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20 Luglio 2014 - XVI Domenica del Tempo Ordinario - Anno A

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Disegno di Sergio Toppi


Andate per tutto il mondo e predicate il vangelo a ogni creatura(Mc 16, 15).
Se qualcuno si vergogner di me e delle mie parole, il Figlio dell'uomo si vergogner di lui
quando ritorner nella gloria sua e del Padre e degli angeli santi (Lc 9, 26).
Lasciate che luna e laltro crescano insieme fino alla mietitura
Seguitemi, andiamo su una collina per osservare dallalto il campo di cui si parla nel Vangelo.
Guardiamo cosa succede. Noi non vediamo pi il nemico, molto tempo che scomparso.
Ci che vediamo sono delle comunit. Vi sono i buoni cristiani, le persone tiepide, critiche, o
complicate in seno alla Chiesa, i peccatori, gli indifferenti. Si fa fatica a distinguere chi fa parte
del grano, chi della zizzania. Se continuiamo a guardare, notiamo delle piante che
contengono sia del grano, sia della zizzania. Infine delle piante che cambiano. Il grano
diventa zizzania e la zizzania grano. Nel campo regna la confusione. Vedo me stesso da
qualche parte, sono tra il grano? O tra la zizzania? Vedo anche i miei colleghi: come mai
quello l laggi? incredibile, si trova dove c un sacco di grano. Nel campo tutto ha il diritto
di crescere, tutti hanno una possibilit. Poi vediamo, dalla nostra collina, i lavoratori. Tra di loro
vi sono dei fanatici dellordine, dei giardinieri modello, degli artisti del paesaggio come al tempo rococ. Sognano
giardini alla francese, in cui tutto tagliato secondo le regole. Non vorrei cadere nelle loro mani. Sono pastori, o sceriffi
che sorvegliano da vicino il loro settore? Ed ecco il contadino. Noi lo indoviniamo, pi che vederlo veramente. l ad
aspettare, al fondo della sua casa. Aspetta, paziente, esultando gi per la messe. Chiama con tutte le sue promesse
colui - che dico? - coloro che vogliono venire a lui. Ripone la sua speranza in molti, in tutti, in tutto questo campo
singolare.
+Dal vangelo secondo Matteo (Mt 13,24-43)
Lasciate che luna e laltro crescano insieme fino alla mietitura
In quel tempo, Ges espose alla folla unaltra parabola, dicendo: Il regno dei cieli simile a
un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il
suo nemico, semin della zizzania in mezzo al grano e se ne and. Quando poi lo stelo
crebbe e fece frutto, spunt anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli
dissero: Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la
zizzania?. Ed egli rispose loro: Un nemico ha fatto questo!. E i servi gli dissero: Vuoi che
andiamo a raccoglierla?. No, rispose, perch non succeda che, raccogliendo la zizzania, con
essa sradichiate anche il grano. Lasciate che luna e laltro crescano insieme fino alla
mietitura e al momento della mietitura dir ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela
in fasci per bruciarla; il grano invece ripontelo nel mio granaio. Espose loro unaltra parabola, dicendo: Il regno dei
cieli simile a un granello di senape, che un uomo prese e semin nel suo campo. Esso il pi piccolo di tutti i semi
ma, una volta cresciuto, pi grande delle altre piante dellorto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo
vengono a fare il nido fra i suoi rami.
Disse loro unaltra parabola: Il regno dei cieli simile al lievito, che una donna prese e mescol in tre misure di farina,
finch non fu tutta lievitata. Tutte queste cose Ges disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con
parabole, perch si compisse ci che era stato detto per mezzo del profeta: Aprir la mia bocca con parabole,
proclamer cose nascoste fin dalla fondazione del mondo. Poi conged la folla ed entr in casa; i suoi discepoli gli si
avvicinarono per dirgli: Spiegaci la parabola della zizzania nel campo. Ed egli rispose: Colui che semina il buon
seme il Figlio delluomo. Il campo il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del
Maligno e il nemico che lha seminata il diavolo. La mietitura la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come
dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, cos avverr alla fine del mondo. Il Figlio delluomo mander i
suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquit e li getteranno
nella fornace ardente, dove sar pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre
loro. Chi ha orecchi, ascolti!.
Dalla Parola del giorno
Lasciate che luna e laltro crescano insieme fino alla mietitura
Lasciatela!
Eccoci con una nuova parabola di Ges. Dopo quella del seme gettato con abbondanza,
oggi la liturgia ci propone quella del grano e della zizzania. Ovviamente Ges non vuole dare
consigli di agronomia, ma sfrutta delle tematiche vicine all'esperienza concreta della gente
per poter far arrivare il suo messaggio a tutti. E come nella parabola di domenica scorsa,
anche oggi c' una affermazione di Ges che probabilmente ha lasciato tutti a bocca aperta:
"Lasciatela!". Ma come "lasciatela"? Il male va tolto, estirpato, cancellato, annullato! Cos'
questa storia di lasciar crescere il grano con la gramigna? Bisogna purificare, togliere la
gramigna di torno, cos finalmente potremo star tranquilli e beati! Ges non vuole una comunit ristretta di "puri e duri"
che si presentano come mietitori pronti a eliminare le zavorre. Ges non nega la necessit della separazione, la sua
non indifferenza al bene o al male, ci mancherebbe! Il Rabb di Nazareth annuncia che il tempo della separazione non
ancora arrivato e comunque non spetta agli uomini! (Per fortuna...) Povero Giovanni Battista, pure lui - forse - si
aspettava una bella pulizia generale, infatti parlando del messia disse: "Nella sua mano tiene il ventilabro e pulir la
sua aia, raccogliendo il grano nel granaio e gettando la paglia nel fuoco" (Matteo 3,12). Ges, invece, fa tutto il contrario!
Non allontana i peccatori, anzi gli avvicina e per loro ha una attenzione tutta speciale. Non punta il dito, ma allunga la
mano verso chi si sente giudicato dai ben pensanti del tempo. Non si circonda di perfettini o di primi della classe, tra i
dodici - lo sappiamo - c' gente con un passato discutibile e tra di loro c' il traditore. Allora coraggio, cari amici!
Superiamo la tentazione del giudizio, smettiamo di comportarci come i mietitori della parabola. Dobbiamo amare
questa Chiesa, non quella dei nostri sogni o dei nostri idealismi sfrenati. Dobbiamo amare questa Chiesa, quella in
cui viviamo, quella con cui ogni domenica spezziamo il pane e ascoltiamo la sua Parola.
Buona settimana
don Roberto Seregni
O Dio, che nella vocazione battesimale ci chiami ad essere pienamente disponibili
all'annunzio del tuo regno, donaci il coraggio apostolico e la libert evangelica, perch
rendiamo presente in ogni ambiente di vita la tua parola di amore e di pace. Per il nostro
Signore Ges Cristo, tuo Figlio, che Dio, e vive e regna con te, nell'unit dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

Due domande: perch il male nella storia? Perch il peccato nella Chiesa?. Una sola
risposta: pazienza! Ma se c' una virt delicata e difficile oggi proprio la pazienza. Che
non l'indifferenza al male, perch non si pu fare di ogni erba un fascio: niente
confusione tra il bene e il male! Nessuna rassegnazione di fronte all'apparente avanzata
trionfale del male! Come pure nessuna equiparazione tra il carnefice e la vittima! Ma
neanche nessuna identificazione tra noi - i soli buoni - e gli altri - i totalmente cattivi.
Piuttosto la pazienza evangelica figlia della fede e sorella della speranza. la fede che
genera la pazienza, perch non ci consente di vedere nel campo del mondo solo zizzania.
Tante volte invece dovremmo dire, rovesciando la domanda dei servi della parabola: ma
se il Nemico ha seminato il male, come mai nei solchi della storia cresce anche il bene?
Disegno di Sergio
La saggezza amministrativa voluta e insieme regolata dalle Costituzioni: n avarizia, n
lusso, ma il necessario per un vivere decoroso e secondo lo spirito religioso. Debito
moderato stimolo; debito esagerato oppressione.
(SP, aprile 1957).
Toppi
"Anzitutto noi siamo un popolo che serve Dio. Il servizio a Dio si realizza in diversi modi, in particolare nella preghiera e
nelladorazione, nellannuncio del Vangelo e nella testimonianza della carit. E sempre licona della Chiesa la
Vergine Maria, la serva del Signore...La testimonianza della carit la via maestra dellevangelizzazione. In questo
la Chiesa sempre stata in prima linea, presenza materna e fraterna che condivide le difficolt e le fragilit della
gente. In questo modo, la comunit cristiana cerca di infondere nella societ quel supplemento danima che consente
di guardare oltre e di sperare."
Visita pastorale alle Diocesi di Campobasso-Boiano e Isernia-Venafro
Ex Stadio Romagnoli (Campobasso) - Sabato, 5 luglio 2014

Non chiedere a Dio di darti ma di metterti dove c'.
Non chiedere a Dio di darti le risposte ma di metterti dove ci sono.
Non chiedere a Dio di dirti la verit ma di metterti dove puoi trovarla.
Non chiedere a Dio di darti l'amore ma di metterti dove c'.
Dio non ti porta in cima alle montagne: ti d le montagne e le gambe.
Uno strozzino mor. Per tutta la vita, egoista e spergiuro, aveva accumulato ricchezze sfruttando i poveri e carpendo la
buona fede del prossimo. La sua anima cadde nel profondo baratro dell'inferno, che le avvamp tutt'intorno. Grid
allora: "Giudice supremo delle anime, aiutami. Concedimi una sosta, f s che ritorni sulla terra e ponga rimedio alla
mia condanna!". Il Giudice supremo lo ud e chinandosi dall'alto sul baratro dell'inferno chiese: "Hai mai compiuto
un'opera buona, in vita, cosicch ti possa aiutare adesso?". L'anima dello strozzino pens a tutto quel che aveva fatto in
vita, e pi pensava e meno riusciva a trovare una sola azione buona in tutta la sua lunga esistenza. Ma alla fine si
illumin e disse: "S, Giudice supremo, certo! Una volta stavo per schiacciare un ragno, ma poi ne ebbi piet, lo presi e
lo buttai fuori dalla finestra!". "Bravo! - rispose il Giudice supremo. - Pregher quel ragno di tessere un lungo filo dalla
terra all'inferno, e cos ti ci potrai arrampicare". Detto fatto. Non appena il filo di ragno la tocc, l'anima dello strozzino
cominci ad arrampicarsi, bracciata dopo bracciata, del tutto piena d'angoscia perch temeva che l'esile filo si
spezzasse. Giunse a met strada, e il filo continuava a reggere, quando vide che altre anime s'erano accorte del fatto e
cominciavano ad arrampicarsi anch'esse lungo lo stesso filo. Allora grid: "Andate via, lasciate stare il mio filo. Regge
solo me. Andatevene, questo filo mio!". E proprio in quel momento il filo si spezz, e l'anima dello strozzino ricadde
nell'inferno. Infatti il filo della salvezza regge il peso di centomila anime buone, ma non regge un solo grammo
d'egoismo.
Bruno Ferrero
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