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LA REPUBBLICA 43
DIARIO
di
LENIN
ENRICO FRANCESCHINI
il tempo, la malattia ha interrotto piuttosto presto il suo regno. Ciononostante, fu lui a distruggere la societ civile, a far trucidare barbaramente lo zar e tutta la sua famiglia, a creare uno stato di polizia, a usare la carestia come unarma di repressione e ricatto. Eppure c chi salva il 1917, la rivoluzione dOttobre, come una grande ribellione popolare contro il totalitarismo della Russia zarista. Non mi vengono i lucciconi a sentire la parola rivoluzione. Ci sono due tipi di persone: coloro secondo cui le rivoluzioni portano giustizia sulla terra, e coloro secondo cui instillano amore per la violenza. Io appartengo a questa seconda categoria. E bello, in teoria, pensare che la rivoluzione abbatta la tirannide. Ma il sangue e la violenza generano quasi sempre altro sangue, altra violenza. Se poi parliamo in particolare della rivoluzione del 1917, bisogna ricordare che la Russia dellinizio del secolo non era pi un rigido sistema totalitario, si stava democratizzando, stavano esplodendo il progresso, le riforme sociali, le libert civili, oltre a unincredibile ondata di creativit artistica, senza uguali nel resto del mondo. LOttobre rosso calato su tutto questo come una saracinesca. Lenin non port nulla di buono? Si limit a distruggere. Linnesto del comunismo nella Russia del 1917 stata una tragedia di cui quel paese porta ancora le conseguenze. Ci vorranno anni, decenni, perch la Russia se ne liberi. Nel libro descrive Stalin come un despota allucinato, paranoico, pazzoide. E Lenin? Lenin non era pazzo, sebbene lo scrittore russo Ivan Bunin lo abbia definito un imbecille congenito. Era intelligente, ma di unintelligenza pedante, psicotica, nichilista, che fa venire i brividi. Non aveva alcun senso morale. Per Lenin, il fine giustifica i mezzi, in qualunque circostanza. C qualcosa di folle in un cinismo cos assoluto. Anche il comunismo era amorale, cinico? Il problema del comunismo che, al contrario del nazismo, in teoria sembrava una buona cosa. Conteneva lidea salvifica che la societ pu essere migliorata. Che pu essere creato un Uomo Nuovo. E tutto questo, sulla carta, sembra decisamente meglio dellidea di ogni uomo per s. Ma poi in Russia si visto che cosa ha prodotto questa bella idea: la distruzione delluomo, della famiglia, della societ. Perch il comunismo ha resistito tenacemente anche fuori dalla Russia sovietica, nellOccidente libero e democratico? Per molte ragioni. Perch ha riempito il vuoto lasciato dalla religione in chi non credeva. Perch le classi istruite hanno un impulso istintivo ad adottare le idee pi radicali. Perch la classe media ha trovato nel comunismo unevasione dal senso di colpa per il suo benessere. E perch le masse sono state tenute per decenni alloscuro di che cosera veramente la Russia comunista. Come reagisce di fronte a chi continua a dirsi comunista, quindici anni dopo la caduta del muro di Berlino, oltre dieci anni dopo la fine dellUrss? Le utopie sono resistenti, molto duro rinunciarvi. Quando il mio amico Eric Hobswam si dice comunista io mi dico che Eric non solo il pi grande storico vivente, un anche un uomo eccezionale, uneccezione, non bisogna tenerne conto. Ma davanti ad altri
Il peccato originale
TZVETAN TODOROV
Solo se processer quei crimini con la stessa forza usata per fascismo e nazismo la sinistra potr trovare la sua vera identit
PROPRIO in Russia, nel 1917, nato il primo stato totalitario; e il suo ostetrico si chiama Lenin. Compare qui una delle tesi costanti dello scrittore Vassilij Grossman: non si pu isolare Ezov o Berija, i capi della polizia politica, da Stalin, capo di stato; n separare Stalin da Lenin. questultimo che fissa i grandi tratti del nuovo regime. La prima caratteristica della sua azione di essere interamente sottomessa a uno scopo, quella di prevalere a ogni costo. un machiavellismo spinto allestremo, in cui il fine giustifica tutti i mezzi, e in cui non esiste nessun assoluto. Lenin nella discussione non cercava la verit, cercava la vittoria, scrisse Grossman. Lenin assomigliava a un chirurgo che crede solo al suo bisturi, per arrivare al suo scopo non esita a tagliare nel vivo dei tessuti. Poich la guerra la verit della vita, non c alcuna ragione di astenersi dal praticarla; e la guerra contro il nemico interno si chiama terrore.
LENIN
casi di cecit mi dispero. E molto triste. Cosa risponde a chi dice: non si pu paragonare il nazismo al comunismo? E vero: non si pu. Innanzi tutto perch, come ho notato, sulla carta il comunismo predicava nobili sentimenti. Purtroppo, ha fatto pi vittime del nazismo: se contiamo solo quelle ammazzate da Stalin si arriva a trenta o quaranta milioni, per di pi quasi tutti russi e in maggioranza comunisti. Daltra parte, il comunismo ha avuto una vita molto pi lunga del nazismo: non sappiamo quali massacri avrebbe commesso Hitler, se avesse vinto la seconda guerra mondiale. Le pare che lOccidente abbia fatto i conti con il comunismo, cos come li ha fatti con il nazismo? Assolutamente no. Se la Russia avesse processato il comunismo come la Germania ha processato il nazismo, forse oggi sarebbe gi un paese normale. Ma anche fuori dalla Russia mancato un autentico processo al comunismo. Nel libro se la prende con il silenzio di tanti intellettuali di sinistra. Non solo unesigenza morale di verit, la mia. E che spetta proprio alla sinistra processare il comunismo. Per la destra troppo facile, e comunque non basterebbe. Il comunismo apparir per ci che veramente stato solo dopo che la sinistra lo avr definitivamente condannato e sepolto. Prima non pu accadere. Ma la sinistra europea lo ha condannato, ha preso le distanze, non si dice pi comunista da un pezzo. Credo che debba fare di pi. Credo che debba denunciarlo con lo stesso orrore con cui ha denunciato nazismo e fascismo. E allora, liberata da quel fardello, la sinistra potr mostrare in pieno la sua vera identit. E quale sarebbe? In Gran Bretagna, i critici di Blair dicono che, per vincere, il leader laburista scimmiotta la destra. Non sono daccordo, anche se sono critico su tanti aspetti della politica di Blair. Ma il Labour, la socialdemocrazia, la sinistra europea, hanno unidentit ben precisa: quella di un progresso graduale per tutti, di una difesa ragionata dei pi deboli, di una solidariet umana portata avanti con mezzi di pace e non di guerra, di pari opportunit e pari regole per tutti, poich questa la vera uguaglianza. Essere di sinistra, oggi, ha ancora un significato molto preciso. Ma con il comunismo e con Lenin non centra proprio niente.
Senza Lenin non si capirebbe lo stalinismo. Fu lui a distruggere la societ civile e a far uccidere barbaramente lo zar e la famiglia
44 LA REPUBBLICA
DIARIO
LE TAPPE PRINCIPALI
1870 Vladimir Ilic Ulianov nasce a Simbirsk da Ilija Nikolaevic e Marija Blank. Cresce in una famiglia borghese piuttosto agiata dove entrambi i genitori coltivano interessi intellettuali.
1887 Il fratello Aleksandr Ilic, militante rivoluzionario, viene arrestato e condannato a morte per aver progettato luccisione dello zar. La sorella Anna viene arrestata e poi rilasciata
1897 Lenin, che ha aderito al movimento rivoluzionario, viene condannato al confino in Siberia, dove si sposa con Nadezda Krupskaja. Il confino dura tre anni
LEGAMI
I LIBRI
RICHARD PIPES La Russia sotto il regime bolscevico. 1919-1924, Mondadori 1999 ERNST NOLTE Nazionalsocia lismo e bolscevismo, Sansoni 1988
Lenin e Stalin condivisero lidea del diritto dei bolscevichi a detenere il monopolio assoluto del potere e a distruggere ogni opposizione
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ROBERT CONQUEST Il secolo delle idee assassine, Mondadori 2001 FRANOIS FURET Il passato di unillusione. Lidea comunista nel ventesimo secolo, Rizzoli 1995 HLENE CARRRE DENCAUSS E Lenin. Luomo che ha cambiato la storia del Novecento, Corbaccio 2000 ORLANDO FIGES La tragedia di un popolo. La rivoluzione russa, Corbaccio 1997 ROBERT SERVICE Lenin. Luomo, il leader, il mito. Mondadori 2001 MARCELLO FLORES In terra non c il paradiso. Il racconto del comunismo, Baldini e Castoldi 1998 ALEKSAND R SOLZENICY N Lenin a Zurigo Mondadori 1976
rizzare la classe operaia; a soffocare nel sangue gli insorti di Kronstadt. Quando Lenin mor la sua rivoluzione aveva vinto, ma, appunto, ogni anticorpo alluso sempre pi brutale del potere era distrutto. Nel 1924 la via era aperta a Stalin. Quel che conta, per il giudizio storico, il fatto che fu proprio grazie al sistema creato da Lenin che Stalin pot fare quel che fece. E sotto questo profilo sostanziale che Stalin fu lautentico erede di Lenin.
Ma perch nessuna degenerazione del comunismo al potere fu in grado di scuotere se non nel momento dellultimo crepuscolo e del fallimento fattosi palese la fede nel leninismo dei comunisti non al potere, a partire da quelli di casa nostra? La fede comunista aveva al proprio interno un meccanismo di salvaguardia che vanificava ogni verifica: lincrollabile convinzione che fosse in atto una transizione dal vecchio al nuovo mondo in ba-
se alla quale la bont della struttura socialista avrebbe immancabilmente posto rimedio ad ogni provvisorio errore, ad ogni difetto, ad ogni necessaria violenza. La storia era ormai in marcia e nulla poteva arrestarla. Era sufficiente attendere e attendere. E il leninismo costituiva un bene non negoziabile. Eppure, a ondate successive, tutto era stato visto e previsto circa la vocazione del bolscevismo alla dittatura senza freni dai socialdemocratici antibolscevichi e dai comunisti critici del leninismo (per tacere dei non marxisti): prima dellottobre dal menscevico Martov, dal Trockij non ancora bolscevico; subito dopo lottobre da Kautsky, da Turati, dalla Luxemburg e da Pannekoek. Molti altri nomi potrebbero farsi. Furono derisi e denunciati come nemici, gente che non comprendeva le ragioni del socialismo e i diritti dellavvenire. Ora la parabola si compiuta. Di Lenin rimane il sogno - generato dalla reazione al dispotismo zarista e agli orrori della guerra e rovesciatosi in una catastrofe - di una redenzione millenaristica, di una liberazione finale dellumanit concepita alla luce di un dogmatismo intollerante e violento e costruito con i mattoni di una delle pi grandi tirannidi della storia infine abbattuti dai bulldozer di Berlino.
CARL SCHMITT
Lenin consider inevitabile il ricorso alla violenza Solo la guerra rivoluzionaria , per Lenin, la guerra vera perch si fonda sullinimicizia assoluta. Tutto il resto gioco convenzionale
Teoria del partigiano 1963
JOSIF BRODSKIJ
Lenin era in tutto e per tutto un prodotto del suo tempo: un miope rivoluzionario assillato da una brama monomaniacale e tipicamente piccoloborghese, la brama del potere
Fuga da Bisanzio 1986
DIARIO
LA REPUBBLICA 45
1900 Per Lenin comincia un lungo periodo di esilio che lo porter a Zurigo, Monaco e Londra, durante il quale produrr alcune delle sue opere teoriche pi note. Qui gioca a scacchi a Capri con Plechanov
1917 Il 3 aprile Lenin arriva alla stazione Finlandia di Pietroburgo. La sua azione porta alla caduta del governo Kerenskij e alla presa del potere, in ottobre, da parte dei bolscevichi
1922 Lenin si ammala gravemente. Un susseguirsi di colpi apoplettici che lo portano poi alla paralisi. Fallisce cos lestremo tentativo di sconfiggere Stalin. lenin muore il 21 gennaio del 1924
I FILM
REDS Cinque anni della vita del giornalista americano John Reed (amico personale di Lenin), coinvolto nella rivoluzione sovietica. Di Warren Beatty (1981) OTTOBRE Febbraio 1917, a Pietroburgo caduto il regime zarista ma solo in aprile, con il ritorno dallesilio di Lenin il proletariato riesce ad organizzarsi. Di Sergej M. Ejzenstein (1927) DOTTOR ZIVAGO Negli anni della rivoluzione sovietica, il dottor Zivago e linfermiera Lara si amano con disperata passione. Di David Lean (1965) TRE CANTI SU LENIN Documentaric elebrativo per il decimo anniversario della scomparsa di Lenin, prende spunto da tre canti popolari dellUzbekistan per esaltare la figura dello statista. Di Dziga Vertov (1934) LA FINE DI SAN PIETROBURGO La conversione di un contadino che da delatore diventa uno degli assalitori del Palazzo dInverno. Di Vsevolod Pudovkin (1927)
furono i contadini ma lo Stato, che requis a chi lavorava la terra persino i documenti per la circolazione interna, cos facendo asservendoli, e che lasci gli operai praticamente privi di diritti politici e sindacali. Fu la dittatura del burocrariato e non del proletariato, e se sotto Stalin essa si rinsald definitivamente, era per iniziata gi ai tempi di Lenin. Ci illudevamo, noi della generazione degli anni Sessan-
OLEOGRAFIA
In queste pagine, alcuni tipici esempi dellimmagine oleografica di Lenin diffusa in Urss dopo la sua morte
BERTRAND RUSSELL
noi non lo citiamo spesso, usava lamentarsi. E lui rimediava, ricorrendo a Vladimir Ilic Ulianov ogni qualvolta voleva impartire a sinistra una lezione di realismo: si trattasse degli eccessi di pansindacalismo nei mesi dellautunno caldo, o dei rigurgiti di infantilismo estremista che egli denunziava nei giovani del Sessantotto (ed oltre). Lenin, ricordava, aveva ammonito a non giocare con linsurrezione! In questa fase, ha scritto lo slavista Vittorio Strada, Lenin era diventato un personaggio caramelloso, da succhiare riformisticamente. Enrico Berlinguer, per ersempio, non amava nominare i russi se non era indispensabile. Lenin, per, lo era. Gli riusc utile, nella sua politica verso i cattolici, una frase di Vladimir Ilic: Noi non proclamiamo n dobbiamo proclamare lateismo del nostro programma. Nel saggio su Proudhon, firmato da Craxi nellestate del 1978, il leader sardo scorse un ultimatum inaccettabile: Se non rinunziate a Lenin dalla a alla zeta, non siete occidentali ma asiatici. Siamo alle ultime battute. Addio Lenin!: cos giustamente i quotidiani commentarono lintervista televisiva del 15 dicembre 81, in cui Berlinguer dichiarava esaurita la spinta propulsiva della Rivoluzione dottobre. Da allora in poi, Lenin, che in quella rivoluzione sincarnava, non fu pi a sinistra nella sinistra ufficiale, almeno un oracolo.
Quando conobbi Lenin, non mi fece tutta limpressione del grande uomo che mi aspettavo. Le mie impressioni pi vivide furono di bigotteria e crudelt mongolica
Autobiografia 1969
RAYMOND ARON
La tesi di Lenin era semplice: il potere del partito bolscevico la dittatura del proletariato. Prima non si era mai saputo cosa fosse esattamente la dittatura del proletariato
Le tappe del pensiero sociologico 1965-67
9 770390 107009
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40121
Anno 29 - Numero 17
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A B
Il ministro del Tesoro interviene allEcofin: Guerra ai paradisi fiscali. Non una questione personale con Fazio
DIARIO
Parmalat,ilpianodiTremonti
Intervengano Europa e G7. Consob: non potevamo fare di pi
LA CRISI DI FIDUCIA DEL RISPARMIATORE
MASSIMO RIVA
LE banche? Davvero, nei crac di Cirio e di Parmalat, sono state raggirate anchesse, come i loro pi sprovveduti clienti? Possibile che personaggi usi a destreggiarsi con le migliaia di miliardi sui mercati delluniverso mondo siano caduti in trappola, n pi n meno dellanziano e titubante pensionato che ha visto diventare carta straccia i risparmi della sua vita? Non c forse qualcosa di stonato, di paradossale, insomma di poco credibile in questa posizione del dichiararsi incolpevole parte lesa assunta da tutti i banchieri con una compattezza unanime che ricorda unomert di diverso e poco commendevole stampo? Agli sventurati risparmiatori che sono le principali vittime indifese dei recenti naufragi finanziari importa poco o nulla del duello che il ministro dellEconomia ha ingaggiato con il governatore della Banca dItalia. SEGUE A PAGINA 14
Avviso di garanzia per Crudele dopo il ritiro del bond. Laccusa dei pm: false comunicazioni e aggiotaggio
ALLA RIUNIONE dei ministri finanziari Ue, il ministro Giulio Tremonti ha annunciato che a febbraio, al prossimo G7 in Florida, porter la proposta italiana per evitare nuovi casi Parmalat. Secondo le intenzioni del Tesoro, le multinazionali straniere che abbiano una posizione dominante in Italia e le partecipazioni in paesi sulla lista nera fiscale dovranno allinearsi alle regole (sanzioni comprese) vigenti sul suolo italiano. Tremonti, precisando che la sua non una guerra personale con Antonio Fazio, ha aggiunto che la questione dovr essere affrontata a livello internazionale. Sul crac di Collecchio, ieri intervenuto in Parlamento il presidente della Consob, Lamberto Cardia: Dietro il caso Parmalat c stata una truffa internazionale, ha spiegato, depositando una memoria di 57 pagine, la vigilanza poteva fare poco. FEDRIZZI, LIVINI, MELETTI PAPITTO e POLIDORI ALLE PAGINE 2, 3 e 4
EVGENIJ EVTUSHENKO
ORNATO dal lager, il poeta dissidente Jurij [Julij] Daniel, che io avevo difeso allepoca del suo oscurantistico processo del 1966, mi raccont che sulle pareti delle latrine dei detenuti erano stati incisi con un chiodo o con la punta di un coltello introdotto di nascosto molti versi del mio poema Luniversit di Kazan, tra cui: Nei giorni del servaggio spirituale, nei giorni delloscurit, le prigioni coscienze della Russia, furono la sua prima universit. Al tempo della stesura del mio poema su Lenin, quando lavoravo negli archivi della citt di Kazan, mi imbattei in un prezioso incartamento: le delazioni sullo studente diciassettenne Volodja Uljanov (diventato in seguito Lenin) raccolte dalla polizia, allora conservate al KGB e protette dal timbro Top secret. In una di esse si narrava il seguente episodio: dopo lesecuzione dellamato fratello maggiore, uno studente terrorista, alcuni compagni, provando piet per il fratello minore, lo trascinarono in una bettola malfamata dove gli fecero bere un intero bicchiere di vodka da 200 grammi. Volodja lo tracann come un sonnambulo, quasi fosse cieco e sordo, poi i compagni premurosi lo portarono a berci sopra un boccale di birra, accompagnato da cetrioli in salamoia e pane nero di segale. Al tavolo di Volodja presero posto due puttane che si concedevano agli studenti per met della tariffa abituale, e certe volte in amicizia, semplicemente cos. Queste versarono qualche lacrima come poterono, consolarono Volodja, accarezzandogli la testa, ma lui non notava niente e, con gli occhi fissi in un punto che soltanto lui vedeva, non faceva che ripetere: Vendicher mio fratello! Vendicher mio fratello!. SEGUE A PAGINA 45 AJELLO, FRANCESCHINI SALVADORI TODOROV e VISETTI ALLE PAGINE 43, 44 e 45
Il Carroccio frena sul parlamento padano. Accuse al presidente del Senato che critica la devolution
La sfida a Bush sorpresa Kerry nei democratici Consulta: perch incostituzionale la legge salva-premier
LINTERVISTA
Rutelli allUlivo: basta propaganda sulle pensioni abbiamo il dovere di dire la verit
GIANLUCA LUZI A PAGINA 8
Francesco Rutelli
IL PERSONAGGIO
Intervista allex presidente dellInter: Non cambio idea, magari senza di me facciamo meno guai
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