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Matteotti, 90 anni dopo Nordio apre un nuovo processo

Il 13 marzo 1923 LImpero, quotidiano ispirato al fascismo intransigente di Mario


Carli ed Emilio Settimelli, apriva la sua prima pagina titolando: Chi non nella
sensibilit fascista, non un dissidente: morto
Tre mesi dopo, il 10 giugno 1924 attorno alle quattro del pomeriggio, Giacomo
Matteotti fu sequestrato in lungotevere Arnaldo da Brescia mentre stava
raggiungendo Montecitorio. Il suo corpo, le gambe spezzate, fu ritrovato il 16 agosto
in un bosco di Riano, a venti chilometri da Roma.
E Il fattaccio del giugno nella ricostruzione teatrale di Giancarlo Sbragia andato in
scena al Piccolo in pieno 68 con Ivo Garrani nei panni di Mussolini e Fernando Caiti
a interpretare Matteotti.
Due frammenti fra i tanti documenti raccolti nella mostra 1924-2014 Attualit di
Giacomo Matteotti, in corso fino al 28 giugno per iniziativa della Fondazione Anna
Kuliscioff lungo lo scalone monumentale e nella Sala del Grechetto di Palazzo
Sormani.
Con quel profetico titolo, LImpero reagiva alla pubblicazione del dossier Un
anno di dominazione fascista nel quale il segretario del Partito socialista unitario
denunciava puntualmente gli atti di violenza contro gli oppositori. Che ancora
evocava, il 30 maggio, nel suo primo discorso alla Camera dopo le elezioni del 6
aprile 1924, contestandone apertamente i risultati di fronte ai parlamentari fascisti:
Per vostra stessa conferma, nessun elettore italiano si trovato libero di decidere
con la sua volont... [...] Vi una milizia armata, composta di cittadini di un solo
Partito, la quale ha il compito dichiarato di sostenere un determinato Governo con la
forza, anche se ad esso il consenso mancasse. Per concludere tra le contestazioni:
Io, il mio discorso lho fatto. Ora voi preparate il discorso funebre per me.
Delle giornate che seguirono il rapimento sono testimonianza le pagine dei quotidiani
dellepoca con il mussoliniano Popolo dItalia che nel giorno del ritrovamento del
corpo di Matteotti titola La fine della speculazione sulloccultamento del cadavere
per poi aggiungere mentre i fascisti tengono le mani in tasca, il disgusto contro le
macabre speculazioni aumenta.
Cinque fascisti le mani in tasca non le avevano tenute: Amerigo Dumini, Albino
Volpi, Giuseppe Viola, Augusto Malacria e Amleto Poveromo, furono individuati
come gli esecutori materiali del sequestro e, due anni dopo, processati. Ma oltre che
fascisti erano anche agenti della polizia politica, cos che Dumini, Volpi e Poveromo
furono condannati per omicidio preterintenzionale a 5 anni, mentre Panzeri, Malacria
e Viola furono assolti. Il collegio di difesa degli imputati, venne guidato da Roberto
Farinacci, il segretario nazionale del Partito Nazionale Fascista.
Nel 1947 la Corte dAssise di Roma celebr un nuovo processo e, per tutti, la
condanna fu allergastolo, poi commutato in 30 anni.
LItalia fascista e lItalia repubblicana che si rappresentano in opposte sentenze. Ed
su questo che si interroga Carlo Nordio, il procuratore aggiunto della Procura di
Venezia tornato in questi giorni sulle prime pagine dei quotidiani, invitato il 19 (ore
17) a introdurre un convegno proprio sui processi Matteotti la cui storia si racconta in
nuovo volume della Fondazione del quale ha curato lintroduzione. Non gli sar
difficile partendo proprio dalle proprie esperienze, dimostrare che la Giustizia-legale
ha poco a che fare con quella storico-sostanziale, cos che enfatizzare la prima
tendando di farla coincidere con la seconda e unoperazione pericolosa allora come
oggi. Anche se sembra fino troppo facile, oggi, distinguere tra i, pochi, coraggiosi e i,
molti, vili di allora.
1924-2014 Attualit di Giacomo Matteotti, Sala del Grechetto-Biblioteca
Sormani, via Francesco Sforza 7, mar-ven 15.00-19.00, sab 9.00-12.00 fino al 28
giugno
(la Repubblica Milano, 18 giugno 2014)

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