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Octave MIRBEAU, Gli amanti (1901)

(traduzione di Fausto Valsecchi, 1914)

La scena rappresenta un parco qualunque, al chiaro di luna. A destra, un


sedile di pietra, ai piedi di un albero, i rami del quale ricadono. All’alzarsi
del sipario la scena è vuota. Il Protogo, che può essere il Direttore, appare
a sinistra. Ê in abito nero, guantato di bianco, molto solenne. Si avanza
elegantemente, a piccoti passi, fino al proscenio e saluta il pubblico.

SCENA PRIMA

IL PROLOGO (mostrando la scena). Signore, signori... quella rappresenta un


cantuccio, in un parco, la sera... La sera è dolce, silenziosa, imbalsamata
dai profumi erranti... Sul cielo, marezzato di luna, i fogliami si stagliano
come un pizzo nero sopra una seta violacea... Fra masse d’ombra, fra molli
e strani profili velati di brume argentee, in lontananza brilla una tovaglia di
luce... bacino, lago... non si sa... come vi piacerà... Ora vaporosa e divina...
L’amore è ovunque... il suo mistero circola lungo i viali invisibili, sotto i
nascondigli, nelle radure... e il suo soffio agita i rami, appena... È
delizioso!... (Mostrando il sedile, con tenerezza.) Ed ecco un sedile, un
vecchio sedile, non troppo muscoso, non troppo verde... un vecehissimo
sedile di pietra, largo, liscio come un tavolo d'altare... un altare ove si
celebrano le messe dell’amore... (Declama.)

Amo i sedili di pietra, la sera, in fondo ai boschi. (Pausa.)

Signore, signori, quando il sipario si leva sopra una scena di teatro ove si
erge un sedile, a destra, presso a un albero, a una fontana o a non importa
che cosa, è che una scena d’amore deve inevitabilmente avvenire. È
necessario che vi riveli come fra poco, in questa notte fremente — o
melanconia dei cuori innamorati ! — l’amante, secondo l’uso, verrà a
sedersi su quel sedile, presso all’amante, e che ivi entrambi
mormoreranno, gemeranno, piangeranno, singhiozzeranno, canteranno,
esulteranno di cose eterne... (Guardando attraverso il parco.) Che cosa
dicevo ? Sento un rumore di foglie sfiorate, vedo due ombre avanzarsi
lentamente attraverso i rami... Eccole... Come sono tristi !...

(LUI e LEI entrano lentamente. Sono tristi entrambi. LEI è avvolta di


merletti, LUI è in smoking Appena sono apparsi, il Prologo saluta il
pubblico ed esce rinculando discretamente.) -

SCENA II

LUI e LEI.

LUI. Ah ! ecco il sedile... il caro sedile... (Si avanza verso il sedile, tenendo
l’amante per la vita, teneramente.)... il vecchio e caro sedile di pietra...
così spesso testimonio delle nostre ebbrezze... delle estasi nostre...

LEI (a parte). Ancora questo sedile.

LUI. Sembrate stanca... Volete che ci riposiamo un poco ?...

LEI (distratta). Come vorrete...

LUI. Venite, allora... Datemi la vostra mano...

LEI (a parte). Sempre questo sedile...

LUI. Come siete bella !... Siete ancora più bella questa sera... E anche la
sera com'è bella... (Si seggono sul sedile, LEI rigida senz’abbandono e LUI
chinato verso di LEI, tenendole le mani e guardandola negli occhi. Silenzio
abbastanza lungo.) Deliziosa serata !...
LEI (sempre distratta e vaga.) Deliziosa...

LUI. Non è vero ?

LEI (come sopra). Sì...

LUI (lirico). Ah ! che potente mistero è dunque l’amore? ... Ogni sera
veniamo qui... Le stesse cose sono intorno a noi... le stesse luci... lo stesso
sogno notturno... e tuttavia ogni sera mi sembra di provare gioie nuove... e
più forti... e... più misteriose... sempre più sconosciute... e così dolci... cosi
dolci !... (Un uccello risvegliato nell’albero, sopra di loro, getta piccole
strida di spavento e se ne va... LUI tace... Abbandona la mano di LEI,
guarda in direzione dell’uccello ch’è volato via... Poi, riafferrandole le mani
con forza maggiore.) ... E così dolci... (Silenzio.) Talmente dolci !... (Nuovo
silenzio.) Non è vero ?...

LEI. Che cosa ?

LUI. Che sono cosi dolci ?...

LEI. Chi ?

LUI (un po’ sconcertato). Ma... non so... queste luci... questo sogno
notturno... quel piccolo uccello che è volato via... (Improvvisamente
entusiasta.) E le nostre gioie... le nostre gioie folli !...

LEI. Ah ! si... scusate... così dolci !... (Sospira.)

LUI (dopo un piccolo silenzio, accoratissirno). Come dite questo !...

LEI. Come volete dunque che lo dica ?

LUI. Non riconosco più la vostra voce... non vi riconosco più... Siete tutta
mutata... (Pausa.) Mia cara. (Silenzio.) Cara anima. (Nuovo silenzio.
Insistente.) Caro tesoro dell’anima mia... (Silenzio. Si riavvicina ancora,
cerca di stringerla più strettamente. Ella indietreggia un poco.) Perchè non
dite nulla ?... A che pensate ?
LEI. A nulla...

LUI. Non pensate a nulla ?... Siete dunque irritata ?

LEI. Irritata ?

LUI. Sì...

LEI. Perchè volete dunque che sia irritata ?

LUI (intenerito). Non voglio... Vi chiedo... vi supplico... Siete irritata ?...

LEI. Ho dunque qualche ragione d’essere irritata ?

LUI (molto triste). Ma non dite nulla... Vi parlo... Vi parlo di cose...

LEI. Così dolci.

LUI. Sì... infine... vi parlo... E voi non dite nulla !...

LEI. Non sono irritata...

LUI. Siete triste ?...

LEI. Ma no... Che idea !... Perchè sarei triste ?... (Sospira.)

LUI (più vivacemente). Voi avete qualche cosa... mi nasconde qualche


cosa...

LEI. No... veramente... non ho nulla...

LUI. Non mi si inganna... non s'inganna il mio cuore... il mio cuore mi dice
che voi avete qualche cosa... Che cosa avete ?...
LEI. Non ho nulla...

LUI (insistente con passione). Confidatemi... confidatevi... Che cosa avete ?

LEI (irritata, si alza e passa a sinistra). Ma niente... niente. (Piange)... Non


ho nulla...

LUI (precipitandosi e cercandola di riprenderla). Piangete ! Ah !...


Piangete !...

LEI. No... non piango... non piango...

LUI. Sì... sì.. piangete...

LEI. Lasciatemi...

LUI. Vi sento piangere... Perchè piangete ?

LEI. I nervi indubbiamente... la notte, forse... (Un po' amara.) Forse queste
luci... questo sogno notturno... e le nostre gioie !... Non è nulla, vedete...
non piango... (Singhiozza.) Ma è assurdo... non voglio... non voglio
piangere...

LUI (turbato, cercando le parole). Cara amata... adorata cara... mia cara...
perchè siete mia, non è vero ?... I... io... io... sono vostro... (Gesto di
diniego triste di LEI.) Si, insomma... siamo nostri... entrambi...

LEI (scuotendo la, testa con un gemito). Oh ! così poco. Così poco !...

LUI. Ascoltatemi... Non voglio che piangiate... Non dovete... non potete
piangere... non avete il diritto di piangere... Quando piangete...
impazzisco... non vivo più... io... io... proprio così... Via... rispondetemi...
Per favore... per pietà. .,. rispondetemi... (Guardandosi la mano.) Oh ! M’è
caduta una lacrima sulla mano... una cara lacrima dei vostri cari occhi
sulla mano !...

LEI. Ma no... vi assicuro... ma no...


LUI. Ma sì.... ma sì...

LEI. Una goccia di rugiada, ecco tutto.

LUI. La rugiada dei vostri occhi... dei tuoi occhi... sulla mano... (Bacia la
propria mano)... cara... piccola, cara lacrima... sulla mano... (Pausa.) Vi ho
dunque addolorata ?

LEI. Perchè mi avreste addolorata ?

LUI. Evidentemente... Non so, io... senza volerlo... ve lo giuro...

LEI. No... No...

LUI. Allora... qualcuno vi ha fatto del male ?... (Eroico.) Ah ! Se sapessi che
qualcuno vi avesse dato qualche dolore ?... (Agitatissimo.) Ah ! Se ciò
fosse !... (Minaccia i fantasmi in lontananza.)

LEI. Calmatevi... lasciatemi... Per che cosa ?... Non comprendereste... non
è colpa vostra... siete uomo... ed io sono donna...

LUI (teneramente cinico, all’improvviso). Toh !... Perbacco !... senza di


ciò !...

LEI (respingendolo). Come siete grossolano !

LUI (congiungendo le mani). Oh !...

LEI. Vedete pure che non mi potete comprendere... Bisogna essere donna
per comprendere... per sentire quello che io soffro... (Fa qualche passo,
lacrimosa.)

LUI. Ah ! Soffrite !...

LEI. Ma no...
LUI. Lo sapevo benissimo... Io... che voi soffrivate...

LEI. Tralasciamo... mi stancate... Riconducetemi al castello...

LUI. Ve ne prego... ve ne supplico !... Ditemi le vostre sofferenze... le


vostre care sofferenze... Non sono dunque più il vostro... il vostro... sì, non
è vero ?... (Più basso)... il vostro più caro amico ? E poi non solamente
l’amico delle vostre labbra... dei vostri occhi... dei vostri capelli... di tutta
la vostra carne ardente... e... secreta...

LEI. Oh !... Questo... naturalmente...

LUI. Non sono anche l’amico dcl vostro pensiero... del vostro cuore...
dell’anima vostra ?... (Ardente.) Non sono più l’anima dell’anima vostra ?...
Ah ! sarebbe orribile !... Ve ne prego !... LEI. No... lasciatemi...
Riconducetemi... Qualunque cosa vi dicessi, sarebbe inutile... Ho avuto
torto di mostrarvi la mia pena... È meglio che sia sola a soffrire...

LUI. Sola a soffrire ?... Ah ! no, per Dio !... Non lo permetterei... Questo
mai... dei vostri dolori, voglio la mia parte... tutta la mia parte...

LEI. Non insistete... Mi irritate... V’assicuro che è meglio così...

LUI (esaltato). Ne voglio la mia parte... tutta la mia parte... che dico ?..
tutta la mis parte ?... Li voglio tutti per me... i vostri dolori... Tutti,
capite ?... Sola a soffnire ? Ma è mostruoso quello che dite... Ah !... no...
mille volte no. (Carezzevole.) Voglio che siate felice.

LEI. Ah ! Come posso esser felice, ora... che...

LUI. Che ?...

LEI. Che non mi amate più ?...

LUI. Dio del cielo ! Non vi amo più, io !

LEI. Indubbiamente...
LUI. Io ?... Perchè mi dite questo ?

LEI. Vi dico questo perchè non mi arnate più.

LUI. Ma... è pazzo... è profondaniente pazzo... È... una... follìa... una vera...
una pura... follˆa... Non vi arno più ?... Non capite ch’è una bestemmia...
che è... una follìa... (A un movimento di LEI)... Certamente... mantengo la
parola... una follìa... È insensato... Ma donde può venire questa folle... idea
che... io... io... non vi ami più ?...

LEI. Da tutto.

LUI. Da tutto... da tutto... non basta... È troppo vago... Precisate... Vi


domando di precisare...

LEI. Non siete più lo stesso con me...

LUI. Protesto...

LEI. Sento che vi annoio...

LUI. Protesto... Protesto...

LEI. Avete ricominciato a fumare...

LUI. Ma... ho sempre fumato, cuoricino mio caro... Ricordatevi... Non ho


sempre fumato ?

LEI. Non come ora... Un tempo... non avreste mai osato fumare... dopo...

LUI. Permettete... ah !... permettete...

LEI. E poi.. siete meno accurato...

LUI (stupefatto). Questo... poi...


LEI. Vi lasciate andare... Vi trascurate...

LUI. Scusate... scusate...

LEI. Vi sono dettagli che non isfuggono a una donna delicata... e che ama...

LUI. Oh ! Non mi aspettavo questo rimprovero,.. Ecco un rimprovero


verarnente... inatteso... Mena accurato ?... Tutte le vostre recriminazioni...
li avrei potuto accettarle... forse... Ma quella ?... (Amaro e irritato) Allora mi
trovate sporco ?

LEI. Chi vi parla di questo ?

LUI. No... ma mi trovate disgustoso ?...

LEI. Ecco proprio... le vostre esagerazioni !...

LUI. Infine che c'è in me di mutato ?... Vi confesso che è umiliante... Sono
umiliato... umiliato al di là d’ogni cosa... molto... molto umiliato...
(Dignitoso.) Per il mio onore... per il nostro amore... esigo che precisiate...
lo esigo... Poichè, infine, sono umiliatissimo...

LEI. Non ho nulla da precisare...

LUI. E più facile... per Dio !

LEI. Sono cose... sfumature... nonnulla... che si indovinano più che non si
spieghino...

LUI. Sfumature ?... Io che ho la pretesa... la riputazione giustamente


consolidata d’essere l’uomo delle sfumature... È inconcepibile... É
estremamente umiliante... (Un silenzio.)

LEI. Infine... voi non protestate...


LUI. Come... non protesto ?... Siete proprio straordinaria questa sera... Ma
se... protesto... protesto con tutte le mie forze...

LEI. No... Ed ecco dove sento che non mi amate più... Un tempo... sareste
balzato...

LUI. Ma sono balzato... balzo ancora.

LEI. Non Come una volta.

LUI. È troppo forte...

LEI. Ora tutto v’è indifferente... Ecco... quest'oggi... ho creduto di morire...

LUI (con profondo stupore). Morire ?

LEI. E non avete compreso nulla...

LUI. Morire... quest'oggi ?... Non vi ho mai vista così gaia, così
incantevole... così felice... così innamorata... Ricordatevi... nel salottino...
le cortine abbassate... il divano... le mie carezze... ingrata... i tuoi baci...
smemorata...

LEI. Che casa dite ?...

LUI. Dico che vi tenevo nelle braccia... E quando la mia mano si perdette
nei pizzi... Ah ! Come eravate bella... Consenziente e spasimante !... Dico...

LEI (pudica). Tacete... Siete ignobile !...

LUI. E pensavate di morire ?... di felicità, forse ?

LEI. Oh ! 1o sciocco !...

LUI. Allora, per che cosa pensavate di morire quest'oggi ?


LEI. E me lo chiedete ?

LUI. Ma si... lo chiedo... (Con energia.) Lo domando...

LEI. Lo sapete benissimo...

LUI. Vi giuro !...

LEI. Non giurate, non è bene giurare.

LUI. Vi giuro... ho un bel cercare... ho un bel ricordarmi... Che cosa è


avvenuto quest'oggi ?

LEI. Ammettiarno che non sia avvenuto nulla... Perchè parlarvi di


questo ?... Non vedete nulla... Non sentite nulla... Avrei dovuto
nascondervi le ferite dell'anima mia... che v'importa dell’anima mia ?...

LUI. Via... via... via... non litighiamo... Non si trattava dell’anirna vostra...
quest’oggi... si trattava di...

LEI. Ma volete tacere ?...

LUI. Veramente, mia cara amica, non comprendo nulla di tutto quello che
dite... siete strana, questa sera...

LEI. Strana... proprio così... sono strana... Ah ! Non vi manca ora che di
insultarmi...

LUI. Ma... non vi insulto... dico che siete strana... questa sera...

LEI. E voi... che cosa siete dunque ?... Che v’importa di urtare, tutti i
minuti... i miel più intimi sentimenti... le mie delicatezze ?...

LUI. Ho urtato le vostre ?...


LEI. Mi amate ?... Che bell’atto di coraggio !.. Si direbbe veramente che ci
voglia dell’eroismo per amare una donna giovane, ricca, bella, ricercata...

LUI. Non si tratta di questo...

LEI. E vi credete in regola con lei che vi ha tutto sacrificato... quando le


avete detto... fra due boccate di fumo... che l’amate !...

LUI. Permettete !... Non c’è nessun rapporto.

LEI. Mi amate ?... Ma forse che vi siete mai preoccupato della mia felicità ?

LUI. Certamente...

LEI. Mi avete... non fosse che per un seconda... data tutta la vostra vita... a
me che v’ho dato tutto... più che la mia vita... la mia reputazione... la mia
pace.. il mio onore ?... (A un movimento di lui.) Sì, il mio onore.

LUI. Ma... cara amica...

LEI (rompendogli il discorso). Vi siete solamente curato di evitarmi da


galantuomo... da uomo che sa cos’è il pudore d’una donna... e il rispetto
d’un focolare... le irritazioni inseparabili da una posizione come la mia ?...
No, mai... Ho lusingato la vostra vanità... il vostro orgoglio... e voi mi avete
compromessa pubblicamente... naturalmente !

LUI. Oh ! È troppo forte !... Ecco l’illogicità delle donne !

LEI. Non mi avete forse compromessa ?... Osate dire che non mi avete
compromessa ?

LUI. Lasciatemi parlare... Non mi lasciate parlare...

LEI. La trattoria... la fiera di Neuilly... i palchi al teatro ?... Che so, io ?... E i
vostri amici... che conducevate in casa mia... che mettevate al corrente
della nostra vita secreta ?... (Dinieghi dell’amante.) Allora, come chiamate
questo ?...
LUI. Siate giusta... Ricordatevi. I miei amici... le trattorie.. il teatro...
eravate voi... cuoricino mio caro... voi che volevate, che esigevate...

LEI. Io ?...

LUI. Sì... sì... per amore... Oh !.. per amore...

LEI. Ebbene! è completa... Non avete nessun senso morale.

LUI. Riflettete... ricorrete ai vostri ricordi... quante volte, al contrario, non


sono stato obbligato a calmare le vostre audacie ?...

LEI. Le mie audacie ?... Simpatica la parola...

LUI (rettificando). Le vostre care audacie... Quante volte ho tentato


d’attenuare i vostri slanci... di mostrarvi i pericoli delle vostre imprudenze
generose...

LEI. È odioso !...

LUI. Non ve le rimprovero... comprendetemi bene, cara, cara amata ; al


contrario... n’ero fiero... n’ero ebbro... Mi dicevo : Che anima grande !...
Che grande anima libera !... Non ama abbastanza per sfidare l’opinione... I
pregiudizi... la stupidità mondana... Eravate sublime così...

LEI. Veramente ?... In verità è ammirevole... la vostra incoscienza


oltrepassa ogni immaginazione... Dunque voi credevate che io avessi
l’imperioso bisogno di gridare a tutti : Ecco il mio amante !... Guardate
questo signore... è il mio amante !.. Così è naturale, è vero ,... Com’è
femminile... (Con collera.) Ed è così che mi stimate ?... Per chi dunque mi
prendete ?... Dono dunque una sgualdrina ?

LUI. Ma che dite mai ?... Che dite ?... Dove andate a pescare quello che
dite ?

LEI. Perbacco !... È chiaro... ero una sgualdrina per voi... una di quelle
miserabili creature con le quali non prendevate tutti i giorni la cura
d’evitarmi il contatto offensivo... Comprendo ora... ah !... coniprendo...
Corne è malefico !... com’è vile !... (Si nasconde il viso nelle manu e
singhiozza.) Che vergogna !...

LUI (disperato). Ah ! piangete ancora... Mio Dio ! Mio Dio !... Non so più che
cosa dirvi... che cosa rispondervi...

LEI. Non rispondete nulla, andate... sarà più decoroso...

LUI. Sono sconvolto... esterrefatto... tramutate a piacere tutte le mie


parole... tutti gli atti miei...

LEI. Ho forse meritato d’essere trattata così da voi ?... Da voi ?... è troppo
crudele...

LUI. Ascoltami... (La prende nelle braccia e dolcemente la conduce presso


il sedile su cui l’adagia.) Ascoltami... Ah ! te ne prego... ascoltami..
(Arrischia qualche carezza.)

LEI. No... no... non voglio... non voglio più... Non lo meritate più... è
odioso...

LUI. Non piangete... Mi tortura sentirvi piangere...

LEI. Ah ! Che cosa v’importa ?... Che cosa vi può importare ?...

LUI. Ebbene... sì... ho avuto dei torti verso di te.... mia sublime amica... non
li conosco... ma ne ho certamente avuti... e gravi... immensi torti... si, lo
confesso... Ma è finita... Me ne pento... Ti chiedo scusa...

LEI (Con voce velata di lacrime). E’ meglio ch’io muoia...

LUI. Non parlare così... te lo proibisco... Morire ?... Non ne hai il diritto...

LEI. Sì, sì. È meglio che io muoia. Oh ! ora... la mia feIicità è spezzata... per
sempre... vedi ?... Non sono più nulla per te... Un amor proprio... una
vanità... un piacere, forse !... ma non sono nulla per te... l’anima mia è
niente per te...
LUI. L’anima tua ?

LEI. L’anima mia. .. Cattivo... la mia povera anima... Che cosa è per te ?...

LUI. Ah ! la tua anima... Non bestemmiare... la tua anima è tutto per me...

LEI (con voce debole e dolce). Nulla... nulla... più nulla...

LUI (con voce profonda). Tutto... è tutto... è la mia vita... tutta la mia vita...
tutta la mia gioia... è tutto...

LEI. Tu non pensi abbastanza, mio caro, che sono una donna...

LUI. Taci... non penso che a questo...

LEI. Una donna... comprendi... qualche volta è un bambino... un


bambinuccio...

LUI (cullandola). Un piccolissimo bebè.

LEI. Un piccolissimo bebè capriccioso... sensibile... e malato...

LUI, O bebè... bebè... caro bebè !...

LEI. Essa ha bisogno d’essere cullata, consolata... e che si cantino


all’anima sua... cose dolci... che carezzano...

LUI. Ti cullerò... ti consolerò... canterò qualche cosa all’anima tua... Oh !


si... qualche cosa...

LEI. Spesso ?...

LUI. Sempre... sempre !...


LEI. Eppoi... sono sicuro che tu... mi credi non intelligente ?

LUI. Oh ! Come puoi ?...

LEI. Mi credi sciocca ?...

LUI. Tu ?...

LEI. Sì, sì... mi credi sciocca... Non è vero che mi stimi sciocca ?

LUI. Ecco !... (L’abbraccia lungamente.) Cara... cara adorata... sciocca ?...
Ma tu sei il mio sole... la mia intelligenza... il mio tutto... tu sei il mio
tutto... il min caro tutto... (gaiamente.) il mio caro tuttino...

LEI. Perchè... se tu mi credessi sciocca !...

LUI. Tu sei la mia forza... la mia cara forza... Non vivo che in te... che per
te... che per te... Senza te... non sono nulla... non sono nulla... nulla...
Lunge da te... sono perduto... sono come una povera anima in pena...
come un viaggiatore... di notte... in una foresta... come un cane... perduto
nella folla.... come... come...

LEI. Parla ancora... ancora... mi fa tanto bene...

LUI. Non c’è giorno... non minuto... non secondo... nel quale tu non mi sia
presente... il giorno, la notte... e la sera... nei miei sogni... nel mio
pensiero... nei miei lavori... Non un minuto... comprendi... nel quale il tuo
cuore... la tua anima...

LEI. Ancora... ancora...

LUI. Il tuo cuore... la tua anima... i tuoi occhi... e le tue mani... le tue care
mani... i tuoi cari occhi...

LEI. È proprio vero... questo ?... Giura...


LUI. Sì, sì... te lo giuro !... le tue labbra... dammi le tue Labbra...

LEI (spasimando). Oh ! caro... caro... mai più... dimmi... mai più dolori al
tuo piccolo bebè ?...

LUI (balbettando). Taci... te lo giuro... mai più... L’anima tua... la tua


bocca... il tuo...

(Silenzio. Baci.)

CALA LA TELA

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