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Il diritto bancario viene generalmente definito come il complesso di norme che regolano la costituzione,
lorganizzazione e lesercizio dellimpresa di credito.
Nello sviluppo storico della legislazione bancaria italiana si possono distinguere approssimativamente quattro periodi:
il periodo che va dal 1861 (unit dItalia) al 1926 (emanazione della prima legge bancaria);
il periodo compreso tra la prima e la seconda legge bancaria (1936);
il periodo che va dalla seconda legge bancaria ai primi anni 80;
il periodo che va dai primi anni 80 ai nostri giorni (emanazione del Testo Unico delle leggi in materia
bancaria e creditizia T.U.B.).
Il primo periodo caratterizzato dallassenza di una disciplina speciale dellattivit bancaria: le imprese
bancarie, infatti, erano assoggettate, come le altre imprese commerciali, al diritto comune.
Lunica nota caratteristica era costituita dallobbligo, imposto dallart. 177 del Codice di Commercio del 1882, di
depositare presso il Tribunale di Commercio una situazione mensile esposta secondo un modello predisposto con decreto
governativo. Lattivit bancaria in quanto tale non era sottoposta a particolari controlli da parte dellautorit governativa.
Negli ultimi anni dellottocento si era venuta a creare una diversificazione tra le imprese bancarie, a seconda
che finanziassero principalmente attivit industriali, commerciali o di altro tipo.
Questi anni fecero registrare una crisi del sistema bancario italiano sia per lassenza di controlli pubblici sia per
la crisi economica che in quegli anni interessava il Paese ripercuotendosi con effetti disastrosi sulle banche, che
si erano lasciate coinvolgere in speculazioni azzardate.
Il moltiplicarsi dei dissesti bancari rese impellente e necessaria lemanazione di una disciplina speciale che avesse
come obiettivo la tutela del risparmio ed il risanamento del settore.
Un primo risultato fu il R.D.L. 6 maggio 1926IV, n. 812 il quale attribu il potere di emettere biglietti di banca
esclusivamente alla Banca dItalia (istituita nel 1893), che in tal modo divenne lunico istituto di emissione.
La ristrutturazione del sistema bancario fu attuata con il Regio Decreto Legge 7 settembre 1926IV, n. 1511
(convertito con Legge 23 giugno 1927V, n. 1108) (cd. prima legge bancaria) che introdusse un sistema di
controlli sullattivit e sulle imprese bancarie.
La crisi economica internazionale degli anni 30 si ripercosse anche sul sistema economico italiano
determinando lesigenza di una riforma integrale dellattivit bancaria.
Fu questo clima politicoeconomico che condusse allemanazione del Regio Decreto Legge 12 marzo 1936
XIV, n. 375 (convertito con Legge 7 marzo 1938XVI, n. 141), meglio noto come seconda legge bancaria, le
cui principali novit erano:
distinzione tra enti raccoglitori di risparmio a breve termine (detti anche aziende di credito) ed enti raccoglitori
di risparmio a medio e lungo termine (o istituti di credito), cui corrispondeva una diversa disciplina;
attribuzione del controllo sullattivit bancaria ad un Comitato di ministri, alle cui dipendenze venne posto un
organo burocratico denominato Ispettorato per la difesa del risparmio e per lesercizio del credito, a capo
del quale era il Governatore della Banca dItalia, con poteri ampiamente discrezionali;
riconoscimento alla Banca dItalia della natura di ente pubblico.
In tal modo si realizzava un sistema che consentiva al Governo interventi di politica economica attraverso la
manovra del credito.
La caduta del regime fascista non condusse ad una radicale modificazione del sistema bancario italiano. Gli
interventi legislativi si limitarono ad una redistribuzione dei poteri di controllo sullattivit bancaria tra gli organi
di governo. Lentrata in vigore della Costituzione repubblicana, che enunciava agli artt. 41 e 47 principi in materia
economica e bancaria coerenti con le precedenti linee guida, non determin un mutamento dindirizzo nella politica
legislativa in materia bancaria. Infatti, negli anni 50 e 60 lordinamento bancario continu a svilupparsi secondo
le linee tracciate dalla legislazione dellimmediato dopoguerra: estrema specializzazione, assenza dintermediari
finanziari diversi dalle banche e rigorosa protezione nei confronti del mercato internazionale.