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Sciap | Rassegna di Teatro a Cappello

dal 15 al 19 aprile 2014 ore | 21.00 Teatro Tordinona | via degli Acquasparta, 16 INGRESSO LIBERO, USCITA A CAPPELLO
Sciap una rassegna di Teatro a Cappello nata nel 2011 da unidea di Domenico Santo per il Teatro Civico 14 di Caserta. Lo scopo duplice: fare in modo che compagnie che meritano una visibilit, ma che non sono nei circuiti ufficiali, possano avere una rete, e ridare al pubblico un ruolo centrale, riportando a teatro i meccanismo della Commedia dellArte, per scegliere se e quanto pagare per uno spettacolo. Per la stagione 2013-14 a Sciap hanno aderito numerosi teatri, fra i quali: il Teatro Civico 14 di Caserta, il Nostos Teatro di Aversa, il Teatro 99 Posti di Avellino, il Teatro Bertolt Brecht di Formia, il Teatro Tordinona di Roma e il Troia Teatro Festival. Numerose anche le compagnie, di cui riportiamo un breve elenco anche se, fortunatamente, in continuo aggiornamento: Mutamenti, Teatro di Legno, 20 Chiavi Teatro, Marabutti, Esposti, Kanteri, Teatro in Fabula. Vorremmo che il teatro fosse prima di chi lo vede che di chi lo fa I principi di Sciap Il pubblico paga a cappello. Fare cappello significa non pagare prima, ma dopo, e solo in base al gradimento dello spettacolo. Il cappello nato nel 1500, con la Commedia dellArte, quando per la prima volta nella storia dellumanit, fare lartista divenne un mestiere, con i cui guadagni si poteva vivere. Questa fu una vera e propria rivoluzione, sia artistica che socioeconomica: socioeconomica perch per la prima volta i commedianti non erano pi chiamati a rispondere a un signore, ma dovevano farsi imprenditori diretti del proprio lavoro; artistica, per la strettissima interrelazione fra i guadagni del cappello e quello che si faceva in scena. Ogni attore sapeva che se avesse sbagliato una battuta sarebbe stato multato dalla compagnia, perch il cappello sarebbe stato pi magro; ogni capocomico sapeva che un canovaccio avrebbe continuato a girare di piazza in piazza solo se il cappello lo avesse promosso. Il pubblico, grazie al democraticissimo cappello, era fruitore, giudice e produttore dello spettacolo, e tutta la compagnia lavorava esclusivamente per lui. Oggi, proprio come nel XVI secolo, le compagnie sono sempre pi spesso chiamate a diventare imprenditrici della propria arte: quale strumento migliore del cappello? Sciap vuole riportare il cappello nel teatro, per ridare alle compagnie la visibilit che hanno perso, grazie alla creazione di una rete che gi per la stagione 2013-14 pu vantare 5 piazze in 3 regioni, e per ridare al pubblico il potere di scegliere e il piacere di tornare a teatro. Tutti gli spettacoli proposti non sono tutelati dalla SIAE. Siamo convinti che per ridare forza al teatro sia necessario ridare forza al pubblico, per questo cerchiamo di evitare (in maniera legale) di pagare tasse supplementari. Cerchiamo di ridurre al minimo i passaggi: c una compagnia, un teatro che la ospita, unorganizzazione che gestisce tutto il processo e il pubblico. E nientaltro. Abbiamo una direzione artistica. Abbiamo una direzione artistica che cerca di scegliere solo spettacoli meritevoli e che, cercando di non cadere nel vortice di parentopoli, seleziona compagnie che vogliano confrontarsi con il pubblico per davvero. Per tutte le informazioni Laura Belloni | laura.belloni@hotmail.it | +39 3491257101 www.sciap.it | www.facebook.com/rassegnaditeatroacappello
Rassegna di Teatro a Cappello Direzione Artistica di Domenico Santo Organizzazione di Laura Belloni www.sciap.it +39 3491257101 info@sciap.it

Marted 15 aprile 2014 ore 21.00

LADYOSCAR
uno spettacolo della COMPAGNIA 20 CHIAVI TEATRO Regia e drammaturgia di Ferdinando Vaselli Con Alessia Berardi e Riccardo Floris Musiche di Sebastiano Forte SINOSSI | Due ragazzi, la cocaina, la periferia. Non sappiamo come si chiamino, non usano i loro nomi, sono Coso e Cosa, semplicemente am. Sono in casa, nella brutta periferia di Roma, emblema di tutte le periferie dItalia. Sono fatti, sempre. Vedono gli aerei passare sopra di loro, vorrebbero prenderli quegli aerei, per andare lontano, sognano un cambiamento, ma non riescono a fare neanche un passo. Ma degli aerei imparano tutti i nomi. Restano immobili. Si parlano addosso. Litigano per la dose, per la roba, per quel barista che ci ha provato. Litigano per un figlio che forse arriver. Vagheggiano. Si muovono solo le loro parole, che si fanno traccia di qualcosa che non riusciamo a vedere, loro restano imprigionati nellattesa di un futuro migliore, nella speranza di un cambiamento miracoloso, aspettando di vivere. NOTE DI REGIA | Un luogo fuori dalla citt. Ai margini. Una periferia indistinta. Una provincia enorme che arriva fino a Roma caput mundi. Ma la capitale solo periferia, una periferia di un impero che non ha pi centro. Il centro il denaro, la merce, il turbocapitalismo senza volto. Roma erbacce e terra, terra ed erbacce. Sopra volano gli aerei. Atterrano e partono davanti a loro. Protagonisti Coso e Cosa. Chi sono? Una coppia di perenni adolescenti che non riesce ad attraversare la linea dombra dellet matura, rinchiusi in un limbo, animati da un'energia, da un vitalismo, che non trova sbocco se non attraverso una violenza pi o meno latente. Sono rinchiusi nel loro guscio da cui ogni tanto tentano di uscire. Senza la volont di riuscirvi. Hanno storie diverse, vengono da due mondi che un tempo si conoscevano a malapena e si guardavano con estrema diffidenza se non disprezzo. Adesso vivono mescolati, parlano la stessa lingua, il figlio di pap e la figlia della borgata. E non sono i proletari a desiderare di essere altro, ma la borghesia che sembra essersi proletarizzata, spesso nelle forme, alcune volte nei contenuti. La cocaina il collante della loro relazione. Una droga per essere dentro e non per stare fuori. Prima la coca era la droga dei ricchi. Adesso di tutti. La prende il muratore, la prende l'avvocato, la prende l'immigrato, la prende il politico, il giudice, il cassiere del supermercato, il dottore e l'infermiere, il ladro e il poliziotto, il professore e l'allievo. La coca non ha colore politico. La coca democratica. O ancora meglio. La coca un prodotto del mercato globale, un brand alla pari dellIphone e di McDonalds, non apre nessuna porta delle percezione, non un surrogato della felicit, piuttosto un surrogato della normalit.

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Mercoled 16 aprile 2014 ore 21.00

IL MACERO
uno spettacolo della COMPAGNIA MUTAMENTI di e con Roberto Solofria Liberamente tradito da Sandokan storia di camorra di Nanni Balestrini SINOSSI | Il Macero soprattutto il racconto dellinsolita sensibilit di un ragazzo, della sua ottusa caparbiet nel cercare per s stesso una strada diversa. Del suo disagio a vivere in una comunit in cui lattitudine al delitto divenuta scorza callosa e la banalit rimedio ad ogni ingiustizia. A tutto questo egli si ribella: prima parlando, decidendo di raccontare, di non tacere, e poi abbandonando la terra in cui nato. La sua vorrebbe essere unemigrazione morale, oltre che economica e sociale; unemigrazione che nasce dal rifiuto di accettare labitudine alla morte che fa da sfondo ad una magra e indigesta esistenza contadina. Il Macero la storia di una fuga, certo, per anche, almeno nelle intenzioni, lesposizione chirurgica di un taglio etico, politico, nei confronti di un inferno quotidiano, quello dellAgroaversano, che non genera nemmeno eroi ma solo martiri. La scelta appare univoca quando il protagonista si trova a dover accompagnare il cognato allobitorio per riconoscere e ricomporre la salma di un parente assassinato nella guerra tra clan rivali: Quel giorno sono ripartito subito, la sera stessa, per il Nord. Ho buttato via i vestiti che ancora puzzavano di quella puzza orribile di sangue congelato, mi sono fatto portare alla stazione e mi sono detto, con rabbia, che non torner mai pi al mio paese. NOTE DI REGIA | Pur essendo tratto dal romanzo Sandokan storia di camorra del poeta e romanziere milanese Nanni Balestrini, Il Macero non indugia sulle gesta del noto camorrista casertano, delle quali peraltro vi ampia traccia nelle cronache giornalistiche e giudiziarie. E quando si sofferma sulle vicende del clan che negli anni Ottanta sfid la Nuova camorra organizzata di Raffaele Cutolo, lo fa per descrivere, con unimpostazione surreale, il destino iperrealista di un paese alla deriva. Un paese in cui il cartello con la scritta Benvenuti pieno di buchi di proiettili; in cui quasi legale truffare le assicurazioni o esercitarsi al tiro contro il portone di una persona che ti antipatica. Un paese in cui la cosiddetta modernit giunta sotto forma di armi tecnologicamente avanzate o di auto di lusso e di telefoni cellulari, che luso di quelle armi consente di acquistare. Un paese in cui o diventi un muschillo (la sentinella di un boss) o frutta da macerare.

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Gioved 17 aprile 2014 ore 21.00

CYRANO
uno spettacolo della COMPAGNIA MARABUTTI Liberamente tradito dal Cyrano De Bergerac di Rostand scritto e diretto da Lorenzo De Liberato con Tiziano Caputo, Matteo Cirillo, Fabrizio Milano, Giordana Morandini, Stefano Patti, Mario Russo musiche originali di Tiziano Caputo eseguite da Tiziano Caputo e Mario Russo SINOSSI | Cyrano de Bergerac, cadetto di Guascogna, ammirato e temuto per la sua infallibile spada e per i suoi motti spiritosi e taglienti, essendo afflitto da un naso mostruoso, non ha il coraggio di manifestare alla cugina Rossana il suo amore per lei. Costei, ignara dei sentimenti del cugino, lo prega di prendere sotto la sua protezione il giovane Cristiano de Neuvillette del quale innamorata. Poich questi non riesce ad esprimere in belle frasi il suo sentimento, Cyrano gliele suggerisce e fa in modo che Cristiano possa sposare Rossana a dispetto del conte de Guiche innamorato della donna. Questi, adirato, trasferisce subito Cristiano e Cyrano al fronte per combattere: da qui, De Bergerac, a nome di Cristiano, scrive numerose lettere dappassionata poesia per Rossana, mantenendo sempre per s questo segreto. Dopo quattordici anni, Rossana, ritiratasi in una comunit religiosa, riceve la visita di Cyrano reduce da un ospedale: durante il colloquio, da Cyrano morente, Rossana apprende la storia del taciuto amore per lei. NOTE DI REGIA | Lobbiettivo che si cercato di raggiungere quello di non raccontare soltanto una storia damore, ma la storia di due debolezze, due fragilit: Cyrano e Cristiano decidono di unirsi per eliminare queste fragilit, scelgono il compromesso pur di raggiungere il loro scopo, consci che senza laiuto reciproco non hanno la possibilit di amare. Il romanticismo dellopera racchiuso principalmente in questo concetto, nelleroe da romanzo al quale i due protagonisti riescono a dare vita e attraverso il quale riescono a realizzare i loro sogni, prima che tutto sfumi nella tragedia pi nera. Loperazione intrapresa stata quella di creare uno spettacolo stilizzato dove la storia e i personaggi hanno la massima importanza e sono assolutamente lessenziale per lo spettatore che vuole seguire la vicenda: personaggi dai caratteri forti, delineati, ridotti allosso, per far s che siano immediatamente riconoscibili, si incontrano e si sfidano a suon di versi, come in uno spettacolo di commedia dellarte, e si spogliano delle loro maschere a bordo scena, sempre a vista e sempre partecipi. Questi poeti spadaccini, questi parolieri e menestrelli, rivivendo i versi di Rostand regalano ancora una volta lebrezza di una storia magnifica e commovente, dove la commedia e la tragedia si intrecciano perfettamente e diventano indispensabili luna allaltra.

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ROSA NURZIA (PENA DE LALMA)


uno spettacolo della COMPAGNIA ESPOSTI di e con Ciro Esposito regia di Valentina Carbonara

Venerd 18 aprile 2014 ore 21.00

SINOSSI | Rosa Nurzia l'attimo prima della fine. un'esplosione bloccata, come in una foto, dove per vedere il seguito necessario ascoltare. NOTE DI REGIA | Dalle parole di Rosa dipende tutto. Se non racconta, il suo mondo non pu finire. Se non racconta, non pu accorgersi che il suo mondo finito. Rosa immobile sulla sua sedia, fieramente barricata nellunico spazio consentito al suo essere vecchia e definitivamente sola, ora che sua sorella Alma partita. Entrare nella sua casa come dare lultimo saluto a un mondo in decomposizione. partecipare ad un funerale che lei tenta comicamente di rimandare: ricordando, aggrappandosi a un tempo che non esiste pi, pronunciando sentenze ridicole e lapidarie su chiunque e su qualunque cosa le capiti a tiro, abbandonandosi a visioni mistiche e istinti profani. Rosa ha una storia da raccontare con la sua lingua antica e forte e con il suo corpo incerto, nervoso, che non sa pi rialzarsi da solo. Una storia reale, privata, fatta di piccole cose, che fa ridere e che per questo fa male. il passato destinato a scomparire nella vaghezza del contemporaneo. limmedesimazione di un vivo con un morto, di un corpo con unanima. limpossibilit di generare, evolvere, fiorire. la sfida di far entrare la forza della donna, nel corpo di un attore maschio.

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Sabato 19 aprile 2014 ore 21.00

LA PAROLA MADRE
uno spettacolo della COMPAGNIA TEATRO DI LEGNO Liberamente tradito da Emma B. vedova Giocasta di Alberto Savinio Scritto e diretto da Luigi Imperato e Silvana Pirone Con Fedele Canonico, Domenico Santo, Salvatore Veneruso SINOSSI | Una notte dopo quindici anni di assenza, Emma B. incontrer suo figlio. E una notte di attesa, ma anche di festa. Alberto Savinio immaginava la sua protagonista sola in scena, in un monologo allucinato; noi le affianchiamo due personaggi che, insieme a lei, danno vita ad una danza dellattesa e nello stesso tempo si fanno narratori-testimoni di un segreto profondo e impronunciabile: lincesto compiuto dalla protagonista con suo figlio per sottrarlo ad una ispezione nazista. La condanna dellincesto resta sulla soglia dellambiguit: Emma infatti madre, ma sembra riconoscere nel figlio il suo uomo, o ancora meglio il suo complemento, lessere umano da lei generato e che pu renderle il sesso mai posseduto, e la libert legata allessere maschio. Delusa da una prima figlia perch femmina e condannata a passare da un padrone allaltro (padre, madre, marito), sembra pronta a voler portare a se definitivamente quel figlio, il quale ha per troppo tempo cercato in altre donne la felicit e fatto fatica a pronunciare la parola madre fuori da certi significati. NOTE DI REGIA | Il nostro allestimento esplora il mondo materno attraverso tre uomini che recitano donne. Emma B. sembra fare i conti con una realt desolante che non accoglie le sue urla soffocate in sospiri, e cerca di sfuggirne attraverso quello che ritiene il suo atto pi potente: la messa al mondo di un uomo, un maschio. La realt di questo uomo e di quello che per lei ha significato e significa (compreso il peccato come affermazione) sembra in ogni momento labile e prossima pi ad un fantasma che ad una persona. Il suo mondo pare una messa in scena rituale dellattesa materna al fine di evadere da una mortifera solitudine.

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