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SABATO 11 SETTEMBRE 2004

LA REPUBBLICA 47

DIARIO
DI

TRE ANNI FA LATTENTATO ALLE TWIN TOWERS


Che cosa accaduto dopo il terribile atto terroristico
otete accorgervi di essere ebreo, e chiedervi che cosa significhi, solo dopo che qualcuno vi abbia insultati cos: Ebreo!. Qualcosa del genere molto pi a buon mercato abbiamo sperimentato, dall11 settembre in qua, con il nome di occidente. Era abbastanza fuori corso nella nostra idea di noi stessi. Poi ce lo siamo sentiti dire a muso duro: Occidentali! e ci siamo chiesti di nuovo che cosa significasse. Non facile ridefinire i propri segni particolari nello specchio di odiatori e nemici. Si reagisce piuttosto che contare su s. Ci si sorprende: Perch ci odiano tanto?. Si prova un senso di colpa, naturalmente: e non si stenta a trovarne una buona quantit, di colpe, antiche e presenti. Siamo spaventosamente pi ricchi, sani, longevi; consumiamo una dose spropositata delle risorse della terra. E anche quando lodio e la rabbia che ci assaltano sono troppo feroci e ciechi per esaurirsi nelle nostre colpe, e gli assaltatori non siano i poveri del mondo ma dei miliardari cadetti, incliniamo a spiegarli con qualcosa che conosciamo, che abbiamo attraversato. Dopotutto, ci siamo squartati nelle fratricide guerre di religione, e abbiamo inventato il razzismo, i totalitarismi, le guerre mondiali, il genocidio, lesplosione atomica: appena poco fa. Lorrore dei nostri nemici somiglia tristemente a qualcosa attraverso cui siamo passati. A volte ne addirittura una filiazione dichiarata. Una gran parte degli studi e delle riflessioni fiorite dopo l11 settembre si impegna appunto a documentare lincrocio di idee e comportamenti fra loccidente e i suoi nemici. Ian Buruma e Avishai Margalit, autori di una serie tempestiva e penetrante di saggi dopo l11 settembre, ora rielaborati in volume, hanno scelto il titolo Occidentalismo calcato sul classico studio di Edward Said, Orientalismo a significare loccidente com visto dai suoi nemici. Il vero oggetto della loro analisi linfluenza della critica rivoluzionaria o antiliberale di pensatori e movimenti occidentali sullintolleranza antioccidentale del mondo terzo e specialmente dellislamismo contemporaneo. Ho, non dir unobiezione, ma una preoccupazione: che la sottolineatura degli incroci e dei prestiti conduca a sottovalutare la novit e lautonomia del furore islamista. Ammettete che la verit essenziale delloccidente stia nella libert delle donne: lunico progresso che non sia finito in un vicolo cieco. (Parecchie femministe sospettano che la libert delle donne sia diventata la nuova bandiera strumentale del dominio maschile occidentale: rischio credibile, ma del tutto secondario rispetto alla condizione reale delle donne nel mondo). La libert delle donne non riguarda solo il loro destino la met mancante alla li-

La guerra, le divisioni in occidente gli errori dellAmerica


slam contemporaneo concede assai poco allincrocio di culture e non si spiega davvero con la filiazione dalla ginofobia occidentale. E un connotato eminentemente autoctono. Non occidentalista, e tantomeno orientale. E islamico e, tristamente, islamista. (Forse lislamismo lislam che ha paura di essere espropriato del proprio dominio, di non essere pi padrone in casa propria). Anche Andr Glucksmann ha insistito con una forte convinzione che lo spinse ad approvare lintervento in Iraq sulla peste occidentale risuscitata nelle vesti islamiste. I suoi titoli sono eloquenti: Dostoevskij a Manhattan , Occidente contro Occidente... Tuttavia il nichilismo, la cruciale categoria che Glucksmann evoca a nominare il nemico, perde qualcosa della novit. Diventato una nozione generica (la perdita di ogni senso, lirrilevanza dei valori, lindifferenza alla morte, la dedizione alla distruzione, la persuasione che tutto sia permesso) il nichilismo si adatta male a quel sovrappi di senso, quella devozione entusiastica alla morte propria e altrui, quella obbedienza prona a un Dio vivo e furente, quella immolazione ebbra e pignola. Per nominare lavvento degli uomini e delle donne kamikaze, vera mutazione della specie, tenterei anzi la parola contraria di nichilismo una parola che alludesse non al nulla e al vuoto, ma al troppo, al pieno. Il suicidioeccidio, che non stanno uno al servizio dellaltro, ma sono ambedue fini a se stessi, sognati, amati e ricercati, non era nel novero delle cattive idee occidentali che hanno passato la frontiera. Quando oggi ci interroghiamo sulloccidente loccidente come lo vorremmo, come lo sappiamo giusto possiamo far tesoro dellimmagine rovesciata che ci rimanda lo specchio del fanatismo terrorista. Il mondo delle puttane ebree e cristiane. Il mondo della gente che ama la vita e non la morte. Loccidente cui ci iscriviamo non si dimentica dellingiustizia e della prepotenza: al contrario. Non si dimentica nemmeno, per essercisi bruciato, dei disastri che covano nellintenzione di rifare daccapo il mondo. Abbiamo di fronte una questione pratica: se e in che misura loccidente riesca a non dissomigliare troppo dallidea che ha di se stesso. Se e in che misura riesca a far corrispondere i fatti alle sue dichiarazioni universali. Forse la libert occidentale non sa esistere senza la povert e la schiavit di tanta parte del mondo. E un sospetto da prendere sul serio. Dopotutto, si concesse un tempo insopportabile allidea che il comunismo dovesse solo correggere gli errori dei propri esperimenti reali. Forse la libert occidentale pu diventare la libert di tutti. Era una questione di giustizia. Ora diventata una questione di vita e di morte.

11SETTEMBRE
ADRIANO SOFRI
bert intera ma luniversale condizione umana: a partire dal rapporto delle madri con i figli. Sta qui la differenza essenziale fra societ islamiche e occidente. Gli occidentalisti se ne accorgono, e lo mostrano con la loro scandalizzata gelosia. Noi occidentali, donne comprese, ce ne accorgiamo di meno. Pensiamo ancora che la questione del velo sia una imbarazzante intrusione esotica nella nostra periferia. Pensiamo che sia affar loro, o tuttal pi che bisogni aiutare le loro donne a scegliere se indossare o no il velo. E raro che pensiamo alleventualit che qualcuno voglia metterlo in testa alle donne occidentali, il velo. Lodio pi accanito degli occidentalisti si concentra sul proprio occidente intestino, quellimpuro modo di vita che si insinua dentro il loro mondo. La guerra santa islamista contro loccidente in primo luogo una guerra di riconquista interna: lArabia Saudita dissacrata dalle donne soldato americane... Ma gli islamisti della jihad si vedono anche come maschi valorosi e devoti allassalto della gran prostituta occidentale. Il loro obiettivo primo la cattura delle loro donne. Riassicurarle alla loro padronanza, se si sono gi prese delle libert; ribadirne i ceppi, se non si sono ancora allontanate. Le tappe delloffensiva islamista, a partire dallIran khomeinista, poi nellAfganistan talebano, in Algeria (e in Nigeria, in Bangladesh, e in altri paesi arabi e musulmani asiatici), hanno avuto questa posta: ridurre a nuova servit donne che godevano di una libert, o andavano conquistandola. Diventer questa la posta ultima della stessa guerra irachena, specialmente nella sua ambizione sciita. Lirruzione della questione del velo nei territori di immigrazione il complemento della guerra per la propriet delle donne nei paesi islamici. Da questo punto di vista, il rapporto fra offensiva islamista e critica occidentale alloccidente si mostra in una luce diversa. E vero che la libert delle donne tuttaltro che costitutiva della storia occidentale. Per limitarsi al nesso fra democrazia e condizione femminile, il voto alle donne conquista di ieri. La discriminazione ancora impressionante nei nostri parlamenti e in genere nei posti di comando. Tuttavia la segregazione femminile ovunque impensabile. Le mutilazioni genitali sono sentite come una violenza raccapricciante. Le bambine studiano, le ragazze frequentano in maggioranza gli studi superiori, e con i risultati pi brillanti. Le donne dispongono della propria capigliatura e del proprio abbigliamento. I giovani si scelgono per amore. Allopposto, la condizione della donna (e della sessualit, e delleducazione dei bambini) nelli-

Quel giorno in cui il mondo cambiato

PAUL AUSTER

DAL piano superiore della nostra casa, possiamo vedere il fumo che si leva nel cielo sopra alla citt. Il vento oggi soffia verso Brooklyn, e l'odore degli incendi penetrato in ogni stanza. E' un odore terribile, un odore acre, di plastica bruciata, di cavi elettrici, di materiali da costruzione. Dopo aver guardato tutta mattina la televisione, sono uscito con mia moglie e ho camminato nel mio quartiere. Molte persone si coprivano il viso con i fazzoletti, alcuni indossavano mascherine. Oggi quel luogo un luogo di morte. Mi spaventa pensare quante persone vi sono state uccise. Tutti sapevamo che questo poteva accadere. Per anni abbiamo parlato di una simile possibilit, ma ora che la tragedia ci ha colpiti, molto, molto peggio di quello che chiunque fra noi avrebbe potuto immaginare. L'ultimo attacco in terra americana perpetrato da stranieri stato nel 1812. Non esistono altri precedenti, e le conseguenze di questo assalto saranno senza dubbio terribili. Ancora pi violenza, pi morti, pi dolore per tutti. Cos, ora, infine iniziato il Ventunesimo secolo.

11 SETTEMBRE.

48 LA REPUBBLICA

SABATO 11 SETTEMBRE 2004

LE TAPPE PRINCIPALI

LA TORRE NORD ORE 8.45 A.M. Un Boeing 767, il volo 11 dellAmerican Airlines, con ottantuno passeggeri a bordo, si schianta contro lottantesimo piano della torre nord del World Trade Center

LA TORRE SUD ORE 9.03 Diciotto minuti dopo un altro aereo, il volo 175 della United Airlines diretto a Los Angeles, si abbatte contro la torre sud. La Federal Aviation chiude tutti gli aeroporti di New York

LATTENTATO ORE 9.28 Fonti del governo parlano di un attentato. Alle 9.30 sono evacuati la Borsa del Nymex e il New York Mercantile. Wall Street rinvia lapertura del mercato

IL PENTAGONO ORE 9.45 Il Boeing 767 dellAmerican Airlines (volo 77) decollato da Washington alle 8.30 con sessantaquattro persone a bordo si schianta su unala del Pentagono

LA LETTERA DELLO STORICO AMERICANO SUGLI EFFETTI DELLA GUERRA E LA VULNERABILIT DI UN GRANDE PAESE

CARI EUROPEI, VI RACCONTO I NOSTRI ERRORI LE NOSTRE PAURE


ARTHUR SCHLESINGER

I LIBRI
CHARLES TOWNSHEND La minaccia del terrorismo Il Mulino 2004 PAUL R. KRUGMAN La deriva americana Laterza 2004 NAFEZ M. AHMED Guerra alla verit. La disinformazio ne sull11 settembre Fazi 2004 PAUL BERMAN Terrore e liberalismo. Perch la guerra al fondamentali smo una guerra antifascista Einaudi 2004 TZVETAN TODOROV Il nuovo disordine mondiale Garzanti 2003 JEAN BAUDRILLARD Power inferno Requiem per le Twin Towers Raffaello Cortina 2003 ROBERT KAGAN Paradiso e potere. America ed Europa nel nuovo ordine mondiale Mondadori 2003 NORMAN MAILER Perch siamo in guerra Einaudi 2003 ENZO BETTIZA Viaggio nellignoto Il mondo dopo l11 settembre Mondadori 2004 WILLIAM LANGEWIESCHE American Ground Adelphi 2003

(segue dalla prima pagina) non solo sul piano militare e ideologico, ma anche su quello economico e tecnologico, cos come nel campo della cultura popolare. Gli ideologi neoconservatori di Washington hanno creduto che gli Stati Uniti potessero fare a meno degli alleati e delle istituzioni internazionali. Hanno sistematicamente snobbato e vilipeso lOnu, e lo hanno fatto, paradossalmente, nel luogo stesso in cui Woodrow Wilson e Franklin D. Roosevelt fondarono le Nazioni Unite. Al tempo stesso, molti americani hanno creduto di trovare conforto nel ripiegare sulla tradizionale sfiducia nelle alleanze che intralciano, secondo lespressione usata da Jefferson. La seconda esperienza di portata storica lattacco di cui oggi ricorre il terzo anniversario: gli aerei dirottati che colpirono, a New York e a Washington, il World Trade Center e il Pentagono, due simboli del complesso militare-industriale per usare il termine coniato dal generale Eiusenhower. Gli eventi dell11 settembre hanno avuto sulla nazione un impatto psicologico tremendo, anche pi marcato dellattacco giapponese di Pearl Harbour, scatenato a sorpresa contro la flotta del Pacifico il 7 dicembre 1941. Ma quanto meno, nel 1941 il nemico era noto. I giapponesi avevano attaccato unisola del pacifico lontanissima dalle coste americane. Lobiettivo era la potenza navale americana, non la popolazione civile inerme, intenta alle proprie attivit quotidiane. I nemici di oggi sono apolidi, e colpiscono citt che ogni americano conosce bene. Si fanno saltare in aria, o si ritirano nellombra. E hanno trasformato un oggetto duso quotidiano come laereo in unarma micidiale, scagliata contro i comuni cittadini. La seconda guerra mondiale fu uno scontro di gran lunga pi sanguinoso, contro nemici assai pi pericolosi. Ma quel conflitto non minacciava gli americani nei circuiti della loro vita quotidiana. Oggi in America sono in molti a percepire intensamente un senso di vulnerabilit personale finora sconosciuto a differenza degli europei, che ovviamente si sono dovuti abituare al terrorismo locale, quello dei baschi dellEta in Spagna, delle Brigate rosse in Italia, della Raf in Germania, dei terroristi corsi in Francia o della vecchia formazione dellIra in Gran Bretagna. Per gli americani lesperienza del terrorismo una terrificante novit. Questa minaccia inedita e misteriosa ha indotto il nuovo governo di Washington a cambiare le basi stesse della nostra politica estera, fondata in passato sul binomio contenimento-deterrenza, che ci ha consentito di vincere la guerra fredda. La nuova base della politica estera americana la guerra preventiva, contro la quale i presidenti succedutisi alla Casa Bianca durante tutto il periodo della guerra fredda avevano posto il veto. Ora, la dottrina Bush proclama il diritto riservato agli Stati Uniti di attaccare il nemico, unilateralmente se occorre, prima che abbia la possibilit di attaccarci. E attribuisce quindi allAmerica un triplice ruolo di giudice, giuria e giustiziere a livello mondiale: una posizione non cer-

GLI AUTORI
Il testo del Sillabario di Paul Auster tratto da una testimonianza dello scrittore americano pubblicata su Repubblica il 13 settembre del 2001. Lucio Caracciolo il direttore della rivista Limes. Timothy Garton Ash, tra i pi noti storici europei, insegna al St. Anthony College di Oxford. Il suo ultimo libro Free World. Arthur Schlesinger jr. il decano degli storici americani. Il suo ultimo libro War and the american presidency
La prima pagina del quotidiano californiano San Jos Mercury News con la notizia dellattentato alle due torri

Limpatto psicologico di quellattacco stato tremendo e peggiore di Pearl Harbour


to adatta a promuovere la nostra popolarit. La maggioranza degli americani ha sostenuto la guerra in Afghanistan contro Al Qaeda, responsabile di quella mostruosa aggressione, e contro i Taliban, che proteggevano i terroristi. La seconda guerra, contro lIraq, stata una decisione separata, un optional di scelta presidenziale. Ed stata intrapresa sulla base di due false premesse: lasserita esistenza di uno stock di armi di distruzione di massa e di un collegamento tra Saddam Hussein e Osama Bin Laden. Nel frattempo, molti americani continuano ad essere in ansia per la sicurezza interna del paese. Nellera del terrorismo la gente disposta a pagare un prezzo per la sicurezza delle proprie famiglie. La guerra irachena, come ogni altra guerra, ha comportato unestensione dei poteri del presidente. Pi di trentanni fa ho scritto un libro dal titolo: The Imperial Presidency. Oggi a Washington sorta una nuova presidenza imperiale. La legge denominata Patriot Act, approvata in tutta fretta, allindomani dell11 settembre, da un ministro della Giustizia imperiale, impone una serie di restrizioni alle libert civili dei cittadini americani. Il decreto presidenziale che consente di protrarre di molti mesi, senza assistenza legale e senza processo, la detenzione dei prigionieri detenuti nella base americana di Guantanamo Bay (Cuba), stato bocciato dalla Corte Suprema. Lamministrazione Bush ha fatto del segreto dufficio un uso pi massiccio di qualunque altro governo americano a memoria

duomo. Tra il 2001 e il 2003 il numero dei documenti classificati (cio secretati) aumentato del 60%, battendo il record detenuto finora dallamministrazione di Richard M. Nixon. E John Dean, gi suo consigliere, ha scritto un best-seller dal titolo: Worse than Watergate: The Secret Presidency of George W. Bush (Peggio del Watergate: la presidenza dei segreti di George W. Bush). Queste restrizioni turbano molti americani. Non si creda che Bush sia stato eletto da una maggioranza di votanti. E un presidente di minoranza, eletto dalla Corte Suprema con 5 voti contro 4. Se si sommassero i suffragi ottenuti da Al Gore e da Ralph Nader, Bush risulterebbe sconfitto dal voto popolare con uno scarto di tre milioni. Secondo i sondaggi, oggi il 45% dellelettorato ama Bush, mentre un altro 45% lo aborrisce. Non probabile che da qui alle elezioni del prossimo 2 novembre molti elettori dei due schieramenti contrapposti cambino idea. La battaglia si gioca quindi sul 10% degli indecisi. Il candidato democratico, il senatore John F. Kerry del Massachussets, appartiene alla scuola di Franklin D. Roosevelt e di John F. Kennedy. La sua campagna ha subito una momentanea battuta darresto, ma in passato Kerry si sempre dimostrato buon lottatore, soprattutto grazie alla sua capacit di scatto finale. Allindomani dell11 settembre lAmerica stata investita da unondata di simpatia a livello mondiale. Ora, a tre anni di distanza, il mondo guarda agli Usa con ostilit. Mai, nella sua storia, questo paese stato cos impopolare allestero. Ma ci non lascia indifferenti gli elettori americani. La forza della democrazia, la sua grande virt sta nella sua capacit dautoemendarsi. Perci, amici europei, non disperate. Traduzione di Elisabetta Horvat

MICHAEL WALZER

La paura del musulmano diventata razionale dopo l11 settembre Linterrogativo e come gestirla
La libert e i suoi nemici, 2003

LUCIO CARACCIOLO

LOccidente diviso
cora oggi capita di leggere dettagliate descrizioni di complotti giudaico-massonici. Attendiamo fiduciosi che qualche accademico ci spieghi come lattacco alle Torri Gemelle sia una produzione hollywoodiana. Prima di stabilire se le nostre reazioni a quellattacco siano giuste o sbagliate, conviene quindi ricordare a noi stessi alcu- LAMERICA E ni fatti. Primo: lobietti- IL PARADOSSO vo di chi ha scatenato lattacco allA- DELLUNDICI merica la galas- SETTEMBRE sia jihadista di cui Osama Bin Laden licona e Ayman Al Zawahiri una delle menti strettamente geopolitico. Si tratta di rovesciare i governi empi e corrotti che reggono la terra dellislam. Al loro posto dovranno sorgere califfati regionali, regolati dalla pi rigida applicazione della legge islamica, in vista della futura unificazione dellintera comunit musulmana sotto lunica bandiera del Profeta. La colpa dellAmerica e dei suoi amici (Russia inclusa) di sostenere quei regimi a cominciare dai perni strategici saudita, pakistano ed egiziano e di aver commesso il crimine della nascita di Israele (Al Zawahiri). Per questo ebrei e crociati vanno colpiti senza piet, ovunque possibile. Secondo: le vittime designate di questo progetto non sono affatto daccordo su come opporvisi. Alcuni, soprattutto in Europa e nel mondo pacifista, tendono a considerare il dilagare del terrorismo islamico come effetto della politica americana, in particolare della campagna mesopotamica di Bush e del suo allineamento con Gerusalemme. Altri, americani in testa, insistono che solo la pi dura repressione militare pu stroncare il nemico. Terzo: la guerra al terrorismo non solo un fatto, anche una metafora di grande utilit pratica. Sotto questa sigla suffi-

ARUNDHATI ROY

Prima dell11 settembre lAmerica celava una storia segreta. Ma oggi i segreti americani sono storia di pubblico dominio
Guida allimpero per la gente comune, 2003

l paradosso dell11 settembre che invece di unirci ci ha diviso. Non questo il mondo in cui speravamo di vivere, tre anni fa, quando attorno al popolo americano sembrava stringersi labbraccio di (quasi) tutti. Quellunit era gi allora filtrata da qualche ipocrisia e da molte riserve mentali. Non solo nel mondo islamico, da dove echeggiavano voci ambigue, giustificazioniste, talvolta financo plaudenti al martirio. Nella nostra Europa molti preferirono mettere la testa nella sabbia ed esclusero che si trattasse di un atto di guerra, malgrado lo certificassero sia gli aggressori che gli aggrediti. La stessa America appariva e resta scissa fra chi considera una sciagura il modo in cui Bush ha gestito la guerra al terrorismo e chi invece teme che il ritorno dei democratici alla Casa Bianca sarebbe linizio della resa. Le divisioni cominciano dalla stessa interpretazione dell11 settembre. Qui la dietrologia ha celebrato il suo sabba. An-

SABATO 11 SETTEMBRE 2004

LA REPUBBLICA 49

WALL STREET ORE 9.48 La Borsa Valori di Wall Street annulla lapertura. La Casa Bianca e il Campidoglio vengono evacuati. Bush ordina labbattimento di qualsiasi aereo non identificato

IL CROLLO ORE 10.05 La torre sud del World Trade Center collassa su se stessa. Alle 10.28 anche la torre nord, che era stata colpita per prima, si abbatte al suolo

A WASHINGTON ORE 10.10 Alle 10.10 crolla lala del Pentagono mentre un quarto aereo (volo 93 U.A.) precipita in una zona disabitata vicino a Somerset in Pennsylvania

BUSH IN TV ORE 13.18 Bush compare in Tv e promette di dare la caccia ai responsabili. Alle 18.30, in un nuovo messaggio dice: Colpiremo i responsabili e i Paesi che li proteggono

LA RISPOSTA ALLA LETTERA DI ARTHUR SCHLESINGER

CARI AMICI AMERICANI COS VINCEREMO IL MALE


TIMOTHY GARTON ASH
(segue dalla prima pagina) ON andata perduta per sempre, in attesa di emergere. in attesa dellAmerica che le consentir di riemergere. QuellAmerica che diede nuova prova del suo grande cuore dopo l11 settembre. LAmerica evocata da Arthur Schlesinger. LAmerica la cui pi recente, ma non ultima speranza rappresentata dal compassato John Kerry cui non difettano tuttavia doti di maturit ed un profilo da statista. Un recente sondaggio internazionale mostra che gran parte del mondo auspica in larga misura la vittoria di Kerry. Se qualche americano ipotizza che ci vada a detrimento del candidato democratico, se i cittadini Usa giudicano negativo il fatto che il leader del loro paese goda di popolarit allestero, posso solo concluderne che lo shock degli attacchi dell11 settembre li ha portati a non ragionare pi. un risultato che Osama bin Laden, se ancora vivo, festegger questo sabato. La grande disputa interna alloccidente non riguarda il fine, bens i mezzi. Non si discute il se, ma il come sconfiggere il male umano che ha fatto mostra di s a New York l11 settembre 2001, negli attentati di Madrid l11 marzo 2004 e nella strage degli innocenti a Beslan la settimana scorsa. Come dimostra la lettera di Arthur Schlesinger, un dibattito aperto tanto tra americani e americani che tra americani ed europei. Tre anni dopo, loccidente diviso a grandi linee in due fazioni: met degli americani e circa quattro quinti degli europei contro un quinto circa degli europei schierato con laltra met degli americani. In questo caso la maggioranza nel giusto. Permettetemi tuttavia, da europeo, una forte autocritica. A volte non basta essere intelligenti, acuti colti, tolleranti, ragionevoli e comprensivi. A volte, se dobbiamo difendere la tolleranza, la ragione, la cultura e la comprensione, dobbiamo essere fieri, militanti e pronti ad una lotta rizzazione assunto dalla retorica politica negli Usa nei tre anni successivi alla Pearl Harbor di questo secolo. Troppo spesso il paese pare indulgere nel compiacimento delleroe ritto in tutta la sua statura, ma anche in tutta la sua solitudine, come Gary Cooper in Mezzogiorno di Fuoco. Ma, come disse Churchill, c solo una cosa peggiore del combattere una guerra con degli alleati, ed combatterla senza di loro. Il terrorismo non ha mai scusanti, ma spesso ha delle spiegazioni. Le spiegazioni indicano delle cause. Se mai avremo unopportunit di vincere questa guerra sar solo affrontando le cause economiche e politiche del terrorismo, al pari del terrorismo in s. Non esiste solo il terrore o il terrorismo. Ci sono vari terrorismi, tra loro assai differenti. Quello che i terroristi ceceni hanno fatto ai bambini della scuola numero 1 di Beslan una delle azioni pi malvagie che un essere umano possa compiere contro un suo simile. Riflettere sulle cause politiche (come ad esempio la brutalit e stupidit della politica russa nei confronti della Cecenia nellultimo decennio) e su come sia possibile eliminarle, non un atteggiamento debole o conciliante, come ribadiscono i demagoghi della destra americana. semplice buon senso: quel genere di buon senso che gli Usa hanno dimostrato incoraggiando i negoziati politici con i rappresentanti dellesercito di liberazione del Kosovo, dellesercito di liberazione nazionale albanese-macedone e dellIrish Republican Army, i quali utilizzavano tutti il terrorismo per realizzare i loro limitati obiettivi politici. Analogamente, non c giustificazione allomicidio di civili israeliani innocenti per mano di terroristi suicidi palestinesi. Nessuna. Mai. Ma i loro atti hanno delle cause e se vogliamo vincere la guerra contro il terrorismo dobbiamo eliminare queste cause. Dobbiamo essere energici, ma anche saggi. Attualmente lEuropa ha bisogno di un po di vigore in pi, lAmerica di un po pi di saggezza. Quindi, amici americani, siamo nella stessa barca e noi europei guardiamo a voi. Non abbiamo dimenticato; non dimenticheremo mai. La solidariet europea nei confronti degli Usa dopo gli attacchi dell11 settembre fu spontanea e immensa. stata sciupata, e la colpa giace su entrambe le sponde dellAtlantico. Dopo tre anni, non sono certo al cento per cento di chi stia vincendo la pi recente battaglia per difendere la nostra imperfetta ma preziosa libert. Abbiamo ottenuto qualche successo, ma Osama Bin Laden, se ancora vivo, avr anchegli motivo di festeggiare soprattutto per aver provocato la reazione esagerata, goffa e disastrosa degli americani in Iraq. Non ho dubbi tuttavia che alla fine saremo noi a vincere, se collaboreremo, combinando saggezza e vigore. Mostrateci il volto di quellaltra America e noi vi saremo accanto. Traduzione di Emilia Benghi

LE IMMAGINI
Le torri gemelle del World Trade Center di Manhattan attraversate dagli aerei in mano ai dirottatori, il fumo, le fiamme, il crollo, fanno parte dall11 settembre del 2001 delle immagini entrate nella storia. Cos come lo scheletro rimasto in piedi che al centro di queste due pagine o le immagini dei superstiti coperti di detriti come quella che appare nella copertina di questo Diario. Sono il documento dellattentato che ha segnato tragicamente linizio del XXI secolo e che ha cambiato la storia del mondo

I FILM
11 SETTEMBRE 2001 Il giorno dellattentato alle due torri visto da undici registi di nazionalit diverse in altrettanti episodi, ciascuno lungo 11 minuti, 9 secondi e un fotogramma. Tra gli autori Ken Loach, Sean Penn, Claude Lelouch, Amos Gitai (2002) LA 25a ORA Lultimo giorno di libert prima di entrare in carcere di un piccolo spacciatore di New York. Con una visita straziante a Ground Zero. Di Spike Lee con Edward Norton (2002) LA TERRA DELLABBONDANZA I traumi provocati allAmerica dall11 settembre nel viaggio di Paul e Lana, zio e nipote, lui ossessionato dal terrorismo, lei decisa ad aiutare chi soffre. Il viaggio si conclude a Ground Zero. Di Wim Wenders (2004) FAHRENHEIT 9/11 Il pamphlet per immagini di Michael Moore contro la presidenza Bush a partire dalle reazioni allattentato alle due torri, i legami con la famiglia Bin Laden fino alla guerra in Iraq (2004)

Una foto a tutta pagina sotto il titolo Una dichiarazione di guerra stata la scelta del britannico Guardian

Lamministrazione Bush ha tenuto una condotta energica ma per nulla saggia


sanguinosa. Dobbiamo combattere. Nella guerra al terrorismo lamministrazione Bush ha tenuto una condotta energica, un aggettivo che il presidente ama ripetere e esaltare. Ma non una condotta saggia. Lappoggio incondizionato ad Ariel Sharon nel conflitto israelo-palestinese e la scelta di Washington di entrare in guerra contro lIraq adducendo a motivo la ricerca di armi di distruzione di massa inesistenti, con una preparazione assolutamente insufficiente alloccupazione post-bellica, due politiche folli, hanno alienato ovunque lopinione pubblica moderata musulmana, hanno messo lEuropa contro lAmerica, intensificato la minaccia terroristica nei confronti di noi tutti e reso gli Usa pi invisi che mai in quasi ogni angolo del mondo. Per vincere questa battaglia insieme, come abbiamo fatto per due guerre mondiali e per la guerra fredda, dobbiamo essere sia energici che saggi. Significa ammettere che questa una guerra che la guerra non pu vincere. Ovviamente la forza militare serve, ma lamministrazione Bush sopravvaluta ampiamente la misura in cui la schiacciante superiorit militare degli Usa pu contribuire alla vittoria. Dato che ha in mano un martello gigantesco, Washington tende a vedere tutti i problemi sotto forma di chiodo. Purtroppo il terrorismo non un chiodo. pi simile ad un fungo sotterraneo che si diffonde invisibile per chilometri per poi rispuntare allimprovviso in un luogo diverso. Mi allarma il livello di milita-

ROBERT A. DAHL

e la lezione della storia


cientemente vaga alcuni leader politici si sentono autorizzati a ricomprendere la repressione di gruppi secessionisti, dipinti come filiali di Al Qaeda. La Russia in Caucaso e la Cina in Xinjiang, ad esempio, godono da parte di Washington di un grado di comprensione che prima dell11 settembre sarebbe stato impensabile. Fino al caso-limite di Israele, la cui lotta al terrorismo palestinese considerata dallAmerica come un capitolo della sua stessa guerra. Quanto alle nostre democrazie, in alcuni casi si sono legittimate con lemergenza alcune inaccettabili restrizioni dei diritti civili, fino agli orrori della tortura. Se accettiamo queste premesse fattuali, possiamo trarne qualche lezione. Ripercorrendo i tre punti indicati, esse sono. Primo: avremo vinto o avremo perso questa guerra se riusciremo a impedire o meno la nascita di Stati o territori jihadisti. Per noi europei, queste rampe di lancio del radicalismo islamico diventerebbero specialmente minacciose se fiorenti lungo le nostre frontiere, dallAfrica settentrionale al Medio Oriente e al Caucaso. Secondo: per questo indispensabile ricomporre il fronte antiterrorista. Esaurita la campagna presidenziale, lAmerica potrebbe LE NOSTRE utilmente dedicarDEMOCRAZIE si ad analizzare gli errori E LE TANTE incredibili commessi sopratin Iraq, ormai EMERGENZE tutto parzialmente ammessi dallo stesso Bush. E che hanno fra laltro contribuito ad allargare lAtlantico, a rafforzare lantiamericanismo quasi dappertutto, in definitiva a rendere meno sicura lAmerica. Quanto a noi italiani ed europei potremmo altrettanto utilmente riflettere su come la nostra benedetta ripulsa della guerra non possa significare rifiutarsi di difendersi se si viene attaccati. Il pacifismo non commuove i terroristi, semmai li irrita e li rende ancora pi feroci. Ma la risposta deve essere selettiva, intelligente, flessibile. Per noi lo scopo prioritario impedire che nellislam europeo si affermino i radicali e gli amici dei jihadisti. Terzo: l11 settembre e la guerra non possono servire da alibi per trasformare le nostre democrazie in Stati di polizia, n applaudire gli Stati di polizia ogni volta che ritengono di fare il loro comodo contro i nemici interni, in qualit di nostri figli di puttana. Purtroppo il dibattito pubblico sulla guerra non sembra evolvere in questa direzione. La propaganda ha i suoi diritti. In democrazia, per, sarebbe bene che non diventasse la bussola o addirittura il fine di ogni azione. Altrimenti dovremmo riconoscere a Bush di avere avuto ragione quando stabil, in un momento di candore, che questa guerra non si pu vincere.

Se attentati come quello alle Twin Towers accadessero settimanalmente anche la democrazia negli Usa si sgretolerebbe
Intervista sul pluralismo, 2002

TZVETAN TODOROV

Il bersaglio colpito sono stati gli Usa, ma non bisogna cullarsi nelle illusioni: lintero occidente preso di mira
Il nuovo disordine mondiale, 2003

Fondatore Eugenio Scalfari

Direttore Ezio Mauro

9 770390 107009

ALVOHXEBbahaajA CSDEDXDFDF
40911

Anno 29 - Numero 216

1,20 in Italia
PREZZI DI VENDITA ALLESTERO: Portogallo, Spagna 1,20 (Azzorre, Madeira, Canarie 1,40); Grecia 1,60; Austria, Belgio, Francia (se con D o Il Venerd 2,00), Germania, Lussemburgo, Monaco P., Olanda 1,85; Finlandia, Irlanda 2,00; Albania Lek 280; Canada $1; Costa Rica Col 1.000; Croazia Kn 13;

sabato 11 settembre 2004


Danimarca Kr.15; Egitto EP 15,50; Malta Cents 53; Marocco MDH 24; Norvegia Kr. 16; Polonia Pln 8,40; Regno Unito Lst. 1,30; Repubblica Ceca Kc 56; Slovacchia Skk 71; Slovenia Sit. 280; Svezia Kr. 15; Svizzera Fr. 2,80; Svizzera Tic. Fr. 2,5 (con il Venerd Fr. 2,80); Tunisia TD 2; Ungheria Ft. 350; U.S.A $ 1.

SEDE: 00185 ROMA, Piazza Indipendenza 11/b, tel. 06/49821, fax 06/49822923. Sped. abb. post., art. 1, legge 46/04 del 27 febbraio 2004 - Roma. Concessionaria di pubblicit: A. MANZONI & C. Milano - via Nervesa 21, tel. 02/574941.

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Sul web un ultimatum, inattendibile, chiede il rilascio delle detenute in Iraq. E Berlusconi: Ci impegniamo a far uscire chi in prigione senza presupposti

Italianerapite,mossadelgoverno
E Ciampi lancia un nuovo appello: liberatele, ve lo chiede tutto il Paese
DIARIO

Tre anni fa lattentato di Al Qaeda alle Twin Towers

Quell11 settembre che cambi il mondo


La fiaccolata di Roma DA PAGINA 2 A PAGINA 11

APERTURA DI GIOCO NEL VUOTO DI NOTIZIE


GIUSEPPE DAVANZO
L GOVERNO afferra loccasione offertagli da una burla provocatoria per aprire il gioco con i terroristi che hanno in ostaggio Simona Pari e Simona Torretta. In soldoni, Palazzo Chigi fa sapere ai mujaheddin che se ci saranno richieste accettabili disposto a prenderle in considerazione. Di pi, a soddisfarle. una mossa che ridisegna la strategia del governo, assistito dal consenso dellopposizione. un passo che ridefinisce il modo daffrontare questa terza crisi degli ostaggi. Pi discrezione e sobriet, nessuna chiacchiera a vanvera, nessuna contraddizione nei comportamenti pubblici, ma la concretezza di una proposta che, politicamente, appare dignitosa. Accade questo. Ansar al Zawahri, dal solito sito islamic-minbar.com, lancia un ultimatum. Noi vogliamo un impegno dellItalia a liberare immediatamente tutte le prigioniere musulmane nelle carceri dellIraq senza alcuna condizione in cambio di pochissime informazioni sui due ostaggi. SEGUE A PAGINA 3

LINTERVISTA

Fassino:A sinistra dialogo anche con Bush


Le macerie delle Twin Towers ALLE PAGINE 47, 48 e 49

GOFFREDO DE MARCHIS A PAGINA 9

LAMERICA LEUROPA ERRORI E PAURE POCO SOLIDALE


ARTHUR SCHLESINGER TIMOTHY GARTON ASH
MICI miei europei, MICI americani, non non disperate dellAabbiamo dimenticato. merica! Siamo tuttora Non dimenticheremo il paese impavido e idealista mai. Tutti sappiamo dove di Franklin D. Roosevelt e di eravamo nel momento in cui John F. Kennedy anche se apprendemmo degli attacchi ultimamente lardore e licontro le Twin Towers. A dardealismo sono in parte sopmi per prima la piantati dalla notizia fu una bellicosit e donna francedallarroganza. se. Ricordo le il risultato sue parole baldi due espebettate di rienze di portaSOFRI A PAGINA 47 smarrimento e ta storica. La immediata soprima la fine lidariet. della guerra Quella solidafredda con la riet tra Eurovittoria della pa ed America, democrazia sul le torri gemelle CARACCIOLO A PAGINA 48 comunismo. dellOccidenDopo la dissote storico, dur luzione dellUrss, gli Usa so3 mesi, il tempo di costringere no rimasti lunica e insuperaal Qaeda alla ritirata in Afghata superpotenza del pianeta, nistan. Ma che fine ha fatto tre senza rivali possibili. anni dopo l11 settembre? SEGUE A PAGINA 48 SEGUE A PAGINA 49

Anche la previdenza sar inclusa nel calcolo sullindebitamento dei Paesi Ue. Siniscalco: bene cos

Patto di stabilit, si cambia


Accordo allEcofin. Debito pubblico, crescita record
LINCHIESTA

Il mondo diviso dopo le due torri

Le associazioni di categoria mobilitate contro linflazione

LOccidente e la lezione della storia

Boom dei prezzi dai consumatori un decalogo salva-redditi


GIOVANNI VALENTINI A PAGINA 13

ROMA I ministri delle Finanze europei hanno raggiunto un primo accordo sulla riforma del Patto di stabilit e sviluppo. Il documento dellEcofin prevede, tra laltro, che anche le riforme previdenziali vengano conteggiate per raggiungere lobiettivo di riduzione del debito pubblico. Commento positivo alla proposta da parte del ministro del Tesoro, Domenico Siniscalco: Per lItalia una buona soluzione perch la riforma labbiamo gi varata. stato poi deciso che il premier del Lussemburgo, Jean-Claude Juncker, sar il prossimo mister euro. La Banca dItalia, intanto, segnala un nuovo record del debito: 1477,2 miliardi di euro nel mese di giugno. MARCO MAROZZI e ELENA POLIDORI A PAGINA 39

LA DOPPIA ET DEL CAPITALISMO


ALESSANDRO PENATI
N America giovane imprenditore chi ha messo in piedi unazienda in pochi anni. In Italia, invece un giovane che lha ereditata. Lorganizzazione confindustriale dei Giovani Imprenditori ha avuto sette presidenti negli ultimi ventanni. Let media delle loro aziende di famiglia di 70 anni: la pi vecchia (Riello) stata fondata nel 1920; la pi giovane (Marcegaglia) nel 1959; quella dellattuale presidente (Artoni) risale al 1933. Non solo una nota di costume, ma il segnale di uno dei problemi del nostro capitalismo: la sindrome del controllo. Lobiettivo prioritario degli imprenditori sembra sia la preservazione del controllo proprietario, che diventa un bene da valorizzare, tutelare, e trasmettere di padre in figlio. Per questo le imprese italiane preferiscono non quotarsi: in Borsa ci sono appena 217 societ, quante dieci anni fa. Troppo spesso la quotazione serve allimprenditore solo per fare liquidit, collocando quote di minoranza. Rari i casi di societ che, dopo lo sbarco iniziale, ritornano a Piazza Affari per raccogliere le risorse necessarie alla crescita: si rischierebbe di diluire il controllo. Pi frequenti sono gli aumenti di capitale legati a operazioni di ristrutturazione. E quando i soldi per il controllo non bastano, si ricorre allingegneria finanziaria (le piramidi di holding) o al diritto. SEGUE A PAGINA 15

IL CASO

Perch un errore non insegnare la filosofia fin dai primi anni della scuola elementare

Se i bimbi studiassero Platone


CON REPUBBLICA
UMBERTO GALIMBERTI
ERCH, oltre linglese, non si introduce anche la filosofia nelle scuole elementari? I bambini si pongono domande filosofiche intorno ai 4 anni, et che gli psicologi definiscono dei perch. Sono dei perch a cui di solito gli adulti non sanno rispondere o liquidano nel repertorio delle ingenuit. Ma non cos, perch a 4 anni, quindi con 2 anni danticipo sullet scolare, i bambini saprono allo stupore del mondo e, come Aristotele insegna: La filosofia nasce dalla meraviglia e perci pone domande e interrogativi. SEGUE A PAGINA 25

La Storia, il 3 volume luned in edicola


A richiesta a soli 12,90 euro in pi. Da luned la ristampa del 2 volume. Ed in corso anche quella del 1 volume

Oggi riparte la serie A

Milan e Inter danno il via al campionato a 20 squadre


SPECIALE DI 12 PAGINE E NELLO SPORT

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