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ANDREA EMILIANI A FERRARA (Salone del Restauro, marzo 2014)

Sono un po turbato perch la realt vince il sogno. Mi ero preparato il compitino per dire
le cose. Cercher di dire ugualmente ma la visione della realt al piano sottostante mi
sembra superare ogni confine: sono esposti una serie di progetti che letteralmente non si
capisce da quale senno possano nascere, come possano prender forma, quale sia la
cultura che li produce. Una volta si accusavano i geometri, creatori di unarchitettura
geometrile si diceva allora. Qui siamo al di l sinceramente: il progetto della citt di
Mirandola oggettivamente orripilante, non c altra possibilit o ragione e questo
bisogna dirlo in maniera molto esplicita e mi auguro che da Italia Nostra e dallincontro a
Mirandola la realt possa uscire molto esplicita.

C una cosa che da storico dellarte non pu essere mai dimenticata ed che la citt
italiana di gran lunga la creazione pi alta della nostra civilt artistica. Questo un
punto che da storico dellarte deve essere affermato anche superando schemi di categoria
che dividono i generi, facendo della pittura la pi celebrata fra le possibilit espressive.
No la citt italiana la perfezione vivente; perfino gli ultimi paesi della Calabria non
parliamo di Mirandola o di Crevalcore sono luoghi di straordinaria identit. Sono stati
molto ben definiti negli anni passati i non luoghi di Marc Aug e si riflettuto sulla perdita,
in caso di distruzione o di variazione, di identit e di identit culturale di questi luoghi che
si genererebbe non solo per loro stessi ma per la cultura intera.

Non parliamo delle situazioni regionali cui stato fatto cenno. E chiaro che lIstituto per i
Beni Culturali era nato proprio per questo: per fornire alla Giunta Regionale una
consulenza di reciprocit operante in modo che la politica e questo lo ha voluto Guido
Fanti (primo presidente della Regione ndr) - fosse cosciente di ci che operava alla luce
di una verifica di natura intellettuale, storica, degna di questo nome.
Listituto non un collegio per nobildonne o unopera pia: evidentemente un luogo nato,
appunto come dice la legge, per la gestione, per laccortezza della Giunta Regionale
nellambito delle sue decisioni centrali. Detto questo davvero non si capisce quale sia
allora la formazione di questa imponente agenzia cooperativa che unisce, troppo
chiaramente, gli interessi non solo dei costruttori o dei progettisti ma di un residuo
cooperativismo, rosso o bianco non importa, che si fatto carico e si fa carico degli affari
propri, degli interessi bancari che sono dominanti. C un capitale erratico che, nella crisi,
non trova altra possibilit che la distruzione o la sovrapposizione. Qui ce n per tutti. Non
possibile immaginare che il capitale che si muove possa essere cos sbandato e
incapace di decisioni.

Il problema peggio. Io mi ero preparato a parlare di distruzione, cio di creazione tipo
aquilano di un non luogo, che resta comunque unipotesi terrificante. Ma qui si ritorna
ancora pi indietro, cio allinserimento negli edifici esistenti di altre formazioni e di altri
edifici inseriti come bubboni. La situazione peggio di quella che poteva essere
immaginata. Questa situazione chiaro che torna fuori dal passato e proprio lIBC ha
discusso a suo tempo un concetto antico che quello della deviazione tra conservazione,
cio manutenzione, e sostituzione. Si sta lavorando, ormai trionfalmente, al concetto di
sostituzione. I vecchi termini del restauro come manutenzione sono stati allontanati come
inefficaci. Il dopoguerra in fondo aveva tentato unoperazione di questo genere e per
esempio a Bologna, bisogna riconoscere che una certa resistenza sulla conservazione,
non completamente, c stata. Ma adesso la sostituzione ha vinto completamente.
Il caso aquilano e l, vale per tutti, ma sembra che nessuno se ne renda conto, anzi -
ripeto - si pensa che sia meglio adulterare un monumento sciupandolo completamente. Il
resto lo conosciamo: la creazione degli infiniti non luoghi come i diciannove dellAquila,
in cui andranno ad abitare, rendendo impossibili le relazioni identitarie, la cultura del
gruppo, persino la presenza del bar o dellosteria che resta pur sempre, dopo le dimissioni
della parrocchia dalle sue capacit di riunione, perch sembra che il clero sia fortemente
orientato alla sostituzione rispetto alle vecchie chiese, uno dei nuclei del vivere in
relazione.

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