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AVV.

FRANCESCO BARLETTA
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Tutti i Diritti Riservati Vietata qualsiasi duplicazione 1

Lo spaccio di stupefacenti pu portare al licenziamento del
lavoratore impiegato presso una casa di cura

Un lavoratore impiegato presso una casa di cura per persone
anziane non autosufficienti viene condannato per un reato legato
agli stupefacenti.
Il dipendente, infatti, viene sopreso a spacciare cocaina al di fuori
della struttura lavorativa.
Lazienda apre quindi un procedimento disciplinare a carico del
lavoratore, al termine del quale intima il licenziamento per giusta
causa.
Il recesso viene per impugnato dal dipendente, il quale si difende
sostenendo che la condanna per spaccio non prevista dal
contratto collettivo come causa di licenziamento.
Dopo vari gradi di giudizio, a pronunciarsi sulla questione la
Corte di Cassazione, la quale d ragione al datore di lavoro.
Secondo la Corte, infatti, il contratto collettivo contiene s un
elenco delle possibili condotte che possono portare al
licenziamento per giusta causa, ma tale elencazione solo
esemplificativa e non tassativa.
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Vale a dire che anche altre condotte, altrettanto lesive del rapporto
fiduciario esistente con il datore di lavoro, possono portare al
licenziamento del lavoratore.
Nella fattispecie, la condanna per spaccio di stupefacenti non
espressamente prevista dal contratto collettivo applicabile al
rapporto di lavoro.
Tuttavia, il sapere che un dipendente con mansioni
particolarmente delicate stato condannato per un reato cos
grave, non pu che rompere il rapporto fiduciario esistente con il
datore di lavoro.
Tale comportamento, infatti, connotato da un particolare
disvalore ambientale ed espone la casa di cura a danni e
ripercussioni negative, soprattutto nel caso in cui laccaduto
venisse a conoscenza dei parenti degli anziani che l sono ospitati.
Il licenziamento deve quindi considerarsi legittimo.

Avv. Francesco Barletta
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