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SCHEMA DI RELAZIONE

Tirocinio attivo
con lo sviluppo dell’Unità Didattica
“La fiaba”

Specializzando Matteo Branconi

Istituzione Scolastica Saint-Roch, scuola secondaria di primo grado

Tutor Fransus Adriana

Classe 1ª B

Durata 11 moduli attivi di Italiano


4 moduli di programmazione

Materia Italiano

Contenuti La fiaba: le caratteristiche delle fiabe popolari e di quelle


d’autore, gli studi di Propp Vladimir, il confronto tra fiabe di
differenti culture

Strumenti una videocassetta (WALT DISNEY, Cinderella, Cenerentola,


regia di W. JACKSON, H. LUSKE e C. GERONIMI, Buena
Vista Home Entertainment, 2005), il testo in adozione
(R.BISACCA, M. PAOLELLA, Bibliotecatre, Antologia
italiana, S. Lattes & C. Editori, Torino, 2006) e delle
fotocopie realizzate dall’insegnante

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Presentazione dell’attività

• Contesto di riferimento
La classe IB, della scuola secondaria di primo grado, Saint-Roch, è composta da 23 alunni, 14
maschi e 9 femmine. Di fronte al numero elevato di allievi e lo squilibrio numerico tra i due
sessi, la Dirigente Scolastica ha sollecitato più volte gli insegnanti nei Consigli di classe di proporre
lavori di gruppo e di sfruttare al meglio le compresenza per dividere gli alunni e lavorare in gruppi
ristretti. Nella classe sono presenti dei ragzzi che in alcuni momenti possono produrre problemi di
ordine disciplinare.
In genere la classe dimostra interesse per le attività proposte dagli insegnanti. Come tutte le
classi prime, anche questa è caratterizzata da una forte diversificazione della preparazione degli
alunni ed una pressoché generale lentezza nell’esecuzione delle attività. Inoltre un allievo
presenta delle problematiche, che talvolta compromettono la comprensione dei contenuti o
l’esecuzione delle attività, e ha bisogno quindi della presenza costante dell’educatrice e di
un’individualizzazione del percorso scolastico.

• Quadro disciplinare
Il mio intervento didattico sulla fiaba si inserisce nella programmazione a cavallo tra il I ed il II
quadrimestre. Nel periodo tra settembre e gennaio, il programma di italiano prevede un lavoro di
lettura ed analisi di testi narrativi e descrittivi, quindi un insieme di attività sul mito per
comprendere non solamente le sue caratteristiche, ma anche le sue ragioni d’essere. Quest’ultimo
approccio caratterizza anche i lavori previsti sulle favole e sulle fiabe. Queste ultime sono inoltre
utilizzate come argomento per lavori di scrittura creativa o riscrittura.

• Argomento disciplinare
Le mie lezioni portano i ragazzi a trattare un argomento conosciuto come le fiabe in modo diverso
rispetto a quanto fatto nelle elementari. Infatti, l’obiettivo dell’Unità Didattica non è semplicemente
quello di portare gli alunni a conoscenza del contenuto di una delle fiabe più famose della cultura
occidentale, Cenerentola, ma soprattutto quello di capire la fortuna di questo genere letterario e le
sue regole.

• Asse di intervento
Come stile di intervento, nel trattare l’argomento ho evitato la lezione frontale perché si tratta di
una classe molto vivace, con un elevato numero di maschi, e perché renderebbe più complicato

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ricorrere all’insegnante di sostegno e alla compresenza, del terzo modulo del sabato, per divide la
classe in due o tre gruppi.
Le eventuali spiegazione sono inserite all’interno delle correzioni collettive, che sono attività
piuttosto brevi, durante le quali l’attenzione degli alunni è soddisfacente e i comportamenti che
possono disturbare sono ridotti al minimo.
Inoltre le fiabe sono analizzate ricorrendo a materiali, metodologie e format differenti
(videocassetta, libro di testo, fotocopie, correzioni collettive, attività di gruppo) che permettono
anche di ritornare sugli stessi concetti approfondendoli.

• Finalità
Sulla base del POF la scuola secondaria di primo grado Saint-Roch, in una prospettiva di continuità
didattica all’interno dell’istituzione scolastica, comprensiva di scuola dell’infanzia, primaria e
secondaria di primo grado, si propone di favorire lo sviluppo di progressive e sempre più solide
capacità di autonomia di giudizio, di promuovere la formazione di personalità integrate ed
equilibrate, di assicurare lo sviluppo di capacità cognitive sempre più complesse ed adeguate al
livello di maturazione raggiunto, di sostenere e guidare gli alunni nei processi di esplorazione, di
conoscenza, di interpretazione del mondo nelle sue dimensioni (tecnologica, sociale, scientifica,
culturale,...).

• Obiettivi formativi disciplinari


Il piano di lavoro di Italiano prevede i seguenti obiettivi disciplinari:
1) comprensione della lingua orale
- saper prestare attenzione per un tempo di ascolto necessario alle varie situazioni
comunicative
- sviluppare la capacità di comprensione del contenuto essenziale dei messaggi orali

2) comprensione delle lingua scritta


- comprendere il contenuto essenziale dei messaggi scritti
- comprendere la lettura anche attraverso l’uso di strumenti facilitatori (dizionario, griglia,…)
- leggere ad alta voce in modo corretto ed espressivo
- potenziare la tecnica di lettura silenziosa

3) produzione nella lingua orale


- saper esporre oralmente il proprio vissuto e le nuove acquisizioni
- saper ripetere oralmente un testo narrativo o descrittivo
- utilizzare un lessico appropriato rispetto alla situazione comunicativa
- sviluppare la capacità di comunicazione e di interazione

4) produzione nella lingua scritta


- saper esporre per iscritto il proprio vissuto e le nuove acquisizioni
- scrivere correttamente dal punto di vista ortografico e dell’organizzazione dei contenuti
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- sviluppare la capacità di impostare i testi aventi determinate caratteristiche

5) conoscenza delle funzioni e della struttura della lingua


- conoscere gli elementi base della comunicazione
- conoscere e sapere applicare correttamente le regole ortografiche
- individuare ed utilizzare correttamente le parti del discorso

6) conoscenza ed organizzazione dei contenuti


- conoscere le informazioni principali dei testi analizzati
- saper organizzare le conoscenze acquisite
- saper utilizzare i manuali scolastici ed i testi di consultazione

• Obiettivi specifici dell’Unità Didattica


 Obiettivi cognitivi:
A. gli alunni devono acquisire la conoscenza dei contenuti (le caratteristiche delle fiabe
popolari e dei loro personaggi, le differenze rispetto a quelle d’autore, le conclusioni degli
studi di Propp Vladimir);
B. gli alunni devono imparare ad individuare le differenze culturali.
 Obiettivi operativi:
I. gli alunni devono potenziare la capacità di individuare le informazioni più importanti di
un testo letto;
II. gli alunni devono potenziare la capacità di analizzare un cartone animato;
III. gli alunni devono potenziare la capacità di prestare attenzione per un tempo di ascolto
necessario alle varie situazioni comunicative;
IV. gli alunni devono sviluppare la capacità di comprensione del contenuto essenziale dei
messaggi orali.
 Obiettivi socio-affettivi:
a. gli alunni devono imparare a collaborare con i compagni in attività di gruppo, nelle quali
bisogna lavorare nel rispetto dell’altro;
b. gli alunni devono sviluppare empatia nei rapporti con i compagni.

• Paradigma di riferimento
Per lo sviluppo di questa Unità Didattica ho assunto un approccio socioculturale, facendo
riferimento alla community of learners.

• Prerequisiti:
Per il corretto svolgimento dell’Unità Didattica, gli alunni devono essere in grado di leggere un
testo breve ed individuare le informazioni più importanti in esso contenute e di mantenere
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l’attenzione necessaria a seguire un cartone animato. Inoltre questi prerequisiti vengono potenziati
attraverso le attività previste in questo lavoro sulle fiabe.

• Contenuti
I contenuti dell’Unità Didattica sono: le caratteristiche delle fiabe popolari e dei suoi personaggi, le
differenze rispetto a quelle d’autore, le conclusioni degli studi di Propp Vladimir, la storia di
Cenerentola vista dalla tradizione occidentale e da quella araba.

• Fasi
L’articolazione in quattro fasi dipende dalla volontà di affrontare gli argomenti attraverso attività
diverse che li approfondiscano, senza ricorrere mai alla lezione frontale. Le fiabe sono state quindi
studiate attraverso la visione di un cartone animato della Disney, la lettura e l’analisi di due versioni
diverse di Cenerentola ed infine attraverso un momento di cooperative learning.

• Metodologie e format
Le metodologie adottate in questa Unità Didattica sono la visione di un cartone animato, l’analisi
di testi ed un’attività di cooperative learning (il Jigsaw), prevedendo quindi come format il
lavoro individuale, quello di gruppo e la messa in comune in seguito a lavori individuali o
collettivi.

• Strumenti
In questa unità Didattica ci si avvale della televisione e del lettore DVD per poter vedere il cartone
animato del 1949 della Disney, Cinderella, Cenerentola1, del libro di antologia2 in adozione e di
fotocopie realizzate dall’insegnante.

• Verifica formativa e sommativa:


Ogni fase dell’Unità Didattica prevede una verifica formativa per capire se gli alunni hanno
raggiunto gli obiettivi specifici, se sia necessario da parte dell’insegnante organizzare un percorso di
recupero e per avere informazioni utili per strutturare al meglio le fasi successive. L’attività si
conclude infine con una verifica sommativa volta ad accertare il raggiungimento degli obiettivi
cognitivi individuati con la presente Unità Didattica.

1
WALT DISNEY, Cinderella, Cenerentola, regia di W. JACKSON, H. LUSKE e C. GERONIMI, Buena Vista Home
Entertainment, 2005.
2
R. BISACCA, M. PAOLELLA, Bibliotecatre, Antologia italiana, S. Lattes & C. Editori, Torino, 2006.

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Declinazione del percorso didattico (sequenza di apprendimento)
L’Unità Didattica è articolata in quattro fasi, iniziando con la visione del cartone animato,
Cinderella, Cenerentola, per permettere ai ragazzi di individuare le caratteristiche fondamentali
della fiaba senza ricorrere ad una lezione frontale, passando poi alla lettura ed analisi delle fiabe di
tradizioni culturali differenti, per consentire ai ragazzi di individuare eventuali analogie e
differenze, ed infine all’attività di apprendimento cooperativo, per affrontare gli argomenti che
necessitano di maggiore astrazione legati alle fiabe.

 Prima fase “CINDERELLA, CENERENTOLA”


(2 moduli da 50 minuti)

Obiettivi specifici: a. gli alunni devono acquisire la conoscenza delle caratteristiche di una fiaba
popolare come Cenerentola;
Obiettivi operativi: b. gli alunni devono potenziare la capacità di analizzare un cartone animato per
coglierne gli aspetti più importanti.
Contenuti: la storia di Cenerentola raccontata dalla Walt Disney.
Metodologia: a. visione del cartone animato;
b. scheda di analisi.
Situazione didattica 1. attività del docente: l’insegnante presenta alla classe l’attività da svolgere,
fa vedere il cartone animato, distribuisce poi agli
alunni una scheda (ALLEGATO A) da completare
sulle caratteristiche della fiaba ed infine guida la
correzione collettiva della stessa e il completamento
dell’ultima parte della scheda “Sulla base di quanto
hai risposto nei quattro esercizi precedenti completa
il seguente testo”.
2. attività degli alunni: ogni alunno deve guardare attentamente il cartone
animato, poi completare la scheda ed infine
partecipare alla correzione collettiva della stessa.
Strumenti: il cartone animato e la fotocopia distribuita dall’insegnante.
Verifica formativa: a., b. la correzione collettiva della scheda, che ha un punteggio per ogni
esercizio per favorire nei ragazzi lo sviluppo di un processo di
autovalutazione.
Tempo: i primi 5 minuti sono impiegati per presentare alla classe l’attività sulla fiaba,
poi sono necessari 70 minuti per la visione del cartone animato. I restanti 15
minuti sono utilizzati per il completamento e la correzione collettiva della
scheda.
Format: attività individuale e correzione collettiva.

 Seconda fase “LA FIABA DI CENERENTOLA”


(4 moduli da 50 minuti)

Obiettivi specifici: a. gli alunni devono acquisire una conoscenza puntuale della fiaba;
Obiettivi operativi: b. gli alunni devono potenziare la capacità di analizzare un testo scritto, per
essere in grado di rispondere a delle domande di conoscenza, ma anche di
distinguere la narrazione dal discorso diretto, di riconoscere il rapporto di
causa-effetto e di iniziare a familiarizzare con la divisione in sequenze;

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- c. gli alunni devono potenziare la capacità di saper prestare attenzione per un
tempo di ascolto necessario alle varie situazioni comunicative;
d. sviluppare la capacità di comprensione del contenuto essenziale dei
messaggi orali.
Contenuti: la storia di Cenerentola secondo la tradizione popolare.
Metodologia: a. lettura della fiaba distribuita in fotocopia (ALLEGATO B);
a., b. questionario di comprensione (ALLEGATO C);
c., d. comprensione orale (ALLEGATO D).
Situazione didattica 1. attività del docente: l’insegnante distribuisce alla classe la fotocopia con la
fiaba ed il questionario di comprensione. Il
professore legge quindi Cenerentola alla classe in
modo da catturare l’attenzione degli alunni, tenendo
presente che si tratta di ragazzi che hanno voglia e
bisogno di ascoltare delle storie. Quindi il docente
spiega il questionario e successivamente lo corregge
insieme ai suoi studenti. La fase si conclude con il
professore che fa fare alla classe una breve
comprensione orale sulla descrizione di Cenerentola.
2. attività degli alunni: gli alunni ascoltano e seguono la lettura della fiaba e
poi completano il questionario. Quindi partecipano
attivamente alla sua correzione. Infine fanno la
comprensione orale.
Strumenti: le fotocopie dell’insegnante.
Verifica formativa: a., b. la correzione collettiva del questionario. Attraverso la correzione di
queste attività, l’insegnante inizia a spingere gli alunni a riflettere su concetti
più astratti come le caratteristiche delle fiabe popolari, parlando di
protagonista, antagonista, aiutante oppure del fatto che le storie finiscono
sempre con un lieto fine e la punizione del cattivo.
c., d. la restituzione agli alunni della comprensione orale corretta
dall’insegnante.
Tempo: per questa fase sono necessari quattro moduli da cinquanta minuti. All’inizio
di ogni lezione è necessario recuperare quanto fatto in precedenza, fare una
sorta di “punto della situazione”. Inoltre siccome la classe viene spesso divisa
in due gruppi sempre diversi, perché numerosa e con un numero elevato di
maschi molto vivaci, è necessario aggiustare continuamente l’attività,
recuperando quelli che sono rimasti indietro. Per tutti questi motivi le attività
procedono lentamente.
Format: lavoro individuale e correzione collettiva del questionario.

 Terza fase “LA CENERENTOLA ARABA: IL PESCIOLINO ROSSO E LO


ZOCCOLETTO D’ORO”
(2 moduli da 50 minuti)

Obiettivi cognitivi: a. gli alunni devono acquisire una conoscenza puntuale della fiaba araba e
delle sue differenze con quella di tradizione occidentale.
Obiettivi operativi: b. gli alunni devono potenziare la capacità di analizzare un testo scritto;
c. gli alunni devono potenziare la capacità di fare confronti tra tradizioni
culturali differenti (in questo caso quella occidentale e quella araba).
Obiettivi socio-affettivi: d. gli alunni devono imparare a rispettare l’altro, comprendendo le antiche
radici culturali che li differenziano.
Contenuti: la fiaba irachena Il pesciolino rosso e lo zoccoletto d’oro.

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Metodologia: a., b., c., d. lettura della fiaba, lavoro individuale sul testo e correzione
collettiva.
Situazione didattica 1. attività del docente: l’insegnate, come nella fase precedente, legge la fiaba
alla classe e poi fa completare lo schema di confronto
tra la Cenerentola araba e quella europea
(ALLEGATO E), che verrà corretto collettivamente.
2. attività degli alunni: gli alunni ascoltano e seguono la lettura della fiaba e
poi completano lo schema di confronto. Infine
partecipano attivamente alla sua correzione, che
diventa un importante momento di autovalutazione.
Strumenti: il libro di antologia in adozione (R. BISACCA, M. PAOLELLA, Bibliotecatre,
Antologia italiana, S. Lattes & C. Editori, Torino, 2006) e le fotocopie fornite
dal professore.
Verifica formativa: a., b., c. la correzione collettiva della scheda, che dà un punteggio per ogni
risposta giusta per favorire nei ragazzi lo sviluppo di un processo di
autovalutazione.
Tempo: 80 minuti per leggere la fiaba e completare lo schema, 20 minuti per correggere
lo schema e spiegare ciò che non è stato capito (soprattutto le differenze
culturali che non sono state colte).
Format: attività individuale e correzione collettiva.

 Quarta fase “IL JIGSAW”


(2 moduli da 50 minuti)

Obiettivi specifici: a. gli alunni devono acquisire la conoscenza della tradizione storica delle fiabe
popolari;
b. gli alunni devono acquisire la conoscenza delle caratteristiche delle fiabe
popolari (gli elementi di somiglianza delle fiabe di tutto il mondo) e la lor
differenza rispetto a quelle d’autore;
c. gli alunni devono acquisire la conoscenza delle conclusioni alle quali è
giunto, nella prima metà del ‘900, Vladimir Propp studiando le fiabe;
d. gli alunni devono capire perché le fiabe sono importanti anche per i giovani
d’oggi.
Obiettivi trasversali: gli alunni devono socializzare e potenziare le capacità necessarie per lavorare
in gruppo, collaborando positivamente con i compagni per raggiungere
l’obiettivo dell’attività.
Contenuti: la tradizione storica delle fiabe (come sono giunte fino a noi, le differenze
rispetto a quelle d’autore, gli autori di poesie contemporanei e del passato più
conosciuti), le loro caratteristiche (l’epoca ed i luoghi sono indicati
genericamente, non si descrivono i personaggi che sono tipi simili in tutte le
fiabe del mondo, sono presenti fatti impossibili e personaggi inverosimili, il
mondo delle favole è ben diviso tra buoni e cattivi, ci sono dei motivi
ricorrenti, c’è sempre un lieto fine ed una morale seppur implicita, il linguaggio
è semplice e popolare), gli studi di Vladimir Propp (lo schema narrativo
semplice e lineare, i ruoli dei personaggi e le funzioni), l’importanza delle fiabe
per i ragazzi di ieri e di oggi.
Metodologia: la lezione è articolata secondo la tecnica di cooperative learning, conosciuta
come Jigsaw. Ad ogni alunno é distribuita una scheda (ALLEGATI F, G, H, I).
Gli allievi vengono quindi organizzati in cinque gruppi base, dove ogni singolo
ragazzino svolge un lavoro individuale sull’argomento che deve approfondire
(le fiabe popolari, le caratteristiche, Vladimir Propp, I ragazzi di ieri e di oggi).

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Gli alunni sono successivamente divisi per formare gruppi di esperti per
approfondire l’argomento, con l’aiuto di domande, e per prepararsi per la
spiegazione da tenere agli altri membri del gruppo base. Infine vengono
ricomposti i gruppi base, all’interno dei quali a turno ogni allievo spiega la
propria lezione agli altri compagni del gruppo e li interroga per valutare la
corretta comprensione di quello che ha spiegato L’efficacia di questa attività è
verificata attraverso il completamento di schemi riassuntivi dei quattro
argomenti trattati nei gruppi (ALLEGATO J).
Situazione didattica 1. attività del docente: l’insegnante presenta l’attività, distribuisce le fotocopie
e spiega agli alunni come formare i diversi gruppi,
vigila sul rispetto dei tempi e dei ruoli all’interno di
ogni gruppo.
2. attività degli alunni: gli alunni si organizzano nei gruppi base (a seconda del
numero presente nel riquadro della fotocopia in alto a
destra) dove ogni singolo allievo svolge il lavoro
individuale sull’argomento che deve approfondire. Poi
i ragazzi di riorganizzano per formare i gruppi degli
esperti (a seconda della lettera presente nel riquadro
della fotocopia in alto a destra) per approfondire
l’argomento, con l’aiuto di domande, e per preparare la
spiegazione da tenere agli altri membri del gruppo
base. Quindi gli alunni ricostituiscono i gruppi base,
dove a turno ogni allievo spiega la propria lezione. Gli
alunni completano infine gli schemi riassuntivi.
Strumenti: le fotocopie fornite dall’insegnante.
Verifica formativa: a., b., c., d. correzione collettiva degli schemi riassuntivi dei quattro argomenti
trattati nei gruppi.
Tempo: 5 minuti per la presentazione alla classe dell’attività di cooperative learning, 2
minuti per la disposizione degli alunni nei gruppi base, 10 minuti per la lettura
individuale della scheda, 2 minuti per la disposizione degli alunni nei gruppi
degli esperti, 22 minuti per l’attività di approfondimento nei gruppi degli
esperti e la preparazione della spiegazione da fare ai compagni al ritorno nei
gruppi base, 2 minuti per la disposizione degli alunni nei gruppi base, 32
minuti per l’attività di esposizione all’interno dei gruppi base (8 minuti per
ogni alunno, in gruppi di quattro alunni), 10 minuti per la compilazione degli
schemi riassuntivi e 15 minuti finali per la correzione degli stessi.
Format: attività di apprendimento cooperativo e correzione collettiva.

• Verifica sommativa “VERIFICA SULLA FIABA”


Si tratta di una verifica strutturata (ALLEGATO K) volta ad accertare il raggiungimento degli
obiettivi cognitivi individuati con la presente Unità Didattica:
A. gli alunni devono acquisire la conoscenza dei contenuti (le caratteristiche delle fiabe
popolari e dei loro personaggi, le differenze rispetto a quelle d’autore, le conclusioni degli
studi di Propp Vladimir);
B. gli alunni devono imparare ad individuare le differenze culturali tra le fiabe.

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Inoltre, ho ritenuto opportuno elaborare per loro una prova differenziata (ALLEGATO L). La
differenziazione, ovviamente, non ha riguardato gli obiettivi, ma le modalità di verifica. Gli
esercizi sono stati modificati in minima parte, In entrambi i casi, verifica e verifica differenziata, la
durata prevista é di 50 minuti.

• Tempi: 11 moduli da 50 minuti.

• Riflessione conclusiva sull’attività svolta:

 clima della classe e relazione docente – alunni

Gli alunni hanno dimostrato un vivo interesse nello svolgere le diverse attività proposte anche
perché si sono dimostrate piuttosto varie e quindi poco ripetitive. Il clima in classe è stato sempre
positivo e non sono state rilevate situazioni difficili.
Tengo a precisare però che in alcuni momento la classe è stata divisa in gruppi più piccoli,
per svolgere le stesse attività, grazie alla collaborazione dell’insegnante di sostegno e di un altro
professore di materia che si è offerto per una compresenza. Questo ha permesso agli alunni di
lavorare più serenamente in diverse aule e con un numero di compagni ridotto (dagli otto ai dodici),
in un clima quindi ben diverso rispetto a quello abituale.

 Unità Didattica

Ho cercato di variare il più possibile le attività dell’Unità Didattica, con l’obiettivo di realizzare un
lavoro articolato ed equilibrato. Ho pensato di raggiungere tale risultato lavorando su varie abilità e
versanti:
1. il tema dell’Unità Didattica è introdotto ricorrendo al linguaggio filmico; la visione del
cartone animato ha permesso ai ragazzi di iniziare a ragionare sulle fiabe ricorrendo ad uno
strumento molto familiare per loro;
2. il genere delle fiabe è stato analizzato ricorrendo ad abilità differenti (saper leggere e saper
ascoltare); ogni alunno ha potuto valutare le proprie sulla base dei risultati ottenuti in attività
di comprensione scritta ed orale;
3. attraverso la fiaba si affronta un tema molto importante per la società occidentale
contemporanea, che è il rapporto con l’Altro ed in particolare con il musulmano, attraverso
un approccio consono per ragazzini di 11 anni; si ricorre quindi al confronto tra fiabe di
tradizioni differenti per parlare di multiculturalità, per cercare di capire i motivi che stanno
alla base delle differenze culturali.

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Inoltre l’Unità Didattica si è dimostrata un prodotto flessibile e soprattutto facile da integrare e
modificare. A suo completamento io ho inserito anche una prova scritta, lo svolgimento di un tema
narrativo (ALLEGATO M), che ha permesso ai ragazzi di produrre loro stessi una fiaba. Si è
trattato di un’attività che ha riscosso un certo entusiasmo in classe, se confrontata con le produzioni
scritte del I quadrimestre incentrate sulla descrizione. È probabile che questo successo sia dipeso
dal fatto che per i ragazzi raccontare una storia è sicuramente più divertente che fare una
descrizione e forse anche per la presenza di una base iconica nella consegna del tema, che ha
permesso loro di calarsi più facilmente in situazione, di “sognare”.
A questa Unità Didattica ho collegato anche le attività della biblioteca scolastica. Tenendo, infatti,
presente che il numero di fiabe a cui “esporre” gli alunni sarebbe dovuto essere più alto, perché per
conoscere un genere di testo infatti è opportuno leggere vari esempi, non ne bastano uno o due, ho
cercato di ampliare il contatto con questo tipo di testo distribuendo libri di fiabe, sia popolari sia
d’autore, nell’ambito delle attività della biblioteca scolastica, così articolate:
1. ogni ragazzo ha letto un certo numero di fiabe;
2. ogni ragazzo ne ha esposta oralmente una o due ai compagni;
3. ogni ragazzo ha inventato uno slogan promozionale alla loro lettura, con relativa
illustrazione grafica;
4. ogni ragazzo ha compilato una scheda-base sul libro letto, indicandone classificazione,
autore, titolo, casa editrice, indice di gradimento, tipologia testuale, “ingredienti”, motivazione o
meno alla lettura, ecc. (ALLEGATO N)
 Elementi di criticità dell’Unità Didattica
Nella prima fase, 15 minuti per completare individualmente la scheda (ALLEGATO A) e
correggerla collettivamente risultano un po’ pochi e per questo motivo si potrebbe pensare di
condurre diversamente l’attività. Prendendo spunto dalle osservazioni che ho fatto a Grenoble, ho
pensato che, al posto di distribuire la scheda ai ragazzi, dando loro la consegna di completarla
individualmente, potrei guidare l’esecuzione degli esercizi ricorrendo al format della lezione
dialogata, nella quale gli allievi intervengono per proporre una possibile risposta alle domande, con
l’aiuto della professoressa giungono alla soluzione e solo in un secondo momento completano la
scheda con le risposte corrette.
Inoltre sempre questa scheda (ALLEGATO A) presenta dei problemi nella formulazione
delle consegne perché per gli esercizi b) e c) sarebbe stato meglio precisare il numero delle risposte
da dare, mentre per il d) è emersa nei ragazzi una certa incertezza nella quinto vero e falso perché
termini come principi e valori sono astratti e quindi andavano spiegati.

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Anche l’esercizio conclusivo dell’attività, Sulla base di quanto hai risposto nei quattro
esercizi precedenti completa il seguente testo (ALLEGATO A), è un esercizio a cloze non facile
perché comporta operazioni mentali non così immediate per i più sprovveduti (ad esempio il
passaggio da gentile e generosa ai valori e principi di gentilezza e generosità o la presenza di
termini da inserire in parte astratti).
I problemi maggiori sono emersi nella quarta fase dell’Unità Didattica, quella strutturata
come attività di apprendimento cooperativo. Poiché lo studio a casa, come fattore importante di
successo, esclude a priori un discreto numero di alunni per svariati motivi (non adeguato livello
socioculturale della famiglia, mancanza di sostegno e attenzione a casa, difficoltà di comprensione,
assimilazione e memorizzazione in modo autonomo), la scuola ha l’obbligo di dare a tutti
un’adeguata possibilità di far propri contenuti e procedure ad un livello di “sufficienza”. Il lavoro in
Cooperative Learning probabilmente non ha risposto adeguatamente a tale obbligo, come
testimoniano le difficoltà che i ragazzi hanno avuto nell’affrontare l’esercizio conclusivo del jigsaw,
(ALLEGATO I).
I problemi emersi durante tale attività potrebbero essere dipesi da diversi fattori.
Innanzitutto si può constatare che era la prima volta che questi ragazzi erano impegnati in
un’attività di questo genere. Non si tratta di una motivazione sufficiente perché anche il jigsaw
organizzato per il mio tirocinio attivo di Storia, presso la I A della scuola secondaria di primo grado
del Quartiere Cogne, era un’attività assolutamente nuova per gli alunni e non ci sono stati problemi.
Confrontando le due situazioni e riportando alla mente le dinamiche che erano emerse nelle due
classi, penso che le difficoltà della I B delle Saint-Roch siano dipese dal fatto che gli alunni non
hanno svolto tante ed articolate attività di gruppo durante l’anno quanto i loro coetanei della I A del
Quartiere Cogne e quindi non hanno potuto quindi sviluppare a sufficienza le capacità e le
strategie che garantiscono il corretto funzionamento dei gruppi.
Sempre sulla base del confronto tra le due classi, emerge che i testi (ALLEGATI F, G, H, I)
distribuiti alla I B sono oggettivamente più lunghi e difficili quanto a informazioni e linguaggio.
Aver dato agli alunni delle Saint-Roch molto tempo per analizzare i documenti e per prepararsi alla
spiegazione da tenere ai compagni nei gruppi base non è stata una risposta sufficientemente
adeguata alle difficoltà che gli alunni avevano. L’attività avrebbe avuto bisogno quindi di modalità
integrative come:
1. ogni “esperto” avrebbe potuto scrivere un breve riassunto del proprio testo da distribuire ai
membri del gruppo-base;
2. si sarebbe potuto chiedere a ogni alunno di prendere appunti, invece di ascoltare soltanto,
durante l’esposizione degli “esperti”;

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3. ogni gruppo-base avrebbe potuto comporre un cartellone con i concetti appresi.
Tali modalità avrebbero dovuto permettere un vero apprendimento a scuola, da approfondire poi a
casa.
 Elementi di criticità della verifica finale
Sulla base dell’analisi statistica dei risultati della verifica finale (ALLEGATI K, L) emerge
che gli esercizi con il maggior numero di insufficienze sono stati i numeri 2, 3, 4, 5, 8. Come
avviene in genere, sono risultati più difficili gli esercizi che comportavano risposte aperte (erano i
numeri 2, 4, 5, 8). Gli esercizi 2 e 4, in particolare, richiamano termini astratti come funzioni, ruoli,
caratteristiche che possono non essere di immediata comprensione per alunni di prima media,
anche se già utilizzati durante l’attività, presenti sul testo da studiare e accompagnati da un esempio
espresso in termini semplici e concreti. In questi due casi, forse sarebbe stato meglio offrire una
gamma di caratteristiche e di azioni tra le quali scegliere, presentando quindi gli esercizi sotto forma
di scelta multipla.
Anche l’esercizio 3 è risultato difficile perché, pur se a risposte chiuse, prevede però una
conoscenza precisa di quanto richiesto (Cosa ha dimostrato lo studioso V. Propp…), non deducibile
in modo intuitivo.

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