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Riccardo Cicilloni)
MANIFESTAZIONI ARTISTICHE
Inferiore
Paleolitico
Medio Superiore
P R E N U R A G I C O
Mesolitico
Antico
Grotta Corbeddu (Oliena) Cultura Ceramica Cardiale Cultura di Bonu Ighinu Cultura di Ozieri Cultura di Sub Ozieri, Filigosa Cultura di Abealzu Cultura di Monte Claro Cultura Vaso Campaniforme Cultura di Bonnannaro
6.000 a. C. 4.000 a. C. 3.400 a. C. 2.800 a. C. 2.600 a. C. 2.400 a. C. 2.100 a. C. 1.800 a. C. 1.600 a. C. 1.300 a. C. 1.150 a. C. 900 a. C.
Neolitico
Eneolitico (Calcolitico )
N U R A G I C O
Et del Bronzo
Civilt Nuragica
Et del Ferro
510 a. C.
4.000 a. C.
Neolitico
Medio
3.400 a. C.
3.400 a. C.
Neolitico
Recente/Finale
2.800 a. C.
Cultura di Ozieri
Il menhir di forma quadrangolare, assottigliato in alto in forma quasi conica, e misura m 3,60 di altezza. Sulla faccia principale, rivolta ad E, sono scolpite 12 piccole coppelle, o incavi, lungo una linea verticale longitudinale impostata alla mezzeria della pietra, ma dall'andamento discontinuo, quasi a zig-zag, in cui si susseguono quattro segmenti spezzati costituiti ciascuno da tre coppelle. Gli incavi, circolari, hanno diametri che variano da 2 a 3 cm, e sono profondi circa cm 1,5.
Menhir protoantropomorfo cosparso di coppelline sulla superficie frontale Lareale archeologico di Cirquittus: A) Il circolo megalitico; B) La struttura cerimoniale cultuale; C-D-E) Affioramenti di monumenti funerari; 1-6) Menhir
IV Fase: la Statua-Menhir
Le statue-menhir, o statue-stele, si differenziano dagli altri monumenti simili sia per la forma del monolite, solitamente di sagoma ogivale e sezione trasversa pianoconvessa, con fronte appiattita e dorso accuratamente lavorato a martellina sia, soprattutto, per la presenza, sulla faccia frontale piana, di elementi decorativosimbolici scolpiti, che rimandano alla figura umana, con particolari che ben differenziano la tipologia sessuale e forse danno informazioni sul rango sociale. Ugualmente, non si voluto inserire nel corpus delle statue-menhir alcuni monumenti che, seppur e mostrino contatti a livello formale con le statue-menhir, non appartengono per strettamente alla categoria delineata sopra: il caso della stele di Boeli a Mamoiada, una grande roccia-stele in granito istoriata con coppelle e motivi incisi a circoli concentrici di varia forma e grandezza
Le Statue-Menhir
Le origini figurative
Sa Mandara - Samassi
Le origini figurative
Le origini figurative
da MURRU 2001
da MURRU 2001
da MURRU 2001
Pugnale in selce a lama larga triangolare convessa di tipo remedelliano da Pranu Mutteddu-Goni
da MURRU 2001
Tipo F: si tratta di un motivo a singolo pugnale, racchiuso in una forma subogivale con punta sulle destra: si individua sulla sinistra il pomolo con base arrotondata su cui si innesta, con breve immanicatura rettangolare, una lama triangolare a lati convessi e con base rientrante ad alette
Tipo G: rappresentato da un motivo a singolo pugnale, posto orizzontalmente, con pomolo a base arrotondata sul lato sinistro, lunga immanicatura rettangolare e lama ogivale sul lato destro
Distribuzione geografica
La diversificazione dei tipi sembra legata alla distribuzione dei vari monoliti nelle diverse aree geografiche, e quindi a stili e linguaggi riferibili a gruppi umani differenti. I tipi M1 ed M2, ad esempio, sono presenti quasi esclusivamente nel Sarcidano, nei territori comunali di Laconi, Nurallao e Isili (un unico esemplare M2 presente anche nella regione di Usellus); ugualmente esclusivi del Sarcidano sono i tipi femminili F1 ed F2, mentre il tipo M3 attestato, oltre che nel Sarcidano, anche nel Mandrolisai. Sempre nel territorio Sarcidanese attestata la tipologia M4, con due esemplari provenienti entrambi dalla tomba di Aiodda (per cui si pu pensare ad una variante prettamente locale). Il tipo M5 invece documentato in due zone abbastanza distanti luna dallaltra, cio il Marghine e la Barbagia di Belv, il che lascia supporre che possano esistere, nelle due regioni storiche ma anche nelle zone intermedie, esemplari di questa tipologia ancora da individuare. La tipologia delle statue I1 ed I2 si trova nel Barigadu e nel Mandrolisai (ma anche nella regione di Usellus), dove non appaiono i classici tipi maschili e femminili. Un solo monolite sarcidanese, Arassedda III, appartiene alla categoria I3, mentre due sono le statue del tipo I4, una nel Mandrolisai e laltra ancora nel Sarcidano. La distribuzione geografici dei vari tipi conferma dunque il ruolo centrale della regione sarcidanese, e in particolare del territorio di Laconi, che conta, da solo, il 40 % di tutti gli esemplari catalogati. Una seconda zona, con caratteristiche peculiari, in parte differenti da quelle sarcidanesi, invece quella del Barigadu e del Mandrolisai (comuni di Allai e Samugheo). Un terzo focolare, pi settentrionale, sembra essere costituito dal Marghine e la Barbagia di Belv, mentre la regione di Usellus, pare assumere iconnotati di zona di confine, con caratteri legato sia ai tipi sarcidanesi che a quelli del Mandrolisai-Barigadu.
CONCLUSIONI
Linterpretazione delle statue-menhir come rappresentazioni di divinit, o pi probabilmente, vista la connessione con la figura antropomorfa rovesciata dal mondo dellaldil, di eroi o antenati divinizzati, pare plausibile, oltre che per le complesse simbologie evocate, anche per la capillare diffusione nel territorio esaminato, in quanto le statue si configurerebbero come espressione religiosa collettiva delle genti che abitarono questo territorio prima dellavvento del Nuraghe. Da notare che i monoliti, oggetti di culto da parti di genti eneolitiche ormai gerarchizzate in classi sociali ben definite, rappresentano non solo la casta dei guerrieri, senza dubbio il gruppo sociale emergente e di maggior prestigio, ma anche il mondo femminile, che, seppur per ora con soli otto esemplari (ma, se verr accertato il genere femminile per i tipi I1 e I2, si arriver almeno a ventitre esempi), testimonia probabilmente il perdurare del culto della divinit femminile (legato a credenze fertilistiche) che durante il precedente periodo neolitico conosce la sua massima diffusione. Resta da spiegare perch le statue-menhir sembrano comparire solo nelle regioni sopra nominate della Sardegna centrale: o il fenomeno proprio di questa particolare zona, da sempre piuttosto chiusa in se stessa, con proprie peculiarit culturali, oppure, come ci sembra pi probabile, si tratta di una carenza delle ricerca, che, si spera, andr presto colmata con nuove ricerche ed acquisizioni scientifiche.
I betili