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16 Marzo 2014 - II Domenica di Quaresima - Anno A

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Andate per tutto il mondo e predicate il vangelo a ogni creatura(Mc 16, 15). Se qualcuno si vergogner di me e delle mie parole, il Figlio dell'uomo si vergogner di lui quando ritorner nella gloria sua e del Padre e degli angeli santi (Lc 9, 26).

Disegno di Sergio Toppi

Il suo volto brill come il sole Nelle Scritture, la montagna sempre il luogo della rivelazione. Sono gli uomini come Mos (Es 19) e Elia (1Re 19) che Dio incontra. Si racconta anche che il volto di Mos venne trasfigurato da quellincontro: Quando Mos scese dal monte Sinai - le due tavole della Testimonianza si trovavano nelle mani di Mos mentre egli scendeva dal monte - non sapeva che la pelle del suo viso era diventata raggiante, poich aveva conversato con il Signore (Es 34,29). La magnificenza della rivelazione divina si comunica anche a coloro che la ricevono e diventano i mediatori della parola di Dio. Ges si mette a b rillare come il sole sotto gli occhi di tre discepoli: questo lo individua come colui che lultimo a rivelare Dio, come colui che oltrepassa tutti i suoi predecessori. Ci sottolineato ancor pi dal fatto che Mos ed Elia appaiono e si intrattengono con lui. Essi rappresentano la legge e i profeti, cio la rivelazione divina prima di Ges. Ges lultima manifestazione di Dio. quello che dimostra la nub e luminosa - luogo della presenza divina (come in Es 19) - da dove una voce designa Ges come il servitore regale di Dio (comb inazione del salmo 2, 7 e di Isaia 42, 1). A ci si aggiunge, in riferimento a Deuteronomio 18, 15, lesortazione ad ascoltare Ges, ad ascoltare soprattutto il suo insegnamento morale.

+ Dal vangelo secondo Matteo (Mt 17,1-9) Il suo volto brill come il sole In quel tempo, Ges prese con s Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brill come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mos ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Ges: Signore, bello per noi essere qui! Se vuoi, far qui tre capanne, una per te, una per Mos e una per Elia. Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li copr con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: Questi il Figlio mio, lamato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo. Alludire ci, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Ges si avvicin, li tocc e disse: Alzatevi e non temete. Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Ges solo. Mentre scendevano dal monte, Ges ordin loro: Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio delluomo non sia risorto dai morti.

Dalla Parola del giorno Ed ecco una voce dalla nub e che diceva: "Questi il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo!" Luce di bellezza Chiss se quella cenere leggera caduta sulle nostre teste ha davvero avuto la forza della grandine, ha svegliato il torpore della nostra fede mettendoci in cuore l'incandescienza che purifica e rinnova. Chiss se la mortificazione di questa prima settimana ha vivificato la nostra fede e ci ha resi pronti a riconoscere i vicoli ciechi delle nostre scorciatoie, per imboccare la via promettente del Vangelo. Dal deserto delle tentazioni la liturgia ci fa fare un balzo impegnativo fino al Tabor, il monte della Trasfigurazione. Un balzo importante perch ci fa pregustare la meta verso la quale siamo incamminati. Questo "salto spirituale" dal deserto al Tabor ci mette davanti agli occhi un Vangelo che scardina quell'immagine grigia, cupa e ammuffita della Quaresima che si sedimentata nel nostro immaginario spirituale. L'autentica mortificazione quaresimale per la vivificazione e non per la tristezza! Se mi mortifico per far crescere la vita dello Spirito in me; perch mi serve dire alcuni "no" per allargare il cuore a dei "s" pi grandi e pi maturi; perch in me c' qualcosa che deve morire per portare frutto. Pietro, Giacomo e Giovanni sono condotti dal loro Rabb in cima al Tabor. Mentre salgono in silenzio, il loro smarrimento cresce nel cuore. La Parola di Ges sul suo futuro di passione, di morte e resurrezione rimasta indigesta... Non capiscono, ma si fidano del Maestro. Non capiscono, ma camminano sui suoi passi. Non capiscono, ma sanno che devono stare sulle tracce di Ges. Mentre salgono al Tabor, i pensieri sono in subbuglio. Confusione. Smarrimento. Buio. Il respiro corto della salita batte il ritmo dei mille pensieri che si scontrano nel cuore e nella testa. E all'improvviso, a squarciare il buio che i discepoli si portano dentro, ecco una luce. Un bagliore di bellezza. Gli occhi sono sgranati e il cuore batte a mille. Pietro, Giacomo e Giovanni ricevono il dono di poter assistere ad un anticipo della gloria della Resurrezione. Ges svela l'altra faccia del suo mistero: non solo la Croce, ma anche la Gloria. Ges apre i loro occhi per riconoscere la Sua bellezza, per svelare la Sua identit. Coraggio, cari amici cercatori di Dio! Lasciamoci vivificare dalla Sua Parola, trasfiguriamo le mortificazioni sterili in desideri autentici di conversione del cuore. Buon cammino di Quaresima don Rob erto Seregni

Ti preghiamo, Signore Ges, illumina anche noi con la luce della Tua bellezza. In compagnia di Pietro, Giacomo e Giovanni contempleremo il Tuo Volto Trasfigurato d'amore. Tu non ci vuoi mai lasciare soli, lo sai che siamo deboli e fragile. Tu conosci le nostre fatiche e ci hai chiamati a Te per donarci forza e coraggio con la tua Parola e il Tuo Pane di vita. F che anche in mezzo alle fatiche quotidiane non ci sentiamo mai soli e che il ricordo della Tua bellezza non ci permetta di svendere il nostro cuore alle illusioni e alle promesse false del mondo. Con la forza dello Spirito di Santit, guidaci nel nostro cammino di conversione quaresimale. Maria aggiunga ci che manca alla nostra preghiera. Amen.

Quante volte nella mia vita ho ceduto alle lusinghe del successo e del potere da raggiungere a qualsiasi prezzo, anche a costo di sacrificare gli altri all'altare della mia ambizione e del mio desiderio di onnipotenza?!

La fede sazia i desideri della mente e del cuore, e perci reca la pace e l'infonde nell'anima (SM 261).

Disegno di Sergio Toppi

La Quaresima tempo di preghiera, di una preghiera pi intensa, pi prolungata, pi assidua, pi capace di farsi carico

delle necessit dei fratelli; preghiera di intercessione, per intercedere davanti a Dio per tante situazioni di povert e di sofferenza. ....Terzo elemento, lelemosina: essa indica la gratuit, perch nellelemosina si d a qualcuno da cui non ci si aspetta di ricevere qualcosa in camb io. La gratuit dovreb b e essere una delle caratteristiche del cristiano, che, consapevole di aver ricevuto tutto da Dio gratuitamente, cio senza alcun merito, impara a donare agli altri gratuitamente. Oggi spesso la gratuit non fa parte della vita quotidiana, dove tutto si vende e si compra. Tutto calcolo e misura. Lelemosina ci aiuta a vivere la gratuit del dono, che lib ert dallossessione del possesso, dalla paura di perdere quello che si ha, dalla tristezza di chi non vuole condividere con gli altri il proprio b enessere. Basilica di Santa Sabina - Mercoled, 5 marzo 2014

C' una sola regola per essere un b uon conversatore: imparare ad ascoltare. Spesso quando ascoltiamo pensiamo quello che dob b iamo rispondere. Ma questo sentire. Ascoltare dimenticare se stessi e ascoltare la persona che parla.

Non appena Dio cre l'uomo, si mise subito in ascolto, da buon padre, dei bisogni e delle richieste di quella sua nuova, inconsueta creatura. "Ho fame e sete", disse subito l'uomo. Dio gl'insegn come cibarsi: gl'indic le sorgenti, gli alberi da frutta e i favi delle api, i cespugli di bacche e mille altre leccornie prodotte dalla terra. Ma l'uomo, saziata fame e sete, fece altre richieste. "Ho sete di protezione e di riposo", disse. Dio gl'insegn come utilizzare le mani, cosa che non aveva mai fatto con nessun'altra delle sue creature. L'uomo si costru una capanna ed un giaciglio, ed ebbe la soddisfazione di udire la pioggia tamburellare sul suo capo mentre lui, all'asciutto, lasciava vagabondare i suoi pensieri. "Ho sete di piaceri", disse poi, forse impigrito dal troppo dormire. Dio lo accontent. Gli aguzz i sensi, come fa un arciere con le punte della sua freccia; e l'uomo pot assaporare, in maniera tutta speciale, gusti, suoni, profumi, panorami e carezze. Poich queste ultime gli piacquero immensamente, l'uomo disse: "Ho sete d'amore". Dio fu contento di questa richiesta meno materiale delle altre e insuffl nell'anima dell'uomo un pizzico del suo soffio personale. L'uomo am col cuore e con il corpo e fu tutt'uno con la persona amata, e comunic con lei quasi nel modo in cui Dio, creandolo, aveva comunicato con lui. Fu allora che Dio si sent fare dall'uomo la richiesta a lui pi cara. "Ho sete di bellezza, d'armonia e d'eternit", disse l'uomo. Dio fu felice. Cosparse l'anima dell'uomo di un suo polline specialissimo, che teneva in serbo dall'eternit per chi, seppure molto alla lontana, gli fosse simile. E, considerata terminata la sua opera, si allontan. L'uomo, per, aveva ancora una sete da saziare. Si trattava, bench non lo sapesse, di una sete impossibile da estinguere ma che, colmata anche solo in parte, gli avrebbe dato una soddisfazione tale da annullare tutte le altre. Essa per lo avrebbe divorato, a tal punto da trasformarlo in un'altra creatura, odiata ma temuta dai suoi simili pi di tutte. "Ho sete di potere", disse l'uomo. Poich Dio era assente, gli si present un demone pronto ad esaudirlo. Ecco perch, di tutte le seti dell'uomo, quest'ultima sete rinascer sempre insaziata nel suo cuore, ed avr sempre, non la benedizione di Dio, ma la voracit del suo nemico. Piero Gribaudi

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