Il primo passo decidere che tipo di persona vuoi essere. Esistono 3 tipi di persone: coloro che guardano accadere le cose, coloro che si meravigliano di ci che accade e coloro che fanno accadere le cose
A cura di Paolo Vallicelli
Il Coach nelle PMI: introduzione
Obiettivi
Questo lavoro vuole tracciare alcune linee guida sul lavoro del Business Coach nella piccole e medie aziende, un terrone fertile dove la figura del coach non ha ancora attecchito.
Largomento di assoluta attualit dato il momento critico che stanno passando le aziende italiane. Come affrontare la crisi, come cambiare modello di business, come affrontare il delicatissimo passaggio generazionale: questi i temi principali che formatori e consulenti stanno vivendo. Queste le sfide che possono essere affrontate dal Coach: un professionista che affianca nel cambiamento con lobiettivo di sviluppare le competenze delle risorse umane dellazienda.
Proprio la situazione di crisi pu spingere limprenditore a fare scelte votate al massimo ritorno degli investimenti: il consulente offre una risposta standard, mentre il coach permette alla risorsa interna non solo di trovare la risposta, ma di crescere e migliorare il suo rendimento. Il coach come linvestimento con i risultati pi tangibili rispetto alla formazione ed alla consulenza, il coach come naturale completamento di queste due modalit.
Ma non facile proporre il coaching in azienda!!
Questa una delle obiezioni pi comuni da parte di formatori e consulenti. Sar vero? Certo che una convinzione del genere non pu che limitare nella proposta di coaching ai clienti. Da qui la domanda: come proporre il business coach? Come integrare questo servizio nellambito di una societ di consulenza che opera nello sviluppo delle risorse umane?
Questi i temi che intendo sviluppare nelle prossime pagine, prendendo spunto dalla mia attivit professionale e da mie riflessioni. Non con lobiettivo di scrivere qualcosa di unico e pregiato, ma perlomeno di dare un mio contributo originale e personale.
Chi il Business Coach
Portatore di benessere allinterno delle realt aziendali tramite il benessere della singola risorsa umana: questo il coach.. Quando la risorsa umana soddisfatta di s stessa, comunica benessere alle altre: questo fa la differenza nel clima aziendale, nella soddisfazione interna e di conseguenza sulla produttivit e competitivit dellazienda. Unazienda, per essere competitiva in un mercato difficile, in continuo cambiamento, deve investire su ci che ha di pi prezioso: le risorse umane e il loro benessere. Il Business Coach un professionista indicato per gli imprenditori nel caso di start-up di una nuova impresa o per imprese gi avviate di piccole e medie dimensioni per crescere ed espandere i loro servizi. Quando si lavora in questo contesto spesso non esiste una marcata separazione tra il business e la persona. Il coach diventa il partner silenzioso e segreto a sostegno della persona per illuminare il percorso verso il successo professionale e personale. Ho provato a riassumere i principali ambiti di intervento del Business Coach in azienda. Nel farlo mi sono reso conto che, dato il metodo flessibile, il Coach pu veramente spaziare in ogni tipologia di ambito: sempre comunque il cliente che pone il Focus della sessione. Ritengo comunque naturale che ogni Coach sviluppi alcune aree pi di altre emplicemente per andare incontro alle sue potenzialit e per rendere la sua attivit pi piacevole possibile. Perch privarsi di questo? Alcuni dei possibili temi: motivare la persona ottimizzare la gestione del tempo e/o dello stress migliorare le performance facilitare il cambiamento organizzativo sviluppare creativit ottimizzare le risorse presenti migliorare i flussi comunicativi migliorare il clima lavorativo nei reparti e tra i reparti supportare l'implementazione di comportamenti etici in azienda favorire il change management sviluppare nuovi orientamenti e visioni aziendali
Un delicatissimo equilibrio
<< Immaginate la vita come un gioco in cui i giocolieri fanno volteggiare cinque palle nell'aria. Le si nominano lavoro, famiglia, salute, amicizia e spirito e si tengono sospese in aria. Capirete ben presto che il lavoro una palla di gomma. Se la si lascia cadere rimbalzer. Ma le altre quattro palle sono di vetro.>> -Brian Dyson-
Sfera personale e sfera professionale sono indissolubili. Un coach che lavora ad esempio sullefficacia del manager (miglioramento delle performance aziendali) pu spesso andare a toccare anche ambiti personali. Spesso lefficacia in un contesto viene dallo sbloccare situazioni in altri ambiti: relazionali o relativi alla cura del s. Inaspettate aperture verso la dimensione personale sono delle grandi opportunit, non andare fuori tema, ma ampliare la visuale, esplorare e raccogliere informazioni. Essere Business Coach e parlare della gestione del tempo anche fuori dallufficio assolutamente naturale. Solo se ovviamente il cliente a condurci in quellambito, noi come Coach non forziamo mai largomento, lui che di sessione in sessione sceglie da dove partire.
Lefficacia ed il benessere della persona sono alla base del nostro approccio di coach: lo sviluppo a 360 gradi, i benefici creati in unarea ricadono su altre aree dellindividuo.
Proporre il Business Coach
Integrare lofferta
Come proporre il Coaching in maniera credibile?
Il coach va quindi a completare lofferta di servizi rivolta allo sviluppo delle risorse umane dellazienda; questa offerta comprende solitamente: ricerca e selezione del personale progettazione ed erogazione delle formazione consulenza organizzativa altri servizi accessori alla consulenza quali ad esempio: analisi di clima e bilancio delle competenze
Una volta implementati questi servizi arrivare al coaching un qualcosa di spontaneo. La fiducia che si creata col cliente rende semplice la proposta di servizi alternativi, soprattutto nel caso di un servizio che va a completare in maniera profonda le altre proposte.
Sempre di pi le aziende vogliono un progetto strutturato, complesso e variegato, cos come sono profonde e difficile le situazioni da risolvere. Difficilmente un bisogno aziendale pu essere soddisfatto da uno solo degli elementi visti sopra: solo la consulenza o solo la formazione. Il fine non deve essere ovviamente quello di vendere pi ore di servizi ma di arrivare a importanti risultati. Pi servizi si integrano non solo con una maggiore complessit, ma anche con le esigenze di target diversi: mentre la formazione pu essere adeguata agli operativi di unazienda, il coaching pu essere rivolto ai manager.
Vendere una questione di Benefici
Per persuadere una persona ad accettare le nostre idee devo partire dai benefici che questa persona avr dalla nostra proposta. Prima di vendere un prodotto o un servizio devo aver comunicato quali sono i benefici che ne trarr, ovvero gli aspetti positivi personalizzati sui bisogni del target stesso.
I benefici del coach sono: risultati spesso misurabili in termini di una migliore performance la maggiore consapevolezza che la persona ha di s stessa la maggiore consapevolezza del contesto in cui opera una maggiore cura di s lo sviluppo di competenze nel contesto di azione del cliente (al contrario della formazione)
Dopo aver raccontato i benefici passiamo a descrivere le caratteristiche del metodo (raccontando ad esempio gli elementi della bussola del coach).
No al coaching clandestino!
Per una questione di trasparenza e onest intellettuale chiamiamo il coaching col suo nome. Non cerchiamo escamotage linguistici per cercare di superare eventuali barriere/obiezioni del cliente. Se si tratta di coaching con chiamiamolo consulenza o sviluppo delle competenze quasi avendo timore di dover spiegare al cliente di cosa si tratta. I motivi per una scelta di trasparenza sono molteplici: - la necessit di educare ed informare sul coaching - la volont di creare da subito un patto di alleanza col cliente che non pu prescindere da una chiara spiegazione di come si struttura il metodo - la nostra stessa coerenza e credibilit che viene meno se cerchiamo sotterfugi
Una possibile obiezione dagli imprenditori
Il successo dellazienda delle persone che compongono lazienda
Questa affermazione genera spesso unaccesa discussione: molto imprenditori sostengono in maniera categorica lopposto, ovvero sono le procedure e le strutture organizzative che permettono allazienda di avere successo. Tutti sono importanti, ma nessuno insostituibile: questa un altro luogo comune a cui questo genere di imprenditori fa appello. E chiaro che siamo di fronte a credenze e valori diametralmente opposto: da una parte la visione meccanicistica dellorganizzazione, dove ogni soggetto compie una parte del processo quasi imprigionato dalle regole e dallaltra siamo in presenza di una visione umanistica dellorganizzazione dove la motivazione, il clima aziendale, lo sviluppo delle competenze e delle potenzialit hanno un ruolo strategico.
Come coach o anche come formatori difficilmente possiamo lavorare in un contesto di piccola media azienda dove il paradigma quello meccanicistico. Queste aziende solitamente possono chiedere lapporto di un consulente, ma solo in ambiti ben delineati riguardanti ovviamente il miglioramento delle loro procedure interne.
In una situazione di crisi, i paradigmi di alcuni imprenditori vecchia scuola iniziano per inevitabilmente a scricchiolare. Quando necessario un cambiamento profondo non si pu prescindere dal fattore umano e dalla sua crescita. Parlando di innovazione e cambiamento organizzativo le persone e le loro competenze ritornano ad essere centrali. Quando parliamo di competizione molti imprenditori riconoscono che lunico fattore non replicabile dai concorrenti proprio il fattore umano, quindi le competenze e la motivazione delle persone.
Provare per credere
In una situazione di resistenza da parte del cliente, possiamo semplicemente far provare una sessione per far comprendere le potenzialit del coaching. In questo modo possiamo sbloccare eventuali dubbi o diffidenze sulla modalit.
Possibili utilizzi del metodo
1-Il coach come alleato: sessioni di coaching
Il coach come partner per sviluppare le potenzialit, aiutare in una sfida decisiva, supportare in un cambiamento. Il coach che non da consigli, non imbocca le risposte, non offre soluzioni chiavi in mano (quindi non coerenti con la persona). Il coach che accoglie, ascolta e si allea col cliente. Troviamo nel coach la risposta alla spontanea richiesta di un lavoro one-to-one, specifico, su misura della persona. La richiesta di performance sempre migliori, la necessit di integrare vita personale e professionale, il bisogno di vivere il lavoro senza farsi sopraffare dallo stress: a domande di alta qualit le risposte devono essere flessibili ed allavanguardia. Il coach si muove nellazienda con naturalezza: pu essere gi stato in azienda come formatore o consolante e quindi integrare in maniera armoniosa il suo lavoro iniziando con qualcuno dei corsisti un percorso tarato sulle sue esigenze. Oppure pu essere chiamato a lavorare su alcune persone chiave dellorganizzazione che vivono momenti di sfida. In ogni caso il coach un tassello di un progetto articolato che dura nel tempo e diventa un modus operandi dellazienda: lorganizzazione si deve adattare allambiente e lo fa con laiuto di competenze importanti, tarate sullo sviluppo delle potenzialit dellorganizzazione.
Il coach pu intervenire anche al termine di un percorso di formazione non aziendale: ad esempio in corsi rivolti a persone in cerca di lavoro, o in corsi per occupati. In entrambe le situazioni, il Coach pu mettersi a disposizione per un percorso di maggiore consapevolezza della persona: nel primo caso con lobiettivo di facilitare la ricerca di un nuovo lavoro, nel secondo per chiarire il proprio ruolo allinterno del contesto o per riscoprire nuove potenzialit.
2-Il metodo del coaching come naturale completamento dei percorsi formativi
Meta di ogni uomo lazione, non la conoscenza.
La formazione strumento di crescita personale e professionale di grande efficacia: permette allindividuo di sperimentare nuovi saperi, mettere in pratica comportamenti, condividere col gruppo la propria esperienze. Risulta essere quindi un viaggio di gruppo ai confini della propria mappa o visione del mondo, viaggio che spesso si scontra con le resistenze individuali.
Non da tutti gli imprenditori la formazione ritenuta utile: da alcuni vista come un qualcosa che va fatto ogni tanto, un momento a volte piacevole che lascia per qualche giorno un vago ricordo, ma che non incide sui comportamenti ed atteggiamenti delle persone. Il punto di debolezza della formazione nasce dalla incapacit dellindividuo di portare fuori dallaula di formazione ci che ha visto e sentito. Ci si lascia pertanto, al termine del proprio viaggio, con alcune raccomandazioni e prese di posizioni: magari dichiarando di fronte agli altri alcuni nuovi comportamenti, ma poi cosa succede? Molto spesso il tutto rimane allinterno dellaula per i pi svariati motivi; spesso sento dalle persone dire: Non ho avuto tempo, Tutto bello, ma comunque lazienda mi impone questo, Non dipende da me e tutta una serie di scuse e razionalizzazioni per nascondere una proprio mancanza di disciplina o motivazione.
La formazione unita al coaching vuole progettare un intervento molto differente che permetta al partecipante di lavorare attivamente sulla sua crescita personale, permettendo di monitorare i risultati e dando inoltre allimprenditore degli strumenti di analisi e di riscontro della formazione effettuata, reali strumenti di misurazione.
2.1 - Prima e dopo la formazione
E fondamentale che lindividuo abbia piena consapevolezza delle ore di formazione che andr a svolgere: come si inseriscono nel suo percorso di crescita, quale finalit ha lazienda, quali risultati ci si aspetta. La formazione in aula quindi preceduta da una sessione in cui utilizziamo in parte il metodo di coaching adattandolo alla situazione. Definiamo innanzitutto il Focus: lo stato problematico su cui lindividuo vuole lavorare e lo stato desiderato (funzione alfa e funzione omega). Raccogliamo cos importanti informazioni sulle attese e sulla percezione che lindividuo ha di s stesso nellorganizzazione. Spesso si entra in aula senza aver fatto una riflessione su che cosa ci piacerebbe migliorare, vivendo la formazione solo come un momento di passaggio, non continuo, in cui sono costretto a partecipare. La domanda chiave : Come potrebbe migliorare il tuo lavoro?. Anche risposte come: Non lo so sono ricche di spunti. Invece di lavorare sugli strumenti necessario fare un passo indietro e comprendere limportanza del ruolo e la sua funzione nellorganizzazione. In questa sessione, oltre al Focus, andiamo ad esplorare le potenzialit dellindividuo facendo una restituzione sia allindividuo sia allazienda stessa. Se, ad esempio, emerge come potenzialit del gruppo lamore per il sapere, il formatore avr vita facile e potr anche approfondire ed ampliare temi diversi. Le informazioni raccolte ci permettono cos di andare a rivedere in parte il progetto formativo che avr gi un primo importante cambiamento: gli argomenti ed il modo di trattarli saranno pi vicini al Focus ed alle potenzialit dellaula. Ovviamente si tratta di mediare esigenze spesso diverse tra loro e quindi cercheremo di trovare il pi possibile un linguaggio comune, un minimo comune denominatore.
2.2 - Dopo la formazione: il piano dazione
Non possibile modificare il carattere di una persona: questa affermazione viene spesso fuori dai corsisti che avendo gi fatto formazione non hanno ricevuto nessun beneficio visibile. Laffermazione non vuole essere polemica, ma solo lespressione di una esperienza individuale: Per me la formazione non stata utile non significa che non lo sia stata per qualcun altro. Molto spesso, inoltre, linfluenza della formazione non immediata o comunque va a modificare in maniera impercettibile alcuni comportamenti, o il come le persone vivono certi avvenimenti.
Affinch la formazione sia veramente utile va portata fuori dallaula. E necessario fare un lavoro di riflessione ed implementazione nel contesto dellindividuo. Questo lavoro fatto in maniera autonoma da molto individui caratterizzati da una ricca vita interiore e da una buona motivazione, ma non ci possiamo aspettare che vanga fatto da tutti i corsisti.
Possiamo integrare in maniera forte gli argomenti dellaula creando un piano dazione che porti i concetti della formazione nel contesto quotidiano delle singole persone. Al termine della formazione vengono quindi stabilite sessioni individuali dove ogni corsista (non il coach che lo impone) stabilisce le sue azioni per raggiungere un determinato obiettivo. Quali comportamenti nuovi portare avanti, come, dove quando ecc: il coach si allea col coachee per stabilire azioni specifiche e misurabili. La seconda sessione di follow-up va stabilita entro due settimane in modo da lasciare tempo al coachee per metter in pratica lazione e individuare gli inevitabili ostacoli. La terza ed ultima sessione va prevista a 4 settimane dalla prima; in questa sessione andiamo ad esaminare i primi risultati delle azioni. Tra la prima e la terza sessione, il coach si mantiene in contatto e-mail per monitorare i passi avanti.
Sottolineo ancora una volta che questo un adattamento del metodo del coaching: qui non il cliente che sceglie il focus, ma il coach-formatore che pone domande per arrivare ad un piano dazione su specifiche esigenze lavorative. Inoltre il numero delle sessioni per forza limitato se vogliamo accompagnare tutti corsisti.
2.3 - Il metodo del Coaching (la bussola) come strumento Un esempio applicato: la gestione del conflitto
La bussola del coach offre una chiave di lettura molto utile a chi gestisce altre persone. Pu quindi essere trasmessa come strumento metodologico in aule di formazione che hanno come oggetto temi quali la comunicazione in azienda, come ad esempio la gestione dei conflitti tra manager e collaboratore. Come spesso accade il conflitto segue una sua escalation ben precisa costringendo lorganizzazione a misure spesso drastiche. Quanto la situazione si deteriora e va avanti per anni come molto spesso accade, comunque scontato che il gruppo di lavoro, il reparto o lazienda intera, ne risentano a livello di clima e che questo incida sui risultati.
Chi gestisce il conflitto pu utilizzare il metodo della bussola per condurre un colloquio chiarificatore delle posizioni e cercare quindi una soluzione mediata. Il Focus il primo passo: definire lo stato problematico andando a fondo il pi possibile e quindi passare alla situazione desiderata. Il colloquio deve quindi toccare le potenzialit dellindividuo che devono essere restituite: in questo modo il collaboratore avr di s una visione completa ed equilibrata che alla base di una soluzione del conflitto e una piena reintegrazione nel contesto lavorativo. Rimane quindi il piano dazione: ovvero implementare nuovi comportamenti, analizzando gli eventuali ostacoli ed i possibili alleati.
3 Promuovere la cultura del coaching: formare nuovi Coach
Il Coach per migliorare le prestazioni degli individui nel contesto organizzativo. Questo percorso ha una vastissima potenzialit: si rivolge a tutti coloro che hanno ruoli manageriali. Non si rivolge semplicemente alle professioni delle risorse umane, ma a tutti quelli che vogliono sviluppare un approccio nuovo nel comunicare e far crescere gli altri.
Oltre al bisogno di benessere e felicit, riscontriamo infatti un bisogno di infondere benessere e felicit. Una necessit quasi fisiologica di contribuire.
Lavorando come coach, viene spontaneo proporre un percorso che possa offrire un approccio e degli strumenti per diventare Coach. Il corso diventerebbe inoltre lopportunit di promuovere il coaching e di creare un serbatoio di nuovi coach, idee e spunti di riflessione.
Conclusioni
Le opportunit di integrare il Coaching allinterno di un portafoglio attivit rivolte alle risorse umane sono quindi molteplici: 1. le sessioni di coaching in senso stretto (in azienda e non) 2. il metodo del coaching da applicare alle varie fasi del processo di formazione: prima, durante e dopo 3. formare coach
In ogni caso appare evidente la necessit di promuoverlo allinterno di progetti complessi, non quindi fine a s stesso, ma inserito in una rete di attivit e di competenze.
Appare necessario dotarsi di persone e competenze variegate, non solo formatori e consulenti, ma anche coach. Ancora pi strategico sarebbe avere queste competenze fuse nella stessa persona. Appare chiaro infatti che ci sia un minimo denominatore comune tra queste professioni: la capacit di creare relazione, attraverso laccoglienza e lascolto. Solo tramite una relazione di fiducia possiamo essere gli alleati che i nostri clienti si aspettano di trovare, per fare in modo che la vita dei nostri coachee sia allinsegna di un costante miglioramento e di un sempre maggiore benessere.