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SOMMELIER
Anno 16 - Numero 1 - Aprile 2014 - Periodico Trimestrale - Poste Italiane S.p.A./Sped.A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n 46) - art.1 comma1 - NE/TV - Contiene I.P. - Prezzo di copertina 2,5
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IL VINO SECONDO ME
LUCA ZAIA SI RACCONTA
PREMI E CONCORSI
QUANDO LE AZIENDE PROMUOVONO LA CULTURA
VIAGGI ENOLOGICI
UN TOUR NELLA STRADA DEL SAGRANTINO
LA DEGUSTAZIONE
LA GRANDE VERTICALE DI PRIMO FRANCO
EDDY FURLAN
presidente@aisveneto.it
NUOVI ORIZZONTI
Una rivista rinnovata e presto un portale web ricco e completo: la comunicazione di Ais Veneto diventa pi moderna e immediata. In linea con una tradizione che ci vede protagonisti nella divulgazione di qualit
prodotto e distribuito da: Bioenologia 2.0 srl Via Verdi 32 - 31046 Oderzo [TV] Tel +39.0422.815518 Fax +39.0422.716302 www.atecnos.com
ari colleghi, come avrete notato, Il Sommelier Veneto, ormai da sedici anni la voce ufficiale della nostra associazione, cambiato. Nel formato, nella veste grafica, nella formulazione dei contenuti, nella periodicit. Da trimestrale diventa semestrale. Due numeri lanno (aprile e novembre) caratterizzati da racconti, approfondimenti, viaggi nelle storie del vino veneto (ma non solo) e dei suoi protagonisti. Due numeri da collezione che mettono al centro il ruolo del sommelier laddove si intreccia con il mondo della produzione e quello della ristorazione. E il primo passo del nuovo piano di comunicazione di Ais Veneto che vedr pieno compimento nel corso di questanno. La strada che abbiamo deciso di intraprendere quella di una sempre pi forte integrazione tra carta e digitale, riconoscendo a ciascun mezzo le proprie specificit: sulla carta contenuti originali prodotti senza lassillo della tempistica, sul web le cronache di delegazione, che ne rappresenteranno il cuore, le news e tutto quanto attiene ad una fruibilit immediata.
In contemporanea, sta uscendo in questi giorni anche la nuova rivista associativa di Ais nazionale, cos, dopo gli intensi giorni di Vinitaly, avremo le nostre letture preferite a tenerci compagnia e ad aggiornare la nostra insaziabile voglia di cultura enogastronomica. Tutto questo nellattesa del decollo del nostro innovativo portale, che andr a sostituire il vecchio sito, tenuto forzatamente in vita nei primi mesi dellanno per non essere assenti dal web; sono certo che il varo del nostro nuovo navigatore enogastronomico segner una assoluta novit nel mondo della comunicazione del vino nellambito associazionistico e non solo! A maggio saremo ospiti di Vino in Villa con lo svolgimento del concorso per il migliore sommelier del Veneto e questanno ci arriveremo ben organizzati poich abbiamo istituito, con mirato investimento, la palestra, ossia la scuola di addestramento per i concorsi, frequentata da una trentina di potenziali campioni, coordinata da Graziano
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Simonella, con la partecipazione di docenti nazionali, esperti specificatamente in materia. Invito tutti i giovani sommelier che intendono perfezionare la propria preparazione professionale ad iscriversi nelle prossime future edizioni di questa specifica, qualificante scuola. In autunno uscir la nostra guida ai vini del Veneto e la presenteremo sontuosamente al mega evento de Il Veneto al 300x100, sabato 27 settembre, nella suggestiva cornice del castello di San Salvatore a Susegana; il frutto di un meticoloso e costante lavoro della nostra eccezionale squadra di degustatori ufficiali, che, tappa dopo tappa, percorrendo i territori delle Doc e Docg del Veneto, ha reso possibile la produzione di dati e di descrizioni di alta valenza professionale. Questi stessi dati e descrizioni organolettiche contribuiranno significativamente alla redazione della nuova guida Ais ai vini dItalia, che sar presentata al 48 Congresso Nazionale di Torino.
HANNO COLLABORATO
Alessandro Fiorini, Ivana Guantiero, Matteo Guidorizzi, Claudio Serraiotto, Franco Serena, Giuseppe Piovesan
SOMMARIO
SOMMELIER VENETO Periodico dellAssociazione Italiana Sommelier Veneto PROPRIETARIO Associazione Italiana Sommelier Veneto Via Santa Lucia, 13 31044 Montebelluna (TV) DIRETTORE RESPONSABILE Eddy Furlan EDITORE E CONCESSIONARIA PUBBLICITARIA Edimarca sas Strada Comunale delle Corti, 54 31100 Treviso Tel. 0422 305764 Fax 0422 426343 info@edimarca.it IN REDAZIONE Paolo Colombo redazione1@edimarca.it Tel. 347 6987498 PROGETTO GRAFICO Sintetik.it IMPAGINAZIONE Marika Reginato IMMAGINI FOTOGRAFICHE Tutti gli enti ed i Consorzi citati nei testi, Gardin&Mazzoli, Antonio Campanella FOTO DI COPERTINA Gi Martorana, per gentile concessione dellAzienda Agricola Fattoria Garbole Tregnago (VR) ANNO 16 - APRILE 2014 Periodico semestrale Registrazione Tribunale Treviso N. 1042 del 23 ottobre 1997 Iscrizione R.O.C. N. 14021 Poste italiane s.p.a. Sped. A.P . D.l. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 N 46) art. 1 comma 1 NE/TV
IN QUESTO NUMERO
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PROTAGONISTI
Arturo Stocchetti: il Veneto alla riscossa (dei mercati internazionali)
LAPPUNTO
di Eddy Furlan
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I MITI
Fausto Maculan: lambasciatore del Torcolato
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DEGUSTAZIONI
La grande verticale di Dino Marchi
NEWS
Il Veneto al 300x100 Sorsi dAutore Giornata nazionale della cultura del vino e dellolio Docg: eccellenza italiana nel mondo
DEGUSTAZIONI
La verticale del trentennale di Primo Franco di Wladimiro Gobbo
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UNO DI NOI
Niccol Bau: il sommelier con la passione per la storia
ENOVIT
Piccoli sorsi dinnovazione a cura di Paolo Bortolazzi
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IL GOLOSO CURIOSO
Custoza, finalmente una vittoria di Morello Pecchioli
FOCUS
La cultura fra i vigneti di Paolo Colombo
MONDO OLIO
Novit e approfondimenti sullextravergine di oliva a cura di Fabio Poli
IL CORRISPONDENTE
London Calling di Niccol Poli
TRENDWINE
Beauty & Wine di Paolo Colombo
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ENOTURISMO
La magia del Sagrantino
IL VINO, SECONDO ME
Luca Zaia: il valore del vino veneto
ANTEPRIMA
Un Amarone rinnovato di Paolo Bortolazzi
NEWS
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IL VENETO AL 300X100: APPUNTAMENTO A SETTEMBRE VILLE VENETE & AMARONE A SORSI DAUTORE
orna il 27 settembre, dalle 10 alle 20 al Castello di San Salvatore di Susegana (TV), levento Il Veneto al 300 x 100, ovvero 300 vini di 100 produttori per rappresentare il meglio dellenologia regionale. Organizzata da Ais Veneto la manifestazione offrir, come gi negli anni scorsi, un ricco programma di degustazioni ed un convegno. Ai banchi di assaggio dei vini, selezionati dai sommelier veneti, faranno da cornice gli immancabili abbinamenti con le tipicit gastronomiche trevigiane e venete. Il tutto nello splendido castello, situato allinterno di un borgo del XIII secolo, che sorge sulle colline ricamate di vigneti che si estendono tra Conegliano e Valdobbiadene e che hanno ispirato un pittore come il Cima e il poeta Andrea Zanzotto. Per il programma completo della manifestazione vi rinviamo al sito www.aisveneto.it. Info: Gheusis, tel. 0422 928954 ilvenetoal300x100@aisveneto.it
orna puntuale come ogni estate Sorsi dAutore. Vino e parola si contaminano in scenari dal fascino senza tempo nella kermesse che, giunta questanno alla sua quindicesima edizione, d appuntamento tra giugno e luglio 2014 per celebrare cultura, tradizioni e luoghi veneti riconosciuti a livello internazionale. Confermata la formula della manifestazione. Ospiti del mondo dello spettacolo, della cultura, della musica e del giornalismo nazionale degusteranno, assieme al pubblico e guidati da un sommelier di Ais Veneto, alcune delle eccellenze enogastronomiche italiane nelle seguenti Ville Venete, tra le pi suggestive presenti sul territorio: Villa Venier di Mira (VE), Villa dei Cedri di Valdobbiadene (TV, nella foto), Villa Pojana di Pojana Maggiore (VI), Villa Breda di Ponte di Brenta (PD). Tra le novit di questedizione si inserisce levento collaterale in programma a Villa Allegrini di Fumane (VR): una giornata-evento omaggio alla storia dellAmarone. In equilibrio tra tradizione e contemporaneit, la manifestazione si conferma unica nel suo genere, soprattutto grazie allaccostamento di personaggi noti al grande pubblico a due eccellenze del made in Italy: il patrimonio vitivinicolo offerto questanno dalle cantine dellAssociazione Famiglie dellAmarone e quello storico-architettonico rappresentato dalle Ville Venete, tutelate dallUnesco a partite dal 1996. La manifestazione un progetto della Regione del Veneto, Istituto Regionale Ville Venete, Fondazione Aida, realizzato in collaborazione con lAssociazione Famiglie dellAmarone, con il sostegno di Recoaro, del Consorzio Tutela del Formaggio Asiago, di Crick, la partecipazione dellAis Veneto. Gli incontri ad ingresso libero e gratuito (fino ad esaurimento posti) e si terranno alle ore 21. Previa prenotazione sono inoltre in programma delle visite guidate alle ville. Info: Fondazione Aida, tel. 045 8001471 - 045 595284 info@sorsidautore.it - www.sorsidautore.it
i svolger sabato 17 maggio in diverse sedi su tutto il territorio nazionale La Giornata Nazionale della Cultura del Vino e dellOlio, evento organizzato dallAis nazionale. Una serie di incontri in cui sommelier, medici, storici e altri esperti incontreranno appassionati, addetti ai lavori e tutti coloro che desiderano saperne di pi su due tra i prodotti fondamentali per leconomia nazionale e motivo di orgoglio di tutta Italia. La manifestazione ha ricevuto fin dalla prima edizione la medaglia di rappresentanza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che con questa onorificenza ha voluto sottolineare limportanza del tema e la sensibilit della massima carica dello stato per il mondo del vino, dellolio, dei prodotti di qualit e della loro cultura. Per maggiori informazioni sui luoghi in cui in cui si svolgeranno gli eventi in contemporanea lo stesso giorno vi invitiamo a consultare il sito Ais nazionale o quelli delle segreterie regionali. Info: www.aisitalia.it.
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anchi dassaggio, degustazioni guidate e convegni, saranno di scena domenica 11 maggio presso lAbbazia di Praglia per Docg: eccellenza italiana nel mondo. Sar la terza edizione per il simposio nazionale dedicato interamente alle Docg italiane, un evento organizzato dallAssociazione Italiana Sommelier del Veneto e coordinato dalla delegazione di Padova. Obiettivo della manifestazione quello di favorire il confronto tra aziende produttrici e consumatori per scambiare reciproche opinioni in un clima disteso ed elegante. Levento si aprir al pubblico alle 9,30 con il convegno: Qualit e Tipicit: Comunicare il valore di un vino. Qualit intesa come rispetto, devozione per le antiche tradizioni, ma anche instancabile ricerca del meglio, cura meticolosa di ogni dettaglio, in ogni momento della produzione, in grado poi di imporsi sui mercati di tutto il mondo. Questi saranno i temi che i diversi relatori affronteranno nel corso del convegno. Dalle ore 11 alle 20 seguiranno i banchi dassaggio di circa 100 aziende che racconteranno i loro prodotti deccellenza. Anche in questa terza edizione alcuni esclusivi appuntamenti la faranno da padrone. Da non perdere Nel bicchiere di Roberto Gardini, una serie di degustazioni guidate dal grande sommelier professionista dedicate ad alcuni vini importanti. A seguire Conquistatori di popoli, dove la passione dei viticoltori e il duro lavoro in vigna creano le condizioni ideali per produrre uve qualitativamente eccellenti destinate alla produzione di grandi vini. E per finire al buon vino sar abbinato il buon cibo con degustazioni di tipicit gastronomiche venete e padovane, una selezione di prosciutti e formaggi artigianali e di prodotti da forno e dolci della tradizione padovana. Per il programma dettagliato vi rinviamo al nostro sito ufficiale. Info: www.aisveneto.it.
NEWS
ENOVIT
a cura di Paolo Bortolazzi
Temporaneo Piacere dello Spirito da Shiraz, suo secondo amore, inserito nel vigneto di Merlot del pap. Tante e appaganti le bollicine: il Quattro, il Cinque, il Sette, lOtto, come pure il Pas dos, lExtra Brut. Tutti blanc de noir differenti non solo per gli anni sui lieviti, da cui i nomi, ma anche per il dosaggio e per la presenza o meno di barrique e di fine ossidazione nei vini base. Anche il Ros, che beviamo assieme: rosa antico, consistente nel bicchiere. Un defil di rara persistenza al naso: melograno, rosa canina, buccia darancio, pompelmo rosa e in apertura sottobosco umido. Presenza tattile importante al palato, sia per spina acida di primordine che per la mineralit appagante, il tutto in un succo che ritrova la ricchezza del naso.
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Prezzo: 25,00
ccoci alla Distilleria Castagner, dove con 40 anni di esperienza e da quasi 20 il mastro distillatore Roberto Castagner un imprenditore innovativo della grappa con prodotti che corrono i tempi ed in alcuni casi li anticipano. Alla base sempre eccellente materia prima mantenuta fragrante grazie al suo sistema brevettato Grappa system, tunnel di film plastico nei quali lieviti enologici fermentando sviluppano un ambiente anaerobico sano e protettivo. Innovazione anche nelle grappe: pensiamo alla Torba rossa e Torba nera 3, 5, 7 e 10 anni, dove lesclusivo sistema di tostatura delle vinacce sviluppa aromi unici propri degli Scotch, che la grappa non vuole copiare ma interpretare offrendo in unione i suoi
profumi primari. E proprio per esaltare queste doti ecco una batteria unica di grappe da vitigni autoctoni di Cru Italiani. Un meraviglioso tour per lItalico stivale e le sue tipicit che esaltano le differenze e quindi la peculiarit: Aglianico dei Taurasi, Cabernet Piave, Chardonnay di Trento, Greco di Tufo, Moscato dAsti, Nero dAvola, Primitivo del Salento, Prosecco Valdobbiadene, Raboso del Piave ed infine il Zibibbo di Trapani che degustiamo assieme: cristallo nel cristallo in profusione continua ed appagante di fiori di zagara, melone giallo, pasta di mandorla, macchia mediterranea, corteccia darancia. Si ritrova tutto al palato, dove la gentilezza si abbraccia con dissentante mineralit sapida. Unica come lItalia.
Prezzo: 24,00
elva Capuzza si trova sulle ventilate colline a sud del Lago di Garda. La zona dominata dalla torre di San Martino della Battaglia, monumento che ricorda il sanguinoso evento bellico del 24 giugno 1859 dal quale nacque la Croce Rossa Internazionale. una delle pi piccole denominazioni dItalia: la San Martino della Battaglia, un vino che fino a met degli anni ottanta si equivaleva per quantit di produzione con il Lugana. Il Campo del Soglio nasce nel 1988 con lo scopo di salvare questo vino dallestinzione e per alcuni anni stato anche lunico testimone di questa Doc. Parlare di questo vino significa anche parlare di unuva che qui non ha pi un nome, dopo che nel 2008 la Comunit Europea ha vietato luso del nome tocai. La proposta pi accreditata Tuk, il
nome in dialetto bresciano con cui erano chiamate le uve di tocai e significa piccolino, piccolo pezzettino, come lacino di questuva. Le uve del Campo del Soglio provengono da un vigneto con pi di quarantanni, ma il 2012 un vino ancora giovane che esprime al naso fresche note minerali accompagnate da delicate fragranze di glicine e erbe aromatiche. La frutta a polpa bianca ancora in secondo piano, ma certamente esploder fra un paio danni, quando il vino raggiunger la sua maturit e si fonder con le spezie dolci, come testimonia la preziosa verticale delle annate che il titolare Luca Formentini ci ha offerto, un emozionante viaggio tra profumi e aromi da ricordare per eleganza e finezza.
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Prezzo: 9,00
l signor Rinaldo Rinaldi ci accoglie nella splendida sede della propria azienda, maison Villa Rinaldi con grande entusiasmo, il calore e lintensit che trasmette nel raccontare il proprio cammino colpiscono perch disegnano una personalit di grande carisma e dinamicit. Rammaricato mentre ci racconta dellalluvione del 2001, si rivela immediatamente entusiasta e orgoglioso per aver avviato, partendo da quella brutta avventura, una nuova fase di rinnovamento tecnologico della linea di produzione. Fortunatamente la barricaia dislocata al primo piano dellazienda rimasta intatta, nessun condizionamento quindi sui vini in affinamento. Due le linee di produzione principali: una per i vini spumanti metodo classico, realizzati con uve coltivate in Alto Adige (chardonnay e pinot nero) da conferitori fidati e seguiti da personale specializzato dellazienda
e laltra per lAmarone della Valpolicella, ottenuto da uve coltivate nella zona classica. Per entrambe la prima fermentazione avviene sul posto, poi il mosto viene trasportato presso la sede di Soave, dove viene messo ad affinare in barrique, rigorosamente a bassa tostatura, nuove e di 2 - 3 passaggio. I vini sostano nelle cisterne di acciaio solamente durante le fasi di tiraggio e assemblaggio. In degustazione Rinaldi Premire Brut, sboccatura 2013 100% chardonnay colore giallo paglierino intenso e brillante con spuma persistente e fine. Intrigante e delicato il bouquet di rosa bianca, biancospino e pera. Decisa la nota minerale che bene accompagna il delicato balsamico. Piacevole quanto divertente al palato, dove la setata morbidezza sostenuta da freschezza e mineralit. Ottimo in versione aperitivo, lo suggeriamo in abbinamento a unorata al tegame.
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Prezzo: 18,00
ENOVIT
ENOVIT
argo ai giovani! Ne abbiamo proprio bisogno quando sono come Andrea Masat, il bocia pronipote di quel Giovanni fondatore dal quale tutto inizi. Col diploma della scuola enologica di Conegliano, prossimo alla laurea in enologia a Udine e il non trascurabile sostegno dei genitori, ha improntato il futuro dellazienda di famiglia. 25 ettari di propriet e 25 da conferitori dislocati sulle due diverse zone: Pramaggiore ricca di caranto, largilla tipica e Pradipozzo con terreni pi organici di medio impasto. Ricorre allagricoltura integrata con idonei sesti dimpianto riducendo al minimo i trattamenti. Due carte dei vini offerte, lOrnella Bellia, per un uso quotidiano e la Terrepiane per la ristorazione frutto di se-
lezione e ricerca. Tra lampia batteria a disposizione e in parte degustata, ci piace ricordare, linformalit appagante del Bocia Rosso, alter ego di Andrea, petillant abboccato, vino ufficiale di Griglie roventi che ne testimonia la versatilit di abbinamento. Agli opposti il Gio1929 in onore del nonno, dove nel dosaggio del legno si ha conferma della buona mano dellerede. A voi proponiamo leleganza del Sauvignon, che brilla nel bicchiere con la sua veste paglierina tenue, senza eccessi varietali al naso, intreccio di fiori di sambuco e di rosa bianca, pesca a pasta chiara e pompelmo giallo. Equilibrio gustativo giocato sulla freschezza e che in unione a una mineralit di ottima statura offre un sorso dissetante e appagante.
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Prezzo: 4,20
econdo capitolo nella proposta di Pinot Nero di questa piccola azienda storica dei Colli Berici che avevamo gi avuto modo di incontrare nellottobre del 2010 in occasione di una degustazione della versione vinificata in bianco, vino equilibrato e armonico dove la decisa mineralit tipica della zona era piacevolmente avvolta dalla nota glicerica per un sorso avvolgente e di spiccata bevibilit. Motivo della nostra visita una orizzontale dei prodotti dellazienda che ci ha permesso di individuare alcuni elementi comuni che rappresentano le peculiarit del territorio e la filosofia produttiva dellazienda stessa; fragranza, miner-
alit ed eleganza dei profumi sono le caratteristiche principali che accomunano tutti i vini che abbiamo degustato. Alla seconda annata di produzione, il Pinot Nero 2012 vinificato in rosso svela tutta la sua emozionante giovent in un bel rosso rubino, intenso e luminoso. Bouquet di viola fresca, pepe nero e profumi balsamici, ha un sorso polposo di ciliegia e rosa con il tannino ancora giovane ma sempre collaborativo e avvincente. Finale lungo che si esprime con note di vernice e alcol di rosa, il corpo deciso e ben sostenuto dalla mineralit. Molteplici le possibilit di abbinamento, ma una su tutte ci sembra la pi appropriata: filetto di cervo e ribes rosso.
Prezzo: 12,00
iamo in una delle aziende che rappresentano leccellenza della denominazione Lison Pramaggiore, cio da Borgo Stajnbech dove Adriana e Giuliano non paghi dei successi di critica e di pubblico ottenuti con il 150 Lison Classico Docg e il Sauvignon Bosco della Donna, propongono il loro Traminer. Vitigno ormai internazionale, nato non aromatico in Alto Adige nell800, migrato in Alsazia e poi nel Palatinato. Ha subito mutazioni nel diffondersi anche per la contaminazione del Savagnin Ros, acquisendo nellevoluzione caratteristiche pi spiccatamente gewurz; i nuovi cloni proposti nel post filosserico hanno poi chiuso la pratica consegnandocelo come lo apprezziamo oggi. Predilige i terreni marno-calcarei, argillo-sabbiosi e granitici in unione
SOMMELIER VENETO 01/14
a esposizioni riparate che ha trovato nella pianura veneta orientale. Mani sapienti e lungimiranti sono un altro ingrediente fondamentale, soprattutto in alcune zone tendenzialmente quantitative. Ed ecco quindi la nostra affiatatissima coppia anche in questo caso prediligere senza indugio densit elevate, rese ridotte su una maturazione che dia concentrazione e bevibilit. Apprezziamolo dunque: fine oro lucente, complesso e appagante al naso, maturit di albicocca e buccia di mandarino in confettura, zenzero fresco in un floreale di ginestra. Ben gestita la genetica morbidezza al palato del vitigno proposta in simbiosi a un giusto calore tra stuzzicante supporto fresco e dissetate richiamo minerale. Lunghezza fruttata.
Prezzo: 6,20
Borgo Stajnbech
Via Belfiore, 109 30020 Belfiore di Pramaggiore - VE Tel.: 0421 799 929 info@borgostajnbech.com www.borgostajnbech.com
autori dellapprezzamento internazionale dei Rossi del Montello sin dagli anni 60 e gi negli anni 80 produttori di un metodo classico capace di raggiungere lusinghieri riconoscimenti. Ugualmente abili da oltre un decennio nel proporre un Prosecco che grazie alla sua eleganza capace di reggere il confronto con quelli di Valdobbiadene. Giusto presupposto questo per produrne una versione Indigena, cio da fermentazione dei soli e bizzarri lieviti propri del vitigno, legando quindi al territorio in modo indissolubile linformale bollicina. Lunga ma necessaria presentazione per onorare lultima creatura di Loredan Gasparini, quelli del Capo di Stato, se non si era ancora capito, che abbiamo lonore di presentare e degustare in anteprima assoluta: un
Asolo prosecco superiore rifermentato in bottiglia. Dalla Vigna Monti, che si sempre distinta per qualit, impiantata nel 1975 e collocata a circa 150 metri di altitudine, una selezione champenois di nove mesi con struttura da metodo classico, capace di preservare comunque le caratteristiche olfattive del vitigno. Dosatura minima, tre gr/l, in una pressione atmosferica Saten. Beviamolo quindi questo lucente paglierino tenue dalle finissime bollicine. Non esuberanza ma compostezza nella complessit con pera kaiser, cedro, gelsomino in amalgama su pasta lievita appena sfornata. Spumoso e gentile al palato evidenzia freschezza e mineralit in un contesto ampio ed equilibrato. Persistenza degli stimoli di rilevante lunghezza.
Prezzo: 9,80
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ENOVIT
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MONDO OLIO
a cura di Fabio Poli
COMINCIOLI
MAGIA DI BARBARANO
Olio Extravergine di Oliva
appena tagliata ed erbe aromatiche, speziato e pepato; il Numero Uno, che storicamente il nome del primo olio prodotto, da un blend di oli da diverse cultivar (leccino, casaliva, favarol, rossanel, gargn, trepp, mitria, regina del garda, raza e cornarol), tutte raccolte e frante separatamente, con gusto deciso e persistente. Ci soffermiamo sul terzo, la Casaliva monocultivar, che ci rivela la forza di una casaliva di solito gentile e delicata nel sud del lago. Al naso la tipica mandorla dolce poi il carciofo, curiose ed eleganti note agrumate, continui e diversi ricordi di erbe aromatiche. Ingresso amaro e piccante di media intensit, che poi si accompagnano alla dolcezza in una lunga ed elegante persistenza.
reve trasferta sulla sponda bresciana del lago di Garda; il clima mite e solo la vista del Baldo innevato ci ricorda che sono i primi giorni di gennaio. Lazienda ha 10 ettari a oliveto, fino al 2001 si conferiscono le olive, poi ha deciso di frangere da s orientandosi verso la produzione di oli solo denocciolati di alta qualit. La molitura terminata e tutti i macchinari sono completamente smontati e riposti ordinatamente su tavoli, lindi come fossero strumenti chirurgici. Raccolta con ausilio di scuotitore della pianta, lavorazione entro le sei ore, rese dal 6 all8%, nessun contatto con laria in nessuna fase, anche limbottigliamento sotto vuoto. Si producono: il Leccino monocultivar, elegante e intrigante di erba
iamo sul lato est dei Colli Berici, si lascia la pianura e ci sinerpica sulle tortuose strade che percorrono le colline; file ordinate di vigneti e oliveti, ma anche il rassicurante disordine di tante macchie boschive. Poco prima di Barbarano ecco, immersa nella natura, sul colmo di una morbida collina, la villa padronale: difficile non innamorarsene. Cos stato anche per Letizia e Bruno che hanno acquistato la propriet, i 10 ettari tra bosco e vigneto ma anche 400 olivi che sono diventati i figli prediletti di Letizia. E cos, in pochi anni con passione, senza nascondere le
difficolt di fare un lavoro che le era completamente sconosciuto, eccola andare a scuola, frequentare un corso di potatura in Liguria, uno di assaggiatore di oli, poi il curiosare da frantoiani con maggiore esperienza e infine lacquisto di un moderno frantoio per fare il suo olio. Le cultivar presenti sono la rasara, il leccino, il frantoio e il pertegaro. Lolio da poco spremuto al naso verde di foglia, con le note dolci delle erbette cotte e il carciofo. In bocca, nonostante lannata piovosa che di solito smorza le caratteristiche, mediamente amaro, lungo, persistente e armonico, decisamente piccante.
Magia di Barbarano
Via S. Martino, 29 36021 Barbarano Vicentino - VI Tel.: 3385079842 Letizia Girardi 3394278548 Bruno Maurizio Bernardi info@magiadibarbarano.it www.magiadibarbarano.it
REPELE LUCIA
SANCASSIANO
ue insegnanti di citt in pensione, la signora Lucia e il marito Giuseppe, tre figli ormai grandi con le loro strade nel mondo, ma che da piccoli passavano tutto il tempo libero nella vecchia casa dei nonni materni, sulle colline di Nogarole Vicentino, a nord ovest di Vicenza. Morti i nonni, cosa fare di quei terreni persi nella boscaglia, scomodi e tanto poveri di prospettive economiche quanto ricchi di affetti e di ricordi? Un po per provare, si piantano nel 2005 i primi olivi in una zona a 450 m di altitudine, dove non ci sono mai stati; si vede che resistono bene, solo qualche pianta muore per il gelo. Oggi sui tre crinali pi dolci rivolti a sud ovest ci sono 1.500 piante
di grignano, leccio nostrano, frantoio e favarol, e le intenzioni sono di allargare limpianto, acquistare un piccolo frantoio, restaurare la vecchia casa che guarda la valle, rimettere in sesto i filari di vecchie vigne, incrementare anche la produzione di ciliegie biologiche (gi 120 i ciliegi). Le Passioni un olivaggio (miscela di olive) che si presenta al naso con un erbaceo da foglia di ulivo e pomodoro, un leggero spinacio di giovinezza che lascia il posto al carciofo, un fruttato medio con una punta di spezie; in bocca un amaro leggero e un piccante medio, abbastanza lunghi, una chiusura in dolcezza con tutte le parti che si amalgamano senza protagonismi per fare un olio davvero fine ed elegante.
on circa 4mila ulivi tutti in collina, Mirko Sella uno dei produttori pi attenti alla costante qualit dei suoi oli e alle novit tecnologiche che possono garantirla. Lannata 2013 stata disgraziata come la nostra economia: la fioritura non stata uniforme, la ligagione avvenuta in periodi diversi, lestate stata calda e umida, un attacco di tignola ha fatto perdere il 10% della produzione, la maturazione stata scalare. Il troppo caldo spinge verso oli non stabili e pi amari, inoltre diventano pochi i giorni di perfetto punto di maturazione nei quali operare la raccolta per puntare al miglior prodotto. Ecco quindi la
scelta di produrre un olio nuovo, Il Morbido, 100% grignano, franto per a dischi per ottenere una dolcezza maggiore e un olio piacevole da subito. Dolce al naso, fruttato delicato con sentori di sfalcio quasi asciutto, un leggero amaro in entrata, poi un piccante medio che lancia in persistenza ed appena si smorza ritorna la dolcezza della frutta secca, nel complesso un olio gi da ora equilibrato e molto piacevole, aspettando che nel frattempo laltro grande grignano denocciolato Monte Guala temperi qualche asperit tipica del suo intrigante carattere irruento e balzano.
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MONDO OLIO
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Luca Zaia
IL VINO, SECONDO ME
on certo un caso se abbiamo scelto di inaugurare la nuova veste del nostro giornale, orientata verso un approfondimento maggiore delle tematiche enologiche, con Luca Zaia. Il Governatore del Veneto, in carica dal 2010, sempre stato legato al mondo del vino in tutta la sua carriera. Diplomatosi allIstituto enologico di Conegliano, ha rivestito le cariche di assessore regionale allagricoltura e turismo dal 2005 al 2008 e quindi di ministro delle Politiche agricole dal 2008 al 2010, nel quale risolse lo spinoso caso delle esportazioni di falso Brunello di Montalcino. Insomma, Zaia il vino lo conosce bene e lo ha sempre difeso. Governatore, come giudica il settore vinicolo veneto nel momento attuale? Lo giudico molto buono. Il Veneto lo scorso anno ha prodotto uve per coprire il 3,2 per cento della produzione mondiale. Si tratta di quasi 9 milioni di ettolitri. La sola provincia di Treviso produce l1,3 per cento del totale planetario e quella di Verona l1,1 per cento. Lo scorso anno il valore dei vini e mosti esportati dagli operatori veneti stato pari a 1 miliardo 587 milioni di euro, che significa il 31,5 per cento del valore dellintero export vitivinicolo dellItalia, primo paese produttore al mondo. Siamo i portatori delle principali innovazioni in un segmento economico che tra i pi antichi della storia, con la rivoluzione del Prosecco da una parte, lAmarone dallaltra, accanto ad una tradizione chi
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si fonda sul territorio e per la maggior parte su vitigni autoctoni. Insomma: i vini del Veneto sanno farsi valere sempre pi nellapprezzamento dei consumatori e nei mercati italiani e internazionali. Per leconomia regionale un settore in buona salute, anche se in un contesto mondiale fragile, che crea valore e immagine, del quale forse si parla meno rispetto a prodotti di altre regioni italiane. Ma credo che questo dipenda soprattutto dalla pubblicit, pi che dalleffettivo posizionamento di mercato. Quali le principali eccellenze che andrebbero maggiormente promosse? Intanto promuoviamo le eccellenze che crescono anche in quantit, il Prosecco prima di tutto, che come numero di bottiglie vendute nel mondo ha superato lo Champagne e la cui quantit prodotta destinata a crescere in ragione dellentrata in piena produzione dei vigneti pi recenti. Aggiungo peraltro, a fronte di quanti nel mondo guardano soprattutto al vitigno (penso in particolare ai paesi non produttori, a partire da quelli europei), che a contendersi il primato mondiale di fama nel mercato sono oggi soprattutto due vini di territorio, Prosecco e Champagne, appunto. Sono peraltro convinto che tutti i grandi vini del Veneto meriterebbero una maggiore promozione ovunque. Ma in mercati vasti, che si dipanano nei cinque continenti, possiamo ragionevolmente operare sulle produzioni pi caratteristiche che hanno una massa critica significativa, come ad esempio il Soave, ma
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non solo. Puntare su vini di nicchia, per una regione come la nostra, diventa pi un fatto aziendale che di marketing generale del made in Veneto. Se volessimo puntare sul Malanotte, ad esempio, certamente avremmo come riferimento un prodotto di eccellenza, ma con un numero di bottiglie limitato. Il vero problema piuttosto mantenere un saggio equilibrio tra prodotto offerto e richiesta del mercato, in modo da non svilire nessuno dei tanti protagonisti della nostra enologia che, non dimentichiamolo, lunica al mondo in grado di coprire ogni tipo di esigenza e di gusto: dal bianco leggero ai rossi a lungo invecchiamento, dai vini passiti allo spumante in tutte le sue espressioni. Quale il ruolo della Regione in questo senso, in particolare nella promozione allestero e nella tutela contro le imitazioni? Abbiamo un ruolo istituzionale che si riferisce agli investimenti effettuati in cofinanziamento tra sistema privato e risorse comunitarie, che con la prossima programmazione potremmo spendere non solo per la promozione nei paesi terzi ma anche in quelli che aderiscono allUnione. Abbiamo poi un ancora pi delicato ruolo di cogestione della qualit del vigneto veneto, dove sosteniamo i processi di miglioramento e di equilibrio del mercato. Ci siamo ritagliati anche uno spazio sostenendo finanziariamente interventi a tutela dei consumatori dalle imitazioni e dai trucchetti di un mercato che cerca di guadagnare sulla scia della nostra meritata fama, sostanzialmente cercando di ingannare o truffare chi non ha salde conoscenze sul vino. Qui il discorso si allarga, peraltro, alla grossa questione del made in Veneto e made in Italy agroalimentare, che secondo alcune ricerche subisce un danno di circa 60 miliardi lanno per i falsi che in tutto il mondo si richiamano al prodotto italiano. In questa battaglia,
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che esiziale strategica, vorremmo peraltro avere a fianco tutto il sistema produttivo, mentre anche alcune multinazionali nostrane preferiscono barcamenarsi e tenersi le mani libere. Un suo giudizio sul lavoro dei sommelier nella promozione e divulgazione del vino veneto. Quello dei sommelier, cos come quello della ristorazione ad ogni livello, un ruolo essenziale per la valorizzazione dei nostri vini, che dovrebbero comparire in testa a tutte le liste dei vini di ogni locale situato nel nostro territorio. Sembrerebbe una cosa normale, lo si fa ovunque in Francia. Da noi troppo spesso si punta o ai nomi pi noti in assoluto oppure a vendere il vino che si ha in cantina, piuttosto che quello che pi soddisfa il consumatore. Sono ancora troppi gli esercizi pubblici che pensano di guadagnare spendendo meno sulla materia prima, piuttosto che offrendo il prodotto con il miglior rapporto prezzo/qualit. Qualcosa sta cambiando, ma siamo ancora indietro e questo percorso andrebbe compiuto pi velocemente, tenuto anche conto che in Veneto pernottano circa 16 milioni di turisti, che generano una presenza ogni 6 registrate in Italia, e che sono per il 65 per cento stranieri. Un turista che soddisfa le sue aspettative, che viene preso per la gola in senso qualitativo anzich nel portafoglio, un turista che torna e che ci promuove, moltiplicando il valore del territorio. Per chiudere una domanda personale: quali sono i vini veneti che preferisce? Io sono per i vini di territorio anche nella tavola di ogni giorno, e poich sono trevigiano cerco un Prosecco, un Raboso, un colli di Conegliano, un Montello. Ma quando mi muovo in altre province del Veneto, e mi capita spesso, cerco i vini locali, sapendo che avr sempre delle piacevoli sorprese.
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IL VINO, SECONDO ME
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Luciano Ferraro
vino. Rispetto a trentanni fa, soprattutto dopo lo scandalo del metanolo, il vino sta vivendo una fase di rinascita, dovuta allincremento della qualit, cercando di soddisfare i nuovi gusti dei consumatori, e allassenza di inganni. A partire dagli anni Novante e sino al Duemila ci si concentrati molto sul gusto internazionale, quello dettato dai grandi guru americani, oggi vedo invece una riscoperta della variet, della territorialit e dellunicit, aspetti su cui il nostro paese pu offrire tantissimo. E per quello che riguarda il Veneto, la sua regione? C stata una crescita enorme del Mondo Prosecco continua Ferraro , grazie ad un grande lavoro fatto dai Consorzi e dai produttori sulla qualit, specie quelli dellarea storica di Conegliano Valdobbiadene. Poi c stata la grande acclamazione dellAmarone negli ultimi 10-15 anni, che ha visto triplicate le sue vendite e dove alcuni produttori ormai vendono per il 90% allestero. Qui si lavorato molto sullimmagine, ma questa corsa non deve intaccare la qualit del prodotto. Il Veneto comunque una regione ricca di personaggi da valorizzare e di aziende che meriterebbero una maggior risonanza, anche a livello internazionale. Penso ad esempio a Loredan Gasparini, azienda che si era un po persa anche a causa delle tristi cronache giudiziarie che coinvolsero il fondatore, il Conte Piero Loredan, ma capace ancora di realizzare ottimi vini, o a Monte dei Ragni, piccola cantina produttrice di un Amarone davvero eccellente, e simbolo di una nuova sensibilit, al di fuori dei soliti schemi.
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PROTAGONISTI
Parla il presidente U.Vi.Ve., lorganismo che racchiude gran parte dei Consorzi di tutela veneti
n grande sogno, quello di riunire in un unico grande stand itinerante, per le fiere vinicole internazionali, tutti i Consorzi di tutela veneti. E la strada intrapresa da Arturo Stocchetti, titolare della Cantina del Castello e dal 2004 presidente del Consorzio del Soave, eletto a maggio dellanno scorso nuovo presidente dellU.Vi.Ve, lassociazione che riunisce quasi tutti i consorzi di tutela veneti. Una sorta di Consorzio di secondo grado, ma che pu svolgere proprio la funzione di collante fra le diverse realt regionali, in particolare nellattivit di promozione sui mercati esteri. E un ruolo sicuramente importante, che per me fonte di soddisfazione e di orgoglio racconta Stocchetti anche perch rappresenta una realt vitivinicola di primo piano a livello internazionale. Basti pensare che se lItalia oggi il primo paese al mondo per esportazioni di vino, queste provengono per il 30% dalla nostra regione. Una regione-vigneto di quasi 80 mila ettari, dai quali si ricavano quasi 8 milioni e mezzo di ettolitri di vino di cui oltre 3,7 milioni prodotti nelle aree vocate a Doc e Docg. DellU.Vi.Ve fanno parte 24 Consorzi di tutela, con due eccellenze riconosciute a livello internazionale spiega il neo presidente , larea del Prosecco Doc e Docg, capace di produrre oltre 300 milioni di bottiglie e superando questanno per la prima volta lo Champagne, e quella dellAmarone della Valpolicella. A seguirle ci sono altre zone di eccellenza e di assoluto primo piano anche sui mercati
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esteri come quella del Soave, 70 milioni di bottiglie prodotte lanno, del Bardolino e di tante denominazioni pi piccole ma comunque ricche di storia e di prodotti di alta qualit. Deve essere comunque chiaro che obiettivo principale dellU.Vi.Ve, che rappresenta lanello di congiunzione tra il mondo dei produttori di vini a denominazione e le varie istituzioni regionali, rimane sempre quello di tutelare prima di tutto linteresse delle singole aziende, dalle pi grandi alle pi piccole, e promuoverle soprattutto in ambito internazionale. Negli scorsi anni abbiamo svolto questattivit toccando praticamente tutto il mondo, dagli Stati Uniti al Giappone, dal Canada al Messico, e prossimamente continueremo su questa strada, con la partecipazione ad esempio al prossimo ProWein assieme a 45 aziende. Dopo la recente partecipazione alla London Wine Fair e una missione promozionale in Russia, a Mosca e a San Pietroburgo, il programma promozionale dellU.Vi.Ve proseguir dal 16 al 20 giugno con la partecipazione a VinExpo di Bordeaux, dove, in collaborazione con lIce, prevista una degustazione dedicata ai vini da vitigno autoctono, a cui prenderanno parte moltissime aziende. Gli assaggi saranno guidati dal Professor Attilio Scienza. Con lautunno U.Vi.Ve focalizzer invece la sua attenzione sul mercato americano e su quello canadese a cui si aggiungeranno la Cina ed i mercati del Sud Est Asiatico.
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PROTAGONISTI
Fausto Maculan
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considerato lambasciatore del Torcolato di Breganze, che grazie a lui diventato uno dei pi importanti vini da dessert al mondo. Infaticabile, esuberante, con una voglia continua di scoprire e di mettersi in gioco, Maculan sempre stato fedele al motto di una piccola azienda per grandi prodotti. Piccola s, ma che grazie al suo entusiasmo ed alla sua inventiva ha saputo scavalcare gli stretti confini di questo incantevole paese di collina incastonato nelle Prealpi venete, terreno ideale per variet come cabernet sauvignon, merlot, pinot bianco, grigio e nero, chardonnay, tocai e soprattutto la vespaiola, luva da cui si ricava quel passito sublime che il Torcolato. Sono vignaiolo da tre generazioni racconta , gi mio nonno aveva iniziato a produrre vino, poi subentrato mio padre nel dopoguerra, producendone di sfuso soprattutto per bar e osterie, e adesso conduco lazienda assieme alle mie due figlie, Angela e Maria Vittoria. Il mio primo ricordo legato al vino? Risale a quando avevo appena 5 o 6 anni: ruppi una damigiana di vino finendoci addosso con una macchinina a pedali. Un segno premonitore? Forse. Sicuramente un preavviso che lattrazione fra Maculan e il vino segnata profondamente nel suo dna. Il passo successivo pare ovvio: frequenta la Scuola Enologica di Conegliano e da l, a met degli anni Sessanta, inizia a sperimentare sul vino di famiglia, realizzando le prime bottiglie da 750. Erano tempi duri ma io ho sempre cercato di ottenere
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la qualit reale dei vini ma soprattutto di scoprire come ottenerla. Ho pensato prima di tutto a rimodernare le attrezzature di cantina, un nuovo frigo, la pressa orizzontale, limpiego dellazoto. Negli anni Settanta ed Ottanta sono arrivati i primi successi. E ho cominciato a fare esperienza allestero, soprattutto in Francia per imparare la selezione dei grappoli. Nel 78 ho portato la prima barrique, quando ancora nessuno sapeva cosa fosse. Nell85 ho realizzato i primi vigenti da 10 mila viti ad ettaro. Negli anni Ottanta ho avuto la folgorazione della California, che sentivo molto pi vicina a noi della Francia, E l che ho imparato che la qualit bisogna anche sapersela inventare. Da l sono iniziati i successi di critica e pubblico, grazie anche ad enogastronomi come Franco Tommaso Marchi, Vincenzo Buonassisi e Luigi Veronelli.
tiglie. Io ho cercato di introdurre le mie conoscenze di enologia e quelle acquisite dopo un viaggio a Sauternes per vedere come facevano il vino l e per studiare lappassimento delle uve, aggiungendo un uso corretto degli antiossidanti. Poi, per allargare la produzione e la sperimentazione, ho perfino impiantato 5.000 viti di Semeillon (quello usato per il Sauternes), cercando sempre la grande qualit. Ma per lanciare il Torcolato ci volevo anche un pizzico di fortuna. La folgorazione arrivata col Picolit, elogiato del grande Veronelli, che ha iniziato a far conoscere al grande pubblico vini da dessert. Ma se il Picolit poi rimasto un vino di nicchia, per colpa anche di una congenita scarsit produttiva, il Torcolato invece cresciuto esponenzialmente, tanto da diventare uno dei migliori vini
da dessert, da bere in accompagnamento ai dolci ma anche con i formaggi. Grazie soprattutto allaumento di qualit nella ristorazione spiega Maculan , che ha cominciato a proporlo sempre pi spesso. Credo che la chiave del suo successo sta soprattutto nel grande equilibrio fra acidit e zuccheri, che lo rendono un vino armonico, avvolgente, persistente, mai stucchevole e di alta bevibilit. Inoltre un vino che si mantiene bene anche nel tempo. Tutte le annate dal 1987 ad oggi sono bevibilissime se non ottime. Ma al grande sperimentatore questo non bastava. Se il Torcolato piace cos tanto, perch non riproporle in altre vesti? Grazie al successo del Torcolato siamo riusciti a realizzare una serie di sottoprodotti, dalle grappe con le vinacce, al panettone e alla Colomba, sino al
formaggio. Sempre con grande rispetto per luva e con lobiettivo di ottenere una qualit almeno pari a quella del vino. Dopo la sfida (vinta) sui vini da dessert, per Maculan ora per tempo di altre imprese. La sfida adesso con i rossi. Sulle classifiche dei vini pi buoni del mondo su 100 ben 90 sono rossi. E una sfida che accettiamo volentieri, anche perch possiamo lavorare su terreni vocati e con tutti i filari di viti disposti lungo lasse nord-sud. Ci piace lavorare guardando anche al passato, utilizzando sistemi pneumatici e di gomma per rispettare le bucce, producendo quindi vino solo ad alta qualit. Cos sono nati il Fratta, blend di cabernet sauvignon e merlot, e il Crosara, 100% merlot.
MACULAN, IL COMUNICATORE
Un grande vignaiolo, dunque, ma soprattutto un grande comunicatore, e lo dimostra lo stretto rapporto di Maculan anche con il mondo dei sommelier. Il mio legame con lAis dura ormai da moltissimi anni racconta , i miei primi viaggi a Bordeaux li ho fatti accompagnato dallattuale presidente veneto Eddy Furlan. Ho anche tenuto
delle lezioni e ho partecipato a numerosi congressi. Molte degustazioni, inoltre, si svolgono qui da noi in azienda e lultimo progetto quello di Alba Vitae, liniziativa di solidariet per la quale abbiamo messo a disposizione il nostro Fratta in formato Magnum. Credo che la sommellerie abbia sicuramente dato un grande contributo al miglioramento della conoscenza del vino in Italia. E questo successo si ampliato anche allestero, dove i vini italiani, spinti anche da una ristorazione di qualit, vanno molto bene. La strada devessere quella di produrre vino buono a prezzi concorrenziali difendendone il marchio. E proprio lestero la grande sfida, per Maculan, sempre aperta. Anche se siamo solo Breganze e non certo i grandi nomi come Prosecco o Amarone, stiamo ottenendo un buon successo. Nei vini dolci, dove in genere c poca quantit e poca qualit, i nostri principali concorrenti sono alcuni Vin Santi toscani, dei Sauternes e qualche vino di Pantelleria. Ma una cosa certa: una volta che raggiungiamo una certa posizione nel mercato, sappiamo mantenerla bene.
IT.-Q
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Organizzato da
I MITI
e su Google cercate carta dei vini il primo risultato che appare quello del Ristorante tristellato Le Calandre di Max e Raffaele Alajmo. E non certo solo per un buon lavoro di posizionamento sul web. Il locale padovano da sempre un punto fermo nellalta ristorazione veneta e la sua carta dei vini, disponibile anche per tablet, allaltezza di questa fama. Per raccontarci la sua genesi e le sue qualit abbiamo coinvolto il sommelier Tullio Moressa, con passate esperienze lavorativa presso la gastronomia Peck di Milano e lazienda distributrice di vini del territorio Les Caves De Pyrene e da gennaio responsabile vini per tutti e sei i locali targati Alajmo. La nostra carta ospita pi di 1000 etichette spiega Moressa , al 60% nazionali, distribuite fa bollicine, bianchi, rossi con prevalenza delle prime. La cantina si lentamente sedimentata nel tempo considerando alcune linee guida principali: la tipologia della clientela che frequenta il ristorante, estremamente eterogenea ma attenta ed esigente, la peculiarit della cucina di Massimiliano, anchessa poliedrica ed in continua evoluzione. Infine, abbiamo pensato anche a noi, cos pian piano sono arrivate anche le cose che ci piacciono, cercando di dar voce a chi non ne ha, in particolare ai piccolissimi artigiani, italiani soprattutto. Non mancano le etichette di riferimento, vedendole il cliente si rassicura, sa di potersi rifugiare, poi spesso si affida e, di buon grado, accetta il suggerimento. Con che filosofia stata realizzata? La stessa della cucina di Massimiliano, creando un continuo fra la cucina e la sala. Tutto parte dalla ricerca della materia prima di qualit, dagli ingredienti, in cerca di leggerezza,
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profondit e fluidit. Tuttavia anche una carta pragmatica, ci deve far lavorare senza pensieri. I clienti vengono per godersi lo spettacolo della cucina e noi cerchiamo di assecondarlo. Pochi estremismi quindi, solo con chi abbiamo confidenza ci permettiamo qualche digressione. Come si distingue una carta dei vini di qualit, dalle referenze, dalla profondit o dai prezzi? Dallautonomia nella scelta dei prodotti continua Moressa , si vede subito se chi acquista conosce i vini o se questi cadono dal cielo. Il numero di referenze un indice fumoso, spesso si trovano lunghissime liste di cose simili. Il prezzo poco rilevante, dipende da variabili spesso estranee alla qualit, solo per una piccola parte di clientela, soprattutto straniera, il prezzo determinante. La profondit delle annate, caratteristica assai importante, diventata ormai quasi insostenibile, le esigenze economico-fiscali hanno dissuaso anche i pi volenterosi. Ma alla fine, per un sommelier, un aiuto o un sostituto? La carta un codice, sintetico, che ci permette di dialogare col cliente, consente di semplificare il contatto, il lavoro del sommelier un altro, attende alla psicologia, alla cultura storicogeografica, alla gastronomia in generale, uno strumento non pu fare questo. Quali sono, infine, le differenze fra le carte italiane e quelle estere? Le nostre sono piene di vini stranieri, francesi soprattutto. Soffriamo, spesso a ragione, la sudditanza dei nostri cugini doltralpe, come nel rugby. Nelle loro si fatica a trovare un vino italiano. Il discorso cambia con gli altri paesi, Giappone e Stati Uniti in particolare, dove i nostri vini sono molto amati.
UNO DI NOI
n sommelier con la passione per la storia. Lui Niccol Bau, vicentino di Albettone, classe 1981, uno dei migliori talenti espressi dalla delegazioni vicentina. Dopo essere giunto per ben due volte secondo al concorso come miglior sommelier professionista del Veneto, nel 2009 Niccol finalmente ce lha fatta ed ha vinto la competizione. Ha conseguito il diploma di sommelier a Vicenza nel 2004, nel 2006 ha ottenuto il Master in Servizio e dal 2007 Degustatore Ufficiale Ais. A fianco della passione dello studio de vino c quella per la storia, tanto da laurearsi nel 2010 in Storia Contemporanea allUniversit di Padova. Le sue prime esperienze lavorative risalgono al 2006 presso lEnoteca Vino&Dintorni a Vicenza, dal 2007 al 2010 ha lavorato al Ristorante stellato Ca Daffan di Arzignano (VI) e successivamente allAntica Corte Pallavicina di Polesine Parmense (altro locale stellato). Da febbraio di questanno allAntica Osteria da Cera di Campagna Lupia (VE), ristorante che vanta ben 2 stelle Michelin. Niccol, com nata la tua passione per il mondo del vino? Sin da piccolo in famiglia vedevo il vino a tavola e qualche assaggio lho fatto gi allora, ma il vero e proprio incontro con questo mondo lho avuto frequentando nel 2002 i corsi Ais nella delegazione di Vicenza con Mariucia Pelosato, che ha avuto molta influenza sul mio cammino anche nel mondo dei concorsi. E stato mio padre, sommelier anche lui, anche se non lavora nel settore, ad iniziarmi alla sommellerie. La scelta di fare il sommelier professionista dovuta alla passione per il vino e per il cibo. Quali sono per te le doti per un buon sommelier? Il sommelier come figura professionale poliedrico, in quanto lo possiamo ritrovare in ris-
torante, in enoteca, come consulente o come ambasciatore per aziende vitivinicole. Quello che lo accomuna la capacit comunicativa e la competenza. Se invece ci focalizziamo sulla figura di sommelier nel ristorante ci dobbiamo aggiungere organizzazione logistica per la sistemazione del vino in cantina, organizzazione mentale per riuscire a fare un buon servizio anche nelle situazioni pi difficili (es. quando la clientela arriva tutta assieme), capacit psicologica di individuare il tipo di cliente che si ha di fronte e capacit tecnica di servizio con classe e stile. A quali vini vanno le tue preferenze? Ci sono vini speciali che ti piacerebbe assaggiare o territori che vorresti visitare? Al momento preferisco i vini eleganti, quelli che non stancano il palato ma lo invogliano a proseguire nella beva. Le esperienze lavorative che ho fatto mi fanno privilegiare i vini francesi, Champagne e Borgogna in primis. In Italia bollicine trentine, Barbaresco e rossi dellEtna. Vorrei assaggiare il Le Montrachet di Vincent Girardin e La Tache del Domaine de la Romane Conti. E mi piacerebbe visitare la California, come avviene nel film Sideways, in viaggio con Jack con Paul Giamatti. Dopo la tua vittoria come miglior sommelier del Veneto del 2009 cambiato qualcosa? La vittoria del regionale mi ha portato a frequentare il premio nazionale e cos ho potuto incontrare dei colleghi di grande talento, capacit e carisma che provengono da tutta Italia e questo mi ha arricchito molto, sia umanamente che professionalmente. A livello lavorativo la vittoria ha arricchito il mio curriculum e quindi mi ha dato pi prestigio, anche se alla fine la bravura la devi dimostrare in ristorante col cliente.
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UNO DI NOI
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FOCUS
na nuova sensibilit si sta facendo largo fra le aziende vinicole. Un incrocio fra mecenatismo, marketing territoriale e semplice passione. Che spinge sempre pi realt nazionali a confrontarsi col mondo dellarte e della cultura. Arte e cultura, due termini che si potrebbero benissimo applicare anche al lavoro in vigna, dove si mescolano una manualit quasi artigianale, unita ad un personale tocco creativo e a una conoscenza approfondita delle tradizioni e delle buone pratiche enologiche. E dal delicato mix di arte e cultura che nasce il buon vino, quindi non c da stupirsi che molte aziende vinicole si occupino di queste, intese come forme di espressione. Sono sorti cos molti premi e iniziative, dalla letteratura al giornalismo, dalle arti figurative alla scultura, dallarchitettura al design, ma anche orientate al restauro di antichi edifici storici, promosse e finanziate da aziende del vino, grandi e piccole. Che si incamminano lungo un binario che lega la promozione personale al sostegno, di cui c sempre il bisogno, al mondo dellarte e della cultura.
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Due sono i capostipiti di questa tendenza, per importanza e longevit: il Premio Nonino per la civilt contadina, il precursore essendo stato istituito dalla distilleria friulana nel lontano 1975, e il Premio Masi per la Civilt Veneta, solo di poco pi vecchio, ideato dallazienda della Valpolicella veronese. A questi, nel tempo, se ne sono aggiunti molti altri, spesso battendo strade originali, come il caso di quello giornalistico indetto dallazienda spumantistica trentina Ferrari-Lunelli e dedicato al Titolo e alla copertina dellanno. Oppure della Guerrieri Rizzardi in quel di Bardolino, che ha scelto col suo concorso dedicato al grande Canova di sostenere i giovani scultori. O ancora al Gruppo Santa Margherita, promotore di un concorso di narrativa per racconti inediti che abbiano come tema il vino. Per questo nostro speciale abbiamo chiesto a quattro di queste aziende, le gi citate Nonino, Guerrieri Rizzardi, Ferrari-Lunelli e il Gruppo Santa Margherita, motivazioni, obiettivi e risultati ottenuti nellorganizzazione di queste iniziative, lodevoli sotto tutti i punti vista. Buona lettura.
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l nostro concorso nasce nel 2009 con lintento di offrire ai giovani scultori delle Accademie di Belle Arti la possibilit di esporre le proprie opere. Sono in molti a domandarsi come mai ad unazienda vitivinicola come Guerrieri Rizzardi possa venire lidea di istituire un concorso di scultura intitolato alla figura di Antonio Canova ed ancora pi normale che ci si chieda anche che cosa ha a che fare unazienda vitivinicola con un concorso di tale natura. Partendo dalla considerazione che il vino , di fatto, opera delluomo e ricco di una propria vena artistica, viene altrettanto naturale lassociarlo ad altre opere di nobile ingegno. Ma ancora: perch la scultura? Perch la scultura ha a che fare con la terra, con la plasticit che richiama la manualit del viticoltore ove si pota, si accompagna la crescita della pianta, si raccolgono a mano i frutti. E questa un arte. Infine, la scelta di dedicare questo concorso ad Antonio Canova. Perch siamo in Veneto. Guardando le sue statue, vediamo la sua mano che, modellandSOMMELIER VENETO 01/14
one le forme, le accarezza per dar loro vita. Perch ha cominciato a lavorare giovanissimo. Un ulteriore e profondo senso del concorso , infatti, il desiderio di poter dare ai giovani talenti delle Accademie di Belle Arti italiane la possibilit di avere una voce anche sulla scena della scultura contemporanea. Per questo chiediamo alle Accademie di segnalarci gli artisti pi meritevoli, onorando con tale scelta il loro fondamentale ruolo istituzionale, a garanzia di una qualit ed ambizione tese a raggiungere nuovi ideali di bellezza, come lo stesso Canova volle, fondando lAccademia di Roma. Gabriella Belli, direttrice della Fondazione Musei Civici di Venezia, affiancata in giuria dalla scrittrice Isabella Bossi Fedrigotti, dallartista Nunzio Di Stefano, da Mario Guderzo, direttore del Museo e Gypsoteca Antonio Canova di Possagno (TV), dalla collezionista Giuseppina Panza di Biumo e da Francesco Stocchi, senior curator del Museum Boijmans Van Beuningen di Rotterdam. Nel Comitato dOnore, artisti di fama mondiale, come Nicola Carrino, Pino
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Castagna, Eliseo Mattiacci, Arnaldo Pomodoro e Giancarlo Galan, presidente della Fondazione Canova. Le dieci opere finaliste sono esposte al pubblico per alcuni giorni nei saloni di Villa Rizzardi a Negrar, nel cuore della Valpolicella, a poca distanza da Verona. In questa sede, il giorno stesso della premiazione, i giurati si riuniscono la mattina per visionare le opere e decidere lartista vincitore. Nel pomeriggio stesso avviene la cerimonia di premiazione, alla presenza di tutti i finalisti. Questanno la premiazione avr luogo il 10 ottobre 2014. Intanto, gi lo scorso 5 aprile a Possagno nel Museo Gypsoteca Antonio Canova, stata inaugurata lesposizione di Alberto Gianfreda, vincitore del Premio Guerrieri Rizzardi al Concorso di Scultura Antonio Canova 2012. Due sono infatti i premi riconosciuti dal concorso: uno monetario, consegnato al momento della cerimonia di premiazione ad ottobre a Villa Rizzardi di Negrar, e laltro premio che d la possibilit di tenere successivamente la personale a Possagno. FOCUS
l premio Nonino, ideato per la valorizzazione della civilt contadina, stato istituito sulla base della grande amore della nostra famiglia per la terra. Tutto nato con la nascita della leggendaria grappa monovitigno Picolit, un esperimento che allora rivoluzion il mercato che ha portato poi a risultati superlativi. Lidea era di distillare le uve di un vitigno dalla produzione molto limitata, ma non essendo autorizzata la coltivazione venne presto abbandonata. I miei genitori, infatti, volevano distillare vinacce di altri vitigni autoctoni friulani ma si accorsero che quelli pi rappresentativi Ribolla, Schioppettino, Pignolo e Tacelenghe erano in via di estinzione perch ne era vietata la coltivazione. Il 29 novembre 1975 con lo scopo di farli ufficialmente riconoscere dagli organi nazionali e comunitari, istituirono il Premio Nonino Risit dur da assegnare annualmente al vignaiolo che avesse posto a dimora il miglior impianto di uno o pi di questi vitigni. Il premio quindi nato anche con lobiettivo di far conoscere ed apprezzare la grappa monovitigno senza snaturarla e in qualche modo servito per nobilitarla, sottolineandone il
forte legame con la terra e soprattutto il valore del lavoro del contadino su di essa. Nel 1978 liter per lautorizzazione di impianti di quei vitigni ottenne il giusto riconoscimento e nel 1983 il Premio Nonino Risit dur ottiene il regolamento CEE n. 382 con il quale i vitigni autorizzata vennero addirittura raccomandati e oggi sono un fiore allocchiello della viticoltura del Friuli. Cos, in maniera naturale, il premio venne ampliato con una sezione letteraria per la valorizzazione della civilt contadina e il premio letterario diventato sempre pi importante ed addirittura nel 1983 diventa internazionale. Fu un grande successo, tanto che persino Leonardo Sciascia, sempre molto restio ad accettare premi, decise di venire a Percoto a ricevere il premio, anche perch una delle clausole dello stesso di venire a ritirarlo di persona. La giuria, presieduta prima da Mario Soldati e oggi dal Premio Nobel V. S. Naipaul, composta tra da Adonis, John Banville, Ulderico Bernardi, Peter Brook, Luca Cendali, Antonio R. Damasio, Fabiola Gianotti, Emmanuel Le Roy Ladurie, James Lovelock, Norman Manea, Morando Morandini, Claudio
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Magris, Edgar Morin ed Ermanno Olmi; tutti i componenti della giuria sono legati alla famiglia Nonino da un profondo legame di amicizia. Una delle pi belle dichiarazioni sul premio stata quella dellantropologo Claude Levi-Struass, Premio Internazionale Nonino 1986, che venuto a Percoto, ha definito questo viaggio come il suo viaggio pi esotico. Il premio si rivelato una forma embrionale di salvaguardia della biodiversit, istituito quando ancora di biodiversit non si parlava se non in ambienti specificatamente scientifici. Una straordinaria avventura che ha contribuito a far diventare la Grappa Nonino non solo sinonimo di acquavite di qualit, ma anche simbolo di celebrazione dei valori e della cultura contadina oggi, in tempi di globalizzazione, pi che mai attuali: il rispetto per luomo, che oggi si concretizza nella solidariet, ed il rispetto per la natura e lecologia. Un atto damore verso la nostra terra che si rivelato a distanza di quasi quarantanni un ottimo e attualissimo strumento di comunicazione, con straordinari riscontri su stampa e opinione pubblica.
CAMILLA LUNELLI
RESPONSABILE COMUNICAZIONE GRUPPO LUNELLI, TRENTO PRESIDENTE DELLA GIURIA DEL PREMIO TITOLO E COPERTINA DELLANNO
La ricerca della fantasia e della creativit che si voluta celebrare con questo premio in stretto legame con la natura stessa
ETTORE NICOLETTO
AMMINISTRATORE DELEGATO DEL GRUPPO VINICOLO SANTA MARGHERITA, FOSSALTA DI PORTOGRUARO (VENEZIA)
Il premio vuol essere una testimonianza dei nuovi intrecci letterari tra cultura del vino, creativit personale e fantasia
l primo alla settima edizione, il secondo attende il battesimo. Stiamo parlando dei due premi giornalistici firmati Cantine Ferrari. Il primo, il premio Ferrari Titolo e Copertina dellAnno, definito dai media come il pi originale premio giornalistico italiano, coinvolge i quotidiani e i periodici del nostro paese di cui va a premiare il titolo o la copertina e consiste, per entrambi i vincitori, in 1.000 bottiglie di Ferrari Brut. E uno dei pochissimi premi giornalistici, o forse lunico, attribuito non a una persona ma a una testata, quindi a tutta una redazione. Ed cos perch questo doppio concorso guarda alla fantasia, alla creativit, al lavoro di squadra e titoli o copertine non sono mai opera di un singolo giornalista ma espressione di pi. La ricerca della fantasia e della creativit che si voluta celebrare con questi due premi in stretto legame con la natura stessa delle bollicine Ferrari che nascono, oltre che dalla tradizione e da un territorio straordinario qual il Trentino, dalla fantasia e dalla sapienza creativa degli enologi della casa: anche in questo caso, oltre a quello spruzzo di genialit che si pu cogliere nelle bollicine, conta
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il lavoro di squadra, iniziato gi dalla terra. Il prestigio del quale ha subito goduto il premio Ferrari Titolo e Copertina dellAnno (www.titoloecopertinadellanno. com) leggibile nella giuria che riunisce grandi nomi dellarte, della cultura e del giornalismo quali: Giulio Anselmi, Isabella Bossi Fedrigotti, Antonio Calabr, Emilio Carelli, Aldo Cazzullo, Lella Costa, Antonio Dipollina, Massimo Donelli, Mattia Feltri, Mario Giordano, Stefano Lorenzetto, Clemente Mimun, Arnaldo Pomodoro, Claudio Sabelli Fioretti, Roberto Saviano, Lamberto Sposini, Gian Antonio Stella, Oliviero Toscani, Andrea Vianello, oltre a Matteo e Camilla Lunelli. E stato conquistato, per il titolo, dalla Stampa, dal Quotidiano Nazionale, da Repubblica, dal Sole 24 Ore e dal Manifesto. Mentre per la copertina i vincitori sono stati: Sette, LEspresso, Panorama e IL (supplemento del Sole 24 Ore). Laltro premio Ferrari, Larte di vivere italiana, per larticolo dellanno, ha un respiro internazionale ed alla sua prima edizione. Liniziativa, patrocinata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, nasce dalla profonda fi34
ducia delle Cantine Ferrari nei valori del Made in Italy e vuole contribuire a esaltare gli elementi intangibili legati al meglio del nostro stile di vita e a tutto ci che rende unico il nostro modo di vivere, pensare, progettare e produrre. Obiettivo delliniziativa valorizzare il Made in Italy di eccellenza e lo stile di vita italiano premiando un quotidiano o periodico estero che abbia approfondito in chiave originale uno o pi temi legati allarte di vivere italiana. Anche in questo caso, il premio consiste in 1.000 bottiglie di Ferrari Brut. A decidere il vincitore una giuria egualmente vetrina di grandi nomi delle istituzioni, del giornalismo, dellimprenditoria. Eccone i componenti: Giulio Anselmi, Armando Branchini (vicepresidente di Altagamma), Claudio Luti (presidente di Kartell e Cosmit), Matteo Marzotto, Jacopo Morelli (presidente dei Giovani Imprenditori), Paolo Peluffo (consigliere della Corte dei Conti), Michele Valensise (segretario generale della Farnesina), Maarten Van Aalderen (presidente dellAssociazione stampa estera in Italia) e Santo Versace, oltre a Camilla e Matteo Lunelli. FOCUS
anta Margherita una delle realt vitivinicole italiane pi brillanti e attive nel mondo della cultura e degli eventi, grazie ad una scelta di costante ricerca delleccellenza, si affermata, nel settore, tra le aziende leader di alta qualit. Particolare attenzione viene riservata allimmagine aziendale, con la volont di trasmettere anche visivamente la qualit dei propri prodotti, sempre con un qualcosa in pi. Con questo proposito stato organizzato il Premio EnoLetterario Esploratori del Gusto, un concorso di narrativa per racconti inediti, che abbiano come tema il vino, inteso nella sua accezione pi ampia. Librerie Feltrinelli affianca lazienda come partner sin dalla prima edizione del Premio, giunto, nel 2013, alla sua ottava edizione. La manifestazione cresce ogni anno, posizionandosi tra le pi prestigiose nel panorama dei premi letterari: oltre 14.000 autori esordienti che hanno inviato i loro racconti fino ad oggi. Accanto ad essi, il Premio ha visto
susseguirsi numerose firme prestigiose della letteratura contemporanea con racconti inediti e fuori concorso; Giovanni Montanaro, Eva Cantarella, Benedetta Cibrario, Simonetta Agnello Hornby, Michele Serra, Enrico Ruggeri, Gad Lerner e tanti altri hanno portato la loro autorevole testimonianza con nuovi intrecci letterari tra cultura del vino, creativit personale e fantasia. A questi autori Doc delle passate edizioni, nelledizione 2013 si sono aggiunti: Adua Villa, volto noto della televisione italiana e sommelier Master Class, docente dei corsi di formazione Ais esperta in degustazioni di vini, birre, oli, distillati, sigari, prodotti caseari con certificazione Onaf, Paolo Di Paolo, finalista del Premio Strega 2013 con il romanzo Mandami tanta vita, e Marco Mancassola, giornalista e scrittore che attualmente vive in Inghilterra e vanta collaborazioni con Vogue Italia, Wired, Libration e altri giornali. Personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo, hanno negli anni coa35
diuvato la presidente della Giuria, Inge Feltrinelli, nel vagliare gli scritti migliori e pi originali. Questanno stata affiancata da Monica Guerritore, uno dei simboli del teatro, del cinema e della fiction, Francesca Topi, direttrice del canale Alice TV, Neri Marcor, dalla personalit poliedrica sia come attore che come conduttore televisivo e doppiatore, e da me stesso, come amministratore delegato del Gruppo Vinicolo Santa Margherita. Tre i racconti vincitori per ogni edizione, con una tiratura complessiva di oltre 700.000 copie, stampati e allegati come retro etichette a libro alle bottiglie di Pinot Grigio Valdadige Doc, Chardonnay Vigneti delle Dolomiti Igt e Mller Thurgau Frizzante Vigneti delle Dolomiti Igt, fanno bella mostra di s nelle enoteche, nei migliori ristoranti e presso i clienti pi rappresentativi di Santa Margherita. Una dimostrazione dellimpegno che lazienda pone nella promozione della cultura del mondo del vino, indissolubilmente legato a quello del cibo.
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voluto provare ad affiancare alla tradizionale attivit di produzione di vino anche quella di cosmetici. Come il caso dellAncilla Lugana, azienda di Lugana di Sirmione, sul Lago di Garda. La nostra unazienda vitivinicola che ha pi di 45 anni di storia racconta Luisella Benedetti, che dal 2003 ha preso in mano le redini dellazienda , produce Lugana Doc ed stata fra le prime ad usare il metodo classico. Lidea di dedicarsi al settore cosmetico arrivata quasi per caso, dopo un Vinitaly in cui avevamo presentato un prodotto vinificato senza solfati aggiunti. Da qui abbiamo iniziato ad approfondire lidea e cominciato ad effettuare i primi test. Tre anni fa abbiamo iniziato a vendere la nostra prima linea cosmetica e beauty, composta da 17 prodotti, sia per donna che per uomo. Il progetto adesso riuscire a commercializzarla, magari sui canali esteri, soprattutto quelli on line. Molto interessante sarebbe anche proporre le nostre linee alle Spa, cos potremmo in qualche modo sovrapporci al nostro canale commerciale dedicato al vino per il settore HoReCa. Non credo si tratti di una moda passeggera, in quanto il mondo del vino da sempre legato allaspetto della bellezza. E noto da tempi antichi che luva ha antiossidanti ottimi per la cura del corpo. Noi, avendo gi in casa unottima materia prima, possiamo sfruttala anche per questo settore. C sicuramente maggior interesse allestero verso questi prodotti, ma il percorso resta difficile e complesso. Ma lavorando con la qualit pu diventare una buona opportunit.
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immediatamente successivo al lancio di Crpore, il rosso di grande struttura ed intensit presentato da Villa Sandi nel 2004. Prodotto dalle uve della Tenuta Villa Sandi, adiacente la storica sede di scuola palladiana a Crocetta del Montello, un rosso di grande personalit, deciso ed elegante, ricco di consistenza e di aromi. La storia di Crpore era partita molto tempo prima, in vigna, con un lavoro di zonazione per identificare le porzioni pi atte alla coltivazione delle uve merlot e poi con una drastica diminuzione
delle rese al punto che la produzione per pianta era ed limitata a circa un chilo duva. Questo consente una particolare concentrazione di tutte le parti del frutto, anche di vinaccioli e bucce, ricchi di polifenoli dalle propriet antiossidanti naturali. Da qui lidea di sfruttare queste propriet in una linea di cosmesi dedicata, dagli effetti tonificanti per la cute, nata dopo un lungo periodo di ricerca e di studio, che vede fra i componenti estratto di vino Crpore e di vinaccioli. La linea comprende un latte scrub, un tonico, un siero, una crema viso ed un siero mani. E disponibile in esclusiva nelle nostre Botteghe del Vino a Crocetta del Montello e a Valdobbiadene.
infatti, si concentra per il 90% su prodotti a base di olio. Ma visto che anche luva dotata di principi importanti, soprattutto quella a bacca rossa, e visto che siamo in un territorio di importanti vini rossi, questo ci ha permesso di poter provare anche con una linea cosmetica a base di Amarone. In realt questo genere di prodotti molto pi recepito allestero che in Italia, ma sicuramente per un azienda come la nostra vale la pena investire nella ricerca e nello sviluppo e insistere anche nellaspetto curiosit. Il concetto base resta comunque quello di proporre prodotti del territorio sani, salutistici e di qualit, sfruttando le loro caratteristiche per il benessere, senza tralasciare il fatto che tutto il nostro lavoro basato su coltivazioni biologiche. Non unidea nuova, ricordo perfettamente che gi nostra nonna, dopo il bagno, usava frizionarci con dellolio doliva prodotto in casa, quindi un concetto gi insito nella nostra tradizione di famiglia. Per un turista in visita nel nostro territorio, inoltre, intrigante poter provare anche un prodotto cosmetico a base di uva rossa, una sorta di marketing territoriale.
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UN AMARONE RINNOVATO
Mantenere il successo conquistato riscoprendo il territorio e le particolarit che lo rendono unico
di Paolo Bortolazzi
ppuntamento imperdibile, quello dello scorso 25 e 26 gennaio alla Gran Guardia di Verona per lAnteprima Amarone 2010. Limportanza dellannata palpabile, lintroduzione della menzione Docg, la presentazione del nuovo marchio del Consorzio Tutela Vini della Valpolicella e il rinnovamento delle postazioni dei produttori con il grande e raffinato gioco cromatico tra il rosso e il nero, sono sembrati da subito dei segnali evidenti della forza e dellenergia di tutte le entit che concorrono a rendere la Valpolicella e il suo vino di riferimento sempre pi riconoscibili nel panorama vitivinicolo italiano. Mentre la Docg ne consacra definitivamente lingresso in quel gotha delle eccellenze da sempre riconosciute per le loro uniche e inimitabili caratteristiche organolettiche, il nuovo logo si prefigge lo scopo di definire unimmagine forte in grado di identificare i tre aspetti principali dellattivit del Consorzio: la valorizzazione del territorio inteso come custode delle tradizioni e degli antichi vitigni autoctoni, la valorizzazione del prodotto uva e la valorizzazione del grande lavoro artigianale che da decenni i produttori svolgono. Il nuovo marchio stato registrato a livello comunitario e ricever piena protezione in 28 paesi gi dallanno in corso.
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UN AMARONE IN CRESCITA
I dati presentati dal presidente del Consorzio Tutela Vini della Valpolicella, Christian Marchesini, sono molto positivi e indicano una crescita sia per quanto riguarda luva prodotta sia per il numero di bottiglie di Amarone e Recioto, una crescita che in parte preoccupa per il rischio dindebolimento del prestigio e della forte immagine che il vino ha. Questa in poche parole stata la provocazione introdotta dal moderatore del convegno, il vice direttore di Radio 24 Sebastiano Barisoni, alla quale il presidente del Consorzio Christian Marchesini ha fatto eco, da una parte elencando i dati pi che convincenti relativi alle esportazioni, indicando nei paesi come Russia, Olanda, Germania e Svizzera nuove opportunit di business e dallaltra con una possibile modifica del disciplinare che preveda un ulteriore anno di affinamento rispetto a quanto definito nellattuale. Come per le precedenti edizioni anche questanno la conferenza stampa arricchita dagli interventi del vicepresidente Daniele Accordini, stata occasione di un accurato approfondimento dellandamento climatico e delle diverse fasi fenologiche, un grande lavoro di analisi e di comunicaziSOMMELIER VENETO 01/14
Foto ENNEVI
one che ha permesso ai presenti di comprendere pi facilmente i vini in degustazione. Di certo unannata non facile ha ricordato Daniele Accordini, caratterizzata da una piovosit abbondante e da temperature ampiamente sotto la media che hanno portato a vini con maggiore acidit e un minore contenuto di zuccheri. Unannata che ha messo a dura prova la pazienza dei vignaioli, costretti a osare sia nella scelta del momento migliore per la vendemmia, sia nella gestione degli appassimenti, che in alcuni casi sono stati obbligatoriamente assistiti con lutilizzo di ventilatori e deumidificatori.
UNANNATA ELEGANTE
Unannata che esalta leleganza pi che la potenza, amplificando ancora di pi le differenze tra le diverse vallate, perch chiaro che la collina in queste condizioni in grado di far emergere la forte espressivit delle uve della Valpolicella. Il frutto fresco e croccante domina il bouquet dei vini delle vallate di Fumane e Marano, la ciliegia e lamarena sapientemente fuse con le spezie dolci quello nelle vallate della zona allargata, dove la balsamicit e la
forza di un territorio pi giovane emergono con prepotenza. La grande capacit estrattiva della zona di Negrar emerge in vini di struttura decisa, mentre la nota vegetale e balsamica domina la Valpantena. In generale possiamo terminare dicendo che la diminuzione delle gradazioni alcoliche ma soprattutto la diminuzione del grado zuccherino ha migliorato la piacevolezza del frutto, che ritroviamo croccante e meno marmellatoso, per un sorso fine e gratificante dove i muscoli cedono il passo alla freschezza e alla sapidit che finalmente riemergono a favore di uno stile pi classico e meno internazionale. Un trend importante iniziato gi con lannata 2009 e che questanno, grazie anche allandamento climatico, si riconfermato. La presenza in anteprima di una percentuale dei vini prodotti in Valpolicella, lelevato numero di campioni da botte, 35 su 61 nei quali il vino degustato potrebbe non corrispondere al blend definitivo, e la conseguente necessit di andare alla ricerca dei profumi e degli aromi districandosi tra le note ancora acerbe e in taluni casi irruenti ci ha portato a elencare i vini che pi ci hanno colpito suddividendoli tra campioni da botte e vini gi imbottigliati.
Amarone della Valpolicella Classico Domini Veneti - Cantina Valpolicella Negrar - Frutta rossa matura e sottili note di eucalipto per un bouquet caratterizzato dalla freschezza e dalla balsamicit. In bocca il tannino ancora forte ne caratterizza il sorso.
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Amarone della Valpolicella Classico Monte del Fr - Sottospirito di more e ciliegia accompagnato dalla freschezza delle erbe mediterranee. Il sorso intenso con tannino elegante e frutto sincero.
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DEGUSTAZIONI
LA GRANDE VERTICALE
Il racconto della degustazione guidata dal grande Luca Gardini, con 28 produttori e annate che andavano dal 1960 al 2003
di Dino Marchi
U
GLI AMARONE DEGUSTATI
1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. Antolini, Amarone 2003 Corte SantAlda, Amarone 2003 Fattoria Garbole, Amarone 2003 Gamba, Amarone 2003 Speri, Amarone Monte SantUrbano 2003 Le Guaite, Amarone 2002 Ruffo, Amarone 2002 Accordini, Amarone Vigneto Il Fornetto 2002 Latium, Amarone Campo Leon 2001 Roccolo Grassi, Amarone 2001 Tommasi, Amarone Ca Florian2001 Trabucchi, Amarone 2001 Zym, Amarone 2001 Allegrini, Amarone 2000 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 23. 24. 25. 26. 27. 28. Bertani, Amarone 2000 Cantina di Negrar, Amarone 2000 Farina Amarone 2000 Tenuta SantAntonio, Amarone Campo dei Gigli 2000 Villa Canestrari, Amarone 1998 Valentina Cubi, Amarone Morar 1997 Dal Forno, Amarone 1996 Cesari, Amarone 1995 Santa Sofia, Amarone Gio 1995 Tedeschi, Amarone Capitel Monte Olmi 1995 Zenato, Amarone 1995 Meroni, Amarone Riserva 1990 Bertani, Amarone 1980 Bertani, Amarone 1960
n evento storico quello presentato da Fabio Piccoli, professionista vero e sapiente conduttore e organizzatore di una manifestazione che ha saputo coinvolgere la maggioranza dei vignaioli di qualit della Valpolicella, presentando tante novit di piccole realt che si stanno affacciando con orgoglio al mondo dei consumatori. Ad Amarone in Villa erano presenti circa 63 produttori con una presenza doppia di Amarone di diverse annate. Molta attenzione e ricerca nella produzione, con uno sguardo al mantenimento della tradizionalit di questo grandioso vino. Amarone sempre meno reciotato, pi secco, con residui zuccherini pi bassi e consoni al grande vino. Attenti agli equilibri, alle armonie finali e sempre pi eleganti, pur mantenendo caratteristiche sensoriali peculiari del fruttato sostenuto nelle evoluzioni dallalcool ma con una presenza acido/tannica che rispetta anche le annate di produzione. Da non dimenticare chi ha ospitato questa bella manifestazione in Villa de Winckels a Tregnago, i fratelli Massimo, Ottavio e Roberto che hanno saputo coinvolgerci con la loro cucina attraverso un servizio a buffet di prodotti di territorio. Tra le molte degustazioni spicca quella sontuosa e ineguagliabile guidata in modo eclettico, estroso, coinvolgente e professionale da Luca Gardini. Un modo sobrio e moderno di raccontare il vino, che avvicina con passione il consumatore.
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Tanti spunti, raccontati con semplicit, senza luso di termini roboanti, per spiegare la differenza di un numero da favola di Amaroni che rappresentavano 28 produttori ed altrettante annate in una verticale dal 1960 al 2003. Un panorama eloquente che ha evidenziato tutto quello che il vino sa esprimere attraverso il tempo. Mantenendo il fruttato che lo contraddistingue, sostenuto da un capitale che si costruito dallalcool e da trame di quella struttura/ tessitura complessa che sappiamo. Il vino perde negli anni il suo carattere prevalentemente fruttato ma sa adeguarsi proporzionalmente agli aromi terziari ed eterei. Si contempla in questi casi tutto un susseguirsi di sensazioni animali accompagnati dalle spezie. Acquisisce nello stesso tempo mineralit pi complete e complesse con la presenza dei tannini maturi e rotolanti che possiamo distinguere tattilmente in tannini acidi (asciugano ma che fanno ancora salivare) e tannini pi morbidi (asciugano ma rendono, con il loro potere tamponante, organoletticamente completa la degustazione). Una panoramica di un grande vino che si consuma a tavola nelle pi svariate occasioni e che si tolto il peso di un abbinamento solo ai grandi, complessi e strutturati piatti di selvaggina o carni di lunga cottura tradizionale. Concludo con le parole di Luca Gardini che ha fatto emergere i valori dellAmarone: longevit, mineralit, acidit e bevibilit.
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DEGUSTAZIONI
DEGUSTAZIONI
occasione era sicuramente da non perdere, anche se poteva sembrare una delle tante verticali. Non solo per lonore di essere stati invitati assieme a una ristretta cerchia di amici a degustare bottiglie della riserva di famiglia, ma anche per la sua unicit. La singolarit dellevento sta nei vini proposti, che non sono n blasonati rossi da bricchi Piemontesi n millesimi storici di provenienza Toscana, tantomeno autoctoni passiti amari o vulcanici soavi. La degustazione infatti era focalizzata sulla bollicina che nellanno appena terminato diventata la pi prodotta al mondo oltre ad esser da qualche tempo la pi apprezzata, a dispetto dei Francesi, dei Trentini e di quelli della Corte Franca. E il Prosecco in questo caso, non uno qualunque ma quello Superiore e di Valdobbiadene. E un vostro diritto essere scettici come per noi appellarci alla vostra doverosa curiosit invitandovi a
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di Wladimiro Gobbo
continuare la lettura senza essere prevenuti. Degustazione che pochi produttori, avanzano le dita di una mano per contarli, si possono permettere, solo coloro che di fatto hanno intrapreso un percorso di qualit da diversi anni. Qualit non intesa solo come ottima materia prima, lavorazione e stoccaggio ma pure come ricerca e sperimentazione, per andare oltre lo scibile allargando i confini del conosciuto. Dato sfogo allentusiasmo trevigiano andiamo con ordine: siamo allazienda Nino Franco dove per onorare le trenta candeline dalla prima bottiglia di Primo Franco stato ideato un tour mondiale di verticali con altrettante tappe del loro prodotto emblema. E non solo per festeggiarlo! Infatti, se in questi decenni la destagionalizzazione della nostra versatile bollicina si compiuta trovando estimatori a qualsiasi ora e periodo dellanno, se ne vuole dimostrare anche la sua longevit con linvito velato a dotarsi di una propria riserva. A far gli onori di
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Casa Franco: la solare Silvia, quarta generazione in cantina, lelegante mamma Annalisa, il Gambero Rosso di famiglia e il carismatico pap Primo, il quale ripercorrendo la propria vita ci ha permesso di sbirciare nel suo rapporto intimo e profondo con lamato nettare: ...Dopo gli studi in Enologia e Agraria mio padre Nino mi permise di non aver fretta concedendomi la possibilit di divertirmi consapevolmente, apprezzando quanto di bello e buono il mondo offriva, posando cos le tessere di quel mosaico di qualit che sarebbe diventato le fondamenta su cui costruire il mio futuro con motivazioni forti, capaci di continuare e migliorare quanto lui e il nonno Antonio avevano iniziato. Simpatico il ricordo dei compagni moschettieri, tale Fausto Maculan e Franco Anselmi, soci nella condivisione di epiche bottiglie. E cos fu. Continua: ... dal 1973, anno del mio ingresso nella Nino Franco, radicali cambiamenti non solo produttivi e tecnologi, ma soprattutto di valorizzazione, puntando su un solo prodotto, il Prosecco, che ho sempre ritenuto unico ambasciatore di questo territorio. Possiamo dire che il tempo gli ha dato ragione come pure lascesa verso la qualit, grazie alla selezione delle uve e dei vigneti posti nella zona Docg del Prosecco di Valdobbiadene di propriet di conferitori che negli anni sono diventati a tutti gli effetti partner fondamentali nel successo dei suoi vini. Un decennio per arrivare alla prima bottiglia del Primo Franco battistrada di un modo diverso di considerare il Prosecco. Prodotto con le uve di
una sola vigna, fu il primo a riportare in etichetta lannata e la firma del produttore. E importante ricordare le ragioni che lo guidarono alle scelte del dosaggio dry e della bollicina frizzante, proprio quando il mercato si stava dirigendo verso maggiore secchezza e pi intensa pressione atmosferica. Si ritorna per questo allimportanza degli amici e alle degustazioni condivise con la tradizionale bottiglia della staffa. Era infatti un fine serata del 1983 quando per congedarsi ne apr una del 1956 presa dalla riserva del nonno, che tra stupore e orgoglio regal originali quanto apprezzabili note evolute su un sorso dalla freschezza ancora presente. Ebbene nel 1956 la tradizione consegnava un Prosecco amabile e dalla bollicina delicata, ricetta questa di lunga vita consegnata ai posteri. Siffatte caratteristiche pur contribuendo in modo importante alla longevit, nellevoluzione si perdono ai fini della percezione grazie alla loro fusione nel liquido che diventa particolarmente avvolgente ed equilibrato. Iniziamo la degustazione quindi, premettendo, come avrete intuito dalla presentazione, che loriginalit della referenza, sia per zuccheri residui sia per CO2, ha consegnato colori e descrittori olfattivi talvolta inusuali capaci di evocare ricordi dalle sfumature personali. Nuovi orizzonti si sono rivelati grazie a intuizione, professionalit e passione. Non disperate quindi se vi siete dimenticati una cassa di Primo Franco in cantina.
LA DEGUSTAZIONE
Primo Franco 2013 - Istituzionale, nella lucentezza del paglierino tenue stuzzicato da fini bollicine. Canonico allolfatto con polpa di frutta, pesca bianca, pera Williams e pompelmo, su fragranze floreali, gelsomino in primis. Palato spumoso, nel quale lequilibrio si esprime elegantemente con amalgama appagante, lunghezza di pera; Primo Franco 2005 - Annata fresca, ricorda il signor Primo, lucente e oro trasparente. Inizia il percorso nello sconosciuto, evoluzione degli acidi e degli zuccheri, fiori gialli e zagara, stecca di vaniglia, crema al limone e frollini. Si conferma al palato con equilibrio appagante; Primo Franco 2003 - Diversa dalla precedente lannata, asciutta, calda e avara di escursioni. Si ritrova il metallo prezioso nel colore come pure le florealit al naso accompagnata da richiami di cedro e t verde. Evoluzione nei ricordi di pasticceria con pasta lievitata appena sfornata ricca di uva passa. Solarit che ritroviamo nella maggiore sensazione morbida del palato comunque lungo. Da apprezzare maggiormente se rapportato alla durezza del meteo; Primo Franco 1997 - Prima annata che ha segnato laggiunta di lieviti selezionati, comunque neutri. Giallo, dalloriginale quanto vivida tonalit. Dfil di terziari, ricamati da fine ossidazione, liquirizia in legnetto, buccia di agrume, essenza di chinotto, tutto presentato su mineralit nobile di idrocarburi. Avvolgente e vivo nel sorso, nel quale la bollicina un tuttuno con il fluido, conferma la capacit di affinamento esibendo persistenza di puro piacere. Primo Franco 1995 - Quindi da soli lieviti indigeni in un contesto di annata umida con pioggia anche in vendemmia. Nonostante questo, oro trasparente su nota dambra splendente di luce propria. Sempre inaspettate le proposte olfattive dal ricordo di Marsala vergine, scorza di agrume essiccata, caramello capaci di aprirsi rinnovando emozioni soggettive. Il sorso abbraccia e spazia con freschezza presente integrata a mineralit profonda, lunghissimo con ricordi di vaniglia Bourbon. Primo Franco 199 - Lapoteosi per questo splendente oro di antica manifattura. Ricorda subito pregiato Cognac, zenzero fresco e via via frutta secca, tostature, pasticceria e cereali. Nonostante i precedenti degustati ancora ci stupisce, dissetante, dinamico nella sua ampiezza importante in una perfezione di equilibrio. Persistenza permanete. Definito dal suo creatore con un solo aggettivo che condividiamo: buonissimo! Rive di S. Floriano 2013 - Si ritorna ai giorni nostri con un brut espressione della zona classica del Valdobbiadene e dal dosaggio pi moderno: paglierino tenue lucente, ricchezza di spuma e bollicine fini. Tra i sentori tipici, proposti con precisione, pera, agrume, bianca florealit, simpatici sentori di caramella molle e fiori di camomilla. E la trama fresca a dirigere il sorso che, come da tradizione, ben si tuffa in adeguata piacevole morbidezza. Grave di Stecca 2010 - Frutto di un progetto che prevede intensit dimpianto e vecchi cloni messi a dimora su terreno particolarmente sassoso. Oro giovane brillante stuzzicato da fini bollicine. Intreccio olfattivo evoluto, originale: fiori di liquirizia, pompelmo giallo, sfoglia di pasticceria che alla beva tracciano personalit ampia, equilibrata e determinata. Se ne apprezza la persistenza.
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IL GOLOSO CURIOSO
ono passati quasi 150 anni dalla sconfitta di Custoza che schiant il povero esercito italiano e lorgoglio della neonata nazione. Sulle storiche colline che fanno da corona al paese, la pace si vendicata della guerra. Negli stessi luoghi dove si alzava il fumo dei cannoni Monte Vento, Belvedere, Picoverde, Monte Croce, Tamburino Sardo ora si leva il vapore delle pentole nelle quali bollono tortellini e pappardelle in attesa di ricevere burro fuso e rag. Al posto del micidiale crepito dellartiglieria si ode il pacifico sfrigolare delle braci sulle quali arrostiscono polli e fiorentine. E le uniche punte aguzze che infilzano qualcosa non sono baionette, ma golose forchette piantate in pezzi di costata o nei petti danatra. E cos a Valeggio, Villafranca, Sona, Sommacampagna e in tutto il territorio dove furono combattute le battaglie risorgimentali. La terra intorno a Custoza, brulla e assetata nel secolo scorso, ora fertile e ricca. I colli sono coperti da un mare di viti. E il regno della Garganega, della Bianca Fernanda, del Riesling Italico, del Trebbiano Toscano e delle altre uve che compongono il Custoza Doc. In questo quadrilatero benedetto da Dio e santificato dagli uomini, compreso tra la sponda veronese del Garda, lAdige, il Min-
cio e lantico tracciato della Postumia, c di tutto e di pi: prodotti tipici, arte, monumenti, storia, bellezze ambientali, ottima cucina. Litinerario parte proprio da Custoza dominata dallossario che raccoglie le memorie risorgimentali. Vale la pena salire sul ballatoio da dove si gode un panorama spettacolare a 360 gradi. Qualche cantina da consigliare? Tutte. Sono tutte in luoghi splendidi, isole in un oceano di filari: Adami Aldo, Tabarini, Tamburino Sardo, Villa Medici, Cavalchina, Gorgo, Monte del Fra, Mondator, Bagolina, Cantina di Custoza. Per mangiare non c problema, Ristoranti e trattorie propongono la buona cucina del territorio: semplicit e qualit. E prezzi onestissimi.
Giuseppe Rensi, hanno lanima. Si trovano al Caff Fantoni, dove nacquero nel 1842, al Caff Molinari e alla Pasticceria Roveda. Famosa anche lAcqua di Fiume, uno dei pochi liquori fabbricati da Marcello Fantoni che hanno resistito al tempo. Il sindaco pasticcere lo cre nel 1921 per celebrare limpresa di DAnnunzio a Fiume. Due le cantine da segnalare a Villafranca: Menegotti, sulla strada che porta a Custoza (www.menegotticantina.com), e Piona su quella che va a Santa Lucia (www.albinopiona.it).
alla chiesa parrocchiale (www.pastificioremelli. it) oltre ai tortellini classici si trovano tortelli con i ripieni pi vari e ghiotti: zucca, gallina padovana, al salmone e nero di seppia, formaggio di malga e spinaci, brasato allamarone, tartufo, ricotta e spinaci... Anche a Valeggio in ogni ristorante, e sono tanti, si mangia bene. Consigliamo la trattoria Al Cavallino (via Verdi, 8): la cucina tipica del territorio e il rapporto qualit/prezzo davvero buono. La cantina da visitare a Valeggio la Cantina Gardoni nellomonima localit: Gianni Piccoli e i figli firmano vini superbi, francesi: Mael, Becco Rosso, Rosso di Corte, Custoza. A Salionze, dove Attila incontr papa Leone (452 d.C.), c la cantina Rizzi dove, oltre ai vini, si possono acquistare lolio e il riso prodotti dallazienda.
SONA LINCANTATA
C una sorta di incantesimo che aleggia su Sona, borgo che domina la pianura: tanto bello quanto poco conosciuto. Sona un paese daltri tempi. Allinizio della piacevole salita, circondata da platani secolari, c la chiesetta romanica di San Quirico e Giulitta. Stupenda nella sua umilt risale
al XII secolo. Conserva affreschi attribuiti al Liberale (secolo XV). Nella frazione di Palazzolo c un altro gioiello dellarte romanica: la pieve di Santa Giustina che risale al Mille. La circonda il cimitero del paese. La chiesetta conserva allinterno affreschi del XIII e XIV secolo. A Sona, in via Valecchia, c lazienda agricola Zamuner (www.zamuner.it) che fa ottime bollicine.
del 500. E un capolavoro ignorato la chiesa di san Valentino del XII secolo: ha affreschi del 300, 400 e del 500 allinterno e allesterno. Sommacampagna una nobildonna che abita in villa: se ne contano ben nove. Nella cinquecentesca villa Ca Zenobia ci sono bellissimi affreschi con scene dellIliade e dellOdissea di Paolo Farinati (1524-1606). A pochi passi da villa Bocca Trezza c villa Da Vico-Terzi, sede municipale. Progettata dal famoso architetto neoclassico Adriano Cristofali presenta al pianterreno un salone con quattro grandi tempere alle pareti e un Ratto di Ganimede sul soffitto del vano scale. A Sommacampagna meritano una sosta le cantine di Villa Medici (www.cantinavillamedici.it), Le Vigne di San Pietro (www.vignedisanpietro.it) e Ronca (www.cantinaronca.it).
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IL GOLOSO CURIOSO
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IL CORRISPONDENTE
LONDON CALLING
Trovare lavoro come sommelier in una grande metropoli come Londra. Un giovane sommelier racconta la sua esperienza in prima persona
di Niccol Poli, sommelier Ais
ondra una citt cosmopolita in continua crescita e trasformazione, culturalmente ed economicamente allavanguardia, visitata dai turisti per le opportunit offerte dallarte e frequentata dagli uomini daffari come centro finanziario di primaria importanza a livello mondiale. In questo contesto turisticamente molto dinamico ed economicamente attrattivo, la ristorazione assume un ruolo di primaria importanza. Punto centrale della ristorazione , oltre alla qualit degli alimenti, anche la qualit dei vini. Per la mia seppur breve esperienza, forse questultima pi importante della prima. A Londra un grande ristorante non tale se non ha una grandissima cantina con vini importanti, sia per provenienza che per annata, e se non ha sommelier di grande valore. La parte del leone la fanno ancora i vini francesi: gli Champagne, i Bordeaux e i Bourgogne sono i vini che nellimmaginario collettivo londinese hanno la massima considerazione e vengono scelti pi frequentemente dai clienti. Tuttavia anche i vini italiani si stanno ritagliando spazi commerciali importanti assieme a quelli della Napa Valley, del Cile e del Sud Africa. Tra gli italiani il nostro Amarone, assieme ad alcuni toscani di grande nome, quali Sas-
sicaia, Ornellaia, Tignanello, sono molto apprezzati e scelti con discreta frequenza anche da clienti importanti. Il Prosecco gode di discreta fama e diffusione, soprattutto fra i giovani. Per soddisfare le richieste di clienti, talora anche molto competenti ed esigenti, necessario che nei ristoranti, nelle vinerie e nelle enoteche operi personale con competenze che spaziano dalla presentazione e descrizione di un vino, agli abbinamenti con il cibo, fino alla vendita. In questo il sommelier italiano parte avvantaggiato per molti aspet-
ti, in particolare per le abilit acquisite durante il percorso di formazione e necessarie al superamento dellesame finale del corso: condizione obbligatoria che sappia adattarsi e far fronte alle innumerevoli situazioni cui andr incontro, talora anche molto critiche per le peculiarit della clientela londinese. La difficolt maggiore sta nel comprendere rapidamente cosa vuole, ma soprattutto cosa non vuole un cliente. Difatti a Londra esperienza fa rima con differenza, cio con la capacit di differenziare lofferta in relazione alla tipologia del cliente, tenendo conto della provenienza, del livello nella scala sociale, della professione e della cultura. Proprio per questo motivo lesperienza consente di capire le differenze.
IL CORRISPONDENTE
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ENOTURISMO
prevale la versione Secco, il vino nato come Dolce. Un tempo, infatti, il Sagrantino veniva prodotto esclusivamente nella tipologia Passito, nome che deriva dal processo di appassimento delle uve su graticci di legno. Questa tecnica di produzione era assai congeniale alle uve Sagrantino, capaci di appassire per mesi senza marcire e con gli acini che conservano a lungo intatta la componente zuccherina. Il Sagrantino infatti unuva ricca di polifenoli e di tannini che gli conferiscono grande struttura, straordinaria longevit, colore rubino tendente al granato e un originale bouquet che richiama profumi di more di rovo. Se il Sagrantino il re dei vini di Montefalco, non possiamo dimenticare che in questa zona si estende anche la denominazione di origine controllata Montefalco che disciplina la produzione del Rosso di Montefalco e del Bianco di Montefalco. Testimoni del fluire della storia, le colline di Montefalco costituiscono da secoli il grembo materno del Sagrantino. Ed qui che, seguendo il percorso culturale ed enogastronomico della Strada del Sagrantino, sincontrano le emozioni che solo un grande vino che nel 1979 ha ottenuto il prestigioso riconoscimento della Doc e nel 1992 anche quello della Docg pu dare, insieme alle testimonianze storiche, archivistiche ed artistiche che ad esso si
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accompagnano, costituendo linsieme di quel patrimonio sensoriale e mentale che ha fatto la fortuna anche economica dellintera area. Un vino, che gode il suo trionfo durante la festa della vendemmia di Montefalco, simbolicamente ma non solo collegato a forti espressioni culturali della zona: dai bassorilievi medievali con tralci di vite e grappoli della chiesa di San Bartolomeo in Montefalco, fino ai grappoli duva che decorano il portale dellantica Pieve di Castel Ritaldi, da visitare anche per il suo duecentesco Castello ricco di storia e di leggende. Cos come la bottiglia di vino rosso che spicca sulla mensa imbandita nel ciclo della storia della vita del poverello di Assisi, dipinta da Benozzo Gozzoli nellabside della Chiesa di San Francesco a Montefalco, oggi museo civico tra i pi importanti del Centro Italia. Sono queste le tappe fondamentali, insieme a cantine aperte, gastronomia, artigianato e ricettivit ai massimi livelli, di un itinerario che tocca anche Bevagna dove alla fine di giugno si aprono le antiche botteghe dei mestieri medievali, animate da popolani in abiti depoca che lavorano, si muovono, parlano e si divertono come se il passato fosse realmente presente. Ci troviamo coinvolti nellarmoniosa confusione del Mercato delle Gaite (i quattro quartieri in cui era divisa la citt), una tra le pi importanti manifestazioni storiche dellUmbria animata da quattro gare del mercato, dei mestieri, gastronomica, di tiro con larco vissute con forte spirito di competizione in un centro storico da favola. Un centro storico che, con le sue antiche meraviglie, ruota intorno alla famosa piazza, una delle pi belle dItalia, su cui si affacciano il Palazzo dei Consoli e le chiese romaniche di San Silvestro e di San Michele Arcangelo. Non da meno lo stupore suscitato dalla Rocca sonora di Gualdo Cattaneo, cos definita
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grazie ad un impianto computerizzato che far rivivere nelle sale e nei sotterranei la quotidianit dei soldati che labitarono, attraverso il modulato rumore di suoni e voci che ripropongono un autentico pezzo di storia. Poco distante, Giano dellUmbria risponde allo stupore con lincanto della splendida Abbazia di San Felice, un tempo microcosmo religioso e produttivo dei monaci benedettini e che d il nome al pregiato olio della zona. Ma le occasioni per passare una breve o lunga vacanza lungo la Strada del Sagrantino, vuoi per le tante occasioni che il territorio offre, vuoi perch la verde piccola regione facilmente percorribile da una citt darte allaltra in pochi minuti, sono moltissime. Da aprile ad ottobre, poi, le oltre trenta cantine associate alla Strada del Vino offrono occasioni di visita e degustazione con una turnazione fine settimanale che consente comunque anche il sabato e la domenica di trovare almeno due cantine ad accogliervi per farvi assaggiare il Sagrantino, il Rosso di Montefalco, il Grechetto, il Trebbiano spoletino oppure il prezioso Sagrantino passito. E poi frantoi dove poter assaggiare lolio extra vergine di oliva a denominazione di origine protetta dellUmbria oppure quello da agricoltura biologica, laboratori norcini dove scoprire i segreti dellantica arte della preparazione dei prosciutti e degli altri salumi umbri, un organizzato circuito delle botteghe artigiane dove vengono ancora riproposte le tecniche medievali di lavorazione del ferro, della carta, della seta e della cera. Inoltre festival teatrali e di musica popolare, degustazioni guidate di vini ed abbinamenti con i prodotti del territorio, incontri con gli artisti, passeggiate in bicicletta - magari noleggiandone una presso i centri convenzionati - a piedi oppure a cavallo lungo i Sentieri del Sagrantino.
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ENOTURISMO
ur essendo il paese pi lungo al mondo, con una distanza da nord a sud (senza la parte Antartica) di circa 4.300 chilometri, in Cile la produzione di vini si estende per gran parte della sua lunghezza, anche se molto sviluppata soprattutto nella parte centrale. Grazie ai pi diversi microclimi e alle molte alture che lo contraddistinguono, il paese pu quindi vantare una grande enodiversit. La caratteristica principale che distingue la viticoltura cilena da quella del vecchio mondo data dalla possibilit di irrigare artificialmente, cosa che offre alle aziende la possibilit di costruire i propri vini consentendo quindi di proporre realt spesso interessanti. Il Cile e lottavo paese al mondo per produzione vinicola, con oltre 10 milioni di ettolitri lanno, ed il quinto per esportazione. Le sue regioni di produzione pi importanti sono denominate Valle e sono la Valle del Maipo, la Valle Aconcagua, la Valle Casablanca e la Valle Maule.
CASABLANCA
Scendendo verso sud, la seconda area quella di Casablanca che dista unottantina di chilometri circa da Santiago. La sua vicinanza alloceano conferisce una grande particolarit ai vini della zona, in predominanza bianchi a base di chardonnay o sauvignon blanc, ma in qualche raro caso anche con il riesling. Lenologo Pablo Morande ha iniziato, a partire dalla decade degli anni 80, a produrre vini di grande successo, da cui poi sono nati i primi vini cileni biologici. Ettari vitati: 1429 Principali vini prodotti: Sauvignon Blanc, Chardonnay e Pinot Noir.
MAIPO
La terza zona quella della Valle del Maipo, il territorio dove nasce il vino cileno. E da qui, fin dal 1555, che partono i pi grandi vini cileni per venire esportati in tutto il mondo. Il clima abbastanza stabile, anche se nelle zone pi alte il freddo molto intenso, ed proprio qui che nascono i grandi rossi cileni. Luva pi utilizzata il cabernet sauvignon con, a seguire, merlot, carmnre, syrah e alcuni altri. Lintero territorio ben protetto, circondato da un lato dalle Ande e dallaltro dai monti costieri. La zona del Maipo e divisa da due fiumi, la prima che porta lo stesso nome e laltra che si chiama Mapocho. Da l la zona si divide in tre: Maipo alto, Maipo medio e Maipo costa. La parte alta si caratterizza per produrre vini strutturati, quella media per produrre vini ben fruttati mentre la parte costiera si
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ACONCAGUA
LAconcagua la Valle pi settentrionale del paese e dista circa 100 chilometri dalla capitale Santiago. Dominata dai quasi 7000 metri di altura della cima omonima, la pi alta delle Ande, attraversata dal Rio Aconcagua, elemento fondamentale per la fertilit della zona. Il suolo principalmente terroso con una grande presenza di minerali. Il vino si incominci a produrre a partire dallanno 1870 ed il primo vino di una certa notoriet della zona fu quello prodotto dallazienda Arruriz. Nonostante luva pi usata in Cile sia il cabernet sauvignon, luva emblematica della zona invece il syrah. Ettari vitati: 952 Principali vini prodotti: Cabernet Sauvignon,
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caratterizza per vini con una buona acidit. Inoltre qui si trova lazienda vinicola pi grande dellintero Sudamerica, il gruppo Concha y Toro, quinto marchio vinicolo mondiale per notoriet, che produce il pi noto vino cileno al mondo, il Don Melchor, un vino da conservare in cantina e da aprire poco a poco, perch proprio nella sua complessit di aromi e struttura d il meglio di s. Ettari vitati: 2955 Principali vini prodotti: Cabernet Sauvignon, Carmnre e Syrah.
da padrone Casa Donoso, che con il suo vino principale che il Carmnre, uva peraltro emblematica del Maule. Ettari vitati: 785 Principali vini prodotti: Cabernet Sauvignon, Merlot, Carmnre e Carignan.
ITATA
Circa 400 chilometri a sud di Santiago si trova la zona di Itata, un territorio che si contraddistingue per realizzare vini da tavola tradizionali cileni e massivi solo a partire dal 2003, quando il governo, assieme alle aziende della regione, ha incominciato ad investire per aumentare la crescita delle aziende e dei loro vini. Allestremo confine meridionale di questarea, a 500 chilometri da Santiago, si trova la Valle Bio-Bio, anchessa una zona dove si producono essenzialmente vini rurali e tradizionali cileni, anche se dopo gli sforzi economici su Itata e Limar alcune aziende hanno iniziato a produrre vini di qualit. Ettari vitati: 636 Principali vini prodotti: Cabernet Sauvignon, Merlot e Chardonnay.
CURIC
Ancora pi a sud si trova la Valle di Curic, a circa 220 chilometri dalla capitale Santiago. Qui il clima prettamente mediterraneo, con precipitazioni di 720 mm lanno. Dispone di 18.000 ettari coltivati a vino, principalmente cabernet sauvignon, sauvignon blanc, merlot e chardonnay. Una delle aziende pi famose della zona la Miguel Torres, creata da un enologo spagnolo che durante la decade degli 80 apr unera di rimodernizzazione vinicola in Cile. E stata anche la prima azienda in Cile a sviluppare un approccio enoturistico, propendo al pubblico degli appassionati un tour guidato durante la vendemmia. Ettari vitati: 1484 Principali vini prodotti: Cabernet, Carmnre, Syrah e Sauvignon Blanc.
LIMAR
Infine c da aggiungere appunto Limar, regione a nord di Santiago, in cui si trova lazienda Maycas del Limar, una delle migliori aziende cilene e la Clos Apalta, fondata nel 1994 da Alexandra Marnier Lapostolle, erede della famiglia creatrice del celebre Gran Marnier, con i suoi vini biodinamici e proprietaria di uno dei miglior hotel latino americani. Ma vale la pena nominare anche Montes, che produce vini di moltissima struttura e complessit come il Montes Folly. Ettari vitati: 1483 Principali vini prodotti: Syrah, Chardonnay, Sauvignon Blanc e vini freschi con buona mineralit. Info: www.winesofchile.org
MAULE
Quaranta chilometri pi a sud di Curic arriviamo a Maule, che assieme a Santiago reclama il titolo di madre del vino cileno. Qui sono presenti ben 31.000 ettari vitati, con un clima anche qui tipicamente mediterraneo e fresco. E qui che nascono i grandi vini cileni come il Cabernet Sauvignon, il Carmnre, il Merlot e il Malbec. Anche Maule si differenzia in tre zone: Valle de Rio Claro, Valle de Loncomilla e Valle de Tutven, questultima ancora poco conosciuta perch produce vini col solo uso dellacqua piovana. Qui una delle aziende che la fa
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ALLA SCOPERTA DI
www.loredangasparini.it info@loredangasparini.it