI DI BASE SULL’APPIATTIMENTO E SULLE PROBLEMATICHE DI PRODUZIONE

• Trapping: In generale, quando si lavora con rapporti di trasparenza, non è neces-


sario applicare il trapping. Quando entra in gioco il trapping, la sovrastampa di
oggetti opachi viene ereditata da percorsi creati mediante la decomposizione;
riduzione ed estensione definite per gli elementi della pagina trasparenti vengono
ignorate. A tutti gli altri elementi originati dalla decomposizione viene applicata
una foratura e il trapping di default di QuarkXPress durante la separazione dei
colori eseguita dall’applicazione host (in questo caso da QuarkXPress).
• PDF: Tutti gli elementi della pagina trasparenti vengono sempre appiattiti in
un output in PDF.

VERIFICA DI POSSIBILI PROBLEMI


Job Jackets di Quark può contribuire a prevenire determinati problemi relativi
all’output della trasparenza, prima che questi si verifichino. Nel verificare
l’esistenza di potenziali problemi, tenete presente quanto segue:
• Ordine di sovrapposizione: Per motivi di rapidità, accertatevi che QuarkXPress
non appiattisca elementi che non è necessario appiattire. Per ottenere ciò, portate
gli elementi trasparenti più in fondo possibile nell’ordine di sovrapposizione,
ponendo gli elementi non coinvolti nell’effetto della trasparenza in primo piano,
se possibile. (Se necessario, create elementi della pagina con il colore impostato
su Nessuno, per forzare lo scorrimento del testo intorno all’oggetto.)
• Modelli di colore: Tenete presente le ramificazioni dell’integrazione di diversi
modelli di colore nell’ambito di un rapporto di trasparenza con la possibile
insorgenza di problemi nel caso di un appiattimento.
• Trapping: Verificate il trapping e ricordate che la riduzione ed estensione
impostate per elementi trasparenti della pagina, verranno ignorati.
• Rilegatura a punti: Verificate la definizione della rilegatura a punti per
accertarvi che tutti gli elementi della pagina siano correttamente allineati
lungo le varie pagine.
• Risoluzione: Verificate ancora la risoluzione impostata nel riquadro Trasparenza
della finestra di dialogo Stampa (Archivio/File menu).

UTILIZZO DI QUARKVISTA

Il software QuarkVista™ XTensions® aggiunge a QuarkXPress funzionalità ben


note di gestione dell’immagine tra cui la correzione del colore e i filtri per effetti
speciali. Questo consente di applicare sofisticate manipolazioni dell’immagine
direttamente nel layout di QuarkXPress anziché dover usare un’altra applicazione
e dover continuamente passare da un’applicazione all’altra. Le modifiche appor-
tate con QuarkVista non sono distruttive, ossia non incidono sul file di immagine
d’origine (a meno che non lo si scelga). Modifiche e filtri vengono infatti salvati
insieme ai file del progetto QuarkXPress, vengono visualizzati su schermo a
piena risoluzione e applicati soltanto in fase di output.

CAPITOLO 1: GRAFICA | 13
UTILIZZO DI QUARKVISTA

Se tuttavia, preferite salvare le modifiche direttamente con i file di immagine,


QuarkVista vi offre anche questa opzione. In QuarkVista potete esportare in
modo selettivo le immagini insieme a qualsiasi tipo di correzione, filtro e tra-
sformazione, da una rotazione e ritaglio eseguiti in QuarkXPress all’applicazione
di effetti, come una sfumatura in Negativo o una Curva gaussiana. Durante
l’esportazione delle immagini potete anche convertire il tipo di file e il modello
del colore e specificare se volete salvare i file di immagine d’origine o creare
nuovi file di immagine (che possono venire automaticamente ricollegati
al layout).

QuarkVista consente inoltre di visualizzare informazioni sul colore dei pixel


mentre spostate il puntatore sopra un’immagine. QuarkXPress considera gli
effetti di QuarkVista come attributi dell’immagine che possono venire salvati
come preimpostazioni e inclusi nella sincronizzazione per garantire uniformità
tra i vari layout.

I nuovi strumenti di modifica della curva possono enfatizzare i dettagli di


un’immagine scura e regolare i colori per complementare il layout.

Per utilizzare gli effetti immagine in QuarkXPress, dovete avere il software


QuarkVista XTensions caricato nel computer.

UTILIZZO DI IMMAGINI E EFFETTI


Potete utilizzare la palette Effetti immagine (menu Finestra) per sperimentare
con varie regolazioni e filtri. È sufficiente importate e selezionare un’immagine
in uno dei formati di file supportati seguenti: TIFF (.tif), PNG (.png), JPEG (.jpg),
Scitex CT (.sct), GIF (.gif), PICT (.pct o .pict), BMP (.bmp), o rasterizzato/
Photoshop EPS (.eps). Potete quindi, con estrema facilità, applicare, rimuovere,
riorganizzare e modificare gli effetti speciali.

14 | CAPITOLO 1: GRAFICA
UTILIZZO DI QUARKVISTA

APPLICAZIONE E MODIFICA DI EFFETTI


L’effetto speciale consiste in una regolazione o in un filtro applicati tramite
QuarkVista; gli effetti vengono descritti in dettaglio nelle sezioni “Regolazioni”
e “Filtri” che seguono. Tramite la palette Effetti immagine, potete applicare
effetti speciali all’immagine selezionata, procedendo come segue:

• Per applicare un nuovo effetto, scegliete un’opzione dal menu a discesa


Regolazioni o dal menu a discesa Filtri. Potete applicare molteplici effetti
e molteplici istanze dello stesso effetto ma con parametri diversi.
• Per applicare un effetto esistente in un’altra immagine, trascinate l’icona di
Regolazione o l’icona del Filtro (a sinistra del nome dell’effetto nella
palette Effetti immagine) sopra un’immagine diversa di un layout.
• Per visualizzare le impostazioni di un effetto, fate clic sul triangolo adiacente a
un’icona dell’effetto. Per modificare una delle impostazioni, selezionate l’effetto
e fate clic su Modifica l’effetto o fate doppio clic sul nome dell’effetto.

La palette Effetti immagine (menu Finestra) elenca gli effetti applicati all’immagine
selezionata, mostra dettagli sulle impostazioni definite e visualizza le informazioni
sul colore riguardo ai pixel quando si porta il puntatore su di essi.

RIORGANIZZAZIONE SEQUENZIALE DEGLI EFFETTI


Gli effetti speciali vengono applicati a immagini in base all’elenco della
palette Effetti immagine, dall’alto verso il basso. Ad esempio, se posterizzate
un’immagine e quindi la offuscate, acquisirete un aspetto significativamente
diverso da quello che otterreste offuscandola e quindi posterizzandola. Per
riorganizzare l’ordine sequenziale degli effetti, trascinateli verso l’alto o verso
il basso nell’elenco.

CAPITOLO 1: GRAFICA | 15
UTILIZZO DI QUARKVISTA

A sinistra, viene applicata prima la Sfocatura gaussiana e quindi la Posterizza in


modo da posterizzare la sfumatura. A destra, Posterizza viene applicata per prima
per ottenere che la Sfocatura gaussiana agisca sull’immagine posterizzata.

RIMOZIONE ED ELIMINAZIONE DI EFFETTI SPECIALI


La palette Effetti speciali vi consente di rimuovere provvisoriamente un effetto
a scopo di sperimentazione oppure di eliminarlo completamente dell’elenco.

• Per rimuovere un effetto (senza eliminarlo), deselezionatelo. Potete selezionare


o deselezionare effetti speciali per sperimentare con diversi tipi di combinazione.
• Per eliminare un effetto, selezionatelo e fate quindi clic su Elimina effetto .
Tenete presente che i tasti Backspace/Canc sulla tastiera eliminano l’immagine
(quando è selezionato lo strumento Contenuto) o l’immagine con la sua finestra
(quando è selezionato lo strumento Oggetti).

VISUALIZZAZIONE DI EFFETTI A PIENA RISOLUZIONE


QuarkVista visualizza immagini a seconda della risoluzione dell’anteprima
corrente. Potete modificare la risoluzione applicata a un’immagine selezionata
scegliendo un’opzione dal sottomenu Risoluzione anteprima (menu Oggetti).

REGOLAZIONI
Potete usare il menu a discesa Regolazioni della palette Effetti immagine
(menu Finestra) per analizzare i pixel lungo un’immagine e mapparli su diversi
valori. (Il menu a discesa Filtri, d’altro canto, offre opzioni che valutano l’intera
immagine o cluster di pixel e modificano quindi i pixel in base al contesto.)
Se avete familiarità con le funzionalità di regolazione di un’altra applicazione,
sarete sicuramente in grado di usare i controlli di regolazione disponibili in
QuarkVista. Ricordate che gli effetti sono cumulativi, ossia vengono applicati
dall’alto verso il basso nell’ordine in cui appaiono elencati nella palette
Effetti immagine.

16 | CAPITOLO 1: GRAFICA
UTILIZZO DI QUARKVISTA

Quando si valutano i colori su schermo, anche se in un ambiente di calibrazione


e gestione del colore, accertatevi di tenere in considerazione tutte le variabili
coinvolte. Per visualizzare gli effettivi valori di colore dei pixel, utilizzate
l’area Info della palette Effetti immagine. Le correzioni di colore apportate
sullo schermo, specialmente da un principiante, potrebbero produrre risultati
inaspettati. In generale, le correzioni del colore come ad esempio Livelli e Curve
possono essere eseguite soltanto da utenti con un’ampia esperienza nella gestione
del colore e nei processi di stampa.

Scegliete un’opzione dal menu a discesa Regolazioni della palette Effetti


immagine per applicare correzioni del colore e effetti speciali mappando i
pixel su valori diversi.

LIVELLI
Se un’immagine è troppo chiara o troppo scura, potete utilizzare l’effetto
Livelli per accentuare le alte luci, comprimere le ombreggiature e regolare
individualmente i mezzi toni. Al contrario dell’effetto Curva, che offre un
grado più alto di precisione, la regolazione dei livelli modifica un’immagine
nel suo complesso ed è spesso più semplice da imparare e da usare.

Utilizzate la finestra di dialogo Livelli per regolare le alte luci, le ombreggiature e


i mezzi toni.

CAPITOLO 1: GRAFICA | 17
UTILIZZO DI QUARKVISTA

La finestra di dialogo Livelli funziona come segue:

• Scegliete i colori che volete utilizzare dal menu a discesa Canale. Vedrete le
modifiche apportate soltanto ai canali selezionati.
• Regolate Livelli di input per comprimere o espandere il range della tonalità.
L’incremento dei livelli di input mappa i pixel più scuri sul nero e i pixel più
chiari sul bianco. Modifica quindi l’immagine scurendo i livelli più scuri e
schiarendo i valori più chiari. Ad esempio, se portate il controllo scorrevole
dell’ombreggiatura su 10, tutti i pixel con un valore di 10 o inferiore diventano
neri. Quando portate il controllo scorrevole delle alte luci su 210, tutti i pixel
con un valore di 210 o superiore diventano bianchi. L’istogramma rispecchia
immediatamente le modifiche apportate nei campi o nei controlli scorrevoli
di Livelli di input.
• Regolate i Livelli di output per specificare quanto scuri o chiari devono essere
i livelli di bianco e nero quando rimappati sui Livelli di input. Ad esempio,
supponiamo che un’immagine includa sia il nero (0) che il bianco (250) nel
suo range tonale. Se impostate il livello di output del nero su 20 e il livello di
output del bianco su 235, i pixel più scuri dell’immagine assumeranno il valore
di 20 e i pixel più chiari il valore di 235. QuarkVista scala tutte le altre tonalità
dell’immagine in proporzione e riduce il contrasto complessivo. L’istogramma
riflette le modifiche apportate ai Livelli di output.

CURVE
Per schiarire o scurire un’immagine, potete apportare regolazioni tonali utiliz-
zando l’effetto Curva. Anziché limitare le regolazioni a ombreggiature, alte luci
e mezzitoni, potete regolare qualsiasi punto lungo una scala da 0% a 100%
(per CMYK e scala di grigi) o da 0 a 255 (per RGB). La caratteristica di preci-
sione di questo strumento richiede molta più esperienza e pratica di quanto
necessario per l’uso dell’effetto Livello.

La finestra di dialogo Curve offre funzionalità di precisione per la regolazione delle


alte luci, ombreggiature e mezzitoni.

18 | CAPITOLO 1: GRAFICA
UTILIZZO DI QUARKVISTA

La finestra di dialogo Curve funziona come segue:

• Nell’area Canali, verificate i canali dell’immagine selezionata che volete


modificare. Potete regolare le curve di ogni canale selezionando i canali
uno per volta.
• Fate clic sull’icona per la modalità di curva con la quale preferite lavorare.
Segmento curvo, Segmento diritto o Segmento a scaletta.
• Per eseguire modifiche tonali e di colore, regolate le curve del grafico.
Se necessario, fate clic su Ripristina tutto per ricominciare daccapo.
• L’asse orizzontale rappresenta i valori di intensità originale dei pixel
(livelli di input) e l’asse verticale rappresenta i nuovi valori di intensità
(livelli di output). La linea di default diagonale visualizza tutti i pixel con
valori di input e di output identici.
• Modificate la forma della curva per modificare la visualizzazione di questi valori
distribuiti. L’effetto delle modifiche apportate alla curva dipende dal modello
di colore dell’immagine selezionata. Ad esempio, nelle immagini in RGB e scala
di grigi, il rialzo della curva in qualsiasi punto rende i pixel di quel range di
luminosità più chiari. In CMYK, il rialzo della curva rende i pixel più scuri.
• Per regolare l’immagine, manipolate le curve come segue: Trascinate una curva
o fate clic su un punto della curva che volete rimanga fisso. Potete aggiungere 16
punti alla curva. Per rimuovere un punto dalla curva, premete Option+clic sul
punto/Ctrl+clic sul punto. Per spostare un punto di controllo, selezionate quel
punto e muovete i tasti freccia verso l’alto o verso il basso.
• Mentre trascinate i punti sul grafico, i campi Input e Output visualizzano i
valori di intensità di quei punti. Per modificare la posizione di un determinato
punto, potete immettere nuovi valori negli appositi campi.

LUMINOSITÀ/CONTRASTO
Per apportare semplici modifiche al range tonale di un’immagine, potete utiliz-
zare l’effetto Luminosità/Contrasto per regolare la tonalità di ogni pixel anziché
dei singoli canali. Per utilizzare la finestra di dialogo Luminosità/Contrasto,
immettete i valori necessari nei rispettivi campi oppure trascinate i
controlli scorrevoli.

EQUILIBRIO COLORE
Utilizzate l’effetto Equilibrio colore per rimuovere i colori non desiderati o per
correggere i colori che possiedono una saturazione in eccesso o in difetto. Questo
effetto cambia la miscela complessiva dei colori in un’immagine ai fini di una
correzione generalizzata del colore.

CAPITOLO 1: GRAFICA | 19
UTILIZZO DI QUARKVISTA

L’effetto Equilibrio colore agevola l’ancoraggio di colori non desiderati, saturati


in eccesso o in difetto.

La finestra di dialogo Equilibrio colori funziona come segue:

• Scegliete l’area tonale che volete utilizzare, dal menu a discesa in alto: Ombre,
Mezze tinte o Alte luci.
• Modificate i livelli del colore immettendo nuovi valori negli appositi campi o
trascinando i controlli scorrevoli.
• Per mantenere l’equilibrio tonale nell’immagine, selezionate Preserva
luminosità. Ciò previene l’applicazione di luminosità all’immagine mentre
si modificano i colori.

TONALITÀ/SATURAZIONE
L’effetto Tonalità/Saturazione consente di regolare l’intensità e la luce comples-
siva del colore in un’immagine sbiadita o smorzata, ma viene generalmente
utilizzato come un effetto speciale. La tonalità, la saturazione (intensità) e la lu-
centezza (livello di luce) applicate correntemente all’immagine vengono espresse
come zero per impostazione di default. Immettete i nuovi valori negli appositi
campi e trascinate i controlli scorrevoli per aumentare o ridurre Tonalità,
Saturazione e/o Lucentezza nella finestra di dialogo Tonalità/Saturazione.
COLORE SELETTIVO
Per imitare il tradizionale metodo di correzione del colore, potete usare l’effetto
Colore selettivo. Questo incrementa o riduce la quantità di colore di quadricro-
mia in ciascuno dei colori primari di un’immagine. Ad esempio, se una mela
è troppo viola, potete eliminare del cyan dall’area che si vuole alleggerire.

Utilizzate l’effetto Colore selettivo per regolare la quantità di colore di quadricromia


applicata ai colori primari.

20 | CAPITOLO 1: GRAFICA
UTILIZZO DI QUARKVISTA

La finestra di dialogo Colore selettivo funziona come segue:

• Scegliete un colore primario dal menu a discesa: Rosso, Giallo, Verde, Cyan,
Blu, Magenta, Bianco, Neutro e Nero.
• Specificate i componenti Cyan, Magenta, Giallo e Nero del colore selezionato
modificando i valori negli appositi campi o trascinando i controlli scorrevoli.
Potete modificare i colori di quadricromia del colore primario selezionato
senza alterare gli altri colori primari. Ad esempio, potete modificare il cyan
del componente verde di un’immagine mentre lasciate invariato il cyan del
componente blu.
• Fate clic su Assoluto per modificare i valori in base alle quantità specificate.
Ad esempio, se iniziate con un pixel che è 50% magenta e aggiungete 10%, il
valore totale diventa 60% (50% + 10%). Fate clic su Relativo per specificare i
valori percentuali relativi rispetto ai valori dei componenti del colore primario
specificati in precedenza. Ad esempio, se iniziate con un pixel che è 50%
magenta e aggiungete 10%, il valore totale diventa 55% (50% + [10% di 50]).

CORREZIONE GAMMA
Per le immagini destinate a una visualizzazione su schermo (in un layout Web)
potete regolare il punto bianco utilizzando l’effetto Correzione gamma.
La regolazione del punto bianco controlla la luminosità dell’immagine visua-
lizzata sullo schermo. Per utilizzare la finestra di dialogo Correzione gamma,
regolate i mezzi toni immettendo un nuovo valore nel campo Gamma oppure
trascinando il controllo scorrevole. Un valore più alto genera un’immagine
complessivamente più scura.

Sebbene la modifica gamma offra un maggior controllo sulla visualizzazione delle


immagini, le differenze tra Windows e Mac OS possono comportare dei problemi.
Windows utilizza un valore di gamma più alto (2,2) per la visualizzazione rispetto
a Mac OS (1,8), per cui la stessa immagine apparirà più scura in Windows.

DESATURAZIONE
L’effetto speciale Desaturazione converte un’immagine a colori in un’immagine
in scala di grigi quando si lasciano invariati la modalità del colore e il valore di
lucentezza di ogni pixel. Ad esempio, viene assegnato lo stesso valore di rosso,
verde e blu a ogni pixel in un’immagine RGB in modo che l’immagine appaia
in scala di grigi.
INVERTI
L’effetto speciale Inverti converte il valore di luminosità di ogni pixel al suo
valore inverso. Ad esempio, un pixel di un’immagine in positivo cambia da un
valore di 255 al valore 0 e un pixel con un valore di 5 cambia in un valore di 250.

Se si utilizzano immagini CMYK, applicate l’effetto Negativo anzichéé


l’effetto Inverti.

CAPITOLO 1: GRAFICA | 21
UTILIZZO DI QUARKVISTA

SOGLIA
L’effetto speciale Soglia converte le immagini del colore in bianco e nero
senza utilizzare il grigio. Immettete un valore nel campo Soglia o trascinate il
controllo scorrevole; tutti i pixel più chiari rispetto al valore di soglia vengono
convertiti in bianco e i pixel più scuri vengono convertiti in nero.
POSTERIZZAZIONE
L’effetto speciale Posterizza modifica i livelli tonali di ogni canale d’immagine
per produrre effetti speciali. Per usare la finestra di dialogo Posterizza immet-
tete un nuovo valore nel campo Livelli o trascinate il controllo scorrevole.
Ad esempio, se scegliete cinque livelli tonali in un’immagine RGB otterrete 15
colori (cinque per ognuno dei tre colori primari).

NEGATIVO
L’effetto speciale Negativo crea un negativo colorimetrico di un’immagine
CMYK. Questo effetto è utile in quanto la funzionalità Inverti rende di solito
le immagini CMYK troppo scure (a causa dell’inversione del canale del nero).
Se esportate l’immagine in un’altra modalità di colore (Archivio/File menu Þ
Salva l’immagine), l’effetto Negativo non viene applicato.

FILTRI
Il menu a discesa Filtri della palette Effetti immagine (menu Finestra) offre
opzioni che valutano l’intera immagine o cluster di pixel e modificano quindi
i pixel in base al contesto. (Il menu a discesa Regolazioni, d’altro canto, offre
opzioni che analizzano i singoli pixel e li mappano su valori diversi.) Se avete
familiarità con i filtri di altre applicazioni, è possibile che le relative opzioni e
effetti siano simili a quelli disponibili in QuarkVista. Ricordate che gli effetti
sono cumulativi, ossia vengono applicati dall’alto verso il basso nell’ordine in
cui appaiono elencati nella palette Effetti immagine.

Scegliete un’opzione dal menu a discesa Filtri della palette Effetti immagine
per applicare effetti speciali mediante un’analisi dei pixel nel contesto dei
pixel circostanti.

SMACCHIA
Il filtro Smacchia rileva i contorni di un’immagine e sfoca l’intera immagine
eccetto i contorni. Rimuove il rumore, preservando i dettagli e puòò essere
utile per rimuovere l’effetto di polvere da un’immagine scansita.

22 | CAPITOLO 1: GRAFICA
UTILIZZO DI QUARKVISTA

SFOCATURA GAUSSIANA
Il filtro Sfocatura gaussiana attenua le transizioni approssimando una media
dei pixel adiacenti ai contorni delle linee definite e delle aree ombreggiate
di un’immagine. Per impostazione di default, l’effetto viene applicato all’im-
magine e alla maschera selezionata per l’immagine nel scheda Oggetti Þ
Modifica Þ Immagine.

Utilizzare la finestra di dialogo Sfocatura gaussiana per applicare l’effetto a


un’immagine e/o alla sua maschera.

La finestra di dialogo Sfocatura gaussiana funziona come segue:

• Per specificare il raggio dell’area a cui applicare il filtro, immettete un valore di


pixel nel campo Raggio oppure trascinate il controllo scorrevole.
• Per modificare come deve venire applicato l’effetto all’immagine e alla maschera,
potete deselezionare Sfoca l’immagine o Sfoca la maschera.
• La palette Effetti immagine visualizza un’icona di Maschera per indicare
come deve venire applicato l’effetto. L’icona della Maschera con un centro
bianco indica che entrambe l’immagine e la maschera sono sfocate, l’icona
della Maschera con un centro rosso indica che soltanto la maschera è sfocata
e nessuna icona indica che soltanto l’immagine è sfocata.

MASCHERA DI CONTRASTO
Il filtro Maschera di contrasto confronta i valori di pixel di un’area definita con
il valore di soglia specificato. Se un pixel ha un valore di contrasto più basso del
valore di soglia, il suo contrasto viene aumentato.

Utilizzate la finestra di dialogo Maschera di contrasto per specificare la quantità di


contrasto da applicare e le aree a cui applicarlo.

CAPITOLO 1: GRAFICA | 23
UTILIZZO DI QUARKVISTA

La finestra di dialogo Maschera di contrasto funziona come segue:

• Per incrementare la quantità di contrasto applicata, immettete una nuova


percentuale nel campo Quantità o trascinate il controllo scorrevole.
• Per specificare il raggio dell’area a cui applicare il filtro, immettete un valore di
pixel nel campo Raggio oppure trascinate il controllo scorrevole.
• Per specificare il valore al quale il contrasto dei pixel va aumentato, immettete
un valore nel campo Soglia o trascinate il controllo scorrevole. I valori più bassi
(inferiori a 5) rendono definite più aree.

TROVA I BORDI
Il filtro Trova i bordi accentua i contorni di un’immagine con linee scure contro
un background bianco.
SOLARIZZAZIONE
Il filtro Solarizza integra le aree positive e negative di un’immagine, producendo
un effetto di solarizzazione fotografica. Per usare la finestra di dialogo Solarizza,
immettete un nuovo valore nel campo Soglia o trascinate il controllo scorrevole.
Il valore immesso specifica i pixel da modificare, ossia quelli con valori inferiori
alla soglia vengono considerati negativi e quelli con valori superiori alla soglia
vengono considerati positivi. I valori dei pixel possono quindi venire invertiti.

DIFFONDI
Il filtro Diffondi ridistribuisce i pixel per far apparire l’immagine più sfocata. Per
impostazione di default, l’effetto viene applicato all’immagine e alla maschera
selezionata per l’immagine nel scheda Oggetti Þ Modifica Þ Immagine.

Utilizzate la finestra di dialogo Diffondi per specificare come ridistribuire i


pixel, i pixel da ridistribuire e se questo effetto va applicato all’immagine e alla
sua maschera.

La finestra di dialogo Diffondi funziona come segue:

• Per specificare come vanno ridistribuiti i pixel, fare clic su un’opzione nell’area
Modalità: Normale ridistribuisce i pixel a caso e ignora i valori del colore,
Oscura soltanto sostituisce i pixel chiari con pixel più scuri e Schiarisci
soltanto sostituisce i pixel più scuri con pixel più chiari.
• Per specificare il raggio dell’area a cui applicare il filtro, immettete un valore di
pixel nel campo Raggio oppure trascinate il controllo scorrevole.

24 | CAPITOLO 1: GRAFICA
UTILIZZO DI QUARKVISTA

• Per modificare come deve venire applicato l’effetto all’immagine e alla maschera,
potete deselezionare Immagine diffusa o Maschera diffusa.
• La palette Effetti immagine visualizza un’icona di Maschera per indicare
come deve venire applicato l’effetto. L’icona della Maschera con un centro
bianco indica che l’effetto diffusione è stato applicato ad entrambe l’immagine
e la maschera, l’icona della Maschera con un centro rosso indica l’effetto
diffusione è stato applicato soltanto alla maschera e nessuna icona indica
l’effetto diffusione è stato applicato soltanto all’immagine.

IN RILIEVO
Il filtro In rilievo fa apparire l’immagine in rilievo o incisa.

Utilizzate la finestra di dialogo In rilievo per controllare l’area da porre in rilievo o


il grado di visibilità dell’effetto.

La finestra di dialogo In rilievo funziona come segue:

• Per specificare il raggio dell’area a cui applicare il filtro, immettete un valore di


pixel nel campo Raggio oppure trascinate il controllo scorrevole.
• Per specificare l’angolo dell’effetto “in rilievo”, immettete un valore nel campo
Angolo o trascinate il controllo di scorrimento. Gli angoli positivi creano un
effetto di rilievo mentre gli angoli negativi creare un effetto di incisione (timbro).
• Per specificare la quantità di rilievo o di incisione dei pixel, immettete un valore
nel campo Quantità. I valori più altri creano un effetto più drammatico.

EFFETTI IN RILIEVO
Quando viene applicato il filtro In rilievo, potete specificare la direzione su cui
rialzare o incidere l’immagine utilizzando il filtro Effetti in rilievo Fate clic sulle
frecce direzionali della finestra di dialogo Effetti in rilievo per applicare diverse
direzioni. Ad esempio, facendo clic su Est si può specificare che la pressione
dell’incisione sull’oggetto deve essere rivolta leggermente verso destra.
RILEVAMENTO BORDO
Il filtro Rilevamento bordo visualizza soltanto i contorni di un’immagine,
sopprimendo i colori rimanenti. La finestra di dialogo Rilevamento bordo
offre due metodi matematici per la determinazione dei bordi: Sobel e Prewitt.
Il metodo Sobel è forse più preciso in quanto considera nel calcolo un numero
maggiore di pixel circostanti.

CAPITOLO 1: GRAFICA | 25
UTILIZZO DI QUARKVISTA

TRACCIA CONTORNO
Il filtro Traccia contorno delinea le transizioni delle aree di più alta luminosità
per ciascun canale, producendo una delineazione in bianco e nero dell’immagine.
Avete la possibilità di invertire il risultato ottenuto.

Utilizzate la finestra di dialogo Traccia contorno per specificare quanto dettagliato


deve essere il contorno e per invertire i risultati.

Per utilizzare la finestra di dialogo Traccia contorno:

• Per specificare il valore di luminosità che accentua al massimo i dettagli di


un’immagine, immettete un valore nel campo Livelli oppure trascinare il
controllo scorrevole. I valori più alti producono immagini più scure con
meno delineazione.
• Per convertire al valore opposto il valore di luminosità di ciascun pixel nella
delineazione che ne risulta, fate clic su Inverti.

AGGIUNGI DISTURBO
Il filtro Aggiungi disturbo applica casualmente dei pixel a un’immagine
per simulare un’immagine ripresa in un film ad alta velocità. Il filtro applica
un modello uniforme alle tonalità dell’ombreggiatura e ai mezzi toni mentre
aggiunge un modello più levigato e saturato alle aree più chiare dell’immagine.

Utilizzate la finestra di dialogo Aggiungi disturbo per specificare la quantità,


distribuzione e colore dei pixel casuali aggiunti a un’immagine per l’effetto
del disturbo.

26 | CAPITOLO 1: GRAFICA
UTILIZZO DI QUARKVISTA

La finestra di dialogo Aggiungi disturbo funziona come segue:

• Per specificare la quantità di pixel casuali da aggiungere, immettete un valore


nel campo Quantità o trascinate il controllo scorrevole.
• Per specificare la distribuzione dei valori del colore in pixel casuali, fate clic su
un’opzione nell’area Distribuzione. Uniforme utilizza un numero casuale per
distribuire i valori del colore al fine di ottenere un effetto tenue mentre Curva
gaussiana utilizza una curva a forma di campana per distribuire i valori del
colore in modo da ottenere un effetto macchiato.
• Per rendere neri i pixel casuali, selezionate Monocromatico.

MEDIA
Il filtro Media riduce o elimina l’aspetto di movimento di un’area specifica
dell’immagine. L’effetto cerca i pixel di simile luminosità e sostituisce il pixel
centrale con il valore di luminosità media dei pixel di ricerca; i pixel che
differiscono in modo significativo dai pixel adiacenti rimangono inalterati.
Per specificare il raggio dell’area a cui applicare il filtro, immettete un valore
di pixel nel campo Raggio oppure trascinate il controllo scorrevole. Selezionate
Scala di grigio per ridurre l’effetto di movimento dei pixel grigi.

AUTOMATIZZAZIONE DEGLI EFFETTI DI UN’IMMAGINE


QuarkVista e QuarkXPress offrono due metodi per la gestione automatica degli
effetti dell’immagine: preimpostazioni e sincronizzazione. Le preimpostazioni
vi consentono di salvare molteplici regolazioni e filtri come un file che potete
facilmente applicare ad altre immagini. Se sincronizzate la formattazione di
un’immagine, potete essere certi che gli effetti dell’immagine verranno
applicati uniformemente a tutto il progetto.
SALVATAGGIO E APPLICAZIONE DELLE PREIMPOSTAZIONI
Per applicare rapidamente e uniformemente le stesse regolazioni e filtri a mol-
teplici immagini, potete esportare le impostazioni come preimpostazioni. Ad
esempio, se sapete che le immagini dalla vostra macchina fotografica digitale
hanno sempre bisogno di determinate correzioni del colore, potete salvare
queste correzioni del colore come una preimpostazione. Dopo aver applicato
una preimpostazione a un’immagine, potete sempre apportare modifiche alle
impostazioni applicate e aggiungere o rimuovere effetti. Le preimpostazioni
vengono salvate come file distinti con l’estensione .vpf e potete caricare le
preimpostazioni per l’immagine attiva in qualsiasi progetto. Potete anche facil-
mente condividere le preimpostazioni definite con altri utenti. Per utilizzare
le preimpostazioni, procedete come segue:
• Salvataggio delle preimpostazioni: Prima di tutto, applicate gli effetti a
un’immagine e verificate tutte le impostazioni. Con l’immagine selezionata,
fate clic su Salva preimpostazioni nella palette Effetti immagine. Immettete
un nome intuitivo e specificate un percorso per il file .vpf. Per default, le
preimpostazioni vengono archiviate nella cartella delle “Picture Effects
Presets” all’interno della cartella dell’applicazione QuarkXPress.

CAPITOLO 1: GRAFICA | 27
UTILIZZO DI QUARKVISTA

• Applicazione delle preimpostazioni: Selezionate un’immagine del layout e fate


quindi clic su Carica preimpostazioni nella palette Effetti immagine. Navigate
al file delle preimpostazioni e fate clic su Apri. Gli effetti della preimpostazione
vengono aggiunti dopo altri effetti già applicati all’immagine.

Non potete modificare le preimpostazioni. Se volete apportare modifiche alle


impostazioni di un file di preimpostazioni, eliminate il file di preimpostazioni
corrente e createne uno nuovo.

SINCRONIZZAZIONE DELLE IMMAGINI


Quando sincronizzate un’immagine, potete includere gli effetti QuarkVista in
modo che se aggiungete, eliminate o modificate un effetto, quella modifica viene
applicata a tutte le istanze dell’immagine sincronizzata. Quando aggiungete una
finestra immagine alla palette Contenuto condiviso (menu Finestra), selezionate
Contenuto e quindi Sincr. nella finestra di dialogo Proprietà oggetto condiviso.
Quindi per essere certi, fate clic su Contenuto e attributi. Questo applica gli
stessi effetti allo stesso file di immagine utilizzato in vari punti del layout.

La sincronizzazione di Contenuto e attributi accerta che gli effetti dell’immagine


applicati a un’immagine sincronizzata vengano aggiornati nell’intero progetto.

REVISIONE DELL’USO DELLE IMMAGINI


Per facilitare l’individuazione degli effetti di QuarkVista utilizzati in un layout,
fate clic sulla riquadro Vista della finestra di dialogo Utilizzo (menu Utilità).
Analogamente alla riquadro Immagini già nota, la riquadro Vista elenca il
nome e il percorso del file, il numero di pagina (il simbolo di uno stiletto o PB
che indica l’area di lavoro), il tipo di file e il numero di effetti per ciascuna
immagine del layout.
Per motivi di praticità, potete usare la riquadro Vista per renderizzare gli effetti
ed altre modifiche apportate all’immagine, salvando le modifiche apportate
al file di immagine esistente oppure generando dei nuovi file di immagine.
Selezionate semplicemente le immagini dall’elenco e fate clic su Renderizza.
Utilizzate la finestra di dialogo Opzioni di esportazione immagine per
specificare quello che volete includere nei file dell’immagine. Per ulteriori
informazioni, vedere la sezione “Esportazione dei file di immagine” più avanti
in questo capitolo.

28 | CAPITOLO 1: GRAFICA
UTILIZZO DI QUARKVISTA

La riquadro Vista della finestra di dialogo Utilizzo (menu Utilità) offre un metodo
diretto alla creazione di file di immagini che riflettano le modifiche apportate
in QuarkXPress.

Se le immagini sono mancanti o modificate, utilizzate la riquadro Immagini


per individuare e aggiornare i file di immagine.

ESPORTAZIONE DEI FILE DI IMMAGINE


Analogamente al metodo utilizzato per esportare un testo formattato da
QuarkXPress in altri formati, potete esportare file di immagine modificati nel
formato di vostra scelta. Qualsiasi modifica apportata in QuarkXPress, tra
cui qualsiasi azione eseguita nel scheda Immagini della finestra di dialogo
Modifica (menu Oggetti) e nella palette Effetti immagine (menu Finestra),
possono venire salvate insieme al file dell’immagine d’origine o in un nuovo
file di immagine. L’applicazione di modifiche al file d’origine di un’immagine
viene definita come renderizzazione e viene normalmente eseguita per accelerare
i tempi di elaborazione in fase di output. Potrebbe tuttavia essere necessario
a volte avere dei file di immagine nuovi e modificati da utilizzare in altre
applicazioni o in altri progetti.

Durante l’esportazione di file di immagine, si può specificare esattamente le


modifiche da salvare con ciascuna immagine, il tipo di file e la modalità di
colore. Potete inoltre scegliere di sovrascrivere i file di immagine esistenti o di
creare nuovi file. I nuovi file di immagine possono essere ricollegati al layout.
Ad esempio, potete iniziare con un’immagine CMYK in formato TIFF, ritagliarla
e ruotarla e quindi applicarvi gli effetti QuarkVista. Potete quindi esportare
un’immagine a bassa risoluzione RGB in formato JPEG che viene ritagliata e
ruotata in modo da poterla inviare via e-mail.

CAPITOLO 1: GRAFICA | 29
UTILIZZO DI QUARKVISTA

QuarkVista può esportare immagini nei formati seguenti: TIFF (CMYK, RGB,
scala di grigi, 1-bit senza compressione o con compressione LZW ), PNG
(RGB e scala di grigi), JPEG (CMYK, RGB e scala di grigi con compressione
bassa, media o alta), Scitex CT (CMYK, RGB e scala di grigi), GIF (indicizzato),
PICT (RGB), BMP (RGB e 1-bit) e EPS (CMYK, RGB, scala di grigi e 1-bit).

UTILIZZO DELLA FINESTRA DI DIALOGO OPZIONI DI


ESPORTAZIONE DELL’IMMAGINE
Per esportare immagini, utilizzate la finestra di dialogo Opzioni di esportazione
immagine, disponibile mediante una serie di controlli:

• Scegliete Archivio/File menu Þ Salva l’immagine Þ Immagine selezionata


per esportare l’immagine selezionata.
• Scegliete Archivio/File menu Þ Salva l’immagine Þ Tutte le immagini nel
layout per esportare tutte le immagini di un layout. (Le immagini in formati
e modalità di colore non supportati da QuarkVista non vengono esportati.)
• Scegliete Archivio/File menu Þ Raccolta dati per la stampa e fate quindi
clic sulla scheda Vista e selezionate Renderizza alterazioni immagine.
• Scegliete Utilità Þ Utilizzo Þ riquadro Vista, selezionate un’immagine e quindi
fate clic su Renderizza.

Utilizzate la finestra di dialogo Opzioni di esportazione immagine per specificare


le modifiche da applicare ai file d’origine e la modalità di creazione dei file.

30 | CAPITOLO 1: GRAFICA
UTILIZZO DI QUARKVISTA

La finestra di dialogo Opzioni di esportazione immagini funziona


come segue:

• Nell’elenco in alto, deselezionate le modifiche che non volete applicare ai file


di immagine esportati.
• Se ridimensionate in scala delle immagini, QuarkVista può ridurre la risoluzione
dell’immagine (eliminando qualsiasi dato estraneo dell’immagine) a seconda
della risoluzione di ouptut. Nell’area Risoluzione, fate clic su Mantieni la
risoluzione oppure fate clic su Riduci la risoluzione a per specificare il numero
di punti per pollice (dpi).
• Se ritagliate delle immagini (creando una finestra immagine più piccola
dell’immagine), potete immettere un valore nel campo Finestra immagine al
vivo. Questo specifica la quantità di dati d’immagine da includere oltre la
delimitazione del ritaglio; l’inclusione di dati extra consente di apportare
leggere regolazione alla posizione dell’immagine.
• Per convertire i colori nei file d’immagine, scegliete un’opzione dal menu a
discesa Modalità colore. Ad esempio, se importate tutte immagini RGB in
formato TIFF, potete esportare immagini CMYK in formato TIFF.
• Per convertire le immagini a un formato di file diverso, scegliete un’opzione dal
menu a discesa Formato appropriato alla risoluzione e alla modalità di colore
specificati. Se modificate il formato dei file, dovete creare nuovi file di immagine
piuttosto che sovrascrivere i file originali.
• Per renderizzare le modifiche apportate ai file di immagine d’origine, selezio-
nate Sovrascrivi immagine originale. Per creare nuovi file di immagine con
applicate le modifiche selezionate, deselezionate questa opzione.
• Per importare automaticamente i nuovi file di immagine nel layout, selezionate
Collega layout alla nuova immagine.

Dopo aver fatto clic su OK per esportare le immagini, vi potrebbe venire richiesto
dall’applicazione di specificare dettagli sulla compressione nonché un percorso
per i nuovi file.
GESTIONE DELLA STESSA IMMAGINE CON DIVERSE MODIFICHE
Se utilizzate la stessa immagine in vari punti del layout, ma apportate diverse
modifiche all’immagine usando i controlli QuarkXPress e QuarkVista, non
esporterete necessariamente molteplici copie dell’immagine. QuarkVista esporta
i file di immagine necessari per riprodurne l’aspetto senza generare file non
necessari. Ad esempio, se ridimensionate in scala molteplici istanze della stessa
immagine in modo diverso, ma con le stesse proporzioni, QuarkVista esporta
queste molteplici istanze come un file singolo.

CAPITOLO 1: GRAFICA | 31
UTILIZZO DI QUARKVISTA

STAMPA, SALVATAGGIO DI PAGINE IN EPS E ESPORTAZIONE IN PDF


Quando stampate, salvate pagine in EPS o create PDF da un layout, il QuarkVista
XTensions software incorpora le immagini nel layout o nello stesso output con
tutti gli effetti applicati. Se l’output è su pellicola, il processore di immagini
raster (RIP) applica direttamente tutte le trasformazioni.

IMPOSTAZIONE DELLE PREFERENZE DI QUARKVISTA


Per impostazione di default, quando salvate le preimpostazioni, queste vengono
salvate nella cartella “Picture Effects Presets” nella cartella dell’applicazione
QuarkXPress. Mentre state lavorando su un’immagine utilizzando la palette
Effetti immagine, i dati dell’immagine vengono salvati nella memoria cache.
Potete modificare il percorso di default per le preimpostazioni, ad esempio in
un percorso su un server dove i file possono essere disponibili per altri utenti.
Se avete inoltre bisogno di ulteriore spazio sul disco fisso per ottenere migliori
prestazioni della cache, potete modificare il percorso della cache.

Per personalizzare il percorso di salvataggio delle preimpostazioni e della cache,


utilizzate il riquadro Effetti immagine della finestra di dialogo Preferenze
(QuarkXPress/Modifica Þ Preferenze. Utilizzate le opzioni disponibili in
Posizione preimpostazioni degli effetti immagine e Posizione cache
immagine per specificare i percorsi preferiti.

SALVATAGGIO DEI LAYOUT CON EFFETTI IMMAGINE IN UN


FORMATO QUARKPRESS 6
Potete esportare un layout QuarkXPress 7 contenente effetti di immagine di
QuarkVista come un progetto della versione 6 (Archivio/File menu Þ Esporta Þ
Layout come progetto). Potete quindi aprire il progetto in QuarkXPress 6.5 o
versione successiva con il software XTensions QuarkVista in esecuzione. Le
seguenti modifiche vengono automaticamente applicate al layout salvato nel
formato QuarkXPress 6:

• L’effetto Negativo (palette Effetti immagine Þ menu a discesa Regolazioni)


viene sostituito dallo stile delle versioni precedenti Negativo (Stile Þ Negativo).
Qualsiasi effetto di immagine applicato in congiunzione con l’effetto Negativo
viene ignorato.
• L’effetto Inverti (palette Effetti immagine Þ menu a discesa Regolazioni)
applicato a immagini RGB, a 1-bit e scala di grigi viene sostituito dallo stile
delle versioni precedenti Negativo (Stile Þ Negativo).
• Nell’effetto Curve (palette Effetti immagine Þ menu a discesa Regolazioni),
le modalità di curva Segmento diritto e Segmento a scaletta applicate alle
immagini, vengono sostituite con la modalità curva delle versioni precedenti.
La posizione dei punti di controllo tuttavia, rimane invariata.
• Tutti gli effetti applicati ai file EPS rasterizzati vengono rimossi.

32 | CAPITOLO 1: GRAFICA
UTILIZZO DI QUARKVISTA

Affinché gli effetti QuarkVista possano venire visualizzati e stampati adegua-


tamente, occorre aprire il progetto con il software QuarkVista XTensions in
esecuzione in QuarkXPress 6.5 e QuarkXPress 7. Se aprite il progetto in una
versione che non è in grado di gestire gli effetti, riceverete un messaggio
di avvertenza.

APERTURA DI PROGETTI DELLE VERSIONI PRECEDENTI


Quando aprite un progetto creato in una versione precedente di QuarkXPress,
gli stili Negativo e Contrasto (menu Stile) applicati alle immagini vengono
mappati sugli effetti corrispondenti di QuarkVista. Lo stile Negativo viene map-
pato su Inverti o su Negativo e lo stile Contrasto viene mappato su Curve,
entrambi dei quali sono disponibili nel menu a discesa Regolazioni della
palette Effetti immagine. Gli stili vengono mappati come segue:
• Stile Negativo: Quando applicato a 1-bit, scala di grigio o immagini RGB, lo stile
Negativo viene mappato sull’effetto Inverti. Quando applicato alle immagini
CMYK, lo stile Negativo viene mappato sull’effetto Negativo.
• Stile Contrasto: Lo stile Contrasto viene mappato sull’effetto Curve; le specifiche
del contrasto vengono mappate sulle curve QuarkVista se un’immagine CMYK ha
regolazioni di contrasto CMYK applicati, se un’immagine RGB ha regolazioni di
contrasto RGB o CMYK applicati o se l’immagine è in scala di grigi.

QuarkVista non è in grado di convertire le specifiche di contrasto definite nelle


versioni precedenti nelle situazioni seguenti: un’immagine LAB con contrasto
RGB, un’immagine CMYK con contrasto RGB, un’immagine RGB con contrasto
CMYK o qualsiasi immagine con contrasto HSB. Quando aprite il progetto, viene
visualizzato un messaggio di errore.

INCORPORAZIONE DI TRASPARENZA E DI EFFETTI IN UN WORKFLOW OPI

Quando si lavora con file di immagini a bassa risoluzione che verranno sosti-
tuiti in seguito da file di immagini ad alta risoluzione, occorre evitare di usare
effetti di immagine QuarkVista e qualsiasi effetto di trasparenza che potrebbe
comportare un appiattimento (come descritto nella sezione “Nozioni di base
sull’appiattimento e sulle problematiche di produzione” più indietro in
questo capitolo). Poiché QuarkXPress non è in grado di accedere a dati di
immagine ad alta risoluzione fino alla fase di output, non può applicare in
modo accurato effetti o appiattire le immagini. In questo caso, potrebbe essere
necessario applicare gli effetti direttamente ai file di immagine ad alta risoluzione
in un’applicazione di gestione delle immagini.

CAPITOLO 1: GRAFICA | 33
UTILIZZO DELLE IMMAGINI PSD

UTILIZZO DELLE IMMAGINI PSD

È possibile ora importare file di immagine nativi, non appiattiti, da Adobe


Photoshop direttamente in QuarkXPress con il PSD Import XTensions software,
in dotazione con QuarkXPress. Una volta importati i file, potete manipolare
qualsiasi livello, canale e percorso salvato con i file Photoshop (PSD). Questa
integrazione tra Photoshop e QuarkXPress semplifica il vostro workflow con-
sentendovi di evitare l’appiattimento dei file, comporta un risparmio di spazio
sul disco rigido grazie alla possibilità di lavorare con file nativi e potenzia la
vostra creatività grazie all’accesso a livelli, canali e percorsi.

Questa figura mostra PSD Import in atto. L’immagine in alto a sinistra mostra
l’immagine originale in Photoshop. L’immagine contiene tre livelli, uno per il testo,
uno per il chitarrista e uno per lo sfondo (le chitarre). In QuarkXPress, il disegnatore
grafico cambia la sfumatura del livello della chitarra con Luminosità come dimostrato
nell’immagine in alto a destra. Cambia quindi l’opacità del livello della chitarra con
un valore del 25% come mostrato nell’immagine in basso a sinistra. Nasconde infine
il livello di testo originale e lo sostituisce con un testo ricavato da QuarkXPress.

Per utilizzare i file PSD in QuarkXPress, dovete avere il software PSD Import
XTensions caricato nel vostro computer.

34 | CAPITOLO 1: GRAFICA
UTILIZZO DELLE IMMAGINI PSD

PREPARAZIONE DEI FILE PHOTOSHOP


Quando si stanno preparando immagini in Photoshop per un uso con PSD
Import, occorre tenere presente alcuni particolari. Le operazioni di preparazione
dipendono dal livello di manipolazione dell’immagine che si intende eseguire
in QuarkXPress. Ricordate quanto segue:

• Non occorre salvare l’immagine in un formato di file diverso, ossia non dovete
appiattire i livelli.
• Gli effetti QuarkVista non sono disponibili per le immagini Photoshop. Se
un’immagine richiede una di queste manipolazioni, ricordare di eseguire la
manipolazione in Photoshop.

PREPARAZIONE DI IMMAGINI CON LIVELLI, CANALI E PERCORSI


Se pensate di utilizzare PSD Import per altre operazioni oltre all’importazione
di file Photoshop nativi, sperimentate con le tecniche seguenti:

• Portate diverse versioni della stessa immagine su livelli diversi.


• Se volete disporre della flessibilità di mostrare e nascondere determinati aspetti
di un’immagine, collocate queste aree su diversi livelli.
• Create canali alfa o percorsi di ritaglio per qualsiasi contorno intorno al quale
volete far scorrere un testo.
• Create canali per aree dove potete applicare un colore piatto o una
vernice diversi.
• Se utilizzate degli effetti di livello come ad esempio ombre o sfumatura, convertite
l’effetto in un livello. Per ottenere questo, premete Control e fate clic/fate clic
con il pulsante destro del mouse sull’icona della scheda Livelli di Photoshop.
Se non convertite gli effetti di livello in livelli veri e propri, non sarete in grado
di accedere ai singoli livelli utilizzando PSD Import.

PREPARAZIONE DELLE IMMAGINI CON EFFETTI DI LIVELLO E LIVELLI


DI REGOLAZIONE
Se un’immagine include degli effetti di livello e dei livelli di regolazione, dovete
includere un composito con il file di immagine per importare quel file mediante
PSD Import. La scheda Livelli della palette PSD Import elenca soltanto un livello
composito per questo tipo di immagine; non potrete quindi manipolare i livelli
usando PSD Import. Potete stampare il composito e le separazione dei colori
dell’immagine come fate solitamente e le schede Canali e Percorsi funzionano
come sempre in relazione all’immagine.

IMPORTAZIONE DI FILE ADOBE PHOTOSHOP


Con il PSD Import XTensions software in esecuzione, potete usare
Archivo/File Þ Importa immagine per importare un file PSD in una finestra
immagine QuarkXPress selezionata. PSD Import supporta i file PSD in modalità
scala di grigio, RGB, CMYK, indicizzato e multicanale.

CAPITOLO 1: GRAFICA | 35
UTILIZZO DELLE IMMAGINI PSD

• Una volta importato il file PSD, potete manipolarlo come la maggior parte delle
altre immagini QuarkXPress con alcune eccezioni: I comandi Colore, Intensità
e Mezzitoni del menu Stile non sono disponibili e gli effetti QuarkVista della
palette Effetti immagine (menu Finestra) non sono disponibili.
• Per utilizzare livelli, canali e percorsi di un’immagine, scegliete Finestra Þ
PSD Import. Potete utilizzare la palette PSD Import per integrare vari livelli,
utilizzare i canali del colore e selezionare i percorsi.

Se non potete vedere il file PSD o se il nome del file non è disponibile,
confermate che il PSD Import XTensions software è in esecuzione (Utilità Þ
XTensions Manager). In Windows, per visualizzare i file PSD della finestra di
dialogo Importa immagine, scegliete Tutti i file di immagine dal menu a
discesa File di tipo.

UTILIZZO DEI LIVELLI PSD


Potete archiviare diverse versioni di un’immagine in un singolo file PSD, impor-
tare il file d’immagine in un layout QuarkXPress e quindi mostrare e nascondere
i livelli per determinare la versione da stampare. Sperimentando con i livelli è
possibile visualizzare diverse immagini nel contesto dell’intero layout. È possibile
inoltre modificare l’opacità di un livello e provare ad applicare varie modalità
di fusione, come ad esempio dissolvenza, luce e differenza per verificare come
questi effetti si integrano con il resto del design.

Potete usare il riquadro Livelli della palette PSD Import per mostrare, nascon-
dere, sfumare e modificare l’opacità dei livelli all’interno delle immagini PSD.
Se non esistono livelli nel file PSD, la palette PSD Import mostra soltanto il
livello dello sfondo. La palette PSD Import visualizza informazioni sulla moda-
lità di creazione del file d’immagine, ma non consente di apportare modifiche
radicali al file di immagine.

• Non potete creare, assegnare un nome, copiare, duplicare, allineare, riposizionare,


eliminare o unificare vari livelli tramite il riquadro Livelli.
• L’icona Collega e l’icona Proteggi indicano la modalità di creazione dell’imma-
gine in Photoshop e indicano che non è possibile modificare l’immagine tramite
PSD Import.
• L’icona Collega indica i livelli collegati che si spostano insieme e usano gli
stessi effetti applicati in Photoshop. I collegamenti erano stati creati in
Photoshop e non possono essere modificati in PSD Import.
• L’icona Proteggi indica i livelli protetti e ancorati in una determinata posizione
e che non possono essere spostati in Photoshop. Le protezioni non possono
essere eliminate con PSD Import.
• Una linea tratteggiata intorno a livelli continui indica un gruppo di ritaglio.

36 | CAPITOLO 1: GRAFICA
UTILIZZO DELLE IMMAGINI PSD

Il riquadro Livelli della palette PSD Import mostra ciascun livello salvato in
Photoshop. Potete visualizzare, nascondere e scegliere opzioni di sfumatura da
applicare ai livelli.

LIVELLI VISUALIZZATI E NASCOSTI


Potete visualizzare e stampare i livelli non nascosti. I livelli nascosti non
vengono visualizzati su schermo e non appaiono in uno stampato. PSD import
consente di nascondere i livelli incluso il livello dello sfondo.

• Per visualizzare un livello, fate clic su un’icona della finestra vuota a sinistra
del livello.
• Per mostrare tutti i livelli, premete Option+Maiusc+clic/Alt+Maiusc+clic
sull’icona della finestra vuota.
• Per nascondere un livello, fate clic sull’icona con il simbolo dell’occhio.
• Per nascondere tutto ad eccezione di un livello, premete Option+clic/Alt+clic
sull’icona con il simbolo dell’occhio.

FUSIONE DEI LIVELLI


Il menu a discesa Modalità di fusione del riquadro Livelli consente di control-
lare come i pixel di un livello selezionato interagiscono con i pixel di tutti i livelli
sottostanti al livello selezionato. Le modalità di fusione sono simili a quelle di
altre applicazioni di gestione delle immagini: Moltiplica, Colore scherma,
Esclusione, Saturazione, ecc. La palette PSD Import visualizza i livelli dall’alto
verso il basso nel riquadro Livelli, con il livello sovrastante in primo piano e
il livello di sfondo sottostante a tutti gli altri.

Per specificare una modalità di fusione, fate clic sul nome del livello per
selezionarlo. Scegliete un’opzione dal menu a discesa Modalità di fusione
per specificare come i pixel del livello selezionato devono interagire con i
livelli visibili sottostanti al livello selezionato.

CAPITOLO 1: GRAFICA | 37
UTILIZZO DELLE IMMAGINI PSD

Create effetti interessanti scegliendo diverse opzioni di fusione per i livelli.

MODIFICA DELL’OPACITÀ DEI LIVELLI


Un menu e un campo del riquadro Livelli vi consente di controllare la traspa-
renza dei pixel di un livello selezionato. Potete specificare una trasparenza d 0%
(trasparente) a 100% (opaco) in incrementi di 1%. Per modificare l’opacità di un
livello, fate clic sul suo nome per selezionarlo. Immettete un valore nel campo
Opacità oppure scegliete un valore dal menu a discesa per specificare l’opacità
dei pixel del livello selezionato. Se applicate un valore di opacità all’immagine
mediante il scheda Immagine (Oggetti Þ Modifica), l’opacità viene applicata a
tutti i livelli visibili dell’immagine.

Cambiando l’opacità del livello selezionato a una percentuale di si crea un


effetto interessante.

38 | CAPITOLO 1: GRAFICA
UTILIZZO DELLE IMMAGINI PSD

UTILIZZO DELLE MASCHERE DEI LIVELLI


Se le maschere dei livelli vengono salvati con i file PSD, potete attivare o
disattivare le maschere nel riquadro dei Livelli della palette PSD Import. Per
attivare/disattivare le maschere di un livello, premete Maiusc.+clic sull’icona
Maschera del riquadro Livelli.

ANNULLAMENTO DI MODIFICHE APPORTATE AI LIVELLI


Se la modifica di sfumature e opacità dei livelli produce dei risultati non sod-
disfacenti, potete riportare i livelli al loro stato originale, ossia quello del file
PSD importato. Per ottenere questo, scegliete Livello d’origine o Tutti i livelli
d’origine dal menu della palette PSD Import o dal menu contestuale.

I comandi Annulla e Ripristina del menu Modifica (Windows) o Comp.


(Mac OS) non sono applicabili alle modifiche apportate nella palette
PSD Import.

UTILIZZO DEI CANALI PSD


I canali Photoshop archiviano le informazioni sui colori delle immagini. Per
impostazione di default, le immagini in scala di grigio o con colori indicizzati
possiedono un solo canale, le immagini RGB possiedono tre canali e le immagini
CMYK possiedono 4 canali. Ci si riferisce a questi canali come canali di default.
Potete utilizzare il riquadro Canali della palette PSD Import per mostrare o
nascondere tutti i canali, per modificare l’uniformità del colore o dell’inchiostro
di un canale di colore piatto selezionato o di un canale alfa nonché di assegnare
colori piatti ai colori indicizzati selezionati. Ad esempio, potete assegnare effetti
speciali come ad esempio colori piatti, vernici, rilievo e ritagli sagomati.

Il riquadro Canale della palette PSD Import visualizza i canali di default del file
PSD e qualsiasi altro canale creato per il file.

CAPITOLO 1: GRAFICA | 39
UTILIZZO DELLE IMMAGINI PSD

CANALI VISUALIZZATI E NASCOSTI


I canali che vengono visualizzati su schermo, possono anche venire stampati; i
canali nascosti, che non appaiono visualizzati su schermo, non possono venire
stampati. Il processo adottato per visualizzare e nascondere i canali è lo stesso
di quello dei livelli.

• Per nascondere tutto ad eccezione di un canale, premete Option+clic/Alt+clic


sull’icona con il simbolo dell’occhio.
• Per mostrare tutti i livelli, premete Option+Maiusc+ clic (Mac OS) o
Alt+Maiusc+clic sull’icona della finestra vuota.
• Facendo clic sul canale composito si visualizzano tutti i canali di default, come
ad esempio CMYK o RGB.

Per impostazione predefinita, il riquadro Canali visualizza i canali in scala di


grigio. Per visualizzare i canali con i colori, scegliete Visualizza canali con
colore dal menu della palette PSD Import o dal menu contestuale.

MODIFICA DEL COLORE E DELLA DENSITÀ DEL CANALE


Potete utilizzare PSD Import per modificare la densità del colore, dell’intensità e
dell’inchiostro di ogni colore piatto, maschera o canale alfa creati in Photoshop.
Potete assegnare colori piatti ai canali che sovrastampano immagini composite
e potete specificare densità di colore per la visualizzazione di canali su schermo
e per la stampa di compositi del colore (il valore di uniformità non viene
considerato durante la stampa delle separazioni del colore).

I canali specificati come canali maschera in Photoshop vengono importati in


modo diverso dai canali specificati come colori piatti. In Photoshop, ai canali
maschera viene assegnata un’impostazione di opacità, mentre ai canali piatti
viene assegnata un’impostazione di densità. Poiché PSD Import supporta la
densità di inchiostro, i canali maschera vengono importati con una densità di
inchiostro dello 0%. I canali tinte piatte mantengono l’impostazione di densità
nel file PSD. Per poter utilizzare i canali in questo modo, dovete stampare le
separazioni di stampa da QuarkXPress.

Per modificare il colore, l’intensità o la densità di inchiostro dei pixel di un


canale tinte piatte o alfa, procedete come segue:

1 Fate clic sul nome del canale per selezionarlo. Non potete modificare i canali
di default.

2 Scegliete Opzioni canale dal menu della palette PSD Import o dal
menu contestuale
3 Per modificare il colore dei pixel del canale, scegliete un colore dal menu a
discesa Colore della finestra di dialogo Opzioni canale.

40 | CAPITOLO 1: GRAFICA
UTILIZZO DELLE IMMAGINI PSD

Il menu Colore elenca tutti i colori piatti, i colori multi-inchiostro e i colori


piatti elencati nella finestra di dialogo Colori (menu Modifica in Windows o
Comp. in Mac OS), ad eccezione dei colori Bianco e Registrazione.

Utilizzate la finestra di dialogo Opzioni canale per modificare colore, intensità e


densità di inchiostro per i canali tinte piatte e i canali alfa. Potete ottenere con
questo una pellicola di vernice.

4 Per specificare una tinta per il colore, scegliete un valore da 0% a 100% in


incrementi di 1% dal menu a discesa Intensità.
5 Per modificare il modo in cui i pixel vengono visualizzati nel canale, scegliete
un’opzione dal menu a discesa Densità inchiostro.

Un valore alto di densità (100%) visualizza il canale come un inchiostro opaco,


similarmente ai colori piatti. Un valore di opacità basso (0%) visualizza il
canale come semi-trasparente, similarmente alle vernici.

6 Fate clic su OK per salvare le modifiche.


UTILIZZO DEI CANALI COLORI INDICIZZATI
Per impostazione di default, quando stampate le separazioni dei colori da
QuarkXPress utilizzando PSD Import, i colori delle immagini a colori indicizzati
vengono separati a CMYK. Potete oltrepassare questa impostazione creando un
colore piatto o un colore multi-inchiostro in QuarkXPress (Comp./Modifica Þ
Colori) e assegnare quel colore ai colori indicizzati selezionati nell’immagine.
PSD Import vi consente anche di creare dei colori piatti dai colori dell’immagine
a colori indicizzata. I colori indicizzati non modificati verranno sempre separati
in CMYK.

Per assegnare i colori piatti ai colori indicizzati, proseguite come segue:

1 Con la palette PSD Import aperta, selezionate un file PSD con colori indicizzati.
2 Nel riquadro Canali, fate doppio clic sul canale Indicizzato oppure scegliete
Opzioni canale dal menu della palette o dal menu contestuale.

3 Per assegnare un colore piatto a un colore indicizzato, fate clic sul campione
del colore indicizzato nella finestra di dialogo e scegliete quindi un’opzione
dal menu a discesa Colore.

CAPITOLO 1: GRAFICA | 41
UTILIZZO DELLE IMMAGINI PSD

Utilizzate la finestra di dialogo Opzioni Colori indicizzati per mappare i colori


indicizzati per l’output.

UTILIZZO DEI PERCORSI PSD


Potete anche utilizzare Import PSD per scegliere tra i percorsi incorporati da
utilizzare per il ritaglio e lo scorrimento del testo intorno a un oggetto. Potete
creare percorsi in Photoshop per isolare il primo piano di un’immagine dallo
sfondo, per isolare diversi aspetti di un’immagine ai fini di sperimentazione e
per isolare i contorni dello scorrimento di un testo. Il riquadro Percorsi della
palette PSD Import offre un accesso pratico al percorso di ritaglio e alle funzioni
di scorrimento del testo in QuarkXPress.

Utilizzate il riquadro Percorsi della palette PSD Import per scegliere i percorsi di
ritaglio a scopo di visualizzazione e scorrimento del testo.

REGOLAZIONE DELLO SCORRIMENTO DEL TESTO


Utilizzando il riquadro Percorsi, potete selezionare diversi percorsi di ritaglio da
usare per i contorni dello scorrimento del testo. Il contorno dello scorrimento
del testo non deve essere lo stesso del percorso di ritaglio che controlla la
visualizzazione. Per selezionare un contorno per lo scorrimento del testo,
fate clic sulla casella vuota della prima colonna. Viene visualizzata l’icona
Scorrimento testo e il testo scorre intorno ai contorni del percorso di ritaglio.

Per ottenere uno scorrimento del testo in QuarkXPress, la finestra immagine


deve essere in primo piano rispetto al testo. Se il testo non scorre, selezionate
la finestra immagine e scegliete Oggetti Þ Porta avanti o Porta in primo piano.

42 | CAPITOLO 1: GRAFICA
UTILIZZO DELLE IMMAGINI PSD

SELEZIONE DI UN PERCORSO DI RITAGLIO


Potete anche utilizzare il riquadro Percorsi per controllare la visualizzazione di
un’immagine selezionando un percorso di ritaglio creato in Photoshop. Per
selezionare un percorso di ritaglio, fate clic sulla casella vuota della seconda
colonna. Viene visualizzata l’icona Percorso di ritaglio e l’area dell’immagine
all’interno del percorso di ritaglio.
ANNULLAMENTO DI MODIFICHE APPORTATE AI PERCORSI
Potete annullare qualsiasi modifica apportate ai percorsi in PSD Import. I per-
corsi ritorneranno allo stato originale di creazione del file PSD importato. Per
ottenere questo, scegliete Percorso o Tutti i livelli d’origine dal menu della
palette PSD Import o dal menu contestuale.

I comandi Annulla e Ripristina del menu Modifica (Windows) o Comp.


(Mac OS) non sono applicabili alle modifiche apportate nella palette
PSD Import.

OTTIMIZZAZIONE DELL’AMBIENTE DI PSD IMPORT


Quando importate un’immagine PSD in un layout QuarkXPress, PSD Import
crea un’anteprima basata sulle impostazioni correnti del riquadro Visualizza
della finestra di dialogo Preferenze (QuarkXPress/menu Modifica). Per
visualizzare le immagini Adobe Photoshop, PSD Import utilizza una cache
per rendere più rapida la visualizzazione. Per agevolare il controllo esercitato
sull’uso della memoria e sulla rapidità di rigenerazione dello schermo, è
possibile ottimizzare l’ambiente PSD Import mediante le impostazione di
visualizzazione di QuarkXPress ed è possibile modificare le impostazioni della
cache tramite le preferenze.
MODIFICA DELLE IMPOSTAZIONI DI VISUALIZZAZIONE
DI QUARKXPRESS
Per ottimizzare la visualizzazione, potete provare a utilizzate Bassa risoluzione
(Oggetti Þ Visualizza) piuttosto che le anteprime a Piena risoluzione. Potete
inoltre ridurre le impostazioni di TIFF a colori e TIFF grigio del riquadro
Visualizza nella finestra di dialogo Preferenze (QuarkXPress/Modifica) e
reimportare quindi le immagini. Questa modifica agisce soltanto sulle
immagini importate.

MODIFICA DELLE PREFERENZE DI PSD IMPORT


Utilizzate la finestra di dialogo Preferenze PSD Import (Utilità Þ PSD Import)
per specificare le impostazioni di regolazione delle dimensione e del percorso
della cache utilizzati per archiviare i dati dell’immagine. Potete anche annullare,
se necessario, i dati dell’immagine nella cache.

CAPITOLO 1: GRAFICA | 43
UTILIZZO DELLE IMMAGINI PSD

Potete utilizzare la finestra di dialogo Preferenze PSD Import per personalizzare


le dimensioni e il percorso della cache utilizzata per l’archiviazione dei dati
dell’immagine.

La finestra di dialogo Preferenze PSD Import funziona come segue:

• Campo Dimensioni: Per aumentare la quantità di spazio su disco allocato ai dati


dell’immagine nella cache, immettete un valore compreso tra 1MB e 32.767 MB
nel campo Dimensioni. Questa è la quantità di spazio della memoria che i file
della cache usano durante la gestione delle immagini tramite PSD Import.
Questo spazio non viene tuttavia mantenuto nell’unità disco rigido e viene
rilasciato non appena uscite da QuarkXPress.
• Con QuarkXPress e PSD Import in esecuzione, PSD Import utilizza tanto spazio
sul disco rigido quando ne serve per le immagini nella cache. Quando uscite da
QuarkXPress, i dati delle immagini nella cache vengono limitati alla
quantità allocata.
• Pulsante Cancella la cache: Se insorgono problemi dovuti alla mancanza di
spazio disponibile sul disco fisso, potete eliminare i dati delle immagini archiviate
nella cache facendo clic su questo pulsante:
• Pulsante Seleziona: In Mac OS, la cartella “PSD Import Cache” è reperibile al
percorso “hard drive\User\<user name>\Library\Preferences”. In Windows, la
cartella “PSD Import Cache” è reperibile all’interno della cartella “XTension”, a
sua volta nella cartella dell’applicazione QuarkXPress. Se lo spazio disponibile
sul disco fisso per questo percorso non è sufficiente, potete selezionare
un’altra cartella.
• Le modifiche apportate alle dimensioni e al percorso della cache vengono
applicate non appena si esce da QuarkXPress.

FILE PSD MODIFICATI O MANCANTI


Come con gli altri file di immagine, QuarkXPress deve avere i dati di immagini
più recenti per visualizzare adeguatamente le immagini PSD. Se apportate modi-
fiche ai file di immagine in Photoshop o spostate i file di immagine, potrebbe
verificarsi una condizione di immagini modificate o mancanti.

PSD Import non vi consente di continuare a lavorare con file PSD fino a quando
non aggiornate i collegamenti definiti per immagini modificate o mancanti.
Viene visualizzata un’icona Stop insieme a un messaggio nell’area inferiore
della palette PSD Import, come specificato di seguito:

44 | CAPITOLO 1: GRAFICA
UTILIZZO DELLE IMMAGINI PSD

• Aggiornamento dei collegamenti: Per una semplice modifica in Photoshop come


ad esempio una modifica del nome di un file o l’applicazione di una modalità di
fusione o di opacità diversa, fate clic sull’icona Stop per aggiornare il collega-
mento. Per aggiornare tutte le ricorrenze dell’immagine nel documento, premete
Option+clic/Alt+clic sull’icona Stop.
• Reimportazione dei file PSD: Per una modifica di Photoshop complessa come
ad esempio una modifica di modalità o un’aggiunta di livelli, canali o percorsi,
dovete aggiornare il collegamento per poter apportare altre modifiche tramite
PSD Import. Fate clic sull’icona Stop per visualizzare il riquadro Immagini
della finestra di dialogo Utilizzo e quindi per identificare o aggiornare il
file di immagine.

L’icona Stop nell’area inferiore della palette PSD Import indica la presenza di file
PSD modificati o mancanti.

APERTURA DI PROGETTI QUARKXPRESS SENZA PSD IMPORT


Potete aprire e stampare un progetto QuarkXPress contenente file PSD nativi
anche se l’ PSD Import XTensions non è installata. Se tuttavia stampate un
layout senza il software XTensions PSD, verranno stampate soltanto delle
anteprima a bassa risoluzione dell’immagine.

Il riquadro Immagini della finestra di dialogo Utilizzo (menu Utilizzo)


visualizza la dicitura “Nessuna XTension” nella colonna Stato per i file PSD
quando l’XTensions PSD Import non è in esecuzione.

STAMPA CON PSD IMPORT


Quando stampate un layout tramite PSD Import, potete specificare i livelli, i
canali e i percorsi presenti in ciascuna immagine PSD da stampare. Poiché
l’icona con il simbolo dell’occhio disponibile nella palette PSD Import con-
trolla sia la visualizzazione che la stampa, le immagini vengono stampate come
appaiono sullo schermo. Se quindi avete numerose versioni di un’immagine
su vari livelli di PSD Import, accertatevi che il livello contenente la versione
dell’immagine che volete stampare, venga visualizzato nella finestra immagine.

Se stampate un layout senza il PSD Import XTensions software in esecuzione, i


file PSD vengono stampati come anteprime composite a bassa risoluzione. Le
informazioni sui livelli, i canali e i percorsi non sono disponibili e le immagini
non verranno separate.

CAPITOLO 1: GRAFICA | 45
UTILIZZO DELLE IMMAGINI PSD

CREAZIONE DI PELLICOLE DI COLORI PIATTI E VERNICE


Utilizzando PSD Import potete creare delle pellicole di colori piatti e delle pelli-
cole di vernice per determinate aree dell’immagine. Avrete bisogno di preparare
i file di immagine per queste pellicole in Photoshop.

CREAZIONE DI UNA PELLICOLA PER IL COLORE PIATTO


Potrebbe essere necessario stampare una parte di un’immagine CMYK in
Photoshop in un colore piatto, come ad esempio nel caso di un logo aziendale.
Per fare questo, selezionate innanzi tutto l’area interessata in Photoshop e da
questa create un canale. Se sapete il colore che volete assegnare, potete speci-
ficare colore e opacità per il canale in Photoshop. Se siete certi sul colore da
usare, potete assegnare al canale il nome del colore in modo che stampi nelle
separazioni. Se non siete certi del colore, assegnate al canale un nome generico
come ad esempio “colore piatto”.

Se preferite specificare il colore dopo aver visto l’immagine inserita nel layout,
potete utilizzare il comando Opzioni canale (nella scheda Canale del menu
della palette). Potete anche utilizzare PSD Import per modificare il colore e
l’opacità che avete specificato in Photoshop.

CREAZIONE DI UNA PELLICOLA PER LA VERNICE


In Photoshop, create un canale che contenga l’area a cui volete applicare la
vernice, ad esempio, salvando una selezione come maschera. Assegnate a
questo canale il nome “Vernice” nella finestra di dialogo Opzioni del canale.
Quando importate questa immagine nel documento QuarkXPress, viene
aggiunto un nuovo colore piatto “Vernice” all’elenco dei colori di QuarkXPress.

Quando si stampano le separazioni, accertatevi che la pellicola della vernice


sia visibile nella palette PSD Import; in caso contrario, la pellicola non verrà
stampata. Per una stampa composita, se non avete bisogno di un colore, potete
impostare il colore della vernice sul bianco nella finestra di dialogo Modifica
colore di QuarkXPress (Modifica Þ Colori). In questo modo la pellicola della
vernice non verrà inclusa nel composito ma verrà separata correttamente durante
la separazione dei colori.

UTILIZZO DELLE IMMAGINI

Alcuni aspetti della gestione delle immagine sono cambiati in QuarkXPress 7,


incluso il metodo di applicazione del colore dello sfondo e della sostituzione
delle immagini quando queste vengono reimportate.

SPECIFICA DEI COLORI DI SFONDO PER LE IMMAGINI


Nelle versioni precedenti di QuarkXPress, quando applicavate un colore alle
immagini in scala di grigi e di arte al tratto, i pixel bianchi acquisivano il loro
colore dal colore di sfondo della finestra immagine. Ne deriva che se una fine-
stra immagine aveva uno sfondo rosso e importavate un’immagine in scala di

46 | CAPITOLO 1: GRAFICA
UTILIZZO DELLE IMMAGINI

grigi, i pixel neri, bianchi e grigi assumevano sfumature rosse. Per offrire più
opzioni di design per le immagini, QuarkXPress 7 offre ora colori per le finestre,
colori per le immagini e colori per lo sfondo delle immagini. Le funzionalità
disponibili funzionano come segue:

• Colore finestra: Il colore per la finestra controlla lo sfondo della finestra


immagine (Oggetti Þ Modifica Þ scheda Finestra Þ area Finestra Þ menu a
discesa Colori oppure icona Colore di sfondo della palette Colori.
• Colore immagine: Il colore per l’immagine viene applicato ai pixel neri e grigi
dell’immagine (Oggetti Þ Modifica Þ scheda Immagine Þ area Immagini Þ
menu a discesa Colore o icona Colore immagine della palette Colori).
• Colore sfondo immagine: Il colore per lo sfondo dell’immagine viene
applicato ai pixel bianchi e grigi dell’immagine (Oggetti Þ Modifica Þ
scheda Immagine Þ area Sfondo Þ menu a discesa Colore o icona Colore
sfondo immagine della palette Colori).
• Per i pixel grigi, il colore per l’immagine e il colore per lo sfondo
vengono mischiati.
• Se specificate diverse opacità per il colore dell’immagine o per il colore dello
sfondo dell’immagine, i colori interagiranno uno con l’altro e con il colore
della finestra.

Il scheda Immagini, a sinistra, (Oggetti Þ Modifica) include un menu a discesa


Colore nell’area Immagine e nell’area Sfondo.

Quando aprite un documento o un progetto da una versione precedente


di QuarkXPress, il colore della finestra viene mappata sul colore di sfondo
dell’immagine in modo che l’immagine mantenga lo stesso aspetto.

CAPITOLO 1: GRAFICA | 47
UTILIZZO DELLE IMMAGINI

CONSERVAZIONE DEGLI ATTRIBUTI DELL’IMMAGINE


Quando importate un’immagine in una finestra immagine, sia che la finestra
immagine contenga o meno un’immagine, QuarkXPress 7 offre l’opzione di
conservare gli attributi dell’immagine. Ad esempio, se una finestra di immagine
vuota in un modello specifica che l’immagine deve venire ridimensionata in
scala del 50% e ruotata di 90°, potete importare una nuova immagine e questi
attributi vengono automaticamente applicati. Oppure, se avete investito del
tempo regolando perfettamente un’immagine alle dimensioni di una finestra
e decidete in seguito di usare un’immagine leggermente diversa nello stesso
modo, potete importare un’altra immagine con tutti gli stessi attributi.

Per importare un’immagine e conservare gli attributi specificati per la finestra


e/o per l’immagine esistente, selezionate Conserva gli attributi della finestra
immagine nella finestra di dialogo Importa immagine (menu Archivio/File).
Gli attributi che seguono, del scheda Immagine della finestra di dialogo
Modifica (menu Oggetti), vengono conservati: scostamento, scala, angolo,
inclinazione, capovolgimento e soppressione dell’output oltre a colore, intensità
e opacità sia per l’immagine che per lo sfondo immagine.

Utilizzate la casella di selezione Conserva gli attributi della finestra immagine della
finestra di dialogo Importa immagine (menu Archivio/File) per determinare se una
nuova immagine debba avere gli stessi attributi dell’immagine esistente.

Conserva gli attributi della finestra immagine è selezionato per default.


Se preferite iniziare con gli attributi dell’immagine di default dalle Preferenze
strumenti quando importate le immagini, deselezionate Conserva gli attributi
della finestra immagine nel riquadro Interattivo della finestra di dialogo
Preferenze (QuarkXPress/Modifica). Questa casella di selezione determina
anche se le finestre immagine debbano mantenere i loro attributi quando
incollate delle immagini in diverse finestre. Questa è una Preferenza dell’ap-
plicazione, per cui diventa un’impostazione di default per la vostra copia di
QuarkXPress. Potete tuttavia selezionare o deselezionare Conserva gli attributi
della finestra immagine ogni volta che importate un’immagine.

48 | CAPITOLO 1: GRAFICA
UTILIZZO DELLE IMMAGINI

CONVERSIONE DI UNA MODALITÀ COLORE DELL’IMMAGINE


Nelle versioni precedenti di QuarkXPress, gli equivalenti da tastiera vi consen-
tivano di convertire una modalità di colore dell’immagine mentre importavate
l’immagine. Potevate in pratica convertire le immagini a colori in immagini in
scala di grigi, le immagini in scala di grigi in immagini in bianco e nero e le
immagini in bianco e nero in immagini in scala di grigio premendo il tasto
Mela/Ctrl mentre facevate clic su Apri nella finestra di dialogo Importa
immagine (menu Archivio/File). Se dovete convertire la modalità di colore di
un’immagine, potete ora esportare l’immagine con QuarkVista, come descritto
in precedenza nella sezione “Esportazione di file di immagine”.

Poiché le funzionalità di gestione dell’immagine sono state estese in


QuarkXPress 7, queste conversioni non vengono più supportate. Se aprite un
documento o un progetto da una versione precedente di QuarkXPress, qualsiasi
immagine convertita continuerà a venire visualizzata correttamente.

CAPITOLO 1: GRAFICA | 49
NOZIONI GENERALI SULLA SINCRONIZZAZIONE

Capitolo 2: Sincronizzazione e
contenuto condiviso
Grazie all’architettura di QuarkXPress 7, potete utilizzare ora la funzionalità

di sincronizzazione per organizzare facilmente delle informazioni ai fini di

una distribuzione in molteplici formati e attraverso vari canali. Oltre alla

personalizzazione del design in base al supporto di destinazione, ossia stampa

o Web, potete anche creare progetti che contengano molteplici dimensioni di

layout. Ma ancora più importante, potete facilitare in modo significativo la

gestione del vostro contenuto mediante una sincronizzazione automatica tra

layout di simile o diverso tipo.

NOZIONI GENERALI SULLA SINCRONIZZAZIONE

L’editoria moderna dispone oggi di un’ampia varietà di canali per la distribu-


zione dei suoi contenuti editoriali. Giornali e riviste che una volta erano
disponibili soltanto in forma stampata, sono ora disponibili in stampa, sul
Web e in una varietà di altri formati basati su XML e destinati a dispositivi
come ad esempio telefoni cellulari. È da tenere presente inoltre che anche un
contenuto disponibile soltanto in forma stampata necessita a volte di una
diversificazione in base a diversi formati di output, ad esempio nel caso lo
stesso contenuto debba venire prodotto in un formato di carta U.S. Letter o A4.

Questa diversificazione dei formati di distribuzione è sicuramente positiva in


termini di diffusione delle informazioni ma crea inevitabilmente una serie di
complicazioni. Se vi è capitato di lavorare in un progetto il cui contenuto deve
essere mantenuto identico in molteplici locazioni, siete sicuramente consapevoli
del livello di rischio coinvolto. Come si può evitare che ad esempio la versione
stampata di un documento venga aggiornata, ma non la versione Web? La
coesistenza di due versioni diverse di un contenuto che dovrebbe essere
identico è decisamente poco professionale.

Il problema è dovuto parzialmente al fatto che le aziende usano diversi stru-


menti per produrre un contenuto destinato a diversi formati di distribuzione.
Anche nell’ambito di un gruppo di strumenti utilizzati per lo stesso tipo di
distribuzione, il problema può comunque esistere. Come evitare che la versione
di una lettera in formato U.S. Letter resti sincronizzata con la versione A4 quando
le due versioni esistono in file completamente distinti? Chiaramente quello

50 | CAPITOLO 2: SINCRONIZZAZIONE E CONTENUTO CONDIVISO


NOZIONI GENERALI SULLA SINCRONIZZAZIONE

che serve è uno strumento che consenti non solo di produrre un contenuto
destinato a molteplici formati di ouptut ma che consenta anche di sincronizzare
quel contenuto tra documenti di diverso tipo e dimensioni.

Per affrontare questo problema, QuarkXPress 7 include una serie di


funzionalità specifiche:

• Molteplici layout in singolo file di progetto: Un singolo file di progetto


QuarkXPress può contenere molteplici layout di stampa, molteplici pagine di
un sito Web o una combinazione di entrambi.
• Sincronizzazione: Questa funzionalità consente di collegare un contenuto
utilizzato in diverse località di un file progetto. Se una copia del contenuto
cambia, le altre copie vengono immediatamente e automaticamente aggiornate
per riflettere queste modifiche. Potete sincronizzare testo (con e senza format-
tazione), immagini, finestre, linee e aree di composizione (vedere il capitolo 8,
“Aree di composizione”).
• Visualizzazioni suddivise: Questa funzionalità consente di visualizzare diverse
parti di un progetto simultaneamente. Potete utilizzare questa funzionalità per
esaminare due pagine dello stesso layout o due layout completamente diversi o
perfino due tipi di visualizzazione diversi della stessa pagina. Utilizzando questa
funzionalità potete verificare immediatamente come le modifiche apportate in
un progetto incidano sulle altre parti del progetto.

Questo capitolo descrivo l’uso di queste funzionalità per assicurare non solo che
i materiali pubblicati siano della più alta qualità, ma anche che mantengano
una reciproca concordanza.

NOZIONI GENERALI SULLA LIBRERIA DI UN CONTENUTO CONDIVISO

Diverse persone interpretano la sincronizzazione in diversi modi. Se non avete


dimestichezza con le pagine master, potete presumere che la sincronizzazione
utilizzi la “versione master” di un oggetto al fine di determinare l’aspetto di
tutte le altre istanze di quell’oggetto. Oppure, potete presumere che quando due
oggetti vengono sincronizzati, una modifica apportata all’oggetto A aggiorni
automaticamente l’oggetto B e viceversa. Quale impostazione è corretta?

La risposta è che sono entrambe corrette. Per la maggior parte degli oggetti
sincronizzati, QuarkXPress mantiene una versione master ma archivia quella
versione in una parte invisibile del file del progetto chiamato libreria di contenuto
condiviso. Se apportate una modifica a un oggetto sincronizzato di un layout,
quella modifica viene scritta nella versione master conservata nella libreria di
contenuto condiviso e QuarkXPress aggiorna automaticamente tutte le copie
sincronizzate di quell’oggetto nel progetto per riflettere la modifica apportata.
Se quindi aggiornate l’oggetto A, l’oggetto B viene automaticamente aggiornato
grazie all’oggetto master conservato nella libreria di contenuto condiviso e se
aggiornate l’oggetto B, l’oggetto A viene egualmente aggiornato.

CAPITOLO 2: SINCRONIZZAZIONE E CONTENUTO CONDIVISO | 51


NOZIONI GENERALI SULLA LIBRERIA DI UN CONTENUTO CONDIVISO

La libreria di contenuto condiviso può comprendere immagini, finestre, linee,


testo formattato e non formattato, aree di composizione e altri oggetti che è
possibile vogliate riutilizzare o sincronizzare. Dopo aver creato uno di questi
oggetti, potete aggiungerlo alla libreria di contenuto condiviso e sincronizzarlo
(o “condividerlo”).
Progetto QuarkXPress
Libreria di Contenuto condiviso

Foto
Art. prinicpale Testata (immagine nella
(soltanto testo) (finestra di testo e testo)
finestra immagine)

Layout di stampa 1 Layout di stampa 2 Layout Web

Testata Testata Testata

Art. Art. Art. principale


princi- princi-
pale pale

La libreria di contenuto condiviso comprende testo, immagini, linee, aree di


composizione e oggetti che possono venire utilizzati in diversi layout nell’ambito
di un progetto. Quando modificate l’istanza di un oggetto conservato in una
libreria di contenuto condiviso, le istanze di quell’oggetto in tutti i layout vengono
automaticamente aggiornate in quanto sono collegate alla versione master della
libreria di contenuto condiviso.

Gli oggetti conservati nella libreria di contenuto condiviso vengono visualizzati


nella palette Contenuto condiviso. Da questa palette, potete duplicare e
sincronizzare quegli oggetti in diversi layout, come illustrato in precedenza.

Layout di stampa 1
Progetto QuarkXPress
Libreria di
TESTATA Contenuto condiviso
Art.
princi- Imma-
pale Art. prinicpale
gine
(soltanto testo)

Testata
(finestra di
testo e testo)
Layout Web 1

TESTATA Immagine
(Immagine
dell’articolo
principale nella
Immagine finestra
dell’immagine
articolo principal)
Art. principale

La palette Contenuto condiviso offre un accesso agli oggetti della libreria di


contenuto condiviso. In questo esempio, il “Layout di stampa 1” utilizza la
“Finestra immagine dell’articolo di copertina” e l’immagine in essa contenuta,
ma il “Layout Web 1” utilizza soltanto l’immagine (in una finestra immagine più
grande). Se l’immagine cambia in uno dei due layout, entrambi i layout vengono
automaticamente aggiornati.

52 | CAPITOLO 2: SINCRONIZZAZIONE E CONTENUTO CONDIVISO


NOZIONI GENERALI SULLA LIBRERIA DI UN CONTENUTO CONDIVISO

Nelle versioni precedenti di QuarkXPress, la libreria di contenuto condiviso


era chiamata “spazio indipendente dal layout”.

Non potete aggiungere un gruppo alla libreria di contenuto condiviso. Potete


tuttavia convertire un gruppo in un’area di composizione e quindi aggiungere
l’area di composizione alla libreria di contenuto condiviso. Per ulteriori
informazioni, vedere il capitolo 8, “Aree di composizione”.

CREAZIONE DI MOLTEPLICI LAYOUT IN UN SINGOLO PROGETTO

Per creare un singolo progetto con molteplici layout:

1 Scegliete (in Windows) o Archivio/ File Þ Nuovo Þ Progetto.

Utilizzate la finestra di dialogo Nuovo progetto per attivare molteplici layout del
progetto e per specificare le impostazioni per il primo layout.

2 Immettete un nome per il layout nel campo Nome del layout. Tenete presente
che il nome del layout è distinto dal nome del file del progetto. Un layout può
avere lo stesso nome di un progetto o un nome diverso.
3 Deselezionate Modalità Layout singolo.
4 Specificate i parametri del primo layout e fate clic su OK.
5 Scegliete Layout Þ Nome per visualizzare la finestra di dialogo Nuovo layout.
I controlli corrispondono a quelli della finestra di dialogo Nuovo progetto,
ad eccezione della casella di selezione Modalità Layout singolo. Specificate
nome, tipo di layout, dimensioni, orientamento, margini e colonne e fate
clic su OK.
6 Ripetete il punto 4 per ciascun layout che volete aggiungere al vostro progetto.
7 Scegliete Archivio/ File, immettete un nome per il progetto e scegliete
un percorso.

CAPITOLO 2: SINCRONIZZAZIONE E CONTENUTO CONDIVISO | 53


SINCRONIZZAZIONE DEL CONTENUTO

SINCRONIZZAZIONE DEL CONTENUTO

Potete sincronizzare oggetti, il contenuto di oggetti o entrambi. Ma potete


specificare le opzioni di sincronizzazione soltanto quando aggiungete un
oggetto o un contenuto alla palette Contenuto condiviso.

Per sincronizzare un testo e un contenuto e gli attributi della finestra di testo,


procedete come segue:

1 Visualizzate la palette Contenuto condiviso (menu Finestra).


2 Scegliete una finestra di testo.
3 Fate clic sul pulsante Nuovo della palette Contenuto condiviso per
visualizzare la finestra di dialogo Proprietà oggetto condiviso.

Utilizzate la finestra di dialogo Proprietà oggetto condiviso per sincronizzare il


contenuto esclusivamente o in congiunzione con gli attributi del contenuto
(come ad esempio i parametri della finestra e i tipi di stili applicati).

4 Selezionate Sincronizza attributi finestra. Vedere “Nozioni generali sulle


opzioni di sincronizzazione” più avanti, per informazioni su altre opzioni
disponibili per la finestra e il contenuto.
5 Selezionate Sincronizza il contenuto e fate clic su Contenuto e attributi.
6 Fate clic su OK e aggiungete la finestra di testo alla palette Contenuto condiviso.

54 | CAPITOLO 2: SINCRONIZZAZIONE E CONTENUTO CONDIVISO


SINCRONIZZAZIONE DEL CONTENUTO

Layout di stampa 1
Progetto QuarkXPress
Libreria di
TESTATA Contenuto condiviso
Art.
princi- Imma-
pale Art. prinicpale
gine
(soltanto testo)

Testata
(finestra di
testo e testo)
Layout Web 1

TESTATA Immagine
(Immagine
dell’articolo
principale nella
Immagine finestra
dell’immagine
articolo principal)
Art. principale

La palette Contenuto condiviso (menu Finestra) offre un accesso agli oggetti e


al contenuto della libreria di contenuto condiviso. In questo esempio, la finestra
della testata e il suo contenuto, il testo della storia di copertina e l’immagine della
storia di copertina sono sincronizzati in tutti e i layout. Se modificate il testo o
l’immagine in uno dei layout, il contenuto viene aggiornato automaticamente in
tutti gli altri layout.

Potete anche archiviare linee, percorsi di testo (con o senza testo e attributi
di testo) e finestre senza contenuto nella palette Contenuto condiviso per
risparmiare tempo quando dovete ricreare uno stile specifico.

Potete sincronizzare un testo all’interno della cella di una tabella, ma non


potete sincronizzare un’intera tabella o i suoi attributi.

NOZIONI GENERALI SULLE OPZIONI DI SINCRONIZZAZIONE

Quando aggiungete oggetti e contenuto alla palette Contenuto condiviso,


potete scegliere varie opzioni di sincronizzazione dalla finestra di dialogo
Proprietà oggetti condivisi.

Le scelte effettuate nella finestra di dialogo Proprietà oggetto condiviso deter-


minano l’uso della palette Contenuto condiviso, ossia se semplicemente a scopo
di archiviazione o anche per motivi di sincronizzazione.

CAPITOLO 2: SINCRONIZZAZIONE E CONTENUTO CONDIVISO | 55


NOZIONI GENERALI SULLE OPZIONI DI SINCRONIZZAZIONE

• Per sincronizzare il contenuto della finestra di testo, del percorso di testo o della
finestra immagine selezionati, senza sincronizzare la finestra o il percorso,
deselezionate Sincronizza attributi finestra e selezionate Sincronizza il
contenuto. Il testo sincronizzato in questo modo deve essere trascinato in
una finestra di testo o in un percorso e le immagini sincronizzate in questo
modo devono venire trascinate in una finestra immagine.
• Potete sincronizzare il testo o l’immagine con i relativi attributi (come ad
esempio, formattazione per il testo e ridimensionamento in scala, rotazione e
effetti per le immagini) facendo clic su Contenuto e attributi.
• Per sincronizzare il testo o l’immagine ma consentire modifiche univoche da
apportare agli attributi del contenuto, fate clic su Soltanto il contenuto. In
questo caso, il testo o l’immagine possono venire formattati in modo diverso in
diverse parti del progetto. Se però modificate il testo o aggiornate l’immagine
in un dato posto, quella modifica verrà duplicata ovunque.
• Per sincronizzare una finestra di testo, un percorso di testo o una finestra
immagine e i relativi attributi senza sincronizzare il contenuto, selezionate
Sincronizza attributi finestra e deselezionate Sincronizza il contenuto. Ad
esempio, supponiamo che applichiate queste selezioni a una finestra di testo
o immagine e che quindi trasciniate fuori da questa due copie della finestra
stessa. Se procedete a ridimensionare e ad aggiungere una cornice a una di
queste finestre, l’altra finestra viene automaticamente ridimensionata ed
acquisisce la stessa cornice. Potete tuttavia importare diversi contenuti in
ciascuna finestra.

Per sincronizzare gli attributi di un oggetto, di un contenuto e degli attributi


di un contenuto, selezionate Sincronizza attributi finestra e Sincronizza il
contenuto e fate quindi clic su Contenuto e attributi. Se sincronizzate due
finestre in questo modo, qualsiasi modifica apportata a una di queste viene
automaticamente applicata all’altra, incluse le modifiche apportate alle
dimensioni della finestra, al suo contenuto e alla sua formattazione.

SINCRONIZZAZIONE DI LINEE E FINESTRE SENZA CONTENUTO


Quando aggiungete una linea o una finestra senza contenuto alla palette
Contenuto condiviso, potete assegnare un nome a tali oggetti. Modifiche
apportate successivamente a qualsiasi istanza di quegli oggetti vengono
applicate a tutte le istanze.

Utilizzate la finestra di dialogo Proprietà oggetto condiviso per le linee e per le


finestre senza contenuto (Oggetti Þ Contenuto Þ Nessuno).

56 | CAPITOLO 2: SINCRONIZZAZIONE E CONTENUTO CONDIVISO


NOZIONI GENERALI SULLE OPZIONI DI SINCRONIZZAZIONE

SINCRONIZZAZIONE DI UN CONTENUTO PROTETTO


Le impostazioni di protezione degli oggetti vengono mantenute anche nel
caso di oggetti sincronizzati. Ad esempio, se scegliete Oggetti Þ Proteggi Þ
Proteggi contenuto immagine per il contenuto di una finestra immagine e
sincronizzate quindi la finestra immagine, il suo contenuto e gli attributi
del suo contenuto, l’immagine rimarrà protetta quando collocate copie
della finestra sincronizzata. In altre parole, non potete importare un testo o
delle immagini o comunque sostituire il contenuto delle copie sincronizzate.
Se proteggete la posizione di un oggetto (Oggetto Þ Proteggi Þ Proteggi la
posizione) e aggiungete quindi l’oggetto alla palette Contenuto condiviso,
dopo averlo trascinato in una pagina del layout non potrete più spostarlo.
Se eliminate la protezione alla posizione di un oggetto o a un contenuto, la
protezione verrà eliminata da tutte le istanze.

COLLOCAZIONE DI OGGETTI E CONTENUTO SINCRONIZZATI

Per utilizzare un oggetto sincronizzato, potete trascinarlo dalla palette


Contenuto condiviso nel layout della pagina. Per utilizzare tuttavia un
contenuto sincronizzato senza la propria finestra o il suo percorso, avete
bisogno di una finestra immagine, di una finestra di testo o di un percorso di
testo che possano contenerlo.

COLLOCAZIONE DI UN OGGETTO SINCRONIZZATO


Per inserire un oggetto sincronizzato, procedete come segue:

1 Selezionate la voce dell’oggetto nella palette Contenuto condiviso.


2 Trascinate la voce dalla palette Contenuto condiviso nella pagina.

COLLOCAZIONE DI UN CONTENUTO SINCRONIZZATO


Per collocare un contenuto sincronizzato:

1 Selezionate una finestra di testo, un percorso di testo o una finestra immagine.


2 Selezionate la voce del contenuto di testo o di immagine dalla palette
Contenuto condiviso e fate clic su Inserisci .

Tenete presente che le maniglie di ridimensionamento dell’oggetto cambiano


in simboli di sincronizzazione .

Potete anche trascinare la voce del testo o dell’immagine dalla palette


Contenuto condiviso in una finestra di testo, percorso di testo o finestra
immagine attivi.

CAPITOLO 2: SINCRONIZZAZIONE E CONTENUTO CONDIVISO | 57


COLLOCAZIONE DI OGGETTI E CONTENUTO SINCRONIZZATI

Se avete condiviso un oggetto e il suo contenuto, potete fare clic sul simbolo di
espansione a sinistra del nome dell’oggetto nella palette Contenuto condiviso
per visualizzare il contenuto dell’oggetto e quindi trascinare il contenuto
dell’oggetto in una finestra immagine, finestra di testo o percorso di testo
contenuti nel layout.

Se inserite un contenuto sincronizzato in una finestra o in un percorso che


dispone già di un contenuto, viene visualizzato un messaggio di avvertenza
che il contenuto precedente verrà sostituito.

Per osservare come un contenuto sincronizzato venga aggiornato


simultaneamente, vedere “Molteplici visualizzazioni del layout” più avanti
in questo capitolo.

IMPORTAZIONE DI UN CONTENUTO IN UNA LIBRERIA DI


CONTENUTO CONDIVISO

Oltre ad importare un testo o delle immagini in finestre di testo o di immagine,


potete utilizzare due modalità per l’importazione di un contenuto direttamente
nella palette Contenuto condivisa.
Per importare un contenuto utilizzando la finestra di dialogo Impostazione
di collaborazione:

1 Con un layout attivo, scegliete Archivio/File Þ Impostazioni di collaborazione.


2 Fate clic sulla scheda Contenuto.
3 Fate clic su Importa immagine o su Importa testo.
4 Navigate al file delle preimpostazioni e fate clic su Apri.
Il contenuto importato viene visualizzato nella scheda Contenuto della
finestra di dialogo Impostazione di collaborazione e nella palette Contenuto
condiviso. Se trascinate un’immagine importata in questo modo nel vostro
layout dalla palette Contenuto condiviso, il nome dell’immagine e il percorso
verranno visualizzati nella finestra di dialogo Utilizzo (menu Utilità).

Per importare un contenuto, usando il pulsante Sfoglia, nella palette


Contenuto condiviso procedete come segue:

1 Selezionate la voce di un’immagine o di un testo dalla palette


Contenuto condiviso.

In alcuni casi, questi potrebbero essere una finestra immagine vuota, un finestra
di testo o un percorso di testo per i quali era stato selezionato Sincronizza il
contenuto nella finestra di dialogo Proprietà dell’oggetto condiviso. Vedere
“Sincronizzazione contenuto” più sopra.

58 | CAPITOLO 2: SINCRONIZZAZIONE E CONTENUTO CONDIVISO


IMPORTAZIONE DI UN CONTENUTO IN UNA LIBRERIA DI CONTENUTO CONDIVISO

2 Fate clic su Sfoglia.


3 Navigate al file di testo o di immagine che volete utilizzare e fate clic su Apri.
Il nuovo file di testo o di immagine condiviso riempie il percorso o la finestra di
testo vuoti oppure il nuovo contenuto sostituisce tutte le istanze del contenuto
precedentemente condiviso.

Il testo importato con questo metodo, viene incorporato nel file del progetto;
non viene mantenuto alcun collegamento con il file di testo d’origine. Le
immagini importate con questo metodo, possono venire visualizzate e
aggiornate nel riquadro Immagini della finestra di dialogo Utilizzo.

MOLTEPLICI VISUALIZZAZIONE DI UN LAYOUT

Con QuarkXPress 7, potete aprire simultaneamente molteplici visualizzazioni


di un layout e potete vedere le modifiche apportate simultaneamente a tutte le
visualizzazioni. Potete suddividere molteplici visualizzazioni in senso verticale
o orizzontale all’interno di una finestra di progetto oppure potete creare nuove
finestre che possono venire ridimensionate e riposizionate ma che mostrano lo
stesso progetto come le altre visualizzazioni.
Con le versioni precedenti di QuarkXPress, gli utenti dovevano utilizzare lo zoom
di riduzione per vedere l’intera composizione e usare lo zoom di ingrandimento
per vedere tutti i dettagli. Con la funzionalità di visualizzazione di molteplici
layout in QuarkXPress 7, potete evidenziare i dettagli a un’alta percentuale di
ingrandimento e nello stesso tempo osservare l’effetto visivo globale. Potete
anche verificare come le modifiche incidano sui diversi layout del vostro
progetto (senza alternare le visualizzazioni).

SUDDIVISIONE DI UNA VISUALIZZAZIONE


Se volete vedere molteplici layout in una singola finestra di progetto, potete
orientare le varie visualizzazioni orizzontalmente o verticalmente e potete
ridimensionarle in modo indipendente una dall’altra dopo aver scelto un
determinato tipo di visualizzazione.
1 Con il progetto che contiene tre layout aperti, scegliete Finestra Þ
Finestra suddivisa Þ Orizzontale.

CAPITOLO 2: SINCRONIZZAZIONE E CONTENUTO CONDIVISO | 59


MOLTEPLICI VISUALIZZAZIONE DI UN LAYOUT

Potete confrontare molteplici visualizzazioni all’interno di una finestra di progetto


singolo. La finestra superiore mostra Visualizza Þ Pagina intera e la finestra
inferiore mostra Visualizza Þ Dimensioni reali.

2 Fate clic sulla finestra inferiore e scegliete Finestra Þ


Finestra suddivisa Þ Verticale.
3 Visualizzate un layout nella finestra superiore, un secondo layout nella finestra
inferiore sinistra e un terzo layout nella finestra inferiore destra.
4 Scegliete Visualizza Þ Pagina intera per una finestra, Visualizza Þ 75% per
un’altra finestra e Visualizza Þ 200% per la terza.

Potete suddividere le finestre orizzontalmente e verticalmente nell’ambito della


stessa finestra di progetto.

60 | CAPITOLO 2: SINCRONIZZAZIONE E CONTENUTO CONDIVISO


MOLTEPLICI VISUALIZZAZIONE DI UN LAYOUT

5 Se il vostro layout contiene un’immagine non protetta, spostatela semplicemente


all’interno della sua finestra. Potrete osservare il movimento che si verifica in
tutte e tre le finestre.
6 Per cambiare le dimensioni delle due visualizzazioni, trascinate la barra di
separazione situata tra di loro.

Sebbene non possiate modificare una visualizzazione suddivisa orizzontal-


mente in una visualizzazione suddivisa verticalmente, potete suddividere le
singole visualizzazioni.
Potete chiudere le visualizzazioni suddivise con un’unica operazione,
scegliendo Finestra Þ Finestra suddivisa Þ Elimina tutto.
Potete suddividere orizzontalmente una visualizzazione facendo clic sulla
piccola casella sopra la barra di scorrimento verticale. Potete anche suddividere
verticalmente una visualizzazione facendo clic sulla piccola casella a destra
della barra di scorrimento orizzontale.

Potete utilizzare le barre di separazione orizzontali e verticali per suddividere le


finestre in senso orizzontale e verticale.

CAPITOLO 2: SINCRONIZZAZIONE E CONTENUTO CONDIVISO | 61


MOLTEPLICI VISUALIZZAZIONE DI UN LAYOUT

CREAZIONE DI UNA VISUALIZZAZIONE IN UNA NUOVA FINESTRA


Potete creare una finestra separata per aprire una nuova visualizzazione.

1 Attivate una delle finestre del layout.


2 Scegliete Finestra Þ Nuova finestra.
La nuova finestra del progetto diventa attiva. Se il progetto contiene molteplici
layout, l’area inferiore del menu Finestra indica “<Nome del progetto: Nome
del layout>” per identificare quella visualizzazione particolare.

Sebbene possa sembrare che le visualizzazioni della nuova finestra mostrino file
separati, sono soltanto provvisorie. Ossia, non sarà possibile salvare queste
visualizzazione per condividerle con altri utenti. Quando chiudete il progetto,
la visualizzazione non viene salvata.

SINCRONIZZAZIONE CON LE AREE DI COMPOSIZIONE

Come avete già imparato da questo capitolo, potete usare la palette Contenuto
condiviso per sincronizzare testo e altri tipi di contenuto all’interno di un
progetto. Potete tuttavia anche utilizzare la palette Contenuto condiviso per
sincronizzare un’area di composizione, ossia un layout oppure un’area definita
dall’utente nell’ambito di un progetto, che può essere condivisa con altri utenti
QuarkXPress. Per informazioni sulla sincronizzazione di un contenuto tra vari
progetti, vedere il capitolo 8, “Aree di composizione”.

62 | CAPITOLO 2: SINCRONIZZAZIONE E CONTENUTO CONDIVISO


NOZIONI DI BASE SUI LAYOUT WEB

Capitolo 3: Layout Web


QuarkXPress è ed è sempre stato l'applicativo di scelta dei creatori di documenti

destinati alla stampa. Con la versione 5, QuarkXPress aveva già aggiunto

funzionalità che consentivano ai designer di creare pagine Web con gli stessi

strumenti utilizzati per la crezione di progetti stampati nonché di convertire

layout di stampa in layout Web (e viceversa). Con la versione 6 di QuarkXPress,

i grafici di layout potevano sincronizzare il contenuto di un layout di stampa

con il contenuto di un layout Web nell'ambito dello stesso progetto. Ora, con

la versione 7, QuarkXPress arricchisce sempre di più la qualità dei layout Web

esportati e aggiunge una funzionalità per l'importazione in formato Flash® (SWF)


consentendo ai grafici di layout di creare pagine Web visivamente più attraenti

e sempre più interattive.

NOZIONI DI BASE SUI LAYOUT WEB

Oltre ai layout di stampa e QuarkXPress supporta i layout Web che potete


esportare per creare delle pagine Web in HTML. QuarkXPress offre una serie
di strumenti per la creazione di pagine Web, tra cui rollover, mappe di imma-
gine, menu e CSS oltre ai componenti standard delle pagine Web come link
ipertestuali. Qualunque cosa potete fare in una pagina Web, potete ora farlo
in QuarkXPress.
QuarkXPress offre inoltre tre funzionalità che non sarà facile trovare in altri
ambienti di authoring di pagine Web.
• Potete creare automaticamente versioni rasterizzate e completamente anti-
alias del testo di una pagina, con la possibilità quindi di mantenere tutte le
caratteristiche tipografiche più potenti di QuarkXPress quando portate un
layout sul Web.
• Potete creare automaticamente versioni rasterizzate degli elementi grafici della
pagina, tra cui immagini, finestre, linee e testo su un percorso. Ciò significa
che gli elementi grafici non avranno bordi scalettati e l’utente finale della
pagina Web vedrà gli stessi elementi che vedete voi nell’ambiente di design.
• Potete usare le funzionalità a voi famigliari di QuarkXPress per costruire le
vostre pagine e non dovrete quindi imparare ad usare strumenti di linguaggio
HTML né avrete mai bisogno di vedere un codice scritto in HTML. Potete
semplicemente creare ciascuna pagina esattamente come la volete e quindi
esportarla come file HTML.

CAPITOLO 3: LAYOUT WEB | 63


NOZIONI DI BASE SUI LAYOUT WEB

Detto questo, è da notare che esistono differenze significative tra il design desti-
nato al Web e un design destinato alla stampa ed occorre tenerle presenti. Questa
sezione offre informazioni su ciò che è applicabile e non applicabile a un layout
Web, oltre ad esempi su come potete efficacemente creare dei layout Web.

CHE COS’È IL LAYOUT WEB?


Il layout Web è un tipo di layout QuarkXPress particolare che potete usare
per creare file HTML. Il layout Web non è un documento HTML in quanto
non viene memorizzato in un formato HTML, ma viene invece memorizzato
come layout di un progetto QuarkXPress. Per creare una versione HTML di un
layout Web, dovete esportare i layout Web in formato HTML.
QUAL È LA DIFFERENZA TRA UN LAYOUT WEB E UN LAYOUT DI STAMPA?
Il layout Web di QuarkXPress funziona in modo diverso da un layout di Stampa
di QuarkXPress in quanto HTML ha determinati punti di forza e limitazioni che
i layout di stampa non hanno. Ad esempio, il trapping non ha alcun senso per
una pagina creata per una visualizzazione su monitor. E i rollover non hanno
alcun senso nei layout di stampa in quanto non potete far “scorrere” il cursore
sopra un pezzo di carta.
Ci sono anche altre differenze. In un layout di stampa, potete specificare
esattamente dove volete collocare una finestra di testo, quanto grande deve
essere ed esattamente quali font deve usare. Ma l’acquisizione di questo tipo
di precisione è piuttosto difficoltosa in un layout Web in quanto HTML è
stato creato con l’intento di mantenere la massima flessibilità. Ad esempio,
il concetto di “dimensioni della pagina” non esiste in una pagina Web in
quanto gli utenti finali possono modificare le dimensioni delle finestre dei
loro browser Web. Inoltre non c’è modo di sapere se gli utenti finali del Web
avranno disponibili le stesse font di cui disponete voi sul vostro computer.
Fortunatamente QuarkXPress consente di risolvere facilmente queste restrizioni.
Quando create un layout in QuarkXPress, le dimensioni della pagina sono esat-
tamente quelle create in QuarkXPress (a meno che diversamente specificato)
e potete mantenere la qualità tipografica acquisita in QuarkXPress usando
finestre di testo rasterizzate (ossia finestra di testo convertite in immagini -
vedere “Utilizzo degli elementi grafici” più avanti in questo capitolo). L’uso
di finestre di testo raster vi consente di conservare non soltanto le font ma
anche effetti tipografici come ad esempio kerning e interlinea,
Ciò potrebbe far pensare che è necessario convertire tutte le finestre di testo
in finestre di immagine raster per poter mantenere lo stesso effetto visivo della
pagina. Ma questo tipo di conversione potrebbe comportare un incremento
drammatico dei tempi di scaricamento da parte dell’utente finale. Inoltre, se
non convertite una finestra di testo in un’immagine, potrete trarre vantaggio
dalle funzionalità offerte per i testi in HTML sui quali è possibile condurre
ricerche e che possono essere ingranditi o ridotti a seconda delle preferenze
dell’utente finale. Il testo HTML può anche essere letto da browser che non
supportano immagini.

64 | CAPITOLO 3: LAYOUT WEB


NOZIONI DI BASE SUI LAYOUT WEB

PROVE DEI LAYOUT WEB


Prima di pubblicare una pagina sul Web, è consigliabile sottoporre la pagina a
dei test con diversi browser e diversi computer. La prova di uno scaricamento
a bassa velocità può dare un’idea di quello che l’utente dovrà affrontare quando
dispone di connessioni lente.

LAYOUT WEB IN AZIONE


Questa sezione vi mostrerà la sequenza delle operazioni da eseguire in un
progetto che usa un layout Web. Non preoccupatevi se alcuni dettagli non
sono facilmente comprensibili; verranno infatti descritti più estesamente
nelle sezioni successive del capitolo. Questa sezione intende dare soltanto
un’idea generale di come e perché potreste voler creare un layout Web.

Supponiamo che Paolo sia incaricato della pubblicità di un gruppo musicale.


Il gruppo musicale vuole avere un sito Web che includa i seguenti elementi:

• Una pagina principale di forte impatto visivo


• Una pagina contenente il programma della tournée del gruppo
• Una pagina contenente un elenco dei CD prodotti dal gruppo
• Una pagina contenente informazioni sul gruppo musicale, con una pagina
dedicata a ciascun musicista parte del gruppo
• Un modulo che i visitatori del sito possono riempire se vogliono prenotare il
gruppo per una rappresentazione

Supponiamo che il gruppo possieda già un’identità visiva che vuole usare sulla
pubblicità stampata (che naturalmente viene prodotta utilizzando QuarkXPress).
Qual è il miglior modo in cui Paolo può costruire questo sito per il
gruppo musicale?

Paolo apre per prima cosa un layout di stampa creato in QuarkXPress che
include l’identità visiva del gruppo e crea una copia di questo layout in un
layout Web scegliendo Layout Þ Duplica. Utilizza la finestra di dialogo
Duplica il layout per specificare una larghezza di pagina di 600 pixel e
sceglie uno dei colori del brand del gruppo, Nero, come colore di sfondo.

CAPITOLO 3: LAYOUT WEB | 65


NOZIONI DI BASE SUI LAYOUT WEB

Quando il layout viene visualizzato, anziché il contorno di una pagina, Paolo


vede una linea blu sul lato destro dello schermo che indica la posizione della
linea di guida di 600 pixel. Vede anche una nuova serie di strumenti Web
disponibili in una nuova barra degli strumenti posta sotto la barra degli
strumenti originale.

Paolo regola ora il layout in modo che possa essere visualizzato da un browser
Web e costruisce la pagina principale del sito Web del gruppo.

66 | CAPITOLO 3: LAYOUT WEB


NOZIONI DI BASE SUI LAYOUT WEB

Procede quindi con le seguenti operazioni:

• Si accerta che le finestre contenenti “Wendigo” e “Blonde” siano finestre di


testo raster che consentano una visualizzazione accurata del logo del gruppo.

• Disegna quindi una finestra blu che contiene la parola “Navigate” e crea quindi
un menu di navigazione utilizzando Comp./Modifica Þ Menu sovrapposti.
Paolo associa quindi il menu di navigazione alla finestra “Navigate” in modo che
i fan del gruppo possano spostarsi facilmente all’interno delle pagine del sito.

CAPITOLO 3: LAYOUT WEB | 67


NOZIONI DI BASE SUI LAYOUT WEB

• Aggiunge quindi dei rollover che collegano alle stesse pagine nel caso i fan del
gruppo preferiscano usare la pagina principale come base per la navigazione.

• Costruisce una pagina contenete un modulo HTML che consente ai visitatori del
sito interessati a prenotare il gruppo, di inviare le loro informazioni di contatto.

• Crea quindi una serie di meta tag che consentono ai motori di ricerca del Web
di trovare la pagina del gruppo e di riprodurne la descrizione.

68 | CAPITOLO 3: LAYOUT WEB


NOZIONI DI BASE SUI LAYOUT WEB

Terminate queste operazioni, Paolo esporta il layout Web come una serie di
pagine e immagini HTML, le carica sul suo server e il sito Web del gruppo è
completo. Paolo non è stato esposto neppure una volta al linguaggio HTML.

GESTIONE DEI LAYOUT WEB

Questa sezione descrive le operazioni di base per la creazione dei layout Web.
Alcune sezioni successive descrivono come usare funzionalità avanzate come
link ipertestuali, rollover e moduli.

CREAZIONE DI UN LAYOUT WEB


Le operazioni che seguono descrivono la procedura da adottare per la creazione
di un layout Web.

1 Per prima cosa, eseguite una delle operazioni seguenti:


• Per creare un layout Web come il primo layout di un progetto, scegliete
Archivio/File Þ Progetto.
• Per creare un layout Web come un nuovo layout di un progetto esistente, aprite
il progetto e scegliete Layout Þ Nuovo.
• Per creare un layout Web basato su un layout esistente, aprite il layout e scegliete
Layout Þ Duplica.

Viene visualizzata la finestra di dialogo Nuovo progetto, Nuovo layout


o Duplica layout (sono tutte essenzialmente le stesse).

CAPITOLO 3: LAYOUT WEB | 69


GESTIONE DEI LAYOUT WEB

Potete configurare un nuovo layout Web nella finestra di dialogo Nuovo progetto.

2 Scegliete Web dal menu a comparsa Tipo di layout.


3 Per usare un testo e dei colori di sfondo diversi da quelli di default di una pagina
Web, scegliete le opzioni disponibili dai menu a comparsa dell’area Colori.
4 Specificate la larghezza di una pagina adottando uno dei metodi seguenti:
• Per creare una pagina con larghezza fissa (indipendentemente dalla finestra del
browser usato) immettete un valore nel campo Larghezza pagina e lasciate
deselezionata l’opzione Pagina a larghezza variabile.
• Per rendere la larghezza della pagina adattabile alla larghezza della finestra
del browser usato, selezionate Pagina a larghezza variabile ed immettete dei
valori per Larghezza (in modo da definire la posizione della guida verticale
che indica la fine della pagina) e Minimo (in modo da definire la larghezza
minima consentita per la pagina). Quando si crea la pagina, occorre indicare le
finestre di testo la cui larghezza viene automaticamente adattata alle dimensioni
della finestra del browser selezionando Oggetti Þ Modifica Þ Testo Þ
Pagina a larghezza variabile.

5 Per definire l’immagine di sfondo della pagina, selezionate Immagine di


sfondo, fate clic su Seleziona per specificare il file di immagine che volete
applicare allo sfondo e scegliete un’opzione dal menu a comaprsa Ripeti.
(Quando esportate la pagina, l’immagine di sfondo verrà copiata nella
posizione di esportazione.)

6 Fate clic su OK.

70 | CAPITOLO 3: LAYOUT WEB


GESTIONE DEI LAYOUT WEB

GESTIONE DELLE FINESTRE DI TESTO


I layout Web supportano due tipi di finestre di testo:

• Finestre di testo raster: Le finestre di testo raster hanno disponibile la casella di


selezione Converti in immagine all’esportazione, selezionata nella finestra
di dialogo Modifica (menu Oggetti). Le finestre di testo raster assumono un
ottimo aspetto visivo in una pagina esportata in quanto vengono convertite
in immagini all’atto dell’esportazione (come indicato dalle piccole icone a forma
di macchina fotografica negli angoli superiori destri) ma il loro contenuto
non è modificabile o ricercabile dall’utente finale. Si consiglia di utilizzare le
finestre di testo quando la duplicazione accurata di un design è essenziale.
Per informazioni sul formato in cui le finestre di testo raster possono venire
esportate, vedere “Utilizzo degli elementi grafici” più avanti in
questo capitolo.
• Finestre di testo HTML: Le finestre di testo HTML hanno la caselle di selezione
Converti in immagine all’esportazione deselezionata nella finestra di dialogo
Modifica (menu Oggetti). Le finestre di testo HTML sono selezionabili e ricer-
cabili in una pagina Web esportata ma possono usare soltanto font installate nel
computer dell’utente finale. Nella fase di creazione di una pagina, potete usare
le vostre font preferite in una finestra di testo HTML ma non potete essere certi
che quella font verrà visualizzata nel browser dell’utente finale. Utilizzate
finestre di testo HTML se la ricerca e la selezione del testo è più importante
del suo aspetto visivo.

Le finestre di testo HTML hanno le limitazioni seguenti:

• Le finestre di testo HTML devono essere rettangolari. Una finestra di testo


HTML non rettangolare viene convertita in un’immagine grafica all’atto
dell’esportazione.
• Le finestre di testo HTML non possono essere ruotate.
• Le finestre di testo HTML possono contenere colonne ma le colonne verranno
convertite in una tabella HTML quando il layout Web viene esportato.
• Non potete ridimensionare (allargare) una finestra di testo HTML senza tener
conto delle proporzioni.
• Non potete applicare dimensioni frazionali a un testo contenuto in una finestra
di testo HTML.
• Il testo di una finestra HTML circonderà un oggetto posto davanti alla finestra
nella pagina esportata ma soltanto se questo oggetto non copre completamente
la finestra di testo HTML. Se la finestra di testo HTML è completamente coperta,
si comporterà come se l’opzione di scorrimento del testo intorno all’oggetto
posto davanti ad essa fosse impostata su Nessuno.
• Non potete collegare finestre di testo HTML da una pagina all’altra.

CAPITOLO 3: LAYOUT WEB | 71


GESTIONE DEI LAYOUT WEB

Le funzionalità descritte di seguito non sono disponibili in finestre di


testo HTML.

• Allineamento forzato o giustificato


• Specifiche di sillabazione e giustificazione (SG)
• Rientro di prima riga
• Blocco alla griglia della linea di base
• Tabulazioni
• Impostazioni di Prima linea di base e Max tra i paragrafi
• Spostamento linea di base
• Kerning e tracking
• Scala orizzontale e verticale
• Tipi di stile Bordato, Ombreggiato, Maiuscoletto, Superiore e
Parola sottolineata
• Capovolgimento orizzontale e verticale

Se volete usare una di queste impostazioni in una finestra di testo HTML, scegliete
Oggetti Þ Modifica e selezionate Converti in immagine all’esportazione per
convertire la finestra di testo HTML in una finestra raster.

UTILIZZO DELLE FAMIGLIE DI FONT CSS


Lo standard CSS (fogli di stile sovrapposti) rende possibile creare della famiglie
di font, ossia gruppi di font che possono venire associati a un testo contenuto
in finestre di testo HTML. L’idea di base delle famiglie di font è la seguente:
quando la pagina viene caricata, il browser cerca di visualizzare il testo con la
prima font della famiglia di font ad esso applicata. Se quella font non esiste sul
computer dell’utente finale, il browser cerca la font successiva della famiglia. Se
nessuna delle font della famiglia è utilizzabile, il browser cerca la font “generica”
di quella famiglia (ossia “Serif” e “Sans Serif”) e utilizza quel tipo di font.

Le famiglie di font sono utili in quanto danno la possibilità di esercitare un


certo controllo sulle font che verranno utilizzate per visualizzare le pagine
create in quanto non è certo possibile controllore la scelta delle font installate
nel computer dell’utente finale. Normalmente una famiglia di font inizia con
una font molto specifica (come ad esempio Agency FB), elenca quindi alcune
font simili ma più comuni che sono generalmente disponibili nella maggior
parte delle piattaforme (come ad esempio Arial e Helvetica) e termina quindi
con una font “generica”: Serif, Sans-serif, Cursive, Fantasy o Monospace. Non
potete determinare esattamente la font generica che verrà utilizzata, ma potete
almeno definire il tipo di font generica che volete.

72 | CAPITOLO 3: LAYOUT WEB


GESTIONE DEI LAYOUT WEB

Per creare una famiglia di font (CSS – Cascading Style Sheet), procedete
come segue:
1 Scegliete Comp./Modifica Þ Famiglie font del CSS. Viene visualizzata la
finestra di dialogo Famiglie font.

Definite le famiglie di font desiderate nella finestra di dialogo Famiglie font.

2 Fate clic su Nuovo. Viene visualizzata la finestra di dialogo Modifica la


famiglia font.

Potete indicare quali font sono membri di una famiglia di font utilizzando la
finestra di dialogo Modifica famiglia font.

3 Scegliete una font generica dal menu a comparsa Font generica.


4 Per aggiungere font alla famiglia font, utilizzate gli appositi pulsanti a freccia.
Utilizzate i pulsanti Sposta in alto e Sposta in basso per modificare le priorità
di font di una data famiglia (quelle più in alto nell’elenco hanno una
priorità maggiore).
5 Fate clic su OK.
Per usare una famiglia di font, applicate semplicemente la prima font della
famiglia di font ad una finestra di testo HTML. Quando il file viene esportato,
la famiglia di font appropriata viene automaticamente applicata al testo.

CAPITOLO 3: LAYOUT WEB | 73


GESTIONE DEI LAYOUT WEB

UTILIZZO DEGLI ELEMENTI GRAFICI


Quando esportate un layout Web, gli oggetti che seguono vengono convertiti
in immagini, in un formato adatto ad una visualizzazione sul Web:

• Finestre contenenti immagini importate


• Linee
• Testo su un percorso
• Nessuna finestra (Oggetti Þ Contenuto Þ Nessuno)
• Finestre vuote
• Tabelle per le quali le opzioni Oggetti Þ Modifica Þ Tabella Þ
Converti la tabella in immagine all’esportazione sono selezionate.

Potete regolare questa conversione utilizzando la scheda Esporta della finestra


di dialogo Modifica.

Potete definire le opzioni di immagini, finestre di testo raster e altri elementi


grafici dalla scheda Esporta della finestra di dialogo Modifica.

Per configurare un elemento grafico per l’esportazione, procedete come segue:

1 Scegliete Oggetti Þ Modifica e andate alla scheda Esporta.


2 Per specificare un nome diverso per l’immagine esportata, immettete il nome
nel campo Nome file. Ad esempio, se il nome del file originale contiene degli
spazi, potete specificare un nome senza gli spazi.
3 Scegliete un’opzione dal menu a comparsa Esporta come.
• GIF (Graphics Interface Format) è un formato indicizzato con colore, più adatto
alle immagini con colori interi e a finestre di testo contenenti elementi grafici.
GIF è supportato da quasi tutti i browser.
• JPEG (joint Photographic Experts Group) è più adatto alle immagini fotogra-
fiche. Per il formato JPEG, quando si sceglie un’opzione dal menu a comparsa
Qualità immagine, tenete presente che una più alta qualità significa anche un
file di dimensioni più grandi. JPEG è supportato da quasi tutti i browser.

74 | CAPITOLO 3: LAYOUT WEB


GESTIONE DEI LAYOUT WEB

• SWF (Flash) è il formato più indicato se l’immagine contenuta nella finestra


immagine è un file SWF importato o una zona di composizione contenente
un layout Interattivo. Tenete presente che per visualizzare l’immagine SWF,
l’utente finale deve avere installato il plug-in Flash. Tenete presente che per
utilizzare questa opzione dovete aver caricato il software SWF Filter XTensions e
il software SWF Toolkit XTensions.
• PNG (Portable Network Graphics) è molto flessibile e supporta sia i colori
indicizzati (come GIF) e il colore vero e proprio (come JPEG). Tenete presente
che, al contrario dei formati JPEG e GIF, PNG non è supportato da tutti i
browser Web. Tenete presente che per utilizzare questa opzione dovete aver
caricato il software PNG Filter XTensions.

Le opzioni disponibili per questi formati sono le seguenti (non tutte le opzioni
sono disponibili per ogni formato):

• Usa intensità graduata: Migliora la visualizzazione delle immagini con


gradazioni del colore consentendo quindi l’uso di colori non disponibili
nella palette di colori Colori adatti per il Web.
• Usa interlacciamento: Consente una visualizzazione graduale dell’immagine
nel browser.
• Progressivo: Consente una visualizzazione graduale dell’immagine nel browser.
• Palette: Indica i colori che possono essere applicati all’immagine esportata.
Scegliete Colori adatti per il Web per usare soltanto colori supportati da tutti
i browser, Windows per usare soltanto colori supportati sui monitor da 256
colori di Windows, Mac OS per usare soltanto colori supportati sui monitor
da 256 colori di Mac OS o Adattabile per una visualizzazione ottimale
(opzione consigliata).

4 Per specificare una directory di destinazione per i file di immagine esportati,


immettete un valore nel campo Esporta in.

5 Immettete una breve descrizione o un nome per l’immagine nel campo Testo
alternativo. Questo valore viene visualizzato quando l’immagine non può
essere caricata e quando l’utente finale porta il mouse sopra l’immagine.
Questo valore può anche essere letto dai browser non visivi.
IMPORTAZIONE DI UN FILE IN FORMATO FLASH (SWF)
Oltre ad importare immagini in tutti i formati supportati dai layout di stampa,
potete anche importare file in formato Flash (SWF). Quando esportate un layout
contenente un file Flash importato, il file Flash viene copiato nel punto di
esportazione e viene visualizzato come parte della pagina HTML esportata.

Tenete presente che per utilizzare questa funzionalità dovete aver caricato il
software SWF Filter XTensions e il software SWF Toolkit XTensions.

CAPITOLO 3: LAYOUT WEB | 75


GESTIONE DEI LAYOUT WEB

CONVERSIONE NEI E DAI LAYOUT WEB


Per convertire un layout di Stampa o un layout Interattivo in un layout Web,
aprite il layout e scegliete Layout Þ Duplica e scegliete quindi Web dal menu
a comparsa Tipo di layout.

Quando convertite un layout di Stampa in un layout Web, si verificano le


seguenti modifiche:

• La casella di selezione Converti in immagine all’esportazione è selezionata


per tutte le finestre di testo. Se deselezionate questa opzione e convertite la
finestra in una finestra di testo HTML, tutte le tabulazioni vengono convertite
in spazi.
• Le finestre di testo collegate e contenute nelle pagine affiancate, vengono
visualizzate come finestre di testo separate sulla stessa pagina.

Gli attributi dei fogli di stile non supportati nelle finestre di testo HTML
vengono contrassegnati con un asterisco (*) nella finestra di dialogo
Modifica fogli di stile Comp./Modifica Þ Fogli di stile).

Quando convertite un layout Web in un layout di Stampa, si verificano le


seguenti modifiche:

• Le finestre di testo HTML e raster vengono visualizzate come finestre di testo.


• Le finestre dei moduli in HTML e i moduli vengono eliminati.
• I rollover e le mappe delle immagini vengono convertiti in immagine normali.

LINK IPERTESTUALI

Il link ipertestuale è un elemento della pagina Web su cui l’utente può fare clic
nel browser per ottenere uno dei risultati seguenti:

• Passare a un’altra pagina Web dello stesso sito Web o di un sito diverso
• Passare a una sezione diversa della pagina aperta
• Scaricare un file
• Aprire un messaggio e-mail da inviare

I link ipertestuali funzionano tramite gli URL (Uniform Resource Locators).


Ciascun URL punta ad una risorsa specifica. Tale risorsa potrebbe essere una
pagina Web, un’area particolare di una pagina Web, un file o anche un indirizzo
e-mail. Per creare un link ipertestuale, occorre soltanto associare un URL ad un
elemento su cui l’utente può fare clic nella pagina. Quando l’utente fa clic,
il browser apre la risorsa a cui l’URL punta.

76 | CAPITOLO 3: LAYOUT WEB


LINK IPERTESTUALI

Gli URL possono essere assoluti o relativi:

• L’URL assoluto è un URL completo che include un indirizzo di server Web.


Ad esempio, http://www.quark.com è un URL completo.
• L’URL relativo indica la posizione della risorsa di destinazione in relazione alla
posizione del file corrente. Ad esempio, l’URL relativo “/immagini/logo.gif”
punta a un file “logo.gif” all’interno di una cartella “immagini” situata nello
stesso posto del file HTML contenente il link ipertestuale. La scritta “../” di
un URL indica che il browser deve cercare il file nella cartella principale della
cartella contenente il file HTML.

Se state collegando dei file contenuti nello stesso sito, è meglio usare un URL rela-
tivo in quanto sono più portatili. Se usate URL assoluti per collegare diverse parti
del vostro sito, non potete spostare il sito in un server diverso senza modificare
tutti i collegamenti. Se invece usate URL relativi, potete spostare il sito in qua-
lunque posizione volete. Questo può essere vantaggioso in un ambiente di
sviluppo/staging dove state provando un sito prima di andare in linea.

Sebbene i link ipertestuali costituiscano fondamentalmente una funzionalità


dei layout Web, possono anche essere utilizzati per fornire un mezzo di
navigazione nei layout di Stampa esportati in formato PDF.

NOZIONI DI BASE SUI LINK IPERTESTUALI


Con la maggior parte degli strumenti HTML, potete creare un link ipertestuale
selezionando una porzione di testo o un’immagine e digitando quindi l’URL
nell’apposito campo. In QuarkXPress questo funziona in un modo
leggermente diverso.

DESTINAZIONI
La destinazione è il “contenitore” di un determinato URL. Così come un pro-
getto QuarkXPress può contenere elenchi di colori e di fogli stile, può anche
contenere un elenco di destinazioni. Ciascuna destinazione contiene uno dei
tipi seguenti di URL:

• URL: Punta a una particolare risorsa del Web.


• Pagina: Punta a una pagina specifica dello stesso layout.
• Àncora: Punta a un’area particolare di una pagina del layout.

Sebbene l’interfaccia utente differenzi tra URL, pagine e àncore, il collegamento


effettivo incluso nel file HTML esportato è sempre un URL.

Come i colori e i fogli di stile, ciascuna destinazione ha un nome specifico.


Potete assegnare un nome qualunque a una destinazione. Ad esempio, se
avete una destinazione per l’URL http://www.quark.com, potete assegnare il
nome “Sito Web di Quark”

CAPITOLO 3: LAYOUT WEB | 77


LINK IPERTESTUALI

Così come potete vedere un elenco dei colori utilizzati in un progetto nella
palette Colori, potete vedere l’elenco delle destinazioni del progetto nella
palette Link ipertestuali. E così come potete applicare un colore dalla palette
Colori, potete “applicare” una destinazione al testo o all’oggetto selezionato
facendo clic su un link ipertestuale nella palette Link ipertestuali.
Potete modificare l’elenco delle destinazioni nella finestra di dialogo Link
ipertestuali (menu Comp./Modifica). Tenete presente che così come per
i colori, anche l’elenco delle destinazioni di un progetto può contenere
destinazioni che non vengono necessariamente utilizzate in un progetto.

Se preferite creare dei link ipertestuali selezionando un elemento della pagina


e immettendo quindi un URL, potete farlo anche in QuarkXPress. Occorre tenere
tuttavia presente che quando fate questo, create una destinazione e che questa
destinazione verrà aggiunta all’elenco delle destinazioni del progetto ed inclusa
nella palette Link ipertestuali.

ÀNCORE
L’àncora è semplicemente un indicatore che potete applicare a un oggetto
contenuto nel layout. Potete applicare un àncora agli elementi seguenti:
• Una parola, un carattere o una stringa di una finestra di testo raster o HTML
oppure a un testo su un percorso
• Una finestra immagine
• Un’area particolare di una mappa di immagine
• Una cella particolare di una tabella
• Una finestra vuota
• Una linea

In QuarkXPress, gli indicatori dell’àncora sono rappresentati dalle icone


seguenti: oppure .

Un link ipertestuale non deve puntare a un’àncora.

FINESTRA-TARGET
Potete utilizzare le finestre-target per determinare in quale finestra si vuole
aprire una destinazione. I tipi di finestre-target disponibili sono le seguenti:
• None: La destinazione deve venire visualizzata nella stessa finestra del
link ipertestuale.
• _blank: La destinazione deve venire visualizzata in una nuova finestra del
browser. Questa opzione è utile se volete tenere aperta la pagina corrente in
modo che gli utenti finali vedano ancora la pagina originale quando chiudono
la finestra per accedere alla pagina di collegamento.
• _self: La destinazione deve venire visualizzata nella stessa finestra del
link ipertestuale.

78 | CAPITOLO 3: LAYOUT WEB


LINK IPERTESTUALI

• _parent: La destinazione deve venire visualizzata nella finestra principale della


pagina contenente il link ipertestuale. Se non esiste una finestra principale,
questa impostazione funziona come l’opzione _self Questa opzione è utile
quando create una pagina da utilizzare in una serie di frame nidificati e se
volete aprire la pagina di collegamento per sostituire il frame principale del
frame corrente.
• _top: La destinazione dovrebbe eliminare tutti i frame della pagina e occupare
l’intera finestra del browser. Questa opzione è utile quando create una pagina
da utilizzare in una serie di frame nidificati e se volete aprire la pagina di
collegamento per sostituire tutti i frame della serie di frame.

La finestra-target è associata a un link ipertestuale singolo (un elemento su


cui l’utente finale fa clic), piuttosto che a una destinazione (l’URL aperto da
quel clic). Di conseguenza, non potete specificare una finestra-target se state
soltanto creando una destinazione.

UTILIZZO DEI LINK IPERTESTUALI


Il metodo migliore per creare i link ipertestuali è tramite l’uso della palette
Link ipertestuali (Finestra Þ Mostra i link ipertestuali). Con la palette
Link ipertestuali potete:
• creare, modificare e eliminare destinazioni e àncore
• visualizzare tutte le destinazioni e le àncore del layout attivo, in base al loro
nome o URL
• aprire dei link ipertestuali o navigare a un àncora facendo doppio clic sul link
ipertestuale o sull’àncora nella palette.

Tramite la palette Link ipertestuali potete gestire destinazioni, àncore e


link ipertestuali.

Questa sezione descrive come utilizzare la palette Link ipertestuali per creare
destinazioni, àncore e link ipertestuali.

Potete anche completare tutte le operazioni descritte sopra direttamente dalla


finestra di dialogo Link ipertestuali (menu Comp./Modifica).

CAPITOLO 3: LAYOUT WEB | 79


LINK IPERTESTUALI

CREAZIONE DI UNA DESTINAZIONE


La destinazione contiene un URL a cui un link ipertestuale può puntare.
Per creare una destinazione, procedete come segue:

1 Scegliete Visualizza Þ Mostra i link ipertestuali Viene visualizzata la palette


Link ipertestuali.

2 Fate clic sul pulsante Nuovo link ipertestuale della palette Link ipertestuali.
Viene visualizzata la finestra di dialogo Nuovo link ipertestuale.
3 Immettete un nome per la destinazione nel campo Nome. Ricordate che
questo è il nome del contenitore dell’URL, non l’effettivo URL. Potete usare
un nome descrittivo come ad esempio “Sito Web di Quark”.

4 Scegliete un’opzione dal menu a comparsa Tipo.


• Per specificare l’URL manualmente, scegliete URL e digitate quindi l’URL nel
campo URL oppure usate il pulsante Seleziona per creare un percorso a un
determinato file. (Ricordatevi di verificare che il percorso sia ancora valido
nella pagina HTML esportata.) Potete scegliere tra quattro protocolli tramite
il menu a comparsa disponibile vicino al campo URL.
• Se volete collegarvi a una pagina diversa dello stesso layout, scegliete Pagina
dal campo Tipo e scegliete quindi una pagina dal menu a comparsa Pagina.
• Se volete collegarvi a un’ ancora particolare dello stesso layout, scegliete Àncora
dal campo Tipo e scegliete quindi un’àncora dal relativo menu a comparsa.

5 Fate clic su OK. (Se state aggiungendo molteplici destinazioni, premete Maiusc.
mentre fate clic su OK e la finestra di dialogo Nuovo link ipertestuale
rimarrà aperta.)

Create una nuova destinazione utilizzando la finestra di dialogo


Nuovo link ipertestuale.

CREAZIONE DI UN’ÀNCORA
L’ ancora è semplicemente un indicatore rivolto a un punto specifico del layout.
Per creare un’àncora, procedete come segue:

1 Scegliete Visualizza Þ Mostra i link ipertestuali Viene visualizzata la palette


Link ipertestuali.

2 Per indicare la posizione in cui volete situare l’àncora, portate il punto di


inserimento del testo sopra una serie di pagine, selezionate una porzione di
testo o selezionate una finestra immagine o una linea.

80 | CAPITOLO 3: LAYOUT WEB


LINK IPERTESTUALI

3 Visualizzate la finestra di dialogo Nuova àncora in uno dei modi seguenti:


• Fate clic sul pulsante Nuova àncora nella palette Link ipertestuali.
• Scegliete Stile Þ Àncora Þ Nuovo.
• Visualizzate il menu della palette Link ipertestuali e scegliete Nuova àncora.
• Visualizzate il menu contestuale per il testo o per l’oggetto selezionato e
scegliete Àncora Þ Nuova.

4 Immettete il nome da assegnare all’àncora nel campo Nome dell’àncora oppure,


dal menu a comparsa, scegliete un nome di àncora non ancora utilizzato.

5 Fate clic su OK.

Configurate una nuova àncora utilizzando la finestra di dialogo Nuova àncora.

Per creare un’àncora “vuota”, deselezionate tutto e fate clic sul pulsante
Nuova àncora nella palette Link ipertestuali. Utilizzate questo metodo
per creare link ipertestuali che puntino ad àncore situate in aree del layout
a cui non avete accesso o che non avete ancora creato.

Potete definire il colore dell’àncora di default nel riquadro Layout Web Þ


Generale della finestra di dialogo Preferenze (QuarkXPress/menu
Comp./Modifica).

CREAZIONE DI UN LINK IPERTESTUALE UTILIZZANDO UNA


DESTINAZIONE ESISTENTE
Il link ipertestuale è una stringa di testo, una finestra o una linea che puntano
a una destinazione particolare. Per creare un link ipertestuale utilizzando una
destinazione esistente, selezionate il testo o la finestra immagine che volete
usare come link ipertestuale e procedete come segue:

• Fate clic su una destinazione nella palette Link ipertestuali.


• Scegliete Stile Þ Link ipertestuale Þ [destinazione].
• Visualizzate il menu contestuale per il testo o per l’oggetto selezionato e scegliete
Link ipertestuale Þ [destinazione].

Potete definire il colore del link ipertestuale nel riquadro Layout Web Þ
Generale della finestra di dialogo Preferenze (QuarkXPress/menu
Comp./Modifica).

CAPITOLO 3: LAYOUT WEB | 81


LINK IPERTESTUALI

CREAZIONE COMPLETA DI UN LINK IPERTESTUALE


Il link ipertestuale è una stringa di testo, una finestra o una linea che puntano
a una destinazione particolare. Per creare simultaneamente un link ipertestuale
e una destinazione, procedete come segue:

1 Selezionate un testo o un oggetto che volete usare come link ipertestuale.


2 Visualizzate la finestra di dialogo Nuovo link ipertestuale in uno dei
modi seguenti:

• Fate clic sul pulsante Nuovo link ipertestuale della palette Link ipertestuali.
• Scegliete Stile Þ Link ipertestuale Þ Nuovo.
• Visualizzate il menu contestuale per il testo o per l’oggetto selezionato
e scegliete Link ipertestuale.

3 Immettete un nome per la destinazione nel campo Nome. Ricordate che


questo è il nome del contenitore dell’URL, non l’effettivo URL. Potete usare
un nome descrittivo come ad esempio “Sito Web di Quark”.

4 Scegliete un’opzione del menu a comparsa Tipo.


• Per specificare l’URL manualmente, scegliete URL e digitate quindi l’URL nel
campo URL oppure usate il pulsante Seleziona per creare un percorso a un
determinato file. (Ricordatevi di verificare che il percorso sia ancora valido
nella pagina HTML esportata.) Potete scegliere tra quattro protocolli tramite
il menu a comparsa disponibile vicino al campo URL.
• Se volete collegarvi a una pagina diversa dello stesso layout, scegliete Pagina
e scegliete quindi una pagina dal menu a comparsa Pagina.
• Se volete collegarvi a un’àncora particolare dello stesso layout, scegliete Àncora
e scegliete quindi un’àncora dal menu a comparsa Àncora.

5 Fate clic su OK.

Potete usare la finestra di dialogo Nuovo link ipertestuale per creare


simultaneamente un link ipertestuale e una destinazione.

82 | CAPITOLO 3: LAYOUT WEB


LINK IPERTESTUALI

VERIFICA DI UN LINK IPERTESTUALE


Ci sono due modi per verificare che un link ipertestuale sia stato applicato
a una stringa di testo o a un oggetto specifici:

• I link ipertestuali vengono visualizzati con il colore (in un layout Web) o con
una sottolineatura colorata (in un layout di stampa), specificati nei riquadri di
Generale della finestra di dialogo Preferenze (QuarkXPress/menu Modifica).
• I link ipertestuali di un’immagine o di un elemento grafico, sono rappresentati
da un’icona di collegamento visibile nell’angolo superiore destro.

LINK IPERTESTUALI DELLA PALETTE LINK IPERTESTUALI


I pulsanti Mostra e i menu a comparsa della palette Link ipertestuali vi con-
sentono di determinare ciò che volete visualizzare nell’elenco a scorrimento
della palette:

• Fate clic sul pulsante Mostra destinazioni per visualizzare le destinazioni.


• Fate clic sul pulsante Mostra àncore per visualizzare le àncore.
• Fate clic sul pulsante Mostra link della pagina per visualizzare i link alle
pagine del layout.
• Scegliete Nome per mostrare gli elementi dell’elenco con il loro nome oppure
scegliete Link per mostrare gli elementi dell’elenco in base al loro URL.

Potete usare la palette Link ipertestuali per visualizzare e per navigare alle
destinazioni, alle àncore e ai link ipertestuali.

FORMATTAZIONE DEI LINK IPERTESTUALI


Per default, il testo ipertestuale viene sottolineato e colorato secondo i colori
di default definiti nella finestra di dialogo Proprietà del layout (Layout Þ
Proprietà del layout). Potete ignorare l’aspetto visivo di default di determinati
link ipertestuali selezionando della parole specifiche del link e applicandovi la
formattazione desiderata (colore, dimensioni e font).

CAPITOLO 3: LAYOUT WEB | 83


LINK IPERTESTUALI

Se modificate la formattazione di un paragrafo contenente un testo con link


ipertestuali, i link ipertestuali rifletteranno le modifiche di font e di dimen-
sioni apportate alla font del paragrafo pur mantenendo il colore di default e
la sottolineatura applicati. In questo modo il testo con link ipertestuali può
continuare ad essere differenziato dal resto del testo del paragrafo.

MODIFICA E ELIMINAZIONE DELLE DESTINAZIONI


Per modificare il nome o l’URL di una destinazione, selezionate le destinazione
nella palette Link ipertestuali e fate clic sul pulsante Modifica . Qualsiasi
modifica apportata viene applicata a tutti i link ipertestuali del layout che
utilizzano la stessa destinazione.

Per eliminare una destinazione, selezionate la destinazione dalla palette Link


ipertestuali e fate clic sul pulsante Elimina . Tutti i link ipertestuali diretti
a questa destinazione vengono rimossi dal layout.

In alternativa, potete modificare e eliminare destinazioni utilizzando la finestra


di dialogo Link ipertestuali (menu Comp./Modifica).
MODIFICA E ELIMINAZIONE DELLE ÀNCORE
Per modificare il nome di un’àncora, selezionatela dalla palette Link ipertestuali
e fate clic sul pulsante Modifica . Potete modificare il nome dell’àncora e
l’àncora stessa. Se un’àncora non ha un nome, viene visualizzata nella palette
Link ipertestuali.

Per eliminare un’àncora, selezionatela dalla palette Link ipertestuali e fate


clic sul pulsante Elimina . Tutti i link ipertestuali diretti a questa àncora
verranno rimossi dal layout.

In alternativa, potete modificare e eliminare le àncore utilizzando la finestra


di dialogo Link ipertestuali (menu Comp./Modifica).
MODIFICA E ELIMINAZIONE DEI LINK IPERTESTUALI
Per modificare la destinazione di un link ipertestuale, selezionate il link dal
layout, fate clic sul pulsante Modifica della palette Link ipertestuali ed
immettete quindi una nuova destinazione nel campo URL o scegliete
un’opzione dal menu a comparsa posto vicino al campo URL.
Per rimuovere la destinazione di un link ipertestuale, selezionate il link dal
layout e fate clic su Nessun link ipertestuale nella palette Link ipertestuali
oppure scegliete Stile Þ Link ipertestuale Þ Modifica.

84 | CAPITOLO 3: LAYOUT WEB


LINK IPERTESTUALI

NAVIGAZIONE UTILIZZANDO LA PALETTE LINK IPERTESTUALI


Oltre alla creazione dei link ipertestuali nella palette Link ipertestuali, potete
usare la palette Link ipertestuali per navigare ai link ipertestuali e alle àncore
contenute nel layout QuarkXPress attivo. Per navigare utilizzando la palette
Link ipertestuali, procedete come segue:
• Per visualizzare una destinazione costituita da un URL, fate doppio clic sulla
destinazione nella palette Link ipertestuali. L’URL viene trasferito al browser
Web designato.
• Per navigare a un’àncora del layout attivo, fate doppio clic sul nome dell’àncora
nella palette Link ipertestuali.

Utilizzate la palette Link ipertestuali per aprire le destinazioni e navigare alle àncore.

ROLLOVER

Il rollover è un’immagine contenuta in una pagina HTML che cambia quando


portate il puntatore del mouse sopra di essa. I rollover vengono normalmente
utilizzati come “pulsanti” che collegano a una pagina diversa o che avviano lo
scaricamento di un file. Per quanto visivamente attraenti, i rollover comportano
una serie di inconvenienti in termini di dimensioni del file e di tempi di scarica-
mento. I rollover inoltre non sono supportati da tutte le versioni dei browser Web
(sebbene siano supportati dalla versione 3.x e successiva di Microsoft Internet
Explorer e Netscape Navigator e dalle versioni correnti di Safari e Firefox).
QuarkXPress offre due tipi di rollover:
• Rollover di base. Cambia l’immagine quando il puntatore del mouse si trova
sulla finestra del rollover.
• Rollover a due posizioni. Cambia l’immagine in uno o più di uno degli altri
riquadri quando il puntatore del mouse si trova sopra la finestra del rollover.

Il rollover cambia il suo aspetto visivo quando l’utente finale porta il puntatore del
mouse sopra di esso.

CAPITOLO 3: LAYOUT WEB | 85


ROLLOVER

CREAZIONE DI UN ROLLOVER DI BASE


Potete creare un rollover di base con finestre immagine e con finestre di
testo. Se usate finestre di testo, queste vengono automaticamente convertite
in immagini all’esportazione. Per creare un rollover di base, procedete
come segue:

1 Selezionate una finestra immagine o una finestra di testo nel layout


Web attivo.
2 Scegliete Oggetti Þ Rollover di base Þ Crea rollover. Viene visualizzata la
finestra di dialogo Rollover.
3 Specificate quello che volete visualizzare quando il puntatore del mouse si
posa sul rollover.

• Se si tratta di un rollover di immagine, immettete il percorso e il nome del


file dell’immagine nel campo Immagine di default oppure fate clic su
Seleziona/Sfoglia per trovare manualmente il file.
• Per un rollover di testo, immettete e formattate il testo come desiderato.

4 Specificate quello che volete visualizzare quando l’utente finale porta il


puntatore del mouse sopra il rollover:

• Se si tratta di un rollover di immagine, immettete il percorso e il nome del


file dell’immagine nel campo Immagine per il rollover oppure fate clic su
Seleziona/Sfoglia per trovare manualmente il file.
• Per un rollover di testo, immettete e formattate il testo come desiderato.

5 Per aggiungere un link ipertestuale al rollover, immettete un URL nel


campo Link ipertestuale oppure scegliete un URL dal menu a comparsa
Link ipertestuale. Potete anche fare clic su Seleziona/Sfoglia per trovare
il file di destinazione manualmente ma tenete presente che ciò crea un
link assoluto; per creare un link relativo, dovete immettere manualmente
il percorso relativo al file di destinazione.
6 Fate clic su OK. La finestra del rollover visualizza l’icona per indicare che
contiene immagini scambiabili, visualizza l’icona per indicare che è sensi-
bile al rollover del mouse e, se avete aggiunto un link ipertestuale, visualizza
l’icona per indicare la presenza di un link ipertestuale.

MODIFICA E ELIMINAZIONE DEI ROLLOVER DI BASE


Per modificare un rollover, selezionate una finestra immagine contenente il
rollover e scegliete Oggetti Þ Rollover di base Þ Modifica rollover. Viene
visualizzata la finestra di dialogo Rollover. Potete modificare l’immagine o
modificare il link ipertestuale.

86 | CAPITOLO 3: LAYOUT WEB


ROLLOVER

Per eliminare un comportamento del rollover dal rollover stesso, selezionate la


finestra immagine contenente il rollover e scegliete Oggetti Þ Rollover di base Þ
Elimina rollover.

CREAZIONE DI UN ROLLOVER A DUE POSIZIONI


Nel caso di un rollover a due posizioni, l’utente finale porta il puntatore del
mouse sopra una finestra e l’immagine del rollover viene visualizzata in un’altra
finestra. La finestra su cui l’utente finale porta il puntatore del mouse, si chiama
finestra d’origine e la finestra che visualizza l’immagine del rollover si chiama
finestra di destinazione. Per creare un rollover a due posizioni, procedete
come segue:

1 Create una finestra di testo o una finestra immagine da utilizzare come finestra
d’origine, ossia la finestra su cui viene portato il puntatore del mouse per attivare
il rollover. Se la finestra è una finestra di testo, scegliete Oggetti Þ Modifica e
selezionate Converti in immagine all’esportazione.

2 Create un’altra finestra di testo o finestra immagine da utilizzare come finestra


di destinazione, ossia la finestra che cambierà di contenuto quando il puntatore
del mouse viene portato sopra la finestra d’origine. Se la finestra è una finestra
di testo, scegliete Oggetti Þ Modifica e selezionate Converti in immagine
all’esportazione.
3 Importate un’immagine o immettete un testo nella finestra di destinazione.
Questo è il contenuto di default della finestra di destinazione.
4 Con la finestra di destinazione selezionata, scegliete Oggetti Þ Rollover Þ
Crea destinazione in due posizioni. Nella finestra d’origine viene
visualizzata l’icona .
5 Per specificare l’immagine di rollover, importate una nuova immagine
o immettete un testo nella finestra di destinazione.

6 Per collegare la finestra di origine alla finestra di destinazione, selezionate lo


strumento Collegamento rollover a 2 posizioni nella palette Strumenti
Web; fate clic sulla finestra d’origine e quindi sulla finestra di destinazione.
Nella finestra di destinazione viene visualizzata l’icona .

Se non vedete il comando Finestra Þ Strumenti Þ Mostra strumenti Web,


dovete attivare il software Image Map QuarkXTensions tramite XTensions
Manager (menu Utilità).

CAPITOLO 3: LAYOUT WEB | 87


ROLLOVER

7 Per creare altre finestre di destinazione, ripetete le operazioni descritte ai


punti 2–6.

8 Visualizzate un’anteprima della pagina per accertare che il rollover funzioni


come desiderato.

Potete usare un rollover di base come finestra di origine di un rollover a due


posizioni, ma non potete usare la finestra di destinazione di un rollover a due
posizioni come finestra di origine di un altro rollover a due posizioni.

ALTERNANZA DELLE IMMAGINI DEL ROLLOVER DI UN LAYOUT


La finestra di destinazione di un rollover di base o di un rollover a due posizioni
è una finestra immagine con due immagini importate: una per lo stato di default
e una per lo stato di rollover. Si può tuttavia visualizzare soltanto una di queste
due immagini per volta. Per alternare le due immagini nel layout, selezionate
la finestra contenente la destinazione del rollover di base o del rollover a due
posizioni e procedete come segue:

• Per il rollover di base, scegliete Oggetti Þ Rollover di base Þ Immagine di


default per l’immagine di default oppure Oggetti Þ Rollover di base Þ
Immagine per il rollover.
• Per un rollover a due posizioni, scegliete Oggetti Þ Rollover a 2 posizioni Þ
Mostra e scegliete quindi una voce del menu. (La voce che termina con
“(default)” è l’immagine di default.)

RIMOZIONE DI UNA FINESTRA DI DESTINAZIONE DA UNA


FINESTRA CON ROLLOVER A DUE POSIZIONI
Per rimuovere una destinazione da una finestra con rollover a due posizioni,
selezionate la finestra contenente il rollover a due posizioni, scegliete Oggetti Þ
Rollover a 2 posizioni Þ Elimina destinazione e scegliete quindi l’immagine
che volete rimuovere.

ROTTURA DEL COLLEGAMENTO DI UN ROLLOVER A DUE POSIZIONI


Per rompere il collegamento di un rollover a due posizioni, selezionate lo
strumento Rimozione collegamento rollover della palette Strumenti
Web, fate clic sulla finestra d’origine e fate quindi clic sulla finestra di desti-
nazione. Questo rimuove il collegamento tra la finestra d’origine e la finestra
di destinazione, ma non rimuove il contenuto dalle finestre.

Se non vedete il comando Finestra Þ Strumenti Þ Mostra strumenti Web,


dovete attivare il software Image Map QuarkXTensions tramite XTensions
Manager (menu Utilità).

88 | CAPITOLO 3: LAYOUT WEB


MAPPE IMMAGINE

MAPPE IMMAGINE

La mappa immagine è una funzionalità HTML che consente all’utente finale


di collegarsi a due diversi URL facendo clic su due punti di un’immagine
contenuta in una pagina Web. Per creare una mappa immagine, importate
un’immagine, disegnate le “aree interattive” (forme) nei punti dell’immagine
che volete agiscano come link ipertestuali e associate i link ipertestuali a que-
ste aree interattive. Le aree interattive sono invisibili all’esportazione ma i
link ipertestuali entrano in azione quando l’utente finale fa clic sulle varie
parti di un’immagine.

Per utilizzare le mappe immagine in QuarkXPress, dovete aver caricato il


software ImageMap QuarkXTensions.

CREAZIONE DI UNA MAPPA IMMAGINE


Per creare una mappa immagine, selezionate una finestra immagine e disegnate
una o più aree interattive nella finestra immagine. Per disegnare delle aree
interattive in una finestra immagine attiva, procedete come segue:
1 Selezionate uno strumento Mappa immagine dalla palette Strumenti
Web. Potete scegliere dallo strumento Mappa immagine rettangolare,
dallo strumento Mappa immagine ovale e dallo strumento Mappa
immagine Bézier.

Usate lo strumento Mappa immagine rettangolare, lo strumento Mappa


immagine ovale e lo strumento Mappa immagine Bézier (da sinistra a destra
nella palette in alto) per disegnare le aree interattive di una finestra immagine.

Se non vedete il comando Finestra Þ Strumenti Þ Mostra strumenti Web,


dovete attivare il software Image Map QuarkXTensions tramite XTensions
Manager (menu Utilità).

2 Se state usando lo strumento Mappa immagine rettangolare o lo strumento


Mappa immagine ovale, trascinate il puntatore a croce, iniziando dell’interno
della finestra immagine.

CAPITOLO 3: LAYOUT WEB | 89


MAPPE IMMAGINE

3 Se state utilizzando lo strumento Mappa immagine Bézier, fate clic (o fate


clic e trascinate) per posizionare i punti del poligono. Accertatevi che il primo
clic sia all’interno della finestra immagine. Quando avete terminato il disegno,
fate doppio clic per chiudere il contorno dell’area interattiva.

4 Per convertire un’area interattiva in un link ipertestuale, fate clic su una destina-
zione o su un’àncora della palette Link ipertestuali. (Per ulteriori informazioni,
vedere “Utilizzo dei link ipertestuali” più indietro in questo capitolo.)
5 Scegliete Visualizza Þ Mostra le guide e verificate che le aree interattive
siano dove lo volete.

Le aree interattive vengono visualizzate quando la finestra immagine che le


contiene è selezionata. Le aree interattive non vengono stampate.

Potete creare delle aree interattive che si estendano oltre i limiti di una finestra
immagine. All’atto dell’esportazione tuttavia, queste aree interattive vengono
ritagliate in corrispondenza dei contorni della finestra (ad eccezione delle aree
interattive circolari).

Le aree interattive ovali (aree ellittiche che non sono cerchi perfetti) vengono
convertite in poligoni. Per gestire il numero di punti di tali poligoni, modificate
le impostazioni di ciascuno strumento nel riquadro Layout Web Þ Strumenti
della finestra di dialogo Preferenze (QuarkXPress/menu Modifica).

MODIFICA DI UNA MAPPA IMMAGINE


Dopo aver creato una mappa immagine, potete spostare le sue aree interattive,
modificarne le dimensioni o eliminare tutte o alcune di esse. Per modificare
una mappa immagine, procedete come segue:
1 Selezionate una finestra immagine che contiene una mappa immagine.
2 Se le aree interattive non sono visibili, scegliete Visualizza Þ
Mostra le guide.

3 Per ridimensionare un’area attiva, selezionatela e trascinate una delle


sue maniglie.
4 Per spostare un’area interattiva, trascinatela all’interno del suo contorno.
5 Per eliminare un’area interattiva, selezionate l’area interattiva e premete
Canc/Backspace.

90 | CAPITOLO 3: LAYOUT WEB


MAPPE IMMAGINE

Se l’immagine di una finestra immagine viene spostata, le aree interattive


dell’immagine si sposteranno insieme ad essa.

Non potete tagliare, copiare o incollare aree interattive ma potete tagliare,


copiare e incollare le immagini contenute nelle aree interattive.
Le aree interattive vengono memorizzate insieme all’immagine all’interno
della quale sono state create. Se un’immagine viene duplicata, spostata,
ridimensionata, inclinata o ruotata, le mappe immagini rimangono incluse.

Se si inserisce una nuova immagine in una finestra immagine usando il comando


Importa immagine (Archivio/File), le aree interattive create per l’immagine
precedente vengono eliminate.

MODULI

I moduli HTML consentono agli utenti di unificare liste di mailing e di inviare


feedback tramite Internet o Intranet. I moduli (o form) possono contenere
campi di testo, caselle di selezione, menu a comparsa ed elenchi; gli utenti
possono usare questi controlli per immettere testo, password e anche per
caricare file.

NOZIONI DI BASE SUI MODULI


Quando si vogliono creare dei moduli, è essenziale tenere presente che non
possono esistere da soli; ossia quando si crea un modulo, occorre creare anche
uno script o un’applicazione basati sul server, che siano in grado di elaborare
i dati trasmessi dal modulo. Tali script o applicazioni usano spesso, ma non
sempre, il protocollo CGI (Common Gateway Interface) e possono essere
scritti in linguaggi come Perl, C, Java™ e AppleScript®. I protocolli e i linguaggi
di programmazione utilizzati sono in funzione del software server del Web e
dalla piattaforma su cui il software server del Web viene eseguito.

Se volete usare i moduli HTML come parte del vostro sito Web, dovete usare
uno strumento sviluppato da terzi per generare lo script o l’applicazione server.
Per informazioni su come gestire queste operazioni, consultatevi con il
vostro Webmaster.

Gli strumenti per la creazione di moduli, sono disponibili nella palette


Strumenti Web (Finestra Þ Strumenti Þ Mostra strumenti Web). Se non
vedete il comando Finestra Þ Strumenti Þ Mostra strumenti Web, dovete
attivare il software Image Map QuarkXTensions tramite XTensions Manager
(menu Utilità).

CAPITOLO 3: LAYOUT WEB | 91


MODULI

UTILIZZO DEI MODULI


Come il resto della pagina Web, il modulo HTML consiste di tag HTML.
I browser Web leggono i tag di un modulo e li convertono in campi di testo,
pulsanti, caselle di selezione, menu a comparsa ed elenchi. I lettori utilizzano
questi elementi della pagina per immettere informazioni e quindi fanno clic
su un pulsante per inviare il contenuto del modulo all’URL di uno script o di
un’applicazione in esecuzione sul server Web.

Potete utilizzare un modulo per raccogliere informazioni sui visitatori del vostro
sito Web.

CREAZIONE DI UNA FINESTRA DEL MODULO


La finestra del modulo definisce il contorno di delimitazione del modulo HTML.
La finestra del modulo contiene uno o più controlli e può anche contenere
campi nascosti. Potete usare impostazioni di convalida per specificare quello
che deve accadere se un utente finale lascia vuoto un determinato campo.
Per creare la finestra di un modulo, procedete come segue:

1 Selezionate lo strumento Finestra del modulo dalla palette Strumenti Web.

2 Portate il cursore a croce in una posizione qualunque della pagina e quindi


trascinate per disegnare la finestra del modulo.

3 Scegliete Oggetti Þ Modifica per visualizzare la finestra di dialogo Modifica


e fate quindi clic sulla scheda Modulo.

4 Immettete un nome per la finestra del modulo nel campo Nome.

92 | CAPITOLO 3: LAYOUT WEB


MODULI

5 Scegliete un metodo di trasmissione delle immissioni dal menu a


comparsa Metodo:

• Scegliete Get se volete che il broswer Web aggiunga i dati del modulo alla fine
dell’URL dello script o dell’applicazione di destinazione. Questo metodo può
limitare la quantità di dati del modulo da trasmettere; consultate al proposito
la documentazione disponibile sul software del server.
• Scegliete Post se volete che il browser Web invii i dati del modulo allo script
o all’applicazione di destinazione come una transazione http separata.

6 Se scegliete Post dal menu a comparsa Metodo, specificate un tipo MIME


(Multipurpose Internet Mail Extensions) per i dati del modulo scegliendo
un’opzione dal menu a comparsa Tipo di codifica:
• L’opzione urlencoded significa che i dati del modulo inviati al server Web
sono codificati per URL. La codifica URL è una specifica comune che rende
possibile codificare i dati URL (Uniform Resource Locator) e usarli con la
maggior parte delle piattaforme hardware e applicazioni software.
• L’opzione form-data significa che i dati del modulo che includono file alle-
gati verranno codificati come multipart/form-data. Questo metodo di codifica
assicura che ciascuna parte della trasmissione “multipart” venga interpretata
correttamente dal server Web. Senza questa opzione, viene trasmesso soltanto
il nome del file allegato (anziché i dati contenuti nel file).
• L’opzione plain significa che i dati del modulo inviati al server Web non sono
codificati per URL.

7 Per specificare dove l’applicazione CGI deve visualizzare le sue eventuali


risposte, scegliete un’opzione dal menu a comparsa Destinazione.

• Scegliete None o Self per specificare lo stesso frame o la stessa finestra


del modulo.
• Scegliete Blank per specificare la finestra-target come una finestra nuova
e senza nome.
• Scegliete Parent per specificare la finestra-target come un frame o una finestra
con un ruolo primario rispetto al modulo. Se non esistono finestre principali,
i dati del modulo verranno visualizzati nella stessa finestra del modulo
(anche se sono stati specificati None o Self nel campo Destinazione).
• Scegliete Top per specificare come finestra-target la prima finestra che non
contiene dei frame, di solito la pagina di introduzione del modulo.

8 Per specificare lo script o l’applicazione di destinazione che elaboreranno i dati


trasmessi dalla finestra del modulo attiva, immettete un URL nel campo Azione.
Potete anche fare clic su Seleziona/Sfoglia per trovare manualmente lo script
o l’applicazione di destinazione ma tenete presente che ciò crea un link assoluto;
per creare un link relativo, dovete immettere manualmente il percorso relativo
al file di destinazione.

CAPITOLO 3: LAYOUT WEB | 93


MODULI

9 Utilizzate l’area Convalida del modulo per specificare quello che deve accadere
se un utente cerca di trasmettere un modulo senza immettere le informazioni
necessarie in un campo obbligatorio:

• Scegliete Pagina dell’errore per specificare di visualizzare una pagina HTML


diversa ed immettete quindi l’URL di quella pagina. Potete anche fare clic
su Seleziona/Sfoglia per trovare manualmente la pagina di destinazione ma
tenete presente che ciò crea un link assoluto; per creare un link relativo, dovete
immettere manualmente il percorso relativo al file di destinazione.
• Scegliete Messaggio nella finestra di dialogo per specificare che l’avvertenza
deve venire visualizzata in una finestra di dialogo e quindi immettete il mes-
saggio di avvertenza in quella finestra di testo. Per includere il nome del primo
campo obbligatorio vuoto dell’avvertenza, usate <missing field>. Quando
viene visualizzata l’avvertenza, questo tag viene sostituito dai nomi dei campi
obbligatori vuoti.

10 Fate clic su OK.


Potete anche creare un modulo disegnando i controlli del modulo in un’area
vuota del layout Web. (Quando disegnate i controlli del modulo, la finestra
del modulo viene creata automaticamente.) La finestra del modulo in questo
caso utilizza le dimensioni di altezza e larghezza di default specificate nel
riquadro Layout Web Þ Strumenti della finestra di dialogo Preferenze
(QuarkXPress/menu Modifica).

Le finestre dei moduli non possono sovrapporsi ad altre finestre di moduli.

I controlli dei moduli devono essere contenuti interamente in una finestra


per modulo.

AGGIUNTA DI UN CAMPO PER TESTO, UN CAMPO PER PASSWORD O


UN CAMPO NASCOSTO
Il campo di un testo consente agli utenti di immettere un testo normale. Il campo
di una password consente agli utenti di immettere un testo normale, ma visua-
lizza quel testo soltanto come una serie di asterischi. Il campo nascosto invia un
valore quando il modulo viene trasmesso ma non visualizza quel valore per
l’utente. Per aggiungere un campo per testo, password o un campo nascosto,
procedete come segue:

1 Utilizzate lo strumento Campo del testo per tracciare un campo per il testo
all’interno della finestra del modulo. Tenete presente che mentre i campi nascosti
possono sovrapporsi uno all’altro all’interno di una finestra di modulo, i campi
visibili di un modulo non possono sovrapporsi.

2 Scegliete Oggetti Þ Modifica e andate alla scheda Modulo.

94 | CAPITOLO 3: LAYOUT WEB


MODULI

3 Immettete un nome per il campo di testo nel campo Nome.


4 Scegliete un’opzione dal menu a comparsa Tipo per specificare il tipo
di campo:

• Scegliete Testo su una riga per un campo che può contenere soltanto una riga
di testo.
• Scegliete Testo su molteplici righe per un campo che può contenere più di
una riga di testo.
• Scegliete Password per un campo dove tutti i caratteri vengono visualizzati
come asterischi o punti.
• Scegliete Campo nascosto per un campo che verrà trasmesso insieme al modulo
ma non verrà visualizzato nel browser Web dell’utente finale. Potete utilizzare
un campo nascosto per inviare dati che l’utente finale non può vedere. I campi
nascosti vengono usati solitamente per memorizzare informazioni ID, varia-
bili, codici di convalida, ecc di una determinata sessione. Se scegliete Campo
nascosto, le opzioni Numero massimo di caratteri, Testo a capo autom.,
Solo lettura e Obbligatorio non sono disponibili.

5 Immettete un numero nel campo Numero massimo di caratteri per specificare


il numero massimo di caratteri che il campo può accettare.

6 Selezionate la casella Testo a capo autom. per specificare che le righe di testo
di un controllo devono automaticamente andare a capo. (Questa casella di
selezione è disponibile soltanto se si è scelto Testo su molteplici righe dal
menu a comparsa Tipo).

7 Per impedire che l’utente possa modificare il contenuto del campo, selezionate
Lettura soltanto.

8 Per indicare che il campo deve contenere un’immissione prima che il modulo
possa essere inviato, selezionate Obbligatorio.
9 Fate clic su OK.
AGGIUNTA DI UN PULSANTE
Il pulsante per l’invio dei dati consente agli utenti di inviare il modulo a uno
script o a un’applicazione di destinazione su server. Il pulsante per il ripristino
riporta tutti i campi e i pulsanti del modulo alle loro impostazioni di default.
Per creare un pulsante per l’invio dei dati e per il ripristino, procedete
come segue:
1 Utilizzate lo strumento Pulsante per disegnare il pulsante nella finestra
del modulo.

2 Scegliete Oggetti Þ Modifica e andate alla scheda Modulo.


3 Immettete un nome per il pulsante nel campo Nome.

CAPITOLO 3: LAYOUT WEB | 95


MODULI

4 Scegliete un’opzione del menu a comparsa Tipo.


• Scegliendo Ripristina si configura il pulsante in modo che riporti i campi
e i pulsanti del modulo alle loro impostazioni di default.
• Scegliendo Invia si configura il pulsante in modo che invii i dati del modulo
allo script CGI o all’applicazione di destinazione indicata dalla finestra
del modulo.

5 Fate clic su OK.


6 Se volete un pulsante con testo, fate clic sul pulsante con lo strumento
Contenuto e immettete il testo che volete venga visualizzato sul pulsante.

I pulsanti si ridimensionano automaticamente per contenere la lunghezza del


testo immesso.

AGGIUNTA DI UN PULSANTE CON IMMAGINE


Potete creare pulsanti con immagine per l’invio dei dati di un modulo. Per creare
un pulsante con immagine, procedete come segue:

1 Utilizzate lo strumento Pulsante immagine per disegnare il pulsante nella


finestra del modulo.
2 Scegliete Importa immagine (Archivio/File Þ Importa immagine) per
visualizzare la finestra di dialogo Importa immagine. Selezionate il file di
immagine che volete visualizzare sul pulsante con immagine e fate clic
su Apri.
3 Scegliete Oggetti Þ Modifica e andate alla scheda Modulo.
4 Immettete un nome per il pulsante nel campo Nome.
5 Fate clic sulla scheda Esporta (Oggetti Þ Modifica) per visualizzare le opzioni
di esportazione relative al pulsante con immagine selezionato. La scheda Esporta
visualizza diverse opzioni a seconda delle opzioni selezionate nel campo Esporta
come. Per informazioni sulle opzioni di questa scheda, vedere “Utilizzo degli
elementi grafici” più indietro in questo capitolo.

6 Fate clic su OK.


AGGIUNTA DI VOCI DI MENU A COMPARSA E DI ELENCHI
I menu a comparsa consentono agli utenti di scegliere una voce di menu.
Gli elenchi consentono agli utenti di scegliere una o più voci di menu.
Per aggiungere un menu a comparsa o un elenco, procedete come segue:

1 Utilizzate lo strumento un menu a comparsa o lo strumento Finestra


dell’elenco per creare l’elenco nella finestra del modulo.

2 Scegliete Oggetti Þ Modifica e andate alla scheda Modulo.

96 | CAPITOLO 3: LAYOUT WEB


MODULI

3 Immettete un nome per il menu a comparsa e l’elenco nel campo Nome.


4 Scegliete un’opzione del menu a comparsa Tipo, se necessario.
• Scegliete Menu a comparsa per creare un menu a comparsa.
• Scegliete Elenco per creare un elenco scorrevole.

5 Specificate un menu da visualizzare procedendo come segue:


• Per specificare un menu che avete già creato, scegliete il nome di quel menu
dal menu a comparsa Menu.
• Per creare un nuovo menu, fate clic su Nuovo. Per utilizzare la finestra di dialogo
Menu Modifica, vedere “Creazione di un menu standard” in questo capitolo.

6 (Soltanto per gli elenchi) Per indicare che è possibile selezionare una o più voci
dell’elenco, selezionate Consenti selezioni multiple.

7 Per indicare che almeno una delle voci dell’elenco deve essere selezionata prima
che il modulo possa essere inviato, selezionate Obbligatorio.

8 Fate clic su OK.


AGGIUNTA DI UN GRUPPO DI PULSANTI DI OPZIONE
Il gruppo di pulsanti di opzione consente agli utenti finali di scegliere un’opzione
specifica tra una serie di opzioni. Quando un utente finale fa clic su un pulsante
di opzione, disattiva automaticamente tutti gli altri pulsanti opzione del gruppo.
Per aggiungere a un modulo un gruppo di pulsanti di opzione, procedete
come segue:

1 Utilizzate lo strumento Pulsante di opzione per disegnare il pulsante di


opzione nella finestra del modulo.

2 Selezionate uno dei pulsanti di opzione e scegliete quindi Oggetti Þ Modifica


e fate clic sulla scheda Modulo.
3 Scegliete Pulsante di opzione dal menu a comparsa Tipo, se necessario.
4 I pulsanti di opzione con lo stesso nome vengono considerati come parte
dello stesso gruppo. Decidete un nome da assegnare al gruppo dei pulsanti di
opzione e immettetelo nel campo Gruppo.

5 Per specificare un valore per il pulsante di opzione selezionato, immettete un


valore nel campo Valore.

6 Ripetete le operazioni descritte dal punto 2 al punto 5 fino a quanto non avete
creato e configurato tutti i pulsanti di opzione del gruppo.

7 Per rendere uno dei pulsanti di opzione selezionato per default, selezionate il
pulsante di opzione desiderato, scegliete Oggetti Þ Modifica, fate clic sulla
scheda Modulo e quindi selezionate Usa come default.

CAPITOLO 3: LAYOUT WEB | 97


MODULI

8 Per indicare che uno dei pulsanti di opzione del gruppo deve essere selezio-
nato prima che il modulo venga inviato, selezionate uno dei pulsanti di
opzione e quindi Obbligatorio. Selezionando Obbligatorio per un pulsante
di opzione, si selezionano automaticamente tutti gli altri pulsanti di opzione
del gruppo.

9 Fate clic su OK.

Potete specificare un testo da visualizzare accanto a un pulsante di opzione


del modulo.

Il pulsante di opzione non può avere lo stesso nome di una casella di selezione
disponibile nello stesso modulo.

AGGIUNTA DI UNA CASELLA DI SELEZIONE


La casella di selezione è un tipo di controllo che può essere selezionato o
deselezionato dall’utente. Per aggiungere una casella di selezione a un modulo,
procedete come segue:
1 Utilizzate lo strumento Casella di selezione per disegnare la casella di
selezione nella finestra del modulo.

2 Scegliete Oggetti Þ Modifica e andate alla scheda Modulo.


3 Scegliete Casella di selezione dal menu a comparsa Tipo.
4 Immettete un nome per la casella di selezione nel campo Nome.
5 Immettete un valore per la casella di selezione nel campo Valore.
6 Per indicare che la casella di selezione deve essere selezionata quando
la pagina Web viene visualizzata per la prima volta, selezionate
Selezionata all’inizio.
7 Per indicare che un casella di selezione deve essere selezionata prima che
il modulo possa essere inviato, selezionate Obbligatorio.
8 Fate clic su OK.

La scheda Modulo non consente di aggiungere un testo a una casella di sele-


zione; potete tuttavia specificare un testo da visualizzare accanto alla casella
di selezione quando, mediante lo strumento Contenuto, selezionate la casella
di selezione come controllo per il modulo.

La casella di selezione non può avere lo stesso nome di un pulsante di opzione


disponibile nello stesso modulo.

98 | CAPITOLO 3: LAYOUT WEB


MODULI

AGGIUNTA DI UN COMANDO PER L’INVIO DEI FILE


Il comando per l’invio dei file consente agli utenti finali di specificare il percorso
a un file locale che verrà caricato quando si invia il modulo. L’utente finale
può immettere il percorso di un file o fare clic sul pulsante Sfoglia (creato con
il modulo) e navigare al file. Per aggiungere al modulo un comando per l’invio
di un file, procedete come segue:
1 Utilizzate lo strumento Selezione dei file per disegnare il comando dell’invio
del file nella finestra del modulo.
2 Scegliete Oggetti Þ Modifica e andate alla scheda Modulo.
3 Immettete il nome del comando per l’invio dei file nel campo Nome.
4 Potete anche specificare un elenco dei tipi di MIME accettabili, separati da
virgole, nel campo Accetta.
5 Selezionate la casella di selezione Obbligatorio per specificare che un file deve
essere inviato insieme ai dati del modulo.
6 Fate clic su OK.

MENU

Il menu consiste in una serie di voci che vengono visualizzate in un elenco o in


un menu a comparsa all’interno di una finestra di modulo. Potete usare i menu
per consentire agli utenti di scegliere tra una serie di opzioni oppure potete creare
dei menu di navigazione dove ogni voce ha un URL di destinazione.

UTILIZZO DI MENU STANDARD


I menu standard consistono in un elenco di opzioni utilizzabili in un modulo
HTML. Il menu standard offre dei valori che possono essere trasmessi nel moduli
o possono essere utilizzati per la navigazione.

CREAZIONE DI UN MENU STANDARD


Per creare un menu standard, procedete come segue:

1 Scegliete Comp./Modifica Þ Menu per visualizzare la finestra di dialogo Menu.

Potete gestire i menu standard mediante la finestra di dialogo Menu.

CAPITOLO 3: LAYOUT WEB | 99


MENU

2 Per creare un nuovo menu, fate clic su Nuovo. Viene visualizzata la finestra di
dialogo Modifica menu.

Utilizzate la finestra di dialogo Modifica menu per configurare un menu standard.

3 Per specificare che un menu debba essere un menu di navigazione, selezionate


Menu di navigazione. Quando un utente finale sceglie una voce dal menu di
navigazione, il browser Web tenterà di aprire l’URL specificato come valore di
quella voce.

4 Per aggiungere una voce al menu selezionato, fate clic su Aggiungi. Viene
visualizzata la finestra di dialogo Voce di menu.

La finestra di dialogo Voce di menu offre controlli per la configurazione delle voci
di un menu standard.

5 Immettete un nome nel campo Nome. Il nome viene visualizzato come una
voce nel menu a comparsa.

6 Immettete un valore nel campo Valore. Il modo in cui il valore viene utilizzato
dipende dal fatto che il menu sia o meno un menu di navigazione.

• Se il menu è un menu di navigazione, la scelta di una voce comporterà che il


browser Web tenti di aprire l’URL specificato nel campo Valore. Di conseguenza,
se il menu è un menu di navigazione, accertatevi che il valore immesso nel
campo Valore sia un URL valido.
• Se il menu non è un menu di navigazione, la scelta della voce significa
semplicemente che il valore immesso nel campo Valore verrà inviato al server
Web insieme al resto dei dati del modulo quando il modulo viene trasmesso
per l’elaborazione.

100 | CAPITOLO 3: LAYOUT WEB


MENU

7 Per specificare che una voce di menu deve apparire selezionata per default,
selezionate Usa come default.

8 Fate clic su OK per chiudere la finestra di dialogo Voce di menu.


9 Fate clic su OK per chiudere la finestra di dialogo Modifica menu.
10 Fate clic su Salva per chiudere la finestra di dialogo Menu.
Potete anche usare la finestra di dialogo Menu per modificare, duplicare,
eliminare e aggiungere menu standard.

Potete anche visualizzare la finestra di dialogo Voce di menu facendo doppio


clic sul nome di una voce.

Se non si specificano voci di default, la prima voce del menu o dell’elenco viene
solitamente visualizzata come selezionata nel modulo (questo comportamento
dipende dal browser).

UTILIZZO DI UN MENU STANDARD


Per aggiungere un menu standard a un layout Web, dovete aggiungere una
finestra di modulo.

• Se state utilizzando il menu per l’immissione di valori in un modulo HTML,


disegnate il menu nella finestra del modulo come descritto in “Aggiunta di un
elenco a discesa e di un elenco normal voci a menu a comparsa e a elenchi”,
più indietro in questo capitolo.
• Se state utilizzando un menu per la navigazione, disegnate il menu nella pagina
utilizzando gli strumenti Menu a comparsa oppure Elenco dalla palette
Strumenti Web. QuarkXPress crea automaticamente un modulo per contenere
il menu a comparsa o l’elenco ma userà il modulo solo come contenitore.

Gli strumenti per la creazione di moduli, sono disponibili nella palette


Strumenti Web (Finestra Þ Strumenti Þ Mostra strumenti Web). Se non
vedete il comando Finestra Þ Strumenti Þ Mostra strumenti Web, dovete
attivare il software Image Map QuarkXTensions tramite XTensions Manager
(menu Utilità).

UTILIZZO DEI MENU SOVRAPPOSTI


Con la funzionalità Menu sovrapposti potete creare dei layout ottimizzati per il
Web che offrono un’efficace interfaccia utente e un ottimo effetto visivo. I menu
sovrapposti semplificano il vostro design in quanto “nascondono” le voci dei
menu fino a quando l’utente non porta il puntatore del mouse sopra un
elemento specifico.

CAPITOLO 3: LAYOUT WEB | 101


MENU

CREAZIONE DI UN MENU SOVRAPPOSTO


Prima di poter applicare un menu sovrapposto, dovete crearlo. Per creare un
menu sovrapposto, procedete come segue:
1 Scegliete Comp./Modifica Þ Menu sovrapposti Viene visualizzata la finestra
di dialogo Menu sovrapposti.

Potete gestire i menu sovrapposti mediante la finestra di dialogo


Menu sovrapposti.

2 Fate clic su Nuovo. Viene visualizzata la finestra di dialogo Modifica


menu sovrapposti.

Utilizzate la finestra di dialogo Modifica menu sovrapposti per configurare


i menu sovrapposti.

102 | CAPITOLO 3: LAYOUT WEB


MENU

3 Immettete un nome per il menu sovrapposto nel campo Nome menu.


4 Nella scheda Proprietà menu, configurate le proprietà generali del menu
sovrapposto nel modo seguente:

• Scegliete un colore per il menu sovrapposto dal menu a comparsa Colore


di sfondo.
• Scegliete un foglio di stile per il menu sovrapposto dal menu a comparsa
Fogli stile.
• Immettete un valore nel campo Dist. testo/fin. per specificare la distanza del
bordo della finestra del menu sovrapposto rispetto al testo del menu.
• Nell’area Orientamento del menu, fate clic su Orizzontale e Verticale per
specificare la direzione di lettura del menu.
• Nell’area Finestra, specificate la larghezza ed altezza dell’intero menu
sovrapposto. Il valore Autom. viene calcolato utilizzando il conteggio
dei caratteri del nome della voce di menu o di sottomenu e le relative
dimensioni font.
• Nell’area Bordo, specificate lo spessore di una linea nel campo Linea e un colore
per la linea nel menu a comparsa Colore. Questa linea e colore verranno applicati
all’intera finestra del menu sovrapposto.
• Nell’area Separatore, specificate lo spessore di una linea nel campo Linea
e un colore per i separatori Nel menu a comparsa Colore. Lo spessore e il
colore di questa linea verranno applicati ai separatori che dividono le voci
del menu.
• Nell’area Animazione d’apertura, scegliete un’opzione dal menu a comparsa
Direzione per determinare come si deve aprire il menu.
• Se scegliete un’opzione diversa da Nessuna dal menu a comparsa Animazione
d’apertura, il campo Velocità diventa disponibile. Immettete un valore
compreso tra 0 e 10.000. La velocità viene misurata in millesecondi.
• Nei campi Spostamento, immettete un valore nei campi X e Y per specificare
la distanza delle voci di menu rispetto al bordo del menu.

5 La scheda Voci di menu consente di specificare le voci del menu e di eventuali


sottomenu. Nell’area Struttura menu, scegliete Voce di menu dal pulsante
Nuovo per creare una nuova voce di menu.

CAPITOLO 3: LAYOUT WEB | 103


MENU

Potete creare voci di menu e di sottomenu dalla scheda Voci di menu della finestra
di dialogo Modifica Menu sovrapposto.

6 Nel campo Nome voce di menu, immettete un nome per la voce del menu.
7 Per specificare un link ipertestuale per la voce di menu, scegliete un link iper-
testuale dal menu a comparsa Link ipertestuale oppure immettete un link
ipertestuale nel campo Link ipertestuale. Soltanto i link ipertestuali associati
a URL vengono visualizzati nel menu a comparsa Link ipertestuali.

8 Per specificare una voce di sottomenu, selezionate il menu dall’elenco Struttura


menu e scegliete Voce del sottomenu dal pulsante Nuovo e configurate quindi
la voce del sottomenu come descritto sopra. Le voci di un sottomenu vengono
aggiunte sotto la voce di menu selezionata e visualizzate con un rientro
nell’elenco Struttura menu.
9 Nelle aree Mouseover voce menu e Mouseover voce sottomenu, scegliete
i colori per le voci del menu e del sottomenu dal menu a comparsa Font
e scegliete i colori per lo sfondo dal menu a comparsa Sfondo. Quando il
puntatore del mouse viene portato sopra un oggetto, l’oggetto viene
visualizzato utilizzando questi colori.

10 Fate clic su OK e quindi su Salva nella finestra di dialogo Menu sovrapposti.


Potete anche usare la finestra di dialogo Menu sovrapposto per modificare,
duplicare, eliminare e aggiungere menu sovrapposti.

104 | CAPITOLO 3: LAYOUT WEB


MENU

APPLICAZIONE DI UN MENU SOVRAPPOSTO A UNA FINESTRA


Una volta creato un menu sovrapposto, potete applicare quel menu a qualsiasi
oggetto che sia stato specificato come un elemento grafico per l’esportazione
(Oggetti Þ Modifica Þ Converti in immagine all’esportazione). Per fare
ciò, selezionate semplicemente l’oggetto e scegliete quindi Oggetti Þ
Menu sovrapposto Þ [Nome del menu sovrapposto].

ll menu sovrapposto (in questa illustrazione, si estende dalla finestra di testo


“Navigate”) può rendere la navigazione più invogliante.

RIMOZIONE DI UN MENU SOVRAPPOSTO DA UNA FINESTRA


Per rimuovere un menu sovrapposto da una finestra, selezionate la finestra
e scegliete Oggetti Þ Menu sovrapposto Þ Rimuovi menu sovrapposto.
Il menu sovrapposto viene rimosso dalla finestra e il contenuto della finestra
rimane intatto.

La rimozione di un menu sovrapposto da una finestra non elimina il menu


sovrapposto dal progetto. Per eliminare un menu sovrapposto da un progetto,
utilizzate la finestra di dialogo Menu sovrapposto (menu Comp./Modifica).

TABELLE DEI LAYOUT WEB

Potete creare tabelle nei layout Web nello stesso modo in cui le create nei
layout di Stampa. Le funzionalità per tabelle descritte di seguito sono tuttavia
disponibili soltanto nei layout di stampa; queste funzionalità possono essere
diverse o non disponibili nei layout Web.

• Sfumature applicate allo sfondo delle celle. Potete specificare soltanto colori
interi per lo sfondo delle celle dei layout Web.
• La percentuale di sfumatura per lo sfondo quando si scelgono colori adatti per il
Web. Se usate un altro modello cromatico, come ad esempio RGB o PANTONE®,
potete specificare una sfumatura per lo sfondo.

CAPITOLO 3: LAYOUT WEB | 105


TABELLE DEI LAYOUT WEB

• Tratteggi e strisce sulle linee griglia. Linee griglia, inclusi i contorni delle
tabelle e le linee griglia delle celle devono essere ininterrotte.
• Spessore variabile delle linee griglia Le linee griglia devono avere uno spessore
uniforme che diventa la spaziatura tra le celle in un’esportazione HTML.
• Valori di Prima linea di base, Minimo, Spostamento e Max tra paragrafi.
• Valori di distanza testo/finestra Multipli. Le celle di testo devono avere un
valore di distanza testo/fin. uniforme, che diventa il riempimento di celle in
un’esportazione HTML.
• Scorrimento testo intorno a tutti i lati.
• Capovolgim. orizzontale/Capovolgim. verticale applicato al testo.
• Testo ruotato o inclinato all’interno delle celle.

Se volete usare queste funzionalità in un layout Web, dovete rasterizzare la


tabella o alcune delle sue celle:

• Per rasterizzare un’intera tabella, scegliete Oggetti Þ Modifica e selezionate


Converti tabella in immagine all’esportazione. Per informazioni sulle
opzioni di questa scheda, vedere “Utilizzo degli elementi grafici” più indietro
in questo capitolo.
• Per rasterizzare una singola cella, selezionate la cella con lo strumento
Contenuto; scegliete Oggetti Þ Modifica; fate clic sulla scheda Cella;
e selezionate Converti la cella in immagine all’esportazione.

Se una tabella viene impostata per l’esportazione come un’immagine, tutte le


sue celle verranno incorporate nell’immagine. Non potete esportare le celle
individualmente come contenuto HTML.

Le celle immagine e le celle con un contenuto di tipo Nessuno verranno automa-


ticamente esportate come immagini: quando questo tipo di celle è selezionato,
l’opzione Converti celle in immagine all’esportazione (finestra di dialogo
Modifica) non è disponibile.

Quando create una tabella in un layout Web, l’area di delimitazione della tabella
ha un aspetto tridimensionale, esattamente come le tabelle create in HTML.

106 | CAPITOLO 3: LAYOUT WEB


META TAG

META TAG

I meta tag contengono informazioni sulle pagine Web. Non vengono


visualizzati in un browser Web ma l’aggiunta di meta tag al vostro layout
Web può semplificare l’indicizzazione delle vostre pagine da parte dei motori
di ricerca.

NOZIONI DI BASE SUI META TAG


I meta tag consistono in tre parti diverse:

• Tag: Indica il tipo di meta tag. Questo è normalmente impostato su “nome”


o su “http-equiv.”
• Nome: Indica il nome del meta tag. Sono disponibili diversi gruppi di nomi
per diversi tipi di meta tag.
• Contenuto: Questa è l’essenza del meta tag, contenente un elenco di valori
separati da virgola.

Come detto prima, i meta tag possono essere di due tipi diversi:

• I meta tag del tipo nome (Tag = “name”) offrono agli utenti Web e ai motori
di ricerca informazioni sulla pagina. Potete specificare i vostri meta tag per il
nome oppure potete scegliere tra i meta tag standard seguenti, relativi al
nome: author, copyright, description, distribution, generator, keywords,
resource-type, revisit-after e robots.
• I meta tag del tipo http-equiv (Tag = “http-equiv”) vi consentono di istruire il
browser ad eseguire determinate azioni quando visualizzano le pagine, come ad
esempio caching, rigenerazione dello schermo e visualizzazione della pagina in
una determinata lingua. Potete specificare i vostri meta tag http-equiv specifici
oppure potete scegliere tra i meta tag http-equiv standard seguenti: charset,
cache-control, content-language, refresh e set cookie.

Per ulteriori informazioni sui meta tag specifici e sui loro valori, consultate
qualsiasi tipo di documentazione relativa a HTML.

Alcuni meta tag elencati sopra potrebbero richiedere una modifica del contenuto
del documento HTML in un editor di testo per accertare che le informazioni
o le azioni dei meta tag vengano correttamente interpretate.

GESTIONE DEI META TAG


I meta tag vengono memorizzati in set di meta tag. Potete associare dei set di
meta tag a una pagina del layout Web e quando quella pagina viene esportata
come HTML, la pagina esportata includerà tutti i meta tag del set.

CAPITOLO 3: LAYOUT WEB | 107


META TAG

Il meta tag è un elemento HTML, come ad esempio <title> oppure <body>.


I meta tag utilizzati più di frequente hanno due attributi: name e content.
L’attributo name identifica un tipo di meta tag mentre l’attributo content
include i valori specifici del meta tag.

Potete usare un’ampia varietà di meta tag. Due dei meta tag utilizzati più di
frequente sono tuttavia i seguenti:

• <meta name="description">: L’attributo content per questo meta tag viene


letto e visualizzato da alcuni motori di ricerca.
• <meta name="description">: L’attributo content per questo meta tag viene
utilizzato da alcuni motori di ricerca per agevolare la classificazione delle pagine
e potrebbe anche venire usato nelle ricerche di parole chiave.

CREAZIONE DI UN SET DI META TAG


Per creare un set di meta tag, procedete come segue:

1 Scegliete Comp./Modifica Þ Meta Tag Viene visualizzata la finestra di dialogo


Meta Tag.

2 Fate clic su Nuovo. Viene visualizzata la finestra di dialogo Modifica set di


meta tag.

3 Immettete un nome per il set di meta tag nel campo Nome.


4 Fate clic su Aggiungi. Viene visualizzata la finestra di dialogo
Nuovo meta tag.

5 Utilizzate i controlli disponibili nella finestra di dialogo per configurare il nuovo


meta tag nel modo seguente:

• Utilizzate il menu a comparsa Meta Tag per scegliere un tipo di attributo per
il meta tag o immettete un attributo nel campo Meta Tag.
• Utilizzate il menu a comparsa e il campo Nome per specificare un valore da
associare al tipo di attributo dei meta tag selezionato nel campo Meta Tag.
• Immettete il contenuto del meta tag nel campo Contenuto. Ciascun elemento
del contenuto immesso nel campo Contenuto dovrebbe essere separato
dall’elemento successivo con una virgola.

6 Fate clic su OK per salvare il nuovo meta tag.


7 Quando avete aggiunto tutti i meta tag desiderati, fate clic su OK per chiudere
la finestra di dialogo Modifica set di meta tag.
8 Fate clic su Salva per salvare le modifiche e per chiudere la finestra di dialogo
Meta Tag.

108 | CAPITOLO 3: LAYOUT WEB


META TAG

Potete gestire i set di meta tag dalla finestra di dialogo Meta tag.

Potete anche usare la finestra di dialogo Meta Tag per modificare, duplicare,
eliminare e aggiungere set di meta tag.

Per creare un set di meta tag di default che può venire riutilizzato e persona-
lizzato per ciascun progetto Web, create un set di meta tag mentre nessun
progetto è aperto.

SPECIFICA DI UN SET DI META TAG PER UNA PAGINA WEB


Per associare un set di meta tag a una pagina Web, scegliete Pagina Þ
Proprietà della pagina; scegliete un set di meta tag dal menu a comparsa
Set di meta tag e fate quindi clic su OK.

ANTEPRIMA DELLE PAGINE WEB

I layout Web possono apparire diversi in QuarkXPress da come appaiono in


un browser Web. Potrebbero anche venire visualizzati in modo diverso nei
vari browser Web o perfino nello stesso browser ma su piattaforme diverse.
Fortunatamente, QuarkXPress rende molto semplice la visualizzazione in
anteprima di una pagina HTML nel browser di vostra scelta, prima di
esportare il file.

ANTEPRIMA DEL LAYOUT WEB ATTIVO


Sono disponibili due metodi per visualizzare il layout Web attivo in un
dato browser:

• Fate clic sul pulsante Anteprima HTML nell’area inferiore della finestra
del documento.
• Scegliete un’opzione dal menu a comparsa Anteprima HTML nell’area inferiore
della finestra del documento.

CAPITOLO 3: LAYOUT WEB | 109


ANTEPRIMA DELLE PAGINE WEB

SPECIFICA DI ALTRI BROWSER PER LA VISUALIZZAZIONE


IN ANTEPRIMA
Quando installate QuarkXPress, il browser HTML di default del vostro computer
viene automaticamente selezionato per visualizzare i layout Web. Potete specifi-
care altri browser HTML per renderli disponibili in un menu a comparsa nell’area
inferiore della finestra del documento, consentendovi così di visualizzare in ante-
prima le vostre pagine Web con diversi browser. Per creare un elenco di browser
per la visualizzazione in anteprima delle pagine Web, procedete come segue:
1 Aprite la finestra di dialogo Preferenze (QuarkXPress/ menu Modifica) e fate
clic su Browser nell’elenco a sinistra per visualizzare il riquadro Browser.

2 Fate clic su Aggiungi per visualizzare la finestra di dialogo Seleziona browser.


3 Navigate a un browser Web, selezionatelo nell’elenco e fate quindi clic su Apri.
Il browser viene aggiunto all’elenco di browser visualizzato nel riquadro Browser.

4 Se volete che questo browser diventi il browser di default per la visualizzazione


in anteprima dei layout Web di QuarkXPress, fate clic nella colonna sinistra del
browser che avete appena aggiunto e accertatevi che appaia un segno di spunta
in quella colonna.

5 Fate clic su OK.

ESPORTAZIONE DI PAGINE WEB

Potete creare delle pagine Web di forte impatto visivo utilizzando le funzio-
nalità dei layout Web di QuarkXPress. Prima di poter rendere le pagine Web
disponibili al mondo intero, dovete tuttavia esportare il layout Web in un
formato HTML.

PREPARAZIONE DELL’ESPORTAZIONE
Prima di esportare una pagina, procedete come segue:

1 Visualizzate il riquadro Layout Web Þ Generale della finestra di dialogo


Preferenze (QuarkXPress/ menu Modifica).

2 Per indicare dove esportare i file, immettete un percorso a una directory del
vostro sistema di file nel campo Directory principale del sito oppure fate clic
su Seleziona/Sfoglia per trovare manualmente la cartella di destinazione.
3 Quando esportate un layout Web, i file immagine che accompagnano la pagina
o le pagine HTML vengono automaticamente collocati in una sotto directory
della Directory principale del sito. Per indicare il nome di questa sottodirectory,
immettete un valore nel campo Directory di esportazione immagini.
4 Visualizzate in anteprima il layout per accertarvi che abbia l’aspetto visivo
previsto (vedere “Anteprima delle pagine Web” più indietro in questo capitolo).

110 | CAPITOLO 3: LAYOUT WEB


ESPORTAZIONE DI PAGINE WEB

ESPORTAZIONE DI UNA PAGINA WEB


Per esportare un layout Web attivo come una pagina HTML, procedete
come segue:
1 Scegliete Archivio/File Þ Esporta Þ Layout come HTML, Layout come
XHTML 1.1 oppure Layout come XSLT 1.0. Viene visualizzata la finestra di
dialogo Esporta HTML.

Utilizzate la finestra di dialogo Esporta HTML per scegliere un’opzione di


formattazione per i layout Web esportati.

2 Navigate alla cartella dove volete memorizzare i file esportati. Questa non
deve necessariamente essere la stessa cartella specificata nel campo Directory
principale del sito del riquadro Layout Web Þ Generale della finestra di
dialogo Preferenze (QuarkXPress/menu Modifica).
3 Scegliete un’opzione del menu a comparsa Esporta come.
• HTML: Esportate la pagina nel formato HTML 4.0 Transitional Questa è una
valida opzione per una massima compatibilità con i browser esistenti.
• XHTML 1.1: Esportate la pagina nel formato HTML 1.1 Scegliete questa opzione
se volete aderire al formato XHTML 1.1 e creare un file HTML che sia anche un
file XML. Tenete presente che questo formato non è supportato al momento
da tutti i browser.
• XSLT: Genera trasformazioni XSL in un file XSL contenente nodi XML. Queste
trasformazioni XSL, quando applicate a XML utilizzando un processore XSLT,
possono produrre un file HTML (compatibile XHTML 1.1) che visualizza i dati
XML nella finestra del vostro browser Web.

CAPITOLO 3: LAYOUT WEB | 111


ESPORTAZIONE DI PAGINE WEB

4 Immettete un range di pagine nel campo Pagine oppure scegliete un’opzione


dal menu a comparsa Pagine.

5 Scegliete un’opzione del menu a comparsa Tipo di codifica.


• Se state esportando una pagina contenente caratteri con molteplici codifiche
(come ad esempio diverse lingue con font di diverse lingue) scegliete Unicode
(UTFx). Questa opzione conserva le codifiche dei caratteri del vostro layout,
con una più alta probabilità che i caratteri vengano visualizzati correttamente
in un browser che supporta Unicode.
• Se state esportando una pagina che usa soltanto un tipo di codifica (come ad
esempio una lingua con font di una sola lingua), scegliete la codifica corri-
spondente dal menu a comparsa. Il vostro testo dovrebbe venire visualizzato
correttamente in qualunque browser che supporti quel tipo di codifica.

6 Selezionate File CSS esterno per specificare che le informazioni sullo stile del
layout Web esportato verranno memorizzate come un file CSS (Cascading
Style Sheet) nella cartella di esportazione. Un file CSS contiene informazioni
di stile utilizzate dal browser per visualizzare file HTML. Selezionando questa
opzione, generate un file CSS singolo che regola la formattazione di tutte le
pagine nel sito esportato. Ciò facilita l’aggiornamento della formattazione del
sito in un secondo tempo.

7 Selezionate Lancia il browser per visualizzare la prima pagina esportata nel


vostro browser di default.

8 Fate clic su Esporta.

Quando siete pronti a rendere i vostri file HTML disponibili in Internet o


Intranet, ricordate che tutti i file devono usare lo stesso percorso di file; in
altre parole, i file devono trovarsi nella stessa posizione (in rapporto uno con
l’altro) quando li rendete disponibili su Internet o Intranet. Se spostate i file
o se assegnate loro un nome diverso, potrebbero verificarsi errori o alcuni
collegamenti potrebbero rompersi.

112 | CAPITOLO 3: LAYOUT WEB


ESPORTAZIONE DI PAGINE WEB

FILE CREATI ALL’ESPORTAZIONE


Quando esportate un layout Web in formato HTML, si genera quanto segue:

• Un file HTML, XHTML o XSL per ciascuna pagine del layout Web. A ciascuna
pagina viene assegnato un nome basato sul nome di quella pagina nella palette
Layout della pagina.
• Una cartella “immagine” contenente file di immagine per tutti gli elementi
grafici nonché le finestre di testo raster del layout. I nomi di questi file sono gli
stessi dei nomi delle immagini d’origine, se possibile; se le immagini sono state
incollate nelle finestre immagini anziché essere importate, vengono utilizzati
nomi di default. Per default, le immagini vengono esportate in formato JPEG
ma potete ignorare questa impostazione di default, selezionare l’immagine e
quindi utilizzare i controlli della scheda Esporta della finestra di dialogo
Modifica (menu Oggetti).
• Un file CSS se selezionate File CSS esterno dalla finestra di dialogo Esporta
HTML. Se utilizzate questa opzione, tutti i file HTML esportati dal layout Web
vengono collegati a un file CSS singolo per la formattazione del loro testo
rendendo in tal modo più semplice apportare modifiche globali di stile.

CAPITOLO 3: LAYOUT WEB | 113


NOZIONI GENERALI SUI LIVELLI

Capitolo 4: Livelli
La funzionalità dei livelli è in pratica uno dei molti modi in cui QuarkXPress

facilita la gestione di diversi documenti con correlazione di contenuto. Potete

utilizzare i livelli per abbinare, in un unico layout, molteplici versioni di un

contenuto in diverse lingue, potete isolare e stampare parti specifiche di una

pagina mediante una sola operazione ed altro ancora.

NOZIONI GENERALI SUI LIVELLI

I livelli di QuarkXPress sono come sovrapposizioni trasparenti che coprono le


pagine di un layout. Potete mettere qualsiasi cosa su un livello, incluso finestre
immagine, finestre di testi, linee, tabelle oggetti interattivi e qualsiasi altro tipo
di elemento della pagina di QuarkXPress.

I livelli sono utili per diversi motivi:

• Potete immettere diverse traduzioni di un documento su diversi livelli e quindi


tenere memorizzate in un singolo layout tutte le versioni tradotte del documento.
Quando stampate il layout, potete nascondere tutti i livelli ad eccezione di quello
che contiene la lingua che volete stampare.
• Potete immettere diverse versioni di un design su vari livelli in modo da poter
facilmente passare da una versione all’altra del design quando si fa, ad esempio,
una presentazione per il cliente.
• Potete anche usare la funzione di protezione dei livelli per impedire che deter-
minate modifiche vengano applicate a dei livelli contenenti elementi della
pagina che non volete alterare. Ad esempio, se volete stampare su una carta
prestampata con un’intestazione e un’immagine grafica di sfondo, potete inclu-
dere sia l’intestazione che l’immagine su un dato livello, valutare l’effetto visivo
globale di una pagina stampata e quindi applicare a quel livello la funzione di
protezione e saltarlo interamente durante la stampa.

Se avete già utilizzato applicazioni di gestione dell’immagine come ad esempio


Adobe Photoshop e Macromedia® Fireworks®, avrete probabilmente già acqui-
sito dimestichezza con il concetto dei livelli. I livelli hanno tuttavia alcune
implicazioni in QuarkXPress che non hanno in altri programmi di
gestione dell’immagine:

• Anche se un livello è visualizzato in primo piano, potete fate clic su un’area


vuota di quel livello e selezionare oggetti posti sui livelli sottostanti senza
dover manualmente attivare i rispettivi livelli.

114 | CAPITOLO 4: LIVELLI


NOZIONI GENERALI SUI LIVELLI

• Ogni pagina del layout di QuarkXPress comprende tutti i livelli anziché soltanto
livelli specifici di una determinata pagina o documento disteso. Ciò facilita la
gestione dell’aspetto visivo di ciascuna pagina di un layout composto da
molte pagine.
• Il testo di un livello più sottostante può circondare gli oggetti di un
livello sovrastante.

LIVELLI IN AZIONE
Diamo ora un’occhiata ai livelli in azione. Supponiamo che Tia debba produrre
diverse versioni di una circolare che include una serie di prezzi e di indirizzi
specifici di determinati mercati. Tia ha anche bisogno di inviare il progetto
QuarkXPress contenente la circolare, a diverse persone per l’approvazione,
prima di finalizzare il documento.

Per il primo ciclo di approvazione del layout, e quindi prima di aggiungere


i dati di specifiche località, Tia crea un “livello di commenti” non stampabile
e invia il progetto alle persone che fanno parte del suo gruppo di lavoro. Anziché
segnare la copia stampata e aggiungere note al layout vero e proprio, i revisori
immettono le loro note nel livello non stampabile riservato per i commenti.

Quando il progetto ha completato il ciclo di revisione, Tia scorre le note


immesse nel livello dei commenti, nascondendole e visualizzandole secondo le
necessità in modo da poter apportare le corrette modifiche ai livelli sottostanti.
Una volta che tutti i commenti sono stati considerati, Tia può eliminare quel
livello o può salvarlo e tenerlo come copia di riferimento.

Una volta finalizzato e approvato il layout iniziale, Tia crea un livello per ciascun
mercato, in modo che ognuno di essi riporti soltanto prezzi e informazioni
specifiche. Quando è il momento di raccogliere i file per l’output, Tia visualizza
il livello di ogni mercato e raccoglie i rispettivi file ripetendo questo processo
per ciascun livello.

UTILIZZO DEI LIVELLI

La palette Livelli costituisce il punto di gestione centrale di tutti i livelli Con un


semplice clic in questa palette potete nascondere o mostrare i livelli, o potete
applicarvi o eliminare la protezione. Potete usare questa palette anche per
specificare il livello che volete attivare (ossia quello in cui volete creare dei
nuovi oggetti), potete riorganizzare l’ordine di sovrapposizione dei livelli,
unificare due livelli e spostare gli oggetti da un livello a un altro.

Ciascun livello che create dispone dei propri colori campione nella palette Livelli.
Quando create un oggetto su un dato livello, la finestra di delimitazione e le
maniglie dell’oggetto assumono il colore di quel livello.

CAPITOLO 4: LIVELLI | 115


UTILIZZO DEI LIVELLI

Per visualizzare la palette Livelli, scegliete Visualizza Þ Livelli.

Potete gestire i livelli dalla palette Livelli.

Ciascun layout ha un livello di Default. Potete aggiungere e rimuovere oggetti


dal layout di default ma non potete eliminare il livello di Default. Quando aprite
un layout che è stato creato con una versione di QuarkXPress precedente alla
versione 5, tutti gli oggetti appaiono nel layout di Default.

Un layout può contenere fino a 256 livelli, incluso il livello di Default.

CREAZIONE DI UN LIVELLO
Per creare un livello, fate clic sul pulsante Nuovo livello della palette Livelli.
Il nuovo livello viene aggiunto alla palette Livelli, in posizione sovrastante
rispetto al livello attivo. Il nuovo livello è attivo per default ossia tutti i nuovi
oggetti che create vengono posti su quel livello.

SELEZIONE DEI LIVELLI


Il livello attivo è identificabile nella palette Livelli dall’icona Modifica . Il livello
attivo è il livello dove viene posto ogni oggetto che create. Si può definire il
livello attivo in due modi diversi:

• Facendo clic sul nome del livello nella palette Livelli.


• Selezionando un singolo oggetto della pagina. Il livello di quell’oggetto diventa
automaticamente il livello attivo.

Può essere attivo soltanto un livello per volta (anche se selezionate contempo-
raneamente oggetti posti su più di un livello). Potete tuttavia selezionare più
di livello per volta (se ad esempio volete unificare due livelli). Per selezionare
più di un livello, eseguite una delle seguenti operazioni:

• Selezionate degli oggetti posti su più di un livello (ad esempio, selezionando tutti
gli oggetti di una pagina).
• Per selezionare livelli consecutivi dalla palette, premete Maiusc. mentre fate clic
sul primo e sull’ultimo livello del gruppo di livelli che volete selezionare.
• Per selezionare livelli non consecutivi dalla palette, premete il tasto Mela/Ctrl
mentre fate clic sui livelli che volete selezionare.

Per deselezionare un livello dopo aver selezionato diversi livelli, premete il tasto
Mela/Ctrl e fate clic sul livello che volete deselezionare.

116 | CAPITOLO 4: LIVELLI


UTILIZZO DEI LIVELLI

LIVELLI VISUALIZZATI E NASCOSTI


La colonna Visibile della palette Livelli consente di definire i livelli che volete
visualizzare in un dato momento. Quando l’icona Visibile viene visualizzata
nella colonna Visibile, significa che un livello è visibile.

• Per visualizzare o nascondere un livello, fate clic sull’icona Visibile a sinistra del
nome del livello. Potete anche fare doppio clic su un livello per visualizzare la
finestra di dialogo Attributi, selezionare o deselezionare Visibile dalla finestra
di dialogo e fare quindi clic su OK.
• Per visualizzare o nascondere simultaneamente tutti i livelli di un layout, sele-
zionate il nome di un livello e scegliete quindi Mostra tutti i livelli o Nascondi
tutti i livelli dal menu della palette Livelli.
• Per nascondere tutti i livelli ad eccezione del livello attivo, selezionate il nome
del livello che volete mantenere attivo e scegliete Nascondi gli altri livelli dal
menu della palette Livelli. In alternativa, potete premere il tasto Mela/Ctrl
mentre fate clic sull’icona Visibile del livello che volete visualizzare; tutti gli
altri livelli verranno nascosti.
• Per visualizzare tutti i livelli ad eccezione del livello attivo, scegliete Mostra gli
altri livelli dal menu della palette Livelli.

Quando utilizzate la funzionalità Trova/Cambia, QuarkXPress conduce la


ricerca sia nei livelli nascosti che nei livelli visualizzati. Se si trova una corri-
spondenza in un livello nascosto, QuarkXPress visualizza temporaneamente
la finestra di testo o il percorso di testo nascosti.

Quando eseguite la verifica ortografica di un layout o di una storia, QuarkXPress


conduce la ricerca in tutti i livelli del layout o della storia. Se trova una parola
che potrebbe essere ortograficamente incorretta in un livello nascosto,
QuarkXPress visualizza temporaneamente la finestra di testo o il percorso di
testo nascosti.

Quando un livello è nascosto, quel livello appare deselezionato per default nel
riquadro Livelli della finestra di dialogo Stampa e conseguentemente non verrà
stampato (a meno che non facciate clic su di esso per selezionarlo manualmente
dalla finestra di dialogo Stampa).
Quando create un oggetto su un livello nascosto, quell’oggetto rimane visibile
fino a quando non lo deselezionate.

CREAZIONE DI OGGETTI SU UN LIVELLO


Per creare un nuovo oggetto su un determinato livello, fate prima clic sul nome
del livello nella palette Livelli per attivarlo. Utilizzate quindi uno degli strumenti
di creazione degli oggetti per creare un oggetto nel livello selezionato.

CAPITOLO 4: LIVELLI | 117


UTILIZZO DEI LIVELLI

DETERMINAZIONE DEL LIVELLO SU CUI SI TROVA UN OGGETTO


Per determinare il livello su cui si trova un determinato oggetto, potete eseguire
una delle due operazioni seguenti:

• Osservate la finestra di delimitazione dell’oggetto e le sue maniglie (potreste


aver bisogno di scegliere Visualizza Þ Guide per visualizzarle). A ciascun
livello (ad eccezione del livello di Default) viene assegnato un campione di
colori esclusivo dalla palette Livelli e le finestre di delimitazione e le maniglie
degli oggetti di quel livello vengono quindi disegnati assumendo il colore
assegnato al livello.
• Osservate la palette Livelli. Quando selezionate un oggetto di una pagina,
l’icona Oggetti viene visualizzata nella palette Livelli, adiacente al nome del
livello contenente l’oggetto selezionato. Se selezionate molteplici oggetti posti
su livelli diversi, l’icona Oggetti viene visualizzata accanto a ciascun livello
contenente un oggetto selezionato.

ELIMINAZIONE DEI LIVELLI


Non potete eliminare il livello di Default, ma potete eliminare qualsiasi altro
livello. Quando eliminate dei livelli, potete scegliere di eliminare gli oggetti dei
livelli o spostare gli oggetti su un altro livello. Per eliminare un livello, procedete
come segue:

1 Nella palette Livelli, selezionate il livello o i livelli che volete eliminare.


2 Fate clic sul pulsante Elimina il livello / .

3 Se il livello che state eliminando contiene degli oggetti, viene visualizzata la


finestra di dialogo Elimina livello. Scegliete una delle opzioni seguenti:

• Se i livelli includono oggetti che volete eliminare, selezionate Elimina oggetti


dal livello(i) selezionato(i).
• Se i livelli includono oggetti che volete spostare a un altro livello, deselezionate
Elimina oggetti dal livello(i) selezionato(i) e scegliete un livello di destinazione
dal menu a comparsa Sposta l’oggetto sul livello.

4 Fate clic su OK.


Per eliminare i livelli non utilizzati di un layout, scegliete Elimina i livelli
non in uso dal menu della palette.

OPZIONI DI MODIFICA DEI LIVELLI


Potete gestire i seguenti attributi, in relazione al livello selezionato, dalla finestra
di dialogo Attributi:

• Nome: Il nome del livello visualizzato nella palette Livelli.


• Colore del livello: Il colore utilizzato per le finestre di delimitazione e per le
maniglie degli oggetti contenuti in quel livello.
• Visibile: Determina la visibilità o meno del livello in QuarkXPress.

118 | CAPITOLO 4: LIVELLI


UTILIZZO DEI LIVELLI

• Impedisci l’output: Determina se il livello deve venire stampato quando si


stampa il layout. Si può ignorare questa impostazione tramite le opzioni della
finestra di dialogo Stampa.
• Protetti(e): Determina se si possono manipolare gli oggetti di questo layout.
• Mantieni scorrimento del testo: Determina se lo scorrimento del testo intorno
a un oggetto di un livello nascosto va applicato ai livelli sottostanti

Per visualizzare la finestra di dialogo Attributi relativa ad un determinato livello,


fate doppio clic sul nome del livello nella palette Livelli, oppure selezionato un
nome dalla palette e scegliete Modifica livello dal menu della palette.

Potete gestire le opzioni dei livelli dalla finestra di dialogo Attributi.

Potete selezionare le impostazioni di default Visibile, Protetti(e),


Impedisci l’output e Mantieni scorrimento del testo ed applicarle
ai nuovi livelli dai riquadri Livelli della finestra di dialogo Preferenze
(menu QuarkXPress/Modifica).

SPOSTAMENTO DEGLI OGGETTI SU UN LIVELLO DIVERSO


La palette Livelli offre tre metodi per spostare degli oggetti su un livello diverso.
Utilizzando lo strumento Oggetti, selezionate gli oggetti che volete spostare ed
eseguite quindi una delle operazioni seguenti:

• Fate clic sul pulsante Sposta l’oggetto sul livello , e scegliete quindi il livello
di destinazione nella finestra di dialogo Sposta oggetti.
• Trascinate l’icona Oggetti nel layout di destinazione.
• Tagliate gli oggetti dal livello corrente e incollateli nel livello di destinazione.

Per collocare la copia di un oggetto su un livello diverso, premete il tasto Mela/


Ctrl durante il trascinamento dell’icona Oggetti nel livello di destinazione
nella palette Livelli.

Potete spostare degli oggetti da una pagina master alle pagine del layout, spo-
standoli dal livello di Default agli altri livelli, ma in questo caso gli oggetti
spostati non saranno più oggetti della pagina master.

CAPITOLO 4: LIVELLI | 119


UTILIZZO DEI LIVELLI

MODIFICA DELL’ORDINE DI SOVRAPPOSIZIONE DEI LIVELLI


La sovrapposizione di un livello su altri livelli funziona esattamente come per
le pagine normali. Nell’ambito di un livello, ciascun elemento della pagina ha
una posizione specifica nell’ordine di sovrapposizione (posizionamento degli ogg-
etti in primo piano o in posizione sottostante all’interno di uno stesso livello).
Quando si creano degli oggetti in un livello, i nuovi oggetti vengono posti di
fronte agli oggetti esistenti in quel particolare livello. Potete usare i comandi
Manda in fondo, Manda dietro, Porta in primo piano e Porta avanti (menu
Oggetti) per modificare l’ordine di sovrapposizione degli oggetti all’interno di
un livello, ma tenete presente che questi comandi non spostano gli oggetti su
altri livelli Tuttavia il contenuto di un livello sovrastante viene visualizzato
davanti a qualsiasi contenuto di un livello sottostante.

Per modificare l’ordine di sovrapposizione dei livelli, trascinate un determinato


livello nella posizione desiderata, nella palette Livelli. (Il livello in primo piano
nella palette Livelli, è anche il livello in primo piano del layout.)

LIVELLI E SCORRIMENTO DEL TESTO


Gli oggetti posti sui livelli seguono le regola di scorrimento del testo standard
di QuarkXPress: il testo può circondare soltanto gli oggetti che sono sovrastanti
rispetto al testo. Ad esempio, se disegnate una piccola finestra immagine
nel centro di una colonna di testo, il testo per default circonderà la
finestra immagine.

QuarkXPress valuterà anche l’impostazione dell’opzione Tipo della scheda


Circonda della finestra di dialogo Modifica (menu Oggetti) quando determina
se far scorrere o meno il testo intorno agli oggetti.

Quando nascondete un livello, potete visualizzare o nascondere uno


scorrimento del testo causato da oggetti di intralcio presenti in quel
livello. Per default, lo scorrimento del testo forzato da oggetti nascosti
viene mantenuto.

• Per nascondere lo scorrimento di un testo intorno a un oggetto causato dagli


oggetti di un livello nascosto, fate doppio clic sul livello nascosto dalla palette
Livelli per visualizzare la finestra di dialogo Attributi, deselezionate Mantieni
scorrimento del testo e fate clic su OK.
• Per modificare l’impostazione di default dello scorrimento di un testo intorno
a un oggetto, deselezionate Mantieni scorrimento del testo dal riquadro Livelli
della finestra di dialogo Preferenze (QuarkXPress/menu Modifica).

120 | CAPITOLO 4: LIVELLI


UTILIZZO DEI LIVELLI

Il testo di un livello più sottostante può circondare gli oggetti di un


livello sovrastante.

DUPLICAZIONE DEI LIVELLI


Per duplicare un livello, selezionate quel livello dalla palette Livelli e scegliete
Duplica livello dal menu della palette Livelli. Il nuovo livello duplicato viene
posto davanti al livello da cui è stata originato. Quando duplicate un livello,
QuarkXPress duplica anche tutti gli elementi di quel livello, incluso il contenuto
di ciascun oggetto.

CAPITOLO 4: LIVELLI | 121


UTILIZZO DEI LIVELLI

Se duplicate una storia associata alle finestre di testo collegate che sono state
posizionate su diversi livelli, osserverete quanto segue:

• Se duplicate il livello contenente la prima finestra della storia, tutto il testo di


quella finestra, incluso il testo contenuto nelle finestre di testo ad essa collegate
che completano la storia, viene duplicato. La prima finestra apparirà nel livello
duplicato e verrà visualizzato un simbolo di fuoriuscita del testo.
• Se duplicate un livello contenente una delle finestre nel mezzo della storia, tutto
il testo di quella finestra, incluso il testo contenuto nelle finestre di testo ad essa
collegate che completano la storia, verrà duplicato. La finestra di mezzo appa-
rirà nel livello duplicato e verrà visualizzato un simbolo di fuoriuscita del testo.
Il testo contenuto nelle finestre precedenti della storia non verrà copiato nel
livello duplicato.
• Se duplicate il livello contenente soltanto l’ultima finestra di una storia, soltanto
il testo dell’ultima finestra e nessuna parte di testo contenuto nelle finestre
precedenti della storia, verrà copiata nel livello duplicato.

UNIFICAZIONE DI LIVELLI IN UN UNICO LIVELLO


Quando unificate due o più livelli creando un unico livello, tutti gli oggetti dei
livelli unificati si sposteranno nel nuovo livello. L’ordine di sovrapposizione
viene mantenuto nell’ambito di ogni livello e tra i diversi livelli unificati.
Per unificare i livelli, procedete come segue:
1 Nella palette Livelli, selezionate i livelli che volete unificare.
2 Fate clic sul pulsante Unisci i livelli della palette Livelli. Viene visualizzata
la finestra di dialogo Unisci i livelli.
3 Scegliete un livello di destinazione dal menu a comparsa Scegli il livello
di destinazione.
4 Fate clic su OK. Gli indicatori visivi degli oggetti unificati visualizzano il colore
del livello di destinazione dell’unificazione e i livelli selezionati per l’unificazione
vengono eliminati.

I livelli non possono venire unificati se uno dei livelli è protetto.

Gli elementi della pagina possono venire unificati dal livello Default, ma il
livello Default non verrà mai eliminato da un'operazione di unificazione.

I livelli incidono sulla modalità di visualizzazione e di stampa; potete quindi


selezionare tutti gli attributi da applicare a ciascun livello prima di inviare il
layout a un servizio per la stampa. Potete anche salvare una copia del layout
e “appiattirla” unificando tutti i livelli nel livello di Default.

122 | CAPITOLO 4: LIVELLI


UTILIZZO DEI LIVELLI

PROTEZIONE DEGLI OGGETTI NEI LIVELLI


Per evitare l’applicazione di modifiche involontarie agli oggetti di un livello,
potete usare la palette Livelli per proteggere l’intero livello.

La protezione dei livelli è indipendente dalla protezione degli oggetti. Gli oggetti
protetti tramite Oggetti Þ Protezione possono sempre essere selezionati e
modificati; gli oggetti di un livello protetto non possono venire selezionati. Se
proteggete l’oggetto di un livello usando Oggetti Þ Proteggi e quindi proteggete
ed eliminate la protezione del livello, l’oggetto mantiene la protezione dopo che
la protezione del livello è stata eliminata.

La colonna Proteggi della palette Livelli viene utilizzata per definire la


protezione dei livelli. Per proteggere i livelli, adottate uno dei metodi seguenti:

• Per proteggere o eliminare la protezione di un livello, fate clic sulla colonna


Proteggi a sinistra del nome del livello. Potete anche fare doppio clic sul livello
per visualizzare la finestra di dialogo Attributi, selezionare o deselezionare
Proteggi e fare quindi clic su OK.
• Per proteggere tutti i livelli eccetto uno, premete il tasto Mela/Ctrl e fate clic
sulla colonna Proteggi posta accanto al livello che volete modificare.
• Per proteggere tutti i livelli, scegliete Proteggi tutti i livelli dal menu
della palette.

È possibile creare degli oggetti in un livello protetto.

UTILIZZO DELLE PAGINE MASTER CON I LIVELLI


Gli oggetti posti sulle pagine master risiedono nel livello di Default delle
pagine del layout. Riguardo ai livelli, gli oggetti della pagina master hanno
le caratteristiche seguenti:

• Se applicate una pagina master a una pagina del layout, gli oggetti della pagina
master incideranno soltanto sul livello di Default della pagina del layout.
• Gli oggetti aggiunti a una pagina master vengono posti dietro gli oggetti
aggiunti al livello di Default di una pagina del layout.
• Gli oggetti di una pagina master che risiedono nel livello di Default, possono
venire spostati su un altro livello ma in questo caso non saranno più oggetti
della pagina master.

La pagina master non può contenere livelli per cui quando visualizzate una
pagina master, la palette Livelli diventa automaticamente disattiva.

CAPITOLO 4: LIVELLI | 123


UTILIZZO DEI LIVELLI

SOPPRESSIONE DELLA STAMPA DEI LIVELLI


Così come si può sopprimere la stampa di oggetti, come ad esempio delle
finestre immagine tramite la finestra di dialogo Modifica, potete sopprimere
anche la stampa dei livelli. Per sopprimere la stampa di un livello, fate doppio
clic su quel livello nella palette Livelli. Nella finestra di dialogo Attributi,
selezionate Impedisci l’output e fate quindi clic su OK.

Quando Impedisci l’output è selezionato per un dato livello, quel livello appare
deselezionato per default nel riquadro Livelli della finestra di dialogo Stampa
e conseguentemente quel livello non verrà stampato (a meno che non facciate
clic su di esso per selezionarlo manualmente nella finestra di dialogo Stampa).

La finestra di dialogo Stampa offre impostazioni di gestione della stampa dei layout.

Per modificare l’impostazione di default della stampa di nuovi livelli, selezionate


Impedisci l’output dal riquadro Livelli della finestra di dialogo Preferenze
(QuarkXPress/menu Modifica).

L’impostazione Impedisci l’output applicata a un livello è indipendente da


Impedisci l’output e dai controlli di Impedisci l’output dell’immagine della
finestra di dialogo Modifica (menu Oggetti).

124 | CAPITOLO 4: LIVELLI


UTILIZZO DELLE FONT OPENTYPE

Capitolo 5: Testo e tipografia


Per modificare un testo e ottimizzare la tipografia applicata alla pagina, è

necessario poter accedere alle numerose opzioni disponibili e essere in grado

di vedere i risultati del proprio lavoro sullo schermo. Per ottimizzare l’aspetto

del testo e la gestione dei caratteri, QuarkXPress 7 supporta ora Unicode e

OpenType, include una palette Glifi che consente di accedere a tutti i caratteri
di una data font, offre opzioni di menu per l’accesso a caratteri speciali e ha

aggiunto varie funzionalità sviluppate ai fini della massima convenienza, di

un miglioramento della visualizzazione e un’ottimizzazione dei caratteri.

Per poter usare la palette Glifi dovete avere il software GlyphPalette XTensions
attivato, come da impostazione di default.

UTILIZZO DELLE FONT OPENTYPE

OpenType è un formato di font cross-platform sviluppato da Adobe e da


Microsoft che supporta set di caratteri e glifi di grandi dimensioni che includono
spesso frazioni, legature discrezionali, numerali di “vecchio stile” (Old Style)
ed altro ancora. Potete attivare le font OpenType tramite il sistema operativo
o un programma di gestione di font, in modo analogo alle altre font.

Come siete abituati a fare in QuarkXPress, potete selezionare una font OpenType
dal menu Font. Quando il testo contiene una font OpenType, potete accedere
alle opzioni relative ai vari stili incorporati nella font tramite la palette
Misure (menu Windows) e la finestra di dialogo Attributi carattere (Stile Þ
Carattere). OpenType sta diventando rapidamente il formato di font preferito
in QuarkXPress per l’editoria professionale in quanto previene ricorrimenti del
testo nel passaggio da una piattaforma all’altra.

REVISIONE DEGLI STILI DELLE FONT OPENTYPE


È importante tenere presente, riguardo agli stili OpenType, come ad esempio
frazioni e legature, che non tutti gli stili sono disponibili in tutte le font
OpenType, in effetti pochissime font OpenType offrono tutte le opzioni di stile
descritte in questo capitolo. Se iniziate a lavorare su un progetto che potrebbe
trarre vantaggio dalle funzionalità di OpenType, potete acquistare una font
OpenType dai siti Web di molti sviluppatori di font. Se avete bisogno di qual-
cosa di particolare, accertatevi di valutare tutti i glifi e le opzioni disponibili

CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA | 125


UTILIZZO DELLE FONT OPENTYPE

prima di acquistare una font. Alcune font OpenType sono semplicemente font
PostScript Type 1 convertite in un formato OpenType senza l’inclusione delle
nuove funzionalità. Altre font OpenType offrono molti caratteri speciali e
funzionalità. Come con altre font, le font OpenType possono inoltre venire
continuamente aggiornate con un’eventuale aggiunta di nuove funzionalità.

NOZIONI GENERALI SUGLI STILI OPENTYPE


QuarkXPress 7 consente di accedere agli stili OpenType che potrebbero o non
potrebbero essere disponibili in una data font. Se vi serve qualcosa di specifico,
vogliamo ricordarvi ancora di valutare le opzioni disponibili quando acquistate
delle font OpenType. QuarkXPress non può offrire accesso agli stili OpenStyle
non disponibili in una determinata font. Potete usare anche la palette Glifi
(menu Finestra) per valutare le opzioni disponibili per una determinata font.
Tenete presente che quando applicate questi “stili”, i caratteri vengono visua-
lizzati come glifi diversi nella font. Non dimenticate inoltre che gli stili a
cui accedete tramite OpenType sono il risultato di una decisione del designer
del carattere, non di QuarkXPress.

CARATTERI E GLIFI
Una corretta comprensione della differenza tra caratteri e glifi aiuta sicuramente
nella comprensione di come funzionano gli stili OpenType. Il carattere è un
elemento della lingua scritta — lettere maiuscole, lettere minuscole, numerali
e punteggiatura sono tutti caratteri. Il glifo è in pratica un’immagine che rap-
presenta un carattere, possibilmente in diverse forme. Ad esempio il numerale 1
è un carattere, mentre il numerale 1 in “vecchio stile”, è un glifo. Un altro
esempio potrebbe essere una “f” e una “i” adiacenti, che sono caratteri, mentre
una legatura “fi” è un glifo.

Non esiste tuttavia sempre una relazione, da uno a uno, tra caratteri e glifi. In
alcuni casi, tre caratteri (come ad esempio 1, il segno “/” e un 2) costituiscono
un glifo a frazione (1⁄2). Oppure un carattere potrebbe essere rappresentato da tre
glifi (ad esempio, tre diversi simboli di congiunzione) Utilizzando QuarkXPress,
potete selezionare singoli caratteri ai fini della formattazione e revisione dei
testi, indipendentemente dai glifi utilizzati.
DEFINIZIONE DI STILE
Gli stili OpenType a cui si può accedere tramite la palette Misure e la finestra
di dialogo Attributi carattere (menu Stile Þ Carattere) vengono definiti
come segue:
• Legature standard: Legature comuni, definite dal designer della font.
Solitamente, le legature standard includono come minimo le coppie di
caratteri fi e fl e a volte le coppie ff, ffi e ffl. Alcuni stili possono anche
includere altre sequenze di caratteri come ad esempio fi e ffi.
• Legature discrezionali: Sono costituite da legature particolari, come ad esempio
ct, sp, st e fh, raramente incluse nelle font.
• Ordinali: I glifi di tipo apice per gli ordinali come ad esempio 1º, 2º e 3º, ecc.

126 | CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA


UTILIZZO DELLE FONT OPENTYPE

• Alternative di titoli: Solitamente tutte le lettere maiuscole create per titoli di


dimensioni più grandi.
• Tutto minuscolo: Versioni più piccole delle lettere maiuscole utilizzate sia per
lettere maiuscole che minuscole.
• Frazioni: Specifici glifi per frazioni. Questi includono solitamente almeno 1⁄2, 1⁄4,
e 3⁄4 e a volte includono 1⁄3, 2⁄3, 1⁄8, 3⁄8, 5⁄8 e 7⁄8. Alcuni stili offrono anche la possibilità
di costruire frazioni. [typesetter: use real fraction characters here if possible]
• Lettere ornate: Caratteri ornati caratterizzati da tratti lunghi. I caratteri ornati
sono solitamente disponibili in font script o nella versione in corsivo di una
font, ma potrebbero essere disponibili anche in altre font.
• Maiuscoletto: Lettere maiuscole utilizzate in dimensioni più piccole per le
lettere minuscole soltanto. I caratteri di dimensioni maiuscole rimangono nei
glifi standard.
• Alternative contestuali: Legature e glifi alternativi che sostituiscono
combinazioni specifiche di lettere per un aspetto più naturale.
• Contorno tabulare: Numerali con la stessa altezza delle maiuscole e la stessa
larghezza una rispetto all’altra.
• OldStyle proporzionale: Numerali di altezza e larghezza variabili, appropriati
per l’uso con un testo in lettere minuscole.
• Contorno proporzionale: Numerali con la stessa altezza delle lettere maiuscole
e con larghezza diversa in base al design specifico del numerale.
• OldStyle tabulare: Numerali di altezza variabile e di pari larghezza uno
rispetto all’altro.
• Apice: Lettere e numerali più piccoli e rialzati rispetto alla linea di base.
• Pedice: Lettere e numerali più piccoli e abbassati rispetto alla linea di base.
• Numeratore: Il numerale superiore di una frazione.
• Denominatore: Il numerale inferiore di una frazione.

UNIFORMITÀ DIMENSIONALE DELLE FRAZIONI


Quando lavorate con le frazioni, avete svariate opzioni per la loro creazione e
potete eseguire le operazioni seguenti:

• Utilizzare le opzioni Frazioni, Numeratore e Denominatore nelle


font OpenType.
• Utilizzare il comando Crea frazione (Stile Þ Tipo di stile) in QuarkXPress
• Formattare manualmente le frazioni
• Utilizzare una font creata in modo specifico per le frazioni

Se utilizzate una varietà di frazioni in un layout, l’uniformità dei caratteri è


estremamente importante. Un uso combinato di diversi tipi di frazioni può
comportare l’acquisizione di risultati non uniformi. È consigliabile definire i
tipi di frazione che servono e determinare quindi l’opzione di creazione di
frazione più adeguata.

CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA | 127


UTILIZZO DELLE FONT OPENTYPE

In questo esempio, utilizzando caratteri Myriad Pro, potete vedere come la com-
binazione di frazioni formattate in modo diverso non è una soluzione valida. La
prima frazione è stata creata con il tipo di stile Crea frazione di QuarkXPress
(menu Stile) La seconda è stata formattata con gli stili OpenType Numeratore e
Denominatore nella font. (Entrambe le frazioni utilizzano il segno “/ ” anziché la
barra rovesciata.) La terza frazione, la più attraente delle tre, è il glifo della font.
Mentre 1⁄2 è un esempio semplice, se state utilizzando frazioni come 3⁄16 e 1⁄8, avete
bisogno di trovare una font con glifi specifici oppure scegliere un’altra opzione di
creazione della frazione.

UTILIZZO DI ALTERNATIVE
Alcune font OpenType includono variazioni di glifi specifici e includono pos-
sibilmente Forme storiche, Ornamenti, Zero barrato e Alternative stilistiche.
Potete visualizzare queste variazioni nella palette Glifi (menu Window) facendo
clic sulla cella di un glifo che contiene una casella nell’angolo inferiore destro.
Potete inoltre scegliere opzioni dal menu Mostra della palette Glifi. Ad esem-
pio, Alternative di selezione visualizza glifi alternativi per il primo carattere
selezionato nel testo.

La palette Glifi visualizza un glifo alternativo per il carattere del dollaro nella font
Palatino Linotype®.

APPLICAZIONE DEGLI STILI OPENTYPE


Potete applicare uno “stile” OpenType ai caratteri per visualizzare glifi diversi,
creati specificatamente o riposizionati nell’ambito della font corrente. Ad esem-
pio, potete applicare Frazioni per accedere a specifici glifi di frazioni anziché
formattare manualmente le frazioni mediante un ridimensionamento o ripo-
sizionamento dei caratteri esistenti. Similarmente, l’applicazione di Legature
standard utilizza i caratteri secondo le legature disponibili nella font. (Per ulte-
riori informazioni al proposito, vedere la sezione successiva, “Utilizzo delle
legature”.) Potete applicare gli stili OpenType utilizzando la palette Misure, la
finestra di dialogo Attributi carattere (Stile Þ Carattere) oppure i fogli di stile.

128 | CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA


UTILIZZO DELLE FONT OPENTYPE

Potete applicare gli stili OpenType a un testo selezionato in una font qualunque,
a prescindere dal fatto che la font supporti o meni questi stili. Ad esempio,
potete applicare Frazioni a un testo in PostScript Helvetica. Se applicate in
seguito la font OpenType a un testo che supporta Frazioni, lo stile OpenType
entra in azione. Per ottenere i risultati migliori, applicate stili OpenType suppor-
tati a un testo che ne ha effettivamente bisogno. In caso contrario, potrebbe
risultare una spaziatura inaspettata causata da stili conflittuali. L’applicazione di
Frazioni, Numeratore e Denominatore in combinazione, ad esempio, non è
un’alternativa valida.

UTILIZZO DELLA PALETTE MISURE


Per applicare gli stili OpenType utilizzando la scheda Caratteri o Classico della
palette Misure, procedete come segue:

1 Applicate una font OpenType al testo.


2 Evidenziate il testo d’interesse, come ad esempio una frazione.
3 Fate clic sul menu OpenType della palette Misure. Le opzioni visualizzate
in parentesi quadre [Alternative di titolatura] non sono disponibili per la
font attiva.
4 Scegliete un’opzione disponibile dal menu OpenType, utilizzando come guida
la sezione precedente, “Nozioni di base sugli stili OpenStyle”, Potete applicare
molti stili in abbinamento, sebbene alcuni di essi, come ad esempio Apice e
Pedice si escludano a vicenda.

Il menu OpenType della scheda Carattere della palette Misure; le opzioni in


parentesi quadra non sono disponibili per la font attiva. (In questo caso, Palatino
Linotype non offre Ordinali, Tutto maiuscoletto, Lettere ornate, Alternative
contestuali, Contorno tabulare, Numeratore o Denominatore. Sebbene possa
apparire che questa font supporti pochissimi stili OpenStyle, di fatto ne supporta
molti in confronto con le altre font OpenType disponibili.

Fino a quando non acquisite familiarità con le opzioni disponibili nelle font
OpenType che utilizzate, è probabile che vi dobbiate sperimentare con
diversi stili.

CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA | 129


UTILIZZO DELLE FONT OPENTYPE

UTILIZZO DELLA FINESTRA DI DIALOGO ATTRIBUTI CARATTERE O DEI


FOGLI STILE
Oltre ad accedere agli stili OpenType mediante la palette Misure, potete utiliz-
zare la finestra di dialogo Attributi carattere (Stile Þ Carattere) e i riquadri
Modifica attributi del carattere (Comp./Modifica Þ Fogli stile) per definire i
fogli stile dei caratteri e dei paragrafi. Fate clic sulla freccia adiacente a OpenType
per visualizzare gli stili e utilizzate quindi le caselle di selezione per applicarli.
Una casella di selezione che appare non disponibile o un’opzione di menu a
discesa in parentesi quadra indica uno stile di OpenType che la font corrente
non supporta.

L’area OpenType della finestra di dialogo Attributi carattere (menu Stile); le


opzioni non disponibili non sono incorporate nella font attiva.

UTILIZZO DELLE LEGATURE


QuarkXPress 7 offre due metodi per l’uso delle legature: il metodo tradizionale e
il metodo OpenType. Il metodo tradizionale, con il quale vengono implementate
legature standard come fi e fl delle font PostScript, è stato ampliato, al di là
delle preferenze, a un attributo di carattere che può venire applicato in modo
selettivo. Il metodo OpenType, mediante il quale QuarkXPress accede alle
legature standard e alle legature discrezionali incorporate nelle font, è l’altro
metodo disponibile. Quando si applicano le legature, il metodo tradizionale e
il metodo OpenType si escludono a vicenda. Le Character Preferences relative
al layout vengono tuttavia applicate ad entrambi i tipi di legature.

130 | CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA


UTILIZZO DELLE FONT OPENTYPE

UTILIZZO DELLE LEGATURE NELLE FONT POSTSCRIPT


Le legature nelle font PostScript, solitamente fi, fl, ffi e ffl, possono venire ora
applicate come un attributo di carattere utilizzando sia la versione Mac OS o
Windows di QuarkXPress. Selezionate semplicemente il testo al quale volete
applicare le legature e selezionate quindi Attiva legature della scheda
Carattere disponibile nella palette Misure (menu Finestra). Potete inoltre
selezionare Legature dalla finestra di dialogo Attributi carattere (menu
Stile Þ Carattere) e potete applicare legature mediante i fogli di stile del
carattere (Comp./Modifica). (Tenete presente che le legature erano state
incluse primariamente nelle font PostScript. Se una font TrueType include
legature, anche queste continueranno ad essere supportate.)

La casella di selezione Attiva legature della scheda Carattere della palette Misure vi
consente di applicare legature nelle font PostScript o TrueType al testo evidenziato,

UTILIZZO DELLE LEGATURE NELLE FONT OPENTYPE


Quando un testo viene formattato con una font OpenType, potete utilizzare il
set esteso delle legature di OpenType anziché le funzionalità di legature tradizion-
ali di QuarkXPress. In questo caso, selezionate il testo e scegliete Legature
standard dal menu OpenType della scheda Classico o Carattere della palette
Misure (menu Finestra). Verranno applicate legature come ad esempio fi, fl, ff,
ffi, ffl, fj, ffj, e th se incorporate nella font. Potete inoltre scegliere Legature
discrezionali per applicare altri tipi di legature come ad esempio sp, st, ct e fh.
Se una o l’altra delle opzioni di legatura viene visualizzata in parentesi quadra
significa che la font OpenType non supporta quelle funzionalità di legatura.

Con Zapfino Extra LTX, di Linotype potete vedere le legature standard e discre-
zionali in azione. Nell’esempio della prima riga, non sono state usate legature.
Nell’esempio della seconda riga, potete vedere legature discrezionali applicate
alle lettere “st” di “First” e “first” e “th” e “ng” applicate a “things”. Potete
infine vedere le legature standard per “fi” in “first”, ma osservate come la “f”
sia diversa da quella della riga sopra.

Potete selezionare Legature standard e Legature discrezionali nell’area


OpenType della finestra di dialogo Attributi carattere (menu Stile Þ
Carattere) e nella finestra di dialogo Modifica fogli stile del carattere
(Comp./Modifica Þ Fogli stile)

CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA | 131


UTILIZZO DELLE FONT OPENTYPE

DEFINIZIONE DELLE PREFERENZE PER LE LEGATURE


Quando applicate legature, tutti i caratteri per i quali esistono legature nella
font corrente le utilizzeranno in base alle Preferenze carattere definite per
il layout. Nel riquadro Carattere della finestra di dialogo Preferenze
(QuarkXPress/Modifica), le opzioni disponibili regolano la modalità di
applicazione delle legature. Nell’area Legature:
• Dividi sopra: Il valore immesso in questo campo specifica un valore di track
o kern sopra il quale le legature verranno divise. Al valore di default di 1, se
applicate un tracking al testo pari a +1 (1/200° di uno spazio em), le legature
ritornano alle lettere standard.
• Non “ffi” o “ffl”: Selezionate questa casella per impedire l’applicazione delle
legature fi e fl in parole come ad esempio “ufficio” o “flanella” se queste legature
non esistono nella font corrente. Tenete presente che molte font PostScript non
hanno legature ffi e ffl, ma la maggior parte delle font OpenType le includono.
Questa opzione è deselezionata per default.

L’impostazione Non “ffi” o “ffl” viene applicata quando si lavora su documenti


o progetti che usano il metodo dello scorrimento del testo di QuarkXPress 6.5
o versione precedente, in quanto il metodo di scorrimento del testo non sup-
portava legature ffi e ffl nelle font PostScript. Per aggiornare lo scorrimento
del testo in un progetto approfittando della gestione estesa delle legature,
vedere “Aggiornamento dei metodi di scorrimento del testo” più avanti in
questo capitolo.

L’area Legature del riquadro Carattere (QuarkXPress/Modifica Þ Preferenze Þ


Layout di stampa Þ Carattere) è dove potete regolare la modalità di applicazione
delle legature alle font.

DEFINIZIONE DEL KERN OPENTYPE PER I PROGETTI


Una nuova opzione delle preferenze si riferisce alle font che includono le infor-
mazioni di kern di OpenType sotto forma di tabelle GPOS (gliph positioning
data - dati di posizionamento dei glifi). Disponibile nella riquadro Generale
delle Preferenze del progetto (QuarkXPress/Modifica Þ Preferenze), l’opzione
Usa kern OpenType è selezionata per default per progetti creati in QuarkXPress.
Per mantenere lo scorrimento del testo, Usa kern OpenType è deselezionato per
i progetti creati in QuarkXPress 6.5 e precedenti. Questa funzionalità si riferisce
anche a tutti i tipi di layout di un progetto ossia stampa, stampa o Web. Quando
il kern di OpenType è attivo, acquista priorità su ogni altro tipo di kern definito
tramite Modifica la tabella di kern (menu Utilità) per quelle font. Potete
tuttavia applicare manualmente più kern, se necessario.

132 | CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA


UTILIZZO DELLE FONT OPENTYPE

SALVATAGGIO DEGLI STILI OPENTYPE COME “XPRESS TAGS”


Quando si marca un testo con “XPress Tags” ai fini dell’importazione e
quando si esporta un testo in formato “XPress Tags”, tutti gli stili OpenType
sono supportati. L’intero elenco di “XPress Tags” è disponibile nel file di
Aiuto di QuarkXPress; potete inoltre visualizzare facilmente i codici che vi
servono selezionando il testo formattato e esportandolo come “XPress Tags”
(Archivio/File Þ Salva il testo). Importate quindi il testo con l’opzione
Interpreta XPress Tags deselezionata nella finestra di dialogo Importa testo
(Archivio/File). Questo approccio visualizzerà i codici di cui avete bisogno.

La prima riga di testo è in Palatino Linotype, con lo stile dei numeri ordinali su
“No”, lo stile delle frazioni su “1/2” e le legature standard su “waffle”.

UTILIZZO DEI GLIFI

Il glifo è l’unità più piccola di una font — ogni lettera maiuscola, ad esempio,
possiede il proprio glifo. Ciascuna lettera minuscola possiede anche un glifo
così come ogni segno di punteggiatura e ogni carattere speciale. Per accedere a
tutti i glifi di una font, specialmente una font OpenType che potrebbe includere
circa 65.000 glifi, avete bisogno di visualizzare l’intera mappa dei caratteri.
QuarkXPress consente l’accesso alla mappa dei caratteri, tramite la palette
Glifi (menu Finestra) mediante la quale potete visualizzare tutti i glifi della
font selezionata, visualizzare grassetto o corsivo, fare doppio clic su un glifo
per inserire quel glifo nel testo e salvare i glifi preferiti per un rapido accesso.

La palette Glifi è altrettanto utile quando si tratta di trovare un glifo che si usa
occasionalmente, come ad esempio il pallino per indicare primo, secondo e terzo
o una frazione 1/2, nonché per trovare glifi che si usano raramente, come ad
esempio il segno di cediglia sotto una “c”. Per i glifi che si usano spesso, linee
em, pallini di elenchi listati o alcuni tipi di lettere accentate, vale la pena ricor-
dare e utilizzare i comandi da tastiera. (Alcuni software sviluppati da terzi, come
ad esempio applicazioni di gestione delle font, visualizzano a volte i comandi
da tastiera disponibili per ogni glifo di una font.)

CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA | 133


UTILIZZO DEI GLIFI

VISUALIZZAZIONE DEI GLIFI


Come primo passo per trovare il glifo di cui avete bisogno, dovete accertarvi,
tramite un’utilità del sistema o tramite un’applicazione di gestione delle font,
che la font di cui avete bisogno sia attiva nel vostro sistema,. Se state cercando
un carattere insolito, come ad esempio certi segni diacritici o frazioni, è proba-
bile che dobbiate usare una font OpenType che includa molti caratteri speciali.
La maggior parte dei fornitori di font visualizzano, nel loro sito Web, una mappa
completa dei caratteri inclusi nelle font che vendono, in modo che gli utenti
possano accertarsi che i caratteri di cui hanno bisogno esistano in quella
data font.
Per visualizzare i glifi di una font, procedete come segue:
1 Se la palette Glifi non è visualizzata, scegliete Finestra Þ Glifi.
2 Scegliete una font dal menu Font disponibile nell’angolo superiore sinistro.
Potete anche digitare le prime lettere del nome della font fino a quando questo
non viene riconosciuto.
3 Se volete visualizzare dei glifi nelle istanze di una font in grassetto, corsivo o
grassetto-corsivo (come ad esempio Helvetica Bold), fate clic sul pulsante
Grassetto o sul pulsante Corsivo o su entrambi accanto al menu. Fate clic su
Normale per ritornare alla font principale, in caratteri romani (come ad esempio,
Helvetica). Se le istanze della font in grassetto, corsivo o grassetto-corsivo non
sono attive nel vostro sistema, QuarkXPress simulerà il grassetto, il corsivo o il
grassetto-corsivo così come fa con i glifi quando applicate gli stili di carattere
Grassetto e Corsivo utilizzando la palette Misure.
4 Per visualizzare un sottogruppo dei glifi di una data font, scegliete un’opzione
dal menu a discesa Mostra. I tipi di glifi tra i quali potete scegliere sono speci-
fici di una data font e quindi il menu a discesa mostra soltanto le categorie
disponibili per la font selezionata.

Il menu a discesa Mostra delle palette Glifi (menu Finestra) è dove potete
visualizzare un sottogruppo di glifi disponibili nella font.

134 | CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA


UTILIZZO DEI GLIFI

5 Per visualizzare alternative disponibili per un determinato glifo, fate clic sulla
relativa casella nell’angolo inferiore destro della cella del glifo.

Le alternative disponibili in Palatino Linotype Bold per il segno del dollaro.

6 A seconda della font e della complessità dei glifi, potrebbe essere difficoltoso
visualizzare i glifi. Se necessario, fate clic sullo strumento Zoom della palette
per incrementare le dimensioni del glifo. Se i glifi visualizzati non sono
sufficienti, trascinate l’angolo della palette per ridimensionarla.
7 Scorrete lungo i glifi fino a quando non trovate quello di cui avete bisogno.
Se vi occorre avere il punto codice Unicode di un glifo, ad esempio per una
programmazione in HTML, potete puntare al glifo stesso per visualizzarne il
punto codice Unicode (rappresentato come un esadecimale).

QuarkXPress supporta tutti i glifi di una font, ad esempio tuttte le variabili


disponibili negli stili OpenType, perfino i glifi che non hanno punti di codice
Unicode ufficiali.

Il valore Unicode visualizzato per il glifo 1⁄2 della palette Glifo (menu Finestra).

CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA | 135


UTILIZZO DEI GLIFI

INSERIMENTO DEI GLIFI


Potete inserire il glifo, selezionato nella palette Glifi, al punto di inserimento
del testo facendo doppio clic sul glifo. Se avete selezionato un testo, il glifo
sostituirà l’intero testo selezionato.

Il glifo della frazione 1⁄2 è stato inserito selezionando un’alternativa per i caratteri 1, 2
e barra obliqua in Palatino Linotype.

SALVATAGGIO DEI GLIFI COME PREFERITI


Se usate frequentemente specifici glifi di una data font, potete salvare questi
glifi come preferiti per potervi accedere rapidamente. Potete ad esempio usare
i preferiti per un rapido accesso a tutte le frazioni di una “export” font mentre
si sta lavorando sul libro di gastronomia. Per creare un elenco di preferiti, fate
prima clic sul simbolo di espansione adiacente a Glifi preferiti della palette
Glifi (menu Finestra). Quindi trascinate semplicemente in una cella vuota
dell’area Glifi preferiti. Per eliminare un preferito, premete Control+clic fate
clic con il pulsante destro del mouse sul glifo e utilizzate il menu contestuale.

Tutti i preferiti salvati vengono visualizzati nella palette Glifi, indipendentemente


dal layout che avete aperto o dalla font che avete selezionato. Se la font di un
glifo è inattiva nel vostro sistema, tuttavia, quel glifo viene visualizzato come
una casella. Fate clic nella casella per visualizzare un suggerimento relativo alla
font mancante.

L’area Glifi preferiti della palette Glifi (menu Finestra) offre un accesso rapido ai
glifi usati frequentemente in qualsiasi font.

136 | CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA


VISUALIZZAZIONE DEI CODICI

VISUALIZZAZIONE DEI CODICI

L’opzione Mostra i codici (menu Visualizza) è sempre molto utile per le revi-
sioni dei testi e per un’ottimizzazione della tipografia in quanto consente di
visualizzare i codici (detti anche caratteri invisibili) come ad esempio spazi,
tabulazioni e ritorni a capo del paragrafo. Con QuarkXPress potete ora visua-
lizzare l’intera serie di caratteri invisibili tra cui i trattini discrezionali, gli
spazi em, gli spazi non divisibili ed altro ancora. I codici vengono inoltre
automaticamente ridimensionati in base alle dimensioni del carattere e alla
percentuale di visualizzazione definita. Ne risulta che il punto che rappre-
senta uno spazio ha un aspetto diverso quando visualizzato alle dimensioni
di un carattere pari a 10 punti piuttosto che 60 punti ed ha un aspetto diverso
quando visualizzato ad una percentuale di visualizzazione del 100% piuttosto
che del 500%. I codici vengono visualizzati come segue:

SIMBOLO SIMBOLO
CODICI STANDARD NON DIVISIBILE
Spazio
Spazio con larghezza del numero zero/
collegamento parole
Spazio molto sottile
Spazio sottile
6 per spazio Em
4 per spazio em
3 per spazio em
Spazio en
Spazio em
Spazio della figura
Spazio punteggiatura
Spazio flessibile
Rientro qui n/a
Nuova riga discrezionale n/a
Trattino di sillabazione n/a
non divisibile
Nuova riga n/a
Nuova colonna n/a
Nuova finestra n/a
Tabulazione n/a

CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA | 137


INSERIMENTO DI CARATTERI SPECIALI

INSERIMENTO DI CARATTERI SPECIALI

QuarkXPress supporta tutti i tipi di caratteri speciali da utilizzare a fini tipografici


e di formattazione. Ad esempio, le linee em e le linee en sono caratteri speciali
che vengono visualizzati e stampati per conferire un aspetto professionale alla
tipografia di un documento. Altri caratteri speciali sono invisibili e vengono
utilizzati unicamente per controllare lo scorrimento del testo, come ad esempio
gli spazi non divisibili, i trattini di sillabazione discrezionali e i caratteri colonna
successiva/finestra successiva. Altri sono semplicemente codici utilizzati come
segnaposto per altri elementi della pagina, come ad esempio il carattere per il
numero della pagina.

Potete di solito inserire queste tipi di caratteri speciali usando gli equivalenti
da tastiera. In QuarkXPress 7, potete immettere tali caratteri direttamente dal
menu Utilità. Se utilizzate spesso questi caratteri speciali, vale la pena ricordare
il relativo comando da tastiera. Questi comandi da tastiera sono inclusi nelle
sezioni “Inserimento di spazi” e “Inserimento di altri caratteri speciali”.

Come discusso nella sezione precedente. “Visualizzazione dei codici”, ciascun


carattere viene visualizzato in modo diverso quando vengono visualizzati i
codici (Visualizza Þ Codici).

INSERIMENTO DI SPAZI
I compositori di testo utilizzano una serie di caratteri di spazio speciali per
ottimizzare lo scorrimento e la spaziatura di un testo, particolarmente ai
punti finali della riga e nelle colonne con numeri. Per inserire un tipo spe-
cifico di spazio, come ad esempio uno spazio em, al punto di inserimento del
testo, scegliete Utilità Þ Inserisci carattere Þ Spazio oppure Utilità Þ
Inserisci carattere Þ Spazio non divisibile. Le opzioni del sottomenu Spazio
non divisibile agiscono da “colla” tra due parole, due numeri, ecc, impedendo
che si verifichino delle divisioni tra i due elementi “incollati” alla fine della riga.
Ad esempio, potreste voler applicare uno spazio non divisibile alle parole
“Mac” e “OS” per tenere il marchio “Mac OS” insieme alla fine di una riga.

La larghezza degli spazi “em” (e quindi degli spazi “en”) immessi in un layout è
regolata dall’impostazione di Spazio em standard nelle preferenze del carattere
(QuarkXPress/Modifica Þ Preferenze Þ Layout di stampa Þ Carattere).
Spazio em standard è deselezionato per default, ossia lo spazio em rappresenta
la larghezza di due zero nella font attiva (e uno spazio en rappresenta la
larghezza di uno zero). Quando Spazio em standard è selezionato, QuarkXPress
utilizza la dimensione di punto corrente dello spazio em specificato nella font
attiva. La larghezza dello spazio flessibile è controllato anche dall’impostazione
definita per Larghezza spazio flessibile nelle Character Preferences.

138 | CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA


INSERIMENTO DI CARATTERI SPECIALI

COMANDO DA
TIPO DI SPAZIO USO TASTIERA STANDARD
Spazio em La dimensione di punto Tasto Mela+6,
corrente o una larghezza Ctrl+Maiusc+7
specificata nell’ambito della
font; quando la preferenza
Spazio em standard è
selezionata, la larghezza di
due zeri in una data font;
utilizzato per separare
dei dati.
Spazio en Metà della dimensioni di Option+Spazio,
punto corrente oppure una Ctrl+Maiusc+6
larghezza specificata
nell’ambito della font;
quando la preferenza
Spazio em standard è
selezionata, la larghezza
di uno zero in una data
font. utilizzato spesso in
elenchi numerati dopo il
punto che segue il numero
delle voci dell’elenco.
3 per spazio em La larghezza di 1/3 di uno n/a
spazio em; utilizzato come
variazione di uno
spazio sottile.
4 per spazio em La larghezza di 1/4 di uno n/a
spazio em; utilizzato come
variazione di uno
spazio sottile.
6 per spazio em La larghezza di 1/6 di uno n/a
spazio em; utilizzato come
variazione di uno
spazio sottile.
Spazio sottile La larghezza di 1/8 di uno Tasto Mela+7,
spazio em ; separa gruppi Ctrl+Maiusc+8
di numeri o può essere
utilizzato ad entrambe le
estremità di una linea
em o en.

CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA | 139


INSERIMENTO DI CARATTERI SPECIALI

COMANDO DA
TIPO DI SPAZIO USO TASTIERA STANDARD
Spazio molto sottile 1/24 di larghezza di uno n/a
spazio em; utilizzato per
regolazioni minute.
Spazio della larghezza Nessuna larghezza; n/a
di uno zero utilizzato per indicare
divisioni delle parole
che non richiedono
trattini sillabici.
Spazio flessibile Uno spazio di larghezza Option+Maiusc+Spazio,
fissa definito dall’utente; Ctrl+Maiusc+5
un’impostazione di
default delle preferenze
carattere è pari al 50% di
uno spazio en.
Spazio figura La larghezza di un n/a
numerale nello stile di
carattere corrente;
allinea i numeri di
tabelle finanziarie
Spazio punteggiatura La larghezza di un Maiusc+Spazio/Ctrl+6
punto nello stile
di carattere corrente;
allinea i numeri
quando contengono
dei punti o
delle virgole

TIPO DI SPAZIO COMANDO DA


NON DIVISIBILE TASTIERA STANDARD
Spazio em (non divisibile) Tasto Mela+Option+6,
Ctrl+Alt+Maiusc+7
Spazio en (non divisibile) Tasto Mela+Option+Spazio,
Ctrl+Alt+Maiusc+6
3 per ogni spazio em n/a
(non divisibile)
4 per ogni spazio em n/a
(non divisibile)
6 per ogni spazio em n/a
(non divisibile)

140 | CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA


INSERIMENTO DI CARATTERI SPECIALI

TIPO DI SPAZIO COMANDO DA


NON DIVISIBILE TASTIERA STANDARD
Spazio sottile (non divisibile) Tasto Mela+Option+7,
Ctrl+Alt+Maiusc+8
Spazio molto sottile n/a
(non divisibile)
Collegamento parole Tasto Mela+Spazio/Ctrl+5
(non divisibile, noto in
precedenza come spazio non
divisibile con larghezza pari
a uno zero)
Spazio flessibile (non divisibile) Tasto Mela+Option+Maiusc+Spazio,
Ctrl+Alt+Maiusc+5
Spazio della figura n/a
(non divisibile)
Spazio punteggiatura Tasto Mela+Maiusc+6/Ctrl+Alt+6
(non divisibile)
Spazio standard (non divisibile) Tasto Mela+Spazio/Ctrl+Spazio

INSERIMENTO DI ALTRI CARATTERI SPECIALI


Per inserire un carattere speciale diverso dallo spazio, come ad esempio una
linea em o un carattere segnaposto per il numero di pagina corrente, al punto
di inserimento del testo, scegliete Utilità Þ Inserire carattere Þ Speciale o
Utilità Þ Inserire carattere Þ Speciale non divisibile. Come con i caratteri
spazio, le opzioni del sottomenu Speciale non divisibile impediscono la
divisione di due caratteri alla fine di una riga. Ad esempio, potreste usare un
trattino non divisibile in un numero di telefono per tenere l’intero numero
sulla stessa riga.

CARATTERE SPECIALE COMANDO


STANDARD USO DA TASTIERA
Linea en Gruppi di numeri, Option+trattino,
valori negativi Ctrl+Alt+Maiusc+trattino
Linea em Indicatore di clausole, Option+Maiusc+trattino,
transizioni improvvise Ctrl+Maiusc+=
Trattino di sillabazione Divisione sillabica trattino
di parole, unione
di parole composte

CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA | 141


INSERIMENTO DI CARATTERI SPECIALI

CARATTERE SPECIALE COMANDO


STANDARD USO DA TASTIERA
Trattino di Collocato all’inizio di Tasto Mela+trattino
sillabazione discrezionale una parola per prevenire Ctrl+trattino
la sillabazione o limitare
la sillabazione a punti
di sillabazione
discrezionali; immesso
tra le parole per
indicare punti di
sillabazione preferiti
Rientro qui Rientri della riga Tasto Mela+\
Ctrl+\
Nuova riga discrezionale Linea di divisione Maiusc+Invio,
all’interno di Maiusc+Return
un paragrafo
Tabulazione di La tabulazione crea un Option+Tabulazione,
rientro destro allineamento con il Maiusc+Tabulazione
rientro destro, usato
spesso per posizionare
i caratteri alla fine
delle storia
# pagina Numero pagina nella Tasto Mela+2,
finestra precedente riga di “continua” Ctrl+2
# pagina corrente Segnaposto per i Tasto Mela+3,
numeri pagina nelle Ctrl+3
pagine master, aggiunge
un numero pagina alla
pagina corrente
# pagina Numero pagina nella Tasto Mela + 4,
finestra successiva riga di “continua” Ctrl+4
Linea en (non divisibile) Gruppi di numeri da n/a
non dividere alla fine
di una riga
Linea em (non divisibile) Impedisce l’inserimento Tasto Mela+Option+=,
di una linea all’inizio o Ctrl+Alt+Maiusc+=
alla fine di una riga
Trattino (non divisibile) Numeri di telefono Tasto Mela+=,
Ctrl+=

142 | CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA


INSERIMENTO DI CARATTERI SPECIALI

Il sottomenu Inserisci carattere Þ Speciale del menu Utilità; il sottomenu


Inserisci carattere Þ Speciale non divisibile offre le versioni non divisibili di
alcuni caratteri speciali.

FORMATTAZIONE E SCORRIMENTO DEL TESTO

Alcuni aspetti della formattazione e dello scorrimento del testo all’interno di


un layout sono stati modificati in QuarkXPress 7 ed hanno acquisito una maggior
flessibilità e facilità d’uso. Queste modifiche includono quanto segue:
• Lingua è ora un Attributo Carattere anziché un Attributo Paragrafo
• La palette Misura include ora un scheda Tabulazioni
• La frecce vengono visualizzate in un modo diverso
• Potete utilizzare il software Kerning Table Edit XTensions per applicare un
kerning orizzontale e verticale.

Indipendentemente da eventuali problemi di formattazione, QuarkXPress


mantiene lo scorrimento del testo delle versioni precedenti in modo che non
incorriate in un riscorrimento del testo quando aprite dei documenti e progetti
pre-esistenti. Per sfruttare le nuove funzionalità di scorrimento del testo, come
ad esempio le legature nei layout di Windows, potete aggiornare lo scorrimento
del testo quando aprite i file.

DEFINIZIONE DELLA LINGUA DEI CARATTERI


Nelle versioni precedenti, Lingua era un Attributo Paragrafo Con
QuarkXPress 7, potete specificare la lingua utilizzata per la sillabazione e per
la verifica ortografica come un Attributo Carattere. Questa funzionalità è
utile soprattutto in QuarkXPress Passport® dove potete mischiare ora parole
di diverse lingue nello stesso paragrafo senza causare una sillabazione di bassa
qualità o un numero più alto di Parole sospette nella Verifica ortografica

CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA | 143


FORMATTAZIONE E SCORRIMENTO DEL TESTO

(menu Utilità). Oltre ad applicare una lingua specifica ai caratteri, potete


applicare l’impostazione Nessuno in modo che una parola non venga consi-
derata per la sillabazione o per la verifica ortografica. Nelle versioni di lingua
singola di QuarkXPress, potete usare questa opzione di Lingua quando non
volete generare un numero eccessivo di eccezioni di sillabazione o di voci
dei dizionari ausiliari con parole che utilizzate raramente ma che non volete
sillabare o verificare ortograficamente ogni volta che le usate.

Per applicare una lingua ai caratteri selezionati, utilizzate il menu a discesa


Lingua della finestra di dialogo Attributi carattere (Stile Þ Carattere) o la
scheda Carattere della palette Misure.

Utilizzate il menu a discesa Lingua della scheda Carattere della palette Misure
per applicare una lingua ai caratteri selezionati.

IMPOSTAZIONI DI TABULAZIONI INTERATTIVE


Sono stati apportati diversi perfezionamenti ai metodi di definizione
delle tabulazioni in QuarkXPress 7 per facilitare l’allineamento di dati.
I perfezionamenti apportati includono:
• Un nuovo scheda per le Tabulazioni nella palette Misure consente di definire
tabulazioni senza oscurare il layout con il scheda Tabulazioni della finestra di
dialogo Attributi del paragrafo (Stile Þ Tabulazioni).
• Oltre a poter trascinare le icone dei tabulatori sul righello, potete ora trascinare
le icone sul testo per specificare i fermi di tabulazione.
• Quando state trascinando i tabulatori sopra il righello o sopra un testo, viene
visualizzata una linea verticale sullo schermo che vi aiuta a definire dove
posizionare la tabulazione.

Utilizzando la palette Misure potete conservare spazio sullo schermo e potete


osservare in tempo reale gli effetti delle modifiche che state apportando alle
impostazioni delle tabulazioni.

Sia che stiate utilizzando il scheda delle Tabulazioni della finestra di dialogo Attributi
Paragrafo o il riquadro Tabulazioni della palette Misure, potete trascinare le icone
delle tabulazioni sul righello di tabulazione e visualizzare una linea verticale che vi
aiuta a valutare con precisione il posizionamento della tabulazione.

144 | CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA


FORMATTAZIONE E SCORRIMENTO DEL TESTO

MODIFICA DEL KERN ORIZZONTALE E VERTICALE


Il software Kern-Track Editor XTensions, fornito con QuarkXPress, ha sempre
consentito la regolazione della spaziatura orizzontale tra due caratteri. Potete
ora personalizzare anche la spaziatura verticale all’interno di coppie di kerning.
Procedete come segue:

1 Scegliete Utilità Þ Modifica della tabella di kern Se volete specificare


l’applicazione del kern di default per tutti i nuovi progetti, eseguite questa
operazione senza alcun progetto aperto.
2 Selezionate una font e fate clic su Modifica.
3 Selezionate una coppia di kern dall’elenco a sinistra. Se necessario, immettete
una coppia di kern nel campo Coppia di kern.
4 Immettete un valore nel campo Vert. e orizz. oppure fate doppio clic sulle frecce
per personalizzare la spaziatura.

5 Quando avete finito di modificare la tabella del kern delle font, fate clic su OK
e quindi su Salva.

Incrementando il valore del campo di kern Vert. e orizz. in Modifica della tabella
di kern (menu Utilità), abbiamo rialzato le virgolette doppie in relazione alla “A”
per Zapfino Plain.

AGGIORNAMENTO DEI METODI DI SCORRIMENTO DEL TESTO


Per sfruttare i perfezionamenti apportati in QuarkXPress 7, come ad esempio
le legature fi, fl, ffi e ffl nei progetti Windows, dovete aggiornare il metodo
di scorrimento del testo applicato al progetto. A questo scopo, selezionate il
documento o il progetto nella finestra di dialogo Apri (Archivio/File) mentre
fate clic sul pulsante Apri. Non potete aggiornare il metodo di scorrimento del
testo premendo Option/Ctrl mentre fate doppio clic su un file del desktop.

CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA | 145


GESTIONE DELLO SFONDO DELLE FINESTRE DI TESTO

GESTIONE DELLO SFONDO DELLE FINESTRE DI TESTO

In QuarkXPress 7, le finestre di testo hanno, per default, un colore di sfondo


impostato su Nessuno. Quando selezionate inoltre la finestra di testo con lo
strumento Contenuto per modificare un testo, la finestra rimane trasparente
in modo da consentirvi di vedere gli elementi della pagina sotto di essa. (Prima
di QuarkXPress 6, il colore di default dello sfondo delle finestra di testo era
Bianco; prima di QuarkXPress 5, lo sfondo delle finestre veniva visualizzato
in bianco quando modificavate il testo.) Se volete che QuarkXPress funzioni
in modo più simile alle versioni precedenti, potete modificare le preferenze
come segue:
• Sfondo di default delle finestre di testo: Se preferite che lo sfondo delle finestre
di testo sia Bianco, o in qualsiasi altro colore, fate doppio clic sullo Strumento
Finestra di testo rettangolare per aprire il riquadro Strumenti della finestra di
dialogo Preferenze (QuarkXPress/Modifica). Fate clic su Tipi simili se volete
modificare le preferenze per tutti gli strumenti delle finestre di testo. Fate infine
clic su Modifica. Nella scheda Gruppo, modificate l’impostazione nel menu a
discesa Colore. Se fate questo senza progetti aperti, diventerà l’impostazione di
default per tutti i nuovi progetti. Potreste voler definire questa impostazione per
i layout di stampa in quanto le finestre con un colore impostato su Nessuno
richiedono tempi di esecuzione più lunghi quando inviati al RIP.
• Sfondi per la modifica del testo: Se preferite modificare un testo con uno sfondo
a colore intero, selezionate Modifica finestra di testo opaca nel riquadro
Visualizza della finestra di dialogo Preferenze (QuarkXPress/Modifica).
Sebbene lo sfondo delle finestre di testo sia opaco mentre state modificando un
testo con lo strumento Contenuto, il colore della finestra ritorna al suo colore
originale non appena selezionate un oggetto diverso (ad esempio, Nessuno o
una sfumatura). Questa è un’impostazione di default dell’applicazione che
potete tuttavia modificare in modo da potervi concentrare sul testo senza essere
distratti da elementi dello sfondo.

UTILIZZO DELLE FONT ALTERNATIVE

Il supporto di Unicode — un sistema di codifica dei caratteri a 16 bit che


consente di espandere notevolmente i set di caratteri contenuti nelle font —
include anche il supporto di Font alternativa. La Font alternativa consente ad
un’applicazione di selezionare automaticamente e intelligentemente una font
alternativa per visualizzare un carattere specifico quando la font corrente non
può visualizzare o stampare quel carattere.
Font alternativa entra in azione quando QuarkXPress incontra un carattere
non-standard in un testo impostato o incollato che la font corrente non include.
Senza la Font alternativa, le versioni precedenti di QuarkXPress visualizzavano
in quel caso il carattere di una piccola casella. Può darsi che abbiate avuto occa-
sione di vederla nel caso di un particolare carattere accentato, di una frazione

146 | CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA


UTILIZZO DELLE FONT ALTERNATIVE

o di un dingbat non disponibili nella font utilizzata. Se un carattere non viene


visualizzato, è impossibile ovviamente determinare di che carattere si tratti e
come formattarlo adeguatamente. Il supporto della Font alternativa in
QuarkXPress risolve questo problema in quanto cerca una font in grado di
visualizzare e stampare correttamente ciascun carattere.

Font alternativa è una Preferenza a livello di Applicazione che agisce soltanto


su un testo che non possiede le font specificate. Questo vale anche quanto
copiate e incollate un testo da altre applicazioni, quando importate un testo
normale o un testo in HTML e quando inserite un punto Unicode da una
palette del sistema come ad esempio PickChar.

ATTIVAZIONE DELLA FONT ALTERNATIVA


La Font alternativa viene implementata come una Preferenza a livello di
Applicazione, ossia la funzionalità è attiva o disattiva per la vostra copia
di QuarkXPress. Questa funzionalità è attiva come impostazione predefinita,
ma se dovete disattivarla, deselezionate Font alternativa nel riquadro
Interattivo della finestra di dialogo Preferenze (QuarkXPress/Modifica). Se
preferite essere informati di qualsiasi problema associato alle font e di gestirlo
personalmente per evitare un possibile riscorrimento del testo, è consigliabile
deselezionare la Font alternativa.

La casella di selezione Font alternativa, disponibile nel riquadro Interattivo della


finestra di dialogo Preferenze (QuarkXPress/Modifica), che potete deselezionare
se preferite gestire personalmente tutte le questioni inerenti alle font.

CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA | 147


UTILIZZO DELLE FONT ALTERNATIVE

APPLICAZIONE AI CARATTERI DELLA FONT ALTERNATIVA


Prima dell’implementazione della Font interattiva, quando importavate o
incollavate un testo che non possedeva le font specificate, il testo veniva for-
mattato in base ai propri fogli stile o in base alla font selezionata al punto di
inserimento del testo. Qualsiasi carattere che la font attiva non conteneva
veniva sostituito con caratteri di caselle vuote ocon altri simbol simili. Con la
Font alternativa:
• Se QuarkXPress incontra un carattere non disponibile nella font corrente, cerca
tra le font attive nel vostro sistema una font che includa il carattere in questione.
Ad esempio, se Helvetica è la font applicata al punto di inserimento del testo
e state importando o incollando un testo contenente un carattere Kanjii,
QuarkXPress potrebbe applicare una font Hiragino a quel carattere.
• Tenete presente che la funzionalità Font alternativa applica una font che con-
tiene quel particolare carattere; è vostra decisione tuttavia scegliere una font
adatta al design e alla tipogragia applicati e che contenga il carattere necessario.
• Se QuarkXPress non riesce a trovare una font attiva che contenga il carat-
tere necessario, questo viene ancora visualizzato come una casella vuota o
un simbolo.

IMPORTAZIONE ED ESPORTAZIONE DI UN TESTO CON LE


OPZIONI UNICODE

Con il supporto di Unicode di QuarkXPress 7, avete ora la possibilità di speci-


ficare un tipo di codifica quando importate ed esportate un testo. Il tipo di
codifica specifica la sequenza di byte utilizzata per rappresentare ciascun glifo
nel testo. Quando si lavora su un testo internazionale o su un testo HTML,
potete scegliere la codifica appropriata per convertire tutti i caratteri del file in
Unicode. Le opzioni disponibili funzionano come segue:

• La finestra di dialogo Importa testo include un menu a discesa Tipo di codifica


quando selezionate un testo normale o un testo in HTML. Il software cerca di
determinare la codifica dei file di testo selezionati e di applicare un tipo di
codifica appropriata. Potete tuttavia scegliere un’opzione diversa per il testo.
• La finestra di dialogo Salva il testo e le finestre di dialogo Esporta HTML offrono
il menu a discesa Tipo di codifica quando esportate un testo in formato normale,
HTML o XPress Tag.
• L’opzione Converti virgolette continua a convertire le virgolette diritte in
virgolette curve e la linea doppia in linea em.

148 | CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA


UTILIZZO DELLE REGOLE DI MAPPATURA DELLE FONT

UTILIZZO DELLE REGOLE DI MAPPATURA DELLE FONT

Quando aprite un progetto, QuarkXPress effettua una verifica per accertare che
tutte le font applicate al testo — nei layout di stampa e nei layout Web, nelle
pagine standard e nelle pagine master — siano attive nel vostro sistema. In caso
contrario, viene visualizzato il messaggio Font mancanti che vi dà l’opportunità
di sostituire le font mancanti con delle font attive. Ad esempio, potete sempre
sostituire Helvetica con Arial o Times con Times New Roman. Potete salvare
quindi queste sostituzioni come “regole di mappatura delle font” globali inmodo
che vangano applicate automaticamente ogni volta che aprite un progetto.
QuarkXPress vi consente di creare regole di mappatura delle font istantanea-
mente durante l’apertura del progetto; vi consente di gestirle tramite modifiche,
eliminazioni e condivisioni nonché di definire le Preferenze dell’applicazione
per personalizzare la gestione delle font mancanti.

Se seguite un workflow basato sulla stampa che prevede un’attivazione specifica


delle corrette font per ciascun progetto, particolarmente in un ambiente di
output, non è consigliabile creare delle regole di mappatura delle font e di
sopprimere la visualizzazione del messaggio Font mancanti. Se state utilizzando
un manager di font che include funzionalità automatiche di attivazione delle
font, sarà molto probabile che aggiri il messaggio di QuarkXPress Font mancanti
e non avrete quindi bisogno di specificare regole di mappatura delle font.

CREAZIONE DI REGOLE DI MAPPATURA DELLE FONT


Per creare una regola di mappatura delle font, aprite per prima cosa un progetto
che utilizzi una font mancante (inattiva). Selezionate Elenco font per visualizzare
il messaggio Font mancanti. Utilizzate il pulsante Sostituisci per scegliere delle
font di sostituzione per tutte le font mancanti e fate quindi clic su Salva come
regola. Tutte le sostituzioni riportate nell’elenco del messaggio Font mancanti
vengono salvate come regole anche se selezionate soltanto alcune sostitu-
zioni. Se cambiate idea riguardo a una sostituzione, selezionate la riga
corrispondente e fate clic su Ripristina. Potete anche scegliere Archivio/File Þ
Versione precedente dopo aver aperto il progetto. Questo visualizza ancora il
messaggio Font mancanti e vi consente di apportare le modifiche necessarie.
(Tenete presente che le modifiche sono applicabili soltanto a quel progetto,
non a regole appena salvate.)

Una font “mancante” è semplicemente una font che non è correntemente attiva
nel vostro sistema. Se possedete la font, potete attivarla utilizzando le opzioni
del sistema o un manager di font piuttosto che sostituirla con un’altra font.

CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA | 149


UTILIZZO DELLE REGOLE DI MAPPATURA DELLE FONT

GESTIONE DELLE REGOLE DI MAPPATURA DELLE FONT


Una volta creata una regola di mappatura delle font, facendo clic su Salva come
regola nel messaggio Font mancanti la regola viene salvata nelle preferenze
della vostra copia di QuarkXPress e applicata a tutti i progetti. Se avete bisogno
in seguito di modificare, eliminare o condividere delle regole di mappatura delle
font, scegliete Utilità Þ Mappatura delle font. La finestra di dialogo
Mappatura delle font elenca tutte le regole create, mostrando la font origi-
nale e la font di sostituzione e vi consente quindi di importare, esportare,
modificare e eliminare delle regole, come necessario. Tenete presente che
con il pulsante Esporta si possono esportare tutte le regole di mappatura
delle font elencate, indipendentemente dal fatto che siano selezionate.

DEFINIZIONE DELLE PREFERENZE PER LA MAPPATURA DI FONT


Per facilitare la gestione delle font, QuarkXPress offre alcune Preferenze a
livello Applicazione, applicabili a tutti i progetti. Nel riquadro Mappatura
delle font (QuarkXPress/Modifica Þ Preferenze) potete specificare una font
di sostituzione di default tutte le volte che viene visualizzato il messaggio
Font mancanti.

• Specificare la font sostitutiva di default: Quando una font mancante non


possiede una regola, potete specificare la font di default da usare per la sosti-
tuzione. Selezionate Specificare la font sostitutiva di default e scegliete quindi
una font attiva dal menu a discesa. In genere, questa dovrebbe essere una font
che è sempre attiva nel sistema.
• Non visualizzare la finestra di dialogo “Font mancante”: Una volta definite
le regole di mappatura di font adatte al vostro workflow, potete sopprimere
la visualizzazione del mesaggio relativo alle font mancanti selezionando
Non visualizzare la finestra di dialogo “Font mancante”. Se QuarkXPress
incontra una font mancante che non possiede una regola di mappatura, fate
clic su una delle opzioni seguenti per specificare come gestirla: Visualizza la
finestra di dialogo “Font mancanti” oppure Sostituisci le font mancanti
con le font sostitutive (che utilizza la Font di sostituzione di default).

La creazione di regole di mappatura delle font e l’impostazione delle preferenze


eliminano la necessità di visualizzare la finestra di dialogo Font mancanti.
Tenete presente tuttavia che la maggior parte dei workflow di stampa preve-
dono l’uso delle font corrette in ogni progetto. Prima di creare queste regole
globali e prima di impostare le preferenze, accertatevi che siano applicabili a
tutti i progetti.

150 | CAPITOLO 5: TESTO E TIPOGRAFIA


CREAZIONE DI TABELLE

Capitolo 6: Tabelle
Sia che stiate lavorando con i dati di una tabella tradizionale, come ad esempio i

dati di un rapporto annuale, una pianificazione dei tempi o un modulo, o che

vogliate semplicemente distribuire simmetricamente delle foto in una finestra,

potete trarre vantaggio dalle funzionalità delle tabelle di QuarkXPress e sem-

plificare il vostro lavoro. Le funzionalità delle tabelle offrono tutte le opzioni e

la precisione di design tipiche di QuarkXPress, incluse l’applicazione di colori

a singole celle, la creazione di celle di testo e celle di immagini, la formattazione

con cornici e griglie nonché la gestione di testi importati o di file creati in

Microsoft Excel.

In QuarkXPress, la tabella è un oggetto, come può esserlo una finestra di testo,

una finestra immagine, un percorso di testo o una linea. E come con questi

oggetti, potete modificare l’ordine di sovrapposizione di una tabella, raggrup-

parla con altri oggetti, modificare i suoi attributi, ruotarla, ridimensionarla e

modificarne il contenuto. Come con gli altri oggetti, potete modificarne il

contenuto (testo e immagini) utilizzando lo strumento Contenuto nonché


modificarne gli attributi (dimensioni, posizione, ecc) utilizzando lo strumento

Oggetti. In un certo senso, tuttavia, le tabelle si differenziano dagli altri oggetti.

La tabella può infatti essere considerata un gruppo a sé in quanto consiste in

una serie di finestre rettangolari raggruppate, chiamate celle. Quando lavorate

con le tabelle, potete gestire la cella come una finestra immagine individuale,

una finestra di testo o una finestra senza contenuto e potete gestirla nello stesso

modo in cui gestireste gli altri oggetti. Per lavorare con gli oggetti di una tabella,

come ad esempio righe e colonne, potete utilizzare il menu Tabella.

Le funzionalità delle tabelle, introdotte con la versione di QuarkXPress 5, vi

hanno consentito di creare tabelle con celle di testo e con celle immagini e di

trarre vantaggio dalle numerose opzioni di formattazione disponibili. Le fun-

zionalità delle tabelle sono state potenziate nella versione QuarkXPress 6 e sono

CAPITOLO 6: TABELLE | 151


CREAZIONE DI TABELLE

state ulteriormente rifinite nella versione di QuarkXPress 7, producendo dei

controlli potenti e sofisticati per la creazione, aggiornamento e formattazione

di tabelle. Le tabelle possono ora essere collegate ad altri oggetti di testo, possono

essere ruotate, possono estendersi ad altri sezioni del layout e possono contenere

intestazioni e pié di pagina sincronizzati.

Per informazioni sulla gestione delle tabelle nei layout Web, vedere il Capitolo 3,

“Layout Web”.

CREAZIONE DI TABELLE

QuarkXPress offre tre opzioni per la creazione di tabelle: un disegno completo


della tabella con l’inserimento dei dati, una conversione di un testo esistente
in una tabella e un’importazione di dati da Excel. L’opzione che scegliete dipende
dall’origine dei dati:

• Il disegno completo di una tabella è consigliabile se state lavorando con un


documento stampato da cui dovete ricavare i dati, se state importando dei
dati che non sono delimitati per essere usati in tabelle oppure se la tabella
consiste primariamente in immagini.
• La conversione di un testo in tabella è indicata se i dati sono già stati
divisi (o delimitati) in qualche modo (come ad esempio con i tabulatori)
per indicarne colonne e righe.
• L’importazione di dati da Excel è la scelta naturale per dei dati che sono stati
originati in Excel soprattutto considerando l’opzione ora disponibile di un
aggiornamento automatico dei dati nelle tabelle importate.

CREAZIONE COMPLETA DI UNA TABELLA


Con QuarkXPress potete disegnare un rettangolo che si avvicini alle dimensioni
che volete dare alla tabella e questo è tutto per quanto riguarda il disegno in sé.
Non appena rilasciate il pulsante del mouse, viene visualizzata la finestra di
dialogo Proprietà della tabella che vi offre opzioni per la personalizzazione della
tabella disegnata. Per disegnare interamente una tabella e per specificarne le
proprietà, procedete come segue:
1 Selezionate lo strumento Tabelle dalla palette degli Strumenti.
2 Trascinate per disegnare un rettangolo che abbia approssimativamente le
dimensioni della tabella desiderata. Per forzare il rettangolo a una forma
quadrata, premete Maiusc mentre disegnate la tabella.

152 | CAPITOLO 6: TABELLE


CREAZIONE DI TABELLE

Trascinate lo strumento Tabella per disegnare un rettangolo che abbia


approssimativamente le dimensioni delle tabella finale.

3 Quando rilasciate il pulsante del mouse, viene visualizzata la finestra di dialogo


Proprietà della tabella.

Se la finestra di dialogo Proprietà della tabella non viene visualizzata, ridise-


gnate la tabella con l’opzione Mostra la finestra di dialogo selezionata nelle
Preferenze strumenti relative allo strumento Tabelle. Per accedere a questa
casella di selezione, fate doppio clic sullo strumento Tabelle, scegliete Modifica
e fate quindi clic sul riquadro Creazione.

4 Specificate il numero di righe orizzontali nel campo Righe e specificate il


numero di colonne verticali nel campo Colonne. Potete aggiungere ed eliminare
righe e colonne in un secondo tempo. QuarkXPress calcola automaticamente
la larghezza delle righe e l’altezza delle colonne in base alle dimensioni del
rettangolo che avete disegnato.

La finestra di dialogo Proprietà della tabella è dove potete personalizzare le


tabelle disegnate con lo strumento Tabelle.

CAPITOLO 6: TABELLE | 153


CREAZIONE DI TABELLE

5 Per specificare il tipo di cella di default, fate clic su Celle di testo o Celle di
immagine nell’area Tipo di cella. Fate clic sull’opzione che riflette la maggior
parte del tipo di contenuto da immettere nella tabella. Potete in seguito
selezionare specifiche celle e convertire il tipo di contenuto, se necessario.

6 Se volete creare delle celle di testo che si espandono automaticamente quando


aggiungete un testo, utilizzate i controlli dell’area Conten. autom. Selezionando
Righe definite un aumento automatico dell’altezza delle celle, mentre selezio-
nando Colonne definite un aumento automatico della larghezza delle celle.
Se selezionate entrambe le opzioni, le celle aumenteranno prima in larghezza
raggiungendo i valori massimi specificati nel riquadro Celle della finestra di
dialogo Modifica (menu Oggetti).

Per ulteriori informazioni su Conten. autom., vedere “Regolazione automatica


di righe e colonne per il contenimento del testo”, più avanti in questo capitolo.

7 Se avete una preferenza su come navigare lungo le celle di una tabella quando
premete Control+Tab, potete scegliere un’opzione diversa dal menu a comparsa
Ordine di tabulazione.

8 Se volete collegare le celle di testo in modo che il testo importato scorra lungo
le celle specificate — come nelle finestre di testo collegate — selezionate
Collega le celle.

Se non collegate le celle con questo sistema, potete collegarle in un secondo


tempo utilizzando lo strumento di Collegamento o il comando Collega le celle
di testo (menu Tabella). Inoltre, anche se non collegate le celle di testo,
potete sempre utilizzare Control+Tab per passare da una cella all’altra mentre
immettete o modificate i dati.

9 Se selezionate Collega le celle, potete scegliere l’ordine in cui volete collegare


le celle di testo dal menu a discesa Ordine di collegamento. Ad esempio, potete
specificare un ordine di collegamento diverso se sapete che i dati che state
importando mostreranno i valori in senso ascendente da sinistra verso destra
mentre ritenete che sarebbe meglio mostrarli in ordine discendente.

10 Se intendete importare i dati da Excel, selezionate Collega a dati esterni.


Per ulteriori informazioni, vedere “Importazione di tabelle Excel” più avanti
in questo capitolo.
11 Fate clic su OK per creare la tabella.
Se i valori di default della finestra di dialogo Proprietà della tabella non sono
indicati per la tabella che state creando, ad esempio se tutte le vostre tabelle
consistono in celle di immagine o hanno una cornice di 2 punti di spessore,
potete modificare le Preferenze strumenti dello strumento Tabelle. Fate doppio
clic sullo strumento Tabelle per accedere alla Preferenze strumenti.

154 | CAPITOLO 6: TABELLE


CREAZIONE DI TABELLE

CONVERSIONE DI UN TESTO IN TABELLA


Se le informazioni che volete usare in una tabella sono già state importate o
digitate in una finestra di testo QuarkXPress, potete convertire questo testo in
una tabella. Ciò è particolarmente indicato se un testo è già stato in qualche
modo delimitato per indicare come suddividere le informazioni in colonne e
in righe. Nella maggior parte dei casi, i caratteri di tabulazione indicano nuove
colonne mentre i ritorni a capo di paragrafo indicano nuove righe.
La conversione di un testo in una tabella è spesso la soluzione più semplice e
più rapida per la creazione di una tabella. Questo sistema consente inoltre di
mantenere tutti gli attributi di carattere e di paragrafo rilevanti. Le impostazioni
dei nella scheda Tabulazioni Þ Regole della finestra di dialogo Attributi
paragrafo (Stile e Formati) non vengono mantenute in quanto queste
impostazioni non sono associate alle celle di una tabella.

Il successo della conversione di un testo in una tabella dipende dalla preparazione


del testo. È importante che paragrafi, tabulazioni, spazi o virgole (ossia i caratteri
che QuarkXPress può convertire) vengano utilizzati uniformemente nello stesso
blocco di testo in quanto verranno utilizzati nella conversione in tabelle per
definire righe e colonne. Gli utenti usano normalmente molteplici tabulazione
in un programma di gestione del testo per allineare colonne di dati piuttosto che
definire specifici fermi di tabulazione. Se il blocco di testo che state convertendo
possiede questi tipi di tabulazione, contiene probabilmente un numero di tabu-
lazioni non uniforme nelle varie colonne. Dovrete quindi uniformare i caratteri
di tabulazione prima di convertire un testo in tabella.

Il testo delimitato preparato in Microsoft Word mostra un ritorno a capo alla fine
di ogni riga e soltanto un carattere di tabulazione tra una colonna e l’altra.

Per convertire un testo in una tabella:

1 Importate o immettete il testo in una finestra di testo. Scegliete Visualizza Þ


Codici per visualizzare i delimitatori e determinare come separare i dati. Se neces-
sario, ripulite il testo eliminando tutti i caratteri superflui e sostituendoli con
i caratteri corretti (ad esempio, sostituite due caratteri di tabulazione con uno
oppure sostituite le divisioni di righe forzate, con ritorni a capo del paragrafo).

2 Utilizzando lo strumento Contenuto, selezionate tutto il testo che volete


convertire in tabella.

CAPITOLO 6: TABELLE | 155


CREAZIONE DI TABELLE

3 Scegliete Tabelle Þ Converti il testo in tabella per visualizzare la finestra di


dialogo Converti il testo in tabella.

La finestra di dialogo Converti il testo in tabella è dove potete determinare come


suddividere i dati tra righe e colonne, l’ordine in cui le celle vanno riempite e se
volete riempire automaticamente le righe e le colonne con un testo.

4 In base al testo selezionato, QuarkXPress determina automaticamente come


separare le righe (Specifica separazione righe) e le colonne (Specifica sepa-
razione colonne) e quante Righe e Colonne potrebbero essere necessarie, nel
peggiore dei casi, per contenere l’intero testo evidenziato. Nella maggior parte
dei casi, queste ipotesi sono corrette e potete proseguire. Se necessario, potete
apportare modifiche come indicato di seguito:

• Campi Righe e Colonne: Se questi valori non sono corretti, potete


modificarli. (In questo caso, dopo aver creato la tabella, dovrete confermare
le modifiche eseguite.) Potete inoltre incrementare questi valori per aggiun-
gere righe segnaposto alla fine della tabella e colonne segnaposto al lato destro
della tabella.
• Specifica separazione righe, Specifica separazione colonne: Se le righe e le
colonne non sono state adeguatamente separate, potete modificare le opzioni
relative alla loro separazione in questi due menu a discesa. Se non sapete cosa
è meglio selezionare, accertatevi di verificare il testo d’origine con l’opzione
Codici selezionata (menu Visualizza).

Se i valori di default della finestra di dialogo Converti testo in tabella non


sono corretti, significa spesso che esiste un problema con il testo, come ad
esempio un carattere di tabulazione erroneo che crea più colonne di quelle
che volete. Potete fare clic su Annulla, riparare il testo e quindi di scegliere
ancora Tabella Þ Converti il testo in tabella.

156 | CAPITOLO 6: TABELLE


CREAZIONE DI TABELLE

5 Come impostazione di default, Converti testo in tabella crea delle celle che
includono un blocco di testo più grande del range evidenziato. Le dimensioni
delle celle rimangono in questo caso invariate fino a quando non le modificate.
Se volete creare delle celle di testo che si espandono automaticamente quando
aggiungete un testo, utilizzate i controlli dell’area Conten. autom.

• Selezionate Righe per aumentare automaticamente l’altezza delle celle in modo


che possa contenere il testo aggiunto.
• Selezionate Colonne per aumentare automaticamente la larghezza delle celle
in modo che possa contenere il testo aggiunto.
• Se selezionate entrambe le opzioni, le celle aumenteranno prima in larghezza
fino a quando questa non raggiunge il valore massimo specificato nella scheda
Celle della finestra di dialogo Modifica (menu Oggetti).

Per ulteriori informazioni su Conten. autom., vedere “Regolazione automatica


di righe e colonne per il contenimento del testo”, più avanti in questo capitolo.

6 Se volete che i dati inseriti in questa tabella scorrano in modo diverso, ad


esempio se i valori sono attualmente in ordine discendente ma li vorreste
vedere in ordine ascendente, potete modificare l’ordine. Scegliete un’opzione
dal menu a discesa Ordine di riempimento delle celle (l’impostazione di
default è Da sinistra a destra, dall’alto in basso).

7 Fate clic su OK. Viene creata una nuova tabella, con uno scostamento dalla
finestra di testo originale.

8 Il testo d’origine rimane nella pagina, dietro la nuova tabella. Potete eliminare
a questo punto il testo d’origine, la finestra di testo o entrambi.

Il testo delimitato mostrato in precedenza era stato convertito in questa tabella


che include altri elementi di formattazione, tra cui una cornice, uno stile di griglia
e una nuova distanza testo/finestra.

Una volta convertito il testo in una tabella, potete modificare e formattare la


tabella come fareste con qualsiasi altra tabella. Se avete bisogno di estrarre i
dati dalla tabella, vedere “Conversione di un testo in tabelle” più avanti in
questo capitolo.

CAPITOLO 6: TABELLE | 157


CREAZIONE DI TABELLE

IMPORTAZIONE DI TABELLE IN EXCEL


I dati di una tabella vengono spesso originati in un programma di fogli elet-
tronici, come ad esempio Excel, e potete quindi importare i dati che volete
inserire nella tabella esattamente come importereste delle immagini. Sebbene
la tecnica di importazione sia leggermente diversa, il risultato è lo stesso: la
tabella di QuarkXPress viene collegata al file Excel per facilitare la gestione dei
dati e l’aggiornamento. Il collegamento è in un certo senso più sofisticato del
collegamento applicato alle immagini in quanto ogni cella della tabella in
QuarkXPress è collegata alla cella corrispondente in Excel.

Confrontate il foglio di Excel a sinistra con la tabella QuarkXPress a destra.


Quando importate una tabella, ciascuna cella di Excel viene collegata a una cella
della tabella di QuarkXPress.

Sebbene possiate aggiornare le tabelle nello stesso modo in cui aggiornereste le


immagini, dovete tenere presente alcuni punti importanti.

• Se selezionate Includi formati nella finestra di dialogo Collegamento tabella


quando importate una tabella Excel, la formattazione della tabella Excel viene
preservata (il più possibile) in QuarkXPress. Se più tardi volete aggiornare la
tabella, qualsiasi tipo di formattazione locale applicata in QuarkXPress, viene
rimossa e sostituita dalla formattazione applicata al file Excel.
• Se non selezionate Includi formati nella finestra di dialogo Collegamento
tabella quando importate una tabella Excel, la formattazione della tabella
Excel viene eliminata. Se più tardi volete aggiornare la tabella, QuarkXPress
cerca di preservare qualsiasi formattazione locale abbiate applicato alla tabella
in QuarkXPress.

Per importare le tabelle e i grafici Excel in QuarkXPress, dovete avere il software


Table Import XTensions caricato.

158 | CAPITOLO 6: TABELLE


CREAZIONE DI TABELLE

Per importare una tabella di Excel e mantenere il collegamento con QuarkXPress,


procedete come segue:

1 Se disponete del programma Excel, aprite prima il file in Excel e determinate


quello che volete importare. Ad esempio, volete importare più di un foglio
elettronico o volete importare soltanto alcune celle di un determinato foglio
elettronico? Annotate quello che volete importare e chiudete il file.

2 Utilizzando lo strumento Tabella, trascinate per disegnare una tabella delle


dimensioni approssimative che volete.

3 Quando rilasciate il pulsante del mouse, viene visualizzata la finestra di dialogo


Proprietà della tabella. Selezionate Collega a dati esterni.

Se la finestra di dialogo Proprietà della tabella non viene visualizzata, selezio-


nate Mostra la finestra di dialogo nelle Preferenze strumenti dello strumento
Tabelle. Per accedere a questa casella di selezione, fate clic su Modifica e quindi
sul riquadro Creazione.

4 Se avete una preferenza su come volete navigare lungo le celle di una tabella
quando premete Control+Tab, potete scegliere un’opzione diversa per l’Ordine
di tabulazione.

5 Se volete che il testo venga adeguatamente contenuto nelle celle, particolarmente


se avete scelto di non usare la geometria della tabella di Excel, utilizzate i
controlli dell’area Conten. autom. Selezionando Righe definite un aumento
automatico dell’altezza delle celle mentre selezionando Colonne definite un
aumento automatico della larghezza delle celle. Se selezionate entrambe le
opzioni, le celle aumenteranno prima in larghezza fino a quando non raggiun-
gono il valore massimo specificato nella scheda Celle della finestra di dialogo
Modifica (menu Oggetti).
6 Fate clic su OK per visualizzare la finestra di dialogo Collegamento tabella.

La finestra di dialogo Collegamento tabella è dove potete selezionare un file


Excel e quindi specificare quale foglio di lavoro importare e come importarlo.

CAPITOLO 6: TABELLE | 159


CREAZIONE DI TABELLE

7 Fate clic su Sfoglia per individuare e selezionare il file Excel da importare.


8 Se il file include molteplici fogli di lavoro, scegliete il foglio che volete
importare dal menu a discesa Fogli. Potete importare soltanto un foglio
elettronico per volta.

9 Se volete importare soltanto una parte dei dati, potete specificare un range
di celle nel campo Range oppure scegliere un range con un nome dal menu
a discesa.
10 Nell’area Opzioni, selezionate gli attributi che volete importare:
• Includi righe nascoste e Includi colonne nascoste: Importa le righe e/o le
colonne nascoste tramite il comando Formato Þ Riga Þ Nascondi o Formato Þ
Colonna Þ Nascondi di Excel.
• Includi formati: Importa un testo formattato come ad esempio con font, colori
e allineamento specificati nella barra degli strumenti Formattazione (menu
Visualizza) di Excel.
• Includi geometria: Importa le celle mantenendo le dimensioni che hanno in
Excel. Deselezionate questa opzione per regolare la tabella di Excel e portarla
alle dimensioni della tabella disegnata in QuarkXPress.
• Includi fogli stile: Importa gli stili applicati al testo e definiti nella finestra di
dialogo Formati (menu Stile) di Excel. Potete risolvere eventuali conflitti che
potrebbero sorgere con i fogli stile di Excel importati nello stesso modo in cui
risolvereste conflitti con i fogli stile di Word.

11 Fate clic su OK per creare una tabella dai dati di Excel.


I dati di Excel vengono importati in QuarkXPress nel modo seguente:

• I bordi vengono mappati agli stili di linea di QuarkXPress, se possibile; in


caso contrario, i bordi vengono importati come linee ininterrotte, con uno
spessore di 1 punto.
• Gli stili di sottolineatura Singola, Doppia, Totale e Totale doppia vengono
convertiti nello stile Sottolineato.
• I valori di rotazione delle celle vengono mantenuti.
• I link ipertestuali vengono importati e visualizzati nella palette Link ipertestuali
(menu Finestra).
• Le celle unificate vengono importate come celle abbinate della tabella.
• Eventuali formule e riferimenti non vengono importati. I valori finali che
risultano da formule e riferimenti vengono invece importati.
• Le immagini inserite non vengono importate.
• Il testo a cui è stato applicato Filtro automatico o Filtro avanzato
(Dati Þ Filtro) viene importato come testo statico.

160 | CAPITOLO 6: TABELLE


CREAZIONE DI TABELLE

INCOLLATURA DELLE TABELLE DI EXCEL


Un modo rapido per creare una tabella dai dati Excel, senza dover collegare
la tabella d’origine ai progetti QuarkXPress per gli aggiornamenti, è di
copiare e incollare. Passate quindi semplicemente a QuarkXPress e scegliete
Comp./Modifica Þ Incolla. QuarkXPress crea una tabella appropriata per la
data e inserisce il testo. La tabella rifletterà la geometria della tabella Excel.

IMPORTAZIONI DI GRAFICI EXCEL


Se avete grafici o immagini creati tramite Inserisci Þ Grafico o Inserisci Þ
Immagine in Excel che volete utilizzare in un layout di QuarkXPress, potete
importare questi grafici o immagini nello stesso modo in cui importate altre
immagini. Per fare ciò, utilizzate il riquadro Grafico della finestra di dialogo
Importa immagine (menu Archivio/File) di QuarkXPress. I grafici e le imma-
gini importate da Excel sono gestibili dal nella scheda Immagini della finestra
di dialogo Utilizzo (menu Utilità), esattamente come tutte le altre immagini.

AGGIUNTA DI TESTO E IMMAGINI ALLA TABELLA

Nel vostro lavoro con le tabelle, potete considerare la cella della tabella come
una finestra di testo o una finestra immagine. Ciascuna finestra possiede un
contenuto, ossia un testo che potrebbe essere o non essere collegato alla cella
successiva, o potrebbe essere un’immagine singola o potrebbe non essere
nulla (potrebbe essere ad esempio soltanto una sfumatura). Potete quindi
aggiungere un contenuto alle tabelle così come potete aggiungere un conte-
nuto alle finestre, ossia digitando un testo, importando un testo o importando
delle immagini.

AGGIUNTA DI UN TESTO ALLE CELLE DI UNA TABELLA


Potete aggiungere un testo alle celle di una tabella in due modi diversi: digitando
il testo nelle celle o importando il testo nelle celle collegate. (Potete anche impor-
tare un testo nelle singole celle, sebbene questo richiederebbe molto più tempo.)
Per iniziare, utilizzate lo strumento Contenuto e fate clic su una cella:
• Iniziate a digitare per immettere il testo manualmente. Quando avete immesso
tutto il testo necessario in una cella, premete Control+Tab per spostarvi alla
cella successiva oppure premete Control+Maiusc+Tab per ritornare alla
cella precedente.
• Scegliete Archivio/File per importare il testo. Se avete selezionato Collega le
celle nella finestra di dialogo Proprietà della tabella o se avete collegato le celle
con lo strumento Collegamento, il testo importato scorrerà lungo le celle in
base all’Ordine di collegamento specificato.

CAPITOLO 6: TABELLE | 161


AGGIUNTA DI TESTO E IMMAGINI ALLA TABELLA

Come con le finestre di testo collegate, il testo riempirà ogni cella collegata
prima di spostarsi alla cella successiva. Potreste aver bisogno di utilizzare il
carattere Colonna successiva (tasto Invio per Windows e Enter per Mac OS del
tastierino numerico) per portare il testo alla cella collegata successiva. Se state
lavorando con un testo delimitato, ad esempio con tabulazioni tra le colonne
e con ritorni a capo delle righe, importate il testo in una finestra di testo e uti-
lizzate Converti testo in tabella (menu Tabella) anziché importare il testo in
una tabella già completata.

L’importazione di un testo nelle celle collegate di una tabella è analogo


all’importazione di un testo in finestre di testo collegate. Come con le finestre
di testo collegate, le frecce indicano l’ordine di collegamento delle celle.

IMPORTAZIONE DI IMMAGINI NELLE CELLE DI UNA TABELLA


Quando create una tabella, la finestra di dialogo Proprietà della tabella offre
l’opzione di creare delle Celle di immagine. Sebbene questo tipo di celle siano
pratiche nel caso di tabelle con celle contenenti un’immagine, questo non è uno
scenario tipico. È molto più probabile che la vostra tabella inizi con delle celle
di testo e continui con celle di immagine.

La conversione di celle di testo in celle immagine è analoga alla conversione


di una finestra di testo in una finestra immagine. Selezionate tutte le celle che
volete convertire e scegliete Oggetti Þ Contenuto Þ Immagine. Potete impor-
tare e formattare le immagini nelle celle di una tabella nello stesso modo in cui
importereste immagini in finestre di immagine. Selezionate per prima cosa la
cella di immagine con lo strumento Contenuto e utilizzate quindi la finestra
di dialogo Importa immagine (menu Archivio/File) per importare l’immagine.
Per formattare l’immagine, utilizzate il nella scheda Immagini della finestra di
dialogo Modifica (menu Oggetti), il menu Stile e la palette Effetti immagine
(menu Finestra).

Oltre ad importare immagini, potete incollare un’immagine a bassa risoluzione


nella cella selezionata di una tabella.

162 | CAPITOLO 6: TABELLE


AGGIUNTA DI TESTO E IMMAGINI ALLA TABELLA

L’utilizzo sia delle celle del testo che delle celle immagine di una tabella, facilita la
creazione di grafici e di cataloghi.

UTILIZZO DI UN’IMMAGINE COME SFONDO DELLA TABELLA


Per utilizzare un’immagine come sfondo di un’intera tabella, collocate la tabella
davanti alla finestra immagine contenente l’immagine. Affinché l’immagine
possa essere visibile attraverso la tabella, le celle devono essere trasparenti.
Nell’area Colore del riquadro Celle (Oggetti Þ Modifica), scegliete Nessuno o
immettete un valore di Opacità inferiore a 100% per le celle selezionate.

MODIFICA E FORMATTAZIONE DEL TESTO DI UNA TABELLA

La gestione di un testo nelle tabelle è analoga alla gestione di un testo nelle


finestre. L’unica differenza consiste nella navigazione tra le celle e nel sistema
di selezione del testo nelle celle. Quando si lavora con tabelle importate da
Excel, potete automaticamente applicare le modifiche apportate in Excel
semplicemente aggiornando la tabella.

MODIFICA DEL TESTO DI UNA TABELLA


Due fattori importanti da tenere presente quando si vogliono apportare modifi-
che a un testo contenuto di una tabella, sono il sistema di navigazione tra le celle
e il sistema di selezione del testo per la formattazione. Come sempre, quando si
lavora con un testo, dovete per prima cosa selezionare lo strumento Contenuto.
La navigazione tra le celle di una tabella funziona nel modo seguente:

• Fate clic sulla cella in cui volete immettere o importare un testo.


• Premete Control+Tab per spostarvi alla cella successiva.
• Premete Control+Masiuc+Tab per ritornare alla cella precedente.
• Premete i tasti a freccia per spostarvi lungo il testo di una cella e per spostarvi
da una cella all’altra.

CAPITOLO 6: TABELLE | 163


MODIFICA E FORMATTAZIONE DEL TESTO DI UNA TABELLA

Per immettere un carattere di tabulazione in una cella di testo, premete Tab.


Per immettere una tabulazione di rientro a destra, premete Option+Tab/
Maiusc+Tab. Se dovete allineare dei numeri contenuti in una tabella sul
numero decimale o su un altro tipo di carattere, potete inserire le tabula-
zioni in ogni cella della tabella e quindi specificare i fermi di tabulazione
necessari con Allinea su (Stile Þ Tab).

Per selezionare un testo contenuto nelle celle, procedete come segue:

• Per selezionare il testo di una cella, trascinate all’interno della cella.


• Fate clic due volte per selezionare una parola, tre volte per selezionare una
riga e quattro volte per selezionare un paragrafo.
• Per selezionare l’intero testo di una cella o quello di celle collegate, fate clic
cinque volte oppure scegliete Comp./Modifica Þ Seleziona tutto.

Per selezionare il testo di righe o colonne, procedete come segue:

• Per selezionare tutto il testo di una riga, fate clic esternamente al bordo destro
o sinistro della tabella.

Quando vi trovate al di fuori del contorno di una tabella, il puntatore si converte


in una freccia e potete quindi selezionare un’intera riga o un’intera colonna.

• Per selezionare tutto il testo di una colonna, fate clic esternamente al bordo
superiore o inferiore della tabella.
• Per selezionare tutto il testo distribuito su svariate righe o colonne, trascinate
lungo il bordo della tabella.
• Per selezionare un testo su righe o in colonne non adiacenti, premete Maiusc +
fate clic sulle righe o sulle colonne specifiche.
• Per selezionare un testo distribuito su varie righe o colonne, utilizzate le
opzioni nel sottomenu Seleziona del menu Tabella. Le opzioni includono
Cella, Riga, Righe dispari, Righe pari, Colonna, Colonne dispari, Colonne
pari, Tutte le celle, Righe dell’intestazione, Righe pié di pagina e Righe
corpo del testo.

164 | CAPITOLO 6: TABELLE


MODIFICA E FORMATTAZIONE DEL TESTO DI UNA TABELLA

I comandi Seleziona del menu Tabella sono utili per applicare diversi tipi di
formattazione a righe e colonne alternate.

Il sottomenu Seleziona del menu Tabella offre opzioni per la selezione di diverse
parti di una tabella. A destra del sottomenu, potete vedere i risultati di una scelta
di Tabella Þ Seleziona Þ Righe pari.

TAGLIA/COPIA E INCOLLA IL CONTENUTO DI UNA TABELLA


Potete tagliare/copiare e incollare testo e immagini nelle celle di una tabella
così come copiate e incollate normalmente altri contenuti. Per tagliare/copiare e
incollare delle celle, procedete come segue:

Selezionate le righe, colonne o celle utilizzando lo strumento Contenuto e


quindi scegliete Comp./Modifica Þ Taglia oppure Comp./Modifica Þ Copia.

Potete osservare quanto segue:

• Si può copiare soltanto una cella immagine per volta. Se si selezionano molte-
plici celle immagine, i comandi Taglia, Copia e Incolla (menu Comp./Modifica)
diventano disponibili.
• Se copiate più celle di testo di quelle che possono essere contenute nella tabella
o nelle celle di destinazione, le celle verranno incollate (utilizzando lo stesso
ordine della tabella originale) da sinistra verso destra e dall’altro verso il basso
fino a quando non riempiono l’area di incollatura. Le celle di testo rimanenti
non verranno incollate.
• Se selezionate delle celle con un contenuto misto (in altre parole alcune celle
con immagini, alcune celle con testo e alcune celle con un contenuto di
tipo Nessuno), i comandi Taglia, Copia e Incolla (Comp./Modifica) non
saranno disponibili.

CAPITOLO 6: TABELLE | 165


MODIFICA E FORMATTAZIONE DEL TESTO DI UNA TABELLA

COLLEGAMENTO DELLE CELLE DI UNA TABELLA


Le celle della tabella possono essere collegate una all’altra esattamente come
collegate le finestre di testo e i percorsi di testo. Quando le celle sono colle-
gate, il testo che viene digitato, importato o incollato in una cella riempie la
prima cella di testo della storia collegata e quindi scorre nella cella collegata
successiva. Come con il testo nelle finestre collegate, il carattere Colonna
successiva (tasto Enter in Mac OS e tasto Invia in Windows) aiuta a gestire
lo scorrimento del testo nelle celle collegate. Oltre a collegare le celle della
tabella tra di loro, potete collegare le celle a finestre di testo e a percorsi di
testo e viceversa.

Per collegare le celle di una tabella, potete procedere in diversi modi:

• Per collegare tutte le celle di una tabella, selezionate Collega le celle dalla
finestra di dialogo Proprietà della tabella, al momento della creazione della
tabella. Potete anche specificare un Ordine di collegamento che potete in
seguito modificare dal nella scheda Tabelle della finestra di dialogo Modifica
(menu Oggetti).
• Per collegare le celle di una tabella, scegliete Tabella Þ Collega le celle di testo.
Tutte le celle della selezione devono essere vuote ad eccezione della prima. Così
come con le finestre di testo e i percorsi, non potete applicare un collegamento
a oggetti che contengono già un testo.
• Per collegare manualmente le celle di una tabella, utilizzate lo strumento
Collegamento. Così come con il collegamento delle finestre di testo, fate
clic per selezionare la cella iniziale e fate quindi clic sulla cella che volete sia
la cella successiva. Per ridefinire i collegamenti esistenti, premete il tasto
Maiusc e fate clic con lo strumento Collegamento. Quando collegate delle
celle manualmente, potete collegarle nell’ordine che preferite.

Quando collegate manualmente delle celle di testo, potete saltare delle celle,
collegarle in un ordine qualunque e collegarle ad oggetti esterni come ad
esempio un percorso di testo.

166 | CAPITOLO 6: TABELLE


MODIFICA E FORMATTAZIONE DEL TESTO DI UNA TABELLA

• Per rompere il collegamento delle celle di una tabella, utilizzate lo strumento di


Rottura del Collegamento e fate clic sull’estremità piatta della freccia situata
tra le celle collegate. Quando rompete il collegamento delle celle, il testo rima-
nente riscorre nella prima cella della catena. Se il testo non può essere contenuto
nella cella, viene visualizzato il simbolo di fuoriuscita del testo.
• Per collegare le celle di una tabella e le finestre di testo o i percorsi di testo,
utilizzate lo strumento di Collegamento.

Se unificate delle celle di testo collegate (Tabella Þ Unisci celle), le celle uni-
ficate vengono rimosse dalla catena del testo; il resto dei collegamenti rimane
inalterato. Se una cella unificata viene suddivisa (Tabella Þ Dividi la cella), i
collegamenti vengono mantenuti e il testo scorre in base alle specifiche
dell’Ordine di collegamento.

FORMATTAZIONE DEL TESTO DI UNA TABELLA


La procedura di formattazione del testo di una tabella è analoga alla procedura
adottata per la formattazione di qualsiasi altro testo: selezionate il testo con lo
strumento Contenuto e applicate le opzioni dal menu Stile, inclusi i fogli di
stile del paragrafo e i fogli di stile del carattere. Per portare il testo nelle celle
selezionate, utilizzate il nella scheda Testo della finestra di dialogo Modifica
(menu Oggetto).

Il nella scheda Testo della finestra di dialogo Modifica per le tabelle (menu Oggetti)
è analogo al riquadro Testo delle finestre di testo, ed offre controlli di Distanza
testo/fin. e Allineamento verticale, ed altri ancora.

CAPITOLO 6: TABELLE | 167


MODIFICA E FORMATTAZIONE DEL TESTO DI UNA TABELLA

AGGIORNAMENTO DI UNA TABELLA DI EXCEL


Se importate una tabella da Excel utilizzando la funzionalità Collega alla
tabella esterna della finestra di dialogo Proprietà della tabella, la tabella
verrà gestita in modo analogo alle immagini. Questo accerta che veniate noti-
ficati nel caso la tabella d’origine venga modificata e che disponiate quindi
dei dati più recenti della tabella quando siete pronti per l’output del layout,
sia che si tratti di stamparlo, di raccogliere dati per la stampa, di salvare il file
come PDF o di esportarlo in HTML. Per verificare lo stato di una tabella, scegliete
Utilità Þ Uso e fate quindi clic sul nella scheda Tabelle.

Il nella scheda Tabelle della finestra di dialogo Utilizzo (menu Utilità) tiene traccia
delle tabelle Excel importate e vi notifica se i dati d’origine sono stati modificati.

Così come con le immagini, il nella scheda Tabelle elenca ciascun uso di una
tabella del layout e ne visualizza lo stato come OK, Modificato o Mancante.
Al contrario delle immagini, tuttavia, lo stato Mancante di una tabella non
incide sul suo output. QuarkXPress stamperà la tabella esattamente come appare
nel layout. Uno stato Modificato, tuttavia, potrebbe indicare che i dati della
tabella sono stati modificati. In questo caso, se volete importare dei nuovi dati,
selezionate un’istanza della tabella nella scheda Tabelle e fate clic su Aggiorna.
Quando aggiornate, potete presumere che si verifichi quanto segue:
• Se selezionate Includi formati della finestra di dialogo Collegamento tabella
quando create la tabella, viene mantenuta l’intera formattazione del file Excel,
inclusa l’aggiunta di righe per intestazioni e pié di pagina.
• Se la struttura della tabella di Excel è stata modificata, come ad esempio mediante
l’aggiunta o l’eliminazione di righe, le modifiche apportate alla struttura non
verranno riflesse nella tabella aggiornata. Soltanto le celle della struttura della
tabella originale verranno aggiornate. Se state utilizzando una tabella la cui
struttura è stata modificata in Excel, potreste voler cancellare la tabella dal
layout di QuarkXPress e importare nuovamente la tabella Excel modificata.
• Se una cella è stata rimossa dal file Excel, viene reperito un valore nullo per
quella cella nella tabella QuarkXPress.

168 | CAPITOLO 6: TABELLE


MODIFICA E FORMATTAZIONE DEL TESTO DI UNA TABELLA

• Gli attributi di testo o della geometria della tabella specificati in QuarkXPress


potrebbero venire ignorati durante l’aggiornamento della tabella a seconda
delle opzioni selezionate quando la tabella era stata inizialmente importata.

In Windows, potete automaticamente aggiornare tutte le tabelle modificate nei


layout quando aprite un progetto premendo Ctrl e facendo clic sul pulsante Apri
della finestra di dialogo Apri (Archivio/File).

FORMATTAZIONE DELLE TABELLE

Così come con qualunque altro oggetto di QuarkXPress, le tabelle hanno la


loro versione della finestra di dialogo Modifica (menu Oggetti) per la format-
tazione degli attributi della tabella. I riquadri disponibili nella finestra di dialogo
Modifica dipendono dalle selezioni eseguite; ad esempio, potete selezionate l’in-
tera tabella con lo strumento Oggetti, potete selezionare singole celle o gruppi
di celle tramite lo strumento Contenuto o potete selezionare specifiche griglie,
celle immagine o celle di testo. Le opzioni della palette Misurazione e della
palette Colori riflettono le selezioni della tabella consentendovi di eseguire
determinate regolazioni.

Nella finestra di dialogo Modifica, le opzioni del nella scheda Circonda e del
nella scheda Ombreggiatura sono le stesse per le tabelle come per gli altri oggetti.
Questa sezione tratta degli attributi specifici delle tabelle.

CORNICI DELLE TABELLE


Quando selezionate un’intera tabella con lo strumento Oggetti, potete utiliz-
zare il nella scheda Cornice della finestra di dialogo Modifica per specificare lo
spessore della cornice, lo stile e il colore della linea e il colore dell’interspazio.
Per i colori, potete specificare la sfumatura e l’opacità. Le cornici vengono
sempre collocate al di fuori dei bordi della tabella.

Il nella scheda Cornici della finestra di dialogo Modifica viene visualizzato quando
un’intera tabella viene selezionata con lo strumento Oggetti. Potete utilizzare il nella
scheda Cornice per contornare i bordi esterni di una tabella.

CAPITOLO 6: TABELLE | 169


FORMATTAZIONE DELLE TABELLE

CREAZIONE DELLO SFONDO DI UNA TABELLA


In QuarkXPress, l’intera tabella può avere una sfumatura o un colore specifici
applicati allo sfondo. Potete tuttavia vedere questo sfondo solo se le singole
celle della tabella hanno un colore impostato su Nessuno o su Opacità, con
un valore inferiore a 100% che rende le celle trasparenti. In caso contrario, lo
sfondo delle celle della tabella ha priorità sullo sfondo della tabella. Per speci-
ficare uno sfondo per la tabella selezionata, utilizzate il nella scheda Tabella
della finestra di dialogo Modifica.

Se volete usare un’immagine per lo sfondo di una tabella, portate la tabella sopra
l’immagine e accertatevi che lo sfondo della tabella e le celle siano trasparenti.

Il nella scheda Tabella è dove potete specificare la posizione, le dimensioni e lo


sfondo di una tabella.

SPECIFICA DELLA TRASPARENZA DI UNA TABELLA


Potete alterare l’opacità di un’intera tabella, incluso sfondo, cornice, griglie e
contenuto. Per fare questo, utilizzate il campo Opacità della tabella nella scheda
riquadro Tabella della finestra di dialogo Modifica. Il valore di questa opacità
verrà applicato oltre agli altri valori di opacità specificati per gli elementi e il
contenuto della tabella come ad esempio sfondi, griglie, testo e immagini.

170 | CAPITOLO 6: TABELLE


FORMATTAZIONE DELLE TABELLE

FORMATTAZIONE DELLE GRIGLIE


Le griglie sono le linee orizzontali poste tra le righe e le linee verticali poste tra
le colonne. Le griglie possono venire formattate in diversi modi, ad esempio
potete usare una griglia più spessa direttamente sotto la riga dell’intestazione
della tabella. Una volta selezionate le griglie, potete utilizzare il nella scheda
Griglie della finestra di dialogo Modifica per specificare stile, spessore, colore,
interspazio, intensità e opacità della linea.

1 Per formattare le linee della griglia, selezionatele nel modo seguente:


• Nel caso di una linea singola di griglia, fate clic su di essa con lo
strumento Contenuto.
• Nel caso di molteplici linee di griglia, premete il tasto Maiusc e fate clic su ogni
linea della griglia.
• Nel caso dell’intera tabella, ossia tutte le linee orizzontali e verticali della griglia,
selezionate la tabella con lo strumento Oggetti. Potete quindi specificare una
selezione nella finestra di dialogo Modifica.
• Scegliete un’opzione dal sottomenu Seleziona del menu Tabella: Griglie
orizzontali, griglie verticali, Bordo o Tutte le griglie.

2 Una volta selezionate le linee della griglia desiderate, scegliete Oggetti Þ


Modifica e fate quindi clic sulla scheda Griglia.

Il nella scheda Griglia della finestra di dialogo Modifica è dove potete specificare
spessore, stile, colore ed altri attributi da applicare alla griglie selezionate.

3 Se nessuna griglia è selezionata nella tabella attiva, fate clic su uno dei pulsanti
a destra dell’area Anteprima. Dall’alto verso il basso, i pulsanti selezionano
Tutte le griglie, Griglie orizzontali o Griglie verticali.

4 Modificate i valori disponibili nella scheda Griglia della e utilizzando l’area


Anteprima e il pulsante Applica valutate il risultato delle modifiche apportate.

La palette Misure (menu Finestra) offre anche un riquadro per la formattazione


delle griglie selezionate.

CAPITOLO 6: TABELLE | 171


FORMATTAZIONE DELLE TABELLE

FORMATTAZIONE DI CELLE, RIGHE E COLONNE


QuarkXPress offre controlli di precisione per la formattazione delle celle di una
tabella. Per formattare una riga o una colonna, selezionate semplicemente tutte
le celle di quella riga o di quella colonna. Per selezionate le celle da modificare,
utilizzate lo strumento Contenuto per eseguire una delle operazioni seguenti:

• Per selezionare una cella, fate clic su di essa.


• Per selezionate tutte le celle di una tabella, fate clic su una cella e scegliete
Tabella Þ Seleziona Þ Tutte le celle.
• Per selezionare una riga o una colonna singola, puntate al di fuori del contorno
della tabella fino a quando non viene visualizzata la freccia di selezione. Fate
clic sulla freccia per selezionare quella riga o quella colonna. Potete anche
scegliere Tabella Þ Seleziona Þ Riga o Tabella Þ Seleziona Þ Colonna.
• Per selezionare svariate righe o colonne adiacenti, trascinate il puntatore a
freccia lungo il bordo della tabella per estendere la selezione.
• Per selezionare un testo in righe o colonne non adiacenti, premete Maiusc e
fate clic sul puntatore a freccia.
• Per selezionare un motivo di righe o colonne, scegliete un’opzione dal
sottomenu Seleziona del menu Tabella: Righe dispari, Righe pari, Colonne
dispari o Colonne pari. Se state lavorando con le righe dell’intestazione e le
righe del pié di pagina di una tabella che si estende su diverse sezioni del layout,
potete anche scegliere Righe dell’intestazione, Righe del pié di pagina o Righe
corpo del testo.

La selezione di un motivo di righe e di colonne semplifica l’applicazione di una


formattazione alternata, come ad esempio un’ombreggiatura applicata a una
colonna sì e una colonna no, per semplificare l’identificazione di determinati
dati distribuiti in una tabella.

Il sottomenu Seleziona del menu Tabella è dove potete selezionare un motivo di


righe e di colonne come ad esempio Colonne pari.

172 | CAPITOLO 6: TABELLE


FORMATTAZIONE DELLE TABELLE

Quando le celle sono selezionate, potete usare il nella scheda Celle della fine-
stra di dialogo Modifica per modificare lo sfondo di ogni cella. Utilizzate le
aree Cella e Sfumatura per specificare un colore, una sfumatura e un’opacità
per le celle. I colori e le sfumature di sfondo che applicate all’interno di una
cella vengono sovrapposti allo sfondo specificato per la tabella. Ad esempio,
se le celle sono trasparenti, potete vedere lo sfondo della tabella.

Le aree Cella e Sfumatura del nella scheda Celle della finestra di dialogo Modifica
è dove potete specificare un colore e una sfumatura per le celle selezionate.

La palette Colori (menu Finestra) è un altro punto da cui potete applicare


colori e sfumature di sfondo alle celle selezionate.

REGOLAZIONE DELLE TABELLE

La flessibilità delle tabelle QuarkXPress vi permette di modificare facilmente


la sua posizione all’interno di una pagina, modificare il numero delle sue righe e
colonne, la loro larghezza e altezza ed altro ancora. Potete unificare e dividere
le celle come necessario per contenere vari dati, accertare che una tabella
mantenga le stesse dimensioni e regolare automaticamente righe e colonne
affinché contengano un determinato testo.

POSIZIONAMENTO DELLE TABELLA IN UNA PAGINA


Così come con altri oggetti, le tabelle possono essere spostate e ruotate con pre-
cisione o liberamente. Potete selezionare una tabella e immettere dei nuovi valori
per Origine X, Origine Y, o Ruota nella scheda Classic della palette Misure o
nella scheda Tabella della finestra di dialogo Modifica. Oppure potete riposizio-
nare una tabella trascinandola con lo strumento Contenuto o con lo strumento
Rotazione. Se la tabella su cui state lavorando è più grande di una pagina o di
un documento disteso, vedere la sezione “Tabelle estese su più sezioni del layout”
più avanti in questo capitolo.

CAPITOLO 6: TABELLE | 173


REGOLAZIONE DELLE TABELLE

INSERIMENTO DI RIGHE O COLONNE


Potete inserire righe e colonne in qualunque punto della tabella. Fate clic in
una cella immediatamente sopra o sotto il punto dove volete aggiungere la
nuova riga. Oppure fate clic a destra o a sinistra dl punto in cui volete aggiun-
gere la nuova colonna. Scegliete quindi Tabella Þ Inserisce Þ Riga o Tabelle Þ
Inserisci Þ Colonna.

Nella finestra di dialogo Inserisci righe nella tabella o Inserisci colonne nella
tabella visualizzata, immettete il numero di righe o di colonne da inserire.
Per le righe, fate clic su Inserisci sopra la selezione o Inserisci sotto la selezione
per specificare dove inserire le nuove righe; per le colonna fate clic su Inserisci
a sinistra della selezione o Inserisci a destra della selezione. Se volete che le
nuove righe o le nuove colonne abbiano gli stessi attributi, come ad esempio
lo sfondo delle celle e la formattazione della griglia, delle righe e delle colonne
selezionate, selezionate Mantieni gli attributi. Se state lavorando con celle col-
legate, potete usare lo strumento Collegamento per ridefinire i collegamenti
verso e dalle nuove celle. Così come con il collegamento delle finestre di testo,
utilizzate Maiusc. e fate clic per ridefinire i collegamenti.

Aggiungete righe adiacenti alla selezione corrente utilizzando la finestra di


dialogo Inserisci righe della tabella.

Se Mantieni la geometria è selezionata nel menu Tabella, le dimensioni delle


colonne o delle righe esistenti vengono ridotte per contenere le righe o colonne
inserite. Se Mantieni la geometria non è selezionata, la tabella si allarga o si
allunga, come necessario.

ELIMINAZIONE DI RIGHE O COLONNE


Così come con l’inserimento, potete eliminare a piacere righe o colonne dalla
tabella. Questa azione eliminerà testo o immagini contenuti nelle celle interes-
sate a meno che queste celle non siano collegate ad altre celle che rimangono
nella tabella. Non potete eliminare singole celle da una tabella in quanto ciò
altererebbe la geometria della tabella.

Per selezionare righe o colonne da eliminare, trascinate il puntatore della freccia


sopra il bordo di una tabella e premete quindi Maiusc e fate clic sul puntatore

174 | CAPITOLO 6: TABELLE


REGOLAZIONE DELLE TABELLE

a freccia o utilizzate i comandi del sottomenu Seleziona del menu Tabella


(come ad esempio, Righe dispari). Scegliete quindi Tabella Þ Elimina Þ
Riga o Tabelle Þ Elimina Þ Colonna.

Se Mantieni la geometria è selezionata nel menu Tabella, le dimensioni delle


colonne o delle righe esistenti vengono aumentate per riempire lo spazio delle
righe o colonne eliminate. Se Mantiene la geometria non è selezionata, la
tabella si restringe, come necessario.

UNIFICAZIONE DELLE CELLE


Potete unificare una selezione rettangolare di celle adiacenti di una tabella,
incluso intere righe o colonne, in una singola cella. Ad esempio, potreste defi-
nire che l’intestazione di una tabella si estenda su tre celle piuttosto che una.
Se riunite delle celle di testo collegate, il testo scorrerà nelle celle rimanenti.
Se unificate delle celle non collegate contenenti testo o immagini, il
contenuto della cella superiore-sinistra della selezione, viene mantenuto per
la cella unificata.

Per unificare delle celle, premete il tasto Maiusc e fate clic su una selezione
rettangolare di celle con lo strumento Contenuto. Scegliete Tabella Þ
Unisci celle. Per riportare le celle unificate al loro stato originale, in modo da
farle corrispondere alle altre celle della tabella, selezionate le celle unificate e
scegliete quindi Tabella Þ Dividi le celle.

In questa tabella, le quattro celle superiori sono state unificate per creare una
singola cella per l’intestazione della tabella.

MANTENIMENTO DELLA GEOMETRIA DELLA TABELLA


Quando inserite o eliminate righe o colonne, potete determinare se le modifiche
devono incidere sulla larghezza e altezza dell’intera tabella. Per impedire che
la larghezza e l’altezza di una tabella vengano alterate, selezionate la tabella e
quindi Mantieni la geometria nel menu Tabella o nella scheda Tabella della
finestra di dialogo Modifica (menu Oggetti). Quando Mantieni la geometria è
selezionato, le righe e le colonne all’interno della tabella vengono ridimensio-
nate proporzionalmente per accomodare le modifiche. Quando Mantieni la
geometria è deselezionato, la tabella diventa più grande o più piccola mano a
mano che le righe e le colonne cambiano.

CAPITOLO 6: TABELLE | 175


REGOLAZIONE DELLE TABELLE

REGOLAZIONE AUTOMATICA DI RIGHE E COLONNE PER IL


CONTENIMENTO DEL TESTO
Se state digitando o importando un testo dentro le celle, potreste volere che
le celle si espandano automaticamente per contenere tutto il testo digitato.
La funzionalità di Contenim. autom. vi consente di specificare questa azione
per le righe o le colonne selezionate o per l’intera tabella. Quando applicate
Conten. autom. le dimensioni delle celle aumentano se si aggiunge un testo o
se si aumentano le dimensioni font del testo; le celle non si riducono se un testo
viene eliminato o se le dimensioni delle font vengono ridotte. Per specificare
il Conten. autom., procedete come segue:

• Quando create una tabella con lo strumento Tabelle, potete attivare Conten.
autom. selezionando Righe e/o Colonne nell’area Conten. autom. della
finestra di dialogo Proprietà della tabella.
• Nel caso di una tabella esistente, potete attivare Conten. autom. per le righe e
le colonne selezionate o per l’intera tabella. Per fare questo, scegliete Oggetti Þ
Modifica Þ il riquadro Celle. Nell’area Larghezza e/o Altezza, selezionate
Conten. autom.
• Quando Conten. autom. è selezionato, potete immettere dei valori nei campi
Massimo per l’Altezza delle righe e nel campo Larghezza per le colonne.
Una volta che le celle sono state automaticamente ridimensionate alla loro
massima altezza e larghezza, il testo potrebbe fuoriuscire.
• Se selezionate Conten. autom. sia per le righe che per le colonne, la larghezza
delle colonne viene alterata per prima. La larghezza delle celle aumenta al suo
valore massimo e quindi aumenta l’altezza delle celle.

Nelle aree Larghezza e Altezza del nella scheda Celle potete selezionare Conten.
autom. e specificare il limite Massimo di espansione delle colonne o delle righe.

Ogni volta che volete modificare il funzionamento di Conten. autom. potete


cambiare le impostazioni di Conten. autom. o quelle di Massimo nelle aree
Altezza e Larghezza del nella scheda Celle (Oggetti Þ Modifica).

176 | CAPITOLO 6: TABELLE


REGOLAZIONE DELLE TABELLE

Se state lavorando sulle celle collegate, il testo che non può essere contenuto
in una cella verrà fatto scorrere nella cella collegata successiva evitando quindi
un ridimensionamento della cella eseguito da Conten. autom.

RIDIMENSIONAMENTO NUMERICO DI TABELLE, RIGHE E COLONNE


Potete ridimensionare in modo esatto tabelle, righe e colonne specificando
altezza e larghezza esattamente come fareste con gli altri oggetti. Ad esempio,
se avete ridimensionato manualmente diverse colonne di una tabella e volete
riportare tutte le colonne alla stessa larghezza, potete farlo automaticamente.

Per immettere un valore di Altezza e di Larghezza per la tabella selezionata,


utilizzate il nella scheda Tabella della finestra di dialogo Modifica. Le colonne
e le righe possono venire ridimensionate in base alle nuove dimensioni della
tabella. Per ridimensionare le righe e le colonne selezionate, utilizzate i controlli
del riquadro Celle della finestra di dialogo Modifica, nel modo seguente:

1 Selezionate le righe o le colonne che volete ridimensionare.


2 Scegliete Oggetti Þ Modifica Þ il nella scheda Celle.
• Per specificare una dimensione fissa per le righe e per le colonne selezionate,
immettete un valore nel campo Altezza e nel campo Larghezza.
• Per creare righe o colonne delle stesse dimensioni che possano venire contenute
nell’area selezionata, fate clic su Distribuito uniform.

3 Fate clic su Applica per confermare le modifiche e fate quindi clic su OK.

RIDIMENSIONAMENTO MANUALE DI TABELLE, RIGHE E COLONNE


Come per gli altri oggetti di QuarkXPress, potete trascinare per ridimensionare
righe, colonne e tabella. Per ridimensionare una riga o una tabella, fate clic
sulla griglia fino a visualizzare il puntatore di ridimensionamento. Trascinate
il puntatore verso il basso o verso l’alto per ridimensionare una riga e verso
destra e verso sinistra per ridimensionare una colonna. Per ridimensionare
un’intera tabella, premete i comandi da tastiera indicati di seguito, mentre
trascinate una maniglia di ridimensionamento.

Potete trascinare le griglie per modificare la larghezza delle colonne


(come mostrato nell’illustrazione qui sopra) e per modificare l’altezza delle righe.

CAPITOLO 6: TABELLE | 177


REGOLAZIONE DELLE TABELLE

EFFETTI COMANDO IN COMANDO


SULLA TABELLA MAC OS IN WINDOWS
Contenuto ridimensionato Tasto Mela Ctrl
insieme alle celle
Tabella forzata Maiusc Maiusc
a un quadrato
Celle e contenuto Tasto Mela+Option+Maiusc Ctrl+Alt+Maiusc
ridimensionati
mantenendone
le proporzioni

CONVERSIONE DI TABELLE IN TESTO


Se dovete esportare i dati correnti da una tabella, ad esempio per salvare i dati
come un file Word, potete convertire i dati in un testo. Il testo viene copiato
esternamente alla tabella e posto in una finestra di testo delle stesse dimensioni
della tabella. Quando convertite una tabella, potete scegliere i caratteri di
separazione da porre tra le colonne e le righe dei dati che costituivano la tabella
nonché specificare l’ordine in cui i dati devono venire estratti. Per convertire
una tabella in un testo:
1 Utilizzate lo strumento Oggetti o lo strumento Contenuto e selezionate
una tabella.
2 Scegliete Tabella Þ Converti la tabella Þ In testo per visualizzare la finestra
di dialogo Converti la tabella in testo.

La finestra di dialogo Converti tabella in testo (menu Tabella) vi consente di


esportare i dati in una nuova finestra di testo.

3 Scegliete un’opzione dal menu a discesa Specifica separazione colonne


per specificare il carattere inserito tra le colonne (solitamente il carattere
di tabulazione).

4 Scegliete un’opzione dal menu a discesa Specifica separazione righe per


specificare il carattere inserito alla fine di ogni riga (solitamente il carattere di
ritorno a capo).

178 | CAPITOLO 6: TABELLE


REGOLAZIONE DELLE TABELLE

5 Scegliete un’opzione dal menu a discesa Ordine di estrazione del testo per
specificare l’ordine in cui il testo deve venire estratto dalla tabella (l’impostazione
di default è Da sinistra a destra, Dall’alto in basso).

6 Per eliminare la tabella dopo averla convertita in testo, selezionate Elimina


tabella. Se volete conservare la tabella nel layout, deselezionate questa opzione.

7 Fate clic su OK per convertire la tabella in testo. Viene creata una finestra
di testo contenente il testo convertito, a una determinata distanza dalla
tabella originale.

UTILIZZO DELLE TABELLE E DEI GRUPPI

Per motivi di flessibilità, potete raggruppare delle tabelle con altri oggetti
usando il comando Gruppo (menu Oggetti). Potete inoltre decomporre una
tabella convertendo le sue celle in una serie di finestre di testo e di finestre
immagine raggruppate, o entrambe. Questo metodo vi consente di separare
gli elementi di una tabella e di utilizzare questi elementi in un’altra sezione
del layout. Per ottenere ciò, selezionate una tabella e scegliete Tabella Þ
Converti tabelle Þ In gruppo. Per lavorare su singole finestre, scegliete
Oggetti Þ Separa.

Dopo aver convertito una tabella in un gruppo, potete separare gli oggetti e
lavorare con essi individualmente.

Per conservare una tabella ma riutilizzare parti della stessa in altre sezioni del
layout, usate l’opzione Duplica (menu Oggetti) per duplicare prima l’intera
tabella e quindi per convertire il duplicato in un gruppo.

CAPITOLO 6: TABELLE | 179


UTILIZZO DELLE TABELLE E DEI GRUPPI

TABELLE ESTESE IN VARIE SEZIONI DEL LAYOUT


Poiché le tabelle non possono essere sempre contenute in una pagina o in un
documento disteso, o nello spazio disponibile di un particolare design, le
tabelle possono estendersi automaticamente in altre sezioni del layout.
Quando le tabelle si estendono su diverse pagine, potreste aver bisogno di
una legenda che spieghi il contenuto della tabella. Potete aggiungere una
legenda in forma di righe di intestazione e di pié di pagina, automaticamente
create e sincronizzate.

SPECIFICA DELLA DIVISIONE DI UNA TABELLA


Per continuare la tabella in un’altra sezione del layout, potete specificare un
punto di divisione specifico. Il punto di divisione della tabella rappresenta le
dimensioni massime che la tabella può raggiungere prima che venga divisa in
due tabelle distinte e collegate. Nelle tabelle estese in varie sezioni, qualsiasi
modifica apportata alla tabella, come ad esempio l’inserimento di colonne,
viene riflessa lungo l’intera tabella. Per creare un’istanza di tabella che si estenda
in varie sezioni, procedete come segue:
1 Selezionate una tabella.
2 Scegliete Tabella Þ Divisione tabella per visualizzare la finestra di dialogo
Divisione tabella.

La finestra di dialogo Divisione tabella (menu Tabella) è dove specificate le


dimensioni massime che una tabella può raggiungere prima di venir suddivisa
in molteplici tabelle.

3 Selezionate Larghezza per dividere la tabella quando la sua larghezza supera


il valore immesso nell’apposito campo. Per default, la larghezza corrente della
tabella viene visualizzata nel campo Larghezza; la riduzione di questo valore
comporterà la divisione della tabella.

4 Selezionate Altezza per dividere la tabella quando la sua altezza supera il valore
immesso nell’apposito campo. Per default, l’altezza corrente della tabella viene
visualizzata nel campo Altezza; la riduzione di questo valore comporterà la
divisione della tabella.

5 Fate clic su OK. Se l’altezza o la larghezza della tabella rientra nei criteri di
Divisione della tabella, la tabella viene separata in due o più tabelle collegate.
Potete portare le parti divise della tabella in altre sezioni del layout. Se la tabella
rientra nei criteri di Divisione della tabella, potrebbe venire suddivisa in un
secondo tempo quando la regolate modificandone le dimensioni o inserendovi
delle nuove righe o colonne.

180 | CAPITOLO 6: TABELLE


UTILIZZO DELLE TABELLE E DEI GRUPPI

Il programma della tournée è alto circa 18 cm. Se dividiamo la tabella a circa 6 cm,
otteniamo tre istanze della tabella.

La funzionalità della divisione della tabella funziona in modo bidirezionale: fa


continuare la tabella, utilizzando sottotabelle, se necessario, nel caso la tabella
diventi più larga e unifica le tabelle, se necessario, nel caso la tabella diventi
più piccola.

SEPARAZIONE DI TABELLE ESTESE E CREAZIONE DI TABELLE DISTINTE


Potete spezzare il collegamento definito per tabelle estese su varie sezioni del
layout in modo che ciascuna tabella diventi un’entità distinta. Ciò impedisce
che delle modifiche apportate a una parte della tabella vengano applicate alle
istanze delle pagine successive. Per rompere i collegamenti di una tabella,
selezionate un’istanza della tabella estesa e scegliete Tabella Þ Crea tabelle
separate. Tutti i “segmenti” della tabella estesa su diverse sezioni del layout
vengono convertiti in tabelle separate, indipendenti una dall’altra.

AGGIUNTA DI RIGHE DI INTESTAZIONE E DI PIÉ DI PAGINA A


UNA TABELLA
Se una tabella si estende in diverse sezioni del layout, potrebbe essere utile
duplicare eventuali righe di intestazione o di pié di pagina utilizzate come
descrizione dei dati contenuti nella tabella. Potete specificare che le righe di
intestazione e di pié di pagina vengano ripetute automaticamente nelle istanze
della tabella poste in altre sezioni del layout. Ancor meglio, le righe di intesta-
zione e di pié di pagina possono venire automaticamente sincronizzate in modo
che ogni modifica apportata al testo venga riprodotta in tutte le istanze della
tabella estesa nelle varie sezioni del layout.
Per specificare righe di intestazione e di pié di pagina di una tabella, procedete
come segue:
1 Selezionate una tabella.
2 Accertatevi che l’Altezza sia stata selezionata nella finestra di dialogo Divisione
tabella. (menu Tabella)In caso contrario, non potete specificare righe di
intestazione e di pié di pagina automatiche.

CAPITOLO 6: TABELLE | 181


UTILIZZO DELLE TABELLE E DEI GRUPPI

3 Selezionate la prima riga della tabella e scegliete Tabella Þ Ripeti come intesta-
zione per specificare che la prima riga debba costituire una riga di intestazione
automatica. Potete anche selezionare molteplici righe in cima ad una tabella in
modo che vengano duplicate come intestazione.

4 Selezionate l’ultima riga della tabella e scegliete Tabella Þ Ripeti come pié di
pagina per specificare che l’ultima riga debba costituire la riga di pié di pagina
automatica. Potete selezionare anche in questo caso molteplici righe come pié
di pagina.
Potete deselezionare in qualsiasi momento l’opzione Ripeti come intestazione
o Ripeti come pié di pagina dal menu Tabella per rimuovere le righe di
intestazione o di pié di pagina dalla tabella estesa su varie sezioni del layout.

In questa tabella estesa, le prime due righe, l’intestazione della tabella e le inte-
stazioni delle colonne, vengono duplicate come righe di intestazione nelle istanze
successive della tabella.

Se si aggiungono automaticamente righe di intestazione e di pié di pagina, le


righe rimanenti della tabella vengono considerate “righe del corpo della tabella”.
Le opzioni del sottomenu Seleziona del menu Tabella vi consente di selezio-
nare tutte le Righe dell’intestazione, Righe del pié di pagina e Righe corpo
della colonna.

182 | CAPITOLO 6: TABELLE


UTILIZZO DEI MENU CONTESTUALI CON LE TABELLE

UTILIZZO DEI MENU CONTESTUALI CON LE TABELLE

Se utilizzate i menu contestuali, a cui si può accedere premendo Control+facendo


clic/o facendo clic con il pulsante destro del mouse in qualsiasi punto dell’og-
getto, avrete disponibili i menu contestuali per le tabelle. In pratica, potete
accedere a qualsiasi tipo di formattazione della tabella, delle celle e delle gri-
glie tramite la finestra di dialogo Modifica. Il menu contestuale costituisce un
sottogruppo del menu Tabella.

CAPITOLO 6: TABELLE | 183


NOZIONI GENERALI SUI JOB JACKETS

Capitolo 7: Job Jackets


La funzionalità Job Jackets di rappresenta un passo rivoluzionario per il pre-flight

in quanto dà la certezza che un lavoro di stampa aderisca alle sue specifiche dal

momento della sua creazione e che continui ad aderire a tali specifiche fino al

momento in cui esce dalle presse di stampa. Job Jackets estende il concetto di

imposizione delle specifiche a un lavoro di stampa oltre la sfera dell’utente

singolo, associando progetti a specifiche di design dinamicamente aggiornabili

che includono tutti gli elementi necessari, dai fogli di stile e colori alle dimensioni

e numeri di pagine, consentendo in tal modo ai gruppi di lavoro di mantenere

uniformità tra progetti correlati anche quando le specifiche vengono modificate.

NOZIONI GENERALI SUI JOB JACKETS

I Job Jackets conseguono due obiettivi fondamentali:

• Consentono in fase di definizione del progetto di creare specifiche dettagliate


per layout di stampa e i layout Web.
• Consentono al grafico responsabile del layout di creare progetti e layout
utilizzando specifiche già definite, condividerle con altri responsabili del
layout nonché verificare che un layout segua le specifiche assegnate.

I Job Jackets sono stati realizzati in quanto la creazione e la realizzazione


di un layout e il suo invio alla stampa possono costituire un processo
estremamente complesso.

Consideriamo ad esempio alcune delle difficoltà che il creatore del layout di


stampa deve affrontare quotidianamente. Diverse presse di stampa dispongono
di svariate funzionalità e le applicazioni moderne del layout della pagina devono
essere sufficientemente versatili per poter supportare tutte queste funzionalità.
Ne consegue che le cose possono andare in modo diverso dal previsto special-
mente quando si considera la possibilità di inevitabili errori umani. Alcuni
esempi pratici potrebbero essere:

• Un grafico di layout potrebbe usare colori o importare immagini grafiche in


un layout che non possono venire riprodotte accuratamente dalla pressa di
stampa a cui sono destinati.

184 | CAPITOLO 7: JOB JACKETS


NOZIONI GENERALI SUI JOB JACKETS

• Un documento che si prevedeva fosse di 100 pagine, viene inviato alla stampa
con un totale di 112 pagine.
• Un progetto potrebbe venire inviato al dispositivo di stampa senza i necessari
file grafici o font.
• Un layout con un testo in un colore piatto potrebbe venire inviato a una pressa
di stampa a quattro colori, risultando di conseguenza illeggibile.
• Le impostazioni della gestione del colore potrebbero venire erroneamente
impostate per il dispositivo di uscita, causando risultati indesiderati.

Una comunicazione inadeguata, specifiche ambigue e semplicemente errori


in cui si può facilmente incorrere, possono essere la causa di regolazioni da
apportare in fase di stampa o possono addirittura comportare il ritorno del
lavoro al grafico di layout in modo che questi possa risolvere i problemi di
stampa emersi, con il rischio di superare il budget stanziato o di superare i
tempi di esecuzione previsti. Lavori di stampa complessi comportano ancora
più possibilità di errore e il costo di tali errori sale in misura proporzionale.

Problemi simili possono esistere anche per i creatori di layout Web. Ad esem-
pio, come si può mantenere uniformità di design nell’ambito di un grande sito
Web quando 10 o 12 grafici di layout producono simultaneamente pagine per
il sito? Come è possibile verificare che tutti stiano usando gli stessi colori, stili
e impostazioni di font e che stiano osservando le stessi dimensioni di schermo?
E che cosa accade quando viene richiesta una modifica stilistica da
apportare globalmente?

Per risolvere alcune di queste problematiche, Quark ha implementato la


funzionalità “Raccolta dati per la stampa”. E intere applicazioni sono state
sviluppate nell’ambito del “preflight” del layout, ossia verifiche eseguite auto-
maticamente per accertare che un layout sia conforme ai requisiti di output e
di stampa in funzione delle presse a cui è destinato. Sebbene Raccolta dati per
la stampa e procedure di preflight siano ottimi strumenti per la verifica di un
job (o lavoro) dopo che è stato completato, non sono sicuramente in grado di
prevenire la creazione di un progetto che risulterà non stampabile o che verrà
stampato in modo incorretto.
L’obiettivo principale della funzionalità Job Jackets è di consentire una verifica
che il layout soddisfi tutti i requisiti definiti, dal momento della sua creazione
fino a quando non raggiunge il formato finale, sia che si tratti di un documento
stampato, o di una pagina in formato HTML o XML/XSL, un PDF o qualsiasi
altro formato di output supportato da QuarkXPress.

CAPITOLO 7: JOB JACKETS | 185


NOZIONI GENERALI SUI JOB JACKETS

CHE COSA SONO I JOB JACKETS?


Da un punto di vista tecnico, i Job Jackets sono strutture XML che includono
specifiche e regole per la creazione e la verifica dei layout QuarkXPress. Da un
punto di vista concettuale, la struttura di un Job Jackets può essere paragonata
a una cartella contenente “job tickets”che descrivono vari tipi di progetto e di
layout, oltre a contenere altri tipi di dati.

I Job Jackets sono basati sull’ultima versione dello schema JDF (Job Definition
Format). JDF è uno standard basato su XML, sviluppato e mantenuto dal CIP4
(International Cooperation for the Integration of Processes in Prepress, Press and
Postpress Organization). JDF intende standardizzare il processo di avanzamento
di un lavoro di stampa lungo le varie fasi di stampa, dal layout al pre-press, alla
stampa, fino a ritaglio, rilegatura e consegna. JDF è supportato da una gran
varietà di dispositivi e costituisce un ottimo metodo per introdurre
automatizzazione in un workflow di produzione di stampa.

Oltre a consentirvi di regolare le specifiche definite in QuarkXPress, Job Jackets


vi consente anche di definire valori per varie altre specifiche supportate da JDF,
come ad esempio impostazioni di rilegatura. Quando inviate un layout per
l’output, avete la possibilità di includere i dati JDF del layout in modo che i
sistemi che entrano in azione successivamente possano utilizzare quei dati a
scopo informativo e di automazione. Inoltre, poiché le specifiche di Job Jackets
sono estensibili, gli sviluppatori di sistemi compatibili con JDF possono incor-
porare le loro impostazioni, specifiche di una data implementazione, in Job
Jackets prima di trasmettere i Job Jackets alla prima fase del ciclo, ossia al gra-
fico responsabile del layout. Queste impostazioni possono essere preservate
nel file Job Jackets e utilizzate da software XTensions, da applicazioni abilitate
per JDF o da altri sistemi, per automatizzare e semplificare una gran varietà
di processi.

Job Jackets può inoltre agevolare la collaborazione nell’ambito di un workgroup.


Svariati grafici responsabili del layout che lavorano su dei layout che condivi-
dono lo stesso set di specifiche, possono associare i loro progetti a un file Job
Jackets condiviso, in modo che se un grafico di layout apporta una modifica ad
esempio ad un foglio stile, la stessa modifica viene automaticamente propagata
agli altri grafici di layout.

I Job Jackets sono strumenti potenti e di conseguenza complessi. Questo capitolo


inizia con una spiegazione dei concetti di base di Job Jackets, senza analizzare
in dettaglio l’interfaccia utente, e prosegue quindi con una spiegazione su come
si può accedere e come si possono usare i vari componenti che costituiscono i
Job Jackets.

LA STRUTTURA DEI JOB JACKETS


Come accennato sopra, i Job Jackets sono strutture XML contenenti specifiche
e regole. Questa sezione descrive il modo in cui queste specifiche e regole
vengono organizzate nei Job Jackets.

186 | CAPITOLO 7: JOB JACKETS


NOZIONI GENERALI SUI JOB JACKETS

RISORSE
Job Jackets contiene delle Risorse che includono quanto segue:

1 Risorse a livello di progetto: Elementi applicabili a un particolare progetto, come


ad esempio fogli stile, colori, stili di output e impostazioni di gestione del colore.

2 Risorse a livello di layout: Elementi applicabili a un particolare layout, come


ad esempio:
• Specifiche di layout: Impostazioni che possono essere utilizzate per assegnare a
un layout particolari dimensioni, orientamento e così via.
• Specifiche di output: Impostazioni che possono venire utilizzate per configurare
un progetto in modo che il suo output venga eseguito correttamente su un
determinato dispositivo.
• Regole e set di regole: Prove che possono essere condotte per valutare la conformità
di un layout alle specifiche definite.

In aggiunta alle Risorse descritte sopra, Job Jackets può contenere una serie di
risorse informative, tra cui:

• Descrizione del job: Questa categoria include il numero del job (o lavoro),
revisione, istruzioni, note e parole chiave.
• Contatti: Informazioni su come contattare le persone che hanno definito i job
e altre persone associate al job. L’aggiunta di contatti può semplificare la ricerca
della persona più indicata a risolvere un problema che potrebbe verificarsi.

JOB TICKET
Le Risorse del Job Jackets sono organizzate in uno o più Job Ticket. Ciascun
Job Ticket contiene un set di Risorse particolari che possono venire applicate
a un progetto QuarkXPress.

Nell’ambito di un Job Ticket, le Risorse sono raggruppate come segue:


1 Impostazioni del progetto: Un set di Risorse a livello progetto che possono
venire applicate a un singolo progetto. Le impostazioni di un progetto
includono elementi come fogli di stile, colori, stili di output e impostazioni
per la gestione del colore. Ciascun Job Ticket contiene un set di impostazioni
per il progetto.

2 Definizioni di layout: Svariati set di Risorse a livello di layout, ciascuno dei quali
può essere applicato a un singolo layout. Ciascun Job Ticket può contenere
nessuna o diverse definizioni applicabili al layout. Ciascuna definizione di
layout può includere quanto segue:

• Specificazioni di layout (dimensioni pagine, orientamento, e così via)


• Nessuna o diverse specifiche di output (configurazioni per un particolare
dispositivo di output)

CAPITOLO 7: JOB JACKETS | 187


NOZIONI GENERALI SUI JOB JACKETS

• Nessuno o diversi set di regole (per la verifica del layout)


• Un tipo di media di destinazione (stampa o Web)
• Impostazioni per la gestione del colore (Impostazioni d’origine e Impostazioni
di output)
• Specifiche di revisione (Output di prova e Intento della prova)
• Risorse informative (descrizione, descrizione del job e istruzioni)

Struttura del Job Jackets

Fogli di stile Job Ticket

Colori Impostazioni
del progetto

Specifiche di layout

Definizione
di layout 1
Specifiche di output

Regola 1 Definizione
Set di di layout 2
regole 1
Regola 2

Regola 3
Set di
regole 2
Regola 4

Le Risorse vengono definite e archiviate nella struttura del Job Jackets. Il Job
Ticket contiene un set di impostazioni del progetto per un particolare tipo di defi-
nizioni del progetto e del layout, applicabili a nessuno o a diversi layout. Tenete
presente che le definizioni delle Risorse non “vivono” nel Job Ticket; i Job Ticket
si riferiscono o “puntano” alle definizioni delle Risorse che vivono nella struttura
del Job Jackets.

JOB TICKET E MODELLI DEI JOB TICKET


Sono disponibili tre tipi di Job Ticket:

• Il modello del Job Ticket è sostanzialmente un Job Ticket “master”. In un certo


senso, il modello del Job Ticket è simile a una pagina master o a un file
modello di QuarkXPress.
• Un Job Ticket attivo è la copia di un modello del Job Ticket associato a un
particolare progetto.
• Un Job Ticket differito è la copia di un modello del Job Ticket che era stato
associato a un progetto ma non è più associato a quel progetto (ad esempio,
se il progetto è stato chiuso senza essere stato salvato).

188 | CAPITOLO 7: JOB JACKETS


NOZIONI GENERALI SUI JOB JACKETS

Job Jackets file Progetto 1


Job Layout
Ticket 1
attivo
Modello del Layout
Job Ticket 2

Job Layout
Ticket 3
differito

Il file Job Jackets può contenere dei modelli di Job Ticket (contenenti definizioni
per i Job Ticket), Job Ticket attivi (ossia associati a un particolare progetto) e
differiti (ossia che erano stati associati a un progetto ma non sono più associati a
quel progetto).

Ciascun modello di un Job Ticket può essere utilizzato per generare dei Job
Ticket per uno o più progetti. Ogni Job Ticket può essere applicato a un solo
progetto. Quando un Job Ticket viene applicato a un progetto, le Risorse di
quel Job Ticket diventano disponibili nel progetto (ad esempio, il progetto
eredita tutte le definizioni relative a colore, fogli di stile e layout elencate nel
Job Ticket).

Sono disponibili due modalità di applicazione di un Job Ticket a un progetto:

• Quando create il progetto, scegliete Archivio/File Þ Nuovo Þ Progetto dal


Ticket e selezionate quindi un modello di Job Ticket. QuarkXPress copia le
informazioni contenute nel modello del Job Ticket in un nuovo Job Ticket
per il nuovo progetto. Il nuovo progetto contiene automaticamente un layout
pre-configurato per ciascuna definizione di layout contenuta nel modello del Job
Ticket, oltre alle impostazioni del progetto definite nel modello del Job Ticket.
• Create o aprite un progetto esistente e scegliete quindi Archivio/File Þ
Job Jackets Þ Collega il progetto e selezionate un modello di Job Ticket.
QuarkXPress copia le informazioni contenute nel modello del Job Ticket in
un nuovo Job Ticket per questo particolare progetto. Il progetto acquisisce
tutte le impostazioni del progetto definite nel modello del Job Ticket e viene
creato un nuovo layout pre-configurato per ciascuna definizione di layout
inclusa nel modello del Job Ticket.

Il Job Ticket non mantiene alcun collegamento con il modello del Job Ticket
dal quale era stato creato. Le modifiche apportate al modello del Job Ticket
d’origine non vengono propagate ai Job Ticket esistenti.

CAPITOLO 7: JOB JACKETS | 189


NOZIONI GENERALI SUI JOB JACKETS

JOB JACKETS COLLEGATI E INCORPORATI


Ciascun progetto QuarkXPress è associato a una struttura di un Job Jackets.
La struttura del Job Jackets di un progetto può venire incorporata nel progetto
o può venire memorizzata in un file XML di Job Jackets nel file system locale.
Il percorso di una struttura del Job Jackets di un progetto è determinato dal
metodo usato per creare il progetto; per ulteriori informazioni, vedere
“Applicazione di un modello di Job Ticket a un progetto”.
File Job Jackets collegati Progetto 1
File Job Jackets Layout
Modello del Job 1
Job Ticket Ticket
Layout
2

Layout
3

Struttura incorporata del Job Jackets


Progetto 1

Struttura incorporata del Job Jackets Layout


1
Modello del Job
Job Ticket Ticket Layout
2

Layout
3

La struttura di un Job Jackets può esistere in un file XML, nel file system, oppure
può venire incorporato nel file del progetto.

Per impostazione di default, i file Job Jackets vengono memorizzati nel per-
corso specificato nel riquadro Job Jackets della finestra di dialogo Preferenze
(“QuarkXPress/menu Modifica”)

Potete tuttavia memorizzare i file Job Jackets nel percorso preferito. Ad esempio,
se un file Job Jackets è condiviso tra diversi grafici di layout (vedere “Condivisione
dei Job Jackets” più avanti in questo capitolo) potreste decidere di inserire quel
file Job Jackets in un server di file a cui chiunque può accedere tramite la rete.

Per modificare il percorso di default dove sono memorizzati i Job Jackets,


andate al riquadro Job Jackets della finestra di dialogo Preferenze
(“QuarkXPress/menu Modifica”), fate clic su Seleziona il percorso, fate
clic sul pulsante Seleziona e navigate alla directory di destinazione.
JOB JACKETS CONDIVISI
La struttura incorporata di un Job Jackets può essere utilizzata soltanto in un
progetto, ossia nel progetto in cui è incorporata. Ma un file Job Jackets auto-
nomo, può essere condiviso da più di un progetto. (Più precisamente, un file
Job Jackets condiviso dispone di definizioni delle Risorse utilizzabili da più di
un progetto.)

190 | CAPITOLO 7: JOB JACKETS


NOZIONI GENERALI SUI JOB JACKETS

Progetto 1 File Job Jackets condiviso Progetto 2

Layout Job Job Layout


1 Ticket Ticket 1
1 2
Layout Layout
2 2

Layout Risorse Layout


3 condivise 3

Un file Job Jackets condiviso consente a molteplici progetti di condividere le Risorse.

Quando due progetti condividono un file Job Jackets, possono sincronizzare


qualsiasi Risorsa contenuta in entrambi i loro Job Ticket. Se ad esempio il
responsabile del Progetto 1 modifica una definizione di colore che esiste in
entrambi i Job Ticket, questa definizione del colore può venire automaticamente
aggiornata nel progetto 2.
Per ulteriori informazioni sui Job Jackets condivisi, vedere “Collaborazione con
i Job Jackets condivisi”.

WORKFLOW DI ESEMPIO DI UN JOB JACKETS


Questa sezione descrive il workflow di un Job Jackets a titolo esemplificativo.
Tenete presente che questo non soltanto è un workflow possibile, ma è anche
un esempio che intende illustrare come i Job Jackets vanno utilizzati. Vengono
adottate le seguenti definizioni:

• Definitore del progetto: La persona che conosce i dettagli di stampa del progetto,
ad esempio, il numero di pagine, le dimensioni, i colori, e così via.
• Esperto di output: La persona che sa come un lavoro di stampa deve essere creato
e configurato per una stampa corretta nella pressa di stampa di destinazione.
• Grafico di layout: La persona che crea il layout in QuarkXPress.

Il workflow del Job Jackets è il seguente:


1 L’esperto di output e il definitore del progetto collaborano nella definizione
delle specifiche di output e delle regole più appropriate per un lavoro di stampa
(o per una serie di lavori di stampa correlati), come ad esempio dimensioni
della carta, numero di pagine, colori, impostazioni di trapping, fogli stile,
spessore delle linee e spazi cromatici validi per le immagini importate.
2 Il definitore del progetto usa queste specifiche e regole per creare un modello
di Job Ticket in un file Job Jackets. Il modello del Job Ticket descrive un parti-
colare progetto e può includere diverse specifiche e regole per ciascun layout
in quel progetto (supponiamo che soltanto un layout sia stato definito nel
modello del Job Ticket). Quando il file Job Jackets è completo, il definitore del
progetto passa il file al grafico di layout.
3 Il grafico di layout crea un progetto dal modello del Job Ticket utilizzando il
comando Archivio/File Þ Nuovo Þ Progetto dal Ticket. QuarkXPress crea
automaticamente un Job Ticket dal modello del Job Ticket e associa il Job Ticket

CAPITOLO 7: JOB JACKETS | 191


NOZIONI GENERALI SUI JOB JACKETS

al progetto. QuarkXPress legge il Job Ticket e inserisce automaticamente tutte


le Risorse del Job Ticket nel progetto (come ad esempio colori, fogli di stile e
impostazioni sulla gestione del colore). QuarkXPress crea automaticamente i
layout definiti nel Job Ticket.

4 Utilizzando il Job Ticket come una serie di linee guida, il grafico di layout cos-
truisce il layout. Periodicamente il grafico di layout sceglie Archivio/File Þ
Job Jackets Þ Valuta il layout per accertarsi di rimanere entro le linee guida
definite nel Job Ticket. Durante questa verifica, una finestra di dialogo consente
al grafico di identificare e di navigare agli elementi di design che sono in viola-
zione delle regole definite nel Job Ticket. Ciò consente al grafico di layout di
risolvere problemi non appena si verificano anziché scoprirli in fase di pre-press.
5 Quando il layout è completo, il grafico lo invia all’output tramite uno dei vari
metodi disponibili, tra cui stampa diretta, Raccolta dati per la stampa o espor-
tazione in PDF o PDF/X. Se il Job Jackets include Specifiche di output, queste
Specifiche di output possono venire utilizzate per inviare il job a un output in
formati specifici e con impostazioni specifiche. Poiché il layout è stato sviluppato
entro le specifiche definite nel modello del Job Ticket, il layout è presumibilmente
corretto quando arriva alle presse di stampa.

VANTAGGI DEL JOB JACKETS


Job Jackets offre numerosi vantaggi, tra cui:

• Poiché i requisiti del job vengono codificati all’inizio del progetto, vengono
preservati anche se il job viene completato da qualcuno che non prevedeva di
lavorare su quel progetto.
• Se è necessario apportare modifiche dopo che il grafico di layout ha già ini-
ziato a lavorare su un progetto, è possibile apportarle al Job Ticket del progetto.
Il grafico di layout può quindi semplicemente usare il comando Archivio/File Þ
Job Jackets Þ Valuta il layout per verificare se una delle modifiche hanno un
impatto sul suo lavoro.
• Se più di un grafico di layout sta lavorando su progetti correlati, si può collocare
un file Job Jackets che descrive questi progetti in un percorso condiviso su rete a
cui tutti i grafici di layout possono accedere simultaneamente quando ne hanno
bisogno. Se un grafico di layout aggiorna una Risorsa del progetto su cui sta
lavorando, questo aggiornamento può venire applicato agli altri progetti
che utilizzano lo stesso file Job Jackets.
• I provider di output possono creare proattivamente dei Job Jackets che descrivono
le funzionalità delle loro presse di stampa, inclusi i profili di gestione del colore,
e possono consegnare questi Job Jackets a qualsiasi grafico di layout che intenda
stampare su quelle presse di stampa. Anche se l’intero job non è catturato in un
Job Jackets, il grafico di layout può almeno evitare che si verifichino alcuni degli
inconvenienti più frequenti, utilizzando le impostazioni d’origine, impostazioni
di output e specifiche di output preparate dal provider di output.

192 | CAPITOLO 7: JOB JACKETS


NOZIONI GENERALI SUI JOB JACKETS

JOB JACKETS IN AZIONE


Questa sezione illustra le operazioni di un progetto d’esempio che utilizza la
funzionalità Job Jackets. Non preoccupatevi se alcuni dettagli non sono facil-
mente comprensibili; verranno infatti descritti più estesamente nelle sezioni
successive del capitolo. Questa sezione intende dare soltanto un’idea generale
dei vantaggi che derivano dall’uso di Job Jackets.

Giulia ha deciso di inviare un notiziario bimensile ai suoi clienti, con la


descrizione delle nuove chitarre in vendita nel suo negozio. Giulia decide che
il notiziario dovrà avere quattro pagine e che verrà stampato su carta pesante,
in quattro colori e con fotografie di alta qualità. Per essere certa che il notizia-
rio soddisfi i più alti standard dei suoi clienti, Giulia seleziona personalmente
una tipografia che gode di un’ottima reputazione. Per risparmiare, decide di
creare lei stessa il design.

Avendo sentito storie orrende dai suoi amici sul costo strabiliante di errori che
potrebbero verificarsi nella stampa a 4 colori, Giulia chiede direttamente alla
tipografia se dispone di un Job Jackets che può utilizzare per essere certa di creare
correttamente il suo layout in QuarkXPress. La tipografia non sa nulla dei Job
Jackets, ma quando Giulia spiega la loro funzione, il tipografo realizza immedia-
tamente che è suo interesse utilizzarli. “Sono interessato a qualsiasi strumento
che possa impedire ai miei clienti di inviarmi un lavoro che non è possibile
stampare” sostiene il tipografo.
Giulia e il tipografo discutono a fondo del progetto e decidono insieme la
pressa di stampa più adatta per quel lavoro. Il tipografo contatta quindi il
costruttore della pressa di stampa e scopre che il costruttore possiede un file
Job Jackets che la tipografia può scaricare dal suo sito Web. Il file Job Jackets
contiene delle regole che aiutano il grafico di layout nella creazione di un
layout stampabile, tra cui un profilo di output per la gestione del colore, una
specifica dei colori piatti non supportati, l’indicazione della risoluzione minima
per i file di immagine e un limite di dimensioni del layout di 11" x 17" o inferiori.
Il tipografo aggiunge le sue informazioni di contatto al file Job Jackets e invia
quindi il file via e-mail a Giulia.

Giulia modifica il file Job Jackets adattandolo ai requisiti del suo progetto
mediante l’aggiunta di specifiche relative alle dimensioni della pagina,
all’orientamento, al numero di pagine e ai colori. Per essere certa di non
usare in qualche punto del progetto la font sbagliata, Giulia aggiunge
delle regole che specificano le font da utilizzare. Per finire, raggruppa
tutte le specifiche rilevanti in un modello di Job Ticket all’interno del
file Job Jackets.

CAPITOLO 7: JOB JACKETS | 193


NOZIONI GENERALI SUI JOB JACKETS

Quando Giulia è pronta a creare il notiziario, lancia semplicemente QuarkXPress


e sceglie Archivio/File Þ Nuovo Þ Progetto dal Ticket e utilizza il modello di
Job Ticket appena creato. Una volta completato il primo numero del notiziario,
Giulia sceglie Archivio/File Þ Job Jackets Þ Valuta il layout e QuarkXPress
segnala dove riscontra dei problemi, consentendo così a Giulia di risolvere tutte
le istanze di font errate, immagini grafiche con colori cromatici non supportati
o altri tipi di problemi. Terminata anche questa operazione, invia il progetto
al tipografo il quale a sua volta lo invia per l’ouptut utilizzando le Specifiche
di output incluse nel file di Job Jackets e quindi alla pressa di stampa senza
preoccuparsi dell’esistenza di eventuali problemi.

Con il passare del tempo, l’attività di Giulia continua a crescere. Giulia non ha
più tempo di occuparsi direttamente del notiziario e assume quindi un grafico
di layout, Andrea, che sarà incaricato di preparare il notiziario. Giulia consegna
ad Andrea il file Job Jackets contenente il modello del Job Jackets che ha definito
e usato, e istruisce Andrea di utilizzarlo quando crea il notiziario, accertandosi
in questo modo che se Andrea non dovesse aver capito alcune istruzioni verbali,
Job Jackets lo aiuterà ad evitare errori, come ad esempio creare un notiziario
di otto pagine anziché quattro.

Con la crescita del business, Giulia considera la possibilità di creare un altro


notiziario, più specializzato, da inviare periodicamente ai suoi clienti della
fascia più alta. Insieme ad Andrea, Giulia crea un altro Job Ticket da includere
nel file Job Jackets che contiene il primo notiziario in modo da mantenere gli
stessi criteri definiti per la pressa di stampa che verrà utilizzata e per mantenere
uniformità di design con regole di colori e di font applicate al primo notiziario.

Mano a mano che il business continua a crescere, Giulia decide di esplorare


alcune funzionalità di automatizzazione acquisibili in sistemi che supportano
lo standard JDF. Nel frattempo il tipografo ha modernizzato il suo workflow
ed è ora in grado di creare un sistema quasi completamente automatizzato di
stampa e post-stampa. Quando è pronto ad includere dati JDF nel suo workflow,
incorpora i campi JDF necessari a contenere questi dati anche nel suo Job Jackets.
Grazie a questa procedura, il tipografo consente ai suoi clienti di specificare,
direttamente in QuarkXPress, determinati requisiti, come ad esempio specifi-
che di rilegatura e quindi di trasferire a lui questi dati in un file JDF di output
automaticamente generato.

Andrea è particolarmente coinvolto nella funzionalità Job Jackets, dopo tutto


non è creativamente interessante come le nuove funzionalità di trasparenza, ma
il tipografo, Giulia e lui stesso trarranno un enorme beneficio da un workflow
lineare ed efficiente che la funzionalità Job Jackets consente di acquisire.

194 | CAPITOLO 7: JOB JACKETS


UTILIZZO DEI JOB JACKETS

UTILIZZO DEI JOB JACKETS

Come descritto prima, i dati di Job Jackets vengono memorizzati in formato


XML. QuarkXPress offre tuttavia un’interfaccia globale che consente di creare
e di modificare il file Job Jackets. Le sezioni che seguono descrivono in dettaglio
l’interfaccia utente di Job Jackets.

MODALITÀ DI BASE E MODALITÀ AVANZATA


La finestra di dialogo Manager di Job Jackets (Utilità Þ Manager di Job Jackets)
offre un’interfaccia unificata dove il definitore del progetto può creare e
configurare Job Jackets e i componenti che lo costituiscono.

Come impostazione di default, la finestra di dialogo Manager di Job Jackets


mostra i Job Jackets nella cartella Job Jackets (vedere “Percorso dei file Job
Jackets”) inclusi i Job Jackets associati ai progetti attualmente aperti. Se un
progetto è attivo, viene visualizzato in grassetto e con un asterisco.

La finestra di dialogo Manager di Job Jackets offre due modalità:

• La modalità di base è rivolta ai grafici di layout e ai definitori del progetto, che


non hanno bisogno di utilizzare le funzionalità avanzate JDF di Job Jackets.
La modalità di base offre tutti i comandi necessari a creare, gestire e condividere
i Job Jackets.
• La modalità avanzata è rivolta agli amministratori di produzione che vogliono
utilizzare le funzionalità JDF per automatizzare e integrare parte del loro work-
flow. La modalità avanzata utilizza un’interfaccia utente diversa che consente
di accedere a tutte le funzionalità della modalità di base oltre che a tutte le
Risorse, come ad esempio regole e risorse specifiche di JDF, come nel caso di
specifiche per la rilegatura.

Per utilizzare la modalità avanzata, aprite la finestra di dialogo Manager di


Job Jackets (menu Utilità) e fate clic sul pulsante Impostazioni avanzate.
Per ritornare alla modalità di base, fare clic sul pulsante Impostazioni di base.

CAPITOLO 7: JOB JACKETS | 195


UTILIZZO DEI JOB JACKETS

La finestra di dialogo Manager di Job Jackets (Utilità Þ Manager di Job Jackets)


consente al definitore di un progetto di lavorare con Job Jackets e con i suoi com-
ponenti. Questa finestra di dialogo offre una modalità di base (a sinistra) e una
modalità avanzata (a destra).

In questo capitolo, le sezioni che trattano soltanto della modalità avanzata


hanno i titoli che terminano con “modalità avanzata”, mentre le sezioni che
trattano soltanto della modalità di base, hanno i titoli che terminano con
“modalità di base”.

Le operazioni relative all’uso della modalità di base rispetto a quelle relative


alla modalità avanzata, vengono considerate separatamente nelle sezioni che
seguono. Si consiglia di cercare di raggiungere i propri obiettivi utilizzando prima
la modalità di base e passando alla modalità avanzata soltanto se si ritiene di
non poter acquisire gli obiettivi prefissati con la modalità di base.

CREAZIONE DEI JOB JACKETS


Prima di tutto, quando e perché il definitore di un progetto crea un nuovo file
Job Jackets? Non c’è una risposta unica a questo tipo di domanda: se volete,
potete infatti raccogliere tutti i Job Ticket creati per i vostri lavori di stampa,
in un unico file Job Jackets. Esistono tuttavia alcuni principi da tenere
presente quando si vogliono mantenere dei Job Jackets separati.

• Se volete creare una serie di lavori di stampa che condividano le stesse Risorse
(come ad esempio colori, fogli di stile, impostazioni di trap, impostazioni di
gestione del colore, dimensioni carta, ecc.) potrebbe essere utile creare un unico
file Job Jackets che raccoglie tutti questi lavori di stampa. Ma se fate parte, ad
esempio, di uno studio grafico che serve una serie di clienti diversi ognuno dei
quali ha la propria identità visiva, potrebbe essere più indicato creare un Job
Jackets per ciascun cliente.

196 | CAPITOLO 7: JOB JACKETS


UTILIZZO DEI JOB JACKETS

• Se avete alle vostre dipendenze un gruppo di grafici di layout e volete essere


certi che ogni grafico che lavora su un particolare progetto (come ad esempio
una campagna promozionale), utilizzi le stesse Risorse, potrebbe essere utile
creare un file Job Jackets e un modello di Job Ticket contenenti queste Risorse
e richiedere a tutti i grafici di layout di condividere lo stesso file Job Jackets.
• Se lavorate in una tipografia e disponete di una pressa di stampa particolare con
requisiti specifici, potrebbe essere utile creare un file Job Jackets che catturi i
requisiti della pressa di stampa da passare ai vostri clienti (evitando errori deri-
vati da una mancata conoscenza dei requisiti della pressa di stampa). È anche
possibile poter a volte scaricare direttamente dal costruttore della vostra pressa
di stampa, un file Job Jackets con i requisiti di stampa già specificati.

CREAZIONE DI UN FILE JOB JACKETS: MODALITÀ DI BASE


Per creare un file Job Jackets usando la modalità di base, procedete come segue:
1 Aprite la finestra di dialogo Manager di Job Jackets (Utilità Þ
Manager di Job Jackets).
2 Se nella finestra di dialogo viene visualizzato più di un elenco, fate clic su
Impostazioni di base per aprire il riquadro di base.
3 Fate clic sul pulsante Nuovo Job Jackets . Viene visualizzata la finestra di
dialogo Nuovo Job Jackets.
4 Immettete un nome per il file Job Jackets nel campo Nome. Poiché il file Job
Jackets intende includere modelli di Job Ticket per una serie di progetti corre-
lati, scegliete un nome che descriva tutti i progetti che volete basare su questo
file Job Jackets. Ad esempio, se questo file Job Jackets verrà utilizzato per creare
tutti i progetti Big Loud Guitar di Giulia, potete immettere il nome “Job Jackets
di Giulia”.
5 Se volete che molteplici utenti condividano questo file Job Jackets, selezionate
Condividi questo Jacket. Se non selezionate questa casella di selezione, il file
Job Jackets verrà incorporato al progetto attivo (se esiste). Tenete presente che
se non condividete il file Job Jackets adesso, potete condividerlo in seguito
utilizzando la finestra di dialogo Impostazione di collaborazione (menu
Archivio/File). Vedere “Collaborazione con Job Jackets condivisi” più avanti
in questo capitolo.
6 Se avete selezionato Condividi questo Jacket come descritto al punto prece-
dente, specificate dove volete archiviare il file Job Jackets scegliendo un’opzione
dal menu a discesa Salva in:
• Per utilizzare il percorso di default (vedere Job Jackets collegati e incorporati),
scegliete Cartella Jacket di default.
• Per archiviare il file Job Jackets nella stessa cartella del progetto attivo, scegliete
Cartella del progetto.
• Per archiviare in un altro percorso il file Job Jackets condiviso, scegliete Altri e
navigate alla directory di destinazione (come ad esempio un volume su rete
disponibile a tutti i grafici di layout).

CAPITOLO 7: JOB JACKETS | 197


UTILIZZO DEI JOB JACKETS

7 Fate clic su Impostazioni per visualizzare le schede Tickets, Impostazioni di


stile, Contatti e Specifiche di layout.

La finestra di dialogo Nuovo Job Jackets consente di aggiungere Risorse a un file


Job Jackets nuovo.

8 Utilizzate la scheda Tickets per aggiungere i modelli dei Job Ticket al file Job
Jackets. Per ulteriori informazioni, vedere “Creazione di un modello di Job
Ticket: modalità di base.”
9 Utilizzate la scheda Impostazioni di stile per aggiungere Risorse al file Job
Jackets. Potete aggiungere delle Risorse a livello di progetto, da una varietà di
fonti e utilizzando l’opzione Aggiungi da.
• Per aggiungere Risorse dai valori di default dell’applicazione, fare clic
su Applicazione.
• Per aggiungere delle Risorse da un file del progetto o da un altro file Job
Jackets, fate clic su Altri e fate quindi clic su Seleziona e navigate al file
di destinazione.

Per copiare delle Risorse nel template del Job Ticket, usate i tre elenchi visua-
lizzati nell’area inferiore della finestra di dialogo. Scegliete un tipo di risorsa
dal primo elenco e quindi scegliete delle risorse specifiche dal secondo elenco e
fate clic sul pulsante per copiare queste risorse nel terzo elenco (che visualizza
le risorse di questo tipo nel modello del Job Ticket).

198 | CAPITOLO 7: JOB JACKETS


UTILIZZO DEI JOB JACKETS

Per eliminare delle Risorse da un file Job Jackets, scegliete un tipo di risorsa
dal primo elenco e scegliete quindi delle risorse specifiche nel terzo elenco e
fate clic sul pulsante Elimina.

10 I Contatti facilitano le persone che stanno lavorando sullo stesso file QuarkXPress
di rivolgersi al definitore del progetto se si verificano dei problemi. Per aggiun-
gere informazioni di contatto al file Job Jackets, fate clic sulla scheda Contatti e
quindi sul pulsante Nuova voce per aggiungere un contatto. Fate clic sul
pulsante di espansione adiacente al nuovo contatto per aprire i relativi campi e
quindi immettere i dettagli necessari in ciascun campo.
11 Le Specifiche di layout vi consentono di definire attributi come le dimensioni
della pagina e il conteggio delle pagine necessari per la generazione del layout.
Per aggiungere le Specifiche di layout al file Job Jackets, fate clic sulla scheda
Specifiche di layout e quindi sul pulsante Nuova voce per aggiungere le
nuove Specifiche di layout. Fate clic sul pulsante di espansione adiacente
alle Specifiche di layout nuove per aprire i relativi campi e quindi immettere i
necessari dettagli in ciascun campo.

12 Fate clic su OK.


CREAZIONE DI UN FILE JOB JACKETS: MODALITÀ AVANZATA
Per creare un file Job Jackets usando la modalità avanzata:

1 Aprite la finestra di dialogo Manager di Job Jackets (menu Utilità).


2 Se nella finestra di dialogo viene visualizzato soltanto un elenco, fate clic su
Impostazioni avanzate per aprire il riquadro avanzato.

3 Fate clic sul pulsante Nuovo Job Jackets . Viene visualizzata la finestra di
dialogo Nuovo Job Jackets.

4 Immettete un nome per il file Job Jackets, navigate alla directory di destina-
zione e fate clic su Salva. Se volete consentire a molteplici grafici di layout di
accedere allo stesso file Job Jackets, potrebbe essere utile scegliere una directory
dalla quale tutti i grafici di layout possono accedere al file Job Jackets tramite rete.
5 Aggiungete le Risorse al file Job Jackets, come descritto nella sezione successiva.
AGGIUNTA DI RISORSE A UN FILE JOB JACKETS:
MODALITÀ AVANZATA
La procedura descritta di seguito è utile se volete creare un file Job Jackets uti-
lizzando le risorse di un progetto esistente. Ad esempio, se possedete la copia
di un dépliant creato l’anno scorso e volete utilizzare tutti i fogli stile, colori, ecc.
di quel progetto in un nuovo file Job Jackets, potete adottare questa procedura.
Potete usare questa procedura anche per copiare le risorse da un file Job Jackets
a un altro.

CAPITOLO 7: JOB JACKETS | 199


UTILIZZO DEI JOB JACKETS

Per aggiungere delle risorse a un Job Jackets usando la modalità avanzata,


procedete come segue:

1 Aprite la finestra di dialogo Manager di Job Jackets (menu Utilità).


2 Se nella finestra di dialogo viene visualizzato soltanto un elenco, fate clic su
Impostazioni avanzate per aprire il riquadro avanzato.

3 Specificate da dove volete copiare le Risorse:


• Per copiare le Risorse da una struttura del Job Jackets, da un modello di Job
Ticket o da un Job Ticket, selezionate l’origine dall’elenco a sinistra.
• Per copiare le risorse da un progetto aperto, selezionate il progetto dall’elenco
a sinistra.
• Per copiare le risorse dalle impostazioni di default dell’applicazione, fate clic sul
pulsante Carica risorse applicazione .

4 Selezionate una categoria di risorse nell’elenco in alto a destra.


5 Trascinate e copiate delle singole risorse dall’elenco in basso a destra sull’icona
del Job Jackets di destinazione nell’elenco a sinistra.

Potete anche trascinare le risorse in un Job Ticket o in un progetto.

Per informazioni su come modificare la posizione delle risorse in un Job Ticket,


vedere “Specifiche sul percorso delle risorse: modalità avanzata.”

UTILIZZO DEI JOB TICKET

Il Job Ticket consiste in una serie di risorse (specifiche e regole) che può essere
applicata a uno o a più progetti QuarkXPress. Ciascun Job Ticket ha un nome
e viene memorizzato nella struttura di un determinato Job Jackets. Il Job Ticket
contiene risorse applicabili a livello di progetto (come ad esempio colori, fogli
di stile e impostazioni di gestione del colore) e risorse applicabili a livello di
layout (come ad esempio specifiche di layout e definizioni di layout).

Sono disponibili tre tipi di Job Ticket:

• Il modello di un Job Ticket è sostanzialmente un Job Ticket “master”. In un certo


senso, il modello di un Job Ticket è simile alla pagina master o a un file modello
di QuarkXPress.
• Il Job Ticket attivo è la copia di un modello di Job Ticket associato a un
particolare progetto.
• Il Job Ticket differito è la copia di un modello di Job Ticket che era stato associato
a un progetto ma non è più associato a quel progetto (ad esempio, se il progetto
è stato chiuso senza essere stato salvato).

200 | CAPITOLO 7: JOB JACKETS


UTILIZZO DEI JOB TICKET

CREAZIONE DI UN MODELLO DI JOB TICKET


Prima di tutto, quando e perché il definitore di un progetto crea un modello di
Job Ticket? Ecco alcune linee guide al proposito:

• Se avete un lavoro di stampa ricorrente, come un notiziario o una rivista, è utile


creare un modello di Job Ticket per quel lavoro.
• Se prevedete di creare diversi tipi di layout (come ad esempio un poster, una
cartolina, un sito Web e una presentazione in Flash) e tutti questi progetti
fanno parte della stessa campagna pubblicitaria, potrebbe essere utile creare
un modello di Job Ticket per ciascun layout e memorizzare tutti i modelli in
un singolo file Job Jackets. In questo modo, tutti i layout condividono gli
stessi fogli stile, colori e così via
• Se disponete di un formato standard utilizzato da una serie di persone, come
ad esempio il formato di un avviso pubblicitario, un modello di Job Ticket
potrebbe essere utile per aiutare i vostri clienti a costruire i loro avvisi
pubblicitari in base alle guide linea da voi definite.
• Se un gruppo di grafici di layout deve essere certo che tutti i partecipanti al
gruppo utilizzino gli stessi fogli di stile, colori o altre risorse, e per mantenere
queste risorse sincronizzate tra i vari grafici di layout nel caso una di queste
risorse venga modificata, potrebbe essere utile archiviare le risorse in un
modello di Job Ticket in modo che tutti i grafici di layout possano accedervi
tramite un file Job Jackets condiviso. Questa metodologia può aiutarvi a
rispettare gli standard di branding aziendale definiti per una grande
organizzazione.

CREAZIONE DI UN MODELLO DI JOB TICKET: MODALITÀ DI BASE


Per aggiungere un modello di Job Ticket a una struttura del Job Jackets,
utilizzando la modalità di base:
1 Aprite la finestra di dialogo Manager di Job Jackets (Utilità Þ
Manager di Job Jackets). Se nella finestra di dialogo viene visualizzato più
di un elenco, fate clic su Impostazioni di base per aprire il riquadro di base.

Potete creare dei modelli di Job Ticket nel riquadro di base della finestra di
dialogo Manager di Job Jackets (menu Utilità).

CAPITOLO 7: JOB JACKETS | 201


UTILIZZO DEI JOB TICKET

2 Selezionate la struttura del Job Jackets in cui volete inserire il modello di


Job Ticket.

3 Fate clic sul pulsante Nuovo modello di Ticket . Viene visualizzata la finestra
di dialogo Nuovo Job Ticket.

Potete assegnare le risorse a un nuovo modello di Job Ticket dalla finestra di


dialogo Nuovo Job Ticket.

4 Configurate il muovo modello di Job Ticket come descritto nella sezione


“Utilizzo delle Risorse in un Job Ticket: modalità di base.”

MODIFICA DI UN JOB TICKET: MODALITÀ DI BASE


Potrebbe essere necessario dover modificare un Job Ticket attivo di un
determinato progetto per diverse ragioni, tra cui le seguenti:

• Se il progetto attivo contiene delle risorse che volete aggiungere alla struttura
del Job Jackets, potete farlo aggiungendo queste risorse al Job Ticket attivo del
progetto. (Se volete aggiungere una risorsa a un Job Ticket, questa risorsa viene
automaticamente aggiunta al Job Ticket principale della struttura del Job Jackets.)
• Se il Job Ticket attivo di un progetto attivo si trova nella struttura di un Job
Jackets che contiene una risorsa di cui avete bisogno, ma tale risorsa non è al
momento inclusa nel Job Ticket attivo, potete facilmente aggiungerla al Job
Ticket attivo.

Per modificare il Job Ticket attivo di un progetto, aprite il progetto e scegliete


Archivio/File Þ Job Jackets Þ Modifica Job Jackets. Viene visualizzata la
finestra di dialogo Modifica Job Ticket. Per informazioni su come utilizzare
la finestra di dialogo Modifica Job Ticket, vedere “Utilizzo delle Risorse in un
Job Ticket: modalità di base”.

202 | CAPITOLO 7: JOB JACKETS


UTILIZZO DEI JOB TICKET

UTILIZZO DELLE RISORSE CONTENUTE IN UN JOB TICKET:


MODALITÀ DI BASE
Questa sezione descrive come aggiungere e come eliminare le risorse incluse in
un Job Ticket o in un modello di Job Ticket, utilizzando la finestra di dialogo
Nuovo Job Ticket o Modifica Job Ticket. Queste due finestre di dialogo sono
molto simili, eccetto per il fatto che la finestra di dialogo Modifica Job Ticket
ha un aspetto leggermente diverso a seconda che si riferisca a un Job Ticket o
un modello di Job Ticket.

Potete aggiungere delle risorse a un modello di Job Ticket o a un Job Ticket


tramite le finestre di dialogo Nuovo Job Ticket e Modifica Job Ticket.

Per assegnare delle risorse tramite la finestra di dialogo Nuovo Job Ticket o
Modifica Job Ticket, procedete come segue:

1 Per aggiungere o eliminare delle risorse a livello di progetto, utilizzate i


comandi della scheda Impostazioni di stile (per i modelli di Job Ticket) o
della scheda Impostazioni del progetto (per i Job Ticket attivi o differiti).

Potete aggiungere delle risorse a livello di progetto, da una varietà di fonti,


utilizzando il menu a discesa Aggiungi da.
• Per aggiungere delle risorse dalla struttura del Job Jackets da cui il Job Ticket
dipende, scegliete Jacket corrente.
• Per aggiungere delle risorse dal progetto attivo, scegliete Progetto collegato.
• Per aggiungere delle risorse dall’applicazione corrente, scegliete Applicazione.
• Per aggiungere delle risorse da un file del progetto o da un file Job Jackets, fate
clic su Altri e fate quindi clic su Seleziona e navigate al file di destinazione.

Per copiare delle risorse nel Job Ticket, usate i tre elenchi visualizzati nell’area
inferiore della finestra di dialogo. Scegliete un tipo di risorsa dal primo elenco
e quindi scegliete delle risorse specifiche dal secondo elenco e fate clic sul pul-
sante per copiare queste risorse nel terzo elenco (che visualizza le risorse di
questo tipo nel Job Ticket).

CAPITOLO 7: JOB JACKETS | 203


UTILIZZO DEI JOB TICKET

Per eliminare delle risorse dal Job Ticket, scegliete un tipo di risorsa dal primo
elenco e scegliete quindi delle risorse specifiche nel terzo elenco e fate clic sul
pulsante Elimina.

2 La presenza di una definizione di layout significa che QuarkXPress creerà


automaticamente un layout quando questo Job Ticket viene applicato a un
progetto. Quando create una definizione di layout, potete definire le specifiche
del layout (con dati del tipo dimensioni della pagine e numero totale di pagine),
la destinazione (stampa o Web), i set di regole e le specifiche di output.

Per aggiungere una definizione di layout al Job Ticket, fate clic sulla scheda
Impostazioni di layout e fate quindi clic sul pulsante ; la nuova definizione
di layout viene aggiunta all’elenco.

Per configurare la definizione di layout selezionata, fate prima clic su Proprietà


del layout per visualizzare i comandi delle proprietà del layout e quindi:
• Per assegnare un nome alla definizione di layout, immettete un nome nel
campo Nome del layout. Questo nome verrà applicato al layout generato
automaticamente.
• Per specificare informazioni come le dimensioni della pagine e il numero
totale di pagine, scegliete un’opzione dal menu a discesa Specifiche di
layout. (Tenete presente che le specifiche di layout devono essere incluse
nella struttura del Job Jackets prima di scegliere qui le specifiche di layout;
per ulteriori informazioni vedere “Creazione dei Job Jackets”.
• Per indicare il tipo di layout da creare automaticamente in base a questa
definizione di layout, scegliete un’opzione dal menu a discesa Tipo
di destinazione.
• Per copiare i set di regole e le specifiche di output dalla struttura del Job Jackets
principale nella definizione di layout, utilizzate i tre elenchi disponibili nell’area
inferiore della finestra di dialogo. Scegliete un tipo di risorsa dal primo elenco
e quindi scegliete delle risorse specifiche dal secondo elenco e fate clic sul pul-
sante per copiare queste risorse nel terzo elenco (che visualizza le risorse di
questo tipo nella definizione di layout).

Per eliminare una definizione di layout, selezionatela e fate clic sul pulsante .
3 Una volta terminata la configurazione del Job Ticket, fate clic su OK.
CREAZIONE DI UN MODELLO DI JOB TICKET: MODALITÀ AVANZATA
Per aggiungere un modello di Job Ticket a una struttura del Job Jackets,
utilizzando la modalità avanzata, procedete come segue:
1 Aprite la finestra di dialogo Manager di Job Jackets (Utilità Þ
Manager di Job Jackets). Se nella finestra di dialogo viene visualizzato soltanto
un elenco, fate clic su Impostazioni avanzate per aprire il riquadro avanzato.

2 Per indicare dove volete archiviare il nuovo modello del Job Ticket, create o
selezionate l’icona di un Job Jackets dall’elenco di sinistra.

204 | CAPITOLO 7: JOB JACKETS


UTILIZZO DEI JOB TICKET

3 Fate clic sul pulsante Nuovo modello di Ticket . Alla struttura del Job Jackets
selezionata viene aggiunto il nuovo modello di Job Ticket.

4 Configurate il muovo modello del Job Ticket come descritto nella sezione
“Utilizzo delle risorse in un Job Ticket: modalità avanzata.”

UTILIZZO DELLE RISORSE IN UN JOB TICKET: MODALITÀ AVANZATA


Potrebbe essere necessario lavorare con le risorse di un Job Ticket in
diverse situazioni:

• Potete usare la procedura descritta di seguito per creare un file Job Ticket uti-
lizzando le risorse di un progetto esistente. Ad esempio, se possedete la copia
di un dépliant creato l’anno scorso e volete includere tutti i fogli stile, colori,
ecc. di quel progetto in un nuovo modello di Job Ticket oppure in un Job Ticket
attivo di un progetto esistente, potete adottare la procedura descritta di seguito.
• Potete usare questa procedura anche per copiare le risorse da un Job Ticket a
un altro.
• Potete usare questa procedura per copiare le risorse da una struttura del
Job Jackets o da un progetto a un Job Ticket.

Per aggiungere delle risorse a una struttura del Job Jackets usando la modalità
avanzata, procedete come segue:

1 Aprite la finestra di dialogo Manager di Job Jackets (menu Utilità).


2 Se nella finestra di dialogo viene visualizzato soltanto un elenco, fate clic su
Impostazioni avanzate per aprire il riquadro avanzato.

3 Specificate da dove volete copiare le risorse:


• Per copiare le risorse da una struttura del Job Jackets, da un modello di
Job Ticket o da un Job Ticket, selezionate l’origine dall’elenco disponibile
nell’area superiore sinistra.
• Per copiare le risorse da un progetto aperto, selezionate il progetto dall’elenco
a sinistra.
• Per copiare le risorse dalle impostazioni di default, fate clic sul pulsante
Carica risorse applicazione .

4 Selezionate una categoria di risorse nell’elenco in alto a destra.


5 Trascinate e copiate delle singole risorse dall’elenco in basso a destra nel modello
di Job Ticket o nel Job Ticket di destinazione, nell’elenco a sinistra.

Per informazioni su come modificare la posizione delle risorse in un Job Ticket,


vedere “Specifiche sul percorso delle risorse: modalità avanzata.”

CAPITOLO 7: JOB JACKETS | 205


UTILIZZO DEI JOB TICKET

AGGIUNTA DI UNA DEFINIZIONE DI LAYOUT A UN JOB TICKET:


MODALITÀ AVANZATA
La definizione di layout consiste in una serie di specifiche che descrivono un
determinato layout. La definizione di layout include risorse come ad esempio
il mezzo di destinazione (stampa o Web), specifiche di output e set di regole.

Quando create un progetto dal modello di un Job Ticket, QuarkXPress crea auto-
maticamente un layout per ciascuna definizione di layout inclusa nel modello
del Job Ticket. Se una definizione di layout non contiene le Specifiche del layout,
QuarkXPress visualizza la finestra di dialogo Nuovo progetto in modo che sia
possibile specificare le dimensioni della pagina, i margini e così via.

Quando aggiungete una definizione di layout a un Job Ticket attivo,


dalla definizione del layout viene creato il nuovo layout il quale viene
automaticamente aggiunto al progetto di appartenenza.

Per aggiungere una definizione di layout a un modello di Job Ticket o a un


Job Ticket, procedete come segue:

1 Aprite la finestra di dialogo Manager di Job Jackets (Utilità Þ


Manager di Job Jackets) e selezionate il Job Ticket di destinazione
dall’elenco di sinistra.

2 Per visualizzare i comandi delle risorse, fate clic sul pulsante


Impostazioni avanzate.

3 Selezionate Layout nell’elenco in alto a destra. Le definizioni di layout


incluse nel Job Ticket, vengono visualizzate nell’elenco in basso a destra.

4 Fate clic sul pulsante Nuova voce sopra l’elenco in basso a destra. Viene
aggiunta una definizione di layout dal nome “Layout”. (Il nome assegnato
alla definizione di layout è il nome assegnato al layout stesso in fase di crea-
zione del progetto.) Per assegnare un nome diverso alla definizione di layout,
fate doppio clic sul suo nome ed immettete quindi il nuovo nome.)
5 Fate clic sul pulsante , sul pulsante di espansione adiacente al nome delle
definizione di layout, per visualizzare i relativi campi.

6 Specificate o immettete un valore per ciascun campo che volete utilizzare.


7 Fate clic su Salva.
Per ulteriori informazioni sull’uso delle definizioni di layout, vedere
“Applicazione di una definizione di layout a un progetto”.

APPLICAZIONE DI UN MODELLO DI JOB TICKET A UN PROGETTO


Potete applicare un modello di Job Ticket a un progetto in uno dei due
modi seguenti:

• Create un progetto dal modello di Job Ticket.


• Collegate un progetto esistente a un modello di Job Ticket.

206 | CAPITOLO 7: JOB JACKETS


UTILIZZO DEI JOB TICKET

In entrambi i casi, un Job Ticket viene creato dal modello di Job Ticket e la
nuova istanza del Job Ticket viene applicata al nuovo progetto. La sezione che
segue descrive entrambi i metodi.
CREAZIONE DI UN PROGETTO DAL MODELLO DI JOB TICKET.
Quando create un progetto da un modello di Job Ticket, QuarkXPress crea
sempre un Job Ticket dal modello di Job Ticket. Potete scegliere dove volete
archiviare il Job Ticket: in un file Job Jackets condiviso o in una struttura
incorporata del Job Jackets, contenuto nel file del progetto
Per creare un progetto dal modello di Job Ticket, procedete come segue:
1 Scegliete Archivio/File Þ Nuovo Þ Progetto dal Ticket Viene visualizzata la
finestra di dialogo Nuovo progetto da Ticket.

Utilizzate la finestra di dialogo Nuovo progetto dal Ticket per selezionare un


modello del Job Ticket da usare in un nuovo progetto.

2 Se la struttura del Job Jackets che volete non viene visualizzata, fate clic su
Sfoglia per navigare al file Job Jackets e fate quindi clic su Apri.
3 Selezionate il modello del Job Ticket di destinazione dall’elenco. (Tenete presente
che potete anche selezionare un Job Ticket differito.)
4 Selezionate o deselezionate la casella di selezione Condividi Jacket come segue:
• Per archiviare il Job Ticket attivo di questo progetto in un file Job Jackets esterno
in modo che il Job Jackets possa condividere delle risorse con altri utenti del file
Job Jackets, selezionate Condividi Jacket. (Per ulteriori informazioni, vedere
“Collaborazione con i Job Jackets condivisi”.)
• Per archiviare il Job Ticket di questo progetto in una struttura incorporata del
Job Jackets incluso nel file del progetto, deselezionate Condividi Jacket.

5 Fate clic su Seleziona. Il nuovo progetto eredita le impostazioni del progetto


associato al modello di Job Ticket e QuarkXPress crea automaticamente dei
layout per ciascuna definizione di layout contenuta nel modello di Job Ticket.

Non potete archiviare un Job Ticket nella struttura del Job Jackets di default.
Ne consegue che, se create un progetto da un modello di Job Ticket che si trova
nella struttura di un Job Jackets di default e selezionate Condividi Jacket, verrà
visualizzato un messaggio che vi richiede di salvare il nuovo file Job Jackets nel
file system.

CAPITOLO 7: JOB JACKETS | 207


UTILIZZO DEI JOB TICKET

COLLEGAMENTO UN PROGETTO ESISTENTE A UN FILE


JOB JACKETS.
Quando collegate un progetto esistente a un file Job Jackets, rimuovete in pra-
tica il Job Ticket attivo di questo progetto e collegate il progetto a un nuovo
Job Ticket creato da un modello di Job Ticket contenuto in un altro file Job
Jackets. Potete scegliere di procedere in questo modo, se, ad esempio volete
collegare un progetto esistente a un file Job Jackets dove un altro grafico di
layout ha un Job Ticket attivo e quindi sincronizzare alcune o tutte le risorse
che state entrambi usando. (Per ulteriori informazioni, vedere “Collaborazione
con i Job Jackets condivisi”.)

Per applicare un Job Jackets a un progetto esistente, procedete come segue:


1 Create o aprite il progetto.
2 Scegliete Archivio/File Þ Job Jackets Þ Collega il progetto. Viene visualizzata
la finestra di dialogo Collega il progetto.

3 Se il file Job Jackets che volete non viene visualizzato, fate clic su Sfoglia per
navigare al file e fate quindi clic su Apri.

4 Selezionate il modello del Job Ticket di destinazione dall’elenco.


5 Selezionate o deselezionate la casella di selezione Condividi Jacket come segue:
• Per archiviare il Job Ticket di questo progetto nel file Job Jackets contenente il
modello di Job Ticket di destinazione, selezionate Condividi Jackets.
• Per archiviare il Job Ticket di questo progetto in una struttura incorporata del
Job Jackets incluso nel file del progetto, deselezionate Condividi Jacket.

6 Fate clic su Allega. Il nuovo progetto eredita le impostazioni del progetto


associato al modello di Job Ticket e vengono creati automaticamente dei
layout per ciascuna definizione di layout contenuta nel modello di Job Ticket.

Se utilizzate un modello di Job Ticket che si trova nella struttura di un Job Jackets
di default e selezionate Condividi Jacket, verrà visualizzato un messaggio che
vi richiede di salvare il nuovo file Job Jackets nel file system. Il motivo è che
non potete archiviare un Job Ticket in una struttura del Job Jackets di default.

VISUALIZZAZIONE DELLE RELAZIONI DEI JOB TICKET


Potete osservare le relazioni tra i Job Jackets, i modelli di Job Tickets, i Job Tickets
e i progetti nella finestra di dialogo Manager di Job Jackets (menu Utilità).
Le icone visualizzate in questa finestra di dialogo sono le seguenti:

• Struttura del Job Jackets (collegato)


• Struttura del Job Jackets (incorporato)
• Template del Job Ticket

208 | CAPITOLO 7: JOB JACKETS


UTILIZZO DEI JOB TICKET

• Job Ticket attivo o differito


• Progetto (un nome di progetto in grassetto indica il progetto attivo)

Un progetto collegato a un Job Ticket attivo viene visualizzato come segue:

Un Job Ticket differito è indicato dall’icona , ma non è collegato ad alcun


progetto. Questo può significare che il progetto è stato spostato, eliminato o
non è mai stato salvato.

APPLICAZIONE DI UNA DEFINIZIONE DI LAYOUT A UN PROGETTO


La definizione di layout consiste in una serie di impostazioni che descrivono
un determinato layout. Queste impostazioni possono includere un tipo di
destinazione (stampa o Web), un set di regole, delle impostazioni di output e
impostazioni relative alla gestione del colore. La definizione di layout include
anche delle specifiche di layout che a loro volta includono dati come ad esem-
pio le dimensioni di una pagina e il numero totale di pagine (tenete presente
che le specifiche di layout devono venire create a livello di Job Jackets).

Quando associate un progetto a un modello di Job Ticket, QuarkXPress crea


automaticamente un nuovo layout per ciascuna definizione di layout inclusa nel
modello del Job Ticket. Questi layout hanno lo stesso nome della definizione
di layout sulla quale si basano.

Potete applicare una definizione di layout a un progetto in uno dei due


modi seguenti:

• Create un progetto dal Job Ticket contenente la definizione di layout, come


descritto nella sezione “Creazione di un progetto da un Job Ticket”.
• Collegate il Job Ticket al progetto attivo dopo che il progetto è stato creato,
come descritto nella sezione “Collegamento di un progetto esistente a un
Job Ticket”.

Qualunque metodo adottiate, i layout definiti verranno creati automaticamente.

COLLABORAZIONE TRAMITE I JOB JACKETS CONDIVISI


Le risorse di un file Job Jackets condiviso possono essere condivise da qualsiasi
progetto che utilizzi i Job Ticket contenuti nello stesso file Job Jackets. Quando
un progetto aggiorna una risorsa condivisa, la modifica viene automaticamente
trasmessa a tutti gli altri progetti che stanno usando quella risorsa.

Ad esempio, supponiamo che due grafici di layout dal nome Andrea e Roberto
stiano lavorando separatamente su due progetti. Ciascun progetto utilizza
un Job Ticket situato in un file Job Jackets dal nome “Job Jackets di Giulia”.

CAPITOLO 7: JOB JACKETS | 209


UTILIZZO DEI JOB TICKET

(Non importa se i due Job Ticket sono basati o meno sullo stesso modello,
purché entrambi i Job Ticket risiedano nel “Job Jackets di Giulia”.)

Supponiamo ora che entrambi i Job Ticket includano un foglio stile dal nome
“Sottotitolo del logo”. Poiché questo foglio stile è incluso in un Job Ticket, la
definizione del foglio stile viene archiviata nel file Job Jackets. E poiché entrambi
i Job Ticket dei grafici di layout includono questo foglio di stile, entrambi i pro-
getto possono utilizzare soltanto la definizione di foglio stile archiviata nel file
Job Jackets condiviso. Per cui se Andrea, il grafico di layout primario, decide di
modificare una font utilizzata e definita nel foglio stile “Sottotitolo del logo”,
quella modifica può venire automaticamente comunicata al layout su cui Roberto
sta lavorando e la font definita nel suo foglio di stile cambierà di conseguenza.
In altre parole, la risorsa del foglio di stile “Sottotitolo del logo” può venire
sincronizzata tra i due progetti.

Andrea File “Job Jackets di Giulia” Roberto

Progetto 1 Job Job Progetto 2


Ticket Ticket
Layout 1 2 Layout
1 1

Definizione Definizione
del foglio di del foglio di
stile per il stile per il
"Sottotitolo Definizione del "Sottotitolo
del logo" foglio di stile per del logo"
del Progetto 1 il "Sottotitolo del del Progetto 2
logo" del file
Job Jackets

Nell’ambito di un file Job Jackets condiviso, ci può essere soltanto una definizione
per ogni risorsa, indipendentemente da quanti Job Ticket usano quella risorsa.
Per cui se i Job Ticket di due progetti utilizzano la stessa risorsa (in questo caso
un foglio di stile), quella risorsa può venire sincronizzata automaticamente tra i
due progetti.

È importante rilevare come la copia di una risorsa inclusa nel file di un pro-
getto sia collegata, pur essendo di fatto separata, alla copia di quella stessa
risorsa contenuta nel Job Ticket. Se la copia di una risorsa di un progetto cam-
bia, ad esempio se Andrea modifica la font del foglio di stile “Sottotitolo del
logo”, QuarkXPress non aggiorna automaticamente la copia di quella risorsa
nel progetto di Roberto a meno che sia stata attivata una collaborazione tra il
progetto di Andrea e il progetto di Roberto (Archivio/File Þ Impostazione di
collaborazione). Se avete attivato la collaborazione per Andrea, QuarkXPress
comunica automaticamente la modifica apportata dal progetto di Andrea al suo
Job Ticket attivo, e quindi aggiorna automaticamente la copia della risorsa nel
“Job Jackets di Giulia”. Se la collaborazione è stata attivata anche per Roberto,
la sua copia di QuarkXPress legge la definizione aggiornata nel “Job Jackets di
Giulia” e inserisce la nuova definizione nel progetto di Roberto.

210 | CAPITOLO 7: JOB JACKETS


UTILIZZO DEI JOB TICKET

Andrea File “Job Jackets di Giulia”


Roberto

Progetto 1 Job Job Progetto 2


Ticket Ticket
Layout 1 2 Layout
1 1

Definizione Definizione
del foglio di del foglio di
stile per il stile per il
"Sottotitolo Definizione del "Sottotitolo
del logo" foglio di stile per del logo"
del Progetto 1 il "Sottotitolo del del Progetto 2
logo" del file
Job Jackets
1. 3.
Andrea modifica La copia di QuarkXPress
la definizione del 2. di Roberto legge la nuova
foglio di stile per QuarkXPress invia la definizione del foglio
“Sottotitolo del logo” modifica al file Job Jackets stile nel progetto
di Roberto.
Quando Andrea modifica la definizione della risorsa del foglio di stile condiviso,
la sua copia di QuarkXPress trasmette quella modifica (tramite il Job Ticket attivo
del progetto) al file Job Jackets condiviso. La copia di QuarkXPress di Roberto
legge quindi la definizione aggiornata del foglio di stile dal file Job Jackets e
aggiorna la definizione nel progetto di Roberto.

Le impostazioni che regolano questi aggiornamenti sono disponibili nella


finestra di dialogo Impostazione di collaborazione (menu Archivio/File).

Nella scheda Aggiornamenti, le caselle di selezione All’apertura,


Prima dell’output e Durante il lavoro regolano quando il progetto deve
aggiornare le definizioni delle risorse trasmesse dal file Job Jackets condiviso,
ossia quando il progetto viene aperto, prima di inviarlo all’output o mentre
si sta lavorando sul progetto.

Per regolare la periodicità con cui modifiche apportate a risorse condivise devono
venire scritte nel file, o lette dal file, Job Jackets condiviso, utilizzate la scheda
Aggiornamenti della finestra di dialogo Impostazione di collaborazione
(menu Archivio/File).

CAPITOLO 7: JOB JACKETS | 211


UTILIZZO DEI JOB TICKET

La scheda Job Jackets di questa finestra di dialogo mostra il nome della strut-
tura del Job Jackets del progetto attivo, lo stato (condiviso o non condiviso),
il percorso al file Job Jackets (se esistente) e il nome del Job Ticket attivo del
progetto. I pulsanti nell’area inferiore della scheda sono i seguenti:
• Modifica Jacket: Utilizzate questo pulsante per collegare il progetto a un
Job Ticket di un file Job Jackets diverso.
• Cambia Ticket: Utilizzate questo pulsante per collegare questo progetto a un
Job Ticket diverso.
• Esegui l’aggiornamento: Se le opzioni di aggiornamento automatico nell’area
superiore di questa finestra di dialogo sono disattive, potete utilizzare questo
pulsante per eseguire un aggiornamento manuale.
• Attiva la condivisione/Disattiva la condivisione: Utilizzate questo pulsante
per separare il progetto attivo dal file Job Jackets condiviso. Il Job Ticket del
progetto viene spostato in una struttura incorporata del Job Jackets nell’ambito
del file del progetto.

Potete regolare la condivisione della struttura di Job Jackets del progetto attivo
nella scheda Job Jackets della finestra di dialogo Impostazione di collaborazione
(menu Archivio/File).

È importante notare che un collegamento tra due Job Tickets non significa
che tutte le risorse vengano automaticamente sincronizzate tra i progetti che
utilizzano questi Job Tickets. Una risorsa viene sincronizzata tra due progetti
soltanto se in presenza delle tre condizioni seguenti:
• La risorsa esiste in entrambi i progetti.
• La risorsa esiste nei Job Ticket di entrambi i progetti.
• I Job Ticket di entrambi i progetti si trovano nello stesso file Job Jackets.

ESPORTAZIONE E IMPORTAZIONE DI JOB TICKET


Potrebbero verificarsi situazioni in cui il definitore di un progetto abbia bisogno
di copiare un modello di Job Ticket o un Job Ticket da un file Job Jackets a un
altro oppure di importare tutti i modelli di Job Ticket o i Job Ticket da una strut-
tura del Job Jackets in un’altra struttura del Job Jackets. Potete eseguire entrambe
queste azioni utilizzando le funzionalità di esportazione e di importazione di
Job Ticket.

212 | CAPITOLO 7: JOB JACKETS


UTILIZZO DEI JOB TICKET

ESPORTAZIONE DI UN MODELLO DI JOB TICKET O DI UN JOB TICKET


Per esportare un modello di Job Ticket o un Job Ticket da una struttura del
Job Jackets, procedete come segue:

1 Aprite la finestra di dialogo Manager di Job Jackets (menu Utilità) e selezionate


il Job Ticket (o i Job Ticket) di destinazione dall’elenco di sinistra.

2 Fate clic sul pulsante Esporta Ticket sopra l’elenco di sinistra. Viene
visualizzata la finestra di dialogo Nuovo Job Jackets.
3 Specificate un nome e un percorso e fate clic su Salva. Tutti i Job Ticket
selezionati vengono salvati in un file Job Jackets con il nome di file
specificato, insieme alle risorse necessarie.

IMPORTAZIONE DI UN MODELLO DI JOB TICKET O DI UN JOB TICKET


Per importare un modello di Job Ticket o un Job Ticket in una struttura del
Job Jackets, procedete come segue:

1 Aprite la finestra di dialogo Manager di Job Jackets (menu Utilità) e selezionate


l’icona del Job Jackets di destinazione dall’elenco di sinistra.

2 Fate clic sul pulsante di Importazione sopra l’elenco di sinistra. Viene


visualizzata la finestra di dialogo Seleziona file Job Jackets.

3 Selezionate un file Job Jackets e fate clic su Apri. Tutti i modelli di Job Ticket e
i Job Ticket contenuti nel file selezionato vengono importati nella struttura
del Job Jackets selezionato, insieme a tutte le risorse necessarie.

IL FILE JOB JACKETS DI DEFAULT

Quando QuarkXPress è installato, viene anche installato un file Job


Jackets di default (contenente un modello di Job Ticket di default dal nome
“DefaultJacket.xml”), nel percorso specificato nel riquadro Job Jackets della
finestra di dialogo Preferenze (“QuarkXPress/Modificia”):

Quando create un progetto scegliendo Archivio/File, si verifica quanto segue:

• QuarkXPress esegue una copia del file Job Jackets di default (dal nome
“Default Job Jackets”) e lo incorpora nel nuovo progetto. La struttura
incorporata del Job Jackets assume il nome di “[nome del file] Job Jacket.”
• Nella struttura incorporata di Job Jackets, QuarkXPress crea un Job Ticket dal
modello di Job Ticket di default (dal nome “Default Job Ticket”) Il nuovo Job
Ticket assume il nome “[nome di file] Ticket.”
• QuarkXPress associa il Job Ticket contenuto nella struttura incorporata del
Job Jackets al nuovo progetto.

CAPITOLO 7: JOB JACKETS | 213


IL FILE JOB JACKETS DI DEFAULT

Potete utilizzare il file Job Jackets di default per regolare le risorse da utilizzare
nei nuovi progetti QuarkXPress. Potete anche modificare il modello di Job Ticket
di default utilizzato dai progetti creati tramite Archivio/File Þ Nuovo progetto.
Questa sezione descrive entrambe le procedure.

Non potete archiviare un Job Ticket nuovo nel file Job Jackets di default.
Per ulteriori informazioni, vedere “Creazione di un progetto da un modello
di Job Ticket”

MODIFICA DEL MODELLO DI DEFAULT DI UN JOB TICKET


Il modello di default di un Job Ticket viene utilizzato dai nuovi progetti
creati con Archivio/File Þ Nuovo Þ Progetto. Per modificare il modello
di default di un Job Ticket, procedete adottando uno dei due metodi descritti
di seguito.

Per modificare un modello di default di Job Jackets dal menu Archivio/File:

1 Chiudete i progetti aperti.


2 Per aprire il modello di default del Job Ticket nella finestra di dialogo Modifica
Job Ticket, scegliete Archivio/File Þ Job Jackets Þ Modifica Job Ticket.
3 Utilizzate i comandi della finestra di dialogo Modifica Job Ticket per
configurare il modello di default del Job Ticket e fate quindi clic su OK.

Per modificare il modello di default di Job Tocket dalla finestra di dialogo


Manager di Job Jackets, procedete come segue:

1 Visualizzate la finestra di dialogo Manager di Job Jackets (menu Utilitàà)


2 Fate clic sul pulsante Apri Jacket , navigate al file Job Jackets di default e fate
clic su Apri.

3 Espandete la struttura del Job Jackets di default e selezionate il modello di Job


Ticket dal nome “Job Ticket di default” dall’apposito elenco.

4 Fate clic su Comp./Modifica . Viene visualizzata la finestra di dialogo


Modifica il Job Ticket.

5 Utilizzate i comandi disponibili nella finestra di dialogo Modifica il Job Ticket


per configurare il modello di Job Ticket di default.
6 Fate clic su OK.
Il prossimo progetto che create tramite Archivio/File Þ Nuovo Þ Progetto
utilizzerà il modello di default del Job Ticket modificato.

214 | CAPITOLO 7: JOB JACKETS


IL FILE JOB JACKETS DI DEFAULT

MODIFICA DEL FILE JOB JACKETS DI DEFAULT


Potete utilizzare il file Job Jackets di default per regolare le risorse da utilizzare
nei nuovi progetti QuarkXPress. Per modificare il file Job Jackets di default,
procedete come segue:

1 Aprite la finestra di dialogo Manager di Job Jackets (menu Utilità).


2 Fate clic sul pulsante Apri Jacket , navigate al file Job Jackets di default e
fate clic su Apri.
3 Selezionate la struttura Job Jackets dal nome “Default Job Jackets” dell’elenco.
4 Utilizzate i comandi della finestra di dialogo Manager di Job Ticket per
configurare la struttura del Job Jackets di default e fate quindi clic su OK.

Per informazioni sulla gestione delle risorse, vedere “Utilizzo delle Risorse:
modalità avanzata”.

UTILIZZO DELLE RISORSE: MODALITÀ AVANZATA

“Risorse” è un nome di categoria generico che descrive la maggior parte dei


componenti che costituisce i Job Jackets e i Job Ticket. Le risorse includono
qualsiasi tipo di attributo, dalle specifiche dei fogli di stile al numero totale
delle pagine. Questa sezione descrive come accedere alle risorse, come crearle
e aggiornarle nel riquadro avanzato della finestra di dialogo Manager di
Job Jackets (menu Utilità).

I definitori dei progetti utilizzeranno questa procedura per motivi diversi.


I grafici di layout, tuttavia, potrebbero non aver mai bisogno di usare
questa procedura.

ACCESSO ALLE RISORSE: MODALITÀ AVANZATA


Per poter utilizzare una risorsa, occorre potervi accedere. Per accedere a una
risorsa, procedete come segue:
1 Aprite la finestra di dialogo Manager di Job Jackets (menu Utilità).
2 Se nella finestra di dialogo viene visualizzato soltanto un elenco, fate clic su
Impostazioni avanzate per aprire il riquadro avanzato.

3 Nell’elenco di sinistra, aprite o create un file Job Jackets. Le categorie delle


Risorse del file Job Jackets vengono elencate in ordine alfabetico nell’elenco in
alto a destra.

4 Per gestire le risorse specifiche di una struttura di Job Jackets, selezionate la


struttura Job Jackets di destinazione dall’elenco a sinistra. Tenete presente che
le categorie che appaiono non selezionabili, rappresentano le Risorse che devono
essere specificate a livello di Job Ticket.

CAPITOLO 7: JOB JACKETS | 215


UTILIZZO DELLE RISORSE: MODALITÀ AVANZATA

5 Per lavorare con le risorse specifiche di un Job Ticket, espandete la struttura


del Job Jackets; create , duplicate o importate un Job Ticket ed accertatevi
quindi che il Job Ticket di destinazione sia selezionato nell’elenco a sinistra.
Tenete presente che le categorie che appaiono non selezionabili, rappresentano
le Risorse che devono essere specificate a livello di Job Jackets.

6 Selezionate un tipo di risorsa dall’elenco in alto a destra. Le risorse esistenti del


tipo selezionato vengono elencate nell’elenco in basso a destra.

Utilizzate la finestra di dialogo Manager di Job Jackets per visualizzare, duplicare,


eliminare, importare e esportare le risorse.

CONFIGURAZIONE DELLE RISORSE: MODALITÀ AVANZATA


Dopo aver navigato a una risorsa nella finestra di dialogo Manager di Job
Jackets, potete configurarla. Sono disponibili varie opzioni per diversi tipi di
risorse in questa finestra di dialogo:

• Potete specificare un percorso per la maggior parte delle risorse.


• Potete eliminare la maggior parte delle risorse.
• Potete creare e modificare alcuni tipi di risorsa, ma altri devono venire creati e
modificati utilizzando altre parti dell’interfaccia utente di QuarkXPress.
• Potete creare, duplicare, eliminare e configurare definizioni di layout, specifiche
di output, specifiche di layout, descrizioni di job, contatti, regole e set di regole
in una struttura di Job Jackets.

216 | CAPITOLO 7: JOB JACKETS


UTILIZZO DELLE RISORSE: MODALITÀ AVANZATA

Se una risorsa lo consente, potete creare e configurare quella risorsa nella


finestra di dialogo Manager di Job Jackets nel modo seguente:

1 Per creare una risorsa del tipo selezionato nell’elenco in alto a destra, fate clic
sul pulsante Nuovo oggetto nell’elenco in basso a destra. Per assegnare un
nuovo nome alla risorsa, fate clic sul suo nome.
2 Se una risorsa dispone di un’icona di espansione , fate clic su quell’icona per
espanderla e quindi configurate i campi che diventano disponibili. Alcuni
campi delle risorse includono menu a discesa mentre altri vi consentono di
immettere manualmente i valori.
3 Se una risorsa dispone di un pulsante , fate clic su quel pulsante per creare
altre istanze della risorsa. Ad esempio, quando create le specifiche di un layout,
potete fare clic su questo pulsante nella risorsa Colore piatto per creare altri
colori piatti.

SPECIFICA DEL PERCORSO DELLE RISORSE: MODALITÀ AVANZATA


Le risorse possono esistere in diversi percorsi:

• Nel Jacket: Archiviate in una struttura del Job Jackets, ma non utilizzate in alcun
modello di Job Ticket o in alcun Job Ticket di quella struttura del Job Jackets;
• Nel Ticket: Archiviate in una struttura del Job Jackets e associate a un
modello di Job Ticket o a un Job Ticket. Se una risorsa “Nel Ticket” si trova in
un modello di Job Ticket associato a un progetto, quella Risorsa è disponibile
anche nel progetto.
• Nel progetto: Archiviate in un progetto, ma NON associate a una struttura del
Job Jackets o a un Job Ticket.

Potete specificare il percorso delle Risorse nel modo seguente:


1 Accedete a una risorsa usando la finestra di dialogo Manager di Job Jackets,
come descritto nella sezione ”Accesso alle risorse: modalità avanzata”.

2 Selezionate la risorsa nell’elenco in basso a destra.


3 Scegliete un percorso dal menu a discesa della colonna Stato:
• Se la voce selezionata nell’elenco a sinistra è una struttura del Job Jackets,
potete scegliere soltanto Nel Jacket.
• Se la voce selezionata dall’elenco di sinistra è un modello di Job Ticket o un
Job Ticket, potete specificare se la risorsa va associata o meno a quel modello
del Job Ticket o a quel Job Ticket, scegliendo Nel Jacket o Nel Ticket.
• Se la voce selezionata dall’elenco di sinistra è un progetto, potete specificare
se la risorsa va definita soltanto nel progetto (Stato = Nel Progetto) o se deve
usare la definizione nel Job Ticket attivo del progetto (Stato = Nel Ticket).

CAPITOLO 7: JOB JACKETS | 217


UTILIZZO DELLE RISORSE: MODALITÀ AVANZATA

Utilizzate la finestra di dialogo Manager di Job Jackets (menu Utilità) per


specificare dove devono venire archiviate le risorse.

UTILIZZO DELLE SPECIFICHE DI LAYOUT

Le Specifiche di layout vi consentono di definire i parametri da applicare al


layout come ad esempio le dimensioni della pagina, il numero totale di pagine,
i margini, informazioni sul documento disteso, sulle aree al vivo, sulla rilegatura
e così via.

La procedura standard per applicare le specifiche del layout sono:


1 Create le specifiche dei layout (vedere “Creazione delle specifiche di layout:
modalità avanzata”). Questa parte del lavoro viene di solito eseguita dal
definitore del progetto.
2 Associate le specifiche di layout a un layout tramite il modello di Job Ticket o
il Job Ticket. Questo è di solito compito del grafico del layout.
Questa sezione descrive in dettaglio le procedure specificate sopra.

CREAZIONE DELLE SPECIFICHE DI LAYOUT: MODALITÀ AVANZATA


La specifiche di layout sono risorse e devono quindi venire creare nella
finestra di dialogo Manager di Job Jackets, come descritto nella sezione
“Utilizzo delle risorse”.

218 | CAPITOLO 7: JOB JACKETS


UTILIZZO DELLE SPECIFICHE DI LAYOUT

Potete usare la finestra di dialogo Manager di Job Jackets (menu Utilità) per
creare le specifiche di layout.

APPLICAZIONE DELLE SPECIFICHE DI LAYOUT A UN LAYOUT


Potete associare le specifiche di layout a un layout nei due modi seguenti:
creando il layout da un modello del Job Ticket oppure applicando le specifiche
di layout al Job Ticket attivo di un layout esistente.

Il definitore del progetto aggiunge normalmente le specifiche di layout a


una definizione di layout in un file Job Jackets prima che il progetto e il layout
vengano creati. Poiché le specifiche di layout sono una risorsa, potete aggiun-
gerle a una definizione di layout esattamente come fareste con le altre risorse
(vedere “Utilizzo delle risorse: modalitàà avanzata”).

Per configurare un modello di Job Ticket in modo che crei automaticamente un


layout conforme a determinate specifiche di layout, associate le specifiche di layout
alla definizione di layout utilizzando la finestra di dialogo Manager di Job Jackets.

CAPITOLO 7: JOB JACKETS | 219


UTILIZZO DELLE SPECIFICHE DI LAYOUT

Un grafico di layout può applicare le specifiche di layout al Job Ticket attivo


di un layout dopo che il progetto e il layout sono stati creati utilizzando
la finestra di dialogo Modifica Job Ticket (Archivio/File Þ Job Jackets Þ
Modifica Job Ticket). Per aggiungere le specifiche di layout a un Job Ticket
attivo, fate clic sulla scheda Impostazioni di layout, selezionate il layout
dall’elenco dei layout e scegliete un’opzione dal menu a discesa
Specifiche layout.

Potete utilizzare la finestra di dialogo Modifica Job Ticket (Archivio/File Þ


Job Jackets Þ Modifica Job Ticket) per assegnare le specifiche di layout a
un layout del progetto attivo.

UTILIZZO DELLE SPECIFICHE DI OUTPUT

Le specifiche di output vi consentono di specificare parametri specifici dell’out-


put come ad esempio spazio cromatico e risoluzione di un’immagine, formato
di un file grafico, copertura di inchiostro, frequenza dei mezzi toni, livello Post-
Script, conformità a PDF/X e così via. Come le regole, le specifiche di output sono
in pratica dei test che vengono eseguiti sul layout attivo quando un grafico di
layout sceglie (Archivio/File Þ Job Jackets Þ Valuta il layout)
La procedura standard per gestire le specifiche dell’output sono:
1 Create le specifiche di output (vedere “Creazione delle specifiche di output:
modalità avanzata”). Questa parte del job viene praticamente svolta da un
definitore del progetto insieme a un esperto di output.

220 | CAPITOLO 7: JOB JACKETS


UTILIZZO DELLE SPECIFICHE DI OUTPUT

2 Associate le specifiche di output a un layout tramite una definizione di layout


in un modello di Job Ticket. Questo compito viene solitamente svolto dal
definitore del progetto e a volte, ma più raramente, dal grafico di layout.

Questa sezione descrive in dettaglio le procedure specificate sopra.

3 Utilizzate, in fase di output, le Specifiche di output (Archivio/File) Þ


Output del job) per assicurare che il job vanga stampato correttamente.
Per ulteriori informazioni vedere "Utilizzo delle specifiche di output con
un job di output”.
Questa sezione descrive in dettaglio le procedure specificate sopra.

CREAZIONE DELLE SPECIFICHE DI OUTPUT: MODALITÀ AVANZATA


La specifiche di output sono risorse e devono quindi venire creare nella
finestra di dialogo Manager di Job Jackets, come descritto nella sezione
“Utilizzo delle risorse: modalitàà avanzata”.

Potete usare la finestra di dialogo Manager di Job Jackets (menu Utilità) per
creare le specifiche di ouptut.

APPLICAZIONE DELLE SPECIFICHE OUTPUT A UN LAYOUT


Potete associare le specifiche di output a un layout nei due modi seguenti:
creando il layout da un modello del Job Ticket oppure applicando le specifiche
di output al Job Ticket attivo di un layout esistente.

Il definitore del progetto aggiunge normalmente le specifiche di output a una


definizione di layout di un file Job Jackets prima che il progetto e il layout
vengano creati. Poiché le specifiche di output sono una risorsa, potete aggiun-
gerle a una definizione di layout esattamente come fareste con le altre risorse
(vedere “Utilizzo delle risorse: modalitàà avanzata”).

CAPITOLO 7: JOB JACKETS | 221


UTILIZZO DELLE SPECIFICHE DI OUTPUT

Per configurare un modello di Job Ticket in modo che crei automaticamente un


nuovo layout conforme a determinate specifiche di output, associate le specifiche
di output alla definizione di layout utilizzando la finestra di dialogo Manager di
Job Jackets.

Il grafico di layout può associare le specifiche di output a un layout dopo che


il progetto e il layout sono stati creati. Per ulteriori informazioni su questo
argomento, vedere “Modifica di un Job Ticket: modalitàà di base”.

Potete utilizzare la finestra di dialogo Modifica Job Ticket (Archivio/File Þ


Job Jackets Þ Modifica Job Ticket) per assegnare le specifiche di output a
un layout del progetto attivo.

222 | CAPITOLO 7: JOB JACKETS


UTILIZZO DELLE SPECIFICHE DI OUTPUT

UTILIZZO DELLE SPECIFICHE DI OUTPUT CON IL JOB DI OUTPUT


Una specifica di output puòò contenere regole precise sulla modalitàà di invio
di un job all’output, inlcuse regole che occorre valutare oltre a direttive sul tipo
di output a cui il job èè destinato. Ad esempio, una specifica di output puòò defi-
nire che un layout non deve includere immagini con una risoluzione inferiore
a 150 dpi e che deve essere inviato a un output in formato PDF.

Se la struttura del Job Jackets del layout attivo include una Specifica di output
(vedere: “Crezione di una Specifica di output: modalitàà avanzata”), potete uti-
lizzare quella Specifica di output per inviare il job all’output. In questo caso,
procedete come segue:
1 Scegliete Archivio/File Þ Job di output. Viene visualizzata la finestra di
dialogo Job di output.

2 Selezionate una Specifica di output.


3 Fate clic su Output.

Potete usare la finestra di dialogo Job di output (menu File in Windows e Archivio
in Mac OS) per inviare il layout attivo all’output utilizzando una Specifica di output
inclusa nella struttura del Job Jackets del layout.

Un file JDF èè sempre incluso quando inviate un job all’output tramite Job
di output.

CAPITOLO 7: JOB JACKETS | 223


UTILIZZO DELLE REGOLE E DEI SET DI REGOLE

UTILIZZO DELLE REGOLE E DEI SET DI REGOLE

La Regola è un test che viene eseguito su un layout attivo quando scegliete


Archivio/File Þ Job Jackets Þ Valuta il layout.

Ciascuna regola può verificare una condizione soltanto. Ad esempio, una


regola può definire che tutti i caratteri di un testo devono essere impostati
per la sovrastampa. Le regole possono anche includere descrizioni, normative
(ad esempio, possono indicare al grafico di layout se una determinata condi-
zione è obbligatoria, consigliata o proibita) nonché istruzioni per rimediare
a situazioni problematiche.

La procedura standard per l’utilizzo delle regole e dei set di regole è la


seguente:

1 Create le regole (vedere “Creazione delle regole: modalità avanzata”) e aggiun-


getele al set di regole (vedere “Aggiunta di regole a un set di regole: modalità
avanzata”). Questo è tipicamente compito del definitore del progetto,
possibilmente in collaborazione con un esperto di output.
2 Associate il set di regole a un layout tramite un modello di Job Ticket (vedere
“Applicazione di un set di regole a un layout”). Questo è di solito compito del
definitore del progetto.
3 Utilizzate il set di regole per valutare il layout (vedere “Valutazione di un layout”.)
Questo è di solito compito del grafico del layout.

Questa sezione descrive in dettaglio le procedure specificate sopra.

CREAZIONE DELLE REGOLE: MODALITÀ AVANZATA


Per creare una regola, navigate per prima cosa alle risorse della regola nella fine-
stra di dialogo Manager di Job Jackets, come descritto nella sezione “Utilizzo
delle risorse: modalità avanzata”. Utilizzate quindi la creazione guidata delle
regole, come segue:
1 Fate clic sul pulsante Nuovo . Viene visualizzata la finestra di dialogo
Modifica la regola (la prima parte della creazione guidata delle regole).

2 Immettete un nome per la regola nel campo Nome.


3 Per indicare il tipo di oggetto cui la regola va applicata, scegliete un’opzione
dal menu a discesa Oggetto. Gli oggetti disponibili includono tutte le finestre,
finestre di testo, caratteri del testo, linee, percorsi di testo, immagini e font.

224 | CAPITOLO 7: JOB JACKETS


UTILIZZO DELLE REGOLE E DEI SET DI REGOLE

Utilizzate la finestra di dialogo Modifica la regola per creare le regole.

4 Per specificare quello che volete che la regola verifica, selezionate un’opzione
nell’area Condizioni. Le condizioni disponibili sono determinate
dall’oggetto selezionato.

Ripetete questa operazione per ogni condizione che volete includere nella
regola. Le condizioni vengono combinate con un operatore logico AND.
Ad esempio, per creare una regola che specifichi che le finestre di testo
devono avere uno sfondo 50% blu, scegliete Finestre di testo e quindi
Sfondo e Intensità.

5 Fate clic su Successiva per visualizzare la finestra di dialogo successiva della


creazione guidata delle regole. In questa finestra di dialogo, potete specificare
le condizioni che devono azionare quella data regola (ad esempio “non è una
sovrastampa” o “è inferiore a 10 punti”). Per configurare ciascuna condizione,
fate clic su sul pulsante di espansione per espandere la voce dell’elenco e
scegliete quindi le opzioni desiderate e immettete valori nei campi disponibili.

Utilizzate la seconda finestra di dialogo della creazione guidata delle regole per
configurare una regola.

CAPITOLO 7: JOB JACKETS | 225


UTILIZZO DELLE REGOLE E DEI SET DI REGOLE

Se una condizione dispone di un pulsante , potete fare clic su questo pulsante


per aggiungere altre clausole alla condizione. Le clausole vengono combinate
tramite un operatore logico OR. Ad esempio, per specificare che la voce indicata
deve avere un colore CMYK o un colore piatto, configurate la prima riga in modo
che venga eseguita una verifica CMYK ed aggiungete quindi una seconda riga
e configuratela per la verifica dell’Inchiostro piatto.

6 Fate clic su Successiva per visualizzare la terza e l’ultima finestra di dialogo


della creazione guidata delle regole. Utilizzate questa finestra di dialogo per
specificare una Descrizione della regola, una Linea direttiva (che determina
il tipo di icona va visualizzata se la regola non viene osservata) e Istruzioni
per risolvere il problema. Le informazioni immesse nelle Istruzioni vengono
visualizzate quando un grafico di layout sceglie Valuta il layout nel caso una
regola non sia stata osservata.

Utilizzate la terza finestra di dialogo della creazione guidata delle regole per
definire quello che deve accadere nel caso una regola non venga osservata.

AGGIUNTA DI REGOLE A UN SET DI REGOLE MODALITÀ AVANZATA


Le regole devono venire raggruppate in un Set di regole, denominate anche
“raccolte di regole”. Il definitore di un progetto può includere uno o più set
di regole nella definizione di un layout creata per un modello di Job Ticket. Il
grafico di layout che sta lavorando su un layout basato su quelle definizione
di layout può quindi valutare il layout utilizzando le regole incluse in quei set
di regole (vedere “Valutazione di un layout”). Per aggiungere una regola a un
set di regole, procedete come segue:
1 Aprite la finestra di dialogo Manager di Job Jackets (menu Utilità).
2 Se nella finestra di dialogo viene visualizzato soltanto un elenco, fate clic su
Impostazioni avanzate per aprire il riquadro avanzato.

3 Create o selezionate una struttura del Job Jackets.

226 | CAPITOLO 7: JOB JACKETS


UTILIZZO DELLE REGOLE E DEI SET DI REGOLE

4 Selezionate Set di regole dall’elenco in alto a sinistra.


5 Fate clic sul pulsante Nuovo per creare un set di regole. Viene visualizzata la
finestra di dialogo Modifica il set di regole.

Utilizzare la finestra di dialogo Modifica il set di regole per lavorare con il set
di regole.

6 Immettete un nome per il set di regole nel campo Nome.


7 Selezionate le regole che volete applicare dall’elenco Disponibili e fate clic
sul pulsante oppure fate clic su Includi tutto per aggiungere tutte le regole
all’elenco Disponibili del set di regole attivo.
8 Fate clic su OK.

APPLICAZIONE DI UN SET DI REGOLE A UN LAYOUT


Una volta associato il set di regole a un modello del Job Ticket di un dato
layout, il grafico di layout può valutare il layout in base al set di regole
definito (vedere “Valutazione di un layout”). Potete associare un set di
regole a un layout nei due modi seguenti:

Il definitore del progetto aggiunge normalmente il set di regole a una


definizione di layout di un file Job Jackets prima che il progetto e il layout
vengano creati. Poiché il set di layout è una risorsa, potete aggiungerlo a
una definizione di layout esattamente come fareste con le altre risorse
(vedere “Utilizzo delle risorse: modalità avanzata”).

CAPITOLO 7: JOB JACKETS | 227


UTILIZZO DELLE REGOLE E DEI SET DI REGOLE

Per rendere disponibile un set di regole in un layout, non appena questo viene
creato, associate il set di regole alla definizione di layout utilizzando la finestra di
dialogo Manager di Job Jackets.

Il grafico di layout può aggiungere us set di regole a un layout dopo che il pro-
getto e il layout sono stati creati. Per informazioni su questo argomento, vedere
“Utilizzo delle risorse in un Job Ticket: modalità di base”.

Il grafico di layout può utilizzare la finestra di dialogo Modifica Job Ticket


(Archivio/File Þ Job Jackets Þ Modifica Job Ticket) per assegnare il set di
regole a un layout del progetto attivo.

228 | CAPITOLO 7: JOB JACKETS


VALUTAZIONE DI UN LAYOUT

VALUTAZIONE DI UN LAYOUT

I set di regole, le specifiche di layout e le specifiche di output sono sostanzial-


mente dei test condotti per valutare l’aderenza di un layout alle specifiche
create dal definitore del job. Il comando di Valuta il layout vi consente di
eseguire questi test e di determinare se (e dove) si sono verificate discordanze.
Questo comando verifica anche il layout in base alla definizione del layout,
per verificare il tipo di supporto (Stampa o Web) e le impostazioni di gestione
del colore. Una volta identificate queste discordanze, il grafico di layout può
decidere (se necessario) le azioni da intraprendere.

Prima di cercare di valutare un layout, accertatevi che il progetto sia associato


a un Job Ticket che definisce i set di regole e le specifiche di output per il
layout attivo.

La funzionalità Valuta il Layout intende rilevare eventuali problemi di layout


e indicare la soluzione da adottare. Non può tuttavia impedire a un grafico di
layout di apportare modifiche in violazione delle specifiche e delle regole definite
in un Job Ticket.

Per valutare un layout, procedete come segue:


1 Scegliete Archivio/File Þ Job Jackets Þ Valuta il layout. Viene visualizzata la
finestra di dialogo Valutazione layout, con un elenco dei set di regole, speci-
fiche di layout e specifiche di output applicabili. Per espandere un set di regole,
le specifiche di layout o le specifiche di output e valutare le regole componenti,
fate clic sull’icona di espansione ad essi adiacente.

Utilizzate la finestra di dialogo Valutazione layout per valutare il layout attivo in


base ai set di regole, alle specifiche di layout e alle specifiche di output.

2 Per modificare la regola selezionata, fate clic sul suo nome e quindi sul pulsante
Modifica la regola. Le modifiche apportate alle regole vengono scritte nel file
Job Jackets e applicate ad altri progetti che utilizzando quello stesso Job Jackets.

CAPITOLO 7: JOB JACKETS | 229


VALUTAZIONE DI UN LAYOUT

3 Per indicare che una determinata regola deve essere verificata, selezionate la
casella ad essa adiacente. Per indicare che tutte le regole di un set di regole, di
specifiche di layout e di specifiche di output devono venire verificate, selezionate
la casella adiacente al nome del set di regole, delle specifiche di Layout o delle
specifiche di output.

4 Per valutare il layout attivo in base alle regole selezionate, fate clic su Valuta.
La colonna Casi viene aggiornata per indicare se il documento passa la verifica
di ogni regola.
5 Per visualizzare informazioni più dettagliate su una regola violata, fate clic
sul suo nome e quindi selezionate le caselle Istruzioni e Dettagli. La finestra
Istruzioni visualizza le istruzioni scritte dal creatore della regola e la finestra
Dettagli visualizza informazioni sul progetto (come ad esempio se è stato
modificato dall’ultima verifica).

La finestra di dialogo Valutazione layout visualizza le regole osservate e le regole


che sono state violate.

6 Per scorrere lungo il layout e identificare le regole che sono state violate,
fate clic sui pulsanti Mostra il caso. Questo semplifica la riparazione della
regola violata. (Tenete presente che questa funzionalitàà non èè disponibile
per tutte le violazioni; ad esempio, non esiste un “percorso” per un tipo di
supporto incorretto).

Potete configurare QuarkXPress in modo che valuti automaticamente ciascun


layout quando il progetto viene aperto, quando viene salvato, quando viene
chiuso e quando il layout viene inviato all’output. Per ulteriori informazioni,
vedere “Preferenze di Job Jackets”.

230 | CAPITOLO 7: JOB JACKETS


PROTEZIONE DEL JOB JACKETS

PROTEZIONE DEL JOB JACKETS

Per evitare che due persone tentino di modificare una Risorsa simultaneamente,
QuarkXPress consente di proteggere i file Job Jackets condivisi nel modo seguente:
• Quando l’utente di un progetto che condivide un file di Job Jackets visualizza
la finestra di dialogo Modifica Job Ticket (Archivio/File OS Þ Job Jackets Þ
Modifica Job Ticket), QuarkXPress protegge quel file Job Jackets.
• Quando un utente visualizza la finestra di dialogo Manager di Job Jackets
(menu Utilità) QuarkXPress protegge tutti i file Job Jackets visualizzati nella
finestra di dialogo Manager di Job Jackets.
• Quando l’utente di un progetto che condivide un file Job Jackets crea, duplica,
modifica o ellimina una Risorsa che si trova in un file Job Jackets condiviso,
QuarkXPress protegge il file Job Jackets. Ad esempio, se Tara sta lavorando su
un progetto che condivide il file di Job Jackets “Lista di prodotti” e sceglie
Comp./Modifica Þ Colori e inizia a modificare un colore che si trova nel Job
Ticket del progetto, QuarkXPress protegge tutte le Risorse condivise del file “Lista
di prodotti” di Job Jackets in modo che solo Tara puòò apportarvi modifiche.

Quando un file Job Jackets è protetto:


• Non potete creare un progetto dal modello del Job Ticket in quel particolare
file Job Jackets
• Non potete collegare un progetto al file Job Jackets
• Non potete visualizzare la finestra di dialogo Modifica Job Ticket
(Archivio/File Þ Job Jackets Þ Modifica Job Ticket) per un progetto
che condivide il file Job Jackets
• Non potete modificare una Risorsa condivisa nel file di Job Jackets. Ad esem-
pio, se Tara ha protetto il file “Lista di prodotti” del Job Jackets e Sam sceglie
Comp./Modifica Þ Colori e cerca di modificare un colore che si trova nel
Job Ticket del progetto, il colore diventa non selezionabile fino a quando
Tara non elimina la protezione del file Job Jackets.
• Non potete aggiungere un layout o modificare il nome di un layout esistente
in un progetto che condivide il file Job Jackets.
• Non potete modificare una regola dalla finestra di dialogo Valutazione
del layout (Archivio/File Þ Job Jackets Þ Valuta il layout).

Un file Job Jackets protetto diventa non protetto nelle seguenti situazioni:
• Quando l’utente con la protezione chiude la finestra di dialogo Modifica
Job Ticket
• Quando l’utente con la protezione chiude la finestra di dialogo Manager del
Job Jackets
• Quando l’utente con la protezione termina di modificare una Risorsa che si trova
nel file condiviso di Job Jackets. In base all’esempio utilizzato prima, questo
avviene quando Tara fa clic su Salva o Annulla nella finestra di dialogo Colori
dopo aver cambiato il colore condiviso.

CAPITOLO 7: JOB JACKETS | 231


PROTEZIONE DEL JOB JACKETS

A causa della protezione del Job Jackets, è importante visualizzare le finestre


di dialogo Modifica Job Ticket e Manager del Job Jackets soltanto quando
necessario e di chiuderle non appena avete finito di lavorare di utilizzarle.

Se visualizzate la finestra di dialogo Manager del Job Jackets (menu Utilità)


e scoprite che non potete modificare il file Job Jackets associato al progetto,
significa che quel file Job Jackets è stato probabilmente protetto da un
altro utente.

STAMPA CON UN OUTPUT JDF

Quando inviate un progetto all’output, potete indicare se un file JDF debba venire
generato e archiviato dove viene salvato il file di output. (Tenete presente che
se state stampando direttamente al dispositivo di output, non viene generato
un file JDF.)

Utilizzate il riquadro JDF della finestra di dialogo Stampa per specificare che le
informazioni del Job Jackets vengano incluse, in fase di output, come un file XML
compatibile con JDF.

232 | CAPITOLO 7: JOB JACKETS


PREFERENZE DEI JOB JACKETS

PREFERENZE DEI JOB JACKETS

Potete usare il riquadro Job Jackets della finestra di dialogo Preferenze


(QuarkXPress/menu Modifica) per specificare le preferenze da applicare alla
valutazione automatica del layout e al percorso di default dei file Job Jackets.

Utilizzate il riquadro Job Jackets della finestra di dialogo Preferenze (QuarkXPress/


menu Modifica in Windows o Comp. in Mac OS) per specificare le preferenze da
applicare alla valutazione automatica del layout e al percorso di default dei file
Job Jackets.

VALUTAZIONE DEL LAYOUT


Utilizzate le opzioni dell’area Valutazione del layout per determinare quando
QuarkXPress deve eseguire automaticamente il comando Archivio/File Þ
Valuta il layout. Ad esempio, selezionando All’output, potete accertarvi
che un layout venga sempre valutato prima che l’output venga eseguito.
Le opzioni sono:

• All’apertura
• Al salvataggio
• All’output
• Alla chiusura

CAPITOLO 7: JOB JACKETS | 233


PREFERENZE DEI JOB JACKETS

PERCORSO DEI FILE JOB JACKETS


Utilizzate le opzioni dell’area Percorso per specificare dove i file Job Jackets
vanno archiviati. Per impostazione di default, i file Job Jackets vengono
memorizzati nei seguenti percorsi:

• Mac OS: Cartella “Documenti”


• Windows: Cartella “I miei documenti”

Per utilizzare il percorso sopra indicato, fate clic su Utilizzare il percorso di


default per i Jacket condivisi. Per modificare il percorso dove i Job Jackets
vengono archiviati come impostazione di default, fate clic su Specifica il
percorso, fate clic sul pulsante Seleziona e navigate alla directory
di destinazione.

234 | CAPITOLO 7: JOB JACKETS


NOZIONI GENERALI SULLE COMPOSITION ZONES

Capitolo 8: Composition Zones


Con QuarkXPress 7, i membri di un gruppo di lavoro possono creare design ed

eseguire funzioni editoriali simultaneamente nello stesso layout. Questo capitolo

illustra come le Composition Zones possono ottimizzare i workflow esistenti

consentendo ai membri di un gruppo di lavorare sullo stesso progetto

QuarkXPress simultaneamente.

NOZIONI GENERALI SULLE COMPOSITION ZONES

La Composition Zones è un layout o un’area del layout definita dall’utente che


può venire condivisa con altri utenti di QuarkXPress. Le funzioni di sincroniz-
zazione disponibili in QuarkXPress 7 offrono un metodo di utilizzo di testo,
immagini e altri oggetti finalizzato al mantenimento di coerenza nell’ambito
di un progetto. Quando modificate un’istanza di un contenuto sincronizzato,
tutte le istanze di quel contenuto vengono aggiornate. Le Composition Zones
portano questa funzionalità a un livello più alto in quanto espandono il con-
cetto di contenuto sincronizzato fino ad includere un intero layout o un’area
definita dall’utente nell’ambito di un layout.

Per lavorare con le Composition Zones in QuarkXPress, dovete avere il software


CompositionZone XTensions caricato

LE COMPOSITION ZONES IN AZIONE


Provate a immaginare un grafico di layout incaricato della gestione dei file di
un progetto QuarkXPress 7 per una rivista. Il grafico di layout può utilizzare
le Composition Zones per condividere un determinato contenuto con autori,
revisori di testo, grafici e collaboratori remoti che utilizzano QuarkXPress 7.
Prima di QuarkXPress 7, l’artista di layout doveva designare uno spazio specifico
del layout alla pubblicità e riempire questo spazio con l’artwork ricevuto, possibil-
mente costituito da file EPS e PDF. Ma se l’avviso pubblicitario conteneva un
errore di battitura o altri problemi, il grafico di layout era tenuto a notificare il
creatore del file affinché questi apportasse le necessarie correzioni e inviasse un
nuovo file.
Utilizzando QuarkXPress 7, il grafico di layout può delineare l’area del progetto
destinata all’avviso di pubblicità utilizzando lo strumento Composition Zones
e quindi esportare quella Composition Zones come un file separato. Questo file
include le relative specifiche e con questo si elimina la necessità di determinate
operazioni che il creatore remoto dell’avviso di pubblicità deve eseguire quando

CAPITOLO 8: COMPOSITION ZONES | 235


NOZIONI GENERALI SULLE COMPOSITION ZONES

riceve il file. Il creatore dell’avviso utilizza QuarkXPress 7 per creare e aggiungere


il contenuto e quindi ritorna il file al grafico di layout, insieme alle immagini
e alle font necessarie. Il grafico di layout inserisce quindi il file aggiornato nel-
l’apposita cartella e il layout viene aggiornato automaticamente in modo da
includere l’avviso di pubblicità. E poiché la Composition Zones funziona esatta-
mente come un layout di QuarkXPress, il grafico di layout può aprire il file per
correggere gli errori di battitura o apportare altre modifiche.
Nel frattempo il grafico di layout può designare un’altra Composition Zones per
un articolo da inserire sulla stessa pagina dell’avviso. Il grafico di layout delinea
tre finestre: una per la testata, una per il testo dell’articolo e una per l’immagine.
Utilizzando il tasto Maiusc. per selezionare tutte e tre le finestre, il grafico di
layout crea un nuovo file della Composition Zones con queste tre finestre,
esporta il file e quindi notifica l’autore del testo che il file è disponibile nella
cartella condivisa su rete. Parallelamente al lavoro che l’autore del pezzo esegue
sul file e al salvataggio che esegue di ogni versione aggiornata, gli aggiornamenti
appaiono nel progetto del grafico di layout. E come per l’avviso di pubblicità,
l’articolo può venire modificato in seguito una volta inserito nel progetto.
Computer del grafico Computer del disegnatore Volume su
dell’avviso pubblicitario grafico del layout rete locale
in remoto
Copia di QuarkXPress
del disegnatoregrafico
del layout
Progetto Progetto Progetto
QuarkXPress QuarkXPress QuarkXPress
Rete

E-Mail

Computer del grafico Computer del disegnatore Volume su


dell’avviso pubblicitario grafico del layout rete locale
in remoto
Copia di QuarkXPress Copia di QuarkXPress Copia di
del grafico dell’avviso del disegnatoregrafico QuarkXPress
pubblicitario in remoto del layout del redattore
Progetto Progetto Progetto
QuarkXPress QuarkXPress QuarkXPress

TITOLO 1 TITOLO 1

Rete
WOW!

Computer del grafico Computer del disegnatore Volume su


dell’avviso pubblicitario grafico del layout rete locale
in remoto
Copia di QuarkXPress
del disegnatoregrafico
del layout
Progetto Progetto Progetto
QuarkXPress QuarkXPress QuarkXPress

TITOLO 1 TITOLO 1

E-Mail Rete
WOW! WOW!

In alto: Il grafico di layout principale esporta alcune parti di un progetto come


Composition Zones ed invia quindi un file via e-mail a un artista grafico remoto
per la creazione del design e colloca un altro file in un server locale su rete.
Centro: Il grafico di layout principale, l’autore del pezzo editoriale e il designer
dell’avviso lavorano simultaneamente nella parte della pagina a loro assegnata.
In basso: Il designer dell’avviso pubblicitario invia una e-mail con il lavoro com-
pletato al grafico di layout principale, la pagina viene automaticamente aggiornata
e il layout è praticamente completato.

236 | CAPITOLO 8: COMPOSITION ZONES


NOZIONI GENERALI SULLE COMPOSITION ZONES

Lo scenario illustrato sopra mostra gli utenti principali che traggono vantaggio
dalle Composition Zones, ma questa funzionalità risolve anche altre problema-
tiche tipiche di un workflow di collaborazione. Ad esempio, le Composition
Zones possono essere limitate al progetto in cui vengono definite e ciò potrebbe
essere utile per una serie di ragioni. Può darsi che il grafico di layout voglia usare
un avviso in diversi punti del progetto e l’avviso potrebbe includere molteplici
finestre di testo e di immagine. Non potete utilizzare la palette Contenuto
condiviso per sincronizzare un gruppo di oggetti, ma se il grafico di layout
crea una Composition Zones basata su una selezione di molteplici oggetti,
quella Composition Zones diventa sincronizzata e disponibile per l’uso in
diversi punti del progetto. Può darsi che il grafico di layout designi un layout
per la rivista stampata e un altro layout nello stesso progetto per una pagina
Web, comprendente anche l’avviso di pubblicità. Il grafico di layout può limi-
tare l’uso di questa Composition Zones a questo singolo progetto ma l’avviso
di pubblicità può apparire allo stesso modo sia in forma stampata che nel Web.

TERMINOLOGIA DELLE COMPOSITION ZONES


I termini che seguono identificano diversi componenti e condizioni della fun-
zionalità delle Composition Zones in QuarkXPress 7. Le Composition Zones
sono elementi della pagina unici in quanto hanno la caratteristica di oggetti
quando vengono inseriti in un layout ma si comportano come layout quando
si modifica il loro contenuto.
• Composition Zones: Un oggetto che mostra il contenuto di un layout che esiste
altrove. Potete considerare la Composition Zones come una “finestra” attra-
verso la quale potete vedere il contenuto di un determinato layout. Il layout
visualizzato in una Composition Zones viene chiamato layout di composizione
(vedere la definizione che segue). Ciascuna Composition Zones prende il suo
contenuto da uno ed esclusivamente un layout di composizione. Le Composition
Zones vengono visualizzate in un colore blue.
• Layout di composizione: Un tipo speciale di layout utilizzato soltanto per fornire
un contenuto a una Composition Zones. Potete considerare il layout di compo-
sizione come il layout che è visibile tramite la “finestra” di una Composition
Zones. Molteplici Composition Zones sincronizzate possono visualizzare il
contenuto di un singolo layout di composizione. Il layout di composizione
può tuttavia venire modificato soltanto da una persona per volta.

Quando create una Composition Zones, QuarkXPress crea automaticamente un


layout di composizione che deve fornire il contenuto a quella Composition Zones.

CAPITOLO 8: COMPOSITION ZONES | 237


NOZIONI GENERALI SULLE COMPOSITION ZONES

Quando aggiungete un contenuto a un layout di composizione, tutte le Composition


Zones corrispondenti vengono aggiornate. Gli aggiornamenti vengono visualizzati
nelle Composition Zones in base alle preferenze definite per i layout contenenti le
Composition Zones (immediatamente, al momento della stampa o all’apertura
del progetto).

• Composition Zones d’origine: Il layout iniziale o l’area definita dall’utente dai quali
viene creata una Composition Zones
• Composition Zones posizionata: Una Composition Zones che è stata posizionata
in un layout utilizzando la palette Contenuto condiviso.

Progetto
QuarkXPress

I layout di composizione vengono riportati in un elenco nella palette Contenuto


condiviso. Potete utilizzare questa palette per posizionare i layout di composizione
in molteplici layout, sia nello stesso progetto che in diversi progetti.

• Layout host d’origine: Il layout in cui si era creata una Composition Zones.
• Layout host: Qualsiasi layout nel quale sia stata posizionata una
Composition Zones.

238 | CAPITOLO 8: COMPOSITION ZONES


NOZIONI GENERALI SULLE COMPOSITION ZONES

• Layout di composizione esterno: Un layout di composizione esportato come un


progetto QuarkXPress separato. Un altro utente può modificare un layout di
composizione esterno e le modifiche apportate da questo utente vengono
riprodotte in tutti gli altri layout host.

Copia di QuarkXPress del disegnatoregrafico del layout Copia di


COLLEGATO QuarkXPress
del redattore
Progetto Progetto
QuarkXPress QuarkXPress

Composizione
esterna del layout

Quando esportate un layout di composizione, un altro utente può modificare quel


layout. Le modifiche di questo utente possono venire automaticamente visualizzato
in qualsiasi layout host che contiene le Composition Zones basate sul layout di
composizione esterno.

• Layout di composizione collegabile: Quando designate un layout di composizione


collegabile nell’ambito del vostro progetto, altri utenti di QuarkXPress possono
collegarsi al progetto e utilizzare quel layout di composizione per collocare
Composition Zones nei loro layout. È possibile tuttavia apportare modifiche a
un layout di composizione collegabile soltanto dall’interno del layout di com-
posizione stesso (e potete farlo sia voi sia gli altri utenti che accedono al layout
host d’origine). I layout di composizione collegabili vengono visualizzati nella
scheda Layout condivisi della finestra di dialogo Impostazione di
collaborazione (Archivio/menu File).
• Layout di composizione di un singolo progetto: Un layout di composizione che
può essere posizionato e modificato soltanto nel progetto in cui il layout di
composizione era stato creato.
• Layout di composizione collegato: Un layout di composizione a cui potete
accedere tramite il collegamento a un progetto che contiene un layout di
composizione collegabile.
I layout di composizione collegabili vengono visualizzati nella scheda
Layout condivisi della finestra di dialogo Impostazione di collaborazione
(Archivio/menu File). Potete trascinare i layout di composizione collegati
da una palette Contenuto condiviso al vostro layout dove potete quindi
posizionare le Composition Zones.

CAPITOLO 8: COMPOSITION ZONES | 239


NOZIONI GENERALI SULLE COMPOSITION ZONES

• Libreria di contenuto condiviso: Una parte “invisibile” di un file di progetto


QuarkXPress che contiene testo, immagini, linee e Composition Zones e
altri oggetti che possono essere utilizzati in diversi layout all’interno di
un progetto.

Computer del disegnatore


grafico del layout

Copia di QuarkXPress
del disegnatoregrafico
del layout
Progetto
QuarkXPress Ad Composition Zone

Ad in the Shared Content palette

Ad Composition Layout

In alto a destra: La Composition Zones viene visualizzata come un oggetto con


maniglie in un layout host. In fondo a destra: Quando modificate il contenuto
di una Composition Zones, dovete aprire il layout di composizione. Sinistra:
La palette Contenuto condiviso riporta un elenco delle Composition Zones.

Dopo aver imparato a creare una Composition Zones per un singolo progetto,
nella sezione successiva imparerete a rendere una Composition Zones accessibile
per altri utenti e verranno descritti gli attributi che differenziano le Composition
Zones e i layout di composizione da altri oggetti e da altri layout.

CREAZIONE DI UNA COMPOSITION ZONES

Potete adottare tre metodi per la creazione di una Composition Zones (e i suoi
layout corrispondenti):
• Potete selezionare molteplici oggetti e quindi scegliere Oggetti Þ
Composition Zones Þ Crea.
• Potete designare un intero layout come Composition Zones.
• Potete selezionare lo strumento Composition Zones e delineare manualmente
l’area della vostra Composition Zones.

Gli esempi che seguono dimostrano tutti e tre i metodi utilizzati per la creazione
di una Composition Zones, in questo caso per un uso esclusivo nell’ambito di
un progetto (ossia, un layout di composizione per un singolo progetto). Nelle sezioni
successive di questo capitolo, imparerete come designare un layout di
composizione per l’uso in altri progetti da parte di altri utenti.

240 | CAPITOLO 8: COMPOSITION ZONES


CREAZIONE DI UNA COMPOSITION ZONES

CREAZIONE DI UNA COMPOSITION ZONES DA UNA SERIE DI


OGGETTI SELEZIONATI
Per creare una Composition Zones in base a una serie di oggetti selezionati,
procedete come segue:

1 Selezionate lo strumento Oggetti o Contenuto, premete il tasto Maiusc e


selezionate più di un oggetto.
2 Scegliete Oggetti Þ Composition Zones Þ Crea. Una cornice blu delinea la
Composition Zones e le maniglie di quella cornice sono simili alle maniglie
applicate ad un gruppo di oggetti.
3 Per terminare la creazione di una Composition Zones, scegliete Oggetti Þ
Condividi o visualizzate la palette Contenuto condiviso (menu Finestra) e
fate clic su Nuovo . In entrambi i casi, viene visualizzata la finestra di dialogo
Proprietà oggetto condiviso.

Utilizzate la finestra di dialogo Proprietà oggetto condiviso per assegnare un


nome al layout di composizione e per definire la sua disponibilità.

4 Immettete un nome per il layout di composizione nel campo Nome.


5 Scegliete Soltanto questo progetto dal menu a discesa Disponibilità.

Imparerete più avanti come utilizzare l’opzione Disponibilità nella sezione


“Condivisione di un layout di composizione”.

6 Selezionate Mostra scheda nella finestra progetto per offrire accesso al layout
di composizione dalla scheda di layout disponibile nell’area inferiore della
finestra del progetto.

7 Fate clic su OK per salvare il layout di composizione.

Se la posizione di uno o più degli oggetti selezionati è protetta (Oggetti Þ


Blocca Þ Blocca la posizione) non potete creare una Composition Zones.
Potete tuttavia creare una Composition Zones se il contenuto è bloccato in
uno o più degli oggetti selezionati (Oggetti Þ Blocca Þ Blocca il contenuto
della storia oppure Oggetti Þ Blocca Þ Blocca il contenuto dell’immagine).

CAPITOLO 8: COMPOSITION ZONES | 241


CREAZIONE DI UNA COMPOSITION ZONES

CREAZIONE DI UNA COMPOSITION ZONES DA UN LAYOUT


Per creare una Composition Zones basata su un intero layout, procedete
come segue:

1 Visualizzate il layout che volete designare come Composition Zones (in questo
esempio, “layout 1”).

2 Scegliete Layout Þ Proprietà di layout avanzate.


3 Selezionate Condividi layout.

Utilizzate la finestra Proprietà di layout avanzate per specificare la condivisione


di un layout di composizione basato su un intero layout.

4 Scegliete Soltanto questo progetto dal menu a discesa Disponibilità.


5 Selezionate Mostra scheda nella finestra progetto per visualizzare il layout di
composizione, in modo da potervi accedere rapidamente, nella scheda di layout
nell’area inferiore della finestra del progetto. Se deselezionate Mostra scheda
nella finestra progetto, potete accedere al layout di composizione selezionando
la Composition Zones e scegliendo Oggetti Þ Composition Zones Þ Modifica.

6 Fate clic su OK. Il layout di composizione viene visualizzato nella palette


Contenuto condiviso.

Il layout di composizione potrebbe contenere molteplici pagine. Potete utilizzare


il menu Pagina della palette Layout della pagina per aggiungere, eliminare o
spostare nuove pagine.

CREAZIONE DI UNA COMPOSITION ZONES TRAMITE LO


STRUMENTO COMPOSITION ZONES
Per definire manualmente una Composition Zones, procedete come segue:

1 Selezionate lo strumento Composition Zones nella palette Strumenti.


2 Trascinate per disegnare la Composition Zones.
3 Per terminare la creazione di una Composition Zones, scegliete Oggetti Þ
Condividi oppure visualizzate la palette Contenuto condiviso (menu Finestra)
e fate clic su Nuovo . In entrambi i casi, viene visualizzata la finestra di dialogo
Proprietà oggetto condiviso.

242 | CAPITOLO 8: COMPOSITION ZONES


CREAZIONE DI UNA COMPOSITION ZONES

Utilizzate la finestra di dialogo Proprietà oggetto condiviso per assegnare un


nome al vostro layout di composizione, designarne la disponibilità e specificare se
una scheda deve venire visualizzata nell’area inferiore della finestra del progetto.

4 Immettete un nome per il layout di composizione nel campo Nome.


5 Scegliete Soltanto questo progetto dal menu a discesa Disponibilità.
6 Fate clic su OK. Il layout di composizione viene visualizzato nella palette
Contenuto condiviso.

COLLOCAZIONE DI UNA COMPOSITION ZONES

Dopo aver aggiunto un layout di composizione alla palette Contenuto


condiviso, potete collocare una Composition Zones basata su quel layout di
composizione in un pagina. Per collocare una Composition Zones, procedete
come segue:

1 Visualizzate la palette Contenuto condiviso (menu Finestra).

La palette Contenuto condiviso elenca i layout di composizione e altri


contenuti condivisi.

2 Selezionate il layout di composizione che volete posizionare.


3 Trascinate il layout di composizione dalla palette Contenuto condiviso nel
layout. Dopo aver collocato la voce trascinata nel punto desiderato, potete
riposizionare nel punto desiderato la Composition Zones.

CAPITOLO 8: COMPOSITION ZONES | 243


COLLOCAZIONE DI UNA COMPOSITION ZONES

GESTIONE DI MOLTEPLICI PAGINE IN UNA


COMPOSITION ZONES POSIZIONATA
Il layout di composizione potrebbe contenere molteplici pagine. Una
Composition Zones, tuttavia, basata su quel layout di composizione può visua-
lizzare soltanto una pagina per volta. Se volete visualizzare molteplici pagine da
un layout di composizione contenente molteplici pagine, dovete posizionare
una Composition Zones per ciascuna pagina. Ad esempio, un layout di compo-
sizione a tre pagine necessita che la Composition Zones venga collocata per tre
volte e che si specifichi una pagina per ciascun posizionamento. Per indicare la
pagina da visualizzare in una Composition Zones, procedete come segue:
1 Selezionate la Composition Zones.
2 Scegliete Oggetti Þ Modifica e fate clic sulla scheda Layout.
3 Scegliete una pagina dal menu a discesa Pagina.

Utilizzate il menu a discesa Pagina nella scheda Layout della finestra di dialogo
Modifica per visualizzare una pagina specifica del layout di composizione nella
Composition Zones che avete posizionato.

4 Fate clic su OK.

244 | CAPITOLO 8: COMPOSITION ZONES


CONDIVISIONE DI UN LAYOUT DI COMPOSIZIONE

CONDIVISIONE DI UN LAYOUT DI COMPOSIZIONE

Quando create un layout di composizione potete specificare una condivisione e


potete anche modificare in seguito le impostazioni della condivisione. Le opzioni
di condivisione includono:

• Condivisione sincronizzata e modificabile tra vari progetti: Potete esportare un


layout di composizione in un file di progetto separato che può essere aperto
e modificato liberamente, chiamato layout di composizione esterno. Altri pro-
getti possono venire collegati a un file di progetto contenente un layout di
composizione esterno e gli utenti possono utilizzare quel layout per creare
Composition Zones.
• Condivisione sincronizzata e collegata tra vari progetti: Potete ora rendere i layout
di composizione interni collegabili tra di loro. Ciò significa che altri progetti
possono venire collegati al progetto contenente il layout di composizione
interno e utilizzare quel layout per creare Composition Zones.
• Condivisione a livello di progetto singolo: Potete limitare l’uso del layout di
composizione al progetto che lo contiene (chiamato layout di un progetto singolo).

Collegamento o apertura? Quando definite il collegamento a un progetto, potete


creare delle Composition Zones da qualsiasi layout di composizione condiviso
in quel progetto. Ma non potete modificare un layout di composizione a meno
che non apriate il progetto che contiene il layout. Molteplici utenti possono col-
legarsi a un progetto contenente un layout di composizione simultaneamente
ma soltanto una persona alla volta può aprire quel progetto e modificarne
il layout.

I controlli di condivisione sono disponibili in molteplici finestre di


dialogo e le modifiche apportate mediante i vari controlli vengono
uniformemente integrate.

CONDIVISIONE DI UN LAYOUT DI COMPOSIZIONE PER


LA MODIFICA
Se volete che altri utenti siano in grado di modificare il loro layout di
composizione come un file separato, potete creare un layout di composizione
esterno. Quando un utente modifica questo layout di composizione esterno,
il contenuto viene aggiornato nel layout host d’origine dal quale era stato
creato il layout di composizione (e eventuali altri progetti collegati al layout
di composizione esterno vengono ugualmente aggiornati). Gli aggiornamenti
vengono visualizzati nelle Composition Zones in base alle preferenze definite per
i layout che contengono le Composition Zones (immediatamente, al momento
della stampa o dell’apertura del progetto).

CAPITOLO 8: COMPOSITION ZONES | 245


CONDIVISIONE DI UN LAYOUT DI COMPOSIZIONE

Lo strumento per la creazione di tutti i layout di composizione esterni è il


pulsante Rendi esterno della finestra di dialogo Proprietà oggetto condiviso.
La finestra di dialogo Proprietà oggetto condiviso viene visualizzata quando
create un layout di composizione basato su una molteplice selezione oppure
utilizzando lo strumento Composition Zones quando fate clic su Nuovo nella
palette Contenuto condiviso oppure scegliendo Oggetti Þ Condividi. Per i
layout di composizione esistenti, potete accedere al pulsante Rendi esterno
mediante la palette Contenuto condiviso.
Per creare un layout di composizione esterno dalla palette Contenuto condiviso,
procedete come segue:

1 Visualizzate la palette Contenuto condiviso.


2 Selezionate il layout di composizione nella palette Contenuto condiviso.
3 Fate clic sul pulsante Modifica .

4 Nella finestra di dialogo Proprietà oggetto condiviso fate clic su Rendi esterno.
Viene visualizzata la finestra di dialogo Salva con nome.

Dopo aver fatto clic su Rendi esterno, utilizzate le finestra di dialogo Salva con nome
per specificare un nome e un percorso per il file del layout di composizione esterno.

5 Immettete un nome di file, scegliete un percorso e fate clic su Salva. Il layout


di composizione esterno viene creato come un progetto QuarkXPress separato.

Quando selezionate la vostra Composition Zones esterna dalla palette


Contenuto condiviso e fate clic su Modifica, viene visualizzato il pulsante
Rendi interno.

246 | CAPITOLO 8: COMPOSITION ZONES


CONDIVISIONE DI UN LAYOUT DI COMPOSIZIONE

CONDIVISIONE DI UN LAYOUT DI COMPOSIZIONE PER IL


POSIZIONAMENTO (MA NON PER LA MODIFICA)
Per usare uniformemente un contenuto in vari progetti ma limitando la funzione
di modifica al layout host d’origine, potete specificare questa condizione
adottando uno dei due metodi descritti di seguito.

Per specificare una condivisione dalla palette Contenuto condiviso,


procedete come segue:

1 Visualizzate la palette Contenuto condiviso (menu Finestra).

Utilizzate la palette Contenuto condiviso per condividere un layout di composizione


per il suo posizionamento.

2 Selezionate il layout di composizione e fate clic su Modifica per visualizzare


la finestra di dialogo Proprietà oggetto condiviso.

Il menu a discesa Disponibilità è lo stesso delle finestre di dialogo Proprietà di


layout avanzate e Proprietà oggetto condiviso.

3 Scegliete Tutti i progetti dal menu a discesa Disponibilità.


4 Fate clic su OK.

CAPITOLO 8: COMPOSITION ZONES | 247


CONDIVISIONE DI UN LAYOUT DI COMPOSIZIONE

Per specificare la condivisione dal layout di composizione, procedete


come segue:

1 Visualizzate il layout di composizione e scegliete Layout Þ


Proprietà di layout avanzate. Oppure, premete Control+clic (Mac OS) o fate
clic con il pulsante destro del mouse (Windows) sulla scheda del layout di com-
posizione nell’area inferiore della finestra del progetto e scegliete Proprietà di
layout avanzate. La scheda del layout è disponibile se selezionate Mostra scheda
nella finestra progetto nelle finestre di dialogo Proprietà oggetto condiviso
e Proprietà di layout avanzate.

Utilizzate il menu a discesa Disponibilità della finestra di dialogo Proprietà di


layout avanzate per specificare l’accesso.

2 L’elenco Disponibilità include Tutti i progetti e Questo progetto soltanto.


Scegliete Tutti i progetti in modo che gli altri utenti possano collegarsi al pro-
getto attivo e inserire questa Composition Zones. Per ulteriori informazioni,
vedere “Collegamento al layout di composizione in un altro progetto” nella
sezione successiva.

3 Fate clic su OK.

COLLEGAMENTO A UN LAYOUT DI COMPOSIZIONE IN UN


ALTRO PROGETTO
Quando un layout di composizione possiede l’impostazione Disponibilità
definita su Tutti i progetti, significa che è un layout di composizione collegabile.
Altri utenti possono quindi collegarsi al layout di composizione collegabile da
un altro progetto e portare il layout di composizione collegabile in uno dei
layout di quel progetto come una Composition Zones.

Per stabilire un collegamento a un progetto contenente dei layout di


composizione collegabili, procedete come segue:

1 Con un progetto aperto, scegliete Archivio/File Þ


Impostazione di collaborazione per visualizzare la finestra di
dialogo Impostazione di collaborazione.

2 Fate clic sulla scheda Layout collegati.

248 | CAPITOLO 8: COMPOSITION ZONES


CONDIVISIONE DI UN LAYOUT DI COMPOSIZIONE

]
Utilizzate la scheda Layout collegati della finestra di dialogo Impostazione di
collaborazione per accedere ai layout di composizione collegabili in altri progetti.

3 Fate clic sul pulsante Collega il layout Viene visualizzata la finestra di dialogo
Collega il layout.

Utilizzate la finestra di dialogo Collega il layout per selezionare un progetto dal


quale potete accedere a dei layout di composizione collegabili.

4 Selezionate il progetto contenente i layout di composizione collegabili che


volete aggiungere al vostro progetto e fate clic su Apri.

5 I layout di composizione collegabili contenuti nel progetto al quale vi siete


collegati vengono visualizzati nella finestra di dialogo Impostazione di
collaborazione della palette Contenuto condiviso.

La scheda Layout collegati della finestra di dialogo Impostazione di collaborazione


riporta un elenco dei layout di composizione collegabili da altri progetti.

CAPITOLO 8: COMPOSITION ZONES | 249


CONDIVISIONE DI UN LAYOUT DI COMPOSIZIONE

Potete posizionare qualsiasi layout di composizione collegato nei layout del


progetto attivo. Quando posizionate un layout di composizione collegato,
la Composition Zones che ne risulta assomiglia a un’immagine importata in
quando potete visualizzare la Composition Zones ma non potete modificarne
il contenuto. Potete tuttavia modificare gli attributi della Composition Zones
esattamente come fate normalmente per modificare gli attributi di una
finestra immagine.

Per ulteriori informazioni vedere “Utilizzo dell’impostazione di collaborazione”


riguardo la condivisione di controlli della finestra di dialogo Impostazioni
di collaborazione.

GESTIONE DELLA ZONA DI CONDIVISIONE PER


GLI AGGIORNAMENTI
QuarkXPress gestisce le Composition Zones adottando lo stesso metodo di
gestione delle immagini importate.

• Se spostate un layout di composizione esterno in una cartella diversa, visua-


lizzate quindi un progetto collegato al layout di composizione e scegliete
Utilità Þ Utilizzo, viene visualizzata la finestra di dialogo “Mancante” nel
riquadro Composition Zones. Potete tuttavia navigare al file corretto per
aggiornare ancora il collegamento.
• Se deselezionate tutte le opzioni di aggiornamento disponibili nella scheda
Aggiornamenti della finestra di dialogo Impostazioni di collaborazione
e modificate il layout di composizione esterno collegato al vostro progetto
QuarkXPress, la finestra di dialogo Utilizzo visualizza “Modificato” nella
scheda Composition Zones. Come avviene per le immagini, potete aggiornare
lo stato.
• Se il layout di composizione rimane lo stesso ed è situato nella stessa cartella
del progetto QuarkXPress o all’interno della cartella dalla quale il layout di
composizione era stato originato, viene visualizzata la finestra di dialogo OK
nel requadro Composition Zones.

Nel requadro Composition Zones della finestra di dialogo Utilizzo (menu Utilità)
visualizza le Composition Zones contenute nel layout attivo.

250 | CAPITOLO 8: COMPOSITION ZONES


CONDIVISIONE DI UN LAYOUT DI COMPOSIZIONE

• Non collegato indica che Disponibilità è stato cambiato da Tutti i progetti a


Questo progetto soltanto nel layout host d’origine.
• Disponibile indica che la Composition Zones non può essere aggiornata forse
perché il tipo di layout è stato convertito da Stampa a Web.

RECUPERO DEL CONTENUTO DI UN LAYOUT DI


COMPOSIZIONE ESTERNO
Se perdete un layout di composizione esterno (qualcuno potrebbe averlo rimosso
dalla rete), le Composition Zones basate su quel layout di composizione verranno
visualizzate come Mancanti nel riquadro Composition Zones della finestra di
dialogo Utilizza (menu Utilità). Continuerete tuttavia ad avere accesso al con-
tenuto e potrete creare un nuovo layout di composizione da qualsiasi layout
host che utilizzi il layout di composizione mancante. Per recuperare il contenuto
di un layout di composizione esterno perso, procedete come segue:

1 Visualizzate un layout con una zona di compensazione basata sul layout di


composizione mancante.
2 Scegliete Archivio/File Þ Impostazione di collaborazione.
3 Fate clic sulla scheda Layout collegati.
4 Selezionate il layout di composizione mancante.
5 Fate clic su Rompi collegamento.

Utilizzate il pulsante Rompi il collegamento della scheda Layout collegati


della finestra di dialogo Impostazione di collaborazione per interrompere il
collegamento al layout host d’origine dal quale avete stabilito il collegamento.

6 Il layout di composizione viene rimosso dalla scheda Layout collegati e un


nuovo layout di composizione viene aggiunto alla scheda Layout condivisi
della finestra di dialogo Impostazione di collaborazione. Sebbene il nome di
questo layout di composizione sembri lo stesso di quello nella palette Contenuto
condiviso, il layout si trasforma in effetti in un nuovo layout di composizione
con l’opzione Disponibilità impostata su Questo progetto soltanto. Potete
quindi posizionare e modificare il layout di composizione.
Per ulteriori informazioni sulla rottura e sull’eliminazione dei collegamenti del
layout di composizione, vedere “Desincronizzazione e modifica dei collegamenti
per le Composition Zones e per i layout di composizione”.

CAPITOLO 8: COMPOSITION ZONES | 251


MODIFICA DI UN LAYOUT DI COMPOSIZIONE

MODIFICA DI UN LAYOUT DI COMPOSIZIONE

Quando modificate un layout di composizione, potete modificare il contenuto


e regolare gli attributi a livello di layout.

Per modificare il contenuto di un layout di composizione, procedete


come segue:
1 Per un file di layout di composizione esterno, scegliete Archivio/File Þ Apri.
2 Se si tratta di un layout di composizione nell’ambito del vostro progetto
QuarkXPress, fate clic sul nome del layout nella scheda di layout nell’area
inferiore della finestra del progetto (disponibile se Mostra scheda nella
finestra progetto è selezionato).
Se il nome del layout di composizione non viene visualizzato nella scheda del
layout, dovete selezionare una Composition Zones già posizionata e basata sul
layout di composizione (o la Composition Zones d’origine) e scegliere Oggetti Þ
Composition Zones Þ Modifica.

3 Quando viene visualizzato il layout di composizione, tutti i contenuti del layout


di composizione sono disponibili per la modifica. Potete utilizzare i comandi
del menu e della palette per alterare testo, grafica e oggetti e potete usare gli
appositi strumenti per aggiungere un contenuto.
4 Scegliete Archivio/File Þ Salva affinché le modifiche vengano duplicate nel
layout host d’origine (e in altri layout ai quali il layout di composizione esterno
è stato collegato e in cui è stato posizionato).

Se state modificando un layout di composizione di un singolo progetto, sem-


plicemente chiudendo la finestra si aggiorna automaticamente il contenuto
della Composition Zones.

Per modificare gli attributi di un layout di composizione, procedete


come segue:
1 Aprite il file del layout di composizione esterno (Archivio/File Þ Apri) oppure
attivate il layout di composizione tramite la scheda di layout o tramite Oggetti Þ
Composition Zones Þ Modifica.

2 Scegliete Layout Þ Proprietà del layout per visualizzare la finestra di dialogo


Proprietà del layout.

252 | CAPITOLO 8: COMPOSITION ZONES


MODIFICA DI UN LAYOUT DI COMPOSIZIONE

Utilizzate la finestra di dialogo Proprietà del layout per alterare le dimensioni e


l’orientamento della pagina (e impostare un layout a pagine affiancate).

3 Per i tipi di layout di stampa, confermate o modificate le dimensioni,


l’orientamento e le impostazioni delle pagine affiancate e fate clic su OK.

4 Per i layout di tipo Web, confermate o modificate i colori del background e dei
collegamenti, le dimensioni del layout e l’immagine del background (se inclusa)
e fate clic su OK.

Potete modificare il tipo di layout nella finestra di dialogo Proprietà di layout,


ma in questo caso potreste perdere contenuto e impostazioni. E questo renderà
il layout di composizione Non disponibile dalla finestra di dialogo Utilizzo
(menu Utilità) di altri progetti QuarkXPress collegati al layout di composizione.

Il layout di composizione può contenere molteplici pagine.

MODIFICA DEL CONTENUTO DI UN LAYOUT DI COMPOSIZIONE DI


UN PROGETTO SINGOLO
Il layout di composizione di un progetto singolo è ristretto al progetto nel quale è
stato creato. Il metodo adottato per accedere a un layout di composizione per la
sua modifica è determinato dalle impostazioni di Mostra scheda nella finestra
progetto della finestra di dialogo Proprietà di layout avanzate. Quando sele-
zionate Mostra scheda nella finestra progetto, potete accedere al layout di
composizione dalla scheda di layout disponibile nell’area inferiore della fine-
stra del progetto. Fate semplicemente clic sulla scheda per attivare il layout di
composizione e modificare il contenuto e gli attributi del layout.

Se non selezionate Mostra scheda nella finestra del progetto, dovete


selezionare la Composition Zones d’origine e scegliere quindi Oggetti Þ
Composition Zones Þ Modifica. Viene visualizzato il layout di composizione.

CAPITOLO 8: COMPOSITION ZONES | 253


MODIFICA DI UN LAYOUT DI COMPOSIZIONE

Per un layout di composizione creato da un intero layout, selezionate Mostra


scheda nella finestra progetto della finestra di dialogo Proprietà di layout
avanzate in modo che possiate accedere al layout facilmente. In caso contrario,
dovete selezionare il layout di composizione dalla palette Contenuto condiviso,
fare clic su Modifica e quindi selezionare Mostra scheda nella finestra progetto.

Una volta visualizzato il layout di composizione, potete modificare il suo


contenuto come descritto in “Modifica dei un layout di composizione” più
indietro in questo capitolo.

MODIFICA DEGLI ATTRIBUTI DI UNA COMPOSITION ZONES

Le Composition Zones sono praticamente degli oggetti. Sono molto simili alle
immagini importate in quanto potete specificare attributi simili tramite la finestra
di dialogo Modifica (menu Oggetti). Ma come nel caso di un’immagine impor-
tata, il layout di composizione rimane inalterato. Ad esempio, potete definire
un valore di Angolo nella scheda Finestra e potete creare un’ombreggiatura
per una Composition Zones particolare. Tuttavia, il layout di composizione non
cambia e altre Composition Zones possono avere valori diversi. Per modificare
gli attributi di una Composition Zones, procedete come segue:
1 Selezionate una Composition Zones.
2 Scegliete Oggetti Þ Modifica.

Utilizzate la finestra di dialogo Modifica per modificare gli attributi di una


Composition Zones.

3 Utilizzate la scheda Finestra della finestra di dialogo Modifica per specificare


posizione, dimensioni, allineamento, colore, opacità e funzioni di stampa.

254 | CAPITOLO 8: COMPOSITION ZONES


MODIFICA DEGLI ATTRIBUTI DI UNA COMPOSITION ZONES

4 Utilizzate le schede Cornice, Circonda e Ombreggiatura per apportare altre


correzioni strutturali.

5 Utilizzare la scheda Layout per navigare lungo le pagine, sopprimere o attivare


la stampa e per regolare l’opacità del layout.

6 Dopo aver apportato le modifiche, fate clic su OK.

DESINCRONIZZAZIONE E MODIFICA DEI COLLEGAMENTI PER LE


COMPOSITION ZONES E I LAYOUT DI COMPOSIZIONE

Potete desincronizzare Composition Zones singole o potete desincronizzare


un layout di composizione per rompere il collegamento tra quel layout di
composizione e qualsiasi altra Composition Zones compresa nel progetto.

DESINCRONIZZAZIONE DI UNA COMPOSITION ZONES


Quando desincronizzate una Composition Zones, il layout di composizione a
cui appartiene rimane disponibile nel vostro progetto. Per desincronizzare una
Composition Zones, procedete come segue:
1 Selezionate la Composition Zones nella finestra del layout.
2 Scegliete Oggetti Þ Desincronizza. I layout di composizione rimangono
nella palette Contenuto condiviso e nella scheda Layout condivisi della
finestra di dialogo Impostazione di collaborazione per poter essere utilizzati
in futuro. Tenete presente tuttavia che modifiche apportate successivamente
alla Composition Zones desincronizzata contenuta nella finestra del layout,
non verranno sincronizzate.

DESINCRONIZZAZIONE DI UN LAYOUT DI COMPOSIZIONE


Quando desincronizzate un layout di composizione, QuarkXPress rompe il
legame tra quel layout di composizione e tutte le Composition Zones esistenti
in base a quel layout di composizione. Per desincronizzare tutte le istanze di
una Composition Zones in un progetto, selezionate il layout di composizione
della palette Contenuto condiviso e fate clic sul pulsante Desincronizza
tutto . Se tuttavia modificate il layout di composizione e inserite una nuova
Composition Zones basata su di esso, la nuova Composition Zones rifletterà la
modifica apportata.

ROTTURA DEL COLLEGAMENTO A UN LAYOUT DI COMPOSIZIONE


Se il vostro progetto QuarkXPress contiene una Composition Zones collegata
a un layout di composizione contenuto in un altro progetto, potreste voler
usare la Composition Zones per uno scopo diverso e non ricevere aggiorna-
menti quando vengono apportate delle modifiche nel progetto che contiene
il layout di composizione. Quando rompete il collegamento, la Composition
Zones rimane nella libreria di contenuto condiviso e rimane disponibile nella
palette Contenuto condiviso.

CAPITOLO 8: COMPOSITION ZONES | 255


DESINCRONIZZAZIONE E MODIFICA DEI COLLEGAMENTI PER LE COMPOSITION ZONES E I
LAYOUT DI COMPOSIZIONE

Per rompere il collegamento tra la Composition Zones e il layout di


composizione corrispondente, procedete come segue:

1 Scegliete Archivio/File Þ Impostazione di collaborazione.


2 Selezionate il layout di composizione nella scheda Layout collegati e fate
clic su Rompi il collegamento.

3 Fate clic su Chiudi. Il layout di composizione viene rimosso dalla scheda


Layout collegati e un nuovo layout di composizione viene aggiunto
alla scheda Layout condivisi della finestra di dialogo Impostazione di
collaborazione. Il layout di composizione viene visualizzato nella libreria
di contenuto condiviso.

ELIMINAZIONE DI UN LAYOUT DI COMPOSIZIONE COLLEGATO


La rimozione di un layout di composizione collegato è simile alla rottura di un
collegamento con un layout di composizione collegato. La differenza è che
quando rimuovete un layout di composizione collegato, il layout di composi-
zione viene rimosso dalla libreria di contenuto condiviso e quindi non viene
più visualizzato nella palette Contenuto condiviso. Potete usare il pulsante
Rimuovi della finestra di dialogo Impostazione di collaborazione per rom-
pere il collegamento al layout di composizione collegato e potete quindi usare
il pulsante Elimina, disponibile nella palette Contenuto condiviso, per rimuo-
vere dalla palette Contenuto condiviso qualsiasi Composition Zones collegata.
In entrambi i casi, il layout di composizione viene rimosso dalla palette
Contenuto condiviso.

Per rimuovere un layout di composizione collegato, procedete come segue:

1 Scegliete Archivio/File Þ Impostazione di collaborazione.


2 Selezionate il layout di composizione nella scheda Layout collegati.
3 Fate clic su Rimuovi.

Potete usare il pulsante Rimuovi soltanto per i layout di composizione collegati.

Dopo aver rimosso un layout di composizione collegato, la Composition Zones


rimane nella pagina del layout e potete quindi scegliere Oggetti Þ Condividi
per riportare la Composition Zones nella palette Contenuto condiviso.

ELIMINAZIONE DI UN LAYOUT DI COMPOSIZIONE


Per eliminare un layout di composizione, procedete come segue:

1 Visualizzate la palette Contenuto condiviso.


2 Selezionate il layout di composizione dalla palette e fate clic su Elimina .

256 | CAPITOLO 8: COMPOSITION ZONES


DESINCRONIZZAZIONE E MODIFICA DEI COLLEGAMENTI PER LE COMPOSITION ZONES E I
LAYOUT DI COMPOSIZIONE

Il pulsante Elimina della scheda Layout collegati ha lo stesso effetto del


pulsante Elimina della palette Contenuto condiviso. Entrambi i controlli
rimuovono il layout di composizione dalla palette del progetto Contenuto
condiviso, ma è possibile sempre riportare il layout di composizione dalla
finestra del layout alla palette Contenuto condiviso scegliendo Oggetti Þ
Condividi e specificando Disponibilità.

Se eliminate una Composition Zones dalla finestra del layout (Oggetti Þ


Elimina), il layout di composizione a cui apparteneva rimarrà nella palette
Contenuto condiviso.

CONVERSIONE DI UNA COMPOSITION ZONES IN UN’IMMAGINE


Per creare un file di immagine esterno da una Composition Zones, scegliete
Oggetti Þ Composition Zones Þ Converti in immagine. Ciò utilizza lo stile
di output EPS di default per creare un file EPS nella cartella del progetto e
sostituisce la Composition Zones posizionata con quel file EPS.

Prima di convertire una Composition Zones in immagine, la Composition Zones


viene visualizzata nel riquadro Composition Zones della finestra di dialogo
Utilizzo (menu Utilità). Ma quando scegliete Oggetti Þ Composition Zones Þ
Converti in immagine, viene visualizzato un messaggio che indica che la
Composition Zones verrà desincronizzata. L’immagine che ne risulta viene
visualizzata nel requadro Immagine della finestra di dialogo Utilizzo. Il layout
di composizione rimane tuttavia nella palette Contenuto condiviso.

UTILIZZO DELL’IMPOSTAZIONE DI COLLABORAZIONE

La finestra di dialogo Impostazione di collaborazione (Archivio/menu File)


include impostazioni di collaborazione definite a livello di progetto. Potete
utilizzare queste impostazioni per un’esecuzione delle azioni seguenti:
• Stabilire collegamenti ai layout di composizione residenti in progetti esterni.
• Visualizzare informazioni sui layout di composizione condivisi nel
progetto attivo.
• Condividere i Job Jackets.
• Importare testo o immagini nella libreria di contenuto condiviso.
• Eliminare testo o immagini importati tramite la finestra di dialogo Impostazione
di collaborazione.
• Specificare la frequenza dell’aggiornamento del progetto attivo con modifiche
apportate a un contenuto collegato o alle impostazioni di Job Jackets.

CAPITOLO 8: COMPOSITION ZONES | 257


UTILIZZO DELL’IMPOSTAZIONE DI COLLABORAZIONE

COLLEGAMENTO AD ALTRI PROGETTI


Il concetto di collaborazione è bidirezionale. Potete creare layout di composi-
zione e rendere questi layout di composizione disponibili ad altri membri
del gruppo e potete stabilire collegamenti a progetti contenenti layout di
composizione collegabili.

Utilizzate la scheda Layout collegati della finestra di dialogo Impostazione di


collaborazione per stabilire un collegamento ad altri progetti contenenti layout
di composizione collegabili, per rompere collegamenti a layout di composizione
collegabili residenti in altri progetti e per rimuovere dal progetto layout di
composizione collegati.

Per ulteriori informazioni sui collegamenti ad altri progetti, vedere


“Collegamento a un layout di composizione di un altro progetto”, più indietro
in questo capitolo. Per ulteriori informazioni sui pulsanti Rompi collegamento
e Rimuovi, vedere “Desincronizzazione e modifica dei link per le Composition
Zones e i layout di composizione” più indietro in questo capitolo.

La colonna Nome riporta il nome del layout di composizione come designato


nella palette Contenuto condiviso e la colonna Nome originale riporta il
nome d’origine del layout di composizione come designato nel layout host
d’origine. L’inclusione di entrambi i nomi nell’elenco, aiutano a monitorare
i layout di composizione se assegnate un nuovo nome a un layout di
composizione nella palette Contenuto condiviso.

VISUALIZZAZIONE DI INFORMAZIONI SUI LAYOUT DI


COMPOSIZIONE COLLEGABILI
Utilizzate la scheda Layout condivisi per visualizzare layout di composizione
collegabili all’interno del progetto.

Utilizzate la scheda Layout condivisi della finestra di dialogo Impostazione di


collaborazione per identificare i layout di composizione collegabili di altri progetti.

258 | CAPITOLO 8: COMPOSITION ZONES


UTILIZZO DELL’IMPOSTAZIONE DI COLLABORAZIONE

La colonna Nome riporta il nome del layout di composizione incluso nella


palette Contenuto condiviso e la colonna Nome originale riporta il nome
assegnato al layout di composizione come specificato nella finestra di dialogo
Proprietà di layout.

Per ulteriori informazioni sulla condivisione del layout di composizione, vedere


“Condivisione di un layout di composizione” più indietro in questo capitolo.

IMPORTAZIONE E GESTIONE DI UN CONTENUTO CONDIVISO


La scheda Contenuto consente di importare testo e immagini e la relativa scheda
riporta un elenco di testo sincronizzato e di immagini comprese nel progetto.

Utilizzate la scheda Contenuto della finestra di dialogo Impostazione di


collaborazione per importare testo e immagini.

Quando utilizzate la scheda Contenuto per importare immagini e testo, il conte-


nuto va direttamente nella palette Contenuto condiviso. Vedere il “Capitolo 2”:
Sincronizzazione e contenuto condiviso” per ulteriori informazioni sulla scheda
Contenuto della finestra di dialogo Impostazione di collaborazione.

SPECIFICA DELLE OPZIONI DI AGGIORNAMENTO


Potete specificare la frequenza dell’aggiornamento delle Composition Zones
basate su layout collegati.

Specificate le opzioni di aggiornamento nella scheda Aggiornamenti della finestra


di dialogo Impostazione di collaborazione.

• All’apertura: L’aggiornamento avviene all’apertura del progetto.


• Prima dell’output: Visualizza un messaggio per gli aggiornamenti quando
eseguite un output del progetto.
• Durante il lavoro: Esegue gli aggiornamenti in base all’Intervallo di
aggiornamento specificato.

CAPITOLO 8: COMPOSITION ZONES | 259


IMPOSTAZIONI DI ORIGINE E IMPOSTAZIONI DI OUTPUT

Capitolo 9: Gestione del colore


Quark è del tutto consapevole dell’importanza del processo del colore nell’ambito

di un workflow, dalla selezione del colore e dalle prove del colore su schermo

alle prove composite e separazioni cromatiche. A causa delle problematiche

inerenti alla gestione del colore prodotto dai vari hardware e software coinvolti

nel processo editoriale, la gestione del colore in generale si è conquistata la

reputazione di un compito estremamente difficoltoso e con lunghi tempi di

esecuzione quando messo in rapporto a risultati di natura spesso imprevedibile.

QuarkXPress 7 affronta la difficoltà di produrre colori prevedibili con degli stru-

menti di gestione del colore basati su ICC che richiedono poco o quasi nessun

intervento da parte dell’utente. QuarkXPress 7 offre tuttavia agli esperti del

colore la possibilità di un totale controllo su ogni aspetto della gestione del

colore. Per completare con successo un workflow, gli utenti possono imple-

mentare con estrema facilità impostazioni fornite da un esperto del colore.

Se non volete approfittare delle nuove funzionalità di gestione del colore, non

dovete farlo: potete infatti impostare QuarkXPress in modo da utilizzare le stesse

impostazioni della gestione del colore utilizzate nelle versioni 3.3, 4.0 o 6.0.

Oltre a una semplificazione dell’implementazione della gestione del colore,

QuarkXPress 7 offre ora la possibilità di eseguire efficaci prove del colore su

schermo tramite anteprime che simulano l’output su diversi dispositivi. Ad

esempio, potete visualizzare in anteprima immagini e elementi della pagina

in RGB quando eseguite un output su un dispositivo CMYK o in scala di grigi.

Per ottenere i migliori risultati con i controlli della gestione del colore di
QuarkXPress, accertatevi di calibrare correttamente i monitor e gli altri
hardware coinvolti nella riproduzione del colore.

260 | CAPITOLO 9: GESTIONE DEL COLORE


IMPOSTAZIONI DI ORIGINE E IMPOSTAZIONI DI OUTPUT

IMPOSTAZIONI DI ORIGINE E IMPOSTAZIONI DI OUTPUT

L’implementazione della gestione del colore in QuarkXPress 7 consente agli


esperti del colore di creare e sintonizzare “pacchetti” di impostazione della
gestione del colore chiamati “impostazioni d’origine e impostazioni di ouptut.”
Le impostazioni d’origine specificano profili individuali e l“intento di rendering”,
ossia i criteri di corrispondenza tra un gamut d’origine e un gamut di destina-
zione, per colori interi e immagini in RGB, CMYK, LAB oltre che per spazi
cromatici in scala di grigio; specificano inoltre spazi cromatici d’origine per
determinati colori e indicano gli spazi cromatici sottostanti per gli inchiostri.
Le impostazioni di output specificano i profili di output e i modelli cromatici e
configurano opzioni di prove per simulare sullo schermo i diversi tipi di output.
Se siete interessati ad incaricare un esperto del colore della creazione di impo-
stazioni d’origine e impostazioni di output specifiche per il vostro workflow,
consultatevi con il vostro tipografo o provider di output per raccomandazioni
al proposito.

ESPERIENZA DELLA GESTIONE DEL COLORE

Per la maggior parte degli utenti, i controlli della gestione del colore in
QuarkXPress 7 sono stati realizzati per un lavoro nel background con poco
o nessun intervento da parte dell’utente. Esistono tuttavia diverse alternative
riguardo alla modalità di impostazione della gestione del colore: potete lavo-
rare con impostazioni di default già utilizzate, potete ricorrere a un esperto
del colore per definire impostazioni d’origine o impostazioni di ouptut oppure
lavorare in un ambiente di gestione del colore delle versioni precedenti
di QuarkXPress.

AMBIENTE DI GESTIONE DEL COLORE DI DEFAULT


Quando create dei nuovi progetti QuarkXPress 7, anche se scegliete di non
fare nulla in termini di gestione del colore, potrete comunque trarre vantag-
gio dalle impostazioni d’origine e dalle impostazioni di ouptut di default. Le
impostazioni di default intendono offrire delle anteprime accurate e un ottimo
output nella maggioranza delle situazioni. Non avete in altre parole bisogno
di impostare nulla, ma se volete verificare le impostazioni di default, potete
selezionare il profilo del monitor, le impostazioni d’origine e le opzioni di
prova del colore su schermo, dalla finestra di dialogo Preferenze
(QuarkXPress/Modifica).

CAPITOLO 9: GESTIONE DEL COLORE | 261


ESPERIENZA DELLA GESTIONE DEL COLORE

Utilizzate il riquadro Gestione colore della finestra di dialogo Preferenze


(QuarkXPress/Modifica).

Se state aprendo dei file da una versione precedente di QuarkXPress, vedere la


sezione “Ambiente di gestione del colore delle versioni precedenti” più avanti
in questo capitolo.

SPECIFICA DI UN MOTORE DI COLORE


Il menu a discesa Motore colore consente di scegliere il motore di colore da
utilizzare per trasformare i colori ai fini della gestione del colore. Le opzioni
disponibili includono LogoSync CMM, Kodak CMM e le impostazioni
di sistema.

Se Usa compensazione valori di nero è selezionata, QuarkXPress regoleràà i


valori del nero per riempire lo spazio cromatico di output.

SPECIFICA DEL PROFILO DI UN MONITOR


L’area Monitor del riquadro Display visualizza il profilo del monitor in
uso. L’impostazione di default, Automatico, si riferisce al monitor corrente
riconosciuto da Mac OS o da Windows. Potete selezionare un profilo diverso
dal menu a discesa Profilo. Potete modificare il profilo del monitor di default,
ad esempio, se avete un profilo personalizzato per il vostro monitor o se state
passando da un computer laptop a un computer desktop e volete simulare lo
stesso ambiente di visualizzazione.

262 | CAPITOLO 9: GESTIONE DEL COLORE


ESPERIENZA DELLA GESTIONE DEL COLORE

SPECIFICA DELLE IMPOSTAZIONI D’ORIGINE


Il riquadro Gestione colore dell’area Opzioni d’origine visualizza le
impostazioni d’origine di default, ossia QuarkXPress 7.0, che rappresentano
l’ambiente più recente e convalidato della gestione del colore. Se preferite
lavorare nell’ambiente di gestione del colore di una versione precedente di
QuarkXPress, potete selezionare QuarkXPress 3.3, QuarkXPress 4.0 o
QuarkXPress 6.0 dal menu a discesa Impostazioni d’origine.

Per specificare i profili e l’intento di rendering, immagine per immagine,


selezionate Attiva l’accesso ai profili immagine nell’area Opzioni d’origine.
Per ulteriori informazioni, vedere la sezione “Sintonizzazione della gestione
del colore per immagini singole” in questo capitolo.

SPECIFICA DI UN’IMPOSTAZIONE DI OUTPUT DI DEFAULT PER


LA PROVA
Per specificare un’impostazione di output di default per una visualizzazione
dei colori nei layout di stampa, scegliete un’opzione dall’elenco a discesa
Output di prova. Questa impostazione di output saràà selezionata per default
nel sottomenu Visualizza Þ Output di prova e quindi i colori del vostro
layout verranno visualizzati in base a questa impostazione di output a meno
che non la modifichiate.

SPECIFICA DI UN INTENTO DI RENDERING


Il menu a discesa Intento di rendering del riquadro Gestione del colore
mostra il metodo utilizzato per la conversione dei colori da uno spazio croma-
tico all’altro. L’impostazione di default, Colorimetria assoluta, renderizza in
modo preciso i colori in gamut e fuori gamut. A seconda del tipo di lavoro che
svolgete, ad esempio con un’enfasi sull’arte al tratto e sui colori Pantone piut-
tosto che su fotografie, è probabile che dobbiate scegliere un’opzione diversa
dal menu a discesa Intento di rendering. QuarkXPress offre gli intenti di
rendering seguenti:

• Percettivo scala tutti i colori del gamut d’origine in modo che rientrino nel
gamut di destinazione. L’intento di rendering Percettivo è applicabile a
fotografie e alla maggior parte delle immagini in quanto preserva il rapporto
definito tra i colori.
• Colorimetria relativa conserva i colori che si trovano sia nel gamut d’origine
che nel gamut di destinazione. Gli unici colori d’origine che vengono modificati
sono quelli non compresi nel gamut di destinazione. Con questo intento di
rendering, il punto bianco viene mappato sul punto bianco della stampante.
Sebbene Colorometria relativa riproduca più accuratamente i colori in
stampa, il loro aspetto su schermo potrebbe preoccupare alcuni utenti.

CAPITOLO 9: GESTIONE DEL COLORE | 263


ESPERIENZA DELLA GESTIONE DEL COLORE

• Saturazione considera la saturazione dei colori d’origine e li modifica in


colori con la stessa saturazione relativa nel gamut di destinazione. L’intento
di rendering Saturazione potrebbe sacrificare tonalità e luce ed è quindi più
adatto alle immagini grafiche che richiedono un alto contrasto piuttosto che
colori particolari.
• Colorimetria assoluta conserva i colori che si trovano sia nel gamut d’origine
che nel gamut di destinazione. I colori fuori dal gamut di destinazione sono
regolabili in termini del loro aspetto quando stampati su carta bianca. Questo
intento di rendering preserva il punto bianco. Colorometria assoluta riproduce
meglio il colore su schermo rispetto alla Colorometria relativa, ma è meno
accurato nel caso della stampa del colore.
• Definito in base alle origini applica ad ogni colore e immagine l’intento di
rendering definito nel profilo associato. (Un profilo viene associato a un colore
mediante un’impostazione di origine; un profilo viene associato a un’immagine
mediante un’impostazione di origine o tramite un profilo incorporato.)

Oltre a specificare un intento di rendering globale nella preferenze, QuarkXPress


vi consente di selezionare un intento di rendering immagine per immagine.
Per ulteriori informazioni, vedere la sezione “Sintonizzazione della gestione
del colore per singole immagini” in questo capitolo.
GESTIONE DEL COLORE PER IMMAGINI EPS E PDF CON
SPAZI MULTI-COLORE
Alcuni file EPS e PDF possono contenere elementi che utilizzano diversi spazi
cromatici. Ad esempio, un file PDF o EPS potrebbe contenere un’immagine
che utilizza lo spazio cromatico RGB e un colore che utilizza lo spazio croma-
tico CMYK. Per consentire a QuarkXPress di gestire questi vari elementi in modo
appropriato utilizzando l’impostazione di output specificata, selezionate
Gestione colore di EPS/PDF importati nel layout.

UTILIZZO DI IMPOSTAZIONI D’ORIGINE E IMPOSTAZIONI DI


OUTPUT DEFINITE DA UN ESPERTO DEL COLORE
Se un esperto del colore crea impostazioni d’origine e di output personalizzate
specifiche del vostro workflow o specifiche di un determinato progetto o cliente,
potete facilmente applicare queste impostazioni tramite le preferenze, le opzioni
di visualizzazione, le opzioni di output e il Jobs Jackets. Ad esempio, un ser-
vice per la stampa o una tipografia potrebbero definire per voi le impostazioni
di stampa da utilizzare al fine di garantire l’output migliore dai loro impianti.
AGGIUNTA DELLE IMPOSTAZIONI D’ORIGINE
Se le impostazioni d’origine sono state create per un progetto specifico sul
quale state lavorando, è possibile applicarle in seguito anche ad altri progetti.
Usate il pulsante Aggiungi della finestra di dialogo Impostazioni d’origine
(Comp./Modifica Þ Impostazioni colore Þ Origine) per navigare e per sele-
zionare un’impostazione d’origine. Le impostazioni d’origine vengono salvate
con il progetto attivo e rimangono disponibili nei menu della gestione del colore.

264 | CAPITOLO 9: GESTIONE DEL COLORE


ESPERIENZA DELLA GESTIONE DEL COLORE

IMPORTAZIONE DELLE IMPOSTAZIONI DI OUTPUT


Se le impostazioni di ouptut sono state create specificatamente per voi,
potete importarle tramite la finestra di dialogo Impostazioni di output
(Comp./Modifica Þ Impostazioni colore Þ Output) Utilizzate il pulsante
Importa per navigare e selezionare i file delle impostazione di output. Le
impostazioni vengono salvate con la vostra copia di QuarkXPress e rimangono
disponibili nei menu della gestione del colore.
SELEZIONE DI IMPOSTAZIONI DI ORIGINE E IMPOSTAZIONI
DI OUTPUT
Per utilizzare le impostazioni d’origine personalizzate e le impostazioni di output,
selezionatele dai vari menu della gestione del colore nel modo seguente:
• Origine del colore: Per utilizzare un’impostazione d’origine, selezionatela dal
menu a discesa Impostazioni d’origine del riquadro Gestione colore della
finestra di dialogo Preferenze (QuarkXPress/Modifica). Questo indica a
QuarkXPress l’origine del colore.
• Visualizzazione del colore: Per utilizzare le impostazioni di output per la prova
del colore, sceglietele dal sottomenu Output di prova del menu Visualizza.
• Output del colore: Per utilizzare le impostazioni di output per la stampa o per
altri tipi di output, sceglietele dal menu a discesa Impostazioni del riquadro
Colori della finestra di dialogo Stampa (Archivio/File Þ Stampa).

Utilizzate il riquadro Colori della finestra di dialogo Stampa (Archivio/File Þ Stampa)


per selezionare impostazioni di output personalizzate.

UTILIZZO DI IMPOSTAZIONI D’ORIGINE E DI OUTPUT IN


JOB JACKETS
Quando create un nuovo progetto dal file Job Jackets, le impostazioni d’origine
e di output appropriate vengono incluse e selezionate per voi. Potete sempre
importare, aggiungere e creare nuove impostazioni e quindi selezionarle per
la loro visualizzazione e il loro output.

CAPITOLO 9: GESTIONE DEL COLORE | 265


ESPERIENZA DELLA GESTIONE DEL COLORE

UTILIZZO DELL’AMBIENTE DI GESTIONE DEL COLORE DELLE


VERSIONI PRECEDENTI
Che tipo di impatto hanno le funzionalità di gestione del colore di
QuarkXPress 7 sui vostri progetti e documenti esistenti? La risposta è — nessun
impatto a meno che non siate voi a sceglierlo. Potete aprire documenti da
QuarkXPress 3.3, 4 o 5 o progetti da QuarkXPress 6 ed essere certi che il colore
verrà visualizzato e stampato come in passato. Ad esempio, potete verificare que-
sto quando aprite un progetto creato e salvato in QuarkXPress 6.5. Nel riquadro
Display della finestra di dialogo Preferenze (QuarkXPress/Modifica), il Profilo
selezionato nell’area Monitor è RGB di default di QuarkXPress 6. Anche
altre impostazioni della gestione del colore riflettono i profili di default
di QuarkXPress 6.

Potete continuare a lavorare in un ambiente di gestione del colore


delle versioni di QuarkXPress 3.3, 4.0 o 6.0 (QuarkXPress 5 utilizza lo stesso
ambiente di QuarkXPress 4). Se volete modificare determinate impostazioni
del colore, vedere la sezione “Sintonizzazione della gestione del colore per
singole immagini” più avanti in questo capitolo. Se scegliete di lavorare in
un ambiente di gestione del colore delle versioni precedenti di QuarkXPress,
potete approfittare comunque delle funzionalità di prova del colore su
schermo di QuarkXPress 7.

Non siete tuttavia ristretti ad utilizzare l’ambiente di gestione del colore di un


progetto o di un documento pre-esistente. Potete infatti facilmente aggiornare
il metodo di gestione del colore utilizzato a quello di QuarkXPress 7 definendo
le Impostazioni d’origine su QuarkXPress 7.0 (o sulle opzioni personalizzate)
nelle preferenze Gestione colore (QuarkXPress/Modifica Þ Preferenze).
Poiché le Impostazioni d’origine sono specifiche di un determinato layout, se
aprite un progetto con molteplici layout, potete modificare le impostazioni
d’origine definite per ciascun layout. Accertatevi quindi che le impostazioni
di output utilizzate (Comp./Modifica Þ Impostazioni del colore Þ Ouptut)
specifichino i profili di QuarkXPress 7.0 piuttosto che i profili di altre versioni.

PROVA DEL COLORE SU SCHERMO


Indipendentemente dalla metodologia adottata per la definizione dell’ambiente
di gestione del colore, QuarkXPress 7 offre una simulazione sullo schermo suffi-
cientemente accurata per una prova del colore di vari tipi di ouptut. Utilizzando
le informazioni delle impostazioni d’origine, delle impostazioni di output e di
altre impostazioni personalizzate (come ad esempio diversi profili applicati alle
immagini), le opzioni di simulazione mostrano l’aspetto di un determinato
layout in diversi media di output e in base a diversi metodi di stampa. Ad
esempio, se avete un avviso pubblicitario che verrà pubblicato in un sito Web,
in una sezione degli avvisi economici in bianco e nero su un giornale e in una
rivista a quattro colori su carta lucida, potete visualizzare su schermo tutte
queste opzioni di output.

266 | CAPITOLO 9: GESTIONE DEL COLORE


ESPERIENZA DELLA GESTIONE DEL COLORE

L’accuratezza della simulazione su schermo sarà strettamente legata alla qualità di


calibrazione del monitor. Altri fattori, come ad esempio la luce dell’ambiente e
il riflesso dei colori, potrebbe incidere sulla percezione dei colori su schermo.

Per eseguire una prova del colore su schermo, scegliete un’opzione dal sottomenu
Output di prova dal menu Visualizza. Il menu elenca tutte le impostazioni di
output disponibili nel layout, per cui se dovete importare delle impostazioni di
output personalizzate definite da un esperto del colore, le troverete elencate qui.
Dopo aver scelto l’opzione desiderata, l’intero layout viene visualizzato in quello
spazio cromatico, incluso la palette Colori (menu Finestra) e tutti i campioni
di colore disponibili in QuarkXPress.

Il sottomenu Output di prova (menu Visualizza) offre opzioni di simulazione su


schermo in modo che possiate vedere come i colori appariranno nell’output definito.
Ad esempio, se pianificate di convertire i colori piatti in colori di quadricromia o se
volete un output in scala di grigi di un intero layout RGB, potete visualizzare in
anteprima l’aspetto finale della vostra scelta.

QuarkXPress simula una visualizzazione su schermo delle opzioni Output


di prova in base alle impostazioni del menu a discesa Intento di rendering
dell’area Prova del colore su schermo delle preferenze di Gestione colore
(QuarkXPress/Modifica). L’impostazione di default, Colorimetria assoluta,
renderizza in modo preciso i colori in gamut e mappa i colori fuori gamut sulla
tonalità disponibile più vicina. Molti esperti del colore considerano il rende-
ring Colorometria assoluta l’opzione migliore quando il dispositivo di prova
del colore ha un gamut più esteso del dispositivo di output, come ad esempio
nel caso di un monitor e di una stampante composita.

CAPITOLO 9: GESTIONE DEL COLORE | 267


ESPERIENZA DELLA GESTIONE DEL COLORE

Il riquadro Manager colore della finestra di dialogo Preferenze


(QuarkXPress/Modifica) dispone di un’area Prova del colore su schermo
utilizzata per una simulazione personalizzata su schermo.

CONTROLLO DELLE GESTIONE DEL COLORE DA PARTE DI ESPERTI

Per quanto QuarkXPress 7 offra ottimi colori applicabili a un intero workflow,


un esperto del colore può sempre personalizzare e sintonizzare le impostazioni
della gestione del colore in modo specifico per determinati lavori, impianti di
stampa e processi di output. Se possedete una buona comprensione della teoria
del colore e della terminologia relativa alla gestione del colore, come ad esempio
profili e intento di rendering, potete creare impostazioni d’origine e impostazioni
di output personalizzate che riflettono workflow specifici. Le impostazioni sono
trasferibili e potrete quindi condividerle con altri utenti per evitare sorprese,
sia su schermo che in stampa.

CREAZIONE DI IMPOSTAZIONI D’ORIGINE


Le impostazioni d’origine descrivono i colori di un layout prima dell’output, in
altre parole descrivono la loro origine. Le impostazione d’origine contengono
profili e intenti di rendering sia per i colori pieni che per le immagini in RGB,
CMYK, LAB e scala di grigi. Includono inoltre informazioni sullo spazio croma-
tico sottostante per determinati colori (come ad esempio colori Pantone Process
Coated) e inchiostri (come cyan, magenta, giallo, nero e multi-ink). Potete creare
impostazioni d’origine per determinati clienti in base al loro workflow standard
oppure potete creare impostazioni d’origine per un progetto specifico.
Per creare le impostazioni d’origine, dovete avere una certa conoscenza
dell’hardware e del software utilizzati dal workflow del cliente, ossia il tipo di
camera digitale e scanner utilizzati, e avrete bisogno di accertarvi che i profili
necessari siano disponibili. Potrebbe anche essere utile vedere dei progetti di
esempio in modo da avere un’idea del tipo di immagini, colori, inchiostri e
dispositivi con sui si dovrà lavorare, ad esempio logo, grafici e diagrammi,
fotografie, immagini multitonali, ecc, output in SWOP o visualizzazione
sul Web.

268 | CAPITOLO 9: GESTIONE DEL COLORE


CONTROLLO DELLE GESTIONE DEL COLORE DA PARTE DI ESPERTI

QuarkXPress 7 offre impostazioni d’origine di default per descrivere l’input


del colore per le versioni 3.3, 4.0, 6.0 e 7.0 di QuarkXPress insieme a.

Per creare impostazioni d’origine, procedete come segue:

1 Scegliete Comp./Modifica Þ Impostazioni colore Þ Origine.


2 Fate clic su Nuovo. Se volete modificare delle impostazioni esistenti, come ad
esempio l’impostazione di default che non è consentito modificare, selezionate
quell’impostazione e fate clic su Duplica.
3 Immettete un nome appropriato e riconoscibile nel campo Nome. Se l’imposta-
zione dell’origine è specifica di una campagna pubblicitaria, ad esempio, potete
assegnare il nome della campagna pubblicitaria.
4 Nelle schede RGB, CMYK, LAB e Grigio, verificate e apportate le modifiche
necessarie a Profilo e Intento di rendering, selezionati per Colori pieni
e Immagini.

Utilizzate i schede RGB, CMYK, LAB e Grigio della finestra di dialogo Modifica
l’impostazione d’origine (Comp./Modifica Þ Impostazioni d’origine Þ Nuovo)
per specificare i profili e gli intenti di rendering per i colori pieni e per le
immagini importate.

5 Nelle schede RGB e CMYK, se volete che vengano eseguite trasformazioni


anche all’interno dello stesso spazio cromatico, selezionate rispettivamente
Gestione del colore da RGB d’origine a RGB di destinazione o Gestione del
colore da CMYK d’origine a CMYK di destinazione.
6 Nella scheda Colori con nome, specificate lo spazio cromatico d’origine per cia-
scun colore di quadricromia nella finestra di dialogo Colori (Comp./Modifica).
A questo proposito, selezionate un colore e scegliete un’opzione dal menu a
discesa Spazio d’origine LAB, RGB o CMYK. L’impostazione di default
Automatico utilizza lo spazio cromatico più esteso disponibile per descrivere
il colore.

CAPITOLO 9: GESTIONE DEL COLORE | 269


CONTROLLO DELLE GESTIONE DEL COLORE DA PARTE DI ESPERTI

7 Nella scheda Inchiostri, specificate lo spazio cromatico d’origine per ciascun


inchiostro destinato a un output dal layout. A questo proposito, selezionate un
inchiostro e scegliete un’opzione dal menu a discesa Sovrapposizione spazio
cromatico. LAB, RGB o CMYK. Non potete modificare Nero, Cyan, Magenta e
Giallo in quanto i loro spazi cromatici d’origine saranno sempre CMYK. Potete
tuttavia modificare l’impostazione di Qualsiasi nuovo inchiostro o di qualsiasi
altro inchiostro creiate, come ad esempio una pellicola di vernice (varnish) perso-
nalizzata. L’impostazione Automatico utilizza lo spazio cromatico più esteso per
descrivere il colore, considerando per primo LAB, quindi RGB e infine CMYK.

Utilizzate il riquadro Inchiostri della finestra di dialogo Modifica l’impostazione


d’origine (Comp./Modifica Þ Impostazioni di colore Þ Origine Þ Nuovo) per
specificare lo spazio cromatico di colore per ciascun inchiostro (o pellicola)
necessario per le separazioni di output.

8 Per completare le impostazioni d’origine, fate clic su OK. Per salvare le


impostazioni d’origine con il layout corrente, fate clic su Salva.

È consigliabile sperimentare con le impostazioni d’origine prima di condividerle


con gli altri utenti.

CREAZIONE DI UN’IMPOSTAZIONE DI OUTPUT


Le impostazioni di output descrivono le funzionalità di vari tipi di dispositivi di
output e determinano come verranno gestiti i colori in vari scenari di output. In
parole semplici, le impostazioni di output gestiscono la “destinazione dei colori”.
Le impostazioni di output specificano se si tratta di un output composito o di
separazione, di una modalità di output e di un profilo di output. Potete creare
delle impostazioni di output sia per una simulazione su schermo utilizzando
Visualizza Þ Output di prova che per un output effettivo di stampa, in PDF
e in altri formati.

270 | CAPITOLO 9: GESTIONE DEL COLORE


CONTROLLO DELLE GESTIONE DEL COLORE DA PARTE DI ESPERTI

Come per le impostazioni d’origine, per creare delle impostazioni di output


avete bisogno di conoscere in dettaglio lavori tipici, metodi di output e dispo-
sitivi. Ad esempio, sarebbe molto utile sapere il nome e i profili di ciascun
dispositivo di stampa composita. QuarkXPress 7 dispone di impostazioni di
output di default per vari workflow: Così com’è, CMYK composito, CMYK
composito e piatto, Hexachrome® composito, RGB composito, Converti in
quadricromia, Scala dei grigi, Separazione in-Rip, e Colori quadricromia e
Colori piatti.
Per creare le impostazione di output, procedete come segue:
1 Scegliete Comp./Modifica in Mac OS Þ Impostazioni del colore Þ Output.
2 Fate clic su Nuovo. Se volete modificare delle impostazioni esistenti, come ad
esempio le impostazioni di default che non si possono modificare, selezionatele
e fate clic su Duplica.
3 Immettete un nome appropriato e riconoscibile nel campo Nome. Se le
impostazioni di output sono specifiche di un determinato lavoro di stampa,
ad esempio, potete assegnare il nome del lavoro di stampa.
4 Scegliete un’opzione dal menu a discesa Modalità per specificare il tipo di
output: Composito o Separazioni.

5 Se selezionate la modalità Composito, potete specificare uno spazio croma-


tico di output dal menu a discesa Modello: Scala dei grigi, RGB, CMYK,
Così com’è o DeviceN. Se selezionate la modalità Separazioni, potete
selezionare Separazioni basate sull’host o Separazioni In-RIP dal menu a
discesa Modello.

La finestra di dialogo Modifica impostazioni di output (Comp./Modifica Þ


Impostazioni di output Þ Nuovo/Modifica) offre diversi modelli di output a
seconda della modalità di output scelta. A sinistra, quando è selezionata la modalità
Composito, il menu a discesa Modello offre dei modelli di colore dai quali potete
scegliere. A destra, quando è selezionata la modalità Separazione, il menu a discesa
Modello vi consente di scegliere il tipo di separazione desiderato.

CAPITOLO 9: GESTIONE DEL COLORE | 271


CONTROLLO DELLE GESTIONE DEL COLORE DA PARTE DI ESPERTI

6 In base al Modello specificato, selezionate un profilo di output dal menu a


discesa Profilo. Se avete bisogno di caricare profili personalizzati, utilizzate la
finestra di dialogo Gestione profili (menu Utilità).

7 Per completare le impostazioni di output, fate clic su OK. Per salvare le


impostazioni di output con il layout corrente, fate clic su Salva.

È consigliabile sperimentare con le impostazioni di output prima di condividerle


con altri utenti.

CONDIVISIONE DELLE IMPOSTAZIONI DI ORIGINE E IMPOSTAZIONI


DI OUTPUT
Le impostazioni d’origine e di output sono trasferibili e gli esperti del colore
possono quindi distribuirle a utenti e a gruppi di lavoro. Le impostazioni
d’origine possono essere ricavate da altri progetti e le impostazioni di output
possono essere esportate come file individuali e salvate negli stili di output.
Entrambi i tipi di impostazione, sia d’origine che di output, possono venire
condivisi tramite la loro inclusione in Job Jackets. Prima di distribuire le impo-
stazioni a gruppi di lavoro o a clienti, accertatevi di sperimentare con le
impostazioni definite utilizzando dei lavori tipici. Per condividere le
impostazioni, procedete come segue:

• Aggiunta delle impostazioni d’origine: Per condividere un’impostazione


d’origine, createne innanzi tutto una in un progetto QuarkXPress e quindi
distribuite il file del progetto ad altri utenti QuarkXPress. Altri utenti possono
utilizzare il pulsante Aggiungi della finestra di dialogo Impostazioni d’origine
(Comp./Modifica Þ Impostazioni del colore Þ Origine) per accedere a
impostazioni d’origine personalizzate.
• Esportazione e importazione di impostazioni di output: Potete condividere
le impostazioni di output esportandole come file individuali. Distribuite i
file delle impostazioni di output agli utenti QuarkXPress che possono quindi
importare i file. I pulsanti Esporta e Importa da utilizzare per la condivisione
delle impostazioni sono nella finestra di dialogo Impostazioni di output
(Comp./Modifica Þ Impostazioni del colore Þ Output).
• Incorporazione delle impostazioni in Job Jackets: Per specificare le impostazioni
d’origine e le impostazioni di output utilizzate in una struttura Job Jackets o job
Ticket, fate clic sul pulsante Impostazioni avanzate della finestra di dialogo
Manager di Job Jacket (menu Utilità), selezionate un progetto che contiene
impostazioni d’origine o di output dall’elenco a sinistra e quindi trascinate le
impostazioni di origine o di output nella struttura di Job Jackets o nel Job Ticket.
Potete anche scegliere uno stile di output che includa impostazioni specifiche
di output. Per ulteriori informazioni, vedere il capitolo 7, “Job Jackets”.

272 | CAPITOLO 9: GESTIONE DEL COLORE


CONTROLLO DELLE GESTIONE DEL COLORE DA PARTE DI ESPERTI

Utilizzate l’area Impostazioni d’origine della finestra di dialogo Manager di


Job Jacket (menu Utilità) per selezionare le impostazioni d’origine dei layout in
progetti basati sulla struttura di Job Jackets o sul Job Ticket selezionati.

• Inclusione delle impostazioni di output agli stili di output: Per utilizzare le impo-
stazioni di output per la stampa o per altri tipi di output, sceglietele dal menu
a discesa Impostazioni del riquadro Colori della finestra di dialogo degli stili
di output (Comp./Modifica Þ Stili di stampa Þ Nuovo/Modifica).

SINTONIZZAZIONE DELLA GESTIONE DEL COLORE PER SINGOLE IMMAGINI

Se volete specificare dei profili e degli intenti di rendering per singole immagini,
potete farlo esattamente come facevate nelle versioni precedenti di QuarkXPress.
Queste definizioni assumono carattere prioritario rispetto alle impostazioni di
default di QuarkXPress 7 o alle impostazioni d’origine selezionate. Ad esempio,
può darsi che vogliate cambiare l’intento di rendering di un logo EPS in
saturazione ma che vogliate lasciare il resto delle immagini di un layout,
particolarmente fotografie, in modalità di percezione.

Per accedere ai controlli della gestione del colore per immagini singole, rendete
innanzi tutto disponibili le relative funzionalità selezionando Attiva l’accesso
ai profili immagine nel riquadro Gestione colore della finestra di dialogo
Preferenze (QuarkXPress/Modifica) Per applicare e modificare i profili di
immagini, procedete come segue:

• Importazione di immagini: La finestra di dialogo Importa immagini (menu


Archivio/File) offre il riquadro Gestione colore che vi consente di specificare
un Profilo e l’Intento di rendering per l’immagine selezionata. Vedrete inoltre
una casella di selezione specifica per l’immagine selezionata, come ad esempio
Gestione del colore a CMYK di destinazione per un TIFF CMYK, Gestione del

CAPITOLO 9: GESTIONE DEL COLORE | 273


SINTONIZZAZIONE DELLA GESTIONE DEL COLORE PER SINGOLE IMMAGINI

colore a RGB di destinazione per un file JPEG RGB o Gestione del colore ai
grigi di destinazione per un TIFF grigio. Selezionate queste opzioni per applicare
la gestione del colore anche quando lo spazio cromatico d’origine e lo spazio
cromatico di output sono gli stessi.

Utilizzate il riquadro Gestione colore della finestra di dialogo Importa immagini


(menu Archivio/File) per personalizzare le impostazioni di gestione del colore
durante l’importazione di singole immagini.

• Modifica dei profili: La palette Informazioni sul profilo (menu Finestra)


visualizza informazioni sul tipo di immagine e sullo spazio cromatico
selezionati. Potete utilizzare questa palette per modificare rapidamente le
impostazioni Profilo, Intento di rendering e Gestione colore su
[tipo di dispositivo] da applicare all’immagine.

Utilizzate la palette Informazioni sul profilo (menu Finestra) per visualizzare


e modificare rapidamente le informazioni di gestione del colore per
l’immagine selezionata.

274 | CAPITOLO 9: GESTIONE DEL COLORE


SINTONIZZAZIONE DELLA GESTIONE DEL COLORE PER SINGOLE IMMAGINI

Attiva l’accesso ai profili immagine è una preferenza basata sul layout ed


è disattiva per default. Se avete bisogno di utilizzare regolarmente queste
funzionalità di gestione del colore, impostate le preferenze per tutti i tipi di
layout quando nessun progetto è aperto. A questo proposito, fate clic su
Attiva l’accesso ai profili immagine, nel riquadro Gestione colore di
Layout di stampa di default e di Layout Web di default della finestra di
dialogo QuarkXPress/Modifica).

GESTIONE DEI PROFILI

La gestione del colore si basa fondamentalmente sui profili. Con l’adozione


di nuovi workflow, l’acquisizione di nuovi dispositivi e la diagnostica dell’out-
put, potreste aver bisogno di installare dei nuovi profili, verificare i profili
disponibili e determinare i profili da utilizzare nell’ambito di un layout. Potete
eseguire questi compiti utilizzando le funzionalità di Gestione profili e di
Utilizzo profili.

Le funzionalità Gestione profili e Utilizzo profili sono considerate funzionalità


avanzate della gestione del colore. Per accedere al comando Gestione profili
del menu Utilità e al riquadro Profili della finestra di dialogo Utilizzo, dovete
selezionate Attiva l’accesso ai profili immagine del riquadro Manager colore
della finestra di dialogo Preferenze (QuarkXPress/Modifica).

Attiva l’accesso ai profili immagine è una preferenza basata sul layout ed


è disattiva per default. Se avete bisogno di utilizzare regolarmente queste
funzionalità di gestione del colore, impostate le preferenze per tutti i tipi di
layout quando nessun progetto è aperto. A questo proposito, fate clic su
Attiva l’accesso ai profili immagine, nel riquadro Gestione colore di
Layout di stampa di default e di Layout Web di default della finestra di
dialogo QuarkXPress/Modifica).

INSTALLAZIONE DEI PROFILI


Se acquisite nuovi profili dal fabbricante e questi profili non vengono automa-
ticamente installati a livello di sistema, potete trascinarli nella cartella “Profili”,
situata a sua volta nella cartella dell’ applicazione QuarkXPress. La prossima
volta che lanciate QuarkXPress, i profili diverranno disponibili nei relativi
menu a discesa della gestione di colore. Utilizzando la finestra di dialogo
Gestione profili (menu Utilità), potete specificare una cartella di nuovi
profili, se necessario.

CAPITOLO 9: GESTIONE DEL COLORE | 275


GESTIONE DEI PROFILI

CARICAMENTO DI PROFILI
Se disponete di vari profili che volete utilizzare per un workflow particolare,
potete ottimizzare i profili disponibili in QuarkXPress. A questo proposito,
utilizzate la finestra di dialogo Gestione profili (menu Utilità). La finestra di
dialogo Gestione profili funziona come segue:

• Elenco Profili: L’area superiore della finestra di dialogo visualizza un elenco


di tutti i profili disponibili nel sistema. Per rimuovere un profilo dai menu a
discesa della gestione del colore, deselezionate quel profilo nella colonna
Includi. Ciò contribuisce ad impedire che gli utenti possano compiere scelte
inappropriate quando assegnano i profili immagine per immagine o dispositivo
per dispositivo.
• Area Informazioni: Per dettagli relativi a un profilo, fate clic sul nome
del profilo dell’elenco e verificate le informazioni nei campi Posizione,
Nome del file e Spazio cromatico.
• Area Cartella di profili ausiliari: Per specificare un’altra cartella per i profili,
come ad esempio per i profili specifici di determinate pubblicazioni o clienti,
potete specificare un’altra cartella per la loro archiviazione. Per aggiornare
l’elenco dei profili ai fini di includerli nella cartella ausiliaria corrente, fate
clic su Aggiorna.

Utilizzate la finestra di dialogo Gestione profili (menu Utilità) per specificare


i profili del colore da caricare con QuarkXPress e per specificare una cartella
ausiliaria per i profili stessi.

276 | CAPITOLO 9: GESTIONE DEL COLORE


GESTIONE DEI PROFILI

VERIFICA DELL’USO DEL PROFILO


Se state lavorando su dei layout creati da altri utenti, potete verificare rapida-
mente come questi utenti hanno implementato la gestione del colore, osservando
il riquadro Profili della finestra di dialogo Utilizzo (menu Utilità). Analogamente
all’Utilizzo immagini e all’Utilizzo font, mediante le funzionalità di Utilizzo
profili potete verificare dove sono disponibili i profili nel layout e se sono
stati specificati nelle impostazioni d’origine/di output o se sono stati applicati
alle immagini. Per i profili applicati alle immagini, potete sostituire un profilo
con un altro. Il riquadro Profili funziona come segue:
• Menu a discesa Profili: Questo menu a discesa elenca tutti i profili che
possono venire usati nel layout attivo. Scegliete un profilo per visualizzarne
il tipo di uso.
• Colonna Oggetto: Questa colonna descrive quello che il profilo gestisce,
ossia il tipo di colore, come ad esempio Colore CMYK o CMYK composito
o un’immagine importata. Nel caso di un’immagine, viene visualizzato anche
il percorso del file.
• Colonna Tipo: Questa colonna descrive come viene applicato il profilo:
a Impostazioni d’origine, a Impostazioni di output o a un tipo specifico
di file di immagine (TIFF, EPS, ecc).
• Pulsante Mostra: Se l’oggetto selezionato è un file di immagine, potete fare clic
su Mostra per visualizzare l’immagine alla quale è stato applicato il profilo.
• Pulsante Sostituisci: Se l’oggetto selezionato è un file di immagine, potete fare
clic su Sostituisci per applicare un profilo diverso all’immagine.

Il riquadro Profili della finestra di dialogo Utilizzo (menu Utilità) mostra i profili in
uso tramite le impostazioni d’origine, le impostazioni di output o le immagini.

CAPITOLO 9: GESTIONE DEL COLORE | 277


GESTIONE POTENZIATA DELLE PALETTE

Capitolo 10: Altre


nuove funzionalità
Questo capitolo offre una panoramica della gestione potenziata delle palette,

di migliorie apportate alla palette delle Misure, modifiche di terminologia e


altri potenziamenti realizzati in QuarkXPress 7.

GESTIONE POTENZIATA DELLE PALETTE

Gli utenti di software parlano spesso scherzosamente della necessità di


disporre di monitor sempre più grandi per poter contenere tutte le palette
necessarie per il loro lavoro e QuarkXPress 7 ha risposto offrendo una solu-
zione pratica ed efficace per la gestione delle palette. Per un contenimento
efficace di ben 17 palette di default, e di un numero significativamente più
alto se si contano le librerie e i software XTensions, QuarkXPress 7 offre due
nuove funzionalità:

• La funzionalità di raggruppamento delle palette che consente di raggruppare


diverse palette in una singola palette.
• La funzionalità del set di palette che consente di archiviare e richiamare la
posizione e lo stato di tutte le palette e le librerie aperte in modo che si possa
facilmente passare da una configurazione di palette a un’altra.
Questa sezione descrive in dettaglio entrambe le funzionalità, oltre a presentare
un elenco di potenziamenti inerenti alle palette, apportate a questa versione
di QuarkXPress.

AGGIUNTA DI PALETTE: CREAZIONE DI UN GRUPPO DI PALETTE


La configurazione di default per le palette Fogli di stile, Colori e Layout della
pagina, nell’area destra del monitor, diviene visualizzata come un’unica grande
palette con un bordo di contorno che separa una palette dall’altra. Potete iden-
tificare ciascuna palette dal suo nome e da una piccola linea divisoria, ma tutte e
tre le aree sono unite in modo da costituire un unico gruppo.

278 | CAPITOLO 10: ALTRE NUOVE FUNZIONALITÀ


GESTIONE POTENZIATA DELLE PALETTE

Questa illustrazione mostra le palette Fogli stile, Colori e Layout della pagina
raggruppate in un’unica palette con un immediato risparmio di spazio sullo
schermo e la possibilità di un facile accesso alle funzioni delle rispettive palette.

AGGIUNTA DI UNA PALETTE AL GRUPPO DELLE PALETTE


Per aggiungere una palette al gruppo delle palette, procedete come segue,
procedete come segue:
1 Premete il tasto Control e fate clic con il mouse/clic con il pulsante destro del
mouse sulla barra del titolo di un gruppo di palette per visualizzare il menu
contestuale. Potete anche premere Control e fare clic oppure fare clic/ con il
pulsante destro del mouse per visualizzare un menu contestuale analogo.
2 Scegliete un nome di palette non selezionato.

Quando aggiungete una palette che è già visualizzata, la palette si sposta per
diventare parte del gruppo di palette.

SEPARAZIONE DI UNA PALETTE DAL GRUPPO DELLE PALETTE


Per separare una palette dal gruppo delle palette, procedete come segue:

1 Premete il tasto Control e fate clic con il mouse/clic con il pulsante destro del
mouse sul nome di una palette specifica per visualizzare il menu contestuale.

2 Scegliete Separa <nome palette>. La palette viene automaticamente eliminata


dal gruppo di palette e riposizionata sul monitor.

CAPITOLO 10: ALTRE NUOVE FUNZIONALITÀ | 279


GESTIONE POTENZIATA DELLE PALETTE

SET DI PALETTE: SALVATAGGIO DI UNA CONFIGURAZIONE


DELLE PALETTE
La funzionalità del set di palette consente di archiviare e richiamare la posizione
e lo stato di tutte le palette e le librerie aperte in modo che si possa facilmente
passare da un gruppo di palette e librerie ad un altro.

I vari set di palette possono allinearsi alle varie fasi del vostro workflow. Ad
esempio, se create un testo in QuarkXPress all’inizio di un progetto, è probabile
che vogliate avere disponibili soltanto le palette Strumenti e Misure mentre
state digitando il testo. In una fase successiva del progetto, avrete probabilmente
bisogno delle palette Fogli stile e Elenchi, seguiti da una fase in cui vi servi-
ranno strumenti per librerie e strumenti di colore e gestione dell’immagine da
utilizzare per la creazione di grafici.
CREAZIONE DI UN SET DI PALETTE
Per creare un set di palette, procedete come segue:

1 Visualizzate le palette di cui avete bisogno per un dato compito, come ad


esempio la redazione o la revisione di un testo o la creazione di immagini
grafiche. Posizionate e raggruppate le palette.

2 Nascondete tutte le altre palette.


3 Scegliete Finestra Þ Set di palette Þ Salva il set di palette come.
4 Nella finestra di dialogo Salva il set di palette come, immettete un nome e
(se volete accedere al set dalla tastiera) assegnate una combinazione di
tasti della tastiera.

Utilizzate la finestra di dialogo Salva il set di palette come per assegnare una
combinazione di tasti funzione e per assegnare un nome al nuovo set delle palette.

UTILIZZO DI UN SET DI PALETTE


Per reperire un set di palette, scegliete Finestra Þ Set di palette Þ
[nome del set delle palette] oppure premete la combinazione di tasti
definita per quel set di palette.

280 | CAPITOLO 10: ALTRE NUOVE FUNZIONALITÀ


GESTIONE POTENZIATA DELLE PALETTE

ALTRE CONSIDERAZIONI SUI SET E SUI GRUPPI DI PALETTE


Oltre ad utilizzare lo spazio disponibile in modo molto più efficiente,
QuarkXPress 7 esegue regolazioni automatiche per migliorare ulteriormente
l’uso dello spazio disponibile.

• Quando lanciate QuarkXPress 7, il software rileva le dimensioni del monitor e in


base a queste posiziona le palette.
• Quando spostate una palette e la portate vicino alle barre di scorrimento, la
palette che state spostando scatta in posizione senza sovrapporsi alla barra di
scorrimento o all’altra paletta.
• Una palette può venire visualizzata soltanto in un gruppo di palette per volta.
• Potete visualizzare molteplici gruppi di palette simultaneamente e un set di
palette può contenere molteplici gruppi di palette.
• Quando aggiungete e separate delle palette da un gruppo, le altre palette del
gruppo vengono automaticamente ridimensionate.
• Potete ridurre o espandere una palette che fa parte di un gruppo di palette
facendo clic sul triangolo a sinistra del suo nome o facendo doppio clic sulla
barra del suo titolo.
• Potete ridurre o visualizzare tutte le palette che fanno parte di un gruppo pre-
mendo il pulsante Mela e facendo clic/premendo Control e facendo clic sul
nome di una palette qualsiasi all’interno del gruppo.
• La palette più larga all'interno di un gruppo di palette definisce la larghezza
massima del gruppo.
• La librerie possono fare parte di un set di palette. Tuttavia, se una libreria
contenuta in un set di palette viene archiviata in un server inaccessibile,
quella libreria non verrà visualizzata quando scegliete il set di palette in cui
è contenuta.
• Non potete includere i libri in un set di palette.
• Se volete utilizzare l’intero monitor per il vostro progetto, potrebbe essere utile
creare un set di palette con nessuna palette o libreria visualizzata.
• I set di palette possono contenere palette che non possono essere raggruppate
(ad esempio le palette Strumenti e Misure).
• Il gruppo di palette si comporta esattamente come una palette singola. Fate
doppio clic sulla sua barra superiore per comprimere la visualizzazione fino a
visualizzare soltanto la barra superiore. Potete fare clic sulla casella di chiusura
per nascondere il gruppo delle palette.
• Potete comprimere o espandere la visualizzazione di ciascuna palette all’interno
del gruppo di palette facendo clic sul suo nome.
• Potete comprimere o visualizzare tutte le palette di un gruppo premendo il
tasto Mela e facendo clic/premendo Ctrl e facendo clic/sul nome di una
palette qualsiasi all’interno di un gruppo.

CAPITOLO 10: ALTRE NUOVE FUNZIONALITÀ | 281


GESTIONE POTENZIATA DELLE PALETTE

• Potete visualizzare il menu di una determinata palette facendo clic sulle frecce a
destra del suo nome. Ad esempio, il menu della palette Fogli di stile visualizza
i controlli per la modifica e la gestione dei fogli di stile.
• Potete riposizionare una palette all’interno di un gruppo di palette facendo clic
sul suo nome e trascinandola in una nuova posizione nel gruppo. Prima di rila-
sciare il pulsante del mouse, viene visualizzata una linea sottile nella posizione
di destinazione.
• I set di palette vengono salvati come singoli file XML nella cartella “Set di
palette”, situata nella cartella Preferenze di QuarkXPress. Potete definire la
vostra gerarchia di palette creando cartelle all’interno della cartella “Set di palette”
situata nella cartella Preferenze di QuarkXPress. Queste cartelle diventeranno
sottomenu del sottomenu Finestra Þ Set di palette. Portate semplicemente il
file XML di un set di palette nella cartella appropriata uscite da QuarkXPress e
rilanciatelo per visualizzare quel set di palette nel sottomenu desiderato. Potete
anche creare delle cartelle nidificate per creare sottomenu nidificati.
• Gli sviluppatori di software XTensions possono decidere di utilizzare le funzioni
dei gruppi di palette in QuarkXPress 7. Se lo sviluppatore decide di adottare
questo metodo, può aggiungere le palette dei software XTensions ai gruppi e
ai set di palette.

DESIGN POTENZIATO DELLA PALETTE DELLE MISURE

Potete ora utilizzare la palette delle Misure per accedere virtualmente a tutti i
comandi disponibili tramite le finestra di dialogo. Una fila di icone raggruppate
in una scheda di navigazione viene visualizzata sopra il centro della palette delle
Misure. Potete specificare di visualizzare la scheda di navigazione in qualsiasi
momento oppure di visualizzarla quando si fa scorrere il mouse sopra la palette
oppure di non visualizzarla mai. Quando la scheda di navigazione è attiva,
scegliete un’icona per modificare le informazioni visualizzate. Scoprirete di
avere a disposizione un notevole gruppo di controlli in uno spazio
relativamente limitato.

La scheda di navigazione viene visualizzata sopra il centro della palette delle Misure.

VISUALIZZAZIONE DELLA PALETTE DELLE MISURE STANDARD


Quando uno o più elementi della pagina sono attivi, la scheda di navigazione
visualizza sempre le icone seguenti: Impostazioni di default di QuarkXPress
(indicate dall’icona dell’applicazione), Spazio/Allinea e Ombreggiatura

• Fate clic sull’icona di default di QuarkXPress per visualizzare informazioni


sugli elementi della pagina o sul contenuto in funzione dello strumento e
dell’oggetto selezionato.

282 | CAPITOLO 10: ALTRE NUOVE FUNZIONALITÀ


DESIGN POTENZIATO DELLA PALETTE DELLE MISURE

• Fate clic sull’icona Spazio/Allinea per visualizzare i controlli di allineamento


degli elementi della pagina (uno in relazione all’altro o in relazione alla pagina
o al documento disteso).
• Fate clic sull’icona Ombreggiatura per visualizzare i controlli di aggiunta di
un’ombreggiatura agli elementi della pagina attivi.

Oltre alle tre icone standard, altre icone della palette delle Misure cambiano in
base all’elemento della pagina attivo e allo strumento selezionato.

CONTROLLI DI SPAZIO/ALLINEA
Quando scegliete Oggetti Þ Spazia/Allinea Þ Spazia/Allinea
(Tasto Mela+,/Ctrl+,), i controlli di Spazia/Allinea della palette delle
Misure diventano attivi.

Oltre ad aggiungere i controlli di Spazia/Allinea alla palette delle Misure,


QuarkXPress 7 offre scelte più ampie per Spazia/Allinea. Potete infatti ora
scegliere tra otto opzioni di spaziatura e sei opzioni di allineamento nella
palette delle Misure e potete specificare un allineamento relativo agli ele-
menti della pagina selezionati o (per i layout di stampa con pagine affiancate)
relativi ai documenti distesi. I sei comandi nel sottomenu Spazia/Allinea
(menu Oggetti) sono disponibili nella palette della Misure, ma le nuove
modalità di allineamento relativo (ossia, a oggetti, alla pagina o al documento
disteso) vengono definite soltanto nella palette delle Misure e presentano un
comportamento leggermente diverso dalle versioni precedenti del software.

MODALITÀ RELATIVA ALL’OGGETTO


I controlli di Spazia/Allinea delle versioni precedenti di QuarkXPress utilizza-
vano una modalità relativa all’oggetto. Ciò significa che quando selezionavate
più di un oggetto della pagina, potevate usare le opzioni di Spazia/Allinea
per definire la spaziatura tra gli oggetti. In QuarkXPress 7, la modalità relativa
all’oggetto è una delle tre modalità relative.
MODALITÀ RELATIVA ALLA PAGINA
Nuova in QuarkXPress 7, la Modalità relativa alla pagina posiziona gli oggetti in
funzione dei parametri definiti per la pagina (sinistra, destra, in alto o in basso).

MODALITÀ RELATIVA AL DOCUMENTO DISTESO


Nuovo in QuarkXPress 7, la modalità relativa al documento disteso è disponibile
per i layout di stampa attivi che includono pagine affiancate. Supponiamo che
abbiate aperto un layout con pagine affiancate e che selezioniate un oggetto
della pagina sinistra e un altro oggetto della pagina destra. Se fate clic sull’icona
Modalità relativa al documento disteso nella palette delle Misure e scegliete
Spazia centri orizzontali , gli oggetti selezionati si posizionano da sé
all’estrema sinistra e all’estrema destra.

CAPITOLO 10: ALTRE NUOVE FUNZIONALITÀ | 283


DESIGN POTENZIATO DELLA PALETTE DELLE MISURE

CONTROLLI DI SPAZIATURA
I controlli di spaziatura seguenti sono disponibili per tutte le modalità
di Spazia/Allinea:
• Spazio bordi superiori
• Spazio centri verticali
• Spazio bordi inferiori
• Spazio verticale
• Spazio bordi sinistri
• Spazio centri orizzontali
• Spazio bordi destri
• Spazio orizzontale

CONTROLLI DI ALLINEAMENTO
I controlli di allineamento seguenti sono disponibili per tutte le modalità
di Spazia/Allinea:
• Allineamento bordi sinistri
• Allineamento centri orizzontali
• Allineamento bordi destri
• Allineamento bordi inferiori
• Allineamento centri verticali
• Allineamento bordi superiori

Nuovo in QuarkXPress 7, potete ora scegliere Oggetti Þ Spazia/Allinea Þ


Applica l’ultimo.

ALTRE NOTE SULLA PALETTE DELLE MISURE


• Quando è attivo un layout Web, la palette delle Misure include l’icona
Esporta utilizzata per visualizzare i controlli di esportazione.
• Quando selezionate molteplici oggetti dello stesso tipo (come ad esempio
tre finestre di immagine distinte), i controlli della palette Misure vengono
applicati a tutti gli oggetti selezionati.
• Potete passare ciclicamente da una all’altra icona della scheda di navigazione
della palette delle Misure premendo il tasto Mela+Option+;/Ctrl+Alt+;. Potete
retrocedere (da destra verso sinistra) premendo Tasto Mela+Option+,/Ctrl+Alt+,.
• Per visualizzare sempre la scheda di navigazione, usate Control+clic/fate clic
con il pulsante destro del mouse sulla barra del titolo della palette delle Misure
e scegliete Mostra sempre la barra della scheda.
• Per nascondere permanentemente la scheda di navigazione, usate Control+clic/
oppure fate clic con il pulsante destro del mouse sulla barra del titolo della
palette delle Misure e scegliete Nascondi sempre la barra delle schede.

284 | CAPITOLO 10: ALTRE NUOVE FUNZIONALITÀ


DESIGN POTENZIATO DELLA PALETTE DELLE MISURE

• Potete anche visualizzare la barra della scheda di navigazione interattivamente.


Premete Control+clic/fate clic con il pulsante destro del mouse sulla barra del
titolo della palette delle Misure e scegliete Mostra la barra della scheda
con rollover.
• La palette delle Misure ricorda l’icona e la visualizzazione selezionate per un
determinato tipo di oggetto. Ad esempio, se visualizzate l’icona Tabulazioni
per il testo e successivamente fate clic su una finestra di testo, quando fate ancora
clic su una finestra di testo, i controlli di tabulazione vengono visualizzati.
• Quando un layout Web è attivo, la palette delle Misure e la finestra di dialogo
Modifica (menu Oggetti) includono la casella di selezione Converti la tabella
in immagine durante l’esportazione per una conversione automatica delle
finestre di testo in elementi grafici quando esportate il layout. Rappresentata
da una piccola icona di macchina fotografica sopra una casella di selezione
nella palette delle Misure, l’impostazione di Converti la tabella in immagine
durante l’esportazione visualizza la macchina fotografica anche in tutte le
finestre di testo per le quali è stata contrassegnata la casella di selezione.

PROTEZIONE DI OGGETTI E CONTENUTI

La funzionalità di protezione di QuarkXPress 7 è applicabile agli oggetti e al


contenuto della pagina. Potete proteggere con facilità il vostro lavoro di design,
le immagini grafiche create e il vostro testo utilizzando queste funzioni di
protezione, ma potete anche ritornare alla gestione delle modifiche utilizzando
il menu Oggetti.
• Ancorate la posizione di un oggetto scegliendo Oggetti Þ Proteggi Þ
Proteggi la Posizione. I controlli di protezione dell’oggetto delle versioni
precedenti di QuarkXPress prevenivano movimenti inavvertiti degli oggetti
tramite il mouse, ma consentivano di modificarne le coordinate dalla palette
delle Misure o dalla finestra di dialogo Modifica. Con la nuova funzionalità
di protezione, un oggetto non può essere spostato fino a quando non viene
annullata la sua protezione.
• Potete anche proteggere il contenuto di un oggetto scegliendo Oggetti Þ
Proteggi contenuto storia o Oggetti Þ Proteggi contenuto immagine.

Il sottomenu Oggetti Þ Proteggi visualizza un contrassegno accanto alle posizioni


o ai contenuti protetti. Scegliete ancora l’opzione di deselezione (e annullamento
della protezione) di una posizione o del contenuto di un oggetto attivo.

CAPITOLO 10: ALTRE NUOVE FUNZIONALITÀ | 285


PROTEZIONE DI OGGETTI E CONTENUTI

Se duplicate un oggetto completamente protetto (ossia, con la sua posizione


e contenuto protetti), potete riposizionare ed eliminare il duplicato ma non
potete sostituire il suo contenuto senza annullarne prima la protezione.

INCORPORAZIONE AUTOMATICA DI FONT NEI FILE EPS ESPORTATI

Quando scegliete Archivio/File Þ Salva la pagina in EPS, potete fare clic


su Opzioni, scegliere Font e quindi incorporare selettivamente delle font nel
vostro file EPS.

NUOVE OPZIONI DI OUTPUT PER QUARKXPRESS 7

Output era un termine utilizzato in passato come sinonimo di stampa. Oggi


viene utilizzato in riferimento a una serie di opzioni di esportazione. Tramite
l’esportazione, la stampa e altri comandi, QuarkXPress 7 può eseguire un
output dei file nei formati seguenti:
• PostScript (PS)
• Encapsulated PostScript (EPS)
• Portable Document Format (PDF), con o senza verifica PDF/X
• Personalized Print Markup Language (PPML)
• HyperText Markup Language (HTML)
• Extensible HyperText Markup Language (XHTML)
• Extensible Markup Language (XML)
• Extensible Stylesheet Language (XSL)
• Extensible Stylesheet Language Translator (XSLT)

I punti analizzati di seguito si riferiscono a specifici aspetti del processo di output.


• Il vostro tipo di layout attivo determina le opzioni di esportazione di
QuarkXPress. Ad esempio, quando viene visualizzato un layout di stampa,
il comando per l’esportazione di un layout Web in formato HTML
(Archivio/File Þ Esporta Þ HTML) non è disponibile.
• In QuarkXPress 7, PostScript Level 1 non è più supportato. Tuttavia essendo
l’output di QuarkXPress totalmente compatibile con tutti i dispositivi Level 2
e Level 3, copre anche le funzionalità di PostScript Level 1 e aggiunge la
disponibilità di altre opzioni (come ad esempio la possibilità di includere
inchiostri di colori piatti nei file EPS).
• QuarkXPress 7 offre molte opzioni per specificare la larghezza e lunghezza delle
marcature da applicare agli output di stampa, EPS, PDF e PPML. La possibi-
lità di esercitare un controllo diretto sulla posizione e sugli attributi delle
marcature semplifica la comunicazione con i tipografi nonché la definizione
dell’allinemento per le pellicole di separazione del colore.

286 | CAPITOLO 10: ALTRE NUOVE FUNZIONALITÀ


NUOVE OPZIONI DI OUTPUT PER QUARKXPRESS 7

SALVATAGGIO DI UNA PAGINA IN FORMATO EPS


Quando esportate la pagina di un layout come un file Encapsulated PostScript
(EPS), potete specificare un nome di file e un percorso e potete definire molte-
plici parametri di esportazione dell’EPS (tramite controlli personalizzati o la
selezione di uno stile di output EPS). Per usare i controlli di esportazione EPS
di base, procedete come segue:
1 Scegliete Archivio/File Þ Salva la pagina in EPS. Viene visualizzata la pagina
Salva la pagina in EPS.

Utilizzate la finestra di dialogo Salva la pagina in EPS per salvare una pagina in
formato EPS.

2 Immettete un nome di file.

CAPITOLO 10: ALTRE NUOVE FUNZIONALITÀ | 287


NUOVE OPZIONI DI OUTPUT PER QUARKXPRESS 7

3 Specificate la pagina da salvare nel campo Pagina.


4 Se avete già creato uno stile di output EPS (vedere “Output styles”), scegliete il
suo nome dal menu a discesa Stile EPS.

5 Per specificare manualmente o per modificare le opzioni per l’esportazione


EPS, fate clic su Opzioni. Viene visualizzata la finestra di dialogo Opzioni di
salvataggio della pagina come EPS.

• Per usare uno stile di output EPS, scegliete un’opzione dal menu a discesa Stile
EPS. Per creare un stile di output EPS utilizzando le impostazioni correnti,
scegliete Nuovo stile.
• Per specificare un formato per il file EPS, scegliete un’opzione dal menu
a discesa Formato. Le opzioni disponibili includono EPS Standard, File
multipli in DCS e File DCS singolo. (Tenete presente che entrambi i formati
DCS usano lo standard DCS 2.0; QuarkXPress non supporta più i file in formato
DCS 1.0).
• Utilizzate il riquadro Generale per specificare la scala del file EPS e il formato
dell’anteprima del file EPS e per specificare se trattare le aree bianche della pagina
come trasparenti o opache nel file EPS e se definire l’output del file EPS come
documento disteso.
• Utilizzate il riquadro Colore per scegliere un’impostazione di output per il file
EPS e per selezionare le pellicole da includere nell’output.
• Utilizzate il riquadro Font per specificare le font da incorporare nel file
EPS esportato.
• Utilizzate il riquadro Marcature per specificare la posizione, la larghezza e la
lunghezza dei marchi di registrazione nel file EPS.
• Utilizzate il riquadro Trasparenza per attivare o disattivare la trasparenza e per
controllare la risoluzione di oggetti appiattiti nel file EPS.
• Utilizzate il riquadro OPI per specificare le opzioni relative all’inclusione
di immagini originali ad alta risoluzione nel file EPS e per controllare
individualmente le opzioni TIFF e EPS.
• Utilizzate il riquadro JDF per indicare se un file Job Definition Format (JDF)
deve venire creato simultaneamente al file EPS. Questa scelta è disponibile se
state usando Job Jackets in un workflow JDF.
• Utilizzate il riquadro Avanzato per scegliere se l’EPS aderisce al PostScript
Level 2 o a PostScript Level 3.
• Per conservare le impostazioni correnti senza creare un file EPS, fate clic su
Conserva le impostazioni.

288 | CAPITOLO 10: ALTRE NUOVE FUNZIONALITÀ


NUOVE OPZIONI DI OUTPUT PER QUARKXPRESS 7

Utilizzate la finestra di dialogo Opzioni di salvataggio della pagina come EPS per
specificare opzioni dettagliate per il salvataggio di una pagina come un file EPS.

6 Fate clic su OK.


7 Fate clic su Salva.

ESPORTAZIONE DI UN LAYOUT IN FORMATO PDF


PDF è diventato lo standard cross-platform per la condivisione delle informa-
zioni. I file PDF sono di dimensioni relativamente piccole e possono venire
visualizzate su schermo o stampate a tutti i livelli di qualità (ossia, dal desktop
o presso una tipografia professionale). Possono anche includere controlli di
visualizzazione, link ipertestuali interni e esterni, annotazioni e funzionalità
di sicurezza.
PDF/X è un sotto-gruppo di specifiche PDF rivolte alla gestione del colore, delle
font e delle variabili di trapping che hanno un impatto sui risultati di stampa.
Le prime versioni di PDF/X hanno eliminato semplicemente le funzionalità PDF
non rilevanti per il workflow pre-press (come ad esempio, commenti, annota-
zioni e colori RGB). Sviluppi successivi dello standard affrontano problemi di
gestione del colore e altri problematiche di stampa.

PDF/X non è un formato di file, ma piuttosto un set di limiti definiti per il


formato di file PDF. Quando esportate un file nel formato PDF, potete scegliere
se il file deve aderire alle limitazioni delineate nelle specifiche PDF/X. Tramite
la creazione di un PDF che aderisce allo standard PDF/X, potete evitare numerosi
problemi di output e di pre-press. Per ulteriori informazioni su PDF/X, rivolgetevi
alla vostra tipografia di fiducia.

CAPITOLO 10: ALTRE NUOVE FUNZIONALITÀ | 289


NUOVE OPZIONI DI OUTPUT PER QUARKXPRESS 7

Per esportare il layout attivo in formato PDF, procedete come segue:

1 Scegliete Archivio/File Þ Esporta Þ Layout come PDF. Viene visualizzata la


finestra di dialogo Esporta come PDF.

Utilizzate la finestra di dialogo Esporta come PDF per esportare un layout in


formato PDF.

2 Immettete un nome di file.


3 Specificate le pagine da esportare nel campo Pagina.
4 Se non avete già creato uno stile di output PDF (vedere “Output styles”),
scegliete il suo nome dal menu a discesa Stile PDF.

5 Per specificare manualmente o per modificare le opzioni per l’esportazione in


PDF, fate clic su Opzioni. Viene visualizzata la finestra di dialogo Opzioni di
esportazione PDF.

• Per utilizzare uno stile di output PDF, scegliete un’opzione dal menu a discesa
Stile PDF. Per creare un stile di output PDF usando le impostazioni correnti,
scegliete Nuovo stile.
• Per utilizzare la verifica PDF/X, scegliete un’opzione dal menu a discesa Verifica.
Le opzioni disponibile includono PDF/X 1a e PDF/X 3. Tenete presente che
la verifica PDF/X1a accetta soltanto CMYK e colori piatti, mentre la verifica
PDF/X 3 consente di includere colori e immagini che utilizzano altri spazi
cromatici nonché i profili di colore ICC (già definiti nelle impostazioni di
origine e di output per la gestione del colore).

290 | CAPITOLO 10: ALTRE NUOVE FUNZIONALITÀ


NUOVE OPZIONI DI OUTPUT PER QUARKXPRESS 7

• Utilizzate il riquadro Colori per specificare se creare un output composito o


delle separazioni, per scegliere un’impostazione di output per il file PDF e per
selezionare le pellicole da includere nell’output.
• Utilizzate il riquadro Compressione per specificare le opzioni di compressione
per i diversi tipi di immagine contenute nel file PDF.
• Utilizzate il riquadro Pagina per specificare se esportare o meno i documenti
distesi, se esportare queste pagine some file PDF separati, se includere pagine
bianche e se incorporare una miniatura del file PDF.
• Utilizzate il riquadro Marcature per specificare il posizionamento, la larghezza
e la lunghezza dei marchi di registro nel file PDF.
• Utilizzate il riquadro Link ipertestuli per specificare come i link, gli elenchi
dell’esportazione del layout e i link ipeterstuali devono venire visualizzati nel
PDF. Potete anche utilizzare questo riquadro per specificare lo zoom di default
del file PDF.
• Utilizzate il riquadro Meta dati per fornire i dettagli da visualizzare nella
scheda Descrizione della finestra di dialogo Proprietà documento in
Adobe Acrobat Reader®.
• Utilizzate il riquadro Font per specificare le font incorporate nel file
PDF esportato.
• Utilizzate il riquadro Al vivo per specificare come le aree al vivo devono venire
gestire nel file PDF.
• Utilizzate il riquadro Livelli per specificare i livelli da includere nel
file PDF.
• Utilizzate il riquadro Trasparenza per attivare o disattivare la trasparenza e per
controllare direttamente le risoluzione di oggetti appiattiti nel file PDF.
• Utilizzate il riquadro OPI per specificare opzioni relative all’inclusione di imma-
gini originali ad alta risoluzione nel file PDF (non disponibile quando scegliete
PDF/X 1a o PDF/X 3 dal menu a discesa Verifica).
• Utilizzate il riquadro JDF per indicare se un file JDF (Job Definition Format) deve
venire creato simultaneamente al file PDF. Potete scegliere di fare questo se state
usando Job Jackets in un workflow JDF.
• Utilizzate il riquadro Sommario per visualizzare un sommario delle opzioni di
esportazione PDF selezionate.
• Per catturare le impostazioni correnti senza creare un file PDF, fate clic su
Conserva le impostazioni.

CAPITOLO 10: ALTRE NUOVE FUNZIONALITÀ | 291


NUOVE OPZIONI DI OUTPUT PER QUARKXPRESS 7

Utilizzate la finestra di dialogo Opzioni di esportazione PDF per specificare opzioni


dettagliate per l’esportazione di un layout come PDF.

6 Fate clic su OK.


7 Fate clic su Salva.

PPML (PRINT MARKUP LANGUAGE) PERSONALIZZATO


PPML (Personalized Print Markup Language) è uno standard basato su XML
creato da PODI (Print On Demand Initiative), un’organizzazione di vendor
e di clienti coinvolti nell’editoria personalizzata. L’obiettivo dello standard
PPML è di promuovere un output ottimizzato per lavori editoriali personalizzati.
PPML include tre punti chiave:

• Standardizzazione: Poiché PPML è uno standard aperto, può essere supportato da


una varietà di applicazioni e di dispositivi di output con uno sforzo minimo. Ciò
contribuisce a facilitare l’interazione tra tali applicazioni e i dispositivi ed evita
agli editori di rinchiudersi in soluzioni editoriali proprietarie e personalizzate.
• Personalizzazione: Lo standard PPML supporta la personalizzazione consentendo
l’uso di “elementi non ripetitivi” che sono diversi su ogni copia di un pezzo per-
sonalizzato. Tali elementi provengono tipicamente da una fonte di dati come ad
esempio un database o un file XML.
• Ottimizzazione: Lo standard PPML ottimizza le dimensioni dei file di output e i
tempi di eleborazione consentendo l’uso di “elementi ripetitivi” che fanno parte
di un lavoro di stampa e che sono identici per ogni copia che esce dalle presse di
stampa. Un elemento ripetitivo viene definito soltanto una volta in un file PPML,
eleaborato soltanto una volta dal dispositivo di output e quindi memorizzato e
riutilizzato, con il risultato di un enorme risparmio sia nelle dimensioni dei file
che nei tempi di esecuzione.

292 | CAPITOLO 10: ALTRE NUOVE FUNZIONALITÀ


NUOVE OPZIONI DI OUTPUT PER QUARKXPRESS 7

Le funzionalità di personalizzazione e di ottimizzazione di PPML vengono abbi-


nate per asicurare un’efficienza altamente potenziata. Ad esempio, supponiamo
che inviate una lettera a 1000 clienti e che ogni lettera abbia bisogno di avere
il nome del cliente inserito. Supponiamo inoltre che la lettera includa una foto
e un logo che devono venire stampati in modo identico su ciascuna pagina. Se
doveste creare questo tipo di documento in un’applicazione di layout della
pagina come ad esempio QuarkXPress e quindi stamparlo su un dispositivo di
output PostScript, vi ritrovereste con un file di output di dimensioni molto
grandi in quanto la stessa foto e lo stesso logo dovrebbero venire ripetuti mille
volte. Se tuttavia create questo documento in un’applicazione di layout della
pagina come ad esempio QuarkXPress e quindi lo esportate in un formato PPML,
otterrete un file proporzionalmente molto più piccolo che contiene soltanto una
copia della fotografia e del logo più una copia del nome di ciascun cliente.
Questo file PPML può quindi essere inviato a un dispositivo di output PPML
che memorizzerà tutti gli elementi ripetitivi anziché renderizzarli numerose
volte e organizzerà le pagine istantaneamente prima di inviarle al dispositivo
di imaging.

PPML non è un linguaggio di descrizione della pagina completo come PostScript,


ma piuttosto una struttura che può contenere riferimenti a oggetti stampabili in
una varietà di formati. Ad esempio, un file PPML può contenere indicatori a file
SVG, PostScript e TIFF che possono essere unificati per la renderizzazione del
documento finale. Questi file esterni possono essere inviati all’output insieme
al file PPML, che fa riferimento ad essi o ai quali il file può fare riferimento
tramite un URL e che sono accessibili direttamente su rete da parte un
dispositivo di output.

Il lettore di dati PPML è un dispositivo in grado di leggere e renderizzare un file


in formato PPML. Potrebbe accadere di sentir parlare del lettore di dati PPML
come di un “RIP PPML”. È importante notare che non tutti i lettori di dati PPML
sono uguali; come indicato prima, un file PPML può fare riferimento ad altre
risorse in una varietà di formati e un determinato lettore di dati PPML può o
non può essere in grado di rasterizzare tutti questi formati.
UTILIZZO DEI LETTORI DI DATI PPML
QuarkXPress consente di archiviare e di modificare configurazioni per diversi
lettori di dati PPML. Il modo migliore di interagire con questi lettori è di chiedere
alla vostra tipografia di fiducia se dispone di un file di configurazione del lettore
di dati PPML per QuarkXPress e quindi di importare e di usare quel file. Se que-
sto tipo di file non è disponibile, potete utilizzare la configurazione di default
del lettore di dati PPML oppure potete creare la vostra.

CAPITOLO 10: ALTRE NUOVE FUNZIONALITÀ | 293


NUOVE OPZIONI DI OUTPUT PER QUARKXPRESS 7

Se sapete già le funzionalità che un dispositivo di output PPML supporta, potete


creare la vostra configurazione per il lettore di dati PPML. Per creare questa
configurazione, procedete come segue:
1 Scegliete Utilità Þ Modifica lettore di dati PPML. Viene visualizzata la finestra
di dialogo Lettori di dati PPML.

Utilizzate la finestra di dialogo Lettori di dati PPML per creare, modificare,


eliminare, duplicare, importare e esportare lettori di dati PPML.

2 Fate clic su Nuovo, Viene visualizzata la finestra di dialogo Lettori di dati PPML.

Utilizzate questa finestra di dialogo per configurare una definizione del lettore di
dati PPML.

3 Utilizzate i riquadri di questa finestra di dialogo per selezionare le funzionalità


supportate dal vostro dispositivo di output PPML.
4 Fate clic su OK.
5 Accertatevi di utilizzare questo lettore di dati PPML quando esportate il file in
formato PPML (see “Exporting a layout in PPML format”).
Potete anche utilizzare la finestra di dialogo Lettori di dati PPML per importare
i lettori di dati PPML forniti dalla vostra tipografia.

294 | CAPITOLO 10: ALTRE NUOVE FUNZIONALITÀ


NUOVE OPZIONI DI OUTPUT PER QUARKXPRESS 7

ESPORTAZIONE DI UN LAYOUT IN FORMATO PPML


Per esportare un file in formato PPML, procedete come segue:

1 Scegliete Archivio/File Þ Esporta Þ Layout come PPML. Viene visualizzata


la finestra di dialogo Esporta come PPML.

La finestra di dialogo Esporta come PPML vi consente di esportare un layout in un


formato adatto a un dispositivo di output PPML.

2 Immettere un nome per il file.


3 Specificate le pagine da esportare nel campo Pagina.
4 Se avete già creato uno stile di output PPML (vedere “Output styles”), scegliete
il suo nome dal menu a discesa Stile PPML.

5 Per specificare manualmente o modificare le opzioni per l’esportazione PPML,


fate clic su Opzioni. Viene visualizzata la finestra di dialogo Opzioni di lavoro:

• Per utilizzare uno stile di output PPML, scegliete un’opzione del menu a discesa
Stile PPML. Per creare un stile di output PPML utilizzando le impostazioni
correnti, scegliete Nuovo stile.
• Per utilizzare una definizione del lettore di dati PPML, scegliete un’opzione dal
menu a discesa Lettori di dati.
• Utilizzate il riquadro Dispositivo per specificare dettagli sul dispositivo di output
di destinazione.
• Utilizzate il riquadro Pagine per specificare il numero di copie,
ridimensionamento in scala, sequenza, orientamento e opzioni correlate.
• Utilizzate il riquadro Immagini per specificare le opzioni di compressione e di
risoluzione per le immagini.

CAPITOLO 10: ALTRE NUOVE FUNZIONALITÀ | 295


NUOVE OPZIONI DI OUTPUT PER QUARKXPRESS 7

• Utilizzate il riquadro Colori per specificare se creare un output composito o


delle separazioni, per scegliere un’impostazione di output per il file PPML,
per specificare opzioni di mezzzi toni e per selezionare le pellicole da
includere nell’output.
• Utilizzate il riquadro Marcatori per specificare il posizionamento, la larghezza
e la lunghezza dei marchi di registrazione nell’output PPML.
• Utilizzate il riquadro Avanzato per scegliere se l’output deve aderire a PostScript
Level 2 o a PostScript Level 3.
• Utilizzate il riquadro Al vivo per specificare come le aree al vivo devono essere
gestire nell’output PPML.
• Utilizzate il riquadro Livelli per specificare i livelli da includere nell’output PPML.
• Utilizzate il riquadro JDF per indicare se un file Job Definition Format (JDF) deve
essere creato simultaneamente all’output PPML. Potete scegliere di fare questo
se state utilizzando Job Jackets in un workflow JDF.
• Utilizzate il riquadro Sommario per visualizzare un sommario delle opzioni di
esportazione PPML.

Utilizzate la finestra di dialogo Opzioni di lavoro per specificare opzioni dettagliate


per l’esportazione di un layout in un formato PPML.

6 Fate clic su OK.


7 Per catturare le impostazioni correnti senza creare un output PPML, fate clic su
Impostazioni di cattura.

8 Per eseguire un output di documenti distesi anziché pagine singole, selezionate


Documenti distesi.

296 | CAPITOLO 10: ALTRE NUOVE FUNZIONALITÀ


NUOVE OPZIONI DI OUTPUT PER QUARKXPRESS 7

9 Per raccogliere copie di tutte le immagini utilizzate nel layout in una cartella dal
nome “Images”, selezionate Raccogli immagini. In caso contrario, le immagini
non verranno incluse nell’output PPML.

10 Fate clic su Salva.

STILI DI OUTPUT
Se si considerano le numerose opzioni disponibile per l’invio di un contenuto
QuarkXPress all’output, gli stili di output possono aiutarvi a semplificare le ope-
razioni di produzione finale. In aggiunta all’uso degli stili di stampa (disponibili
nelle versioni precedenti di QuarkXPress), potete catturare delle impostazioni
di output nei formati PDF, EPS e PPML. QuarkXPress 7 include impostazioni di
default per tutte le opzioni di output che possono servire come base per una
personalizzazione in funzione delle proprie esigenze. Oppure è possibile creare
degli stili di output partendo da zero.

Per creare uno stile di output, procedete come segue:

1 Scegliete Comp./Modifica Þ Stili di output. Viene visualizzata la finestra di


dialogo Stili di output.

Utilizzate la finestra di dialogo Stili di output per creare, importare, esportare,


modificare e rimuovere gruppi di impostazioni per output di Stampa, PPML, EPS
e PDF.

2 Fate clic su Nuovo e scegliete una delle quattro opzioni disponibili. Viene visua-
lizzata una finestra di dialogo che vi consente di costruire uno stile di output. Le
opzioni specifiche disponibili in questa finestra di dialogo per un determianto
formato sono le stesse di quelle disponibili quando stampate o esportate un
layout in quel formato.

• Per informazioni sulle opzioni EPS, vedere “Saving a page in EPS format.”
• Per informazioni sulle opzioni PDF, vedere “Exporting a layout in PDF format.”
• Per informazioni sulle opzioni PPML, vedere “Exporting a layout in PPML format.”

CAPITOLO 10: ALTRE NUOVE FUNZIONALITÀ | 297


ALTRE MODIFICHE DELL’INTERFACCIA

ALTRE MODIFICHE DELL’INTERFACCIA

Oltre a significative modifiche apportate all’architettura del software in


QuarkXPress 7, sono state apportate leggere modifiche anche a termini,
icone ed elementi dell’interfaccia che potrete osservare con l’uso del software.

I have been asked this many times! It is skipped because in italian “get” for
pictures and text has always been translated as “importa”. So this sentence
does not apply.

Con lo strumento di collegamento o di rottura del collegamento selezionato, il


simbolo della coda di una freccia indicante il termine di una catena di testo viene
rappresentata in QuarkXPress 7 semplicemente come l’estremità di una linea.

298 | CAPITOLO 10: ALTRE NUOVE FUNZIONALITÀ

You might also like