C’è bisogno di un Europa sociale che garantisca lavoro e reddito, che consenta di far circolare merci, capitali e persone. L’Europa è stata per noi pugliesi una grande opportunità perché con i fondi strutturali, spesi bene, si sono finanziate opere e infrastrutture, corsi e borse di studio per studenti e ricercatori e assunti migliaia di insegnanti disoccupati con il progetto “Diritti a Scuola”.
C’è bisogno di un Europa sociale che garantisca lavoro e reddito, che consenta di far circolare merci, capitali e persone. L’Europa è stata per noi pugliesi una grande opportunità perché con i fondi strutturali, spesi bene, si sono finanziate opere e infrastrutture, corsi e borse di studio per studenti e ricercatori e assunti migliaia di insegnanti disoccupati con il progetto “Diritti a Scuola”.
C’è bisogno di un Europa sociale che garantisca lavoro e reddito, che consenta di far circolare merci, capitali e persone. L’Europa è stata per noi pugliesi una grande opportunità perché con i fondi strutturali, spesi bene, si sono finanziate opere e infrastrutture, corsi e borse di studio per studenti e ricercatori e assunti migliaia di insegnanti disoccupati con il progetto “Diritti a Scuola”.
l avor o e r eddi t o, che consenta di far ci rcol are merci, capitali e persone. L Europa st at a per noi p u g l i e s i u n a g r a n d e opportuni t perch con i fondi strutturali, spesi bene, si sono finanziate opere e infrastrutture, corsi e borse di st udi o per st udent i e ricercatori e assunti migliaia di insegnanti disoccupati con i l proget t o Di ri t t i a Scuola. Il lavoro: le lotte di ieri e di oggi PERIODICO DINFORMAZIONE CHE ESCE QUANDO DEVE copia gratuita ANNO X n. 03 MAGGIO 2014 NELLINSERTO Per non ritornare alle valigie di cartone votiamo EDITORE GlobeGlotter REGISTRAZIONE Iscriz. Reg. Periodici Tribunale di Foggia n. 414 del 31/03/2006 DIRETTORE RESPONSABILE Nico Lorusso VICE DIRETTORE Antonietta DIntrono SEGRETARIA DI REDAZIONE Veronica Tarantino DIREZIONE REDAZIONE via Staffa 4 76015 Trinitapoli BT t. 0883 634071 www.ilpeperoncinorosso.it info@ilpeperoncinorosso.it STAMPA Grafiche Del Negro via Cairoli 35 76015 Trinitapoli BT t. 0883 631097 delnegrolina@virgilio.it DISTRIBUZIONE Gigino Monopoli TESTI DI: Fabrizio dEsposito Antonietta DIntrono Valeria Lauriola Giuseppe Marzucco Arcangelo Sannicandro FOTO DI: Michel Autori vari Questo numero stato chiuso in redazione il 20 MAGGIO 2014 19 maggio 2014. Comizio di Alexis Tsipras a Bologna VALERIA LAURIOLA iazza Maggiore stracolma per Alexis Tsipras, che sta emozionando: La risposta a questa Europa non la protesta arida di Grillo, che non ha niente di concreto e reale da proporre per lEuropa. E stiamo attenti: c' il rischio che torni il fascismo col populismo, con la xenofobia, col razzismo e lomofobia. Bol ogna seppe reagi re, i n mani er a ant i f asci st a, al l a tragedia che la colp il 2 agosto 1980 alla stazione ferroviaria. Lo diciamo forte: nella nostra Europa non c spazio per il f a s c i s mo ! La r i s p o s t a democrat i ca e di si ni st ra allEuropa dellausterit e dei populismi lAltra Europa!. Il suo accento greco - la Greci a, cul l a dEuropa! - emoziona. Viva Alexis! Viva l#AltraEuropa! Serve un voto di popolo. Tsipras scalda gli studenti di Bologna Finalmente parole nette e di sinistra. Chi si proclama di sinistra e vota M5S, PD o addirittura si astiene, a questo punto si merita lItalia com, perch stavolta c unalternativa vera che si chiama LAltra Europa con Tsipras P Il 25 Aprile della Trinitapoli democratica Lamministrazione comunale anticipa di un giorno il corteo della Liberazione dellItalia dal nazifascismo senza invitare i partiti del centrosinistra e diserta, poi, la manifestazione del 25 aprile ANTONIETTA DINTRONO econdo quanto af- fermato dai reduci di Forza Italia, il corteo del 25 aprile a Trinitapoli non era auto- rizzato e pertanto il sin- daco e gli assessori del centrodestra, ahim, loro malgrado, non hanno po- tuto partecipare alla ma- nifestazione pubblica programmata, come ogni anno, da tutti i partiti de- mocratici. Sono stati imitati anche dal coman- do dei Vigili Urbani, che non ricordavano a differenza dei carabinie- ri presenti al corteo, che le autorizzazioni veniva- no chieste solo durante il fascismo. La Costitu- zione, nata dalla resi- stenza, rese libere le ma- nifestazioni pubbliche di ogni partito. Forse stata la ricor- renza pi realistica della Festa della Libera- zione che Trinitapoli ab- bia mai avuto. Quasi la r appr esent azi one di quanto accadde. Come allora, tangibile il distac- co e lavversione fra fa- scisti da una parte e po- p o l o d a l l a l t r a . Lautorit che festeggia il 24 aprile, ma poteva essere anche il 22 otto- bre, la ricorrenza del giorno successivo. Come allora, confusione nelle forze armate, chi si schiera con la Repubbli- ca di Sal e chi coi par- tigiani. Un obbrobrio la discriminata commemo- razione delle vittime di quegli eventi. Per il prossimo anno sar fis- sata la data prima o dopo il 25? S Alla testa del corteo del 25 aprile, (da sinistra): Donato Piccinino, Pasquale Lamacchia, Annamaria Tarantino, Arcangelo Sannicandro, Peppino Brandi e Carlo Storelli Estrazione pubblica dei 14 scrutatori assegnati ai partiti di opposizione e r c h pe r noi comuni cittadini cos difficile interlo- quire con tutti voi, citta- dini eccellenti? Gabriele Basanisi) Perch voi comuni citta- dini, come ami definirti, vi siete resi complici del de- grado degli ultimi anni. La colpa, tuttavia, anche mia: mi sono disinteressato. Michele Di Staso) Mi- gliaia di persone comuni, dialogano quotidianamente nelle piazze attraverso le Agor, con i Parlamentari, faccia a faccia. Il Movimen- to 5 Stelle lunico partito che per andare tra la gente non ha bisogno della scorta e riempie le piazze oramai anche senza Beppe Grillo. Cittadini Deputati come Di Batista e Di Maio vivono tra la gente e addirittura nei loro comizi invitano spesso rappresentanti di altri partiti a parlare. Il tutto ampia- mente documentabile da fo- to, video e quantaltro. La difficolt ad interloquire una sensazione soggettiva che Lei avverte e che dipen- de da fattori a me oscuri. Antoni etta DIn- trono) Interloquire, cio parlare con voi a Trinita- poli e dintorni unutopia. Noi ci stiamo scrivendo,tra laltro su mia iniziativa, e non parl ando. Nel l e agor, cio nelle piazze, del nostro paese non siete mai insieme ai cittadini per difendere i loro diritti cal- pestati. Non siete mai pre- senti neanche per ascoltarli. Noi vi leggiamo soltanto su facebook. Possibile che la vostra energia di cambia- mento non venga mai per- cepita dal vivo? Dobbiamo aspettare che arrivino Di Battista e Di Maio a Trini- tapoli? Dove si possono leggere tutti i nomi dei donatori dei piccoli contributi in danaro e in servizi al mo- vimento , gli introiti della vendita dei gadget e lelenco delle spese certi- ficate delle campagne elet- torali, nonch delle inizia- tive che si svolgono in Ita- lia? G.B.) Sul blog, appe- na uscita la rendicontazione delle europee. M.D.) Le spese della Campagna elettorale 2013 sono On-Line, sono stati raccolti circa 1 milione di euro, sono stati spesi 600 000 e devoluti ai terremo- tati dellEmilia Romagna pi di 400 000 . I guadagni dei gadget servono a finan- ziare le campagne elettorali, gli introiti dello sfruttamen- to del logo vengono intascati, direttamente dai gruppi locali (meet Up). I quali provvedono successi- vamente a rendicontare le loro spese per le campagne elettorali locali e non. Il tutto documentato dal sito www.beppegrillo.it. Beppe grillo e Casaleggio sono i proprietari dei diritti del Logo Movimento 5 Stelle, Che viene concesso gratui- tamente a gruppi di cittadini che lo richiedono per pre- sentare una lista elettorale, a seconda dei vari appunta- menti elettorali riguardanti gli enti locali. A.D.) Nel blog di B. Grillo, che leggo abbastan- za spesso, non ho trovato quello che cercavo. Mi spiego meglio. Chi propu- gna un bilancio basato sulle piccole donazioni individuali e sulla traspa- renza, dovrebbe a mio av- viso, anche se si tratta di un solo euro,indicare nome, cognome, cifra versata e conservarne ricevuta. Siete in grado di individuare se il donatore sia un pregiudi- cato o un santo? La benefi- cienza,inoltre, che avete fat- to di 400 mila euro, pu salvare la coscienza e alle- viare qualche sofferenza, come egregiamente gi fan- no molte istituzioni religio- se, ma non potr mai elimi- nare le cause della povert, in una nazione, come la no- stra, dove hanno stravinto i capitalisti. Meno stato e pi mercato una delle loro idee- guida. Il finanzia- mento privato ,e non pub- blico, dei partiti figlio di questa idea. Anche i partiti diventano un prodotto mer- ceologico che apparterr al miglior offerente. Ne saran- no esclusi i pi disgraziati. Quelli che non hanno le agenzie di comunicazione che li promuovono a suon di soldoni. Le somme di danaro per il terremoto ed per altre tragedie simili de- vono essere elargite dai go- verni, mentre i politici de- vono fare il loro mestiere con grande competenza, 24 ore su 24.Se uno studente asino e imbroglione gli insegnanti gli danno zero spaccato ma non tolgono i laboratori e le borse di studio agli alunni seri e stu- diosi. Non ho capito, infine, cosa significa, nel vostro bilancio, la voce dentrata: gli introiti dello sfrutta- mento del logo. Commer- cializzate il logo del M5S? Perch usate tutti lo stesso format per le risposte a chi osa muovervi qualche critica, prevedendo una fase A di denigrazione dellincauto interlocutore, una fase B di autoesalta- zione per le originali innovazioni apportate dal M5S ed una fase C di insulti feroci e indiscrimi- nati? G.B. ) Non mi sembra, Risposte stellari con note a margine Lintervista al M5S di Antonietta DIntrono stata pubblicata su Batcomunica con le risposte date da due simpatizzanti del movimento: Gabriele Basanisi e Michele Di Staso. Ristampiamo tutto per i lettori del Peperoncino Rosso, con laggiunta delle note a margine che la professoressa DIntrono ha scritto ai due ragazzi, non per amor di polemica ma per cercare di capire meglio quale esito avr quello che appare essere un conflitto tra generazioni P Cari Gabriele e Michele, ho apprezzato il tono paca- to e civile delle vostre ri- sposte. Non mi capitava da mesi di leggere interi pe- riodi senza insulti, allusio- ni, pregiudizi e commenti forcaioli rivolti a persone, pi prestigiose di me, ree di aver fatto il loro mestie- re di giornalisti, di attori e di politici come Gaba- nelli, Mineo, Merlo, Op- po, Serra, Rodot, Vendo- la, Crozza, Santoro ecc. oltre le terribili ingiurie riservate alle voci fuori dal coro pentastellato co- me Favia, Pizzarotti e nu- merosi altri. Ritengo mio preciso dovere continuare la di- scussione con voi non per amor di polemica, bens per aggiungere spunti di riflessione in questa fase storica durante la quale non ci si pu permettere di stare immobili e con i paraocchi a guardare la na- ve che affonda. Ho, allinizio del suo sorgere, considerato molto positiva la ribellione giovanile del M5S, guidata da un ses- santenne, perch avrebbe potuto dare una scossa ad un sistema politico che, con Berlusconi & co., ha incancrenito luoghi, cose e persone. Mi sono, in se- guito, ricreduta, soprattutto dopo aver seguito, passo passo, i lavori parlamentari dei circa attuali 150 depu- tati e senatori del M5S. Consiglio di fare altrettan- to, guardando con regola- rit i canali sky 524 e 525. Vi renderete conto di come la frase andare oltre la destra e la sinistra sia solo un mantra di moda. Oltre non c nulla. An- zi, sarebbe il caso di pro- porre un seminario di studi su che cosa la destra e che cosa la sinistradal momento che si fa una confusione pazzesca. Mi permetto, pertanto, di scri- vere delle note a margine delle vostre risposte alle mie precedenti domande, pubblicate da Batcomuni- ca. Lo faccio con lumilt di chi non vuole insegnare nulla, ma solo capire quale futuro potrebbero avere i miei ex alunni e i miei colleghi anziani, per i quali (i primi) e con i quali (i secondi) resto ancora in trincea. Antonietta DIntrono maggio 2014 io non offendo mai nessu- no..semmai il contrario. M.D.) Lo schema da lei proposto, frutto di esperienze del tutto perso- nali, che non possono esse- re valide per tutti i simpa- tizzanti o iscritti al Movimento 5 Stelle. Anche allinterno del Movimento 5 Stelle potrebbero esserci degli imbecilli, come degli estremisti o anche sempli- cemente dei frustrati. Ma dire che sono tutti cos o soltanto la maggioranza una sensazione soggetti- va, frutto di una visione soggettiva. La quale ,non pu trovare una risposta nel campo della politica. (Io vedo gli gnomi, lei li vede?) Bisognerebbe capire cosa si ritiene per denigrazione o autoesaltazione o per in- sulti feroci. Vogliamo ricor- dare che se ad un parlamen- tare gli si dice che ingiusto ottenere una buona uscita milionaria, questi ritiene, ovviamente, che sta rice- vendo un insulto feroce. A.D.) La mia sarebbe una visione soggettiva?! In- voco un tantino, solo un pizzico, di obiettivit nel riconoscere che ogni giorno potete fare lelenco delle illazioni, perfidie, frasacce, ecc che collezionate sul blog di Grillo e su face- book. Leggetevi le ultime insinuazioni fatte sulla mo- glie di Maurizio Crozza, colpevole di avere un mari- to che fa limitazione del collega B. Grillo. Lo so che anche tra voi, come dite, ci sono gli imbecilli che si servono dei copia-incolla dei quotidiani asserviti per godere, anche per un mo- mento, di una presunta superiorit morale. Baste- rebbe leggere direttamente i document i , senza lintermediazione giornali- stica, per apprendere, ad esempio, che i parlamentari percepiscono la buonuscita solo se rinunciano al vita- lizio, buonuscita che la somma dei contributi ver- sati durante lintero man- dato politico. La mia et e formazione mi impedisco- no di riferire molte turbo- lenze e episodi certificati di coloro che di recente re- citano il ruolo di moralizza- tori a 5 stelle. Perch bandita dal M5S ogni forma di contamina- zione con altre sensibilit politiche al punto da ap- parire giovani forti e puriin questa nostra Ita- lia, nouvelle Sodoma e Gomorra? G.B. ) Vedi risposta 1 M.D.) Anche questa domanda frutto di una vi- sione molto particolare e distratta. Infatti molte leggi proposte dal PD, Lega, Sel o addirittura Forza italia, sono state approvate in Par- lamento con i voti del Mo- vimento 5 Stelle. Un esem- pio? La Regione Sicilia di Crocetta, a guida PD, ha visto lappoggio del Movi- mento 5 Stelle a molte pro- poste di legge. A. D. ) Il t ermi ne contaminazione, nel con- testo politico,significa una mescolanza o una fusione di elementi tratti da fonti diverse. Questo concetto prevede , a monte, una di- scussione e non un semplice si o no, o un mi piace o un non mi piace. Le vere battaglie, intendendo per vere quelle in cui bi- sogna raggiungere dei risul- tati concreti e non show per avere la prima pagina,sono quelle che alla demagogia del politometro (gi esi- stente sotto altro nome) si sostituisce la strategia uni- taria (coordinamento degli ordini del giorno, degli in- terventi, manifestazioni pubbliche ecc. ecc.) per far decadere il decreto sul lavo- ro, il famigerato job act. Perch non avete una idea pi concreta del cambia- mento, senza evaporarla con il rinvio allora X del raggiunto 100% dei voti, nel senso che in attesa di mangiare il vostro succu- lento pasto luculliano i senza niente devono cre- pare di fame? G.B.) Sul sito del M5S c il programma completo. M.D.) Questa domanda mi permetta davvero inte- ressante. Nessuno sostiene che bisogna avere per forza il 100 % dei consensi per ottenere un cambiamento. Questo lo diceva Berlusco- ni. La dimostrazione di quello che dico data dalla risposta precedente. Per sono pi esplicito, se qual- cuno , qualsiasi partito pro- pone una legge o una pro- posta di legge per i cittadini, il Movimento 5 Stelle, la vota! In puglia per esempio nel 2010 Vendola chiese ed ottenne lappoggio di Grillo alla sua candidatura in Pu- glia, perch, prima dello scandalo ILVA, lo si ritene- va una persona degna di massima fiducia. A.D.) Beppe Grillo, nelle elezioni regionali del 2010, espresse un giudizio positivo su Nichi Vendola non perch ne apprezzava limmacolata concezione ( del 2009 il caso Tede- s co) , bens per ch nellambito del centrosini- stra bisognava scegliere tra Boccia e Vendola, e il M5S non aveva una propria lista. I cambiamenti storici, inol- tre, non avvengono, come Beppe Grillo insegna, con le fedine penali immacola- te. Sandro Pertini, cio, non avrebbe potuto fare mai il presidente della Repubbli- ca. Leggetevi sul numero di marzo 2014 del Peperon- cino Rosso, a pag. 4, (www.ilpeperoncinorosso.it) larticolo di Daniele Farina per comprendere bene, sen- za equivoci, il senso di quanto affermo. Perch il grido di batta- glia vaffanculo a senso unico e non prevede tolle- ranza, riscatto, compren- sione e ritorno dal mondo cupo del deretano? G.B.) non si pu essere tolleranti con chi ha rovina- to questo paese (volutamen- te in minuscolo). M.D.) Perch il termine stato sdoganato dalla TV spazzatura dei Talk Show dove il turpiloquio (vedi Mussolini contro Luxuria e Vendola contro gasparri ), hanno reso la parolaccia, un simbolo di intolleranza. Sicuramente un movimento di protesta quale il Movi- mento 5 Stelle utilizza an- che questi termini per raf- forzare il proprio sdegno. Ma generalizzare in questo modo, un po esagerato, secondo noi. Poi cmq rite- niamo che ognuno, veda fatti e relazioni, secondo il suo punto di vista. Se lei sente i vaffanculo ovunque c un grillino, non saprei che dirle. Forse vede cose che gli altri non vedono? A.D.) Se lonorevole Alessandra Mussolini e il governatore Nichi Vendola hanno lanciato per primi i l v o s t r o s l o g a n vaffanculo hanno sba- gliato. Non credo che il loro prestigio debba e possa es- sere un alibi per sdoganare il turpiloquio. E come dire che anche lex cavaliere Berlusconi abbia sdoganato la gnocca e le escort. Fare- ste leggere la trascrizione stenografica di uno dei co- mizi-performance di Bebbe Grillo ad un vostro bambi- no? Perch dopo aver rinne- gato i vostri partiti di ori- gine (destra o sinistra che siano) e cancellato le scelte sbagliate del vostro passa- to politico insultate i po- veri cristi che ancora mi- litano in un partito, pi o meno in buona fede e pi o meno con coerenza? G.B.) Chi si informa, o meglio chi ha il coraggio di informarsi, non dovrebbe pi votare gli attuali partiti o cmq larga parte di essi. Tengo a precisare che non ho mai militato in alcun partito, sebbene, ed evi- dente, il mio orientamento politico. M.D.) Il pi o meno in buona fede e pi o meno con coerenza la parte pi bella di questa intervista, non c bisogno di spiegare si spiega da sola. Infatti le invettive (ndr. secondo lei) o gli appelli (ndr. secondo me) a cambiare idea e vota- re Movimento 5 Stelle non sono certo rivolti a quel tipo di persone che dice Lei (quelli potete tenerveli), so- no rivolti a coloro, che non sanno o non hanno capito, che oggi non ci si deve ac- contentare, ma si pu final- mente votare un movimen- to, per i cittadini e fatto da loro. A.D.) Considero questa risposta un esempio classi- co di presunzione. Voi dai vostri appelli a votare un movimento per i cittadini e fatto da loro escludete a priori i poveri cristi che, pi o meno in buona fede e pi o meno con coerenza, mili- tano ancora in qualche par- tito. Considerando la realt trinitapolese sarebbero esclusi, quindi, tutti i pen- sionati nonch i contadini, gli operai e gli artigiani iscritti ad un partito o a un sindacato. Perch indegni? Non sarebbero alla vostra altezza? Dunque,se volessi- mo seguire il vostro sugge- rimento, per conquistare proseliti al nostro movi- mento di sinistra dovremmo rivolgerci a quelli che non sanno o non hanno capito che oggi non ci si deve accontentare? No, grazie. Ci teniamo quelli che hanno capito pi o meno qual- cosa e che probabilmente non hanno neanche il com- puter per partecipare al vo- stro movimento. CONTINUA A PAG. 6 maggio 2014 Come mai i pentastellati sono tanto visibili in televisione e sui quotidia- ni,a differenza di altri partiti di opposizione, che fanno battaglie meno ur- late, senza la mortadella e le spigole, ma forse pi rivoluzionarie di quelle degli scontrini, delluso della bicicletta al posto della macchina blu , delle catene in parlamento e delle ingiurie alle istitu- zioni? G.B.) Rivoluziona- ri???dove??? Avete per- messo che arrivassimo a tutto ci M.D.) Per la visibilit del Movimento 5 Stelle in televisione sono veramente esterrefatto. Non riesco a riprendermi dallo shock ! Posso solo chiederle la marca della parabola e il modello di TV che possie- de? Perch lei sicuramente, non si sintonizza su canali italiani, ma intercontinen- tali. Per quanto riguarda il tempo dato al Movimento 5 Stelle, secondo i dati uf- ficiali delle Autority, gli viene concesso il 2,5 % del tempo, rispetto al 32% del PD e al 31% di Forza Ita- lia, Sel sicuramente ha per- centuali simili al Movi- mento 5 Stelle. Ma come ben sa la rappresentanza per PD e PDL non impor- tante, loro infatti, puntava- no e puntano al bipolari- s mo p e r f e t t o . I l Movimento 5 Stelle solo un pericoloso incidente, che li st travolgendo. A.D.) Cosa guardo in TV? I canali sky 524 e 525, perch non mi fido delle interpretazioni della stam- pa. Le not i zi e sono anchesse diventate un pro- dotto da vendere. Il M5S, pi esattamente B. Grillo e i suoi esperti di marke- ting, hanno deciso di essere super presenti in televisio- ne, anche in quei program- mi diretti dai servi del potere.E pensare che una sola partecipazione a Ballar cost lespulsione ad una pentastellata! Se- guo i dati AGCOM della Rai (non di mediaset) che nella prima settimana di maggio riportavano queste percentuali di spazio: P.D.: 11%, + Renzi 11%, Forza Italia: 13,58% , M5S: 15,9%. Assenti i partiti minori. La democrazia, a casa nostra, significa ri- spettare le posizioni mi- noritarie e non quelle maggioritarie. Perch si continua a spacciare per nuove- nuovi ssi me al cune proposte antiche del movimento operaio, co- me lautofinanziamento del partito, il reddito di cittadinanza, la lotta alle esternalizzazioni dei servizi pubblici ecc. ecc.? G.B.) Ma va???non era fascista il M5S??? pi intriso di Berlinguer il M5S che tutta la sinistra italiana messa insieme. M.D.) Nessuno si cre- de portatore di idee nuove nuovissime, anche questo frutto di una sua visione. Il problema che i vecchi partiti le hanno rese vec- chie, perch non le hanno approvate quando poteva- no. Prodi nel 1996 aveva i numeri per votare il con- flitto di interessi, non lo fece. Nel 2006 si poteva abolire il porcellum, ma Rifondazione Comunista con tutto il centro-sinistra, non lo fece. Oggi si potreb- be dare il reddito di citta- dinanza, ma il PD e Forza Italia, non vogliono. I rim- borsi elettorali invece tutti i partiti se li prendono, no- nostante una legge vecchis- sima del 1993 lo vietereb- be; visto che gli italiani votarono un referendum per abolire il finanziamen- to pubblico ai partiti. Oggi il Movimento 5 Stelle pro- prio perch non un partito radicale e reazionario, ma semplicemente di buon senso, le fa sue. Tutto qua. Ma nessuno ha la propriet delle idee. Perch non le rubate voi a noi? A.D.) vero: nessuno ha la propriet delle idee. Personalmente sono per emulare le migliori e le pi rivoluzionarie, anche se non sono il frutto della mia mente. Bisognerebbe, per, farlo capire a Beppe Grillo che non la pensa come me e come voi (risentite lormai famoso streaming con Renzi). Perch non si vede allopera alcun pentastel- lato nel nostro paese che dia una mano, almeno unidea nuovanuovissi- ma, per cambi are landazzo reazionario e privatistico nel governo della cosa pubblica? G.B.) Io purtroppo vi- vo confinato nelle terre de- solate della merdanza. A tal proposito ho chiesto e lo chiedo ancora di aprire a tutti la pagina di Vie Nuove. M.D.) Perch il nostro paese vede una crisi politi- ca profonda, figlia di un cambiamento generaziona- le, mai avvenuto, sia a si- nistra che a destra. La no- stra comunit molto restia a metterci la faccia, ed il clima di terrorismo politico, messo in atto, da vecchi sporcaccioni e gio- vani barbari, non aiuta. Non a caso in molti si chie- dono se la situazione sia ancora sostenibile o neces- siti di interventi superiori. I 1500 voti, in realt si so- no visti e come, durante lo sciopero dei commercianti, i quali esclusi alcuni agita- tori, scesero in piazza in piena libert per difendere i loro diritti. Io credo che nei prossimi due anni, i singoli simpatizzanti si uni- ranno in maniera pi orga- nica, per formare una lista, che dia la possibilit, ai cittadini, di scegliere un amministrazione a 5 Stelle. Ma su questo non possi- bile al momento, fare pro- nostici precisi. C solo da aspettare e sperare. A.D.) Non riesco a ca- pire questa vostra contrad- dizione tra il dire e il fare. I cittadini che non svolgo- no un ruolo di cittadinanza attiva nella propria co- munit sono fantasmi che non lasciano il segno del loro passaggio terreno. Nel caso voi e tutti i sim- patizzanti del M5S decide- ste di fare una lista,che pro- ve di coraggio, seriet, competenza amministra- tiva e organizzativa potre- ste dare ai trinitapolesi? Invierete agli elettori, via e-mail, il vostro curriculum vitae? Imporre un fantasma vuol dire continuare a uti- lizzare le peggiori pratiche dei partiti da voi tanto di- sprezzati. Buona fortuna. Post scriptum n.1.: spero che qualcuno mi rispon- da nei contenuti e che non perda tempo a deni- grarmi in quanto moglie contaminata di un parlamentare di sinistra r a d i c a l e , f i g l i a contaminata di un ex amministratore democri- stiano di religione valde- se e sorella contami- nata di un ex segretario D.S. G.B.) Il numero perfet- to, secondo tradizione dan- tesca, il 3; se non sbaglio sull'immigrazione clande- stina avete preso un bellabbaglio. M.D.) Che bella fami- glia! C da esserne orgo- gliosi, altro che denigrare. Moro era una brava perso- na, Rodot una brava per- sona, Berlinguer era supe- rIl problema non sono le radici, ma i frutti. Non crede? A.D.) Gabriele, please, sullabbaglio preso da noi sullimmigrazione clande- stina volevi dire che siamo stati illuminati? Avete ragione ragazzi le radici non vanno mai estirpate se no gli alberi non danno frutti. Post scriptum n. 2: ho di recente avuto una multa per divieto di sosta. Sar abbastanza degna di rice- vere una risposta dai mo- delli di perfezione a 5 stelle? G.B.) io sono figlio ci contadini e operai, Andia- mo avanti... M.D.) stata degna di ricevere la risposta o- ra non le resta, che essere capace di pagare la multa. A.D.) La multa lho pagata. Che dite, ho can- cellato definitivamente il mio peccato stradale op- pure rimarr una macchia indelebile nel mio C.V.? (pubblicato senza le note, nel blog di Batcomu- nica il 5 maggio 2014). La conquista delle sei ore di lavoro in agricoltura. La ricostruzione a margine di unaspra vertenza ARCANGELO SANNICANDRO na controversia giudi- ziaria, snodatasi negli anni Settanta, costrinse noi dellufficio legale della CGIL a risalire nel tempo fino ai primi anni del Nove- cento e a riscoprire le radici del movimento operaio, a leggere le prime piattaforme rivendicative, per un giusto salario, per condizioni di lavoro e di vita decenti. Fu una vicenda giudiziaria che suscit molto clamore e provoc, in provincia di Foggia, la divisione delle organizzazioni sindacali bracciantili, al punto che non firmarono insieme il contratto. Fu una vertenza che vide contrapposti da un lato gli agrari dd Basso Ta- voliere - rappresentati dalla Confagricoltura - e dallaltra i braccianti, con la loro Lega e la loro Federbraccianti provinciale. Non si tratt di una or- dinaria controversia, sorta per la diffusa violazione del- le norme contrattuali, ma di uno scontro duro per la sal- vaguardia di unantica con- suetudine di miglior favore in materia di orario di lavoro dei braccianti agricoli. Una consuetudine per cui - nei comuni del Nord Barese e del Basso Tavoliere, e quin- di soprattutto nei comuni di Cerignola, San Ferdinando, Trinitapoli, Andria e Corato - i braccianti agricoli effet- tuavano, ordinariamente, trentasei ore settimanali e sei ore giornaliere di lavoro, a parit di salario con chi osservava lorario contrat- tuale, che a quei tempi era di 40 settimanali e di 6 ore e 40 minuti al giorno. Si trattava di una con- suetudine cos antica che, bench da tutti osservata, non se ne ricordava pi lorigine. Alla sesta ora si smetteva di lavorare e si tor- nava a casa, e dopo la sesta ora, se si continuava a lavo- rare, si cominciava a calco- lare la sopragiornata. e cio il lavoro straordinario, da retribuirsi come tale. U Il lavoro: le lotte di ieri e di oggi Venerd 31/01/2003 Foggia, salone del Tribunale di Palazzo Dogana. Celebrazione del Centenario della Camera del Lavoro di Foggia. Relazione dellavvocato della CGIL Arcangelo Sannicandro (da 26 ottobre 1902, La Camera del Lavoro di Foggia, 100 anni, a cura di Franco Mercurio, Claudio Gren- zi Editore, 2006). Foto: Cerignola, 1 Maggio 1947: la prima festa libera dei lavoratori dopo il ventennio fascista. (Foto: Archivio di Maurantonio Ca- podivento). Non solo non nutri- vano dubbi i braccian- ti, ma non ne avevano neanche i datori di la- voro. Bastava recarsi in piazza, al mercato del lavoro, e si consta- tava facilmente che si contrattava solo La pa- ga giornaliera, senza a l c u n a c c e n n o allorario di lavoro. Si sapeva che esso era di sei ore. Ma un agrario di Trinitapoli, sfidando tutto e tutti. riteneva che i suoi braccianti dovevano essere retri- buiti non con la paga giornaliera calcolata sulla base dellorario contrattuale, ma in mi- sura ridotta a causa del ridotto orario di lavoro. Questo fu il casus bel l i , l a s ci nt i l l a, loccasione. La pretesa era inac- cettabile, perch mette- va in discussione un di- ritto tanto antico che si era persa la memoria della sua origine. Lo scontro fu aspro nelle aziende, nel territorio e fin in tribunale, dove si lott per anni, per- correndo tutti i gradi di giudizio, fino alla Suprema Corte di Cas- sazione. La responsabi- lit della difesa e la na- tura della controversia ci spinsero subito ad indagare non soltanto sui codici e sui testi giuridici, ma anche la storia e la memoriali- stica, a scrutare negli archivi, ovunque spe- rassimo di trovare trac- ce dellantico costume. Non fu difficile trovare t e s t i m o n i a n z e dellantica e perduran- te osservanza di quella consuetudine. Di aiuto furono per- fino i collocatori co- munal i che avevano una particolare inclina- zione alla reticenza, per le loro malcelate propensioni verso i da- tori di lavoro. Ma non pot e r ono s me nt i r e quanto da sempre acca- deva davanti ai loro oc- chi. Non eravamo degli storici, per iniziammo ad indagare e la lettura di alcuni documenti ci svel che lorigine di quella consuetudine ri- saliva alla fine del pri- mo decennio del 1900, cio nel crogiuolo di quel periodo tumultuo- so in cui la coscienza di classe si difendeva in grandi masse di con- tadini e braccianti. Per renderci conto del salto, del tentati- vo di sfidare il cielo, basta considerare che nel primo congresso regionale dei contadini pugl i esi , t enut osi a Foggia il 5 e 6 aprile del 1902, le richieste per lorario di lavoro erano ancora l e se- guenti: - per il lavoro di aratu- ra e semina: 10 ore per lire 250; - per il lavoro di zap- pat ur a. di cembr e- gennaio: 7 ore per li- re 1,25; - per il lavoro di zap- par ur a, f ebbr ai o- marzo: ore 8 per lire 2,00; - per il lavoro di zap- p a t u r a , a p r i l e - maggio: ore 9 per lire 2,25. Cerignola, 21 aprile 1907, Teatro Comunale. Dal verbale dei lavori del 1 Congresso dei Contadini di Puglia Per la svolta, a parer mio, la si ebbe nel secondo congresso, che si tenne nel teatro di Cerignola nellaprile 1907. In quel congresso fu approvata la tariffa unica e si discusse, voce per voce, che retribuzione chiedere per ogni tipo di lavoro. Furono individuare ventuno voci, tra le quali: - falciatura di fieno, 5 lire per 8 ore, oltre 2 litri per il vino e 2 chili di pane. al giorno; - estirpatura di fave, 8 ore; - aratura, ore 6; - semina, ore 5; - spargimento di concime, ore 6; - caccia ai topi con la zappa, ore 7; - caccia ai topi con tagliola, ore 7; - zappatura di fave, 6 ore; - inforcatura, 6 ore; - maggese, 5 ore. Si disciplin listituto da noi conosciuto come chilometraggio: dieci centesimi al chilometro, per landata, superati i tre chilometri. I salari restavano, per, differenziati per uomini, donne e ragazzi. Comunque, non va sottaciuto che la proposta di tariffa presentata dalla Lega. prevedeva gi, in alcuni casi, uguale salario per uguale lavoro, per uomini, donne e ragazzi. Scoprimmo nel Comune di Canosa i verbali delle sedute della trattativa, loriginale della lettera del capolega, la corrispondenza, un lungo rapporto in cui il sindaco lamentava che gli agricoltori non erano stati fedeli alla firma posta e, infne, il manifesto con la tariffa stampata. Avevamo, dunque, la prova che lorario di sei ore non era solo sancito in un deliberato congressuale, ma anche accettato in una contrattazione. Fu la prova decisiva, che convinse i giudici. Prima ed ultima pagina del verbale conservato nel Municipio di Canosa della riunione tra i rappresentanti dei proprietari e dei lavoratori per concordare la tariffa dei lavori agricoli 12 maggio 2014: Intervento dellon. Sannicandro alla Camera dei Deputati contro il D.L. n. 34/2014 che precarizza i rapporti di lavoro Dal 1983 tutti i decreti legge sul lavoro che portano lipocrita intitolazione Disposizioni urgenti per il rilancio delloccupazione non hanno creato un solo posto di lavoro in pi ma hanno ridotto soltanto i diritti dei lavoratori l gruppo di Sinistra Ecologia e Libert vo- ter contro la richiesta di conversione in legge di questo decreto-legge per- ch riteniamo che sia un decreto-legge ispirato da una filosofia completa- mente inaccettabile, fron- talmente contraddittoria con lo spirito e talvolta anzi spesso con la lettera della Costituzione italiana e del l e di sposi zi oni dellUnione europea. Il decreto si intitola: disposizioni urgenti per f avor i r e i l r i l anci o delloccupazione. Qual- cuno si interrogato, prima di me, se il Governo ha cos intitolato il testo per ignoranza oppure perch non conosce il mondo in cui questo decreto si va a calare. Io sostengo che non c nulla di fortuito perch si tratta di un decreto-legge che si iscrive bene in una politica ed in una evoluzio- ne del sistema giuridico del lavoro che non nuova ma che risale a circa trentanni fa. Ho sentito dire pocanzi dalla collega Paola Binetti che si tratta di un provve- dimento sperimentale. Mi sia consentito obiettare che non c proprio nulla da sperimentare, perch la sperimentazione la stiamo f acendo da al meno trentanni. Ricordo che il primo decreto-legge con lambiziosa titolazione: rilancio delloccupa- zione risale al 1983 e tutti i decreti, sempre decreti- legge, che si sono succedu- ti nel tempo per ridimen- sionare la civilt del lavoro, per riportare indietro i la- voratori italiani dalle con- quiste che avevano con tanto sacrificio raggiunto, portano tutti la ipocrita de- finizione: disposizioni ur- genti per il rilancio delloccu-pazione. E noi a bbi a mo i n que s t i trentanni sperimentato che non si creato un solo po- sto di lavoro con questa legislazione. Non lo dico io, modesta persona, lo di- cono soprattutto coloro i quali a livello internaziona- le hanno spesso spinto per una deregolazione del mondo del lavoro. Mi rife- risco ad esponenti del Fon- do monetario internaziona- le, mi riferisco ad esponenti dellOCSE, organismi che prima erano profondamen- te convinti che, togliendo t u t e l e a l l a v o r o , loccupazione sarebbe au- mentata. Oggi costoro o manifestano dubbi o co- minciano ad affermare chiaramente che non esiste affatto una relazione tra riduzione dei diritti dei lavoratori e una maggiore occupazione . Ora, una situazione identica a quella di oggi, di profonda disoccupazio- ne, di precariet, di futuro incerto, lItalia lha gi conosciuta. Il dopoguerra ci ha consegnato unItalia piena di macerie, materiali e morali. Come uscirne? Anche allora vi erano gli imprenditori, anche allora vi erano i lavoratori, anche allora vi era povert, ma la scelta da parte dei Go- verni non fu quella di con- sentire alle imprese, ai da- tori di lavoro, ai padroni, come ieri si diceva, di spremere al massimo la vita delle persone. La scel- ta fu tuttaltra. Grazie alla frusta del sindacato e alla reazione consapevole dei lavoratori italiani, gli im- prenditori furono costretti in qualche misura a per- correre altre strade e cio quelle dellinnovazione e della ricerca di prodotti sempre migliori. E questa scelta fu sostenuta dallo Stato italiano. Non va di- menticato, ad esempio, che nel settore dell agri- coltura si fece addirittura la riforma agraria, e in quello delle abitazioni fu varato un piano decennale per la casa. Lo Stato, in- somma, ritenne giusto, co- me la Costituzione impo- neva e impone ancora, che dovesse intervenire per so- stenere lo sviluppo econo- mico non dovesse essere sostenuto con la schiaviz- zazione dei lavoratori ita- liani. Oggi siamo in una si- tuazione in un certo senso analoga, ma con un mer- cato molto pi esteso? Questo decreto-legge non il frutto dellimprov- visazione del Presidente Renzi, non un incidente di percorso, ma si iscrive adeguatamente in una li- nea politica che risale allinizio degli anni 80. Perch fino agli anni 80 il mondo del lavoro stato posto al riparo da incursio- ni ed ha conosciuto nor- mative di sostegno. Innan- zitutto va ricordata la legge Vigorelli del 1959, che estendendo la validit dei contratti collettivi erga omnes, pose al riparo tutti i lavoratori italiani, quelli delle zone o delle fabbri- che pi combattive insie- me a quelli delle zone pi deboli, dei luoghi di lavo- ro in cui minore era la ca- pacit di resistenza dei la- voratori. Il mercato del lavoro era un mercato pubblico, perch la merce che nel mercato del lavoro si vende non una merce qualsiasi ma si tratta della vita e dellesistenza delle persone. Non esiste il mer- cato del lavoro ma il mer- cato dei lavoratori. Basta andar e nel l e pi azze dellItalia meridionale o nelle periferie di Torino, di Milano, di Brescia, nel- le citt industriali del Nord non vi imbatterete in unespressione linguistica, ma in persone in carne ed ossa. Era un mercato pub- blico nel senso che era sot- toposto a regole, anche pe- nalmente presidiate. E poi Luglio 1969, il Lecce-Milano fermo nella stazione di Trinitapoli. (Archivio privato di Maurantonio Capodivento). I la Costituzione, a poco a poco, entr anche in fabbrica riconoscendo ai lavoratori il diritto di riu- nirsi, di organizzarsi, di difendere la propria salu- te in fabbrica, quindi un sistema di tutele crescen- ti, un sistema che ha por- tato anche alla redistri- buzione della ricchezza nazionale. Oggi invece con questo decreto-legge dove stiamo andando? Allultimo, forse al pe- nultimo, momento di una completa ristrutturazione del mercato del lavoro. Era iniziata questa storia con le deroghe al contratto a tempo inde- terminato inteso come regola generale. Lapice del successo fu rappre- sent at o dal l a l egge 230/1962 con cui i lavo- rat ori ri usci rono a strappare che il contratto si reputasse sempre a tempo indeterminato, salvo le eccezioni ivi in- dicate. Ed era una legi- slazione anche di buon- s e n s o p e r c h normalmente chi apre una fabbrica, chi inaugu- ra uno studio professio- nale, chi intraprende unattivit economica non lo fa a termine ma a tempo indeterminato, per cui non si comprende perch dovrebbe essere assunto a tempo determi- nato un operaio di una fabbrica, la segretaria di un farmacista o di uno studio legale o di uno studio dentistico. E poi- ch la legge del 62 sta- biliva che un contratto di lavoro si reputa, di re- gola, a tempo indetermi- nato, quando vedevi un lavoratore, dovevi rite- nere senzaltro che fosse un lavoratore a tempo in- determinato, in quanto le eccezioni erano solo quelle puntuali previste da quella legge e cio, per esempio, la stagiona- lit, la supplenza di lavo- ratori assenti, la necessi- t di fronteggiare dei picchi di produzione. Fu il momento pi alto delle conquiste dei lavoratori in materia di stabilit del posto di la- voro; ma prima di quel momento, cosa cera? Cera il codice del 1942 del fascismo, che mette- va sullo stesso piano il contratto di lavoro a tem- po indeterminato con il contratto di lavoro a tem- po determinato, lascian- do al datore di lavoro la scelta di assumere in un modo o nellaltro? Era il retaggio della cultura liberale che risa- liva alla Rivoluzione francese. Badate che, con la Rivoluzione fran- cese, poich era ancora viva la memoria della feudalit, dei servi della gleba, il contratto a ter- mine era vietato. E il co- dice civile del 1865, il primo codice dellItalia u n i t a , s t a b i l i v a anchesso, sostanzial- mente, che il contratto a termine era vietato. Ci sono voluti circa cento anni, dal 1865 al 1962, perch si ribaltasse questo principio. Ma dal 1962 ad oggi, attraverso Treu, attraverso Biagi, attraverso la Fornero, attraverso Renzi, stiamo ritornando indietro. Al- t ro che moderni t ?!. Altro che rottamazione?! Certo che rottamazio- ne, ma la rottamazione dei l i vel l i di ci vi l t gi ur i di ca, soci al e, umana ed etica, che i lavoratori avevano con- quistato. Si dice che bisogna essere moderni e allora bene che la spieghiamo questa modernit. Si dice che questa legge serve per creare occupazione, a prescindere dal fatto che lo strumento inido- neo in s, perch non esi- ste un solo imprenditore che abbia del senno in testa che assuma o non assuma a seconda che il contratto di lavoro sia di un tipo o di un altro tipo. Un datore di lavoro, un imprenditore serio, as- sennato assume o licen- zia solo a seconda della quantit degli ordinativi, delle commesse, del la- voro che ha, non perch consentito sottoscrive- re un contratto di lavoro a termine. Ce l o i n s e g n a lesperienza comune. Come datore di lavoro ho sempre assunto il per- sonale a tempo indeter- minato per lovvio moti- vo che non ero cos sciocco da disperdere, alla scadenza di un ter- mine, le professionalit che i miei dipendenti ac- quisivano e soprattutto ne ho aumentato il nu- mero da uno a due, e poi a tre e poi a quattro e poi a cinque non certo in re- lazione al tipo di contrat- to possibile, ma certa- ment e i n r el azi one allincremento di attivit del mio lavoro. Luglio 1969, blocchi stradali in Via Foggia. (Arc. priv. di M. Capodivento) Luglio 1969, manifestazione in Piazza Umberto I. (Archivio privato di Maurantonio Capodivento) Per c un problema: il problema della gestione del potere allinterno dellazienda, un potere che con la legislazione del la- voro stato limitato; ci si mise di mezzo anche la Carta Costituzionale, che, addirittura, allarticolo 41, stabilisce che limpresa libera, ma non pu svolger- si in danno della libert, della dignit e della sicu- rezza dei lavoratori. E ov- viamente una limitazione del potere assoluto del da- tore di lavoro. Oggi il mercato globa- le cosa impone e cosa ha costretto le imprese ad escogitare per essere com- pet i t i ve? Oggi per limpresa imperativo cate- gorico non assumere e vi spiego per quale motivo: perch le imprese oggi hanno ribaltato il metodo di produzione. Guardiamo limpre-sa automobilistica nel mondo. Prima Ford, FIAT ed altre aziende automobilistiche che cosa facevano? Piani- ficavano i modelli, i piani di vendita, riempivano i piazzali di autovetture e poi queste autovetture le dovevano vendere. Oggi, invece, il modo di produ- zione fordista stato sosti- tuito da un nuovo metodo di origine giapponese, cio dal toyotismo. Che cosa significa? Significa che unimpresa non produce un telaio di automobile, uno sportello, un coperto- ne, se, a monte, non vi una domanda di un model- lo, di un oggetto, di unautovettura. Oggi si passa dal prodotto al pro- duttore, mentre prima si andava dal produttore al prodotto. Questo consent alle imprese giapponesi di ri- durre notevolmente i costi di produzione, di diventare altamente competitive met- tendo in crisi le imprese automobilistiche europee ed americane: non serviva pi avere a disposizione piazzali zeppi di autovettu- re in attesa di essere acqui- state, i magazzini, gli stoc- caggi non avevano pi un senso, perch la macchina produttiva si metteva e si mette in moto ancora oggi soltanto su impulso della domanda. Poi si cominci a ra- gionare su come organiz- zare diversamente il lavo- ro, perch, se cos stanno le cose, e cio che la mac- china produttiva si mette in moto se, in quanto e quando c limpulso della d o ma n d a , o v v e r o dellacquirente, evidente che il lavoratore fisso rap- presenta, come gli stoccag- gi, come le autovetture sul piazzale, un costo super- fluo. Qui nata la filosofia della flessibilit; lindustria oggi esige che il lavoratore sia nel luogo fisico e nel momento temporale in cui ne ha bisogno. Non vuole al t ro! La fl essi bi l i t delloccupazione al di l di quella poi della presta- zione, che non il caso di approfondire impone ap- punto che il lavoratore si pieghi e si assoggetti a que- ste esigenze delle imprese: la sua vita non conta pi, esiste la merce lavoro, che limpresa deve acquistare liberamente cos come ac- quista la materia prima. Non solo. Le imprese oggi hanno tentato e tenta- no di ridurre il rischio di impresa, parcellizzando il ciclo produttivo, per cui unautovettura oggi un assemblaggio di decine e decine di nuclei produttivi sparsi per il mondo, perch lelettronica , per esem- pio, indiana o i pneumatici di unal t ra nazi one; limpresa crea un reticolo Luglio 1969, blocco stradale in Via San Ferdinando. (Archivio privato di Maurantonio Capodivento) Luglio 1969, blocco stradale in Via Barletta. (Archivio privato di Maurantonio Capodivento) 1 Maggio 1971. Comizio delle tre confederazioni sindacali (CGIL, CISL, UIL) di piccole e piccolissime imprese sparse nel mondo su cui scarica il rischio di impresa che altrimenti gra- verebbe tutto sulla casa madre. Arduo diventa inol- tre la possibilit che si re- alizzi lunit sindacale di tutti quei lavoratori che, appunto perch sparsi per il mondo, neanche si cono- scono fra di loro. Non mi soffermer a lungo su questo aspetto. Vi ho soltanto accennato per spiegare la causa dellingresso nella recente legislazione del lavoro de- gli innumerevoli contratti flessibili che oggi impri- gionano la vita dei lavora- tori. Solo tenendo presente quanto ho detto si pu ca- pire che cosa , per esem- pio, il contratto a chiamata: io ho bisogno di te oggi e tu vieni da me oggi ma re- sti a mia disposizione negli altri giorni. Cos come ri- mane a disposizione colui che vende il carburante ad una pompa di benzina. Questa situazione non una situazione che la po- litica contrasta, perch la politica, oggi vincente in Italia, in Europa e nel mon- do, una politica al servi- zio di queste logiche. Una volta, pi schiettamente, si diceva al servizio dei padroni. La lotta di classe, che i ceti dominanti con- ducono perennemente con- tro i lavoratori, negli ultimi 30 anni miete successi sempre pi numerosi. E oggi quella lotta di classe arricchisce il proprio me- dagliere con il decreto leg- ge di Renzi e Poletti. Ma esso fa compiere un altro passo avanti anche al pro- cesso di vanificazione del- le residue garanzie di sta- bilit del posto di lavoro contenute nellarticolo 18 dello Statuto dei Diritti dei Lavoratori, che come no- to esige la sussistenza di una giusta causa o di un giustificato motivo per li- cenziare lavoratori con contratto a tempo indeter- minato. Ampliando senza limiti la facolt dei datori di lavoro di assumere i la- voratori con contratto a termine si consente loro di sfuggire allarticolo 18 perch il contratto a termi- ne un contratto a licen- ziamento incorporato. Larticolo 18 era un capo- saldo della legislazione del lavoro. Berlusconi lo ag- gred frontalmente : ma 3 milioni di lavoratori, il 23 marzo del 2003, convenne- ro al Circo Massimo a Ro- ma per difenderlo. Molti di voi cerano quel giorno, anchio cero. Oggi devo amaramente constatare che molti di quelli hanno disertato. La legge Fornero che quellarticolo 18 ha profondamente picconato pass senza troppi contra- sti. Non furono portati 3 milioni di lavoratori al Cir- co Massimo. Vuol dire che qualcosa stava cambiando e sta cambiando qui a sini- stra. Forse aveva ragione Agnelli quando diceva che il lavoro sporco bisogna farlo fare ai partiti di sini- s t r a. Ber l us coni s i rassegn. Ma si trov unaltra strada, quella per- corsa dalla Fornero.Oggi, con Renzi, si compie un altro passo avanti nella de- molizione delle tutele dei lavoratori perch consenti- re la diffusione di massa dei contratti a termine si- gnifica, n pi n meno, aggirare larticolo 18 e quello che rimane dello Statuto dei diritti dei lavo- ratori (). Non mi sono lasciato affatto, inoltre, impressio- nare dal finto contrasto tra PD e Destra di Alfano e Berlusconi, se nellarco temporale di 3 anni pote- vano essere prorogati sino a 8 anni o al massimo a 4 /5 anni i contratti a termine privi di giustificazione. Tutti quelli che hanno par- lato a sinistra e a destra hanno confessato che sulla sostanza, e cio che si po- tesse consentire la stipula di un contratto a termine senza giustificazione alcu- na, erano tutti daccordo. Certo Alfano era scontento perch il decreto lo voleva ancora pi brutto e al se- nato qualche peggiora- mento lo ha ottenuto, ma sulla sostanza il PD e la destra non si sono mai di- visi.(). Faccio notare, infine, che questa questio- ne stata gi oggetto di esame della Corte Costitu- zionale, che con la senten- za n.41/2000 ritenne che non potesse svolgersi il referendum proposto dai radicali per abolire la gi citata legge 230/1962 che limitava il potere dei datori di lavoro di assumere libe- ramente a tempo determi- nato cos come oggi avete decretato. Quando la cau- sa fu discussa davanti alla Corte le ragioni dei refe- rendari furono rappresen- tate da Daniele Capezzone, attuale collega deputato di Forza Italia, mentre vi si opposero i rappresentanti di Rifondazione Comuni- sta e dei DS. Quanta mu- tazione in cos breve tem- po! Luglio 1969. Autoconvocazione dei braccianti nelle campagne. (Archivio privato di Maurantonio Capodivento) 1 maggio 1968. Sul cartello che sia data la terra a chi la lavora Luglio 1969, manifestazione in Viale XX Settembre. Alla testa Cenzino DellOlio 1 maggio 1967. Pasquale Panico durante il comizio, accanto Michelino Sarcina Italicum, ovvero uno sberleffo alla Corte Costituzionale Protesta di SEL in aula sul decreto lavoro Il programma della P2 gi qui Fabrizio dEsposito intervista Rino Formica, ex ministro socialista Da Il Fatto Quotidiano del 03/05/2014 ino Formica, per tan- tissimi motivi, non come Piero Pel o Beppe Grillo. Ma lex mi- nistro socialista, peraltro amico di Giorgio Napoli- tano, stato il primo a scoprire il virus del gelli- smo nel programma pseu- doriformista del premier, basato sul patto scellerato BR, cio B. pi Renzi. Gelli vecchio e ma- lato, ma la continuit pi- duista appare come una maledizione eterna. Ades- so tocca alla sinistra. la prima volta che accade. Non soffermiamoci sullevocazione nominali- stica, non mi interessa e non questo il punto, se Renzi sia massone oppure no. Piuttosto bisogna capire un fatto profondo. Quale? Che cosera il Piano di rinascita democratica di Gelli? Lei ha scritto che, dopo 35 anni, vede il suo com- pimento. Labolizione del Senato, il monocamerali- smo, lindebolimento dei sindacati. Troppe analogie inquietanti. DallUnit a oggi, in centocinquanta anni, il bi- sogno di avere pi con- centrazione di potere e meno controllo democratico stato costante. Il piano di Rinascita rappresenta questa spinta e il punto di applica- zione lo snervamento della democrazia politica e sociale organizzata. Cio i partiti e sindaca- ti. In questo ventennio il processo di depauperazione della democrazia organiz- zata arrivato al punto fi- nale con Renzi. Perch proprio con lui? La sua Opa sul Pd non casuale. E parlo di Opa perch Renzi non ha con- qui s t at o i l par t i t o d a l l i n t e r n o , ma dallesterno, utilizzando quello strumento di ipocri- sia democratica che sono le primarie. Adesso il secondo attacco alla rappresentan- za istituzionale. Mussolini, nel 1926, fece una leggina per mettere i podest nei comuni sotto i 5 mila abi- tanti, eliminando i consigli comunali. Poi, poco alla volta, li mise in tutti. La rappresentanza fu comple- tamente abolita. Mussolini e Gelli sono richiami infamanti per un premier di centrosinistra. La distruzione di partiti e sindacati, cio dei corpi intermedi, stata fatta per via autoritaria dal fascismo e poi cercata con vari tenta- tivi di golpe. Il piano di Gel- li invece per via democra- tica. Cos Renzi sembra dav- vero il boy scout del Vene- rabile Licio. Lei parla di catto- massonismo. Vede, quando io cito la massoneria, per quanto ri- guarda la maggioranza in sonno tra Berlusconi e Renzi, mi riferisco al me- todo. Un metodo che porta a decisioni prese in modo occulto, in ambienti mas- sonici o paramassonici. E poi non dimentichiamo la grande suggestione offerta dalla potente rete della massoneria toscana. I sospetti sul plurinqui- sito Verdini, lo sherpa to- scano di B. per le riforme. Piuttosto ricorderei quello che successo nel 1996 con Lamberto Dini. Altro presunto fratello. Nel 1994 dopo Berlu- sconi ci fu Dini al governo. Strada facendo si organizz per conto suo e alle Politi- che del 1996 si present con una propria lista nel centrosinistra. Cera lo sbar- ramento del 4 per cento e in Toscana il Pds fece una trasfusione di sangue rosso per consentirgli di raggiungere il quorum. Cos subito dopo le elezioni Dini fece un manifesto politico per riproporre le riforme del piano di Gelli. Questa spinta alla riduzione demo- cratica ha una sola madre ma tanti padri, come si pu notare. E chi la madre? una filosofia della rappresentanza che omag- gia la forma, non la sostan- za. Sulla decretazione durgenza sono previste ri- forme che non riuscirono nemmeno al fascismo. Per non parlare del Senato, che si vuole trasformare in un organo ridicolo e mefitico. Perch mefitico? Sar composto dai con- siglieri degli organi pi in- fetti e pi sputtanati dagli scandali. Le Regioni. Ecco, saranno anche lo- ro a decidere come cambia- re la Costituzione e chi eleggere al Quirinale. La continuit piduista viva e lotta a sinistra, sta- volta. I programmi di Gelli e Renzi sono uguali e oggi non c alcuna forza mag- gioritaria, compresa quella di Grillo, che si pone il pro- blema della democrazia or- ganizzata. Voi del Fatto fate battaglie giuste e di verit, ma date una mano alla de- molizione quando non di- stinguete le istituzioni da chi le occupa provvisoria- mente. Fate attenzione. R Rino Formica Notizie dal Comune di Trinitapoli Delibera n. 40, del 3/4/2014. OGGETTO: ricorso per opposizione alla stima Todisco Caterina + 2, quali eredi di Todisco Giuseppe e Pollo Maria C/Comune. Nomina difensore avv.to Nicola Di Modugno del foro di Bari. Compenso euro 7.500 e accessori. Con deliberazione n.2203 del 31 /10 /2012, la Regione Puglia stanzia 940.694,00 di euro per l avori di effi ci ent ament o energet i co e miglioramento della sostenibilit funzionale della scuola materna Agazzi senza alcun cofinanziamento del Comune. Deliberazione n. 429 del 13/2/014, contributo di 1.000 euro ai Frati Cappuccini per la celebrazione della SS. Messa allinterno della chiesa del Cimitero comunale. Determinazione n.14/2014. Proroga contratto di appalto per le operazioni di tumulazione estumulazione e traslazione alla ditta Moviter, subentrata al contratto gi in essere con la societ cooperativa Edilcoop con un importo di euro 24.587 Determina n.72/2013. Affidamento alla ditta PITLINE del trasferimento di 12 famiglie residenti nel quartiere UNRRA CASAS al prezzo di 1.500 euro ad appartamento. Determina n. 13 del 2014: impegno di spesa di euro 7.500 compreso IVA per 4 alloggi. Brevine Nella piazzetta che costeggia il Museo degli Ipogei stato piantato un albero di Carrubo nel terreno lasciato libero dal monumentale Eucalipto. Una domanda: cambier nome la Piazza dellEucalipto? Quando termineranno i lavori nel quartiere UNRRA CASAS? I cittadini delle palazzine non ancora terminate vivono momenti dansia in attesa di una sistemazione definitiva. Il Centro di Lettura Globeglotter propone, cos come ha gi fatto lArcheoclub, di dedicare giornate di volontariato alla riapertura della Biblioteca Comunale chiusa da mesi. I libri vanno salvati dalla polvere dellignoranza. Rottamare: il linguaggio moderno del rifiuto Molte professioni artigianali stanno scomparendo dal paese. Se un vaso di terracotta si rompe non si ripara pi: si getta e si ricompra nuovo. La crisi riuscir a trasformare i cassonetti in oggetti di antiquariato? La bella favola di Gianluca Barbaro Giovanissimo, a soli 25 anni , ha alle spalle una esperienza di parrucchiere che gli ha fruttato prestigiosi premi internazionali negli ultimi anni. La storia di un ragazzo che si testardamente allenato al sacrificio, parola rara per la sua generazione ANTONIETTA DINTRONO era una volta a Tri- nitapoli un orologia- io Sembra linizio di una favola da raccontare ai bambini che ignorano lesistenza di questi strani personaggi del passato. Ma cerano una volta pure i sarti, i vasai, gli stagnini, le magliaie, i camiciai, i calzolai, le riparatrici di calze ecc.ecc. Oggi queste attivit sono svolte dai pochissimi appassionati che consen- tono ancora di poter con- servare oggetti, anche di pregio,per anni e anni, evitando di buttare tutto nei cassonetti. Sono degli autentici dottori del riciclo grazie ai quali i cassonetti potrebbero di- ventare degli oggetti di antiquariato. Per Dino Guerini gli orologi un tempo erano non solo il suo pane quo- tidiano ma anche magici e meravigliosi meccanismi che aveva incominciato ad amare da ragazzi no. Racconta che gli orologiai, ci r ca mezzo secol o fa,erano ospitati dai bar- bieri quando arrivavano dalle citt vicine. Dino ha conosciuto il suo mestiere andando dal barbiere (che stava sotto il vecchio pa- lazzo, poi abbattuto, di Pappagallo) a tagliarsi i capelli. Rimase incantato da tutte le piccole rotelline che il suo mastro orologia- io muoveva con perizia , aiutato da unattrezzeria minuscola. Gli sembrava un miracolo quando risen- tiva il ticchettio di un oro- logio che ricominciava a segnare il tempo. Era co- me se la stessa vita rico- minciasse a pulsare di nuo- vo secondo il ritmo scan- dito da un orologio. Lo conserva ancora il suo banco di lavoro, pieno di piccoli pezzi riciclati da centinaia e centinaia di sveglie, cuc, pendole e orologi da polso. Lo si vede ancora, anche se or- mai in pensione, seduto a mettere ordine su un ri- piano colmo di tanti pezzi di metallo e di vecchi orologi: sono pezzi di cuore che non venderebbe mai. I suoi amici, con i quali la mattina fa quattro passi sino al bar, durante una lunga pausa caff, lo hanno fotografato con la speranza -dicono- che in qualche ragazzo possa scoppiare, vedendolo, la passione per un mestiere destinato ormai a scompa- rire. Un lavoro che ha il sapore del tempo che ine- sorabilmente passa e che lascia solo orologi come segna e sognatempo. ANTONIETTA DINTRONO o incontro nel suo bel negozio di viale XX settembre a Trinitapo- li, mentre sta completando di rifinire con le forbici le capigliature degli ultimi clienti della mattinata. I ragazzi hanno tutti i capelli ritti sulla testa e rasati ai lati come lultima moda comanda. Gli chiedo se ascoltano i suoi consigli su come rendere la loro testa pi interessante e mi ri- sponde che la misura della sua credibilit di artista dei capelli data proprio dalla loro disponibilit ad accettare i tagli e i coloricreati dalla sua esperienza, maturata negli anni di apprendistato. Gi al secondo anno di scuola superiore andava due volte al giorno a Margherita di Savoia dal barbiere che gli ha per primo insegnato il mestiere. Poi ha continuato la sua formazione presso Mario Piccininno di An- dria, campione del mondo di acconciature maschili. Si ,in contemporanea, esercitato ogni giorno ad acconciare un gran numero di amici e parenti nel gara- ge di casa sua. Dopo anni di apprendistato ha aperto finalmente, qualche anno fa, il suo bel salone per uomo/donna ed ha comin- ciato a prepararsi per di- ventare un campione. E il premio arrivato nei primi giorni di maggio. Gianluca ha vinto a Francoforte in Germania, nella competi- zione mondiale Hair Wor- ld, la medaglia dargento per taglio e acconciature realizzata in 20 minuti e si classificato, unico italia- no, quarto nella prova di velocit, riuscendo in soli 7 minuti ad acconciare una testa. La sua la storia di un giovane serio, con i pie- di per terra, che parla di gavetta ai suoi coetanei, ancora figli di famiglia. Progetta con la deter- minazione dei sognatori di vincere il prossimo cam- pionato mondiale che si svolger in Corea nel 2016. In bocca al lupo da tutta la redazione del Peperoncino Rosso! C Dino Guerini L Gianluca Bavaro er un pugno di dollari, di Ser- gio Leone, il ci- nema. Il suo squillo di tromba licona della resa dei conti: quelle note che salgono calde e dolenti, di unintensit dramma- tica, hanno raggiunto cuore ed orecchie di chiunque. Tanto da di- venire uno dei brani ita- liani pi osannati al mondo. Lo spartito notoriamente a firma di Ennio Morricone, ma non molti sanno che ad eseguirlo fu Michele Lacerenza. Musicista di straordinario talento, entr nelle grandi or- chestre di Gorni Kramer e Armando Trovaioli, nellorchestra radiofo- nica della Rai, segu Jo- sephine Baker nella sua memorabile tourne ita- liana. Dopo lexploit di Per un pugno di dollari, del 1964, di- venne la tromba-feticcio di moltissimi spaghetti western. Un recente do- c u m e n t a r i o , A Perdifiato, diretto dal t r ent enne Gi useppe Sansonna, ripercorre la vicenda artistica e bio- grafica di Lacerenza. Miscelando immagini di repertorio, voci di artisti di allora e quel suono di tromba, a scandire i segmenti di una narra- zione in bilico tra storia del cinema e memorie particolari. Tra i molti, preziosi contributi spic- ca, visionario, quello di Vinicio Capossela, avel- linese di Andretta e con- t er r aneo di Leone: Quella tromba lacera i lunghi silenzi leoniani, come un grido che sale dalla pietra e dal deserto. La tromba del Signore chiama al giudizio le ani- me, quella di Michele chiama alla resa dei con- ti. Nel filmato, Roy Paci commosso si esibisce con la tromba di Laceren- za, offerta dai figli del musicista che hanno pro- dotto il documentario sotto letichetta indipen- dente Cortolab. Morrico- ne lo ricorda come un trombettista sublime. Ho composto quellassolo pensando al suo modo di suonare. Sergio Leone, sulle prime, voleva Nin Rosso e Michele lo sape- va. Suon mettendoci lanima, con le lacrime agli occhi. E anche Ser- gio rimase sedotto da quel suono struggente, doloroso. Echi del west sudato e feroce di Leone ed epigoni vari, come Al- bert Cardiff. Sguardi ta- glienti, risate beffarde, frasi a effetto. Case bian- che stagliate sullo sfon- do. Un West familiare, molto vicino al Sud Ita- lia. Del resto Leone era di Torella dei Lombardi, entroterra campano. La musica dei suoi film filtra sonorit meridionali: i fi- schi, gli schiocchi di fru- sta evocano i duelli rusti- cani di Verga, pi che gli attacchi degli Apache. E poi c quella tromba vi- brante, infuocata. Miche- le Lacerenza non era un semplice esecutore: la sua interpretazione dell assolo finale di Per un pugno di dollari, per ammissione dello stesso Morricone, pura ri- creazione dello spartito. Un modo di suonare che ha radici lontane. Lace- renza, pugliese di Tri- nitapoli, si formato nella banda cittadina, ereditandone la passio- nalit popolare. Il docu- mentario torna fino agli anni Trent a quando Giacomo, padre di Mi- chele, ricamava in oro con la sua tromba. Sti- mat o da re Vi t t ori o Emanuele III tanto da essere premiato allExpo di Milano al cospetto di Buffalo Bill, era il mae- stro della banda locale, a quei tempi un ruolo di prestigio nazionale. Gia- como trascinava la sua ciurma di picari affamati di gloria e cibo per tutto il Sud Italia. Lanciati a rotta di collo su strade sterrate, a bordo di dili- genze sconnesse: tutte scene ricostruite con ta- glio onirico da Sansonna. Il capolavoro di Giacomo Tristezze, una stra- ziante marcia funebre, ancora oggi colonna so- nora delle sacre rappre- sentazioni tarantine, i "Perduni. Era quello il retroterra di Michele La- cerenza, la sua anima profonda. Poi, negli anni Quaranta, lapprodo a Roma, il diploma al con- servatorio Santa Cecilia, i grandi teatri italiani. Di- venne prima tromba, adorata dai re della rivi- sta come Vanda Osiris, Aldo Fabrizi, Alberto Sordi, Carlo Dapporto, Alberto Rabagliati. E Carlo Giuffr, che nel film saluta l amico, scomparso nell89, con un dolce Ciao Michele. Ci vediamo tra poco. Michele Lacerenza e i suoi assolo ispirati da Trinitytown! Un documentario di Giuseppe Sansonna racconta la vita della tromba di Sergio Leone, il musicista nato a Trinitapoli e formatosi nella banda cittadina. In settembre sar organizzata dalla Globeglotter una proiezione straordinaria del filmato alla presenza del regista e di Mike Applebaum che ha conosciuto Michele Lacerenza e che attualmente suona nellorchestra Morricone P Morricone lo ricorda come un trombettista sublime. Ho composto quellassolo pensando al suo modo di suonare. Sergio Leone, sulle prime, voleva Nin Rosso e Michele lo sapeva. Suon mettendoci lanima, con le lacrime agli occhi. E anche Sergio rimase sedotto da quel suono strug- gente, doloroso. Michele Lacerenza Mike Applebaum LArcheoclub di Trinitapoli compie 40 anni NON PERDIAMOCI RIVISTA! Si terr in giugno Non perdiamoci rivista, il corso di scrittura sulla creazione di un magazine, presso la Globeglotter di Trinitapoli. Gli incontri, che si terranno nella sede di Libriamo in via Cairoli per due giorni a settimana, incominceranno il 4 giugno. Numerosi i relatori (giornalisti, scrittori, dottori) che saranno coordinati dal giornalista Tony Di Corcia. Il corso aperto ad un massimo di 15 partecipanti di et compresa tra i 15 e i 90 anni. l prossimo 7 giugno la s e z i one de l l Ar - cheoclub, diretta dalla professoressa Angela Miccoli, festegger con i soci e i cittadini i 40 anni della istituzione della sede di Trinitapoli. Levento, patrocinato dal Comune, si svolger pr esso l Audi t or i um dell'Assunta, sito in via Marconi dalle ore 17,00. Saranno presenti: il Sindaco e gli amministra- tori, i soci fondatori, i soci ordirari, i presidenti e i soci delle sedi limitrofe, i rappresentanti delle Asso- ciazioni e i parroci delle Parrocchie locali. Il programma della se- rata prevede: Inaugurazione della mostra fotografica I mi- gliori anni; Introduzione e saluto del Sindaco; Presentazione del bassorilievo di Sandro Fa- nizza; Relazione dellar- cheologa Monica Fanizza sulla monetazione di Sala- pia; Presentazione del CD 40 anni di storia d e l l Ar c h e o c l u b a Trinitapoli; Relazione dello sto- rico prof. Pietro di Biase sui 40 anni della sede lo- cale; Relazione del dott. Walter Scotucci, vice pre- sidente nazionale di Ar- cheoclub dItalia; Premiazione dei soci fondatori. La cittadinanza invitata. Bassorilievo in terracotta patinata, delle dimensioni di cm. 15x20, poggiante su una base in legno di cm. 21x24, opera di Paolo Alessandro Fanizza Girovagando per la Zona Umida La deludente passeggiata di uno studente di Scuola Media in uno dei posti che pi affascina i visitatori per variet di piante e di uccelli. La natura esige maggiore rispetto, sembra essere il suo monito GIUSEPPE MARZUCCO uesto il quesito che mi sono posto nel po- meriggio di luned 21 aprile, mentre trascorrevo una tranquillissima giornata di riposo. Girovagando per la Zona Umida mi sono inoltrato per il sentiero che conduce alle torrette di avvistamento (se cos le si pu chiamare), cercando un luogo dove fer- marmi ad osservare il pano- rama. Alla prima torretta non si pu accedere se non con autorizzazione, infatti in ottime condizioni; la seconda , invece, completamente distrutta e si mantiene in piedi per miracolo; la terza in condizioni migliori, ma non la si pu definire proprio torretta di avvistamento n costruzione, visto che anchessa cade a pezzi. Per- correndo il sentiero,in alcune parti ostruito da alberelli secchi, mi sono soffermato sul canale delle vasche delle Saline. Si tratta di un canale sporco, le cui acque sfiorano la tonalit del marrone, pieno di rifiuti, dalle buste di plastica alle assi di legno gettate via dopo esser state staccate dalla stessa torretta. Ancora, ho notato che le acque non sono bloccate da qualcosa che ferma il loro flusso ma, quando il vento tira in direzione delle vasche, questultime sono inva- se,almeno nelle parti peri- metrali, da queste acque di colore giallastro. Uno spet- tacolo non del tutto piacevole per i turisti o gli amanti orni- tologi o anche gli stessi trini- tapolesi che si vogliono gode- re un pomeriggio inusua- le!Non si viene certo attratti dallidea di avventurarsi in cerca di fotografie ricordo di specie animali in un luogo dove regna il Re Rifiuto! Il bel Cavaliere dItalia (specie rara, che ormai sosta in pochissime riserve), un tempo abitante abituale della nostra zona,ora la sorvola e solo pochi esemplari,i pi gio- vani ed inesperti o i pi anzia- ni che non riescono a volare molto a lungo, a soffermarsi. Questo patrimonio per il nostro comune lasciato al de- grado e trasformato in una discarica a cielo aperto che patisce le Somme pene infernali come recitava Dan- te Alighieri. Q Anche le torrette della Zona Umida sono precarie I LISTA LALTRA EUROPA CON TSIPRAS Collegio Sud Ermanno Rea Barbara Spinelli Silvana Arbia Franco Mario Arminio detto il paesologo Costanza Boccardi Anna-Lucia Bonanni Gaetano Cataldo detto Gano Antonio Di Luca Riccardo Di Palma detto Dino Enzo Di Salvatore Raffaele Ferrara detto Lello Eleonora Forenza Domenico Gattuso Teresa Masciopinto Valeria Parrella Antonio Maria Perna detto Tonino Claudio Riccio Le Europee le decider il TAR del Lazio Il Tribunale di Venezia accoglie il ricorso di incostituzionalit dello sbarramento al 4 per cento presentato da Felice Besostri (gi promotore con altri avvocati della sentenza incostituzionalit del Porcellum). La necessit di fare ricorso dopo il voto per impugnare la proclamazione degli eletti al posto di chi rester fuori dal Paramento, nonostante ne abbia diritto a contrariet dello sbarramento alle ele- zioni europee non solo verso la nostra Costi- tuzione (art. 48), ma anche nei confronti dei Trattati della UE. La soglia stata introdotta alla vigilia delle elezioni europee del 2009 dai due rappresentanti del PD e del PDL, Ceccanti e Malan, con un colpo di ma- no in Senato in seconda e ultima lettura della legge elettorale. La ragione ad- dotta era quella di evitare la frammentazione della delegazione italiana nel Parlamento europeo. Una motivazione in assoluta malafede, perch nel Par- lamento europeo i gruppi politici non sono costituiti su base nazionale (non c dunque una rappre- sentanza italiana) ma sulla base dellappartenenza po- litica, PSE, PPE, Liberali, Verdi ecc. Questa volont di ridu- zione della democrazia apertamente teorizzata in un rapporto della Goldman Sachs, la quale non ne fa mistero: In Europa vi sono dei diritti costituzionali che complicano la governabi- lit. Ed un governo effica- ce per la finanza un go- verno che non controlla i movimenti di capitale e che li lascia liberi di fare tutte l e specul azi oni che vogliono. La procedura avviata dal Tribunale di Venezia in Cassazione potr final- mente rendere - gi da que- ste elezione (nonostante il parere contrario ed interes- sato allinsuccesso dei soloni costituzionalisti ed editorialisti nostrani) - il voto pi libero e aderente alla realt dellelettorato. Le possibilit di suc- cesso sono molto fondate, dopo la sentenza della Cor- te Costituzionale e soprat- tutto dopo quella della cas- sazione che, se possibile, ancora pi pesante di quella della Consulta, quando dichiara illegittimo lattuale parlamento. In concreto, dopo il vo- to, tutti i gruppi che non avranno superato la soglia del 4 per cento, se il ricorso passa in Cassazione, do- vranno impugnare la pro- clamazione degli eletti, ri- correre cio contro i risultati, per far rifare i con- teggi. Lorgano deputato a questo il TAR del Lazio. Ci vorr un anno e mezzo. Ma dopo un anno e mezzo c chi dovr lasciare il posto incostituzionalmente sottratto a chi stato demo- craticamente eletto e la pla- tea dellAssemblea parla- mentare europea cambier. Insomma la democrazia italiana giunta a un punto di sfacelo che persino le elezioni europee del 25 maggio saranno decise da un Tribunale amministrati- vo. (Fonte: Critica Sociale) LA SCHEDA DI COLORE ARANCIONE SI POSSONO ESPRIMERE FINO A TRE PREFERENZE NEL CASO SI ESPRIMANO TRE PREFERENZE ALMENO UNA DEVE ESSERE DI SESSO DIVERSO DALLE ALTRE DUE 18 maggio 2014. Comizio di Alexis Tsipras a Torino. L LA SCHEDA DI COLORE ARANCIONE SI POSSONO ESPRIMERE FINO A TRE PREFERENZE NEL CASO SI ESPRIMANO TRE PREFERENZE ALMENO UNA DEVE ESSERE DI SESSO DIVERSO DALLE ALTRE DUE Tsipras: unopportunit irripetibile Il quorum del 4% figlio di una legge elettorale vergognosa. LA SINISTRA, non quella delle larghe intese, deve raggiungere questo risultato per salvare gli italiani dalle fallimentari ricette di austerit gi sperimentate LA REDAZIONE bbiamo provato a rac- contare in pochi giorni a compagni ed amici chi fosse TSIPRAS, questo giovane greco candidato alla presidenza della Commis- sione europea e perch mai bisognasse votare per laltra Europa, cio per una spe- ranza di cambiamento inse- rita nellunico simbolo rosso di questa tornata elettorale europea. Abbiamo parlato dei nostri programmi, dellesigenza di rompere le larghe intese in Italia e in Europa e di costruire anche nel nostro Paese una sinistra unita, pi forte e pi grande. Non sappiamo se tra po- chi giorni ce la faremo, se quel maledetto quorum, fi- glio di una legge elettorale vergognosa, verr raggiunto e superato oppure no. Abbia- mo anche presentato un di- segno di legge in parlamento per far sopprimere la clausola di sbarramento del 4% pre- vista per le elezioni europee. Quel che sappiamo che i nostri progetti, le nostre battaglie presenti e future non possono essere affidate a una semplice cifra percen- tuale, a qualche decimale di punto sopra o sotto il 4%. Abbiamo toccato con mano, quanto sia difficile su- perare i rancori, rimettere in- sieme i pezzi, e che laritmetica, come noto, con la politica non centra molto. E tuttavia pensiamo, pri- ma che si conoscano i risul- tati, che questo Paese ha bi- sogno di un soggetto politico unitario della Sinistra, esat- tamente come avviene in tut- ta Europa. Ne ha bisogno per davvero,per non ripro- porre le solite ricette econo- miche fallimentari e dram- matiche per la classe operaia. In questo senso la lista Tsi- pras ci pare una opportunit irripetibile. Adesso dobbiamo lavo- rare ancora qualche giorno e fare il massimo, per rag- giungere e superare quella soglia che anche psicologi- camente pu, per tutti noi, significare molto. La lista Tsipras soltan- to il primo passo. Dopo il 25 maggio tanti passi in que- sta stessa direzione andranno fatti, magari anche con nuovi protagonisti e compagni di strada che in questi mesi non siamo riusciti a coinvolgere. Guai a noi se il 26 mag- gio preferissimo tornare cia- scuno allinterno delle pro- prie sedi, per intestarci in esclusiva il merito di un buon risultato (magari facen- do il conto delle preferenze dei singoli candidati) oppure per urlare con ancora pi frustrazione il nome del no- stro piccolo recinto se qual- cosa andasse storto. Se c una cosa straordi- naria che questa esperienza elettorale ci consegna avere avuto la possibilit di cono- scere e incrociare nuovi compagni di strada, nuovi volti, nuove storie, nuove vite, che da oggi prima di conoscere lesito del voto dobbiamo iniziare a consi- derare come nostri compa- gni. Questo auspicio e questa consapevolezza attraversano trasversalmente la nostra gente. C da sperare che i gruppi dirigenti, tutti, siano allaltezza di questa respon- sabilit. Che oggettiva, sta nelle cose, non pi per nessun motivo differibile. Votate lunico simbolo rosso della scheda. lappello, con il cuore in mano, che tutta la redazione del Pe- peroncino Rosso rivolge ai cittadini di Trinitapoli. CATALDO FAC-SIMILE ELEZIONI EUROPEE 25 MAGGIO 2014 A