You are on page 1of 6

Francesco Petrarca

Erano i capei d'oro a l'aura sparsi


Biografia del poeta:
Nacque ad Arezzo il 20 Luglio 1304, fanciullo, dovette seguire il padre Ser Petracco, notaio fiorentino bandito da Firenze per le sue idee politiche, ad Avignone, allora sede pontificia. Presso la vicina universit di Montpellier inizi, su richiesta del padre, lo studio delle materie giuridiche che persegu presso l'universit di Bologna. Presso quest'ultima universit ebbe tra i suoi professori di Legge quello che sarebbe divenuto un suo futuro maestro di poesia: Cino da Pistoia. Ben presto si accorse per che le materie giuridiche non erano fatte per lui e abbandonate quelle discipline si appassion allo studio di Cicerone e dei poeti antichi. Nel 1326 la morte del padre richiam Francesco, unitamente al fratello Gherardo, ad Avignone dove i due fratelli constatarono che l'eredit del padre non gli avrebbe consentito di vivere ancora per molto senza trovarsi una sistemazione. Il ritorno ad Avignone venne caratterizzato dall'incontro di Francesco con quella che sarebbe divenuta l'ispiratrice di tutte le sue liriche d'amore. Era il Venerd Santo del 1327 quando il poeta vide nella chiesa di Santa Chiara Laura la donna che amer per tutta la vita. L'amore di Francesco per Laura, gi sposata da due anni con Ugo de Sade, fu unico e prosegui anche dopo la sua morte che avvenne, a causa della peste, nel 1348. Dal 1353 visse in Italia a Milano e in seguito a Venezia e Padova per stabilirsi infine ad Arqu, sui colli Euganei, dove mor il 19 Luglio 1374.

Testo della Poesia:


Erano i capei d'oro a l'aura sparsi che 'n mille dolci nodi gli avolgea, e 'l vago lume oltra misura ardea di quei begli occhi ch'or ne son s scarsi; e 'l viso di pietosi color farsi, non so se vero o falso, mi parea: i' che l'esca amorosa al petto avea, qual meraviglia se di subito arsi? Non era l'andar suo cosa mortale ma d'angelica forma, e le parole sonavan altro che pur voce umana; uno spirto celeste, un vivo sole fu quel ch'i' vidi, e se non fosse or tale, piaga per allentar d' arco non sana.

Metrica:

un componimento lirico, appunto di Francesco Petrarca. Questa poesia presenta quattro strofe, e quattordici versi. I versi sono endecasillabi piani. Le strofe si dividono in due quartine e due terzine. Le due quartine hanno una rima incrociata (con schema ABBA), mentre le due terzine presentano una rima inversa.

La Parafrasi:
Erano i capelli biondi mossi al vento che li avvolgevano in tanti dolci riccioli, e la luce vaga dei suoi bei occhi, che ora pian piano col passar degli anni sta diminuendo, splendeva in modo straordinario e mi sembrava, non so se fosse vero o falso, che il suo viso esprimeva nei colori, sentimenti di piet a piet: io che ero pronto allamore, c' da meravigliarsi se arsi damore subito? Il suo portamento non era mortale, ma angelico, e le parole suonavano con tono diverso dallumano; uno spirito celeste, un vivo sole fu quel che vidi, e anche se ora non risplende pi per gli anni, una ferita non si rimargina se larco non ha pi le corde tese.

Dante Alighieri
Tanto gentile e tanto onesta pare
Biografia del poeta:
Dante Alighieri nasce a Firenze nel 1265 in una famiglia della piccola nobilt fiorentina. Il suo primo e pi importante maestro di arte e di vita Brunetto Latini, che in questi anni ha una notevole influenza sulla vita politica e civile di Firenze. Ancora giovanissimo conosce Beatrice (figura femminile centrale nell'opera del nostro poeta), a cui Dante legato da un amore profondo e sublimato dalla spiritualit stilnovistica. Beatrice muore nel 1290. Dopo questa disgrazia Dante vive un momento di crisi. Dante, a partire dal 1295, entra attivamente e coscientemente nella vita politica della sua citt. La sua carriera politica raggiunge l'apice nel 1300 quando Dante, guelfo di parte bianca, viene eletto priore. L'anno successivo, il papa Bonifacio VIII decide di inviare a Firenze Carlo di Valois, fratello del re di Francia, con l'intenzione nascosta di eliminare i guelfi bianchi dalla scena politica. Il poeta non ritorner mai pi nella sua citt natale, condannato ingiustamente all'esilio. Col passare degli anni Dante inizi a vedere il suo esilio come simbolo del distacco dalla corruzione, dagli odi e dagli egoismi di parte. La denuncia e il tentativo di indirizzare di nuovo l'uomo verso la retta via sono per lui l'ispirazione di una nuova poesia che prende forma nella Divina Commedia. Muore a Ravenna nel 1321.

Testo Poesia:
Tanto gentile e tanto onesta pare la donna mia, quand'ella altrui saluta, ch'ogne lingua devn, tremando, muta, e li occhi no l'ardiscon di guardare. Ella si va, sentendosi laudare, benignamente d'umilt vestuta, e par che sia una cosa venuta da cielo in terra a miracol mostrare. Mostrasi s piacente a chi la mira che d per li occhi una dolcezza al core, che 'ntender no la pu chi no la prova; e par che de la sua labbia si mova un spirito soave pien d'amore, che va dicendo a l'anima: Sospira.

Metrica:

In questo sonetto, si presentano quattro strofe e quattordici versi. I versi sono endecasillabi. Le strofe si dividono in due quartine e due terzine. Le rime sono incrociate nelle quartine (ABBA) e invertite nelle terzine (CDE-EDC).

La Parafrasi:
La mia donna appare tanto nobile e onesta quando saluta la gente, tanto

che tutti fanno silenzio e gli occhi non osano guardarla. Ella procede, sentendosi lodare, con lapparenza esterna di cortese benevolenza e pare sia una creatura discesa dal cielo sulla terra per mostrare la potenza divina. Si mostra cos bella a chi la guarda, che tramite gli occhi trasmette una dolcezza al cuore che chi non la prova non pu capire e sembra che dal suo volto provenga un soave spirito damore che dice allanima: Sospira.

Catullo
Baci, baci e ancora baci
Biografia del poeta:
Gaio Valerio Catullo nacque a Verona nell'allora Gallia Cisalpina nell'84 A.C. in una famiglia molto agiata. Pare che nella splendida villa di famiglia a Sirmione, sul lago di Garda, sia stato ospite pi di una volta persino Giulio Cesare. Proprio a Roma conosce la donna che sar il suo grande amore, ma anche il suo tormento: Clodia, sorella del tribuno Clodio Pulcro e moglie del proconsole per il territorio cisalpino, Metello Celere. Catullo canta il suo amore per Clodia nei suoi carmi attribuendole il nome poetico di Lesbia, per il paragone implicito con la poetessa di Saffo. La relazione tra i due molto difficile perch Clodia, di dieci anni pi grande di lui, s una donna elegante, raffinata ed intelligente, ma anche molto libera. Ella infatti pur amando il poeta non gli risparmia una serie di dolorosi tradimenti fino alla definitiva separazione. Alla notizia della morte del fratello, Catullo torna nella nativa Verona rimanendovi per circa sette mesi. Ma la notizia dell'ennesima relazione di Clodia, legatasi nel frattempo a Celio Rufo, lo induce a tornare a Roma. L'insostenibile peso della gelosia lo rende irrequieto al punto da lasciare nuovamente Roma per seguire, nell'anno 57, il pretore Caio Memmio in Bitinia. Gli ultimi due anni della sua vita sono funestati da un oscuro male, secondo alcuni il mal sottile, che lo consuma nella mente e nel fisico fino alla sua morte. Non si conosce con esattezza la data della sua morte che dovrebbe essere avvenuta intorno al 54, a Roma, quando Catullo ha appena trent'anni.

Testo Poesia:
Viviamo, o mia Lesbia, e amiamoci e i mugugni dei vecchi troppo severi stimiamoli tutti un soldo. I giorni possono tramontare e risorgere ma non appena muore la breve luce della nostra vita, una continua, eterna notte ci attender. Dammi mille baci e poi cento e ancora altri mille e poi di nuovo cento. Quando ce ne saremo dati a migliaia, li mescoleremo, affinch nessun maligno possa farci il malocchio, sapendo che possono esistere tanti baci.

Metrica:
una poesia lirica composta da una strofa e tredici versi.

Significato della poesia:


Per Catullo il legame con Lesbia, anche se di tipo extraconiugale, basato su un patto che comporta fedelt, lealt, amicizia, con un valore morale non inferiore al matrimonio. Linfedelt di Lesbia distrugge questo patto, acuisce il desiderio ma lo rende tormentoso. Nella fase finale lamore per Lesbia sentito come una malattia e come insanabile dolore che logora le forze vitali.

Created By.

Massimo Deplano

You might also like