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LA REPUBBLICA 29
DIARIO
di
(segue dalla prima pagina) l quale, mentre prega, muove anche le giunture del corpo cos da attuare quello che, in modo simbolico, aveva evocato lo stesso apostolo Paolo: Offrite i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio: questo il vostro culto spirituale (Romani 12, 1). Un famoso mistico tedesco vissuto a cavallo tra il XIII e il XIV secolo, Meister Eckhart, sottolineava che bisogna pregare con tanto fervore cos da tener avvinte tutte le membra e le facolt umane; orecchi, occhi, bocca, cuore e ogni senso e non cessare finch non si sente di voler essere uno con Colui che presente e che preghiamo, con Dio. Ma si pu anche andare oltre e ritenere con il filosofo austriaco Ludwig Wittgenstein che pregare pensare al senso della vita, come egli annotava nei suoi appunti del 1914-1916. Quando luomo si rivolge alla divinit cerca, infatti, non solo di penetrare nel mistero del suo interlocutore infinito, ma anche di scavare nel mistero della sua stessa esistenza. tentando di scoprirne un senso e un valore. In questa stessa direzione si potrebbe, allora, riprendere il giuoco di parole creato da un altro importante filosofo del Novecento, il tedesco Martin Heidegger, quando affermava che denken ist danken, cio che pensare ringraziare. Per questo si potrebbe condividere unultima affermazione teorica, quella del filosofo mistico ebreo Abraham J. Heschel, convinto che pregare la grande ricompensa dellessere uomini. Ora, la preghiera rispecchia necessariamente la particolare visione di Dio dellorante. Cos, a una concezione fredda della trascendenza divina corrisponde una preghiera distante e striata dal timore e dal rispetto per linconoscibile volont della divinit. Esemplare il distacco tra il divino e lumano marcato dallorazione musulmana, specchio di un trascendentalismo teologico rigorosissimo. Ma gi tra i Sumeri il dio Enlil era invocato cos: Le tue molte perfezioni fanno restare attoniti; la loro natura segreta come una matassa arruffata che nessuno sa dipanare, arruffio di fili di cui non si vede il bandolo (Inno a Enlil, IX, 131134). Anche nel mondo greco quel Dio ignoto che Paolo nomina durante il suo passaggio da Atene (Atti 17, 23) costringe lorante a invocazioni negative come quelle evocate dalle Coefore di Eschilo: Zeus, Zeus, che dico? Come comincer (v. 85). Ma proprio nella stessa cultura greca che riusciamo a identificare uno splendido modello di spiritualit calda in cui il rapporto con Dio intenso, diretto, personale. Intendiamo riferirci a quel gioiello stoico che lInno a Zeus di Cleante (III secolo a. C.): i suoi trentanove esametri esaltano non solo lonnipotenza
PREGHIERA
MASSIMO CACCIARI
Si forma da una radice che sembra inesorabilmente rimandare al senso del richiedere, del "votarsi" a qualcosa per essere esauditi. Atteggiamento superstizioso e servile: precarius colui che ha bisogno di pregare, di affidarsi pregando a un Signore. Atteggiamento contro cui hanno avuto sempre facile gioco le critiche dei filosofi. Anche loro, certo, si sono spesso lasciati catturare dal fascino dell'inno - ma erano inni, allora, in onore della forza della parola capace di convocare presso s gli stessi dei. Dunque, o sottomissione servile o superbia filosofica pietosamente mascherata? Ma si d, forse, una preghiera assolutamente pura, che compie o eccede l'itinerario della stessa filosofia. Il suo linguaggio non pi quello del denotare; non parla di ci che si vuole o di ci che si promette. N parla di s. E' puro rivolgersi, puro parlare-a. Pura espressione di amore per la relazione con l'altro. Parola che si trasfigura in ascolto, in un ascolto che ricerca, e che proprio in questo suo cercare avverte di essere amato. Parola che silenziosamente diviene sinonimo di amore.
PREGHIERA.
ciullo lincipit del celebre Salmo 8 che canta il capolavoro di Dio, la creatura umana. Il Salmo 19 esalta il sole, come il 104, che per dipinge anche uno straordinario arazzo cosmico, mentre nel Salmo 63 ladesione totale a Dio a divenire sostanza orante: O Dio, tu sei il mio Dio, fin dallalba ti cerco, di te ha sete la mia gola, a te anela la mia carne come terra deserta, arida, senzacqua Il tuo amore val pi della vita Io esulto allombra delle tue ali. Ma si potrebbe attingere anche allenorme repertorio delle invocazioni buddhiste e indiane, alle aretalogie greche di Ossirinco (Egitto) in cui si cantano le virt e le perfezioni divine, alla reiterazione dei novantanove bellissimi nomi di Allah, allo stesso Rosario cristiano: la ripetizione diventa coinvolgimento quasi estatico, moto perpetuo, della lode, ascensione di luce in luce nel mistero infinito di Dio, contemplazione abbacinata. Lesordio del citato inno di Cleante suona cos: O pi glorioso degli immortali, sotto mille nomi sempre onnipotente, Zeus, Signore della natura, che con la legge governi ogni cosa, salve! Perch sei tu che i mortali hanno la gioia dinvocare! (vv. 13). Ma molto pi estesa la regione dalla quale sale il grido gelido e lacerante della supplica, lultravioletto della preghiera, che esprime il limite delluomo, le sue necessit, il male di vivere. Cesare Pavese nel suo diario Il mestiere di vivere annotava: La massima sventura la solitudine tant vero che il supremo conforto, la religione, consiste nel trovare una compagnia che non falla, Dio. La preghiera uno sfogo come un amico. La lamentazione classica segue uno spartito strutturale di tipo triangolare, quasi comandato dalle circostanze: al presente amaro si oppone il passato e si prospetta il futuro radioso sperato; allio dellorante sofferente si connette laltro che il nemico e il male, mentre ci si affida al terzo personaggio decisivo, Dio, il Salvatore. Talora lio e laltro si trovano sovrapposti: il caso delle confessioni del peccato (celebre il Miserere, il Salmo 51) in cui il nemico si annida allinterno dellorante stesso. Anche se non mancano suppliche senza speranza esplicita, simili quasi a un vano SOS lanciato verso Dio, imperatore impassibile relegato nel suo cielo dorato, prevalente la certezza dellascolto finale, anche se dilazionato. La divinit, infatti, non insensibile alla giusta preghiera dichiara Menandro (fr. 217), mentre Ges aveva invitato a chiedere per ottenere, a bussare perch ci si aprir, perch qualunque cosa chiederete al Padre nel mio nome egli ve lo conceder (Matteo 7, 7; Giovanni 15, 16).
30 LA REPUBBLICA
DIARIO
LE TAPPE
IL PADRE NOSTRO La preghiera del Padre Nostro risale a Ges stesso che lha insegnata ai suoi discepoli ed stata trasmessa nei vangeli di Marco e di Matteo. Gi nel primo secolo i cristiani la recitavano
LA REGOLA La regola di San Benedetto contiene un insieme di norme spirituali per orientare la vita dei monaci. Il principio dellora et labora, prega e lavora, scandisce la vita del monastero
GREGORIO MAGNO A papa Gregorio si deve la riforma della liturgia romana. Sono sue probabilmente la famosa raccolta di preghiere detta Sacramentarium Gregorianum e le regole del canto ecclesiastico
I LIBRI
SOPHY BURNHAM Lenergia della preghiera Corbaccio 2003 ADONIS La preghiera e la spada. Scritti sulla cultura araba Guanda 2002 CARLO MARIA MARTINI La scuola della preghiera Piemme 2002 MEISTER ECKHART I sermoni San Paolo edizioni 2002 GIANFRANCO RAVASI Preghiere. Lateo e il credente davanti a Dio Mondadori 2001 RACCONTI DI UN PELLEGRINO RUSSO A cura di Cristina Campo Bompiani 2000 KARL BARTH Lepistola ai romani Feltrinelli 2002 IL LIBRO DELLE PREGHIERE A cura di Enzo Bianchi Einaudi 1997 JOHN H. NEWMAN Sulla preghiera Jaka Book 1995 PETER PARTNER Duemila anni di cristianesimo Einaudi 2003 DAVID MARIA TUROLDO Pregare Mondadori 2004
a preghiera una forma di domanda, diceva SantAgostino, ma anche egli aggiungeva moto del cuore, in una parola, desiderio. Domandare e desiderare: sono i due tratti principali della preghiera che accomunano le grandi religioni mondiali, da quelle monoteiste alle tradizioni orientali. Si prega per chiedere una grazia, il dono da parte di una Potenza riconosciuta superiore a noi, ma solo perch, in qualche modo, si desidera unirsi allAssoluto e contemplarne la luminosa verit e potenza. Che lAssoluto sia Dio oppure uno stato non ordinario della coscienza ci che importa il patire di desiderio per arrivare a soddisfarlo. Le tecniche spirituali perci possono variare, ma spesso esse convergono sullidea che ci sia unalta via dello spirito, che lessere umano pu percorrere, tenendosi saldamente aggrappato alla corda dellorazione profonda, che nasce dal desiderio dellAssoluto. La preghiera diventa in tal mondo una sporgenza, esposta alla vertigine del sacro, lungo la via alta che porta allunione profonda con la divinit. Nella Santa Montagna il Monte Athos i monaci ortodossi praticano ancora oggi una tecnica di preghiera che nel 1316 stata inventata da Gregorio di Palamas. Si tratta dellesicasmo: una preghiera del cuore accoppiata ad una tecnica del respiro; si recitano i santi nomi di Dio per arrivare a sperimentare dentro di s la luce interiore e la manifestazione del Suo amore. Se, idealmente, convenissero sul Monte Athos esponenti daltre religioni, essi non avrebbero difficolt a comprendere i significati di questesperienza monastica. Lo capirebbe benissimo sia un seguace del buddismo, avvezzo a raggiungere profondi stati interiori di quiete interiore, grazie anche a tecniche di respirazione, sia un discepolo di una confraternita sufi, il cui maestro spirituale gli ha insegnato a transitare gradualmente lungo ideali stazioni (mqamt) dello spirito per giungere alla prossimit di Dio (il walya), di cui parla spesso nei suoi testi il Maestro Andaluso sufi del XIII secolo, Ibn Arabi). Tecniche simili per convogliare il desiderio dunione con la divinit si trovano sia nei grandi mistici della tradizione ebraica Andalusa, tra il XII e il XIII secolo, con Ibn Paquda che definisce le dieci
LE IMMAGINI
Liconografia religiosa, in particolare quella sulla preghiera, ricchissima di capolavori. Abbiamo scelto foto che solo in parte richiamano levento cristiano, preferendo i tanti modi, anche insoliti come suggerisce la foto di copertina (una bambina prega con un cane accanto), attraverso cui le religioni hanno declinato il gesto della preghiera.
stazioni per entrare nella porta che conduce alla contemplazione del Creatore o con Abraham Abulafia, uno dei pi grandi maestri della Qabbalah, il quale elabora una complessa tecnica combinatoria dei Nomi di Dio per sperimentare lunione mistica: unimmaginazione creatrice nella certezza della presenza dellAssoluto. Del resto pregare in molte religioni sinonimo di ricordo e di risveglio: qualcosa di
profondo che torna in superficie e che, ridestandosi, illumina la mente e scalda il cuore. Al di l delle diverse definizioni che le religioni danno a tale stato non ordinario della coscienza, lidea del risvegliarsi o del rinascere comune a molte di esse. Ci vero per il tantrismo diffuso sia nel buddismo che nello hinduismo fornendo al devoto un metodo per identificarsi con il divino; allo stesso modo avviene anche in una corrente
filosofico-spirituale come il taoismo che predica una forma di preghiera diretta a mettere in pratica limmortalit (compreso il desiderio di longevit cos diffuso nella mentalit cinese), ricorrendo a delle tecniche di meditazione e di disciplina del proprio corpo. Ladepto taoista impara, infatti, una tecnica di respirazione profonda, che chiamata taixi; essa tende a riprodurre il ritmo del respiro del feto nel grembo materno. Un desiderio di tornare ad unesperienza di fusione profonda dove la vita inizia, in forza del principio generativo universale, il Tao, punto dequilibrio di tutte le forze presenti nel cosmo. Lorazione che domanda una grazia, cos frequente in tutte le religioni storiche, perci un derivato della preghiera come passione damore per lAssoluto, come ricerca di una fusione con la Potenza che a Lui imputata e che da Lui promana. Nelleconomia dei gesti religiosi pregare per ottenere qualcosa significa, dunque, essere convinti di poter ottenere la materializzazione della forza dellAssoluto, per riceverne, in definitiva, benefici qui ed ora. Che sia un beneficio di modeste dimensioni oppure la guarigione (bene primario negli antichi
FEDELI
1947, una gheisha in preghiera (Horace Bristol per Corbis); a sinistra,Ceylon buddisti davanti a un altare (Foto Alinari)
culti di Dioniso) la preghiera , in ogni caso, un ponte, una relazione che lessere umano stabilisce con la sfera del divino e del sacro. Nello hinduismo la finalit della preghiera risvegliare il dio che c in noi fino ad arrivare alla contemplazione della sua presenza visibile e tangibile (la mrti, volto materializzato della divinit). Nellebraismo, la preghiera (midah), che il fedele
SAN PAOLO
Siate tenaci nella preghiera pregando anche per noi affinch Dio apra una porta alla nostra parola e possiamo parlare del mistero del Cristo
Lettera ai Colossesi (I secolo d.C.)
ALDOUS HUXLEY
La preghiera lazione pi perfetta e divina di cui sia capace unanima razionale Di tutte le azioni e i doveri essa la pi indispensabile e necessaria
La filosofia perenne (1945)
lultima notte, a lottare con la morte. E rimarr solo, abbandonato da tutti, e sar invincibile: contro tutti i pontefici e i politici, e gli scribi e i farisei e la folla, tutti per loccasione divenuti amici. Egli invece, proprio in quelle circostanze, dir: Confidate in me, io (oggi) ho vinto il mondo. Ha vinto il sistema, non ha ceduto, non ha accettato compromessi, perch Dio era con lui. Neppure la morte conter pi per un uomo di preghiera. E quanto era stato prefigurato e predetto dalle vite e dalle parole dei profeti, veri uomini di preghiera e di scontro, che costellano tutta la storia della salvezza: una storia mai pacifica. Si potrebbe leggere sotto questo aspetto lo stesso Esodo, per tutto dire: unopera che , prima che di lotta, proposta di ricerca e di colloquio con Dio. Di un Dio che parla a Mos e al suo popolo; e di un popolo che salvo e li-
DIARIO
LA REPUBBLICA 31
LAVE MARIA La preghiera alla Madonna si diffonde nel XII secolo, dando origine poi al Rosario Accanto al culto della Vergine quello dellumanit di Ges trova la sua espressione degli Inni di San Bernardo
LA RIFORMA Per Lutero la scrittura contiene in s tutte le verit rivelate da Dio. esclusa la mediazione della Chiesa e la preghiera diventa un atto individuale del rapporto diretto con Dio
IL VATICANO II Il Concilio, tra il 1962 e il 65 rinnova la liturgia ecclesiastica con lintroduzione della messa in volgare, allo scopo di consentire una maggiore partecipazione dei fedeli al rito
GLI AUTORI
Gianfranco Ravasi ha recentemente pubblicato Breve storia dellanima (Mondadori). Massimo Cacciari ha scritto Della cosa ultima (Adelphi). Enzo Pace sociologo delle religioni a Padova, suoi, Perch le religioni scendono in guerra? (Laterza) e Sociologia dellIslam (Carocci). Marco Vannini studioso di mistica, lultimo lavoro La mistica delle grandi religioni (Mondadori). Davide Maria Turoldo (19161992) scrittore di temi spirituali, da Pregare, un libro in uscita per Mondadori, anticipiamo un pezzo.
recita tre volte al giorno volgendosi verso Gerusalemme, un atto di riconoscimento della sovranit del Signore; solo cos egli pu implorare, in contraccambio, la speciale protezione per s e lassemblea dIsraele (Keneset Israel). Sta tutta qui la forza della preghiera in quanto commercio interiore con lAssoluto. Perci essa sembra resistere ai pro-
cessi di secolarizzazione in atto in molte aree del mondo contemporaneo. Un po com accaduto con la devotio moderna nel XIV secolo: quando le istituzioni religiose sembrano deperire, lindividuo trova nellatto interiore della preghiera una risorsa di senso cui non rinuncia facilmente. Un segno dimmortalit oltre la forza stessa delle religioni storiche.
tanto assurdo quanto fare mille leghe (a piedi!) per recarsi a Roma a vedere il papa e poi, giunti di fronte a lui, chiedergli un fagiolo scrive con la consueta ironia Meister Eckhart. E il senso ben chiaro: assurdo essere in rapporto con Dio, in comunione spirituale con Lui, dunque nella pura luce, ed andare a cercare qualcosa di comunque inferiore. Sotto questo profilo, anzi, la preghiera come richiesta viene bollata dal domenicano tedesco con parole di fuoco: chi si rivolge a Dio per chiedergli qual-
IL MITO
Margarete Shn Crimilde ne I Nibelunghi di Fritz Lang, 1924, Foto Contrasto Corbis
TOMMASO DAQUINO
Un giovane ebreo con il tallith prega accanto a una menorah (1944, New York), Foto Contrasto Corbis
Una preghiera prolissa affievolisce la devozione Il Signore ci ha insegnato a evitare una superflua verbosit: Nel pregare non siate ciarlieri come i pagani
Commento al Padre Nostro (1200)
berato quando ascolta il suo Dio. E tale lessenza pi vera della preghiera. Nulla di pi illudente di una vita di preghiera nutrita di vilt e di paure: Dio diventa un alibi, un attaccapanni delle nostre responsabilit. Nulla di pi offensivo che la preghiera di uno, il quale, nella guerra, ringraziava Iddio perch la bomba era caduta sulla casa del vicino e aveva risparmiato la sua. Questa, e solo questa preghiera: luce che si fa intelligenza, necessaria comprensione di quello che si deve fa-
re, e come fare; e forza per cambiare e fare nuove tutte le cose. Perci, per pregare bene bisogna conoscere il tempo, il proprio tempo; e il proprio impegno e dovere; e la volont e il disegno di Dio che opera sempre nella storia. Il cielo del nostro Dio la storia; la storia e la natura e il tempo sono i suoi spazi teologici, il teatro delle sue operazioni, la creazione il regno inesauribile dei segni della sua presenza, il grande infinito simbolo delle sue manifestazioni. Nessuno tanto contemporaneo e presente alla propria epoca quanto il vero uomo di preghiera: tanto da muoversi, come pochi, sul piano del mistero pi che esaurirsi nella ingannevole linea dei fenomeni; e cio, perseguendo un senso di ci che accade, pi che lasciarsi travolgere dallapparente trionfo di ci che muore.
GUIDO CERONETTI
Pregare un po come credere che la fine del mondo sia gi avvenuta Luomo che prega non necessariamente migliore delluomo che non prega
Locchiale malinconico (1988)
cosa lo ama come ama la vacca, che viene tenuta per avere il latte; lo segue come il cane segue la donna che porta la salsiccia, perch interessato a quella; lo tratta come un servo, cui regala gli abiti vecchi e vili, i vestiti smessi , ecc. Chiedendo a Dio qualcosa di diverso da Lui si dimostra infatti che ci che veramente amiamo, desideriamo, quel qualcosa, non Dio, che diventa invece subordinato, strumentale un servo, appunto, un idolo: Chi chiede qualcosa di diverso da Dio sta adorando un idolo, e questa ingiustizia, mancanza di fede, imperfezione, si potrebbe dire una vera eresia.Quando chiedo qualcosa pregando prosegue Eckhart non sto pregando. Prego davvero quando non chiedo niente. Quando sono unito, l dove sono presenti tutte le cose, allora sono tutte ugualmente vicine e una cosa sola: tutte sono in Dio e tutte in me. Nella preghiera come contemplazione il mistico esperimenta appunto lunit - unit tra anima e Dio, unit tra Dio e tutte le creature - ed allora non ha pi senso il chiedere, perch questa esperienza lesperienza dellassolutezza del presente: linfinita bont e bellezza del mondo si dispiega, qui ed ora, nella sua realt, senza perch, come la rosa dei celeberrimi versi di Angelus Silesius: La rosa senza perch, fiorisce perch fiorisce, a s non bada, che tu la guardi non chiede. Tale si dispiega di fronte a chi, orientato verso limmenso mare del bello, del bene, ha annullato la propria volont, il proprio piccolo io, e non bada appunto pi a se stesso. Questo il punto davvero discriminante: la preghiera come richiesta appare assurda e davvero blasfema solo nel distacco, ovvero quando morta la volont personale e, conformi allUno, uni-formi, e perci identici in tutte le cose, si pu pregare senza infingimento, senza menzogna: sia fatta la tua volont, trovando assoluta pace in quella volont, ossia in tutto ci che avviene. Allora, nella completa unit e libert dello spirito, questo mondo diventa un paradiso, come arditamente scrive lAnonimo francofortese di quella Teologia tedesca che Schopenhauer giustamente metteva sullo stesso piano dei grandissimi doriente e occidente, Buddha o Platone. E allora non v nemmeno pi la preghiera come attivit particolare, da esercitarsi in momenti separati, determinati - quasi un meccanico, assurdo aprire e chiudere il rubinetto di comunicazione con Dio -, perch lintera vita a diventare preghiera, contemplazione, dal momento che il mondo non pi diviso in due, sacro e profano, e preparare la cena al focolare non operazione meno nobile che cantare salmi in chiesa. Anzi, lesperienza spirituale, quella appunto dellunit di tutte le creature, in quanto frutto dellamore di Dio, non affatto fuga estatica dalla societ, dal mondo, ma, al contrario, genera subito la carit, nella quale il bene degli altri non ti in nulla meno caro del tuo, per cui se anche fossi in rapimento grande come quello di san Paolo al terzo cielo e un povero avesse bisogno di una minestra, dovrei uscire dal rapimento per preparare la minestra al povero.
I FILM
MARCELLINO PANE E VINO Marcellino un orfano spagnolo allevato dai frati che parla con il crocefisso Di Ladislao Vajda (1954) DON CAMILLO Don Camillo e Peppone sono il parroco e il sindaco, comunista, di un paese in Emilia. Don Camillo perennemente in colloquio con il crocefisso per sventare le malefatte del comunista. Sette i titoli delle serie tratta da Guareschi. Di Julien Duvivier (1952) DIALOGHI DELLE CARMELITANE La vita del Carmelo di Compigne durante la rivoluzione francese, le converse faranno voto di martirio Di Philippe Agostini (1960) DIARIO DI UN CURATO DI CAMPAGNA Dal romanzo di Bernanos, la storia di un giovane curato che, malgrado la sua fede, viene isolato dai parrocchiani Di Robert Bresson (1950) BERNADETTE A Lourdes la pastorella Bernadette assiste alle apparizioni della Madonna che le parla Di Henry King (1943)
CONTIENE
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Anno 29 - Numero 85
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I rapiti potrebbero essere vigilantes. Un giorno di guerra a un anno dalla caduta di Bagdad. Bagno di sangue a Falluja. Il direttore dellospedale: 450 morti
IL DILEMMA IRACHENO
BERNARDO VALLI
HE fare? Linterrogativo angoscioso quando si brancola nel buio. Quando si hanno le idee confuse e bisogna risolvere un dilemma strategico o politico o morale. LIraq li pone tutti. Giusta o sbagliata la guerra alle nostre spalle, si conclusa un anno fa con la demolizione della statua di Saddam Hussein, sulla piazza Ferdus (piazza Paradiso), il 9 aprile, a Bagdad, ed ora affidata al giudizio degli storici e degli elettori, chiamati presto a confermare o respingere chi lha (avventatamente) promossa, o si accodato in ritardo. Adesso si tratta di uscire dal dopoguerra, che ci sembra pi tragico della guerra stessa. Restare o andarsene? Il dilemma diventa rovente davanti alle vampate dodio che avvolgono i soldati americani e i loro alleati, arrivati come liberatori e diventati repressori. SEGUE A PAGINA 13
Storia di uno dei 161 fermati nella retata preventiva ordinata da Pisanu
Marines trasportano una vittima degli scontri a Ramadi DA PAGINA 2 A PAGINA 10
LASCIATESTARE IL25APRILE
MIRIAM MAFAI
UN anno dalla conquista di Bagdad, lIraq sta precipitando nel caos. Mentre si combatte da alcuni giorni a Falluja, la rivolta dilaga ormai in tutto il Paese, dalla capitale dove lo sterminato e miserabile quartiere di Sadr City offre rifugio e protezione agli estremisti sciiti, al triangolo sunnita tra Falluja, Ramadi e Tikrit controllato dai fedelissimi di Saddam, fino alla zona tra Bassora e Kerbala in mano allArmata del Mahdi come si definiscono gli uomini dellimam Al Sadr. Ai combattimenti, alle imboscate e ai massacri si aggiunta negli ultimi due giorni la pratica dei rapimenti, gi praticata largamente in Libano dagli Hezbollah. SEGUE A PAGINA 13
ALTAN
DIARIO
ROMA Amara sorpresa per tutti gli automobilisti che si metteranno in viaggio in occasione dellesodo pasquale. Benzina alle stelle dopo gli aumenti decisi da quasi tutte le compagnie. Gli automobilisti italiani continuano ad essere i pi tartassati dEuropa. Per un litro di verde ci vuole in media 1,110 euro con picchi fino a 1,116 sulle autostrade. In controtendenza Agip e Ip. La crisi irachena, la riduzione di produzione da parte dei paesi dellOpec, ma anche il boom della domanda cinese spingono verso lalto il prezzo del petrolio. MODOLO A PAGINA 26
Citt di Castello, Giorni: Ho agito da solo. Interrogati i genitori della bimba e la vicina di casa
CITT DI CASTELLO stato un raptus. Giorgio Giorni, il trentaduenne amico di famiglia, ha confessato di aver ucciso Maria, la bambina di due anni e sette mesi morta in ospedale a Citt di Castello per lesioni gravissime. Ma le sue parole, in un interrogatorio durato oltre quattro ore, non hanno fugato tutti i dubbi. Nella serata di ieri sono stati interrogati i genitori di Maria e anche Eloina, la cubana vicina di casa che subito dopo la morte della bambina aveva lanciato pesanti accuse alla mamma. BELLU e CONTE ALLE PAGINE 19 e 20